Upload
consulente
View
493
Download
7
Embed Size (px)
Citation preview
unique40
anni ditalento
1 9 7 2 2 0 1 2
EdizionE spEcialE in occasionE dEl
quarantEsimo annivErsario di uniquE
quaranta anni,
quaranta storie
Non avevamo dubbi quando abbiamo pensato alla pubblicazione di questa rivista in occasione dell’anniversario. L’argomento doveva essere il “talento”. In tutti i paesi in cui operiamo dispo-niamo di così tanto talento, da parte dei nostri candidati, clienti e dipendenti, che sarebbe stato un peccato non scegliere questo tema. Da qua-rant’anni il talento è il nostro obiettivo: la ricerca del talento, l’individuazione del talento e lo sviluppo delle persone che possiedono talento.
Questa pubblicazione contiene numerose sto-rie incentrate su questo tema. Articoli interessanti su clienti di ogni parte d’Europa che evidenziano
Cosa sai fare? Cosa vuoi fare?
03
chiaramente l’importanza che abbiamo per loro. Candidati che riferiscono i risultati ottenuti, na-turalmente con il nostro aiuto ma soprattutto con le proprie forze. Futurologi che ci spiegano come sarà il mondo tra dieci anni e dipendenti di Unique che illustrano come possiamo adattarci al ruolo sempre più importante dei lavoratori flessibili sul mercato dell’impiego, e quale ruolo specifico può assumere la nostra organizzazione in tale contesto. Per citare le parole del fondatore Alex Mulder: “Fin dal primo momento Unique si è distinta dalle altre agenzie di lavoro interinale per il suo sostanziale interesse nei confronti delle persone. Altre orga-nizzazioni si limitano spesso a domandare ai can-didati: cosa sai fare? Noi chiediamo anche: cosa vuoi fare? Quali sono le tue ambizioni e in che modo possiamo realizzarle insieme? Questo approccio rende Unique unica”.
La pubblicazione contiene inoltre interviste con uomini e donne provenienti dai paesi in cui ab-biamo sede che hanno saputo sfruttare pienamente i loro talenti, nonché citazioni di persone famose di tutto il mondo che si sono espresse sul tema in questione. “Non tutti abbiamo gli stessi talenti, ma ognuno di noi dovrebbe avere pari opportunità di
Rob Zandbergen, CEO USG People
sviluppare i propri talenti”, ha affermato ad esempio John F. Kennedy. Il famoso presentatore televisivo Johnny Carson ha osservato: “Il talento da solo non basta per avere successo. Così come non basta trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Tranne se si è pronti. Quindi la domanda più importante è: sei pronto?”.
Concordo pienamente con queste parole. Unique sta entrando nel suo quinto decennio di esistenza, che sarà nuovamente caratterizzato da anni dina-mici e frenetici. Siamo pronti per affrontare le nuove sfide e sono convinto che lo sia anche ognuno di voi.
05
1Heleen van Driel impara i valori
essenziali della vitapagina 08
Gianfranco Provenzano pagina 10
Per me il dena-
ro non è la cosa
più importante.
Invece per me
è importante
avere un lavoro
stimolante e
ricco di sfide’
3L’arte al servizio del Guggenheim
a Bilbaopagina 12
4Herman van Veen,
performer: ‘Cantare fa bene alla salute’
pagina 18
5Cercasi gruisti
per Buss Imperialpagina 24
Marc Herremans, atleta pagina 28
‘Le prime set-
timane dopo
l’incidente sono
state molto dif-
ficili, ma poco
alla volta le cose
sono cambiate’
7Anneth van Grunsven
cerca la dinamicità di un ambiente internazionale
pagina 32
8Mario Marciano:
‘Vendere è una lotta fatta di parole’
pagina 34
17Le due anime di
Manutencoop Facility Management
pagina 74
18Evy Gruyaert, ideatrice di programmi televisi-
vi: ‘I cambiamenti iniziano in una frazione
di secondo’pagina 78
Alex Mulder, fondatorepagina 84
‘Per noi il lavoro
interinale non
rappresenta una
soluzione inter-
media, ma piut-
tosto un modo
per organizzare
diversamente
la propria vita
professionale.’
20I primi 40 anni
di Uniquepagina 94
21Jeroen Swolfs,
fotografo: ‘Sono sempre alla ricerca di un
elemento di speranza’pagina 100
Maira Faro Magalhaespagina 104
‘Lavoro in un team
straordinario com-
posto da otto donne
di provenienze
diverse. È un lavoro
che mi piace tantis-
simo. Ogni giorno
imparo qualcosa
di nuovo’
23Christian Schmidt
non si è mai sentito così perfettamente
a suo agiopagina 106
24Nessuna sedia vuota per il call
center Transcompagina 108
10Jaap van Zweden,
direttore d’orchestra: ‘Sul palco sono
perfettamente felice’pagina 42
11La crescita controllata di Sorgente, fornitore di alimenti destinati
a fini medicipagina 48
12Sergio Herman, chef:
‘La massima felicità nel momento in cui tutto si combina perfettamente’
pagina 52
14Céline Rener trova
indispensabili i contatti sociali
pagina 60
13Erik de Cock capisce
cosa succede all’interno dell’azienda
pagina 58
15Il valore aggiunto dei servizi forniti
internamente alla Shellpagina 64
Marjolein Schenkel transavia.com
pagina 36
‘È a bordo
dell’aereo che
viene fatta la
differenza. In-
sieme a Unique
ci distinguiamo
in un mercato
competitivo’
Piet Boon, architetto e designer
pagina 68
‘Il giorno in cui
mi renderò conto
che un progetto
di Piet Boon è in-
tercambiabile con
un altro progetto
di Piet Boon,
smetterò di fare
questo lavoro’
33Adjiedj Bakas e
Lynda Gratton: Il futuro dorato del lavoro flessibile
pagina 154
34Massimo Caminati pensa ogni mattina che oggi sarà una
splendida giornatapagina 158
36La dinamica di ZF Friedrichshafen
pagina 162
Cristina Hoyos, ballerina di flamenco
pagina 168
‘La passione da
sola non basta.
È anche necessa-
rio padroneggiare
perfettamente la
tecnica, e questo
richiede duro
lavoro’
38Il rispetto della compagnia di assicurazioni Partenamut
pagina 172
39Miguel Ybáñez: ‘Per
me l’arte è una fuga dalla realtà’
pagina 176
40Unique: il partner giusto per le vostre ambizioni
pagina 184
Apaneto Kutshakoy pagina 160
‘Forse in futuro
tornerò a lavo-
rare in campo
sanitario, ma
per adesso mi
sento perfetta-
mente a mio
agio dove sono.
Nel mio lavoro
e a Bruxelles’
27Heiner Brand,
allenatore di pallamano: ‘L’essenziale è avere un obiettivo chiaro’
pagina 124
28Il sogno di Dave
Witjas alla fine si
è realizzatopagina 130
30Richard Krajicek,
tennista: ‘Il successo può arrivare in fretta
se tutto va per il verso giusto’
pagina 134
29Il senso della famiglia
di Ayoub Waelpagina 132
31Uomini al lavoro nell’obiettivo di Thijs Heslenfeld
pagina 138
DJ Erik de Zwartpagina 150
‘Mi sono sbaraz-
zato del tipico
accento di
Amsterdam
esercitandomi
all’infinito,
accanto alla
radio’
26Un Natale senza
problemi per la fabbrica di
cioccolato Guylian pagina 118
Gordon De Adamich, pilotapagina 114
‘Proprio come
quando si è al
volante, nella
conduzione
di un’azienda
bisogna usare
la ragione per
evitare di uscire
di strada’
07
Hel
een
van
Dri
el
Mi piacerebbe lavorare qui ancora per
molti anni, ma il mio sogno è di diventa-
re io stessa un’artista, preferibilmente
in America, dove sono nata. Qui sto
imparando che per raggiungere un simile
obiettivo è necessario lavorare sodo. Non
puoi rinchiuderti nel tuo studio aspet-
tando che arrivi l’ispirazione. Bisogna
iniziare a lavorare alle otto ogni mattina,
questa è la strada giusta da percorrere.”
“Il Museo Van Gogh di Amsterdam è uno
dei musei più belli del mondo e sono fiera
di poter offrire il mio contributo. Lavo-
ro nello studio fotografico e mi occupo
della digitalizzazione di migliaia di opere
d’arte, soprattutto disegni e stampe.
Inizialmente mi occupavo della gestione
delle opere d’arte, ma da qualche tempo
le fotografo io stessa. A tale scopo uti-
lizzo una grande fotocamera Hasselblad,
l’apparecchiatura migliore in assoluto in
campo fotografico. Si tratta di un lavoro
di precisione. Ad esempio, l’esposizione
deve essere regolata secondo nume-
rosi requisiti specifici, ed è necessario
osservare determinate regole riguardo
all’abbigliamento. Non è consentito por-
tare collane e anelli, né mettere lo smalto
alle unghie per evitare di danneggiare le
opere d’arte. Anche i tacchi sono vietati,
perché immagina che disastro potresti
combinare se inciampassi con un disegno
di Van Gogh tra le mani!
Sono arrivata qui tramite Unique,
il partner fisso del museo per il lavoro
interinale, dopo avere completato gli
studi in storia dell’arte e tecniche di
restauro. Era una buona opportunità,
perché al momento non è facile trovare
lavoro nel settore della cultura. Questo
lavoro mi piace moltissimo, ancor più di
quanto avessi immaginato. Non solo ho
la possibilità di soddisfare in gran parte
la mia passione per l’arte del diciannove-
simo secolo, ma imparo anche altri valori
essenziali per la vita, come ad esempio
la collaborazione con i colleghi e l’impor-
tanza della disciplina.
“Imparo ciò che è importante nella vita: collaborazione e disciplina”
Heleen van Driel
(long BeacH, USa, 1982)
fotografa opere D’arte
nel famoSo mUSeo van
gogH Di amSterDam. il SUo
Sogno è Di Diventare lei
SteSSa Un’artiSta.
09
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Gianfranco P
rovenzano
sapevo esattamente cosa si aspettava-
no. Decisi che era giunto il momento di
affrontare nuove sfide e iniziai a cercare
un nuovo lavoro.
Da solo non ero in grado di farlo, così
mi sono recato presso la sede locale di Uni-
que. Sono stato ricevuto in modo cordiale,
mi sono state fatte le domande giuste e
in breve tempo sono stato invitato a un
colloquio presso STM Riduttori, un grande
produttore di componenti per cambi di
velocità per autoveicoli. Questa azien-
da conta 250 dipendenti e registra un
fatturato annuale di 70 milioni di euro. La
sede centrale è ubicata in uno sfavillante
edificio nei pressi dell’aeroporto di Bologna.
Non c’è paragone con la piccola
impresa dove ho lavorato per sette anni.
Qui devo dimostrare le mie capacità
ogni giorno. Per fortuna me la cavo bene.
Questo lavoro mi dà molta carica e alla
fine della settimana ho ancora tempo e
voglia di svagarmi, ad esempio giocando
nel ruolo di terzino sinistro nella mia
squadra di calcio e passando del tempo
con la mia ragazza. Per ora non ho una
famiglia, ci penserò più avanti.
Una giornata è composta da 24 ore:
otto ore per dormire, otto ore per lavorare
e otto ore per fare ciò che si desidera. Tut-
te queste parti della vita devono essere
equilibrate, devono apportare soddisfazio-
ne, ed è quello che succede a me in questo
momento. Ho la possibilità di crescere
all’interno dell’azienda, ho dei colleghi me-
ravigliosi e ottime prospettive per il futuro.
In altre parole, sono una persona felice.”
“Per me il denaro non è la cosa più impor-
tante. Naturalmente è necessario guada-
gnare abbastanza per vivere, ma io non
ho bisogno di avere di più. Invece per me
è importante avere un lavoro stimolante
e ricco di sfide. E questo è stato possibile
grazie a Unique.
In passato ho lavorato come compra-
tore presso un piccolo rivenditore di parti
meccaniche, un’impresa a conduzione
familiare come ce ne sono tante in Italia.
In realtà mi trovavo molto bene, ma dopo
sette anni il lavoro era diventato noio-
so. Conoscevo i clienti alla perfezione e
Gianfranco Provenzano
(BoloGna, italia, 1985)
ha trovato un lavoro
interessante che Gli la-
scia tuttavia aBBastanza
temPo liBero Per il calcio
e Per la sua raGazza.
“Devo dimostrare continuamente le mie capacità e per fortuna
me la cavo bene”
11
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Gug
genh
eim
Mus
eum
Bilba
oG
arbi
ñe U
rrut
ikoe
txea
Il Museo Guggenheim Bilbao intende essere
un’opera d’arte sotto molti aspetti. L’edificio
progettato dal noto architetto Frank Gehry è
una vera e propria icona architettonica, con-
siderata dagli addetti ai lavori e dal pubblico
come un progetto estremamente audace per un
museo. Le esposizioni temporanee e le opere
d’arte di surrealisti, espressionisti astratti
e impressionisti di fama mondiale attirano a
Bilbao appassionati d’arte provenienti da ogni
parte del mondo. L’impulso di crescita che tutto
questo ha esercitato sulla città portuale, un
tempo grigia e poco accogliente, nonché sull’im-
poverito retroterra basco, viene descritto nei
libri di economia come un caso di successo di
come l’investimento nella cultura possa dare
nuovo slancio a una determinata regione.
Ma il Museo Guggenheim Bilbao ha anche
l’ambizione di essere un datore di lavoro esem-
plare. “Apprezziamo i nostri cento dipendenti
come individui straordinari e facciamo tutto il
possibile per accrescere il loro coinvolgimen-
to”, afferma Garbiñe Urrutikoetxea, direttrice
risorse umane e politica di qualità del paradiso
dell’arte sostenuto dalla Guggenheim Founda-
tion americana. “Il presupposto su cui si basa la
nostra politica del personale è il giusto equilibrio
tra la situazione professionale e la vita privata
dei nostri dipendenti. Da noi lavorano numerosi
quarantenni, tra cui molte donne con bambini in
età scolare o altre esigenze familiari. Per tale
motivo desideriamo offrire a tutti la possibilità
di seguire un piano di lavoro individuale, in modo
che ognuno sia libero, per quanto possibile, di
adeguare gli orari lavorativi alle situazioni perso-
nali e agli impegni familiari. Questo accade molto
raramente nei rapporti di lavoro in Spagna ed è
un aspetto che ci contraddistingue.”
A Bilbao, città della Spagna settentrionale, ha sede uno
dei più bei musei di arte contemporanea del mondo.
Qui ogni giorno sono presenti circa dieci lavoratori flessibili,
reclutati da Unique, che lavorano tra l’altro al banco informazioni e nel negozio del museo. “Un museo deve essere un buon padrone di casa, in grado di invitare e
stimolare i suoi ospiti ad aprirsi all’innovazione costante”
L’arte al servizio del Guggenheim
13
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Tuttavia il successo di un simile approccio
richiede una valida base professionale, prosegue
Urrutikoetxea. “Oltre ai dipendenti fissi, è neces-
sario disporre di lavoratori flessibili che soddi-
sfino i requisiti di qualità, si riconoscano nella
cultura aziendale e possano essere impiegati
quando ce n’è bisogno. Inoltre devono avere una
straordinaria sensibilità artistica. Siamo molto
esigenti, dunque, ma finora questo non è stato
assolutamente un problema per Unique. Anzi, il
suo sostegno affidabile è uno dei fattori che ci
consente di essere un datore di lavoro migliore.”
Un luogo di lavoro stupendo
Il Museo Guggenheim Bilbao è indubbiamen-
te uno dei luoghi di lavoro più belli della Spagna.
L’edificio a forma di nave arenata, costruito in
vetro e titanio, che dà sull’impetuoso Golfo di
Biscaglia, ospita le opere di grandi artisti quali
Andy Warhol, Jackson Pollock, Anselm Kiefer,
Sigmar Polke, Willem de Kooning, Joseph Beuys,
Mark Rothko e molti altri. Questa “esplosione di
bellezza in una spenta zona portuale” (Gehry)
ha a sua volta provocato nuove espressioni arti-
stiche. Nei dintorni è possibile ammirare audaci
progetti architettonici di Santiago Calatrava,
Rata Isozaki e Norman Foster.
In questo contesto lavorano quotidianamente
circa dieci collaboratori interinali di Unique,
per assistere e rafforzare il personale fisso del
museo. Il rapporto tra il Museo Guggenheim
Bilbao e Unique risale peraltro ai primi anni di
esistenza del museo stesso, ricorda Garbiñe
Urrutikoetxea, e da allora si è consolidato. “Le
nostre organizzazioni hanno molto in comune.
Ad esempio condividiamo la passione per l’arte.
Questo ha portato Unique ad approfondire la
relazione in qualità di corporate member. Uni-
que sponsorizza il museo ed è autorizzata ad
associare la sua corporate identity a quella del
museo nel proprio materiale di comunicazione,
nonché invitare clienti e lavoratori flessibili a
eventi ed esposizioni temporanee che si svolgo-
no presso il museo. E dal momento che entram-
be le organizzazioni celebrano un anniversario
(Unique compie quarant’anni e noi quindici), tale
opportunità viene sfruttata pienamente.”
Il legame si è consolidato ulteriormente
anche dal punto di vista professionale. “Per noi
è importante che il nostro partner del lavoro
flessibile sappia come ci relazioniamo gli uni
agli altri e come desideriamo accogliere i visita-
tori. Un museo deve essere un buon padrone di
casa, in grado di invitare e stimolare i suoi ospi-
15
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Alla domanda su come sarà in futuro il rapporto
tra il Museo Guggenheim Bilbao e Unique, Gar-
biñe Urrutikoetxea dichiara, comprensibilmente,
che è difficile fare previsioni sugli sviluppi eco-
nomici della Spagna per i prossimi anni. È ciò
che affermano quasi tutti gli esperti. “La situa-
zione attuale ci costringe ad essere particolar-
mente avveduti e ad attuare una politica delle
risorse umane estremamente efficiente. Solo in
questo modo potremo raggiungere i nostri obiet-
tivi. Ma sono certa che Unique ne è consapevole
e che ci sosterrà validamente.”
ti ad aprirsi all’innovazione costante. Tutti colo-
ro che fanno parte della nostra organizzazione
ne sono convinti, inclusi gli impiegati del banco
informazioni, della biglietteria e i commessi che
lavorano presso il negozio del museo, vale a dire
gli ambiti nei quali utilizziamo maggiormente i
lavoratori flessibili. Unique lo capisce perfetta-
mente e ci conosce molto bene in qualità di for-
nitore di questi servizi. Abbiamo un rapporto di
fiducia con il management della sede di Bilbao
di Unique. E la fiducia reciproca è molto impor-
tante per noi.”Pe
r m
ag
gio
ri i
nfo
rma
zio
ni:
ww
w.g
ug
ge
nh
eim
-bil
ba
o.e
s
“I nostri lavoratori flessibili
sono dotati di una
straordinaria sensibilità artistica”
17
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
“Forse il mio più grande talento è la curiosità.
Voglio sempre sapere come funzionano le cose,
cosa si nasconde dietro di esse. Una volta a
scuola, durante la lezione di aritmetica, ho chie-
sto al maestro: ‘Perché i pomodori sono rossi?’
Il maestro ha pensato che fosse una domanda
talmente futile che mi ha espulso dalla classe.
Me ne stavo lì, in corridoio, senza sapere perché
i pomodori sono rossi. Solo decine di anni dopo,
durante un’esibizione in un programma televi-
sivo di Midas Dekkers, ho avuto la risposta che
cercavo. I pomodori sono rossi perché vogliono
apparire pericolosi. Il rosso è un colore allar-
mante che, per un frutto morbido e vulnerabile
come il pomodoro, aiuta a tenere lontani i malin-
tenzionati.
Con determinati talenti e doti si nasce. Da
bambino, durante la lezione di ginnastica, se mi
piegavo in avanti con le gambe tese non riusci-
vo a toccare il pavimento con le mani. Era una
questione di struttura fisica. Lo stesso vale per
i talenti e le doti. Bisogna avere la struttura
giusta. A mio parere si riconoscono i propri
talenti nella misura in cui si prova piacere in ciò
che si fa. Una delle mie doti è la musicalità e
ricordo ancora come fosse ieri il giorno in cui ho
ricevuto in regalo un violino da uno degli inse-
gnanti della scuola; uno strumento di seconda
mano, naturalmente, ma comunque un dono
inimmaginabile negli anni Cinquanta. È stata
una grande fortuna, e ancora oggi ritengo che
suonare il violino sia una delle cose più piacevoli
che si possano fare, oltre a cantare. Cantare fa
anche bene alla salute; per cantare è inevitabile
usare tutto il corpo. Mia madre diceva: ‘Non è
possibile essere un po’ incinta’. Lo stesso vale
per il canto. Se canti, lo fai con il cuore e l’ani-
ma, e ciò costituisce un enorme toccasana. Lo
consiglio a tutti.”
Materie scientifiche
“A volte è difficile sviluppare i propri talenti.
Il sostegno da parte dell’ambiente circostante
può essere di grande aiuto. La fortuna ha voluto
che i miei genitori mi appoggiassero di tutto
cuore, ma ciò nonostante alla scuola media
superiore ho avuto delle difficoltà. Secondo l’o-
pinione diffusa, la musica era un hobby che non
poteva mai diventare una professione, e quindi
bisognava orientarsi alle materie scientifiche.
La mia soluzione consisteva nell’immergermi
nelle orchestre, infatti ero presente in ogni
orchestra giovanile dei dintorni di Utrecht. In
quell’ambiente ero tra i miei simili, cosa positiva
in una fase della vita in cui un po’ di sostegno
non fa male.
La mia prima esperienza come performer fu
del tutto casuale. Dovevo dare l’esame di ammis-
sione al conservatorio; eseguivo una sonata per
violino di Vivaldi e ci mettevo un tale entusiasmo
Herman van Veen
(Utrecht, Olanda, 1945) è
cantante, attore, musici-
sta, clown, cabarettista,
scrittore, regista e, da alcuni
anni, pittore. Nel 1965 ha
debuttato in teatro con il
programma da solista Harle-
kijn. Una delle sue creazioni
è il papero Alfred Jodocus
Kwak, diventato un per-
sonaggio mitico in diversi
paesi, tra i quali il Giappone.
Dal 1968 ha inciso più di 175
album e si esibisce ancora
circa 130 volte all’anno, in
ogni parte del mondo. A tale
proposito afferma: “Esibirsi
“Cantare fa bene alla salute, lo consiglio a tutti”
Herman van Veen, performer:
a Rotterdam è sostanzial-
mente diverso che esibirsi
ad Amsterdam, così come
Aken non è assolutamente
paragonabile a Duisburg.
Se le differenze tra le città
sono già così grandi, sulle dif-
ferenze tra i vari paesi non vi
è niente di sensato da dire”.
19
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
che feci cadere il leggio con la partitura. Era
tutto sparpagliato per terra e così non potevo
continuare a suonare. Mentre il pianista prose-
guiva imperterrito, mi sono chinato per raccoglie-
re i fogli continuando intanto a fischiettare alle-
gramente la melodia. La commissione d’esame si
sbellicava dalle risate e dopo un po’ il presidente
disse: ‘Herman, puoi smettere, va bene così’.
Così mi resi conto, in modo del tutto casuale,
che la musica e l’umorismo possono camminare
mano nella mano, che è possibile essere musici-
sta e clown allo stesso tempo. Questa sensazione
non mi ha mai più abbandonato.”
Concentrazione
“Non ho mai avuto la febbre da palcosceni-
co, ma per una rappresentazione sono sempre
concentrato al massimo. Questo stato d’animo
inizia dal momento in cui mi alzo la mattina. In
simili giornate sono difficilmente raggiungibile;
se qualcuno del mio ufficio mi chiede qualcosa,
molto probabilmente me ne dimentico. Nell’o-
ra che precede la rappresentazione il livello di
concentrazione diventa sempre più alto; faccio
esercizi di meditazione e di vocalizzazione, e mi
concentro pienamente su quel primo momento
della mia esibizione. Un rinvio, anche di soli
cinque minuti, è fatale. La concentrazione sva-
nisce. Posso ancora fare una buona esibizione,
ma niente di più.
Con il passare degli anni diventa sempre
più facile, riesco a utilizzare i miei talenti in
modo più efficiente. L’esperienza accumulata
consente di ridurre gli sprechi. Con la mia com-
pagnia mi sono esibito più di cinquecento volte
al teatro Carré di Amsterdam e un centinaio di
volte a New York, Parigi e Berlino. A un certo
punto sei perfettamente in grado di gestire la
situazione. L’acutezza aumenta, così come la
profondità delle esperienze vissute. Invecchiare
è un arricchimento, a condizione di essere in
buona salute. Capisco meglio il mio pubblico e il
mio pubblico capisce meglio me. Attraverso gli
anni siamo diventati quasi una famiglia. Sono
molto grato di questo e chissà cosa riserverà
ancora il futuro.”
“A mio parere si riconoscono i propri talenti nella misura
in cui si prova piacere in
ciò che si fa”
21
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Il talento da solo non basta per avere successo. Cosi
come non basta trovarsi nel posto giusto al momento
giusto. Tranne se si e pronti. Quindi la domanda piu
importante e: sei pronto?Johnny Carsonpresentatore televisivo americano
23
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Da quest’anno le operazioni portuali di trasbor-
do di materiali, quali minerale di ferro e carbon
fossile, sono state affidate da Hüttenwerke
Krupp Mannesmann (HKM) alla joint venture
tra l’impresa portuale Buss e la compagnia di
navigazione nazionale Imperial Shipping. Buss
Imperial ha un compito molto importante per la
linea di produzione, che deve essere svolto con
la massima precisione. In altre parole, come
spiegano il direttore di sede Ehrenfried Reemer
e il vice direttore Thies Grage, congiuntamen-
te responsabili delle attività di Buss Imperial
nell’immenso complesso dell’acciaieria a sud di
Duisburg: “Se non riusciamo a far pervenire in
tempo quantità sufficienti di carburanti e mate-
rie prime presso i due altiforni, l’intero processo
di produzione si interrompe.”
È comprensibile dunque che il produttore
di acciaio HKM abbia dedicato un’attenzione
estrema alla scelta del partner al quale sarebbe
stata affidata una parte così vitale del processo
di produzione. Inoltre da allora le prestazioni
di Buss Imperial e dei suoi dipendenti vengono
monitorate in modo molto dettagliato. “Quan-
do Buss Imperial, dopo una procedura di gara
durata due anni, ha vinto l’appalto, l’impresa
disponeva di soli tre mesi per creare l’organiz-
zazione necessaria e trovare le persone giuste.
Normalmente tre mesi sono un periodo molto
breve per realizzare un simile progetto. Tutti
coloro che lavorano da noi, indipendentemente
dalla funzione svolta, devono essere adatti per il
loro compito fin dal primo giorno”, spiega Thies
Grage. “Inoltre non è pensabile che la produzio-
ne venga interrotta a causa di una carenza di
personale. Buss Imperial dedica grande atten-
zione al reclutamento e alla selezione, nonché
alla composizione di un pool di lavoratori ade-
guatamente qualificati.
Per tale motivo abbiamo deciso fin da
subito di affidarci a Unique. Da allora Unique ci
aiuta a trovare i lavoratori temporanei adatti e
ci assiste nell’assunzione di candidati con un
contratto a tempo indeterminato. Finora siamo
riusciti a mantenere le nostre promesse, e que-
sto anche grazie a Unique”, ammettono franca-
mente Grage e Reemer.
In un porto industriale presso Duisburg si lavora attivamente
al trasbordo di minerali e carbon fossile per la produzione di acciaio. Per lo svolgimento
delle varie mansioni la società responsabile, Buss Imperial,
ha bisogno di personale altamente qualificato. Parte dei lavoratori temporanei con
adeguata esperienza viene reclutata oltre confine.
Cercasi gruistiper Buss Imperial
Bus
s Im
peri
alE
hren
frie
d R
eem
er e
Thi
es G
rage
25
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Rarità
Dalle finestre del loro ufficio, Reemer e
Grage osservano un’attività industriale diventa-
ta ormai rara in Europa. Molto più sotto di loro,
nello stesso porto del complesso HKM, è un con-
tinuo viavai di navi dell’Imperial Shipping Group,
provenienti dai porti di transito di Rotterdam e
Amsterdam, che trasportano minerali e carbon
fossile per la produzione di acciaio.
“Buss Imperial è responsabile del percorso
logistico dal momento in cui le navi entrano nel
porto. Un’imbarcazione di servizio conduce le
navi al molo di carico e scarico. Buss Imperial
utilizza tre gru per il trasbordo ed è responsabi-
le della manutenzione degli oltre tre chilometri
di nastri trasportatori che servono l’intera area
portuale. L’impresa detiene inoltre il materiale
per la pulizia delle navi e dei depositi. Tutte que-
ste attività vengono svolte a ciclo continuo. Ciò
significa che deve essere disponibile un numero
sufficiente di persone 365 giorni all’anno.”
Buss Imperial dispone complessivamente
di 44 dipendenti, 12 dei quali sono attualmen-
te assunti tramite Unique con un contratto a
tempo determinato. “A tempo debito offriremo
un impiego fisso a queste persone. Anche in
questa regione vi è una forte carenza di perso-
nale tecnico qualificato e di personale portuale,
ma grazie alla collaborazione con Unique finora
non abbiamo avuto problemi a trovare le perso-
ne giuste”, afferma Thies Grage.
“Il settore logistico è caratterizzato da un
movimento di personale piuttosto elevato, a
causa delle condizioni di lavoro talvolta ardue.
Ciò rende difficile la pianificazione della capa-
cità. I condizionamenti stagionali comportano
ulteriori sfide. In autunno e in inverno i minerali
e il carbon fossile si bagnano o gelano, cosa che
rende le operazioni di trasbordo molto più impe-
gnative. Buss Imperial può sempre contare su
un pool di lavoratori flessibili di Unique, affidabi-
li e immediatamente disponibili, per far fronte a
qualsiasi esigenza nei momenti di picco.”
Committente
Secondo Reemer e Grage, Buss Imperial
considera la sede di Unique di Duisburg come un
partner strategico soprattutto per il fatto che
Unique ha fornito tempestivamente all’impresa
le persone giuste per soddisfare le aspettative
elevate del committente. “Penso che abbiamo
ottenuto circa due terzi dei dipendenti tramite i
nostri propri canali. Ci mancava il personale per
ricoprire le funzioni per le quali solitamente è
difficile trovare le persone adatte”, spiega Ree-
mer. Gruisti, meccanici riparatori, persone con
esperienza nelle attività di trasbordo, addetti
alla pulizia. Unique ha offerto la soluzione attra-
verso il reclutamento delle persone necessarie
in paesi diversi, aiutando così ulteriormente
Buss Imperial in una fase cruciale.
“Perché ci siamo affidati a Unique? Unique
opera da tempo a Duisburg e conosce bene il
mercato del lavoro locale”, prosegue Ehrenfried
Reemer. “Non più tardi di ieri questo ci è stato
molto utile. Avevamo un dipendente malato e ci
siamo rivolti a Unique per richiedere urgente-
mente un gruista: l’uomo sta già lavorando. Non
è stato necessario alcun addestramento.”
Grage e Reemer constatano con visibile
soddisfazione che non devono più preoccuparsi
troppo della disponibilità di personale. “Con
Unique la flessibilizzazione della capacità del
nostro personale è in buone mani. Questo ci
consente un più ampio margine di manovra per
migliorare l’organizzazione e per garantire la
soddisfazione costante del nostro cliente. Fortu-
natamente finora funziona tutto alla perfezione.”
Pe
r ma
gg
iori in
form
az
ion
i: ww
w.b
us
s-p
orts
.de
e w
ww
.imp
eria
l-sh
ipp
ing
.co
m
“Finora siamo riusciti a
mantenere le nostre promesse e questo anche
grazie a Unique”
27
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
“L’avversità libera la forze e i talenti”
quistare il primo posto. Dopo l’incidente non era
più possibile. Avevo quasi trent’anni; vincere
la gara Ironman era il mio sogno, il mio lavoro,
lo scopo della mia vita, e improvvisamente non
mi rimaneva più nulla.
La riabilitazione durò sei mesi e poi mi
ritrovai bloccato in casa. Dovetti intraprendere
un lungo periodo di riabilitazione non solo fisica
ma anche mentale. Poco alla volta mi resi conto
che, nonostante non potessi più utilizzare le
gambe, la testa e le mie braccia funzionavano
ancora. Pensai che potevo vincere la gara Iron-
man per disabili. Ci volle un po’ di tempo, ma
decisi di provarci.
Una volta presa tale decisione, non avevo
più tempo da perdere e iniziai un programma di
allenamento intensivo. Con una buona prepa-
razione, quello stesso anno ero già alla linea di
partenza. È stato un momento molto toccante,
anche solo per il fatto che ero felice di rivedere la
mia famiglia del triathlon. Il risultato della gara
tuttavia fu deludente. Poco tempo dopo un inci-
dente grave il corpo è ancora molto vulnerabile
e durante la giornata riportai numerose infezioni.
I medici mi fecero interrompere la gara.”
“Non era una montagna fuori dal comune. Una
come tante altre dell’isola di Lanzarote, dove mi
stavo allenando con la mia bici da corsa; rocciosa
e non particolarmente alta. Ma durante la disce-
sa ho sbagliato una curva e sono scivolato lungo
un forte pendio. Mi sono ritrovato disteso tra i
massi, potevo muovere solo la testa e le braccia.
Non riuscivo assolutamente ad alzarmi in piedi.
Ho capito subito che la situazione era grave.
Nei tre giorni seguenti sono stato rico-
verato in ospedali di tre paesi diversi: a Lanza-
rote, a Las Palmas e in Belgio, il mio paese. In
tutti gli ospedali i medici dicevano la stessa
cosa: non c’è niente da fare. Sei paralizzato dal
torace alle dita dei piedi e tale rimarrai. Non
sarà facile, ma devi abituarti all’idea.”
Ironman
“Mi è crollato il mondo addosso. Per
chiunque sarebbe difficile rimanere paralizzato
in questo modo, ma per me significava anche
dover rinunciare al mio sogno più grande. Volevo
vincere la competizione Ironman alle Hawaii, il
triathlon più famoso del mondo. L’anno prima
mi ero classificato sesto ed ero stato il migliore
debuttante dell’anno. Ero intenzionato a con-
Marc Herremans, atleta:
29
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Crocodile Trophy
“Naturalmente mi ha infastidito dover rinun-
ciare, ma in fondo ero anche molto contento.
Ero comunque arrivato alla linea di partenza e
avrei sicuramente vinto una prossima gara, di
questo ero convinto. E infatti ci sono riuscito.
Nel 2003 e nel 2004 sono arrivato terzo, nel
2005 secondo e nel 2006 sono stato vincitore.
Ho provato un’indescrivibile sensazione di gioia,
poiché avevo raggiunto il mio obiettivo. Nel
2007 sono andato in Australia per partecipare
al Crocodile Trophy, una gara di mountain bike a
tappe della durata di dieci giorni, la più impeg-
nativa del mondo. Anche quello è stato un suc-
cesso, ero l’unico atleta con una handbike che è
riuscito a terminare la corsa.
Poi ho smesso di praticare sport ad alto
livello e ho intrapreso una nuova carriera in
qualità di coach motivazionale, allenatore e
organizzatore della gara Ironman belga che si
svolge ad Anversa. Inoltre sto avviando il mio
centro di coaching, con fisioterapisti, dietisti e
tutto ciò che occorre per assistere gli atleti di
alto livello. L’avvio di un’attività in proprio è una
nuova sfida, per la quale devo impegnarmi al
massimo proprio come per vincere il triathlon.”
Reagire
“L’incidente mi ha insegnato molto. La lezio-
ne più importante: l’avversità ti dà la possibi-
lità di reagire, finché sei vivo puoi combattere.
Dopo una caduta puoi sempre rialzarti, anche
se nel mio caso è solo in senso figurato. Anzi,
l’avversità libera la forza e i talenti. Le persone
a cui va sempre tutto per il verso giusto non
hanno l’opportunità di sviluppare i loro talenti in
modo ottimale. Se prima della mia caduta a Lan-
zarote mi avessero chiesto se avrei continuato
a fare attività sportiva qualora fossi rimasto
paralizzato, avrei risposto di no, che sicuramen-
te avrei smesso. Ma solo quando ti ritrovi dav-
vero in una situazione simile puoi esprimere un
pensiero sensato. E poi ti rendi conto che vuoi
comunque andare avanti.
Un’altra qualità che ho sviluppato ulterior-
mente è la capacità di relativizzare. Le prime
settimane dopo l’incidente sono state molto
difficili, ma poco alla volta le cose sono cambia-
te. È proprio vero, il tempo guarisce ogni ferita.
All’inizio pensavo di avere avuto una sfortuna
tremenda a causa di questo incidente che mi
ha lasciato paralizzato dal torace fino agli arti
inferiori. Adesso invece penso di essere stato
fortunato per non essere rimasto paralizzato
dal collo, altrimenti non avrei mai potuto otte-
nere i risultati che ho ottenuto.”
“Le prime settimane dopo l’incidente sono state molto difficili, ma poco alla volta le cose sono cambiate.”
Marc Herremans (Merk-
sem, Belgio, 1973) è atleta di
alto livello e coach. Dopo le
scuole superiori ha lavorato,
tra l’altro, come falegname.
La passione per il triathlon
(una disciplina multisport
che comprende 3,8 km di
nuoto, 180 km di corsa in
bicicletta e una maratona)
è nata solo in un secondo
tempo. Dopo avere parte-
cipato a diversi campionati
in Belgio e avere ottenuto
ottimi risultati ai campionati
del mondo di triathlon, nel
2001 si è classificato sesto
alla famosa gara Ironman
alle Hawaii. In seguito ad un
grave incidente sopravvenu-
to nel gennaio 2002, Marc
Herremans si è allenato per
la gara Ironman per disabili,
che ha infine vinto nel 2006.
Si tratta di una prestazione
oltremodo straordinaria
perché questa gara, a diffe-
renza delle Paraolimpiadi ad
esempio, prevede un’unica
categoria di partecipanti;
pertanto Marc Herremans
doveva gareggiare accanto
ad atleti in grado di usare i
muscoli addominali e dor-
sali. Da quando ha abban-
donato l’attività sportiva di
alto livello, Marc Herremans
lavora come coach, relatore
e allenatore di altri atleti di
grande talento.
31
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Anneth van G
runsven
“L’elemento essenziale in un ambiente come il mio è l’informazione. Più sai, più
sei in grado di reagire con prontezza.”
annetH van grUnSven
(oSS, olanDa, 1962)
Ha lavorato per Un
anno e mezzo preSSo
Un’impreSa eDile, ma le
mancava la Dinamicità
Di Un amBiente internazi-
onale. preSSo Una
mUltinazionale far-
maceUtica Ha trovato
qUello cHe cercava.
partecipato a un colloquio di lavoro presso
Synthon, una multinazionale del settore
farmaceutico con circa 1200 dipendenti e
sedi in dieci paesi diversi.
Ci siamo accordati velocemente e
ora sono pienamente soddisfatta della
mia nuova funzione all’interno della divi-
sione Marketing e Vendite. Rivesto il ruo-
lo di Assistente al Responsabile Sviluppo
Aziendale e ho colleghi inglesi, tedeschi,
americani e russi, tutti con il proprio
diverso retroterra e bagaglio culturale.
Questo crea una dinamicità nell’ambien-
te di lavoro che mi fa sentire a mio agio,
perché sono nel posto giusto per me.
La mia mansione principale consiste
nel supportare il mio dirigente. Fare in
modo che possa svolgere il suo lavoro
al cento per cento, senza impedimenti.
Questo significa pianificare e preparare
le riunioni, redigere resoconti dei punti
più importanti, mantenere aggiornati i
dati di vendita. Inoltre sono responsa-
bile della gestione del progetto CPhI, un
evento europeo annuale per il settore
farmaceutico.
L’elemento essenziale in un ambiente
come il mio è l’informazione. Più sai, più
sei in grado di reagire con prontezza e
prendere le decisioni giuste. Pertanto
è importante mantenere buoni rapporti
con i colleghi delle altre divisioni, ma
non si può mai dare per scontato che le
informazioni siano accurate, anche se
provengono da fonti altolocate all’interno
dell’organizzazione. Controllare, ricon-
trollare e controllare di nuovo è quindi
una regola d’oro.”
“Lavoro da trent’anni, ma non avevo mai
pubblicato il mio CV in Internet fino allo
scorso anno. Ero segretaria di direzione
presso un’impresa edile e in linea di mas-
sima ero soddisfatta; tuttavia mi mancava
la dimensione internazionale. Iniziavo un
po’ a spegnermi. Mio fratello mi ha consi-
gliato di provare a utilizzare un portale di
annunci di lavoro e, dopo molte esitazioni,
l’ho fatto. Sono stata contattata quasi su-
bito da Unique e, qualche giorno dopo, ho
33
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Mario M
arciano
“Vendere è una lotta. Una lotta fatta di parole e argomenti.”
“Sono un venditore per vocazione. Vende-
re è il mio piacere e la mia vita. Consi-
dero il mio lavoro come una lotta, ma
naturalmente una lotta verbale, suppor-
tata da validi argomenti. Questa attività
mi è sempre stata congeniale, fin da ra-
gazzo, figlio di un padre italiano emigrato
in Germania. I miei amici tifavano per il
Bayern Monaco, io invece per la Juventus.
Loro sognavano di guidare una Porsche
da grandi, io una Ferrari. Dovevo sempre
convincerli della validità delle mie opinioni
e, lo dico senza vanto, spesso ci riuscivo.
Dopo gli studi ho lavorato per diverse
società in Germania, anche nel settore
automobilistico. Ma nel 2009, quando il
mio lavoro non mi dava più soddisfazio-
ne a causa delle condizioni economiche,
ho deciso che era giunto il momento di
realizzare il mio sogno e di trasferirmi in
Italia, il paese di mio padre. Conoscevo
alcune persone a Torino e questo mi ha
dato la spinta decisiva.
All’inizio non è stato facile; lavoravo
per un’agenzia immobiliare che non mi
pagava lo stipendio. Poi sono venuto in
contatto con Unique e tutto è improvvi-
samente cambiato. Un venerdì mattina
ho pubblicato il mio CV su un sito di
offerte di lavoro e, tramite Unique, nel
pomeriggio dello stesso giorno sono
stato invitato a colloqui di lavoro presso
due società. Ho scelto un produttore di
candele che cercava un venditore per il
mercato tedesco, che comprende anche
la Svizzera e l’Austria. Sono stato reclu-
tato immediatamente.
Ora viaggio spesso per vendere
candele. Non è certo il tipo di prodotto al
quale avrei pensato da solo, ma è sicu-
ramente molto interessante, soprattutto
perché si tratta di quantitativi enormi:
non sto parlando di centinaia, né di
migliaia di candele, bensì di interi camion.
Inoltre ho determinate responsabilità e
mi viene data fiducia. Questo mi fa ap-
prezzare particolarmente il mio lavoro.
Ora ho un impiego permanente, ma
sono sempre grato a Unique. Hanno
trovato per me esattamente le carte di
cui avevo bisogno, come in una partita
di Memory. Una prestazione eccezionale,
che mi ha aiutato moltissimo.”
mario marciano
(Hannover, germania,
1978) alcUni anni fa
Ha DeciSo Di traSferirSi
nel paeSe Di origine Di
SUo paDre, l’italia. lì Ha
trovato Un lavoro
Ben DiverSo Da qUello
cHe Si aSpettava.
35
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
I biglietti da visita di transavia.com
La compagnia transavia.com richiede requisiti
elevati al personale di bordo. Buona formazione,
cortesia, conoscenza di più lingue, orientamento
al servizio, entusiasmo e, soprattutto, calma
nelle situazioni di emergenza riguardanti la
sicurezza. Si tratta di requisiti ben ponderati,
sottolinea Marjolein Schenkel, responsabile del
reclutamento. “Il nostro prodotto è costituito
in gran parte dal personale di bordo, che rappre-
senta il nostro biglietto da visita. La sensazione
di comfort e sicurezza è determinante affinché
il passeggero scelga di viaggiare di nuovo con la
nostra compagnia.”
Non sorprende dunque che venga dedicata par-
ticolare attenzione al reclutamento e alla sele-
zione degli assistenti di volo, incarico affidato
interamente a Unique. A tale scopo vengono
utilizzati tutti i mezzi moderni disponibili, così
da garantire abbinamenti validi. Ad esempio è
disponibile una pagina speciale di Facebook per
gli interessati e la prima fase della valutazione
ha luogo attraverso un questionario online.
Ma solo dopo questa fase ha inizio seria-
mente la selezione. I candidati che hanno supe-
rato la prima selezione vengono invitati a un
incontro speciale durante il quale nulla è lascia-
to al caso. Per ogni candidato viene definito un
profilo della personalità, basato su una tecnica
sviluppata ad hoc. In tal modo la compagnia
aerea ottiene una visione più accurata della
motivazione dei candidati e della loro affinità
con i valori e le norme dell’azienda. Vengono
organizzati inoltre giochi di ruolo, che Marjolein
Schenkel e i suoi colleghi possono osservare
attraverso la webcam. “Questa tecnologia è
un’innovazione straordinaria che fornisce un alto
livello di efficienza. È possibile osservare i com-
portamenti delle persone nelle situazioni simu-
late: chi assume la guida, chi è sensibile all’am-
Reclutamento e selezione di personale di bordo affidati a Unique
Il personale di bordo della compagnia aerea transavia.com
deve soddisfare requisiti elevati. Unique si occupa dell’
intero processo di reclutamento e selezione, anche con l’ausilio di Facebook e della webcam. “La sensazione di comfort e sicurezza è determinante
affinché il passeggero scelga di viaggiare di nuovo
con la nostra compagnia.”
transavia.comM
arjolein Schenkel
37
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
biente circostante e, soprattutto, chi incarna lo
speciale stile che contraddistingue Transavia.”
Il risultato di questi sforzi è un afflusso annuale
di circa duecento o trecento nuovi e promettenti
colleghi che, nel periodo estivo, si aggiungono
al personale di bordo fisso composto da circa
mille persone. “Dopo il primo anno, al personale
che meglio risponde alle nostre esigenze viene
offerto un contratto stagionale. Lavoriamo già da
lungo tempo con Unique, ma circa cinque anni fa
le abbiamo affidato l’intero processo di recluta-
mento, selezione e formazione. Fino ad oggi tutte
le parti sono molto soddisfatte.”
Modello esemplare
Nel settore dell’outsourcing professionale,
transavia.com rappresenta un modello esem-
plare nello scenario attuale dell’aviazione civile.
A causa dell’ascesa delle compagnie low cost,
l’impresa figlia di Air France-KLM è consapevo-
le della necessità di affidare a terzi le attività
non direttamente legate al core business. Con-
formemente alla tendenza attuale, negli ultimi
anni l’impresa si è convertita da compagnia
aerea che offriva soprattutto voli per le vacan-
ze in una compagnia aerea che dispone sia
di voli charter che di voli di linea. Ma sempre
nel rispetto del motto low fare with care. “Ci
distinguiamo attraverso l’offerta di tariffe eco-
nomiche unitamente a un servizio a bordo di
alta qualità”, spiega Schenkel nel giardino inter-
no dell’ufficio presso l’aeroporto olandese di
Schiphol. “Per tale motivo la selezione dei can-
didati giusti richiede molta precisione. Proprio
perché riteniamo che la qualità del personale
di bordo sia estremamente importante, ci affi-
diamo a uno specialista che conosce il mercato
del lavoro e che possiede le competenze e gli
strumenti necessari per reclutare e selezionare
velocemente un folto gruppo di persone.”
Battute
Fra le due parti esiste ormai una collabo-
razione ben oliata che viene continuamente
ampliata e migliorata. “Nel corso degli anni la
collaborazione si è intensificata notevolmente.
A volte facciamo battute sul fatto che presso
Unique vi sono persone che, dopo tutto questo
tempo, conoscono la nostra organizzazione
meglio di noi. Questo è importante, perché in
fin dei conti ricerchiamo insieme persone in
grado di riflettere le nostre qualità: entusiasmo,
impegno e sincerità. Questo è il concetto fon-
damentale. Il nostro assistente di volo ideale è
consapevole della sua responsabilità nell’ambito
della sicurezza, sa che è a disposizione del pas-
seggero e non viceversa e capisce l’importanza,
a livello commerciale, del corretto utilizzo delle
poche ore trascorse insieme ai passeggeri. La
cura di questi tre aspetti è la garanzia miglio-
re di successo, anche in futuro, in un mercato
dell’aviazione civile in continua evoluzione.”
Per tale motivo transavia.com è disposta
a continuare ad investire nel miglioramento
qualitativo del processo di reclutamento e sele-
zione, a condizione che anche Unique lo faccia
dal canto suo. “La nostra sfida consiste nello
stimolarci a vicenda continuamente. Per tale
ragione manteniamo contatti reciproci intensi.
Dopo ogni anno vengono valutate la percentuale
di abbandoni e la percentuale di candidati con i
quali desideriamo continuare a lavorare. Quale
insegnamento possiamo trarre da ciò e in che
modo possiamo migliorare questa percentuale
in futuro? Grazie alla nostra formula siamo in
grado di distinguerci, con il nostro personale
di bordo, in un mercato competitivo. Perché
è proprio a bordo dell’aereo che viene fatta la
differenza.”
Pe
r m
ag
gio
ri i
nfo
rma
zio
ni:
ww
w.t
ran
sa
via
.co
m
“Insieme a Unique ci distinguiamo in un mercato competitivo”
39
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Mi ci sono voluti quindici anni per capire che non avevo talento, ma non ho potuto farci
nulla perché ormai ero diventato famoso.
Robert Benchleycomico americano
41
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
“Sul palco sono perfettamente
felice”
Jaap van Zweden, direttore d’orchestra:
Nel 1977 Jaap van Zweden
(Amsterdam, Olanda, 1961)
vince il Concorso Nazionale
di Violino Oskar Back e in-
traprende successivamente
una travolgente carriera.
Nel 1979 diventa il più
giovane primo violino che
l’orchestra del Concertge-
bouw abbia mai avuto e
negli anni seguenti suona
in molti luoghi famosi in
patria e all’estero. Nel
1995 abbandona il violino
per diventare direttore
d’orchestra, dirigendo
dapprima la Orkest van
het Oosten a Enschede e
quindi la Residentie Orkest
e l’Orchestra filarmonica
della Radio. Dal 2008
Jaap van Zweden è diret-
tore musicale della Dallas
Symphony Orchestra e
svolge inoltre attività in
qualità di direttore ospite
in città quali Chicago, New
York, Londra, Rotterdam
e Buenos Aires. Jaap van
Zweden è sposato e ha
quattro figli, uno dei quali
è affetto da autismo.
Jaap van Zweden e sua
moglie Aaltje van Buuren
hanno creato la Fondazio-
ne Papageno allo scopo
di aiutare i genitori di
bambini autistici. Per mag-
giori informazioni:
www.stichtingpapageno.nl
43
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
“Ricordo ancora nitidamente il giorno in cui mio
padre mise un disco con una sinfonia di Beetho-
ven. Non posso descrivere l’intensità di ciò che
provai in quel momento. Ma quello che pensai è
più facile da esprimere a parole: questo è il mio
destino. Forse può sembrare esagerato per un
bambino di sette anni, ma andò proprio così.
Un violinista dell’orchestra del Concertge-
bouw di Amsterdam fu il mio primo maestro e
mio padre noleggiò un violino per me. Anche
lui aveva una predisposizione per la musica:
insegnava pianoforte e suonava in un’orchestra
zigana, quindi naturalmente mi capiva. Non
navigavamo nell’oro e il violino era costoso, per-
ciò dovetti promettere che non avrei cambiato
hobby ogni anno. Mio padre tuttavia non aveva
motivo di preoccuparsi: questo era quello che
sapevo e volevo fare.”
Vivaldi
“Fu subito evidente che avevo talento e,
dopo circa sei mesi, suonai il mio primo concer-
to per violino di Vivaldi. Poco più di dieci anni
dopo diventai il più giovane primo violino che
l’orchestra del Concertgebouw avesse mai avuto.
Per quasi vent’anni, con grande fervore, in
quell’orchestra ho suonato il violino, uno stru-
mento meraviglioso che non solo ti consente di
esprimere tutta la tua musicalità ma che può
darti tanto anche dal punto di vista sociale. Il
violino si suona sempre insieme ad altri musi-
cisti, contrariamente al pianoforte ad esempio.
Inoltre lo strumento ti accompagna ovunque,
cosa impossibile con un piano. Un pianista non
può sapere su quale strumento dovrà suonare.
Tutti furono sorpresi dalla mia decisione di
smettere di suonare all’età di 36 anni. Ma per
me era un capitolo chiuso. Oggi, dopo che sono
passati tanti anni, oso finalmente dirlo: il violino
è fantastico, ma per me alla fine avrebbe anche
potuto trattarsi di un altro strumento. Ciò che
mi importava realmente era la musica. In segui-
to a tale decisione ho abbandonato definitiva-
mente l’archetto perché, nel mio ruolo di primo
violino, avevo imparato qualcos’altro, e cioè che
non solo ho una predisposizione musicale ma
che sono anche perfettamente in grado di diri-
gere un gruppo di musicisti. È una sensazione
potente, il che è ben diverso da una sensazione
di potere, ed era la direzione che desideravo
prendere. Volevo dirigere non solo i violinisti ma
un’intera orchestra.”
45
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Un nuovo inizio
“Ho ricominciato tutto da capo e non è stato
facile. In quella fase della mia vita ho capito
chiaramente che l’oppositore più temibile nel
realizzare le nostre ambizioni è rappresentato
da noi stessi. Ero troppo impaziente e volevo
raggiungere l’obiettivo più in fretta di quanto non
fosse possibile. Era molto frustrante. Ma ormai
ho ritrovato il mio posto nel mondo della musica.
Sono spesso lontano da casa e questo a
volte è pesante. Sette mesi fa abbiamo compra-
to una nuova casa ad Amsterdam e io finora ci
sono stato a malapena tre settimane. D’altro
canto quando mi trovo sul palco, di fronte all’or-
chestra, sono perfettamente felice. Se sai cosa
vuoi ottenere con una determinata esecuzione e
riesci a raggiungere l’obiettivo, se ti sei imme-
desimato completamente con il compositore e
se è scattata un’affinità con i musicisti, è una
sensazione celestiale che nulla può contrastare.
Tutto ciò è strettamente correlato al talen-
to, indubbiamente, ma soprattutto al modo in
cui il talento viene usato. Con il solo talento non
si arriva lontano. Per ottenere dei risultati è
necessaria molta disciplina. La disciplina rende
liberi. Senza disciplina le tue azioni sono det-
tate dall’impulso consumistico, dalle opinioni
e dal bisogno di comodità, ma questo non dà
alcun appagamento. Lo sviluppo completo dei
tuoi talenti dà invece grande soddisfazione. Di
questo sei responsabile tu stesso, mentre le
circostanze influiscono in modo limitato. A volte
la vita può essere molto difficile, anche la mia lo
è, pure in ambito personale; ma quando afferro
quella bacchetta ho il dovere verso me stesso
di dare il meglio, di essere preparato alla perfe-
zione e di essere concentrato al massimo. È ciò
che pretendo da me stesso ed è ciò che preten-
do dalle persone con le quali lavoro.”
Ajax
“Vorrei andare avanti ancora per anni in que-
sto modo, anche se a volte medito segretamente
di invertire di nuovo la rotta. Potrebbe sembrare
strano, ma mi piacerebbe fare l’allenatore di
una squadra di calcio. Sono un appassionato di
calcio, un grande tifoso dell’Ajax naturalmente,
e allenare una squadra e dirigere un’orchestra
hanno molti aspetti in comune. Devi avere com-
prensione per le persone che guidi e allo stesso
tempo essere capace di ottenere da loro ciò che
chiedi, anche se non condividono il tuo pensiero.
In qualità di leader hai la responsabilità e, se sei
al comando, devi anche saperti assumere tale
responsabilità.
Insomma, probabilmente quella del calcio
è solo una fantasticheria e continuerò a fare
il direttore d’orchestra ancora per molti anni.
Comunque sia, una cosa non cambierà mai: ogni
giorno sono pronto a imparare tutto di nuovo,
ogni giorno mi alzo con la predisposizione di
un alunno. Quella sensazione di eagerness l’ho
provata fin da quando ho tenuto in mano per la
prima volta un violino. E proverò ancora la stes-
sa sensazione il giorno in cui siederò davanti al
caminetto con i miei nipotini e racconterò loro
la storia della mia vita.”
47
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
La crescita controllata di Sorgente
Il controllo della crescita è l’obiettivo che Sorgen-
te si è prefissata per i prossimi anni. “La crescita
ha subito una forte accelerazione, soprattutto
negli ultimi anni”, spiegano Marian Noorthoek
e Helen Gerrits che appartengono all’azienda
specializzata in alimenti destinati a fini medici.
“Un contratto di fornitura di lavoro temporaneo
con Unique rappresenta un ausilio importante per
monitorare attentamente la crescita.”
Sorgente collabora in modo sempre più
ampio con le compagnie di assicurazioni sanita-
rie per la fornitura di alimenti liquidi e alimenti
somministrabili mediante sonda ai pazienti
che ne hanno bisogno. “Il medico o l’ospedale
fa la prescrizione, mentre noi ci occupiamo
dell’esecuzione e del coordinamento. Sorgente
garantisce che il paziente riceva puntualmente
gli alimenti giusti, rifornisce le scorte quando
è necessario, controlla che i prodotti vengano
L’azienda olandese Sorgente fornisce ogni tipo di alimento
destinato a fini medici, a chiunque ne abbia
bisogno, in tutto il paese. Unique si occupa del reclu-tamento e della selezione del personale per il team
di supporto che rende possibile tale attività.
“Abbiamo costruito la nostra organizzazione intorno
alle necessità dei pazienti.”
utilizzati correttamente, invia un infermiere
qualora siano richieste operazioni mediche e
svolge servizi di intermediazione nel caso in cui
siano necessari altri professionisti sanitari.”
Si tratta di un processo logistico e organiz-
zativo complesso che richiede un valido suppor-
to. “Ad esempio il mantenimento dei contatti
con i clienti è una condizione essenziale per lo
Unique fornisce supporto ad azienda specializzata
in alimenti destinati a fini medici
Sor
gent
eM
aria
n N
oort
hoek
e H
elen
Ger
rits
49
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
svolgimento del nostro lavoro, così come lo sono
un’accurata rendicontazione finanziaria e una
corretta amministrazione. Per colmare i posti
vacanti di queste divisioni ci affidiamo a Uni-
que. Unique cerca per nostro conto i candidati
giusti, che devono avere affinità con l’ambiente
sanitario. Presso la nostra azienda i lavoratori
temporanei hanno possibilità di fare carriera e
ambire ad un impiego fisso. Questo ci consente
di crescere ulteriormente senza avere il timore
che il nostro supporto professionale non riman-
ga al passo con lo sviluppo del mercato.”
Lacuna del mercato sanitario
Quindici anni fa Marian Noorthoek contri-
buiva alla nascita dell’attuale Sorgente. Insieme
a due colleghe dietiste constatò che il mercato
degli alimenti a fini medici in Olanda necessita-
va di un’organizzazione molto più efficiente. “In
quel tempo l’uso di alimenti liquidi o di alimenti
somministrabili mediante sonda comportava
il coinvolgimento di numerose parti diverse.
Abbiamo capito che era possibile creare un’a-
zienda che gestisse e coordinasse tutte le fasi
del processo e abbiamo quindi sfruttato questa
lacuna del mercato sanitario.”
Oggi Sorgente è lo specialista più cono-
sciuto del settore degli alimenti destinati a fini
medici in Olanda; nella nuova sede centrale
di Houten lavorano circa ottanta persone. Il
magazzino contiene scorte, sufficienti per mesi,
di ogni tipo immaginabile di alimento destinato
a fini medici: dai prodotti speciali per i lattanti
affetti da allergie fino ai preparati ipoproteici.
Dalla sede centrale viene coordinato il lavoro
di sei infermieri dislocati in tutto il paese; sono
presenti inoltre un gruppo dedicato al marketing
e alle vendite e due divisioni che mantengono i
contatti con i clienti. A sostegno di tutte que-
ste attività è stato creato un team di supporto
professionale. “La nostra forza deriva dal fatto
che abbiamo sempre avuto un orientamento al
fabbisogno alimentare. Abbiamo costruito la
nostra organizzazione intorno alle necessità dei
pazienti, quindi non primariamente in funzione
dei requisiti tecnologici necessari per realizzare
una simile catena logistica. Questo ci contraddi-
stingue dalla concorrenza e fa sì che un sempre
maggior numero di compagnie di assicurazioni
sanitarie desideri collaborare con noi.”
Limiti della crescita
Nei primi anni l’impresa in rapida espansio-
ne raggiunse più volte i limiti delle proprie pos-
sibilità. “Un aspetto difficile della crescita è che
bisogna imparare che non è possibile fare tutto.
Ci abbiamo messo un po’ di tempo a capirlo.”
Inizialmente l’azienda si è rivolta a un’orga-
nizzazione locale di lavoro interinale per ottenere
il supporto necessario. “Ma il semplice recluta-
mento di lavoratori temporanei non era sufficien-
te”, ricorda Helen Gerrits. “La superficialità di
un tale rapporto non è adatta al nostro modo di
lavorare. Vogliamo essere circondati da persone
che si sentono coinvolte, con le quali è possibile
costruire qualcosa e che sono disposte ad assu-
mersi un impegno serio. Per tale motivo abbiamo
optato per un approccio di distaccamento con
Unique. Unique si occupa dell’intero percorso
iniziale, dal reclutamento alla selezione, fino
allo screening. Noi invece forniamo la formazio-
ne e l’assistenza internamente. L’obiettivo è che
ogni candidato ottenga un posto di lavoro fisso.”
Helen Gerrits calcola che, da quando è stato
sottoscritto il contratto con Unique, siano arri-
vati circa trenta o quaranta potenziali colleghi.
Più della metà di questi oggi riceve una busta
paga da Sorgente.
“Per noi questa collaborazione comporta un
duplice vantaggio”, afferma Marian Noorthoek.
“Come già detto ci ha permesso di gestire le
varie fasi della crescita in modo ottimale. Allo
stesso tempo possiamo concentrarci su ciò
che sappiamo fare meglio, cioè garantire che ai
nostri clienti non manchi mai nulla.”
Pe
r ma
gg
iori in
form
az
ion
i: ww
w.s
org
en
te.n
l
“Vogliamo essere circondati da persone
con le quali è possibile costruire qualcosa”
51
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
A tale proposito, il mio team è un prolungamen-
to di me stesso. Io ci sono sempre per loro e loro
per me. Questa è la mia ricchezza. Allo stesso
tempo è una vera sfida coinvolgere le persone
al punto che siano in grado di conferire sempre
a ogni piatto quella speciale sensazione delle
creazioni firmate Sergio. A cosa mi riferisco? Al
fatto di essere un bastian contrario nel campo
della gastronomia. Qualcuno una volta mi ha
definito un funambolo culinario e credo che
avesse ragione. Scelgo la massima qualità e non
seguirò mai la corrente. Non appena qualcosa
diventa un trend, viene sopravvalutato. Se tutti
si dedicano alla cucina molecolare, io voglio
essere più avanti. Naturalmente nella prepara-
zione di determinati piatti ha senso applicare la
tecnica, ma senza eccessi. In tal caso preferisco
ricercare un nuovo equilibrio tra le tecniche vec-
chie e quelle nuove.
Traggo ispirazione dalle piccole cose. Mi
entusiasmo di fronte a deliziosi prodotti freschi,
coltivati, raccolti o pescati con amore e quindi
presentati con orgoglio. Quando vedo un prodot-
to, lo annuso, lo tengo in mano, nella mia mente
prende forma una creazione culinaria. In quel
momento, in cui tutto si combina perfettamente,
provo la massima felicità.”
Incontri
“Le mie idee migliori nascono attraverso
incontri straordinari, con persone eccezionali,
in luoghi speciali. Il mio successo è dovuto in
parte al fatto che ho l’opportunità di conosce-
“Sono un uomo dalle molteplici passioni. Voglio
essere affascinato, tutti i miei sensi devono es-
sere stimolati. Da questo traggo la mia energia
e la mia ispirazione. Il mio mondo di riferimento
è quello dell’arte, del design, della moda, del
rock and roll, senza dimenticare l’importanza
dell’ambiente in cui mi sono formato. Dentro di
me è presente un pezzo di Zelanda fiamminga.
Appartengo un po’ all’Olanda, un po’ al Belgio,
ma soprattutto al mare.
Tutti questi ingredienti si ritrovano nelle
mie creazioni. Naturalmente sono entusiasta dei
meravigliosi prodotti con i quali ho il privilegio
di lavorare. Ma è ciò che li circonda che fa sì che
nel piatto si formi un’unità armoniosa e che le
persone che assaggiano i miei cibi capiscano
cosa voglio esprimere. E che assaporino la me-
morabile esperienza del palato che ovviamente
si aspettano a questo livello.”
Mio padre
“La persona più importante della mia vita è
mio padre Ronnie Herman, insieme a Ellemieke
e ai bambini naturalmente. Era sempre critico,
a volte mi portava all’esasperazione quando
ero alle prime armi come assistente di cucina.
Ora ne capisco il motivo e gliene sarò eterna-
mente grato. Infatti per raggiungere l’apice in
questo settore non bisogna mai accontentarsi,
ma sforzarsi di ottenere sempre di più. Questo
richiede una disciplina enorme, da parte di se
stessi e dei propri collaboratori; inoltre richiede
perfezionismo.
“Provo la massima felicità nel momento in cui tutto si
combina perfettamente”
Sergio Herman, chef:
53
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
53
“Il mio team è un prolungamento di me
stesso. Io ci sono sempre per loro e loro per me”
re persone che osano fare di testa propria e
che pertanto eccellono nel loro campo. Alcuni
di questi individui sono diventati miei amici. Il
gruppo ha una composizione variegata. Uno dei
membri è il tatuatore Henk Schiffmacher. Devo
molto alla nostra amicizia, come ad esempio un
avambraccio tatuato e l’ispirazione per un des-
sert, denominato “tatoetje” (piccolo tatuaggio).
Ho conosciuto Piet Boon con il quale sto proget-
tando un ristorante. Ma ho incontrato anche altri
designer e artisti nonché naturalmente diversi
colleghi chef. Insieme a Peter Goossens, chef a
tre stelle del ristorante belga Hof van Cleve, ho
partecipato a un programma televisivo intitolato
Il miglior cuoco amatoriale delle Fiandre. Una
vera festa!
L’amore per l’arte è geneticamente radicato
nella mia famiglia. Mio nonno Herrel era un arti-
sta e aveva inoltre un caffè-bistrot, l’attuale Oud
Sluis. Per me è importante portare questa tradi-
zione a un livello superiore. Per le mie creazioni
utilizzo il linguaggio figurativo dell’arte. A volte
osservo un’opera d’arte e poi cerco di tradurre l’e-
mozione nel mio linguaggio figurativo: la presen-
tazione di uno dei miei piatti. Ad esempio a casa
mia ho un’opera di Job Smeets e Nynke Tijnagel,
The Rosary, dalla quale ho tratto ispirazione per
un piatto a base di conchiglie e topinambur che
mi ha reso famoso. Ma sono andato oltre. Job e
Nynke hanno disegnato i piatti da portata appo-
sitamente per noi, così da poter offrire al cliente
un’esperienza culinaria unica in piatti unici.”
Straordinari
“Lavoriamo sodo, facciamo gli straordinari.
Per rimanere a questo livello è necessario lavorare
55
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
dalle 16 alle 18 ore al giorno. E durante le poche
ore di sonno la mente è sempre attiva. La pas-
sione è indispensabile per resistere in questo
lavoro: il talento da solo non basta; occorre ave-
re una tenacia eccezionale e sapere incassare i
colpi, nonché avere la possibilità di appoggiarsi
a un partner comprensivo e paziente. È come
praticare uno sport ad alto livello. Ogni giorno
bisogna dare il massimo, due volte. Ricordo
sempre ai miei collaboratori che valiamo quanto
l’ultimo piatto uscito dalla cucina. I nostri clien-
ti hanno il diritto di essere esigenti. Prendono
l’aereo da ogni parte del mondo per venire a
mangiare da noi e a volte prenotano con sei
mesi di anticipo, quindi non possiamo permet-
terci di fare errori. Questo vale per tutto il team,
non solo per me. Dal personale dell’accoglienza,
agli assistenti di cucina, fino alla direzione.
Cosa c’è di vero nelle voci secondo le quali
intendo smettere? Al momento nulla. Natural-
mente prima o poi uscirò dalla cucina. Ho 42
anni e questo non è un lavoro che si può fare per
tutta la vita. Ma dovrà passare ancora parecchio
tempo. Prima voglio fare ancora nuove cose
straordinarie. Stiamo progettando un ristorante
ad Anversa. Si tratterà di un locale più grande,
con una cucina di buon livello ma dai prezzi
accessibili. Vi è il progetto di aprire un locale
vicino al mare, a Cadzand, sulla costa della Ze-
landa. Si tratta di una costruzione interamente
in vetro, dove vengono serviti solo piatti a base
di prodotti biologici. Inoltre intendo pubblicare
altri libri di cucina. Quindi sarò piuttosto occu-
pato ancora per diversi anni.”
Sergio Herman (Oostburg,
Olanda, 1970) è uno dei
più noti chef europei. Ha
trasformato il caffè-bistrot
Oud Sluis, fondato da suo
nonno, in un ristorante a tre
stelle. Nel 2010 Sergio e il
suo team hanno ottenuto,
per la prima volta nella
storia culinaria olandese, il
punteggio massimo (20/20)
dalla guida gastronomica
Gault Millau. Sergio Herman
ha scritto diversi libri di
cucina; la pubblicazione più
recente è il libro oggetto
artistico Sergiology (www.
sergiology.com). Nella loca-
lità costiera di Cadzand è
stato inaugurato Pure C, una
brasserie in stile Sergio. Per
la fine del 2013 è prevista
l’apertura di un ristorante
progettato da Piet Boon ad
Anversa. Sergio Herman è
sposato con la presentatrice
televisiva Ellemieke Vermo-
len, con la quale ha due figli.
Sergio ha altri due figli da
un precedente matrimonio.
57
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
57
Eri
k de
Coc
k
quest’anno sono stato nominato Vice
Presidente SSC di USG People, ruolo in
cui ho la responsabilità dei shared ser-
vice centers, che forniscono servizi per
i marchi nei dieci paesi in cui operiamo.
Si tratta ancora una volta di un lavoro
straordinario, soprattutto per via della
componente internazionale. Ogni nazio-
nalità ha i suoi punti di forza: la capacità
comunicativa degli olandesi, l’orienta-
mento alle soluzioni dei belgi, la puntuali-
tà dei tedeschi, la passione degli spagnoli
e degli italiani… Viaggio molto, il lavoro
mi regala enorme soddisfazione e per il
momento non intendo andarmene da qui.”
“Sei anni fa, quando sono entrato per la
prima in un ufficio di Unique, nella città
di Hasselt in Belgio, non mi sarei mai
immaginato che sei anni più tardi avrei
tenuto una presentazione per il consiglio
di amministrazione della società madre
USG People. A causa del lavoro di mia
moglie ci eravamo trasferiti in un’altra
parte del paese, ed ero alla ricerca di un
nuovo lavoro in ambito finanziario. Al
termine di un interessante colloquio, il
responsabile di quella sede di Unique mi
chiese se fossi interessato a un impiego
presso Call-IT, una società di USG People
che offre servizi di helpdesk a clienti di
grandi dimensioni. La gestione richiede-
va una riorganizzazione radicale ed era
esattamente quello che faceva al caso
mio. Ho accettato di lavorare per Call-IT e
la società ha accettato la mia candidatura.
Questo lavoro richiede la capacità di
convincere le persone e di creare ordine,
che sono i miei punti di forza. Un esperto
finanziario non deve solo occuparsi di
numeri, ma deve anche capire cosa suc-
cede all’interno dell’azienda. Deve capire
in che modo le sue decisioni influiscono
sulle attività lavorative e per me questo
è un aspetto molto interessante. Inoltre
mi piace creare situazioni ordinate e ben
strutturate.
Al termine dell’incarico presso Call-IT,
dopo circa tre anni, ho cercato una nuova
sfida all’interno del gruppo. Ho assunto il
ruolo di direttore finanziario di una grande
società, prima presso Unique Nederland
e successivamente presso la società
affiliata Creyf’s Nederland. All’inizio di
“Un esperto finanziario deve capire in che modo le sue decisioni influiscono sulle attività lavorative”
erik De cock (Wilrijk,
Belgio, 1974) è entrato per
caSo in Un Ufficio
Di UniqUe. oggi riveSte
la fUnzione Di vice
preSiDente Della Società
maDre USg people.
59
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Céline R
ener
“Per me i contatti sociali sono indispensabili,
sia al lavoro che fuori”
Attraverso la sede locale di Unique sono
venuta in contatto con Sun Chemical,
un’impresa di Waver, la località dove vivo,
che fornisce tra l’altro materie prime per
prodotti di bellezza e articoli a base di
inchiostro. Sono stata assunta e, sebbene
il lavoro come addetto alla produzione
sia molto diverso dal lavoro svolto in un
maneggio, sono pienamente soddisfatta.
L’aspetto più positivo per me è il fatto
di lavorare in un team. Vado perfettamen-
te d’accordo con i miei colleghi e questo fa
una grande differenza. Per me i contatti
sociali sono indispensabili, sia al lavoro
che fuori. E in un team di produzione
come il mio i contatti non mancano di
certo. Questo tipo di lavoro mi si addice
molto di più che stare seduta tutto il gior-
no davanti a un computer e fare poco mo-
vimento, come succede a tante persone.
I dipendenti di Unique sono gentilis-
simi. Hanno cercato a lungo e mi hanno
aiutato validamente a trovare un impiego
adatto a me. Ci piaci talmente tanto, mi
dicevano, che vorremmo clonarti. Di que-
sto sono molto orgogliosa naturalmente.
Non riesco ancora a immaginare come
sarà il mio futuro. Ho delle referenze
molto positive da parte di tutte le imprese
e le organizzazioni presso cui ho lavorato,
e sicuramente prima o poi mi saranno utili.
Forse mi piacerebbe fare carriera fino a
diventare responsabile di un intero team
di produzione, ma prima devo acquisire
maggiore esperienza. In ogni caso in
futuro vorrei avere un contratto a tempo
indeterminato. E intendo lavorare sodo
per raggiungere questo obiettivo.”
“Alcuni anni fa ho attraversato un periodo
difficile. Andare a cavallo era la mia
passione e la mia vita e per molto tempo
ho lavorato presso un maneggio con
cavalli di pura razza spagnola. Purtroppo
un giorno ho subito una caduta violen-
ta, a seguito della quale ho riportato
lesioni gravi. Per fortuna sono guarita
completamente, ma il mio medico mi ha
consigliato di cercare un lavoro diverso
e di considerare d’ora in poi l’equitazione
come un hobby.
céline rener (Ukkel,
Belgio, 1986) Dopo Una
caDUta Da cavallo Ha
DovUto camBiare lavoro.
lavorare in Un team
Di proDUzione ora le
piace molto.
61
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Hector Berlioz
compositore francese
La fortuna di avere talento non e suffi-
ciente; bisogna anche avere il talento
di avere fortuna.63
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Spin-off presso Shell
Ormai fa parte della tradizione di Shell: ogni
estate i dipendenti delle sedi olandesi dell’a-
zienda energetica possono iscrivere i figli in età
scolare al programma vacanze-lavoro nell’ambi-
to dell’iniziativa “Shell Kids Project”. Da oltre
trent’anni questo progetto riscuote grande suc-
cesso. Oltre duecento giovani dai quindici anni
in su hanno la possibilità di guadagnare qual-
cosa, durante le vacanze scolastiche, con facili
mansioni amministrative e possono osservare
da vicino il lavoro dei loro genitori. Per Shell si
tratta di un modo simpatico per farsi conoscere
e per venire in contatto con i talenti delle gene-
razioni future.
Tuttavia, con il trascorrere del tempo, il
successo del progetto è diventato un problema
per l’organizzazione. “Così come numerose altre
imprese, Shell si concentra su efficienza, attività
mirata e risparmio sui costi”, spiega l’analista
HR Kirsten van der Kloet nella sala di accoglien-
za della sede centrale internazionale dell’Aia.
“Ciò ha comportato tra l’altro la riorganizzazione
della funzione HR. Il risultato più importante di
tale riorganizzazione è il fatto che ci concentria-
mo sulle attività fondamentali. Gli aspetti non
direttamente correlati a tali attività vengono
normalmente affidati a terze parti. Ma nel caso
del programma per bambini si trattava di una
decisione delicata. Questo programma vive
all’interno di Shell e pertanto volevamo affidarne
l’organizzazione solo a un partner che conosce
la cultura di Shell e sa cosa va bene per noi.”
“Unique è il nostro partner contrattuale
fisso e presso le nostre sedi principali ha una
propria rappresentanza. Anche per tale motivo
alla fine abbiamo deciso di chiedere a Unique di
occuparsi dell’organizzazione, della conduzione
She
llK
irst
en v
an d
er K
loet
Il valore aggiunto dei servizi forniti internamente
Come numerose altre aziende, anche Shell ha eliminato
le attività non direttamente legate al core business. Ne
consegue un crescente bisogno di impiegati temporanei per le mansioni di amministra- zione e segreteria, nonché del coordinamento di un
programma di stage e persino di un progetto dedicato ai figli dei dipendenti fissi.
“Il reclutamento di lavoratori flessibili è un elemento consolidato della nostra
strategia di HR.”
65
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
e della comunicazione dell’iniziativa Shell Kids
Project. Fino ad ora funziona molto bene. Il
numero di iscrizioni rimane ugualmente elevato
e i partecipanti e i loro superiori temporanei
sono soddisfatti.”
Raffinerie
L’outsourcing del programma per bambini è
un valido esempio del valore aggiunto rappresen-
tato per entrambe le parti dalla collaborazione
tra Shell e Unique che dura ormai da sette anni.
Ogni anno i partner contrattuali di Shell
(dalla joint venture NAM fino alle raffinerie e
agli stabilimenti chimici nei dintorni di Rot-
terdam) dispongono di circa trecento impieghi
temporanei per i quali Unique deve trovare i
candidati adatti.
Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta
di funzioni amministrative e di attività di sup-
porto alla segreteria che, secondo Kirsten van
der Kloet, si adattano perfettamente a Unique,
specialista nelle mansioni di ufficio. “Nelle
nostre sei maggiori sedi in Olanda, Unique è
presente con una rappresentanza interna. Le
persone addette a tale funzione conoscono il
mercato del lavoro interno, spesso hanno un
rapporto diretto con i responsabili del recluta-
mento e sanno esattamente qual è la situazione
delle divisioni interessate. Questo è importante
per Shell, perché gli incaricati fanno in modo
che i reparti che necessitano di personale di
supporto non ne siano mai sprovvisti. Inoltre
vogliamo avere la certezza che i nuovi collabo-
ratori comprendano i valori di Shell e che pos-
sano essere immediatamente operativi. Ormai
Unique ci conosce così bene da potersi occupare
autonomamente della formazione e del sostegno
dei lavoratori temporanei, nonché fornire le det-
tagliate istruzioni in materia di salute, sicurez-
za e rispetto dell’ambiente che rappresentano
un obbligo per tutti i nostri dipendenti.”
Grazie al rapporto di fiducia costruito nel
corso degli anni, la relazione lavorativa continua
a consolidarsi. In collaborazione con Unique
all’Aia, Van der Kloet ha organizzato alcuni
“incontri di conoscenza” allo scopo di sviluppare
ulteriormente le competenze dei dipendenti fissi
e dei contraenti. “Da tempo ormai il recluta-
mento di lavoratori flessibili non è più un fatto
eccezionale. È un elemento consolidato della
nostra strategia di HR ed è importante che
tutte le parti interessate lo capiscano. Per tale
motivo abbiamo organizzato alcune sessioni
alle quali hanno partecipato sia i contraenti che
i dipendenti fissi che operano all’interno della
stessa divisione. È stato evidenziato il fatto che
i lavoratori con un contratto a tempo determi-
nato sono particolarmente apprezzati da Shell.
Intendiamo investire in queste persone e aprire
la strada verso un posto di lavoro fisso per coloro
che riteniamo meritevoli. Questo facilita peraltro
il lavoro di reclutamento svolto da Unique. Tale
prospettiva attira infatti nuovi candidati.”
Guida scrupolosa
Unique gestisce inoltre come attività sup-
plementare una parte del programma di stage
per Shell in Olanda. “Praticamente lo facciamo
per gli stessi motivi per i quali abbiamo affidato
a Unique il nostro programma per bambini. La
selezione e la buona conduzione di quelli che
chiamiamo non-assessed stages richiede un
impegno eccessivo da parte nostra. Cionono-
stante desideriamo mantenere il contatto con i
giovani che potrebbero forse lavorare per noi in
futuro. Ogni anno vantiamo circa 180 richieste
per i posti disponibili per gli stage. L’impressio-
ne che diamo a questi giovani dipende anche
dalla cordialità con cui li accogliamo e dalla
scrupolosità con cui li guidiamo.”
In definitiva Kirsten van der Kloet consi-
dera Unique come più di un semplice fornitore
di lavoratori flessibili. “Unique è diventata
un’estensione della nostra funzione HR. Ciò non
significa tuttavia che ignoriamo il presupposto
commerciale. Ogni anno viene valutata la soddi-
sfazione di clienti e dipendenti, che rappresenta
un tema importante anche durante le discussio-
ni riguardanti il contratto. Il nostro investimen-
to nel contratto deve inoltre soddisfare i requi-
siti di rendimento stabiliti da Shell e controllati
dalla nostra divisione responsabile dei contratti
e degli acquisti. In questo modo ci stimoliamo
a vicenda a dare il massimo.”
Pe
r ma
gg
iori in
form
az
ion
i: ww
w.s
he
ll.co
m
“Vogliamo investire nei lavoratori con un contratto
a tempo determinato”
67
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
“Realizzo i sogni dei miei clienti”
Con le proprie mani
“Riesco a coinvolgere le persone soprattutto
grazie al mio entusiasmo. Da questo punto di
vista penso di non essere cambiato negli ultimi
anni: il mio ultimo progetto mi entusiasma
ancora tanto quanto il primo. Per tale motivo
le persone si affidano a me e mi concedono di
entrare nel loro mondo.
Inizialmente desideravo diventare impresa-
rio. Ancora adesso ritengo che non ci sia niente
di più bello che creare qualcosa dalla A alla Z
con le proprie mani. Ma ho scoperto presto che
il modo in cui le cose vengono realizzate spesso
non è logico né funzionale. Pertanto ho deciso
di assumere io stesso la regia e sono diventato
designer. Tuttavia sono sempre interessato all’e-
secuzione. Anzi, proprio perché ragiono ancora
come un impresario perfezionista, sviluppo
progetti pratici e realizzabili. Questo riflette
anche la mia natura: sono un olandese sobrio
con i piedi per terra.
Devo dire che ho sempre avuto fortuna con
le persone che mi circondano. Sono assistito
da un team meraviglioso che mi capisce e mi
completa in modo straordinario, prima fra tutti
mia moglie Karin. Lei mi propone sempre nuove
sfide e mi aiuta a riflettere sulle mie azioni.
Inoltre possiede una capacità incomparabile di
scoprire la bellezza nascosta. Karin è capace
di entrare in una rimessa piena di ciarpame e
trasformarla in pochi minuti in un oggetto così
bello e vivo sul quale possiamo poi continuare a
ricamare. Con la stessa bravura riesce a indivi-
duare una particolare opera d’arte ad un’asta o
in un museo.
“Faccio da collegamento tra il sogno e la realtà.
Il mio principale talento è la capacità di im-
medesimarmi con le persone e di stimolarle
a rivelarmi il loro sogno. In quale ambiente si
sentono più a loro agio e quali stili e oggetti si
abbinano a tale ambiente? Devo ottenere una
risposta a simili domande prima di avviare una
progettazione.
Il mio lavoro consiste nel realizzare i sogni
dei miei clienti. Ciò è possibile solo dopo avere
conquistato la loro fiducia. In tal modo le perso-
ne sono disposte a collaborare per ricercare un
mondo speciale della cui esistenza sono certi,
ma che non sono ancora in grado di visualizzare.
È un viaggio che intraprendiamo insieme. Que-
sta è l’essenza del marchio Piet Boon: i nostri
progetti riflettono il carattere del committente
e creano un ambiente in cui la personalità del
cliente e la natura del progetto si completano.”
Piet Boon, architetto e designer:
69
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Il suo talento è un anello importante del nostro
processo creativo. Se conosciamo il sogno del
nostro cliente, andiamo alla ricerca di elementi
che abbiano un legame con la storia dell’oggetto
da progettare. La bellezza deve poter essere
confrontata. Per tale motivo mi piace lavorare
con materiali che racchiudono una vita passata,
poiché animano tutto ciò che li circonda.
Provo una forte affinità per gli artisti che
condividono questa percezione. Questo mi ha
portato, ad esempio, a conoscere Studio Job,
una coppia di designer ormai affermata anche a
livello internazionale. Traggo ispirazione da loro
e loro da me. Per me una simile interazione è
estremamente importante.”
Icona di stile
“Se mi reputo un’icona di stile? Non so cosa
significhi esattamente, ma non penso di esserlo.
Continuo a sorprendermi ogni giorno di tutto ciò
che mi succede. Su incarico di una famiglia di
imprenditori, proprietaria di una grande azienda
di elettronica, ho progettato una serie di ville
presso un golf resort di lusso nella Corea del
Sud. Ora il mio nome là è citato accanto a quello
di Tadao Ando, l’architetto che più ammiro in
assoluto, e a quello di Tom Fazio, il massimo
designer di campi da golf. In Park Avenue a New
York è in corso la realizzazione di un complesso
di appartamenti di cui ho eseguito la progettazio-
ne e lo styling. Quando ho chiesto al promotore
del progetto per quale motivo avessero scelto
me, mi è stato risposto che il gruppo target mi
conosce in ogni parte del mondo e che pertanto
rappresento un buon argomento di vendita.
La mia sfida consiste nel continuare a
sfruttare i talenti che hanno contribuito al mio
successo: accessibilità, entusiasmo, creatività e
coinvolgimento. Ma diventa sempre più difficile.
Innanzitutto perché attualmente passo più tem-
po in aereo che nel mio studio di progettazione.
Devo riuscire a trovare un maggiore equilibrio.
Per fortuna Elaine Enright, una neozelandese
che in passato ha lavorato tra l’altro per Nike
e Levi Strauss, è venuta a rafforzare il nostro
team. Insieme formiamo un team di vendita ec-
cezionale. Io fornisco gli impulsi creativi e lei li
elabora. Se cinque anni fa mi avessero prospet-
tato un simile metodo di lavoro sarei scoppiato
a ridere. Ma ora che capisco la necessità di
delegare, sono in grado di farlo.”
71
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Sono e rimango un idealista. Desidero contribui-
re a rendere il mondo più bello e più sostenibile,
attraverso la realizzazione di oggetti pratici e
confortevoli. In passato mi capitava di essere in-
vidioso del mio collega Marcel Wanders, dal quale
ci si aspetta lo sviluppo di cose belle che non de-
vono necessariamente essere funzionali, ma quel
tempo è ormai lontano. Piet Boon è sinonimo di
bellezza duratura e confortevole. Con il passare
degli anni ho imparato che questa è l’essenza del
mio lavoro.”
Non un imprenditore
“Tuttavia non sono un buon imprenditore.
Secondo i miei consulenti finanziari non mi
concentro abbastanza sul guadagno in termini di
denaro. A loro avviso seguo ancora troppo l’in-
tuito e faccio soprattutto ciò che mi piace. Ma io
ribatto che è proprio per questo che ho successo.
È importante esplorare continuamente i propri
limiti e, se possibile, superarli. Il giorno in cui
mi renderò conto che un progetto di Piet Boon
è intercambiabile con un altro progetto di Piet
Boon, smetterò di fare questo lavoro.
“Il giorno in cui mi renderò conto che un progetto di Piet Boon è
intercambiabile con un altro
progetto di Piet Boon, smetterò di fare questo
lavoro”
Piet Boon (Koog aan de
Zaan, Olanda, 1958) è
considerato come una delle
icone di stile di Dutch De-
sign, il nome collettivo che
contraddistingue i designer
olandesi all’estero. Da
piccolo imprenditore locale
è cresciuto fino a diventare
un marchio conosciuto a
livello mondiale. Attual-
mente gli oltre quaranta
progettisti che lavorano
presso lo Studio Boon di
Oostzaan sotto la sua guida
sviluppano una propria linea
per interni e assumono
incarichi di progettazione a
livello nazionale e interna-
zionale. Recentemente Piet
Boon si è occupato della
progettazione e dell’arre-
do di diverse ville di lusso
presso un prestigioso golf
resort nella Corea del Sud e
dello styling di un comples-
so di appartamenti in Park
Avenue a New York, nonché
di un quartiere residenziale
di Scottsdale, in Arizona.
Ha disegnato un’edizione
limitata per la casa auto-
mobilistica Land Rover e, in
collaborazione con il famo-
so chef Sergio Herman, è
impegnato allo sviluppo di
un nuovo concetto di risto-
rante. Piet Boon è sposato
e ha due figli. Og
ge
tti:
Stu
dio
Jo
b,
co
lle
zio
ne
Pie
t B
oo
n
73
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Le due anime di ManutencoopUnique recluta cinquanta dipendenti per un fornitore di servizi di supporto
Manutencoop Facility Management è da sempre una cooperativa, ma intende misurarsi anche con la concorrenza in un mercato competitivo. I can-didati per le cinquanta nuove posizioni da colmare presso la sede centrale dovevano riconoscere e comprendere questa dicotomia, e così è stato.
È stata l’ultima fase della riorganizzazione.
Dopo una serie di acquisizioni e a causa dei pro-
blemi derivanti dalla rapida crescita, Manuten-
coop Facility Management era diventata troppo
grande e disorganica. Si imponeva la necessità
di una centralizzazione radicale che comportava,
tra l’altro, l’accentramento delle funzioni distri-
buite tra gli uffici di Roma, Milano e Torino pres-
so la sede centrale situata vicino a Bologna.
Tale cambiamento avrebbe avuto un forte
impatto sul personale, afferma Chiara Del Zotti,
responsabile della direzione Personale e Orga-
nizzazione. “Molte persone non potevano o non
volevano trasferirsi. Per tale motivo si sono
liberate circa cinquanta posizioni, soprattutto
nelle divisioni acquisti, amministrazione, finan-
za e pianificazione. Questo ci dava la possibilità
di accelerare e rafforzare il processo di cambia-
mento. L’acquisizione dall’esterno di persone
valide e motivate per queste funzioni di vitale
importanza avrebbe portato nell’azienda una
ventata di aria fresca.
Ma dovevamo effettuare il reclutamento e
la selezione in modo diverso. Avevamo bisogno
di un partner esterno che fosse in grado di neu-
tralizzare il processo, che avesse una visione
più ampia del mercato del lavoro e che capisse
quale orientamento intendevamo adottare con
la nuova organizzazione e quali fossero le per-
sone giuste per perseguire i nostri obiettivi. Due
anni fa Unique ha ottenuto l’incarico e ha svolto
un ottimo lavoro.”
Solidarietà
La solidarietà è un principio molto impor-
tante per Manutencoop già da decenni, da quan-
do un gruppo di dipendenti delle Ferrovie dello
Stato decise di riunire le attività di pulizia cre-
ando una cooperativa. La Manutencoop Società
Cooperativa si è espansa fino a diventare uno
dei maggiori fornitori di servizi di supporto in
Italia. Nel 2003 è stato deciso di riunire tutte le
attività all’interno di un unico marchio denomi-
nato Manutencoop Facility Management.
In linea con l’ottimismo di quegli anni,
Manutencoop voleva crescere rapidamente,
mediante acquisizioni e sviluppo indipenden-
te. Tradizionalmente l’azienda vanta una forte
presenza nel settore della sanità (pulizia e
manutenzione di ospedali e strutture sanitarie
ma anche, ad esempio, sterilizzazione delle sale
operatorie) e in ambito pubblico (ad esempio
Man
uten
coop
C
hiar
a de
l Zot
ti
75
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
manutenzione di giardini e parchi di Roma e
Bologna). A poco a poco si sono aggiunti ser-
vizi specializzati, come la manutenzione degli
ascensori, ed è aumentata la quota di mercato
del settore privato. Attualmente le filiali italia-
ne del rivenditore al dettaglio Carrefour e del
costruttore di moto Ducati affidano tutti i servi-
zi di supporto a Manutencoop.
Tuttavia circa quattro anni fa l’azienda ha
dovuto affrontare le problematiche derivanti
dalla rapida crescita. “È risultato evidente che
dovevamo fare un passo indietro per riconsoli-
dare l’organizzazione”, spiega Chiara Del Zotti.
In qualità di principale responsabile del benes-
sere degli oltre mille dipendenti dell’azienda, Del
Zotti ha ricevuto l’incarico di colmare i posti
rimasti vacanti a seguito dell’inevitabile rior-
ganizzazione. E, come già detto, Del Zotti e gli
altri dirigenti suoi colleghi hanno colto, in tale
situazione, l’opportunità di rinnovare l’organiz-
zazione dall’esterno.
“Un aspetto difficile nella scelta di un part-
ner esterno era la necessità, per Unique nel
caso specifico, di conoscere e sapere analizzare
approfonditamente la nostra organizzazione.
Siamo un’organizzazione con due anime. Il senso
di collaborazione e di solidarietà per costruire
qualcosa insieme è profondamente radicato nel
nostro DNA. Ma al contempo ci rendiamo conto
che dobbiamo continuare a crescere per soprav-
vivere. La nostra cultura viene in gran parte
condizionata dalla ricerca di un equilibrio tra due
obiettivi talvolta contrastanti. Se i nostri dipen-
denti vogliono sentirsi a proprio agio e avere
successo devono essere in grado di riconoscere
e di comprendere questa dicotomia. O, come ho
detto a Unique: non chiedetemi di redigere un
profilo del candidato giusto. Ma quando l’avrò
davanti a me, saprò se è la persona adatta.”
Prestazioni
Chiara Del Zotti ritiene che Unique abbia
fornito prestazioni eccellenti, riuscendo a
ottenere il risultato auspicato con un supporto
minimo. “Hanno dimostrato di saper ascoltare e
di comprendere a fondo ciò che rende la nostra
organizzazione così straordinaria. Per noi que-
sto aspetto è stato determinante nella decisione
di lavorare con Unique.”
Entro i tempi concordati sono stati presen-
tati numerosi potenziali candidati, tra i quali
sono stati scelti i cinquanta nuovi colleghi. “Il
metro migliore per valutare la qualità di un
processo di reclutamento e selezione è rap-
presentato dalla volontà delle persone assunte
di rimanere. Ed è quello che succede da noi.
Sono trascorsi due anni e abbiamo registrato
al massimo una o due sostituzioni. Si tratta di
un ottimo risultato in un settore caratterizzato
solitamente da un maggiore movimento di per-
sonale. Per quanto riguarda la ventata di aria
fresca, gli effetti sono naturalmente difficili da
misurare. Ma abbiamo la forte sensazione che
questo flusso di nuovo talento contribuisca alla
professionalizzazione dell’azienda.”
In ogni caso, il risultato ottenuto è abba-
stanza soddisfacente per scegliere una stra-
tegia analoga per l’internazionalizzazione di
Manutencoop Facility Management prevista per
i prossimi anni. “Un’organizzazione che esiste
perché ha la capacità di sollevare altri da deter-
minate preoccupazioni, apprezza il fatto di non
doversi occupare direttamente di questo aspet-
to specifico. Pertanto consideriamo Unique
come un partner strategico.”Pe
r m
ag
gio
ri i
nfo
rma
zio
ni:
ww
w.m
an
ute
nc
oo
p.i
t
“L’acquisizione dall’esterno di per-sone motivate porta
nell’azienda una ventata di aria fresca”
77
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Evy Gruyaert (Meulebeke,
Belgio, 1979) da oltre dieci
anni è uno dei volti più noti
della televisione fiammin-
ga. Ha iniziato la carriera
come dipendente di Radio
Donna, un canale popolare
dell’emittente pubblica fiam-
minga. Successivamente si
è affermata presso il canale
televisivo VRT come annun-
ciatrice e presentatrice di
programmi televisivi, quali
Vlaanderen Sportland e De
Rode Loper, incentrato sul
mondo dello spettacolo. Ha
prestato il volto e la voce
all’iniziativa sportiva Start
to Run, una serie di podcast
con un ampio program-
ma. Attualmente presenta
tra l’altro Zoo of love, un
programma che tratta delle
persone e delle loro specie
animali in via di estinzione
preferite.
Nel 2009 è stata proclama-
ta “personaggio più sexy
della radio” del Belgio. Nello
stesso anno ha presentato
la sua collezione di gioielli
in argento Malice nel Paese
delle Meraviglie. Ha scritto
due libri: Het dagboek van
Evy Gruyaert e Shoe Addict.
Evy Gruyaert è sposata e
nell’autunno 2012 darà alle
luce al suo primo figlio.
“Già da bambina ero creativa e avevo un senso
dell’umorismo un po’ assurdo. I miei disegni
raffiguravano vermi anziché case e alberi come
quelli dei miei compagni di classe. La mia fiaba
preferita era Alice nel Paese delle Meraviglie,
con i suoi buffi conigli e le carte da gioco par-
lanti; la trovavo perfetta per perdermi nei miei
sogni. Da quella storia fantastica ho tratto ispi-
razione per la mia collezione di gioielli, che ho
battezzato Malice nel Paese delle Meraviglie. Si
tratta di gioielli in argento che disegno io stessa
e che faccio realizzare in Belgio. Quei gioielli rap-
presentano una parte di me che non tutti cono-
scono: riflettono un mondo leggermente assurdo,
un po’ oscuro. Tutto ciò che io non posso o non
oso fare, Malice può farlo tranquillamente.
Per gli spettatori in Belgio non sono molto
conosciuta come designer di gioielli, ma soprat-
tutto come annunciatrice e presentatrice di
programmi televisivi nonché come ideatrice di
popolari programmi radiofonici. Il lavoro che
svolgo per la radio e la televisione rappresenta
un aspetto totalmente diverso di me stessa, ma
lo faccio con almeno altrettanto piacere.”
Spiaggia in Messico
“Spesso i cambiamenti importanti della mia
vita iniziano in una frazione di secondo, in un
momento insolito. La mia collezione di gioielli
è nata su una spiaggia solitaria del Messico
dove, in seguito a un’ispirazione improvvisa, ho
disegnato le mie prime creazioni su un pezzo
di carta. Il desiderio di lavorare per la radio si è
manifestato circa dieci anni fa, in una cupa sera
di Capodanno. Dopo una lunga giornata di lavo-
ro, mentre tornavo a casa guidando la mia Opel
Corsa, mi resi conto improvvisamente che il lavo-
ro di interprete-traduttrice, per il quale avevo
studiato, non mi piaceva affatto. Avevo visto un
annuncio di Radio Donna che cercava un collabo-
ratore e decisi di inviare la mia candidatura.
Per dirla in breve, sono stata scelta tra sei-
cento candidati. Ero una ragazza ingenua prove-
niente da un paesino delle Fiandre Occidentali
e naturalmente ero terribilmente entusiasta.
I miei genitori lo erano molto meno: temevano
che non avrei saputo cavarmela nella grande
e corrotta Bruxelles. Per fortuna le cose sono
andate diversamente. Per anni ho lavorato alla
Evy Gruyaert, ideatrice di programmi televisivi:
“I cambiamenti iniziano in una frazione di secondo”
79
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
radio e ho avuto l’opportunità di sviluppare la
mia capacità di ascoltare gli altri. Il gruppo tar-
get dei miei programmi era composto da uomini
tra i 25 e i 45 anni e facevo del mio meglio per
immedesimarmi nel loro mondo. Niente di trop-
po complicato, conversazioni leggere sul tempo
e sul traffico, sulle principali notizie di attualità,
il tutto in modo allegro e rilassato. E funziona-
va: i programmi registravano ascolti elevati.”
Straordinari
“Mi aiutano il perfezionismo e lo zelo. Mi
impegno costantemente per migliorare una pro-
duzione e renderla sempre più perfetta. Sono
estremamente concentrata e non mi spaventa
fare straordinari, tutt’altro. È uno scorno per
me se il mio programma contiene anche solo un
piccolo errore. Inoltre credo di essere creativa e
flessibile, sono capace di apportare le modifiche
necessarie all’ultimo momento e trasmetto l’im-
pressione di essere rilassata. Il perfezionismo
da solo provoca rigidità e intransigenza.
Un’altra qualità molto apprezzata alla
radio e in televisione è la schiettezza. Oggi più
che mai, dal momento che non presento più un
programma televisivo per un gruppo target spe-
cifico ma mi rivolgo all’intera popolazione fiam-
minga attraverso un canale televisivo di vasta
portata. I fiamminghi amano la schiettezza; se
rivesti un ruolo o se dai un’immagine di te diver-
sa da ciò che sei realmente, prima o poi vieni
scoperto. Ritengo che essere me stessa in ogni
circostanza sia un mio punto di forza.”
Carisma
“L’aspetto esteriore ovviamente ha la sua
importanza, è inutile negarlo. Ma non è tutto.
Probabilmente in televisione hai minori proba-
bilità di successo se pesi centoventi chili e hai
i baffi, ma in ultima analisi il carisma e la per-
sonalità sono più importanti di un bel faccino.
Spontaneità, creatività, schiettezza e dinami-
smo sono gli aspetti che contano, e mi impegno
a fondo per esprimere al meglio tali qualità.
Ovviamente mi prendo cura di me e pratico
molto sport.
Altre cose invece non mi interessano. Non
amo le feste esclusive e gli ambienti glitter and
glamour. In passato a volte mi sono lasciata
convincere a partecipare a servizi fotografici
provocanti, ma non mi sento a mio agio e perciò
non li faccio più. Inoltre non mi piace quando le
riviste di gossip mettono il naso nella mia vita
privata. Quando sono rimasta incinta, all’inizio
di quest’anno, ho dovuto affrettarmi a infor-
mare la mia famiglia e i miei amici prima che
leggessero la notizia sui giornali. Naturalmente
l’attenzione dei media fa parte del tipo di lavoro
che svolgo, ma ci sono dei limiti. Voglio essere
me stessa, è il mio punto di forza, e vorrei che i
giornalisti rispettassero questa mia posizione.”
“L’aspetto esteriore ovviamente ha la sua importanza, è inutile negarlo. Ma il carisma
e la personalità sono più importanti”
81
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Credere in se stessi e importante nei momenti
difficili. Pertanto con un talento medio e una forte
spinta interiore spesso si arriva piu lontano che solo
con un talento straordinario. Sophia Lorenattrice italiana
83
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
“Unique è veramente unica”Fondatore Alex Mulder:
Quarant’anni fa contribuiva alla nascita di Unique
Uitzendburo: il caparbio imprenditore Alex Mulder, origi-
nario di Amsterdam. Un’intervista sul mercato, i clienti,
la concorrenza e l’importanza dei dettagli. “Unique
e io siamo cresciuti insieme e invecchieremo insieme.”
troppo saccente”, come lui stesso si definisce,
era riuscito a ottenere un impiego interessan-
te come assistente di direzione presso uno
studio di ingegneria. Scrisse spontaneamente
un rapporto su come fosse possibile migliorare
l’attività dello studio. Il rapporto venne strac-
ciato davanti ai suoi occhi dal direttore, il quale
ricordò a Mulder che spettava a lui occuparsi
delle questioni importanti.
Il futuro imprenditore Alex non aveva
bisogno di ulteriore incitamento. Insieme a due
colleghi fondò PBM Nederland, un’agenzia che
si sarebbe occupata della selezione di personale
tecnico temporaneo. Ma il tempo non era propi-
zio: in quegli anni si pensava che le agenzie di
lavoro interinale approfittassero di un mercato
del lavoro poco efficiente e probabilmente sa-
rebbe trascorso più di un anno prima di ottenere
la necessaria licenza.
Impaziente di mettersi all’opera, Alex
Mulder decise di non aspettare. Optò per una
soluzione pratica: pubblicò un’inserzione ed
ebbe l’opportunità di rilevare la piccola agen-
zia di lavoro interinale Van der Waal, con sede
ad Amsterdam, per il prezzo di 5000 fiorini
olandesi (oggi circa 2250 euro). Con soli otto la-
voratori temporanei nel settore amministrativo
non si poteva certo definire un’agenzia di lavoro
interinale seria, tuttavia la licenza di Van der
Waal divenne il certificato di nascita di Unique.
“Unique riflette il mio modo di affrontare la vita.
Fin dal primo momento Unique si è distinta
dalle altre agenzie di lavoro interinale per il suo
sostanziale interesse nei confronti delle per-
sone. Altre organizzazioni si limitano spesso a
domandare ai candidati: cosa sai fare? Noi chie-
diamo anche: cosa vuoi fare? Quali sono le tue
ambizioni e in che modo possiamo realizzarle
insieme? Questo approccio rende Unique unica.”
Queste le parole di Alex Mulder, fondatore
nel 1972 di Unique Uitzendburo. Nei quarant’an-
ni trascorsi da allora, l’azienda ha subito una
crescita che nemmeno lui avrebbe creduto
possibile. “No, non mi sarei mai aspettato che
una società che all’inizio registrava un fattura-
to equivalente a poche migliaia di euro attuali
potesse espandersi fino a diventare un’impre-
sa quotata in borsa con un volume d’affari di
miliardi. Questo non era contemplato nel mio
primo piano aziendale.”
Agenzia di lavoro interinale cercasi
La storia di Unique e quella di Alex Mulder
hanno molti punti in comune. All’inizio del 1972
il futuro fondatore era un testardo venticin-
quenne in una Amsterdam rivoltosa. La prima
crisi petrolifera era alle porte e in tutta l’Europa
la disoccupazione cresceva raggiungendo livelli
record, paragonabili a quelli del dopoguerra.
In tale contesto il giovanotto “talvolta forse
85
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Keizersgracht
Alex Mulder ricorda quei primi giorni trascor-
si nella piccola “sede centrale” situata in Keizers-
gracht 328, ad Amsterdam: “Molte delle scelte
fatte allora hanno contribuito a formare l’attuale
Unique. All’inizio non c’erano soldi per costosi
processi di reclutamento, pertanto dipendevamo
dalla pubblicità tramite passaparola. Per tale mo-
tivo dovevamo assolutamente trovare un metodo
di lavoro diverso. Ho imparato allora la mia più
importante lezione imprenditoriale: considera le
opportunità anziché i problemi, e cerca di sfrut-
tarle. Sforzati di migliorare sempre.
Ed è ciò che abbiamo messo in pratica con
Unique. Mentre altri cercavano di acquisire il
maggior numero possibile di offerte di lavoro, noi
consideravamo le competenze e l’esperienza lavo-
rativa dei nostri candidati come punto di partenza
per individuare le posizioni che avrebbero consen-
tito di sfruttare tali competenze in modo ottimale.
Inoltre ci siamo orientati velocemente alle piccole
e medie imprese. Si tratta di clienti che richiedo-
no un’attenzione particolare ma che al contempo
sono disposti a pagare per la qualità e sono fedeli.
Con Unique ci siamo sforzati di contrastare i
pregiudizi dominanti in tema di lavoro interinale.
Per il noi il lavoro interinale non rappresentava
una soluzione intermedia dettata dalla necessità,
ma piuttosto un modo per organizzare diversa-
mente la propria vita professionale e per esplora-
re il maggior numero possibile di opportunità di
impiego diverse. Inoltre permettevamo ai nostri
committenti di offrire un posto di lavoro fisso
ai candidati adatti, se lo desideravano. Anzi, ne
87
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
occidentale dell’Olanda, aveva moltiplicato per
cinquanta il fatturato del primo memorabile
anno finanziario (275.000 euro) registrando
un volume d’affari di circa 14 milioni di euro ed
erano in corso i preparativi per il trasferimento
ad Almere, la prima vera sede centrale.
“L’aumento di fatturato in sé non mi ha mai
entusiasmato più di tanto”, spiega Alex nel suo
ufficio di Amsterdam, in cui sono esposte alcu-
ne belle opere d’arte. “Le cifre da sole non dico-
no abbastanza su ciò che è veramente impor-
tante in un’azienda orientata alle persone come
la nostra: i clienti e i candidati sono soddisfatti?
Se sei in grado di trovare gli abbinamenti giusti
e le tue attività commerciali sono di alto livello,
il successo è garantito. Ho sempre insistito su
questo aspetto.
Un altro elemento importante è la capacità
di distinguersi a livello di immagine. È ciò che
cerchiamo di fare anche attraverso il nostro
interesse per l’arte. Arte negli uffici, arte nella
sede centrale e soprattutto arte per i contatti
e i dipendenti. L’arte è fonte di ispirazione, crea
legami, alimenta discussioni e invita a osserva-
re le cose in modo diverso. Stimola la mente e il
pensiero creativo.
Volevamo ottenere il massimo coinvol-
gimento dei candidati anche attraverso altri
accorgimenti. Grazie tra l’altro alle indicazioni
fornite dai nostri lavoratori interinali, all’inter-
no delle sedi non vi erano impersonali banconi,
ma scrivanie appositamente progettate per
accogliere e ascoltare i candidati in un contesto
personale e riservato. Durante l’allestimento di
queste nuove sedi i direttori, i dipendenti e i la-
voratori interinali spesso brandivano loro stessi
martello e pennello. Erano i tempi in cui io stes-
so mi recavo presso ogni sede tutti i venerdì
per consegnare le buste paga. Era un’occasione
ideale per ascoltare i resoconti e apprendere
come procedevano le cose negli uffici. Già allora
capimmo anche che è importante festeggiare in-
sieme i successi. Organizzavamo rally di Unique,
enormi grigliate, sponsorizzavamo il baseball
e il calcio e andavamo sempre alle partite con
tutti i colleghi. Un coinvolgimento che ancora
oggi è molto importante.”
eravamo orgogliosi poiché ciò significava che
avevamo svolto bene il nostro lavoro.
Era la nostra filosofia: grande attenzione per
i lavoratori flessibili e offerta di valore aggiun-
to ai nostri committenti. Per il mondo esterno
si trattava di un concetto unico, al punto che
Unique fu il nome suggerito dai nostri primi
lavoratori temporanei quando chiedemmo loro di
aiutarci a trovare un nome adatto per la società.”
Mercato spartito
Alcuni mesi dopo la costituzione di Unique,
Alex Mulder si imbatté in Frits Goldschmeding,
il fondatore di Randstad. Un eroe agli occhi del
giovane Mulder. “Gli raccontai con orgoglio che
avevo fondato una mia propria agenzia. Egli
allora pronunciò queste parole memorabili: ‘Ho
cattive notizie per te, giovanotto; il mercato è
già spartito.’ Successivamente, quando riparlai
di quel momento con Frits, mi spiegò che aveva
voluto sfidarmi e stimolarmi a perseverare.”
L’approccio scelto funzionò e Unique crebbe
più velocemente della concorrenza nel mercato
del lavoro interinale, che evolveva lentamente.
Sei anni dopo il cauto avvio, Unique vantava
già una rete di quattordici sedi nella parte
89
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Solo al timone
Nel frattempo Alex Mulder era rimasto solo
al timone. Dopo gli anni pionieristici i partner
originali avevano preso ognuno la propria strada
e, al tempo della crescita iniziale, l’azionista di
maggioranza era al contempo capo e ispiratore.
“L’insidia maggiore è il fatto che vuoi diventare
sempre più grande, solo perché vuoi guadagnare
sempre di più. È necessario avere un piano fatti-
bile. Essere perseverante e paziente. Devi fare in
modo che i tuoi dipendenti ti seguano per raggiun-
gere gli obiettivi prefissati. In qualità di pioniere
non sempre è facile attuare il cambiamento da
caos organizzato a struttura organizzata.”
Sia i dettagli che il quadro generale sono
importanti, come ha scoperto Alex Mulder poco
a poco. “Sono abbastanza perfezionista e ho il
bisogno irrefrenabile di interessarmi ai dettagli.
All’inizio lo consideravo come un handicap e
persino come un ostacolo alla crescita. Adesso
mi sento di affermare, anche dopo avere letto le
biografie di alcuni imprenditori di successo, che
è praticamente impossibile raggiungere i propri
obiettivi senza la dovuta attenzione per i dettagli.
Allo stesso tempo le persone si aspettano che
chi è alla guida dell’azienda abbia una strategia
accurata. Naturalmente un imprenditore non può
avere successo senza piani per il futuro e senza
la definizione di presupposti fondamentali.”
Uno di tali presupposti era che Unique
doveva effettuare la ripartizione dei rischi.
“A causa della rapida crescita era necessario
disporre di più denaro, ma le banche non erano
ancora pienamente convinte della stabilità del
settore. Andavamo incontro a una recessione
e cercavamo un metodo per ripartire i rischi
finanziari. Oltre alle nostre attività principali
ci siamo orientati, tra l’altro, a settori molto
diversificati quali la pubblicità, la fabbricazione
e la vendita all’ingrosso di prodotti per animali e
l’automazione. Con queste attività, ognuna delle
quali presentava una propria curva di crescita,
cercavamo di garantire la continuità.”
Ragionare di testa propria
Sul mercato del lavoro interinale ancora in
evoluzione (siamo alla metà degli anni Ottanta)
era in corso un inevitabile movimento di consoli-
damento. “A seguito di una serie di acquisizioni,
Vedior e Randstad assunsero il ruolo di protago-
nisti. In Europa guadagnarono terreno Adecco,
Manpower e Creyf’s, poi diventata Solvus. Ma
con Unique volevamo rimanere indipendenti.
91
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
avrebbe consentito di attirare abbastanza capi-
tale a buon mercato per creare un’azienda euro-
pea specializzata nel lavoro flessibile con altri
marchi forti, oltre a Unique, e una dimensione
di scala sufficiente per poter servire integral-
mente i paesi in cui operiamo con le nostre sedi.
Sono convinto che questa sia una condizione
essenziale per la continuità e la crescita futura.
Grazie alla quotazione di borsa abbiamo potuto
altresì rilevare nomi importanti quali Solvus,
Start e, Content. In tal modo abbiamo costitui-
to l’attuale USG People e ora disponiamo delle
risorse necessarie per operare attivamente in
tutta l’Europa con i nostri marchi.”
Priorità
Ormai Alex Mulder ha in parte abbandonato
la vita professionale. Sei anni fa si è dimesso
dalla carica di presidente del consiglio di ammi-
nistrazione e da allora svolge una funzione di
controllo in qualità di commissario più che me-
diamente interessato di USG People. Continua a
sfruttare le sue doti imprenditoriali per avviare
nuove imprese con la sua società di investimen-
to Amerborgh. Ha anche finanziato il musical
“Soldaat van Oranje” (Soldato d’Orange) che ha
riscosso un grande successo. Questa attività,
dalla quale trae molta nuova energia, gli consen-
te di coltivare il suo amore per l’arte e la cultura
da un lato e di soddisfare il suo spirito imprendi-
toriale dall’altro.
“Il fatto che mi sia ritirato è stato positivo
per USG People. Anche questo fa parte dello
sviluppo dell’imprenditorialità: sapere quando
è arrivato il momento di ritirarsi, naturalmente
con la consapevolezza che numerosissimi dipen-
denti continuano a impegnarsi anima e corpo
per il successo dell’impresa. In particolar modo
proprio adesso, con il vento contro, sapendo che
bisogna pedalare più forte. Nutro grande rispet-
to per queste persone, così come per l’attuale
consiglio di amministrazione, che è altamente
competente e ha nuovamente scelto il commer-
cio come priorità della politica aziendale.”
E Unique? “Unique occupa sempre un posto
speciale nel mio cuore. Unique e io siamo cre-
sciuti insieme e invecchieremo insieme. Siamo
inseparabili.”
Proprio perché avevamo effettuato la ripar-
tizione dei rischi, le banche erano disposte a
continuare a finanziarci. Questo ci ha permesso
di continuare a ragionare con la nostra testa e
di crescere fino a diventare ciò che siamo oggi.
Intorno al 1990, quando potevamo permetterci
di crescere ulteriormente contando solo sulle
nostre forze, ci siamo disfatti delle altre atti-
vità, spesso con profitto, per concentrarci pie-
namente sull’espansione di un’azienda europea
specializzata nel lavoro interinale.”
Lo svolgimento delle attività oltre confine
imponeva nuovi requisiti. “Il pericolo incom-
bente è l’eccessivo aumento della distanza che
divide dal mercato. Soprattutto in un’organiz-
zazione in fase di internazionalizzazione, è
facile perdere di vista il vero obiettivo, ovvero
l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro.
Senza nemmeno rendersene conto ci si ritrova
invischiati in ogni tipo di questione burocrati-
ca. È un processo insidioso. Anch’io in quella
fase dovevo spesso ricordare a me stesso che
la conduzione aziendale deve essere subordi-
nata all’imprenditorialità di un’organizzazione.
Cosa intendo dire? Faccio un esempio. Un’im-
presa di pittura guadagna da vivere con lavori
di tinteggiatura. Se dedica troppo tempo alla
spiegazione delle tecniche di pittura, dei tipi di
vernice e dei colori disponibili, ma si dimentica
di tinteggiare, perde di vista i propri obiettivi e
perde il legame con i propri dipendenti. Questo
va assolutamente evitato.”
Quando nel 1997 Unique International
viene quotata alla borsa di Amsterdam, grazie
all’acquisizione del titolo Goudsmit, la socie-
tà acquista subito popolarità presso le borse
internazionali. La decisione rende Alex Mulder
finanziariamente indipendente e le sue doti
imprenditoriali sono ammirate da molti. “Ma per
me questo non è mai stato il motivo per entrare
in borsa. Il vero motivo era che tale mossa ci
“Per noi il lavoro interinale non rappresenta una soluzione
intermedia, ma piuttosto un modo per organizzare diversamente la
propria vita professionale”
93
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
1972Con l’acquisizione del-
l’agenzia di lavoro inte-
rinale Van der Waal, il
fondatore Alex Mulder
ottiene una licenza di
trasmissione. L’11 dicem-
bre nasce l’agenzia di
lavoro interinale Unique,
il cui nome viene sugge-
rito dai primi dipendenti
e candidati.
1975Unique si propone come
specialista nella forni-
tura di personale tem-
poraneo per mansioni
di ufficio per piccole e
medie imprese. La par-
ticolarità del servizio
offerto da Unique è l’im-
portanza attribuita alla
ricerca del giusto abbi-
namento tra candidato
e committente, più che
alla semplice individua-
zione di un lavoratore
per il posto vacante. La
cultura è caratterizzata
da un’attenzione più
personalizzata, dalla
volontà di avere una
marcia in più rispetto
alla concorrenza e
da una buona dose di
fiducia in se stessi.
197742 dipendenti e diverse
centinaia di lavoratori
interinali festeggiano
il primo lustro con una
Hot August Night,
una grande festa con
grigliata nel parco
Amsterdamse Bos. Con
la prima acquisizione
(HLP) i servizi forniti
vengono ampliati con il
reclutamento e la sele-
zione di personale fisso.
1978Viene inaugurata la
prima sede al di fuori
di Amsterdam. Viene
introdotto un sistema
informatico che supporta
la pianificazione e con-
sente di creare un colle-
gamento tra i candidati
appropriati e i posti
di lavoro disponibili.
1984Ha inizio una cauta
ripresa del mercato del
lavoro interinale olande-
se, quasi dimezzato in
seguito alla recessione.
Unique non è stata col-
pita troppo duramente
dalla crisi. Ciò è dovuto a
un insieme di fattori:
il portafoglio clienti
diversificato, la soddisfa-
zione e di conseguenza
la lealtà dei clienti, e la
forte posizione di Unique
nel segmento delle pic-
cole e medie imprese,
meno sensibile alla con-
giuntura economica. Il
fondatore Alex Mulder ha
effettuato una ripartizio-
ne dei rischi investendo,
tra l’altro, nel settore
degli alimenti per animali
e dei farmaci veterinari
nonché nel campo dei
computer.
1986Acquisizione dell’agen-
zia di lavoro interinale
Elite. L’efficiente sistema
di automazione viene
esteso con l’aggiunta
di un’applicazione che
consente la migliore
gestione delle relazio-
ni. Almeno altrettanto
importante è il fatto
che in tutta l’Europa il
mondo politico inizia ad
avere una visione diver-
sa del lavoro interinale.
Emerge la consapevo-
lezza che il lavoro fles-
sibile rappresenta uno
strumento prezioso per
ridurre la distanza tra le
persone e il lavoro.
1989Con l’inaugurazione di
tre sedi in Belgio vengo-
no mossi i primi passi
al di fuori dell’Olan-
da. Due anni più tardi
il Belgio possiede una
copertura a livello nazio-
nale grazie alle acqui-
sizioni di ICA e AIW,
successivamente ribat-
tezzata Unique Interim.
1995Introduzione di una
nuova struttura organiz-
zativa volta a soddisfare
le richieste di lavoratori
flessibili sempre più spe-
cializzati. L’apparato
di vendita viene ampliato
e un sistema di auto-
mazione ulteriormente
migliorato collega tutti
i luoghi di lavoro, presso
le ormai cinquanta sedi,
con un database comune.
Unique è diventata un’or-
ganizzazione di servizi
completi, operante
nel campo del lavoro
interinale, distaccamen-
to, reclutamento, sele-
zione e gestione di pool
di risorse (gestione, pia-
nificazione e coordina-
mento di un gruppo fisso
di lavoratori flessibili).
95
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
2012Unique è un’organizza-
zione del lavoro flessibile
esperta, innovativa e
tenacemente ambiziosa
che stabilisce requisiti
sempre più elevati per
le proprie prestazioni di
servizi. Lo sviluppo dei
lavoratori flessibili paral-
lelamente alle esigenze
dei clienti rappresenta
una priorità. Il marchio
viene considerato come
una garanzia di qualità a
livello internazionale. In
qualità di fondatore
di USG People, con i suoi
1.900 dipendenti Unique
contribuisce al volume
d’affari del gruppo che
ammonta a 3,2 miliardi
di euro. Nei cinque paesi
in cui Unique opera ogni
mese vengono siste-
mati 23.000 lavoratori
flessibili. E infine, ma
non meno importante: il
marchio Unique compie
40 anni.
1997Attraverso l’acquisi-
zione (un cosiddetto
reverse takeover) del
titolo Goudsmit, Unique
International viene
quotata alla borsa di
Amsterdam. Oltre a
fornire una maggiore
notorietà, questo passo
consente di ottenere il
capitale necessario per
investire maggiormente
nella dimensione
di scala, nei servizi e
nella creazione di una
rete internazionale.
1999A seguito dell’introduzio-
ne della legge sul lavoro
flessibile in Olanda,
Unique diventa un dato-
re di lavoro di impiegati
interinali sul mercato
nazionale e deve garan-
tire loro uno stipendio
anche quando non hanno
incarichi. Questo pre-
suppone un rapporto di
lavoro sostanzialmen-
te diverso, che spinge
Unique a concentrarsi
maggiormente sulla (ri)
collocazione dei candi-
dati e, ad esempio, sullo
sviluppo e sull’organizza-
zione di corsi di forma-
zione volti ad accrescere
le competenze. In Europa
la nuova legge viene
considerata come un
importante riferimento
per i mercati flessibili
internazionali.
2001Per aumentare la rico-
noscibilità della holding,
da questo momento la
società finanziaria assu-
me il nome di United
Services Group, succes-
sivamente ribattezzata
USG People. USG People
acquisisce le agenzie
di lavoro interinale in
Germania e in Spagna,
che in seguito opereran-
no con il nome Unique.
Viene inaugurata
l’attuale sede centrale
di Almere.
2005Il lavoro flessibile viene
considerato sempre
più spesso come uno
strumento strategico
complementare per il
reclutamento e la sele-
zione e per l’attuazione
di una politica dinamica
di gestione del persona-
le. Grazie all’attenzione
dedicata allo sviluppo
personale dei lavoratori
interinali e alla fornitura
di soluzioni su misura
per i clienti, la carenza di
personale per mansioni
di ufficio sui mercati del
lavoro europei non eser-
cita quasi alcun effetto
su Unique. La condu-
zione strategica di USG
People viene affinata,
con la conseguente ridu-
zione dei marchi a
un numero limitato di
marchi correlati tra di
loro. Unique continua a
essere Unique.
2009La società Content,
precedentemente acqui-
sita, viene integrata a
Unique. Il portafoglio
clienti di Content contie-
ne soprattutto aziende
di grandi dimensioni,
mentre Unique è da sem-
pre specializzata nelle
prestazioni di servizi alle
piccole e medie imprese.
Questa integrazione
consente di raggiungere
un nuovo equilibrio.
2010Dopo la costituzione
di una propria rete
di sedi in Italia nel
2008, in questo anno
le agenzie di lavoro
interinale acquisite
in Germania vengono
riunite all’interno di
un unico marchio
denominato Unique.
2011USG People annuncia
un nuovo orientamento
strategico. Il numero di
marchi viene ulterior-
mente ridotto a cinque
marchi principali inter-
nazionali (tra i quali
Unique) e da questo
momento la conduzio-
ne aziendale avviene in
base ai marchi, anziché
geograficamente a par-
tire dai singoli paesi.
Ancora una volta Unique
si ritrova al centro della
famiglia USG People.
97
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Il talento si sviluppa nella solitudine,
mentre il carattere si consolida nella
corrente della vita.Johann Wolfgang von Goethescrittore tedesco
99
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
“Sono sempre alla ricerca di un elemento di speranza”
Jeroen Swolfs, Fotografo:
“La fotografia non è il mio talento principale.
Naturalmente faccio delle belle foto, come tante
altre persone. Chiunque abbia un po’ di predi-
sposizione e passeggi per le strade di Bangkok
con una macchina fotografica, riesce sicuramen-
te a immortalare delle belle immagini. Ma non è
solo questo ciò che conta. L’aspetto veramente
importante consiste nel raggiungere anche le
altre 203 capitali del mondo e soprattutto nel
tornare a casa. Per questo servono altri talenti.
Streets of the world è un progetto ambi-
zioso. L’idea è nata quando mi sono reso conto
che viviamo un periodo unico della storia, in
cui tutti i paesi in linea di principio sono rela-
tivamente accessibili. In un’epoca in cui siamo
uniti più che mai, a livello mondiale, sarebbe
interessante confrontare i paesi gli uni con gli
altri. Così ho concepito il mio piano: in ogni
capitale scatto una foto, sempre dalla stessa
angolazione e con lo stesso campo visivo, per
poter confrontare le foto tra di loro con un’unica
occhiata.”
Investitore
“Concepire un piano simile è una cosa, ma
attuarlo è una faccenda ben diversa. Nel mondo
vi sono più paesi di quanto pensassi. Dall’in-
dipendenza del Sud Sudan il numero di paesi è
salito a 204 e altrettante sono quindi le capitali.
Solo l’aspetto logistico rappresenta un lavoro
enorme per il quale sono necessari come minimo
cinque anni, forse persino di più. Inoltre richiede
finanziamenti importanti, pertanto avevo biso-
gno di un investitore. Per fortuna l’ho trovato.
Con la pubblicazione dei libri e lo sviluppo di
programmi educativi prevediamo di ammortiz-
zare i costi, forse registrare persino un profitto.
Naturalmente è un ottimo punto di partenza.
Ho cominciato a darmi da fare per fare
decollare realmente il progetto. Il livello di dif-
ficoltà varia da paese a paese. Acquistare un
biglietto per Vienna è semplicissimo, mentre
fare un viaggio a Kabul è molto più complica-
to. A volte bisogna avere fortuna. Ho ricevuto
una telefonata da un uomo responsabile della
sicurezza di diversi alti funzionari militari della
NATO nella capitale afgana; aveva sentito parla-
re del mio progetto e si è offerto di organizzare
il mio soggiorno. Così posso depennare una delle
capitali più difficili del mondo dalla mia lista.”
Amici e famiglia
“Conduco una vita straordinaria. Per nove
mesi all’anno sono in viaggio, quasi sempre da
solo, senza assistente e senza colleghi. In Olanda,
il mio paese, non ho tempo per una relazione e fre-
quento troppo poco gli amici e la famiglia. A volte
mi sento solo, e non è facile. Ma voglio farlo, è un
progetto fantastico e intendo portarlo a termine.
Il lavoro normale non fa per me. Ho lavorato per
diverso tempo per il quotidiano Volkskrant, uno
dei principali giornali olandesi, e andava tutto
bene, ma alla fine non mi sentivo soddisfatto.
Invece scattare foto in tutte le capitali
del mondo mi rende felice. Ho la possibilità di
sfruttare tutti i miei talenti. Come ho già detto,
essere un bravo fotografo non è il mio talento
principale. Un aspetto importante, ad esempio, è
la capacità di relazionarsi con tutte le persone
che si incontrano durante i viaggi, e non sono
poche. Doganieri che si rifiutano di collaborare,
tassisti che non capiscono la lingua, passanti
che non vogliono essere fotografati… Se riesci
a intuire il carattere delle persone e, a secon-
101
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
“Per nove mesi all’anno sono in viaggio,
quasi sempre da solo, senza assistente e
senza colleghi”
da della situazione, assumi un atteggiamento
scherzoso, sottomesso o, viceversa, superiore,
ottieni quasi sempre ciò che vuoi.
Un altro aspetto indispensabile è la tenacia.
Ora sono a metà del progetto e ho ancora tre
anni di lavoro davanti. Considerando anche la
preparazione, dedicherò a questa impresa circa
dieci anni della mia vita. Si tratta di un inve-
stimento enorme, ma anche la soddisfazione
è immensa. In poche parole: nessuno ti imita.
Sono l’unico fotografo al mondo che riesce a
farlo. Mi piace moltissimo e allo stesso tempo
mi distinguo dai miei colleghi. Mi sento meglio
rispetto ai primi anni della mia carriera, quando
facevo quello che anche tanti altri fanno.”
Haiti
“Naturalmente con il tempo si cambia. Amo
l’allegria, mi piace uscire e mi piace la com-
pagnia femminile. Conosco tutti i vizi umani e
negli ultimi anni ho vissuto avventure fanta-
stiche. Ma la mattina dopo, quando dovevo di
nuovo andare per strada a scattare foto con la
testa pesante, a volte me ne pentivo.
Ad Haiti è cambiato qualcosa. Ho conosciu-
to una vittima del terremoto, una ragazza orfa-
na che conduce una vita quasi in condizioni di
schiavitù presso la famiglia che le offre vitto e
alloggio. Per lei ho creato il Rosena Life Project,
con un’ambizione modesta: raccogliere duecento
euro all’anno affinché possa affittare una casa
per sé e per suo fratello. Non intendo affermare
di essere improvvisamente diventato una sorta
di Florence Nightingale, ma è comunque una
cosa bella da fare. Il bravo osservatore può scor-
gere sempre un elemento di speranza nelle mie
foto, anche se a volte ritraggo condizioni di vita
molto dure. Sono sempre alla ricerca di questo
elemento di speranza. È bello poter aggiungere
qualcosa di vero e non produrre semplicemente
un’immagine. Qualcosa che cambia realmente
la vita di qualcun altro su questo pianeta.”
Jeroen Swolfs (L’Aia,
Olanda, 1974) ha studiato
inizialmente giurisprudenza
ma ha cambiato rapida-
mente orientamento per
seguire corsi di fotografia.
Al termine degli studi ha
lavorato tra l’altro per il
quotidiano Volkskrant, per
il museo Rijksmuseum e
per la banca Rabobank. Nel
2009 ha scattato la prima
foto del progetto Streets of
the world, della durata di sei
anni, nell’ambito del quale
visita tutte le capitali del
mondo. L’obiettivo consiste
nel ricercare le differenze
tra i diversi paesi e cultu-
re, ma soprattutto capire
quali sono gli aspetti in
comune. Nel 2011 National
Geographic ha pubblicato
il primo libro inerente al
progetto, che tratta delle
avventure vissute da Jeroen
Swolfs in Asia. Quando non
è in viaggio, Jeroen Swolfs
vive ad Amsterdam.
103
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
“I nostri clienti di tutto il mondo devono essere soddisfatti al
cento per cento”
Maíra (San Paolo,
BraSile, 1983)
è riMaSta in olanda
doPo avere conoSciuto
il Suo coMPagno.
Ha trovato lavoro
e una caSa nella
regione natia di lui.
vedere con il diritto tributario, ma il mio
recruiter me l’ha proposto e ho accettato
volentieri di provare. E cosa ho scoperto?
È un lavoro che mi piace tantissimo. Ogni
giorno imparo qualcosa di nuovo. Abbiamo
clienti in tutto il mondo e tutti devono na-
turalmente essere soddisfatti al cento per
cento. Mi piacciono le sfide e nel mio lavo-
ro non mancano di certo. Inoltre il servizio
di Unique è stato efficiente, professionale
e rapido. Dopo il primo colloquio sapevano
già esattamente di cosa avevo bisogno e
cosa ero in grado di fare.
Lavoro in un team straordinario
composto da otto donne di provenien-
ze diverse; alcune naturalmente sono
olandesi, ma altre vengono da Irlanda,
Messico, Russia e Germania. Nonostante
la lingua ufficiale sul lavoro sia l’inglese,
cerchiamo il più possibile di parlare olan-
dese tra di noi per imparare la lingua. E
confrontiamo le nostre esperienze di vita
in questo paese.
Come sono queste esperienze? Il cli-
ma potrebbe a volte essere migliore, ma
a parte questo l’Olanda è un paese mera-
viglioso. Mi piace anche la cucina. I miei
suoceri coltivano asparagi e forse questo
ha qualcosa a che fare con i miei gusti
culinari. In Brasile mangiavo solo piccoli
asparagi verdi, ma quelli che mangio qui
sono molto più buoni. Gli asparagi del
Limburgo sono deliziosi, non per niente
vengono soprannominati oro bianco.”
“Vivo in Olanda da due anni. Sono venuta
qui per studiare diritto tributario, ma
sono rimasta in questo paese perché
all’università di Tilburg ho conosciuto il
mio attuale compagno. Prima abitavamo
nella trafficata conglomerazione urbana
denominata Randstad, ma ci siamo poi
trasferiti nella sua regione natia, ossia il
Limburgo settentrionale. Questa regione
è molto verde e tranquilla, tutto il con-
trario di San Paolo.
Tramite Unique ho ottenuto un inca-
rico temporaneo in qualità di coordina-
tore di evasione ordini presso Belden, un
produttore americano di cavi con sede a
Venlo. Questo lavoro non ha niente a che
Maíra Faro M
agalhães
105
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Chr
isti
an S
chm
idt
“In ambito lavorativo non mi sono mai sentito così perfettamente a mio agio”
cHriStian ScHMidt
(gelSenkircHen, gerMania,
1968) aveva difficoltà a
trovare lavoro, PercHé
non Poteva caMMinare.
alla fine, grazie a unique,
è riuScito ad ottenere
un iMPiego.
“È cominciato tutto quindici anni fa con un
dolore al ginocchio. Pensavo si trattas-
se di una lesione poco grave, invece ho
scoperto poco dopo che le mie ossa erano
state colpite da diverse malattie che si
rafforzavano a vicenda. Non potevo più
camminare e, in seguito ad un’operazione
alla rotula non andata a buon fine, mi
sono ritrovato su una sedia a rotelle.
Questo mi ha stravolto la vita, natu-
ralmente, ma ho reagito subito. Ho tro-
vato lavoro presso una speciale officina
per disabili, ma alla fine non guadagnavo
abbastanza. Non potevo nemmeno per-
mettermi una breve vacanza, né potevo
dare la paghetta a mia figlia, pertanto mi
sono messo alla ricerca di un altro lavoro.
Ho presentato domanda dappertut-
to, ma ogni volta mi sentivo rispondere:
siamo spiacenti, ma lei è disabile. Ho
persino conseguito la patente di condu-
cente di carrello elevatore. Anche con
quella venivo continuamente respinto.
“Non devo mica camminare in un carrello
elevatore?”, dicevo. “Devo solo guidarlo,
quell’arnese.” Ma non c’era niente da fare.
Finalmente, dopo due anni di disoc-
cupazione, Unique è stata in grado di
trovare un lavoro per me in un call center
del BUW Unternehmensgruppe. Lì mi
trovo benissimo. Recentemente mi hanno
persino offerto un contratto a tempo
indeterminato. Mi occupo degli aspetti
volti a migliorare le prestazioni di servizi
ai clienti e il lavoro va straordinariamente
bene. Tutti i colleghi sono amabili e com-
prensivi, anche riguardo al mio handicap.
‘Da noi non è necessario camminare’,
dicono, ‘basta essere capaci di usare il
telefono.’ Inoltre Unique mi dà un soste-
gno fantastico. Mi aiutano con tutte le
domande e i problemi pratici, ad esempio
se desidero chiedere una giornata di ferie.
In ambito lavorativo non mi sono mai
sentito così perfettamente a mio agio.
Questa è una grande famiglia. E c’è dell’al-
tro: anche la mia salute sta migliorando.
Seguo uno speciale programma di riabili-
tazione e ho una nuova compagna che mi
aiuta molto in questo. Il risultato è che
posso di nuovo camminare, anche se con le
stampelle e solo per brevi tratti. Ma è tutto
un altro mondo rispetto a due anni fa.”
107
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Il grado di occupazione di un call center è impor-
tante quanto quello di un aereo: per una com-
pagnia aerea ogni sedia vuota equivale a una
perdita. Per un call center le cose funzionano in
modo analogo, spiega Joop Evers, direttore gene-
rale di Transcom Nederland. “Ogni postazione
di lavoro non occupata significa che produciamo
meno, mentre i nostri costi rimangono quasi
invariati. Per tale motivo è importante gestire
con efficienza il flusso in entrata nonché selezio-
nare, formare e assistere attentamente i nuovi
dipendenti.
Il nostro partner in questo ambito è Unique.
Presso la nostra sede Unique dispone di un pro-
prio ufficio, dal quale effettua il reclutamento e
la selezione dei nuovi candidati e assiste i lavo-
ratori temporanei nel percorso verso un posto di
lavoro fisso. In qualità di azienda specializzata
nel farsi carico delle attività dei propri clienti,
sappiamo quanto sia importante lavorare con
uno specialista. Un partner affidabile che man-
tiene gli impegni presi, senza che sia necessario
controllarne continuamente l’operato. Questo
partner è Unique. La nostra relazione in-house è
in costante evoluzione.”
Il cuore
Ufficialmente Transcom Nederland è un
cosiddetto outsource service provider. Gli oltre
seicento dipendenti dell’azienda lavorano a
squadre a turni per importanti clienti, quali UPS,
Tele2 e British Telecom, occupandosi di customer
relations (tutto ciò che riguarda il mantenimento
dei contatti con i clienti e l’aumento della lealtà
dei clienti) e di debt collecting (recupero crediti).
Alcuni anni fa la maggior parte delle attivi-
tà è stata concentrata presso l’attuale sede di
Groningen, una tipica città studentesca; a pochi
passi dal campus universitario e facilmente rag-
giungibile. “Questo è il cuore di un interessante
mercato del lavoro. Sono numerosi gli studenti
che desiderano lavorare part-time, ma vi sono
anche persone che rientrano nel mondo del lavo-
ro nonché stranieri”, riferisce Evers. “Le persone
che vivono qui sono perfettamente adatte per
questo lavoro: perseveranti, discrete, orientate
al servizio e, come molti olandesi, in grado di
parlare più lingue.”
Dalla riorganizzazione Unique fa visibil-
mente parte di Transcom Nederland. Nella sala
di accoglienza, dove i dipendenti presenti cre-
ano un’atmosfera dinamica, l’account manager
Marcel Nienhuis e il suo team dispongono di un
proprio ufficio Unique. Su una lavagna vengono
indicati i progressi fatti nell’ambito dell’incarico
più recente, che consiste nell’individuare e nel
formare validi talenti per un centro di assistenza
clienti del marchio di ICT più diffuso del mondo.
Evers: “Il conseguimento di questo incarico, dopo
una gara d’appalto durata due anni, è un enorme
successo. Abbiamo vinto l’appalto anche grazie
al forte coinvolgimento dei nostri dipendenti
e perché eravamo in grado di offrire garanzie
migliori per il mantenimento della qualità delle
nostre prestazioni di servizi.
Presso il call center Transcom, Unique gestisce letteralmente tutte
le attività dalla sede del cliente. Selezione, formazione e assistenza, con la massima efficienza possibile come obiettivo. Questa collaborazione ci ha aiutato a vincere un appalto
importante. Tuttavia, “La nostra più grande sfida consiste nel non diventa-
re troppo legati l’uno all’altro.”
Nessuna sedia vuota per Transcom T
ranscomJ
oop Evers
109
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Si tratta di un complimento rivolto indirettamen-
te anche a Unique. Grazie al fatto che Unique
riesce a trovare le persone giuste, a motivarle e
a formarle in modo efficiente, possiamo offrire
ai nostri clienti una qualità più elevata. Questo
è vantaggioso per entrambi. Per Unique, perché
tutti desiderano lavorare per questo marchio; e
per noi, perché abbiamo conquistato un cliente
importante che ha dato un impulso enorme alla
nostra reputazione.”
Coach per lavoratori flessibili
Joop Evers ritiene che l’ufficio interno di Uni-
que rappresenti un notevole valore aggiunto. “Per
quanto riguarda il personale, Unique gestisce pra-
ticamente ogni aspetto per noi. Ricerca non solo
le persone che dovranno gestire le telefonate, ma
anche i middle manager e i dipendenti addetti alla
redazione dei protocolli per i colloqui con i clienti e
al controllo della qualità. Unique offre formazione e
organizza corsi. Gestisce la nostra comunicazione
con il mercato del lavoro e inoltre ha sviluppato
un metodo per i colloqui che consente di ottenere
rapidamente informazioni essenziali: i candidati si
riconoscono nella nostra cultura? Rispondono alle
nostre aspettative? E sono in grado di sopportare
lo stress legato a questo lavoro?”
Un’innovazione relativamente recente è l’in-
troduzione di un coach per i lavoratori flessibili.
Questo specialista di Unique mantiene quoti-
dianamente il contatto con le persone con un
contratto di lavoro temporaneo, funge da media-
tore per problemi e conflitti di lieve entità, tiene
colloqui in merito ai progressi fatti ed esamina
le prospettive di ulteriore sviluppo professionale
con i talenti interessanti.
“Si tratta di un’aggiunta importante. Trans-
com desidera conservare il legame con i propri
collaboratori il più a lungo possibile. Questo per-
ché le conoscenze in questo settore sono sempre
scarse, ma anche perché la formazione di nuove
persone è costosa e richiede molto tempo. Attra-
verso l’assistenza attiva, il legame con i nostri
dipendenti si rafforza e siamo in grado di accor-
gerci prima se qualcosa non va. In tal modo è
possibile intervenire prima che sia troppo tardi.”
Nel frattempo Unique e Transcom hanno unito
le forze anche in un altro campo. Insieme hanno
intrapreso un’iniziativa volta a istituire una for-
mazione specifica per la gestione dei call center.
Joop Evers: “Ora Unique fornisce una formazione
professionale riconosciuta. Si tratta di un con-
cetto unico per il nostro settore, ed è importante
per lo sviluppo professionale del settore stesso.
La possibilità di offrire un diploma riconosciuto a
livello nazionale rende questo lavoro più apprez-
zabile e più attraente.”
È comprensibile, pertanto, che il direttore
nazionale di Transcom tenga molto alla sua rela-
zione con Unique. “La nostra più grande sfida
consiste nel non diventare troppo legati l’uno
all’altro. Da parte nostra esigiamo quindi accordi
chiari in merito alle prestazioni di Unique. Ma
se gli accordi vengono rispettati, per quanto mi
riguarda Unique farà ancora parte della nostra
famiglia per molti anni.”
“Desideriamo conservare il legame con i collaboratoriil più a lungo possibile”
Pe
r m
ag
gio
ri i
nfo
rma
zio
ni:
ww
w.t
ran
sc
om
.co
m
111
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
So di non avere particolari talenti. La curiosità, la tenacia,
la perseveranza e l’autocritica hanno
stimolato le mie idee.Albert Einsteinscienziato tedesco
113
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Gordon De Adamich, pilota:
“Voglio vincere, sempre”‘”Forse non tutti se ne rendono conto, ma un
pilota deve lavorare in modo estremamente
metodico. Tutto deve essere messo a punto alla
perfezione: l’automobile, la tecnica, le proce-
dure, lo stile di guida. Regole, regole e ancora
regole, questo è il concetto fondamentale. Un
piccolo errore può essere fatale, perciò se non
sei organizzato per natura, non sei adatto per
questo mestiere. Allo stesso tempo devi saper
improvvisare, prendere decisioni in una frazione
di secondo se altre auto sulla pista fanno qual-
cosa che non ti aspetti o, naturalmente, se cogli
l’opportunità di eseguire un sorpasso.
Tutto ciò significa che la partecipazione
alle corse richiede una concentrazione assoluta.
Tale concentrazione è necessaria per decidere di
correre un rischio solo se le probabilità di fare
un incidente sono molto basse e le probabilità di
avere successo molto alte. Un rischio calcolato
insomma, per il quale l’esperienza conta più
dell’istinto. Sorprendentemente, questa concen-
trazione estrema consente anche di rilassarsi.
Infatti al volante della tua auto da corsa non
puoi pensare a nient’altro e quindi, in un certo
senso, liberi del tutto la mente da altri pensieri.”
Gioco di carte
“La dedizione è un’altra qualità indispensa-
bile. La guida deve essere la priorità assoluta,
altrimenti non puoi farcela. Solo se credi vera-
mente nella possibilità di vincere hai una chan-
ce che ciò si realizzi. Io voglio vincere, sempre.
Che si tratti di un gioco di carte, di una gara
automobilistica o del mio lavoro, voglio essere
primo. Penso che questo valga per ogni sportivo,
ma in tutti i casi per me è così. Senza questa
dedizione si può forse vincere una gara, ma mai
un campionato.
La dedizione è evidente anche nello stile di
vita. Per un pilota una buona condizione fisica è
un requisito essenziale: bisogna correre tanto e
seguire una dieta sana ed equilibrata. Al volan-
te bisogna essere più atletici di quanto non si
pensi. Le forze alle quali si viene esposti nelle
curve e durante la frenata e l’accelerazione
sono considerevoli.
La volontà di vincere, di essere il migliore, è
molto importante ma non devi pensare di poter
fare tutto da solo. In qualità di pilota, infatti,
fai parte di un team. Sicuramente sulla pista
sei la persona più importante, ma durante un
pit-stop gli attori principali sono i meccanici,
mentre il giorno che precede la corsa il membro
più importante del team è l’autista del camion
che trasporta la tua auto al circuito. Se queste
persone non lavorano bene, non potrai mai vin-
cere, anche se possiedi l’auto più veloce e sei il
migliore pilota della tua categoria.”
Gordon de Adamich
(Milano, 1973) ha iniziato
la carriera come pilota per
Alfa Romeo nel campionato
italiano superturismo, di
cui è stato vincitore nel
1998. Dopo questa vittoria
ha smesso di gareggia-
re. È entrato a far parte
dell’azienda di famiglia
Il Centro Internazionale
Guida Sicura, che collabo-
ra strettamente con Alfa
Romeo e Fiat e organizza
tra l’altro corsi di guida
ed eventi automobilistici.
Gordon De Adamich lavora
inoltre per Eurosport in
veste di telecronista per le
principali corse automobi-
listiche a livello mondiale.
La sua gara preferita è la
24 ore di Le Mans, per via
della dinamica e delle forti
emozioni che accompagna-
no le gare di resistenza.
Da vent’anni Gordon De
Adamich vive a Parma,
attualmente con la sua
compagna Doyin.
115
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
“Proprio come quando si è al volante, nella
conduzione di un’azienda bisogna usare la ragione
per evitare di uscire di strada”
Secondo posto
“Sui circuiti di gara ho imparato tante cose
che posso applicare al lavoro. Anche nel mondo
degli affari è necessario pianificare e assumere
rischi calcolati, e la capacità di tenere duro è una
qualità indispensabile. Così come per le corse,
la conduzione di un’azienda è un lavoro di squa-
dra; se vuoi fare tutto da solo le cose andranno
sicuramente male. E proprio come sul circuito,
a volte anche nel lavoro bisogna sapersi accon-
tentare di un secondo posto, perché l’obiettivo
finale non è la singola gara ma l’intero cam-
pionato. Inoltre, e si tratta forse dell’aspetto
principale, proprio come quando si è al volante,
nella conduzione di un’azienda bisogna usare la
ragione per evitare di uscire di strada.”
“Nel 1997 ho avuto un incidente durante una
giornata di prove sulla pista del Mugello, uno dei
più bei circuiti del mondo, sulle colline toscane.
Lo schianto è stato violento, ma non è successo
niente di grave; non ero né ferito, né spaventato
e nemmeno sorpreso. Si è trattato di un norma-
le incidente, di quelli che succedono abitualmen-
te. Tuttavia decisi che era giunto il momento di
fare una pausa e cominciai a interessarmi alla
possibilità di lavorare come telecronista.
Però c’era qualcosa che mi infastidiva, che
mi provocava un senso di insoddisfazione. Mi
resi conto che la mia carriera non sarebbe stata
completa se non avessi vinto un campionato,
per cui mi sono buttato ancora una volta anima
e corpo nella competizione. Mi sono iscritto
al campionato italiano del 1998 e l’ho vinto. È
inutile spiegare l’enorme soddisfazione che una
persona come me trae da un risultato simile.
Ho capito allora che avevo raggiunto il mio
traguardo e ho iniziato a dare un nuovo orienta-
mento alla mia vita professionale. Sono entrato
a far parte dell’azienda di mio padre, Andrea De
Adamich, che ai suoi tempi era stato un rino-
mato pilota di Formula 1. Abbiamo circa trenta
dipendenti e possiamo contare sulle prestazioni
di una cinquantina di istruttori che dedicano
parte del loro tempo al lavoro e parte alle gare.
Organizziamo tra l’altro corsi di guida sicura
per privati e imprese, forniamo presentazioni e
ci occupiamo del lancio di nuove auto. Inoltre
ho sviluppato ulteriormente la mia carriera nel-
l’ambito della telecronaca legata allo sport dei
motori. È un lavoro che mi piace moltissimo,
anche perché mi dà la possibilità di sfruttare
nuovamente la mia capacità di concentrazione e
improvvisazione.”
117
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Per il produttore di cioccolato Guylian, famoso
in tutto il mondo, le feste natalizie hanno inizio
già verso la metà di agosto, quando le vacanze
estive sono ormai agli sgoccioli. Nei mesi che
seguono vengono registrati tre quarti del fat-
turato annuale di 80 milioni di euro. Infatti la
scatola di frutti di mare al cioccolato, il più noto
prodotto Guylian, già da anni rappresenta uno
dei doni natalizi preferiti di milioni di persone in
tutto il mondo. In questo periodo di picco com-
merciale i dipendenti della fabbrica di cioccolato,
con sede a Sint-Niklaas in Belgio, producono
75.000 chili di praline al giorno. Successivamente
le leccornie devono essere confezionate e spedite.
“Quest’ultima fase rappresenta il collo di
bottiglia della catena di produzione”, spiega il
direttore operativo Paul Bevers. “Tutti i nostri
prodotti vengono confezionati con cura in sca-
tole da regalo, nel rispetto di rigorosi requisiti
igienici e regole che talvolta cambiano da paese
a paese. Inoltre nel periodo natalizio dobbiamo
preparare un gran numero di confezioni promo-
zionali e tenere conto delle esigenze particolari
dei nostri clienti, che sono molto diversificati. I
prodotti Guylian sono venduti in supermercati,
grandi magazzini, negozi all’interno di hotel
e aeroporti, stazioni di servizio e negozi spe-
cializzati. In poche parole, un volume enorme
deve essere confezionato in un tempo breve e in
numerosi modi diversi. La velocità e la cura con
cui tutto questo deve avvenire hanno una gran-
de importanza strategica. Un prodotto a base di
cioccolato non accuratamente confezionato non
viene venduto. Per tale motivo siamo sempre
estremamente attenti al reclutamento dei lavo-
ratori stagionali. Fortunatamente Unique è un
partner in grado di assisterci in modo eccellente.
Ogni anno Unique recluta e seleziona addetti
temporanei al confezionamento e al magazzino,
immediatamente disponibili e in grado di soddi-
sfare le nostre elevate esigenze.”
Per il produttore di cioccolato belga Guylian gli ultimi mesi dell’anno sono
i più impegnativi. I dolciumi prodotti dall’azienda
devono essere consegnati puntualmente in ogni parte del mondo, da una stazione
di servizio in Australia a un supermercato in Cina. Unique fornisce le centinaia di collaboratori necessari.
Un Natale senza problemi per Guylian
Guy
lian
Pau
l Bev
ers
119
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Amore e cioccolato
La storia di Guylian è fatta di amore e di
cioccolato. Cinquant’anni fa il cioccolatiere Guy
Foubert inventò le ben note praline a forma di
frutti di mare che racchiudevano un ripieno a
base di nocciola. Sua moglie Liliane, che posse-
deva uno spiccato senso di marketing, suggerì
di aggiungere le forme di ostrica e cavallucci
marini, tuttora utilizzate. Dalla combinazione
del suo nome con quello del marito nasce il
nome marchio.
Oggi Guylian è uno dei dieci marchi di cioc-
colatini confezionati più venduti del mondo.
“Circa il cinque per cento della produzione
rimane in Belgio, mentre il resto viene esporta-
to”, racconta Bevers nella sala di accoglienza
dell’impresa belga, che tra l’altro alcuni anni fa
è stata venduta al gruppo sud-coreano Lotte.
Per un’azienda che dipende in così larga
misura dalle esportazioni, a prima vista sembra
strano che Guylian produca il cioccolato solo
a Sint-Niklaas. “Gran parte del successo del
nostro marchio è dovuto al cosiddetto Belgian
heritage”, spiega Bevers. “Il fatto che producia-
mo solo in Belgio e che lavoriamo esclusivamen-
te cioccolato di vera qualità belga ci consente
di tenere a distanza la concorrenza. Ed è anche
per tale motivo che optiamo per un processo di
produzione tradizionale. Ad esempio, le noccio-
le, che acquistiamo noi stessi, vengono ancora
tostate nei calderoni di rame, affinché manten-
gano meglio il loro sapore particolare.”
L’inconveniente della produzione in Belgio è
dato dal fatto che il processo logistico diven-
ta più complesso. “Dobbiamo accertarci che
il nostro prodotto raggiunga puntualmente
una remota stazione di servizio in Australia o i
ripiani di una catena di grandi magazzini cinese.
Ciò richiede una pianificazione ottimale e una
preparazione tempestiva.”
L’anello cruciale
Il reparto di confezionamento rappresenta
dunque un anello cruciale della catena. “Nel
periodo di picco qui lavorano mediamente 130
collaboratori temporanei. Per un’impresa che
conta poco più di 200 dipendenti fissi si tratta
naturalmente di un’operazione di grande impat-
to. Dobbiamo avere la certezza che le persone
reclutate possiedano la flessibilità e l’abilità
necessarie. Inoltre devono essere in grado di
sopportare bene lo stress e riconoscersi nella
cultura aziendale. Noi non abbiamo abbastanza
tempo e risorse da dedicare alla formazione di
queste persone. Pertanto affidiamo volentieri
questo compito a uno specialista del settore.
L’uso di un simile fornitore di servizi rappresen-
ta per noi una scelta strategica.”
Da circa dieci anni Unique è il partner pre-
scelto. “Unique ha il vantaggio di conoscere per-
fettamente la nostra azienda e di comprenderne
la dinamica. Rappresentanti della sede di Uni-
que di Sint-Niklaas partecipano settimanalmen-
te alle riunioni di preparazione e, grazie alle loro
visite regolari, conoscono a fondo la situazione
lavorativa dell’azienda.”
Unique ha sviluppato inoltre una soluzione
personalizzata. I 300-400 candidati selezionati
per il lavoro temporaneo vengono sottoposti a
un test volto a misurare le loro competenze, la
resistenza allo stress e la capacità di adatta-
mento. Solo ai migliori viene offerto il lavoro.
Unique organizza e gestisce le visite informati-
ve all’azienda, redige quindi le istruzioni riguar-
“Dobbiamo stimolarci a vicenda per mantenere il miglior rapporto di lavoro possibile”
121
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
mate) e l’analisi degli abbandoni (quante perso-
ne hanno lasciato il lavoro anzitempo e perché).
Tra l’altro Guylian indice periodicamente una
procedura di gara. “Lo scopo è quello che Uni-
que dimostri di essere sempre il partner miglio-
re, in confronto alla concorrenza, e che operi a
prezzi conformi al mercato. Dobbiamo stimolar-
ci a vicenda per mantenere il miglior rapporto di
lavoro possibile. Nessuna delle due parti, infatti,
può permettersi di dormire sugli allori.”
danti il lavoro e forma i collaboratori prima che
comincino a lavorare. “Il nostro accordo prevede
che Unique fornisca la forza lavoro supplemen-
tare di cui abbiamo bisogno e che si occupi di
tutti gli aspetti correlati.”
Al termine del periodo di picco entrambe le
parti valutano le prestazioni fornite. Vengono
inoltre discussi in modo approfondito aspetti
importanti quali la percentuale di adempimento
(quante posizioni sono state effettivamente col-Pe
r m
ag
gio
ri i
nfo
rma
zio
ni:
ww
w.g
uy
lia
n.b
e
123
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
proiettati sull’intera squadra. La squadra deve
trarne vantaggio, altrimenti tutti gli sforzi sono
inutili. Vale anche il discorso inverso: la squadra
deve essere disposta a lasciare primeggiare un
giocatore. Le azioni straordinarie di un individuo
possono fare la differenza durante una partita e
se i giocatori non si concedono questo recipro-
camente non raggiungeranno mai la vetta. In
qualità di allenatore puoi esercitare una certa
influenza, anche senza l’aiuto di un giocatore
esperto. Ma non puoi fare miracoli; i giocatori
devono volerlo loro stessi.”
Avversità
“La capacità di gestire i momenti difficili
è un’arte a se stante. Le avversità possono
assumere forme diverse: subire un infortunio,
essere fuori forma, non venire schierato dall’al-
lenatore e naturalmente, l’avversità peggiore di
tutte, perdere la partita. Anche in questo caso
l’allenatore ha un ruolo importante; è necessa-
rio capire, insieme al giocatore, cosa è andato
storto e in che modo è possibile migliorare in
“Ci vuole un po’ di tempo per riconoscere il
talento, non è mai evidente a prima vista. Na-
turalmente si vede subito se una persona ha
predisposizione, ma non se è adatta per il mas-
simo livello. Per quello ci vuole tempo; tempo
per conoscere a fondo la sua personalità e per
capire come si comporta in situazioni difficili,
sotto pressione, ad esempio durante una partita.
Un allenatore deve dunque sapere osservare,
parlare e ascoltare.
Il talento da solo non basta per fare carriera
nello sport di alto livello. Innanzitutto bisogna
avere una certa dose di fortuna, ad esempio
avere un’altezza adeguata o altre caratteristi-
che fisiche necessarie per lo sport prescelto.
Inoltre il ruolo della famiglia è molto impor-
tante. I genitori hanno riconosciuto il talento
dei figli e li hanno aiutati a svilupparlo? Hanno
insegnato loro a sviluppare tutte le altre qualità
necessarie, non solo nello sport ma nella vita in
generale?”
Spirito collettivo
“In qualità di allenatore di giocatori di alto
livello negli sport di squadra, come la pallamano
e il calcio, spesso ti trovi di fronte a un dilemma.
Da un lato vuoi che un giocatore si impegni al
massimo per dare il meglio di sé. Allo stesso
tempo tali sforzi individuali devono essere
“L’essenziale è avere un obiettivo chiaro”
Heiner Brand, allenatore di pallamano:
Heiner Brand (Gummer-
sbach, Germania, 1952) è
stato uno dei più celebri
giocatori di pallamano della
Germania. Con la maglia del
VfL Gummersbach è stato
sei volte campione naziona-
le, quattro volte vincitore
di coppa e sette volte cam-
pione europeo. Ha iniziato
la carriera di allenatore
proprio nel VfL Gummer-
sbach e, dal 1997 al 2011, ha
guidato la squadra nazionale
che ha riscosso grandi suc-
cessi. Heiner Brand è il pri-
mo pallamanista della storia
ad aver conquistato il titolo
di campione mondiale sia in
qualità di giocatore (1978)
che in qualità di allenatore
(2007) della nazionale.
La caratteristica distintiva
di Heiner Brand sono i suoi
enormi baffi, che si è fatto
crescere negli anni Settanta,
quando erano di moda, e che
da allora non si è mai taglia-
to. Heiner Brand è sposato e
ha due figli. Anche i fratelli
maggiori, Klaus e Jochen,
sono stati pallamanisti di
successo della squadra VfL
Gummersbach.
125
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
“Per un atleta di alto livello la disciplina è una
qualità importante. Per avere davvero successo è neces-sario imporsi dei
sacrifici”futuro. Ciò non significa semplicemente elenca-
re gli errori commessi, ma è necessario capire
che a volte un giocatore può avere una giornata
no e che va trattato in modo rispettoso. Inoltre
è molto importante aspettare che la sconfitta
sia stata digerita. Fare una valutazione mezz’o-
ra dopo la fine di una partita persa non ha molto
senso, poiché la ferita è ancora aperta. Per un
atleta di alto livello la disciplina è un’altra quali-
tà importante.
Per avere davvero successo è necessario
imporsi dei sacrifici, evitare di uscire ogni sera,
mangiare in modo sano, allenarsi abbastanza,
anche quando non se ne ha voglia. Questo è
possibile solo se si prova piacere in ciò che si
fa. Anche la gioia di giocare è uno degli elementi
fondamentali per un atleta di alto livello.
Ma la cosa più importante in assoluto è
sapere ciò che si vuole ottenere. L’essenziale è
avere un obiettivo chiaro, come squadra e come
individuo. Se l’obiettivo da raggiungere è chiaro,
gli sforzi saranno più efficienti e sarà più facile
perseverare nei momenti avversi. Questa regola
non vale solo per lo sport ma anche per il lavoro.
Infatti il piacere, la disciplina e un obiettivo
chiaro sono le condizioni principali per ottenere
un buon risultato.”
127
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Il talento senza la disciplina e come una
piovra suipattini a rotelle. Tanto movimento senza
sapere mai se si va in avanti, all’indietro o di lato.
H. Jackson Brownscrittore americano
129
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Dave W
itjas
merciale. L’ho fatto per 26 anni con grande
piacere. Si sa come vanno le cose: ti sposi,
hai dei figli e hai delle responsabilità econo-
miche. Inoltre provavo lealtà nei confronti
della famiglia e il lavoro mi piaceva, quindi
l’idea di diventare steward passò in secondo
piano. Ma senza mai svanire del tutto.
A poco a poco i tempi cambiarono.
L’impresa di famiglia cessò di esistere e io
ne rilevai la parte che si occupava dell’im-
portazione di computer portatili per le
aziende. Ma non si tratta di un lavoro che
ti impegna quotidianamente, soprattutto
nei mesi estivi, e ben presto il mio vecchio
sogno fece nuovamente capolino. Ho fatto
domanda presso transavia.com, e tramite
tale società sono venuto in contatto con
Unique, che si occupa dell’intero proces-
so di reclutamento. Mi hanno assistito in
modo professionale, sia durante i colloqui
di orientamento che nell’ambito di un’at-
tività di gruppo con altri candidati, du-
rante la quale il committente osservava
attraverso una webcam. Volevano avermi
tra il loro staff, anche se naturalmente si
rendevano conto che non avevo più 21 anni.
La mia storia personale li ha convinti.
Ho raggiunto il mio obiettivo e non ho
ancora provato un solo momento di delu-
sione. Ovviamente a volte devo alzarmi
presto, ma ne vale la pena. I contatti con
i colleghi e con passeggeri sempre diver-
si – talvolta persone anziane che vanno a
giocare a golf nel sud della Francia, altre
volte giovani che vogliono fare la bella vita
sulle coste della Turchia – fanno sì che non
mi annoi mai. Non ci sono altre parole: alla
fine il mio sogno si è realizzato.”
“Fin da bambino sognavo di volare. Avevo uno
zio in Canada che era commissario di bordo
e ogni mese soggiornava a casa nostra. Ero
impressionato dalla sua bella uniforme e dai
racconti avvincenti e pensavo: anch’io voglio
fare questo lavoro. Ho capito ben presto che
non sarei mai diventato pilota, perché non
ero abbastanza bravo in matematica, quindi
l’alternativa più logica era diventare steward.
Quando ho terminato le scuole medie supe-
riori ero ancora troppo giovane. Intendevo
frequentare la scuola alberghiera, ma le cose
sono andate diversamente.
Sono entrato a far parte dell’azienda di
famiglia: all’inizio facevo il telefonista, poi
il venditore e infine il responsabile com-
“Non ci sono altre parole: alla fine il mio sogno si è realizzato”
Dave Witjas (Haarlem,
OlanDa, 1964) Ha
sempre DesiDeratO
Diventare steWarD. alla
fine ci è riuscitO e nOn
se ne pente neancHe per
un mOmentO.
131
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
fatti mi dà sicurezza per il mantenimento
della mia famiglia. Ho quattro figli, tutti
nati qui in Germania. Sebbene crescano bi-
lingui, parlano il tedesco meglio dell’arabo.
Ho molti parenti e amici in Libano e
ci torno regolarmente, ma tutto sommato
sono contento di vivere qui. Il paese mi
piace, apprezzo il modo in cui le persone
interagiscono tra di loro, l’interesse che
mostrano nei confronti del prossimo e
la solidarietà reciproca. E naturalmente
apprezzo la famosa puntualità tedesca.
Se non lo facessi, penso che non sarei un
bravo contabile…”
“Le differenze tra il Libano, il paese in cui
sono nato, e la Germania, il paese in cui
lavoro, sono notevoli. Non solo nell’am-
bito della vita familiare e nei rapporti
sociali, ma anche sul lavoro. Per trova-
re un buon posto di lavoro, nel mondo
arabo i contatti personali sono quasi più
importanti delle competenze. In Germa-
nia, e penso anche in altri paesi europei,
contano in primo luogo le qualifiche pos-
sedute. Ciò che un individuo sa fare è più
importante delle persone che conosce e,
sinceramente, preferisco questo sistema.
Dopo avere conseguito il diploma di
scuola superiore in Libano, ho ottenuto un
visto per studenti. Ho studiato economia
aziendale a Magdeburg, nell’ex Germania
dell’Est. Successivamente, nel 1999, sono
andato a lavorare presso Siemens in veste
di controller. Negli anni seguenti ho svolto
numerose mansioni di contabilità presso
diverse imprese. Poi, alcuni anni fa, pur-
troppo sono rimasto disoccupato.
Attraverso il centro per l’impiego
sono venuto in contatto con Unique, dove
infine ho di nuovo trovato un lavoro. In
quel momento cercavano qualcuno con le
mie competenze per la divisione che si oc-
cupa della gestione degli stipendi presso
la sede centrale della società madre USG
People Germania, a Monaco di Baviera.
Unique ha riconosciuto il mio talento, il
che è una cosa che apprezzo enormemen-
te. Il lavoro mi è piaciuto fin dal primo
giorno, non solo nella sostanza ma anche
per l’atmosfera. Il nostro team è molto
unito, a volte sembra quasi una famiglia.
Dopo un contratto temporaneo di due
mesi ho ottenuto un impiego fisso, di cui
naturalmente sono molto soddisfatto. In-
Ayo
ub W
ael
ayOub Wael (seiDe,
libanO, 1972) è arrivatO
in Germania DOpO le
scuOle superiOri cOn un
vistO per stuDenti. in
qualità Di cOntabile, la
puntualità teDesca lO
sODDisfa pienamente.
“Il nostro team è molto unito, a volte sembra quasi una famiglia”
133
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
“Il talento è importante per avere successo, ma
non è l’unico aspetto che conta. Attualmente
do lezioni di tennis a sedicenni che sotto molti
punti di vista giocano meglio di come giocavo io
alla loro età, ma questo non significa che tutti
loro vinceranno il torneo di Wimbledon. Oltre
al talento, che è inevitabilmente necessario, è
importante possedere perseveranza e forza di
volontà, nonché essere disposti a fare grandi
sacrifici fin da piccoli. Da bambino non trascor-
revo mai tempo con i miei amici dopo la scuola
e durante le vacanze ero impegnato in diversi
tornei. Quando avevo circa otto anni, siamo
andati in Scandinavia con la roulotte. È stata una
vacanza meravigliosa, ma è stata anche l’ultima.
Al quinto anno delle superiori ho abban-
donato gli studi, poiché ho capito che non ero
più in grado di portare avanti entrambe le cose.
All’età di undici o dodici anni ero tra i migliori
giocatori d’Olanda, ma negli anni successivi
le mie prestazioni erano peggiorate. Ho fatto
questo patto con me stesso: per quattro anni mi
dedico al tennis professionale e, se non ottengo
i risultati auspicati una volta trascorso tale
periodo, completo la scuola superiore e scelgo
un’altra carriera professionale. Si trattava di
una scommessa, ma una scommessa calcolata,
e in ogni caso volevo provarci. Temevo che mi
sarei poi pentito se non avessi tentato il tutto
per tutto al fine di raggiungere il mio obiettivo.”
“Il successo può arrivare in fretta se tutto va per il verso giusto”
Australian Open
“Ho sgobbato per due anni senza fare grandi
progressi finché, improvvisamente, ho sfondato.
Avevo giocato all’infinito in numerosi tornei in
paesi con un budget limitato, come ad esempio
la Polonia e il Portogallo, fino a quando non ebbi
l’opportunità di partecipare all’Australian Open,
raggiungendo il quarto turno. Un anno più tardi
arrivai in semifinale, avvicinandomi ai primi 10
tennisti del mondo. Il successo può arrivare
in fretta se tutto improvvisamente va per il
verso giusto. In poco più di un anno diventai il
tennista che era sempre esistito dentro di me,
ma che non si era ancora espresso pienamen-
te. L’allenamento continuo era alla base di tale
trasformazione. Ma imparai anche a fare il mio
proprio gioco, vale a dire a concentrarmi sul
servizio, mentre evitavo il più possibile il tiro
rovescio, che rappresenta il mio punto debole.
Così sono cresciuto; la fiducia in me stesso, ele-
mento fondamentale, è aumentata e soprattutto
gli altri giocatori mi consideravano come un serio
concorrente. Questo faceva una differenza enorme.
Il mio allenatore ha avuto un ruolo crucia-
le. Ho conosciuto Rohan Goetzke troppo pre-
sto, quando non potevo ancora permettermi di
pagarlo. Capii subito che era l’uomo giusto per
me, così gli chiesi ardentemente di non seguire
un altro giocatore ma di aspettare finché io non
avessi abbastanza denaro. Penso che questo si
Richard Krajicek, tennista:
135
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
possa considerare come uno dei miei talenti: il
fatto che abbia riconosciuto il mio maestro. In
qualità di coach era insuperabile, non solo per-
ché conosceva ogni dettaglio della tecnica del
tennis, ma anche e soprattutto perché sapeva
rasserenarmi. Ero abbastanza motivato da solo,
per quello non avevo bisogno di un coach. Avevo
invece bisogno di un coach che mi invitasse
alla calma, e Rohan era capace di farlo. Una
delle prime cose che mi ha detto è stata: ‘Se
un giocatore è migliore di te, ti togli il cappello
davanti a lui’. Non mi era mai capitato di sentire
che qualcuno potesse essere così tranquillo di
fronte alla possibilità di subire una sconfitta.
Esattamente ciò di cui avevo bisogno, perché
volevo a tutti i costi vincere e questo influiva
negativamente sulle mie prestazioni.”
Scelte
“Lo sport di alto livello significa che è
necessario fare delle scelte, ma non bisogna
avere paura di questo. Nel marzo 2000 ho
avuto una dolorosa infiammazione, conosciuta
anche come gomito del tennista, e cionono-
stante ho deciso di continuare a giocare. Mi era
già successo in passato ed era finita bene, ma
questa volta le cose sono andate diversamente.
Ho giocato per quasi otto mesi provando dolore
e assumendo molti farmaci analgesici, ma la
lesione è peggiorata e alla fine sono rimasto
fermo per venti mesi. Dopo una breve ripre-
sa, nel 2003 ho smesso definitivamente. Con
il senno di poi avrei dovuto dare retta al mio
corpo. Comunque non mi pento di avere conti-
nuato a giocare nonostante l’infiammazione;
prendere decisioni fa parte della vita, a volte
sono giuste e a volte no. Ma servono a imparare
una lezione utile per il futuro.
Sono stato molto fortunato a ricevere
l’offerta di diventare direttore del torneo ABN
Amro di Rotterdam. Anche in questo contesto
ho la possibilità di concentrarmi su ciò che mi
piace fare e che so fare bene: il contatto con i
giocatori e con gli sponsor. Da dieci anni ormai
va tutto benissimo, il torneo fa parte del mondo
del tennis e sono contento di avere potuto dare
il mio contributo. Gli aspetti in cui sono meno
competente, come ad esempio l’organizzazione
pratica di un simile torneo, li lascio volentieri
alle persone che sanno occuparsene meglio di
me. Ritengo che questa distribuzione dei ruoli
sia vantaggiosa per tutti.”
Richard Krajicek, (Rot-
terdam, Olanda, 1971) è
diventato negli anni Novanta
uno dei più grandi tennisti
olandesi di tutti i tempi.
Per anni è stato l’unico
giocatore che riportava più
vittorie che sconfitte negli
incontri con Pete Sampras,
l’allora numero uno del
mondo. Questo è avvenuto
anche durante il torneo di
Wimbledon del 1996, al quale
Krajicek ha partecipato come
unico tennista olandese della
storia. Dopo avere abban-
donato l’attività sportiva ad
alto livello, nel 2003 Richard
Krajicek ha assunto il ruolo
di direttore del torneo ABN
Amro di Rotterdam che, sot-
to la sua guida, è diventato
popolare tra quasi tutti i
primi dieci giocatori del mon-
do. È sposato con l’ex foto-
modella e scrittrice Daphne
Deckers e ha due figli.
“In un anno diventai il tennista che era
sempre esistito dentro di me, ma che non si era ancora espresso
pienamente”
137
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
dria, nei panni di un clown permettono al
pubblico di dimenticare per un po’ le pre-
occupazioni quotidiane, dietro al bancone
fatto con le loro stesse mani aspettano
pazientemente l’arrivo o meno dei clienti,
pagaiano in un torbido fiume nella foresta
tropicale, posano con orgoglio accanto
alla motocicletta che hanno riparato da
soli. Sono la personificazione del loro la-
voro, ma in modo diverso rispetto agli uo-
mini che ogni giorno scendono dal metrò
nel quartiere degli affari di Amsterdam,
Bruxelles, Francoforte, Roma o Madrid.
Sono più rilassati, più tranquilli e in un
certo senso più sicuri di sé.
Negli anni scorsi Thijs Heslenfeld ha
ritratto questi uomini in ogni parte del
mondo. Ha scoperto qualcosa in ognuno
di loro: possedevano qualcosa a cui anche
lui aspirava. Ed è orgoglioso di avere rag-
giunto il suo obiettivo, di essere in grado
di guadagnarsi da vivere come fotografo
indipendente e di poter organizzare la sua
vita come desidera, nonostante questo a
volte comporti problemi e incertezza.
Men at work (Uomini al lavoro) è il
titolo attribuito da Thijs Heslenfeld a
questa serie fotografica. In questa pagina
sono presentati alcuni suoi scatti, che
suscitano sorpresa e sono fonte di
ispirazione.
Orgogliosi sono gli uomini fotografati
da Thijs Heslenfeld. Orgogliosi del loro
lavoro, orgogliosi di tutto ciò che ruota
intorno ad esso: i bei vestiti, il posto
straordinario in cui operano, l’attenzione e
l’apprezzamento che ricevono… E orgoglio-
si della loro indipendenza naturalmente.
Infatti tutti questi uomini non devono
dare conto a nessuno, sia che si trovino in
una remota zona dell’Australia, in mezzo
alla giungla o in un semplice laborato-
rio di una qualche metropoli del terzo
mondo. L’amministrazione pubblica non si
intromette nelle loro attività, almeno non
più di quanto strettamente necessario.
Nessun ente di controllo delle condizioni
di lavoro, nessuna autorità garante della
concorrenza, nessuna organizzazione di
settore, nessuna mania organizzativa
come quella che in Occidente riteniamo
tanto necessaria e dunque normale per
poter svolgere bene il nostro lavoro.
In realtà tutti questi uomini vantano
un’indipendenza da fare invidia, no-
nostante debbano talvolta affrontare no-
tevoli difficoltà. Sono responsabili della
propria vita e di nessun altro e, benché
spesso non abbiano altra scelta, sono ap-
parentemente soddisfatti. In altre parole,
sperimentano la vera essenza del loro la-
voro. Come cowboy badano alla loro man-
Uomini al lavoroThijs Heslenfeld
Pe
r ma
gg
iori in
form
az
ion
i: ww
w.th
ijsh
es
len
feld
.co
m
Thijs Heslenfeld (Hilver-
sum, Olanda, 1965) ha
lavorato come autista, gior-
nalista, autore e giurista
prima di scoprire la fotogra-
fia. I suoi libri di fotografia
sull’Antartica (2007) e
sull’Australia (2009) gli
sono valsi importanti rico-
noscimenti da parte di rivi-
ste di settore che l’hanno
definito come “uno dei più
grandi fotografi di viaggi
europei”. Il suo libro Men at
Work, dal quale sono tratte
le immagini presentate
nelle pagine seguenti, gli è
valso il riconoscimento Red
Dot Design Award 2012. Le
didascalie che accompagna-
no le foto selezionate sono
brevi riassunti delle storie
di vita raffigurate da Thijs
e contenute nel suo libro.
139
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
<< Questo park ranger del
Botswana rilascia i permessi
per i viaggiatori che intendono
passare la notte nel Parco
transfrontaliero Kgalagadi nel
deserto del Kalahari. Persino
per questo genere di gite
avventurose sono necessari
moduli, timbri e firme. Thijs
Heslenfeld ha annotato il
nome dell’uomo su un pezzo di
carta che successivamente, lo
stesso giorno, è volato fuori da
un finestrino dell’auto aperto.
Non è andato a riprenderlo a
causa dei leoni che circolavano
intorno al veicolo.
Da oltre quarant’anni l’olan-
dese Ton Pieters conduce i
turisti sull’isola norvegese di
Spitsbergen, a metà strada
tra Capo Nord e il Polo Nord.
Porta un fucile per protegge-
re se stesso e la sua comiti-
va dai tremila orsi polari che
popolano l’isola in numero
quasi uguale a quello degli
abitanti. Dappertutto al di
fuori del piccolo capoluogo
Longyearbyen vi è il rischio
di essere attaccati da uno di
questi animali predatori.
>> Milton Sanchez Vazques
lavora come clown presso il
Circo Gigante Chin Chin in
Perù. Gli otto membri del circo
hanno parcheggiato le loro
roulotte adibite ad abitazione
in un quartiere popolare della
periferia della capitale Lima,
dove si esibiscono in alcuni
numeri sotto un semplice ten-
done. Sono tempi difficili per il
Perù e sempre meno persone
dispongono di due o tre soles
per acquistare un biglietto. È il
mese di giugno e in Sud Ameri-
ca è in arrivo l’inverno, pertan-
to il circo si trasferirà presto in
Amazzonia, con la speranza di
attirare nuovo pubblico.
Malcolm Merchant e sua
moglie gestiscono insieme
una fattoria nei pressi dalla
cittadina mineraria di Wiluna,
in Australia. Sebbene prima di
acquistare la fattoria, Malcolm
avesse esaminato attentamen-
te i dati meteorologici degli
ultimi cent’anni, le precipi-
tazioni di quella zona sono
talmente imprevedibili da im-
pedire l’auspicata coltivazione
di uva. Ora Malcolm affitta le
capanne dei vendemmiatori
ai visitatori di passaggio, che
non si lasciano sfuggire l’oc-
casione di dormire in un vero
letto in una camera con l’aria
condizionata.
141
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
143
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Ahmed Zahir attende i primi
clienti nel suo ristorante di
Zarkian Agballu, un villaggio
marocchino situato sui monti a
est di Marrakech. Svolge que-
sta attività da oltre trent’anni.
I piatti più apprezzati del suo
ristorante sono le tagine e il
couscous. Naturalmente i suoi
clienti consumano anche molti
litri di tè al giorno.
Girovagando per i souk di
Marrakech, Thijs Heslenfeld ha
scoperto un vecchio portone
dal quale usciva una grande
quantità di vapore. All’interno
ha incontrato quest’uomo,
Mohammed, che ha il compito
di mantenere acceso il fuoco
nella cantina dell’hammam, il
bagno pubblico. Come combu-
stibile utilizza i trucioli pro-
venienti dalle numerose fale-
gnamerie della città vecchia.
L’umile casa di Mohammed,
dove è stata scattata questa
foto, si trova al di sopra del
locale caldaia, sulla destra.
145
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Steve Anderson è il respon-
sabile dell’Otter Creek Ranch,
nello stato americano del
Wyoming. Con 1200 vacche,
120 tori e numerosi cavalli si
tratta di una fattoria enorme,
delimitata da una recinzio-
ne di 225 chilometri. Steve
ha appena licenziato alcuni
cowboy che avevano perso il
loro cavallo dopo essere usciti
in compagnia di cacciatori del
Michigan ed essersi ubriacati.
“Se non riesci nemmeno a
badare al tuo cavallo, dubito
che tu sia in grado di gover-
nare 1200 capi di bestiame
di proprietà altrui”, è stata la
sua motivazione.
> Il maggiore M.G. Dlamini
è uno dei 209 fratelli del
re Mswati III dello Swazi-
land. Il giorno in cui è stata
scattata la foto il maggiore
indossava l’alta uniforme in
occasione del 38o comple-
anno del re.
147
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Spesso le persone pensanoche io abbia avuto fortuna. Ma la fortuna e necessaria
solo per mostrarti le opportunità al momento
giusto. Poi serve il talento.Frank Sinatracantante americano
149
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
“Suona re dischi tutto il giorno, quello era il mio sogno”
Radio Caroline
“Tuttavia il desiderio di diventare DJ conti-
nuava a tormentarmi. Avevo un ‘drive-in show’,
una discoteca mobile con cui viaggiavo in tutto
il paese. Quando fui scoperto dalla stazione
radio pirata inglese Radio Caroline, un canale
musicale privo di licenza ufficiale, feci i salti di
gioia. Suonare dischi tutto il giorno, quello era il
mio sogno. La nave che ospitava l’emittente di
Radio Caroline era ancorata alla foce del Tamigi.
Oltre a trasmettere musica avevo la possibilità
di organizzare, proprio come da Unique, ma in
condizioni più rudimentali. Acquistare il carbu-
rante, ad esempio, era un’impresa ardua poiché
in realtà operavamo in modo illegale. Ricordo
che una volta ho recuperato alcune taniche di
gasolio da un peschereccio belga in mare aperto.
All’inizio degli anni Ottanta mi sono trasferi-
to a Radio Veronica. Lì ho scoperto di possedere
un’altra qualità: intuizione commerciale, anche
se ebbi modo di svilupparla completamente solo
nel 1992 quando, insieme ad alcuni colleghi,
fondai la stazione radio commerciale Radio 538
di cui diventai direttore nel 1995. In quella posi-
zione ho dovuto sfruttare tutta la mia forza di
persuasione e le mie capacità di contrattazione
per convincere il mondo politico. I funzionari con
cui avevo a che fare volevano solo una radio in
grado di trasmettere un ‘messaggio’ e, nonostan-
te a volte mi sembrasse di lottare contro i mulini
a vento come Don Chisciotte, ho comunque rag-
giunto il mio obiettivo. Ci venne concessa una
frequenza e potemmo così iniziare a lavorare.”
“Ho una bella voce, è iniziato tutto da lì. Un’ot-
tima voce per un DJ, in ogni caso. L’avevo già
capito quando frequentavo le scuole superiori e
animavo una festa scolastica dopo l’altra. Erano
feste stupende, me ne rendevo conto da solo,
anche se così facendo lo studio naturalmente ne
risentiva molto. Già in prima superiore rimasi
bocciato, per la disperazione dei miei genitori.
Ma per fare qualcosa di buono nella vita non
basta avere solo una bella voce. Era il parere
dei miei genitori e anch’io ero d’accordo con
loro. Per tale motivo, dopo gli esami finali, sono
andato a lavorare presso Unique Uitzendburo in
qualità di addetto alla selezione del personale.
Lì è emerso il fatto che possedevo anche altri
talenti. Ad esempio riuscivo a valutare abba-
stanza bene ciò che le persone avevano in serbo
per assisterle successivamente nell’individua-
zione dell’impiego giusto; inoltre avevo la capa-
cità di avviare nuove organizzazioni. In quei
primi anni di Unique sono stato co-responsabile
dell’apertura delle sedi di Rotterdam e dell’A-
ia. Svolgevo quel lavoro con grande piacere. In
una Ford Taunus aziendale, una coupé grintosa,
andavo da un ufficio all’altro con la mia parlanti-
na spigliata. Forse è proprio quella parlantina la
mia principale risorsa.”
DJ Erik de Zwart:
151
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Investimento grandioso
“Poi ebbe inizio la lotta per la conquista del-
l’ascoltatore. Registrammo un importante succes-
so nell’anno 2000, quando riuscimmo a reclutare
i noti DJ olandesi Edwin Evers e Jeroen van Inkel.
I nostri azionisti si spaventarono del prezzo, ma
riuscii facilmente a convincerli che si trattava
di un investimento grandioso. Il costo era ele-
vato, ma anche il rendimento era notevole. Non
solo risultati migliori per Radio 538, ma anche
un calo degli ascolti per la concorrenza, da dove
avevamo prelevato i due fantastici DJ. Questo ha
dato un impulso enorme alla nostra stazione.
Penso che i miei principali talenti, in termini
di qualità caratteriali, siano la grande facilità
nei rapporti sociali e la forte perseveranza. Vado
sempre avanti e risolvo i miei problemi da solo (a
tale proposito sono un vero liberale) e allo stesso
tempo stabilisco facilmente contatti. Chiacchiero
con tutti e sono interessato a tutti, anche se a
volte mi piace stare per conto mio. Ad esempio
quando sono indaffarato in giardino con i miei
modellini di treni (i modelli in scala della famo-
sa Rhätische Bahn, la rete ferroviaria svizzera,
sono il mio fiore all’occhiello) non voglio essere
disturbato da nessuno.”
Il Trenino Thomas
“Ma come ho già detto, è iniziato tutto con la
mia voce e mi sono sempre impegnato per miglio-
rarla. Ad esempio mi sono sbarazzato del tipico
accento di Amsterdam. In che modo? Esercitan-
domi all’infinito, accanto alla radio. Ascoltando
la pronuncia dell’olandese standard e cercando di
imitarla più accuratamente possibile.
Ancora oggi devo affrontare nuove sfide in
tal senso. Per anni sono stato la voce del Trenino
Thomas, il protagonista dell’omonima serie tele-
visiva per bambini. È ben diverso dal presentare
un programma radiofonico o un drive-in show;
bisogna usare toni più pacati, fare la voce dolce,
senza sembrare leziosi o sciocchi.
Non è affatto semplice, ma penso di esserci
riuscito. In ogni caso sono popolare tra i bambini
che guardano il Trenino Thomas. O forse lo sono
soprattutto per i loro genitori, che vogliono sem-
pre farsi fotografare con me. Anche per quello
mi piace molto farlo. A dire il vero come tutte le
cose che ho fatto nella vita.”
Erik de Zwart (Amsterdam,
Olanda, 1957) ha iniziato la sua
carriera presso Radio Unique,
una stazione radio pirata via
cavo e nel 1979 è stato reclu-
tato da Radio Caroline. Suc-
cessivamente ha presentato
per Veronica vari programmi
televisivi, tra cui Countdown
e Nederland Muziekland. Nel
1989 ha seguito Lex Harding
alla radio come presentatore
della Top 40 olandese. Tre anni
più tardi ha fondato, insieme
a Harding, la stazione radio
commerciale indipendente
Radio 538, presso la quale
ha lavorato dapprima come
conduttore di programmi; in
seguito ha assunto il ruolo di
direttore generale. Dopo avere
lavorato alcuni anni per Talpa
Radio International, un’impresa
del magnate dei media John
de Mol, dal 2005 è un libero
imprenditore. Dal 2008 Erik è
di nuovo in radio come station
voice di Radio Veronica e, nel
fine settimana, presenta il
programma Top 40 Hitdossier.
Erik de Zwart è sposato e ha
due figlie.
“Mi sono sbarazzato del tipico accento
di Amsterdam esercitandomi
all’infinito accanto alla radio”
153
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Passeranno ancora circa dieci anni, forse qual-
cuno in più, ma infine verrà raggiunta la soglia
magica. “Verso il 2025 almeno la metà della
popolazione attiva europea lavorerà su base
temporanea”, è la previsione del futurologo
Adjiedj Bakas. “Una parte sarà costituita da
lavoratori interinali o lavoratori distaccati pres-
so un committente, mentre la parte restante
sarà composta da lavoratori freelance e liberi
imprenditori. La tendenza indica che questo
cosiddetto strato flessibile è destinato a diven-
tare sempre più spesso.”
L’inglese Lynda Gratton, esperta di strategie
delle risorse umane, concorda. “Il futuro è rap-
presentato dall’imprenditorialità seriale”, affer-
ma l’autrice del volume The Shift – The Future
of Work is Already Here. “In futuro la possibilità
di condurre una vita gradevole e interessante
dipenderà dalla capacità di ognuno di riscoprirsi
continuamente. Nessuno può ancora permettersi
di tirare i remi in barca. Questo vale sicuramente
anche per il lavoro e i rapporti di lavoro.”
Bakas: “I lavoratori flessibili sono respon-
sabili della loro posizione di mercato. Devono
occuparsi del proprio sviluppo e fare in modo
che i datori di lavoro ne siano a conoscenza.
Fortunatamente questo approccio riflette per-
fettamente le idee delle giovani generazioni
riguardo al giusto equilibrio tra lavoro e vita
privata. I giovani capiscono molto bene che una
carriera di successo non deve più essere neces-
sariamente una strada ininterrotta. Tutti questi
sviluppi rappresentano il fulcro di una rivoluzio-
ne del mondo del lavoro che avrà un impatto
altrettanto forte della rivoluzione industriale
avvenuta due secoli fa.”
Senza tempo e senza confini
Sembra effettivamente che sia in atto una
rivoluzione del mercato del lavoro europeo. Mai
prima d’ora si era verificato un movimento di
tale entità e gli esiti non sono mai stati così
imprevedibili.
Da tempo ormai i datori di lavoro conside-
rano il lavoro flessibile come un’arma strategica
per consentire alle loro organizzazioni di evol-
vere al passo con i cambiamenti di domanda e
offerta. Si concentrano essenzialmente sulle
attività fondamentali, affidando a specialisti
l’esecuzione di tutte le mansioni non diretta-
mente legate al core business. Inoltre la sempre
maggiore disponibilità di lavoratori flessibili
offre loro più possibilità di acquisire, per un
periodo più o meno lungo, le competenze e la
Sui mercati del lavoro europei è in corso una vera e propria rivoluzione. Il posto di lavoro fisso appartiene ormai al pas-sato e viene sostituito dal lavoro flessibile. Ne conseguono vantaggi per tutte le parti interessate, ma sorgono anche nuove esigenze, come spiegano i due esperti. “In futuro le attuali agenzie di lavoro interinale e i datori di lavoro distac-canti diventeranno consulenti del CdA, addetti al marketing, appaltatori principali, compratori e assicuratori insieme.”
Adjiedj Bakas e Lynda Gratton, futurologi
Il futuro dorato del lavoro flessibile
conoscenza di cui non dispongono (o di cui non
vogliono disporre) internamente.
Ma le esigenze dei datori di lavoro non sono
l’unica causa di questa rivoluzione. Innanzitutto
Bakas e Gratton evidenziano l’effetto del “nuovo
modo di lavorare”. Grazie alla diffusione delle
reti mobili supportate da computer portatili,
smartphone e tablet, e del concetto di “cloud
computing”, che rende la comunicazione indi-
pendente da tempo e luogo, il lavoro a distanza
in team virtuali diventa la norma. Gratton: “La
routine quotidiana del lavoro dalle 9 alle 5
scompare. In linea di principio il lavoro non ha
più né tempo né confini. Gli uffici perdono la loro
funzione di luoghi di incontro fissi e diventano
centri di coordinamento per team virtuali carat-
terizzati da una composizione variabile di dipen-
denti fissi e temporanei. Al massimo una o due
volte alla settimana i colleghi si incontrano per
uno scambio di idee e informazioni e per man-
tenere il contatto umano. Questo naturalmente
interessa in misura minore le aziende produt-
tive e altri ambienti di lavoro in cui è necessaria
la presenza fisica. Ma anche in tali contesti
gli strumenti di ICT migliorano notevolmente
l’efficienza così da rendere superfluo un numero
sempre maggiore di anelli della catena. I rapporti
di lavoro diventano pertanto ancora più flessibili.”
Le domestiche non esistono più
Molti mestieri sono destinati a scomparire,
prosegue Adjiedj Bakas. “Questa non è una
novità. Dei mestieri esistenti intorno al 1900
oggi ne sopravvive al massimo il dieci per cento
nella forma di allora. Nelle grandi città, quali
Londra, Parigi e Madrid, a quell’epoca la metà
della gente lavorava nel settore del servizio
domestico oppure come vetturino o manovale.
Oggi è impossibile trovare una domestica.”
Il processo si ripete. Ma ciò che prima succe-
deva nell’arco di un secolo, ora si compie in un
decennio. Tra dieci anni gran parte delle attuali
professioni non esisterà più, ad esempio nel set-
tore amministrativo. La tecnologia subentra nello
svolgimento di determinate mansioni. L’aspetto
positivo è che compaiono molte professioni nuove.
Nascono altre forme di prestazioni di servizi
per la gestione delle relazioni interpersonali. In
un’economia vivace come la nostra vi è il bisogno
di validi anfitrioni, di responsabili della gestione
delle informazioni e dei cambiamenti e di persone
in grado di aiutarci a dare un senso alla nostra
esistenza. L’attuale segretaria diventa respon-
sabile, in qualità di Assistente Personale, del
bisogno di informazioni dei suoi datori di lavoro e
della gestione delle rispettive reti di social media.
Tuttavia il tempo e la distanza diventano sempre
meno determinanti per chi svolge il lavoro e dove.
In base a questa dinamica il posto di lavoro fisso
è destinato a svanire gradualmente. Una compo-
sizione troppo rigida del personale impedisce a
“Verso il 2025 almeno la metà
della popolazione attiva europea
lavorerà su base temporanea”
155
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
acquisizione e di marketing dei professionisti.
In futuro dovranno offrire intermediazione per
tutte le persone che scelgono di proporsi sul
mercato del lavoro a titolo individuale e che
necessitano di assistenza nella vendita del loro
tempo e nella ricerca di impiego.”
Per rivestire un simile ruolo in modo effi-
ciente, le organizzazioni del lavoro flessibile
devono svolgere un’attività di consulenza più
che di intermediazione. Il loro compito consiste
nell’adattare la strategia dei committenti in
base alla conoscenza e alle competenze di cui
questi hanno bisogno per raggiungere gli obiet-
tivi prefissati. Quali competenze sono necessa-
rie, oggi e in futuro, e quali devono ancora esse-
re sviluppate o acquisite? Queste organizzazioni
possono quindi aiutare i propri lavoratori fles-
sibili a svilupparsi nella direzione desiderata, in
modo da continuare a rappresentare un valore
aggiunto per i committenti.
Inoltre dovranno operare in qualità di appal-
tatore principale per un pacchetto completo di
servizi di supporto. Un’impresa o un ente che
intende affidare a partner esterni tutte le atti-
vità non direttamente legate al core business
ma che non vuole dipendere da un unico part-
ner, assegna l’incarico alla società fornitrice
di lavoro flessibile. Quest’ultima costituisce i
team necessari, li guida e ne controlla la qualità.
La ricompensa si basa sui risultati in termini
di efficienza e qualità fornite. Per i lavoratori
flessibili l’organizzazione si occupa della distri-
buzione dei redditi, gestisce gli aspetti fiscali e
predispone una rete di sicurezza sociale.
“Prevedo che nell’arco di pochi anni le prime
organizzazioni del lavoro flessibile istituiranno
persino banche delle assicurazioni sociali. I
professionisti associati che si ritrovano momen-
taneamente senza lavoro potranno ricorrere al
risparmio finanziario accumulato collettivamen-
te. Inoltre verranno acquistati collettivamente
assicurazioni malattia e diritti alla pensione
per i lavoratori flessibili associati. In futuro le
attuali agenzie di lavoro interinale e i datori di
lavoro distaccanti diventeranno consulenti del
CdA, addetti al marketing, appaltatori principali,
compratori e assicuratori insieme.”
un’organizzazione di adattarsi abbastanza rapi-
damente ai cambiamenti che si verificano nel
suo ambiente. Ne consegue anche la modifica
dell’essenza del lavoro flessibile, che diventa
uno strumento di innovazione e non solo un
mezzo per risolvere temporaneamente problemi
di capacità o di competenze.
A ciò si aggiunge il fatto che il talento
diventa sempre più scarso a causa degli sviluppi
demografici, sottolineano Bakas e Gratton. Nel
2040 metà della popolazione attiva europea
avrà più di cinquant’anni. Questo enorme poten-
ziale di conoscenza ed esperienza deve pertanto
essere sfruttato più a lungo per prevenire pro-
blemi di capacità e fuga di cervelli. Ma numerosi
dipendenti più anziani si sentono intrappolati
nel loro vecchio lavoro e sono alla ricerca di
nuove sfide. In tal caso il lavoro flessibile rap-
presenta la scelta più logica.
Alla base della piramide del personale i
giovani fanno una scelta diversa che porta allo
stesso risultato. Gratton: “Le nuove generazioni
considerano il lavoro come un mezzo per conti-
nuare ad ampliare lo sviluppo personale e rica-
varne un altro status rispetto, ad esempio, alla
generazione dei baby boomer. Non si aspettano
di lavorare tutta la vita per un solo datore di
lavoro e tengono molto alla loro libertà.”
Bakas: “La mancanza di un datore di lavoro
permanente è un fattore fortemente stimolante
per molti giovani. Sempre più persone ritengono
che il lavoro flessibile possa offrire interessanti
possibilità. Alla ricerca di talenti con competen-
ze particolari, che ormai tendono a scarseggiare,
i datori di lavoro dovranno a loro volta impie-
gare sempre più spesso lavoratori temporanei,
anche per funzioni specialistiche e incarichi di
responsabilità.”
Valore aggiunto per i committenti
Tutti questi cambiamenti richiedono un
nuovo metodo di intermediazione. Le società
che forniscono lavoratori flessibili dovranno
pertanto ridefinire, almeno in parte, la loro stra-
tegia. Bakas: “Potenzialmente queste organiz-
zazioni hanno un futuro dorato. Ma il loro ruolo
cambierà. Devono diventare lo strumento di
Diventare esperti
La forza di attrazione del datore di lavoro
di domani è determinata in parte dalla capacità
di offrire un contributo significativo alla vita
professionale dei lavoratori, pronostica Lynda
Gratton. “Ciò richiede interazione. È necessario
fare in modo che le persone abbiano occasione
di incontrarsi nell’ambito di relazioni di lavoro
elastiche. Insegnare loro a lavorare in team vir-
tuali. Aiutarle a mantenere le loro reti di contat-
ti sociali. L’isolamento rappresenta la maggiore
minaccia per il lavoratore di domani.”
Per avere successo nel nuovo mondo del
lavoro è necessario attuare alcuni fondamentali
cambiamenti di mentalità.”In futuro non ci sarà
più spazio per i generalisti, vale a dire quelle
persone che sono in grado di fare un po’ di tutto
ma che non eccellono in nulla. Le loro attività
verranno svolte da una tecnologia sempre più
intelligente. Anche la specializzazione in una
determinata disciplina sarà ancora utile per un
tempo limitato. Essere specializzati in un solo
settore o ambito non è più sufficiente; il rischio
che tale settore scompaia è troppo grande.
Pertanto è necessario cambiare regolarmente,
continuando ad acquisire nuove competenze, in
altre parole diventare esperti in più discipline.”
Anche Adjiedj Bakas insiste sulla neces-
sità di rinnovarsi continuamente. “È importante
capire che ciò in cui si eccelle oggi probabil-
mente tra dieci anni non esisterà più. Come
dice il proverbio: ripara il tetto quando splende
il sole. Quindi non bisogna aspettare di non
avere lavoro, ma occorre investire in se stessi
quando le cose vanno bene. A questo propo-
sito è utile definire un piano di sviluppo con
l’organizzazione del lavoro flessibile.”
Gratton: “Il futuro appartiene al collabora-
tore innovativo. I professionisti devono quindi
organizzare le proprie reti sociali. Io consiglio
alle persone di costituire una squadra virtuale;
una rete di amici e conoscenti, persone fidate
dalle quali è possibile ricevere sostegno, in
grado di offrire un feedback personale e che
possiedono conoscenza e competenze comple-
mentari. Ciò consente di conservare la propria
intraprendenza. È importante inoltre mante-
nere le proprie reti di contatti professionali. È
utile interagire con un gruppo innovativo di
persone con cui si hanno delle affinità, con le
quali è possibile condividere nuove idee e che
fungono da stimolo per raggiungere sempre
nuovi traguardi. Il futuro appartiene alle per-
sone dotate di una valida rete di contatti e di
spiccata versatilità.”
Bakas: “La vivace economia del 2025 sarà
incentrata su quattro aspetti fondamentali:
efficienza, solidarietà, personalità e capacità
di immedesimazione. È importante eccellere in
tutti e quattro.”
Adjiedj Bakas ha origini
sudamericane, asiatiche ed
europee e riflette, discute
e scrive sulle tendenze per
il futuro. Recentemente ha
pubblicato tra l’altro De
Toekomst van Werk (il futu-
ro del lavoro), in cui esplora
la trasformazione che i
rapporti di lavoro subiranno
in futuro. Svolge attività di
relatore per i dipendenti e i
clienti di Unique nelle ses-
sioni mattutine.
La britannica Lynda
Gratton è professore di
Management Practice
presso la London Business
School nonché fondatrice
del laboratorio di idee Hot
Spots Movement. Il Finan-
cial Times l’ha designata
come uno degli esperti più
autorevoli in tema di futuro
del lavoro per il prossimo
decennio. Il suo ultimo libro
The Shift – The Future of
Work is Already Here è con-
siderato negli Stati Uniti e
in Europa come un’opera
di riferimento basilare per
lo sviluppo dei rapporti
lavorativi.
“La routine quotidiana del
lavoro dalle 9 alle 5 scompare. In linea
di principio il lavoro non ha più né
tempo né confini”
Pe
r ma
gg
iori in
form
az
ion
i: ww
w.ly
nd
ag
ratto
n.c
om
e w
ww
.ba
ka
s.n
l
157
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Massim
o Cam
inati
“Ogni mattina mi alzo con questo pensiero: oggi sarà
una splendida giornata”
massimO caminati
(piacenza, italia, 1972)
si è trasferitO in spaGna
cinque anni fa. ama il
suO lavOrO Di recluta-
tOre, ma Gli manca
la pasta italiana.
la società di consulenza internazionale
Accenture, ma ad un certo punto le mie
possibilità di crescita si sono esaurite.
Ho iniziato a cercare un nuovo lavoro in
Spagna, e tramite Unique ho ottenuto
questo incarico. Faccio parte di un pic-
colo team composto da sei professionisti
delle risorse umane. Il lavoro è molto
vario e svolgo le mie mansioni con gran-
de piacere, senza mai annoiarmi. Ogni
mattina mi alzo con questo pensiero:
oggi sarà una splendida giornata.
L’azienda cresce velocemente, no-
nostante la crisi economica che natural-
mente è ben percepibile. Unique mi ha
aiutato moltissimo con corsi, seminari
e altri strumenti che mi hanno consen-
tito di sviluppare ulteriormente la mia
conoscenza e le mie competenze. Anche
le persone di Unique con cui ho a che
fare sono meravigliose: Montaña, Leticia
e Manuel sono sempre disponibili quando
ho bisogno di loro.
Da vero italiano sono flessibile e abi-
tuato al cambiamento, e non so dove lavo-
rerò tra cinque o dieci anni. Mi piacerebbe
lavorare ancora per qualche tempo presso
IBM per acquisire maggiore esperienza
nel settore delle risorse umane; vedo
ancora delle possibilità di miglioramento a
livello personale. Non è escluso che ritorni
in Italia, dove mia moglie ultimamente
deve recarsi spesso poiché, in qualità di
consulente, aiuta le aziende italiane a
orientarsi al mercato spagnolo. Tornare in
Italia avrebbe un grande vantaggio: potrei
di nuovo mangiare la pasta ogni giorno,
perché nonostante la cucina spagnola sia
squisita, la pasta mi manca davvero.”
“Presso IBM International Services Center
di Madrid sono presenti più di cinquanta
nazionalità. Ciò rappresenta naturalmente
una sfida per un reclutatore come me, ma
in qualità di italiano trapiantato in Spa-
gna, per fortuna so perfettamente cosa
significa vivere, lavorare e quindi venire in
contatto con una cultura diversa. Capisco
i miei colleghi e ciò mi consente di fornire
le prestazioni migliori.
Mi sono trasferito in Spagna cinque
anni fa; mia moglie è spagnola e la so-
cietà per la quale lavoravo mi ha offerto
questa opportunità. Lavoravo presso
159
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
“Mi piacciono l’amministrazione e la mentalità belga”
apanetO KutsHaKOy
(lODja, repubblica
DemOcratica Del cOnGO,
1980) vive in belGiO,
DOve lavOra per bpOst.
apanetO Ha tre fiGli
mascHi e si trOva
perfettamente a suO aGiO
nella vivace bruxelles.
Apaneto K
utshakoy
in grado di capire meglio i miei compagni
di classe. Naturalmente avevo un aspetto
diverso, ma allora non mi piaceva.
Dopo le scuole superiori ho seguito
una formazione professionale infermieri-
stica e sono andata a lavorare nel settore
sanitario, dove mi sono trovata benis-
simo. Ma nel frattempo la mia famiglia
si era trasferita in Belgio, dove poi l’ho
raggiunta insieme con i miei tre figli. Dal
momento che non era possibile con-
vertire facilmente i miei titoli di studio
olandesi, tramite Unique sono approdata
presso Bpost.
La mia funzione attuale prevede lo
svolgimento di numerose mansioni diver-
se. Fisso appuntamenti per la sottoscri-
zione di contratti, fornisco informazioni
ai clienti che fanno domande riguardo ai
prodotti e alle tariffe, assisto le perso-
ne che desiderano sapere quando verrà
consegnato il loro pacchetto… Sebbene il
lavoro sia molto diverso rispetto a quello
che svolgevo nel settore sanitario, si
tratta sempre di prestazione di servizi
ed è quello che mi piace fare. Inoltre mi
interessa l’aspetto amministrativo. E
apprezzo molto la mentalità belga: qui
la gente è spesso più disponibile e più
generosa che in Olanda. Tuttavia alcune
volte mi manca la franchezza olandese:
se agli olandesi qualcosa non va bene,
te lo dicono subito. Qui invece talvolta
bisogna cercare di indovinare.
Ad ogni modo, forse in futuro tornerò
a lavorare in campo sanitario, ma per
adesso mi sento perfettamente a mio
agio dove sono. Nel mio lavoro e in que-
sta città. A volte Bruxelles assomiglia un
po’ a una città africana, così movimen-
tata e vivace; qui mi sento a casa e sono
molto soddisfatta.”
“Lavoro a Bruxelles, presso l’azienda po-
stale Bpost, e ho dovuto fare molta strada
per arrivare fin qui. Sono nata nell’ex
Zaire, mio padre era un rifugiato politico
quando si è trasferito in Olanda. Dopo al-
cuni anni si è trasferita anche mia madre
e successivamente li ho raggiunti pure io.
Alla scuola elementare di Roosendaal ero
l’unica bambina di colore e questo a volte
era piuttosto difficile. Più tardi sono stata
161
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Circa l’otto per cento dei quasi quattromila
dipendenti della sede di Passau di ZF Friedri-
chshafen AG, nella Germania meridionale, è
stato reclutato da Unique. Stefan Weichselsdor-
fer, responsabile della divisione HR, ha calcolato
di recente che circa 310 colleghi sono arrivati
nell’azienda in questo modo. “Per noi si tratta
di un’importante fonte di personale”, riferisce
Weichselsdorfer. “In questo modo otteniamo un
duplice vantaggio dai lavoratori flessibili assun-
ti. Soddisfiamo le esigenze di capacità aggiunti-
va nei momenti di maggiore lavoro e allo stesso
tempo selezioniamo i candidati più adatti per
offrire loro un contratto a tempo indeterminato.”
ZF Friedrichshafen AG è un’azienda con una
storia importante. Fondata nel 1915 dal Conte
Zeppelin, ideatore del dirigibile, l’impresa si è
sviluppata fino a diventare uno dei principali
fornitori del mondo del settore automotive,
nell’ambito della tecnica di trasmissione e telaio.
L’azienda conta oltre 72.000 dipendenti e nel
2011 ha registrato un volume d’affari superiore
a quindici miliardi di euro.
La sede di Passau è responsabile della
divisione tecnica industriale. Le attività di que-
sta divisione dell’azienda ZF comprendono tra
l’altro lo sviluppo e la produzione di scatole del
cambio e alberi per macchine agricole. Questa
divisione si occupa inoltre di sistemi di tra-
smissione per carrelli elevatori a forche, veicoli
ferroviari e veicoli speciali, navi e aeromobili; è
responsabile dello sviluppo e della produzione
di trasmissioni eoliche, nonché di componenti
elettronici, sistemi di commutazione e sistemi
di collaudo per tutte le applicazioni.
“La domanda dei nostri prodotti varia a
seconda del mercato di sbocco”, spiega Stefan
Weichselsdorfer. “La maggior parte delle mac-
chine agricole, ad esempio, in inverno rimane
ferma in una rimessa; ne consegue una minore
usura e solitamente una flessione delle vendite.
Il settore edilizio, invece, è parecchio impre-
vedibile. Attualmente in Europa si costruisce
sempre meno, mentre in Asia negli ultimi anni
la domanda di macchine per cantiere e costru-
zione è aumentata in modo esponenziale, anche
se quest’anno il numero di progetti è di nuovo
calato, soprattutto in Cina.”
Il fornitore tedesco del settore automotive ZF
Friedrichshafen lavora con un pool di duecento collaboratori
tecnici immediatamente disponibili. Tale disponibilità è necessaria per soddisfare
il principio “just-in-time”, di importanza fondamentale per la posizione concorrenziale.
“Per noi si tratta di un’impor-tante fonte di personale.”
La dinamica di ZF Friedrichshafen
ZF F
ried
rich
shaf
en
Ste
fan
Wei
chse
lsdo
rfer
163
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
In qualità di fornitore ZF Friedrichshafen deve
prestare molta attenzione a tali fluttuazioni.
Nel settore automotive viene osservato rigoro-
samente il principio “just-in-time” (consegnare
nel momento richiesto dalla pianificazione della
produzione del cliente), pertanto la posizione
concorrenziale dipende dall’abilità di adattare
la capacità produttiva a questa dinamica.
Affinità
Per tale motivo la sede di ZF di Passau ha
bisogno di un gruppo di circa duecento collabo-
ratori tecnici immediatamente disponibili. Que-
sti devono inoltre essere abituati a lavorare in
un team di produzione. “Ogni team viene costi-
tuito con attenzione. I membri devono essere il
più possibile complementari per quanto riguarda
la loro conoscenza, esperienza e competenza;
insieme sono responsabili della quantità di parti
prodotte e del controllo di qualità del loro lavoro.
In un simile contesto non è possibile inserire
chiunque in modo casuale. Il disturbo compro-
metterebbe la produzione. Pertanto selezionia-
mo persone qualificate, che conoscono il nostro
metodo di lavoro e che, aspetto importantissi-
mo, hanno affinità con il team esistente.”
Il fatto che Unique già da diversi anni sia il for-
nitore prescelto di ZF, per Stefan Weichselsdor-
fer è la dimostrazione migliore che Unique
capisce a fondo le esigenze dell’azienda ed è
in grado di svolgere questo incarico di fidu-
cia. “Data l’importanza strategica che questo
aspetto riveste per noi, siamo esigenti riguardo
alle persone con cui intendiamo lavorare. Uni-
que svolge molto bene l’incarico che le è stato
affidato. Si occupa dell’intera gestione del
pool di risorse e contribuisce proattivamente
a migliorarlo e a renderlo ancora più efficiente.
Unique offre al personale consulenza su misura,
grazie alla quale la percentuale di abbandoni è
estremamente bassa, inferiore all’uno per cento.
Anche l’assistenza fornita ai dipendenti e la
collaborazione con il nostro comitato aziendale
sono eccellenti.”
Programma di formazione
Le prestazioni di Unique nei confronti di ZF
non finiscono qui. I dipendenti di Unique effet-
tuano anche delle valutazioni presso l’azienda,
per stabilire quali competenze sono già presenti
e quali saranno necessarie in futuro. Inoltre
è stato definito uno straordinario programma
di formazione in stretta collaborazione con ZF
e il Centro per l’impiego locale.
Attraverso questo programma, ai disoccu-
pati e alle persone con una prospettiva di lavoro
incerta viene offerta la possibilità di seguire
una formazione per acquisire la qualifica di ope-
raio addetto al montaggio. Un ulteriore vantag-
gio per questi lavoratori è dato dalla possibilità
di ottenere un contratto con Unique per i primi
dodici mesi. “Per noi questo rappresenta un
importante valore aggiunto”, afferma entusia-
sta Stefan Weichselsdorfer. “In tal modo otte-
niamo potenziali nuovi dipendenti. La visione di
ZF prevede inoltre l’assunzione di responsabilità
nei confronti dell’ambiente lavorativo e sociale,
nonché lo sviluppo di iniziative volte al costante
coinvolgimento del maggior numero possibile
di persone nel mercato del lavoro. Ma la nostra
organizzazione non deve più preoccuparsi di
questi aspetti, che ormai vengono gestiti intera-
mente da Unique.”
Pe
r ma
gg
iori in
form
az
ion
i: ww
w.z
f.co
m
165
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Tutti hanno talento a venticinque anni.
L’abilità consiste nel possedere ancora
lo stesso talento a cinquanta.
Edgar Degaspittore francese
167
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Madrid
“Mi esibivo spesso a Siviglia e nelle località
vicine, ma ad un certo punto desideravo andare
oltre. Si diceva di me che ballavo con grande
passione, ma che avrei potuto migliorare la
tecnica. Pertanto volevo progredire e per farlo
il luogo più indicato era la capitale. Nel 1966 mi
sono trasferita a Madrid da sola. I miei genitori
non erano contenti, ritenevano che fossi ancora
troppo giovane. Sono partita comunque, perché
solo a Madrid avrei potuto raggiungere il mio
obiettivo.
Da quel momento è successo tutto molto
velocemente. Sono entrata a far parte di una
compagnia importante, ho ballato nella Carmen
e in altre opere famose e, nel 1969, mi esibivo
già al teatro Odéon di Parigi e alla Scala di Mila-
no, e non avevo ancora compiuto 25 anni. Avevo
successo, e per me era fantastico. Non avevo
mai pensato di poter ricevere un tale apprez-
zamento dal pubblico, di ottenere critiche così
positive e di essere in grado di procurare così
tanto piacere ad una sala gremita. Era la realiz-
zazione di un sogno.”
“Ho sempre desiderato ballare. Ma non ho mai
pensato che sarei diventata una delle ballerine
di flamenco più famose della Spagna. Vengo
da una famiglia povera; vivevamo in sei in una
casetta nel modesto quartiere Alfalfa di Sivi-
glia. Non c’erano soldi per comprare scarpette
da ballo. Tuttavia i miei genitori sono riusciti a
mettere da parte qualcosa di tanto in tanto e ad
un certo punto mio padre mi ha persino compra-
to una radio. Siviglia è la culla del flamenco e le
stazioni radio locali trasmettono in continuazio-
ne la musica più bella. A me piaceva moltissimo.
Provavo una forte spinta interiore, ma allo
stesso tempo ero molto timida. Preferivo ballare
senza che nessuno mi vedesse. Ma mio padre
mi diceva: “Fai vedere cosa sei capace di fare,
mostra i tuoi talenti”. Questo mi ha aiutato
moltissimo. All’età di dodici anni ho iniziato a
ballare in pubblico e poco tempo dopo ho rea-
lizzato la mia prima coreografia. A sedici anni
sono andata a lavorare in un club di flamenco
di Siviglia, chiamato El Patio Andalúz. Ballavo
sempre meglio e ricevevo solo commenti positi-
vi, così ho finalmente superato completamente
la paura di esibirmi in pubblico.”
“La danza è la mia vita”
Cristina Hoyos, ballerina di flamenco:
169
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
blico sia sempre soddisfatto. Il pubblico vuole
essere toccato, e il mio compito consiste nel far
sì che ciò accada. Gli ingredienti per ottenere
tale risultato sono l’onestà, nei confronti di se
stessi e degli altri, e il forte impegno. Lo noto
anche direttamente nel mio lavoro di coreografa,
quando faccio ballare gli altri. Se un ballo susci-
ta forte emozione in me, se anch’io mi sento
trasformata, è un segnale positivo.
Naturalmente ho dovuto affrontare alcune
avversità. Quindici anni fa mi è stato diagno-
sticato un tumore al seno. È stato un periodo
difficile, ma ho superato la malattia e questo mi
ha conferito nuova forza. Ballo come mai prima
d’ora e viaggio ancora in tutto il mondo. Per una
Equilibrio
“L’aspetto più difficile è l’equilibrio tra pas-
sione e tecnica. Naturalmente il flamenco è
sinonimo di passione: riflette l’amore, la vita, il
dramma e la perdita, il tutto accompagnato da
un’intensità enorme. Nel flamenco gli uomini
sono più maschili, le donne più femminili, nei
gesti, nei movimenti, praticamente in tutto,
anche se le differenze si assottigliano. Inoltre
nel flamenco i sessi assumono quasi pari valore.
La passione ha dunque un’importanza
fondamentale, ma da sola non basta. È anche
necessario padroneggiare perfettamente la tec-
nica, e questo richiede duro lavoro, durante tutta
la vita. Occorre esercitarsi all’infinito, allenarsi
e allenarsi ancora, perché solo così il pubblico
potrà percepire realmente le emozioni che vuoi
esprimere. L’abilità consiste nel trasformarsi,
nel diventare completamente la persona rappre-
sentata sul palco. È possibile ottenere questo
risultato solo con il giusto equilibrio tra passio-
ne e tecnica. La sola tecnica è bella ma priva
di emozione, la sola passione non segue alcuna
direzione, non trasmette nulla. Ciò che conta è la
combinazione di questi due elementi.”
Sempre avanti
“La danza è la mia vita, niente di più, niente
di meno. Voglio andare sempre avanti, migliora-
re in continuazione, fare in modo che il mio pub-
ballerina, invecchiare ovviamente presenta degli
inconvenienti, poiché la forza fisica diminuisce
e il flamenco richiede molta forza, ma d’altro
canto c’è il vantaggio che l’esperienza aumenta
sempre di più.
Io provo ancora un piacere immenso nel
ballo. Mi ha dato tantissimo: la possibilità di
esprimermi, di svilupparmi, di fare ciò che amo
di più in assoluto, di mantenere la mia famiglia…
Sono immensamente grata di averlo potuto fare.
Gracias a la vida è la mia filosofia di vita e spero
di poterla mantenere ancora molto a lungo.”
Pe
r m
ag
gio
ri i
nfo
rma
zio
ni:
w
ww
.mu
se
ofl
am
en
co
.co
m
Cristina Hoyos (Siviglia,
Spagna, 1946) è ballerina
di flamenco, coreografa e
attrice. All’età di vent’anni
è stata scoperta dal cele-
bre Antonio Gades, nella
cui compagna ha rivestito
il ruolo di prima ballerina
per due decenni. Con lui
ha recitato inoltre in tre
film del cineasta spagnolo
Carlos Saura, tra i quali
l’apprezzatissimo Carmen.
Nel 1988 ha deciso di
abbandonare la compagnia
di Gades per creare una
compagnia propria, con la
quale ha riscosso altret-
tanti successi. Nel 1999 ha
assunto il ruolo di direttore
artistico del famoso Ballet
Flamenco de Andalucía;
ha una compagnia propria,
che porta il nome di Ballet
Cristina Hoyos, composta
da oltre trenta persone, e
dirige un sestetto di ballo
denominato Solistas del
ballet Cristina Hoyos. Re-
alizza inoltre coreografie
per compagnie più piccole.
Ha istituito un museo di
flamenco nel quartiere Al-
falfa di Siviglia, dove è nata.
Cristina Hoyos è sposata
con il ballerino Juan Anto-
nio Jimenez, con il quale si
esibisce regolarmente.
“La passione da sola non basta. È anche necessario padroneggiare perfettamente la tecnica, e questo richiede duro lavoro, durante tutta la vita.”
171
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Il rispetto di Partenamut
Non tutti furono rassicurati quando i dipendenti
della compagnia di assicurazioni belga Par-
tenamut vennero a sapere che i cambiamenti
all’interno dell’azienda, da lungo tempo attesi,
sarebbero stati effettivamente attuati. Dal
momento che le dichiarazioni delle spese medi-
che vengono elaborate sempre più spesso in for-
mato digitale, e pertanto non devono più essere
codificate e inserite manualmente, un reparto di
sessanta dipendenti doveva chiudere.
Partenamut costituisce la divisione di lin-
gua vallone di una compagnia di assicurazioni
che svolge attività pubbliche e commerciali. Si
occupa della gestione delle assicurazioni sociali,
come ad esempio quelle per l’inabilità al lavoro,
ma offre anche polizze assicurative sanitarie
private. In Belgio tali sistemi mutualistici sono
strettamente connessi alla politica. Ad esempio
esistono mutualità socialiste, cristiano-demo-
cratiche e neutrali; a quest’ultima categoria
appartengono Partenamut e la corrispondente
società fiamminga Partena OZV.
“Quando abbiamo appreso che i posti di lavoro
di sessanta colleghi sarebbero stati soppressi
potevamo scegliere di licenziare queste perso-
ne”, riferisce Christian Leclercq, direttore reclu-
tamento e mobilità interna. “Tuttavia ciò non è
in linea con la nostra cultura aziendale e con la
nostra missione, che riassumiamo con la parola
rispetto. Abbiamo quindi deciso che avremmo
fatto tutto il possibile per reintegrare questi
colleghi all’interno dell’azienda.”
Competenze
Per poter raggiungere tale obiettivo, era
necessario dapprima definire le competenze e le
ambizioni di ogni dipendente. “Per noi era chiaro
fin dall’inizio, e i sindacati erano d’accordo, che
il processo dovesse essere attuato da un partner
esterno e obiettivo”, ricorda Leclercq. “Dal 2009
lavoriamo con Unique nell’ambito del recluta-
mento. Eravamo talmente soddisfatti che non
avevamo alcun dubbio sul fatto di collaborare con
Unique anche per questo importante processo.”
I professionisti di Unique hanno dedicato il
tempo necessario a conoscere Partenamut in
modo approfondito e hanno conversato a lungo
con ognuno dei sessanta dipendenti del reparto
interessato. “Questo è il segreto del successo”,
afferma Leclercq. “Le persone di Unique hanno
approfondito la conoscenza della società e di ogni
dipendente. Si sono impegnati al massimo per
conoscerli a fondo e conquistare la loro fiducia.”
Partenam
utC
hristian Leclercq
Riorganizzazione di compagnia di assicurazioni belga
Presso la compagnia di assicurazioni belga Partenamut
dovevano essere soppressi sessanta posti di lavoro. La società ha deciso di avviare un processo
volto a reintegrare i dipendenti interessati all’interno dell’azienda
stessa. “L’obiettivo è stato raggiunto perché i dipendenti
coinvolti, i sindacati e noi stessi abbiamo avuto la sensazione
che le persone di Unique fossero altamente competenti.”
173
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Per la maggior parte dei dipendenti del reparto
interessato ha avuto inizio un processo durante
il quale sono venute a galla numerose insicu-
rezze, talvolta persino accompagnate da una
vera e propria paura per il futuro. “Si trattava di
funzioni per le quali non è richiesta alcuna for-
mazione specifica e diversi dipendenti avevano
superato i cinquant’anni e svolgevano questo
lavoro già da vent’anni”, riferisce Leclercq. “In
un caso simile è difficile essere ottimisti circa
l’esito della faccenda. Ma l’atteggiamento gene-
rale ha subito un rapido cambiamento, poiché i
dipendenti hanno capito di essere in buone mani
e hanno cominciato a guardare in modo positivo
alle prospettive future. Unique lavora secondo
gli stessi nostri valori: con rispetto.”
Parrucchiera
A volte i colloqui portavano a conclusioni
sorprendenti. Ad esempio, una collega che per
anni ha codificato le dichiarazioni manualmente
si è trasferita a lavorare presso il call center.
“Durante la sua valutazione, i test e i colloqui
è emerso che inizialmente lavorava come par-
rucchiera e le piaceva il contatto con i clienti.
Adesso ogni giorno entra sorridente nel suo
nuovo reparto. E la sera va a casa con gli appunti
necessari, motivata a svilupparsi ulteriormente.”
L’obiettivo del processo di reintegrazione
era la ricerca di una soluzione per tutti coloro
che avrebbero perso il posto di lavoro. “Partena-
mut è un’organizzazione dinamica che si impe-
gna a fondo per offrire nuovi servizi al passo coi
tempi: assistenza a domicilio personalizzata,
trasporto di persone disabili, asilo per i bambini
degli assicurati, per citarne solo alcuni. Natu-
ralmente la società ha bisogno di dipendenti per
questi nuovi servizi. Alcuni dei colleghi il cui
impiego è destinato a scomparire possono rein-
tegrarsi grazie a questi nuovi servizi.”
Un processo drastico come questa riorganiz-
zazione richiede determinate qualità: rispetto,
empatia, efficienza e flessibilità, spiega Chri-
stian Leclercq. “Alla fine abbiamo ottenuto il
risultato auspicato, perché durante l’intero pro-
cesso, in cui non sono mancate forti emozioni,
i dipendenti, i sindacati e Partenamut hanno
avuto la sensazione che le persone di Unique
fossero altamente competenti. Le abbiamo
coinvolte in numerosi ambiti diversi, avanzando
molte richieste, e ogni volta hanno dimostrato
di sapersi adattare e di trovare le risposte giu-
ste. Oltre alla conoscenza e alla competenza
professionale, l’aspetto umano fa la differenza.
Su questo siamo perfettamente allineati.”Pe
r m
ag
gio
ri i
nfo
rma
zio
ni:
ww
w.p
art
en
am
ut.
be
“Volevamo fare tutto il possibile per reintegrare
questi colleghi all’interno
dell’azienda”
175
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
“Per me l’arte è una fuga dalla realtà”
Miguel Ybáñez, pittore e scultore:
“Il talento è un concetto complicato, caratterizzato
da molte sfaccettature. Tutto sommato, penso che
si possa considerare il talento come la fortuna di
poter vivere in un’altra dimensione. Allo stesso
tempo il talento non si sceglie, ma capita di averlo;
praticamente è il talento che sceglie te. È possibile
assecondarlo o meno, ma per entrambe le scelte vi
è un prezzo da pagare.
Personalmente ritengo che il mio più grande
talento consista nella capacità di trasformare una
realtà in un’altra. Traspongo il mondo che vedo,
che vivo, nella mia arte. Non so fare diversamente.
Trovo difficile comunicare a parole, temo di non fare
buona impressione, pertanto mi esprimo attraverso
i dipinti e le sculture.”
Collegio
“Disegnavo già quando ero in collegio dalle suo-
re. Un giorno copiai un dipinto di Manet da un libro
d’arte preso in prestito dalla biblioteca e le suore
ne rimasero molto colpite. ‘Un miracolo, un mira-
colo!’, esclamarono. Alle scuole superiori, presso
la Residencia Estudiantes di Madrid dove avevano
studiato anche il pittore Salvador Dalí e il poeta
Federico García Lorca, mi sono esercitato ulterior-
mente nel disegno e nella pittura. Questo mi dava
una soddisfazione immensa.
In seguito dovetti affrontare la difficile scelta
riguardo alla strada da seguire per continuare la
mia istruzione. Optai per gli studi di architettura,
come mio padre, ma non ero soddisfatto. Due anni
dopo mi sono trasferito all’accademia delle belle
arti, contro il volere della mia famiglia che non
considerava l’arte come una vera disciplina, ma al
massimo come un hobby. Per me era l’unica strada
possibile e l’ho seguita con tenacia.”
177
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
America
“Dopo un po’ di tempo ho deciso di lasciare
Madrid. La capitale, con il suo regime franchista,
e il mancato sostegno della mia famiglia erano
una motivazione sufficiente per andarmene. Mi
sono diretto a nord e ho raggiunto la città di
Santander con l’intenzione di imbarcarmi per
l’America. Ma un viaggio in nave era costoso,
non me lo potevo permettere, quindi fui costret-
to a rimanere in Spagna. Facevo il lavoratore
portuale e il benzinaio, e dedicavo tutto il tempo
libero al mio vero lavoro di artista.
L’arte diventò per me una fuga dalla realtà.
Ero introverso, avevo difficoltà a stringere ami-
cizie e questo era doloroso, ma con i miei dipinti
creavo un mio mondo, nel quale mi sentivo al
sicuro. Alcuni ammiratori apprezzavano le mie
opere, tuttavia per anni ho fatto fatica e ho
dovuto badare al centesimo. Ma non mi impor-
tava, mi bastava poter lavorare nel mio atelier.
Successivamente, quando iniziai ad avere mag-
giore successo, naturalmente la vita divenne più
facile, ma in fondo all’anima non cambiava nulla.
Volevo esprimermi in questa maniera e facevo in
modo che ciò fosse sempre possibile. Il denaro
non aveva un ruolo determinante.”
“Lo spirito di un artista non è mai
completamente in equilibrio, perché se lo fosse non ci sarebbe più
alcun motivo di lavorare”
179
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
tuttavia mi arrabbio ancora per tutto quello che
non funziona in Spagna e per ciò che continuo a
non capire, sebbene sia nato in questo paese.
Nel corso degli anni il mio lavoro è diventato
più stratificato, meno univoco, e di questo sono
soddisfatto. Si potrebbe definire più contempla-
tivo, più profondo. Ma alla base vi è sempre una
grande irrequietezza, una certa disarmonia, una
sete di avventura. Come dice sempre il mio amico
scrittore Cees Nooteboom: se tutto è in equilibrio,
non devi fare nulla, tutto va bene così com’è. Lo
spirito di un artista non è mai completamente in
equilibrio, perché se lo fosse non ci sarebbe più
alcun motivo di lavorare. Questo non mi disturba
affatto; non ho mai provato quella sensazione di
inutile armonia e probabilmente non la proverò
mai. Voglio lavorare, nient’altro. Se dovessi smet-
tere di lavorare, morirei di dolore.”
Intuizione
“L’osservazione attenta sta alla base di ogni
arte, in ogni caso della mia. È importante os-
servare con estrema precisione come si presenta
il mondo e quindi rappresentarlo a modo pro-
prio. Per fare questo è necessario saper guar-
dare, naturalmente, ma serve anche l’intuizione.
L’aspetto esteriore delle cose non è tutto; ciò che
sta dietro, ciò che si percepisce ma non si vede è
almeno altrettanto importante.
Molte delle mie prime opere avevano una con-
notazione politica, contro la dittatura di allora e
contro la Guardia Civil, la polizia militare spa-
gnola che negli anni Sessanta poteva agire in modo
incredibilmente violento… La Spagna può essere
un paese spietato, e questo mi ha sempre sorpre-
so. Oggi osservo con ambivalenza le mie opere di
allora, molto critiche nei confronti della società;
Miguel Ybáñez (Madrid,
Spagna, 1946) è scultore
e pittore. La sua opera è a
cavallo tra l’arte astratta e
l’arte figurativa e per tale
motivo i critici ritengono
talvolta che sia difficile da
situare. Lo stesso artista si
sente legato al surrealismo,
anch’esso basato sull’in-
conscio che, a suo parere,
può essere considerato
come un “sito di scoperte
archeologiche per l’artista”.
Miguel Ybáñez vive e lavora
ad Amsterdam ed espone
periodicamente in gallerie di
tutto il mondo. Esposizioni di
sue opere hanno avuto luogo
presso il Museo Nacional
de Bellas Artes di Rio de
Janeiro e il Museo Español
de Arte Contemporaneo di
Madrid. Ha una compagna
olandese e tre figli avuti da
un precedente matrimonio.
181
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Non tutti abbiamo gli stessi talenti, ma
ognuno di noi dovrebbe avere pari oppor-
tunità di sviluppare i propri talenti.
John F. Kennedy presidente americano
183
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Unique: il partner giusto per le vostre ambizioni
Il mercato del lavoro è in evoluzione e Unique si adatta ai cambiamenti. Si sviluppano nuove reti, emergono nuovi professionisti con esigenze diverse e la nuova organizzazione delle sedi con-sente di rispondere in modo efficiente a tutti questi cambiamenti. Conservando tuttavia l’approccio personale proprio di Unique. “Gli imprenditori sono perso-ne ispirate che hanno un obiettivo ben chiaro, un obiettivo che comprendiamo.”
Se si domanda al responsabile del marchio
François Sepulchre cosa rende Unique diver-
sa dalle altre agenzie di lavoro interinale, lui
risponde: la passione per le persone. “Con que-
sto intendo un interesse autentico, nei confronti
sia dei candidati che dei clienti”, spiega. “Cosa
anima l’uomo o la donna che hai di fronte? Que-
sta è la domanda che ci poniamo sempre. Per
Unique i candidati non sono semplicemente un
CV, ma professionisti che intendono dirigere
da soli la loro vita e che desiderano sviluppare
il loro talento a livello professionale. Ciò che
conta veramente sono le loro ambizioni. Nonché
le ambizioni delle imprese per le quali noi e loro
lavoriamo, naturalmente, perché gli imprenditori
sono persone ispirate che hanno un obiettivo
ben chiaro, un obiettivo che comprendiamo. Non
per niente il nostro motto per i prossimi anni è:
‘Siamo il partner giusto per le vostre ambizioni’.”
Da quarant’anni Unique si distingue dalle
altre agenzie di lavoro interinale, come è confer-
mato dai colleghi di François Sepulchre. “Unique è
sinonimo di calore, affidabilità e profondo rispetto
per l’unicità delle persone”, afferma uno di loro.
“Naturalmente è importante fornire un servizio
rapido a un prezzo ragionevole, ma la volontà di Fra
nç
ois
Se
pu
lch
re
185
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
zitutto svolgendo bene il proprio lavoro, nel
ruolo di partner dedicato e competente. Un’at-
tenzione particolare meritano le numerose pic-
cole e medie imprese, spesso dedite a un settore
specifico, che richiedono maggiore assistenza
per la gestione del personale flessibile. Non
si tratta solo di reclutare e selezionare nuove
persone, ma anche di fornire consigli validi su
come rendere l’organizzazione più flessibile,
come addestrare i dipendenti per lo svolgimento
di nuove mansioni o come prepararli in vista
di un impiego fisso. È un’ottima opportunità
per accrescere il valore aggiunto, considerato
il legame, che a volte dura da anni, tra nume-
rosi dipendenti di Unique e le suddette imprese.
“Conosciamo questo tipo di impresa meglio di
chiunque altro e le imprese conoscono noi”, si
sente dire spesso in merito a questa collabo-
razione. Il forte legame esistente permette di
ragionare insieme al cliente ancora di più che
in passato, nonché di offrire consigli validi in
merito alle esigenze di personale dell’impresa e,
naturalmente, ai costi correlati.
Una conseguenza logica di questo modo di
pensare è che nei prossimi anni verranno inve-
stiti molto tempo e denaro allo scopo di raffor-
zare i legami con le imprese locali. Unique vuole
aumentare la sua visibilità, ad esempio attraverso
piattaforme di incontro per imprenditori, ammi-
nistratori e impiegati. “Inoltre è importante che i
“La capacità di individuare gli abbinamenti giusti
fa parte del nostro DNA e ora è più importante che
mai. Ogni candidato proposto deve essere valido”
L’importanza di
sentirsi a casa”Se la gente ti apprezza, in
qualità di impresa, marchio,
persona, non vuole fare a
meno di te, e questo è natu-
ralmente interessante dal
punto di vista del marketing.
Ciò vale soprattutto per una
società di servizi come Uni-
que per la quale il contatto
umano è ancora più impor-
tante di quanto non lo sia, ad
esempio, per una società che
gestisce catene di negozi.”
Sono le parole di Arjan Kap-
teijns, CEO dell’agenzia pub-
blicitaria Saatchi & Saatchi
Olanda, che di recente ha
aperto ad Amsterdam un
nuovo flagship store di Uni-
que che intende offrire una
visione lungimirante per un
nuovo modo di lavorare. Pres-
so questa sede la praticità di
un ufficio moderno si combina
perfettamente con la sensa-
zione di essere a casa; l’arre-
damento costituito da comodi
divanetti e scrivanie dall’a-
spetto piacevole facilitano la
discussione e la collaborazio-
ne. “È proprio la generazione
alla quale mi riferisco con il
termine Talent 2.0, i giovani
che affrontano la vita con
sicurezza e che sono abituati
ad avere un accesso illimitato
alle informazioni, ad apprez-
zare un approccio personale”,
riferisce Arjan Kapteijns.
“Per loro l’esperienza e la
sensazione sono valori impor-
tanti, ed è esattamente ciò
che si prova in un ambiente
personale come quello offerto
dal nuovo ufficio di Unique.
Elementi quali l’intimità e la
sensualità possono trasfor-
mare un marchio in un cosid-
detto lovemark. Una società
fornitrice di servizi capace di
dare una propria interpreta-
zione in merito è sicuramente
favorita.”
approfondimento e la sincerità sono qualità che
ci contraddistinguono”, aggiunge un altro. “La
nostra forza sta nel coltivare le relazioni, sia con i
clienti che con i candidati”, dice ancora un terzo.
Solidarietà e partnership sono i concetti in
cui Unique si riconosce, ed è proprio ciò di cui
si sente la necessità in questo periodo di econo-
mia stagnante in cui il ruolo delle organizzazioni
del lavoro flessibile sta cambiando. “La capacità
di individuare gli abbinamenti giusti fa parte
del nostro DNA e ora è più importante che mai”,
afferma François Sepulchre. “Ogni candidato
proposto deve essere valido.”
Inoltre i committenti sono sempre più spes-
so alla ricerca di un partner strategico, di qual-
cuno che li aiuti a trovare le soluzioni giuste.
“Mettiamo che una posizione cruciale all’interno
dell’azienda rimanga vacante per la seconda
volta in un anno. In qualità di agenzia di lavo-
ro interinale potremmo inviare per la seconda
volta un candidato sperando che sia la persona
giusta; invece è molto meglio riflettere insieme
al cliente e cercare di capire quali sono le sfide
più profonde che in questo caso hanno indub-
biamente un peso. Solo in questo modo offriamo
valore aggiunto.”
Fiducia
Nell’approccio di Unique la fiducia è un con-
cetto fondamentale. La fiducia si ottiene innan-
187
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
nostri consulenti cerchino i clienti nei rispettivi
ambienti”, aggiunge François Sepulchre.
Allo stesso tempo la gestione delle sedi
subisce un adattamento. Sono finiti i tempi in
cui Unique possedeva una propria sede in ogni
località piuttosto grande, poiché le soluzioni
ICT e Internet offrono un’alternativa accettabi-
le e spesso persino migliore; più dell’ottanta per
cento dei candidati giunge a noi attraverso i
canali elettronici. Il contatto personale rimane
comunque molto importante, a maggior ragione
nell’epoca di Facebook e Twitter. Nei prossimi
anni verrà ridotto il numero delle sedi, alcune
delle quali diventeranno dei flagship store a
livello regionale. In tali sedi i dipendenti di Uni-
que possono incontrare i candidati e, aspetto
almeno altrettanto importante, i candidati
possono incontrarsi tra di loro, in un ambiente
caldo e invitante, arredato con comodi diva-
netti e dove vi è la possibilità di bere qualcosa
insieme. I visitatori di queste sedi dispongono
inoltre di una postazione di lavoro flessibile e
possono ottenere informazioni su aspetti quali
la pensione, il loro grado di attrattività sul
mercato del lavoro e, naturalmente, le nuove
opportunità lavorative. La prima sede organiz-
zata secondo questo nuovo approccio è stata
inaugurata di recente ad Amsterdam.
In tal modo Unique può instaurare un rap-
porto di fedeltà con clienti, candidati e dipen-
denti ai quali è stato trovato lavoro, e questo
è molto importante in un mercato dell’impiego
in rapida evoluzione. Anche per tale motivo
l’azienda è fortemente impegnata a ricontat-
tare i candidati che hanno lavorato per Unique
in passato. Queste persone hanno lasciato
temporaneamente il lavoro per diversi motivi,
spesso di natura personale, come ad esempio
una maternità o il proseguimento degli studi.
Spesso desiderano riprendere a lavorare, ma
alle loro condizioni, che solitamente riguardano
il lavoro part time e la flessibilità degli orari.
Nelle nuove sedi regionali l’attività di
collocamento è solo una delle competenze fon-
damentali. I consulenti di Unique gestiscono
anche la rete di consulenti mobili (colleghi che
dispongono di tutti gli strumenti necessari per
individuare i giusti abbinamenti tra committen-
ti e candidati per un settore specifico) e man-
tengono i contatti con le altre reti della regione.
Praticamente sono paragonabili a un impren-
ditore locale che conosce il proprio ambiente
come le sue tasche.
Ampliamento delle prestazioni di servizi
Infine è importante ampliare le prestazioni
di servizi. Negli ultimi anni, ad esempio, è stato
sviluppato un metodo basato su diversi “fattori
di abbinamento” (chi sei? cosa ti piace fare?
in quale ambiente ti esprimi al meglio?) grazie
al quale i candidati vengono valutati in modo
più esatto e affidabile ai fini di un abbinamen-
to corretto. È stato sviluppato un test per le
imprese che consente di delineare le culture
aziendali e di fornire quindi informazioni accu-
rate riguardo al tipo di candidato adatto per
ogni organizzazione. Oltre a ciò è stato avviato
un percorso di apprendimento nel campo della
gestione delle competenze attraverso il quale
i candidati e gli stessi dipendenti possono
ampliare le loro conoscenze e competenze.
Attualmente il “laboratorio di Unique” è impe-
gnato nello sviluppo di nuovi metodi per misu-
rare i miglioramenti della produttività presso i
clienti, in linea con la tendenza dei clienti volta
a stipulare sempre più spesso contratti basati
sulle prestazioni.
Tutto questo significa che la Unique di
domani si muove armoniosamente nel merca-
to del lavoro flessibile in rapida evoluzione. I
talenti diventano sempre più scarsi, i nuovi
professionisti (termine che indica i liberi pro-
fessionisti senza dipendenti, i lavoratori distac-
cati e i lavoratori temporanei) hanno una visio-
ne diversa dell’importanza che il lavoro occupa
nella loro vita, e le piccole e medie imprese
affidano una parte sempre più consistente della
politica delle risorse umane e della pianificazio-
ne della capacità a partner specializzati. “Per
tutti questi sviluppi siamo ottimamente posi-
zionati”, afferma Michael Ammerlaan, Corpora-
te Vice President Strategy della società madre
USG People. “Siamo in grado di offrire un vasto
pacchetto di servizi di supporto e i nostri valori
fondamentali sono la migliore garanzia per il
successo duraturo.”
“Siamo in grado di offrire un vasto
pacchetto di servizi di supporto
e i nostri valori fondamentali sono
la migliore garanzia per il successo
duraturo”
Mic
ha
el
Am
me
rla
an 189
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
Personal branding
Le mansioni dei consulenti di Unique
cambiano in concomitanza con questi sviluppi.
Per continuare ad attirare professionisti pro-
mettenti, gli attuali operatori del collocamen-
to assumono il ruolo di “personal coach”. La
loro mansione principale diventa dunque aiu-
tare i talenti ad essere sempre interessanti,
per quanto riguarda le rispettive competenze,
rete di contatti e personal branding. Per tale
motivo Unique si occupa attivamente, oltre
che dell’attività di collocamento, della gestio-
ne delle competenze. Ciò implica domande
come: quali competenze possiede oggi il pro-
fessionista e quali sono necessarie affinché
sia ancora altrettanto richiesto tra alcuni
anni? In che misura le persone sono disposte
a investire in se stesse, e fino a dove intende
arrivare Unique? E in che modo possiamo
organizzare e finanziare tutto ciò?
Il collocamento e soprattutto l’assistenza
fornita a questi professionisti, che rappresen-
tano il gruppo in più rapida espansione sull’at-
tuale mercato del lavoro, richiedono altre
conoscenze e competenze. Questi nuovi lavo-
ratori flessibili, infatti, esigono il supporto di
un’organizzazione di cui si possono fidare, che
faccia di più che semplicemente cercare l’in-
carico successivo. Unique può distinguersi in
tale ambito, ad esempio, fornendo validi con-
sigli sugli schemi pensionistici più appropriati.
È persino immaginabile che in futuro Unique
istituisca un proprio fondo pensione. Si sta
valutando anche la creazione di un fondo di
garanzia, ossia un’assicurazione volontaria
che consenta di dare un aiuto economico
temporaneo ai professionisti aderenti che si
ritrovano momentaneamente senza lavoro. Un
altro aspetto per il quale Unique può distin-
guersi come fornitore di servizi veramente
unico per i professionisti è la comunicazione
con il mercato del lavoro, soprattutto onli-
ne. Ciò consiste essenzialmente nell’aiutare
i candidati ad acquisire dimestichezza con i
social network e a presentarsi nel modo giu-
sto attraverso tali canali.
Nei panni del clienteEssere e rimanere interessan-
te per i committenti: questo
è uno dei compiti principali di
Unique per il futuro, afferma
Marcus Schulz, direttore
generale di Unique Germania.
“Vogliamo effettuare un’ana-
lisi accurata dell’organizza-
zione del cliente e dei mercati
in cui opera. Vogliamo sapere
meglio degli altri quali svi-
luppi subiranno tali mercati
e di quali conoscenze e com-
petenze aggiuntive il cliente
avrà bisogno. Di fatto dob-
biamo metterci nei panni del
cliente e imparare a guardare
attraverso i suoi occhi.”Allo
stesso tempo occorre raffor-
zare il legame con i candidati,
aggiunge Gina Opdebeeck,
direttore generale di Unique
Belgio. “Il valore tradizionale
di un’organizzazione come
la nostra, l’abbinamento di
domanda e offerta al fine di
creare posti di lavoro, assu-
me una nuova dimensione. I
lavoratori flessibili di oggi
pretendono un perfect fit con
il datore di lavoro. Vogliono
essere guidati e si aspettano
che Unique li aiuti a valoriz-
zare e ad aumentare la loro
impiegabilità. Le nostre pre-
stazioni devono quindi rispon-
dere a queste esigenze.”
In questo contesto Unique
può svolgere un ruolo fonda-
mentale, sottolinea Raymond
Puts, direttore generale di
Unique Olanda. “In che modo
evolve il mio bisogno di perso-
nale e come posso soddisfare
tale esigenza nel modo più
conveniente possibile e senza
compromettere la qualità? Si
tratta di domande strategi-
che che interessano non solo
il responsabile delle risorse
umane ma anche coloro che
detengono il potere decisionale
ai massimi livelli delle organiz-
zazioni. Noi possiamo assister-
li in questo ambito e aiutarli
a trovare le risposte giuste.
Questo costituirà tra l’altro
il nostro più grande valore
aggiunto nei prossimi anni.”
Se il supporto offerto ai candidati cambia
radicalmente, anche il committente di domani
si aspetta che Unique rivesta un ruolo diver-
so. La tendenza secondo la quale un numero
crescente di imprese e di organizzazioni affida
la pianificazione della capacità e parte della
politica delle risorse umane a intermediari del
mercato del lavoro ha conseguenze più ampie.
I datori di lavoro vogliono collaborare con uno
sparring partner specializzato e bene informa-
to allo scopo di delineare le loro opportunità,
in qualità di datori di lavoro, su un mercato in
evoluzione. In che modo possiamo conservare
più a lungo i nostri validi professionisti? Siete
in grado di gestire per noi un pool di talenti
flessibile e di alto livello? In che modo posso
strutturare la mia organizzazione per rendere
possibile e gestibile tutto ciò? “Unique rispon-
derà anche a queste domande”, sottolinea
Michael Ammerlaan.
L’azienda Unique del 2022 (anno del cin-
quantesimo anniversario della fondazione)
sarà dunque diversa dalla Unique di oggi. Ma
l’anima non cambia, come sostiene François
Sepulchre. “Per battere la concorrenza in
questo mercato è necessario puntare su tre
aspetti: la capacità di immedesimarsi nell’or-
ganizzazione del cliente, la capacità di scopri-
re il candidato giusto dietro al CV e la capacità
di trovare l’abbinamento perfetto tra i due.
Questi sono i nostri punti di forza. Penso quin-
di che siamo pronti per affrontare i prossimi
dieci anni. Con il sostegno della nostra società
madre USG People saremo costantemente
impegnati allo sviluppo di nuove forme di pre-
stazioni di servizi di qualità.
Lo facciamo innanzitutto per i nostri
candidati e clienti, non per noi stessi. A volte
sento dire: ‘Unique è il vincitore di domani’, ma
questa dichiarazione non è del tutto accurata.
I vincitori di domani sono i nostri candidati e i
nostri clienti. Le persone per le quali lavoria-
mo e per le quali abbiamo una grande passione
rimasta invariata nel tempo.”
191
UNIQUE 40 ANNI D I TALENTO
E con questo sguardo al futuro si conclude la ri-vista pubblicata in occasione dell’anniversario. Abbiamo realizzato questa rivista con grande piacere e ci auguriamo che la lettura sia stata altrettanto gradevole.
Saremo lieti di fornire ulteriori informazioni riguardo al contributo che i nostri talenti sono in grado di offrire.
I 1900 colleghi di Unique in Belgio, Germania, Italia, Olanda e Spagna
ColofoneUnique – 40 anni di talento
Questa rivista è stata pubblicata in occasione
del quarantesimo anniversario della fondazione
dell’agenzia di lavoro interinale Unique e viene
distribuita nei cinque paesi in cui Unique ha
sede: Belgio, Germania, Italia, Olanda e Spagna.
Composizione, testi e redazione
Bert Bukman
Inge Hazewinkel
Suzan Kleijn
Hans Kops
Creazione immagine e sviluppo grafica
Studio Saiid & Smale
Fotografia
Marie Taillefer
Casper van Aggelen (p 18-19, 20)
Shodja Alizay (p 176 t/m 181, 188)
Marco Borggreve (p 47)
Raymond Casey (p 124, 126-127)
Luis Castilla (p 170-171)
Rudi Gagel (p 21)
Getty Images (p 76)
Avi Goodall (p 155)
Thijs Heslenfeld (p 138 t/m 147)
Arie Kievit/HH (p 134-135)
Lukas Kroulik (p 157)
Manutencoop (p 74)
Rene van der Meer/FN (p 191)
Sportspeakers (p 136-137)
archief Unique (p 94 t/m 97)
Julio Vergne (p 168-169)
Hans van der Woerd (p 44-45)
Correzione
Féri Roseboom
Agenzia di traduzioni
AVB Vertalingen
Litografia
Spirit & Sketch
Stampa
Drukkerij Snep
Rilegatura
Binderij Hexspoor
Tiratura
30.000
Settembre 2012
Nessuna parte della presente pubblicazione può
essere riprodotta e/o divulgata, in qualsiasi forma
o modo, senza l’autorizzazione scritta di Unique
e/o di USG People (communication@usgpeople.
com, +31 (0)36 529 95 00).
www.unique.eu
Unique Belgio, AnversaT +32 (0)3 800 64 00
E [email protected] www.unique.be
Unique Germania, Monaco di BavieraT +49 (0)89 56 82 70
E [email protected] www.unique-personal.de
Unique Italia, MilanoT +39 (0)2 696 30 11
E [email protected] www.unique-italia.it
Unique Olanda, AlmereT +31 (0)36 529 90 00
E [email protected] www.unique.nl
Unique Spagna, MadridT +34 (0)91 382 22 30
E [email protected] www.unique.es