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ku:v A SERlB: VOL. X ANNATA LXVII FASCC. 1·1l ARCHIVIO della R. Deputazione romana di Storia patria VOL. LXVII Roma Nella setle tlella R. Deputazione alia bi6liouc4 Valliceltiana 1944

 · OSSERVAZIONI CRITICHE SU ALCUNE QUESnONI FONDAMtENTALI RIGUARDANTI LE ORIGINI E I CARATIERI DELLE ERHSIE MEDIOEVALI SOMMARIO. I. [ndirizzi storiografici .e problerni della storia

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ku:v A SERlB: VOL. X ANNATA LXVII FASCC. 1·1l

ARCHIVIOdella

R. Deputazione romanadi Storia patria

VOL. LXVII

RomaNella setle tlella R. Deputazione alia bi6liouc4 Valliceltiana

1944

OSSERVAZIONI CRITICHE SU ALCUNE QUESnONIFONDAMtENTALI RIGUARDANTI LE ORIGINI E I

CARATIERI DELLE ERHSIE MEDIOEVALI

SOMMARIO. I. [ndirizzi storiografici . e problerni della storia delleeresie medioevali. II. Le Fonti. Atteggiamenti teologici ed erroridi metodo nell'impostazione del problema delle origini delle ere-sie. HI. Le testimonianz.e coeve sulle eresie dei secoli Xl e XlI.IV. Dualismo manicheo, cosmogonico e metafisico. Dualismocararo, antropologico ed etico. V. Atteggiamenti razicnalisticidegli eretici e il mito del ritorno al Vangelo. VI. Le originievangeliche del docetismo.: dell'ascetismo edella liturgia catari.VlIl. Tarde influenze manichee nel catarismo occidentale. IX.La Riforma della Chiesa e \'eresia. I[ problema ecclesiologicocome problema centrale dell'eresia del Medioevo, L'« Ecclesiamaligna» e I'" Ecclesia Dei », Costantino e papa Silvestro fun-datori della Chiesa Romana.

Oprimi studi sulle eresie sorte in Francia e in ltaliaagh inizi del 1000 e fiorenti poi, COIn stracrdinaeiovigore. in molte regioni d'Europa, fin quasi alIa

meta del sec, XIV, ebbero inizio alia fine del Cinquecentoe ai primi del Seicento.

Essi trassero origine, in parte. dai nuovi interessi . dellaerudizione storica, ehe si affermava proprio' in quel periododi tempo con Ie grandi raccolte di testi e di documenti me-dievali dei d'Achiry, dei Martene. dei Mabillon, dei Duples-sis-d'Argentrer in parte dalla polemica religiosa riaccesasi tracifonnati e cattolici, specialmente ad opera dei Valdesi dellevalli alpine del P:emonte. E mentre agli eruditi del Seicentoe de! Settecento siamo debitori delle prime edizioni delle« summae» e dei « tractatus» antiereticali di Alano di Lilla~di David di Augsburg. di Stefano di Borbane, di Raineno

AreMvi. d~I/R R. D~pu"'.;o,,~ rom."" .Ii Siori. paIri" (A. LXVIJ). N. S. Vol. X. 7-

Raffaello MOTghen

Sacconi, del Moneta (I). pubblicati quasi a continuare la tradi-zione del Pilichdorf. del Cattaneo e di Claudio di Seyssel (2)ultimi difensori,alle soglie del Rinascimento. del dogma cat,tolico contro ,gli assalti dell'eresia medievale, at Valdesi dellaseconda meta del Cinquecento dobbiarno quella rieca stoeio-grafia riformata, nella quale si cercö di tracciare per Ia primavolta Ie linee di una storia della chiesa ereticale, sia pure limi-tatamente agli interessi e agli ideali delle esigue rna vive cOJmunitä valdesi-protestanti, eh'erano sorte, dope i1 sinodo di

(1) La prima edizione dell'opera di ALANOdi Lillil, O~s defide catholica adversus haereticos et W iIldenses: qui postell Albigensesdicti, compesta aopo il 1179, fu pulbblicata a Parigi dal MASSONnei1612. Fu pOi ripubblkata ~1 1654 3.ii Anversa. e net 1844 nellaPatrologia del M1GNE. Al GRETSER(Trias scriptorum adversus Wal·cJensium sectam, J.ngolstaat, 1614) si deve 131 prima edizione <kgli serit,ti di Eberardo di 8etuna, di Bema.rdo di Fonca1ao e at Brmengau-do. La Summa de Catkaris et Leonistis seu paupe.ribus de Lugduno<Ii RAINERIOSACCONl (1250 c.) fu pubblicata prima nella Bibliothecamaxima veterum patrum, Lugduni Batavotum, 1677, ,poi dal MARTkNE,Thesaurus novU$ anecdotorum, Lutet!iae Parisiorum, 1717, to. V, edal DUPLBSSlS D'ARGmmm, CoJiectio I_iorum ere flO'tIis er:roribusqui ab initio XU saeculi ad annum 172; in Eccle5ia proscripti SiUntd notati, Pa.risüs, 1725, 1733, 1735. Recentemente ne ha dato unanuova edlz:ione il ;p. DoNoMNE in append ice al 'Volume Un traiM neo·manicheen du XIII" siede, Roma, 1939· II Traetatus de diversis materiispraedieabilibus seu de septem donis Saneti Spiritus dv Stefaoo di Bor·bone 0 di BellevilLe, inqu:.sitore nel 1235,. fu pure pubblicato neI·la Colleel!io del DUPLESSIS'D'ARGENTRE,mentre il Tractatus de hae·resi pauperum de Lugduno a lui attribuito si trova nella Biblliothecamaxima veterum patTum e nel Thesaurus gel MI\RTtNE. II D' ACHERY(Spicilegium siva coUectio veterum aliquot scriptorum, Pari&iis, 1655-i7) pubblid> la Manifestatio haeresis Catharorum quam tocit Bo·naCUfSUS della qua:le ha dato recentemente una nuova edizione cri·tica IURINODAMILANO in Aevum, 1938. 11 De inquisitione haerep·corum di Davit! di Augsburg (meta d~1 sec. XIII),. a.ttribuito ad Ivp'neto, fu pubblicato dal MARTENEe ripubblic.ato poi, sotto il nomedel suo vero autore, daJ ,PREGER(Der Tractat des David 'VOI1 Augsburgüber die Valdesier, Monaco, 1878). AI RICCHINI dobbiamo in·fine Ia fondamentale pubblicaz.ione dell' Adversus Catharos et Wal·denses de11'inquisitore cremonese Moneta, vi.ssuto verso la metadel sec. XLII, (Romae 17'13).

(2) ,PIETROPILICHDORF,Contra haereSJim Wa.ldensium tractatus(139S)pubbl. in MARTENE. to. V, Alberto Cattaneo, arcid'iacono,inquisitore nel Delfinato, vissuto ~L!a seconda meta. del sec. XV.fu autore db un De Ortu et de. doctritUl Waldensium. Claudio diSeyssel (1450-1520), <l>t'Civescovodi Torino, fu autore ~Ue AdversusW t:eldenses disputationes (15I7}.

Osseroazioni suZIe eresie medioevali 99

Chanlor~, dal1afusione delle ultime sopravvivenze del valdi,smo med.ievale con Ie nuove coorentt spmtuali della Rifex,rna (I).

~isogna pero giungere alla meta del sec. XlIX per troVaft

Ie pnme opere ehe, al di la degli intenti della pun polemicareligiosa ~ della. sem~liee eeudizione, afttontino ilproblemadelle eresie medioevali con mteressl prevalentemente storid,e con metodi d'indag:ne e d'analisi ngorosamente scientiEici.

Dopo le brevi note dedicate al!'at:gomento dal Murato-ri (2), dopo il primo tentative, utto daJ Fueslin nel1770 (3), di raccoglieee in un'unjca visione d'insieme la storiadella Chiesa e delle eresie (unpartheiische Kirchen und KetzerHistorie), e dopo gli inadeguati spunti critici del Gieseler (4),la Geschichte des Ketze-r im Mittelalter della Hahn (1845-

(I) Questi scrirtori da SCIPIONE LENTOLO, autore di una Historiadelle grandi e crudeli persecution; fatte tri fIOstri tempi in Provenzain Calabria e in Piemcmte contro il popolo ehe chiamano Valdese,composta nel 1561-62, a GIROLAMO MIOLO (HistOf'ia breve e 'IIe,radegl'aDari dei Valdesi delle Valli, 1587). a J. P. PERRIN (Histoiffl desChretiens Vaudois. Geneve, 1618) a P. GILLES (Histoire eccUsiastiquedes Eglises reformees. Ginevra, 1644. 1645), a J. LEGER. (Histo.:regenerale des Eglises Evangeliques de.s ValMes de Piemont, Leyde.1669)5Ono illustrati da G. GoNNET nella 9\I;l utile guida agli studi suiValdi'smo. II Valdismo medievaIe. Prokgomeni. Torre PelJice. 1942.pagg. lOS e segg. Tra g1i scrittori cattolici ehe furono in po!emicacon i pl'&e1lenti ricordeumo il Rorengo, iJ Belvedere, 10 Charvaz,it Cerri, per i quali v. pure GONNIlT, II Valdismo medief./ale cit.,pag. loB n. 8.

(2) Antiquitates It4licoe Medii Aevi. V. f. 82.(3) J. C. FuESLIN, NUIe unpartheiische Kirchen una Ketzer Hi.

storie Jer mittleren Zeit. F~anld£urt. 1770. Cito questa opera daIloHahn II10n essen~o riuKito a trovare in Roma. akun esempl.are eliessa. Della stesso autore esistenella :Bililioteca Corsinian.a di Romaun opuscolo Dissertatio de Fanaticis saeculi XI in ltalia detectis, Ber-na, MOCCLXr. In essa e contenuta una breve esposizione della te5ti-monia.nla di Lall£iolflo sugJi eretici di Monteforte. dedicata al cudi,nal Passionei. aHara bibliotecario deJla Vatica.na, per InOStr3l!'e« quan,ta illl caJi.gine Historia Medi;; aevi sepu1ta jaceret».

(4) GIESELER, J., Commentatio crifica de Raineri Sacchonii SU'!l.ma de Catharis et Lecmistis, .Goettingae, 1834 e Lehrbuch der EUr·chengeschichte. voll. I-I,V.ß:onn •. 1844.1845'. Nel vol., 'I'.. parte 2 sitratta anehe delle eresie mediaevall <fal sec. XU .a commc:lare da Tan,chelino. rna, con spirito esdusivamente teologico. ~lJa fLOe del, vol. !Isono riportate anche Ie testi~onianze del~e fot;ttt, grech~ SUI Pa~h-ciani e sui Bogomili. senza pero akun tentatlvo dl rlcostruzlone stOriCa.

100 RatJa:lIo Morghen

50) (1). e I'Histoire et doctrine de La secte des Cathares dellaSchmidt! (1849). sono le prime opere ehe abbiano dignitädi storia e ehe trattino dei movimenti dell'eterodossia de:-l'etä di mezzo con intendimenti e atteggiament, di pen-siero moderni,

Specialmeute l'opera dello Hahn conservaancor oggi granparte det:a sua jrnportanza per la larghezza e I'esattezza dellenotizie sulle quali e basata, per la ricca append ice di docu-menti e di testi ehe chiude ogni volume. per l'evidente sfor-zo dell'autore di ccgliere, pur attraverso alla varietä dellemanifestazioni esteriori, i caratteri intrinseci delle diverseecesie; ehe egli divide in quatteo diversi gruppi, rna delle qualiintuisce la fondamenta:le unitä nella comune opposizione alIachiesa della gerarchia (2).

Alle opere dello Hahn e del'o Schmidt segul Ia eiccaserie degli studi del Dleckhoff, del Peeger, dello Herzog. delComba. dello Haupt. del Muller (3). volti a illustrare sopt'a-

(1) Geschichte der Ketze" im Mittelaltef' besonders im II, 12

und 13 Tahf'hunden fldCh den QueUen beat'beitet von dr, CHRISTOPHULRICHHAHN. llprimo volume, pubblicato a Stoccarda nel 1845, ededicate ai neo-manichei e tratta dei Catari e <legE.AJhigesi. IJ se-condo volume edel 1847 e tratta deil Valdesi, dei Bega,rdi, dei Be-ghiaJi" dei Fratelli de! libero spirito e delle eresie fiorite suI troncofrancescaoo. II teno appa.rve ne1 1850 e tratta dei Passa.gini-, di Gioac_chino 93 Fiore e di Amalrico di Bena. Tale riparti,rione della ma-teria corrisponcle alIa divisione di tutte Ie eres:e in quattro gruppiprincipali: eresie dei nuovi manichei e ariani; dei credenti nella S.Scrit.tura ~ib~I~laubi~en), ~ .cioe Valdesi e sette affini,; dei giudaiz_zant! Wassaglru 0 Clrconclsl}; eres:e filosofeggianti (Gioacchino 9aFiore e Amalrico di Ber-a).

(2) HAHN, Geschichte der Kette". cit. r, « Aber auch' diese viersj.~ in einem Punkte wenigstens eins, in dem Hass gegen die beste,hende Kirche und dem heftigen Kampfe, den sie mit ihr führten ».

ü) A_ W. DIECKHOFF.Die Wa!denseT im Mitte~T, Göttingen.1850; J. J- HERZOG, Die Romanischen Waldensef', Halle, 1853; W.PREGER, Beitf'äge zur Geschichte der WaldmseT im MittePolter,München, 1875; K. MULLER, Die W4'ldenset' und ihre einzelnenGruppen bis zum Anfang des '4. Tahf'hunderls, Gotha, 1886: H.HAUPT, Wa]denS6t in Zeitschrift f· Kirchengesch. X: idem, Walden_serthum und Inquisition, Freiburg, 18g0; E. CoMBA, Stona dellariforma in ltalia, Firenze. 1881: idem, Histoif'e des VAudois d'Italie,Paris, 1887: isiem, Histoif'e des Vaudois, Paris, H)OI. II Dieckoff, 10Herzog e i1 Preger si occupa·rono in particolar modo deU'origine deiPaveri Lombacdj, sostenendo, il primo che essi risultarooo <lalla fu·sione di dementi vaJ.des~con elementi italiani arnaldistici, il secondo

Osseruazioni sulle eresie medioevali 101

tutto il grande filone valdese dell'eresia medievale, e a carat.terizzaee i diversi movimenti che vi confluieono, lEd e indub-hio che questa produzione storiografica sul Valdismo, dellaseconda meta del secolo XlIX. costituisce ancor oggi quantodi meglio e stato soritto sull'argomento, per l'accuratezza del'eindagini sulle quali essa e fondatavper la Iarghezza degli in-teressi dai quali trae origine, per la sensibilitä dei fatti spi-rituali e religiosi che la ispira e la caratterizza,

Uno dei suoi frutti piü notevoli e rappresentato dai « Bei.träge zur Sektengeschichte des Mittelalters)) del Dollinger,apparsi nel 1890, ehe misero a disposizione degli studiosi unaricchissima raccolta d! testi cattolici ed ereticali della .pill altairnportanza, specialrnente per la conoscenza dei movimentidel basso medioevo, dalla Secia Spiritus Libertatis al paupe,rismo intransigente degli Spiritual; e al deciso atteggiamen-to antigerarchico dei Fraticelli; Oltre alta riedizione delleprincipal; fonti valdesi ed ereticali gia note, si deve al Oöl-linger la prima pubblieazione, da un vetusto codiee fioren-tino. del trattato di Salvi Burce (uno degli eretici divenutipoi inquisitori), Liber qui « Supra Stella )) dicituf (1233-1235),ehe e tra i p;u antiehi e importanti testi antieretieali. Oi con_tro alia copiosa serie delle fonti di parte cattolica. si arricch1.in tal modo, anche 10 scarso eomplesso delle testimonianzedire~te della tradiz!one dottrinale eterodossa, fino allora soloin paTte eonosciuta e piuttosto scat'Samente utilizza·ta. 51 che.dopo cill'Ca un einquantennio di neelt"che e di studi analitici.fu possibile affrontare, con adeguati fondamenti. la storiadi tutti j movimenti ereticali del Medioevo nel loro comples,so, inquadrandoli nei massimi problemi della vita, del pensieroe de1lo spirito di quell'eta.I pii! notevoli ~entativi in questo sensa possono essere

ind:cati nelle opere di tire studiosi italiani e cioe: 1'« Ef'e,sia nel medioevo )) di F. Tocco, apparsa in F~1"enzenel 1884,

deUa loro dipendenza da inßuenze francesi. La questione fu ripresacon maggiore ampiezza dal Muller ehe esa.mino e prWsO, con note-vole acume critico. Ie .principaJi di~ergenze tra Valdesi francesi ePoveri Lombarcli. AL Comba dobbiamo i primi .ser~ studt sulle fontivaldesi e 1a pubblicazione dei· documenti piu importanti della tra-dizione valdese, quaJi lao Regula sectae Va!densium, it Rescriptum he-resiarcal'Um (resoconto del Convegno dl Bergamo tra Vaklesi klm-bardi e francesi nel 1218) e i primi versi della Nabla Leic.zon.

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i saggi di Gioacchino Volpe su « Movimenti 1eligiosi e settee1eticali nella soOeta medievale »spubblicati tra i! 1907 eil 1912, e ristampati poi in volume dall'editore Valleechi nel1922, e gli studi di A. De Stefano su Arnalda da Brescia,sugli Umiliati, sui Valdesi e altre sette, pubblicati bra il1900 e il 1923 e raccolti pure in volume nel 1938 (I). Ma nonsembra ehe anehe in queste opere (alcune delle qualigodet;tero di larga e indiseussa fama) i problemi fondamentali del,l'eresia medievale risultino eompletamente chiariti,

II Tocco. prevalentemente orientate verso studi di stor.adella filosofia. conescitcee esperto del vasto materiale docu-mentaeio delle eresie, cl ha dato il quadro, finoea forse il piücompiuto, del movimento ereticale del medioevo, fondendoin una limpida ed eeganica visione di insieme i frutti de-gli studi e delle rieerche del trentennio ehe l'aveva prece-duto, La sua open, olire a ~ostituire un'esauriente raccohadi notiz:e vagliate e sicuee, • anche un libra vivo, de~ta.toda una alta coscienza di st\ldioso, pienamente eonsapevoledell'importanza deal problema affeontato, della sua latitudinee della sua comples.siu.

Senonehe il Tocco. comepiu 0 meno tutti gli altri scnt_tori del suo 5«010. non ha saputo sempre sUpe1are gli sehe-mi dottrinali e teologici nei quali i primi eontroversisti eat-toliei fissarono. con eceessiva rigidezla. la rappresentazionedelle diverse manifestaz:oni dell'eres:a medievale. per quellanaturale unilateralita e per quella tendenza al sistema ehe«ano insite nelloro atteggiamento ideologieo. n Tocco accet_ta senza discussione il presupposto. proprio dei teologi di tutteIe fedi. secondo il quale ogni espressione di religiosiu nonpua identifiearsi ehe con un fatto essenziaImente intellettualecon una dottrina. con un dogma. E da cia deriva eerto astraLto schematismoproprio della sua esposiz:one. ehe si sforza didare sempre coerenza di coneezione organica e compilltaanche ad atteggiamenti spirituali originati. talvolta. piu damotivi etici contingenti e da impulsi estrarazionali. ehe nonda consapevoli esigenze di pensiero. COS!egli parIa di dogmidei Catari. della loro dottrina m«ale. del cultO' estemo edeLlagerarehia. adunando sullo stesso piano e con 10 stesso valore,restimon:anze di steoli e di ambienti diversi. per neostnlire

(I) Rifonnatori ed eretici del medioevo, C\Jni, Palermo. 1938.

Osser'Vaziooi sulle eresse medioevali 103

un presunto sistema cataro, aa. cui esistenza difficilme.nte sipuc, conciliare con le numerose divergenze di fede dei singoligruppi, e con Ie evidenti affinitä di dcttrina e di rito eheconfondono spesso Catari, Patari e Valdesi in una indistintaunita di atteggiamenti, anche agli occhi degli inquisitoripiu sperimentati (I). Un sistema esige d'a1tronde una unitadi concezione e una. continuitä di svolgimento, ehe non sirisconeeano affatto nelle man:festazioni della cosiddetta ere-sia catara, disseminate senza evidenti relazioni tra leeo attra-verso due secoli, nei piu diversi paesi d'Europa, II Toccoparla invece continuamente di « dommi del catarismo» (pag,73) e di « dommi fondamentali » perfino dei Poveri di Lione(pag. 147), ehe sono, tra gli eretici fioriti dopo 11 1000, i p:ualieni da atteggiamenti dottrinali. Per lui anche it consola-mentum, i1 sacramento tipico dell'eresia albigese, e un eJam,.rna (pag. 103)' T utta la sua 'trattazione e eondotta del restosulJa falsanga dello svolg.mento del « movimento intellet-tuale del Med.ioevo» con una implicilta interpretazione pre-valente.mente intellettualist:ca del fenomeno eretcale, ehenon appil!'e storicamente giustificata (v. specialmente la lun_ga introduzione dell'opera). Anche la divisione fondamentaledel suo stud~o in due pani: « Dall'eresia allo scisma ». cioedall'eresia catan aUo sc:sma amaldistico; e « daUoscisma al-l'eresia», eioe dallo scisma gioaehim;ta all'eresia degli Apo-stolici, tradisce prevalenti preoceupazioni sistematiche· e portaquindia una non adeguata impostazione del problema, inquanto si istituiscono ·tra Ie diverse manifestazioni dell'.,-esiaretazioni ehe si rivedano spesso accidentali ed esteriori. Del

(I) eKca Ia con,fusione ehe gli stessi inquisitori e gli scrittoricattolici dd sec. XID faceva.no ~Ile diverse sette, bastera ricordareehe Ramerio Sacconi confonde j, Catari con i Paterini, « Cathati seuPanrini » (ed. Doll(iaine pag. 64); the J'IlIIIOCenzoIII. (<< Patrol. Lat. »vol. 214. col. 82) pa~1a di eresie, « spec:.es quidem hahentes diversas,sed caudas ad invicem eolligatas »; ehe .nella DisPUf4tio inter Catholi-cum et Paterinum, "ma.n.ichaeus)) e « paterinus» sono usati indiLferentemente per indicare la stessa figura diI e:reti<.o; ehe iniine Ste-fano d~Borbone distingue i Catari dai "Maniehei sive Bulpi)). Perquel ehe riguarda l'interpret~zione preva1entelt\U\te dottrinale delfenomeno eretica:le, a.n<:he 10 Hahnparia del sistema dei « ,nuoviManiehei 0 Catari »pur dopo aver lungamente pisputato delle varie" denominazioni» ehe essi as~umono, e delle varie "sette» nellequaJi si divideno.

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catarismo egli parla come d: una eresia con caratteri e mani-festazioni nettarnente de6niti e costanti, dai primi movimentiall'inizio del secolo XI. in Francia e in Italia, agli Albigesidel sec. XIIJ (pag. 100). E per illustraee le idee degli ereticidi Monteforte, del. 1030, egli non esita a citare i testi degliinquisitori del sec. XIII. quali Rainerio Sacconi e la Disputatiointer Catholicum et paterinum (pag. 74).

Cosi, circa le origini dell'eresia catara, ehe appare ai suoiocchi come la prima eadice del movimento ereticale del Me'dioevo, egli non es.ta ad affermarne, centro ~'opinione delloSchmidt, la derivazione clalle antiehe dottrine manichee egnostiche, sia pur scolor.te e trasformate attraverso i secoli.E come di manicheismo e di gnosticismo, egli parla, semprea proposito delle origni di quelle eresie (professate per 10piu da uomini [ncolti e indotti, da rudes, secondo ~'espressio-ne cornune delle fonli), anche di arianesirno, di traduciani-smo, di docetismo, di pitagorismo, quasi avvaloran:do I'ideaehe ~'eresia mulieva sorga da un elaborato sinocretismo diantiche dottrine filos>ofi<:o-religiose (1).

TutU Ja sua rieerca e dominata. in condusione, da unproblema partic~e di storia della filosofia; vedere cioe qualirapporti corressero ~a eresie e « speculazioni filosofiche emoti politK:i del Medioevo» incl:Tizzati, secondo l'insignestudioso, essenziatlmente a tre scapi: la libertil del pens:ero,l'autonomia dello stato, e la riabilitazione della vita. E quan:ioegli giunge a convineersi ehe « quei rapporti sono acci-dentali e sforzati» (2), ehe gli eretici erano fautori deU'intran-sigenza e nemiei della Ebertil di pensiero ne piu ne meno deiloropersecutori, chiude Ia sua cicerca con un giudizio fonda'mentaJmente negativo su tutte Ie forme di misticismo e conI'esaltazione di Occam it cui pensiero soItanto doveva. secondolui. sopravvivere, mentre 1e « eresie medievad.i, l'una dopal'altra. scompanrero tutte, akune per non risorgtte piu. altreper riapparire, rna eompletamente rielaborate e trasformate.nella Protesta}} (3).

(I) Tocco, op. cit.,pa.g. 79 e ,pag 1°5: « In tutti i grandi movi-menti religiosi aeeade quel!.o ehe notamrno del CatarioSmo, nel. Quale.intorno al nude<> deLle dottrine dualistiche si a,ggrupparono Ie piuvecchie eresie D. ,

(2) Tocco, op. coot.. pag. 557.(J} rocco, op. cit., pa~. 55Q.

Osservaziani sulle eresie medioevaIi 105

II Volpe rappresentava, di fronte al Tocco, un tempera-mente di studioso e interessi del tutto diversi,

Po~to, oltre ehe da naturali disposizion] del suo ingegno,dagli or.entamenti d.i pensieeo dorninanti a11'epoca della suaformazione, a vedere it processo della realtä storica preva-lenternente sotto l'angolo visuale delle manifestazioni econo-rniche, sociali e pelitiche, egli appare cornpletamente immu,ne dalle tendenze del Tocco a presentare il quadro delle ere-sie medievali in una pura e semplice esposizjone di dottrine,rna ne coglie invece, con felice intuito, gli aspetti spesso iJr-razionali e torbidi, gli atteggiarnenti prevalenternenta senti-mentali ed etici, e individua con precisione i bisogni socia-Ii egli interessi di partito dai quali esse traevano vigore, leclassi tra le quali si diffondevano piir facilmente. gli idealipolitici con i quali esse si accompa.gnavano. Certe intuizionidel Vo'pe sulle eres.e rnedievali sono entrate ormai defini-tivamente, sia pure nella loro generic a indeterm.natezza, nelnostro spensiero storiografico,

Ma le eresie medievali sono studiate dal Volpe piu neiIoro riflessi esteriori, ehe non come espress;one di intima vitareligiosa. Pili dal di fuori, quind:, ehe dal di dentro. La vitareligiosa, nei suoi aspetti piu profondi. non interessa d'altrondeil Volpe. Egli stesso. nel chiat'imento preposto a giustifieazio,ne de1l'edizione del suo volume sui « Moviment~ !l'eligiosi esette eretieali », ncordando i tempi del modernismo e Ie lottetra ortodossia e novatori, cosi dichiarava: « it sottoscrittoera, ne: suo intima. fuori dell'uno e de1l'altro movimento:ma e innegabile ehe essi, specialmente l'ultimo, rich:amaronol'attenzione nostra sopra fatti, 0 aspetti di fat to, sui quali disolito non ci fermavamo troppo, la~:Jdove ci fermavamo curio-samente nel Medioevo !aieo, contadinesco borghese. sulle isti-tuzioni politiche ed economiche, sui cantrasti di dasse» (I).

(I) G. VOLPE. Movinumti religiosi e setk ereticaJi nelJla societamedievale italiana (seco!.~ XI-XIV). Valle<:chi editore, Firenze, pag.X. Vedi anche aUe pagg. VI-VII: « 11mio compito non e stato, lilt-turalmente oi ,perseguire Ja vita religiosa· medievale in tutto questosuo largo irrradiarsi evario reaJizlani 0 Il'ipercuotersi 0 risentirsi.Esso e :piu modesto. La -prima ° maggior parte del volume e voltaa esaminare in mezzo a qual,i condi.zioru de1la societa specialmentecittadina e a qlL1l.i situazioni politiche Ie eresie crescono e si. dif-fondono. Quah esigenze pratiche e sent:menta:li esse soddisf.a.no, quaJ,i

Raffaello MOTghen

Se pure egli si volge a studiare la lotta religiosa, i' suoifondamentali interessi finiscono per richiamare Ja sua arten-zione specialmente sui fatti econornici, sociali e politici ac:1essa connessi, poiche i1 fatto religiose, nei suoi moventi piuintimi, rirnane fondamentalmente estraneo al suo spieito, Lasua stessa pregiudiziale di aver' voluto perseguire con la suaopera un compito assai piu modesto ehe non quelle di illu-st!rat'e un memento della vita re1igiosa del Medioevo. se eendegiustizia al suo sense d'onestä scientifica, testimonia la suavolontaria einuncia a comprendere l'effettiva importanza dimovimenti spiriruali ehe inteeessano almeno tre secoli dellapiu intensa vita religiosa del Medioevo.

II Volpe vede cost negli eretici medievali {(un e.sercitogrande, rna variamente armato e disposte nelle cui file entra-rono i malcontenti e i ribelli di ogni genere, come volontari,irregolari, avventizimercenari, sokiati di occasione e non divocazione: 0 vi fur<>no eacciati a forza dai vescovi, dai papi,da.i domenicani e francescanigareggianti di zelo, dai govern-i.daala horghesia, dai ,partiti, per aves mod~ di combattue contut.te Ie armi tanti loro nemici e perseguitalf'li fino aU'estremo,in nome di un principio superiore » (I). E cia spiegherebbe,sempre seconclo it Volpe, perche {(l'eresia trovo a volta avoltai suoi caldi .proseliti e gl'interessati sostenitori nel popo-10 magt'o e nella aristocrazia}) (2). Quanto aHa borghesia essafu {(da prima incline a unirsi agli eretici per una comune bat-taglia contro Ie temporalIta ecclesiastiche a loro ugua.1menteinvise. anche se per diversi motivi; poi indifferente e neu,trale; infine sempre piu ostile nel corso del duecento e neltrecento. quanto p:u essa diventava senza rivali 1a classe diri,gente dell'Italia comunale» (3): visione storica questa eheper voler essere it piu poss:bile aderente alIa concretezza detl1a

gTuppi soci·aJi,ne sono piu pervasi eperche... NonIe ho consideratecome un eapitolo delia storia del dogma 0 delle religioni, net qll4llrapporto Ja Joro importam.a e SCM5al, rna come Un capitolo ~ellac:otmme stOl'ia». Da queste parole emergono i limiti ehe il Volpestesso ha voluto dare al suo lavoro ed insi.eme Ja scarsa. importa-nzac~ egli attribuisce alle eresie medievali come espressione della reli.giosita <Ii quell'epoca.

(I) VOLPE, op. cit •• pag. 180.(2) VOLPE, op. cit., pag. 185.b) VOLPE, op. cit. ,pag. 183.

OsservaZioni sulle eresi« meclioevali 107

realta. nella varietä infinita delle sue manuestazioni partieo,lari, si annebbia in. una iodistinta geriericita e si. esauriscein astratti sehemi a 'base di lotta eli classe e d.i parte ehe nonccnsentcno in aIcun modo di spiegare i d;versi atteggiamen.tidell'eresia medievale e i diversi momenti del suo peocesso,

II De Stefano ha dedicate lunghe r'cerche ad illustrare Iavita e J'opera di Amaldo da Brescia, la dotteina e la stoeiadegli Umiliati, dei Valdesi, de: frati Gaudenti e dimolte al-tre sette del sec- XIII e del XIV.

Contributi. ottimi per la conoscenza delle fonti edellaletteratura sui s.ngoli argomenti, e speeialmenteper la sensi-bilitä ehe l'autore mostra del fatto reLigioso.

Ma se nella teattazione dei singoli aegomenti, svolti colsussidio di una larga informazione erudita, i1De Stefano mo,stra una personalitä di studioso e interessi diversi da quellidel Volpe, nelle conclusioni egli si richiama senz'altro allaidee del maestro, riferendole per(> con una crudezza d'espres-sione ehe e del tutto contraria allo stile, riteo di chiaroscurie di sfumature. dell'insigne studioso. I1 Oe Stefano sostiooeaddirittura ehe i rnovimenti religiosi eterodossi del Medioevo« fucono sopratutto un aspetto di quella e-resia politica (?) ehee ilmovirnento cornunaL.'e» (I) e consistono essenzialmente inuna « trasposwone rel:giosa di pcoblemi eeooomici e politi ..ci )) (2), giungendo fino ad affermare ehe « sarebbe .piu facileeontestare il canttere religioso delle eftSie popo1ari del Me-dioevo ehe non queld.o sociale)) (3). Conelusioni ehe non sca-turiscono naturalme,,'e daL dialettica interna dei lavon delDe Stefano, ma sembrano piuttosto aggiunte in un secondomomento. quando iJ. De Stefano ripubblico in volume i suoilavon. riveduti e aggiornati, eon l'intento di dare ad essi launid organiea di una esposizione eompiuta di tutte Ie eresi.emedievali.

(I) A. DE STEFANO. Rifcwmaron etl aetici del Me&ioevo. CiuniLibraio editore, PaJermo. pag. 374.

(2) OE STEFANO, op. cit., .pag. 381. A sussidio deI·la sua ~£ferma-zione il De Stefano cita anche !eparole cii un altro tr:IJ i piu !lOtiseguaci del materialismo stonco. Gino Arias: « L'aspettoreligiosoe il solito a.spetto tutto estrinseco (?I) ehe nel medioevo assumonoj, grandi problemi ll.

(3) DE STEFANO. Op. cit., pag. 303.

loS Ratfaello Morghen

Gli studi piu recenti non hanno portato rnutarnenti note-voli neg~i orientarnent. s.oriogeafici fin qui prevalsi nellastudio delle eresia rnedievali. Se mai si puc, notare un ritomoalla erudizione e allo studio dei problerni particolari, e 1atendenza a piu vaste e accurate indagini su.le fonti. Questipiu modest] intenti di analisi e di messa a punto dei preble-mi eostituiscono forse il pregio piir notevole della Histonede l'Inquisiti.cm du Moyen Age del Guiraud apparsa nel1935 e degli aeeurati lavori del po Ilarino da Muno e delp. Dcndaineper l'edizicne critica di alcune fra Ie piu inte-ressanti fonti, tanto di parte cattolica ehe di parte ere-ticale (I).

Anche questo bisogno p:u vivamente senrite di ritornarealle fonti, di vagliarne piu aecuratarnente la tradizione, dir.leggerle con piu attento sguardo, tradisce palesemente I'in-suffieienza ehe incomincia ormai ad avvertirsi nelle valuta-zioni storiche sin qui date dell'eresia medievale.

n p. Ilaeino da Mila.no, nel presentare l'edizione aitica.deb Manifestatio haeTesis catharorum di BonaccOl'SO,OS5erVaa questo proposito ehe « una tale iniziativa meriterebbe essere_este.sa a molte fonti documentar:e e letterarie il'lguardanti imovimenti dottrinali delle eresie e Irattivita dell'lnquisizione.specialmente in Italia. durante il sec. XIII. ~on una compl~tarevisione cri~ica del loro testo. quale l'abbtarno attualrnente.spesso scorretto e mutilo, nelle eo1'lezioni letterarie del Sei,cento e del Settecento» (2). E come non avvertire in questainvocata :revisione critica delle fonti it tacito presupposto eheun testo piu sicuro e corretto di esse potrebbe rivelarci eosenon ancora note 0 non giustamente apprezzate. e porta.reieomunque a una visione del fenorneno eretica:e per qualchelato diversa da quelle oggi comunemente correnti?

(I) I. GUIRAUD. Histoire de l'Inquisition au moyen age. Paris.1935, 1938. IURINO DA MiLANO, La « Manifestatio haeresis catharorumquam fecit Bonacursius» secondo it Cod. Ott. Lat. 136 della BibliotecaVaticana in « Aevum". 1938. A. DoNDAINE, Un tfYliti neo manicheend~ XUl sieck. Le über de duobus principiis. Istituto storico cIomeni-ano. Roma, [939. ILARINO DA MILANO, La Disputatio inter Catholi.cum et Paterinuttl hef'eticum in « Aevum )J 1940 pp. 85'140. lURINO DAMILANO, La Summa contra haereticos di Giacomo Capelli O. F. M.II U" sUO quarenmale i~t.o (sec. XlII) in « Collect. Francescana)'1940. pp. 62-82; e. per Salve Bucci. in "Aevum" fiasc. 1-2. 19.H'

(2) lURING DA MILANO. La Manitestatio cit .• pag. 19.

Osservazioni sulle eresJe medioevaJi 1<>9

D'alltra parte Ia rappresentazione idell'eresia come espres,sione di una tradizione dottrinale riaffiorata nel medioevo daantichi movimenti filcsofico-religiosi, ha sublto una decisasvalutazione per l'opera, sia pure indieetta, del ,po Dondaine,ehe pure proprio di que1la rappeesentazione appare ancorasostenitore convinto. Ne! concludere 10 studio preliminaeealla edizione del LibeT de duobus principiis, trattato neo-manicheo del sec. XIH, egli non puö fare a rneno, infatti,di osservare: « Si sarebbe sperate ehe un'opera uscita dauna penna neo-manichea avrebbe pennesso qualehe nuevavisione 0 almeno piir precisa sulle origini storiche di que-sta corrente filosofica e religiosa. La speranza e stata delu-sa. Niente assolutarnente tradisce una influenza anterioreche non sia digiil conosciuta. I catari del xm secolo nesapevano piii di noi su queste pun to? E' permesse dubi-tame». Ed aneora: {(•..un leg arne storico continuo con imaniebei non hapotuto essere stabilito •.. ancora una con-tinuitä senza soluzioni non si e potuta provare.,; bisognamettere in evidenza il silenzio pili complete dei catari sulnome di Mani. Un tal silenzio si spiegherebbe difficilmentese ci fosse una continuitä senza soluzioni)). « I catari hannopotuto tacere questo norne davanti ai tribunali d'inquisizione,ma degii uomini come Bonaecorso e Sacconi, antichi dignitarideJa setta, avrebbero sottolineato it £atto se fo.sse esistito.I polemisfi cattoliei hanno riconosciuto Ie dottrine manicheen~'eresia catara, ma in grazia alia ctmOscenza di S. Agostino.Per esporre Ie dottrine di cui accusa, Stefano di Berbone meIe sue in£ormazioni dal Contra epistulam man4chaei, dal Demoribus manicnaeorum e da! De; Hae,.e;sibus» (I).

Come vedremo, un esame accurato di tutte Ie testimo,nianze relative all'eresia catara confermera. pienamente. perquello che riguarda Ie origini di essa, Ie oneste constatazionidel p. Dondaine.

Se i primi dubbi sulla validita di una interpretazione

(I) DoNDAINE, Un traite neo-m4l1icheen cit., l'agg. 26, 52,La ~rima identificaziGne della dottr;1I\a catar~ ron la dottrina mani-chea sulla scorta d~lle opere a:ntimanichee di S. Agostino si deveveramente al monaco Ecberto, della seconda meta del sec. XII 01.EcBERTO, Sermones ccmtra Catharos, in « Patrol. Lat. », vol. 195,col. 18).

110 RafJaelio M01'ghen

prevalentemente filosofico-dortrmale deCe eresie medievaliaffiorano da un esame obbietr.vo delle fonti, l'insufficienzadell'interpretazione economico-sociale del movimento ereticaledel Medio~vo app.ve evidente a chiunque abbia superato Iesuggestive, rna anguste visuali del marerialismo storico, pro,prie dell'ultimo scorcio del secolo XIX.

La eonstatazione ehe a fiorire deke eresie si accompagnain geriere con 10 sviluppo d;particol~i ceti sociali e con ~'af,fermarsi eli determinati interessi economici, non basta perccncludere ehe esse non siano altre ehe il portato di essi,quasi con un rapporto eli causa ad effetto, Tanto varrebbesostenere ehe il Cristianesimo non e altro ehe l'espressionereligiosa deb trasformazione econom:ca del mondo antico,determinata dal venia- meno del lavoro servile e dall'affer-marsi del Iavceo libero; ehe le erociate non sono altro ehe latrasposizione, in termini di ideale eeligieso, delle spieito eliconquista e delt'aviditi di guadagno di classi feudali e eli re-pubbliche marinare; ehe gli idea1i libera!.ie nazionali del seco,to XIX non sono altro ehe l'espressione dei bisogni unitari,ceeati dalle nuove eondizieni economiche dei popoli europei,Le eresie accompagnano. e vero, 10 sviluppo dei moti sociali,economiei e politici del loro tempo, rna sono sopratu'tto ma-nifestazi'oni dello spirito religioso, con origini, ragioni, caratte_ci, ehe non si 'possoI10 ridurre del tutto a motivi estra-nei a!1albro intima essenza. Esse debbono peil'cioessere stu,diate come fenomeno essenzialmente religioso ed .inquadratenella storia della spiritualita cristiana degti ultimi seco:i delMedioevo.

Da queste considerazioni e dallo sguardo di insieme eheabbiamo creduto necessario dare agli indir:zzi stOlriografieiprevalsi ne]o studio delle eresie, appare evidente ehe it pro,blema va ripreso in esame con or;entamenti di pensiero piliadeguati alia comprensione della vera essenza e deRa effettivaImportanza di quei lontani moti il'eligios:.Tutte lie questioniad essi relative devono essere di nuovo poste sultappeto edaltre soluz:onl debbono prop<Jll'Si.Se non m'inganno, un'at-tenta ricostruz!one deb. storia delle eresie medievali ci ponesenz'altro dinanzi alIa oris: rlsolutiva det Medioevo.

Quali le origini dei movimenti ereticali? Sono origini re-centi 0 remote? Prevalentemente dottrinali, ,in quanto si in,

Osseruationi sulle eresie medioevali I I I

nestino sulla tradizione di precedenti movimenti di cultura edi pensieeo, 0 prevalentemente etiche in quarite rampollinoda esigenze proprie del momento storieo in cui sorsero? Quan-do e come si innestano le eventuali influenze dottrinali dialtri tempi e Ie .preoccupazioni te9l11ogichesui movimente ere,ticale europeo posteriore al IOOO? Ha esso una sua fondamen-tale unitä di atteggiamenti, oppwre si deve seguitare a parkedi dottrine e sette nettamente disti.nte e differenziate fra!oro?

Questi sono i problerni ,per i quali si propongono agl] stu-diosi, mille pagine ehe seguono, dati, osservazioni e soluzioniim parte nuove, seggerite da un oeientamento di pensiero edi indagini, se non m'inganno, piu adeguato ad una esatta va,lutazione del fenomeno ereticale del Medioevo (I).

II. Le fonti per 10 studio delle eresie del Medioevo sono,per la mass.ma parte, di due specie: fonti narrative 0 docu-mentarie coeve 0 di poco posteriori al sorgere delle eresie,ehe ci forniscono su di esse dati prevalentemente eronistici;e foot,i dottrinali dovute in special modo alIa penna dei con,troversisti e degli inquisitori cattoliei ehe espongono Ie dot-trine degli eretiei in funzione della polemica contro di essi.Ipiu antichi di questi trattati antieretieali sono della secondameta del secolo XII e la maggior parte di essi della prima metadel Duecento. 'Essi cimontano percio a un'epoca nel:la Qualel'eresia medievale aveva gia dietro di se una tradizione dicirca due seoo1i. E' indubitabile ehe !e fanti della prima spe-cie ci forniscono testimonianze in ge.net'e piu anriehe e piuimparzia1i, anche se SCU'Se e firammentarie, mentre. per usa-re utilmente quelle della seconda specie, OCC01"1'e ~net" paT-ticolare conto dei fini per i quali esse fucano dettate, dei ma-teriali con .i quali furono costruite. degli atte~giamenti in-tellettuali ai quali si ispirarono i loro autori. IE' 'perci'o ovvioehe. per i movimenti ereticali dell'XI e del XII steolo, pos-Slamo attingere notizie piu sicure dai cronisti dell'epoca,

(1) Altri miei iavori clal titolo: « L'eresia nel Duecento» e « Lacrisi del Medioevo ", ~icatt a studiarele influenze me la tradi"zione del pensiero ereticale del .bassoMedioevo ha esercitato su Dantee sui posteriori orientamenti dello spirito edella civilta europei,sono in corso di pubblicazione.

112 RafJaello Morghen

quali Rodelfe Glabro, Ademare di Chabannes, LandolfoSeniore, Ottone di Frisinga e l' Anonimo di Beegamo- edagll atti dei concili di Orleans e di Arras del 1012 edel 1025. ehe non dalle summae e dai tractatus dei con-troversisti cattoliei del secolo XIII, quali Rainerio Sacconi.Stefano di Borbone e il Moneta. sui quali si sono fondati in'vece, senza akuna riseeva, quasi tutti i moderni storiografidelle eresie. La testimonianza dei controversisti cattolici potrase mai, essere proficuamente utilizzata per ricostruire i1 qua'dro delle eresie del Duecento. di quelle eresie, cioe, dellequali i1Sacconi, i1 Borbonee it Moneta ebbero notizia diretta,o per propria scienza, come antichi aderenti a qui.the setta(e it caso del Sacconi], oppure come inquisitori « haereticaepravitatis » (e i1 caso del Moneta). attraverso gli interrogatceidegli eretici (I). Ma invocarla per suffiragare la tesi di unpreteso earattere unitario del «sistema» cataro, dagli inizidel seoolo Xl a tutto il XIII, e un errore di metodo che porta,corne abbiamo gia notata. a una notevole deformazione dellaventa stanca.

Cio premesso: occ~e porre in tilievo un'altn osserva-zione. se non rn'inganno, di fondamentale irnportanza.

I cronisti egli inquisitor:i rnedievali giudicano Ie espres,sioni del pensiero eterodosso con un animo e un atteggiamen,to profandamente diversi dai nostri modi di concepire e divalutare i fenorneni spirituali, Di un movimento It"eligiosonon con forme alia dottrina comune della Chiesa, I'uomo delsecQo XI era naturalmente portato a vederc solo quei eant-ten esteriori ehe gli pennettevano di rieonoscete in esso que-sta 0 quell a manifestazione dell'cresla, considecata come l'im-mutabile ed eterna insidia tesa da! demonio contro Ia Chiesadi Dio. coesistente con la Chiesa stessa e artico!ata in tutte Iesue piu diverse estri.nsecazioni fin dalle origini: nuova idradi cui t'ortodossia deve incessantemente bruciare Ie teste ma-ledette. sempre risorgenti dalle loro ceneri (2). Ad un simile

(I) MONETA, Adversus Catha,os et Valdenses. Romae. MDCCXLpag. 2: « vei ex ore eorum (haereticorum) vel ex scri,pturis· 5uisilla habui ».

(2) T,.actatus de hae,esi Paupet'Um de Lugduno. auribuito aSte.bno daBeUeville 0 oi Borbone i.n MARrtNE, Thesaut'Us tIOVUS Anecdo,tot'Um cit., V, col. 1779: «Haec fuit prima haeresis eorum. con'

Osseroazioni sulle eresse mediaevali I 13

atteggiamento mentaöe ogni forma di dualismo, piu 0 menocoscientemente affermato, doveva apparire come un eisortemanicheismo. E' questa l'ingenua concezione di Ademaro diChabannes e, piu 0 meno, di tutti gli altri cronisti del tempo.E' questa la posizione mentale dei controversisti del Dueeen-to, ehe. sui dati degli interrogatoei degli eretici, rna piir ehealtro sulla traccia delle opere antimanichee di S. Agostino (I),hanno eicostruito faticosamente l'edificio dottrinale delle ere-sie medievali, avviluppandosi in un ginepraio di identifica-zioni e di distinzioni ehe ha frapposto, fra questi antichi matireligiosi e la cosc.ienz~ storica moderna, un diaframma ehenon e sempre facile rimuovere, .

Gregorio da Bergamo, vissuto nella prima meta del seco-1'0 XIII, autore di aleuni opuscoli contro i « Manichaei quiPaterini dicuntur », mette in evidenza candidamente la preoc-cupazione esclusivamente teologica ehe ha portato lui, comealtri SUO! eontemporanei, a incasellare il dualismo degli ere-tici del suo tempo nello schema, direi quasi nel canone, delleeresie gil note: « Hereticus ergo, egli dice, qui dicebaturantiquitus Manichaeus, nunc vero Catha1'Us appellatur)) (2),dove la discendenza dei Catari dai Maniebei non e tantoaffermata in nome di una derivazione storica conoretarnenteappUll"ata, quanto piuttosto per una sempl:ce somi,glianza diatteggiamenti esteriori, e per una conoscenza quanto mai su-perficiale del\t storia e delle dot trine delle eresie antiehe.

Perfino ilMoneta, senza dubbio it piu autorevole dei con-tcoversisti cattolici del' secolo XIII, nel ricercare una giustifi-cazione di questa identi~cazione dei catari con i rappresen ..

temptus ecclesia.sticae ,potestatis. Ex hoc traditi Satarule, praec~pita.-ci sunt ab ipso in errores innurneros et a-ntiquorum haereticorumerrores suis niiscuerunt" e S. BERNARDO, Serm. 66. De haeresibussui temporis: « Auctoremneminem dabunt, neque enim .per homi~nes iBos excepenmt sed per immi'ssionem et fraudem Daemoniorumim hypocrisi loquentium mendacium". Tale concezione e del restoviva a:nche oggi in molti scrittori cattolici e risale aJlo « Haeceaesoportet esse" di S.Paolo (GUIRAUD, Histaire de l'lnquisition, pag. I).

(I) Un traite neo-manicheen du XIII siede. Le « Liber de cluobusprincipiis" suivi a'un fragmant de ritue! cathare, publie par A. DoN_DAINE O. P .. gia citato, pag. 53: Stefano di, Borbone trae Ie we in-formazioni dal Contra epistulam manichaei, e dal De moribus marn-chtleorum, e del, De haeTesibus.

(2) HAHN, Geschichte der Ketzer cit., I, pag. 534.

A,·ch,.,o ,1<11.R. D<pula.,an< romana di Stori. potrid (A. LXVII). N. S. Vol. X. S_

I14 RatJadlo Mo-rehen

tanti delle antiehe eresie, traccia un .quadro storico i1 cui sern-plieismo contTasta stranamente con I'acume e la complessitädel suo pensiero teologico.

« [Catharorum] congregatio - egli dice ~ non est DeiEcclesia, nee ab ipso velut capite sumit originem, sed potius aPaganis. aut [udaeis, aut Apostatis christianis, Fuit enim qui,dam paganus, Pythagoras nomine, qui animas horninum inalia corpora, hominum scilicet, vel pecudum, inteare dixit. cuierrori plures pagani consenserunt, et dicti sunt Pythagoriciquos... Cathari ... imitantur; in hoc errore fuerunt etiarn qui,dam alii perfidi, scilicet Zarden et Arphaxat, qui dixeruntdatorem legis Moysi esse principem tenebrarum, a quibusomnes Cathari, quoad hune errorem, derivati sunt. Fueruntetiam apud Judaeos Sadueaei, qui horum corporum resuerec,tionem negabant, a quibus omnes Cathari duxeeunt originern.Fuit quidem alius, Manes nomine, qui duo principia posuitet duas creationes duasque natueas, unde Maniehaei dictisunt quidam, et ab istis quidam Catharorum sumpseruntprincipia.•, Fuit etiam quidam Tatianus .n~ine a quo Ta-tiani quidam dieti sunt ... quem Cathari imitantur, Item Va..lentiniani a Valentino qui Christum dixit nihil de Virgine as..surnpsisse ». Per il dotto domenicano del Duecento il cata-rismo rappresenta dunque la s.ntesi ~ i~ rifiorire di tutte Iepeggiori eresie e di tutte Ie conceziom aberranti dell'anti-chitä (I).

Questa valutazione esclusivamente teologica clell'eresia, See pienamente comp~bile in scrittori del see. XIII, passatatale equale nella stariografia moderna doveva fatalmenteportare agli ~rrori di ?letodo ehe a:bbiamo rilevato e, soprat-tutto, a una Impostaztone del tutto errata del problema delleorigini delle eresie medioevali.

La tesi della derivazione senza soluzioni di continuita deleatarismo dei seeoli XI e XII dall'antico manieheismo vantainfatti una tradizione molto remota anche nelila storiografiamoderna : la troviamo gia recisamente affermata neUe Anti-

(I) MONETA. Ad'IJersus Catharos et VaUknses cit., .pag. 411. nTocco (L'eresia cit., pag. 105) conconia .pierulmente col MonetaqUailldo afferma ehe nel Catarismo «intorno a1 nucLeo della dottri-na ~ualistica si aggrupparono Ie piu vecehie eresie ehe vi,veva.no tut-tora OC"cultee dimenticate neUe Iontane solitudini dei pensatori '.

Osservazioni sulle eresie medioevali 115

quitates del Muratori e nelle notizie storiche premesse daiRicchini all'edizione dell'opera del Moneta; e accolta dal-10 Hahn e difesa e sostenuta con calore, contra gli assuntidella Schmidt dal Tocco; su1l!'autarita del Tocco e stata ac-cettata senza diseussiona dalla posteriore storiografia, 1Bppu_re nessuna tesi appare, a un esarne approfondito, piu de-bolmente fondata di questa!

Intanto conviene notare preliminaemente che tutti coloroi quali la sostengono parlano sempre di un manicheisrno dimaniera, che altro non sarebbe se non un geneeico dualismo,e affermano derivazioni e relazioni spesso puramente ipote-tiehe 0 attestate solo da accenni delle fonti vaghi 0 leggen-dari. Per il Ricchini il passaggio del Manicheismo dall' Ar-menia in Bulgaria e un semplice sospettot « • .saeculo decimoex Armenia in Bulgariam traslatum esse Manicheismum [a:eile suspicor », Dalla Bulgaeia esse sarebbe poi passato in Gallia al tempo delle Crociate, sulla semplice attestazione di Pie-tro del'a Marca, cron.sta del sec, XVII: « Manichaeorum pe,stis quae iam Bulgaros incesserat, primum in Galliarn trans,volavit. Nam ut eefert Pettus de Marca in Historia Bear,nensi, Galli [erusalempotiti, cum Tracibus et Bulgaria com-mercium iniere, haustoque ex eorum consuetudine veneno,illum in Galliam derivant. Inde vero Peteobusiani, Henei-ciani. Apostolici ac demum Albigenses, vel ~dem prcnus quiCathari (appellantur) » (I).

II Muratori pone come tramite tra il Manicheismo e ilcatarismo ~Q setta. dei Pauliciani che erano dei pa01inisti, unasetta cioe che si sforzava di ripristinare gli ideali mistici dellaChiesa paolina (2).

Invano 10 Schmidt pose in guardia g.l~studiosi contro ilpericolo di aflirettate conclusioni circa la derivazione del ca,tar:smo dal manicheismo. notando come nel catmsmo man,chino « quella fonna mitologica e l'idea gnostica deth ma-teria in lotta con la divinita. ehe sono cosl particolari del rna,nicheismo» (:ü.

Il Tocco ribatte Ie osse'rvazioni dello Schmidt affermando

(I) MONETA. Adversus Catharos et Va!denses cit .• pagg. XIV eXV.

(2\ MURATORI. Antiquitates ltalicae. v. pag. 83 e Tocco, L'eresÜlcit .. pag. 107. n. 2

l3l SCHMIDT, Histoire des Cathares eit.. II. 256.

116 Raffaello MOf'ghen

ehe nel catarismo riviveva un manicheismo nel quaöe « iltempo aveva gia scolorito molti tratti della re1.~gione di Manie il nome stesso del fondatore era stato obliato I). (I). E dopoil Tocco l'opinione della deeivazione manichea daJ! catarismonon e stata p;u nemmeno discussa.

III. Ma se ci sforziamo di leggere attentamente e senzapreconcetti le poche notizie che gli atti conciliari e Ie fontinarrative dell'epoca ci danno sulle prime eresi'e del sec. Xle del sec. XII questa loro derivazione dal manicheismo an-tico appare tutt'altro ehe evidente.

Un prime fiorire di movimenti ereticali ci e concorde-mente rivelato da Rodolfo Glabro, da Ademare di Chaban-nes, da Lando1o Seniore, da Guglielmo di Hoveden e spe-dalmente dagli atri dei sinodi di Orleans e di Arras, nellaprima meta dd'XI secolo, in diverse localitä della Francia,del1'Italia edella Germanis.

Si tratta dei cosiddetti « maniehaei » appani in Aquita-nia, secondo Ademaro di Chabannes. )utomo a1 1017 (2); diEeiberte, Lisoio eel ahn chierici della chiesa di Orleans. man-dati al rogo da re Roberto nel 102.2 (J); degli eretici condan-n",ti nel sinodo di Amts del 10.25 (4); di Girardo e dei SUOl

seguaci scoperti a Monteforte. in Piemonte. dal vescovo Ari-bttto di Milano nel 1030 (5), e di altri groppi ereticali indi-viduati a Chalons suI Mar.ne nel 1048 e a GoslalTnel 1°52 (6).A quesÜ primi eretici del secolo XI potrebbe forse aggiun,gersi anche Berengario di Tours, condannato nel 1050 perla sua dottrina eucaristica, se. piu che come iniziatore di unavera e propria setta ereticale, egli non ci apparisse come il

(I) Tocco, L'eresia cit., pag. 103.(z) ADEMARO CABANENSE, Cronaca in BOUQUET, Recueil des hi-

storiens des Gaules et de la France,. X, pag. 154.(3) RODOLFO GLABRO, Crunaca in BoUQUET, X, pagg. 35'38r

ADEMARO CABANENSE, Cron. cit., pag. 159 eGesta synodi aurelianen-sis anno MXXII adversus novos Manichaeos in BoUQUET, X, paß. 529.

(4) Synodus Atrebatensis a Ge,.ardQ Cameracensi et A~rebatetlSiEpiscopo celebrata anno 1025 in MANSI, Conctl Cm.lectlO, XIX,pag. 423. .

(5) LANDoLFo SENIORE, Hisroria, in. MURATORI, Rerum Ital. Scnptc-res, IV, pag. go.

(6) Gesta Epi5Coporum Leodiensium auctore ANSELMO CANONI-CO, in BoUQUET, XI, pag. 11.

Osservazioni sulle eresie medioe'UaIi 117

rappresentante isolate di una dottrina sae,ramentale ehe avevanel pensiero ecclesiastico una lunga traditione (I).

p~ quel ehe eiguaeda le credenze e ,gIi atteggiamenti spi-rituali attribuiti a questi eretici, quelli di Aquitania, secondole notizie datec; da Ademaro, negavano « il santo battesimoe la vi!rtu della Croce (sitratta della negazione della soterio-logia crist'ana, 0 dell'ostilitä al cutto della Groce?) e tutto ciaehe appartiene all! sana dottrina, astenendosi dai cibi e simu-lando la castitä alia stregua di rnonaci » (2). I preti di Orleans,tra i quali figurava perfino Stefano, confessore della Regina,asserivano ehe il cielo e la terra, coil. come si vedono, eranosempre esistiti « absque auctore initii » e negavano Ia Tri-nita, l'umanitä di Cristo, il valore delle opere e il culto derSanti (3). Gli eretici di Arras ripudiavano 1a Sacra Scrittura,ad eccezione dei Vangeli e degli soritti aposroöici, professa-vano it disprezzo p;u vivo per tutte le cose del mondo, rifug-givano dalla « concupiscenza della carne », si procuravano ilvitto con il lavoro delle proprie mani.si astenevano dal muo-vere quere:e contro ch:cchessia. verso chiunque si volgevanocon amore fraterno. A questi atteggiamenti, di schietto saporeevangelico, univano tendenze di carattere pelagiano. in quan-to « anteponevano alta grazia divina il vaJore dei meritiindividuaJ~ », e professavano una decisa opposizione alia dot-trina della presenza reale del Cristo neU'eucarestia, negandoanche 11 vaJ~roreIdi tuai gli altri saoramenti edel culto deiSanti (4).

(1) R. MORGHEN,Gregorio Vll. Torino 1942. pagg. 68-71.(2) AOEMAROCABANENSE,Cron. cit .• pag. 154. L'avversione aI

cuIto dellAlCroce e, per esempio, uno dei. punti salienti della eresiadi Pietro di Bruys" ,per cui v. alia pag. lIS n. 3.u) RODOLFOGUBRO, Cron. cit .• pag. 36: « coelumP.!lriter acterram, ut conspiciuntur, absque auctore i,nitii" exstitisse asserebant »«dicebant ergo deliramenta esse, quidquid in veteri ac ;novo Ca,nonecertis si.gnis ac prodigiis ·testat~ribus de trina unaque Dei-tate, beataconfirmat auetoritas ». MANSI, Cone. XIX, 376: « Christus de Vir-gine Maria non esse natum, neque pro hominibus passum nee verein sepulcro positum, ne<: a mortuis resurrexisse ». « Nos neque in-terfuimus, neque haec vera es'Se credere possimus ".

RODOLFOGLABRO,op. cit., 1. c. « omne Christianorum opus. pie-tatis dumtaxat et iustitiae, quod aestiomaotur pretium remunerationisaeternae, laborem superfluum iudieabaont es'se ». Mansi, XIX, 1. c.,. Sanetos martyres atque eonfessores implorare pro nihi\o aucebant ».V. a,nche HAHN. Geschichte der KetZer. J, pagg. 37 .segg.

(4) Synodus Atrebatensis e;,t. in MANSI. XIX, 423 sgg. « ..Haec

118 RatJaello Morghen

Gli ere~ici di Monteforte davano una interpretazione sim-bolica della Trinitä in quantoriconoscevano nel Packe il Dioetemo « in quo omnia consistunt », nel Figlio l'« animus ho.minis a Deo dilectus», nello Spirito Santo j,1« divinarumscientiarurn intelleetue », Secondo essi GeSlt Cristo sarebbestato 1'« animus sensualiter natus ex Maria Virgine, videlicetnatus ex Saneta Scriptura ». Per il eesto accettavano il Vee,chio e it Nuovo Testamento e isanti canoni, riconoscevanoi.l diritto di sciogliere e di legare a coloro cui compete la« potestas ligandi et solvendi », lodavano Ja verg;nita e con-servavano la astit;' anche ne~ matrimonio, si astenevano daicibi caenei, intendevano notte e giomo a digiuni e a orazioni,mettevano in comune tutti i lcro averi (I). A Goslar gli ere,tici, tradotti davant! al vescovo, furono riconosciuti comeManichei solo peeche rifiutarono di uccidere un pollo (2).

Tea il mani£estarsi d] questiprimi movimenti eterodossi atipo nettamente ascetico, ispirati a principi di dualismo etico,ed insieme conteari alle prerogative della gerarchia sacerdo.tale; e ill rifiorire di movimenti simili, agli inizi e durante1a prima meta del secolo XII. con Tanchelino, Pietro di Bruyse il suo discepolo Enrico (3). intercorre un periodo di poco

(disciplina nostra) namque huiusmocli est, mundum relinquere. car-nem a ooncupi.scenti:1S frenare, de la.boribus manuum suarum victurnparare, nulb laesionem quurere, charitatem cunctis... exhibere».pag. 457: « ..• quam (propriam justitiam) divmae gratiae adeo prae-poniti5, ut omn:a propriis meritis ad'scrihatis ». V. anche HAHN. Ge-schichte cit., I. pagg. 39-40.

(I) LANDOLFO SENIORE. Historia cit., .pag. Bg, « Vetus ac novumTestamentum ac Sa.nctos Canones quotid:e agentes tenemus... ab-illis vero. qui potestatem habent ligandi et solven<ii ligari ac solvicredimus... Virginitatem prae coeteris Jaudamus, u~ores habe.ntes.Nemo nostrum uxorem carnaliter utitur •.. Ca-rnibus nunquam vesci-mur. jejunia continua et orationes indesinenter fundimus ..• omnemnostram possessionem cum omnibus homi.nibus commu.nem habemus».

(2) Gest4 episc. Lead. cit. in BoUQUET. Xl, .pag. II e HAHN. Ge-schichte cit., I, pili. 454.

(J) HAHN, Geschichte cit_. I, pag. 408 e segg. I ,punti fonda-mentali della dottrina di Pietro di Bruys sono i .seguenti:

I) I £anciul!.i, dei. quali non siasi sv~luppata ancora 1,'intelIi-genu. non possono gilllllgere ana saLvezza per mezzo del battesimO'di Cristo.

2) Non e necessario costruire templi 0 chiese. perche "aequeintaberna et in Eccles:.a. in foro et in templo, ante altare et ant~stabulum iollvocatus deus audit ... ».

Osseroatiom sulle eresie medioevtdi I 19

piü di mezzo secolo, riempito completamente dalle tragiehevieende della lotta per la libertä de11a Chiesa, ehe porto afianco di Ildebrando anche i Patari di Mi3hno e di Firenze,assertori dell'astensione dalla messa celebeata da preti concu,binari e dai sacrarnenti amrninistrati da preti comunque rite-nuti indegni (1).

Arnaldo da Brescia, Ja cui azione si svolge tutta nellaprima meta. del secolo XH. si ricollega nettamente alla mdt-zione patarinica, ojtre ehe per altri atteggiamenti, anehe perquella fiducia, ehe nutrl piu tardi anche Girolamo Savona-rola, di poter risanare la Chiesa per mezzo di una azione poli-tic.a ehe, datl'estenlo. costringesse il clero ad abbandonare ilcampo della potenza terrena, per l'ientrare nell'ambito deltapura amministrazione delle cose spirituali (2). Ed e certo sin-

3) Non bisogna adorare la croce perehe « species illa velinstrumentum quo Chri-stus tam dire tortus, tam crudeliter OCC:!iUS

est, non adoratione , non veneratione, vel aliqua suppl.caticnedigna est •..»,

4) Si nega "corpus Christi et saoguinem divil!1i,verbi virtutevel sacerdotum ministerio confiei, totumque inane et supervacuumesse quidquid in altans sacramento akaris ministri agere vipentur II.

5) Si nega ii valore dei suffragi, deMe elemosine e pelle aperea pro d~i defunti.

(I) Dei Patari il Muratori (Antiquif4tes !talicae, v. pag. 83) dice:« Sa.eculo XIprae.dpue in Insubres, atque in i'psam splen~issi'l111mMedioJ.a.ni urbem, penetravit Maruchaeorum venelliUm ex onerltedelatum immistumque aliis faec:ibus GnostiC-arum veterum. Patarin;apu9 Mediolanenses sunt appellati II. 11 Muratori e stato fra) i primiehe haonno accreditato l'opiIDione deU'origine maniche.a dei circalieretica1j del sec. XI, rna qua·nto t_ opinione ,ia fallace appare &pe-cialmente ~a questo passo ehe aero sa di manimeismo e di I'JIlOsti-ciSlllO addirittw-a i seguaci df S. AmMo. eli ErI~baldo e di S. Gio'vanni Gwlberto. Per una piu esatta va'iutazione delle oogin4 edei cautteri deUa Pataria vee» G. M. BROWN, Mtwimenti politico-re-fgios; a Mil4no nei tempi della Pataritsin Archivio stcwico lombat'-do, 1931 e R. MORGHEN, Gregorio VII cit., alia pag. 83 e 124'127.

(2) Per Amaldio da Borescia!v. specialmente A. DE STEFANO. Ri-fonnaton ed eretici del media evo, Ciuni, Palermo. pag. 10 e segg.Ii De Stefano. pero, non da i1 necessaria rilievo ano stretto legameesistente tra 1a dottriltla religiosa e l'atteggiamentopolitico di Ar·naldo, poiche diehiara ehe « Ia sw attivita politica .nocque piu ehenon giovasse alle pure e possenti mealita ~el riforma,tore religioso(pag. 25)). Dai, punta cli vista dottrinale egIä era. ide.almente sunostessa piano pei pawi. OrrONE 01 FRiSINGA. Gesf4 Frilkrici Imperato-"s. a cura d. G. WArrz :to Monumenta Germ. Hist. ((Scriptores re,r.germ. ". Hannover 1884. in usum sealarum. pag. TOO, dopa aver

120 RatJaello Morghen

tornatico ehe l'ideale di una Chiesa spirituale, di una Chiesaapostolica esclusivamente ispirata ai dettami del Vange1o, enella quale sacerdoti e laici fossero a~ pari di 1ironte all'uni,ca gerarchia dei valori delle spirito, venga affermato COntanto maggior vigore proprio quando le tendenze del papatopolitico e 1.1 crescente potenza della gerarchia ecc1esiastica,saldamente accentrata intorno aHa base del prirnato romano,incominciavano a rivelare chiaramente, con Alessandro Ill,gli atteggiamenti teocratici propri della Chiesa del secolo XIII.Questo ideale della Chiesa evangelica commosse di nuovo fer,vore religiose 1.1 rernpliciu di cuore dei « bons hornrnes »,

condannati nel concilio di Lombez del 1165 (I) e illumine,della sua luce piü viva la predicazione di Pietro Valdo, l'ini-ziatore dell'altro filone dell'eresia medevale ehe, inslerne aquelle cataro, convogliö nella rivolta eontro Roma ~e speranzee Ie illusioni, il desiderio di novitä e i ri.sentimenti di quan-ti sognavano, insieme con 1.1riforma della Chiesa, it risana-mento spirituale di tutta :~ societi cristiana e l'avvento di unaeta di piu alta vita morale, di giustizia. di pace.

Alla fine del XlI secolo. dopo circa duecento anni di vigo,cosa espansione, -l'e.resia medievale ci sirivela dunque concaratteri peculiar: inconfondibili: da una parte vi e un movi,mento di pensiero ehe propugna dottrine dualistiche ispi'l'ateda profonde tendenze ascetiche; daU'altra v'e un movimentopermeato di vive esigenze pratiche. ehe tende allariformadella vita e del costume ecdesiastici, e si ispira al mito dellaChiesa apostolica. della quale si intende rrestaurare 1a purezzaprimitiva e la piena aderenza atla lettera del Vangelo. Tra Ie

esposto.1e ragioni dell'opp?s;lLione di Arnaldo aUa potenza politicae aU" rlCC~zza del clero dice: "Praeter haee de sacramento altaris,~e baptismo parvulorum i!lOIl sane dicitut' senISisse». Secondo i'A·NONIMO D1 BERGAMO. Gesta di Federico in ltalia. ed. E. MONACI inFonti peT la stona di ltalia, Roma 1884, vV. 78-785, Arnal~ dicevadei saeerdoti:

"Nee debere illis populum PeE~ta fateriSed magis alterutrum, nee eorum sumere sacra ...

Sono evidenti i contrassegni ehe pongono Ar.naldo nella correntedella tradizionepararini<:a.

(I) HAHN. Geschichte der Ketzer cit., I, ,pag. 165 e pag. 537,davanti al vescovo Ga.ucellno ehe Ii condanna i "boni homines»di Lombez ,proclam.mo il pr'JIlC~ eterno del testimonium animaetertullianeo: « Cognoscimus etiam quia quod corde credimus ore de'bemus c:onfiteri ••

Osservazioni sulle eresie medioevali 121

due grandi correnti, affinitl di atteggiamenti e comunanza diorigini, di interessie di nemici, orearono eapporri e nessi eheci spiegano ampiarnente :la vastitä del fenomeno e Ja sua cao-tica e disordinata fioeitura. L'ideale del il"innovamento moraledell'individuo e della Chiesa formarcne purtuttavia il sostrarocomune e fondamentaIe di esso,

IV. ehe un cosi vasto movimento d'idee e una cosl pro_fonda erisi di coscienze, svoltisi attraverso cosl lungo spaziod; tempo. con la partecipazione viva e intensa di numerosemasse d'indotti, abbiano tratto origine esclusivamene daI ei-sorgere di una antica e raffinata gnosi, ricca di dementi mi-tici, come il manicheismo, nella quale la stessa antropologiae costruita :n stretta relazione eon una complessa e fantasiosacosrnogonia, e in cui il problema del male e prospettato piucome dramma cosmico ehe non come problema morale del-l'individuo, appare di per se poco probabile: oecorrerebbepur sempre postulare un qualehe impulse di carattere gene-rale ehe agisse simultaneamente nelle coscienze per spie-gare! come, presso a poco nello stesso periodo di tempo, tor-nassero a germog:iare il'igogliosi, neUe piu diverse parti d'Eu_ropa, i germi ess:eca:i dell'antica dottrina. Ma una !:ale deri-vaz:one ci si rivela del tutto ingiustificata a un eonfrontopreciso dei dati fondamentali della tradizione manichea conIe credenze professate dagli e.retici dell'XI e del XII secoloehe abbiamo esposte. II Tocco conosceva senu dubbiosulmanieheismo ..Ie antiche opere del Beausobre 0 del Baur eda quelJ.e rieavo su;la religione di Mani Ie sue ·generiehe no-zioni. Ma dopa quegli studiosi ~':nvestigazione storica delmaoi.cheismo ha procedu~o molto inoanzi per opera di scien~ziati come it Muller, il Salemann. il I.e Coq. ill. Cumont, ilReitzensteio, it Jackson, il Po;otski (I) per non citare ehe imaggiori. Essa si e avvantaggiata sOIpra:tutto aegli appclI'tidi importanti scoperte eli testi copti e cinesi. ehe hanno con-

(I) Una bibJrografia esatta, e precisa puc, vedersi in cake alLavoce MANICHEISMO della Eociclope<lia ltaJiana (vol. XXII) redatta conrara competenz.a da, ALBERTO PINCHERLE. Vedi aJIlche Ie ,heUe pa-gine dd PINCHERLE. in S. Agostf,no di Ippona. VeiCO'110 e fcqlogo.Bari. 1930, pp. 24-34.

Oltre ehe qeglj apporti degll1 au tori sopra cltatL, sbntetizzatiperspicu~nte dOllPincherle, mi sono valso anche della COnOscetlZ3diretta di a1cune opere speciali, sui m?lliichei~mo, ehe saranno eitatevia via, secondo !·opportunita.

122 RafJaello M01'ghen

tribuito non poco aprecisare sempre meglio i caratteri dique11a grande tradizione religiosa, conosciuta, fin quasi allafine del secolo scorso, solo attraverso le antiehe fonti siria-ehe. greche e latine,

Secondo il Pincherle, autore di una acuta ed esaurien,te sintesi sull'argomento, « come per la gnosi, anche per itmanicheismo la salvezza consiste essenzialmente in una cono-scenza », Consapevolezza piena, cioe. del deamma profondoehe squassa dalle rad'ci l'universo, costituito e diviso da dueprincipi non solo diveesi, rna nettamente anritetici: e coscien-za vigile dei moment] necessari dell'opera grandiosa di re-denzione e di riscatto degli elementi del principio del Bene.I dueprincipi sono la Luce e 1e Tenebre ehe. nella complessamitologia manichea, vengono rappresentati da! Padre dellaGrandezza, residente nel paradiso della Luce, insierne con lesue cinque ipostasi, e da! ee delle Tenebre, c.rcendato dai suoiarconti. La Iotta tra i due principi. combattuta dal PrimoUomo, creato da·!la Madre della Vita, contro Ie potenze delleTenebre, ha un suo primo epilogo nella sconfitta e nena pri,gionia del rappresentante della Luce, canuto in ·potere delnemico. Ma essa continua incalzante in quanta i1 Padre dellaGrandezza suscita nuove potenze cdesti pel' ritogliere al Diodelle tenebre gli dementi della Luce ehe egli tiene in schia,vitu. 1.0 Spirito Vivente e it primo protagonista di quest'ope_ra di redenzione della Luce. Con gli dementi luminosi li.be,rati egli creo it Sole. la Luna egli astri. ehe, nella cosmo,gonia manichea. h3l11no la funzione costante di riportare,nel paradiso del Padre de:la Grandezza. la Luce liberata. dallaprigionia delle potenze tenebrose. II Dio delle tenelxe. perOtin eOIltrapposizione a quanto aveva fatto 10 Spirito Viventepe.. riportare la Luce al suo regno, escogito quasi due stnl.menti analoghi al Sole e alia Luna, per mezzo dei quali po.-tesse ritenere prigionieri gli elementi della Luce eaduti in suabalia. Questi due vascelli di pttdizione furono i sess! ehe,attravet'SO l'atto tamale, perpetuano 1a triste schiavitu deifigli della Luce. Vorig:ne della prima coppia umana e con,cepita. cosi in stret~a relazione con Ie credenze eosmogonichedel manicheisrno (I); e a queste stesse credenze e ispirata l'eti.

(I) SuU'antropologia manichea vedi in particolare modo ~ sag-giG critico di B. BUONAlUTI, La prima coppi4 umana net nstemamanicheo, nel volume Saggi sui cnstianesimo pnmitivo deMo stessa

Osseruazioni sulle eresse medioevali 123

ca manichea, secondo Ia quale Ia rinunzia a cibaesi di animalimorti, c:oe eidctti a materia abbandonata da1:a Luce, e l'asten-sione daIl'atto sessuale per non procreare e perpetuare COS!

la servitü della Luce nel caecere della materia, non sonotanto ispieate da motivi di mortificazione della carne e dirinuncia al mondo per rendersi degni' del Regno di Dio, quan-to piuttosto a motivi prevalentemente cosmogonici, per con-tribuire alla lotta immane scatenatasi tra i dueprincipi, e dicui l'uomo, creatura di fango e di Iuce e il conteso campo dibattaglia, « II manicheo, dice giustamente i.t Pinchede, noncompie atti ehe non siano rivoki verso la liberazione dellaLuce, A We scopo seevono pure Ie funzioni della digestione,Perciö essendogli adepti divisi nelle due grandi categorie de-gli uditori e degli eletti (i veri manichei, i soli tenuti a os-servare rigidamente le pratiehe ascetiche). i primi fornisco-no il cibo ai secondi »,

A un esame attento e oggettivo sembra difneile scorgereinßuenze di queste dotteine nelle credenze degli eretiei deiprimi due secoli dopo it 1000 (1). In esse mane a ogni aeeennoalla mitologia man:ehea. aHa lotta tra iI Dio delIa Luee eDio delle T enebre. alle diverse ipostasi eel emanazioni· deldio ~uminoso, alIa eomplessa cosmogonia maniehea, a Manistesso, come ultimo e maggiore annunziatore della « gnosi )del nscatto della Luee; a tutti quegli e1ementi, in una parola.ehe di quelle dottrine sono i fondamenti essenziali. In essesi nota pu..e 1'assenza completa di ogni rifer:mento a testio comunque a insegnamenti manichei, mentre copiosissimo

autore ~i da. « II Solco » di Citta di Castello. II Buonaa'llti ci presentanel suo lavoro a:nche un'acuta revi.s.ione di tutti i problerni fonclamen-tali del manicheismo quad. sono stati prospettatD daUa precedente 5to,riografila.

(1) n DoNDAlNE (Un traite neo-manicheen cit., pagg. 19, 55, 56)dopo aver messo ampia.mente in evidenza ehe « ne5suna allusionee faUa ai miti » manichei da 'Parte dei Catari, e ehe speeialmentetl cOtlsolamentum, di cui non si troV·l alua traccia prima dei Catari,eost:.tuisce un tratto essemiale del nuovo manieheismo. ehe non holnessun precedente nell·antico. giunge a questa strana eoncLusio-ne (pag. 54): « I progre.ssi moderni fatti neHa conoscenza degli scritti£Ii Mani, grazie alle scoperte d' Tourfa.n. dj. Algeria edel Fayoum.hanno costantemente ridotto Ie opposizioni tra Ie due scuole (?) fi·\osofiche e relj,giose. a questo ,PlllIlto ehe bisogna r:lConoscere neL ea·tarismo un vero neo-manieheismo». Sarebbe opportuno ehe l'insigll1estudioro cereasse di documentare adeiuatamente questa sua asserz.ione.

124 RatJaello Morgnen

e costante e. come vedremo, il riferimento a testi neotesta-mentari, e specialrnenta alle lettere eli S. Paolo. Ne e verosi-mile pensare ad un silenzio assoluto e tenace tenuto costan-temente per circa due secoli da tutti Igli adepti, per custodirenel segretopiü ermetico le rivelazioni del maestro. A partel'assenza nel cataeismo d; ogni carattere iniziatico e misterio-sofico ehe potrebbe giustificare un tale segretovgiä il Don,daine ha osservato ehe. se la riluttanza a rivelare la dottrinaprofessata potrebbe in qualehe modo comprendersi nei se-guaei della setta condannata e perseguita dalle autoritä eccle-siastiche, non e presurnibile ehe it segreto fosse ugualmentetenuto da convertiti, come il Sacconi, che per diversi lustrierano stati ardenti seguaei della chiesa catara (I). Ma oltrea cia, Ia preresa tendenza degli eretici. in genere e dei catariin specie a nascondere il proprio pensiero, non corrispondesempre alla precisa testimonianza delle fonti. Ai concil] diOrleans e di An-as gli eretici sono espliciti nel dichiarare le101'0 idee. Cos'i fa anche Girardo, it capo degli eretic] eli Mon-teforte. I Boni hom:nes di Lombez, nel 1165. proclamanoaddrittura it dovere di dichiarare apertamente Ia propria fede:« Cognoscimus etiam quia quod corde eredimus, ore debemusconfiterl» (2). Ne si possono ac~sare eli simulazione (3) uo-mini ehe affrontano la mooe. sui lI'oghi. serenamente, dandoprova di grande forza d'animo, professando apertamente Ialora devozione alia Chiesa di Cristo, alIa « IEcclesia Dei))

Aecenni ad influenze d; carattere manicheo pot1l'ebbe~essere nconosciuti nell'astensione dai eibi eamei e nella con-danna deU'atto sessuale. La stessa generica professione an-tiereticale di Gerberto di ReäTIs del 991. (Gerberti Epistu_

(r) Summa jf'atris Raynerii de Of'dine D. pred., ed. DoNDAINE cit .•pag. 66... « in ar.nis XVII qui bus conversatus sum cum eis», eDoNDAINE, Un tf'aite cit., pag. 53.

(2) HAHN, Geschichte der Kette, cit .. I, pag. 537.(3) Tale e invece l'opi.n.ione del Donda:ne, Un t,aite cit., pag.

49. secondo cui « questa dissimulazione e una delle tare piu tristidel neo-manicheismo med:~vale» (I). Vedi anche il T.,acf;atus dehaeresi Pauperum de Lugduno di StefQl'lO di Borbone in MARrtNE.V, 1872, dove appa-re chiaramente come la ,presunta simulazione deglieretici ros.se Oovuta essenzüalmente a& necessita ~ viven~ la vitacarismatica della chiesa, seDZa accettare minimamente "insegnamen-to dottrinale dei saCer~i (a frequentant ecclesias, Untersunt divi-nis. offerunt ad altare, percipiunt sacramenta, confitentur sacerdo-tibus. jejunant jejunia ecclesiae et festa co~unt»).

Osseruazioni sulle e-resie medioevali J 25

lac in « Bouquet, Recueil ecc.», vol, X, p. 409), parrebbeconfe.rmare tali influenze: « Credo (Christum) mortuum essevera sui corporis motte, resurrexisse vera caenis suae resueee-ctione ..... Novi et veteris Tesramenti unum eumdemquecredo auctorem et Dominum et Deum, Diahohtm non perconditionem sed per arbitrium factum esse malum .....Nuptias non prohibebo...... camium praeceptionem nonculpa». Ma i[ problema deve porsi in questi termini: ta-li atteggiamenti doceristici, dualistici, contrari all'atto ses-suale e all'uso dei cihi carnei si debbono riportare esclusi-varnente ad una tradizione maniohea, oppure non trova-no la pili ampia giustificazione nella tradizione di un pen-siero cristiano, originata da una interpretazione Ietteeale econseguenziaria del paradosso evangel.co, col suo stridentedualismo tra Dio e Mammona; con l'identificazione spiritua-listica del Cristo stor.co nel Logos filoniano, propria del IVEvangeIo: con la contrapposizione netta dell'economia dellaLegge del Vecchio Testamento, all'econornia della Libeetä edel Nuovo Patto, ehe e caratteristica del pensiero paolino, eehe dai discepoli di Marcione venne esagerata fino a br deri-vare daJ. Diavolo, creatore del mondo materiale. Ja legge mo-saica (I); con la sua effett:va esaltazione dell'ideale della con·tinenza, di quell'ideale per cui molti si rendono « eunuchi »a cagione 'del Regno di Dio? (2). Ne si pub accettare comevalevole l'ob:ezione del Tocco ehe it nuovo manicheismo deisec. XI e XI:I e un manicheismo scol«ito detl tempo e nelquale era scomparso it nome stesso di Mani. Un manicheismom cui il ricordo stesso del fondatore e scomparso. e neI qualej tratti essenziali mitologici e cosmogonici della sua dottrinasono andati compIetamente perduti. non e piu manicheismo.Una votta per sempre occorrerehbe intendersi sui valore

(1) A. LOISY, Le origini del Cristianesimo. Trad. italiana, Ei-naudi, Torino, 1942, pag. 342.

(2) { Catari non proibivano talntoil fl1.ltrimoruoquanto l'attosessuale. Gli eretici di Monteforte ammettevano per esempio ia matri-maroo, ma i eoniugi dovevano vivere in perfetta eontinenz.a..Goci richiama stranamente il costume della Chiesa primitiva della eon-vi·venza virginale tra appartenenti a sessi cl~·versi(virgi.nes subintro-ductae). Del resto anche 10 Hahn (op. cit.• J, pag. 86) e iL Tocco(op. cit., pag. go n. I) non esitano a rironoscere ehe il divieto dellacongiumione camale <lei catan cleve connettersi col fondamentaleprincipio cnstiQllOdella mortificazione della carne.

126 R.afJaelio Morghen

dei termini che si usano, se si vogl.ono evitare tanti diquegli equivoci ehe ingombrano spesso la moderna storio-grafia, relativamente alla tradizione delle idee e degli atteg,giamenti spirituali, 0 s'intende per manicheismo ogni atteg-giamento dualistieo in genere, oppure una dottrina storicamen,te individuata, con essenziali punti ben definiti e una sua con,creta tradizione, di cui sia possibile ricosteuire 10 svolgimentoattraverso una qualehe documentazione, Nel primo caso none chi non veda l'inopportunitä di confondere sotto una unicagenerica denominazione atteggiamenti dualistici cos! diversicome iJ. dualismo cosmogonico e metafisico dei manichei conil dualisrno antropologico ed etico del Cristianesimo, Ne! se-condo case non e possi.bile parlare di una sopravvivenza rna'nichea nelle dottrine ereticali dei secoli XI e XII, quando inesse dell'antico manicheisrno non appar~ quanto e essenzialee caratteristico, e cia ehe sembra dovuto a lontane inßuenzedi quella religione si puc, invece piu agevolmente riferire.attraverso una documentazione precisa, a una tradizione e adun pensiero ben distinti dalla tradizione delle dottrine eliMani (I).

V. Per spiegarci un fenomeno di cost vasta portata comel'eresia medievale, non e forse inutile riportarci at momentostorico in cui essa sorse e si affermo. iE' noto come, gia danafine del seeolo X, si manifesti chiaramente in Europa, ins:emecon i segni premonitori di una nuova rigogliosa vita econo-mica, un profondo ri.sveglio delle coscienze. La lotta per 1ariforma della Chiesa, :niziatasi con 1a riforma monastica edi questa risveglio spirituale l'indice 'Piu evidente e la con.seguenza piu immediata.

Ma anche nel campo piu:imitato dei diritti della ragioneumana non maneano, in questo stesso periodo, nvend:cazionisintomatiehe.

Nella seia di una tradizione ehe vantava i nomi di C!au,dio di T ot1nO e specialmente di Seoto Briugena. Berenga-ria di Tours, verso la meta del sec. XI. affrontava i1 problema,

(I) A .proposito deUe differenze sostanrziati. tra it dualismo cosmo_logico e rnetafuico man:cheo e il dual:ismo a.ntropo!ogico e<i eticocristiano ehe. tra J.'akro, precedette in ordine di tempo 1.1 religionedi Mani. v. anche Ie buone osservazioni· di A. PINCHERLE. S. Ago·stino cit .• pag. 109.

OsseruatiOni sulle e?'esie medioevali 127

ehe sara esposto in forma oritiea da Ahelardo. delle rela,zioni tra seienza e fede, e tutta una corrente di eazionali-smo, invano deprecata piu tardi da S. Bernardo (I), investiräda allora ilpensiero cristiano per sfociare nelle grandi sintesidel realismo, del concettualismo edel nominalismo della See,lastica, einparte nel materialismo aw.nt la lettre, dell'aristo-telismo aver:roistico, Su un piano intellettuale inferiore e piüintuitive, anche le corrent] di pensiero, ehe emanano diret,tamente dai piü bassi strati sociali in fermento, manifestanoatteggiamenti ispirati in gran parte a questo rispe~to delleesigenze della ragione e del huon senso, ehe e insieme co-scienza del valore della personalitä umana e ricerca di unacoerenza ehe stabilisca una piü salda coesione tra i doveridella fede religiosa e la condotta pratica deU'individuo.

Queste tenderize ehe potremmo dire razionalistiche 0 co-munque ispirate a una profonda fiducia nella capacitä intuiti,va dell'individuo digiungere aila veritä, sono, nel movimentoereticale, evidentissime. Gli eretici di Orleans del 1025 nonoredevano che Cristo fosse nato da una vergine, ne eheavesse patito per gli uomini, ne ehe fosse risoreo dai morti.E non perehe aderissero a concezioni docetistiche, rna so-lamenteperehe credere a simili cose repugnava alla loro ra-gione. « Nos neque inJerfuimus ». dicono davanti ai giudi~ci adunati per eondannarli, « neque haec vera esse crederepossimus ». Per lora tuttocio ehe viene affermato nel Vec-chio e nel Nuovo Testamento, circa l'unita e la trinita diDia, non e ehe ({deliramentum » (2).

II Moneta stesso ci conferma ehe gli eretici non solo sifondano sulla Scrittura. ma anehe su ragioni natmali e logi-ehe. « Non solum autem testimoniis Scripturarum innitun-tur.·. sed etiam rationibus quae eis natwa:les vel logicae vi~deantur» (J). Pet1'obrusiani ed Ama~disti negano it valoredel battesimo dei fanciulli appuntoperehe. non avendo an-cora sviluppata I'inteUigemu, essi non possooo cosciente-

(I) S. BERNARDO, Ep., 188: « Omnia usurpat sibi humanum inge-nium, fidei nilreservans. Tentat altiora, fortiora scrutat, inuit indivina, sa-ncta temerat magis quam reserat, c1ausa et s:lgnata nonaperit sed diripit ".

(2) MANSI. COtIci!.. XIX. ~"]6.(3' MONETA, AdtJersus Catharos 6t., p~g. 23.

128 Raffaello MC>TghefJ

mente adeeire a Cristo (I). E in nome del senso comune edella ragione si nega i1 valore dei suffragi e delle opere, ilculto dei Santi, la dottrina sacramentale (e in particolar modola transustanziazione], il culto della croce, poiche « speciesilla vel. instrumentum quo Christus tam dire tortus, tam ern-dehter occisus est, non adoratione. non veneratione nee ali-qua supplicatione digna est» (2). Ecberto racconta ehe, es-sendogli capitato di parlare con un uomo sospetto di catari-smo, dei sacerdoti cartivi, questigUi disse: « Quomodo fieripotest ut qui lam irra.tionab.Jiter vivunt, dist'ribuant in Ec-clesia corpus Domini?» (3). L'irrationabilittr vivere dei cat-tivi sacerdoti e senza dubbio quella mancanza di coerenzaai-principi ehe si professano, ehe oltre ad. essere una colpadal punto di vista morale. costituisce un non senso da! pun-to di vista della ragione, Poiche in questo consiste appunto11carattere fondamentale dell' eresia medioevale, nello sforzodi rtttionabiliter viveore la Iegge del Vangelo, Cia spiega tut-ti ßli atteggiamenti di essa,gli ideali come le abberrazioni,le prevalenti esigenze etiche, Ja sua diffusione e il suo defi,nitivo dissolvecsi.

Poiche vivere rationabIliter il Ctistianesimo, it fissare cioela norma della religiosiu nel puro ambito della coscienza in.dividuale, nello sforzo di adeguare oem perfetta coerenza la_gica Ie esigenze della vi,ta morale con gli ideali della per-fezione evangelica, doveva fatalmente sfociare nelle formepiu dispersive e piu sterili de11'individualismo reEgioso (4).

(I) MONETA. Adversus Catharos cit.,pag. 283. Partendo da Mar-c?XVI, l~: « Qui crederit et baptizatus fuuit salvus erit», gli ere-tlCl conch:'1ldono: « ,pMvulus non crea:t» quindi il suo battesimo einutile.

(z~ HAHN, Geschichte der Ketzer cit., I.pag. 408. Per j'euca,r~st~ v. a.nc~e MO~TA. Adversus Catharos cit., pag. 300. Fra Ie ra-g:oru ehe gli erenc) cppongono alla transustanziazione ve ne so-no di questo tipo: "Se anche il corp<> di Cristo fosse una monta-gna, a quest'ora sarebbe stato consumato» pag. 301: « Si, de ipaJ1e fitCorpus Christi quotidie debet ..ugeri Corpus eius ».

(3) ECBERTO, Sermones contra Catharos, Sermo XI, 8 in « Pat!'.Lat.» vol. 195, col. 88.

(4) A proposito delle tendenze razionalistiche del pensiero delcosiddetto neo-manicheismo medieva1e e interessante notare comeanch~ nd mondo arabo l'jdentmca:ione tra manicheo e razionalisf44teo fosse comune negli auton ortodoS$j die:lI'Islam. V. MICHELANGELOGUIDI. Lalotta tf'tl J'lsl4m e i1 manicheisnw: un libro di 1brHJ..Mugafu ... confuf4to da AI-Qasim, Roma, 1927, pag. XlII.

Osserva,zioni sulle eresi« medioevali 129

Tale appe1lo a11a ragione e a1 consenso interiore assumonotalvolta -l'ingenuiti e il semplicismo cantteristici dello spiritopopolaee, Secondo ilMoneta molti eretici desumono l'esisten,za del 0:0 malvagio da consideeazioni di queste genere:« Come pub essere create dal Dio huono il fuoco ehe brueiale case deipoveri e degli uomini santi? Come puc, essetehuono il Dio ehe manda le pene ai buoni? Quando Dio co-mandö Adamo di astenersi da! feutto del bene e del male. 0

sapeva ehe egli avrehbe trasgeedito il suo eomando, 0 no. Senon 10 sa.peva non era Dia, se 10 sapeva era malvagio » (I).

Simili atteggiamenti di spieito portati nell'interpretazionedel Vangelo e dei testi saari dovevano necessariamente con-durre a una candida e. pericolosa ccnseguenziarietä ehe e ilcontrassegne piil evidente di una £ede sincera e profonda. rnacompletamente avulsa da ogni bagaglio di cultura filosoficae teologica, e da ogni legarne con la rradizione (2).

Oltre queste tendenze, ehe abbiamo denominato in sensagenerico rationalistic he, l'appello diretto al Vangelo, il n-chiamarsi cioe, continuo ed incessante alle parole di Cristo eall' esempio della Chiesa degli apostoli, come alle uniche auto-rita degne di essere accolte e seguite. e I'altro fondamentaleatteggiamento, comune a pressoche tutti i movimenti del.l'eterodossia medievale.I catari di Arras dichiaravano nel concilio del 1025:

« Lex et disciplina nostra quam a Magistro aecepimus, neeevangelicis decretis n~ apostolicis san!=tionibus contrairevidebitur» (3). Ed Ecberto diceVa degli eretici in genere:« Muniti sunt verbis sacrae Scripturae quae aliquo modo se·.ctis eorum concoroare videntul". et eX eis ~ciunt defendereerrores suos et oblatrare catholicae 'Veritati » (4). L'attJrazionee la suggestione esercitata sull'animo di semplici ed incolti

(I) MONETA, MverSlUs Catharos cit., pag. 144.(2) La « povetU ~ll'argomentazione teoIogiQ)) e piu ancora

« del ragiiOnamento filosofico» in-sieme con « l'assenza <ii ogm ele-mento tradiz:.onale )) sono messi in evidenza a:nche dal DONDAlNE, Untratte neo-manicheen cit.. pagg. 24 ~ 25. 'Ptoprio a proposito diun testo come il Libe<r de doobus principiis attribuito a GIOVANNIDE LUGIo. ehe dovrebbe rappresentare. per I,'ed.. ~n cui fu saitto.uno dei prodotti piu maturi del pensiero cataro.

(3) MANSI. Coneil .. XIX. pag. 425.(4) ECSERTO. Snmones contra Catharos. Praefatio in « Patrol.

La,t.» vol. 195 col. 14.

Ar.hivio d<lIa R. D'pUlazion< romana di Storia patria (A. LXVII). N. S. Vol. x. 9.

130 RafJaello Morghen

dalla lettura del Vangelo e espressa del resto con plasticaevidenza nella leggenda della conversione di Pietro Valdo,riportataci da Stefano di Borbone, « Quidam dives rebus. inurbe Lugdunensi, dictus Valdens.s, audiens IEvangelia. cumnon esset multum litteratus, curiosus intelligere quid dicerent,fecit pactum cum ..· sacerdotibus, alteri ut trasferret ei invulgari, alten ut scr)bere~ quae ille dictaret, quod fecerunt.Similiter multos libros Bibbiae et auctoritates sanctceurn muLtas, per titulos congregates. quos Sententias appellabant. Quaecum dictus eivis saepe legerer et corde tenus firmaret, pro,posuit servare perfectienem evangelicam ut Apostoli, serva-verunt » (I).

La lettura del Vecchio edel Nuovo Testamento in lin.gua volgare e considerata, da Rainerio Saeeoni, una dellesette cause deU'enorme diffusione del Valdismo (2). In un te,ste anonimo aggiunto alla Summa di Rainerio Sacconi nell'edi-zione del Martene. col titolo « Forma qualiter haeretici hae-reticant haereticos suos », e riportato a foemulaeic dell'ade.sione ereticale secondo il quale :t1 confermarsi al V~elo eIa promessaprima ehe si riehiede al nuovo adepto, mentregli altri impegni, &a j qua:li 9uelli ehe secondo la cOtmmunisopinio dovrebbero essere isplrati alla dottrina m:tniehea, Chp-paiono in sn-etta eonnessione e, direi quasi. in stretta dipen.denza della solenne promessa preliminare: « Tu reddis teDeo et Evangelio? Item promittis quod de cetero non come.das carnes, nee ova. nec easeum. nec aliquam vieturam niside aqua (pisces) et ligno (oleo). Item quod non mentieris. nee;urabis. nec occidas quicquarn ex reptilibus (3). nee exercebis

(1) MONETA. Adver.sus Catharos cit" pag. XXXVII. Che glieretici fossero in genere incolti ce 10 conferma esplicitarnente ancheiii. Tract4tus de haeresi cit., col. 1778 ({ '" cum essent idiotae et Wei".

(2) MONETA, Adversus Catharos cit .. pag. xxxvm. T,actatustit haeresi cit .. cot 1871: .( ". daciles i.ntet aJiquos romplices et fa-cundos docet verba evangeii, et dicta apostolorum et sanc:torum alio-rum m vulgari lingua corde finnare... ».

(3) Per que! ehe riguarda questa strana proibizione di non ucci-dere i retti.ti, plio forse illuminarc il passo degl:i Atü degJi Apostoli.X, II, riportato anche dal !MONETA. op. cit., col. 132 neJ, quale ap-pa.re a S. Pietro un lenzuoIo contenente molti, anima,li, « qua~rupe·oia. serpentia et volatilia» e una voce oal cielo g1i (amanda: ce Oc-cide et manduca ". S. Pietro si rifiuta, adducendo ehe si traUaoi animali immondi.

Osseroazioni sulle eresie medioevaJi 131

aliquam libidinem de corpore tuo, nee ibis solus dum possissocium habere. nee solus oomedes, nee jacebis sine camisa etbracis nee re~inques fidem timore ignis vel aquae vel alteriusg~nerlS .mortIS? » (I). Pel Vangelo e degli scritti apostolicigli erehci fanno dunqua la base della loro ~ganda spe-cialmente tra i semplici: « Puellas parvulos doc~t Evange~lium et epistulas ut a pueritia consuescant erroees amplecti II

ei dice Stefano di Borbone (2).. Per i simplices et rudes, essi cornpilano dei cornpendi, suittpo di quel rituale cataro, Compendium ad istructi011e1m ru-dium, pubblicato dal Dondaine, nel quaIe it panem nostrumsupersubstantialem dell'orazione domenicale, la cui Il'ecitazionequotidiana e l'atto piü importante della liturgia catara, ein-terpretata come la lex Christi, la parola cioe dell'Evangelo (3).D'altra parte la derivazione evangelica e neo-testamentaria,da un punto di vista dottrinale, di tutta l'eresia medievale, eun fatto cosl evidente, cosl unanirnamente attestatc datutte le fonti ehe ci riporpano, pell' confutarle, le auctori-tates suIle quaIi gli e:retici si fondano per sostenere i loroassunti, ehe e'e da merav;gliarsi come ancora cio non sia statoposto nel dovuto rilievo. Gia iJ. monaco !E~berto, fin dallaseconda meta del secolo XII. aveva accennato alle autoritascritJturali di cui si valevano gli eretici per sostenere i ~OIl'oas-sunti. La ma~gior par~e di queste summae eretieali giaccionoancora inedite in numerosi cooici di diverse biblioteche(GUIRAUD, Histoire de l'Inquisfbion, It XXIX). II Guinudstesso fa uso di una Somme :des auotorites a l'usage des

(I) Summa fratf'is Rayneni in MARTtNB, Thesaurus anecdotm'umcit., V, col. 1776.

(2) T.ractatus de haef'esi Paupemm de Lugduno in MARrtNEThesaurus cit., V, eol. 1872.

(3) TrtU'tatus de haeres; cit., col. 1872: « Ad simplices et rudessolent accedere »; Un trait#! neo-mamcheen gil cit. Appendice. pag.37: « ut ilJam orationem sanctam recipere valeat·is, quam subs disci-.pul.is tribuit dommus Jews Christus ..• » pag. 47: Per pa,nem super--substantialem intelligitur lex Christi, q~ data fui.t super univer-sum populum ... ». Complemento a questa semplicissima liturgia. ermodei canti il cui testa non ci e 'Purtro.ppo pervenuto, rna ,la cuv esi-ste.nza ci e chiaramenre a:ttestata.: « ." Titrnos quos vocant tr,~intagradus S. Augustiari in quibus docent quasi virtutes sectari et vitiadetestari» (Tractatus de haeresi dt.. co\. 1784)" E' importa.nteflOtare ehe l'intet1pl'etazione ~et panem quotidianum come il. nutri-mento ISpirituale della Sc:rittura e dei ,precett:, evangelici e anche pro-posta da scrittori cristia,ni antichi. V. pag. 139, no. 5.

RafJaello M01'ghen

pridicateurs me,;dionaur. puhblicata dal Douais, In ognimodo queste auctoritates scritturali invocate dagli eretici, cisono riportate con grande larghezza dal Moneta. ehe costi-tuisce per esse 1a fonte maggiorealla Quale e opportunorifeeirsi,

VI. Tali testimonianze hanno un valore precise e inequi-vocabile. II dualismo cataro, per esempio, e configurato netta-mente nei limiti delle concezioni ddl'Evangelo. IIDio buonoeilpadre di Cristo e di tutti i giusti, autore di tutte le cosebuone ed eterne. 11 Dio malvagio, autore delle case vis~bi:ie transitorie e il Dio « de quo Christus ait (lohan. XIV, 30):Venit eaim princeps mundi huius » (I). E tale identifica-zione gli eretici sufttagano, secondo la ~estimonianza concordedel Moneta e deJI'anonimo autore della duegentesca Disputa-tio mter Catholicum et Paterinum. eon i passi di Matteo IV.8. 9. 10 « lterum assumpsit eum diabolus in montem excel-sum valde, et ostendit ei omnia regna mundi et gloriarn eo-rum ecc, II; e Matteo VI. 24 « Nerno potest duobus dominisservire ... non potestis Deo servire et Marnrnonae (2); men-tre i passi di Ma~teo VII. 18 « Nonpotest arbor bona malosfructus facere, neque Mbor mala bonos fructus facere)1 eMatteo XV. 13 « Omnis plantatio quam non plantavit Patermem coelesttis..~di~bitur». sono citati dagJi eretici ~ pro-vare la netta dlShnztone fra Ie due creazioni del Dio buono edel Dia rnalvagio (3). Che poi questi dovesse identificarsicol Dio del Vecchio Testamento. r1sultava evidente. su11atra~ci.adi una probabile tradizione marcionitica. dalla contrap_poslZlone paolina deU'econornia della Legge alIa economiadella salvezza e della. liberta inaugurata da! Cristo (Paolo.ad ~om. 1II. 20: « Quia ex operibus legis non justificabiturornnts caro coram iUo.Pee legem enim cognitio peccati»; IV.

(I) MONETA, Advef'suS Catharos cit., pag. :1 « Duo ~ sineinitio et sine nne. Unum ~nt patre.tn Otri91i et ommum iustorutnet Deum !.uris. Mum verum credunt esse ilum de quo Otristus aitJaban. XIV, 30: Venit enim printtps mundi huius. 15tum creduntesse deum exaecante>m mentu iIlfidelium et Deum tenebrarum)J.Vedi anC'he Ia Disputatio inUT Catholicum et Paten""m haereticumin TheSCWTUS tIOVUS anecdotorum del MAItltNE. V, eel. 1707.

(:2.) MONETA. Advet"Sus CatMros cit., pag. 10 e Disputatio cit.,cal. I']a9.

(3) MONET .... AcWeTSUS CathMos cit., pagg. 10, It.

Osseroat;ioni sulk eresie medioevali 133

13 «Non enim per legem premissio Abrahae. aut semini eiusut heres esset mundi, sed per ;ustitiam fidei»; ad Gal. 5. ~« ... si ciecumcidamini Christus vobis nihIlproderit» (I); eda tutti quei passi dell'antico Testamento nei quali Jahveviene rappresentato come un dio murevole, irascibile, eeudele,menzogneec, ehe esige sacrifici cruenti e comanda cese in,giuste (2). Questo dualismo dei due principi era affennato,piu 0 meno eigidamente da tutte le sette cataee, Ma i Ca-tari di Concorezzo, per esempio, affermavano. secondo Rai-nerio Sacconi ehe « ••. diabolus de licentta Dei, formavit om-nia visibilia » (3) e tradivano COSl. con chiaea.evidenza, le 00-gini prettamente evangeliche del loro dualismo, dal momentoehe il principio del Maie non veniva da loeo rappresentatocome completarnente indipendente dalprincipio del Bene.ma a lui soggetto, e esplicante la SUa opera di perdiziooe conil consenso di Dio, ehe permette la creazione materiale e ilmale per ragioni ineftab:Ii ed ascose nell'abisso del suo con-

. siglio.Ed anche altri Catari, secende il Moneta, pur affermando

i due principi coeterni e l'origine del primopeccato non da!libero arbitrio, mostrano. con palese incoerenza. dj .propen-dere per la subordinazione del prin~pio del Male a quellodel Bene, quando presentano l'autore del grande assaIto con-tro il regno della Lute nella figura del fattere mfedele del-la nota para.hola evangelica, creando cosi quel mito del villi,ellS iw.quitat~ ehe ha una importanza addiritn.r.t centraleneUe ,oncezioni dualistiche catare: (e Alii autem duo princi-pia asserentes, dicunt quod non process;t ex libero arbitrioipsorum (Angelorum) peccatum primum; non enim habeba.ntliberum 3lrbitrium ut dicunt. Ponunt auteID isti quod Fi,lius mali Dei in coelum ascend it. ubi in Angelum lucis tra-sfiguratus propter vehementem suam pulchritudinem dilectusest ab Angelis Dei' et assumptus in viUicum, et quasi dominus

(I) MONETA, Adversus Catharos cit., pagg. 196, 197.(2) MONETA. Adversus Catharos cit., pagg. 144, 151, 157. 159.

163 e Dispuf4tio cit., col. 1)18 « Qwm peSsimus est iUe Deus qwapparuit Moisi i.n ftamma rubri, et ~t i~ ~aJi;gbne mon!is. ,illefuit Deus Tenebrarum. 0 quam crudehs fwt lIle Deus qUi Ehamrapuit in eurru igneo ».

(3) RAINERIO SACCONI. Summa cit., pag. 54; Tocco, L'Eresia neLM. E. cit., pag. 75·

134 Ra[Jaello Morghen

super j,psos; qui colloquio habito cum illis, sua astutia eosdecepit, et ad peccandum inclinavit et ad istarn regionem tra,xit » (r], L'identificazione di una emanazione del Dio mal-vagio nel viUicus iniquitatis e evidentemente l'unico tentativeplausibile, per menti incotte. di spiegarsi una delle piu scon-certanti parabole evangehche, nella Quale i1 fattore infedele.ehe, a scapito del patrimooio del padrone, cerca di fa!'Siamici i debitori di lui, per averli alleati aJ. momento di ren-der conto delle sue malefatte, viene Iodato da} padrone stes-so per la sua prudenza. « quia filii huius saeculi prudentio-res filiis lucis ... soot» (2). Secondo Eutimio Zigabeno 1'00-gine di tale mito si dowebbe riportare a1la setta bulgara deiBogomi1 (3). Certo e sintornatico ehe perfino in queste tar-

(I) MONETA.AtJ"ersus Catharos cit., pa.g. 36; La Disputatio cit.,col. 1719 ci riporta. una tra<iizione del. mito del villicus iniquitatis.molto elahota.ta e ehe tradisce influenze lontane e molteplici, ma tuttesovrapposte aJ. primitivo testo evangdico e rilierite con popolaresca efantaSiosa semplicitl: « ViBicus UUqu«atis de quo eV<ll!lgeliumloqui-tur, fuit Oiabolus cui omni.s curia angelorum fuit deputata,. ut lau.des et'laudatum pensiones Deo ab angelis reddendas ipse colligeret.Pro tam dura pensione gravatus, coniuravit ut similis esse possetAitissimo. Primo et de pensionibus i3lll dietis quocidie <iefra.udabatdicens: quantum debes Domino meo? Respondet: centum eoros tritiei'Et il1e: Accipe cautianem roam et scribe octoginta ecc. Haec aute~v~ns Altissimus, ~ichaelem substi~uit e~ et ipsum cum suis (ompli,emus de ~ e)eClt. Ipse v~o .diabolus terram d.i«oo.peruit aqua,er duo hom:onwn corpora fabncavlt, sed cum per XXX annos vitalemspilritum i~!ldere ~. posse~, ac.cessit a~ curiam Altissimi. et duosa.ngelas ab IpSO quaestVlt. Asnterunt autetn dUo qui ocrulte dioabolumdiligebant et rogaverunt Altissimum, ut cum diabolo iren.t cito rever·suri. Quorum fraudem Deus agnoscens, dixit: Ite ud cavete nedor~~ti~, quia, post ~~ ~,verti non ,passet·is, quia viamobhvloßl~ tracletls; sed &1 donmentls, post sex aut septem milia anno.l'UlJl vemam act vos. Ve.nerunt ergo et donnierunt, et ita ~ prae-dicta corpora oblit, coeIestis patriae indus; sunt. Isti sunt Adam et:Eva. lsti spiritus per corpora Enoch, Noe. Abrahae et omn:um Pa~triarcharum et Prophetarum euntes et errantes. nunquam sarotemreperire potuerunt, sed deinde in Simeone et in Alma, venienteChristo, secundum promiWonem in paradiso factam, salvati wnt;unde Simeon c:li;xit; Nunc dimittis servum tuum, Domine. secundumverbum tuum in pace. Verbum intelligo promiS5io~! qua~ mi~in <Oelo antequarn descendere fecisti; sic et omnes. SPI!ltus qUI c~_derunt in diversa corpora intrarunt etper amarttudmem et VJam... ~alva.ntur... ecc•••

(2.) Luca. XVI, 1-8 ..(3) MONETA, Adwt'sus c.thMos cit., pag. 36, n. 3: «(Bogomlli}

dicunt daemonem, qui a- Servatore appellatus est Satanas, filium esse

Osseroazioni sulle eresie mediaeval: 135

de ·testimonlanze del pensiero cataro, ehe piu sembrano ser-hare di lontane tracce del pensiero manicheo, l'influenza del-la tradizione evangelica, d~umentata da precisi riferimentitestuali, e: assohdamente predommante e di una eUdenZtIpalmare.. 1.0 st~ sf~rzo. in~etp~tat~vo nel sen~ di un semplici~

snco dualismo di chiaea derivazione evangelica, si puo notarea proposito della parabola del servo malvagio, in MatteoXVIII, 26: della Fabola del figliot predige, in cui i1 figliomaggiore rappresenterebhe it « princeps huius mundi », edellaparabola del buon Samaritano nella quale i « Iatrenes » eaf-figurano le potenze del male e il buon samaritano Cristo (I).

In eelazione al dualismo tra Dio e Mammona si distin-guono anche nettamente i due opposti popoli, dei figli diDio e de: figli di Satana. Ma anche in questa distinzione ledifferenze tra il pensiero cataro e la dottrina manichea sonodi natura essenziale. Secondo la gnosi manichea, l'eletto do-veva astenersi da tutti gli atti per i quali si perpetua laprigionia della Luce nel mondo della materia- La morale de}dualismo cosmologico e metafisico per quanto ispirata a1 pi~rigido ascetismo, assumeva perciö un carattere quasi determi-nistico, e non inves~iva n~essariamente i piu profondi settoridella responsabilitaindividuale. Per it ma,nicheo tutti gtiessen recano Ie stirnmate maledette del Dio delle T enehree it liberatsi da esse e piu opera di conoscenza. di gnosi, chenon premio di una meritoria attivita mora~e.Non propr:amen~te OO5t nel catarismo. I due popoli dei figli di 0:0 e dei figlidi Satana, sono nettamente distinti secondo la incis;va discri~minazione deHa metanoia paolina, della morale cioe non deI~la rinun~ia passiva, rna del capovolgimento dei valori, e delcompleto rinnovamento interiore. Le citazioni dell'Apostolo

ipsum quoque Dei Patris, et vocari SatanaeI, et filio Verbo natumaiorem esse, praestantioremque utpote primogeniturn : fratres igi-tUT esse sed Satanw domus esse ,procuratorern et secundas pastPatrern pa.rte~ obtinere, eumdemque stola et habituinduturn esseet ad eil15 dexteram considere in solio, et secundam habere dig:ni~tatern. Qua quidern ebr:um, stulteque sublatum de defectione cogitas_se, atteptaque quondam occasione ministras tenta'S5e potestates, utexcusso ministerii jugo se sequerentuT et securn in Patrern cons\llTge-rent. Et ad istius modi nugas confirmandas ex Lucae Evangelio para-bolam afJerunt V,Uici iniquitatis qui debita minuit debit<wibus ".

(I) MONETA, Adversus Catharos at., ,pa,gg. 110, II I.

136 RafJaello Morghen

celative al peso opprimente della came e alla maledizionedel peccato sono eipcrtate diligentemente dagli eretici: adRom. VII. 18 « Scio enim quia non habitat in me. hoc estin came mea. bonum»; 24: « Infelix ego homo. quis meIiberabit de corpore mortis huius? »; ad Gal V, 17 « Caroenirn concupiscer adversus spiritum »; IiI ad Corinth., IV. 3« Quod si etiarn opertum est Evangelium nostrum; in iis quipereunt, est opertum ecc, »; ad IEph. II, 3 « ... Eramus naturafilii ieae » (I). Ma esse acquistano un rilievo del tutto partico,lare alla luce di quello ehe e uno deipunti centrali del pen-siero paolino, Ja simbologia cioe dei due uomini, il vecchio.morto in Adamo, it nuovo, -isorto con Cristo; ad Eph, IV, 22sg. « Deponere vas secundum pristinam conversationem ve-terem hominem, qui corrumpitur saecundum desideria erro-ris, Renovamini autern spiritu mentis vesteae, et induite no-vum hominem qui saecundum Deum creatus est in justitia etsanctitate veritatis» (2). In virtU della metanoia i figli di Diesi riconoscono come tali secondo lohan. I, 12, 13: « Quotquotautem eeceperunt euro, dedit eis potestatem filios Dei fieri,his. qui credunt in nomine eius: qui non ex sanguinibusneque ex voluntate camis, neque ex voluntate viri, sed exDeo nati sunt »; XVIII, 36 « Regnum meum non est de hocmundo »; Matt. }GIl, I I « ..•Quia vobis datum est nasse my-steria eegni coelorum: illis autem non est datum» (3). Glialtri sono i reietti, i sudditi del demonic secondo Iohan.XIV, 30 « Venit enim pinceps Mundi huius»; VIII, 44 « Vosex pa~re diabolo estis; et des:aeria patris vestri vultis facere;iIle homici~ e~t ab initio. et ~ veritate non stetit; quianon est ventas 10 eo; cum loqultuT mendacium ex propriisloquitlUT quia mendax est. et pater eius» (4). La fondamen-tale opposizione tra la morale detenninistica manichea e Jamorale volontaf'istica dell'adesione a Gristo si palesa congrande evidenza attraverso queste ~.itazioni neotestamenta...riet invocate continuamente dagli erettci a conf~ delle loroposizioni spirituali.

(I) MONETA, Advef'sus CathQro$ cit.. pagg. lIS, 17. 18, 19;Disput4tio c;-r•• col. 1707. .

(2) MONETA, Adversus Catharos CIt.. pag. 20.(l) MONETA, Adversus Cathams cit., pagg. 12, 13·(4) MONETA, Adversus Cathaf'OS cit., pagg. 13, 15. Disputatio

cit.. col. 1707.

Osseroazioni sulle eresie medioeva!i 137

VII. Simili osservazioni eidentiehe censtatazioni pes-sono £ani per quel ehe riguarda il presunto docetismo deicatari, la lore avversione al matrimonio ed ai cibi caenei-

Opportune citazioai testamentarie sono dagli eretici con ..cordemente riportate per provaee ehe 1a figura umana delCristo non fu ehe una mera .;tpparenza. Per 101'0 Cristo e Jasapientia di Dio, creata a1 principio di tutte le cose secendela paro'a dell'Eocl- I, 14 « Prior oreata est Sapientia ». Taleidentificazione veniva sufliragata. se non era stata addiritturaispirata in antecedenza, dalpasso paolino delle I ad Corinth.I. 24 « Cristum, Dei virtutem et Dei sapientiam » (I).

E di origine paolina e senza dubbio la detenninazianedella missione sovrannaturale del Figl:« di Dio e l'interpreta ..zione docetistica della sua apparizione nel monda: ad Rom.VIII. 3 « Deus Filium suum mittens in simititudm.em. camispeccati » (2). interpretazione corroborata largamente dai passiad Philipp. II. 7 « Sed semetipsum exinanivit formam. serviaccipiens, in similitudinem hominum factus et babitu inven ..tus ut homo)); Matt. XXVIcrI. 18 « data mihi omnis potestasin coelo e in terra)); Johan. VI 51 ((Ego sumpanis vivusqui de coelo descendit»; e specialmente Johan II, 4 :« Quid mihi et tibi est. mulier?» citato costantemente daglieretici come it netto ripudio da parte di Cristo della suamadre terrena (3).

Per la condanna non del matrimonio. rna dell'atto car'nale (4) Ie 4U~ita scritturali citate dagli eretici sono desuntedai .passi notissimi di Matteo V, 27 « ne moechaberis ecc·»;

. .(I) M?NETA, Adversus Catharos cit •. pag. 234. Le credenu ere-tlcah relative a,~la aipparente uma.n:ota delJa Vergine e di Cristo risen-tono evidentemente della sforzo d'interpretazione, da parte di mentiineolte, di oscur~ passi scri;aural~. Secondo j,1 Moneta (pag. 2.32)i catari soste.I1evano infatti ehe 1a Vergine: « h;!lbuit camem code-stem, angelus enim fuit, nee sexum habebat foemina·rum ... SK:ut Deifilius Jesus Christus ali·us angelus fuit ... qui .per aurem Ma.r:l3e intravitin eam per ;turem eius exiivit».

{2\ MONETA. Adversus Catharos cit., pag. 248.(3) MONETA, Adversus Catharos cit., pagg. 235. 246.(4) Disputatio cit., c01. 1711 « Nos matrimonium non cenden-

namus sed adulterium. Matrimonium est :nter Christum et Eccle.siam~icut dicit Apostolus: Despon(ii enim vos uni viro, vj'rginem cast amexh:bere Christo... sed il-'ud turpe negotium quod homo facit cumtnuliere quando ci carnaliter commiscetur, illud adulterium est quodnos prohibemus ».

RafJaello MO'7'ghen

XIX. I2 « sunt enim eunuchi ecc.»: XIX, 29 « qui relinquuntuxores eoc.t [ohan, I, 12, 13 « qui non ex sanguinibus ecc, ));rna speeialmente dai famosi pass: paolini della I ad Corinth-VH, 9, 27, 2.9: della ad Rom. IX, 8: della ad Gal. VI, 8 edella ad Eph, V, 25 (1), nei quali il matrimonio e sconsiglia-to, 0 e considerate come ,puro « remedium concupiscentiae »,ed e per contra esaltato l'ideale della continenza edellaverginirä,

Similmerste -per giustifieare il precetto eretica1e dell'asso-luta astens.one dai cibi carnei sono citati tutti i testi evan-gelici 0 apostolic! sulla temperanza, sull'astensione dagli ani-mali immondi (Atti degli Apostoli X, I I « Et vidit coelumaperturn ••. et olinteum magnum in quo erant ..•omnia qua-drupedia, et serpentia terrae, et vo!atilia coeli, Et facta est voxad eum: Surge Petre, occide eJt manduca. Ait autem Petrus:Absit, Domine, quia nunquam manducavi omne commune.et immundum»), sulla preferenza atteibuita dal Vangelo aipesci come mezzo di sostentamentofz],

Ancora su testi soritturali del Nuovo Testamento. e spe-ciaJn:tente .~el1e lettere .I>aoline. e basato il rigetto da partedegli eret~cl della dottnna dei sacrament], della resurrezionedei corpi, della validira dei sufFragi, del giuramento della f _coltA de£a Chiesa di condannare e di pun ire (3).' a

(I) MONETA. Adversus Catharos cit. ,paog '17 '20 326 A . . '" . > , > , 2. 323.

325,.. 32 :.. ,proposito della lI:terpretazione della ad Eph. V. 25«V~r~ ~11Jg1teuxore6 vestras .sleut <luistus dilexit Ecc1esiam n. gliereUcl ro~ment~no. f( sed Christus non concubuit cum Ecclesia, er-go... ». D1sputaoo Cit.• col. 1713.

(2) MONETA, Adversus Catharos cit •. 'pag. 132 j'n cui CI' si' . h:. . 1 modo 1 . , Me .a.rna In partLco ar a mmlOOlo delJ.a moltiplicazione dei pani edei pesci con i quali Gesu sfarnb Ie turbe.

(3). MONETA, Adversus ~tha,os ~it.•. pagg. 282; 283. Bauesirno- Attl I,. ~ "Johannes qUldem. baptlu.vit acqua, vos autem bapti.zamInI SPlntu Sancto ». Contro it batteslmo degli infa.nti: Atti. VIII.J2 e Marco ~Vl, ~6; pa~g. 295. 301. ~ucar~stia: Matteo. XV. 17« Omne quod In os mtrat, In ventrem vadtt et 10 secessum emittitur »;}OOan., VI. 63 ((Spiritus est qui ,,:ivi1i~~, caro n~n prodest quicquam.Verba quae ego locutus sum vobIS sptntus et vita sunt ». Remtssionedeipeccati. pagg. 303. 304: Luea XU, 10 « cui in spiritum sanctumblasphemavit non remittetur». e Ma,tteo XII, 32 (~neque. in hC?Csaeculo neque in futuro»; pagg. 346. 347. Resurrezlane del' COI'pl:ad Porn. vn, 18, 19 « Scio enim quia non habi,tat in me. hoc e6tin carne mea. bonum)); ,pag. 374' Inuti'lid <lei suffraogi: II ad Co·rinth. V, 10 «Omnes en}m nos manifestari opartet ante tribunalChristi" ut referat unusquisque propria corporis ,prout gessit. s&ve

Ossenlaz;ioni suUe eresie medioevali 139

Questa imponente massa di dati ci prova con evidenzapalmare ehe i1 Nuovo Testamento e inpartieolar modo lelettere di Paolorap~tarono la principale fotllte d'ispira-zione di tutto il pensieeo ereticale, e Ia coneordanza di di-verse fonti cattoliche, nel riferire gli stessi pasSt neotestamen.tari come auctonwtes eostantemente invocate dagIi ereticiper giustificare i loro atteggiamenti, da a11a tesrimonianzadi quelle fonti un valore ancor piirprobativo,

A una precisa ispirazione evangelica e apostolica ci riportainfine quello ehe sappiamo della liturgia catara.

Il rituale cataro pubblicato dal p. Dondaine ci forniscedi cia Ie prove piu esplicite e convincenri (I). Rit: essenzialidel catarismo erano la tradiz.one dell'orazione domeniesle e-il c011So1amentum. 11 pater noster eostituiva per il cataro lapreghiera per eccellenza. proprio secondo il noto passo diMatteo \TI, 9 sgg· « Sic ergo vos ceabitis e Pater noster ecc- ».E i discorsi preliminari all'imziazione, la glossa e la tradi ..zione dell'orazione domenicale costituiscono per 10 stesso Don ..dame « una sopravvivenza dell'iniziazione dei catecurneni nel-la. chiesa antica» (2).

Nella tradizione catara del Paie« noster troviamo preferitala va~iante « panem supersubstantialem » del Vangelo di Mat ..teo VI, I I, invece del « panem quotidianum» del Vangelodi Luca XI, 3. ehe traducono entJrambi i1 greeo epiusios, ciisignificato incerto (3): « Panem nostrum supersubstantialem,intelligitur lex Christi quae data fuit super univet"Sum po_pulum». commenta il rituale eataro (4). Questa interpreta-zione del teSto evangelieo oltre ad avereun particolare signi_ficato per it suo valore spirituale ei richiama senz'alKo all'in-terpretazione can ai piu anti~hi SCt'ittori cristiani (5).bonum, sive malum D. Disputatio cit., col. 1727 Battesimo; col. 1728,Eucaresti.a (si itnsiste sui passo famoso d!i Giova.n.ni VI 63); col. 1733,Inutilita <ki suffragi, ad Rom. V; vol 1736, Resurrezione dei corpi;col. 1737 e 1739 cantro rI g:-urame.nto; roll. 1740, 1741, 1744 controIe pene temporali e la scomun.ica.. .

(1) Un traiti neo.manichien cit., ." suwi d'un fragment (Ü. R,tuelcatha.re publii par A. DoNDAINE, Rome, 1939'

(2) Un traiti neo-manu.hien cit., apptndice pagg. 35 e 44.(3) V. P. VANNUTFLLI. Gli Evangeli in sinossi, ToriM, Roma,

1931 pag. eil.(4) Un traiti nio-m4l'liduEen cit., append ice pag. 47.(s) Tale interpretazione e proposta fra gli altrv da S. Agosüno,

De or.ltione domimca Ser. 56'59 in "Patl'. Lat. » vol. 38, colI. 377-402. V. Un traite nio·manicheen cit., apper.dice pag. 47 nO. 26_

Raffaello Ml)1ghen

Il consoLamentum costiruiva i1 piu importante sacramentodella chiesa cataea. Esso viene indicate nelle fonti anehe eonl'epieete di Baptismum spi~ 0 Btzptismum CIwistJie ciriporta senz'altro al passo del Vangelo giovanneo I, 33:« hie est qui baptizat in Spiritu Sancto », Del cansoflamen-tum non si ha la min:ma traccia De nella tradizione manichea.ne in quella delle sette bulgare dei Bogomil- Secondo quantoritiene anehe it Dondaine, esso eonsiste essenzialmente nellaimposivane delle mani, ehe eprassi caratteristiea della tradi,zione apostolica-

D'altra parte iJ. cansolamentum e un consolidamento, unaconfenna delle stato di perfezione raggiunto nella pratica del,la legge di Cristo. ehe non esdude il battesimo con l'acqua.rna ne e ann un eomplemento: « Non intelligat quisquam- dice i1 rituale eataro - quod ,per istud baptismum quodeecipere intelligitis quod debeatis contemnere alium bapti-smum, nec ehristianirarem, vel bonum aliud quod fecistis velquod discitis usque tunc, sed debetis intelligere quod oportetvos eecipere istum sanctum oediaameatum Christi, pro sup-plemento illius, quod deficiebat ad salutem vestram » (I).

Se si tien conto de11'indubbio valore sacrame.ntale dellaimpositio manuum nel cr;stianesimo apostolico, atto ehe co-stituisce,anzi, nei primi secoli della Chiesa, uno dei momentiessenziali del I':to battesirna!e, dal quale .viene stacca~o soloin. ~~ ~i temP?' avremo una testimonianza di piu de.gli strettlSSlIDI legaml ehe neollegano la liturgia del consola.-ment~ edel cosiddetto baptismum sPiritutile aHa tradizioneliturgtca della Chiesa pr:mitiva.

Lo stesso deve dirsi della fractio ptmis, ehe, secondo latestimonianza di Rainer:o Saecoru, i catari « quotidie faciunttam in prandio quam in eoena» (2) e de!la poeniten~ eheci riporta ch:awnente alia prassi della eonfessione pubblieadel cristianesimo primitivo (3).

VIII. Contro la tesi delle origini neotestamentarie del pen,siero eretieale. ehe abbiamo finora cercato di dimostrare, par'rebbero recare serie obiezioni alcuni passi delle fonti ehe cirestimoniano indubbie infiltrazioni maniehee nelle dottrineprofessate dai eatari intomo a1 12.00.

(I) Un tram neo-mamcheen cit., appenpice, pag. 49·(2) Summa t,atris Raynerii, ed. DoNDAlNl! cit., pag. 65·(Jl Summa fratris RPynerii, cit., pag. 67.

Ossero4zioni sulle eresi« medioevali 141

Bonaccorso ci dice infatti che i catari credevano « diabo,tum esse Solem. Lunam esse Hevam, etper singulos mensesdicunt eos fornicari» (I). IE it Moneta. di :rincalzo: « Di-cunt en;m quod Sol et Luna et aliae Ste1lae Daemones sunr,adiicientes quod Sol et Luna semel in mense adulterium com.mitruat, quod in Astronomia legitur de coitu Solis et Luna.Dicunt etiam quod tOS ex illo coitu spargitue super amm etsuper terram, quod istam elaeitarem amittent1 et habebuntearn salvandi qui ex semine angelico, scilicet qui eX Adamgenerati fuerunt: credunt enim et dicunt spiritum Adae An,gelum fuisse ex quo omne genus hominumpropagatur superfaciem terrae et hoc credunt Apostolos dixisse, Act. XVU, 26« Fecitque ecc- ». Credunt etiam quod sicut caro ex cameper coitum nascitur, ita spiritus ex spiritu procreatur; dicuneenim quod Adae spiritus qui erat coelestis Angelus ex man-dato Dei venit ad videndum qualiter Lucifer elementa di-stinxerat et rerum species ex eisdem. antequam homo essetin terra, quem Lucifer apprehendit et in corpore carnis velutin carcere reclusit dieens ei (Matt. XVIII. 26) redde quod de.bes, idest: subnce te carni humanae. Adam autern procidens,rogabat eum dicens: ~tiam habe in me ildest dimitteme sic, et ego omnia .,eddam tibi, quod multum tibi serviam.Sathan autem noluit eum sic dimittere, sed inc1usit eum incorpore luteo, donee debitum universumredderet. idest l:b:,dinem et luxuriam camis l=um Evaexpleret» (2).

La stretta connessione tra Ie funzioni del Sole e dellaLuna, considerati come i vascel1i creati da! Dio Buono perriportare nel regno della Luce gli elementi di essa l:berati. ela funzione dei sessi crean per' analogia dal .Dio malvagioonde perpetuare nelI'atto camale la prigionia della Luce; el'identi·ficazione di Adamo con una Greatura angelica inviatadal Dio buono per vedere come Lucifero aveva distinto Iecose create e da Satana fatto pr~gioniero e rinchiuso in uncorpo di came, sono elementi cosl carratteristici della tradi.zione rnanichea che non possiamo non riconoscerli di primoacchito. Ma la forma conrusa eprdfondamente alterata con1a quale queste venature di manicheismo vengono accolte nel.la dottrina catara ci dimostrano subi.to ehe ci troviamo di

(I) BoNACCORSO, Manifestatio in "Patr. Lat. )) 204, col. i77.(z) MONETA, Adversus Catharos et Valdemes cit., pag. IIO.

RatJaeUo Morghen

fronte non tanto agli mflussi di una precisa tradizione dipensiero affidata a documenti scritti, quanto piuttosto agliechi di una lunga e complessa trasmissione orale di miti e dileggende, largamente rielaborati dalla fantasia popolare- Inessa il Sole e i1Diomalvagio, la Luna ed Eva non sono sem-pre distinti come nella cosmogonia manichea, in quanta i1Sole e la Luna eiportano nel cielo [a Luce ehe il Dia del ma-le. con l'accoppiamento dei sessi, si sforza di trattenere prj,gioniera nel mondo della materia. rna si identificano addieit-tun con i loro contrar.l Non vi e piü nel cosmo un'azioneriscattatrice della Luce, rna solo l'accoppiamento sessuale delSole-Diavolo-con la Luna-Eva. ehe assurge addirittura al si-gnificato di trionfo complete del Maae nel rnondo v.sibile.

Non e da escludere ehe questa deformazione del mito rna-nicheo sia stato origiaata, nella spiritopopolare, da tradizi'oniiii carattere astronomico e astrologico (in Astronomia legitur)e dallo stretto nesso ehe anche it volgo di tutti i tempi rico-nosce esistere tra Ia vita sessuale della donna e la luna.

Ne! testo riportatoci dal Moneta. a Sole e ia Luna Clp-palono invece distinti da1 Diavolo e da Eva e illoro accop-piamento produce una spec:e di rugiada attraverso la qualesembra (quantunque it testo sia piuttosto oscut"o) che i dueastri, disperdendo Ja lora lurnimosita, (istam claritatern am-mittent) acqui"stino il patere di salvare tutti colora ehe sononati da seme angelica. eioe da Adamo.

Ma 10 sforza palese anche in questo testo di adattare I'in,terpcerazione della cosmogonia manichea in una forma coslaliena a queUa tradizione, come laparahola evangelica delservo malvagio di Matteo XVIlI. ci mostra con evidenza ilb.isogno assol':'tamente~valente su ogni altro interesse spi;cltuale. proprIO del ca.tarlSmo del '200. di adeguare tutte Iesue credenz~, da qualsiasi orighie potessero a lui proven ire,negli schernI e nei fondamentali atteggiamenti di pens;erodel Nuovo Testamento. concepito come Ja fonte prima. unica.assoluta di ogni verita.

Ne si puo agevo1rnente sostenere ehe il COS! de~to neo-manicheisrno medievale. nel suo sforzo di ,propagare la suadottri.na. si valesse, come di un mezzo, di tutti gli argomentiehe iJ Vangelo potesse fornirgli a favore di essa. po:ehe aquesta tesi eontnstano nettamente it fatto che, prima del1200 non si abbia, come abbiarno vista, nessuna testirnonian-

Osservaziooi sulle eresi« medioe'flali 143

za probativa sicura di una precisa influenza della tradizionemanichea nel pensiero eterodosso, e il valore assolutamentepredominante ehe Ia tradizione scritturale neotestamentaeia hain...ece esercitato sugli orientamenti spirituali di tutti i movi-rnenti ereticali del Medioevo. Non e quindi la tt"adizione neo-testamentaria ehe serve ad avvaloraee una pretesa reviviscen-za della dottrina maniehea, rna sono jollvece infiltrazioni lon-tane di questa dottrina ehe vengono a innestarsi, in un eertomemento nel bloceo incandescente ed ancora fluido del pen,siero ereticale, originatosi dall'incontro diretto e senza media-zione di cultura 0 di interpretazioni ufficiali, delle spirito delpopolo nuevo, sorto in Europa dopa il 1000\ con le veritäluminose, rna spesso sconcertanti e difficili a intendere, delVangelo-

Anche sulla provenienza e sull'epoca di queste inflltrazio.ni manichee nella dottrina catara abbiamo testimonianze ab,bastanza precise. Esse non si trovano nelle fonti anteriorialla fine del secolo Xllvperche anche I'accenno di Ademarodi Chabannes al manifestani dell'eresia « manichea » in Aqui.tania, ai primi del secolo XI, deve interpretarsi, come ah-biamo visto, nel senso di una caratterizzazione teologica diatteggiamenti eretieali dualistici. piuttosto ehe come una pre-eisa indieazione della loro origine storica. !Esse si trovanoinvece in Bonaccorso. ehe scr:ve alia fine del secolo XII.e specia.1mente nei eontroversisti eattolici dei primi del '200,quali Ra:nerio Sacconi eilMoneta. Appunto Rainer;o Sac-coni. ehe per ben 17 anni appartenne alIa setta catata, neldarei l'elenco delle varie chiese eatare. cita in fine la « Eccle_sia Burgariae» e la « Ecclesia Dugunthiae» e aggiunge « etomnes habuerunt originem de duabus ultimis» (I), A parte1a generieiti della prima indicazione «( ecc!esia Burgariae») ela diffieolti dell'identificazione de:Ua misteriosa Dugunthia,ehe puc, rieonoscersi in localicl diverse simate in un territo,rio vastissimo ehe va, a un dipres~. dalla Macedonia alIaBessarabia (2). 'Pare diffiei.le ammettere ehe Ie origini primedi tutto il catarismo europeo si debbano ricercare in un'unica

II) Summa tratns Raynerii cit., -pag. 70.(2) S¢lmma tratris Raynerii cit., I.. c. l..D Schmidt identifico

Dugunthia in Tragurium (Tracia}. H Leger ha proposto una Drogo-wetia (Drog()vic;a) in Bulgaria, a1tri Dinnigutia, antica citta della Me.sia situata suI Danubio. .

144 RafJaello Morghen

1ocaJitl· Molto piü probabilrnente Rainerio Saceoni ci da te-stimonianza delle eelazioni ehe, a1 suo tempo. s'erano strettevive e tenaci tra le sette catare italiane e le sette bulgare deiBogomil, ehe erano sorte e si erano affermate gia da temponei Balcani, con atteggiarnenti in parte simili a. quelli del ca-tarismo occidentale (I).

Sempre secondo il Sacconi, Nazario, vescovo cataro, avan,ti a lui e ad altri, avrebbe affermato « quod beata virgo fuitangelus et quod Christus non assumpsit naturam humanamsed angelicarn et corpus coeleste- Et dixit quod habuit huneerrorem ab episcopo et filio maiore ecclesiae Bulgariae, iamfere elapsis annis LX », cioe verso :1 1 Igo, se il Sacconi, comeappare dall'expWcit della sua opera, scriveva nel 1250 (2).Perehe tanta CUTa, da parte dell'antico eresiarca, nel registrarel'origine di queste credenze di evidente earattere manieheo,e nel determinare l'eti stessa in cui queste influenze lontanesaeebbero venute a contatto col mondo ereticale italiano, sein lui fosse stata viva la coscienza ehe certe dottrine avevanonella sua setta una traditione ben piu antica di mezzo secolo?La testimonianza del Sacconi ci con£erma perciö ehe certi ap-porti manichei, difIusi nell'oriente balcanico e mutuati da1catammo europeo probabilmente attraverso la setta bulgaradei Bogomit. sono p:uttosto tardivi, :rispet~o al fiorire deiprimi movirnenti ereticali del Me<iioevo, e assolutarnente in_. sufficienti comunque a spiegame l'origine. Per affinita di at-teggiamenti era naturale ehe quanto viveva ancora nel mondomediterraneo dell'antico dualismo cosmogonico manicheo, sia

(I) V. A. CRONIA, II Bot-gomilismo, Roma 1925, ehe raeeogliequanto conosciamo in proposito. Le somiglia,nze tra it Bogomilismoe :J Catarismo sano ementi: l'aborrirnento di ogni fonna di cultoesteroo, il ripudio dei sacrarnenti, la eondanna pel mat,rimonio, itdualismo. Nel dualismo dei Bogond ci sono ind'ubbie tracce &i ma-~heismo, mescolate pera a.nche a residui di un <J,ntico duaiismonaturi5tico, proprio della re~one primitiva ~Ii slavi. Ln ognimodo anche ,presso i Bogomil il ritorno a1 Va,n:gdo e I'aaesione alialettera di esso costituiscono' i4 ,princiopio basilare e I'orientamentoassolutame.nte .predominante de).!.a se.tta. A,ppare evidente ehe it Bo-gornilismo sorge neU'Oriente balcarico per glir stessC impulsi ehehanno determinato it sargere <ielle eresie occidentali, 311che se si ecoic:ftto di akuni. rißes.si speciali dovuti aU'ambiente culturale diverso.

(z) Summa ft'lltris Raynmi cit .• ,paß. ']6. L'ex.plicit della Summae oil seguente: • Anno Domini MCCL cornpiJatum est fidd.iter perdictum fr,llrem Raynerium ... ».

Osseroazjoni sulZe e,esiemedioevali 145

pure nelle forme quasi irriconoscibidi di miti popolari, venisseconvogliato nel grande movimento del dualismo etico del ca-tarismo, Ma questo aveva, come abbiamo visto, ben altre oei-gini- IImanicheismo rapprese:ntava un relitto traspoetato dallagrande corrente .ereticale. non la prima scaturigine di essa;una scoria del passato, non ungerme vitale.

Qualora si volesse ammette:re il contrario bisognerebbeancora spiegare come mai, al priacipio del sec. :x:J. si mani-festaase in tutta l'JEuropa, quasi conremporaneamente, un co,mune spirito religiose che aveebbe dato a quelle antiehe dot,trine nuovo vigore e un valore assoluto; occorrerebbe spiega.-eil perehe di un tale simultaneo orientamento delle coscienze,e ricercara quali nuovi sentimenti e quali nuovi ideali era-no alle origini di esse. Si dovrebbe, in una parola.tornarea motivi di una portata molto piu vasta e di una efficaciamolto piu profonda, che non [a suggestione di una lonta-na e fantasiosa mitologia cosmogonica,

IX. II sorgere delle prime eresie dualistiche ed evangelichedel Medioevo trova invece la sua naturale spiegazione in queIvasto movimento di coscienze ehe, proprio ai primi del se~o_10 XI. contraddistinse l'in:zio della grande lotta per 1a riformadella Chiesa. Riforma della Chiesa voleva significare riformadi tutta Ja vita religiosa, politica. sociale. ab imis fundamen-tis; riforma esteriore ckDa societ:a dei credenti. nei poteri delloStato e nelle SUerelazioni con la Chiesa e con l'individuo: an,.nunciava. in una parola, un movimento destinato a sconvolge_re e tJrasformare tutte Ie forme della vita medkvale. Ed e cer_to chegli ideali di rinnovamento dell'individuo e della societa,della coerenza morale e del ritomo aJ.1a purezza evangeIica.ehe di quella lotta sono i principali motivi ispintori, comegli odi e Ie passioni. i risentimenti e Ie aspirazioni che essascateno e accese, costituirono l'humus spirituale da cui tJras-sero alimento e iJ. movimento della ruorma monastica, egliatteggiamenti della riscossa .del Papato di fronte aJ.po~erelaico, e la nUova coscie:nza religiosa e civile del laicato e del-le nuove dassi popolari ehe si affacciano ilia storia: l'eresiamedioevale e, in gran parte. l'espressione di questa nuovacoscienza religiosa laica.

ehe l'eresia medievale abbia tJratto origine dal vasto rno-vimento per la riforma della Chiesa p:uttosto ehe dal tardivo

Jfrthivio d.UQ R. DtpUUlziont romana di Storia pa/ria (A, LXVII). N, S. VoL X, 10.

RafJadLo Morghen

risorgere di una. antica gnosi, ci viene testimoniato anche daun altro fatto di grande rilievo: dal valore add:nttura cen-trale attribuito da tutte le sette al problema ecclesiologico edalla fiera e costante opposizione di tutti gli eretici, dell'Xlsecolo come dei secoli successivi, alia Chiesa Romar-figueara concordemente nella meretrice dell'Apocaliss., nellaBabilonia della prima [ettera di Pietro, nella « !Ecclesia mali,gnantium» 0 nella « Ecclesia diaboli)), adulteratrice dellapura tradizione dell'E vangelo, in contrapposiziona all' ({Ec-clesia Dei», unica ~ontinuatrice ~egittima della ttadizioneapostolic a della Chiesa primitiva, attraverso ilpenoso tiroci-nio delIa persecuzione, delia povertl, della solferenza.

E' senza dubbio superfluo documentare tale decisa oppo_sizione alla Chiesa ufficiale, e l'aspirazione ad un'altra orga-nizzazione della Chiesa pili aderente ai dettami del Vangelo.neHe manifestazioni ereticali dei secoü XI e XII, ehe abbiarnesopra esamina~: tale opposizione negli eretici di Aquitania,di Orli:lr.s, di Monteforte e 1a conseguenza necessaa-ia delleloro posizioni ideali; nella dottrina di Pietro di Bruys e chia_ramente espressa nella :negazione del culto esterno, del valore<f~i Sacrame~ti. e .delle opere; da Arna.Jdo da Brescia e espli.cltamente dlchlarata e pr<>Clamata nella loaa senza quartiece<he egli condusse contro il Papa~o e 1a Chiesa Romana, oltreehe sui ~mpo religioso. anche su quello politico. Ma e op-portuno rl'levare come ,perfino i Patari, ehe in un primo mo-mento, sotto la predominante influenza cl: un protettore comeIldebrando, furono gli alleati piiI potenti e piu attivi dellaCh:esa Romana nel·la lotta contro :1 clero concubinario e sima-niaco. tradivano, cia non d.i meno, 1.1 loro decisa ten ...denza .1 una Chiesa di popolo. non accentrata intorno at pote ...re sacerdotale, e isp;nta soprattutto .11motivi dell'adesioneplena e assoluta ana paroh del Vangelo: ideale ehe mal siadattava alIa Chiesa Romana quale appariva agli occhi degiiuomini del secolo XI. II ripudio della messa eelebcatae dei saeramenti amministrati da sacerdoti indegni, costitulla manifestazione piu evidente di questa tendenza anti ...sacerdotale ehe, in proseguo di tempo, doveva portare fatal,mente 1a Patma nel campo della decisa ribellione aRoma (1).

(I) San Pier Damiani aveva avvertito chiaramente eic, quando.ck>?1orando gli ecU$Si <lei Patan di Firenze, lamentava ehe essi non

Osservazicm. sulle eresse medioevali 147

Ma dalla fine del secolo XII, la rivolta contro Roma e lacondanna della Chiesa Romana costituiscono, sipuo dire. ilfulcro di tutte le dotteine ereticali e l'esigenza fondamentalein cui le diverse sette trovano la loro ideale units.

L'opposizione insanabile tu le due Chiese, la « IEcclesiaSanctorum» del Salmo 149. I. e la « Ecclesia malignantium »del Salmo 25. v, e ormai nettamente chiarita nella coscienzadi tutti gli eretici (1)' La D'sputatio, tante volte citata. nota:« In hoc concordant Pauperes de Lugduno cum PauperibusLombardis contra Ecclesiam, quod Ecclesia Romana, tenen-do cursum quem tenet, non est Ecclesia Chr:sti sed Eccles'amaligna » (2). E secondo Stefano di Barbone. i Valdesi affee-mavano « Romanam Ecclesiam esse meretricem, Babylon etomnes ei obedientes dannari » (3). Il Moneta cerca di stron-care alIa base queste affennazioni, sostenendo ehe la Chiesa« est congregatio fidelium» e ehe questa « est iUa Ecclesiaquae dicitur Ecclesia Ramana quidquid aemu1i fabulen·tur» (4). Ma i1 precetto evangelico di giudicare ogni cosa daifrutti (5). e il criterio di valutazione ehe gli erecici concorde-mente gli contrappongono. non senza riecheggiare. sia pureinconsciamente, lontane influenze del pensiero «desiologicoagostiniano, quale era stato formulato nel De civitate Dei:({Fructus fidei romanae malus sit - dicevano gli eretici -fides eius mala est»; « •••decem partes ecclesiae romanae ma.lae sunt ...• pocius ergo debet dici Ecclesia diaboli quam Dei:fides If"omanae ecclesiae mortua est, Il"omana ecclesia mortuaest » (6). D'altronae la Chiesa di Rorna ha consuetudini « quaein Evangelio nec in alio libro Novi Testamentj non su·nt scrip.tae, nec potest ostendi quod fuerint in Ecclesia primitiva » (7)-Come puo -quindi affermare di ~ntinuare 1a tradizione di es·

riconoscevano piu ne Papa, ne re, ne sacerdote e eheper loro colpap:u di mille uomini era.no morti in Firen.z.e senza sacramenti. V. R.MORGHEN, Gregorio VII, Torino, 1942,pag.

(I) MONETA, Adversus Catharos, cit., pag. 38<).(2) Disputatio cit.. col. 1779.(3) Tractatus de Haeresi ecc. cit., col.. 1779.(4) MONETA, Adversus Catharos ecc. Cit., pag. 390.(5) MONETA, Adversus Catharos cit., pag. 390: Matteo VII, 17,

18, Arbor ex fructibm c·:)gn<Jscitur.(6) MONETA, Ad::,,;;s Ca~!:aros cit., pag. 391.h) MONEn, op. e 1. citt.

RatJaello Morghen

sa? I due canoni fondamentali di tutta l'ecclesiologia eretica-Ie, l'adesione piena e assoluta a1la lettera del Vangelo, e lacontinuitä della tradizione della Chiesa Apostoliea sono quiesplicitarnente e chiaramente dichiarati, Ana Chiesa Romanagli eretici applicano di contro tutti i passi ehe nel Vangelo ri-guarclano gli scribi 0 i farisei (I). L'ideale della povertä evan-gelica appare gil a discriminare nettamente, nella coscienzadei contemporanei, la « Ecclesia Christi » dana « Ecclesia Ro-mana ». La « Ecclesia Christi) era povera, aveva bisogno ditutto, dava tutto ai poveri. La Chiesa di Roma « in divitiis,induta purpura et bysso, lasciva epulatur splendide, non la-berat manibus suis, otiosa devorat aliorum labores, et male ..dicit» (2).

La « Ecclesia Cbristi » era disprezzata dal mondo, la Chie-sa Romana e accaeezzata e blandita- « Ecclesia Dei non occi-debat, non iurabat, Ecclesia Romana hoc facit » (3). La primaera tlistretta a una piccola sch:era eli petfetti [pauca est), l'altrae « dilatataper orbem» (4). Nella Ecclesia Dei « non fl.le-runt oedines Augustini et Benedicti, neque arohiepiscopi, pri-mates. cardinales. archidiaconi, acolythi et exorcistae. Iecto-res. ostiari, cantatoees vel saoristae ) (5). La « Ecclesia Ramanabenedicit carrocia parata ad proelia iniusta» (6). Essa e per-cic la « mulier sedens super bestiam »)dell' Apocalissi e la Ba-bilonia della lertera di Pietro, e non ,puc in alcun modo iden-tificarsi con la Chiesa qual'e adombrata nella lettera di Paoloagli Efesi V, 25: « Christus dilexit Ecclesiam et se ipsumtJradidit pro ea, ut ilIam santificaret •.. ut exhiberet jpse sibigloriosam Ecclesiam non habentem maculam aut rugam».La Disputa:t;·o cosl commenta: « Verba Pauli sunt; ramanaecclesia habet maculam et rugam, quia sunt adulteri, avari,ambitiosi, lupi rapaces· Non est ergo illa ecdesia. Ergo ipsicredere non debemus, sed nostra est Ecclesia ubi sunt homi,nes iusti et casti, non mentientes, non &audantes» (7).

Cosi il criterio patarinico della validid del sacerdozio solo

(I) MONETA, op. el. citt.; Matteo XXIII, 24, 13, 29: Luca II, n.(2) MONETA, op. cit., pag. 393.(]) MONETA, op. cit.,pag. 394.(4) MONETA, op. cit., pag. 395.t,' :-rONETA 09. e 1. citt.~tl)MONETA, op. cit.. pag. 397.(7} Disputatio cit., co1.. 1751.

Osservaziooi mile eresie medioeoal; 149

in funzione della dignitä morale del sacerdote, e concorde-mente. affermato sulla base dell'altro famoso passo della let-tera di Paolo a Timetee I. 5: « Oportet episcopum ireepee-hensibilem esse, unius uxoris virum. sobrium, prudentem,ornatum, pudicum, hospitatorem, doctorem, non molestum,non percussorem, non [mmodestum, non cupidum, suae do,mui bene dispositum, filios habentern subditos, cum omnicastitate » (I). Come poteva la Chiesa di Roma, alla luce eLiqueste testimonianze evangeliche, arrogarsi il diJr;tto eLi rap-presentare la chiesa di Cristo? Per gli eretici era assurdo pen,sare perfino ehe essa avesse potuto aver inizio da Cristo eda Pietro! A questo proposito non rifuggivano perfino dalcavillare ingenuamente sui testiper provare il loro assunto-Paolo nella lettera ai Galati III, 24 aveva detto: « Lex paeda-gogus noster fuit in Cristo, ut eX fide justificemur. At ubivenit fides [am non sumus sub paedagogo »- E gli eretici sus'sumevano: « Prius ergo non erat fides, ergo prius non eratEcclesia». Cristo aveva detto in Matteo XVI. IS: « Tu es .Petrus et super hane pettam aeJifu:abo Eeclesiam meam »,

E gli eretici commentavano: « Si !Ecclesia at<Jificanda erat.ergo nondum erat » (2),

Perfine la venuta di Pietro aRoma e Ja presenza delle sueossa nella Citta Eterna erano dagli eretici decisamente ne-gate (3). L'origine della Chiesa Romana e per essi del tuttoumana e si rannoda alJ.'impero dl Cesare e ai nomi di papaSilvestro e di Costantino, non ,piu celebrati come .co~oro eheprimi esa1tarono « ad astra.)) la Chiesa di Cristo. uscita appe-na dalle catacombe, rna gil rappresentati l'uno come « i1primo noco padre)) e l'altro come l'infausto autore delladonazione ehe corruppe la purezza primitiva della Chiesaapostolica: « Romani pontJices et qui eis adhaerent. non suntsuccessores Petri sed Constantini. nec a Petro incoepisse Ee,clesiam, sed a Constantino vel a Silvestro. D:cunt enim quodcum Paulus venisset Romam, sancti qui tunc Romae erant.quia e~ ab imperatoribus Romanorum capi'ebantUtt'. deride-bantur, earcerabantur. et ~ontradicebatur eis fere omnibuset occidebantur. Tune autem Roma impeil'ium mundi tene..

(I) Disputatio c:t., col. 1753. MONETA. op. cit .. pag. 318.(2) MONRTA. op. cit., pag. 408.(3) MONETA. op. cit .• pag. 41 I.

Raffaello Morghen

bat. Illud autem imperium Julius Caesar vindieavit sibi insupeebia multa et rapina auferens illud ab a1;0 imperatore-Istud imperium tenuit Roma usque ad tempus Constantini,qui in eodem imperio superbe successit, et sicut habebat tra-divit Silvestro. qui fuit papa huius romanae Ecclesiae et om'nia insigna imperii illi tradivit, scilicet coronam imperialem,chlarnidem coccineamvpalatium Lateranense et potestatematque dominium mundi, sicut ipse habebat. Sed ipse habebathoc per violentiam et eapinam, sicut Julius Caesar et aliipraedecessores sui, ergo Silvester qui ilIa accepit, iniuste etper rapinam ilIa possedit » (I}.

L'Impero di Rorna era stato fondato, secende Ia nota con...cezione agostiniana, con la rapina e con la violenza; Ia ChiesaRomana ehe ne aveva eaocolte, per 1a donazione di Costan-tino, le spoglie, ne continuava quindi la tradizione di rapi-na e di violenza- Non si poteva proferire condanna piunetta del Papato e della Chiesa di Roma, Ad essa gli ereticiapplicavano pet'~io la profezia di Daniele VUI, 20, del1'arietee del montone e in Silvestro, « viribus Constantini eebora-tUS» vedevano impersonato il « rex impudens» dell'anticapeofezia, se non addinttura I'Anticristo. Alla Chiesa Roma-na non era quindi leci~oesercitare akuna autorita, ne scomu,nicare.,ne emanare nuove costituzioni (2).

D1 contro alla condanna recisa della Chiesa quale si eravenuta configuranclo nella storia. attraverso circa un millen,nio di vita. l'eresia med;evale fissava il suo ideale in un anti,st.orico ritomo ~ ~hiaa primitiva. ehe poteva parere £ruttodl astra~o sempl!C1Smo,rna ehe nello stesso tempo tnevavigore dl concre~ezza dille profonde esigenze morali eheerano alIa base cosi del mov,imento della Riforma della Chie,sa come dell'eresia stessa· Tm tali esigen~ quella dellacoerenza assoluta tra Ie as~A'azioni dell'uomo interiore e Iemanifestaz:oni dell'attivita ipratica. t:ra gli ideali professati el'attuazione concreta di essi. era fondamentale e sve1ava an,cora una volta i catatteri essenziali delle prime onigini delmovimento errt..ca1e. A questa esigenza erano naturalme.nteassociati l'Kieale della liberta spirituale e l'intima coscie.nzadella digniu dell'individuo. come volonta realizzatrice. tesa

(I) MONETA, Adversus Catharos, cit., p3g. 409·(2) MONETA, cp. cit., pagg. 263, 412.444.

Osservazioni sulle eresie medioevaili 151

in un inesausto anelito di perfezione. Perciö .gli eretici soste-nevano di essere gli unici legittimi discepoli di Cristo e degliApostoli, e gli uniei rappresentanti qualificati della sua Ch:e.-sa (I). Contro la legge della Chiesa e Ia sua tradizione, essisi appellavano direttamente alla legge del Vangelo e alIa pa-rola di Cristo. Contro l'autoritä dei sacerdoti ehe erano ve-nuti meno ai precetti fondamentali della legge cristiana, essisi appellavano alla coscienza del giusto ehe ristabiliva, al diIa e a1 di sopra della mediazione di un saeerdozio degenere,i eontatti diretti coo Dio, attraverso le ispirazioni interioridella coscienza, e l'adesione spontanea e completa alla letterae a110 spirito della parola divina s « Soli bono obediendumest, quia ille solus habet potestatem Iigandi et solvendi )).(2.).

E' queste i1 precetto fondamemale espt"esso dalla coscien-za eretieale del Medioevo; e in esso appaiono eompletamentefuse le es.genze di coerenza morale e dell'individualismo reli ..gioso, ehe costituivano le piu profende radici di essa·

RAFFAELLO MORGHEN

(I) TTarl4tUS de haeTesi, cit., col. 1783.(2) MONETA, Advf'TSUS Catharos cit., pag. 436.