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Abitare l ’omologazione SARA TELESCO Tesi in Interior Design Prof. Michele Porcu NABA design A.A 2009/2010 sessione autunnale

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Abitare l ’omologazione

SARA TELESCO

Tesi in Interior DesignProf. Michele Porcu

NABA design

A.A 2009/2010 sessione autunnale

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INDICETema

IntroduzioneDiagramma

Le citta’ invisibiliLa storia:Frida

Immaginando FridaLa visione di Frida

I suoi abitantiAbstract

Analisi ed elementi utiliModulo

TriangoloGli studi

Lo spazio O’Modello

Tavole tecnicheGli arredi

Tavole materialIRender

Bibliografia Sitografia

Ringraziamenti

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TEMA

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I laboratori di tesi 2009/2010 sposano il tema dell’abitare.Corso di interni, seguito dal docente Michele Porcu, compie un indagine sullasperimentalità dello spazio interno abitativo.Immaginare nuovi modelli abitativi, nuove proposte ai sempre più crescenti bisognicollettivi ed individuali, soluzioni che diano reali proposte anche a nuovi modi di vivere.Intruso, rete, innesto, parassita sono le parole chiave che alimentano il tema generale della tesi,che vede come luogo la galleria “O” di via Pastrengo 12 a MIlano.

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INTRODUZIONE

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Ambiente ed edificio una cosa sola; piantare alberi nel terreno che circonda l’edificio, quanto arredarel’edifico stesso, acquistano un’importanza nuova, poichè divengono elementi in armonia con lo spazio interno nel quale si vive.Interno ed esterno, una cosa sola nell’architettura, due parti che non possono esistere senza l’altra.Da una riflessione sulla societa’ moderna ma sopratutto sul mododi vivere odierno, dove l’uomo svolge tutte le principali mansioni quotidiane,è partita l’analisi sui vari tipi di architetture che sempre hanno, e continuano oggia circondare l’uomo.Compresa la storia di queste abitazioni, e i vari modi di costruire, ho cercatodi capire quali sono le fonti che alimentano quei tipi di costruzione.L’uomo nella stua storia si è sempre ispirato alla natura e, in quasi tutti i suoi periodi storici, ha applicato questi studi sulle architetture.Gli elementi comuni che caratterizzano queste architetture,sono molto semplici e basilari, incosciamente sono onniscientinella vita di tutti i giorni.Cosi’ dato che, non potendo cambiare le architetture presenti nelle varie metropoli, poteva essere interessante portare all’interno questa modularità per poterla sfrutttare al meglioall’interno di uno spazio abitativo, modificandola, attraverso il colore e la presonalizzazionedell’interno che va a discrezione dell’abitante che lo occupa.Tutto questo grazie al denominatore comune:il triangolo, figura straordinariamente sempre presernte nella vita di tutti i giorni.

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Ma forse con questa citazione riesco a spiegare meglio ciò ce voglio fare:“Data la mancanza di un effettiva possibilità di approfondire il tema sul piano economico, produttivo, sociale ed anche formale, cerco con questa proposta di porre in luce da una parte le contraddizioni più grossolane riscontrabili all’interno dello spazio abitativo proposto (mancanza di uno spazio vitale una volta inserite le strutture atte a risolvere la funzione “dormire” che appare la “dominante” e che invece attraverso l’operazione proposta di occultamento, viene ridotta praticamente a zero); dall’altra la non volontà di “calcare dall’alto” modelli di arredo (precostruiti) ostrutture “disponibili alla manipolazione” che mistificano il problema lasciandolo praticamente inalterato (problema del ruolo e del rapporto che esiste tra progettazione e fruizione).Nella mia proposta appare chiaro da una parte il tentativo di esprimere una presa di posizione critica nei confronti dello spazio, così come ci viene fornito dalle “norme Gescal”, dall’altra la volontà di proporre non tanto soluzioni precostruite imposte dall’alto, quanto ritrovare nella progettazionedi spazi interni abitativi, un ruolo da parte del formalizzatore che non copra tutti i possibli gradi di libertà che lo spazio potrebbe consentire, realizzando cioè delle “strutture di base” che siano in grado di risolvere i problemi più grossolani dell’attrezzatura di uno spazio abitabile, lasciando poi peròalla possibilità di intervento dell’individuo la libertà di agire autonomamente, minimamente condizionato alla creazione di uno spazio congeniale alle sue effettive esigenze.”Il progetto quindi vorrebbe provare a essere una soluzione al sempre crescente bisogno di spazio, sempre meno disponibile, con un rapporto prezzo notevole.

nota di Ugo della Pietra da:Ugo della Pietra la sinestesia delle arti 1960-2000 Mazzotta.

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LE CITTA’ INVISIBILI

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« Anche le città credono d'essere opera della mente o del caso, ma né l'una né l'altro bastano a tener su le loro mura.D'una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda. » (Marco Polo)

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Numerosissimi gli spunti che il romanzo offre; anzitutto il rapporto che corre tra lo Straniero e la terra straniera in cui si trova. Altro tema interessante è quello, doppio, della comunicazione e del linguaggio: Marco Polo ha infatti difficoltà, inizialmente, a parlare la lingua del Monarca e così si esprime a gesti e versi per descrivere le città visitate. Successivamente Marco Polo, imparata la lingua, si esprime in maniera più fluida, eppure sentirà la maggior difficoltà di esprimersi in un modo in qualche modo mediato e non più diretto. Altro punto di riflessione è il rapporto tra il Sovrano e l'idea di ordine che egli stesso cerca di realizzare sulle terre dei suoi domini: il Khan ora è terrorizzato dalla vastità del suo impero e dalla impossibilità di poter dettare un ordine, ora è rassicurato dall'equilibrio degli opposti che in esso si muovono. Altro tema costante nel testo, è il rapporto tra Marco Polo e il Gran Khan, che sottintende la dialettica contemporanea tra media e fruitore: il Khan ascoltando i racconti di Marco, pur amando il modo col quale Marco Polo racconta, non sa se credere o meno alle sue parole, e non sa fino a che punto la sottigliezza del suo Messo sfoci nella pura invenzione. Si può anche notare che, seppur ambientato all'epoca di Marco Polo, nel roman-zo sono presenti numerosi riferimenti ad elementi del mondo contemporaneo, come città (Los Angeles).

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Protagonista è Marco Polo che, alla corte di Kublai Khan, fornisce attraverso i suoi dispacci al Sovrano, le descrizioni delle città che vengono toccate dai suoi viaggi all'interno dello sterminato Impero: in queste narrazioni parla degli uomini che le hanno costruite, della forma della città, delle relazioni tra la gente che le popola e la forma architettonica delle città stesse. Queste città però esistono solo nella mente del viaggiatore veneziano: Marco Polo infatti le descrive ora nei più minuziosi dettagli, ora valutando l'insieme, ma sempre guardando dove tutti gli altri non guardano, verso dettagli che ad altri paiono invisibili. Le città di cui Marco Polo racconta sono intese come mondi conchiusi: le città invisibili infatti non entrano in relazione tra loro. Grazie al racconto è Marco Polo stesso che le "crea" mentre le racconta, così come per Calvino lo scrittore "crea" i mondi di cui tratta. Le città invisibili è infatti un romanzo metanarrativo, in quanto porta il lettore a riflettere sui meccanismi stessi della scrittura.

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LA STORIA:FRIDA

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Due enormi statue custodiscono l'ingresso di Frida.Il viaggiatore ne e' intimorito, ma alla fine entra nella citta', invitato da suono di festose voci.Qui il viandante non trova la solita citta', perche' e' assalito da una devastante puzza, e da un'insolito grigiore.L'aria e' pesante e fuligginosa, quasi che il sole ne e' oscurato.Scure sono le case degli abitanti di Frida, che dormono in contenitori metallici, come quelli del petrolio o della spazzatura.Sono piccoli e si nascondono ovunque.Ognuno ha la propria casetta, contenitore, tutta arrugginita, e con una piccola finestrella per guardare fuori, dove il viaggiatore puo' notare i panni stesi a prendere fuliggine.Le piccole case sono tutte uguali, un involucro di forma cilindirca. Ma e’ l’interno che caratterizza le case, basate su un sistema d’arredo modulare;ogni abitante la cambia, la trasforma secondo il proprio gusto personale, nel colore, nel dislocamento.Uno spazio unico dove dormire, mangiare, conversare, vivere in piccole comunita’.I pie' di Nibbio di Frida, di tanto in tanto spostano la propria casa, come minuscoli paguri spostano in proprio guscio vagando sul fondo accidentato di questa citta' senza strade.Ma il viaggiatore e' colpito non tanto dallo stato di questo angusto paese, ma dalla disponibilita' e dalla accoglienza di questi lillipuziani esserini.Dolci e carini come nani da giardino, sanno allietare i propri ospiti, con curiose danze e allegri canti. E con questi ultimi impressi nella mente, che il forestiero incantato lascia Frida.

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IMMAGINANDO FRIDA

Frida metafora della città contemporanea.

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LE VISIONI DI FRIDA

Il cielo di Frida.Un esempio di quell’atmosfera plumbea che

avvolge la citta’

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Una parte della città

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Esempi di spazi industriali nella città

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Un tunnel

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Spazi urbani

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Chi e’ il tipo di abitante di Frida?

L’abitante tipo di Frida e’ unico, senza distinzioni sociali o razziali.Metafora dell’uomo odierno, che vive nelle case popolari. Intrappolato in un sistema omologato e uniforme.Gli individui scelgono involontariamente di rinunciare a pensare con la propria testa per affidare a un capo, ma anche a un’organizzazione, a un partito, la conduzione dellapropria vita,perdendo l’autonomia e l’iniziativa intellettuale nel gestirla.Intrappolato in un sistema omologato e uniforme.

“Gli abitanti di Frida abitano dentro dei bidoni come quelli del petrolio

o della spazzatura..”

I SUOI ABITANTI

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ABSTRACT

Il 2 novembre 2009, ci siamo recate in visita allo spazio ‘O in via Pastrengo 12 a Milano.Grazie alla collaborazione della Direttrice Sara abbiamo effettuato il rilievo dello spazio, preso le misure e scattato foto.Compreso e capito lo spazio’O, siamo passate alla lettura di “Le città invisibili” di Italo Calvino.Da qui è partito lo spunto per la creazione di una nostra personale versione delle città invisibili.Immaginare, creare una storia con caratteristiche che richiamano, attraverso una metafora il presente.Una città con tutte le caratteristiche della Milano odierna; una metropoli puzzolente dal cielo plumbeo e con grosse architetture modulari, contenitori del petrolio o della spazzatura di forma cilindrica.Ma ci sono anche lati positivi, le persone di questa città sono sempre alla ricerca della felicità, ricreando così all’ interno del proprio spazio abitativo, un comfort, una serenità, dove poter essere tranquilli.Nasce così Frida: unica. Stargate tra mondo senza tempo e mondo contemporaneo.Un mondo parallelo dove il modo di progettare lo spazio interno, è del tutto sperimentale e del tutto diverso dal mondo esterno.Uno spazio architettonico radicale attraverso il quale, l’abitante di Frida può esprimere se stesso.Data la definizione di spazio, e le esigenze dell’abitante di Frida abbiamo cercato di capire la psicologia di ogni singolo cittadino.Non vi sono divisioni sociali o razziali tra gli abitanti ognuno ha le stesse possibilità socio-economiche di tutti gli altri.Metafora dell’uomo odierno che vive nelle case popolari, dove gli individui scelgono quasi involontariamente di rinun-ciare a pensare con la propria testa per affidare a un capo, a un partito, a un’ organizzazione politica, la conduzione della propria vita, perdendo l’ autonomia e l’ iniziativa intellettuale nel gestirla.Tutto questo però viene annullato quando il cittadino entra nella propria abitazione, dove trova conforto e dove può esprimere se stesso.

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Contrapposizione tra il mondo esterno, triste e opprimente e il mondo interno limitato e svincolato da ogni legge.All’interno di ogni abitazione, gli abitanti trovano il proprio spazio vitale.Portando l’omologazione, la modularita’ e la serialita’ all’interno, rivoltandola letteralmente come un calzino, per frut-tarla e renderla migliore.Cio’ che non puo’ essere cambiato deve essere migliorato.Qui l’abitante di Frida attraverso i colori e materiali, può cambiare e adattare lo spazio secondo il proprio gusto creando e trovando la propria serenità.Tutti questi passaggi e riflessioni sulla struttura urbana e sociale di Frida, sono nati da una ricerca della nostra società e della nostra storia passata e presente, alla psicologia dell’ uomo del XXI secolo e delle sue esigenze, oppresse da una sempre più crescente e tentacolare metropoli che asciuga ogni aspettativa e desiderio dell’uomo moderno.Trovandoci in prima persona in questa situazione troviamo doveroso riflettere e trovare un’ adeguata soluzione per un futuro migliore.

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ANALISI ED ELEMENTI UTILI

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-Nuovi modelli abitativi.-Nuove risposte a emergenti bisogni collettivi ed individuali.-Luoghi duttili e versatili, multi funzione.

PARA:prefisso di composti/derivati dal greco.

PARAcity:citta’ irregolare/parallela/discontinua

PARALLELA:la nostra citta’ e’ una metropoli parallela alla citta’ di Milano odierni.Con Frida volevamo crare una metafora di Milano, ricreando tutti gli elementi SERIALI, e le caratteristiche che vanno a comporre Milano.Milano una citta’ grigia, sporca, puzzolente, con delle case grandi ed omologate, MODULARI.Ma ci sono anche dei lati positvi: le persone cercano la propria serenita’e felicita’ all’interno del porprio spazio.Spazi tutti uguali, moduli abitativi, ma che in base al gusto del suo abitantecambia e si adatta.

FRIDA...citta’ PARALLELA/Metafora di Milano.

Immaginare un mondo che in verita’ e’ reale...Oltrepassando la realta’...

I mondi utopici sono proiezioni oltre il reale che servono al reale come guida

possibilita’ prefigurateesercizi di posbbilita’

aperture di possibilita’.

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L’analisi delle citta’ invisibili e di conseguenza di Frida, metafora della citta’ di Milano oggi, richiama tutti gli aspetti piu’ banali e omologati che si possono trovare nella grande metropoli.L’abitante di Frida come quello di Milano e’ costretto a vivere in una citta’ che non e’ a misura d’uomo, e che solo nel proprio spazio abitativo puo’trovare il conforto e la serenita’ che cerca necessaria per vivere.

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MODULO

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Modulo: misura o forma in base alla quale viene calcolata o progettata una struttura complessa.Nell’architettura greco-romana, il termine indica il raggio della colonna assunto come unità di grandezza alla quale fare riferimento per le dimensioni delle altre parti di un edificio.Secondo Vitruvio il termine corrispindente al greco embatèr:”Il modulo, che in greco si chiama embatèr, stabilito questomodulo, con dei calcoli si effettuano le distrubuzioni di tutti i membri dell’opera”.La libertà di assunzione dell’elemento modulare, non desumibile esclusivamente dalla misura della colonna, è ribadita da A.C Quartremère de Quincy.Ancora di recente, per G.C. Argan, è “misura variabile, che l’architetto sceglie liberamente...e dei cui multipli e sottomultipli...si vale per determinare...la proporzione di tutti i membri dell’edificio”.L’architettura contemporanea ha largamente utilizzato il principio modulare specie negli elementi prefabbricati; osserva al tal proposito Argan che “ proprio nello studio dei problemi della prefabbricazione, è facile intuire dove e come sia stato affrontato e risolto il problema, non più dell’assunzione del singolo oggetto-standard a modulo, ma delladefinizione teorica del modulo-oggetto, cioè di un principio ideativo che fosse anche il fatto-base della costruzione”.Il modulo viene utlizzato per la mia progettazione come principio.

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IL TRIANGOLO

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Un triangolo equilatero è un triangolo con tutti i lati congruenti e dunque è il poligono regolare con tre lati. Gli angoli sono tutti uguali e pari a 60°.I triangoli equilateri sono particolari triangoli isosceli. Tutti i triangoli equilateri sono simili tra di loro: per caratterizzare metricamente un triangolo equilatero, ovvero per caratterizzare la classe dei triangoli equilateri nel piano ottenibili gli uni dagli altri mediante traslazioni e rotazioni, serve e basta un parametro estensivo; tipicamente si usa la lunghezza dei suoi lati.Il triangolo equilatero. Forma basilare che va a comporre molte delle forme in natura, ma non solo, che ci capita di vede-re ogni giorno, e da questa forma, insieme al quadrato, che ho voluto sviluppare il progetto d’interni. Ho voluto prendere in esame questo tipo particolare di triangolo per la sua struttura di tre lati uguali e di tre angoli uguali, rendendo così la forma più stabile. Per questa sua specifica caratteristica lo troviamo i molte strutture anche complesse, e in natura in molte forme e strutture minerali e vegetali dal trifoglio all’oleandro. Il triangolo equilatero è una delle tre forme basilari, assieme al cerchio e al quadrato. Il massimo pieno di triangoli equilateri a contatto tra loro, su di una superfi-cie, genera un campo strutturato nel quale si possono costruire infinite altre forme combinabili tra loro, ed è secondo questo concetto che si sviluppa il mio progetto, un esempio lo troviamo nelle decorazioni arabe,cinesi, persiane, giappo-nesi. In molti sitli dell’arte decorativa, la struttura triangolare è stata una base costruttiva. Anche oggi molte costruzioni sono basate sulla struttura triangolare e sui moduli nati da essa; si possono citare ad esempio le costruzioni di Fuller o di Wright, di cui troviamo molti esempi (sopra citati). La conoscenza di questa forma elementare e basilare, in tutti i suoi aspetti e le sue possibilità formali e strutturali, è di grande aiuto al progettista. Per ragioni statiche, di praticità progettuale e costruttiva, per ragioni economiche di realizzazione, trasporto e montaggio, una costruzione modulata è oggi più progettabile di una costruzione di tipo scenografico-pittorico-scultoreo come si faceva un tempo, oltre che a dare un sapore tutto particolare all’ambiente interno. Tutte queste motivazioni sono elementi dominanti all’interno del mio progetto.

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Il triangolo è una forma, una figura spesso presente nell vita di tutti i giorni,tra questi ci sono i frattali.Fra i primi frattali studiati, un posto d’onore occupa il cosiddetto triangolo di Sierpinski (o Gerla di Sierpinski), dal nome del matematico che per primo ne ha studiato le proprietà. Si tratta di un frattale molto semplice da ottenere anche per via geometrica elementare.Da un punto di vista strettamente geometrico viene generato con una serie di rimozioni. Si inizia con un quadrato pieno (fig. 2) da cui si rimuove un quadratino di lato pari alla metà del quadrato iniziale, in modo da ottenere la figura 3, formata da tre quadrati. Da ciascuno di questi quadrati si elimina il quadratino in basso a destra e si ottiene una figura formata da nove quadratini (fig. 4). In questo modo si continua ogni volta fino ad arrivare al risultato finale.Nelle figure seguenti possiamo osservare i primi 6 passi necessari per ottenere il frattale.

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Il caleidoscopio è un’altro esempio: strumento che si serve di specchi e pezzetti di vetro o plastica colorati, per creare infinite strutture simmetriche. Di solito è un semplice tubo di cartone con all’interno una serie di specchi (almeno due) posti nel senso della lunghezza del tubo; nella parte anteriore, separati da un vetro rotondo trasparente, sono inseriti dei frammenti di vetro colorato per forma e colore. Un vetro smerigliato chiude il tubo nella parte anteriore.Il caleidoscopio è stato inventato da Sir David Brewster (1781-1868), un celebre scienziato scozzese che dedicò la sua vita a studiare i principi che stanno alla base dell’ottica. Brewster costruì il primo caleidoscopio nel 1816 e lo brevettò nel 1817. Questo brevetto fu però in seguito contestato a causa, sembra, di qualche errore di registrazione. Un americano (Charles Bush) lo migliorò e lo brevettò nel 1873, iniziando poi a produrre e vendere caleidoscopi in grandi quantità.E’ interessnte notare il gioco di forme piuttosto basilari che vengono create dai vetri, forme solitamentetriangolari, tonde o quadrate, che pur seguendo una logica ottica precisa, sembrano nascere spontanee dal nulla.Vanno creando forme così belle e semplici da riscreare quasi angoli di universo, con la loro estensione cirolare, oancora creano come tante piccole molcole o virus coloriti, che con il loro colore e fattezze sembrano danzarein uno spazio atemporale.

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Altri esempi dell’ultilizzo del triangolo equilatero li possiamo trovare anche nell’ambito del design.Molti artisti infatti hanno utilizzato questa forma come modulo base per creare svariati e molteplici pezzidi arredo e non solo.Una linea di lampade da terra, tavolo e sospensione dal design moderno, concepita come una struttura modulare trasparente composta da tanti prismi. Il sistema comprende tre elementi di base, assemblati tra di loro a scatto (un triangolo/diffusore, un quadro/nervatura, un elemento di coronamento) e i supporti ( la base, le gambe, il tondino, l’at-tacco per la sospensione). L’operazione di montaggio è molto semplice ed è lasciata all’utente. Honey è in due colorazioni: trasparente e fumè.

Donegani Dante & Lauda Giovanni designeracciaio, metallo, policarbonato, 2004

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L’esempio sopra è una particolarissima progettazione e realizzazione per scale interne, fatte interamente in legno massiccio con scalini a triangolo retto, che hanno permesso

al proprietario dell’immobile di sfruttare la breve lunghezza disponibile, elevando l’alza-ta grazie alla particolare forma: affascinanti e sicuramente uniche.

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Questo sgabello è ottenuto con una serie unica di triangoli generati casualmente da un algoritmo, e successivamente tagliati al laser su legno. Uniti con dei cavetti, i triangoli

compongono uno sgabello leggero con un’innovativa struttura morbida. Product design di Riccardo Bovo.

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Ma è sopratutto in architettura che troviamo più esempi di rappresentazione del triangolo.

pianta di Sant’Ivo (Lorenzo Bocca, pastello su cartoncino, 1982)

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Il Pentagono, edificio sede del quartier generale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America.

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LINLa Cité du Design da poco inaugurata a SaintÉtienne, in Francia, rappresenta il primo stadio di un più ampio progetto di ridisegno urbano che coinvolge l’area per decenni off limits doveun tempo si trovava la Manufacture d’Armes, la fabbrica delle armi da fuoco risalente al XIII secolo.Il rivestimento e costituito da 14.000 triangoli equilateri di diversi materiali che aiutano a controllare luce, temperatura e flussi dell’aria, in base alle condizioni ambientali. Questo vero e proprio laboratorio “interclimatico”, questa superficie high-tech - flessibile e reattiva, che si alterna in opacità e trasparenze, aperture e chiusure - è capace di adattarsi (rispet-to alle diverse condizioni ambientali esterne) alle attività che si svolgono all’interno, per regolareluce, temperatura e flussi dell’aria. I triangoli di 1,20m di lato, sono strategicamente disposti nella struttura reticolare. Alcuni possono essere apribili, persino intercambiabili; e come le scaglie della pelle di un serpente, si colorano in manie-ra diversa. Sono in alluminio o in vetro; e la loro configurazione va da quelli dorati (translucidia maglia metallica), a quelli color ocra (con lamelle brise-soleil integrate, che a loro volta possono essere fisse o mobili), da quelli grigio blu (fotovoltaici), a quelli grigi (isolanti), a quelli sperimentali colore verde scuro (con fitoplancton per la fotosintesi artificiale).

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La citè du design, Francia, realizzata da LIN ,vista dall’alto.

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Particolare vista dell’interno.

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Particolare della copertura e della sua flessibilità.

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Il modulo del triangolo equilatero che compone la struttura.

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Emil Guntman House, Gulfport, Missisipi, di Bruce Goff.Pianta di casa abitazione costruita su superficie modualta a triangoli equilateri.

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Il Padiglione Americano alla “Expo 67”

Richard Buckminster FullerGrande cupola per l’Expo di Montreal, 1967.L’intera struttura è realizzata con una doppia griglia a base triangolare.Le geodetiche si intersecano formando elementi triangolari che giacciono approssimativamente sulla superficie di una sfera; i triangoli sono tutti molto simili tra loro ed essendo rigidi garantiscono la robustezza locale, mentre le geode-tiche formate dai loro lati distribuiscono gli sforzi locali sull’intera struttura. La cupola geodetica è l’unica struttura costruita dall’uomo che diventa proporzionalmente più resistente all’aumentare delle dimensioni. Quando la struttura forma una sfera completa, viene detta sfera geodetica.

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Fuller è famoso principalmente per le sue cupole geodetiche, che sono parte anche delle moderne stazioni radar, di edifici civili e tensostrutture. La loro costruzione si basa sull’estensione di alcuni principi base dei solidi semplici, come il tetraedro, l’ottaedro e solidi con numero di facce maggiore che possono considerarsi approssimazione della sfera. Le strutture così concepite sono estremamente leggere e stabili. La cupola geodetica è stata brevettata nel 1954, ed è stata una parte fondamentale del processo creativo di Fuller teso all’esplorazione della natura per inventare nuove soluzioni di design.

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Progettato da I.M. Pei, l’edificio è alto 305 metri (1000,7 piedi). È stato il più alto edificio a Hong Kong e in Asia dal 1989 al 1992, ed è stato il primo edificio al di fuori degli Stati Uniti a superare il limite di 1000 piedi (305 m). Attualmente è il quarto più alto grattacielo di Hong Kong, dopo International Commerce Centre, 2 International Finance Centre ed il Central Plaza.

Interessante l’uso che fa del trinagolo, che suddivide l’edificio in due parti e ancora obliquamente per tutta la sua altezza.

Di notte questa suddivisione viene ancor più resa evidente dall’illiminazione.

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Commissione per allora Presidente francese François Mitterrand in 1984 è stato progettato dall’architetto Ieoh Ming Pei è responsabile del disegno del Museo di Miho in Il Giappone tra altri. La struttura, che è stata costruita interamente con i segmenti di vetro, raggiunge un’altezza di 20.6 tester (circa 70 piedi); la relativa base quadrata ha lati di 35 tester (115 piedi). Consiste di 603 rhombus-a forma di e 70 segmenti di vetro triangolari.

La Piramide du LouvreParigi, 1984

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Ugo la PietraSistema disequilibranteOCCULTAMENTO, 1974Proposta per Case Gescal (Premio Lissone e Copasso d’Oro)Dalla proposta delle case Gescal alla Galleria Visualità con diversi ambienti all’inizio degli anni Settanta,metto in crisi gli spazi codificati e ne svelo nuovi possibili usi percettivi e funzionali.Data la mancanza di una effettiva possibilità di approfondire il tema sul piano economico, produttivo e sociale ed anche formale, cerco con questa proposta di porre in luce da una parte la contraddizione più grossolaneriscontrabili all’interno dello spazio abitativo proposto.In mancanza di uno spazio vitale, una volta inserite le strutture atte a risolvere la funzione “dormire” che appare la “dominante” e che invece attraverso l’operazione proposta di occultamento , viene ridotta praticamente a zero.

Sistema disequilibrante, Occultamento, 1974, proposta per case Gescal (Premio Lissone)

Modello conservato presso il Museo del Design, Trien-nale di Milano

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Indici di MillerCristalliFigure triangolari visibili nell’attacco a cristalli d’argento, secondo il piano 1-1-1 dell’indice di Miller.Gli indici di Miller sono un sistema di notazione utilizzato in cristallografia per descrivere i differenti piani e direzioni in un reticolo di Bravais.

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CallimitraScheletro del radilario Callimitra agnesae, di circa 15 millimetri di diametro.

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Alcuni esempi nel mondo dell’arte.Angelo Bertolio, suo interessi artistici si concretizzano in maniera articolata a partire dalla fine degli anni sessanta quando comincia a focalizzare una adesione ai principi della creazione geometrica, visuale, modulare. Studia le forme primarie, triangoli, cerchi e quadrati e le loro architetture da cui sviluppa opere bidimensionali e tridimensionali.

Opera n° 501architettura di un quadrato

1981

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Opera n° 1856legno naturale colore nero

2000

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Paul Klee utilizza il triangolo equlatero per la teria del colore.Il triangolo dice già molto di più. I tre lati simboleggiano l’intero movimento cromatico che si svolge lungo di essi in tutta la sua ampiezza.I movimenti dei colori complementari sono in certo senso di natura triangolare, anche se ciò non è del tutto evidente per il fatto che al posto dei due colori primari compare il colore secondario di cui essi sono i componenti. Un movimento di colori complementari è dunque abbastanza vicino alla totalità cromatica.

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Isocaedro,Forma plastica disegnata da Leonardo.

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Mapper del mondo.Nuovo modo di rappresentare i continenti, secondo una proposta

di Fuller

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Charles O. Perry’s Icosaspirale in San Francisco, California.

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GLI STUDI

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Il triangolo si moltiplica dividendosi in mille marti uguali.

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Il modulo crea forme e figure che richiamano al mondo naturale.

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Il triangolo si divide, tirando una linea da un vertice ad unametà di un lato.

Questo procdiamento si può ripetere praticamente fino all inifinito.

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Alcuni esempi.

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71Un esempio più complesso dello sviluppo del modulo.

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LO SPAZIO O’

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O’ è un organizzazione non profit per la promozione delle ricerche artistiche, fondata nel maggio 2001 da Sara Serighelli e Angelo Colombo con il nome di O’artoteca (O’ dal 2008).Si trova nel quartiere Isola di Milano e la sua attività si articola in un ampio spazio espositivo, un’area di consultazione e archivio, e un laboratorio esterno, L.A.B.-LaboratorioArtibovisa, per la produzione legata alla fotografia e alla stam-pa. Sviluppa progetti espositivi incontri e dibattiti, performance, concerti, lectures, pubblicazioni, è un luogo in cui gli artisti possono sperimentare, verificare e misurarsi con il proprio lavoro.I progetti realizzati sono per lo più site specific e nascono da rapporti, frequentazioni e relazioni vissute e protratte nel tempo.Coerentemente al proprio carattere sperimentale, O’ inaugura nella primavera 2006 O’A.I.R. Programma internazionale di residenza per artisti e teorici, idealmente un contenitore di esperienze, territorio di relazione e dialogo dove vengono messi a disposizione spazio, tempo e risorse per sostenere tutto il processo creativo. Organizzato da O’ in collaborazione con Hotel Pupik-Austria, il programma, prevede tre/quattro appuntamenti per stagione, tra ottobre e luglio, ciascuno dei quali ospita da 2 a 4 residenti, provenienti da esperienze e approcci diversi, sin ora selezionati su invito. Dal febbraio 2008 è disponibile sul sito www.o-artoteca.org il bando di partecipazione al programma con la relativa domanda di ammissione.Da sette anni O’ ha avviato rapporti stabili di scambio e collaborazione, con la residenza per artisti austriaca Hotel Pupik, coordinando all’interno dei due appuntamenti annuali di residenza le presenze italiane. Insieme a Die Schachtel, etichetta indipendente di musica contemporanea, sviluppa dentro e fuori dal programma di residenza, una serie di performance con artisti-compositori attivi nella scena avant-garde e sperimentale internazionale. Collabora già da tempo con organizzazioni, istituti culturali stranieri, e con altri spazi di ricerca in Italia (Il Laboratorio dell’Imperfetto, Gambettola) e Austria, con la Galeria h-10, Valparaiso, Cile e la Neiman Foundation /Columbia University, New York; dal 2008 è partner ufficiale della Galleria d’Arte Nazionale di Tirana, Albania, con il premio Onufri.

O’| residenze | fotografia | suono | performanceassociazione non profit | via pastrengo 12, 20159 milano itel +39 02 6682 3357 | fax +39 02 3931 3654website: www.o-artoteca.org email: [email protected]

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O’artoteca opera in uno spazio di circa 380 mq. all’interno del quale trova posto un mpia e luminosa area esposi-tiva dove vengono proposte mostre, eventi, incontri, performances, spettacoli teatrali ed altri eventi culturali. Un area più raccolta è ivece riservata ai soci, un ambiente confortevole dove intrattenersi e consultare riviste d’arte e

cultura, o visionare un ampia raccolta di video d’artista e films.

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MODELLO

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GLI ARREDI

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IL TAVOLO spazio

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IL WCzio

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IL PIANO COTTURA

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LA SCALA

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Processo per la produzione di alluminio anodiz-zato opaco. La tecnica di incisione utilizzata crea sulle lastre di alluminio una finitura regolare ed uniforme mediante la dissoluzione di un sottile strato della superficie metallica anodiz-zata. Invece del tradizionale utilizzo di sostanze caustiche, per l’incisone del metallo ci si avvale di un procedimento chimico sviluppato e brevet-tato dal produttore. L’alluminio in eccesso viene riciclato e reutilizzato, con una riduzione della quantità di rifiuti solidi che può arrivare all’80%. Il trattamento impartisce alla superficie un aspetto smerigliato che nasconde meglio delle tecniche tradizionali le irregolarità del metallo. L’opacità della finitura riduce il riverbero in caso di esposi-zione diretta alla luce del sole. Il grado di lucidità della superficie è pari a 4, laddove il tradizionale alluminio anodizzato fa registrare valori compre-si fra 16 e 24. Il procedimento soddisfa ampiamen-te i requisiti imposti dalle normative AAMA 611. Gli utilizzi riguardano materiali estrusi, rivestimenti in esterni e fabbricazione di tubi per applicazioni strutturali nel settore del’architettura.

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Pannelli in schiuma di alluminio. La superficie esterna dei pannelli è indissolubilmente legata all’anima in schiuma mediante un procedimen-to di tipo metallurgico. Rispetto all’alluminio massiccio il prodotto consente, nel caso di uno spessore di 6 cm, una riduzione di peso di circa il 70%. Il tutto si traduce in una temperatura mas-sima di esercizio di circa 560° C (1040° F). Oltre a possedere buone caratteristiche di smorzamento delle vibrazioni meccaniche e delle onde sonore, il pannello in schiuma possiede un’alta rigidità flessionale e fornisce un’eccellente protezione dalle onde elettromagnetiche. Il materiale non è infiammabile, è riciclabile, non contiene adesivi e non emette gas. AFP 5000 può essere lavorato un modo analogo all’alluminio massiccio e risulta sal-dabile su entrambe le facce. Lo strato superficiale di metallo ha uno spessore pari a 5 mm (0,2 in), mentre i pannelli misurano 100 x 200 cm (39 x 78 in), con un spessore totale complessivo compreso fra 30 e 60 mm (1,2 e 2,4 in). Ulteriori formati sono disponibili su richiesta. Le applicazioni includono la produzione di tavole rotanti e la costruzione di forni per l’industria e macchine per fonderie.

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Miscela per giunti contenente pigmenti decora-tivi. Si tratta di una miscela per giunti polimerica modificata a base di cemento Portland che può essere utilizzata con qualsiasi tipo di piastrella con larghezza dei giunti variabile da 0,32 cm a 1,6 cm (da 1/8 a 5/8 in), che aiuta ad eliminare lo scurimento e possibili polverizzazioni dei giunti. Questo prodotto è resistente ai prodotti chimi-ci ed alle macchie, non è sigillante. Lo stucco è disponibile in 40 colorazioni e tra gli effetti che possono essere aggiunti a questi colori sono inclusi l’oro, l’argento, il rame e particelle perlacee. Questa miscela per giunti è inoltre disponibile in 8 colorazioni fotoluminescenti (brillanti al buio). Viene correntemente usata per il rivestimento a piastrelle di pavimentazioni e pareti di interni ad uso residenziale e commerciale.

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Piastrelle ceramiche con superficie in vetro coraz-zato e rete metallica incorporata. In base ad un esclusivo procedimento di cottura, la superficie in vetro e il substrato in ceramica vengono posti in una fornace ad alta temperatura. In questo modo il vetro aderisce alle piastrelle senza necessità di collanti. Il succedersi delle fasi di raffreddamento e riscaldamento creano l’effetto “ghiaccio” sulla superficie del vetro. Le piastrelle resistono bene all’abrasione e alla temperature e si prestano all’ utilizzo all’aperto. Esistono varie opzioni cromati-che, determinate dal colore della base in ceramica. Le dimensioni standard delle mattonelle sono 10 x 10, 15 x 15 e 20 x 20 cm (3,9 x 3,9, 5,9 x 5,9, e 7,9 x 7,9 in), ma formati diversi sono disponibili a richiesta. Sui pezzi destinati all’utilizzo in esterni sono applicati speciali rivestimenti con funzione protettiva nei confronti degli agenti atmosferici. Fra le appli-cazioni più comuni figurano il rivestimento di pareti, pavimenti, bagni e superfici sia verticali sia orizzontali, e la realizzazione di arredi per giardini e altre ambientazioni all’aperto.

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OLED (Organic Light Emitting Diode) è un modo nuovo di generare luce, utilizzando ma- teriali or-ganici invece della complessa struttura cristallina su cui si basano i tradizionali LED (Light Emitting Diode).La struttura convenzionale di una cella OLED con-siste di una pila di strati di materiale or- ganico compresi fra un anodo, trasparente, e un catodo metallico (oppure nella struttura con emissione superiore, da un catodo semi- trasparente e un anodo metallico).Gli strati organici sono uno strato per l’iniezione delle lacune, uno strato per il trasporto delle lacu-ne, uno strato emettitore e uno strato di trasporto degli elettroni. Quando è applicata una tensione (alcuni volt) alla cella, le cariche iniettate, positi-ve e negative, si ricom- binano e si produce luce (elettroluminescenza). La struttura degli strati organici e di anodo e catodo è progettata al fine di massimizzare il processo di ricombinazione nello strato di emissione e, in definitiva, il flusso luminoso in uscita.Con una opportuna scelta dei materiali costi- tuenti i vari strati, l’intera struttura può avere lo spessore di un decimo di mm.

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RENDER

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L’uomo contemporaneo ha perdutol’armonia tra se e l’ambiente in cui vive,e il superamento di questa disarmonia

è un compito arduo, le speranze troppo facili e idilliache

si rivelano sempre illusiore.Ma l’atteggiamento che vince è quello dell’ostinazione,

delle piccole attenzioni senza rassegnazione.

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BIBLIOGRAFIA

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Vittorio Prina, Cinema Architettura Composizione, Maggioli editore, 2009Frank Lloyd Wright, Architettura e democrazia, Mancosu Editore, 2003Bernard Rudofsky, Architettura senza architetti, 1977Vidler Anthony, Il perturbante dell’architettura Saggi sul disagio nell’età contemporanea, Einaudi,2006Neil Spiller,Visionary Architecture: Blueprints of the Modern Imagination, Thames, 2006Le corbusier, Modulor, Mazzotta, 1948Steven Holl, L’architettura i protagonisti, da l’ espresso pubblicazioni, 2009William j. r. Curtis, Larchitettura moderna dal 1900, Phaidon, 1982Mario Bussagui, Architettura orientale. Electa, 1981A.A.V.V., Architettura contemporanea, Electa, 1970Christian Norberg, L’abitare l’insediamento lo spazio urbano la casa, Electa, 1984Eric H. Cornish, MAteriali, Hoepli, 1996Ugo la Pietra, La sinestesia delle arti, Mazzotta, 2000Bruno Munari, Il triangolo, Zanichelli, 1976Jane jacobs, Vita e morte delle grandi città saggio sulle metropoli americane, Einaudi, 2009Multiplicity.lab, Milano cronache dell’abitare, Mondadori, 2007Edward de Bono, Il pensiero laterale, Bur, 1981Wucius Wong, Design del colore, Ikon, 1991Lia Luzzatto e Renata Pompas, Il significato dei colori, Bompani, 2005

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SITOGRAFIA

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RINGRAZIAMENTI

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Scrivere i ringraziamenti non è sempre facile.Iniziare con un nome privilegiandolo, non sarebbe giusto per tutti quelli che seguono.Fare una sorta di classifica per ringraziare chi ti è stato vicino e chi ti ha aiutato nel tuo percorso, è abbastanzainfantile, almeno credo, ma dire grazie penso sia d obbligo.Alla fine farò dei ringraziamenti tradizionali ma sinceri.Quindi ringrazio il professor Porcu, che nonostante le molteplici difficoltà è stato un buon mentore e un ottimoconsigliere, grazie a lui ho davvero imparato molto.I miei genitori che hanno pagato tutti i conti e tutti i momenti più “tragici” ma anche quelli felici di tutti questi anni.Luca che dopo quasi quattro anni, una tesi su Lost , ora finalemente tocca a me.Lorenzo, l’ amico più caro, ma forse più un fratello per me, che mi ha sempre insegnato tanto ma sopratutto, da lui ho imparato ad essere una persona migliore.Marta che con la sua parlata romanesca,è la prova che certe amicizie si possono consolidare anche dopo tanto tempo.Noemi che crede e ha sempre creduto in me.Lorenzino che con la sua simpatia travolgente, mi ha fatto ridere anche nei momenti più brutti.I miei amici del mare, Veronica, Cristina, Elisa, Sara,Alessandra, e tutti gli altri che hanno sopportato una sanguisuga come me.I miei super renderisti Mattia e Lorenzo.I miei compagni di corso Valentina, Roberta, Benedetta, Karen, Federica, Alice, Vanessa a cui ho chiesto sempre consiglio, anche a qualsiasi ora del giorno o della notte, fino allo sfinimento.Ringrazio anche tutti gli altri miei compagni di corso, che hanno reso particolare in tutti i sensi i miei anni in NABA.Tutti i professori che mi hanno aiutato a crescere professionalemente e moralemente.Grazie alle mie “colleghe” della segreteria a Giuseppa, Lorena e Sandra che mi hanno insegnato come etichettareseicento buste.A Torquato per la sua compagnia in segreteria alle dieci di sera.E un grazie va anche a Lino, che apre per me e solo per me la copisteria alle 7:30 del mattino per stampare i mieiassurdi book.