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Di che cosa si parla Il significato dei termini che compaio- no nel titolo e nel seguito dell’articolo è brevemente richiamato nel glossario del Riquadro 1. Il nesso tra ECDL e Open Source è costituito dal fatto che la certificazione ECDL può essere conse- guita indifferentemente su qualsiasi piattaforma software, sia essa di tipo “proprietario” oppure “aperto”. Non è qui il caso di fare la storia del- l’Open Source (nel seguito O.S.) su cui esiste un’ampia letteratura, ma piutto- sto vedere, in generale, come questo sviluppo si configuri oggi e, in partico- lare, quale ruolo possa avere in rappor- to alla scuola. Per molti anni il software O.S. ha avuto una diffusione limitata a determinati contesti, in particolare università ed enti di ricerca, ovvero dove esistevano competenze informatiche più valide. In seguito ha interessato anche ambiti diversi, dando luogo ad una progressi- va nascita di aziende produttrici e distributrici di software aperto. L’uso di software O.S. può infatti deter- minare una serie di vantaggi in termi- ni di contenimento dei prezzi, traspa- renza e sicurezza, non dipendenza da un unico fornitore, elevata riusabilità, accessibilità per le diverse realtà di svi- luppo, piccole e non solo. Questi vantaggi hanno indotto un numero crescente di utilizzatori ad adottare soluzioni O.S. Ciò è avvenuto soprattutto a livello di server dove, in virtù dei sostanziali risparmi economi- ci realizzabili, i sistemi O.S. hanno ormai sopravanzato, in termini di dif- fusione, quelli proprietari. L’interesse del fenomeno ha richiama- to l’attenzione dei governi di molti Paesi. In Europa esistono oggi direttive governative che invitano gli enti pub- blici a considerare le soluzioni O.S. nei progetti di acquisizione e realizzazione delle infrastrutture informatiche. Anche in Italia ci sono da tempo chiare indicazioni in questo senso. In particolare, in attuazione della direttiva del Ministro per l’Innova- zione e le Tecnologie del 19 dicem- bre 2003, il CNIPA (Centro Naziona- le per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione) ha costituito l’Os- servatorio Open Source col compito di monitorare la materia e consenti- re una corretta valutazione delle pos- sibilità d’utilizzo di questo approccio nella Pubblica Amministrazione. A seguito di questa direttiva, in Italia molte Pubbliche Amministrazioni, sia centrali che locali, hanno manife- stato espliciti orientamenti verso l’O.S. nelle loro iniziative di sviluppo e formazione. Anche AICA, in accordo con la sua missione culturale nel settore informa- tico, dedica da tempo attenzione e risor- se al tema O.S. con studi, convegni, pubblicazioni e iniziative specifiche. Di particolare rilievo è l’inclusione del- l’O.S. nella certificazione delle compe- RI D’ Glossario Open Source e ECDL Una connessione virtuosa DI FRANCO FILIPPAZZI E AUGUSTO T ARANTINI

01RDI-4-5 2008 edito · Informatica. A queste è poi demandata la gestione delle certifica-zioni nei rispettivi Paesi. AICA è l’Associazione Italiana per l’Informatica, il cui

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Di che cosa si parla

Il significato dei termini che compaio-no nel titolo e nel seguito dell’articolo èbrevemente richiamato nel glossariodel Riquadro 1. Il nesso tra ECDL eOpen Source è costituito dal fatto che lacertificazione ECDL può essere conse-guita indifferentemente su qualsiasipiattaforma software, sia essa di tipo“proprietario” oppure “aperto”.

Non è qui il caso di fare la storia del-l’Open Source (nel seguito O.S.) su cuiesiste un’ampia letteratura, ma piutto-sto vedere, in generale, come questosviluppo si configuri oggi e, in partico-lare, quale ruolo possa avere in rappor-to alla scuola.

Per molti anni il software O.S. ha avutouna diffusione limitata a determinaticontesti, in particolare università edenti di ricerca, ovvero dove esistevanocompetenze informatiche più valide.In seguito ha interessato anche ambitidiversi, dando luogo ad una progressi-

va nascita di aziende produttrici edistributrici di software aperto.

L’uso di software O.S. può infatti deter-minare una serie di vantaggi in termi-ni di contenimento dei prezzi, traspa-renza e sicurezza, non dipendenza daun unico fornitore, elevata riusabilità,accessibilità per le diverse realtà di svi-luppo, piccole e non solo.

Questi vantaggi hanno indotto unnumero crescente di utilizzatori adadottare soluzioni O.S. Ciò è avvenutosoprattutto a livello di server dove, invirtù dei sostanziali risparmi economi-ci realizzabili, i sistemi O.S. hannoormai sopravanzato, in termini di dif-fusione, quelli proprietari.

L’interesse del fenomeno ha richiama-to l’attenzione dei governi di moltiPaesi. In Europa esistono oggi direttivegovernative che invitano gli enti pub-blici a considerare le soluzioni O.S. neiprogetti di acquisizione e realizzazionedelle infrastrutture informatiche.

Anche in Italia ci sono da tempochiare indicazioni in questo senso.In particolare, in attuazione delladirettiva del Ministro per l’Innova-zione e le Tecnologie del 19 dicem-bre 2003, il CNIPA (Centro Naziona-le per l’Informatica nella PubblicaAmministrazione) ha costituito l’Os-servatorio Open Source col compitodi monitorare la materia e consenti-re una corretta valutazione delle pos-sibilità d’utilizzo di questo approccionella Pubblica Amministrazione. Aseguito di questa direttiva, in Italiamolte Pubbliche Amministrazioni,sia centrali che locali, hanno manife-stato espliciti orientamenti versol’O.S. nelle loro iniziative di sviluppoe formazione.Anche AICA, in accordo con la suamissione culturale nel settore informa-tico, dedica da tempo attenzione e risor-se al tema O.S. con studi, convegni,pubblicazioni e iniziative specifiche.

Di particolare rilievo è l’inclusione del-l’O.S. nella certificazione delle compe-

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Glossario

Open Source e ECDL

Una connessione virtuosa

DI FRANCO FILIPPAZZI E AUGUSTO TARANTINI

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tenze informatiche. Infatti, una carat-teristica che contraddistingue le certifi-cazioni europee promosse dal CEPIS egestite in Italia da AICA – come, inparticolare, l’ECDL – è l’indipendenzada specifiche piattaforme, e quindi lapossibilità di utilizzare, negli esamiper la certificazione, software sia “pro-prietario” che “open”. Il tema accennato è illustrato nelle dueschede che seguono.

Nella scheda 1 viene fornito un qua-dro della diffusione dell’ECDL, conparticolare riferimento all’Italia e alleistituzioni scolastiche. I concetti chestanno alla base della certificazioneECDL sono stati illustrati in un pre-cedente articolo apparso su questarivista1.

Nella scheda 2 viene invece presentatain dettaglio un’esperienza specifica di

valorizzazione dell’approccio O.S.nelle scuole, effettuata dall’Ufficio Sco-lastico Regionale per la Lombardia.

1 E. Davoli – M. Genoviè De Vita, L’informaticanella Scuola Secondaria di Primo Grado, in «Ras-segna dell’istruzione», 2/2006-2007, EdumondLe Monnier, Firenze, pp. 50-63.

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GLOSSARIOOpen Source e ECDL

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Riquadro 2 Ventaglio delle certificazioni ECDL, seguelo standard europeo per gli utenti di computer

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GLOSSARIOOpen Source e ECDL

Riquadro 1 Glossario

Un programma O.S. è un insieme di moduli software disponibili in“codice sorgente”. Ciò comporta la possibilità di interventi da partedella comunità degli operatori informatici per estendere e migliora-re le prestazioni del prodotto. Il modello O.S. si contrappone almodello del software proprietario (Closed Source), in cui non vieneconsentito l’accesso al codice sorgente; in questo caso, cioè, il for-nitore del software offre all’utente una licenza d’uso, rimanendo ilprodotto di sua totale proprietà.

Acronimo di European Computer Driving Licence, nota anche come“Patente Europea del Computer”. È una certificazione che attesta,per chi ne è in possesso, la capacità di usare adeguatamente unpersonal computer. Sono previsti diversi livelli e sezioni di certifica-zione delle competenze – di base, avanzate, specialistiche (vd. figu-ra in basso) – corrispondenti a distinte categorie di destinatari. Una caratteristica peculiare della ECDL è la indipendenza dallapiattaforma software, in quanto gli esami da superare per otte-nere la certificazione possono essere effettuati con software siaproprietario che O.S. Gli esami ECDL sono definiti centralmente, a livello internazionale,dal CEPIS, mentre la gestione delle certificazioni nei vari Paesi è dele-gata alle Associazioni Nazionali di Informatica, federate al CEPIS.

Il CEPIS – Council of European Professional Informatics Societies – èla federazione costituita dalle Associazioni Nazionali di Informaticadi tutti i Paesi europei. Un ruolo fondamentale del CEPIS è la defini-zione di standard internazionali di competenza nel settore informati-

co. Si distinguono due diverse tipologie di certificazione: una per iprofessionisti informatici (EUCIP, European Certification of InformaticsProfessionals), l’altra per gli utenti di computer (ECDL, European Com-puter Driving Licence). Ciascuna certificazione ha un proprio Syllabus di riferimento che,per seguire gli sviluppi delle tecnologie, deve essere costantementeaggiornato. Le attività di monitoraggio e aggiornamento sono effet-tuate centralmente da team internazionali, con la partecipazione, dipersone e contributi finanziari, delle varie Associazioni Nazionali diInformatica. A queste è poi demandata la gestione delle certifica-zioni nei rispettivi Paesi.

AICA è l’Associazione Italiana per l’Informatica, il cui obiettivo sta-tutario è la diffusione nel nostro Paese della cultura informatica neisuoi vari aspetti: scientifici, tecnici, economici e sociali. Fondata nel1961, è federata con le principali organizzazioni culturali del set-tore informatico a livello mondiale, tra cui il CEPIS. AICA è un ente senza fini di lucro, che non deve distribuire dividen-di ad azionisti. I proventi delle attività svolte da AICA sono infatti inte-ramente investiti in attività culturali: ricerche, convegni, pubblicazioni,borse di studio, ecc. Si citano, ad esempio, le Olimpiadi Internazio-nali di Informatica, svolte in collaborazione col Ministero della Pub-blica Istruzione, la rassegna annuale del software didattico (Dida-matica), la rivista “Mondo Digitale”, unica nel panorama editorialespecifico in Italia, gli investimenti relativi alla storia dell’informatica,con la realizzazione di mostre e l’istituzione di corsi universitari, ecc. Per quanto riguarda la certificazione delle competenze, AICA hala responsabilità per l’Italia di tutti i programmi che fanno capo alCEPIS. Come per gli altri Paesi europei, AICA contribuisce alle atti-vità di aggiornamento e sviluppo con propri esperti inseriti nei variteam di lavoro, nonché versando le royalties dovute per ogni iscrit-to agli esami di certificazione in Italia.

AICA

CEPIS

ECDL

O.S. SOFTWARE

e-Ci

tizen

ECDL Specialised

ECDL Core

E C D L A d v a n c e dIT4PS – Information

Techonology for Problem Solving

Modulo unico

Full (7m

oduli)

Start (4 moduli)

General

Purpose

(4m

oduli)

Scuo

la

Universi

CAD, GIS, HEALTH, BANKING...

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Come già accennato, in un numeroprecedente della rivista si aveva avutomodo di esporre i concetti che stannoalla base della certificazione ECDL, dalSyllabus, che definisce le competenzerichieste, fino alle modalità delle proved’esame.

A complemento di quanto scritto inprecedenza, viene qui presentato unquadro sintetico della diffusione del-l’ECDL, con particolare riferimento,per quanto riguarda l’Italia, alla scuolae al software O.S.

La certificazione ECDL venne introdot-ta originariamente, alla metà degli anniNovanta, nei Paesi del Nord-Europa.

Da allora si è diffusa rapidamente,prima nel continente e poi in tutto ilresto del mondo. Oggi, nella sua fasciadi applicazione, costituisce la certifica-zione assolutamente maggioritaria, intermini di diffusione, a livello mondia-le. Ecco alcuni dati:■ 10 milioni di persone certificate o invia di esserlo;■ attiva in 140 Paesi nei cinque conti-nenti;■ esami in 50 lingue diverse;■ oltre 25.000 Test Center (di cui circa2700 in Italia1);■ utilizzata in 15.000 scuole europee.

La situazione varia ovviamente in rap-porto a fattori locali come, in particola-

re, l’epoca di introduzione. In questaottica, è interessante vedere la penetra-zione dell’ECDL nei Paesi dove la certi-ficazione è presente da più lunga data(vedi Riquadro 3). Per quanto riguarda i rapporti istitu-zionali, in molti Paesi europei – dal-l’Austria al Portogallo, dalla Romania

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GLOSSARIOOpen Source e ECDL

segue Riquadro 2

La certificazione di base (ECDL Core – la cosiddetta Patente Euro-pea del Computer, o semplicemente ECDL) riguarda la competenzanelle applicazioni di uso più comune dei personal computer. Per ottenere la certificazione Core completa (ECDL Full) occorresuperare 7 esami; superando 4 esami (a scelta) si ottiene la certifi-cazione intermedia (ECDL Start). I sette esami sono: ■ concetti teorici di base;■ uso del computer e gestione dei file;■ elaborazione testi;■ foglio elettronico;■ basi di dati;■ strumenti di presentazione;■ reti informatiche (Internet – Posta elettronica).Gli esami vanno superati, affrontandoli nell’ordine che si preferisce,entro tre anni dall’iscrizione al programma; questa scadenza è este-sa a 5 anni per chi inizia nella Scuola Secondaria di I grado. L’i-scrizione al programma avviene acquisendo una skill card presso

un test center. Per le scuole il protocollo d’intesa MPI/AICA preve-de opportune agevolazioni.

Le certificazioni ECDL Advanced richiedono competenze piùapprofondite. In questo ambito si collocano le certificazioni ECDLIT4PS (Information Technology for Problem Solving), in cui l’accentoè posto sulla risoluzione, mediante il computer, di problemi inerentivari ambiti disciplinari o tematiche.

Infine le certificazioni ECDL Specialised riguardano ambiti spe-cialistici, come l’uso del computer per la progettazione grafica(CAD), ecc.

Per un curriculum scolastico, si suggerisce la certificazione Startnella Scuola Secondaria di I grado, nel successivo biennio il com-pletamento Full e nei trienni l’Advanced.

e-Citizen è un programma di alfabetizzazione informatica per l’u-tente generico.

SCHEDA 1

Dati sulla diffusione dell’ECDL

% rispetto alla popolazione totale

Irlanda 9,78Svezia 4,81Danimarca 4,59Austria 4,16Norvegia 4,06Ungheria 3,02Grecia 3,30UK 2,78Italia 2,42Questi dati percentuali sono particolarmente signifi-cativi in quanto si riferiscono al totale della popo-lazione, neonati e anziani inclusi.

Riquadro 3Penetrazione ECDL neiPaesi dove è presente dapiù lunga data (fonte: CEPIS)

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all’Irlanda – esistono riconoscimentiufficiali e supporti da parte dei Mini-steri dell’Istruzione.

Tra i numerosi riferimenti internazio-nali, significativo è il fatto che l’UNE-SCO gestisca direttamente la certifica-zione ECDL in gran parte dei Paesi delMedio Oriente.

Un grande bacino potenziale è costituitodai Paesi emergenti. Per esempio, l’Indiasta partendo giusto ora, ma si prevedeun grande sviluppo in tempi brevi. Inci-dentalmente AICA è stata incaricata, perconto della Fondazione ECDL interna-

zionale, di supportare tecnicamente l’o-perazione in questo Paese, che ha adot-tato il sistema di test automatico on lineprogettato e realizzato da AICA. Venendo all’Italia, l’ECDL contaormai una storia decennale, essendostato introdotta alla fine del 1997. Èuna storia di successo dovuta, in par-ticolare (è il caso di ripeterlo), allecaratteristiche di neutralità e indipen-denza che la caratterizzano. Unimportante apporto alla visibilità dellacertificazione ECDL è derivato dalprotocollo di intesa MPI-AICA siglatonel 1999 e rinnovato periodicamentenegli anni successivi.

Alla data odierna, quasi un milione emezzo di italiani – studenti, lavoratori,giovani in cerca di occupazione –hanno partecipato o stanno partecipan-do al programma ECDL. Un dato numerico così rilevante meri-ta qualche commento.

Anzitutto, è lecito affermare chel’ECDL ha dato un sostanziale contri-buito all’alfabetizzazione informaticadel Paese. È stato infatti l’elementocatalizzatore per l’acquisizione, daparte di ampie fasce di popolazione, dicompetenze non frammentarie ocasuali nell’uso del computer.

A questo va aggiunto che l’ECDL hasvolto un ruolo importante per l’affer-mazione, anche da noi, della “culturadella certificazione”. È questa un’esigen-za sorta originariamente al di fuori delsistema scolastico. Infatti, il sottoutiliz-zo delle risorse informatiche, in partico-lare dei PC, per inadeguata competenzadegli addetti – soprattutto all’inizio,dalla metà anni Ottanta alla metà anniNovanta, ma in gran parte lo è tuttora –è stato per il mondo del lavoro un pro-blema molto serio. Da qui un bisogno di“certezza” nella disponibilità di cono-scenze e, soprattutto, di competenzeapplicative. La cultura delle certificazio-ni è stata la risposta a questa istanza,con la messa a punto di una varietà diSyllabus articolati per livelli e sezioni, ditipologie di esami, di accordi internazio-nali per la gestione nei diversi Paesi deiprotocolli di regolarizzazione, ecc.

Nata al di fuori della istruzione giova-nile, a partire dal 2000 – con i patti diLisbona, per favorire un decondiziona-mento precoce dal digital divide – talecultura si è quindi progressivamenteriflessa e diffusa nelle strutture forma-tive. Anche la scuola e l’università ita-liana hanno ampiamente utilizzatol’opportunità costituita dall’ECDL,come mostrano i dati del Riquadro 4.

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GLOSSARIOOpen Source e ECDL

Alla data odierna, quasi un milione e mezzo di italianihanno partecipato o stanno partecipando al programma ECDL

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Questi sono relativi alla certificazionedi base (ECDL Core); in effetti, nellascuola sono presenti anche le certifica-zioni di tipo avanzato o specialistico(quest’ultime negli Istituti Tecnici), mala certificazione di base rimane quellalargamente maggioritaria.

Per quanto riguarda il software O.S., ilsuo utilizzo sta crescendo anche nelleistituzioni scolastiche, grazie a varieiniziative.Un esempio importante è l’iniziativa,condotta dall’Ufficio Scolastico Regio-

nale della Lombardia e sponsorizzatada AICA, per la formazione di docentisulle certificazioni in ambiente O.S.che ha previsto, in parallelo, una forni-tura gratuita alle scuole di personalcomputer ricondizionati in ambienteaperto. Questa iniziativa, di duratatriennale (2005-2008) viene presentatain dettaglio nella scheda 2 dell’articolo.Nell’università va menzionata l’attivitàsvolta dal LIASES (Centro servizi del-l’Università di Torino). Oltre ad operarecome Test Center ECDL per gli studen-ti dell’università torinese, il LIASES è

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GLOSSARIOOpen Source e ECDL

Riquadro 4 Statistiche ECDL relative all’Italia

Skills card Esami Patenti Numerodistribuite (*) effettuati conseguite di Test Center

Scuole 626.820 3.544.841 294.988 1791

Università 199.721 916.723 65.942 135

Altri 576.323 2.613.928 345.557 792

Totale 1.402.864 7.075.492 706.387 2718

I dati si riferiscono alla certificazione di base (ECDL Core) e sono cumulativi a tutto il 2007.

(*) Numero di iscritti al programma di certificazione

Riquadro 5 Il progetto So.Di.Linux

So.Di.Linux è una vasta raccolta di programmi didattici strutturaticon software O.S., realizzata dall’Istituto di Tecnologie Didattiche(ITD) del CNR in collaborazione con AICA.

Attualmente sono disponibili circa 150 programmi, tutti liberamenteaccessibili sul sito http://sodilinux.itd.cnr.it. La raccolta è opportu-namente suddivisa per tipologie di utenza e per aree disciplinari.

Per quanto riguarda il primo aspetto, i programmi sono raggruppa-ti in base alla fascia scolare: dalla scuola dell’infanzia a quella pri-maria, dalla secondaria di I e II grado all’università.

Con riferimento alle aree disciplinari, l’elenco comprende le seguen-ti voci:

■ abilità di base ■ informatica■ chimica ■ logica e problem solving■ dattilografia ■ matematica■ educazione linguistica – italiano ■ medicina■ educazione linguistca – multilingue ■ musica■ fisica ■ psicologia■ geografia ■ scienze naturali■ grafica ■ tecnologia

Tutti i programmi presentano un elevato livello di interattività; inquest’ottica, l’obiettivo cultuale e/o formativo è spesso perse-guito, soprattutto per le scuole dell’obbligo, mediante unapproccio ludico, con giochi educativi ovvero, secondo unapproccio di didattica laboratoriale, con esercitazioni opportu-namente graduate.

attivo con diverse iniziative dirette afavorire la diffusione e l’utilizzo disoftware Open Source. In particolare,collabora con l’International LaborOrganization (ILO), un’agenzia delleNazioni Unite, alla effettuazione dicorsi ed esami ECDL, su piattaformaOpen Source, in Paesi del terzo mondo.

Di ampio interesse anche il progettoSo.Di.Linux (Software Didattico perLinux), svolto dall’Istituto TecnologieDidattiche del CNR di Genova, col sup-porto di AICA. Il progetto ha come obiet-tivo la realizzazione di ampie raccolte disoftware didattici O.S. per vari livelli sco-lastici, dalla scuola primaria all’univer-sità. Molto materiale è già disponibileliberamente on line (vd. Riquadro 5).

Va infine ricordata l’attività di monito-raggio svolta, con la collaborazione diAICA, dall’Osservatorio Tecnologicoper la Scuola, del Ministero della Pub-blica Istruzione.

1 L’elenco completo dei Test Center in Italia èdisponibile sul sito AICA (www.aicanet.it )

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È un’esperienza particolare, conaspetti singolari. Qui è schematizzatain due fasi. L’avviamento, in cui via viaemergono, all’interno di azioni indi-pendenti, i personaggi e alla fine siintravede una strategia di massima,capace di aprire questa nuova strada inmodo “portabile” dal sistema-scuola. Epoi lo sviluppo, ove le caratteristicheessenziali, insite nella prima fase (alcu-ne però per un verso latenti), prendonovigore in una iniziativa riunificante:diventano concretezza, azione e infinerisultati. Due fasi che hanno permessodi impostare le attuali prospettiveaccennate al termine. È un narrativo, interessante anchesotto il profilo dell’organizzazione. Alloro interno le fasi, per aderire allanatura del sistema, sono scandite neirelativi anni scolastici. È dato risaltoalle persone, i veri attori capaci di dare

impulso all’innovazione quando sonofigure in grado di coniugare la lucidapercezione della grande mutazioneesterna nelle tipologie di software conuna sensibilità nell’umanizzarne l’ac-compagnamento nelle istituzioni. Il focus è sull’O.S. nelle scuole lombar-de, sullo sfondo della progressiva esten-sione delle certificazioni ECDL avvenu-ta dal 2001 al 2007. Il Riquadro 6 offreuna prima visione d’insieme utile perorientarsi rispetto alle singole azionidescritte nella scheda.

1a Fase – L’avviamento,dal 2001 al 2004

Per l’informatica nella scuola si trattadi una stagione molto ricca di finanzia-menti, sia per le infrastrutture, sia perla formazione del personale scolastico.

“2001/2002 – L’incipit, sulle infrastrutture”

La C.M. 152/011 assegna all’Ufficio Sco-lastico Regionale per la Lombardia (nelseguito USR/L) circa 16.000.000 europer potenziare i laboratori di informati-ca delle 1300 scuole lombarde. ASMAU 2001 il Direttore Generale M.G.Dutto annuncia di volersi muoverenella prospettiva di una Lombardiacome Learning Region. Insedia allora ungruppo di lavoro allargato a soggettiesterni – Università (Bocconi, Cattolica,Politecnico/Cefriel), Assinform, SIAM(Società di Incoraggiamento Arti eMestieri) e IBM – cui dà mandato distudiare un nuovo modello di sviluppo.

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GLOSSARIOOpen Source e ECDL

SCHEDA 2

Open Source nelle scuole lombarde

■ L’incipit, sulle infrastrutture (2001-2002) ■ O.S. emerge anche nella formazione (2002-2003)■ 1° stadio di diffusione (2003-2004)

■ Dalla progettualità al protocollo d’intesa (2004-2005)■ La realizzazione (2005-2006 e 2006-2007)

2a FASE – Lo sviluppo (2005-2008)

1a FASE – L’avviamento (2001-2004)

Riquadro 6 O.S. nell’estensione delle certificazioni ECDL nelle scuole lombarde

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Emerge l’idea di procedere con unadistribuzione non “a pioggia”, bensìarticolata su due livelli – uno orizzonta-le o di base, l’altro verticale o di punta –garantendo però esperienze interco-municanti nell’interesse di tutto ilsistema di istruzione lombardo. Vieneattivato un sistema premiante: unbando di gara per “reti interprovincialidi scuole” che sappiano sia erogare inrete buone pratiche didattiche in deter-minate aree di interesse curricolare sianegoziare, con gli Enti Locali e con ilterritorio, cofinanziamenti aggiuntivi aquelli del bando. Invece, circa la questione O.S., che sipone fin dall’inizio dei lavori, lamediazione non risulta facile, anche

se da una ricognizione sulle reti discuole lombarde già attive su Webemergono precedenti interessanti. Inprimavera, A. Musumeci, che allorastava subentrando nella funzione diDirettore generale del DGSI del Mini-stero, interpellato dal gruppo, dice chela scuola ha un compito culturale aper-to e non deve indurre una domanda dimercato. Prima dell’estate il rapportofinale del gruppo di lavoro viene pub-blicato2 sul sito dell’USR/L con unallegato su “Sistemi operativi OpenSource” a cura di P. Corsi (una figuradi SIAM – serena, vivace, competente,anche nell’organizzazione – già inseri-ta nel gruppo, un “attore” che rimarràin seguito). Un dato: tra le reti di scuo-

le vincitrici, una propone l’utilizzo del-l’ambiente O.S. per un progetto di“Intranet scolastiche integrate”3. L’USR/L affida a Politecnico/CEFRIELla realizzazione del portale “Scuoladigitale – Lombardia”4 per assicurarela gestione riunificante e la fruizionedelle buone pratiche delle reti scolasti-che vincitrici. C. Mossa di CEFRIEL neassicura l’avviamento con i referentidelle reti scolastiche vincitrici cherisultano “elettrizzati” dalle tecnologieO.S. con cui il portale è stato imple-mentato (un altro “attore” che, ancheper la lucidità, la prontezza e la compe-tenza, si distingue nella 1a fase).

“2002/2003, O.S. emerge anche nella formazione”

Una quota considerevole del ricavatodalla vendita delle licenze UMTS, inesito dei patti di Lisbona, viene assegna-ta alla scuola per incrementare la for-mazione informatica del personale. Conla C.M. 55/025 circa 8.500.000 eurosono assegnati all’USR/L per gestire ilpiano ForTIC 1 dei diversi tipi di corsida attivare in modalità e-learning blen-ded, con una parte significativa – circa il50% – appoggiata alla piattaforma Pun-toEdu dell’allora INDIRE: di tipo A(principianti//60 h presenza + 60 hdistanza), B (applicazioni didatticheICT//80 + 80), C (manutenzione e proget-tazione di laboratori in rete//100 + 100).

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GLOSSARIOOpen Source e ECDL

Una quota considerevoledel ricavato dalla venditadelle licenze UMTS vieneassegnata alla scuola perincrementare la formazioneinformatica del personale

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Situazione di partenza: nelle 1300scuole lombarde vi sono circa100.000 docenti di cui almeno il 5% èstato coinvolto in precedenti azioniformative locali o centrali (PNI,PSTD, ecc.); vi sono poi i laboratorid’informatica potenziati dai fondidella C.M. 152/01. L’opzione dell’U-SR/L è conseguente: valorizzare lerisorse interne, devolvendo tutti ifondi all’interno del sistema, peròintegrando e potenziando le compe-tenze dei docenti aspiranti tutor.L’USR/L attiva quindi un tavolo con

Bocconi, Cattolica, Politecnico/Cefriele SIAM per definire un piano regio-nale di formazione tutor, monitoratodall’Area Progettuale “ICT nelle scuo-le”, in cui include moduli che avvalo-rano le certificazioni ECDL e ilsoftware O.S., entrambe già in parteinsite nelle “linee guida” del pianonazionale. La “formazione formatori”si avvia nella primavera del 2003.All’interno del corso di formazione tutorC, a cura di Politecnico/CEFRIEL, vieneinserito un (robusto) modulo sul softwa-re O.S. per la progettazione di reti.

Il corso di formazione tutor A gestitoda Bocconi affina la preparazione di250 docenti scelti, per assicurare un’e-qua distribuzione provinciale, tra 350già autonomamente patentati ECDL. Èpossibile poi continuare con un corsoavanzato: sempre in Bocconi verso gliesami ECDL Advanced (poi superati,bene, da coloro che liberamente siiscrivono), oppure in SIAM in ambien-te LINUX. Nel presentare questaseconda opportunità, G. Franza diAICA, con una comunicazione sempli-ce e lucida, introduce esperienze pros-simali a quelle dei docenti, che mostra-no notevole interesse e pongono moltedomande (è chiarissimo, immediata-mente, che un nuovo attore O.S. èentrato in scena). I corsi di SIAM di livello base e avan-zato per tutor A e C, in ambiente O.S.,registrano allora numerose adesioni.Nei lavori di gruppo, nei dibattiti inplenaria e nelle tesine finali emergonola vivacità e la preparazione di M.Ravazza (un docente che insegna aiperiti informatici di un ITIS: il quarto“attore” è entrato in scena).

“2003/2004, 1 stadio di diffusione”

In autunno, preparati i tutor, nelle undi-ci province lombarde partono i primicorsi ForTIC 1. L’intervento di formazio-ne, che si conclude nel 2004/2005, èmassiccio: 875 corsi – tra A, B, C – cuipartecipano quasi 20.000 docenti dellescuole dei diversi ordini e gradi.Un elemento originale dell’impostazio-ne USR/L: l’assegnazione fondi a cia-scun corso comprende tre quote perfinanziare la certificazione ECDL didocenti e non docenti di ruolo. Il mes-saggio è netto. E si diffonde, anche aldi là dei corsi ForTIC. In pochi anni siinduce un moltiplicatore 10 rispetto ai350 patentati iniziali del 2002.In Fiera Milano, all’EXPO Educazionee Lavoro di primavera 2004, l’Area pro-

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Valorizzare le risorse interne, devolvendo tutti i fondiall’interno del sistema, però integrando e potenziando le competenze dei docenti aspiranti tutor

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gettuale dell’USR/L lancia l’ipotesi diun’iniziativa a più largo raggio sul-l’O.S. nelle scuole. Con propri standalla manifestazione partecipano ancheAICA e SIAM. Come avviene natural-mente in questi eventi, ci si incontra:Corsi, Franza, Mossa, Ravazza e loscrivente. È spontaneo chiedersi: per-ché non fare davvero, per l’O.S., qual-cosa di più generale e trasversale? E,subito, si è d’accordo sulla strategia:occorrerebbe assicurare, in tutte le pro-vince, gruppi di docenti con competen-ze organiche, non legate a singolimoduli frequentati come aspirantitutor di ForTIC 1. Con un “piccolo”problema! Nel frattempo per l’USR/Ll’epoca delle larghe disponibilità finan-ziarie sta finendo e le priorità sonoaltre: attivare, anche con i residui, corsiper accompagnare la verticalizzazionedell’informatica nei curricoli delle ele-mentari e poi delle medie. Azioni di for-mazione culturalmente giuste che, tra-mite tutor base e tutor senior, nei dueanni seguenti – soprattutto nelle scuoleprimarie delle undici province – coin-volgono altri 10.000 docenti in corsibase, più brevi e rivolti all’applicazionedell’ICT nelle scuole dell’obbligo. Conun dato singolare: l’interesse per O.S.rispunta, imprevisto, nelle elementari.Da un lato il bisogno di risparmiarefondi per acquisire licenze di softwareproprietario in queste scuole è alto.Dall’altro una constatazione: diversimaestri verificano che non incontranodifficoltà ad accostare al software O.S iloro piccoli allievi, veri principianti enon ancora assuefatti, nelle loro case,al software proprietario. Alcuni mae-stri così usano So.Di.Linux.

2a Fase – Lo sviluppo, dal 2005 al 2008

Nella prima fase c’è un limite, eviden-te. Poiché ormai alla fine degli anniNovanta è già nell’aria, dal 2001 in

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avanti, autonomamente l’O.S. si affer-ma qua e là, singulatim, all’interno diiniziative indipendenti. Manca un dise-gno riorganizzatore, specifico. La sfidaper l’Ufficio non è da poco, stanti lescarse risorse economiche. PeròL’USR/L ha saputo comunicare la pro-pria determinazione nell’organizzareservizi e innovazione nel settore ICTper le scuole. La credibilità dell’Ufficio èalta: è un fulcro su cui far leva. E che perl’O.S., consente, interessando i partner,di arrivare a un’iniziativa triennale capa-ce di muoversi – in modo comunquenon esclusivo rispetto ad altre opzioni –verso la territorializzazione di compe-tenze delle risorse umane. Nel Riquadro7 è data una visione schematica delleazioni di questa seconda fase.

“2004/2005, dalla progettualità al protocollo d’intesa”

Nell’autunno scaturisce, infatti, ladisponibilità di AICA e SIAM a sup-portare l’USR/L per dare corso a duevasti progetti, paralleli e complementa-ri, non onerosi per l’Amministrazione,rispettivamente capaci di recuperare ivalori aggiunti emersi nella prima fasee di proiettarli verso la formazionedocenti e la fornitura gratuita alle scuo-le lombarde di PC ricondizionati. Nelgruppo di lavoro tecnico-didattico,insediato tramite l’Area Progettuale“ICT nelle scuole”, ritroviamo attorigià noti: P. Corsi, C. Mossa, M. Ravaz-za e G. Franza, quest’ultimo specifica-mente delegato da AICA, Associazionela cui collaborazione con l’USR/L èfacilitata, sotto il profilo giuridico, dalprotocollo d’intesa nazionale, vigentedal 1999 con il Ministero.La cornice europea è il Piano d’Azioneper la Società dell’Informazione (e-Europe, Lisbona 2000) che raccomandaai diversi Paesi di “formare il maggiornumero di docenti a un uso effettivodell’ICT”.

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■ Progetto A – “Cultura delle certificazioni nel pluralismo delle soluzioni informatiche”;■ Progetto B – “Banco del computer G. Arcudi nelle scuole lombarde”.

■ Corsi “R” e “P”;■ Corso “S/ECDL” per la scuola secondaria di I grado;■ Corso CTP.

■ Casi Pilota;■ Azioni provinciali.

Progetto B

Progetto A

La realizzazione: il bienno 2005/2006 – 2006/2007

Dalla progettualità al protocollo d’intesa (2004-2005)

Riquadro 7 2a fase, lo sviluppo (2005/2008)

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A livello italiano, l’indicazione istitu-zionale è il “pieno rispetto del princi-pio del pluralismo delle soluzioniinformatiche offerte dall’informazionetecnologica” (art. 1 della L. 53/03,“Legge di riforma degli ordinamentididattici della scuola”). Inoltre, soprat-tutto a valle dello specifico decretodelegato per le scuole dell’obbligo(D.Lgs. 59/04), l’USR/L era ancor piùinteressato alla diffusione della culturadelle varie certificazioni informatiche eal loro organico inserimento nei relati-vi piani di studio, allora previsto nel-l’Allegato C di tale Decreto, anche peroffrire agli allievi percorsi di apprendi-mento culturale e professionale chefacilitino il successivo inserimento nelmondo del lavoro. Con due chiarezze: ■ il compito della scuola secondaria diI grado è quello di assicurare la“sostanza”, ovvero fare in modo che gli

studenti si approprino, limitandosi adalcuni moduli, della cultura delle certi-ficazioni. Se poi vorranno “formalizza-re” i relativi “crediti”, ad esempio soste-nendo gli esami ECDL, questo non ècompito diretto della scuola, che peròpuò collaborare con le famiglie perfacilitare, anche economicamente, taleazione ponendosi come Test Centere/o agevolando l’acquisizione delleskill card ai costi ridotti del protocollod’intesa Ministero-AICA; ■ una formazione riferita a tecnologieO.S., in una logica di sussidiarietà e

decentramento delle competenzeverso le scuole autonome nelle undiciprovince lombarde, è vista come pre-supposto per una successiva e ade-guata utilizzazione del software liberonell’ambito delle attività didattiche eamministrative, anche mediante laprevista distribuzione gratuita daparte di SIAM dei PC ricondizionati.Risulta quindi conseguente assicura-re la preparazione di figure qualifica-te da valorizzare a diversi livelli istitu-zionali (regionale, provinciale e disingola scuola).

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Il compito della scuola secondaria di I grado è quello di fare in modo che gli studenti si approprino della cultura delle certificazioni

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Una sintesi dei due progetti, paralleli ecomplementari, è tracciata nei seguen-ti punti A) e B)6.

A) La formazione: il progetto “Culturadelle certificazioni informatiche nelpluralismo delle soluzioni informati-che” (USR/L – AICA).Il Protocollo d’intesa, stipulato a mag-gio 2005, prevede una durata trienna-le con azioni di formazione, supporto,accompagnamento e monitoraggio,cui i docenti aspiranti possono pre-sentare domanda di ammissionedisponendo, come titolo preferenzialee in coerenza con la tipologia del pro-getto, di almeno una certificazioneinformatica, anche di livello base(ECDL). L’offerta formativa si distri-buisce su tre livelli istituzionali:■ livello regionale, corso “R”: per pre-parare referenti “regionali” capaci di

inserirsi in un gruppo di coordina-mento che svolgerà, a livello lombar-do, le azioni di supporto e di monito-raggio, avvalendosi di particolaripiattaforme CMS;■ livello provinciale, corsi “P”: per assi-curare a ciascun Ufficio Scolastico Pro-vinciale la presenza di referenti “pro-vinciali” qualificati nelle tecnologieO.S., che possano adeguatamente ope-rare a livello territoriale;■ singola scuola, corsi “S”: da una parteper iniziare ad introdurre – come previ-sto dall’All. C del D.Lgs. 59/04 – la cul-tura delle certificazioni, inserendo alcunimoduli dell’ECDL nella didattica dell’in-segnamento/apprendimento curricolaredella scuola secondaria di I grado; dal-l’altra per arricchire tale approccio avva-lendosi della distribuzione So.Di.Linux. I primi due corsi sono finalizzati all’ac-quisizione di conoscenze/competenze

tecnologiche di livello EUCIP7. Il loroavvio è previsto a giugno, per prepararele figure necessarie ad accompagnare,in autunno, la partenza dell’altro proget-to USR/L – SIAM, rivolto al potenzia-mento delle infrastrutture tecnologiche. Il corso “S”, invece, mira a coinvolgerei docenti nella progettazione di“percorsi didattici bivalenti”, capaci diintegrare l’accostamento al SyllabusECDL e l’attenzione alla costruzioned’identità degli allievi. La sua partenza,invece, è differita alla primavera 2006. Al termine di ciascun livello di corso, ipartecipanti sono invitati a sostenereun esame (EUCIP o ECDL) in modointeramente gratuito.La strutturazione e la gestione dell’a-zione formativa viene affidate a SIAMe al CEFRIEL/Politecnico di Milano,che avevano già validamente collabora-to con l’USR-L nella prima fase.

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B) Le infrastrutture: il progetto “Bancodel Computer G. Arcudi per le scuolelombarde” (USR/L – SIAM).SIAM, in coerenza con i propri scopistatutari, da vari anni aveva attivatol’iniziativa “Banco del Computer G.Arcudi” nel cui ambito riceve, dagrandi aziende pubbliche e private,dei PC – non di ultima generazionema perfettamente funzionanti – licontrolla, ne integra eventualmentela dotazione hardware, li rigenerainstallando opportune distribuzionidi Linux e quindi li destina, senzafini di lucro, a Enti formativi. In questo quadro, SIAM e l’USR/L,con il parallelo protocollo d’intesa delmaggio 2005, hanno specializzatoper il sistema d’istruzione lombardol’iniziativa preesistente attivando ilprogetto “Banco del Computer G.Arcudi per le scuole lombarde”. Essomira a incrementare ulteriormente leinfrastrutture tecnologiche dellescuole lombarde che potranno avva-lersi di PC – dismessi da Atenei, EntiLocali e Aziende – sui quali vieneinstallata la suite So.Di.Linux. I PCcosì rigenerati vengono resi gratuita-mente disponibili da SIAM, presso lapropria sede, per scuole richiedentiindividuate dall’USR/L, anche trami-te gli USP, con procedure trasparenti

ed intese a interessare le diverse pro-vince e a favorire scuole che abbianominori dotazioni.

“La realizzazione: il bienno2005/2006-2006/2007”

Il disegno originario è stato sostanzial-mente rispettato. Nel biennio vienegestita soprattutto la formazione delpersonale di cui si riportano in sintesigli esiti. Con una “malizia”, originale, fruttuo-sa. Nei singoli corsi, infatti, vieneintrodotta una risorsa tecnologicaparticolarmente stimolante. Nellaprimavera 2005, infatti, l’USR/L staattivando, in parallelo, un vasta ini-ziativa intesa a incoraggiare nel siste-ma di istruzione lombardo la diffu-sione della Lavagna InterattivaMultimediale (nel seguito LIM) che sistava velocemente diffondendo in

molte istituzioni formative europee,dalla scuola primaria all’università,perché arricchisce non poco l’appren-dimento. Naturale quindi, al di làdella specifica azione di accompagna-mento disposta per le LIM, valoriz-zarle anche nel progetto O.S. In unaduplice prospettiva. Da un lato, proponendola in altri corsi,estenderne la conoscenza. E permette-re a più docenti di verificarne le valen-ze. All’inizio, quando comparve ilvideoproiettore, usandolo in eventi e incorsi fu immediato coglierne l’utilità.Come disse Mac Luhan, in certe circo-stanze, “lo strumento è il messaggio”. Sene parla all’esterno e si diffonde. Dall’altro – e soprattutto verso l’internodei corsi “R” / “P” / “S” – assicurareuna migliore efficacia dell’investimen-to finanziario mediante l’uso di talestrumento le cui funzioni sono datenel Riquadro 8 (LIM e Didattica).

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Il funzionamento della Lavagna Interattiva Multimediale è intuibile facilmente. Basta pen-sare al monitor del nostro PC. Mediante il mouse inseriamo comandi selezionando pre-stazioni dai menù. Lo schermo allora ci comunica lo stato avanzamento lavori. Insomma:il monitor è una periferica di I/O. Altrettanto la LIM.

Il PC è connesso sia al proiettore che alla lavagna. Il proiettore manda lo schermodel PC sulla lavagna. Ciò ci consente di “lavorare”, rimanendo davanti alla lavagna,su cui usiamo tutte le risorse presenti nel PC. Infatti, se su un foglio della LIM (output),operiamo con l’equivalente di un “mouse” – un’apposita “penna” elettronica o undito – tale segnale (input) è “sentito” dalla lavagna elettronica e trasmesso al compu-ter che, usando il software della LIM, lo elabora. O lo memorizza. Disponendo di unvasto repertorio di servizi, rapidamente possiamo disegnare, prelevare oggetti dalibrerie, spostarli, modificarli, ecc. Con una differenza rispetto al solito monitor. Perinserire dati alfanumerici, non ci spostiamo dalla LIM al PC, per usarne la tastiera. Lafacciamo comparire sulla lavagna. E la usiamo con il “mouse” (equivalente). I corsisti del progetto O.S. hanno constatato che un qualunque ambiente formativo si tra-sforma in un luogo pronto per una comunicazione allargata, sociale e condivisa, coo-perativa e laboratoriale. Le LIM hanno proposto interazioni più stimolanti con i contenutidei corsi del progetto O.S., grazie al ricco repertorio interno – visualizzazioni concreteevocabili, manipolabili, memorizzabili in modo facile, immediato – oppure esterno, col-legandosi al Web. Le attività formative del progetto O.S. diventavano fruibili in differita,in presenza o a distanza, arricchendo percorsi capaci di accompagnare gradualmenteverso concetti astratti.

Riquadro 8 LIM e DidatticaAl termine di ciascun livello di corso,i partecipanti sono invitati a sostenere un esame(EUCIP o ECDL) in modointeramente gratuito

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A.1) I corsi di formazione “R” e “P”(100 ore: 80/presenza e 20/distanza).La frequenza, anche nella attività inrete, è stata alta e costante fino alla fine.I corsi terminano a novembre 2005 conla presentazione, in sessione comune,delle tesine finali. Il loro livello, alto,può sorprendere solo chi non immagi-na quanto i docenti si coinvolgano

quando sono motivati e assistiti in per-corsi laboratoriali ben architettati ed effi-cacemente gestiti. Dalla home page delportale http://scuoladigitale.lombar-dia.it, si accede immediatamente a tuttii materiali corsuali e alle tesine finalielaborate dai gruppi di lavoro in cui lasensibilità didattica e l’attenzione alquotidiano di chi vive dall’interno la

scuola hanno tracciato un ponte versol’avvio dell’ECDL nella scuola seconda-ria di I grado e verso la conclusione delSyllabus nel primo biennio della scuolasecondaria di II grado. Esse costituisco-no quindi una risorsa preziosa, dispo-nibile non solo per il successivo corso“S/ECDL” ma, più in generale, per tuttoil sistema d’istruzione lombardo.

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A.2) Il corso “S/ECDL” (70 ore: 52/pre-senza e 18/distanza con seminario dirichiamo, facoltativo, di 30 ore).Il corso regionale è “a cascata”: una for-mazione formatori per docenti che poisvolgano corsi territoriali nelle undiciprovince lombarde. L’obiettivo è dispessore: integrare la cultura delle cer-tificazioni informatiche in ambienteO.S. in un disegno di rilievo rivolto acirca il 10% delle 680 scuole seconda-rie statali di I grado della Lombardia,distribuite in tutte le province. La sfidaè alta: conviene connotarla meglio.L’impianto generale. Il problema del-l’introduzione di una cultura delle cer-tificazioni anche nella scuola non èbanale. In pochi anni il sistema scola-stico – spesso descritto in modo carica-turale da certa stampa come totalmenteautoreferenziale e impermeabile alle tra-sformazioni – riesce invece, quanto all’a-rea ICT, a inglobare elementi di realtà(contenuti, competenze, orientamenti,ecc.) decisamente densi. Non è poco, sesi pensa che, appunto quanto alla cultu-ra delle certificazioni, in soli sette anni sisono diffuse trasformazioni radicali…

quando è da 35 anni che si parla di rifor-ma delle secondarie di II grado senzaessere ancora arrivati a qualcosa di con-creto, di valido e di condiviso. E c’è, latente, un altro fattore, forse piùimportante. Le famiglie chiedono allascuola che il percorso formativo deiloro figli consegni loro delle certezze,delle validità per il futuro. Le certifica-zioni di informatica (oppure di inglese:la questione è analoga) possono essereesperienze importanti, atipiche, conrisvolti non trascurabili. Infatti, intro-ducono nei curricoli un’opportunitàinedita per confrontarsi con qualcosadi “non scolastico”. Mettono ogni allie-vo di fronte a contenuti e a proveautentiche, “dure”, in quanto nonammorbidite dalle valutazioni attribui-te da docenti “molto vicini”. La culturadelle certificazioni è un antidoto allo“scolasticismo”, avvicina l’allievo allarealtà. Comunica alle famiglie unadiversa credibilità della scuola. In questo senso le certificazioni sonoun fattore strategico. Pertanto è essen-ziale che, per non banalizzarle, sia faci-litata l’identificazione e la diffusione di

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Quanto alla cultura delle certificazioni, in soli sette anni si sono diffuse trasformazioni radicali

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una loro didattica metodologicamente“matura”. Risulterebbe infatti insuffi-ciente ai fini formativi appiattirsi sullamera acquisizione di conoscenze e dicompetenze ICT, benché certificate eattese dalle famiglie. Conviene, invece,porsi il problema di contribuire a unaformazione di più alto profilo, fondatasu una didattica laboratoriale e noncentrata sull’ICT fine a se stessa, macapace di ricongiungere ciò che l’allie-vo fa a scuola con i vari risvolti dellasua identità in divenire.L’organizzazione, gli esiti. Iniziato inSIAM a maggio 2006, il corso coinvolgecirca 80 partecipanti, docenti autonoma-mente iscritti che poi frequentano treturni a carattere laboratoriale intervallatida poche giornate di plenaria. Il corso liindirizza “subito” verso l’applicabilità for-mativa delle risorse ECDL aprendolianche all’ambiente O.S. mediante lavarietà dei programmi didattici disponi-bili nella suite So.Di.Linux. I partecipan-ti, riuniti in gruppi interprovinciali, pro-gettano semplici “Progetti Didattici” chepoi sperimentano nelle loro classi. Imateriali corsuali utilizzati dai docentirelatori – tale funzione di docenza è affi-data a esperti di SIAM e di CEFRIEL,affiancati da tutor appartenenti al Grup-po di Lavoro dell’Area Progettuale “ICTnelle scuole” dell’USR/L – sono tuttivisionabili sul portale già citato. La qua-lità delle tesine finali, frutto della speri-mentazione nelle classi, si commenta dasola soprattutto tenuto conto che molti,all’inizio corso, né conoscevano l’ECDLné erano proiettati in tal senso. Bastidire che sono stati anche i corsisti a chie-dere di raccoglierle nel “mosaico”8 perpoterle valorizzare, a valle, mostrandolecome tutor nei corrispondenti corsi pro-vinciali che hanno interessato altri 600docenti circa. A.3) Il corso CTP del 2007 (70 h/pre-senza, 30/distanza). Istituiti nel 1997, i CTP (Centri Terri-toriali Permanenti) – promuovendouna collaborazione continua fra scuo-

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la ed Enti Locali, fra il mondo dellavoro e i partner sociali – si occupa-no dell’Educazione degli Adulti e con-tribuiscono alla creazione di un siste-ma integrato e flessibile maggior-mente rispondente ai bisogni di un’u-tenza che nel corso degli anni si èandata via via sempre più diversifi-cando. I CTP svolgono un importanteruolo sociale: raggiungono soprattut-to coloro che non si avvicinerebberomai alla formazione vuoi per questio-ni economiche, vuoi per questioni diemarginazione sociale. Dai dati emergenti dal monitoraggioattuato a fine 2006 dall’USR/L nei 66CTP lombardi risulta che la maggio-ranza dei CTP erogano corsi per l’ac-quisizione di capacità d’utilizzo di basedel PC in vista di una formazione utileanche per l’inserimento e/o il miglio-ramento della propria posizione lavo-rativa. In particolare risulta che a que-sti corsi d’informatica gli iscritti sono10.165 e gli attestati di frequenza rila-sciati più di 7650; ma i corsi risultanopiuttosto eterogenei come consistenzae finalizzazione. All’interno di una iniziativa piùampia, ispirata dal Direttore GeneraleA. M. Dominici, nel 2007 l’USR/Lattiva un corso regionale aperto aidocenti di informatica dei CTP, conl’idea guida di conferire a tali serviziformativi una finalità più alta e artico-lata, mirata ad un riconoscimentoufficializzato del proprio percorso for-mativo. Secondo il classico modello “acascata”, il corso regionale si ponecome azione di “formazione formato-ri” da abilitare come tutor di corsi pro-vinciali decentrati in modo da contri-buire ad una diffusione delle compe-tenze informatiche più “regolarizza-ta” (certificazione ECDL). Circa 60docenti si iscrivono e al termine di unpercorso impegnativo – qui non det-tagliato anche perché più rivolto versol’ECDL e all’e-Citizen che nonall’O.S., che però viene fatto “balena-

re” ripetutamente coinvolgendoanche figure dell’Osservatorio Tecno-logico per la Scuola – produconocome tesine finali progetti di riorga-nizzazione dei corsi di informaticaerogati nei singoli CTP verso i conte-nuti dei al Syllabus del patentinoeuropeo. Al termine i corsisti interes-sati, la maggioranza, sostengono gra-tuitamente, grazie al supporto di

AICA, gli esami dell’ECDL Core e,alcuni, anche quelli dell’Advanced: ciòpermette loro si “sentirsi” più prepa-rati per la funzione di tutor nei corsiprovinciali, da avviare nell’immediatoe all’USR/L di assicurasi che si sianodavvero spostati, personalmente,rispetto al loro approccio iniziale dellagestione di corsi di informatica dibase “variamente eterogenei”.

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Il corso regionale si pone come azione di “formazioneformatori” da abilitare come tutor di corsi provincialidecentrati in modo da contribuire ad una diffusione delle competenze informatiche più “regolarizzata”

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B.1) Il progetto “Banco computer G.Arcudi per le scuole lombarde”.La realizzazione di questo progetto,ancorché “laterale” rispetto al focus diquesta scheda, merita qualche cenno. Casi pilota. Nel 2004 la collaborazionetra SIAM – USR/L e il Comune di Cini-sello Balsamo aveva già attivato un’a-zione pilota rivolta a tutte le “scuolemedie” dell’area comunale con, a segui-re, un interessante coinvolgimento deidetenuti del carcere di Bollate. Nellaprimavera 2005 SIAM fornisce all’ICS“L. Tolstoj” di Milano – sede di TestCenter ECDL e per interessamento deldocente-esaminatore M. Gabbari – 10PC rigenerati con la suite So.Di.Linux,

successivamente messi in rete a curadella scuola. Analogo è il caso del Cir-colo Didattico Varese VI che sottolineal’interesse delle scuole primarieall’O.S.: per i bambini piccoli iniziaredall’O.S. non implica “rinunciare” alClosed Source utilizzato a casa! Questiprimi casi pilota sono stati monitoratidall’USR/L, tramite l’Area progettuale“ICT nelle scuole”, in vista della gene-ralizzazione ad altre realtà lombarde.

Prime azioni provinciali: due considera-zioni. In generale, c’è una complessità nell’im-postare e realizzare procedure standardtra “la domanda” (da parte delle scuolerichiedenti) e “l’offerta” da parte di SIAM– USR/L. Esse chiamano in campo lariattivazione e il monitoraggio di un rap-porto tra “soggetti donatori” esterni allascuola e una pluralità di “soggetti inter-ni” al mondo scuola. Spesso per un’a-

zienda modificare proprie procedure didiscarica di PC obsoleti, almeno le primevolte, comporta un costo. In seguito,però, emerge un risparmio e una sensi-bile ricaduta d’immagine connessa conla donazione etico-sociale alla scuola. In questo ambito non è il digital divideche occorre superare. Ma un altra, deli-cata, “lontananza”: quella tra la scuola eil mondo del lavoro, ove quest’ultimo,nel caso di dismissioni, spesso risultanon meno autoreferenziale. Più vicinasembra la disponibilità delle banche,perché queste sono “vicine” alle scuoledi cui svolgono la funzione di tesoreria. L’esperienza, in generale, porta a rite-nere che convenga seguire un approc-cio induttivo/locale, pragmatico e inte-so a creare precedenti coinvolgendo“persone” sensibili, piuttosto cheseguire una strategia verticale/discen-dente creando difficili e improbabili“tavoli di concertazione” regionale oprovinciale tra soggetti pubblici e pri-vati tramite associazioni di categoria. In particolare, a livello operativo, vengo-no raggiunti risultati incoraggianti. Al31 dicembre 2007 il progetto di SIAMdona ad Istituti scolastici lombardi, perla maggioranza della provincia di Mila-no, 681 PC ricondizionati O.S. con lasuite So.Di.Linux. Alcune operazioni dirigenerazione vengono svolte, nei labo-ratori di SIAM e mediante stage concor-dati con l’USR/L, da studenti delle spe-cializzazioni informatica dell’ITIS“Righi” di Corsico e dell’ITIS “Mattei” diS. Donato (MI), accompagnati dai lorodocenti M. Ravazza e G. Botrugno. Inoltre, nei primi mesi del 2006, d’in-tesa con l’Area Progettuale “ICT per lescuole”, poiché in Milano le proceduresono state già rodate, SIAM preferiscemettere a fuoco un caso di provincialontana. A Brescia la sinergia tra ladeterminazione di un gruppo didocenti provenienti dai corsi “R” e “P”e il locale USP permette di creare, conuna donazione della Banca di CreditoCooperativo, un precedente prezioso9.

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A livello operativo vengono raggiunti risultatiincoraggianti

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E ora, all’inizio 2008,quali prospettive?

Come il Direttore generale dell’USR/L,Anna Maria Dominici, ha sottolineatonel settembre 2007 alla conferenzastampa di presentazione degli obiettividel suo Ufficio in area ICT, l’USR per laLombardia, dopo aver curato dal 2001 al2006 (gestendo prevalentemente dalcentro) azioni rilevanti e parallele, nel2007/2008 ha inteso avviare una nuovafase connotata da un intervento didecentramento interagente, finalizzatoad accompagnare le azioni rivolte allescuole in ambito ICT secondo obiettivispecifici e coerenti con gli indirizzinazionali e il quadro europeo. Ciò si concretizza mediante l’istituzionedi Centri Territoriali per le ICT – che,invece, esistono da tempo per Lingue,Disabilità, Intercultura, ecc. – per i qualinegli anni scorsi mancavano nelle undi-ci province figure di referenti ben quali-ficati e distribuiti, in verticale, per ordinie gradi scolastici e, in orizzontale,rispetto agli ambiti privilegiati in cuil’innovazione ICT si articola in modo dapoter essere, operativamente, una risor-sa concreta per l’arricchimento dell’of-ferta formativa delle scuole dell’autono-mia. Questo insieme di Centri, opportu-namente coordinati da un Polo di sup-porto a livello regionale, dovranno quin-di operare negli ambiti privilegiati in cuil’USR/L ha maturato esperienze valide:Didattica e ICT, LIM e Didattica, Cultu-ra delle certificazioni, Open Source eNuove Tecnologie per Disabilità.

In particolare, circa l’interconnessionetra queste due ultime aree, va segnala-to un punto importante. Le famiglie incui vi sono scolari/persone diversa-mente abili sono caricate da preoccu-pazioni più grandi, impegnative. E daspese non indifferenti. Sembra oppor-tuno rendere loro visibile l’offerta disoftware O.S. – come tale gratuito –che può essere usato per le varie tipo-

logie di disabilità. Un servizio di que-sto tipo sembra opportuno sotto il pro-filo etico-sociale. Tali famiglie hannoben altri ambiti in cui impegnare leproprie risorse economiche.

E infine, per chiudere questa scheda,un’osservazione, del tutto generale.Dal narrativo precedente può forsesembrare che tutto sia stato semplice,in discesa. Ciò è falso. La difficoltà vera, però, non è stataindotta da fattori interni, tecnologici.Ovvero dal prevedibile atteggiamentodi componenti scolastiche – docenti,studenti, famiglie – che, in maggioran-za disponendo nelle loro case di attrez-zature informatiche implementate consoftware proprietario, mostrano la resi-stenza al cambiamento verso unsoftware diverso. Ciò è noto in tutti glistudi sull’O.S. La vera resistenza è stata di tipo ester-no, più profondo e culturale. Risiedenella difficoltà, di origine sociologico-culturale, nel muoversi, anche tra pro-vince di una stessa regione, in modoriunificante. Deriva dalla fatica adentrare nell’idea di “fare sistema-regio-ne”. Omologarsi magari è guadagnarequalcosa, ma è perdere individualità. Ilche determina una “terribile inerzia”verso il “voler fare sistema”: una man-canza generale nel nostro Paese. Rispetto a ciò, l’O.S. però porta con sé,nel suo profondo, una nota interessan-te: nello stesso tempo apre alla sogget-tività e alla consultazione, all’interazio-ne orizzontale tra i soggetti. A suo modo, è rieducante.

1 C.M. n. 152, 18 ottobre 2001, “Infrastrutturetecnologiche nelle scuole – Indicazioni operati-ve e finanziarie per l’anno 2001”.2 http://www.istruzione.lombardia.it/uffici/-areab/rapporto.htm.3 La rete ISI: http://www.reteisi.org. 4 http://scuoladigitale.lombardia.it.5 C.M. n. 55, 21 maggio 2002, “Piano Nazionaledi Formazione sulle Competenze Informatiche

e Tecnologiche del Personale della Scuola(Decreto Consiglio dei Ministri 22 Marzo2001)”.6 Un approfondimento di questa sintesi è datonel contributo “Cultura delle Certificazioni nelPluralismo delle Soluzioni Informatiche: didat-tica laboratoriale e risorse ICT per la costruzio-ne di identicard”, atti di DIDAMATICA 2006,Cagliari, pp. 295-308.7 Una descrizione completa dei corsi “R” e “P”,entrambi preminentemente laboratoriali, conutilizzo prevalente di software O.S., è data nel-l’allegato 2, reperibile sul sito della DirezioneGenerale dell’USR-L al link http://www.istruzio-ne.lombardia.it/comunic/comunic05/mag05/cprot9958_05.htm. 8 http://scuoladigitale.cefriel.it/Certificazioni-ICT/CERTICT_Corso-S/progetti-S-ECDL.9 http://www.provincia.brescia.it/csa/index.php.

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GLOSSARIOOpen Source e ECDL

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