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A cura di C. Maurizio Gentile Psicologo- Coordinatore Osservatorio della Dispersione Scolastica- Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia ?

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A cura di C. Maurizio Gentile

Psicologo- Coordinatore Osservatorio della Dispersione Scolastica- Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia

?

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Già negli anni ’30 e ’40 Edouard Claparède pensava alla necessità di costruire una “Scuola su misuraScuola su misura”.

Su “misuramisura” di chi?.

Claparède pensava ad una Scuola su misura per tutti, ma soprattutto per quei bambini/ragazzi che presentavano ritardi, difficoltà, impedimenti.

Era il riconoscimento che la Scuola non può ignorare le “differenze” (individuali, sociali, contestuali) che influiscono sul successo formativo.

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Che fine ha fatto la “scuola su misura” di Claparediana memoria?

Era, ed è rimasto, il sogno di una certa cultura “attiva”, attenta alle “diversità”?

In effetti, da quel “sogno” originario si sono sviluppati due orientamenti pedagogico-culturali inconciliabili tra loro

Un progetto di scuola che va dal Tempo Pieno Alla prospettiva “inclusiva”

E che si alimenta di una idea forte di Scuola

Pubblica per tutti ed unitaria

Un’idea di Scuola su Misura in cui ciascuno si serve come

sa e può!. Una Scuola “Self-Service”, a passo variabile, che consenta

a ciascuno di connettersi a ciò che vuole e possa investire per poter

sviluppare di più. Una Scuola “super-market” con

possibilità che diventi una impresa commerciale

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Ciò a cui stiamo assistendo è il pericolo che si crei una “Scuola a due velocità”.

Un percorso per i “normali”, per quelli che hanno strumenti e capacità adeguate alle richieste della Scuola e della Società

Un percorso per gli “altri”, per i “diversi”, per coloro che procedono lentamente….

Questa operazione, oltre ad essere pericolosa, nega l’evidenza del piano di realtà. La realtà contiene le differenze individuali e non farsene carico nella globalità significa produrre continuamente “scarti”.

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Se ci sono “due velocità” significa che una velocità supera l’altra…. Ci saranno allora dei ….. “SUPERATI” (Elias Canetti)

Sono gli scarti, quelli che non vengono più considerati perché hanno perso competitività nella gara delle conoscenze…..

La Scuola diviene il luogo in cui si sviluppa tale gara competitiva…..

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Ma chi e quanti sono gli studenti che nella Scuola siciliana si trovano in una condizione di impasse, di

rischio, di difficoltà?

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L’universo degli studenti

in difficoltà nella Scuola Siciliana

Evasori

Allievi

disabili

R

itirat

i

Pro

scio

lti

Non

ammessiDebito

formativo

Abbandoni

20.140 3.302

30.162

49.5114.312

4.040

Alunni

imm

igrati5.758

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La scuola democratica e repubblicana si fonda su un ideale “universalista”.

Fare in modo che tutti gli studenti, al di là delle differenze sociali e culturali, possano appropriarsi degli stessi saperi fondamentali e possano riferirisi agli stessi valori per tutti. Questo ideale si concretizza in due principi fondamentali.

Una democratizzazionequantitativa

Una democratizzazionequalitativa

Favorire l’accesso alla piena istruzione di tutti (diploma e università)

Impedire che gli studenti provenienti dalle classi sociali più deboli siano emarginati….

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Questi due obiettivi fondamentali della Scuola Democratica, possiamo dire che sono pienamente realizzati? La Scuola, sta favorendo la “mobilità sociale”?

Il dato in nostro possesso ci dice che l’ineguaglianza delle opportunità è ancora molto presente nella nostra realtà e spesso assume “volti diversi” rispetto a 30 anni fa….

Svantaggio socio-culturale Disagio affettivo-relazionale in famiglie

multiproblematiche Distrubi specifici di apprendimento Paura di apprendere Calo drammatico della motivazione scolastica

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Fattori attivinella determinazione

dell’Insuccesso Scolastico e

della dispersione

Fattori legati al profilo dello studente e allasua storia personale

Fattori legati all’ambienteSociale e alla vita familiare

Fattori legati all’Istituzione Scolastica

e al contesto in cuisi sviluppa

l’apprendimento

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Quali ipotesi d’intervento possiamo fare derivare da queste conoscenze scientifiche ormai acquisite sulle “cause” dell’insuccesso scolastico?

Riconoscere la COMPLESSITA’ delle situazioni concrete che derivano, spesso, da storie interattive originali ….

Accettare che l’insuccesso scolastico può avere numerose componenti (biologiche, psicologiche, sociologiche, istituzionali, pedagogiche) e che non si può ridurre l’analisi a un solo punto di vista ….

Prendere atto che l’insuccesso si costruisce all’interno di interazioni sociali fra lo studente e la sua famiglia, fra l’allievo e l’insegnante, fra gli alunni nel gruppo, in un contesto scolastico specifico.

presupposti

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All’interno di questi assunti di principio, si possono attivare le seguenti AZIONI TRASFORMATIVE di sistema

Mettere in campo risorse (economiche e professionali) per favorire la presa in carico, da parte delle Scuole, delle caratteristiche affettivo-sociali e cognitive degli studenti privilegiando:

La valutazione formativa (delle conoscenze acquisite e dei metodi di lavoro)

La definizione di obiettivi precisi tenendo conto delle comptenze realmente osservate;

La diversificazione delle situazioni di apprendimento

L’aiuto personalizzatoL’organizzazione di una scuola attiva e

laboratoriale

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Aprire la scuola al territorio rinforzando le attività educative nelle zone di “EDUCAZIONE PRIORITARIA” per superare le cosidette “aree a rischio”. Ciò richiede:

Mobilitare gli attori nel/del territorio;Creare sinergie interistituzionali vere (cioè

concretamente fondate, con assunzione di responsabilità specifica);

Costituire delle equipes psicopedagogiche stabili e collaudate che lavorino sistematicamente in un progetto di prevenzione e di supporto ai docenti per la personalizzazione dei percorsi educativo-didattici;

Coinvolgere le famiglie in un progetto educativo di collaborazione sistematica Scuola/Famiglia

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Per aprire ulteriori piste di riflessione sul concetto di differenza, una metafora tratta dal “Secondo libro delle filastrocche” di Gianni Rodari:

“Una volta un dromedario, incontrando un cammello, gli disse: “Ti Compiango, carissimo fratello: saresti un dromedario magnifico anche tu se solo non avessi quella brutta gobba in più”.

Il cammello gli rispose: “Mi hai rubato la parola. È una sfortuna per te avere una gobba sola. Ti manca poco a essere un cammello perfetto: con te la natura ha sbagliato per difetto”.

La bizzarra querela durò tutto un mattino. In un canto ad ascoltare stava un vecchio beduino e tra sé intanto pensava: “Poveretti tutti e due ognuno trova belle soltanto le gobbe sue. Così spesso ragiona al mondo tanta gente che trova sbagliato ciò che è solo differente”: