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A11 · Natura e origini della filosofia ... Giovanni Scoto Eriugena ... Una parola sulla teologia e sulla sua visione del mon-do, 281– 5.4. Umanesimo e Rinascimento

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Simone Cislaghi

Itinerari filosofici

Dalle origini al XXI secolo

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Copyright © MMXIVARACNE editrice S.r.l.

[email protected]

via Raffaele Garofalo, /A–B Roma()

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: aprile

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Indice

Introduzione

Capitolo INatura e origini della filosofia

.. Definire la filosofia, – .. Primi caratteri identificativi della filoso-fia, – .. Il nome, – .. Le origini: una scienza occidentale, .

Capitolo IIFilosofia antica

.. I primi passi, – .. Le scuole filosofiche della Grecia antica, – .. Una strada in cinque tappe, – .. Le fonti, – .. La scuolaionica, – .. Talete (Mileto, ca – ca), – .. Anassimandro(Mileto, – dopo il a.C.), – .. Anassimene (Mileto, ca – a.C.), – .. Eraclito (Efeso, – ), – .. Pitagora (Samo, – a.C., Metaponto), – .. Senofane di Colofone ( – a.C. ca), – .. Parmenide (nasce attorno al a.C., ad Elea), –.. Zenone di Elea (nasce verso il a.C.), – .. Melisso di Samo(vive attorno alla metà del V secolo), – .. Empedocle di Agrigento(nasce nel a.C. e vive circa sessant’anni), – .. Anassagora diClazomene ( – a.C.), – .. Leucippo e Democrito ( – a.C. Abdera), – .. Gorgia (nasce attorno al a.C.) e la scuolaSofista, – .. Protagora di Abdera ( – a.C.), – .. Socrate(Atene, ca – a.C.), – .. Platone (Atene, – a.C.), – .. Aristotele (Stagira, – ), – .. Epicuro (Samo, –, Atene), – .. Zenone di Cizio (Larnaca, – , Atene) e lastoà poikilé, – .. Lucio Anneo Seneca (Spagna, a.C. ca – d.C.Roma), – .. Pirrone (Elide, – ), – .. Plotino (Egitto, – , Campania), .

Capitolo IIILa rivoluzione del cristianesimo

.. Atene e Gerusalemme, – .. Prima fase, lo scontro, – .. Se-conda fase, l’incontro, – .. Agostino di Ippona (Tagaste, Magreb nor-

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Itinerari filosofici

doccidentale, – , Ippona, Magreb nordoccidentale)., – .. Trepolemiche per capire Agostino, – .. Le due fasi del pensiero di Ago-stino, – .. Grazia e libero arbitrio (prescienza e predestinazione), – .. Grazia e tentazione, – .. Il male, – .. Antropologiaagostiniana e illuminazione, – .. Gnoseologia: Dio garante dellacertezza, – .. Il destino ultimo dell’uomo, – .. Il tempo, – .. Rationes seminales: una Creazione dinamica, – .. Il valore diAgostino, .

Capitolo IVFilosofia medievale

.. Medioevo: l’impossibilità di una definizione, – .. Il Medioevoin una frase?, – .. Severino Boezio (Roma, – , Pavia), –.. Giovanni Scoto Eriugena (Irlanda, primi dell’IX secolo – circa,Francia), – .. Anselmo d’Aosta (Aosta, – , Canterbury), – .. Pietro Abelardo (Pallet, Nantes, – , Chalon sur Saone), – .. Mosè Maimonide (Cordova, – , Il Cairo), – .. Avicen-na (Bukhara, Uzbekistan, – Hamedan, Iran), – .. Averroè(Cordoba, – , Marrakesh), – .. Roberto Grossatesta (Strad-broke, – , Buckden), – .. Ruggero Bacone (Illchester, – , Oxford), – .. Bonaventura da Bagnoregio (Bagnoregio,Orvieto, – , Lione), – .. Alberto Magno (Launigen, circa – , Colonia), – .. Tommaso d’Aquino (Roccasecca d’A-quino, – , Fossanova, Latina), – .. Giovanni Duns, dettoScoto (Maxton, – , Colonia), – .. Guglielmo di Ockham(Ockham, Surrey, ca – , Monaco di Baviera), .

Capitolo VFilosofia dell’umanesimo e rivoluzione scientifica

.. L’Umanesimo, elementi per una definizione, – .. L’Umanesimo,cause, – .. Una parola sulla teologia e sulla sua visione del mon-do, – .. Umanesimo e Rinascimento, – .. Approfondimento:la riforma della Chiesa, – .. Nota sulle indulgenze, – .. Segnidi Riforma cattolica, – .. Martin Lutero ( – ), – .. IlConcilio di Trento ( – ), – .. Galileo Galilei (Pisa, –, Arcetri), – .. Francesco Bacone (Londra, – ), –.. René Descartes (La Haie, – , Stoccolma), – .. IsaacNewton (Woolsthorpe, – , Kensington), – .. Blaise Pascal(Clermont–Ferrand, – , Parigi), – .. Baruch Spinoza (Am-sterdam, – , Den Haag), – .. Gottfried Wilhelm Leibniz(Lipsia, – , Hannover), .

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Indice

Capitolo VILa tradizione empirista inglese e l’illuminismo

.. La tradizione empiristica inglese nei suoi caratteri generali, –.. Thomas Hobbes (Malmesbury, Inghilterra occidentale, – ,Hardwick, Derbyshire), – .. John Locke (Wrington, – ,Oates) e l’empirismo inglese, – .. David Hume (Edimburgo, – ), – .. Charles–Louis de Secondat, barone di Montesquieu(La Brède, – , Parigi), – .. François–Marie Arouet, dettoVoltaire (Parigi, – ), – .. Cesare Beccaria (Milano, – ), – .. Jean–Jacques Rousseau (Ginevra, – , Erme-nonville), – .. Immanuel Kant (Königsberg, – ), –.. Antonio Rosmini Serbati (Rovereto, – Stresa), .

Capitolo VIIFilosofia idealista e dell’analisi dell’esistenza

.. Cos’è il romanticismo?, – .. Johann Gottlieb Fichte (Ramme-nau, – , Berlino), – .. Friedrich Schelling (Leonberg, –, Bad Ragaz), – .. Georg Wilhelm Friedrich Hegel (Stoccarda, – , Berlino), – .. Enciclopedia delle scienze filosofiche(, , ), – .. Ludwig Feuerbach (Landshut, – ,Norimberga), – .. Karl Marx (Treviri, – , Londra), – .. Arthur Schopenhauer (Danzica, – , Francoforte), –.. Auguste Comte (Montpellier, – , Parigi), – .. CharlesDarwin (Shrewsbury, – , Down), – .. Approfondimento:l’evoluzionismo tra archeologia, filosofia e teologia, – .. SorenKierkegaard (Copenhagen, – ), – .. Henri Bergson (Pari-gi, – ), – .. La neoscolastica e Jacques Maritain (Parigi, – , Tolosa), – .. Aprofondimento: il gravoso passaggiotra XIX e XX secolo. Elementi lessicali per un inquadramento stori-co–culturale, – .. Friedrich Nietzsche (Rocken, Lipsia, – ,Weimar), – .. Così parlò Zarathustra ( – ), – .. Sig-mund Freud (Moravia, – , Londra), – .. Bertrand Russell(Trelleck, Galles, – , Plas Penrhyn, Galles), – .. EdmundHusserl (Prossnitz, Moravia, – , Friburgo), – .. L’esi-stenzialismo o l’ontologia della vita, – .. Jean–Paul Sartre (Parigi, – ), – .. Maurice Merleau–Ponty (Rochefort, – ,Parigi), – .. Karl Jaspers (Oldenburg, – , Basilea), .

Capitolo VIIIIl dibattito epistemologico del XX secolo

.. Il circolo di Vienna, – .. Rudolf Carnap (Ronsdorf, pressoWuppental, – , Santa Monica, California), – .. Karl Popper

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Indice

(Vienna, – , Londra), – .. Thomas Kuhn (Cincinnati, – , Cambridge), – .. Ludwig Wittgenstein (Vienna, – ,Cambridge), – .. Hans Jonas (Monchengladbach, – , NewYork), .

Capitolo IXIl linguaggio, l’ermeneutica e il volto

.. La svolta ermeneutica, – .. Emmanuel Lévinas (Kaunas, Li-tuania, – , Parigi), – .. Hans–Georg Gadamer (Marburgo, – , Heidelberg), – .. Paul Ricoeur (Valence, – ,Chatenay–Malabry), .

Bibliografia

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Introduzione

Un libro in dialogo

Con questo lavoro si cerca non solo di riportare fedelmente il lungosnodarsi della filosofia, dagli albori, alle ultime tendenze della con-temporaneità, ma anche e soprattutto di lasciar parlare direttamentei filosofi che mano a mano sfilano in queste pagine. L’intento di chiscrive è quello di dialogare con coloro che, lungo oltre venticinquesecoli, hanno fatto grande questa disciplina.

Lo scopo è quadruplice:

— fornire strumenti per una ricostruzione sintetica ma abbastanzaglobale della storia della filosofia;

— indicare alcune soluzioni ai problemi che la contemporanei-tà pone e che sono stati, già, in qualche modo, affrontati neisecoli passati, cercando la chiarezza ed evitando — almenonelle intenzioni — indebite confusioni storiche, concettuali,epistemologiche ed espositive;

— appassionare il lettore a qualche filosofo, così che egli, adope-rando questo libro come una sorta di rampa di lancio, possapoi inoltrarsi nella lettura diretta dell’opera di uno dei grandiche qui vengono affrontati nell’inevitabile sintesi che il presentelavoro comporta;

— risvegliare sia la passione per la ricerca, e la necessità dell’im-pegno riflessivo e fattivo, sia nella vita personale, come nellacollettività. In tal senso, questo libro si pone come piccolo stimo-lo affinché il lettore, anche sulla scorta dei grandi dibattiti quisuccintamente riassunti, trovi vigore per offrire un contributopersonale al confronto culturale, negli spazi e nei modi che eglipreferisce; nella persuasione che la filosofia aiuti a vivere meglio;

— da ultimo, questo lavoro si presta anche come manuale di consul-tazione per l’approfondimento di qualche particolare filosofo odelle trame filosofiche di questo o quel periodo storico.

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Itinerari filosofici

Il contenuto e l’organizzazione del testo

Dopo una discussione iniziale sullo scopo della filosofia, sulle sue ori-gini e sulle condizioni storiche che l’hanno vista nascere, si passa allostudio dei singoli filosofi antichi, con particolare rilievo per Socrate,Platone, Aristotele. Plotino chiude il mondo antico.

La filosofia medievale esordisce con Boezio e Agostino, accompa-gnata da una contestualizzazione storica dell’incontro tra Cristianesi-mo e mondo antico.

Un rilievo particolare è dato alla Scolastica e ai suoi antesignani.La filosofia moderna è centrata sul tema della rivoluzione scientifica

prima e dell’illuminismo poi.Kant occupa uno spazio di grande rilievo, al pari di Hegel.La filosofia contemporanea fa ruotare una serie di Autori attorno a

quattro grandi centri: Nietzsche, Freud, Heidegger, Gadamer. Il testosi chiude con la trattazione di Ricoeur, dopo aver dato spazio a Lévinas.

Il tentativo costante è quello di lasciar parlare gli Autori, ricorrendospesso alla citazione diretta, accompagnata dalla narrazione del con-testo storico, delle dinamiche culturali in corso e degli obiettivi deisingoli Autori.

Essendo la filosofia una visione del mondo, essa non è disgiungibiledallo spirito del tempo che si respira in un dato momento storico; questaè la ragione per la quale si è riservato un certo spazio — lungo losnodarsi del testo — alle ragioni che la storia reclama.

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Capitolo I

Natura e origini della filosofia

.. Definire la filosofia

Essa è, etimologicamente, amore per il sapere. Essa ha un metodo suoproprio, l’indagine razionale e un oggetto che per ora possiamo lasciarepiuttosto generale, il vero.

La filosofia costruisce un sapere rigoroso, perché argomentativo, haper oggetto il senso delle cose, il mondo, l’uomo, Dio, la felicità; non sirivolge dunque una disciplina in particolare, non indaga un segmentoisolato e specifico del reale, ma la globalità, l’orizzonte del senso.

Per poter cominciare a capire un po’ meglio, mettiamoci in ascoltodi alcuni filosofi che, su questa stessa natura e sui compiti di questadisciplina, si sono pronunciati prima di noi (prima di noi, dico, perchétutti possiamo essere filosofi, anche senza saperlo)

Il filosofo deve essere la cattiva coscienza della sua epoca (Nietzsche).

La filosofia è una pratica, non una teoria: qualcosa che si fa, nonqualcosa che si dice (Bencivenga).

I filosofi hanno mantenuto attorno a sé stessi [. . . ] una certa auradi magia. La filosofia è considerata come qualcosa di strano e diassurdo, che si occupa di quei misteri di cui si occupa la religione,ma non in modo tale da poter essere “rivelata ai bambini” o allagente comune (Popper).

La filosofia è una critica dei pregiudizi (Dewey).

La filosofia è innanzitutto una forza di interrogazione e di riflessioneche verte sui grandi problemi della conoscenza e della condizioneumana (Morin).

La filosofia non è un tempio, ma un cantiere (Canguilhem).

La filosofia è una cosa per spiriti forti (Banfi).

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Itinerari filosofici

La filosofia è ontologia universale e fenomenologica, muovente dal-l’ermeneutica dell’Esserci, la quale in quanto analitica dell’esisten-za, ha assicurato il termine del filo conduttore di ogni indaginefilosofica nel punto dove l’indagine sorge e infine ritorna (Hei-degger).

Ogni vero filosofo è un maestro o compagno di ricerca, la cui voce cigiunge affievolita attraverso il tempo, ma può avere per noi, per iproblemi che ora ci occupano, un’importanza decisiva (Abbagna-no).

Filosofare è dare la ragione delle cose o per lo meno cercarla (Dide-rot).

C’è un solo problema filosofico veramente serio: il suicidio. Giudi-care se la vita vale o non vale la pena di essere vissuta significarispondere alla questione fondamentale della filosofia (Camus).

L’uomo che ha gustato una volta i frutti della filosofia, che ha impara-to a conoscere i suoi sistemi, e che allora, immancabilmente, li haammirati come i beni più alti della cultura, non può più rinunciarealla filosofia e al filosofare (Husserl).

La Filosofia non è un singola Cosa Buona destinata ad arricchire l’e-sistenza umana: è una pozione di streghe, i cui ingredienti sonospesso mortali. Non pochi degli attacchi portati alla vita, alla li-bertà e alla felicità hanno avuto un fortissimo sostegno filosofico(Feyerabend).

La filosofia non respinge nessuno e non fa speciali scelte: splende pertutti (Seneca)

La filosofia non mi sembra mai aver tanto buon gioco come quan-do combatte la nostra presunzione e vanità, quando riconosce inbuona fede la sua incertezza, la sua debolezza e la sua ignoranza(de Montaigne).

La filosofia è una cosa troppo seria per essere lasciata ai soli filosofi(Wheeler).

La filosofia è conoscenza acquisita, attraverso il corretto ragionamen-to degli effetti o fenomeni a partire dai concetti delle loro cau-se o generazioni, o reciprocamente la conoscenza acquisita dellegenerazioni possibili a partire dagli effetti conosciuti (Hobbes).

La filosofia è imparare a morire (Platone).

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. Natura e origini della filosofia

La filosofia è una presa di posizione ragionata sulla totalità del reale(Piaget).

La filosofia è una conoscenza del piú alto grado di universalità. (Spen-cer).

Il primo dovere del filosofo consiste nel pronunciarsi chiaramentesui limiti delle proprie conoscenze e riconoscere che vi sono deicampi in cui la sua incompetenza è assoluta (Marcel).

La filosofia è scienza della verità (Aristotele).

La filosofia è scienza della scienza in generale (Fichte).

La filosofia è il grande sforzo che il pensiero compie per abbracciaree unificare tutte le differenti attività dell’uomo, per legarle ad uncentro comune (Cassirer).

Il filosofo soltanto vive mirando costantemente alla natura ed al divi-no. Come il buon capitano di una nave, egli ormeggia la sua vitaa ciò che è eterno e costante, là getta l’ancora e vive padrone di sé(Aristotele).

La conoscenza filosofica è conoscenza razionale per concetti (Kant).

Il compito del filosofo, lo scopo della sua vita di filosofo: una scienzauniversale del mondo, un sapere universale, definitivo, un univer-so delle verità in sé attorno a mondo, al mondo in sé (Husserl).

Il fine della filosofia è sempre il medesimo: consiste nell’aiutare gliuomini a capire se stessi e quindi a operare alla luce del giorno enon, paurosamente, nell’ombra (Berlin).

I grandi filosofi non erano impegnati in una impresa estetica. Noncercavano di essere architetti di un brillante sistema: erano ricer-catori di verità, di vere soluzioni di problemi genuini, al pari deigrandi scienziati (Popper).

A che serve la filosofia se non è capace di rendere conto di un uomo?(Sartre).

La coerenza è l’obbligo principale di un filosofo, tuttavia è quello acui ci si attiene più di rado (Kant).

La filosofia non è una dottrina ma una attività. Un’opera filosofi-ca consiste essenzialmente in delucidazioni. Frutto della filosofianon sono “proposizioni filosofichÈ bensì il chiarificarsi delle pro-posizioni. La filosofia deve rendere chiare e delimitare con pre-

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Itinerari filosofici

cisione le idee che altrimenti sarebbero, per così dire, torbide econfuse (Wittgenstein).

Filosofo, amatore della saggezza cioè della verità (Voltaire).

Quando in una strada solitaria l’auto si arresta spontaneamente il con-ducente, che non è un buon meccanico, si sente perduto e dareb-be qualsiasi cosa per sapere cos’è l’automobile dal punto di vistameccanico. In questo caso la perdizione è minima (. . . ). Ma, a vol-te, resta in panne la nostra vita intera, perché tutte le convinzionifondamentali sono diventate problematiche (. . . ). L’uomo, allora,riscopre, sotto quel sistema di opinioni, il caos primigenio concui è stata fatta la sostanza più autentica della nostra vita. Incomin-cia a sentirsi assolutamente naufrago; di qui l’assoluta necessitàdi salvarsi, di costruire un essere più sicuro. Allora si ritorna allafilosofia (Ortega y Gasset).

La filosofia è conoscenza dell’essere in quanto essere; la filosofia èconoscenza delle cose umane e divine; la filosofia è meditazionedella morte; la filosofia è imitazione di dio, per quanto ciò è pos-sibile all’uomo; la filosofia è arte delle arti e scienza delle scienze;la filosofia è amore della sapienza (Ammonio di Ermia).

Quando e nella misura in cui una scienza, procedendo al di sopradell’esattezza, perviene a una verità (cioè a un essenziale scopri-mento dell’ente come tale), essa è filosofia (Heidegger).

La filosofia è intuizione del mondo (Dilthey).

La filosofia è una milizia che deve accettare tutti i problemi del secoloe tendere a trasformare la faccia della terra (Cattaneo).

La filosofia è una disposizione naturale dell’essere umano. Ogni bam-bino, dopo i sei anni, si chiede che cos’è la morte (Gadamer).

Ritengo che la filosofia sia la scienza generale dell’amore; dentrol’universo intellettuale rappresenta il maggior impulso verso unaconnessione globale (Ortega y Gasset).

Perché fare filosofia? Perché nutre l’uomo, lo aiuta a scoprire se stes-so (anonimo).

La filosofia deve rispondere a queste tre domande: a) cosa possoconoscere? b) cosa posso fare? c) cosa posso sperare? (Kant).

La filosofia è una super–scienza (Bacone).

L’obiettivo della filosofia è la quiete del mare dopo la tempesta (Epi-curo).

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. Natura e origini della filosofia

La filosofia è la ricerca dell’orizzonte del senso (Melchiorre).

.. Primi caratteri identificativi della filosofia

A partire da quest’ultima definizione, consegnataci da Virgilio Mel-chiorre, non dissimile, in realtà, da molte altre qui citate, facciamoqualche considerazione, adottandola come definizione provvisoria:

La filosofia è la ricerca dell’orizzonte del senso.

Si è già detto che la filosofia è un sapere rigoroso, basato sul metodorazionale, volto a far emergere la globalità del reale e le sue istanzeultime, cioè le più profonde. Un sapere rigoroso è una scienza.

Tale scienza che, fondamentalmente adopera il metodo deduttivo(modalità di indagine che procede dall’universale al particolare), ma,come vedremo, si serve anche metodo induttivo (modalità di indagineche, invece, procede dal particolare all’universale).

La filosofia è ricerca, dunque si rivolge verso un oggetto, tale oggetto,è, in ultima analisi, il Senso, cioè il significato profondo, ultimo e globaledella realtà. Essa dunque riguarda non una questione specifica, per laquale si fa riferimento ad una disciplina particolare, ma la questioneglobale dell’esistenza, dell’essere. Cos’è dunque, al fondo estremo, lafilosofia, se non una visione riflessa del mondo, delle cose e della vita?

La filosofia è quel sentimento a metà strada tra meraviglia e sconcerto.

Riprendiamo un frammento di Aristotele:

gli uomini, sia nel nostro tempo sia dapprincipio, hanno preso dalla me-raviglia lo spunto per filosofare; poiché dapprincipio essi si stupivano deifenomeni che erano a portata di mano e di cui essi non sapevano rendersiconto, e in un secondo momento, a poco a poco, procedendo in questostesso modo, si trovarono di fronte a maggiori difficoltà, quali le affezionidella luna e del sole e delle stelle e l’origine dell’universo. Chi è nell’incer-tezza e nella meraviglia crede di essere nell’ignoranza (perciò anche chi hapropensione per le leggende è, in un certo qual modo, filosofo, giacché ilmito è un insieme di cose meravigliose); e quindi, se è vero che gli uominisi diedero a filosofare con lo scopo di sfuggire all’ignoranza, è evidente cheessi perseguivano la scienza col puro scopo di sapere e non per qualche

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Itinerari filosofici

bisogno pratico. E ne è testimonianza anche il corso degli eventi, giacchésolo quando furono a loro disposizione tutti i mezzi indispensabili alla vita«e quelli» che procurano benessere e agiatezza, gli uomini incominciaronoa darsi ad una tale sorta di indagine scientifica. È chiaro, allora, che noi cidedichiamo a tale indagine senza mirare ad alcun il bisogno che ad essasia estraneo, ma, come noi chiamiamo libero un uomo che vive per sé enon per un altro, così anche consideriamo tale scienza come la sola che sialibera, giacché essa soltanto esiste di per sé. Perciò giustamente si può ancheritenere che il possesso di essa è cosa sovrumana.

Facciamo attenzione alla parola che qui è tradotta con meraviglia;si tratta del termine greco: thauma, che, in realtà significa qualcosa dimolto più vasto della semplice meraviglia; infatti si riferisce anche aciò che è imprevedibile, straordinario, mostruoso. Questo vuol dire che senon siamo in grado di spiegare le cause di ciò che accade, cioè se noncomprendiamo le ragioni delle pieghe che l’esistenza prende, la vitadell’uomo si riduce ad un dedalo di eventi senza senso. La questioneultima è, quindi — di nuovo — quella del Senso, o, che è lo stesso, delsignificato della vita e del mondo.

La filosofia dunque serve a prendere in mano la vita, davanti alrischio di lasciarsi sopraffare da essa in un gorgo di insensatezza, perguardare al mondo con qualche criterio di orientamento.

Certo la filosofia è anche una disciplina nobile, nel senso che condu-ce l’uomo alla considerazione delle realtà prime e superiori; né infatti,come chiarisce Aristotele, ha uno scopo pratico, cioè concretamenteutile come può essere un mestiere artigiano, ma ciò non significa nonnecessario. Anzi, architettonicamente, è la disciplina più necessariadi tutte, perché capace di proporre sintesi entro cui inquadrare lescelte dell’esistenza e l’indagine sull’origine prima e sui fini ultimi delmondo e dell’uomo.

Si comprende allora bene perché Platone ha osato affermare cheuna “la vita senza esame non è degna di uomo”, sovente tradottocosì: una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta.

. Aristotele, Metafisica I,,b, in Aristotele, Milano, Mondadori, , vol. I, pp.–.

. Platone, Apologia di Socrate, XXVIII; in Platone, Milano, Mondadori, vol. I, p. .

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. Natura e origini della filosofia

.. Il nome

La parola filosofia compare piuttosto tardi; essa è attribuita da Cicerone

a Pitagora: egli paragonava la vita alle feste di Olimpia, dove alcunivanno per affari, altri per fare le gare, altri per divertirsi e alcunisolamente per vedere quello che succede, questi ultimi sono i filosofi.Questo racconto è ripreso da Eraclide Pontico, e vuole accentuare ilcarattere di distacco del filosofo dalle occupazioni comuni del mondo.

Va tenuto però presente che, in generale presso i Greci, la filosofiaproprio perché distaccata dalle altre attività umane, ne è direttrice.

Nella storia della filosofia, uno dei problemi più dibattuti è rappre-sentato dalla definizione stessa della disciplina, ma certamente non sipuò non fare filosofia, perché tutti abbiamo a che fare con la ricercadell’orizzonte del senso, anche, paradossalmente, per negare che la realtàe la vita abbiano senso.

Con Aristotele, diciamo che esistono vari tipi di filosofia, a secondadi quell’aspetto specifico del globale, del reale, che guardiamo. Questevarie tipologie però, tutte dipendono dalla filosofia prima, come dicevaegli stesso, che è:

a) ontologia: studio dell’essere;b) usiologia: studio della sostanza;c) eziologia: studio delle cause prime;d) teologia: studio del primo motore di tutte le cose.

.. Le origini: una scienza occidentale

Neghiamo che la filosofia greca possa aver avuto origine in Oriente,come sostenuto da alcuni, a partire dal I secolo a.C. Nelle testimonian-ze più antiche, infatti, tale tradizione non ha riscontro, al massimo sinarra di viaggi compiuti da questo o quel filosofo in Oriente.

Lo stesso Platone, inoltre, contrappone lo spirito greco all’amoredi Egizi e Fenici per il guadagno. Anche ove sia possibile una qual-

. Cfr. Cicerone, Tuscolane, V, .. Cfr. Diogene Laerzio, Proemium, .. Riprenderemo questa articolazione parlando, specificamente, di Aristotele, più

avanti.

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che forma di filiazione disciplinare proveniente dall’Oriente versol’Occidente, come potrebbe sembrare facendo riferimento al gustoe alla precisione raggiunta in astronomia o geometria sia dai Caldeiche dagli Egizi, va detto che sono i Greci a compiere il passo cherende queste discipline astratte, teoriche, conferendo loro il caratteredi scienza. Presso Egizi e mesopotamici, queste forme di sapere han-no sempre un carattere pratico, concreto, tutt’altro che astrattivo especulativo, ma immediatamente rivolto alla soluzione di problemiquotidiani: dalla previsione del futuro per organizzare l’aratura deicampi o disporre i piani diplomatici, alla distribuzione delle terre eall’assegnazione dei confini ai campi da coltivare.

Va inoltre chiarito che, nel mondo greco, l’idea che la filosofiaavesse avuto origine in Oriente è tarda e figlia di una mentalità ormaidecadente, segnata dalla crisi che attraversa tutta la cultura greca e cheva alla ricerca di un fondamento religioso del proprio edificio.

La differenza fondamentale tra la filosofia greca e la sapienza orien-tale sta nel fatto che quest’ultima, come appena accennato, è di carat-tere strettamente religioso, protetta da una casta sacerdotale e animatasolo dall’intento di preservarsi uguale a se stessa nel tempo.

La filosofia greca è invece di tutt’altro carattere: essa è ricerca liberae come tale costituisce un atto di anticonformismo, una rottura con latradizione, che peraltro in Grecia non era trattenuta ed imposta dall’esi-stenza di una serie di testi sacri normativi e vincolanti, né dall’esistenzadi una classe sacerdotale votata al controllo dell’ortodossia.

Così sintetizza Nicola Abbagnano: “La filosofia è amore della sa-pienza, indagine diretta a rintracciare la verità al di là delle consuetudi-ni, delle tradizioni e delle apparenze”. La filosofia non è appannaggiodi una casta, anzi, come molte scuole dimostreranno, è alla portata ditutti e di ciascuno.

... Un breve viaggio nel mito greco per comprendere le radici della filosofia

È stato affermato che “la follia è la matrice della sapienza”, infatti lafollia misterica del tempio di Delfi proveniva, nella mentalità greca,

. N. Abbagnano, Storia della filosofia, filosofia antica, Torino, UTET, , TEA, ,vol. , p. .

. Giorgio Colli, La nascita della filosofia, Milano, Adelphi, ; , XX edizione, p..

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. Natura e origini della filosofia

dal dio Apollo. La stessa parola mantica, che indica la divinazione,deriva da mania; così, si deve dire, contrariamente all’immagine or-dinata ed armoniosa tramandataci da Nietzsche, che “Apollo non èil dio della misura, dell’armonia, ma dell’invasamento, della follia”.La radice della mania del tempio di Delfi origina addirittura nellaciviltà minoica. Torniamo dunque alle sponde di Creta così come sipresentava quattromila anni fa.

Un Dioniso cretese, ombroso e privo di amicizia, in fase arcaica, pergli uomini, dà sepoltura ad Arianna, sua sposa, figlia del re Minosse; sia-mo nella notte dei tempi. È questo, del Labirinto e del Minotauro, forseil più antico mito greco. Il Labirinto è opera di Dedalo, che insiemefonde le abilità dell’artigiano e dell’artista. Dentro il Labirinto, Teseoucciderà il Minotauro, liberando Arianna. Il Labirinto è la ragione:

cos’altro se non il “logos”, è un prodotto dell’uomo in cui l’uomo si perde[. . . ]. Il dio ha fatto costruire il Labirinto per piegare l’uomo, per ricondurloall’animalità: ma Teseo si serve del Labirinto e del dominio sul Labirintoche gli offre la donna–dea per sconfiggere l’animale–dio.

Arianna, coniugata con Dioniso, abbandona il divino per l’umanoe offre a Teseo il filo della ragione, lo strumento per l’emancipazionedell’umanità: “il simbolo che salva l’uomo è il filo del “logos”, dellanecessità razionale”.

Secoli più tardi si narra che il cantore Orfeo, amareggiato per laperdita di Euridice, dopo il ritorno dall’Ade, misconoscerà Dionisoe rivolgerà il culto ad Apollo (si noti il permanere della bipolaritàantitetica nell’uomo) e per gelosia, Dioniso, lo farà sbranare dalleMenadi.

La sapienza viene da Apollo, ma in Apollo è insita la mania; follia esapienza sono legate a doppio filo. Apollo stesso è duplice: violento eleggero; l’iconografia lo vede contornato da arco e lira. Per i Greci “ilnostro mondo è la parvenza di un mondo nascosto, del mondo in cuivivono gli dèi”. Non è un caso che la parola greca vita suoni come laparola arco, il che richiama la guerra e la distruzione.

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Itinerari filosofici

Ecco, le opere delle morte e della bellezza vengono dalla medesi-ma fonte: Apollo, Eros e Thanatos, come ancora nel secolo scorsoin Morte a Venezia, di Thomas Mann, promanano dallo stesso luogo,sono intrecciati e non si può sfiorare l’uno senza rimanere invischiatinell’altro, esattamente come nella riflessione di Freud. Non è questaduplicità inestricabile, forse, una potentissima ed efficacissima metafo-ra della vita umana? Non è da questo sentire gioioso, eppure sinistroche nasce il bisogno della filosofia? Non è ancora, forse, da questatrama di bellezza e morte che nasce lo sgomento (thàuma) di cui parlaAristotele? La filosofia ha dunque una parentela con l’angoscia umanadi fronte alla follia, alla distruzione e, in ultima analisi, alla morte.

Da queste premesse, segue la centralità, tipica del mondo greco, delrapporto tra divinazione ed enigma. Non si muove guerra senza primaessersi garantiti un responso divinatorio, che viene poi interpretatodai sacerdoti (è questa la profezia, per i Greci, nulla a che vedere conquel che, su questo tema, pensano gli Ebrei della Bibbia).

Dall’età arcaica in poi, l’enigma andrà perdendo però la sua com-ponente sacrale, fino a ridursi ad un gioco tra sapienti, mantenendoperò una forte tensione drammatica: un frammento biografico suOmero ci informa che addirittura la sua morte è dovuta al mancatoscioglimento di un enigma. Come dire: “il sapiente sconfitto in unasfida all’intelligenza cessa di essere sapiente”.

Ora, “se l’origine della sapienza greca sta nella “mania”, nell’esalta-zione pitica, in un’esperienza mistica e misterica, come si spiega allorail passaggio da questo sfondo religioso all’elaborazione di un pensie-ro astratto, razionale, discorsivo?” Questo straordinario passaggio èavvenuto grazie all’arte della discussione, della quale il giovane indi-vidua tutti gli strumenti, i mezzi e le regole nei Topici. “La dialetticanasce sul terreno dell’agonismo”, anche se qui, ormai si tratta di unagonismo del tutto umano, che non gareggia più con il divino e cheha escluso la divinazione.

È stata la pratica della discussione così come viene descritta neiTopici “la culla della ragione in generale, della logica, di ogni raffina-

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tezza discorsiva”. Misticismo e razionalismo sono, in Grecia, duefasi successive l’una all’altra. Mano a mano che l’immagine di un pan-theon ostile e sinistro si mitiga, emerge, libera dalle paure del cielo,la possibilità di un confronto discorsivo via via più organizzato e ri-goroso. Ciò, ovviamente, contribuisce a spiegare perché la filosofianasca — ce lo ricorderanno vigorosamente gli scritti platonici e leaffermazioni socratiche — come disciplina eminentemente orale: l’o-ralità è la dimensione naturale della discussione e l’arena del confrontodialettico.

A cosa serve, in fondo, la filosofia se non a vivere meglio?

esistono le teorie filosofiche perché esistono i problemi filosofici — proble-mi che emergono da ambiti non filosofici come l’esperienza religiosa, lavita politica, la ricerca scientifica, le decisioni etiche [. . . ]. Si è fatta e si fafilosofia costretti, per così dire, ad affrontare problemi che si presentanocome ineludibili. E qui sta anche la ragione profonda per cui la filosofia vastudiata: va studiata per venire a conoscenza delle risposte che grandi mentidell’umanità hanno dato a problemi molti dei quali riguardano tutti, ogniuomo e ogni donna: de nobis fabula narratur. E un sistema formativo cheproibisca a un giovane lo studio della filosofia è un sistema che defraudaquesto giovane delle cose più importanti prodotte nella storia dell’uomo.

. Colli, La nascita. . . , op. cit., p. .. D. Antiseri, Come si ragiona in filosofia, Brescia, La Scuola, , p.