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“La migliore forma organizzativa”il test delle 7S della McKinsey
Struttura Strategia
Sistemi Sistema di valori Stileprevalente
Skills Staff
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Si è molto discusso della relazione intercorrentetra organizzazione del lavoro e cambiamenti
tecnologici che venivano di volta in voltaintrodotti nelle aziende.
Ossia se l’organizzazione del lavoro dovesseessere:
� dipendente;� indipendente;� interdipendentedal cambiamento tecnologico.
Si può affermare che l’organizzazionedel lavoro è un fenomeno evolutivo
determinato da:
1) Fattori oggettivi quali la diffusione dinuovi principi innovatori (siano essi la macchina a vapore del 1700-1800 o le attuali intelligenze artificiali dellemacchine, dal controllo numerico al robot)
2) Da scelte discrezionali del management
(che possono essere influenzate da fattoridiversi quali: conoscenza delle potenzialitàofferte dalla tecnologia, capacità del management per l’ottimizzazione del cicloproduttivo, vincoli finanziari o sindacali).Esistono esigenze di modifiche organizzativee di modifiche tecnologiche. Le soluzioni piùefficaci sono sempre opportunità difficili e molto dipendono dalla capacità di “leggere” l’evoluzione.
CONCEZIONE SISTEMICA
Attualmente, nella descrizione della realtà, prevale la “concezione sistemica” in base allaquale il mondo è concepito come un insiemedi sistemi, ovvero di parti strutturate ed interconnesse che interagiscono fra loro e con l’ambiente esterno.
In quest’ambito si definisce come organizzazione un sistema particolarecaratterizzato dalla presenza di un obiettivospecifico e di risorse idonee al suoconseguimento.
Attualmente l’organizzazione del lavoroe della produzione si pone come fattorestrategico per il governo delle aziende
per raggiungere le nuove frontiere dellaproduttività o della nuova economia
della produzione.
Occorre tener conto che l’organizzazionedel lavoro, come altri sistemi, è un fenomeno dinamico ed evolutivo.
DINAMICA TECNOLOGICA
Il grado di innovativitàdell’organizzazione del lavoro è influenzato in maniera diretta:
� dal grado di innovatività dei macchinariper la trasformazione fisica;
� dalle logiche di flusso dei materiali nelprocesso produttivo;
� dal flusso delle conoscenze e dell’informazione.
Ogni principio innovatore determina unanuova organizzazione del lavoro che
cambierà a sua volta con la scoperta diun ulteriore principio innovatore.
Ogni scoperta comporta nuovi assettiorganizzativi, fa scomparire alcuni
mestieri e ne crea altri nuovi; maggioreè la velocità del cambiamento, più
grande sarà lo sforzo di adattamentodei lavoratori.
E’ chiaro che la dinamica tecnologica ha comportato modelli organizzativi diversi:
� un primo modello organizzativo detto“modello meccanico” o “modelloorologio”, adottato dal 1900 al 1970;
� un successivo modello organizzativodetto “modello organico”, adottato dal1970 ai giorni d’oggi.
MODELLO MECCANICOMODELLO MECCANICO
� BUROCRAZIA GERARCHICA� DIVISIONE DEL LAVORO SPINTA� UOMINI COME PARTE DI RICAMBIO
DELL’ORGANIZZAZIONE� CULTURA DELLA DIPENDENZA E
DELL’ESECUZIONE
Secondo il modello meccanico una buonaorganizzazione è quella nella quale funzioni, compiti, strutture organizzative, mansioni, procedure e processi sono massimamentespecificati e razionalmente interconnessi
attraverso un piano preordinato,allo scopo di assicurare la massima efficienza
globale e la massima prevedibilità e governabilità delle singole parti.
I punti fondamentali del modellomeccanico sono:
� burocrazia gerarchica;� divisione del lavoro spinta;� gli uomini ritenuti parti di ricambio
dell’organizzazione;� cultura della dipendenza e
dell’esecuzione.Tale modello è stato un paradigma normativoe progettuale a diffusione planetaria sul qualesono state modellate quasi tutte le organizzazioni delle grandi imprese.
PRESUPPOSTI PRESUPPOSTI FONDAMENTALI DEL FONDAMENTALI DEL MODELLO ORGANICOMODELLO ORGANICO
� NETWORK DI SISTEMI AUTOREGOLATI� RUOLI PROFESSIONALI BASATI SULLA
MINIMA SPECIFICAZIONE CRITICA� RISORSE UMANE COMPONENTI DEL
SISTEMA� CULTURA DELL’ITERAZIONE E DELLA
SOLUZIONE
Il modello organico venne introdottoagli inizi degli anni settanta favorito:
� dal cambiamento dei criteri economici dicondotta dell’impresa dovutoall’accresciuta turbolenza dei mercati;
� dal processo di terziarizzazioneall’interno delle imprese industriali e nelsistema economico;
� dall’avvento delle nuove tecnologie.
Il modello organico è basato suun’organizzazione che assomiglia ad un organismo ad alto livello di complessitàin cui le singole parti sono sistemi aperti
che,pur svolgendo funzioni specializzate, operano in base ad ambiti di autonomiae non per delega, si modificano sia per processi di adattamento all’ambiente
esterno, sia per input interni.
Nel modello organico gli uomini sonocomponenti del sistema, non solo risorse
da utilizzare.
Il rapporto tra attore e sistema vienedefinito da una continua dialettica fra
cooperazione e conflitto, frapartecipazione e distanza.
Competenza e managerialità sono interne al sistema, insieme a cultura,
informazione e cibernetica, culturaimprenditoriale e scienza sociale.
PRINCIPALI SCUOLE PRINCIPALI SCUOLE ORGANIZZATIVEORGANIZZATIVE
� IL MANAGEMENT SCIENTIFICO (TAYLOR)
�LA SCUOLA DELLE RELAZIONI UMANE (MAYO; Mc GREGOR etc.)
�LA SCUOLA DEI SISTEMI O DEL MANAGEMENT BY OBJECTIVES (M.B.O.)
PRODUZIONE DI MASSAPRODUZIONE DI MASSA
� ELEVATA STANDARDIZZAZIONE DEL PRODOTTO� QUALITA’ COME CONFORMITA’ ALLE SPECIFICHE� TECNOLOGIE DI PROCESSO RIGIDE� CICLI DI PRODUZIONE LUNGHI� DIVISIONE DEL LAVORO� CONOSCENZA CONCENTRATA� GERARCHIA FORMALIZZATA� MARGINI DI CREATIVITA’ LIMITATI� ECONOMIE DI SCALA� PROFITTO A BREVE TERMINE
MODIFICHE ANNI ‘70MODIFICHE ANNI ‘70
� ACCRESCIUTA TUBOLENZA DEI MERCATI
� PROCESSO DI TERZIARIZZAZIONE � NUOVE TECNOLOGIE
PRODUZIONE FLESSIBILEPRODUZIONE FLESSIBILE
� ELEVATA DIVERSIFICAZIONE� QUALITA’ COME SODDISFAZIONE DEL CLIENTE� TECNOLOGIE FLESSIBILI� CICLI DI PRODUZIONE BREVI� LAVORO PER GRUPPI� DIFFUSIONE DELLA CONOSCENZA� GERARCHIE INFORMALI� ECONOMIE DI SCOPO� PROFITTO A MEDIO TERMINE E SODDISFAZIONE
DEL CLIENTE
MODELLO PRODUTTIVO ATTUALEMODELLO PRODUTTIVO ATTUALE
� PERSONALIZZAZIONE DI MASSA� QUALITA’ DELLA VITA� RETI TECNOLOGICHE FLESSIBILI� CICLI DI PRODUZIONE BREVISSIMI� AUTOFORMAZIONE GRUPPI DI LAVORO� CONOSCENZA DIFFUSA� GERARCHIA AUTONOMA DISTRIBUITA� IMPRENDITORIALITA’ DIFFUSA� SODDISFAZIONE DEL CLIENTE� PROFITTO A MEDIO TERMINE
FORME DI ORGANIZZAZIONE DEL FORME DI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO E DELLA PRODUZIONELAVORO E DELLA PRODUZIONE
O.D.L. BASATA SULL’ESPERIENZA PRATICA (LEARNING BY DOING)
O.D.L. TRADIZIONALE O.D.L. ALLARGATA O.D.L. SISTEMICA O.D.L. INTEGRATA
ADAM SMITH (1776) ESPOSE PER PRIMO I BENEFICI DERIVANTI DALLA “DIVISIONE DEL LAVORO”, SUDDIVIDENDO OGNI ATTIVITA’ DI MANIFATTURA IN PICCOLE FASI DISTINTE
CHARLES BABBAGE ESTESE LE IDEE DI SMITH ATTRAVERSO LA RACCOLTA DI INFORMAZIONI SULLA NATURA E L’ESECUZIONE DEL LAVORO (ORDINAMENTO INTERNO DELLE FABBRICHE)
DISTRIBUZIONE DEL LAVORO SULLE MACCHINE:
UTILIZZO DI MACCHINE UNIVERSALIUTILIZZO DI MACCHINE SPECIALIZZATE
FASE DELLA MANIFATTURA:FASE DELLA MANIFATTURA:�GIGANTISMO DEGLI INSEDIAMENTI�SPECIALIZZAZIONE DELLE MACCHINE�STANDARDIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ DI
TRASFORMAZIONE�DIVISIONE MOLECOLARE E ORIZZONTALE DEL LAVORO
TAYLORISMO (FORDISMO)TAYLORISMO (FORDISMO)
I LAVORATORI PRODUCONO MOLTO MENO DI QUANTO POSSONO.
I REQUISITI DI OGNI MESTIERE DEVONO ESSERE DETERMINATI SCIENTIFICAMENTE E I LAVORATORI DEVONO RICEVERE OPPORTUNI
INCENTIVI SALARIALI
Il fondamento del taylorismo diventa la divisione del lavoro orizzontale e
verticale studiata nei dettaglie nei suoi tre livelli di divisione del
lavoro tra:� uomini� macchine� uomo e macchina.
IL PRINCIPIO INNOVATORE DI TAYLOR E’ AMMINISTRATIVO-
ORGANIZZATIVO
VIENE ANNULLATA LA DISCREZIONALITA’ DEL
LAVORATOREVIENE INTRODOTTA LA
CATENA DI MONTAGGIO(PERFEZIONATA DA FORD)
Il principio innovatore di Taylor
non è di tipo tecnologico, ma amministrativo-organizzativo e basatosu una concezione ingegneristica della
gestione aziendale, trasferendo al lavoroumano i concetti di specializzazione e
standardizzazione già applicati allemacchine ed alle fasi del ciclo
produttivo.
PUNTI CARATTERISTICI DEL PUNTI CARATTERISTICI DEL MODELLO DI TAYLORMODELLO DI TAYLOR
DIVISIONE VERTICALE DEL LAVORO (LAVORO INDUSTRIALE)
DIVISIONE ORIZZONTALE DEL LAVORO (LAVORO ARTIGIANALE) O PARCELLIZZAZIONE
PROGETTAZIONE DELLE POSIZIONI E DEI MOVIMENTI DEI LAVORATORI, ossia divisione del lavoro su tre livelli: TRA UOMINI; TRA MACCHINE; TRA UOMINI E MACCHINE
STRUTTURA DEL COMPENSO (ECONOMICO) CONTROLLO GERARCHICO SELEZIONE DELLA MANODOPERA CON METODI
SCIENTIFICI RAPPORTO TRA DIREZIONE E MANODOPERA BASATO
SULLA RIPARTIZIONE DEL LAVORO
Con Taylor
fanno la loro comparsa gli strumentiorganizzativi, come incorporazione da
parte delle macchine di quanto deciso a livello organizzativo.
La catena di montaggio diventa uno deglistrumenti meccanici sulla cui base siafferma il lavoro di produzione e di
montaggio.
Si sviluppa la convinzione che un’attività siatanto più efficiente e controllabile quanto più
è programmabile.
Attraverso rigide prescrizioni si fissa:� come fare il prodotto migliore,� quando,� quante volte,� in quale tempo,� in che modo.Annullando la discrezionalità, vista come
valore negativo.
I punti caratteristici del modelloorganizzativo di Taylor erano:
� La marcata divisione verticale del lavoro eseguito mediante la nettaseparazione delle fasi di progettazione, esecuzione e controllo;
� La divisione orizzontale del lavoro, piùtardi chiamata parcellizzazione del lavoro, cioè l’ulteriore frammentazionedelle fasi di progettazione, esecuzione e controllo;
Paradigma del processo ditrasformazione
Lavoro IndustrialeProgettazione
EsecuzioneDivisione verticale
Controllo
Lavoro Artigianale
Divisione orizzontale Progettazione Esecuzione Controllo
• La progettazione accurata delle posizioni dilavoro e dei movimenti degli operatori impegnatinel processo produttivo, in modo da renderli il piùpossibile armonici e funzionali all’avvio ed allaconduzione delle macchine operatrici.Ossia la divisione del lavoro in tre livelli:� tra uomini;� tra macchine; � tra uomini e macchine.La concezione di questa particolare simbiosiuomo-macchina nel processo produttivodeterminò la qualifica di “ingegneri umani” agli
esponenti dello scientific management;
• Il controllo gerarchico e centralizzato diapposite divisioni della maggior parte delledecisioni;
� La selezione con metodi scientifici dellamanodopera che veniva preparata ed istruita fino alla perfezione nell’ottica dellafede ingegneristica della “one best way”;
� La ripartizione precisa del lavoro e delleresponsabilità tra direzione e manodopera;
� L’instaurarsi di rapporti di stima e collaborazione fra direzione e manodopera;
• La struttura del compenso(esclusivamente economico)essenzialmente correlato alle quantitàprodotte.Nel successivo sviluppo delleattività produttive connesse con la crescita della società industriale, questo paradigma sarà alla base dei vari sistemi di cottimo.
Nel taylorismo, l’annullamento delladiscrezionalità del lavoratore,
conseguente alla separazione del lavoro manuale da quello
intellettuale (appannaggio esclusivodel manager), rappresenta nel
mondo capitalista il filo conduttoreche guida l’evoluzione delle
tecnologie di processo.
Gli strumenti di lavoro aumentano il grado diautomatismo incorporato rispondendo in maniera prefissata meccanicamente alle
varianze richieste dal processo produttivo.
In tal modo tali automatismi, rigidi e dedicati a lavorazioni specifiche,
rispondono pienamente allastandardizzazione e parcellizzazioneoperata dal taylorismo nei processi
produttivi.
FORD RIPENSA IL PROCESSO FORD RIPENSA IL PROCESSO MANIFATTURIERO COME UN MANIFATTURIERO COME UN
FLUSSO UNITARIOFLUSSO UNITARIO
STRUMENTI ORGANIZZATIVI E AUTOMATISMI ASSUMONO
BUONA PARTE DELLA CONDUZIONE E DEL
CONTROLLO DEL PROCESSO
LA SCUOLA DELLE LA SCUOLA DELLE “RELAZIONI UMANE”“RELAZIONI UMANE”
ELTON MAYO poiELTON MAYO poiMASLOW e MC GREGORMASLOW e MC GREGOR
DINAMICA DI GRUPPO E BENESSERE PSICOLOGICO SONO
MOLTO IMPORTANTI PER LA PRODUTTIVITA’.
IL LAVORATORE HA UN INSIEME DI BISOGNI E DESIDERI MOLTO
COMPLESSI CHE VANNO AL DI LA’ DELLA SUA REMUNERAZIONE
MACCHINISMO E MECCANIZZAZIONE MACCHINISMO E MECCANIZZAZIONE SPINTA RIGIDA (AUTOMAZIONE RIGIDA)SPINTA RIGIDA (AUTOMAZIONE RIGIDA)
� NELLE MACCHINE SPECIALIZZATE ENTRAVA SEMPRE LO STESSO INPUT E USCIVA SEMPRE LO STESSO OUTPUT(PRODUZIONE IN SERIE)
� SI INIZIA A COLLEGARE MACCHINE SINGOLE SECONDO RAPPORTI DI INTERDIPENDENZA RECIPROCA IN SISTEMI MECCANICI RIGIDI, PASSANDO ALL’AUTOMAZIONE RIGIDA
AUTOMAZIONE RIGIDAAUTOMAZIONE RIGIDA AUTOMAZIONE LIMITATA A POCHE AREE
TECNOLOGICHE L’INDUSTRIA GOVERNA IL MERCATO INVESTIMENTI PER POTENZIARE LA
MECCANIZZAZIONE QUALITA’ DEI PRODOTTI SCARSA TEMPI MORTI LUNGHI PER LE OPERAZIONI DI
ATTREZZAGGIO E MANUTENZIONE PREVALENZA DEI LAVORATORI DIRETTI, MA I
MANUTENTORI HANNO RELATIVA DISCREZIONALITA’
LAVORATORI DIRETTI ADDETTI PREVALENTEMENTE AD OPERAZIONI MANUALI
ANNI SETTANTAANNI SETTANTA
� ESTREMA RIGIDITA’ NELL’UTILIZZO DELLA MANODOPERA PER PRESSIONI DEI SINDACATI
� RINCARO DEI PREZZI DELLE MATERIE PRIME, INSTABILITA’ FINANZIARIA INTERNAZIONALE, SATURAZIONE DEI MERCATI
O.D.L. DI TIPO “ALLARGATA”: O.D.L. DI TIPO “ALLARGATA”: MECCANIZZAZIONE FLESSIBILE ED MECCANIZZAZIONE FLESSIBILE ED
AUTOMAZIONE INDUSTRIALEAUTOMAZIONE INDUSTRIALE (anni’70)
� SI INTRODUCONO PROGRESSIVAMENTE MACCHINE A LOGICA ELETTRONICA IN SOSTITUZIONE DI QUELLE A TECNOLOGIA MECCANICA O ELETTROMECCANICA
�IL MODELLO ORGANIZZATIVO NON MUTA (TAYLORISMO) MA VIENE INFLUENZATO DALLE VARIABILI TECNOLOGICHE
�I MACCHINARI POSSONO AUTOREGOLARSI MECCANICAMENTE, MA NON SONO IN RETE
RUOLO E PRESTAZIONI DEI RUOLO E PRESTAZIONI DEI LAVORATORILAVORATORI
� LE PRESTAZIONI SI INSERISCONO IN UN FLUSSO PRODUTTIVO MENO RIGIDO E PARCELLIZZATO
� ROTAZIONI SU PIU’ POSIZIONI DI LAVORO, ARRICCHIMENTO DELLE MANSIONI (Job enrichment) ED ALLARGAMENTO DELLE ATTIVITA’(Job enlargement)
� FIGURA DELMECCATRONICO (ATTIVITA’ ATTIVITA’ POLIVALENTE CON RESPONSABILITA’ POLIVALENTE CON RESPONSABILITA’ MONOFUNZIONALEMONOFUNZIONALE)
O.D.L. DI TIPO SISTEMICA O.D.L. DI TIPO SISTEMICA (AUTOMAZIONE FLESSIBILE E (AUTOMAZIONE FLESSIBILE E
INTELLIGENZE ARTIFICIALI) INTELLIGENZE ARTIFICIALI) (anni’80)(anni’80)
� FASE CARATTERIZZATA DA INTERRELAZIONI DI TUTTO IL SISTEMA
� INTRODUZIONE DELLE INTELLIGENZE ARTIFICIALI, ROBOT E SISTEMI FLESSIBILI
� FLESSIBILITA’ SUI VOLUMI E FLESSIBILITA’ SUL MIX PRODUTTIVO
� SISTEMI DI MACCHINE CARATTERIZZATE DA COMPLESSITA’ E VELOCITA’
FLESSIBILITAFLESSIBILITA’ SUI VOLUMI E ’ SUI VOLUMI E SUL MIX PRODUTTIVO SONO LE SUL MIX PRODUTTIVO SONO LE CARATTERISTICHE ESSENZIALI CARATTERISTICHE ESSENZIALI
DELL’AUTOMAZIONE DELL’AUTOMAZIONE
L’ATTIVITA’ PREMINENTE, IN L’ATTIVITA’ PREMINENTE, IN UNA FABBRICA UNA FABBRICA
AUTOMATIZZATA, DIVIENE LA AUTOMATIZZATA, DIVIENE LA CONDUZIONE CONDUZIONE DELLE MACCHINEDELLE MACCHINE
Organizzazione del lavoro e dellaproduzione sistemica (automazioneflessibile ed intelligenze artificiali)
(4a fase)In questa fase, a noi più vicina, entrano a
far parte tra le variabili interrelate con le nuove tecnologie (oltre agli aspetti
professionali, occupazionali, l’organizzazione e la produttività ed i rapporti sindacali) anche i processi
decisionali, gli aspetti cognitivi e linguistici, i rapporti di scambio e le strutture manageriali e formative.
Nell’organizzazione del lavorosistemica,
caratterizzata da interrelazioni di tutto ilsistema (sistemiche), si sono avuticambiamenti radicali a livello dimodello organizzativo, strumentiorganizzativi e strumenti di lavoro.
In effetti, l’introduzione delleintelligenze artificiali
applicate alle macchine utensili è stato ilvero principio innovatore della fine
degli anni’70. Si è trattatodell’introduzione delle intelligenzeartificiali computerizzate in sistemimeccanici altamente sofisticati, con l’ottenimento di attrezzature flessibilimultiscopo, siano essi robots o altro.
L’automazione industriale deglianni’80
in fabbrica è stata un’innovazione che ha avuto un effetto dirompente di
cambiamento delle imprese simile a quello determinato due secoli prima
dalla scoperta della macchina a vapore.In effetti, nel corso degli anni’80, la rivoluzione tecnologica ha modificato
radicalmente l’organizzazione del lavoroattraverso il pieno utilizzo dei processi
di automazione.
I processi di automazione, nel corso deglianni’80 hanno determinato, rispetto al periodoprecedente, conseguenze imponenti su:
� produttività;� affidabilità dei mezzi di trasformazione e
controllo;� sofisticazione degli apparati produttivi e di
controllo;� programmazione e controllo dei flussi
produttivi;� organizzazione della produzione e del lavoro.
Le caratteristiche essenzialidell’automazione sono la flessibilità sui
volumi e sul mix produttivo.Esse consentono all’azienda di adattarsi
alle mutevoli richieste del cliente, attraverso la correzione dei piani di
produzione e consegna.In effetti la tecnologia elettronica
incorporata nelle macchine (hardware e software) consente sistemi di allerta e correzione immediata da valle a monteper mezzo di videoterminali e sistemi di
monitoraggio.
Nei confronti dell’organizzazione del lavoro, la diffusione dell’automazione genera nuoveopportunità per le aziende, cosicchè il
superamentodelle organizzazioni tradizionali avviene in
tempibrevi, data la stretta interdipendenza tra
organizzazione del lavoro e tecnologia: in ogninuovo progetto produttivo le diverse funzioni
aziendali dovranno pronunciarsi su:� tecnologia di produzione;� organizzazione del lavoro;� formazione della forza lavoro;� controllo dei flussi dei volumi;
Preso atto che le attuali macchine operatrici in fabbrica non sono macchine isolate, ma sistemi di macchine caratterizzati da:
� complessità di funzioni elevate;� velocità di lavorazione elevata (con la
conseguenza che ogni devianzacomporta scarti rilevanti nellaproduzione e notevoli dannieconomici);
emerge che l’attività preminente in unafabbrica automatizzata deve essere
quelladella conduzione delle macchine.
Nasce la figura del conduttore di macchineche assume in sé più funzioni:
� di trasformazione (ossia di governo del processo produttivo);
� di programmazione di primo livello (effettuatamediante programmi informatici);
� di manutenzione (richiami alle macchine per interventi autocorrettivi);
� di attrezzaggio (avvio della macchina, sostituzione di parti);
� di controllo di qualità (della lavorazione);� di movimentazione;� di inventario.
La figura del conduttore è quella di un operaio diretto al quale sono state
trasferite molte delle attività ausiliariesvolte in precedenza da operai indiretti.
Il conduttore assume così un ruolointerfunzionale, non più
monofunzionale come quello del lavoratore di Taylor o dello stesso
meccatronico.
Si delinea, quindi, in fabbrica unapolarizzazione tra:
� un polo ampio di professionalità digrado medio-elevato rappresentatodal conduttore;
� un polo ristretto di professionalitàelevata rappresentato damanutentori e meccatronici.
IL CONDUTTORE PERCEPISCE, CONTROLLA E INTERPRETA I FATTI
REALI
SI CREANO:� UN POLO AMPIO DI
PROFESSIONALITA’ MEDIO-ELEVATE� UN POLO RISTRETTO DI
PROFESSIONALITA’ ELEVATA E SPECIFICA
O.D.L. DI TIPO INTEGRATAO.D.L. DI TIPO INTEGRATA
� FORMA AVANZATA DI ORGANIZZAZIONE SISTEMICA
� RUOLO GESTIONALE DEL LAVORATORE� DISCREZIONALITA’ MASSIMA
CARATTERISTICHE DEL CARATTERISTICHE DEL GESTOREGESTORE
� ELEVATA SPECIALIZZAZIONE TECNICO-SCIENTIFICA
� GESTIONE DISCREZIONALE E CREATIVA� COINVOLGIMENTO E PARTECIPAZIONE � CAPACITA’ DI INTERFACCIATURA CON
SPECIALIZZAZIONI DIVERSE
Al lavoratore viene affidato un ruologestionale con facoltà di accelerare o
ritardare il flusso dei materiali nelprocesso produttivo anche variando,
in parte, le disposizioni dei piani diproduzione.
Il lavoratore ha la massimadiscrezionalità e deve essere
motivato al conseguimento degli obiettivi
produttivi.