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… ma sei proprio sicuro?

Clinic Nazionale Minibasket

Treviso 6-8 maggio 2005

Minibasket momento di libertà

Lucio BortolussiFormatore Nazionale Minibasket

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Quando operiamo in palestra con i bambini, tutte le nostre conoscenze che per comodità generalmente si esaminano l’una staccata dall’altra, si interconnettono, creando un momento unico.

L’immagine che ho scelto per rappresentare questa connessione è quella del cubo, le cui facce rappresentano i vari livelli di riflessione teorica, di organizzazione metodologica, di programmazione didattico-educativa che costituiscono l’attività di insegnamento.

Le varie facce del cubo vanno pensate in proiezione profonda in modo tale che ognuna influenza l’altra, condensandosi nel nucleo centrale che rappresenta un insegnamento meditato e ben fondato.

C’è un aspetto, però, che è ancora poco meditato…

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PEDAGOGIAPSICOLOGIA

BIOLOGIA

FISIOLOGIA

METODOLOGIAE DIDATTICA

TEORIA DELLA

COMUNICAZIONE

INTERDISCIPLINARIETA’

(progetti scuola)

1

5

3

4 2DISCIPLINECONTENUTICONCETTI

?

6

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PEDAGOGIAPSICOLOGIA

BIOLOGIA

FISIOLOGIA

METODOLOGIAE DIDATTICA

TEORIA DELLA

COMUNICAZIONE

INTERDISCIPLINARIETA’

(progetti scuola)

1

5

3

4 2DISCIPLINECONTENUTICONCETTI

6

CULTURADELLA SICUREZZA

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TEORIA DELLA

COMUNICAZIONE

METODOLOGIAE DIDATTICA

DISCIPLINECONTENUTICONCETTI

5

CULTURADELLA

SICUREZZA

BIOLOGIA

FISIOLOGIAPEDAGOGIAPSICOLOGIA6

4

1

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Più il bambino sa,

più è libero.

Ma la sua educazione deve attuarsi in un contesto

protetto

e

sicuro.

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Legge 626/94Legge 626/94

Gestione delleemergenze

Gestione delleemergenze

Individuazione dei rischi

Individuazione dei rischi

Conoscenze legislative

Responsabilità Responsabilità

Competenze istruttore

La cassettap.soccorsoLa cassettap.soccorso

… ma sei proprio sicuro?

Pratica…mente Pratica…mente

Organizzazionesicurezza

Organizzazionesicurezza

Test … Test …

“La sicurezza, fattore di qualità del Centro Minibasket”

Concludendo …

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Legge 626/94Legge 626/94

Conoscenze legislative

… ma sei proprio sicuro?

Per aprire il file, clicca sul pulsante qui

accanto.

Se appare una finestra con la scritta: “Alcuni file potrebbero contenere dei

virus ecc.”, clicca su OK.

Fai doppio clic poi sull’icona azzurra con il

punto di domanda e con

sotto scritto ‘626’ Menu

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SERVIZIO ESTERNOIl Responsabile per l’Ente Locale

Legale RappresentanteIL DIRIGENTE SCOLASTICO

COMMISSIONESICUREZZA

Datore di lavoroIL DIRIGENTE SCOLASTICO

MEDICOCOMPETENTE

IL RAPPRESENTANTEDEI LAVORATORI

PER LA SICUREZZA

IL RESPONSABILE COORDINATOREDEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E

PROTEZIONE

ADDETTI SQUADRAANTINCENDIO

ADDETTI SQUADRAPRIMO SOCCORSO

IL SERVIZIO DI PREVENZIONEE PROTEZIONE

Ogni struttura pubblica o privata è concepita come una azienda. L’art. 8 del D.Lvo 626/94 prevede che il datore di lavoro attivi il Servizio di Prevenzione e Protezione. Ecco come può essere organizzato per una scuola.

E’ bene tener presente che nella scuola il datore di lavoro è individuato nel Dirigente Scolastico. Presso l’Ente Locale è il Sindaco.

Organizzazionesicurezza

Organizzazionesicurezza

Menu

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individuare e valutare le fonti di rischio e le relative misure di sicurezza

proporre programmi di informazione e formazione alla sicurezza

individuare le necessità di interventi, sottoporte al RSPP e al Datore di Lavoro

E’ formato da Dipendenti designati dal Datore di Lavoro, in possesso di attitudini e capacità adeguate al fine di svolgere azioni di prevenzione e protezione.

COMPITI

IL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

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valutare i rischi

elaborare un documento

individuare misure di prevenzione e protezione

designare gli addetti a tale servizio e il relativo responsabile

tenere riunioni annuali per aggiornare la situazione

designare le persone incaricate di attuare le misure di pronto soccorso, salvataggio e gestione dell’emergenza ai fini della prevenzione incendi ed evacuazione

informare/formare i lavoratori sui rischi specifici

OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO

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valutare i rischi e le misure preventive

collaborare alla redazione del Documento di Valutazione dei rischi

proporre programmi di informazione e formazione

promuovere le richieste di intervento agli Enti Locali

COMPITI DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIODI PREVENZIONE E PROTEZIONE (RSPP)

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promuovere l’elaborazione, l’individuazione e l’attuazione delle misure di prevenzione idonee a tutelare la salute e l’integrità fisica dei lavoratori

formulare osservazioni in occasione di visite e verifiche effettuate dalle autorità competenti

partecipare alla riunione periodica del Servizio di Prevenzione e Protezione

far proposte in merito all’attività di prevenzione

COMPITI DEL RAPPRESENTANTE DEILAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS)

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La sorveglianza sanitaria, a mezzo dei medico competente, è finalizzata a realizzare specifici controlli nelle istituzioni scolastiche ed educative nelle quali la valutazione dei rischi, effettuata dal Datore di lavoro, abbia evidenziato concrete situazioni di esposizione a rischi per la salute dei lavoratori tali da rendere obbligatoria la sorveglianza sanitaria (D.M. 382/98, art. 4).

COMPITI DEL MEDICO COMPETENTE

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Controlli quotidiani

controllare quotidianamente la praticabilità delle vie di esodo

controllare quotidianamente l’apertura delle porte e dei cancelli sulla pubblica via

Controlli periodici

controllare periodicamente gli estintori e loro attivazione in caso di emergenza

Durante le prove di evacuazione

attivare il segnale di allertamento

interrompere l’erogazione del gas e dell’energia elettrica

COMPITI DEGLI ADDETTI ALLA SQUADRAANTINCENDIO

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controllare almeno trimestralmente il contenuto della cassetta di pronto soccorso

Coadiuvare il personale docente nelle prime cure, con l’uso di semplice materiale sanitario (disinfettante, bende, ghiaccio, cotone ecc.)

Controllare, prima di ogni viaggio di istruzione, la borsa contenente il materiale sanitario di primo soccorso da consegnare al docente accompagnatore.

COMPITI DEGLI ADDETTI ALLA SQUADRADI PRIMO SOCCORSO

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Prende visione delle richieste di intervento della Istituzione scolastica e, di comune accordo, redige un piano di intervento per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.

COMPITI RESPONSABILE DELL’ENTE LOCALE

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Non è prevista per legge, ma è utile ai fini di programmare in chiave didattica interdisciplinare interventi di educazione alla sicurezza.

COMPITI DELLA COMMISSIONE SICUREZZA

Menu

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L’individuazione dei rischi costituisce un’operazione di certo non semplice che deve portare a definire se la presenza di determinate sorgenti di rischio e/o di pericolo possa comportare, nello svolgimento della specifica attività, un reale rischio di esposizione per quanto attiene la sicurezza e la salute di bambini e di operatori.

E’ auspicabile che l’istruttore sviluppi delle competenze idonee a rilevare le situazioni di rischio e le procedure per tutelare i minori a lui affidati.

L’istruttore che opera in una struttura pubblica o privata (palazzetto o palestra), altresì, non può non conoscere le procedure relative all’emergenza ed il piano di esodo da essa predisposto.

Individuazione dei rischi

Individuazione dei rischi

Menu

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INDIVIDUAZIONE DEI POTENZIALI PERICOLI

In palestra, negli spogliatoi e nei servizi, come in qualsiasi ambiente, sono individuabili i seguenti fattori di rischio:

RISCHI PER LA

SICUREZZA

RISCHI PER LA

SICUREZZARISCHI PER LA SALUTE

RISCHI PER LA SALUTE

RISCHI LEGATI AD

ASPETTI GENERALI

RISCHI LEGATI AD

ASPETTI GENERALI

Menu

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INDIVIDUAZIONE DEI POTENZIALI PERICOLI

In palestra, negli spogliatoi e nei servizi, come in qualsiasi ambiente, sono individuabili i seguenti fattori di rischio:

RISCHI PER LA

SICUREZZA

RISCHI PER LA

SICUREZZARISCHI PER LA SALUTE

RISCHI PER LA SALUTE

RISCHI LEGATI AD

ASPETTI GENERALI

RISCHI LEGATI AD

ASPETTI GENERALI

STRUTTUREIMPIANTIINCENDIO

MACCHINEALTRO

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INDIVIDUAZIONE DEI POTENZIALI PERICOLI

In palestra, negli spogliatoi e nei servizi, come in qualsiasi ambiente scolastico, sono individuabili i seguenti fattori di rischio:

RISCHI PER LA

SICUREZZA

RISCHI PER LA

SICUREZZARISCHI PER LA SALUTE

RISCHI PER LA SALUTE

RISCHI LEGATI AD

ASPETTI GENERALI

RISCHI LEGATI AD

ASPETTI GENERALI

AGENTI CHIMICIMICROCLIMA

ILLUMINAZIONERUMOREALTRO

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INDIVIDUAZIONE DEI POTENZIALI PERICOLI

In palestra, negli spogliatoi e nei servizi, come in qualsiasi ambiente, sono individuabili i seguenti fattori di rischio:

RISCHI PER LA

SICUREZZA

RISCHI PER LA

SICUREZZARISCHI PER LA SALUTE

RISCHI PER LA SALUTE

RISCHI LEGATI AD

ASPETTI GENERALI

RISCHI LEGATI AD

ASPETTI GENERALI

FATTORI ERGONOMICIFATTORI ORGANIZZATIVI

ALTRO

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PALESTRA SPOGLIATOI

Carenze strutturali, scale, pavimenti, viabilità, porte, soppalchi

X X

Utilizzo macchine, impianti, attrezzature, attrezzi manuali (es. scale)

X X

Impianti ed apparecchi di sollevamento

Apparecchi a pressione

Manipolazione di sostanze pericolose, infiammabili

X X

Rischi di incendio, esplosione X X

Impianto elettrico X X

RISCHI PER LA

SICUREZZA

RISCHI PER LA

SICUREZZA

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PALESTRA SPOGLIATOI

Microclima termico X X

Illuminazione X X

Esposizione ad agenti chimici e cancerogeni

Esposizione ad agenti biologici X X

Esposizione al rumore X X

Esposizione a vibrazioni

Esposizione a radiazioni ionizzanti

Esposizione a radiazioni non ionizzanti

Movimentazione manuale carichi X X

Videoterminali

RISCHI PER LA SALUTE

RISCHI PER LA SALUTE

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PALESTRA SPOGLIATOI

Organizzazione del lavoro X X

Controllo e manutenzione X X

Gestione emergenze X X

Fattori ergonomici generali (norme comportamentali) e specifiche (D.P.I)

X X

Condizioni di lavoro particolari e/o difficili X X

RISCHI LEGATI AD

ASPETTI GENERALI

RISCHI LEGATI AD

ASPETTI GENERALI

Menu Identificazione dei rischi

Per approfondire

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Si sottolinea che è compito del Datore di Lavoro o del proprietario della struttura:

stilare il Documento di Rilevazione dei rischi;

individuare le misure di prevenzione e protezione.

Ma occorre rilevare che chi utilizza l’impianto sportivo è, però, l’istruttore. Le schede che seguono lo aiutano a maturare un atteggiamento di riflessione e attenzione verso le tematiche della sicurezza, ad affinare il colpo d’occhio per scoprire eventuali situazione potenzialmente a rischio e ad adottare tempestivamente le misure preventive e protettive atte a disinnescarle.

IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI

RISCHI

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IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI RISCHI

PERICOLO INDIVIDUATO INDICE DI RISCHIO

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE T.I.

1. Carenze strutturali, scale pavimenti, viabilità, porte, soppalchi

2 2 4 • Verificare che le aree di transito, i pavimenti, le scale siano in buono stato, eventualmente segnalare la necessità di procedere al ripristino.

• Verificare periodicamente che non vi sia deposito di materiale lungo le aree di transito e di passaggio.

• Verificare periodicamente che le porte e le vie di emergenza siano ben visibili, correttamente segnalate e facilmente accessibili e che sia rispettato il divieto di deposito di materiale lungo di esse.

• Verificare che le scale siano in buono stato e provviste di appoggi antisdrucciolo.

2. Utilizzo macchine, impianti, attrezzature, attrezzi manuali, utensili per usi non idonei, uso di scale (è il rischio cui è esposto tutto il personale ausiliario)

2 3 6 • conoscere il corretto utilizzo delle attrezzature (gomfiapalloni, fotocopiatrici, computer ecc.) conformemente a quanto richiesto dal manuale di istruzione delle stesse. Il manuale deve essere messo a disposizione degli utilizzatori delle macchine.

• Verificare

Rischi per la sicurezza (antinfortunistici)

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PERICOLO INDIVIDUATO INDICE DI RISCHIO

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE T.I.

3. Rischio di incendio (rappresenta il maggiore fattore di rischio per cattivo funzionamento o scoppio della centrale termica, per l’accensione di materiale infiammabile o per cattivo funzionamento degli impianti elettrici o delle macchine elettriche ed elettroniche).

2 4 8 • Verificare periodicamente la manutenzione delle dotazioni antincendio, il facile raggiungimento delle stesse e la visibilità della segnaletica.

• Verificare periodicamente che le vie di fuga siano facilmente individuabili ed accessibili.

• Saper utilizzare le attrezzature antincendio (estintore)• Essere a conoscenza del significato della segnaletica

delle vie di fuga in caso di incendio.• Conoscere il piano antincendio e le vie di esodo da

seguire

4. Impianti elettrici, pericoli di elettrocuzione (sono prodotti da corto circuiti o da non osservanza delle norme di prudenza). Il rischio della tensione da contatto è dovuto dalla mancata adozione di relè differenziale se il sistema è alimentato a bassa tensione o dalla mancata messa a terra dell’impianto.

2 2 4 • Conoscere la procedura sulla corretta gestione di manutenzioni preventive e periodiche sugli impianti elettrici.

• conoscere il corretto comportamento da adottare per la gestione dei guasti.

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IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI RISCHI

PERICOLO INDIVIDUATO INDICE DI RISCHIO

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE T.I.

1. Microclima termico, ventilazione e climatizzazione del locali (i parametri devono rispettare le condizioni di legge e di sana vivibilità)

1 3 3 • Adeguare e controllare la ventilazione naturale e automatica alle esigenze di lavoro

2. Illuminazione (i parametri debbono rispettare le condizioni di legge a seconda dell’uso dell’ambiente)

1 3 3 • Il RSPP stabilisce una apposita procedura per il controllo periodico degli impianti comprendente: immediata sostituzione dei corpi illuminanti avariati, pulizia regolare dei corpi illuminanti, sostituzione delle protezioni eventualmente danneggiate, tinteggiatura periodica delle pareti)

Rischi per la salute (igienico-ambientali)

3. Esposizione al rumore (la palestra è il locale più rumoroso a causa dei rumori impulsivi dei palloni e degli incitamenti degli allievi)

1 2 2 •Essere informato.

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PERICOLO INDIVIDUATO INDICE DI RISCHIO

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE T.I.

4. Movimentazione manuale dei carichi (è un rischio che interessa in via generale tutti i lavoratori che trasportano piccoli pesi)

2 2 4 • Conoscere il corretto sistema di movimentazione dei carichi

5. Uso dei videoterminali (struttura sportiva con annesso ufficio: uso non corretto del videoterminale, postura scorretta, postazione di lavoro non corretta. Rischi muscolo-scheletrici a carico del sistema dorso lombare. Rischi per la vista)

2 3 6 • Adeguamento dei posti di lavoro. Corretto informazione e formazione per svolgere l’attività dei videoterminalisti

• Rischi muscolo-scheletrici a carico del sistema dorso-lombare

• Dotare tutte le postazioni di lavoro di sedie a norma secondo quanto prescritto nell’allegato VII del D.Lgs. 626/94

• Adozione di procedure e comportamenti per l’esercizio dell’attività di videterminalisti. Tempi di lavoro continuo

• Rischi per la vista• La disposizione del video in un locale viene regolata in

base alla disposizione delle finestre principali. I sistemi di illuminazione devono trovarsi lateralmente. Per evitare illuminamenti troppo elevati sul video, causati dalla luce diurna, si dovranno prevedere delle schermature: separé, tende ed eventualmente schermi antiriflesso.

Rischi per la salute (igienico-ambientali)Continua …

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PERICOLO INDIVIDUATO INDICE DI RISCHIO

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

T.I.

1.Organizzazione del lavoro

ACCATASTAMENTO DEL MATERIALE, CADUTA OGGETTI, SPORGENZE

Se immagazzinati in modo disordinato i materiali possono cadere ed arrecare danno a tutti i dipendenti. Causa di rischio sono anche le sporgenze di chiodi o di oggetti e gli spigoli vivi. Un accatastamento disordinato di materiali di pulizia, attrezzature sportive, strumenti e apparecchiature può essere causa di gravi incidenti per cadute ed arrecare a bambini ed adulti.

URTI DOVUTI ALLO SPOSTAMENTI DI CANESTRI MOBILI, ATTREZZI SPORTIVI, ARMADI, TAVOLI, SEDIE E CADUTA DI PESI ALLE ESTREMITA’ INFERIORI

E’ un rischio che interessa soprattutto gli istruttori ed il personale incaricato della pulizia.

SCIVOLAMENTO E/O CADUTE IN PIANO E/O DALL’ALTO (ad es. presenza di detergenti, cera ed acqua sul pavimento, uso improprio di scale)

L’eventuale caduta di liquidi sul pavimento può provocare cadute e danni alle persone per scivolamento.

2 3 6• Definizione di procedure scritte per eseguire le operazioni più complesse

• Informazione e formazione del personale sul corretto modo di eseguire la sorveglianza e sulla corretta gestione degli interventi di primo soccorso.

• Adozione di procedure scritte sulla corretta esecuzione di lavori dove c’è pericolo di caduta dall’alto di persone e dove c’è pericolo di essere investiti da oggetti che cadono.

Rischi trasversali ed organizzativi IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI RISCHI

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PERICOLO INDIVIDUATO INDICE DI RISCHIO

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

T.I.

SCARSA IGIENE STRUTTURALE-MANCATA PULIZIA E DISORDINE-INALAZIONE DI POLVERI

La scarsa igiene può produrre accumulo di polveri, germi ecc. che, una volta inalati, possono risultare dannosi alla salute. Anche il disordine è causa di rischio perché comporta disguidi nelle procedure di sicurezza e nei tempi di esecuzione dei lavori.

2 3 6 • Conoscere il corretto utilizzo di tali procedure

2. Controllo e manutenzione

AMBIENTI E ARREDI (competenza Ente Locale)

Mancanza di controlli e manutenzione delle strutture, impianti e arredi.

2 2 4 • Procedure di controllo e verifiche periodiche

3.Gestione emergenze

OSTRUZIONE DELLE VIE DI PASSAGGIO E DELLE USCITE

E’ un rischio che interessa tutti, soprattutto come eventuale impedimento per l’evacuazione in caso di incendio o di emergenza

3 3 9

• Procedure di controllo e verifiche periodiche

• Formare ed informare il personale

Rischi trasversali ed organizzativi IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI RISCHI

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PERICOLO INDIVIDUATO INDICE DI RISCHIO

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

T.I.

CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO VUOTA O INSUFFICIENTE

Ipotesi di emergenza con scarsa disonibilità o mancanza di necessario per primo intervento

3 3 9 • Controllo periodico

4. Fattori ergonomici generali e specifici (norme comportamentali per l’uso di D.P.I)

2 2 4 • Procedure di controllo e verifica• Conoscenza della procedura

Rischi trasversali ed organizzativi IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI RISCHI

MenuStima della gravità e della

frequenza degli effettiVerifica degli ambienti

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STIMA DELLA GRAVITÀ E DELLA FREQUENZA DEGLI EFFETTI

Generalmente non è immediato fornire una valutazione numerica delle probabilità di accadimento e soprattutto della magnitudo delle conseguenze; per questo motivo si procede in modo empirico attraverso l’attribuzione di indici di frequenza e magnitudo delle conseguenze.

Stimando nel contempo la probabilità di accadimento di danni (lesioni, disturbi, patologie), il livello di probabilità o frequenza viene espresso con giudizi di gravità in scala crescente. Sono considerate, quindi, le dimensioni possibili del danno derivante da un determinato rischio, nei termini di una gamma di conseguenze quali quelle riportate nelle tabelle di seguito riportate.

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Caratterizzazione dell’Indice di frequenza

Livello Valore associato

Criteri di attribuzione

Molto probabile 4 • che capita almeno una volta all’anno;

• si valuta anche attraverso lo studio dei dati del registro infortuni;

• si sono verificate (più volte) condizioni che avrebbero potuto portare al danno;

Probabile 3 • si aspetta che comunque accada durante la vita dell’impianto;

• si valuta anche attraverso il registro degli infortuni;

• si sono verificate delle condizioni (con frequenza minore del punto precedente) che avrebbero potuto sfociare in danno;

Poco probabile 2 • non si sono verificati episodi ma si hanno ragioni per credere che possa capitare;

Improbabile 1 • non ci si aspetta che possa capitare in condizioni normali, ma si può giungere al danno per condizioni particolarmente sfortunate.

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Indice di gravità delle conseguenze - Infortunio

Livello Valore associato

Criteri di attribuzione

Grave 3 • infortunio con effetti gravi anche letali;

Media 2 • inabilità temporale con effetti reversibili e recupero in tempi medio lunghi;

Lieve 1 • inabilità temporale con effetti reversibili e recupero in breve tempo.

Definita la gravità e la frequenza, il rischio è graduato automaticamente mediante la formula:

R = F x G

Il rischio viene raffigurato nella figura successiva, attraverso un grafico cartesiano che porta in ascisse la gravità del danno ed in ordinate la probabilità del suo verificarsi.

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Grafico cartesiano di Stima del rischio

I rischi maggiori occupano nella matrice le caselle in alto a destra, quelli minori le posizioni più vicine all’origine degli assi, con tutte le posizioni intermedie facilmente individuabili. La valutazione del rischio permette di identificare una scala di priorità degli interventi.

4 4 8 12

3 3 6 9

2 2 4 6

1 1 2 3

1 2 3

Frequenza Indice di Rischio

Gravità

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Matrice frequenze – Gravità delle conseguenze

1 2 3

4 4 8 12 Molto probabile

3 3 6 9 Probabile

2 2 4 6 Poco probabile

1 1 2 3 Improbabile

lieve medio grave

Frequenza

Gravità

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Tempi di intervento rispetto al rischio rilevato

La sua posizione assunta nella matrice delle frequenze e conseguenze permette di dare una valutazione globale del rischio associato all’evento, in quanto la matrice è costituita da quattro aree di appartenenza che definiscono il rischio come:

da 9 a 12 Inaccettabile Tempo di intervento rapidissimo (3 mesi)

I

da 6 a 8 Indesiderabile Tempo di intervento rapido (6 mesi)

II

da 3 a 6 Al limite di accettabilità Intervento entro 12 mesi III

da 1 a 2 Accettabile Necessità di attività preventiva

IV

Menu

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VERIFICADEGLI AMBIENTI

E’ vero che spetta al datore di lavoro o al proprietario della struttura stilare il Documento di Rilevazione dei rischi. Per fare ciò deve basarsi sulla conoscenza delle norme relative alla sicurezza e su precisi criteri di osservazione. Ma è bene che l’istruttore eserciti il suo colpo d’occhio, allo scopo di incrementare le sue conoscenze e diventare sempre più sensibile alle tematiche della sicurezza. Le schede qui di seguito riportate costituiscono delle linee guida utili all’osservazione dei diversi ambienti e, implicitamente, chiariscono che cosa dice la normativa.

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. L’area è adeguatamente protetta con recinzione?

2. Il sistema di recinzione permette qualunque possibilità di scavalcamento?

3. Nella recinzione sono inseriti elementi di pericolosità a scopo dissuasivo (filo spinato, vetri ecc.)?

4. Le eventuali aree destinate a cantiere sono opportunamente recintate e segnalate?

5. Avviene una regolare manutenzione del patrimonio arboreo e delle aree attrezzate?

6. L’area esterna inclusa quella destinata ai percorsi è uniforme?

7. I percorsi destinati ai veicoli sono provvisti di elementi dissuasori di velocità?

8. I percorsi pedonali sono delimitati?

9. Le aree utilizzabili ed i percorsi sono adeguatamente illuminati?

10.I bambini utilizzano accessi diretti su strade provinciali e statali?

11. E’ vietato l’accesso ai cani e ad altri animali?

Area cortiva

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Cancelli Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. I cancelli sono integri, stabili e ben fissati?

2. La forma dei cancelli garantisce incolumità in caso di contatto accidentale (cioè non sono presenti parti appuntite o aste che possano provocare ferite)?

3. I cancelli sono in buono stato e periodicamente sottoposti a manutenzione (pulizia, verniciatura…)?

4. Se il cancello è elettrico, è presente il segnalatore di luce gialla e l’organo di trasmissione del moto protetti?

5. Se il cancello è elettrico, è dotato di almeno due dispositivi tra cui: fotocellula, frizione del motore, sponde sensibili?

6. Se il cancello è elettrico, è strutturato in modo tale che in fase di chiusura non sussista il rischio di cesoiamento tra parti mobili e parti fisse?

7. Le reti di recinzione sono mantenute integre ed in buono stato di conservazione?

8. La recinzione ha un’altezza tale da impedire la possibilità di scavalcamento?

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Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. L’asfalto è uniforme e privo di buche?

2. Il terreno è uniforme (senza radici o qualsivoglia sporgenza dal suolo) per evitare cadute?

3. Il terreno è periodicamente vigilato e sottoposto a pulizia appropriata?

4. Le vie di circolazione pedonale sono sufficientemente lontane dalle zone in cui circolano le automobili?

5. Le vie di circolazione pedonale sono separate dalle vie di transito dei mezzi?

6. E’ vietato l’accesso ai cani e ad altri animali?

Con riferimento all’ambiente palestra SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHI

Luoghi esterni

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Pavimenti Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. La superficie del pavimento è integra?

2. La superficie del pavimento è piana?

3. Il pavimento è costituito da materiale impermeabile e facilmente lavabile?

4. Se il pavimento è in linoleum si presenta integro, senza tagli, rotture o sollevamenti?

5. Se il pavimento è in gomma linoleum PVC, i teli sono uniti da una buona saldatura?

6. Se il pavimento è in gomma linoleum PVC, il sottofondo è piano o si ravvisano avvallamenti o bolle nascoste?

7. Il pavimento della palestra, se è in legno, presenta tasselli ben fissati?

8. La pavimentazione delle vie di passaggio esterne è integra e realizzata in materiale antiscivolo?

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Pareti e soffitti Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. Le strutture murarie sono prive di crepe?

2. Angoli e spigoli di pareti, colonne e parti sporgenti, sono smussati, protetti?

3. I soffitti e le parti superiori delle pareti (non accessibili nella fase di ordinaria pulizia) presentano un aspetto salubre (niente muffe e/o aloni d’acqua?

4. Pareti e soffitti sono puliti (privi di ragnatele)?

5. Sono di colore chiaro?

6. Il rivestimento delle pareti è uniforme, integro, privo di asperità e facilmente lavabile?

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Porte Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. Le porte di ingresso ed evacuazione (locali con un affollamento superiore alle 50 persone) sono apribili verso l’esterno con manovra a spinta (es. maniglione antipanico)?

2. Le porte che si trovano ai piedi delle scale si aprono nel verso dell’esodo?

3. Le porte di emergenza durante gli orari di utilizzo della struttura sono sempre apribili a spinta e mai chiuse a chiave?

4. Le dimensioni delle porte principali di ingresso ed evacuazione hanno un’altezza minima di 2 m e larghezza minima di 1,20 m?

5. Le porte dei piani accessibili sono strutturate tenendo conto di eventuali portatori di handicap?

6. Le porte dei depositi dei detersivi e altri prodotti sono chiuse a chiave?

7. Le porte di accesso ai gabinetti sono staccate dal pavimento?

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Finestre Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. Le finestre sono tenute in buon condizioni di efficienza e pulizia?

2. Le finestre possono essere aperte, chiuse e regolate in tutta sicurezza?

3. Le ante delle finestre possono essere aperte senza che costituiscano un pericolo di urto per le persone?

4. Le finestre dispongono di dispositivi che impediscano un eccessivo solleggiamento?

5. I dispositivi antisolleggiamento sono di colore chiaro?

6. I vetri sono integri?

7. La struttura delle finestre garantisce un buon grado di ermeticità (non ci sono spifferi o infiltrazioni d’acqua durante i temporali)?

8. Le superfici vetrate poste fino a m 1 dal pavimento sono del tipo di sicurezza o protette contro lo sfondamento?

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Scale Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. I gradini delle scale sono mantenuti liberi da qualsiasi ostacolo e in condizioni di pulizia?

2. Le scale sono dotate di parapetti sui lati aperti o di corrimano se la scala è tra due pareti?

3. I gradini sono integri?

4. I gradini interni ed esterni hanno la striscia antisdrucciolo o sono costituiti da materiale antisdrucciolo?

5. Le scale esterne sono dotate di sistemi di illuminazione?

6. I gradini hanno una alzata max 19 cm e pedata almeno 25 cm?

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Servizi igienici Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. Gabinetti e lavabi dispongono di acqua corrente calda e fredda potabile?

2. I rubinetti sono lisci, senza parti spigolose e taglienti?

3. E’ presente almeno un servizio igienico con le caratteristiche architettoniche atte ad essere usufruito da portatori di handicap?

4. Le tubazioni sono integre (non si ravvisano perdite e gocciolamenti)?

5. Gli scarichi funzionano in modo idoneo (non si ravvisano ristagni)?

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Impianto elettrico Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. Prese: sono tali da non permettere il contatto con parti in tensione durante l’inserimento della spina?

2. Prese: sono fissate saldamente al muro?

3. Spine: il collegamento con il cavo è integro e sicuro?

4. Gli utensili (ad es. il gonfiapalloni) sono dotati di spine in buone condizioni?

5. Il passaggio degli interruttori dalla posizione di aperto alla posizione chiuso avviene in maniera regolare?

6. L’utilizzo degli interruttori avviene senza il pericolo di entrare in contatto con parti in tensione?

7. Interruttori: nei bagni sono protetti con materiale isolante resistente all’acqua?

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Illuminazione artificiale Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. L’ampiezza delle superfici vetrate è tale da garantire una buona illuminazione naturale?

2. L?illuminazione artificiale è tale da garantire una illuminazione uniforme ed adeguata?

3. Il fissaggio di ogni apparecchio illuminante è tale da garantire la resistenza dello stesso agli urti?

4. La posizione di interruttori e prese è al di fuori di possibili zone bagnate?

5. Nella centrale termica l’apparecchio illuminante è a tenuta stagna?

6. Le lampade della palestra sono adeguatamente schermate e protette contro gli urti?

7. Le vie di circolazione esterne hanno illuminazione adeguata a garantire un sufficiente grado di sicurezza?

8. L’aerazione naturale è sufficiente?

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Riscaldamento Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. Nel periodo invernate nei locali adibiti a spogliatoio è garantita una temperatura di 18°-20°?

2. I termostati sono lontani dalla portata dei bambini?

3. Gli elementi dei corpi riscaldanti sono piani (cioè non hanno spigolo taglienti)?

4. Se ci sono impianti di condizionamento dell’aria la pulizia dei filtri viene fatta ogni 6 mesi?

5. E’ presente un estintore nel locale caldaia?

6. Gli estintori presenti nella struttura sono in numero sufficiente? Quanti sono?

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Arredamento Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. Immagazzinamento: le scorte di detersivi sono tenute in luogo fresco, aerato, protetto dalle radiazioni solari e inaccessibile ai bambini?

2. Immagazzinamento: gli arredi o gli attrezzi di scarto sono tenuti in un locale separato lontano dalla portata dei bambini?

Primo soccorso Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. E’ presente la cassetta di primo soccorso?

2. Almeno trimestralmente viene verificato il contenuto della cassetta di primo soccorso e viene fatta la sostituzione dei presidi medici scaduti?

3. La cassetta di primo soccorso è posizionate in luogo facilmente accessibile?

4. E’ segnalata la presenza della cassetta di primo soccorso mediante un cartello riportante una croce bianca su sfondo verde?

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Segnaletica Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. Le attrezzature antincendio (estintori, ecc.) sono segnalate con idonei cartelli e sottoposte a regolare manutenzione (ogni 6 mesi)?

2. Le uscite di sicurezza sono segnalate?

3. I percorsi di esodo sono segnalati?

4. Gli interruttori del quadro elettrico generale ed il rubinetto della caldaia sono segnalati?

5. E’ indicato il divieto di spegnere incendi con acqua sui quadri elettrici?

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Attrezzature Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. I piccoli attrezzi sono garantiti sicuri, non tossici e non pericolosi?

2. Le attrezzature ludiche esterne ed interne sono in buono stato e sicure?

3. E’ vietato ai bambini l’utilizzo di strumenti elettrici (es. gonfiapalloni) con corrente inserita?

4. L’uso dei diversi attrezzi è rapportato all’autonomia e abilità maturate degli alunni?

5. Le attrezzature sono utilizzate in modo adeguato?

6. Le spalliere, il quadro svedese ecc. sono fissati alla parete in modo stabile?

7. I corpi riscaldanti sono protetti dagli urti o incassati in modo da non sporgere?

8. Tutti gli elementi sporgenti sono adeguatamente protetti?

9. I materassoni, dopo l’uso, sono posizionati a parete e fissati con idoneo dispositivo in modo che non cadano a terra?

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Comportamento Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. Il trasferimento dei bambini all’interno della struttura avviene attenendosi alle regole di comportamento e vigilanza?

2. I giochi proposti sono adeguati alle capacità dei bambini ed agli spazi interni a disposizione?

3. I bambini vengono fatti uscire individualmente dalla palestra?

4. I bambini sono istruiti a non correre lungo i corridoi degli spogliatoi, a non aprire violentemente le porte, a non giocare in modo violento con i compagni (ad es. calciare con violenza un pallone in palestra)?

5. In caso di epistassi o ferita, l’istruttore usa gli opportuni DPI (guanti)?

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Emergenze Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. Sono formalmente definite le procedure che regolamentino la gestione delle emergenze comprese le suddivisioni dei compiti?

2. Sono affisse norme comportamentali per le emergenze?

3. Sono affisse le planimetrie per l’evacuazione?

4. Vengono periodicamente effettuate delle prove di evacuazione?

5. L’istruttore ha un registro in cui annotare i dati anagrafici degli alunni, i loro recapiti telefonici, i numeri dell’emergenza ed un cellulare da utilizzare in caso di emergenza (un bambino ferito)?

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SCHEDA PER LA SEGNALAZIONE DEI RISCHICon riferimento all’ambiente palestra

Pulizie Come deve essere Conforme

SI NO

Riferimento normativo

Note

1. Sono fatte tutti i giorni?

2. Il personale addetto alle pulizie (ad es. quello incaricato dalla Società sportiva) adotta gli opportuni DPI?

3. La palestra e gli ambienti annessi vengono opportunamente arieggiati ogni giorno?

4. La pulizia dei pavimenti viene fatta con prodotti tali da non renderli scivolosi?

5. Si provvede accuratamente ad eliminare la polvere dal pavimento della palestra (il tipo di attività favorisce la dispersione delle particelle)?

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IL PIANO DI EVACUAZIONEIL PIANO DI EVACUAZIONE

Per prima cosa, è importante che l’istruttore prenda visione delle planimetrie indicanti i diversi ambienti dell’edificio, i percorsi da seguire per l’evacuazione, il posizionamento degli estintori, della centrale termica e dei quadri elettrici.

In caso di emergenza (terremoto, incendio ecc.) i bambini dovranno seguire il percorso assegnato, raggiungendo le scale – se necessario - e le uscite previste per accedere alla zona di sicurezza esterna.

Ecco un esempio di planimetria.

12

Zona di sicurezza esterna

Gestione delleemergenze

Gestione delleemergenze

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E’ necessario, inoltre, che l’istruttore fin dal primo giorno di attività dia ai bambini le seguenti indicazioni relative alla sicurezza:

In caso di terremoto• non urlare

• non precipitarsi fuori

• non avvicinarsi a superfici vetrate

• non ammassarsi alle uscite di sicurezza

• disporsi lungo le pareti interne

• ascoltare le istruzioni dell’istruttore

Dopo la scossa• chiudere acqua, luce e gas

• dirigersi verso gli spazi aperti

• aiutare i feriti, i disabili ed i più piccoli

• non usare il telefono

• non intasare le strade con le auto

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In caso di incendio• seguire le indicazioni dell’istruttore

• non soffermarsi a raccogliere oggetti, ma aiutare aiutare gli inabili ed i più piccoli. Lasciare il più presto possibile il locale, chiudendo bene la porta

• è utile coprirsi la bocca e il naso con uno straccio bagnato

• non correre, ma camminare spediti

• in presenza di fumo mettersi carponi e muoversi rasoterra

• non usare l’ascensore

• scendendo eventualmente le scale invase dal fumo, avanzare tastando il muro con la mano

• se si resta bloccati, bagnarsi completamente gli abiti

• cercare rifugio il più lontano possibile dall’incendio e in un locale accessibile ai soccorritori, manifestando la propria presenza

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Comportamenti di prevenzione generale Un istruttore sapiente sa che il comportamento corretto e prudente di ognuno è la migliore

forma di prevenzione contro gli infortuni e richiama spesso i suoi bambini a:

• non correre nei corridoi, negli spogliatoi, sulle scale ecc.

• non spiccare salti dai gradini delle scale

• è meglio evitare scherzi che possono creare pericolo

• non compiere interventi di alcun genere sulle macchine elettriche (gonfiapalloni, phon ecc.) e per motivo alcuno

• non ingombrare con oggetti inutili i pavimenti, le vie di esodo, gli atrii, le uscite, le scale

• evitare di camminare rasente i muri dei corridoi: l’apertura improvvisa delle porte potrebbe causare danni

• non sporgersi da balaustre o finestre

• non rimuovere o danneggiare i cartelli segnalatori

• segnalare immediatamente le cause di pericolo rilevate

• non togliere o superare le barriere che bloccano il passaggio in aree pericolose

• disinfettare immediatamente ogni ferita o taglio

• è vietato distribuire farmaci

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E’ bene che l’istruttore richiami spesso con i bambini i

SEGNALI DI EMERGENZA

FORMA COLORE che forniscono indicazioni in caso di emergenza

Pronto soccorso Uscita Uscita

Uscita Lavaocchi Barella

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Un istruttore responsabile ha sempre con sé i numeri telefonici dei bambini e l’elenco delle strutture di emergenza:

Vigili del fuoco 115

Pronto soccorso 118

Comando Polizia di Stato 112

Comando stazione carabinieri

113

RSPP ……..

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La chiamata di soccorso

Ecco ad esempio quali sono le informazioni da dare in una chiamata ai Vigili del Fuoco:

1. Descrizione del tipo di incidente (incendio, esplosione …)

2. Entità dell’incidente (ha coinvolto una palestra, la biblioteca ecc.)

3. Luogo dell’incidente: via, numero civico e, se possibile, il percorso per raggiungerlo

4. Presenza di feriti

Lo schema che segue può tornare utile per fornire tali informazioni:

Sono …. ………………………………………………………………(nome e qualifica)Telefono dalla palestra …………………………………………………………………..Ubicata in ………………………..…………………………………. (città, via, n. civico)Nella palestra si è verificato ……………………. (descrizione sintetica della situazione)Sono coinvolte ……………………………………(indicare eventuali persone coinvolte)

Sono …. ………………………………………………………………(nome e qualifica)Telefono dalla palestra …………………………………………………………………..Ubicata in ………………………..…………………………………. (città, via, n. civico)Nella palestra si è verificato ……………………. (descrizione sintetica della situazione)Sono coinvolte ……………………………………(indicare eventuali persone coinvolte)

La stessa impostazione può essere usata per chiamare anche altri organismi dediti al soccorso. E’ bene predisporre all’esterno delle vedette per agevolare l’arrivo immediato dei mezzi di soccorso.

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LA CHIAMATA DI SOCCORSO

Per effettuare una chiamata di soccorso è indispensabile conoscere i numeri telefonici dei vari organismi preposti a tale scopo. E’ bene predisporre un elenco da tenere in evidenza, ad es. come il seguente:

EVENTO CHI CHIAMARE N. TELEFONICO

Incendio, crollo di edificio, fuga di gas ecc.

Vigili del Fuoco 115

Ordine pubblico Carabinieri

Polizia

112

113

Infortunio, incidente stradale ecc.

Pronto soccorso 118

L’efficacia di una chiamata di soccorso dipende soprattutto dalle informazioni che essa contiene e che possono permettere ai soccorritori di intervenire nel modo più idoneo.

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Il contenuto della cassetta di pronto soccorso

• guanti sterili monouso (5 paia)• visiera paraschizzi• flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 1 litro (1)• flaconi di soluzione fisiologica (sodio cloruro – 0,9%) da 500 ml (3)• compresse di garza sterile 10x10 in buste singole (10)• compresse di garza sterile 18x40 in buste singole (2)• teli sterili monouso (2)• pinzette da medicazione sterili monouso (2)• confezione di rete elastica di misura media (1)• confezione di cotone idrofilo (1)• confezioni di cerotti di varie misure pronti all’uso (2)• rotoli di cerotto alto cm 2,5 (2)• un paio di forbici• lacci emostatici (3)• ghiaccio pronto uso (2 confezioni)• sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (2)• termometro • apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa

Un istruttore previdente

controlla spesso che nella cassetta

di pronto soccorso ci sia tutto

l’occorrente previsto dalle

vigenti disposizioni

(Decreto 15.07.2003, n. 388,

allegato 1) e precisamente:

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Il contenuto della borsa da viaggio

• guanti sterili monouso (2 paia)• visiera paraschizzi• flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 125 ml

(1)• flacone di soluzione fisiologica (sodio cloruro – 0,9%) da 50 ml (1)• compresse di garza sterile 10x10 in buste singole (3)• compresse di garza sterile 18x40 in buste singole (1)• pinzette da medicazione sterili monouso (1)• confezione di cotone idrofilo (1)• confezione di cerotti di varie misure pronti all’uso (1)• rotolo di cerotto alto cm 2,5 (1)• un paio di forbici• un laccio emostatico (1)• ghiaccio pronto uso (1)• sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (1)• istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i primi

soccorsi in attesa del servizio di emergenza

Menu

Un istruttore previdente

controlla spesso che nella borsa di

pronto soccorso ci sia tutto

l’occorrente previsto dalle

vigenti disposizioni

(Decreto 15.07.2003, n. 388,

allegato 2) e precisamente:

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Pratica…mente Pratica…mente

Check list per un istruttore efficace

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Ingresso palestra Vie esodo sempre libere

Porte antipanico funzionanti e mai bloccate

Scalini con strisce antisdrucciolo

Comportamento: non correre, non spingersi

Attenzione e pavimenti umidi e scivolosi

Non giocare con la palla

Spogliatoi Prese elettriche sempre ben fissate

Borse e scarpe mai in disordine: rischio inciampo

Comportamento: non correre, non spingersi

Microclima: temperatura giusta

Evitare di bagnare per terra: rischio scivolamento

Non giocare con la palla

Palestra Vie di esodo sempre libere

Pavimento uniforme

Grandi attrezzi ben fissati

Attenzione a spigoli e sporgenze

Materassoni ancorati, mai appoggiati liberamente al muro

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Palestra Ritti salto in alto: eventuale corda, mai fissarla ai supporti

Materiale non riposto in ordine dopo l’utilizzo

Portapalloni con coperchio aperto, appoggiato al muro: effetto ghigliottina

Presenza dei sostegni rete pallavolo (toglierli subito)

Porte di pallamano/calcetto non fissate

Scarpe slacciate

Presenza di orologi, catenine ed orecchini

Linee laterali vicine alle pareti

Sostegni canestri non protetti

Mancata assistenza durante un’attività a rischio caduta

Uso grandi attrezzi senza aver posizionato materassi sotto

Illuminazione palestra inadeguata

Attività inadeguata rispetto all’età

Campi all’aperto Sostegni canestri non protetti

Superficie non uniforme

Superficie scivolosa (presenza di acqua, foglie, sassi…)

Recinzione inadeguate

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Raccomandazioni Raccomandazioni

Prendere visione del piano

di evacuazione

Prendere visione del piano

di evacuazione

Provarlo qualche volta

per gioco al terminedella lezione

Provarlo qualche volta

per gioco al terminedella lezione

Incendio Incendio

Terremoto Terremoto

Giocare coni segnali della

sicurezza

Giocare coni segnali della

sicurezza

Portare semprecon sé i

numeri telefonicidei bambini

Portare semprecon sé i

numeri telefonicidei bambini

Quaderno diprogrammazione

Quaderno diprogrammazione

Menu

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Concetto di Associazione in genere: è una organizzazione di più persone costituita per il perseguimento di uno scopo di natura ideale e non lucrativo e svolge una attività non economica.

Concetto di Società in genere: il codice civile all’art. 2247 sancisce che “con il contratto di società, due o più persone conferiscono beni o servizi utili per l’esercizio in comune di una attività economica allo scopo di dividerne gli utili”.

La società sportiva è una aggregazione di individui volta a perseguire finalità sportive.

Nel linguaggio corrente si intendono ricomprese non solo le grosse società di capitali, ma anche e soprattutto le associazioni, i circolo, i gruppi, il centro, la polisportiva.

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Con il termine Dirigente sportivo si indica quel soggetto che, in virtù di un accordo associativo, ha il potere di rappresentanza dell’associazione stessa,cioè agisce in nome e per conto dell’associazione, normalmente nell’ambito dell’associazione riconosciuta sono gli amministratori, ma possono essere anche gli istruttori.

Nel gergo corrente, quindi, il dirigente sportivo è anche il tecnico, l’istruttore. Ecco perché qui si farà riferimento anche alla responsabilità civile dell’istruttore.

La responsabilità civile è la responsabilità per danni derivanti da un comportamento riprovevole civilmente da contrapporsi alla responsabilità penale cui soggiace l’autore di un comportamento previsto come reato.

Può essere contrattuale o extracontrattuale.

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Ci si libera dalla responsabilità contrattuale quando si prova che la mancata esecuzione della prestazione è stata determinata dalla sopravvenuta impossibilità della prestazione derivante a causa a sé non imputabile (art. 1218 c.c.).

Occorrerà provare il caso fortuito (es. concetto di fatalità: terremoto, valanga) o la forza maggiore, che indica una forza alla quale non si può resistere, una forza della natura o una forza umana.

Il risarcimento del danno per responsabilità contrattuale si prescrive generalmente in 10 anni.

La responsabilità extracontrattuale, che è quella che ci interessa maggiormente in questa sede, trae origine dalla clausola generale secondo la quale ogni danno ingiusto deve essere risarcito. L’art. 2043 c.c. , infatti, recita così: “Qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”.

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Elementi costitutivi del fatto illecito (c.d. illecito aquilano) sono: la condotta. l’evento dannoso e il nesso di causalità tra la condotta e l’evento e l’elemento soggettivo della colpa o del dolo. La condotta è qualunque comportamento umano che si sostanzia in un agire o in un non agire, cioè una omissione. Va detto che una condotta omissiva può comportare la responsabilità per fatto illecito quando chi ha causato il danno aveva l’obbligo giuridico di impedire l’evento dannoso.

Il dirigente sportivo, a prescindere dall’aver agito per nomee per conto della società, il tecnico, l’istruttore sono responsabili

verso i terzi (gli allievi e non) se con una condotta colposao dolosa hanno cagionato loro un danno ingiusto.

Si ribadisce che la condotta del dirigente potrà avere una azione positiva cioè un fare, oppure una azione negativa cioè un non fare, una omissione (per es. omettere si soccorrere un ragazzo che si è fatto male, oppure non controllare la presenza di tutti i minorenni durante la lezione; non distanziare due ragazzini che litigano).

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Responsabilità civile

Contrattuale

Art. 1218 c.c.

Diligenza della prestazione come quella del buon padre di famiglia (art. 1176 c.c.), inteso come uomo medio.

Per l’istruttore la diligenza viene valutata con un metro

più specifico (inerisce ad una attività professionale)

L’istruttore sarà diligente nell’eseguire la lezione se

con riferimento alla preparazione tecnica media

ha saputo valutare bene i rischi a cui poteva andare

incontro l’allievo

ATTENZIONE: nel caso della responsabilità contrattuale la colpa è presunta, cioè è il soggetto

inadempiente che deve provare di non essere responsabile per la mancata prestazione.

Ci si libera della responsabilità contrattuale quando si prova che la mancata esecuzione della prestazione è stata determinata dalla sopravvenuta impossibilità

della prestazione derivante da causa a sé non imputabile (art. 118 c.c.). Si deve provare il caso

fortuito – che corrisponde al concetto di fatalità, cioè terremoto, valanga – o la forza maggiore.

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extracontrattuale

art. 2043 c.c.

Responsabilità civile

Il Dirigente sportivo, il tecnico, l’istruttore sono responsabili verso terzi

(allievi e non) se con una condotta colposa hanno cagionato loro un danno

ingiusto

“Qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”

La culpa in vigilando art. 2048 c.c.

La responsabilità indiretta art. 2049 c.c.

art. 1218 c.c. La responsabilità per danni causati agli allievi

La responsabilità oggettiva art. 2050 c.c.

La responsabilità per le cose in custodia e per furto

art. 1783 c.c.

L. 316/78

La responsabilità nei rapporti con i mass media

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extracontrattuale

art. 2048 c.c.

Responsabilità civile

La culpa in vigilando

“I precettori o coloro che insegnano un mestiere o un’arte sono responsabili del danno cagionato dal

fatto illecito dei loro allievi e apprendisti nel tempo in

cui sono sotto la loro sorveglianza”

E’ la colpa di non aver adempiuto all’obbligo di

sorveglianza, vigilanza, di controllo ed è facilmente

ricollegabile ad un comportamento materiale

Spetterà all’istruttore dimostrare di non aver

potuto impedire il danno.

Non basta la prova negativa di non aver potuto impedire

il fatto, ma è necessario dimostrare positivamente di

aver adottato preventivamente le misure organizzative e disciplinari

idonee ad evitare la situazione di pericolo

Attenzione

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extracontrattuale

art. 2049 c.c.

Responsabilità civile

La responsabilità indiretta

“I padroni ed i committenti sono responsabili per danni arrecati dal fatto illecito dei loro domestici e commessi

nell’esercizio delle incombenze a cui sono

adibiti”

Quasi sempre l’istruttore non agisce in un contesto

individuale, ma societario, ove tra l’istruttore e la società sportiva vi è un

rapporto di dipendenza o di preposizione

La società sportiva ha un potere direttivo e di

vigilanza nei confronti dell’istruttore

La società sportiva potrà rispondere verso il terzo

(allievo e non) per l’illecito commesso dall’istruttore

Attenzione

Esempio Se un terzo ha subito un pugno in faccia da un allievo sfuggito alla vigilanza dell’istruttore, il

terzo danneggiato potrà chiedere il risarcimento dei danni alla società stessa la quale risponderà

indirettamente

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extracontrattuale

art. 1218 c.c.

Responsabilità civile

Può essere, e ciò accade nella maggior parte dei

casi, che a farsi male sia lo stesso allievo

Si ritiene che in tale ipotesi sia la società sportiva a

dover risarcire il danno e ciò in virtù di una

responsabilità contrattuale, per non aver adempiuto

esattamente alla prestazione dedotta in

contratto, ai sensi dell’art. 1218 del c.c.

Quando un bambino si iscrive al corso di minibasket, tra la società sportiva e l’allievo viene stipulato un

contratto a prestazioni corrispettive

La prestazione dell’allievo sarà

quella di pagare il corso

Ciò non esclude, comunque, che l’allievo possa pretendere anche il risarcimento dei danni

dall’istruttore che risponderà per responsabilità extracontrattuale

La responsabilità per danni causati agli allievi

La prestazione della società sarà non solo quella di fare il

corso, ma anche quella di garantire l’integrità fisica

dell’allievo

Attenzione

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extracontrattuale

art. 2050 c.c.

Responsabilità civile

“Chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di attività pericolosa, per sua natura o per i mezzi

adoperati, è tenuto al risarcimento, se non prova

di aver adottato tutte le misure idonee ad evitare il

danno”

Rapporto di causalità: si risponde se il danno appare conseguenza immediata e

diretta del fatto commesso

E’ necessario capire quando una generica attività possa considerarsi pericolosa. Il legislatore non ha tipizzato

le attività pericolose, per cui spetterà al giudice valutare di volta in volta la ricorrenza dei termini

Sono state ritenute pericolose ad es. la caccia, l’esercizio di seggiovie, l’organizzazione di una gara

motociclistica su circuito aperto al traffico, il maneggio per principianti e giovanissimi, l’attività

sciistica

Anche per una attività non ancora considerata pericolosa come la pallavolo, ciò non esclude che la società sportiva, il dirigente o l’istruttore non possa essere chiamato a rispondere per danni secondo le

previsioni di cui all’art. 2050 del c.c.

Attenzione

La responsabilità oggettiva

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extracontrattuale

art. 2050 c.c.

Responsabilità civile

Quindi è necessario dimostrare di aver adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno

Potrebbe ritenersi responsabile la società

sportiva che gestisce una piscina, del danno subito da

un allievo caduto a causa del pavimento scivoloso

Parimenti potrebbe esserci responsabilità ex art. 2051 c.c. per i danni subiti dagli allievi o a terzi a causa dei gradini

sdrucciolevoli o a causa della poca illuminazione di un ambiente (Cassazione 17 gennaio 2001, n. 584; Cassazione

30 marzo 1999, n. 3041

La responsabilità oggettiva

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extracontrattuale

L. 316/78 e artt. 1783 e ss del c.c.c

Responsabilità civile

Responsabilità degli albergatori per le cose portate in albergo dai

clienti

Si discute se tali norme si possano applicare alla

società sportiva, attesa la natura non imprenditoriale

dell’attività sportiva

Classico: la borsa dimenticata negli spogliatoi, il portafoglio o il telefonino rubati

Si discute anche se si debba trattare di cose consegnate e date in custodia e non anche di cose semplicemente portate all’interno della struttura

sportiva, ma di fatto materialmente non consegnate

Se si ritiene applicabile la disciplina dell’albergatore, nel caso di cose consegnate in

custodia il gestore sarà responsabile e dovrà risarcire il danno; se invece si tratterà di cose non

date in custodia ma di semplice consegna, la società potrà essere responsabile per il solo prezzo

della prestazione ricevuta

La responsabilità per le cose in custodia e per furto

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Responsabilità civile

L’atleta e la federazione sportiva di appartenenza devono prestare il loro consenso nell’ipotesi di

pubblicazione di una fotografia su periodici,

accompagnata da didascalie pubblicitarie e

propagandistiche

Se tale consenso non c’è si può ritenere che la società sia verosimilmente responsabile per

violazione del diritto di immagine, che è di tutti e non solo dei personaggi famosi

La responsabilità nei rapporti con i mass media

D.Lgs. 196/03sulla Privacy

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Responsabilitàpenale

Responsabilitàpenale

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Responsabilità penale

Principi cardine del reato

Art. 1 del Codice Penale: “Nessuno può essere punito

per un fatto che non sia espressamente preveduto come reato dalla legge”

Non vi può essere reato se la volontà criminosa non si materializza in un comportamento esterno

E’ necessario che tale comportamento leda o ponga in pericolo dei beni giuridici (beni o valori, come la vita nel caso di omicidio, la

proprietà nel caso di furto, che l’ordinamento considera meritevoli di protezione

Tale lesione può essere penalmente attribuita all’autore, solo se gli si può muovere il

rimprovero per averla commessaArt. 5 del Codice Penale: “Nessuno può invocare a propria scusa l’ignoranza

della legge penale” Concetto preliminare:

non esiste una responsabilità penale del dirigente sportivo.

Se uno commette un reato, lo commette indipendentemente da questa qualifica.

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Vero è che esistono alcuni reati che, per la loro

tipologia, potrebbero essere quelli nei quali più

facilmente può ricadere un dirigente sportivo

Istigazione al doping

Istigazione a ‘vendere’ un incontro sportivo

Giustizia sportiva e ordinaria

La prima è espressione delle federazioni e della loro

organizzazione (clausola vincolante).

Non è possibile riconoscere agli organi della giustizia

sportiva la qualifica di pubblica autorità.

La violazione del regolamento di una federazione non ha ripercussioni

nell’ordinamento giuridico statale (si pensi ad es. ad una partita di ragazzini persa perché i

giocatori erano in numero inferiore a quello previsto oppure non sono stati effettuati i cambi secondo le regole: ciò porta solo ad una sanzione

all’istruttore o al dirigente).

In altri casi l’illecito sportivo si configura contemporaneamente un illecito penale. Ad es. un’offesa ad un arbitro potrebbe configurarsi come reato di ingiuria (art. 594 del Codice

Penale), punibile a querela della persona offesa.

Si ricordi, però, che anche l’arbitro è vincolato dalla clausola vincolante, che riporta l’evento nell’ambito della giustizia sportiva (dovrà richiedere il consenso della sua federazione).

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Ci sono reati nei quali la Magistratura ordinaria

procede d’ufficio (senza bisogno di una denuncia o

querela da parte dell’offeso).

E’ il caso della lesione grave

REATO DI FRODE NELLE COMPETIZIONI

SPORTIVE

L. 401/89 “Interventi nel settore del giuoco e delle scommesse clandestine a

tutela della correttezza dello svolgimento delle

scommesse clandestine”

Calcio-scommesse anni ‘70

Il colpevole è punito con la reclusione da un mese ad un anno e con la multa da € 258 a € 1032. Nei

casi in cui il risultato della competizione è ininfluente ai fini dello svolgimento di concorsi e pronostici regolarmente esercitati, la reclusione passa da tre mesi a due anni e la multa sale da €

2582 sino a € 25.882.

Pene accessorie: divieto di accesso ai luoghi dove tali manifestazioni si svolgono (anche come semplice spettatore), interdizione dagli uffici

direttivi delle società sportive.

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REATO DI DOPING

L. 376/2000

Chiunque procura ad altri, somministra, assume o favorisce comunque l’utilizzo di sostanze dopanti

viene punito con la reclusione da tre mesi a tre anni e con la multa da € 2582 a 51.645.

La pena è aumentata fino ad un terzo se il fatto è commesso da un componente o dipendente del

CONI, ovvero di una federazione sportiva nazionale, di una società, di una associazione o di

un ente riconosciuti dal CONI.

La condanna prevede, in questo caso, anche la interdizione dagli uffici direttivi del CONI, delle

federazioni, società, associazioni sportive ed enti di promozione sportiva riconosciuta dal Comitato

Olimpico.

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ALTRI REATI SPORTIVI

L. 376/2000

Anche l’organizzatore di un evento sportivo può essere ritenuto responsabile di fatti dannosi occorsi al pubblico o agli atleti. In quest’ultimo caso la sua responsabilità può essere dovuta a diverse circostanze:

pericolosità dei mezzi

inadeguatezza degli atleti

inadeguatezza dei luoghi dove si svolge la competizione

L’organizzatore sarà ritenuto responsabile anche qualora le condizioni psicofisiche dell’atleta non

siano adeguate al tipo di manifestazione, ovviamente solo nei casi gli è fatto obbligo di accertarsene preventivamente l’organizzatore di un evento

sportivo può essere ritenuto responsabile

Entra in gioco anche la responsabilità del medico-

dirigente sportivo, nel caso con la sua condotta abbia contribuito

alla rappresentazione di una falsa realtà

Art. 40 del Codice Penale: “Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”

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REATI DI VIOLENZA SPORTIVA

Ogni attività sportiva presenta dei rischi nella sua pratica, rischi di lesione o addirittura di morte che, a volte si possono configurare in ipotesi di reato.

Per stabilire il confine tra rischio insito nella pratica sportiva e lesione, gli sport

sono stati divisi in due categorie:

Sport in cui non è previsto il contatto fisico tra gli atleti

Sport che ammettono delle forme di violenza nei confronti degli altri partecipanti

1

2

1 Facile: se non sono previsti contatti fisici, se si verificano, risulta automaticamente la configurazione del reato

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SICUREZZA IN PALESTRA E

ISTRUTTORE RESPONSABILE=

VALORI AGGIUNTI E FATTORI DI QUALITA’ DI UN

CENTRO MINIBASKET

Grazie per l’attenzione!

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