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leggere Adriana Assini: “La storia insegna come nulla cambi e come gli event >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> 36 > > > > > > > > > > > > > > > > > > > Periodico italiano MAGAZINE Le donne di Adriana In ‘La Riva Verde’ l’emancipa- zione delle otto dame della “Compagnia della Conocchia”, la guerra dei Cent’anni e le contese tra le Corporazioni dei Mestieri sono lo sfondo inquie- to di una storia d’amore impossibile A driana Assini vive e lavora a Roma. Sulla scia di passioni perdute, gesta dimenticate, vite fuori dal comune, guarda al passato per capire meglio il presente e con quel che vede ci costruisce un romanzo. Dipinge. Soltanto acquarelli. Soggetti coloratis- simi, che attingono dal mito, dalle leggende, dalle favole, dal suo mondo onirico. E che spes- so finiscono sulle copertine dei libri. E anche quando scrive si ha l’impressione che dalla sua penna, oltre alle parole, escano le ocre rosse, gli azzurri oltremare, i luccicanti vermigli in cui

>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> · a una società che riconosce alla donna soltanto il ruolo di moglie, mamma e ‘sguattera’, le nostre ‘eroine’

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leggere Adriana Assini: “La storia insegna come nulla cambi e come gli event>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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Le donnedi Adriana

In ‘La Riva Verde’ l’emancipa-zione delle otto dame della“Compagnia della Conocchia”,la guerra dei Cent’anni e lecontese tra le Corporazioni deiMestieri sono lo sfondo inquie-to di una storia d’amoreimpossibile

Adriana Assini vive e lavora a Roma. Sullascia di passioni perdute, gesta dimenticate,

vite fuori dal comune, guarda al passato percapire meglio il presente e con quel che vede cicostruisce un romanzo.Dipinge. Soltanto acquarelli. Soggetti coloratis-simi, che attingono dal mito, dalle leggende,dalle favole, dal suo mondo onirico. E che spes-so finiscono sulle copertine dei libri. E anchequando scrive si ha l’impressione che dalla suapenna, oltre alle parole, escano le ocre rosse, gliazzurri oltremare, i luccicanti vermigli in cui

intinge i suoi pennelli. Ha pubblicato diversiromanzi storici. Perché a lei piace aprire il gran-de libro della Storia con l’urgenza di riscrivernealcuni pezzi, per raccontare la faccia nascostadella medaglia, consapevole che non tutto e nonsempre quello che ci viene tramandato dallefonti ufficiali corrisponde al vero. Una scritturaappassionata e piacevole che ha riscontratoampi consensi di pubblico e critica (Il bacio deldiavolo – vincitore del premio letterario”Paroladi donna” di Potenza –, Lo scettro di seta – vin-citore del premio letterario Città di Leonforte –,Le rose di Cordova – giunto alla terza edizione etradotto anche in spagnolo, Un sorso di arseni-co, Il mercante di zucchero). Una trama dietro la trama è l’amalgama che siannida tra le righe del suo ulti-mo lavoro, LLaa rriivvaa vveerrddee.. Unromanzo storico dai sapori edalle caratteristiche di un‘vero’ giallo. Un perfetto impa-sto di storie che si alternano, siintrecciano, si contaminano e siinfluenzano a vicenda. E che,inevitabilmente, danno vita apiù livelli di lettura e di inter-pretazione.Ambientato a Bruges nell’anno1379, in piena guerra deiCent’anni – il lunghissimo edestenuante conflitto che videFrancia e Inghilterra impegna-te nell’affermare il predominionella terra delle Fiandre – e inmezzo alle sanguinose lotteintestine tra le corporazioni deimestieri e, soprattutto, tra la cor-porazione dei ‘tintori’ del rosso e quella del blu,l’autrice racconta una storia complessa, avvin-cente e dai tratti di forte attualità. In questocontesto incerto e inquieto della cittadina, si svi-luppa il ‘file rouge’ del romanzo: le peripezie diun amore impossibile. L’amore tra Rose e Robin,i due giovani figli rispettivamente di un tintoredel blu e di un tintore del rosso. Le due corpora-zioni, cioè, nettamente divise dalla legge – acausa delle differenti e ‘demoniache’ miscele dicolore a cui davano vita – e, storicamente, acer-rime rivali. All’interno di questi travagliantieventi, si inserisce un’altra avvincente storia:quella dell’emancipazione femminile, anelata e

operata dalle ‘signore’della “Compagnia dellaConocchia”. Otto donneche, intenzionate a riscat-tarsi dalla tirannia degliuomini e da un’esistenzaisolata, che le priva dellapossibilità della cono-scenza e che le ‘vuole’

schiave del potere imposto,ogni sera d’inverno fuggono

in gran segreto dal focolaredomestico, sfidando la legge e la sorte. In barbaa una società che riconosce alla donna soltantoil ruolo di moglie, mamma e ‘sguattera’, lenostre ‘eroine’ (o ‘Evangeliste’, come preferisco-no definirsi tra loro) rappresentano quel saleche dà il giusto condimento a un’esistenza piat-ta e priva di colpi di scena. Così, pericolose esegretissime ‘avventure’ notturne le vedono pro-tagoniste di convegni nei quali la ‘sapienza’ e ladiffusione delle loro reciproche conoscenze –incentrate soprattutto nell’apprendimento diantichi ‘intrugli’, pozioni e rimedi ‘a qualsiasi

i si ripetano”>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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il libroBruges, 1379. Sullo sfondo dello scisma d’Occidente, in piena guerra deiCent’anni e in mezzo alle contese tra tintori del rosso e tintori del blu, ledame della Compagnia della Conocchia si riuniscono ogni notte in gransegreto. Un nugolo di donne che, per sfuggire alla tirannia maschile, sfidala sorte per coltivare un diverso sapere, foriero di sciagure. Tra loro, Greta duGlay, additata come la fattucchiera, e Rose, innamorata di Robin, un tintoredel rosso, ma imminente sposa di un tintore del blu. Sulle due corporazioni,da sempre rivali, d’improvviso piomba lo scompiglio, allontanando piùd’una dalla Compagnia della Conocchia. Il sospetto di un assassinio e unafuga inaspettata agiteranno ancor di più le acque della Riva Verde.

LA RIVA VERDEAdriana Assini, Scrittura & Scritture, collana Vocipagg.184, 12,50 euroIn copertina “Principesse in fuga” di Adriana Assini

Dal retrocopertinaNon avevano voce in capitolo, né in casa néfuori. Le loro vite scorrevano piene solo direstrizioni e doveri. Non alzavano la testa,non chiedevano giustizia. Eppure, ogni serad’inverno, otto donne, con sfrontatezza,astuzia e agilità feline, osavano sfidare lalegge e la sorte.

male’ – sono gli ingredienti indispensabili persfuggire all’ignoranza. Per potersi ‘ritagliare’uno spazio tutto loro, in attesa del giorno in cui,tutte insieme, approderanno nella ‘TerraPromessa’: il luogo in cui saranno libere daglischematismi e dagli obblighi di una societàmaschilista. Il finale, volutamente aperto, ci faintuire che probabilmente quel giorno è, e reste-rà ancora per molto tempo, solo un miraggio euna fantasia consolatrice. Mentre, invece, unospiraglio di luce sembra penetrare e illuminareil destino di Rose e Robin.Di seguito, vi proponiamo l’intervista ad AdrianaAssini, autrice dell’avvincente romanzo.

Adriana Assiniscrittrice e pittrice

AAddrriiaannaa AAssssiinnii,, ppeerrcchhééhhaa ddeecciissoo ddii ssccrriivveerreeuunn rroommaannzzoo aammbbiieennttaa--ttoo pprroopprriioo aa BBrruuggeess eenneell ppeerriiooddoo ddeellllaa gguueerr--

rraa ddeeii CCeenntt’’aannnnii??“L’ispirazione è nata quando sono entrata inpossesso di un manoscritto medievale anonimo,stampato a Bruges e in cui si racconta di questedonne, delle dame della Compagnia dellaConocchia, che hanno vissuto realmente aBruges. Il fondamento storico, dunque, ha sca-turito il ‘movente’ per scrivere”.

LLaa ssccrriittttuurraa ee llee aammbbiieennttaazziioonnii ddeell lliibbrroossoonnoo mmoollttoo ‘‘ppiittttoorriicchhee’’ ee ccaarriicchhee ddii ssuugg--ggeessttiioonnii:: qquuaannttoo ee ccoommee hhaa iinnfflluuiittoo llaa ssuuaapprrooffeessssiioonnee ddii aaccqquuaarreelllliissttaa nneellll ’’ iiddeeaazziioo--nnee ddeeggllii eevveennttii,, ddeeii ppeerrssoonnaaggggii ee ddeeii lluuoo--gghhii eevvooccaattii nneell rroommaannzzoo??“Sicuramente mi fa essere attenta all’uso delcolore in senso lato. In questo romanzo, poi, par-lando di ‘tintori’, ho avuto ‘pane per i miei denti’.L’argomento, infatti, mi ha dato ovviamentemaggiori occasioni di ‘divagare’ sui vari colori.Sulla loro storia e sulla loro simbologia: sia daun punto di vista religioso che economico. Ingenerale, il fatto che io dipinga, mi porta inevi-tabilmente a raccontare gli eventi come fosserodei quadri. O a tratteggiare le scene come fosse-ro affreschi”.

CCooss’’èè rreeaallmmeennttee llaa RRiivvaa VVeerrddee ??“In primis, è il nome di un canale e un precisoluogo di riferimento. Perché Bruges è la città deicento canali. Per cui, ogni sponda è identificatacon un suo nome. E la Riva Verde era la sponda incui operavano i tintori. E che, in realtà, si diffe-renziava dalle altre non soltanto per il nome: la‘vivacità’ che la contraddistingueva aveva reso lariva molto nota. Era infatti spesso teatro dei fre-quenti tafferugli che scoppiavano fra i tintori delrosso e quelli del blu. Per cui, mentre il titolo delromanzo richiama immediatamente alla vita e almestiere dei tintori, metaforicamente, invece,possiamo dire che allude al ‘tafferuglio’ in sensolato. Nel libro ne accadono, infatti, veramente ditutti i tipi e di tutti i colori”.

LLoottttee ‘‘ccoonnttrroo iill ppootteerree’’ ee ccoonnttrroo ii ccoonnttiinnuuiiaauummeennttii ddeellllee ttaassssee,, cchhee sspprreemmoonnoo eessttrreemmaannoo sseemmpprree ddii ppiiùù ssoollttaannttoo gglliiuummiillii,, ssoonnoo ii ssaanngguuiinnoossii eevveennttii cchhee ffaannnnooddaa ssffoonnddoo aallllaa ttrraammaa ddeell lliibbrroo:: vvii ssii cceellaa--nnoo ‘‘vveellaattii ’’ rriiffeerriimmeennttii aallllaa ssiittuuaazziioonneeaattttuuaallee??“Più che essere un riferimento, credo sia unapresa di coscienza. Io ho raccontato un fatto sto-rico, quindi realmente accaduto. In questosenso, frequentando la storia, vedremo come nelcorso dei secoli nulla cambi e come gli eventi siripetano. La rivolta degli artigiani contro l’au-mento delle tasse è, in realtà, la stessa cosa chesuccede oggi: cambiano gli attori, cambia illuogo, ma c’è un ‘filo rosso’ che ci lega a mille fa.

leggere Nella vita di tutti i giorni la parità non esiste. Le conquiste sono semp>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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pre di facciata. Anche nei rapporti personali, le donne vengono ancora considerate proprietà >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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Sono sempre i potenti ad avere in mano tutto. Echi lavora non decide mai nulla. E oggi come allo-ra, ogni tanto, l’esasperazione esplode in rivolta.Ma sono sempre rivolte tra forze impari”.

LL’’iinncceerrtteezzzzaa cchhee aalleeggggiiaa nneell ffiinnaallee,, ssuullllaappoossssiibbiilliittàà cchhee ll ’’eemmaanncciippaazziioonnee ee llaa rreeaa--lliizzzzaazziioonnee ddeellllaa ddoonnnnaa ssiiaa ppoossssiibbiillee,, èèvvoolluuttaammeennttee aammbbiigguuaa?? AAnncchhee iinn qquueessttooccaassoo ccii sseemmbbrraa ddii vveeddeerree iill vveelloo ddii uunn’’aacc--ccuussaa aa uunnaa ssiittuuaazziioonnee ttuuttttoorraa eessiisstteennttee..“Le donne della Compagnia della Conocchiasono vissute nella seconda metà del ‘300.Quindi, nonostante la speranza, difficilmente sipuò pensare che l’emancipazione da loro rincor-sa potesse realmente realizzarsi. A meno chenon volessi scrivere una ‘favoletta’. E tutt’oggi,se si considera che non si fa altro che parlare difemminicidio, si capisce quale sia ancora la con-dizione della donna. Sono stati fatti tanti passiin avanti, però siamo lontani anni luce dal poterdire che ‘la battaglia’ sia stata vinta. Il ‘paralle-lo’ lo si vede nella vita di tutti i giorni: la paritànon c’è nei posti di lavoro, nella libertà persona-le. Non c’è nei luoghi del potere. Le conquistesono sempre di facciata. Anche nei rapporti per-sonali, le donne vengono ancora consideratecome ‘oggetti di proprietà’. Per cui, se unadonna decide di andar via, spesso rischiadi essere uccisa”.

LL’’aavveerr llaasscciiaattoo iinntteennddeerree,, iinnvveeccee,,uunn’’aallttrraa ooccccaassiioonneenneell ffuuttuurroo ddii RRoosseeee RRoobbiinn,, ccoossaa iinnddii--ccaa:: cchhee ll ’’aammoorreevviinnccee ee ttrriioonnffaa ssuuttuuttttoo??“Ho lasciato il finalevolutamente aperto.Così il lettore, aseconda di quelli chesono i suoi orienta-menti e le sue ten-denze, può immaginarselo a suo piaci-mento”.

MMaa ssee lleeii ffoossssee uunn lleettttoorree:: ccoommeeiimmmmaaggiinneerreebbbbee ii ll ff iinnaallee ddii qquuee--ssttaa ttrraavvaaggll iiaattaa ssttoorriiaa dd’’aammoorree??“Credo che sicuramente, almeno per

un periodo, l’amore trionferebbe su tutto. Poi,però, dovendo fare i conti con la realtà, imma-ginerei i problemi derivanti dalla rivalità delledue corporazioni. Considerando che era proibi-ta l’unione tra un tintore del rosso e un tinto-re del blu, un futuro ‘possibile’ potrebbe esser-ci soltanto se uno dei due ragazzi abbandonas-se la propria bottega. E lì sarebbe un bel pro-blema. Non è un’idea di rassegnazione.Quanto, piuttosto, di caparbia: bisognerebbenon smettere mai di lottare”.

CCoossaa ssii aassppeettttaa ee ccoossaa ssii aauussppiiccaa ddaaii lleett--ttoorrii ddee ““LLaa RRiivvaa VVeerrddee””??“Intanto un’attenzione su vari fronti. Come, peresempio, sul fatto che un’epoca distante quasimille anni, quale è il Medioevo, presenti molteanalogie con l’oggi. E poi spero in una rivaluta-zione. Se si considera, infatti, che a quel tempole donne del nord Europa potevano ereditare labottega dei loro parenti e diventare, quindi, tito-lari (cosa che poi, nel corso del tempo, si è persae che le donne hanno dovuto riconquistare), sipuò intravedere uno spiraglio importante: dellepiccole luci che mettono in discussione un’epocaconsiderata sempre e soltanto ‘buia’. Anche le‘fughe’ notturne delle dame fanno pensare che cisia sempre stata un’autonomia di pensiero e

una voglia di non essere sottomes-se. Né di accettare a testa bassa ildestino”.

CARLA DE LEO

Alcune delle copertine illustrate daAdriana Assini. Nelle pagine prece-denti altri suoi lavori: n alto a destra,Antichi riti; in apertura di articolo, Lemaghe regine.