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UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA SICILIA DIREZIONE GENERALE Via Fattori, 60 - 90146 Palermo - Tel. 091/6909111 pec [email protected] mail [email protected] C.F. 80018500829 TAVOLO TECNICO N. 1 - SIRACUSA “LA GESTIONE DEL CPIA” Redazione di un’ipotesi di struttura del POF; atto di indirizzo e linee guida del POF; regolamenti interni; organigramma; redazione del Piano Annuale delle Attività; funzionamento degli Organi Collegiali; definizione del regolamento del Consiglio di rete e del Collegio di rete Coordinatore del tavolo

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UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA SICILIADIREZIONE GENERALE

Via Fattori, 60 - 90146 Palermo - Tel. 091/6909111pec [email protected]

mail [email protected] C.F. 80018500829

TAVOLO TECNICO N. 1 - SIRACUSA“LA GESTIONE DEL CPIA”

Redazione di un’ipotesi di struttura del POF; atto di indirizzo e linee guida del POF; regolamenti interni; organigramma; redazione del Piano Annuale delle Attività; funzionamento degli Organi Collegiali;

definizione del regolamento del Consiglio di rete e del Collegio di rete

Coordinatore del tavolo

Prof.ssa Loredana Gionfriddo

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ALLEGATO 1

B). CHI SIAMOB.1 "INFORMAZIONI SULL'ISTITUTO"B.2 "ORGANIGRAMMA"B.3 "ORGANICO"B.4 “ACCORDI DI RETE”B.5 "AMMINISTRAZIONE"

E) ATTIVITA’ DI RICERCA, SPERIMENTAZIONE E SVILUPPO

E.1 “PROGETTAZIONE FORMATIVA E RICERCA VALUTATIVA”E.2 “FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO”E.3 “INNOVAZIONE METODOLOGICA E DISCIPLINARE”E.4 “INTEGRAZIONE D’INTESA CON I SOGGETTI ISTITUZIONALICOMPETENTI”

D) NORMATIVA E REGOLAMENTO INTERNO DEL CPIA

D.1 “NORMATIVA DI RIFERIMENTO PER L’ISTRUZIONE DEGLI ADULTI”D.2 “REGOLAMENTO INTERNO DEL CPIA”

A) PRESENTAZIONE

A.1 "COS'È IL POF"A.2 "LINEE GUIDA DEL POF"A.3 "ATTO D'INDIRIZZO"

C) ORGANIZZAZIONE DIDATTICA

C.1 “PERCORSO DIDATTICO"C.2 "AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA"C.3 “OFFERTA E FRUIZIONE PERCORSI A DISTANZA"C.4."LA VALUTAZIONE"

IPOTESI IPOTESI DI STRUTTURA DI STRUTTURA

DEL POF DEL CPIA DEL POF DEL CPIA SIRACUSASIRACUSA

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A.1) COS’E’ IL POFA. 1.1 “Definizione”

A.1.2 “Finalità

A.3) ATTO DI INDIRIZZO“Emanazione dell’atto di indirizzo” A.2) LINEE GUIDA POF

“A che punto siamo,dove vogliamo arrivare,

come ci arriviamo”

A) PRESENTAZIONEA) PRESENTAZIONE

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B.1) "INFORMAZIONI SULL'ISTITUTO"

B.1.1 “Passato, presente, futuro”B.1.2 “Territorio e utenza”

B.2) “ORGANIGRAMMA”B.2.1 “Area organizzativa”

B.2.2 “Area didattica”B.2.3 “Area amministrativa”B.2.4 “Area partecipativa”

B.3) “ORGANICO”B.3.1 “Sede Siracusa”

B.3.2 “Sede Palazzolo A.”B.3.3 “Sede Augusta”

B.3.4 “Sede Noto”B.3.5.”Sede Lentini”

B.4) ACCORDI DI RETEB.4.1 “Cos’è un accordo di rete”

B.4.2 “Partecipanti all’accordo di rete”

B) CHI SIAMOB) CHI SIAMO

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C.1) "PERCORSI DIDATTICI”C.1.1 “Percorsi di istruzione di primo livello primo periodo didattico”

C.1.2 “Percorsi di istruzione di primo livello – secondo periodo didattico”

C.1.3 “Percorsi di alfabetizzazionee apprendimento della lingua italiana”

C.2) “AMPLIAMENTOOFFERTA FORMATIVA”

C.2.1 “Progetti curriculari”C.2.2 “Progetti extracurriculari”

C.4) “OFFERTA E FRUIZIONE PERCORSI A DISTANZA"

C.3) "PIANI E MODELLIDI PERSONALIZZAZIONE

DEL PERCORSO"C.3.1 “Definizione del Patto Formativo” C.3.2 “Definizione degli strumenti per la definizione del percorso personalizzato”

C) ORGANIZZAZIONE DIDATTICAC) ORGANIZZAZIONE DIDATTICA

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D.1) NORMATIVA DI RIFERIMENTO PER L’ISTRUZIONE DEGLI ADULTI

D.2) REGOLAMENTO INTERNO CPIA SIRACUSA

D) NORMATIVA E D) NORMATIVA E REGOLAMENTO INTERNO REGOLAMENTO INTERNO

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E.1) PROGETTAZIONE FORMATIVA E RICERCA VALUTATIVA

E.2) FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO

E.4) INTEGRAZIONE D’INTESA CON I SOGGETTI ISTITUZIONALI COMPETENTI

E.3) INNOVAZIONE METODOLOGICA E DISCIPLINARE

E) ATTIVITA’ DI RICERCA E) ATTIVITA’ DI RICERCA SPERIMENTAZIONE E SVILUPPOSPERIMENTAZIONE E SVILUPPO

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A) PRESENTAZIONE

A.1) COS’E’ IL POFA. 1.1 “DEFINIZIONE”

POF È L’ACRONIMO DI “PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA”Si tratta di un documento, attraverso il quale un istituto scolastico esplicita la sua identità, di una sorta di “biglietto da visita” o “carta d’identità” che si prefigge di illustrare, in maniera trasparente, la struttura, le attività e l’organizzazione di una scuola.L’articolo 3 del “Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’articolo 21 della Legge del 15 Marzo 1997, n. 59 – DPR 8 Marzo 1999 n.275”, infatti, parla di “documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche”.Pertanto, dal 1° Settembre 2000 (anno in cui il suddetto regolamento è entrato in funzione) l’adozione del POF diventa un obbligo giuridico per tutte le scuole.Di fatto, già nel 1995 viene introdotta la “Carta dei Servizi” e l’obbligo di adottare e rendere pubblico un “Progetto educativo d’Istituto”. Il fondamento giuridico del POF è, comunque, da collocarsi nel comma 9 dell’art. 21 della Legge 59/97 che si realizza:

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“nella scelta libera e programmata di metodologie, strumenti, organizzazione e tempi di insegnamento da adottare nel rispetto della possibile pluralità di opzioni metodologiche ed in ogni iniziativa che sia espressione di libertà progettuale”.

A.1.2 “FINALITA’”

LE FINALITÀ DEL NOSTRO POF SONO: Innalzare i livelli d’istruzione degli adulti e migliorare la qualità e l’efficacia dei percorsi

didattico-formativi rivolti a questo particolare tipo d’utenza.

Recepire e soddisfare i fabbisogni formativi e professionali del territorio.

Offrire momenti di accoglienza ed orientamento.

Documentare il percorso formativo di ogni utente.

Promuovere le potenzialità individuali.

Cercare di contrastare la disoccupazione professionale, formativa e didattica.

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A.2) LINEE GUIDA DEL POF“A CHE PUNTO SIAMO”, “DOVE VOGLIAMO ARRIVARE”, “COME CI ARRIVIAMO”

Come è noto, il 26 febbraio del 2013 è entrato in vigore il DPR 263/12, che regola le norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo didattico dei centri di istruzione degli adulti, ivi compresi i corsi serali, a norma dell’art. 64 comma 4 del D.L. 112 del 25 giugno 2008 convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 6 agosto 2008.L’USR Sicilia, in vista dell’attivazione dei CPIA, prevista per il 1° settembre 2015, ha avviato un percorso di accompagnamento all’apertura delle nuove 10 istituzioni scolastiche CPIA, costituendo un numero pari di reti di scuole, in coerenza con la possibile applicazione dei criteri fissati dall’Assessorato Regionale per la definizione delle azioni di dimensionamento della rete scolastica di dimensionamento regionaleLe 10 reti, coordinate, ciascuna, da una scuola capofila, stanno collaborando per definire un percorso concordato a livello regionale che riguarda la propria rete territoriale permanente (CTP, sedi carcerarie, istituti di II grado sedi di percorsi di II livello), il Consiglio di Rete, il Collegio della rete, composto da tutti i docenti in servizio presso i CTP e le loro sedi Carcerarie, tavoli tecnici per la predisposizione dei documenti fondamentali e gli accordi di rete per la definizione della rete territoriale di servizio per l’apprendimento permanente.

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La finalità di questo percorso è il passaggio ad una tipologia di istituzione scolastica autonoma, dotata dello specifico assetto didattico e organizzativo, articolata in reti territoriali di servizio su base provinciale. Questi nuovi Centri, infatti, realizzeranno un'offerta formativa finalizzata al conseguimento di titoli di studio rilasciati al termine dei percorsi di primo livello, di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana (ex CTP) e di secondo livello (ex corsi serali). I Centri avranno, inoltre, la medesima autonomia attribuita alle istituzioni scolastiche, un proprio organico, i medesimi organi collegiali delle istituzioni scolastiche, e saranno organizzati in uno stretto raccordo con le autonomie locali, il mondo del lavoro e delle professioni, realizzando un'offerta formativa strutturata per livelli di apprendimento.

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A.3) ATTO DI INDIRIZZO

ATTO D’INDIRIZZO DEL POF DEL CPIA DI SIRACUSA Prot. n. Siracusa, il

Al Collegio di rete e p.c. al Consiglio d’Istituto

Al sitoAll’albo della sede di SiracusaAll’albo della sede di Augusta

All’albo della sede di NotoAll’albo della sede di Lentini

All’albo della sede di Palazzolo A.

ATTO D’INDIRIZZO AL COLLEGIO DEI DOCENTI

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

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VISTIgli art. 3,4,5 e 6 e 7 del Decreto Legislativo del 16 aprile 1994, n.297;VISTOIl DPR n.275/99 contenente il regolamento in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche;VISTOl’art. 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165 commi 1.2.3;VISTOl’art.3 D.I. del 1° Febbraio 2001 n.44, sul regolamento della gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche;VISTO il D.P.R. n.263 del 19 Ottobre 2012, recante le norme per la ridefinizione del nuovo assetto organizzativo-didattico dei Centri d’istruzione per gli adulti a norma dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112,convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;VISTIgli artt. 26 27 28 – 29 del CCNL Comparto Scuola (quadriennio normativo 1998-2001 e biennio economico 1998-99);

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TENUTO CONTO delle disposizioni emanate in merito all’attuazione degli Indirizzi Nazionali per il Curricolo (ai

sensi dell’art.1, comma 4 DPR 20.03.2009 n.89, secondo i criteri indicati dalla CM n.31 del 18.04.2012 e dal Regolamento del 16.11.2012);

EMANA

il seguente atto di indirizzo in ordine alle attività da realizzare per la stesuradel Piano dell’Offerta Formativa per l’A.S. 2015/16:

PREMESSO che la formulazione della presente direttiva è compito istituzionale del Dirigente Scolastico, organo di governo e di coordinamento del CPIA, con poteri e doveri di indirizzo, progettazione, promozione e gestione in campo formativo e organizzativo.PREMESSO che l’obiettivo è quello di fornire una chiara indicazione sugli obiettivi strategici del CPIA dando un preciso orientamento in merito agli adempimenti che il corpo docente è chiamato a svolgere.

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PREMESSOche le competenze del Collegio di rete si riferiscono a:

l’elaborazione del Piano dell’Offerta Formativa (art. 3 del D.P.R. 08.03.1999, n. 275); l’adeguamento dei programmi d’insegnamento alle particolari esigenze del territorio e del

coordinamento disciplinare (art. 7 comma 2 lett. a) T.U.); l’adozione delle iniziative per il sostegno di alunni handicappati e di figli di lavoratori stranieri

(art. 7 comma 2 lett. m e n T.U.); lo studio delle soluzioni dei casi di scarso profitto o di irregolare comportamento degli alunni,

su iniziativa dei docenti della rispettiva classe e sentiti, eventualmente, gli esperti (art. 7 comma 2 lett. o T.U.);

l’identificazione e attribuzione di funzioni strumentali al P.O.F. (art. 28 del CCNL 26.05.1999 e art. 37 del CCNI 31.08.1999), con la definizione dei criteri d’accesso, della durata, delle competenze richieste, dei parametri e delle cadenze temporali per la valutazione dei risultati attesi;

la delibera, nel quadro delle compatibilità con il P.O.F. e delle disponibilità finanziarie, sulle attività aggiuntive di insegnamento e sulle attività funzionali all’insegnamento;

La presente direttiva ha lo scopo di orientare all’interno di un quadro generale e di sistema l’attività decisionale del collegio dei docenti in ordine ai contenuti tecnici di sua competenza.

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Questo affinché: la proposta della scuola ai suoi discenti sia coerente con il contesto territoriale in cui essa

opera; l’organizzazione delle attività sia coerente con la normativa che regola l’istruzione degli adulti

e con le delibere dello stesso Collegio (vincolanti a meno di altre che le superino) e del Consiglio d’Istituto;

siano individuati gli aspetti irrinunciabili del servizio formativo e siano esplicitati i relativi standard di processo;

le scelte curricolari, le attività di recupero/consolidamento/sostegno ed i progetti di ampliamento dell’offerta formativa siano coerenti tra loro e con le finalità e gli obiettivi enunciati dal POF così da assicurare e rafforzare l’unitarietà e l’efficacia dell’offerta formativa;

vengano stabiliti tempi e strumenti per favorire la ricerca e sperimentazione di innovazioni didattiche;

venga rispettata la tempistica generale del sistema tenendo conto che l’elaborazione del POF deve consentire, entro i termini di legge, la contrattazione integrativa d’istituto ed avere la sua necessaria interfaccia finanziaria nella predisposizione del Programma Annuale;

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sia superata, ai fini dell’attuazione delle Indicazioni Nazionali per il curricolo, la dimensione trasmissiva dell’insegnamento dentro un’organizzazione flessibile basata sulla personalizzazione e l’inclusione;

Sia superata una visione individualistica dell’insegnamento e favorite cooperazione, sinergia e trasparenza;

Siano previste forme di documentazione, pubblicizzazione e valorizzazione delle buone pratiche messe in atto da singoli o gruppi di docenti e dei prodotti/risultati degli studenti.

Nell’esercizio delle sue potestà decisionali il Collegio dei Docenti è, pertanto, invitato a tener conto del fatto che:

l’azione collettiva dei consigli di classe e di ogni articolazione dell’organo (funzioni strumentali, dipartimenti, referenti, commissioni, ecc.) deve assicurare la realizzazione di quanto disposto dalle Indicazioni Nazionali, in merito alla costruzione del curricolo verticale ed ai processi di personalizzazione ed inclusione, verificando, attraverso un adeguato e costante impegno valutativo, gli standard formativi e le prestazioni essenziali stabilite per tutti gli allievi;

vanno tenuti in debita considerazione i bisogni, le vocazioni e le aspettative culturali e formative del territorio;

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vanno attentamente valutati i bisogni rilevati negli allievi e la loro evoluzione, in particolare riguardo alle iniziative di ascolto del disagio, recupero, sostegno, orientamento scolastico e lavorativo, prevenzione della dispersione scolastica;

vanno individuate le competenze degli adulti comunque acquisite nell’apprendimento formale, non formale ed informale, riconducibili ad una o più competenze attese in esito al periodo didattico del percorso richiesto dall’adulto all’atto dell’iscrizione.

vanno personalizzati i percorsi dell’utenza ed espressi all’atto della sottoscrizione del Patto formativo, previo riconoscimento dei saperi e delle competenze formali, informali e non formali possedute ;

i singoli insegnanti devono operare in una logica di continuità nel passaggio da un periodo didattico all’altro;

vanno adottate specifiche metodologie valutative e di riscontri e prove idonee a comprovare le competenze raggiunte effettivamente dall’adulto al termine del percorso didattico;

vanno predisposti percorsi di istruzione di cui all’art. 4, co. 1 del DPR 263/12 mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione per la fruizione a distanza;

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vanno sempre programmate e valutate le attività aggiuntive di approfondimento, in orario curricolare o extra curricolare, tenendo in adeguata considerazione:

o la valenza formativa rispetto agli obiettivi prioritari stabiliti dal POF,o la compatibilità con le risorse a disposizione della scuola;o i tempi, gli incarichi e gli strumenti per presidiare in questo anno scolastico la realizzazione, il

monitoraggio e la valutazione dei risultati delle attività.

Pertanto il collegio dei docenti è chiamato a deliberare il Piano d’azione relativo alla realizzazione del POF per l’anno scolastico 2015-16 con riferimento specifico a:o percorsi curricolari ( 1° livello - primo periodo didattico, 1° livello - secondo periodo didattico,

alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana) lungo i quattro “assi culturali” indicati dalla circolare n.48 del 4 Novembre 2014;

o attività di recupero, consolidamento e potenziamento delle competenze;o iniziative in collaborazione con il territorio;o interventi e servizi per i corsisti (orientamento, accoglienza, informazione, formazione);o modalità di valutazione del raggiungimento e di riconoscimento delle competenze;o fruizione a distanza dei percorsi didattici.

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Il Collegio deve anche individuare e deliberare in merito a: Aree d’intervento delle Funzioni Strumentali Numero e destinatari delle Funzioni Strumentali; Pianificazione dei compiti delle Funzioni Strumentali nelle varie aree d’intervento e forme

modi per la valutazione degli esiti del loro lavoro; Il piano di formazione e di aggiornamento dei docenti, anche di auto-aggiornamento ed in

modalità e-learning, volto a arricchirne le competenze professionali e sostenere i processi di innovazione, in particolare quello dell’innovazione digitale;

Il piano delle attività collegiali e funzionali all’insegnamento necessarie all’espletamento delle attribuzioni istituzionali e al coordinamento dell’attività didattica, di verifica e di valutazione.

Il Collegio docenti è invitato ad una attenta analisi delle problematiche e della casistica connessa all’argomento oggetto della presente direttiva, in modo da assumere deliberazioni che favoriscano la correttezza, l’efficacia, l’efficienza, l’imparzialità e la trasparenza richiesta alle pubbliche amministrazioni.

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B) CHI SIAMO

B.1) "INFORMAZIONI SULL'ISTITUTO"B.1.1 “PASSATO, PRESENTE, FUTURO”Istituiti dall’O.M. n.455 del 29 luglio 1997, i Centri Territoriali Permanenti per l’istruzione e la formazione in età adulta, hanno da sempre avuto l’obiettivo di valorizzare il fabbisogno didattico e formativo degli adulti. Questa finalità, consolidata e perseguita nei corsi “150 ore” e in quelli di alfabetizzazione, è stata supportata dalla collaborazione tra Scuola, Enti Locali, mondo del lavoro e formazione professionale.I C.T.P., dal momento in cui sono nati, sono stati considerati come luoghi in cui dare a tutti coloro, che, per diversi motivi, non hanno potuto o voluto conseguire un titolo di studi nell’età dell’obbligo scolastico, competenze e conoscenze spendibili sia a livello personale che a livello scolastico e lavorativo.Inoltre, in base al decreto del 4 giugno 2010, emanato dall’allora Ministro dell’Interno di concerto con il Ministro dell’Istruzione, i C.T.P. offrono la possibilità agli stranieri, richiedenti il permesso di soggiorno UE per lungo periodo di sostenere i test di conoscenza della lingua italiana al livello A2.

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Nella provincia di Siracusa sono operativi cinque Centri Territoriali Permanenti:

1. Il CTP di Siracusa, con sede presso il 14° I.C. “K. Wojtyla”, che si occupa del comprensorio di Siracusa, Floridia e Cassibile.

2. Il CTP di Augusta, con sede presso il 2° I.I.S. “Ruiz” di Augusta, che si occupa del comprensorio di Augusta, Melilli, Sortino, con le relative frazioni di Brucoli e Villasmundo, e della Casa di Reclusione di Augusta.

3. Il CTP di Lentini, con sede presso il 4° I.C. “G. Marconi” di Lentini, che si occupa del comprensorio di Lentini, Carlentini, Pedagaggi e Francofonte.

4. Il CTP di Noto, con sede presso il 2° I.C. “G. Melodia” di Noto, che si occupa del comprensorio di Noto, Avola, Rosolini, Pachino e della Casa di Reclusione di Noto.

5. Il CTP di Palazzolo A., con sede presso il 1° I.C. “V. Messina” di Palazzolo A., che si occupa del comprensorio di Palazzolo A., Buccheri, Buscemi, Canicattini B. e della Casa Circondariale “Cavadonna” di Siracusa.

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Il 29 ottobre del 2012 è entrato in vigore il DPR 263 (regolamento recante le norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo didattico dei centri di istruzione degli adulti, ivi compresi i corsi serali, a norma dell’art. 64 comma 4 del D.L. 112 del 25 giugno 2008 convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 6 agosto 2008), in base al quale, i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti - CPIA - prenderanno il posto degli attuali Centri Territoriali Permanenti per l’istruzione e la formazione degli adulti.Al momento, per l’anno scolastico 2014/2015, come previsto dalla C.M. 36 del 10 aprile 2014, i CTP e i Corsi Serali continueranno ad operare in seno alle istituzioni scolastiche nelle quali si trovano inserite.Dal 1° settembre 2015, i CTP diventeranno CPIA e costituiranno una tipologia scolastica autonoma, articolata in reti di servizio su base provinciale.Dal punto di vista didattico, proporranno un’offerta formativa strutturata per livelli d’apprendimento, realizzeranno percorsi di istruzione degli adulti di primo livello, primo e secondo periodo, di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana e di alfabetizzazione funzionale e saranno dotati di un proprio organico e di propri organi collegiali.

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B.1.2 “TERRITORIO E UTENZA”La provincia di Siracusa, che conta una popolazione di circa 400.000 abitanti, occupa una superficie di 2.109 km2, confina con le province di Catania e Ragusa ed è bagnata rispettivamente dal Mar Ionio e dal Mar Mediterraneo.Punto di riferimento commerciale, grazie al porto di Augusta, con i tre siti archeologici di Siracusa, la Necropoli Rupestre di Pantalica e le cittadine di Noto e Palazzolo Acreide (Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO), la provincia di Siracusa rappresenta un importante polo d’attrazione turistico, storico, artistico ed archeologico.Tuttavia, pur essendo così ricca di risorse, la zona risente di un’evidente e preoccupante sofferenza socio-economica, determinata da un’inadeguata gestione delle risorse e da una politica poco attenta ai fabbisogni locali.L'agricoltura ha da sempre avuto una grande importanza per il territorio, trovandosi esso in posizione ottimale per far crescere i frutti della terra, con sole e clima mite. Ma, in tempi moderni, a causa della crisi del settore, è diventato alquanto difficile riuscire a formare una solida base economica agricola. Nonostante ciò, la provincia continua a produrre e ad esportare, sia sul territorio nazionale che internazionale, prodotti come il “limone di Siracusa”, l’”arancia rossa di Sicilia” I.G.P., il “pomodoro di Pachino” I.G.P., la “mandorla di Avola” protetta dal marchio Slow Food, la “patata novella di Siracusa” P.A.T., l’”olio dei Monti Iblei” D.O.P.

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Da segnalare, inoltre, un vivace sviluppo del commercio vinicolo del marchio, ormai noto in tutta Italia e sempre più presente a livello mondiale, “Nero d'Avola”, il cui vitigno viene coltivato in tutta la Sicilia ma è originario di Avola. Per quanto riguarda il settore industriale, invece, negli ultimi anni si è registrata una forte crisi. La presenza di un Polo Petrolchimico, tra i più grandi d’Europa, per la raffinazione del petrolio, ha visto l’approdo di numerose navi provenienti da più parti del Mediterraneo ma, purtroppo, anche un forte inquinamento ambientale.Il restante tessuto industriale della provincia di Siracusa è composto da poche fabbriche: meccanica, plastica, dolciaria, ecc…, che devono fare i conti con la crisi economica.Per quanto riguarda il settore terziario, il turismo è una delle voci su cui conta maggiormente l’economia della provincia. Molte, infatti, sono i siti d’interesse artistico, culturale, paesaggistico ed archeologico e la popolazione locale sta iniziando, a poco a poco, a prendere sempre più coscienza dei vantaggi economici di questo immenso patrimonio.Ma, molto deve essere ancora fatto sia a livello dei servizi e delle infrastrutture che a livello socio-culturale: bisognerebbe, infatti, educare la popolazione e, soprattutto, i giovani, alla corretta gestione, alla valorizzazione ed al rispetto di queste preziose risorse, dato che la provincia di Siracusa è meta, ogni anno, di migliaia di turisti, le cui aspettative vengono, molto, spesso, deluse.

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Molti sono i giovani che, non vedendo all’orizzonte la possibilità di trovare il tanto sospirato “posto”, decidono di andare via dai loro paesi d’origine alla ricerca di un lavoro o per ottenere quel “pezzo di carta” che, il più delle volte, resta appeso ad un muro. In tale contesto, il CPIA riveste un ruolo importantissimo che non riguarda solo delle attività d’istruzione per gli adulti, ma anche di integrare ed arricchire tali percorsi favorendo il raccordo con altre tipologie di percorsi di istruzione e formazione.Il fine del CPIA è quello di realizzare progetti integrati di istruzione e formazione, che richiedono la collaborazione con altre agenzie formative pubbliche e private, anche partecipando a programmi regionali, nazionali o comunitari, ad associazioni temporanee con agenzie pubbliche e private che realizzino collaborazioni sinergiche per l'attuazione di particolari progetti di formazione.Un altro dato da considerare è la crescita che si è avuta, negli ultimi anni, della popolazione straniera bisognosa, innanzitutto, di apprendere la lingua italiana e, inoltre di acquisire le competenze e le conoscenze necessarie per inserirsi in maniera corretta nel mondo del lavoro. Al CPIA, può iscriversi, dunque, anche questo particolare tipo d’utenza anche in riferimento alla Legge 94/2009, ai fini del rilascio del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.

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Pertanto, questa è la nostra tipologia d’utenza: adulti che hanno abbandonato, per motivi familiari o di lavoro, la scuola dell’obbligo; adulti che, pur avendo esperienza lavorativa o professionale, si trovano in una situazione di

marginalità lavorativa e necessitano del diploma di scuola media per rientrare nel lavoro o migliorare la propria posizione lavorativa;

adulti stranieri analfabeti in lingua madre; adulti stranieri che non conoscono o conoscono poco l’italiano, ma che spesso hanno titoli di

studio non sempre riconoscibili; adulti stranieri che per motivi professionali o personali desiderano conseguire una certificazione

di conoscenza della lingua italiana; adulti in obbligo di certificazione per la convalida del permesso di soggiorno; adulti diplomati e laureati che accedono al Centro per soddisfare bisogni di realizzazione

personale e culturale attraverso l’apprendimento permanente; giovani orientati verso la scuola secondaria di secondo grado, o che già la frequentano, che

hanno bisogno di approfondire la conoscenza della lingua e cultura italiana; giovani a partire da 16 anni, sia italiani sia di recente immigrazione, che non hanno compiuto il

percorso scolastico;

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B.2) ORGANIGRAMMA B.2.1 “AREA ORGANIZZATIVA”a) Dirigente Scolastico: b) Collaboratore del D.S. (organizzazione e coordinamento aree d’azione del CPIA):c) Responsabili dei punti d’erogazione: 1. Siracusa:_________________

2. Augusta:_________________3. Lentini:__________________4. Noto :____________________5: Palazzolo A.:_______________

d) Responsabile della Sicurezza: 1. Siracusa:_________________2. Augusta:_________________3. Lentini:__________________4. Noto :____________________5: Palazzolo A.:_______________

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B.2.2 “AREA DIDATTICA”a) Funzioni strumentali: Area 1. Gestione del POF:

Area 2. Sostegno al lavoro dei docenti: Area 3. Interventi e servizi per studenti:Area 4. Realizzazione di progetti formativi d’intesa con Enti ed istituzioni esterne:

b)Commissioni e referenti: -Commissione POF-Commissione accoglienza ed orientamento-Commissione Disagio-Commissione autovalutazione e valutazione-Commissione Tecnologie educative e FAD-Commissione progetti-Commissione riconoscimento crediti e Patto Formativo

B.2.3 “AREA AMMINISTRATIVA”a) D.S.G.A.: b) Segreteria: c) Operatori scolastici:

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B.2.4 “AREA PARTECIPATIVA”

a) Composizione Consiglio d’Istituto: b) Composizione della Giunta: c) Composizione del Collegio docenti:d) Composizione dei Consigli di classe:

B.3) ORGANICO B.3.1 “SEDE SIRACUSA”

DISCIPLINA N. DOCENTILettere 4Matematica 2Francese 1Inglese 1Tecnologia 1Alfabetizzazione 10

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B.3.2 “SEDE PALAZZOLO A.”DISCIPLINA N. DOCENTI

Lettere 2Matematica 1Francese 1Inglese ---Tecnologia 1Alfabetizzazione 1

B.3.3 “SEDE AUGUSTA”DISCIPLINA N. DOCENTI

Lettere 2Matematica 1Francese ---Inglese 1Tecnologia 1Alfabetizzazione 3

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B.3.4 “SEDE NOTO”DISCIPLINA N. DOCENTI

LettereMatematicaFranceseIngleseTecnologiaAlfabetizzazione

B.3.5.”SEDE LENTINI”DISCIPLINA N. DOCENTI

Lettere 2Matematica 1Francese ---Inglese 1Tecnologia 1Alfabetizzazione 2

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B.4) ACCORDI DI RETE (da completare in parte a cura della futura Funzione Strumentale Area 1 in collaborazione con il coordinatore del tavolo n.2)B.4.1 “COS’E’ UN ACCORDO DI RETE”L’accordo di rete è un “contratto” attraverso il quale più istituti scolastici si impegnano a collaborare per la realizzazione del progetto assistito a livello regionale “10 PASSI VERSO IL CPIA”, in applicazione delle Linee Guida di cui alla cm 36/2014 e del DPR 263/12.Le Istituzioni Scolastiche sede di CTP e scuole carcerarie e gli istituti di secondo grado, sedi di percorsi di II livello, della Provincia di SIRACUSA denominata CPIA – SIRACUSA, hanno siglato quest’accordo finalizzato ad una graduale applicazione delle previsioni regolamentari relative alle “reti territoriali di servizio”, alla definizione degli “accordi con gli EE.LL e altri soggetti pubblici e privati; alla creazione di una “Commissione per la definizione del Patto formativo” ed all’applicazione dei nuovi assetti didattici e organizzativi.

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B.4.2 “PARTECIPANTI ALL’ACCORDO DI RETE”CTP Siracusa (14° I.C. “Wojtyla”)CTP Augusta (I.I.S. “A. Ruiz”)CTP Noto (2° I.C. “G. Melodia”)CTP Lentini (4° I.C. “G. Marconi”)CTP Palazzolo A.; (1° I.C. “V. Messina”)I.I.S. “F. Juvara” di Siracusa; I.I.S. Palazzolo Acreide; I.I.S. "P. Calleri" di Marzamemi; I.I.S. "P. di Napoli" di Siracusa; I.I.S "Archimede" di Rosolini; I.I.S “Federico II di Svevia” di Siracusa; I.I.S."Alaimo" di Lentini; I.I.S. “A. Rizza” di Siracusa; I.I.S.S "Majorana" di Avola; I.I.S. “E. Fermi” di Siracusa; I.I.S. "Pier Luigi Nervi" di Lentini; I.I.S. "A. Ruiz" di Augusta; I.I.S. “M. Bartolo” di Pachino; I.I.S. “A. Rizza” di Siracusa; I.I.S. “M Raeli” di Noto.

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C) ORGANIZZAZIONE DIDATTICA

C.1) "PERCORSI DIDATTICI”C.1.1 “PERCORSI DI ISTRUZIONE DI PRIMO LIVELLO PRIMO PERIODO DIDATTICO”C.1.2 “PERCORSI DI ISTRUZIONE DI PRIMO LIVELLO – SECONDO PERIODO DIDATTICO”C.1.3 “PERCORSI DI ALFABETIZZAZIONE E APPRENDIMENTO DELLA LINGUA ITALIANA”C.1.4 “IL CURRICOLO”

DA COMPLETAREA CURA DELLA FUTURA

FUNZIONE STRUMENTALE AREA 1 DEL CPIA IN COLLABORAZIONE CON I

COORDINATORI DEI TAVOLI N.4 E N.5

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C.2) “AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA”C.2.1 “PROGETTI CURRICULARI”C.2.2 “PROGETTI EXTRACURRICULARI”

DA COMPLETAREA CURA DELLA FUTURA

FUNZIONE STRUMENTALEAREA 1 DEL CPIA IN COLLABORAZIONE CON IL

COORDINATORE DEL TAVOLO N.10

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C.3) "PIANI E MODELLI DI PERSONALIZZAZIONE DEL PERCORSO"

C.3.1 “DEFINIZIONE DEL PATTO FORMATIVO” C.3.2 “DEFINIZIONE E MODELLIZZAZIONE DEGLI STRUMENTI PER LA DEFINIZIONE DEL PERCORSO PERSONALIZZATO DA INSERIRE NEL PATTO FORMATIVO”

DA COMPLETAREA CURA DELLA FUTURA

FUNZIONE STRUMENTALEAREA 1 DEL CPIA IN COLLABORAZIONE CON IL

COORDINATORE DEL TAVOLO N.7

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C.4) “OFFERTA E FRUIZIONE PERCORSI A DISTANZA"

DA COMPLETAREA CURA DELLA FUTURA

FUNZIONE STRUMENTALEAREA 1 DEL CPIA IN COLLABORAZIONE CON IL

COORDINATORE DEL TAVOLO N.6

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D. NORMATIVA E REGOLAMENTO INTERNO DEL CPIA DI SRD.1) “NORMATIVA DI RIFERIMENTO PER L’ISTRUZIONE DEGLI ADULTI”

-Conferenza unificata del 10/07/14Linee strategiche di intervento in ordine ai servizi per l’apprendimento permanente e all’organizzazione delle reti territoriali.-Nota 6501 del 30/02/2014Riguardante gli ordinamenti scolastici del MIUR in merito alla costituzione degli Organi Collegiali dei Centri d’istruzione per gli Adulti.-Nota prot. n.842 del 3/2/2015-Decreto-legislativo n. 13 del 16 gennaio 2013 "Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l'individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze", a norma dell'articolo 4, commi 58 e 68, della legge 28 giugno 2012, n. 92. Il Decreto entrato in vigore il 2 marzo 2013. Vengono definite le norme generali e i livelli essenziali delle prestazioni per l’individuazione e la validazione degli apprendimenti non formali e non formali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze, anche in funzione del riconoscimento di crediti formativi utilizzabili a livello europeo.

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-Intesa governo regioni ed enti locali sulle reti territoriali per l’apprendimento permanente, sottoscrizione conferenza unificata del 20 dicembre 2012-DPR 263 del 29 Ottobre 2012Regolamento recante norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo didattico dei Centri d'istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, a norma dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133-Intesa conferenza_accordo orientamento permanente-20-dicembre-2012-L. n.92 del 28-06-12 Riforma Lavoro, in particolare art. 4 commi 51-68 L. 92-2012commi 51-54 (Finalità) si definiscono gli aspetti essenziali delle politiche in materia di apprendimento permanente da determinare a livello nazionale in sede di Conferenza unificata; commi 55-57 (Reti territoriali) si disciplina l’istituzione di reti territoriali di servizi di istruzione, formazione e lavoro, indicando alcune azioni prioritarie; commi 58-61 (Delega) si delega il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per la definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l’individuazione e la validazione degli apprendimenti non formali ed informali, con riferimento al sistema nazionale di certificazione delle competenze; commi 64-68 (Certificazioni competenze) si prevede un sistema pubblico nazionale di certificazione delle competenze basato su standard minimi di servizio omogenei su tutto il territorio nazionale, raccolti in repertori codificati a livello nazionale o regionale che fanno riferimento a un repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali.

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-Linee Guida per la progettazione percorsi di Alfabetizzazione ed insegnamento della lingua italiana MIUR: “Indicazioni per l’articolazione dei livelli A1 e A2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue in competenze, conoscenze e abilità” - MIUR 31 gennaio 2012.-Accordo quadro Ministero dell'Interno e MIUR del 7-08-12: accordo quadro tra questi Dicasteri per un efficace svolgimento degli adempimenti previsti dal DPR 179/11 relativi alle sessioni di formazione civica e di informazione e ai test per l’assegnazione di crediti relativi alla conoscenza della lingua italiana, della cultura civica e della vita civile in Italia.-DPR n. 179 del 14 Settembre 2011:Regolamenta i criteri e le modalità per la sottoscrizione dell’accordo di integrazione tra il cittadino straniero con età superiore ai sedici anni che fa ingresso per la prima volta nel territorio nazionale e lo stato; disciplina inoltre i contenuti, l’articolazione per crediti e i casi di sospensione dell’accordo, le modalità e gli esiti delle verifiche a cui lo straniero è soggetto e l’istituzione dell’anagrafe nazionale degli intestatari degli accordi di integrazione.-vademecum test italiano (ai sensi della nota n. 8571 del 16 Dicembre 2010 del Ministero dell’interno)“Indicazioni tecnico-operative per la definizione dei contenuti delle prove che compongono il test, criteri di assegnazione del punteggio e durata del test”.

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-accordo quadro 11-11-10: accordo quadro tra il Ministero dell'Interno ed il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca per collaborare alla realizzazione degli interventi in materia di svolgimento del test di conoscenza della lingua italiana da parte degli stranieri -Nota MIUR Prot. N. 2665 del 31/8/2010:le classi prime dei corsi serali degli istituti di Secondo grado devono far riferimento ai nuovi ordinamenti della scuola secondaria superiore di cui ai DD.PP.RR N.87 15-03-2010, N.88 e n. 89 del 15 marzo 2010 e, per gli istituti tecnici e professionali, alle linee guida di cui rispettivamente alle direttive n. 57 e 65/2010 (Linee Guida Istituti Professionali, Linee Guida Istituti Tecnici)-Decreto Ministro Interno 4-06-2010:detta le modalità di svolgimento del test di conoscenza della lingua italiana al cui superamento è subordinato il rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (Test previsto dall’art. 9 del D.lgs n. 286 del 25 luglio 1998 “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”).-CM n. 2 dell'8 gennaio 2010:Indicazioni e raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza non italiana-L. n. 133 del 6 agosto 2008 art. 64, comma 4 lettera f:Ridefinizione dell’assetto organizzativo e didattico dei centri per l’istruzione degli adulti, ivi compresi i corsi serali.-Documento di indirizzo: La via italiana per la scuola interculturale e l'integrazione degli alunni stranieri - Ottobre 2007

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-Documento di indirizzo: La via italiana per la scuola interculturale e l'integrazione degli alunni stranieri - Ottobre 2007-DM del 25 ottobre 2007:istituzione dei nuovi Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti. Vengono individuati i criteri per il conferimento della loro autonomia organizzativa, didattica, come previsto dall'art.1, comma 632 della Legge 296 del 2006.-DM n. 139 del 22 agosto 2007:sancisce l’elevamento dell’obbligo di Istruzione a 10 anni rappresentando, per il sistema scolastico italiano, un passo fondamentale verso l’allineamento ai sistemi dell’Unione europea.-CM n. 24 del 1 marzo 2006Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri.-OM n.87 del 3 dicembre 2004 (nella parte relativa agli adulti) Norme per il passaggio dal sistema della formazione professionale e dell’apprendistato al sistema dell’istruzione, ai sensi dell’art. 68 della Legge 17 maggio 1999, n. 144.-DM n. 86 del 3 dicembre 2004: Modelli di certificazione-Accordo del 28 ottobre 2004 tra il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, le regioni, le province autonome di Trento e Bolzano, le province, i comuni e le comunità montane:

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l’accordo contiene i principi generali per la certificazione finale ed intermedia e il riconoscimento dei crediti formativi.-Nota Prot. 14642Scuole del sistema nazionale di istruzione statale e paritaria e scuole legalmente riconosciute-corsi online-Legge Delega n. 53 del 2003 “Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale”, successivamente formalizzato nel Decreto Legislativo n. 76 del 15 aprile 2005:ridefinisce ed amplia i criteri per assolvere l’obbligo formativo attraverso il sistema di istruzione e della formazione professionale con il conseguimento di un titolo o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età, nonché attraverso contratti di apprendistato. Il D.lgs del 2005 definisce inoltre quali siano i soggetti deputati al controllo dell’assolvimento dell’obbligo.-Patto Italia-Contratto per il lavoro 2002-Direttiva n. 22 del 6-02-01Linee guida per l'attuazione, nel sistema di istruzione, dell'Accordo sancito dalla Conferenza unificata il 2 marzo 2000.-Conferenza Unificata, accordo del 2 marzo 2000:

rappresenta il primo provvedimento organico di definizione di un sistema integrato di interventi di istruzione/formazione in età adulta.

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-DPR n. 275 dell'8 marzo 1999Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche ai sensi dell’art. 21 della L. n. 59 del 15 marzo 1997. In particolare all’art. 8, lettera h, viene stabilito che “il Ministro della Pubblica Istruzione definisce […] i criteri generali per l’organizzazione dei processi formativi finalizzati all’educazione permanente degli adulti, anche a distanza, da attuare nel sistema integrato di istruzione, formazione, lavoro sentita la Conferenza Unificata Stato-regioni-città ed autonomie locali.”-L. 144 del 1999 art. 68viene stabilito il dovere di frequentare attività formative fino al 18° anno di età.-Comunicazione n. 2564 del 16 giugno 1998Estensione del progetto sperimentale “Sirio” anche agli Istituti Tecnici-D.lgs 112 del 1998 -Capo III-art. 139conferisce funzioni e compiti amministrativi dello Stato, alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59. Il decreto definisce le competenze riservate allo Stato e le competenze attribuite a Regioni, Province e Comuni; al Titolo IV- Capo III- art.139 definisce le competenze dei Comuni in materia di Educazione degli adulti.-OM.455 del 29 luglio 1997-Istituzione CTPIstituzione dei CTP, Centri Territoriali Permanenti, ovvero strutture radicate sul territorio nelle quali si legano tra loro “obiettivi di alfabetizzazione culturale e funzionale,

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consolidamento e promozione culturale, rimotivazione e riorientamento, acquisizione e consolidamento di conoscenze e competenze specifiche, pre-professionalizzazione e/o riqualificazione professionale” (art. 2).-CM n. 305 del 20 maggio 1997Istituzione di corsi serali negli Istituti Professionali-Legge n. 59 del 15 marzo 1997, art. 21: inserisce i percorsi formativi per adulti tra gli ampliamenti dell’offerta formativa da realizzare nell’ambito della autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche.-D.Lgs 297 del 16 aprile 1994Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione, in particolare disciplina la possibilità di istituire corsi per adulti finalizzati al conseguimento della licenza elementare (art. 137) e corsi sperimentali di scuola media per lavoratori (art.169). Inoltre con l’art. 278 si autorizza ad avviare percorsi di sperimentazione. Si hanno le premesse per avviare quei percorsi di “bienni integrati”di rientro in formazione per adulti e giovani adulti che portano al successo dei “Progetto SIRIO”.-CM n. 7809 del 25 luglio 1990 Istituisce i corsi serali per lavoratori studenti negli istituti professionali.

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-CM n. 87 del 15 marzo 1992modifica i requisiti di iscrizione ai corsi serali consentendo l’accesso anche ai maggiori degli anni 40, ai disoccupati e alle casalinghe.-CM n. 254 del 19 agosto 1971modifica e integrazione della circolare 140/68 fissa i parametri per la costituzione delle classi.-CM n. 140 dell’8 marzo 1968detta le norme e ne regola l’istituzione in termini di requisiti per l’iscrizione, la durata, l’organizzazione, il funzionamento, il reclutamento degli insegnanti e il loro trattamento economico, la possibilità di estensione ai licei classici o scientifici. -CM n. 411 del 29 ottobre 1966 e CM n. 1760 dell’11 novembre 1966vengono istituti i corsi serali anche per gli istituti tecnici commerciali e per geometri-CM n. 147 del 10 aprile 1964offre la possibilità di istituire sezioni serali per lavoratori-studenti per alcuni indirizzi di studio degli istituti tecnici industriali.

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D.3) REGOLAMENTO INTERNO CPIA DI SIRACUSAREGOLAMENTO del CPIA di SIRACUSA

A.S. 2015-2016

PREMESSAIl regolamento del CPIA di Siracusa viene qui definito in ottemperanza alla normativa vigente in materia di istruzione in età adulta (DPR 263/2012) e di autonomia scolastica nonché a quelle parti dello Statuto degli studenti e delle studentesse (DPR n. 249 24 giugno 1998 e successive integrazioni introdotte dal DPR n. 235 del 21 novembre 2007, vedi Patto Educativo di Corresponsabilità) che hanno rilevanza nel CPIA (in particolare nei confronti degli utenti minorenni). Il regolamento tiene conto del fatto che si tratta di un'utenza adulta, che aderisce ai percorsi non per obbligo ma semplicemente come ad un'opportunità. Non si può, infatti, ignorare il dato che istituzionalmente la maggioranza dei percorsi è frequentata da persone maggiorenni che, in quanto tali, rispondono direttamente delle proprie responsabilità personali e che la presenza di minori, quindi di soggetti ancora in fase di maturazione e sottoposti alla responsabilità dei genitori, risulta marginale. In questa prospettiva l'adesione allo Statuto degli Studenti e delle Studentesse sembra dovuta solo per la presenza di minori.

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La corresponsabilizzazione prevede l’assunzione di responsabilità personali da parte degli iscritti - dei genitori per i minori - tramite il patto formativo individuale attivato tra il Centro e i medesimi. Le regole accompagnano gli utenti dal primo contatto per l'iscrizione sino alla loro immissione nei corsi e alla frequenza delle diverse attività. Le regole hanno carattere generale per tutti e intendono coinvolgere l'individuo e il gruppo nella gestione del Centro con l'assunzione diretta di responsabilità nei confronti dell'ambiente e delle attrezzature messe a disposizione nonché nei confronti di tutti i frequentanti a qualsivoglia titolo dei locali e degli spazi. Le regole più sanzionatorie sono state previste a garanzia del diritto di studio e per la tutela della sicurezza di chi frequenta i nostri corsi con impegno e con grande spirito di sacrificio, oltre che a garanzia di tutto il personale, specie per chi opera con professionalità e motivazione al servizio di una comunità.La finalità principale perseguita è e rimane esclusivamente di tipo educativo e formativo e gli eventuali provvedimenti disciplinari vedranno sempre la salvaguardia dei diritti di trasparenza, di rispetto della privacy e della difesa che non potranno, comunque, mai prevaricare i diritti individuali e collettivi allo studio e alla sicurezza di tutti. CAPO I - NORME GENERALI Art.1 - La comunità scolastica La comunità scolastica è composta dagli adulti e dagli studenti iscritti al centro, dai

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docenti, dal personale amministrativo, tecnico e ausiliario, dal Dirigente scolastico, dai genitori degli alunni minorenni, da tutti coloro che hanno un interesse nei confronti del CPIA. Art. 2 - Libertà di espressione Ogni componente della comunità scolastica ha il diritto di esprimere le proprie convinzioni e di avere rispetto della propria dignità da parte di tutti gli altri componenti. Art. 3 - Rispetto per tutti Ogni componente della comunità scolastica ha il dovere di rispettare le convinzioni, i valori e la dignità di tutti coloro che vivono nella scuola. Art. 4 - Beni incustoditi L’Istituto non risponde dei beni, preziosi o oggetti personali lasciati incustoditi. Sarà cura di ognuno cercare di evitare, per quanto possibile, il verificarsi di fatti incresciosi anche mediante la vigilanza di tutti. Art.5 - Sicurezza Gli iscritti e il personale sono tenuti ad osservare le disposizioni organizzative e di sicurezza: essi devono conoscere il piano di evacuazione dell’istituto predisposto per il caso di calamità naturali, incendi, ecc. e partecipare con attenzione alle simulazioni relative alla sicurezza. Art. 6 – Assenze prolungate Tutti sono tenuti a frequentare con regolarità le lezioni e/o a comunicare eventuali assenze prolungate o la necessità di dover lasciare il corso.

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In quest'ultimo caso la segreteria provvederà al loro depennamento d'ufficio. Art. 7 – Deroghe alla validità del periodo didattico Affinché un corso sia valido è necessaria la frequenza dei tre quarti dell’orario personalizzato. Nei percorsi di I livello 1 periodo e 2 periodo sono possibili deroghe ‘motivate’, stabilite annualmente dal Collegio dei docenti. Art. 8 – Depennamento L'assenza ininterrotta dello studente maggiorenne che superi i due mesi senza alcuna comunicazione da parte dell'interessato comporta l'avvio di procedura di ritiro d'ufficio, preceduta da comunicazione all'interessato. Qualora questi non risulti più rintracciabile e non abbia comunicato variazione d'indirizzo si provvederà al suo depennamento dagli elenchi. Art. 9 - Disposizioni specifiche per i minori a) Gli studenti minori sono tenuti a frequentare regolarmente i corsi ed ad assolvere assiduamente agli impegni di studio. Gli studenti sono tenuti altresì alla puntualità e alla presenza. L’ingiustificata assenza durante l’ora di lezione, come l’uscita dalla scuola senza autorizzazione o l’entrata in ritardo ( art.9 lettera h), costituisce mancanza grave. b) Gli studenti condividono la responsabilità di rendere accogliente l’ambiente scolastico e averne cura, come importante fattore di qualità della vita della scuola. Lasciare i locali scolastici in stato di disordine e/o abbandono costituisce una mancanza passibile di ammonizione. Imbrattare o incidere suppellettili, muri, accessori e pertinenze costituisce mancanza grave.

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c) Lo stazionamento negli spazi interni della scuola è consentito durante l’intervallo. Chiunque permanga in essi in altre ore è passibile di ammonizione. È da evitare il riversarsi nei corridoi alla fine di ciascuna ora di lezione, durante il cambio dei Docenti. L’autorizzazione ad uscire dall’aula durante l’ora di lezione è data dal Docente a non più di un alunno per volta, e solo per inderogabili esigenze; prolungare senza motivo l’uscita dalla classe costituisce una mancanza. d) Gli studenti devono evitare comportamenti inadeguati passibili di ammonizione che rendono difficile lo svolgimento dell’attività scolastica in genere, come ad esempio disturbare la lezione chiacchierando, mangiando o alzandosi dal banco senza autorizzazione. Costituisce invece mancanza grave interrompere o impedire con comportamento non corretto la lezione. e) Le giustificazioni delle assenze dalle lezioni vanno presentate all’inizio delle lezioni. Le assenze, quale ne sia il motivo, devono essere giustificate sull’apposito libretto individuale, dai genitori – o da chi ne fa le veci. La giustificazione è valida se sottoscritta da chi ha depositato la firma al momento del ritiro del libretto. f) Nel caso in cui lo studente non produca giustificazione entro il giorno consecutivo a quello in cui riprende la frequenza potrà essere ammesso con riserva dal Dirigente Scolastico o dal vicario e dovrà essere accompagnato da un genitore o da chi ne fa le veci. g) Al rientro dopo assenze superiori ai cinque giorni consecutivi gli alunni devono presentare certificato medico.

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h) Di norma non sono ammessi ingressi in ritardo oltre l’inizio della seconda ora di lezione, eccezion fatta per i ritardi dovuti a visite mediche o analisi cliniche, adeguatamente giustificati. i) In casi eccezionali i genitori degli alunni minorenni possono chiedere l’uscita anticipata dalla scuola. La richiesta deve essere presentata al Dirigente Scolastico per l’autorizzazione. Gli alunni minorenni possono ottenere l’autorizzazione ad uscire anticipatamente dalla scuola solo se accompagnati dai genitori, tranne il caso che il genitore stesso abbia provveduto anticipatamente a presentarsi a scuola dal Dirigente Scolastico per firmare una apposita dichiarazione di responsabilità relativamente al giorno e ora per cui richiede l’uscita. In caso di situazioni eccezionali (ad esempio malore) potrà essere consentita l’uscita se accompagnati da un adulto munito di delega del genitore (con firma confrontabile con quella depositata sul libretto) e di idoneo documento di riconoscimento. Di norma le uscite anticipate sono autorizzate soltanto per l’ora precedente il termine orario di lezione. Deroghe sono consentite solo per gravi ed eccezionali motivi, adeguatamente documentati dal richiedente. l) L’ingresso degli alunni in classe avviene al suono della campanella. L’intervallo ha luogo tra la seconda e la terza ora di lezione. Durante l’intervallo, la vigilanza è assicurata dai Docenti in orario in ciascuna classe. ART. 10 - Assicurazione Tutti gli iscritti sono provvisti di copertura assicurativa per tutte le attività didattiche inserite nel POF.

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ART. 11 – Documenti di corresponsabilità Il Centro e gli iscritti, al termine della fase di accoglienza, sottoscrivono il Patto Formativo Individuale nel quale vengono registrati i dati salienti il percorso formativo. Nel caso di minori il Patto viene sottoscritto anche da uno dei genitori o da chi ne abbia le veci. Il rispetto del Patto Formativo è vincolante per l'ammissione all'esame finale nei corsi volti al conseguimento del titolo finale di scuola secondaria di primo grado. CAPO III - AMBIENTI, BENI E ARREDI ART. 12 – Rispetto degli ambienti, dei beni e degli arredi Tutti gli iscritti sono tenuti al rispetto degli ambienti ove si svolgono i corsi e delle varie dotazioni strumentali. Si impegnano a risarcire i danni , anche involontari, causati ad arredi e attrezzature. Gli iscritti sono tenuti al rispetto dell’ambiente scolastico (mobili e immobili compresi) e tutte le persone che a vario titolo lo frequentano (docenti, collaboratori scolastici, utenti). I corsisti sono tenuti a mantenere pulite le aule, collaborando con il personale per il mantenimento dell’igiene , non mangiando o bevendo in classe; sono tenuti a evitare di consumare bevande al di fuori dello spazio attiguo alla macchina distributrice. Tutti i frequentanti rispettano gli spazi comuni, interni ed esterni alla scuola (giardino). Si accede all'ambiente scolastico solo un minuto prima dell'inizio delle lezioni. In assenza del personale docente è vietato l’accesso alle aule. Nel caso i corsi siano realizzati presso le sedi associate i frequentanti sono sempre tenuti al rispetto dei locali, avendo rispetto anche del mantenimento della loro pulizia.

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ART. 11 – Documenti di corresponsabilità Il Centro e gli iscritti, al termine della fase di accoglienza, sottoscrivono il Patto Formativo Individuale nel quale vengono registrati i dati salienti il percorso formativo. Nel caso di minori il Patto viene sottoscritto anche da uno dei genitori o da chi ne abbia le veci. Il rispetto del Patto Formativo è vincolante per l'ammissione all'esame finale nei corsi volti al conseguimento del titolo finale di scuola secondaria di primo grado. CAPO III - AMBIENTI, BENI E ARREDI ART. 12 – Rispetto degli ambienti, dei beni e degli arredi Tutti gli iscritti sono tenuti al rispetto degli ambienti ove si svolgono i corsi e delle varie dotazioni strumentali. Si impegnano a risarcire i danni , anche involontari, causati ad arredi e attrezzature. Gli iscritti sono tenuti al rispetto dell’ambiente scolastico (mobili e immobili compresi) e tutte le persone che a vario titolo lo frequentano (docenti, collaboratori scolastici, utenti). I corsisti sono tenuti a mantenere pulite le aule, collaborando con il personale per il mantenimento dell’igiene , non mangiando o bevendo in classe; sono tenuti a evitare di consumare bevande al di fuori dello spazio attiguo alla macchina distributrice. Tutti i frequentanti rispettano gli spazi comuni, interni ed esterni alla scuola (giardino). Si accede all'ambiente scolastico solo un minuto prima dell'inizio delle lezioni. In assenza del personale docente è vietato l’accesso alle aule. Nel caso i corsi siano realizzati presso le sedi associate i frequentanti sono sempre tenuti al rispetto dei locali, avendo rispetto anche del mantenimento della loro pulizia.

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ART. 13 – Uso del telefono cellulare e di altre apparecchiature elettroniche Nei locali del Centro è vietato l'uso del telefono cellulare durante le ore di lezione. La stessa norma si applica ad altri dispositivi elettronici (tablet, lettori mp3/mp4 ecc.) il cui uso non sia stato espressamente autorizzati dal docente per lo svolgimento di un'attività didattica. L'uso del cellulare può essere concesso in deroga alla normativa vigente, solo ai frequentanti adulti che abbiano particolari esigenze (ad esempio: reperibilità lavorativa, seri motivi di famiglia, ecc.). In caso di necessità è comunque richiesto l'uso della suoneria in modalità silenziosa. L'utente avrà cura di uscire dall'aula qualora sopraggiungessero impellenti necessità di comunicare con l'esterno. È assolutamente vietato pubblicare fotografie e/o video senza il consenso degli interessati (dei genitori per i minori). La pubblicazione priva si consenso determina violazioni di tipo amministrativo e di tipo penale. Art. 14 – Divieto di fumo In tutti i locali e nelle aree di pertinenza è vietato fumare. Il divieto vale anche per le sigarette elettroniche. In caso di infrazione l'addetto al fumo procede con le sanzioni previste dalle norme in vigore. CAPO IV - NORME DISCIPLINARI ART. 15 – Sospensione e/o esclusione dai corsi Poiché la frequenza ai percorsi del CPIA è un'opportunità rivolta ad adulti che rientrano nei percorsi di formazione e istruzione, svincolata, quindi, da qualsivoglia obbligo

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scolastico, gli atti e/o comportamenti che mettano a rischio la sicurezza individuale o collettiva, o la tutela in materia di privacy possono essere motivo di esclusione dai corsi per gli adulti e di sospensioni per i minori.

Comportamento sanzionabile

Sanzione disciplinare Organo competente a irrogare la sanzione

Lieve inadempimento dei doveri scolastici

Ammonizione verbale Docente

Inadempimento grave dei doveri scolastici

Annotazione sul registro di classe e informazione alla famiglia con firma per presa visione

Docente

Comportamento dello studente che turba il regolare andamento delle lezioni

Annotazione della mancanza nel registro di classe. Ritiro dell’oggetto

Docente

(uso del cellulare ed altro)

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Assenza ingiustificata Annotazione sul registro di classe e informazione alla famiglia con firma per presa visione

Docente

Fumo in spazi non autorizzati

Multa Addetto alla vigilanza sul fumo

Atti contrari al pubblico decoro

Sospensione fino a 15 gg Consiglio di classe Dirigente scolastico

Furto o danneggiamento Sospensione fino a 15 gg commutabile in attività in favore della comunità scolastica

Consiglio di classe Dirigente scolastico

Diffusione di immagini carpite senza consenso (particolarmente grave se riferiti a minori) con videofonini, fotocamere e videocamere

Sospensione fino a 15 gg commutabile in attività in favore della comunità scolastica.Denuncia alle autorità competenti di PS.

Consiglio di classe Dirigente scolastico

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Diffusione ed uso di sostanze stupefacenti e/o alcolici

Sospensione fino a 15 gg Denuncia alle autorità competenti di PS.

Consiglio di classe Dirigente scolastico

Violenza fisica Sospensione fino a 15 gg. Denuncia alle autorità competenti di PS.

Consiglio di classe Dirigente scolastico

Commissione di reati e/o sussistenza del pericolo per l’incolumità delle persone

Sospensione o esclusione dalle attività scolastiche Denuncia alle autorità competenti di PS.

Consiglio di classe Dirigente scolastico

Nel caso di atti e/o comportamenti che violano le norme del codice penale e/o civile si provvederà tempestivamente alla denuncia alle autorità competenti. In casi di particolare gravità il Dirigente scolastico è chiamato a prendere provvedimenti anche straordinari, a tutela dell’incolumità delle persone. In questi casi è necessaria la collaborazione dei docenti e del collaboratore scolastico per la necessaria contestualizzazione degli episodi accaduti.

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Art 21 – Impugnazioni avverso sanzioni Avverso i provvedimenti disciplinari è ammesso ricorso da parte degli studenti interessati (adulti) o dei genitori (per i minori), entro quindici giorni dall’avvenuta comunicazione all’Organo di garanzia. ART 22 – Organo di garanzia Nelle more della definizione del Consiglio d’Istituto l’Organo di garanzia è costituito dal Commissario straordinario, dal Dirigente scolastico e da un docente.

Il presente Regolamento si intende valido

per l’anno scolastico 2015-2016

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E) ATTIVITA’ DI RICERCA SPERIMENTAZIONE E SVILUPPOÙ

E.1) PROGETTAZIONE FORMATIVA E RICERCA VALUTATIVA

DA COMPLETAREA CURA DELLA FUTURA

FUNZIONE STRUMENTALEAREA 1 DEL CPIA IN COLLABORAZIONE CON IL

COORDINATORE DEL TAVOLO N.10

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E.2) FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO

DA COMPLETAREA CURA DELLA FUTURA

FUNZIONE STRUMENTALEAREA 1 DEL CPIA IN COLLABORAZIONE CON IL

COORDINATORE DEL TAVOLO N.10

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E.3) INNOVAZIONE METODOLOGICA E DISCIPLINARE

DA COMPLETAREA CURA DELLA FUTURA

FUNZIONE STRUMENTALEAREA 1 DEL CPIA IN COLLABORAZIONE CON IL

COORDINATORE DEL TAVOLO N.10

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E.4) INTEGRAZIONE D’INTESA CON I SOGGETTI ISTITUZIONALI COMPETENTI

DA COMPLETAREA CURA DELLA FUTURA

FUNZIONE STRUMENTALEAREA 1 DEL CPIA IN COLLABORAZIONE CON IL

COORDINATORE DEL TAVOLO N.10

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ALLEGATO 2

ATTO D’INDIRIZZO DEL POF DEL CPIA DI SIRACUSA Prot. n. Siracusa, il

Al Collegio di rete

e p.c. al Consiglio d’Istituto

Al sito

All’albo della sede di Siracusa

All’albo della sede di Augusta

All’albo della sede di Noto

All’albo della sede di Lentini

All’albo della sede di Palazzolo A.

ATTO D’INDIRIZZO AL COLLEGIO DEI DOCENTI

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

VISTIgli art. 3,4,5 e 6 e 7 del Decreto Legislativo del 16 aprile 1994, n.297;

VISTOIl DPR n.275/99 contenente il regolamento in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche;

VISTOl’art. 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165 commi 1.2.3;

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VISTOl’art.3 D.I. del 1° Febbraio 2001 n.44, sul regolamento della gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche;

VISTO il D.P.R. n.263 del 19 Ottobre 2012, recante le norme per la ridefinizione del nuovo assetto organizzativo-didattico dei Centri d’istruzione per gli adulti a norma dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112,convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;

VISTIgli artt. 26 27 28 – 29 del CCNL Comparto Scuola (quadriennio normativo 1998-2001 e biennio economico 1998-99);

TENUTO CONTO delle disposizioni emanate in merito all’attuazione degli Indirizzi Nazionali per il Curricolo (ai sensi dell’art.1, comma 4 DPR 20.03.2009 n.89, secondo i criteri indicati dalla CM n.31 del 18.04.2012 e dal Regolamento del 16.11.2012);

EMANA

il seguente atto di indirizzo in ordine alle attività da realizzare per la stesuradel Piano dell’Offerta Formativa per l’A.S. 2015/16:

PREMESSO                         che la formulazione della presente direttiva è compito istituzionale del Dirigente Scolastico, organo di governo e di coordinamento del CPIA, con poteri e doveri di indirizzo, progettazione, promozione e gestione in campo formativo e organizzativo.

PREMESSO  che l’obiettivo è quello di fornire una chiara indicazione sugli obiettivi strategici del CPIA dando un preciso orientamento in merito agli adempimenti che il corpo docente è chiamato a svolgere.

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PREMESSOche le competenze del Collegio di rete si riferiscono a:

l’elaborazione del Piano dell’Offerta Formativa (art. 3 del D.P.R. 08.03.1999, n. 275); l’adeguamento dei programmi d’insegnamento alle particolari esigenze del territorio e del coordinamento disciplinare (art. 7 comma 2 lett. a)

T.U.); l’adozione delle iniziative per il sostegno di alunni handicappati e di figli di lavoratori stranieri (art. 7 comma 2 lett. m e n T.U.); lo studio delle soluzioni dei casi di scarso profitto o di irregolare comportamento degli alunni, su iniziativa dei docenti della rispettiva classe e

sentiti, eventualmente, gli esperti (art. 7 comma 2 lett. o T.U.); l’identificazione e attribuzione di funzioni strumentali al P.O.F. (art. 28 del CCNL 26.05.1999 e art. 37 del CCNI 31.08.1999), con la definizione

dei criteri d’accesso, della durata, delle competenze richieste, dei parametri e delle cadenze temporali per la valutazione dei risultati attesi; la delibera, nel quadro delle compatibilità con il P.O.F. e delle disponibilità finanziarie, sulle attività aggiuntive di insegnamento e sulle attività

funzionali all’insegnamento;

La presente  direttiva ha lo scopo di orientare all’interno di un quadro generale e di sistema l’attività decisionale del collegio dei docenti in ordine ai contenuti tecnici di sua competenza.

 Questo affinché:

la proposta della scuola ai suoi discenti  sia coerente con il contesto territoriale in cui essa opera;

l’organizzazione delle attività sia coerente con la normativa che regola l’istruzione degli adulti e con le delibere dello stesso Collegio (vincolanti a meno di altre che le superino) e del Consiglio d’Istituto;

siano individuati gli aspetti irrinunciabili del servizio formativo e siano esplicitati i relativi standard di processo;

le scelte curricolari, le attività di recupero/consolidamento/sostegno ed i progetti di ampliamento dell’offerta formativa siano coerenti tra loro e con le finalità e gli obiettivi enunciati dal POF così da assicurare e rafforzare l’unitarietà e l’efficacia dell’offerta formativa;

vengano stabiliti tempi e strumenti per favorire la ricerca e sperimentazione di innovazioni didattiche;

venga rispettata la tempistica generale del sistema tenendo conto  che l’elaborazione del POF deve consentire, entro i termini di legge,  la contrattazione integrativa d’istituto ed avere la sua necessaria interfaccia finanziaria nella predisposizione del Programma Annuale;

sia superata, ai fini dell’attuazione delle Indicazioni Nazionali per il curricolo, la dimensione trasmissiva dell’insegnamento dentro un’organizzazione flessibile basata sulla personalizzazione e l’inclusione;

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sia superata una visione individualistica dell’insegnamento e favorite cooperazione, sinergia e trasparenza;

siano previste forme di documentazione, pubblicizzazione e valorizzazione delle buone pratiche messe in atto da singoli o gruppi di docenti e dei prodotti/risultati degli studenti.

Nell’esercizio delle sue potestà decisionali il Collegio dei Docenti è, pertanto,  invitato a tener conto del fatto che:

l’azione collettiva dei consigli di classe e di ogni articolazione dell’organo (funzioni strumentali, dipartimenti, referenti, commissioni, ecc.) deve assicurare la realizzazione di quanto disposto dalle Indicazioni Nazionali, in merito alla costruzione del curricolo verticale ed ai processi di personalizzazione ed inclusione, verificando, attraverso un adeguato e costante impegno valutativo, gli standard formativi e le prestazioni essenziali stabilite per tutti gli allievi;

vanno attentamente valutati i bisogni rilevati negli allievi e la loro evoluzione, in particolare riguardo alle iniziative di ascolto del disagio, recupero, sostegno, orientamento scolastico e lavorativo, prevenzione della dispersione scolastica;

vanno tenuti in debita considerazione i bisogni, le vocazioni e le aspettative culturali e formative del territorio;

vanno individuate le competenze degli adulti comunque acquisite nell’apprendimento formale, non formale ed informale, riconducibili ad una o più competenze attese in esito al periodo didattico del percorso richiesto dall’adulto all’atto dell’iscrizione.

vanno personalizzati i percorsi dell’utenza ed espressi all’atto della sottoscrizione del Patto formativo, previo riconoscimento dei saperi e delle competenze formali, informali e non formali possedute ;

i singoli insegnanti devono operare in una logica di continuità nel passaggio da un periodo didattico all’altro;

vanno adottate specifiche metodologie valutative e di riscontri e prove idonee a comprovare le competenze raggiunte effettivamente dall’adulto al termine del percorso didattico;

vanno predisposti percorsi di istruzione di cui all’art. 4, co. 1 del DPR 263/12 mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione per la fruizione a distanza;

vanno sempre programmate e valutate le attività aggiuntive di approfondimento, in orario curricolare o extra curricolare, tenendo in adeguata  considerazione:

o la valenza formativa rispetto agli obiettivi prioritari stabiliti dal POF,

o la compatibilità con le risorse a disposizione della scuola;

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o i tempi, gli incarichi e gli strumenti per presidiare in questo anno scolastico la realizzazione, il monitoraggio e la  valutazione dei risultati delle attività.

Pertanto il collegio dei docenti è chiamato a deliberare il Piano d’azione relativo alla realizzazione del POF per l’anno scolastico 2015-16 con riferimento specifico a:

o percorsi curricolari ( 1° livello-primo periodo didattico, 1°livello-secondo periodo didattico, alfabetizzazione e apprendimento della lingua

italiana) lungo i quattro “assi culturali” indicati dalla circolare n.48 del 4 Novembre 2014;

o attività di recupero, consolidamento e potenziamento delle competenze;

o iniziative in collaborazione con il territorio;

o interventi e servizi per i corsisti (orientamento, accoglienza, informazione, formazione);

o modalità di valutazione del raggiungimento e di riconoscimento delle competenze;

o fruizione a distanza dei percorsi didattici.

Il Collegio deve anche individuare e deliberare in merito a:

Aree d’intervento delle Funzioni Strumentali

Numero e destinatari delle Funzioni Strumentali;

Pianificazione  dei compiti  delle Funzioni Strumentali nelle varie aree d’intervento e forme modi per la valutazione degli esiti del loro lavoro;

Il piano di formazione e di aggiornamento dei docenti, anche di auto-aggiornamento ed in modalità e-learning,   volto a arricchirne le competenze professionali e sostenere i processi di innovazione, in particolare quello dell’innovazione digitale;

Il piano delle attività collegiali e funzionali all’insegnamento necessarie all’espletamento delle attribuzioni istituzionali e al coordinamento dell’attività didattica, di verifica e di valutazione.

Il Collegio docenti è invitato ad una attenta analisi delle problematiche e della casistica connessa all’argomento oggetto della presente direttiva, in modo da assumere deliberazioni che favoriscano la correttezza, l’efficacia, l’efficienza, l’imparzialità e la trasparenza richiesta alle pubbliche amministrazioni.

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ALLEGATO 3GLI ORGANI COLLEGIALI PRESENTI NEL CPIA E IL RELATIVO REGOLAMENTO

I CPIA costituiscono i loro organi di governo e ne disciplinano il funzionamento secondo le disposizioni di cui al Titolo II del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni:Consiglio di IstitutoIl Consiglio D’istituto è composto dalla componente docente, ATA e dalla rappresentanza degli studenti.Giunta esecutivaIl Consiglio D’istituto è composto dalla componente docente, ATA e dalla rappresentanza degli studenti.Consiglio della rete1. Il Consiglio della rete è composto da membri di cui all’art. 3 dell’accordo di rete ed è presieduto attualmente dal dirigente della scuola capofila dei CTP della provincia di Siracusa Ds. Prof.ssa Garrasi Giuseppa. Ogni scuola componente la rete esprime una preferenza e viene eletto a maggioranza assoluta, a scrutinio segreto, un vice presidente fra i membri del consiglio. Inoltre viene individuato tra i componenti il segretario verbalizzante. 2. Il Consiglio di rete per lo svolgimento delle attribuzioni di cui ai compiti previsti dall’accordo di rete e di quelle eventualmente assegnate o modificate da successive norme di legge, si riunisce periodicamente, in sedute ordinarie, almeno una volta ogni due mesi, comunque quando si renda necessario e fino alla conclusione degli adempimenti connessi alla realizzazione del progetto assistito a livello nazionale. Le sedute si tengono nella sede dell’ Istituto capofila XIV I.C. “Karol Wojtyla” di Siracusa.

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3. Il consiglio di rete è composto da: il Dirigente scolastico dell’Istituto capofila; i Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche aderenti alla rete e/o i Coordinatori; il Coordinatore del progetto assistito; i componenti del consiglio saranno pertanto 24 ed ogni istituzione scolastica potrà esprimere un solo voto che sarà espresso dal dirigente scolastico o da un suo delegato. 4. Il consiglio si riunisce ed opera come conferenza di servizi ai sensi dell’art. 14 della L. 7 agosto 1990, n. 241 e sm., con le seguenti finalità: - definire, accompagnare e monitorare le azioni di cui si compone il progetto assistito; - avviare e definire partenariati/accordi con ulteriori istituzioni scolastiche e/o altri soggetti pubblici e privati; - adottare ogni determinazione rientrante nell’autonoma competenza di gestione del dirigente scolastico dell’Istituto capofila come previsto nei punti successivi; - decidere, in ordine alle risorse professionali, finanziarie e strumentali della Rete, ove presenti e disponibili; 5. Il Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo, capofila della rete, è organo esecutivo e operativo del progetto assistito, opera nel rispetto delle decisioni adottate dal Consiglio della rete e gli sono attribuiti i seguenti compiti: a. convocare e presiedere il Consiglio della rete; 2 b. predisporre tutti gli atti per l’avvio, la realizzazione e la conclusione del progetto assistito; c. curare la gestione operativa del progetto in collaborazione con il coordinatore della rete e con la referente di educazione degli adulti interni ed esterni all’amministrazione; d. predisporre, ove necessario, eventuali schede illustrative finanziarie; e. gestire in maniera funzionale le risorse professionali, strumentali e finanziarie messe a disposizione dalla rete; f. promuovere i rapporti con EE.LL, centri di formazione professionale, Camera di Commercio, altri soggetti pubblici e privati, ecc.; g. adottare ogni provvedimento gestionale e amministrativo-contabile per il raggiungimento delle finalità del progetto; h. convocare e presiedere il Collegio della rete di cui all’art. 10;

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6. L'avviso di convocazione è obbligatoriamente fatto con preavviso di almeno 5 giorni, per iscritto e inviato a mezzo mail sull’indirizzo di posta istituzionale delle scuole. L'avviso di convocazione si pubblica sul sito dell’USR Sicilia, nel comparto di settore. 7. Il Presidente è tenuto a disporre la convocazione straordinaria del Consiglio di rete quando ne riceva richiesta scritta da un terzo dei membri del Consiglio arrotondato in eccesso, ogni qualvolta se ne ravvisi la necessità. La richiesta deve contenere l'indicazione degli argomenti da trattare. 8. Nell'avviso di convocazione deve essere espressamente indicato l'elenco degli argomenti iscritti all'ordine del giorno. Nessun argomento può essere trattato in una seduta del Consiglio se non iscritto all'o.d.g. e riportato sull'avviso di convocazione. Il Presidente ha comunque il potere di aggiungere eventuali altri argomenti la cui trattazione si renda necessaria e opportuna, in aggiunta a quelli indicati nella convocazione del Consiglio alla fine di ogni seduta, previo accordo di tutti i consiglieri. L'o.d.g. deve contenere un numero di argomenti tale che possa essere trattato compiutamente durante una seduta (tempo previsto due ore). 9. Il Presidente presiede la riunione, ne dirige i lavori, introduce nell'ordine gli argomenti iscritti, dà la parola ai consiglieri e vigila la verbalizzazione che viene effettuata dal Segretario del Consiglio. 10.Al fine di consentire a ciascun componente del Consiglio la preventiva informazione sugli argomenti iscritti all'o.d.g., il Presidente, fa predisporre su ciascun argomento che ritiene rilevante, il testo dei documenti contenenti le proposte di lavoro e gli eventuali documenti illustrativi. 11.La seduta del Consiglio di Rete è valida se sono presenti, in ciascun momento, la metà più uno dei suoi componenti. Le determinazioni sono adottate a maggioranza dei voti validamente espressi. Al fine della quantificazione del quorum funzionale, non si tiene conto degli astenuti, in quanto l’astensione è 3 considerata, assenza di votazione. Il principio della prevalenza, a parità di voti, dell’orientamento assunto dal

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presidente è applicabile, come risulta evidente, solo in presenza di votazioni palesi. In caso di parità prevale il voto del Presidente. Il Consiglio, di regola, procede a votazioni per alzata di mano, ma, su richiesta di almeno un terzo dei suoi membri, il voto può manifestarsi in forma segreta. Il dispositivo di ogni determinazione è formalizzato e immediatamente riletto. 12. I verbali delle sedute del Consiglio di Rete vengono letti e approvati nella seduta successiva e sono sottoscritti dal Presidente e dal Segretario. Eventuali osservazioni sul testo saranno presentate dai consiglieri interessati, nella seduta stessa e formeranno parte integrante del verbale. Copie dei verbali sono depositate presso gli uffici di presidenza nella sede dell’ Istituto capofila XIV I.C. “Karol Wojtyla” di Siracusa. 13. Al fine di meglio esercitare il diritto di iniziativa spettante al Consiglio, questo ha facoltà, in tutte le materie rientranti nelle attribuzioni previste dall’Accordo di rete all’art. 9, di compiere, anche istituendo apposite commissioni, le opportune attività conoscitive richiedendo agli organismi competenti le notizie e i dati che necessitano. 14. Per il mantenimento dell'ordine, il Presidente esercita gli stessi poteri dati dalla legge al Sindaco nelle riunioni del Consiglio Comunale. 15.Il Consiglio di rete può invitare a partecipare alle riunioni specialisti rappresentanti di diversi organismi o istituzioni , purché si scriva nell'o.d.g. In caso di urgenza il Presidente può fare approvare a maggioranza l'intervento di un esperto durante la seduta.COLLEGIO DELLA RETEIl Collegio della rete (dei docenti) può essere articolato in sezioni funzionali alla specificità dell’assetto organizzativo e didattico; lo stesso collegio dei docenti elegge nel proprio ambito il comitato per la

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valutazione del servizio degli insegnanti di cui all’art. 11 del decreto legislativo n. 297 del 1994, assicurando la rappresentanza di ciascuna delle due tipologie di docenti in servizio nel CPIA.Il collegio dei docenti, ai fini dell’ampliamento dell’offerta formativa di cui all’art. 2, comma 5, del DPR 263/12 potrà avvalersi anche di Tavoli tecnici costituti dai rappresentanti di altre strutture a supporto dell’istruzione degli adulti, individuati sulla base dei criteri indicati dal Consiglio di Istituto. Il collegio tra i suoi compiti istituzionalmente previsti avrà anche il compito di Identificare le funzioni strumentali al piano dell’offerta formativa del CPIA, in coerenza con la specificità degli assetti organizzativo – didattici.LE COMPETENZE

Art.1 Come si evince dalla normativa vigente il Collegio dei docenti è chiamato ad attuare la primaria funzione dell'Istituzione scolastica, che è quella didattica - educativa – formativa degli adulti che frequentano i corsi della Istituzione. Art.2 Entro tale ambito ogni suo intervento deve essere il risultato di un attento lavoro collegiale mirato ad una calibrata programmazione e all'effettiva verifica degli obiettivi raggiunti, nel rispetto della libertà didattica di ogni singolo docente e in ottemperanza alla trasparenza di ogni atto ufficiale. Art.3 E’ ammessa alla riunione la sola componente docente oltre al Dirigente Scolastico, salvo diversa deliberazione collegiale, sempre e comunque a maggioranza qualificata (metà più uno dei votanti). Art.4. Durante la seduta è richiesto un comportamento che consenta a tutti un'attiva partecipazione ai lavori. LA CONVOCAZIONE Art.5 Il Collegio dei Docenti si insedia all'inizio di ciascun anno scolastico e si riunisce secondo il calendario proposto dal Dirigente Scolastico e votato dal Collegio. Il Collegio può essere altresì convocato in seduta straordinaria su richiesta di almeno 1/3 dei componenti o nel caso in cui il Dirigente ne ravvisi le necessità. La

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comunicazione dell’O.d.g. deve essere data con almeno 5 giorni di preavviso. In caso di sopravvenuti problemi urgenti, l’O.d.g. può essere integrato con comunicazione scritta anche il giorno prima. Art.6 Il Collegio, anche su iniziativa di un solo componente, può deliberare l'inserimento di uno o più punti all'O.d.g. per la seduta successiva. Art.7 Contestualmente alla convocazione del Collegio, la Presidenza pubblica tutto il materiale informativo in merito agli argomenti all’ordine del giorno. ATTRIBUZIONI DELLA PRESIDENZA Art.8 Il Dirigente Scolastico presiede il Collegio e ne assicura il corretto e proficuo funzionamento. In particolare: - apre e chiude la seduta - dà la parola, guida e modera la discussione - cura l’ordinato svolgersi dei lavori - stabilisce la sequenza delle votazioni; In relazione al decreto n. 44 del 01/02/2002, il Dirigente Scolastico: - predispone il programma per l’attuazione del POF - realizza il programma nell’esercizio dei compiti e delle sue funzioni - comunica la nomina dei collaboratori del dirigente scolastico individuati ai sensi delle disposizioni vigenti Art.9 Il Collaboratore vicario sostituisce il Dirigente Scolastico in caso di assenza o impedimento. Art.10 Il Segretario del Collegio, designato di norma dal Dirigente Scolastico tra i collaboratori, sovrintende alla stesura del processo verbale, che deve contenere le deliberazioni e gli atti della riunione; se richiesto ne dà lettura. Le richieste di variazione del verbale devono essere redatte in forma scritta e, se approvate, fanno parte integrante del medesimo verbale oggetto di approvazione.

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Art.11 (dal 01/09/2015) Dal decimo giorno lavorativo successivo ad ogni riunione del Collegio, il relativo verbale sarà affisso in bacheca interna alla sala insegnanti, perché sia possibile richiederne in forma scritta eventuali rettifiche per la definitiva approvazione nella seduta successiva. ATTRIBUZIONI DEL COLLEGIO Art.12 (dal 01/09/2015) Premesso che il Collegio dei docenti elabora il POF sulla base delle norme in materia di autonomia delle Istituzioni scolastiche stabilite dal DPR n. 275, 8 marzo 1999, tenendo conto sia degli indirizzi generali per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal consiglio di Istituto sia delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni dei genitori e degli studenti, il Collegio dei docenti, nell’esercizio dell’autonomia didattica, organizzativa, e dell’autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo: - cura la programmazione dell’azione educativa, anche al fine di adeguare i tempi dell’insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività nel modo più idoneo allo loro tipologia e ai ritmi di apprendimento degli studenti; - formula proposte al Dirigente per la formazione e la composizione delle classi e l’assegnazione ad esse dei docenti, per la formulazione dell’orario delle lezioni, comprese le iniziative di recupero, sostegno, continuità, orientamento e/o riorientamento scolastico; - provvede che la scelta, l’adozione e l’utilizzazione delle metodologie e degli strumenti didattici, ivi compresi i libri di testo, siano coerenti con il POF e siano attuate con criteri di trasparenza e tempestività; - propone al Consiglio di Istituto la stipula di contratti di prestazione d’opera con esperti al fine di garantire l’arricchimento dell’offerta formativa, nonché la realizzazione di specifici programmi di ricerca e di sperimentazione. Art.13 (dal 01/09/2015) Per migliorare la propria organizzazione il Collegio dei docenti si articola in commissioni di lavoro da individuare nelle possibili aree a seguire indicate: 1. monitoraggio/qualità

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2. orientamento in uscita 3. didattica 4. biblioteca 5. interventi e servizi per gli studenti (CIC) 6. utilizzazione delle tecnologie informatiche. Ogni commissione può articolarsi in sottocommissioni finalizzate allo studio e al raggiungimento di obiettivi specifici e alla realizzazione di servizi prefissati dal POF anche per periodo didattico e comunque per le aree di offerta previste per il primo livello . Art.14 (dal 01/09/2015) Il coordinatore delle commissioni e sottocommissioni è di norma il docente eletto per la funzione strumentale o, in via subordinata, un docente eletto fra i membri della commissione. Art.15 (dal 01/09/2015) Le Funzioni Strumentali insieme al Dirigente Scolastico, i collaboratori del Dirigente, le figure di sistema, rappresentanti della commissione del Patto Formativo, due Rappresentanti degli studenti e due Rappresentanti dei genitori, possono costituire una Commissione di Coordinamento al fine di: a - predisporre il progetto POF per l’anno successivo; b - favorire la gestione unitaria di tutte le attività previste dal POF; c - assicurare la maggior qualità possibile ai processi formativi attraverso la definizione di criteri e descrittori; d - attuare una valutazione dell’efficacia del POF; e - sovrintendere alla informazione, al sito web e a tutto ciò che riguarda l’immagine pubblica dell’Istituto; f - predisporre le iniziative culturali aperte al territorio approvata dal Collegio dei Docenti e dal Consiglio d’Istituto. La commissione di Coordinamento si riunisce su iniziativa del Dirigente Scolastico secondo un calendario fissato dal Dirigente stesso ogni anno scolastico. In particolare per quanto riguarda il punto a- la Commissione

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avrà il compito di predisporre per il Collegio di fine anno scolastico un quadro il più possibile organico di tutti i progetti che si intendono attuare nel corso dell’anno scolastico successivo. Art. 16 (dal 01/09/2015) Le proposte di progetto da sottoporre alla Commissione di Coordinamento, possono provenire da: - Riunioni per classi di concorso - Consigli di classe - Comitato genitori - Comitato studentesco - Personale ATA Ogni iniziativa proposta deve contenere tutti gli elementi descrittivi necessari a valutarne l’efficacia e deve essere presentata sull’apposito modello. VALIDITA’ DELLE SEDUTE Art.17 Il segretario procede all’appello nominale per verificare il numero dei presenti. La seduta è valida se è presente la metà più uno dei componenti. Art.18 Tutte le assenze relative all'intera seduta o parte di essa devono essere giustificate. Art.19 Le sedute del Collegio sono, di norma, prioritarie su qualsiasi altra attività del personale docente. LAVORI DELLE SEDUTE a. la discussione Art.20 I lavori del Collegio si aprono con l'approvazione del verbale della seduta precedente; con decisione unanime è possibile astenersi dalla lettura dello stesso, salvo il diritto d'intervento per chi intenda proporre rettifiche. Art.21 E' possibile richiedere di modificare la successione dei punti all'O.d.g.. La richiesta viene accolta se approvata con maggioranza relativa. Art.22 Sugli argomenti compresi all'O.d.g. i docenti si iscrivono a parlare durante la seduta.

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Art.23 Il Presidente nel concedere la parola segue l'ordine delle iscrizioni a parlare. Art.24 Nessun docente può, di norma, iscriversi a parlare più di una volta per ogni punto all'O.d.g., oltre all'eventuale dichiarazione di voto. Art.25 La durata degli interventi nella discussione di ogni punto al'O.d.g. non può superare i 5 minuti; il docente che presenta la proposta di delibera, ha a disposizione altri 3 minuti per l'illustrazione della stessa. Art.26 Ogni docente è tenuto a rispettare i tempi prefissati; in caso contrario il Presidente, dopo un richiamo, ha la facoltà di togliere la parola. Art.27 Ogni docente ha diritto di replica una sola volta per ogni argomento all'Ordine del giorno per un tema non superiore a due minuti.Art.28 Gli emendamenti alla proposta di delibera vanno presentati per iscritto. Art. 28 bis Le comunicazioni del Dirigente Scolastico in apertura di seduta, così come i temi o i quesiti posti dai membri del Collegio in relazione al punto “Varie” conclusivo della seduta, non sono di norma soggetti a discussione. b. le votazioni Art.29 Ogni componente del Collegio è tenuto ad esprimere il proprio parere con il suo voto. Art.30 Quando una proposta viene messa ai voti non è più consentito alcun intervento. Art.31 Tutte le votazioni avvengono per voto palese. Un componente del Collegio può chiedere il voto per appello nominale. Art.32 Una proposta di delibera è approvata: 1. se votata all'unanimità 2. se votata a maggioranza Nel caso 2 si distinguono due tipi di maggioranza:

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- maggioranza relativa (metà più uno dei votanti a favore), richiesta per mozioni riguardanti questioni di indirizzo didattico vincolanti tutti i docenti; - maggioranza (per tutte le altre proposte e iniziative, la cui attuazione non coinvolge l'intero corpo docente). In caso di parità prevale il voto del Dirigente. - Il voto degli astenuti non ha mai valore ai fini della determinazione della maggioranza. Art.33 Conclusa la votazione, il Dirigente delibera. Art.34 Fatti salvi i diritti della libertà didattica previsti dalla legge, le deliberazioni del Collegio vincolano tutti i docenti a partecipare alla loro attuazione secondo le modalità previste. Art.35 Il Collegio può prendere in esame, su richiesta di un terzo dei componenti, eventuali motivate proposte di modifica del regolamento. Per l'approvazione di tale proposta è richiesta la maggioranza relativa (metà più uno dei votanti).CONSIGLIO DI CLASSEIl consiglio di classe è composto dai docenti del gruppo di livello e da tre studenti, eletti dal relativo gruppo.COMMISSIONE PER LA DEFINIZIONE DEL PATTO FORMATIVOIl Dirigente Scolastico nomina la commissione per la definizione del Patto Formativo. La Commissione, presieduta dal Dirigente scolastico del CTP presso il quale è incardinata, è composta dai docenti dei percorsi di cui all’art. 4, comma 1, lett. a) b) e c):a) percorsi di primo livello: i percorsi di istruzione di primo livello finalizzati al conseguimento del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione e della certificazione attestante l'acquisizione delle competenze di base connesse all'obbligo di istruzione di cui al decreto del Ministro della pubblica istruzione 22 agosto 2007, n. 139, relative alle attività e agli insegnamenti di cui al comma 2, lettera b);

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b) percorsi di secondo livello: i percorsi di istruzione di secondo livello, realizzati dalle istituzioni scolastiche di secondo grado di cui al comma 6, finalizzati al conseguimento del diploma di istruzione tecnica, professionale e artistica;c) percorsi di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana: i percorsi di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana, realizzati dai Centri di cui all'articolo 2 e destinati agli adulti stranieri di cui all'articolo 3, nei limiti dell'organico assegnato, finalizzati al conseguimento di un titolo attestante il raggiungimento di un livello di conoscenza della lingua italiana non inferiore al livello A2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue elaborato dal Consiglio d'Europa.I docenti rappresentanti dei diversi percorsi, vengono individuati, nel rispetto delle norme contrattuali, sulla base di criteri definiti nell’istituto.Sono stabiliti, tra l’altro, le modalità di funzionamento, la composizione , anche in ordine alle competenze dei membri, le funzioni, le modalità organizzative e le forme di comunicazione e di cooperazione con gli organi collegiali delle istituzioni scolastiche firmatarie dell’accordo, nel rispetto delle loro specifiche competenze.Per assicurare continuità alle azioni della Commissione, anche ai fini del monitoraggio, valutazione dei risultati e controllo di qualità dei processi attivati, dura in carica per un triennio.La composizione della Commissione assicurerà una presenza di docenti specifica per ciascuna delle fasi del percorso finalizzato alla definizione del Patto formativo individuale.La Commissione è articolata in sezioni funzionali alla specificità degli assetti organizzativi e didattici relativi rispettivamente ai percorsi di istruzione degli adulti di primo e secondo livello, nonché alle esigenze territoriali. La Commissione può essere eventualmente integrata, per la definizione del patto formativo individuale degli adulti stranieri, da esperti e/o mediatori linguistici in relazione alla tipologia di utenti e di

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percorsi. Inoltre, potrà avvalersi di esperti esterni provenienti dal mondo del lavoro, delle professioni, della ricerca scientifica e tecnologica e del terzo settore.La Commissione per la definizione del patto formativo individuale, opera al fine di ammettere l’adulto, che richiede di accedere avendone titolo, nel percorso più idoneo e funzionale al raggiungimento degli obiettivi di competenza utili per lo stesso utente. Il Patto formativo viene definito ad esito della procedura di riconoscimento dei crediti che origina da tre fasi di identificazione, valutazione, attestazione. Per lo svolgimento delle suddette fasi, che si realizzano nelle sedi individuate nell’ambito del citato accordo di rete anche in relazione a specifiche esigenze territoriali.La Commissione si è dotata di appositi strumenti:-modello di domanda per il riconoscimento dei crediti;-modello di libretto personale (dossier personale per l’IDA);-linee guida per la predisposizione delle specifiche metodologie valutative e dei riscontri e prove utili allavalutazione delle competenze;-modello di certificato di riconoscimento dei crediti per la personalizzazione del percorso;-modello di Patto Formativo Individuale.A questi potranno essere aggiunti altri possibili documenti utili.La Commissione formalizza le proprie sedute ed i risultati delle stesse attraverso idonei supporti documentali firmati da tutti i membri.Al fine di garantire agli iscritti organici interventi di accoglienza e orientamento, la commissione predispone,nell'ambito dei compiti loro assegnati e nel quadro di specifici accordi di rete misure di sistema destinate a favorire gli opportuni raccordi tra i percorsi di istruzione realizzati dai Centri e quelli realizzati dalle istituzioni

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scolastiche A tale fine le domande di iscrizione sono trasmesse oltre che alle istituzioni di secondo grado anche ai Centri con i quali i predetti istituti hanno stipulato accordi di rete.Le “misure di sistema” sono finalizzate, altresì, a favorire gli opportuni raccordi tra i percorsi di istruzione di primo livello ed i percorsi di istruzione di secondo livello. Particolare rilevanza sarà attribuita agli interventi finalizzati alla definizione di criteri e modalità per la gestione comune delle funzioni attribuite alle istituzioni scolastiche, di cui al D.P.R. 275/99 e successive modifiche; la stesura del POF del CPIA, comprensivo delle attività di istruzione relative ai percorsi sia di primo livello che di secondo livello; la progettazione comune dei percorsi di primo e di secondo livello.La Commissione, quindi, attiva, su richiesta dell’adulto, il percorso di riconoscimento dei crediti articolato in tre fasi: identificazione, valutazione e attestazione.

a) Identificazione:fase finalizzata all’individuazione e messa in trasparenza delle competenze degli adulti comunque acquisite nell’apprendimento formale, non formale ed informale, riconducibili ad una o più competenze attese in esito al periodo didattico del percorso richiesto dall’adulto all’atto dell’iscrizione. In questa fase, la Commissione, acquisita la domanda di iscrizione, supporta l’adulto “nell’analisi e documentazione dell’esperienza di apprendimento” anche mediante l’utilizzo di dispositivi di documentazione della storia personale e professionale. Per ciascun adulto sarà compilato un libretto personale (denominato dossier personale per l’IDA) che consente la raccolta di titoli di studio, attestati, certificazioni, dichiarazioni e ogni altra “evidenza utile”. A tal fine, sarà necessario utilizzare strumenti di esplorazione quali l’intervista, impostata secondo un approccio biografico. La Commissione individuerà un docente – facente parte della Commissione stessa – cui affidare il compito di accompagnare e sostenere l’adulto nel processo di individuazione e messa in

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trasparenza delle competenze acquisite nell’apprendimento formale, non formale ed informale e nella composizione del dossier personale. Fermo restando i criteri generali presenti nelle Linee guida la Commissione individuerà le modalità organizzative e di funzionamento che tengano anche conto del contesto territoriale di riferimento.

b) Valutazione:fase finalizzata all’accertamento del possesso delle competenze degli adulti comunque acquisite nell’apprendimento formale, non formale ed informale, riconducibili ad una o più competenze attese in esito al periodo didattico del percorso richiesto dall’adulto all’atto dell’iscrizione.La Commissione procede insieme con l’adulto, all’accertamento del possesso delle competenze, già precedentemente acquisite, ai fini della successiva attestazione. Nel caso di competenze acquisite nell’apprendimento formale, costituiscono “evidenze utili” quelle rilasciate nei sistemi indicati nel comma 52, dell’art. 4, della L.92/2012. Nel caso di competenze acquisite nell’apprendimento non formale ed informale questa fase implica l’adozione di specifiche metodologie valutative e di riscontri e prove idonee a comprovare le competenze effettivamente possedute coerenti anche con quelle predisposte dall’INVALSI, nell’ambito dei progetti RICREARE e SAPA diffusione, Questa fase deve esser svolta in modo da assicurare equità, trasparenza, collegialità e oggettività.

c) Attestazione:fase finalizzata al rilascio del certificato di riconoscimento dei crediti per la personalizzazione del percorso,standardizzato secondo i criteri di seguito riportati.

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La Commissione certifica il possesso delle competenze, individuate e valutate nelle fasi precedenti, e le riconosce –secondo le modalità e nei limiti precedentemente da essa stabiliti - come crediti riconducibili ad una o più competenze attese in esito al periodo didattico del percorso richiesto dall’adulto all’atto dell’iscrizione. In coerenza con quanto previsto dal d.leg.vo 13/13, il certificato di riconoscimento dei crediti per la personalizzazione del percorso, che ha carattere pubblico, dovrà contenere i seguenti elementi minimi:a) i dati dell’ente pubblico titolare (MIUR) e dell’ente titolato (CPIA);b) i dati anagrafici dell’adulto;c) le competenze attese in esito al periodo didattico del percorso richiesto dall’adulto all’atto dell’iscrizione,riconosciute come crediti;d) le modalità di accertamento per ciascuna delle competenze riconosciute come crediti;e) la firma della Commissione, del dirigente scolastico del CPIA e, per l’adulto iscritto ad uno dei periodi didattici dei percorsi di secondo livello, anche del dirigente scolastico della istituzione scolastica dove è incardinato il percorso di secondo livello;f) data e numero di registrazione.Quale esito delle fasi suindicate viene definito il Patto formativo Individuale per ogni singolo alunno.

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ALLEGATO 4

IPOTESI DI PIANO DELLE ATTIVITA’ PER L’ANNO SCOLASTICO 2015/2016

COLLEGIO DI RETE

DATA ARGOMENTI ALL’ORDINE DEL GIORNOSettembre 2015 Saluto del dirigente scolastico, organizzazione anno scolastico (calendario,

articolazione orario delle lezioni, sospensioni attività didattiche), identificazione delle Funzioni Strumentali, dei collaboratori del D.S., dei responsabili dei punti d’erogazione, dei responsabili della sicurezza, dei componenti della Commissione del Patto Formativo e delle commissioni (numero, tipologia, criteri di assegnazione, tempi per la presentazione delle candidature); criteri di assegnazione dei docenti alle classi; calendario attività per il mese di Settembre.

Settembre 2015 Nomina delle Funzioni Strumentali, dei collaboratori del D.S., dei responsabili dei punti d’erogazione, dei responsabili della sicurezza, dei componenti della Commissione del Patto Formativo e delle commissioni.

Settembre 2015 Approvazione del POF, del Regolamento del CPIA e degli Accordi di Rete con istituzioni scolastiche esterne e con strutture di supporto esterne; approvazione piano annuale attività.

Ottobre/Novembre 2015

Collegio intermedio

Dicembre/Gennaio 2015

Collegio intermedio

Febbraio/Marzo 2015

Collegio intermedio

Maggio 2015 Adozione libri di testo e/o materiale didattico, FAD; eventuali deroghe per la validità dell’anno scolastico; criteri di valutazione per l’ammissione agli esami; approvazione certificazione delle competenze; calendario di massima delle prove d’esame.

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RICEVIMENTO DOCENTI-GENITORI/EDUCATORI

DICEMBRE 2015 2 OREFEBBRAIO 2015 2 ORE

APRILE 2015 2 ORE

RIUNIONE DOCENTI PER ASSI CULTURALI

DATA ATTIVITA’SETTEMBRE 2015 STRUTTURA DEL CURRICOLO E RELATIVA COSTRUZIONE DELLE

UDASETTEMBRE 2015 STRUTTURA DEL CURRICOLO E RELATIVA COSTRUZIONE DELLE

UDA

CONSIGLI DI CLASSE

DATA ATTIVITA’OTTOBRE 2015DICEMBRE 2015

GENNAIO/FEBBRAIO 2015 SCRUTINIOAPRILE/MAGGIO 2015

GIUGNO 2015 SCRUTINIO

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ALLEGATO 5

CENTRO PROVINCIALE ISTRUZIONE ADULTI DI SIRACUSA

PIANO DI EMERGENZA

Decreto 26 agosto 1992Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica

D.L. GS 81/08SICUREZZA E SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO

1 - PREMESSALa stesura del piano d’emergenza è un passaggio fondamentale nell’adempimento dei vari obblighi previsti dai D. Lgs 81/08 e dal D.M. 10.3.1998.In tutti gli edifici con alta concentrazione di persone, si possono verificare situazioni di emergenza, che modificano le condizioni di agibilità degli spazi ed alterano comportamenti e rapporti personali.Ciò causa una reazione che, specialmente in ambito collettivo, può risultare pericolosa poiché, coinvolgendo un gran numero di persone, non consente il controllo della situazione creatasi e rende difficili eventuali operazioni di soccorso.Per prevenire tale situazione, il D.M. del 26.08.1992, “norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”, all’art. 12 prevede, che per ogni edificio scolastico, deve essere predisposto un “piano di emergenza” e devono essere effettuate prove generali di evacuazione, almeno due volte nel corso dell’anno scolastico, che comportino lo sfollamento dell’edificio ed il trasferimento delle persone in un “luogo sicuro”.Il piano di evacuazione è uno strumento operativo attraverso il quale si adottano le operazioni da compiere in caso di emergenza, al fine di consentire un esodo ordinato e sicuro di tutti gli occupanti l’edificio.Gli eventi che potrebbero richiedere l’evacuazione parziale o totale dell’edificio scolastico sono generalmente i seguenti:· Incendi che si sviluppano all’interno dell’edifico scolastico· Incendi che si sviluppano nelle vicinanze dell’edificio scolastico e che potrebbero coinvolgerel’edifico stesso;

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· Crolli dovuti a cedimenti strutturali dell’edificio o di edifici attigui;· Avviso o sospetto della presenza di ordigni esplosivi;· Inquinamenti dovuti a cause esterne;· Eventi straordinari naturali (scosse telluriche).

2 - SCOPOLa presente procedura intende preparare gli allievi ed il personale docente e non docente dell’Istituto, ad affrontare un’evacuazione rapida, da attuarsi nel caso in cui, di fronte ad una situazione di pericolo o ad un evento straordinario, dovesse essere necessario abbandonare rapidamente l’edificio.Ciò deve avvenire in modo tale da evitare comportamenti affrettati e scoordinati ed ogni possibile inconveniente da essi derivanti.Le persone estranee alle normali attività scolastiche, presenti durante una simulazione o emergenza in atto, dovranno attenersi alle norme del presente piano, avvalendosi dell’aiuto del personale interno della scuola.

3 - L’EDIFICIO SCOLASTICO3.1 – La segnaleticaL’esiguo numero di locali occupati ed il numero contenuto di persone presenti rende semplice l’organizzazione dell’evacuazione.La segnaletica all’interno dell’edificio viene disposta secondo criteri che permettono una veloce ed ordinata evacuazione:

Sulle pareti del corridoio e sull’uscita sono presenti dei cartelli direzionali, secondo le misure standard previste dal Servizio Protezione Civile della Regione Sicilia, con l’indicazione dell’uscita di sicurezza più facile da raggiungere.

Gli alunni ed il personale, in caso di evacuazione, dovranno seguire le indicazioni dei cartelli e la direzione indicata dalla freccia.

Viene, quindi, predisposta la planimetria generale dell’edificio, che sarà affissa al muro nel corridoio ed in ogni locale indicante la via di fuga.All’esterno viene individuato un punto di ritrovo ritenuto più sicuro ed idoneo per il aggruppamento delle persone evacuate dall’edificio.Questo punto è indicato con apposita segnaletica (paletti indicatori).3.2 - PlanimetriaNella planimetria generale dell’edificio, composta di 1 tavola, vengono riportate:· la divisione delle aule.· l’indicazione del percorso.

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· Il punto di ritrovo.3.4 - La normativaAl fine di rendere edotto il corpo insegnante ed il personale di supporto alla realizzazione del piano di evacuazione, in materia di sicurezza dell’edificio scolastico e delle normative che disciplinano la salvaguardia dell’incolumità delle persone presenti all’interno della scuola, alla presente procedura si allega il Decreto del 26 agosto 1992 “Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 218 del 16 settembre 1992.

4 - RISORSE E RIFERIMENTI4.1 - Il Dirigente scolasticoIl Dirigente scolastico quale coordinatore, di tutte le operazioni di evacuazione dell’edificio scolastico, con le dovute ed attente osservazioni decide l’inizio e la conclusione dell’emergenza, nel caso di simulazione.4.2 - Il nucleo operativoIl nucleo operativo è formato dal Dirigente Scolastico o suo incaricato il DSGA.4.3 - Corpo insegnanteIl corpo insegnante, quale referente istituzionale in caso di evacuazione, viene informato dal Dirigente scolastico:· sulle procedure adottate nel piano di evacuazione;· sui compiti assegnati per la realizzazione del piano.

4.4 - Gli insegnantiGli insegnanti presenti nelle aule al momento dell’emergenza, hanno il compito di seguire le operazioni di evacuazione, avvalendosi:· delle informazione ricevute dal Dirigente scolastico· della collaborazione dei responsabili di classe.· dell’aiuto dei ragazzi individuati in precedenza e delle disposizioni impartite dal Dirigente Scolastico.Pertanto, raggiunto il luogo di raccolta assegnato all’esterno (luogo sicuro), rimane nella zona indicata e procede nelle operazioni assegnate.4.5 - Personale non docenteIl personale non docente viene formato sull’allertamento immediato in situazione di pericolo.Provvede a tutte le attività di controllo della funzionalità delle uscite d’emergenza e verifica che non sia rimasta persona all’interno dei locali durante l’evacuazione.In particolare si dispone che di fronte ad una situazione di pericolo giudicata non grave, il personale non docente deve darne immediata comunicazione al Dirigente Scolastico, che a sua volta valuterà la gravità dell’evento; di fronte ad una situazione giudicata grave, il personale non docente attiva immediatamente l’allertamento.

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L’allertamento viene effettuato con il sistema porta a porta.I CS sono addetti all’apertura delle porte di emergenza ai piani al segnale di evacuazione.4.6 - La classeIn ogni classe vengono individuati due alunni, il primo e ultimo dell’elenco presenti quel giorno, con le seguenti mansioni:· 1 alunno apri - fila con l’incarico di:a) aprire la porta dell’aula;b) aprire la fila .· 1 alunno chiudi - fila con l’incarico di:a) chiudere la fila;b) chiudere le finestre.c) chiudere la portaSolo nelle classi in cui sono presenti disabili:· 2 alunni ( il secondo ed il penultimo in ordine alfabetico, presenti quel giorno) di supporto ai disabili con l’incarico di accompagnare i compagni che necessitano di aiuto a raggiungere il punto di ritrovo.

6 - PROCEDURE DI COMPORTAMENTOChiunque si accorga di un’emergenze deve informare immediatamente il coordinatore dell’ emergenza (Dirigente o suo sostituto).6.1 – In caso d’incendio In presenza di fiamme o fumo, allontanarsi rapidamente dal locale chiudendo la porta dietro di sé ed avvisare immediatamente gli addetti alle emergenze. In presenza di fumo sulle vie di esodo in quantità tale da rendere difficoltosa la respirazione, camminare chini, respirare tramite un fazzoletto o un pezzo di stoffa possibilmente bagnato. Nel caso non fosse possibile lasciare il locale per impedimenti dovuti a fiamme, fumo e calore, restare nell’ambiente in cui ci si trova chiudendo la porta di accesso e se possibile sigillando eventuali fessure con indumenti possibilmente bagnati. Le finestre, se il locale non è invaso dal fumo, devono essere mantenute chiuse se non per il tempo necessario a segnalare la presenza ad eventuali soccorritori. E’ vietato, a chiunque non abbia una preparazione specifica, tentare di spegnere gli incendi con le dotazioni mobili esistenti è comunque vietato usare acqua per spegnere eventuali focolai di incendio in prossimità di apparecchiature o quadri elettrici. Se l’incendio ha coinvolto una persona, impedirgli di correre obbligandola, anche con forza, a distendersi a terra e tentare di soffocare le fiamme con indumenti, coperte o altro.6.2 – In caso di fuge di gas o rilascio di sostanze pericolose

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In caso di fuga di gas o di odori che lasciano preveder la presenza di sostanze pericolose, evitare di accendere utilizzatori elettrici, disattivare l’ energia elettrica dal quadro generale. Aerare il locale mantenere la porta chiusa dopo l’allontanamento dal luogo. Respirare con calma utilizzando un fazzoletto preferibilmente umido. Cercare di individuare la natura dell’ ACP che ha generato la fuga al fine di neutralizzarne i gas sprigionati.6.3 – In caso di terremoto In caso di evento sismico, alle prime scosse telluriche ripararsi sotto i banchi, cattedre ed altri arredi che abbiano funzione protettiva per la testa. Passata la prima scossa, evitare di restare al centro del locale ripararsi in prossimità delle pareti perimetrali, vicino agli angoli o sotto gli architravi delle porte. Una volta terminate le scosse telluriche, il Responsabile dell’evacuazione si accerterà che le vie d’esodo siano integre e fruibili (altrimenti attendere i soccorsi esterni) ed ordinerà l’evacuazione. Al suono del segnale di evacuazione lasciare ordinatamente l’edificio Se si è all’esterno, tenersi lontani da edifici, da alberi e da linee elettriche aeree6.4 – In caso di presenza di oggetti sospetti In presenza di oggetti sospetti (borse, pacchi-sacche, ecc.) rinvenuti nei locali della scuola a seguito anche di avviso telefonico anonimo, il personale si atterrà alle seguenti regole:1. Avvisare immediatamente il Dirigente scolastico o i collaboratori, fornendo leindicazioni sull’ entità, ubicazione e natura dell’oggetto rinvenuto;2. Non toccare o aprire alcun oggetto sospetto;3. Riferire dettagliatamente i particolari di eventuali telefonate minatorie;4. Restare lontani dal luogo in cui si trova l’oggetto.5. Attendere le ulteriori istruzioni che verranno fornite dagli addetti alla gestionedell’emergenza6.5 – In caso di presenza di uno squilibrato In questo caso non è prevista l’ evacuazione. Restare ciascuno al proprio posto e con la testa china se la minaccia è diretta; Non contestare con i propri comportamenti le azioni compiute dallo squilibrato. Mantenere la calma ed il controllo delle proprie azioni per offese ricevute e nonderidere i comportamenti squilibrati del folle.

6.6 – In caso di nube tossica In questo caso non è prevista l’ evacuazione.

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Rifugiarsi al chiuso senza allontanarsi dall’aula. Mantenere tutto il personale all’interno dei locali di lavoro. Chiudere immediatamente porte e finestre, sigillare gli infissi con scotch o stracciBagnati. Disattivare sistemi di condizionamento e ventilazione. Stendersi sul pavimento. Respirare ponendo un panno, fazzoletto o straccio bagnato sul naso e la bocca, se possibile. Non intasare le linee telefoniche: lasciare libere le linee per le comunicazionid’emergenza.6.7 - Comportamento in caso di emergenza di docenti, personale, studenti, visitatoria) Alla comunicazione di evacuazione, gli alunni incaricati e precedentementeindividuati, aprono le porte e l’apri-fila apre la fila ordinatamente.b) Gli alunni incaricati di chiudere la fila, assolvono al loro compito chiudendo le finestre seaperte, confermano all’apri fila l’inizio della fase di uscita.c) L’alunno apri-fila provvede all’apertura della porta dell’aula e fa uscire ordinatamente gli alunni, che si recano nel punto stabilito all’esterno, definito “punto di sicurezza”. L’alunno chiudi-fila chiude la porta.d) Gli allievi portatori di handicap motori attenderanno l’arrivo del collaboratore scolastico addetto. Nel caso l’allievo sia impossibilitato a raggiungere il punto di ritrovo con i compagni, sarà accompagnato dai CS nel “ luogo calmo” individuato dal Servizio di Prevenzione e segnalato nella planimetria affissa nei corridoi e nelle aule e segnalato dal simbolo raggiungibile seguendo la via d’uscita per i disabili posta all’ingresso.e) Viene predisposto un modulo:il modulo di evacuazione, compilato dall’insegnante quando tutta la classe si trova riunita nel punto assegnato all’esterno e che sarà poi trasmesso al Nucleo Operativo, tale modulistica sarà firmata dal professore presente durante l’evacuazione della classe.

7 - PREDISPOSIZIONE ED INCARICHI7.1 - GeneralitàIl Dirigente Scolastico, in collaborazione con gli insegnanti, in previsione della preparazione delle prove di evacuazione, esegue le verifiche e predispone i particolari necessari.Pertanto viene verificata:· La funzionalità delle porte di emergenza.· La predisposizione degli elenchi telefonici:degli enti esterni coinvolgibili nelle operazioni di protezione (Sindaco, Vigili del Fuoco, Croce Rossa, Vigili Urbani, Strutture Sanitarie, Regione Sicilia - Sezione Protezione Civile).

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· Che il piano sia stato illustrato, oltre che al personale interno ed al corpo insegnanti, anche a tutti gli allievi.· Che per ogni classe siano stati individuati gli alunni responsabili delle azioni di apertura e chiusura delle file in caso di evacuazione.- in ordine alfabetico il primo e l’ultimo presenti .· Ogni classe sarà dotata di una cartellina contenente l’allegato per l’evacuazione che riporta sul retro i nominativi degli alunni della classe.

8 - LE RISORSE8.1 - Attivazione delle risorseLe risorse individuate vengono suddivise in due categorie:a) risorse interne- estintori- coperte antincendio- idranti- uscite di sicurezza- medicinalib) risorse esterne- Ospedale- Vigili del Fuoco- Croce Rossa Italiana- Corpi Volontari di zona- Guardie ecologiche- Vigili Urbani- Carabinieri- Polizia Stradalec) ed in un secondo tempo, se necessario:- Enti- Ditte- Mezzi per il trasporto di materiali o persone, di alimenti ecc.

9 - SIMULAZIONEIn sintesi viene di seguito riportato uno scenario di simulazione, per meglio chiarire e facilitare l’apprendimento della procedura adottata.Se si ipotizza un focolaio d’incendio nell’edificio scolastico, la simulazione si sviluppa come di seguito:1) Segnale di allarme

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Viene dato l’allarme dal personale non docente porta a porta;2) AvvertenzeLa presente procedura, messa a disposizione di ogni classe, viene affissa al muro all’interno di ogni aula, con la seguente avvertenza:a) In caso di evacuazione lasciare l’aula, non raccogliere alcun materiale se non quello necessario alle proprie esigenze (occhiali, lenti ecc.).b) Mantenere sempre la calma e rispettare i consigli dati dalle persone individuate in questa procedura, collaborando con esse in modo da ottenere delle azioni di evacuazione ordinate e sicure.c) Non aprire le finestre.d) Se, durante l’emergenza, ci si trova per le scale o nei corridoi, uscire dalle scale di sicurezza più vicine ed aggregarsi alla prima classe che si trova fuori dell’edificio, per permettere ai professori di compilare il modulo di evacuazione.3) Evacuazionea) Con la collaborazione dell’insegnante presente, gli incaricati di classe “apri fila” provvedono, ad aprire la porta dell’aula e, a guidare ordinatamente i ragazzi fuori dall’aula in fila indiana.b) Gli incaricati di classe “chiudi fila” chiudono le finestre e possono aiutare i compagni eventualmente in difficoltà e chiudono la fila della propria scolaresca. d) Gli insegnanti coordinano le operazioni di sgombero dell’aula e si portano, con la propria classe, nel punto assegnato all’esterno (punto di sicurezza), ricordandosi di portare con sé l’allegato delle presenze.4) Raccolta rapportiPer avere la situazione sempre sotto controllo ed anche per raccogliere una documentazione valida delle esperienze fatte, l’insegnante di classe, giunto nel punto esterno assegnato, stila un rapporto che trasmette al Dirigente Scolastico.5) Ricerca dispersiDurante le fasi di evacuazione, le probabilità di panico e smarrimento sono molto alte per cui si ritiene necessario riportare sul retro dell’allegato di evacuazione l’elenco degli allievi della classe, al fine di effettuare un appello dei presenti nella zona definita “sicura”, da trasmettere in modo prioritario al Dirigente Scolastico.Nel caso in cui venisse segnalato lo smarrimento di uno o più ragazzi o di altra persona, si valuta la possibilità di un intervento di salvataggio oppure, in particolari condizioni ambientali pericolose, attiva i corpi speciali dei Vigili del Fuoco per il salvataggio dei dispersi.6) Arrivo dei mezzi operativiIntorno all’edificio, e soprattutto nella zona interna del cortile, con i cancelli d’ingresso sempre accessibili, viene riservata una zona libera per i mezzi operativi.

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Gli insegnanti si adoperano, durante le operazioni di spegnimento dell’incendio, o nel caso di altro incidente di diversa natura, affinché nessuno dei ragazzi si avvicini ai mezzi operativi, in quanto pericoloso e di notevole impedimento alle operazioni.7) Fine emergenzaDopo opportune valutazioni, il Nucleo Operativo comunicherà la fine dell’emergenza mediante segnalazione sonora o tramite comunicazione vocale.

Siracusa,

Il Dirigente Scolastico