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Committente: Ubicazione:
PRO.GE.CO. srl Località Coda di Muccia - 62034 Muccia (MC)
E.I.G. s.r.l. Società di Ingegneria e Costruzioni Iscrizione C.C.I.A.A. MC n. 154300 C.F. e P.IVA. n. 01461630434 Cap. Soc. Euro 23.000,00 i.v. Via Aldo Moro n. 6 - 62034 Muccia (MC) - Italy Tel. +39.0737.647014 - Fax. +39.0737.647121 Mail: [email protected] - Web: resparambia.com
RREELLAAZZIIOONNEE
GGEEOOLLOOGGIICCAA
Numero copia Elaborato
Codice Progetto Pagina Identificativo
RRGG - 1 di 27 RG. Relazione geologica
Agg. Data Motivazione Redatto Verificato Approvato
0 Febbraio 2014 Prima emissione M. Cataldi A. Resparambia C. Resparambia
1
2
3
4
5
6
La E.I.G. s.r.l. – Società di Ingegneria e Costruzioni si riserva a termini di legge la proprietà del documento. Senza regolare autorizzazione scritta, è vietato riprodurre anche parzialmente o con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico e/o trasferirlo a terzi (Art. 171 Legge 22.04.41 n° 663)
Sistema Qualità Certificato UNI EN ISO 9001:2008
rilasciato da Bureau Veritas
accreditato SINCERT
Comune di MUCCIA (MC) RINNOVO DEI PERMESSI DI INSEDIAMENTO ATTIVITA’ PRODUTTIVA
RELAZIONE GEOLOGICA
C:\Users\Mauro\Desktop\RG. Relazione geologica.doc
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1.0 PREMESSA E METODOLOGIA DI INDAGINE ...................................................................... 3
2.0 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ......................................................................... 5
3.0 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO, COROGRAFICO E TOPOGRAFICO. ....................................... 6
4.0 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO E CONFORMITA’ IN MATERIA URBANISTICA,
AMBIENTALE E PAESAGGISTICA. ......................................................................................... 7
4.1 PIANIFICAZIONE DI LIVELLO NAZIONALE ....................................................................... 8
4.2 PIANIFICAZIONE DI LIVELLO REGIONALE E PROVINCIALE ................................................... 11
4.3 PIANO STRALCIO DI BACINO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO ........................................... 12
5.0 CARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE GEOLOGICA DEL SITO ........................................... 13
5.1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO - STRUTTURALE ............................................................. 13
5.2 STRATIGRAFIA E MODELLO GEOLOGICO DEL TERRENO .................................................... 14
5.3 TETTONICA ........................................................................................................ 16
5.4 INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO ........................................................................ 16
5.5 INQUADRAMENTO IDROLOGICO ED IDROGEOLOGICO ....................................................... 18
5.6 VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITA’ E DEL RISCHIO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO DEL
TERRITORIO ................................................................................................................ 18
6.0 CARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE GEOTECNICA DEL SITO .......................................... 19
6.1 LITOSTRATIGRAFIA E CARATTERIZZAZIONE FISICA E MECCANICA DEI TERRENI E DELLE ROCCE. ... 19
7.0 CONCLUSIONI ...................................................................................................... 20
ALLEGATI NEL TESTO
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
TAVOLE NEL TESTO
INQUADRAMENTO COROGRAFICO (TAV. 01 – SCALA 1: 25.000)
INQUADRAMENTO TOPOGRAFICO (TAV. 02 – SCALA 1: 10.000)
INQUADRAMENTO CATASTALE (TAV. 03 – SCALA 1: 2.000)
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1.0 PREMESSA E METODOLOGIA DI INDAGINE
La presente relazione è stata redatta su incarico della PRO.GE.CO. srl di Muccia (MC), interessata al
rinnovo dei permessi per l’insediamento come attività produttiva di recupero e riciclaggio di materiali
inerti provenienti da demolizioni presso il sito di Coda di Muccia (MC).
In tale area (Foto 1), attiva da metà anni ’90, il rifiuto proveniente dalle attività sopraindicate,
subisce un trattamento particolare: viene macinato e dopo le necessarie analisi diventa un ottimo
materiale per sottofondi stradali. Questi aggregati riciclati costituiscono un'ottima alternativa ai
materiali tradizionali, soprattutto in vista della necessità di utilizzare strumenti idonei alla salvaguardia
dell'ambiente e del territorio.
La PRO.GE.CO. srl aderisce al sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) istituito dal
Ministero dell'Ambiente.
I materiali trattati sono classificati come rifiuti speciali non pericolosi e la quantità massima
stoccabile ammonta a 7.000 m3.
Lo scopo della presente indagine geologica e geomorfologica è quello di garantire e di assicurare
l’idoneità del sito su cui vengono svolte le attività di stoccaggio e di lavorazione inerti.
Si avverte che i contenuti di questa indagine sono finalizzati esclusivamente alla redazione di un
modello geologico e sismico, imprescindibile dalla successiva caratterizzazione e modellazione
geotecnica, di cui, nella presente, se ne fa comunque accenno: pertanto, eventuali verifiche in
condizioni statiche agli Stati Limite Ultimi (SLU) e agli Stati Limite di Esercizio (SLE) e eventuali
verifiche in condizioni sismiche agli Stati Limite della Vita (SLV) e agli Stati Limite di Danno (SLD)
presenti in tale relazione hanno valore prettamente indicativo. Tali verifiche dovranno essere
approfondite in apposita relazione geotecnica.
Lo studio, in conformità con le linee guida indicate dal Consiglio Nazionale dei Geologi per la
redazione della Relazione Geologica (Progetto Qualità 2010), è stato articolato nel modo di seguito
indicato:
Indagini preliminari
Ricerca ed analisi dei dati esistenti: cartografie tecnico-scientifiche pubblicate, dati catastali,
vincolistica, sismicità storica, sondaggi geognostici e/o scavi ispezionabili, prove in situ o in
laboratorio geotecnico, dati bibliografici, indagini geologiche e/o geotecniche precedenti.
Esecuzione di una analisi aero-fotogrammetrica dell'area indagata.
Pianificazione del programma di indagine e progettazione dello stesso sulla base
dell’inquadramento geologico della zona e in funzione dei dati che è necessario acquisire per
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pervenire ad una ricostruzione geologica di dettaglio che possa risultare adeguata ed utile per
la caratterizzazione e la modellazione geologica del sottosuolo.
Indagini di terreno
Esecuzione di sopraluoghi volti a individuare gli aspetti geologici (riconoscimento delle
formazioni, acquisizione delle giaciture e delle strutture tettoniche), geomorfologici ed
idrogeologici dell’area interessata dall’opera in progetto, per un intorno significativo, con
particolare riferimento sia a processi morfologici e dissesti attivi o quiescenti e loro tendenza
evolutiva e sia a processi erosivi connessi al ruscellamento superficiale e all’evoluzione del
reticolo idrografico. Analisi delle interferenze con i manufatti circostanti.
Elaborazione dei dati raccolti
Caratterizzazione e modellazione geologica.
Descrizione dei risultati ottenuti e delle difficoltà incontrate. Esposizione ed interpretazione
dei dati risultanti dalle indagini e dalle prove eseguite - caratteristiche intrinseche delle
singole unità litologiche (terreni o rocce) con particolare riguardo ad eventuali
disomogeneità, discontinuità, stati di alterazione e fattori che possano indurre anisotropia
delle proprietà fisiche dei materiali.
Analisi e ricostruzione degli aspetti idrogeologici dell’area fornendo lo schema della
circolazione idrica superficiale e sotterranea. Valutazione delle permeabilità/trasmissività.
Definizione geometrica e dinamica degli acquiferi e delle relazioni fra acque superficiali e
sotterranee.
Considerazioni generali sulla stabilità dei versanti (opportunamente estese ad un intorno
significativo) tenendo conto di quanto previsto dal P.A.I. - o altro strumento di
programmazione idrogeologica (es. P.T.C.) - e dell’analisi delle forme e dei processi
geomorfologici, processi erosivi e dinamiche evolutive del reticolo idrografico. Definizione
del modello concettuale di franosità ed individuazione delle possibili tipologie di evento
potenzialmente atteso (caratteristiche geometriche ed evolutive del versante) anche sulla
base di deduzioni relativa alla franosità pregressa.
Caratterizzazione e modellazione geotecnica.
Stesura degli elaborati grafici (cartografie e sezione litostratigrafica) e descrittivi (tabelle,
figure, prove penetrometriche ed allegati vari).
Stesura finale della presente relazione con sintesi di quanto realizzato, giudizio sulla
fattibilità geologica dell’opera in progetto ed eventuale esplicazione degli interventi previsti
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per rendere il manufatto e/o l’opera compatibile con l’assetto idrogeologico dell’area ed in
particolare con le pericolosità ambientali definite in funzione delle indagini eseguite.
2.0 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
L’indagine è stata predisposta nel rispetto delle norme e disposizioni recate dai seguenti
provvedimenti:
D.M. 14.01.2008, Testo Unitario - Norme Tecniche per le Costruzioni.
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Circolare del 02.02.2009, Istruzioni per
l’applicazione delle “Norme Tecniche per le Costruzioni” di cui al D.M. 14.01.2008.
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Pericolosità sismica e Criteri generali per la
classificazione sismica del territorio nazionale. Allegato al voto n. 36 del 27.07.2007.
O.P.C.M. n. 3274 del 20.03.2003, Norme tecniche per il progetto, la valutazione e
l’adeguamento sismico degli edifici.
O.P.C.M. n. 3519 del 28.04.2206, Criteri generali per l’individuazione delle Zone sismiche e
per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone.
O.P.C.M. n. 3316, Modifiche ed integrazioni dell’Ordinanza P.C.M. n. 3274 del 20.03.2003.
Eurocodice 8 (1998), Indicazioni progettuali per la resistenza fisica delle strutture - Parte
5: Fondazioni, strutture di contenimento ed aspetti geotecnici. Stesura finale 2003.
Eurocodice 7.1 (1997), Progettazione geotecnica - Parte I: Regole Generali. UNI.
Eurocodice 7.2 (2002), Progettazione geotecnica - Parte II: Progettazione assistita da prove
di laboratorio. UNI.
Eurocodice 7.3 (2002), Progettazione geotecnica - Parte II: Progettazione assistita con prove
in sito. UNI.
D.M. LL.PP. 11.03.1988, Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la
stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e il sostegno delle terre e
delle opere di fondazione. G.U. Repubblica Italiana n. 127.
D.M. LL.PP. 16.01.1996, Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche. G.U.
Repubblica Italiana n. 29 del 05.02.1996.
D.L. 03.03.2006 n. 152, Norme in materia ambientale. (G.U. Repubblica Italiana n. 88 del
14.04.2006 - S.O. n. 96).
Deliberazione di Consiglio Regionale del 21.01.2004 n. 116, Piano stralcio di bacino per
l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.). Supplemento n. 5 BUR Marche n. 15 del 13.02.2004.
D.A.C.R. del 03.11.1989 n. 197, Piano Paesistico Ambientale Regionale (P.P.A.R.).
Deliberazione di Consiglio Provinciale del 11.12.2001 n. 75, Piano Territoriale di
Coordinamento provinciale (P.T.C.).
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Nell’elaborazione della presente indagine sono state consultate le seguenti pubblicazioni e
cartografie:
Antonini G., et alii (1993) – Carta inventario dei movimenti franosi della Regione Marche ed
aree limitrofe (scala 1: 100.000). CNR – IRPI Perugia, CNR – GNDCI. Pubbl. CNDCI n. 580.
Barchi M., et alii (1988) – Sezioni geologiche bilanciate attraverso il sistema a pieghe
umbro-marchigiano. Boll. Soc. Geol. It., 107: 109-130.
Boni C., et alii (1986) – Schema idrogeologico dell’Italia Centrale. Mem. Soc. Geol. It., 35:
991-1012.
Boni C., et alii (2009) – Studio idrogeologico nel settore nord-occidentale dei monti sibillini:
un contributo alla cartografia idrogeologica ufficiale. Italian Journal of Engineering and
Environment, 1: 25-40.
Calamita F., et alii – Analisi dell’evoluzione tettonico – sedimentaria … Il Bacino di
Camerino. Studi Geologici Camerti, V.
Centamore E. (1986) - Carta Geologica delle Marche (scala 1: 250.000). Litografia Artistica
Cartografica - Firenze.
Centamore E., Deiana G. (1986) - La geologia delle Marche. Numero speciale, Studi
Geologici Camerti.
Centamore E. et alii (1991) - Carta geologica, geomorfologica ed idrogeologica delle Marche
(scala 1: 100.000). A cura della Regione Marche, Assessorato Urbanistica - Ambiente.
S.E.L.C.A. - Firenze.
Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti (1990) – Zonazione e riclassificazione sismica.
Atti del Convegno. Pisa, 25-27 Giugno 1990. Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Istituto di Geologia - Università di Camerino - Carta geologica dei depositi neogenico-
quaternari tra il F. Potenza e il F. Tronto.
Regione Marche - Giunta Regionale (1991) - L’ambiente fisico delle Marche: geologia,
geomorfologia, idrogeologia.
Regione Marche - Autorità di Bacino Regionale (2001) - Piano stralcio di bacino per l’Assetto
Idrogeologico (P.A.I.).
Regione Marche - Ufficio Urbanistica e Cartografia (1999-2001) - Carta geologica regionale
(scala 1: 10.000).
3.0 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO, COROGRAFICO E TOPOGRAFICO.
L’area oggetto di indagine è ubicata nel territorio comunale di Muccia (Regione Marche, Provincia di
Macerata), più specificatamente a monte del kilometro 2 della Strada Provinciale 256 “Muccese”.
Essa si sviluppa intorno alla quota di 560 m s.l.m. (Figura 1), all’interno di una vallecola racchiusa
tra due dorsali collinari aventi sviluppo pressoché parallelo N-S e quote massime di 605,7 m s.l.m.
(Colle Santa Barbara) nel versante orientale e 955,4 m s.l.m. (Monte di Muccia) nel versante opposto.
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All’interno di tale vallecola non si segnala la presenza di nessun corso d’acqua di tipo perenne ma si
registra un locale deflusso superficiale solo in caso di forti precipitazioni.
Figura 1 – Inquadramento geografico: vallecola compresa tra due dorsali collinari aventi sviluppo N-S.
Le coordinate geografiche, espresse in gradi decimali (DD) del sito oggetto di studio, sono le
seguenti:
Lat. (°) 43,098537
Lon. (°) 13,046156
Nella cartografia ufficiale, il sito è presente nella Carta Topografica d’Italia - Foglio 124 “Macerata”
- Quadrante III (Tavola 01, scala 1: 25.000).
In particolare, con maggiore precisione, l’area ricade nella Carta Tecnica delle Marche - Foglio 313
“Camerino” - Sezione 313090 “Muccia” (Tavola 02, scala 1: 10.000).
Catastalmente, l’area è individuabile nel Foglio n. 4 del Comune di Muccia, P.lle n. 15, 16, 17, 230,
232, 233 (Tavola 03, scala 1: 2.000).
4.0 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO E CONFORMITA’ IN MATERIA URBANISTICA,
AMBIENTALE E PAESAGGISTICA.
Il quadro di riferimento programmatico è stato sviluppato allo scopo di fornire gli elementi
conoscitivi sulle relazioni tra l’opera progettata e gli strumenti di pianificazione e programmazione
settoriale e territoriale.
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In seguito, sarà evidenziata la coerenza tra il progetto e gli indirizzi di pianificazione a diversa scala.
Per lo svolgimento del lavoro, sono stati esaminati gli strumenti di pianificazione/programmazione
vigenti per il territorio in esame e per i settori che hanno relazione diretta o indiretta con il progetto.
Tali strumenti sono pubblicamente disponibili ai seguenti link:
http://www.sit.provincia.mc.it:8081/pmapper/map.phtml
http://sitap.beniculturali.it/index.php
La normativa e gli strumenti di programmazione che possono avere una relazione diretta o indiretta
con il progetto in esame sono:
Livello nazionale
R.D. del 30/12/1923 n. 3267, Vincolo Idrogeologico.
D.P.R. dell’08/09/1997 n. 357, Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43 CEE
relativa alla conservazione degli habitat naturali e semi naturali, nonché della flora e
della fauna selvatica.
D.L. del 22/01/2004 n. 42, Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo
10 della legge 6 luglio 2002, n. 137.
D.L. dell’11/05/1999 n. 152, Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e
recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue
urbane.
L. del 05/01/1994 n. 36, Disposizioni in materia di risorse idriche.
Livello regionale e provinciale
Deliberazione di Consiglio Regionale del 21.01.2004 n. 116, Piano stralcio di bacino per
l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.). Supplemento n. 5 BUR Marche n. 15 del 13.02.2004.
D.A.C.R. del 03.11.1989 n. 197, Piano Paesistico Ambientale Regionale (P.P.A.R.).
Deliberazione di Consiglio Regionale del 23.12.1985 n. 8, Individuazione delle aree di
notevole interesse pubblico sotto il profilo ambientale e paesistico. BUR Marche n. 44 del
02.05.1986.
Deliberazione di Consiglio Provinciale del 11.12.2001 n. 75, Piano Territoriale di
Coordinamento provinciale (P.T.C.).
4.1 PIANIFICAZIONE DI LIVELLO NAZIONALE
Il Regio decreto-legge n. 3267/1923 prevede il riordinamento e la riforma della legislazione in
materia di boschi e di terreni montani. In particolare tale decreto vincola, per scopi idrogeologici, i
terreni di qualsiasi natura e destinazione che possono subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare
il regime delle acque; un secondo vincolo è posto sui boschi che per loro speciale ubicazione, difendono
i terreni o fabbricati da caduta di valanghe, dal rotolamento di sassi o dalla furia del vento.
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Per i territori vincolati, sono segnalate una serie di prescrizioni sull’utilizzo e la gestione; il vincolo
idrogeologico deve essere tenuto in considerazione soprattutto nel caso di territori montani dove tagli
indiscriminati e/o opere di edilizia possono creare gravi danni all’ambiente.
Le trasformazioni dei terreni soggetti a vincolo devono essere autorizzate dal Corpo Forestale (art.
7).
Nella Regione Marche, con l’entrata in vigore della Legge Forestale Regionale (L.R. 6/2005), le aree
sottoposte a vincolo idrogeologico sono state tutte estese a tute le aree boscate (art. 11).
L’indagine per l’ottenimento del rinnovo dei permessi per lo svolgimento delle attività di stoccaggio
inerti, NON RICADE all’interno del vincolo idrogeologico (Figura 2).
Figura 2 - Vincolo idrogeologico (colore rosa). Nel cerchio, in blu, l'area oggetto di indagine.
Il D.P.R. 08/09/1997 n. 357 prevede, ai fini della salvaguardia delle biodiversità mediante la
conservazione di definiti habitat naturali e di specie della flora e della fauna, l’istituzione di “Siti di
Importanza Comunitaria - SIC” e di “Zone Speciali di Conservazione”. In tali aree sono previste norme
di tutela per le specie faunistiche e vegetazionali (art.li 8, 9 e 10).
Successivamente a tale decreto, è stato emesso il D.M. 03 Aprile 2000 del Ministero dell’Ambiente e
della Tutela del Territorio e del Mare, con il quale è stato reso pubblico l’elenco dei siti di importanza
comunitaria proposti, ai sensi della direttiva 92/43/CEE, unitamente all’elenco delle zone di protezione
speciale designate ai sensi della direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 02 Aprile 1979, concernente la
conservazione degli uccelli selvatici.
La Regione Marche ha, a sua volta, emanato la delibera della G.R. n. 1791 dell’01/08/2000 con la
quale, in recepimento delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE, sono state individuate le “Zone a
Protezione Speciale – ZPS” e definiti gli adempimenti procedurali in ordine della valutazione di
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incidenza di cui all’art. 5 del D.P.R. 357/97. Tali aree si aggiungono ai SIC già definiti per adempiere
agli obblighi comunitari.
L’indagine per l’ottenimento del rinnovo dei permessi per lo svolgimento delle attività di stoccaggio
inerti, NON RICADE in siti di interesse comunitario SIC e ZPS (Figura 3).
Figura 3 – SIC e ZPS. Nel cerchio, in blu, l'area oggetto di indagine.
Il Regio decreto Il Decreto Legislativo del 22 Gennaio 2004, n. 42 “Codice dei bene culturali e del
paesaggio, ai sensi dell’art. 10 della legge 6 Luglio 2002, n. 137”, già L. 1497/39, abrogando il
precedente D.L. 490/99, detta una nuova classificazione degli oggetti e dei beni da sottoporre a tutela
e introduce diversi elementi innovativi per quanto concerne la gestione della tutela stessa.
In particolare, il nuovo decreto identifica, all’art. 1, come oggetto di tutela e valorizzazione il
“patrimonio culturale” costituito dai “beni culturali e paesaggistici” (art. 2).
Il Codice è suddiviso in 5 parti delle quali la Parte II è relativa ai beni culturali (es. siti di interesse
artistico, archeologico, con storia politica, militare o letteraria, ville, parchi, giardini, siti minerari) e
la Parte III ai beni paesaggistici (es. singolarità geologica, bellezza naturale, parchi, bellezza
panoramiche, fiumi, corsi d’acqua, boschi e foreste, zone umide, vulcani).
L’indagine per l’ottenimento del rinnovo dei permessi per lo svolgimento delle attività di stoccaggio
inerti, NON RICADE all’interno di tale vincolistica (Figura 4).
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Figura 4 - Vincolo D.L. 42/2004. Nel cerchio, in blu, l'area oggetto di indagine.
4.2 PIANIFICAZIONE DI LIVELLO REGIONALE E PROVINCIALE
La pianificazione a valenza ambientale nella Regione Marche viene attuata attraverso la delibera del
23.12.1985 n. 8 (“galassini”) e il Piano Paesistico Ambientale Regionale, approvato con delibera n. 197
del 03/11/1989.
Tale Piano ha seguito quanto disposto dalla ex L. 431/85, ora D.L. 42/04.
A livello provinciale si seguono le direttive dettate dal Piano Territoriale di Coordinamento
provinciale (P.T.C.), approvato con deliberazione di Consiglio Provinciale del 11.12.2001 n. 75.
Dall’analisi degli strumenti sopra indicati (Figure 5 e 6), risulta che l’area indagata per
l’ottenimento del rinnovo dei permessi per lo svolgimento delle attività di stoccaggio inerti, non
presenta criticità dal punto di vista geologico e geomorfologico e NON RICADE all’interno di zone
vincolate secondo gli strumenti legislativi sopracitati.
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Figura 5 – Vincolo Del. 23.12.1985 n. 8 “galassini”. Nel cerchio, in blu, l'area oggetto di indagine.
Figura 6 – Vincolistica P.T.C.. Nel cerchio, in blu, l'area oggetto di indagine.
4.3 PIANO STRALCIO DI BACINO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO
L’area oggetto di intervento ricade nella giurisdizione dell’Autorità di Bacino della Regione Marche -
Fiume Chienti, attraverso lo strumento denominato Piano stralcio di bacino per l’Assetto Idrogeologico
- P.A.I. (Deliberazione di Consiglio Regionale del 21.01.2004 n. 116, Supplemento n. 5 BUR Marche n. 15
del 13.02.2004).
Dall’analisi della cartografia allegata (Figura 7) estratta dalla Carta del Rischio Idrogeologico -
Tavola RI 63 d, si nota che l’area oggetto di indagine NON RICADE in tale vincolistica.
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Figura 7 - Vincolo P.A.I.. Nel cerchio, in blu, l'area oggetto di intervento.
5.0 CARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE GEOLOGICA DEL SITO
La caratterizzazione e la modellazione geologica del sito consiste nella ricostruzione dei caratteri
litologici, stratigrafici, strutturali, idrogeologici, geomorfologici e, più in generale, di pericolosità
geologica e geomorfologica del territorio.
5.1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO - STRUTTURALE
L’area oggetto della presente indagine, secondo un’analisi omogenea dal punto di vista del rilievo,
dell’assetto morfologico complessivo e della posizione geografica precedentemente presa in
considerazione, effettuata a partire dalla Carta Geologica delle Marche (1: 250.000) e dalla Carta
Geologica d’Italia (1: 100.000), presenta caratteristiche di transizione tra la regione fisiografica
denominata “Massicci e dorsali montuose” e la regione “Fasce di rilievi collinari comprese tra catene
montuose o adiacenti ad esse”, in quanto risulta essere zona di raccordo tra i rilievi montuosi e
l’adiacente depressione (nel caso specifico il “Bacino di Camerino”).
Tale sistema è caratterizzato generalmente dalla presenza in substrato di alternanze di marne
calcaree, marne argillose, calcari, calcari marnosi e calcari silicei deposti a partire dall’Eocene medio.
L’assetto strutturale generalmente è stratificato, dando luogo a piccole strutture interposte tra le
pieghe anticlinaliche e quelle sinclinaliche. In questo settore possono essere presenti coperture
alteritiche, in genere molto ridotte (frequenti ed ampie sono le zone denudate); talvolta, alla base di
scarpate o in corrispondenza di vallecole concave, possono presentare spessori anche di diversi metri.
Lungo le valli fluviali possono essere presenti depositi alluvionali terrazzati prevalentemente
ghiaioso-sabbiosi, di estensione e potenza discreti.
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Figura 8 - Inquadramento geologico. Stralcio della Carta Geologica d'Italia (scala 1: 100.000) - Foglio 124
"Macerata". Nel cerchio, in blu, l'area oggetto di indagine.
Nel caso in esame (Figura 8), è ben visibile come nel sito oggetto di indagine siano presenti i litotipi
sopra-citati, deposti in periodi a partire dall’Eocene medio (48,6 Ma) fino al Messiniano inferiore (7,246
Ma) in condizioni emipelagiche.
Tali terreni, costituiti verso il basso da marne anche sabbiose alternate a calcari marnosi, marne
calcaree con orizzonti di calcare detritico e, verso l’alto, da argille e marne argillose grigio scure,
appartengono alla litologia rispettivamente del Bisciaro e dello Schlier.
Generalmente, nel terreno, per l’assoluta subordinazione delle intercalazioni calcareo-marnose dure
rispetto alla frazione marnosa, riesce praticamente impossibile la distinzione (anche su cartografia) tra
Bisciaro e Schlier.
Tali litologie hanno i loro principali affioramenti sui fianchi della sinclinale camerte, in due bande
continue che si saldano a S di Camerino sviluppandosi sia nel ramo di Fiastra di tale struttura, sia in
quello che si spinge verso il vissano, dove costituiscono il nucleo della piega.
La potenza complessiva può arrivare a 250 m.
5.2 STRATIGRAFIA E MODELLO GEOLOGICO DEL TERRENO
In riferimento alla figura seguente (Figura 9) e ad un rilievo geologico effettuato è possibile
determinare, dal termine più recente a quello più antico, la seguente successione stratigrafica:
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Figura 9 – Stralcio della Carta Geologica Regionale (Scala 1: 10.000) – Sezione 313090 “Muccia”. Nel cerchio, in
blu, l'area oggetto di indagine.
COPERTURA
DEPOSITI ELUVIO-COLLUVIALI MUSb2 - SINTEMA DEL FIUME MUSONE (Olocene)
Costituiti da depositi limoso-argillosi, di origine colluviale ed eluviale (alterazione superficiale dello
Schlier), con frazione sabbiosa e con elementi marnosi o calcareo-marnosi. Nel caso specifico si rilevano
all’interno della vallecola che degrada verso S, su entrambi i versanti (Foto 2). Mostrano talvolta segni
riconducibili a movimenti franosi di tipo scorrimento (MUSa1), come accade nel versante occidentale, la
cui entità di spostamento non è determinabile (Foto 3).
SUBSTRATO
SCHLIER SCH - SUCCESSIONE UMBRO-MARCHIGIANA (Burdigaliano superiore p.p.-Messiniano
inferiore p.p.)
L’unità è costituita da alternanza di marne e marne argillose grigie e verdastre e, più
subordinatamente, da marne calcaree e calcari marnosi biancastri finemente detritici che, a luoghi, si
associano insieme fino a formare degli orizzonti che spesso si confondono con l’unità sottostante
denominata Bisciaro.
Presentano bioturbazione intensa, stratificazione netta e sottile, obliterata dal diffuso clivaggio che
non permettono di identificare l’immersione degli strati.
Lo spessore è diverso da zona a zona, in relazione alla morfologia del fondo marino ma anche a causa
delle eteropie con le altre formazioni mioceniche e dell’azione erosiva dei flussi torbiditici ad alta
concentrazione. Gli spessori minori si osservano quindi sulle zone più rialzate dove la successione è
condensata e, talora, lacunosa, ma anche in quelle parti depresse dove le emipelagiti sono state
sostituite rapidamente dalle torbiditi. In base a quanto esposto sopra e tenendo conto degli effetti
della migrazione del sistema catena-avanfossa da W verso E, l’età del tetto dello Schlier varia da zona a
zona mentre la base è generalmente attribuibile al Burdigaliano superiore.
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Nel sito oggetto di intervento, lo Schlier affiora nella parte alta della vallecola e a ridosso della strada
carrareccia adiacente all’area di stoccaggio (Foto 4 e 5).
5.3 TETTONICA
La regione marchigiana è interessata da uno stile tettonico prevalentemente plicativo, con pieghe
ad andamento NW-SE, cioè parallelo grossomodo al bordo costiero adriatico e spesso rovesciate verso E.
L’area in questione è compresa nella parte centrale della struttura sinclinoria Cerreto d’Esi –
Matelica – Castelraimondo – Camerino – San Marco, il cui nucleo è costituito dai terreni descritti
nell’inquadramento geologico.
Tutta questa struttura presenta asse diretto da NNW a SSE e si estende per tutta la lunghezza del
Foglio 124 della Carta Geologica d’Italia (Figura 10) sdoppiandosi nella porzione meridionale in due
rami (Fiastra e Visso) separati da una dorsale di terreni cretacei.
Le formazioni che costituiscono questa struttura sinclinalica sono il Bisciaro, lo Schlier e le molasse
messiniane.
La giacitura dei terreni è generalmente blanda, presentando locali ondulazioni che corrispondono ad
anticlinali e sinclinali secondarie.
Figura 10 - Schema strutturale del Foglio 124 della Carta Geologica d'Italia. Nel cerchio, in blu, l'area oggetto
di intervento.
5.4 INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO
Per quanto concerne le forme del terreno e i processi geomorfici, l’area mostra i caratteri tipici
delle zone di transizione tra le regioni fisiografiche precedentemente denominate “Massicci e dorsali
montuose” e le regioni “Fasce di rilievi collinari comprese tra catene montuose o adiacenti ad esse”: i
rilievi sono appunto collinari con quote che raramente sono superiori agli 800 m s.l.m., l’energia di tale
rilievo è media e/o medio-bassa, generalmente supera di poco i 100 m e l’acclività è media e/o medio-
bassa, dell’ordine del 20% ma che, in caso di versanti non regolarizzati e articolati in sezioni a diversa
pendenza, può arrivare al 40% (Figura 11).
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Figura 11 - Assetto geomorfologico (http://www.udeuschle.selfhost.pro/panoramas/makepanoramas_en.htm).
In queste aree, tra i processi morfogenetici prevalenti, oltre ai diffusi ruscellamenti, si rilevano
frane di tipo colamento, scorrimento rotazionale e soprattutto di tipo misto (scorrimento + colamento)
che interessano generalmente le coperture alteritiche delle unità del substrato (Indice di franosità
0,09-0,24 frane/kmq) come accade nell’area di indagine con la parte superficiale dello Schlier e dei
depositi colluviali (Foto 3).
Tuttavia non vengono mostrati segni di attività nell’immediato presente all’interno dell’area
indagata.
Ciò nonostante, dall’analisi della cartografia esistente (Figure 7 e 12) e nel corso del sopraluogo
eseguito in corrispondenza del sito dove vengono effettuate le lavorazioni di stoccaggio e recupero
inerti ed in un intorno significativo, non sono stati osservati fenomeni morfogenetici tali da
pregiudicare tali lavorazioni.
Deposito colluviale Rocce marnose Orlo di scarpata
Corpo di frana (colamento) Superficie dissestata da soliflusso
Figura 12 - Stralcio della Carta Geomorfologica della Regione Marche (Scala 1: 10.000). Nel cerchio, in blu,
l'area oggetto di intervento.
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5.5 INQUADRAMENTO IDROLOGICO ED IDROGEOLOGICO
Per quanto riguarda le caratteristiche idrologiche dell’area oggetto di studio è evidente che la via di
drenaggio naturale preferenziale per le acque superficiali è rappresentata dall’incisione che si ha
all’intersezione dei due versanti: in tale incisione si ha evidente ruscellamento solo in caso di forti
eventi temporaleschi.
Dal punto di vista idrogeologico (Figura 13), le caratteristiche di permeabilità della formazione dello
Schlier e dei depositi eluviali associati, non è favorevole per l’instaurazione di falde idriche. In genere,
in tali terreni il Coefficiente di Permeabilità k è compreso tra 10-7 e 10-9 m/s, indice di una
permeabilità molto bassa.
Le attività di stoccaggio e le lavorazioni associate, in ogni caso, NON alterano affatto il locale
regime idrogeologico.
Figura 13 - Stralcio delle Schema idrologico dell'Italia Centrale (Scala 1: 100.000). Nel cerchio, in blu, l'area
oggetto di intervento. Il “punteggiato rosso su fondo marrone (7)” indica una limitata infiltrazione efficace e
percolazione diffusa.
5.6 VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITA’ E DEL RISCHIO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO DEL
TERRITORIO
Per pericolosità geologica, si intende quella relativa a processi erosivi, franosi, alluvioni e legata
esclusivamente alla natura litologica del terreno. Il rischio viene invece definito come “valutazione
dell’intensità del fenomeno” dove per fenomeno si intende tutta la tipologia dei processi visti in
precedenza.
Attualmente, come si è visto sia dalla cartografia esistente del P.A.I. (Figura 7), e dal rilievo
geologico e geomorfologico eseguito, il sito oggetto di studio NON risulta essere interessato e coinvolto
in processi morfogenici dovuti alla gravità (movimenti di versante) e al dilavamento delle acque
superficiali (inondabilità) tali da compromettere le attività di stoccaggio e di recupero inerti.
Nel complesso, l’area su cui andranno ad insistere le lavorazioni descritte in premessa, risulta,
attualmente, pertanto stabile dal punto di vista geologico e geomorfologico.
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6.0 CARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE GEOTECNICA DEL SITO
Vengono esplicati i risultati ottenuti da eventuali indagini e prove geotecniche, descritte la
caratterizzazione e la modellazione geotecnica dei terreni interagenti con l’opera. Inoltre vengono
riassunti i risultati delle analisi svolte per la verifica delle condizioni di sicurezza e la valutazione delle
prestazioni nelle condizioni di esercizio del sistema costruzione – terreno. L’intero studio riguarda
essenzialmente il volume significativo.
6.1 LITOSTRATIGRAFIA E CARATTERIZZAZIONE FISICA E MECCANICA DEI TERRENI E DELLE ROCCE.
Per quanto riguarda la ricostruzione dell’assetto litostratigrafico si è fatto ricorso alla diffusa
documentazione bibliografica e cartografica presente. Tali dati, trattati con spirito critico e con
esperienza geologica acquisita in zona, vengono illustrati di seguito.
Al di sotto del sito oggetto di indagine viene individuato, nel settore W, un primo strato di depositi
eluvio-colluviali, presente fino alla profondità massima di circa 5,00 – 7,00 m dal piano campagna,
soprattutto al centro della vallecola, costituito da limo argilloso, di origine colluviale ed eluviale
(alterazione superficiale della Schlier), con frazione sabbiosa e con elementi marnosi o calcareo-
marnosi, marne e marne argillose grigio-verdastre sparse (eluvium).
Tale terreno (classificazione Unified Soil Classification System – “CL” -), risulta essere mediamente
addensato e compatto, dotato di modesta capacità portante e incremento di intensità sismica risentita
rispetto ai terreni a più elevata rigidità compreso tra 2 e 3 n. Per la stabilità di insieme, assumono un
ruolo determinante le condizioni geomorfologiche e idrologiche; i parametri geomeccanici assegnati
vengono di seguito riassunti:
Peso di volume g (g/cm3) 1,90 - 2,00
Angolo di attrito interno f (°) 25 – 27
Coesione non drenata Cu (kg/cm2) 2,00 – 3,00 Coesione drenata C’ (kg/cm2) 0,20 – 0,30 Modulo di deformabilità E (kg/cm2) 400 – 500 Modulo di taglio iniziale Go (kg/cm2) 1200 – 1500 Velocità delle onde di taglio VS 250 – 300
Coefficiente di Poisson n 0,35
Al di sotto dei depositi eluvio-colluviali e nel settore E del sito oggetto di indagine viene individuato
il substrato alterato, costituito da marne e marne argillose grigie e verdastre e, più subordinatamente,
da marne calcaree e calcari marnosi biancastri finemente detritici.
Tale terreno, associato alla formazione miocenica dello Schlier, risulta essere moderatamente
addensato e compatto, dotato di buona capacità portante e incremento sismico che si avvicina all’unità
(Rigidità sismica 4÷2). Presenta i seguenti parametri geomeccanici:
Peso di volume g (g/cm3) 2,10 - 2,20
Angolo di attrito interno f (°) 29 – 31
Coesione non drenata Cu (kg/cm2) 8,00 – 10,0 Coesione drenata C’ (kg/cm2) 0,80 – 1,00 Modulo di taglio iniziale Go (kg/cm2) 2000 – 2200 Velocità delle onde di taglio VS 750 – 800
Coefficiente di Poisson n 0,3
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Sulla base degli accorgimenti contenuti nelle N.T.C. del 14.01.2008, si consiglia di considerare i
parametri geotecnici precedentemente riportati come valori medi e non caratteristici o di progetto.
7.0 CONCLUSIONI
A seguito dell’indagine geologica eseguita per garantire l’idoneità del sito su cui viene effettuato
stoccaggio e lavorazione di rifiuti inerti come già descritto ampiamente in premessa, si possono
sintetizzare le sottoelencate conclusioni.
Il rilievo geologico eseguito nell’area indagata, attesta, con uno spessore massimo di circa 5,00
– 7,00 m, la presenza di limo argilloso, di origine colluviale ed eluviale (alterazione superficiale
della Schlier), con frazione sabbiosa e con elementi marnosi o calcareo-marnosi, marne e marne
argillose grigio-verdastre sparse (eluvium). Tali depositi sono presenti in entrambi i versanti e
raggiungono i maggiori spessori all’interno della vallecola. Al di sotto di tali depositi e in
affioramento nella porzione orientale del sito oggetto di indagine, sono presenti marne e marne
argillose grigie e verdastre e, più subordinatamente, marne calcaree e calcari marnosi biancastri
finemente detritici, litologie associate alla formazione miocenica dello Schlier (substrato alterato).
Non si segnala la presenza né di disturbi tettonici in adiacenza e né di processi geomorfologici attivi
associati alla gravità o al dilavamento delle acque superficiali, interagenti con il sito oggetto delle
lavorazioni descritte, che allo stato attuale rappresentano situazioni di pericolo. L’area risulta
pertanto morfologicamente stabile.
Viene esclusa la presenza di una falda acquifera data la natura (permeabilità molto bassa) dei
terreni presenti in situ (depositi eluvio-colluviali e substrato) e viene esclusa pertanto qualsiasi
interazione che possa alterare il locale regime idrogeologico da parte delle lavorazioni che vengono
effettuate nel sito indagato.
Pertanto, viene garantita la fattibilità geologica e geomorfologica in caso di realizzazione della
passerella pedonale in legno descritta in premessa.
Si raccomanda comunque di accantonare la frazione di rifiuto non recuperabile in appositi cassoni o
in cumuli opportunamente coperti con teli di plastica, prima dell’avviamento in discarica, in modo
da non creare dilavamenti.
Inoltre dovranno essere ridotti al minimo i tempi di permanenza dei rifiuti nel sito, al fine di
consentire un minimo ingombro e per eliminare qualsiasi rischio di natura ambientale o igienico
sanitario.
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DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
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FOGLIO 124 "MACERATA" - QUADRANTE III
SCALA 1: 25.000 TAV. 01
INQUADRAMENTO TOPOGRAFICOCARTA TECNICA REGIONALE
FOGLIO 313 "CAMERINO" - SEZIONE 313090 "MUCCIA"
SCALA 1: 10.000 TAV. 02