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SCIA al posto della DIA … e del PdC!

Con la promulgazione della manovra economica 2010 (L 122/10 di conversione del

DL 78/10), già in vigore (G.U.R.I. - Serie generale n. 176 del 30-7-2010 - Suppl. Ordinario

n.174/L), è stato introdotto all'art. 49 comma 4-bis e seguenti la Segnalazione certificata di

inizio attività – SCIA (come modifica dell'art. 19 della L 241/90) che subentra completamente

all'istituto della DIA – Denuncia di Inizio Attività, e che in materia edilizia (per i casi ivi

applicabili con SCIA) sembra sostituire anche il Permesso di costruire.

Infatti dal tenore dell'art. 49 comma 4-ter del testo di conversione in legge del decreto

(“la disciplina di cui al comma 4-bis sostituisce direttamente, dalla data di entrata in vigore

della legge di conversione del presente decreto, quella della dichiarazione di inizio attività

recata da ogni normativa statale e regionale”) venendo meno la disciplina della DIA, la

quale era comunque facoltativa, per la possibilità dell'interessato di sostituirla con un'istanza

di Permesso di Costruire, è possibile ora (come prima interpretazione letterale e sistematica)

che la SCIA (per i casi applicabili) sia obbligatoria e sostituisca il Permesso di costruire (vedi

comma 4-bis – nuovo art. 19 della L 241/90 “Ogni atto di autorizzazione, licenza,

concessione non costitutiva, permesso o nulla osta comunque denominato, ........ e' sostituito

da una segnalazione dell'interessato”). Cioè è venuta meno le norme speciali in materia

costituita dalla DIA edilizia (nel T.U. Edilizia e nelle leggi regionali), ora sostituite anch'esse

dalla disciplina generale della SCIA (nuovo art. 19 della L. 241/90 - vedi art. 49 comma 4-bis

del DL 78/10 come modificato dalla L 122/10 - “SOSTITUISCE DIRETTAMENTE”),

normativa speciale che prima di ora era prevalente in materia edilizia sulla norma generale

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della DIA (ex art. 19 della L 241/90), per principio generale di diritto, e come pure

sottolineato in parte dal dispositivo previgente della stessa norma introdotto con una delle

modifiche alla legge 241 stessa (previgente art. 19 comma 4 “Restano ferme le disposizione di

legge vigenti che prevedono termini diversi da quelli di cui ai commi 2 e 3 per l'inizio

dell'attività e per l'adozione da parte dell'amministrazione competente di provvedimenti di

divieto di prosecuzione dell'attività e di rimozione dei suoi effetti.”).

E' opportuno quindi nell'immediato valutare tale lettura se si sta rilasciando un

Permesso di costruire per interventi che entrano ora nelle fattispecie della SCIA (l'emissione

potrebbe essere illegittima – mancherebbe la relativa norma che lo consente! - cioè per il PdC

rimarrebbero solo le fattispecie art. 10 T.U. Edilizia e quelle aggiunte dalle regioni).

Così come è necessario valutare la sostituzione/conversione in SCIA delle DIA

presentate nei 30 giorni precedenti l'entrata in vigore della nuova norma, che cioè non si erano

ancora perfezionate (con l'efficacia) con il decorso dei 30 giorni (riferimento termine delle

tesi in giurisprudenza amministrativa), perché ora non è più in essere la relativa disciplina.

Ludovico Cirese

Comune di Bollate – MI

04.08.2010

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Supplemento ordinario n. 174/L alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 17630-7-2010

TESTI COORDINATI E AGGIORNATI Testo del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 (in Supple-

mento ordinario n. 114/L alla Gazzetta Uffi ciale serie gene-rale - n. 125 del 31 maggio 2010) , coordinato con la legge di conversione 30 luglio 2010, n. 122 (in questo stesso sup-plemento ordinario, alla pag. 1) , recante: «Misure urgenti in materia di stabilizzazione fi nanziaria e di competitività economica».

AVVERTENZA:

Il testo coordinato qui pubblicato è stato redatto dal Ministero della giustizia ai sensi dell’art. 11, comma 1 del testo unico delle disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sull’emanazione dei decreti del Presi-dente della Repubblica e sulle pubblicazioni uffi ciali della Repubbli-ca italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, nonché dell’art. 10, commi 2 e 3, del medesimo testo unico, al solo fi ne di faci-litare la lettura sia delle disposizioni del decreto-legge, integrate con le modifi che apportate dalla legge di conversione, che di quelle modifi cate o richiamate nel decreto, trascritte nelle note. Restano invariati il valore e l’effi cacia degli atti legislativi qui riportati.

Le modifi che apportate dalla legge di conversione sono stampate con caratteri corsivi.

A norma dell’art. 15, comma 5, della legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell’attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri), le modifi che apportate dalla legge di conversio-ne hanno effi cacia dal giorno successivo a quello della sua pubblicazione

TITOLO I STABILIZZAZIONE FINANZIARIA

Capo I RIDUZIONE DEL PERIMETRO E DEI COSTI DELLA PUBBLICA

AMMINISTRAZIONE

Art. 1. Defi nanziamento delle leggi di spesa totalmente non

utilizzate negli ultimi tre anni

1. Le autorizzazioni di spesa i cui stanziamenti annua-li non risultano impegnati sulla base delle risultanze del Rendiconto generale dello Stato relativo agli anni 2007, 2008 e 2009 sono defi nanziate. Con decreto del Presi-dente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’economia e delle fi nanze da adottare entro il 30 set-tembre 2010 sono individuate per ciascun Ministero le autorizzazioni di spesa da defi nanziare e le relative dispo-nibilità esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge. Le disponibilità individuate sono versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate al fondo ammortamento dei titoli Stato.

Art. 2. Riduzione e fl essibilità negli stanziamenti di bilancio

1. Al fi ne di consentire alle Amministrazioni centrali di pervenire ad un consolidamento delle risorse stanzia-te sulle missioni di ciascun stato di previsione, in deroga alle norme in materia di fl essibilità di cui all’articolo 23 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, limitatamente al

triennio 2011-2013, nel rispetto dell’invarianza degli ef-fetti sui saldi di fi nanza pubblica con il disegno di legge di bilancio, per motivate esigenze, possono essere rimo-dulate le dotazioni fi nanziarie tra le missioni di ciascu-no stato di previsione, con riferimento alle spese di cui all’articolo 21, comma 7, della medesima legge n. 196 del 2009. In appositi allegati agli stati di previsione della spesa sono indicate le autorizzazioni legislative di cui si propongono le modifi che ed i corrispondenti importi. Re-sta precluso l’utilizzo degli stanziamenti di conto capitale per fi nanziare spese correnti. A decorrere dall’anno 2011 è disposta la riduzione lineare del 10 per cento delle do-tazioni fi nanziarie, iscritte a legislazione vigente nell’am-bito delle spese rimodulabili di cui all’articolo 21, com-ma 5, lettera b) , della citata legge n. 196 del 2009, delle missioni di spesa di ciascun Ministero, per gli importi in-dicati nell’Allegato 1 al presente decreto. Dalle predette riduzioni sono esclusi il fondo ordinario delle università, nonché le risorse destinate all’informatica, alla ricerca e al fi nanziamento del 5 per mille delle imposte sui redditi delle persone fi siche. Le medesime riduzioni sono com-prensive degli effetti di contenimento della spesa dei Mi-nisteri, derivanti dall’applicazione dell’articolo 6, e degli Organi costituzionali fatto salvo quanto previsto dell’ar-ticolo 5, comma 1, primo periodo. Dato il vincolo euro-peo alla stabilizzazione della spesa pubblica, nel caso in cui gli effetti fi nanziari previsti in relazione all’articolo 9 risultassero, per qualsiasi motivo, conseguiti in misura inferiore a quella prevista, con decreto di natura non re-golamentare del Presidente del Consiglio dei Ministri, da emanare su proposta del Ministro dell’economia e delle fi nanze, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, è disposta, con riferimento alle missioni di spesa dei Mi-nisteri interessati, una ulteriore riduzione lineare delle dotazioni fi nanziarie di cui al quarto periodo del presente comma sino alla concorrenza dello scostamento fi nanzia-rio riscontrato . Riferimenti normativi:

— Si riporta il testo dell’art. 23 della legge 31 dicembre 2009, n. 196 (Legge di contabilità e fi nanza pubblica):

«Art. 23 (Formazione del bilancio). - 1. In sede di formulazione degli schemi degli stati di previsione, tenuto conto delle istruzioni for-nite annualmente con apposita circolare dal Ministero dell’economia e delle fi nanze, i Ministri indicano, anche sulla base delle proposte dei responsabili della gestione dei programmi, gli obiettivi di ciascun Di-castero e quantifi cano le risorse necessarie per il loro raggiungimento anche mediante proposte di rimodulazione delle stesse risorse tra pro-grammi appartenenti alla medesima missione di spesa. Le proposte sono formulate sulla base della legislazione vigente, con divieto di previsioni basate sul mero calcolo della spesa storica incrementale.

2. Il Ministro dell’economia e delle fi nanze valuta successivamente la congruità e la coerenza tra gli obiettivi perseguiti da ciascun Ministe-ro e le risorse richieste per la loro realizzazione, tenendo anche conto dello stato di attuazione dei programmi in corso e dei risultati conseguiti negli anni precedenti in termini di effi cacia e di effi cienza della spesa. A tal fi ne il Ministro dell’economia e delle fi nanze tiene conto anche delle risultanze illustrate nella nota integrativa al rendiconto di cui all’artico-lo 35, comma 2, delle risultanze delle attività di analisi dei nuclei di cui all’articolo 39, comma 1, nonché del Rapporto di cui all’articolo 41.

3. Con il disegno di legge di bilancio, per motivate esigenze, pos-sono essere rimodulate in via compensativa all’interno di un programma o tra programmi di ciascuna missione le dotazioni fi nanziarie relative ai

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Supplemento ordinario n. 174/L alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 17630-7-2010

zioni, per conto di non meno di cinquanta enti locali e che siano cancel-late, con deliberazione ancorché non dotata di defi nitività, dall’albo di cui all’articolo 53 del predetto decreto legislativo n. 446 del 1997ai sensi dell’articolo 11 del decreto del Ministro delle fi nanze 11 settembre 2000, n. 289, sono ammesse di diritto, su domanda della società ovvero della società capogruppo, alle procedure di cui al decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347 , convertito, con modifi cazioni, dalla legge 18 febbraio 2004, n. 39. Sono altresì ammesse di diritto a tali procedure, anche in assenza di domanda, le predette società per le quali venga dichiarato dal tribunale lo stato di insolvenza. In tali casi il commissario è nominato dal Mini-stro dello sviluppo economico, su proposta del Ministro dell’economia e delle fi nanze. L’ammissione alle procedure, fi no all’esaurimento delle stesse, comporta la persistenza nei riguardi delle predette società delle convenzioni vigenti con gli enti locali immediatamente prima della data di cancellazione dall’albo di cui al citato articolo 53 del decreto legislativo n. 446 del 1997, ferme in ogni caso le riaggiudicazioni eventualmente effettuate nel frattempo con gara, nonché dei poteri, anche di riscossione, di cui le predette società disponevano anteriormente alla medesima data di cancellazione. Sono comunque fatte salve le disdette, le revoche o le risoluzioni degli affi damenti o delle convenzioni già intervenute, o che interverranno nel corso della procedura, per cause diverse dalla cancel-lazione delle medesime società dall’albo di cui al citato articolo 53 del decreto legislativo n. 446 del 1997 . Su istanza degli enti locali, creditori di somme dovute in adempimento delle predette convenzioni, il commis-sario può certifi care, secondo modalità e termini di attuazione stabiliti con decreto del Ministro dell’economia e delle fi nanze, se il relativo credito sia certo, liquido ed esigibile, anche al fi ne di consentire all’ente locale la cessione pro soluto a favore di banche o intermediari fi nanziari rico-nosciuti dalla legislazione vigente. Con decreto del Ministero dell’eco-nomia e delle fi nanze, di concerto con il Ministero dell’interno, possono essere corrispondentemente ridefi niti i termini di approvazione dei bilanci annuali e pluriennali e relative variazioni, nonché del rendiconto. I re-golamenti emanati in attuazione dell’articolo 53, comma 3, del decreto legislativo n. 446 del 1997 sono aggiornati entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto prevedendo, fra l’altro, i requisiti per l’iscrizione all’albo di cui al medesimo articolo, in particolare quel-li tecnico-fi nanziari, di onorabilità, professionalità e di assenza di cause di incompatibilità, che sono disciplinati graduandoli in funzione delle dimensioni e della natura, pubblica o privata, del soggetto che chiede l’iscrizione, del numero degli enti locali per conto dei quali il medesimo soggetto, singolarmente ovvero in gruppo di imprese, svolge le funzioni di cui all’articolo 52 del medesimo decreto legislativo n. 446 del 1997, nonché dell’eventuale sospensione, cancellazione o decadenza dall’albo in precedenza disposta nei riguardi di tale soggetto. Gli amministratori delle società ammesse, secondo le disposizioni di cui al presente comma, alle procedure di cui al decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347, conver-tito, con modifi cazioni, dalla l egge 18 febbraio 2004, n. 39, non possono esercitare le funzioni di amministratore e di revisore di società di riscos-sione di tributi per un periodo di dieci anni.

3 -bis . All’ articolo 49 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, e successive modifi cazioni, sono apportate le seguenti modifi cazioni:

a) al comma 1, dopo le parole: «costituisce titolo esecutivo» sono inserite le seguenti: «, fatto salvo il diritto del debitore di dimo-strare, con apposita documentazione rilasciata ai sensi del comma 1 -bis , l’avvenuto pagamento delle somme dovute ovvero lo sgravio totale ri-conosciuto dall’ente creditore»;

b) dopo il comma 1 sono inseriti i seguenti:«1 -bis . I pagamenti delle somme dovute all’ente creditore ovvero il riconoscimento dello sgravio da parte dell’ente creditore, effettuati in una data successiva a quella di iscrizione a ruolo, devono essere tempestivamente comunicati dall’ente creditore al concessionario della riscossione. L’ente creditore rilascia al debitore, in triplice copia, una dichiarazione attestante l’avve-nuto pagamento ovvero lo sgravio totale riconosciuto; la dichiarazione è opponibile al concessionario.

1 -ter . Con decreto del Ministro dell’economia e delle fi nanze, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, sono stabilite le modalità di attuazione delle disposizioni di cui al comma 1 -bis ed è approvato il modello di dichiarazione atte-stante l’avvenuto pagamento o lo sgravio totale. La dichiarazione deve essere rilasciata dall’ente creditore in triplice copia.

1 -quater . Nei casi di opposizione all’attività di riscossione di cui al comma 1 -bis , il concessionario ha diritto al rimborso delle spese so-stenute per l’attività di riscossione qualora l’ente creditore non abbia in-viato la comunicazione dell’avvenuto pagamento o dello sgravio totale riconosciuto al debitore».»

Art. 49. Disposizioni in materia di conferenza di servizi

1. All’articolo 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241, sono apportate le seguenti modifi cazioni:

a) al comma 1, le parole: «indice di regola» sono sostituite dalle seguenti: «può indire»;

b) al comma 2, secondo periodo, sono aggiunte, in fi ne, le parole: «ovvero nei casi in cui è consentito all’am-ministrazione procedente di provvedere direttamente in assenza delle determinazioni delle amministrazioni competenti».

2. All’articolo 14- ter della legge 7 agosto 1990, n. 241, sono apportate le seguenti modifi cazioni:

a) al comma 2 sono aggiunti, in fi ne, i seguenti pe-riodi: «La nuova data della riunione può essere fi ssata entro i quindici giorni successivi nel caso la richiesta pro-venga da un’autorità preposta alla tutela del patrimonio culturale. I responsabili degli sportelli unici per le attività produttive e per l’edilizia, ove costituiti, o i Comuni , o altre autorità competenti concordano con i Soprinten-denti territorialmente competenti il calendario, almeno trimestrale, delle riunioni delle conferenze di servizi che coinvolgano atti di assenso o consultivi comunque deno-minati di competenza del Ministero per i beni e le attività culturali.»;

b) dopo il comma 3 è inserito il seguente: « 3-bis . In caso di opera o attività sottoposta anche ad autorizzazione paesaggistica, il soprintendente si esprime, in via defi ni-tiva, in sede di conferenza di servizi, ove convocata, in ordine a tutti i provvedimenti di sua competenza ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.»;

b -bis ) al comma 4 sono premesse le parole: «Fermo re-stando quanto disposto dal comma 4 -bis » e sono aggiun-ti, in fi ne, i seguenti periodi: «Per assicurare il rispetto dei tempi, l’amministrazione competente al rilascio dei provvedimenti in materia ambientale può far eseguire anche da altri organi dell’amministrazione pubblica o enti pubblici dotati di qualifi cazione e capacità tecnica equipollenti, ovvero da istituti universitari tutte le attivi-tà tecnico-istruttorie non ancora eseguite. In tal caso gli oneri economici diretti o indiretti sono posti a esclusivo carico del soggetto committente il progetto, secondo le tabelle approvate con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dell’economia e delle fi nanze»;

c) dopo il comma 4, è aggiunto il seguente: « 4 -bis . Nei casi in cui l’intervento oggetto della conferenza di servizi è stato sottoposto positivamente a valutazione ambientale strategica (VAS), i relativi risultati e prescri-zioni, ivi compresi gli adempimenti di cui ai commi 4 e 5 dell’articolo 10 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, devono essere utilizzati, senza modifi cazioni, ai fi ni della VIA, qualora effettuata nella medesima sede, statale o regionale, ai sensi dell’articolo 7 del decreto le-gislativo 3 aprile 2006, n. 152.»;

d) il comma 6- bis è sostituito dal seguente: « 6 -bis . All’esito dei lavori della conferenza, e in ogni caso sca-duto il termine di cui ai commi 3 e 4, l’amministrazio-ne procedente, in caso di VIA statale, può adire diretta-

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Supplemento ordinario n. 174/L alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 17630-7-2010

mente il consiglio dei ministri ai sensi dell’articolo 26, comma 2, del decreto legislativo 30 aprile 2006, n. 152; in tutti gli altri casi, valutate le specifi che risultanze del-la conferenza e tenendo conto delle posizioni prevalenti espresse in quella sede, adotta la determinazione motiva-ta di conclusione del procedimento che sostituisce a tutti gli effetti, ogni autorizzazione, concessione, nulla osta o atto di assenso comunque denominato di competenza delle amministrazioni partecipanti, o comunque invitate a partecipare ma risultate assenti, alla predetta conferenza. La mancata partecipazione alla conferenza di servizi ov-vero la ritardata o mancata adozione della determinazione motivata di conclusione del procedimento sono valutate ai fi ni della responsabilità dirigenziale o disciplinare e amministrativa, nonché ai fi ni dell’attribuzione della re-tribuzione di risultato. Resta salvo il diritto del privato di dimostrare il danno derivante dalla mancata osservanza del termine di conclusione del procedimento ai sensi de-gli articoli 2 e 2 -bis .»;

e) il comma 7 è sostituito dal seguente: « 7. Si con-sidera acquisito l’assenso dell’amministrazione, ivi com-prese quelle preposte alla tutela della salute e della pub-blica incolumità, alla tutela paesaggistico-territoriale e alla tutela ambientale, esclusi i provvedimenti in materia di VIA, VAS e AIA, il cui rappresentante, all’esito dei la-vori della conferenza, non abbia espresso defi nitivamente la volontà dell’amministrazione rappresentata.»;

f) il comma 9 è soppresso. 3. All’articolo 14- quater della legge 7 agosto 1990,

n. 241, sono apportate le seguenti modifi cazioni: a) al comma 1, dopo le parole: «rappresentanti delle

amministrazioni» sono inserite le seguenti: «ivi compre-se quelle preposte alla tutela ambientale, fermo restando quanto previsto dall’articolo 26 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, paesaggistico-territoriale, del pa-trimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità»;

b) i commi 3, 3- bis , 3- ter e 3- quater sono sostituiti dal seguente:

« 3. Al di fuori dei casi di cui all’articolo 117, ottavo comma, della Costituzione, e delle infrastrutture ed inse-diamenti produttivi strategici e di preminente interesse na-zionale, di cui alla parte seconda, titolo terzo, capo quarto del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successi-ve modifi cazioni, nonché dei casi di localizzazione delle opere di interesse statale, ove venga espresso motivato dissenso da parte di un’amministrazione preposta alla tu-tela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità, la questione, in attuazione e nel rispetto del principio di leale collaborazione e dell’articolo 120 della

Costituzione, è rimessa dall’amministrazione proce-dente alla deliberazione del Consiglio dei Ministri, che si pronuncia entro sessanta giorni, previa intesa con la Regione o le Regioni e le Province autonome interessate, in caso di dissenso tra un’amministrazione statale e una regionale o tra più amministrazioni regionali, ovvero pre-via intesa con la Regione e gli enti locali interessati, in caso di dissenso tra un’amministrazione statale o regio-nale e un ente locale o tra più enti locali. Se l’intesa non è raggiunta nei successivi trenta giorni, la deliberazione

del Consiglio dei ministri può essere comunque adottata. Se il motivato dissenso è espresso da una Regione o da una Provincia autonoma in una delle materie di propria competenza, il Consiglio dei Ministri delibera in eserci-zio del proprio potere sostitutivo con la partecipazione dei Presidenti delle Regioni o delle Province autonome interessate».

4. All’articolo 29, comma 2- ter, della legge 7 agosto 1990, n. 241, dopo la parola «assenso» sono aggiunte le seguenti «e la conferenza di servizi,».

4 -bis . L’articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241, è sostituito dal seguente:

«ART. 19. – (Segnalazione certifi cata di inizio attività – Scia). – 1. Ogni atto di autorizzazione, licenza, conces-sione non costitutiva, permesso o nulla osta comunque denominato, comprese le domande per le iscrizioni in albi o ruoli richieste per l’esercizio di attività impren-ditoriale, commerciale o artigianale il cui rilascio di-penda esclusivamente dall’accertamento di requisiti e presupposti richiesti dalla legge o da atti amministrati-vi a contenuto generale, e non sia previsto alcun limite o contingente complessivo o specifi ci strumenti di pro-grammazione settoriale per il rilascio degli stessi, è so-stituito da una segnalazione dell’interessato, con la sola esclusione dei casi in cui sussistano vincoli ambientali, paesaggistici o culturali e degli atti rilasciati dalle ammi-nistrazioni preposte alla difesa nazionale, alla pubblica sicurezza, all’immigrazione, all’asilo, alla cittadinanza, all’amministrazione della giustizia, all’amministrazione delle fi nanze, ivi compresi gli atti concernenti le reti di acquisizione del gettito, anche derivante dal gioco, non-ché di quelli imposti dalla normativa comunitaria. La segnalazione è corredata dalle dichiarazioni sostitutive di certifi cazioni e dell’atto di notorietà per quanto ri-guarda tutti gli stati, le qualità personali e i fatti previsti negli articoli 46 e 47 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, nonché dalle attestazioni e asseverazioni di tecnici abi-litati, ovvero dalle dichiarazioni di conformità da parte dell’Agenzia delle imprese di cui all’articolo 38, com-ma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, converti-to, con modifi cazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, relative alla sussistenza dei requisiti e dei presupposti di cui al primo periodo; tali attestazioni e asseverazioni sono corredate dagli elaborati tecnici necessari per con-sentire le verifi che di competenza dell’amministrazione. Nei casi in cui la legge prevede l’acquisizione di pareri di organi o enti appositi, ovvero l’esecuzione di verifi che preventive, essi sono comunque sostituiti dalle autocerti-fi cazioni, attestazioni e asseverazioni o certifi cazioni di cui al presente comma, salve le verifi che successive degli organi e delle amministrazioni competenti.

2. L’attività oggetto della segnalazione può essere ini-ziata dalla data della presentazione della segnalazione all’amministrazione competente.

3. L’amministrazione competente, in caso di accertata carenza dei requisiti e dei presupposti di cui al comma 1, nel termine di sessanta giorni dal ricevimento della se-gnalazione di cui al medesimo comma, adotta motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione dell’attività e di rimozione degli eventuali effetti dannosi di essa, salvo

Francesco
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Supplemento ordinario n. 174/L alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 17630-7-2010

che, ove ciò sia possibile, l’interessato provveda a con-formare alla normativa vigente detta attività ed i suoi effetti entro un termine fi ssato dall’amministrazione, in ogni caso non inferiore a trenta giorni. È fatto comunque salvo il potere dell’amministrazione competente di assu-mere determinazioni in via di autotutela, ai sensi degli articoli 21 -quinquies e 21 -nonies . In caso di dichiara-zioni sostitutive di certifi cazione e dell’atto di notorie-tà false o mendaci, l’amministrazione, ferma restando l’applicazione delle sanzioni penali di cui al comma 6, nonché di quelle di cui al capo VI del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, può sempre e in ogni tempo adottare i prov-vedimenti di cui al primo periodo.

4. Decorso il termine per l’adozione dei provvedimenti di cui al primo periodo del comma 3, all’amministrazione è consentito intervenire solo in presenza del pericolo di un danno per il patrimonio artistico e culturale, per l’am-biente, per la salute, per la sicurezza pubblica o la difesa nazionale e previo motivato accertamento dell’impossibi-lità di tutelare comunque tali interessi mediante confor-mazione dell’attività dei privati alla normativa vigente.

5. Il presente articolo non si applica alle attività eco-nomiche a prevalente carattere fi nanziario, ivi comprese quelle regolate dal testo unico delle leggi in materia ban-caria e creditizia di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, e dal testo unico in materia di intermedia-zione fi nanziaria di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58. Ogni controversia relativa all’applicazione del presente articolo è devoluta alla giurisdizione esclu-siva del giudice amministrativo. Il relativo ricorso giuri-sdizionale, esperibile da qualunque interessato nei ter-mini di legge, può riguardare anche gli atti di assenso formati in virtù delle norme sul silenzio assenso previste dall’articolo 20.

6. Ove il fatto non costituisca più grave reato, chiun-que, nelle dichiarazioni o attestazioni o asseverazioni che corredano la segnalazione di inizio attività, dichiara o attesta falsamente l’esistenza dei requisiti o dei presup-posti di cui al comma 1 è punito con la reclusione da uno a tre anni».

4 -ter . Il comma 4 -bis attiene alla tutela della concor-renza ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera e) , della Costituzione, e costituisce livello essenziale del-le prestazioni concernenti i diritti civili e sociali ai sen-si della lettera m) del medesimo comma. Le espressioni «segnalazione certifi cata di inizio attività» e «Scia» so-stituiscono, rispettivamente, quelle di «dichiarazione di inizio attività» e «Dia», ovunque ricorrano, anche come parte di una espressione più ampia, e la disciplina di cui al comma 4 -bis sostituisce direttamente, dalla data di en-trata in vigore della legge di conversione del presente de-creto, quella della dichiarazione di inizio attività recata da ogni normativa statale e regionale.

4 -quater . Al fi ne di promuovere lo sviluppo del sistema produttivo e la competitività delle imprese, anche sulla base delle attività di misurazione degli oneri ammini-strativi di cui all’articolo 25 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, il Governo è autorizzato ad adot-tare uno o più regolamenti ai sensi dell’articolo 17, com-

ma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta dei Ministri per la pubblica amministrazione e l’innova-zione, per la semplifi cazione normativa e dello sviluppo economico, sentiti i Ministri interessati e le associazioni imprenditoriali, volti a semplifi care e ridurre gli adem-pimenti amministrativi gravanti sulle piccole e medie imprese, in base ai seguenti princìpi e criteri direttivi, nel rispetto di quanto previsto dagli articoli 20, 20 -bis e 20 -ter della legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modifi cazioni:

a) proporzionalità degli adempimenti amministrati-vi in relazione alla dimensione dell’impresa e al settore di attività, nonché alle esigenza di tutela degli interessi pubblici coinvolti;

b) eliminazione di autorizzazioni, licenze, permessi, ovvero di dichiarazioni, attestazioni, certifi cazioni, co-munque denominati, nonché degli adempimenti ammini-strativi e delle procedure non necessarie rispetto alla tu-tela degli interessi pubblici in relazione alla dimensione dell’impresa ovvero alle attività esercitate;

c) estensione dell’utilizzo dell’autocertifi cazione, delle attestazioni e delle asseverazioni dei tecnici abi-litati nonché delle dichiarazioni di conformità da parte dell’Agenzia delle imprese di cui all’articolo 38, com-ma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, converti-to, con modifi cazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;

d) informatizzazione degli adempimenti e delle pro-cedure amministrative, secondo la disciplina del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante codice dell’am-ministrazione digitale;

e) soppressione delle autorizzazioni e dei controlli per le imprese in possesso di certifi cazione ISO o equiva-lente, per le attività oggetto di tale certifi cazione;

f) coordinamento delle attività di controllo al fi ne di evitare duplicazioni e sovrapposizioni, assicurando la proporzionalità degli stessi in relazione alla tutela degli interessi pubblici coinvolti.

4 -quinquies . I regolamenti di cui al comma 4 -quater sono emanati entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto ed entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla data della loro pubblicazione nella Gazzetta Uffi ciale . Con effetto dalla data di entrata in vigore dei predetti regolamenti sono abrogate le norme, anche di legge, re-golatrici dei relativi procedimenti. Tali interventi confl ui-scono nel processo di riassetto di cui all’articolo 20 della legge 15 marzo 1997, n. 59. Riferimenti normativi:

— Si riporta il testo dell’art. 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241, recante «Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi», come modifi cato dalla presente legge:

«14.Conferenza di servizi . 1. Qualora sia opportuno effettuare un esame contestuale di vari

interessi pubblici coinvolti in un procedimento amministrativo, l’ammi-nistrazione procedente può indire una conferenza di servizi.

2. La conferenza di servizi è sempre indetta quando l’amministra-zione procedente deve acquisire intese, concerti, nulla osta o assensi comunque denominati di altre amministrazioni pubbliche e non li ot-tenga, entro trenta giorni dalla ricezione, da parte dell’amministrazione competente, della relativa richiesta. La conferenza può essere altresì in-

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detta quando nello stesso termine è intervenuto il dissenso di una o più amministrazioni interpellate ovvero nei casi in cui è consentito all’am-ministrazione procedente di provvedere direttamente in assenza delle determinazioni delle amministrazioni competenti .

3. La conferenza di servizi può essere convocata anche per l’esa-me contestuale di interessi coinvolti in più procedimenti amministrativi connessi, riguardanti medesimi attività o risultati. In tal caso, la con-ferenza è indetta dall’amministrazione o, previa informale intesa, da una delle amministrazioni che curano l’interesse pubblico prevalente. L’indizione della conferenza può essere richiesta da qualsiasi altra am-ministrazione coinvolta.

4. Quando l’attività del privato sia subordinata ad atti di consenso, comunque denominati, di competenza di più amministrazioni pubbli-che, la conferenza di servizi è convocata, anche su richiesta dell’inte-ressato, dall’amministrazione competente per l’adozione del provvedi-mento fi nale .

5. In caso di affi damento di concessione di lavori pubblici la con-ferenza di servizi è convocata dal concedente ovvero, con il consenso di quest’ultimo, dal concessionario entro quindici giorni fatto salvo quanto previsto dalle leggi regionali in materia di valutazione di impatto am-bientale (VIA). Quando la conferenza è convocata ad istanza del con-cessionario spetta in ogni caso al concedente il diritto di voto.

5 -bis . Previo accordo tra le amministrazioni coinvolte, la conferen-za di servizi è convocata e svolta avvalendosi degli strumenti informa-tici disponibili, secondo i tempi e le modalità stabiliti dalle medesime amministrazioni».

Si riporta il testo dell’art. 14 -ter della già citata legge 7 agosto 1990, n. 241, come modifi cato dalla presente legge:

«14 -ter .Lavori della conferenza di servizi . 01. La prima riunione della conferenza di servizi è convocata entro

quindici giorni ovvero, in caso di particolare complessità dell’istrutto-ria, entro trenta giorni dalla data di indizione.

1. La conferenza di servizi assume le determinazioni relative all’organizzazione dei propri lavori a maggioranza dei presenti e può svolgersi per via telematica.

2. La convocazione della prima riunione della conferenza di servizi deve pervenire alle amministrazioni interessate, anche per via telemati-ca o informatica, almeno cinque giorni prima della relativa data. Entro i successivi cinque giorni, le amministrazioni convocate possono richie-dere, qualora impossibilitate a partecipare, l’effettuazione della riunione in una diversa data; in tale caso, l’amministrazione procedente concorda una nuova data, comunque entro i dieci giorni successivi alla prima. La nuova data della riunione può essere fi ssata entro i quindici giorni successivi nel caso la richiesta provenga da un’autorità preposta alla tutela del patrimonio culturale. I responsabili degli sportelli unici per le attività produttive e per l’edilizia, ove costituiti, o i Comuni concordano con i Soprintendenti territorialmente competenti il calendario, almeno trimestrale, delle riunioni delle conferenze di servizi che coinvolgano atti di assenso o consultivi comunque denominati di competenza del Mi-nistero per i beni e le attività culturali .

2- bis . Alla conferenza di servizi di cui agli articoli 14 e 14 -bis sono convocati i soggetti proponenti il progetto dedotto in conferenza, alla quale gli stessi partecipano senza diritto di voto.

2- ter . Alla conferenza possono partecipare, senza diritto di voto, i concessionari e i gestori di pubblici servizi, nel caso in cui il procedi-mento amministrativo o il progetto dedotto in conferenza implichi loro adempimenti ovvero abbia effetto diretto o indiretto sulla loro attività. Agli stessi è inviata, anche per via telematica e con congruo anticipo, comunicazione della convocazione della conferenza di servizi. Alla conferenza possono partecipare inoltre, senza diritto di voto, le ammi-nistrazioni preposte alla gestione delle eventuali misure pubbliche di agevolazione.

3. Nella prima riunione della conferenza di servizi, o comunque in quella immediatamente successiva alla trasmissione dell’istanza o del progetto defi nitivo ai sensi dell’articolo 14 -bis , le amministrazioni che vi partecipano determinano il termine per l’adozione della decisione conclusiva. I lavori della conferenza non possono superare i novanta giorni, salvo quanto previsto dal comma 4. Decorsi inutilmente tali ter-mini, l’amministrazione procedente provvede ai sensi dei commi 6 -bis e 9 del presente articolo.

3 -bis . In caso di opera o attività sottoposta anche ad autorizza-zione paesaggistica, il soprintendente si esprime, in via defi nitiva, in sede di conferenza di servizi, ove convocata, in ordine a tutti i provve-

dimenti di sua competenza ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 .

4. Fermo restando quanto disposto dal comma 4-bis nei casi in cui sia richiesta la VIA, la conferenza di servizi si esprime dopo aver acquisito la valutazione medesima ed il termine di cui al comma 3 resta sospeso, per un massimo di novanta giorni, fi no all’acquisizione della pronuncia sulla compatibilità ambientale. Se la VIA non interviene nel termine previsto per l’adozione del relativo provvedimento, l’ammini-strazione competente si esprime in sede di conferenza di servizi, la quale si conclude nei trenta giorni successivi al termine predetto. Tuttavia, a richiesta della maggioranza dei soggetti partecipanti alla conferenza di servizi, il termine di trenta giorni di cui al precedente periodo è proro-gato di altri trenta giorni nel caso che si appalesi la necessità di appro-fondimenti istruttori. Per assicurare il rispetto dei tempi, l’amministra-zione competente al rilascio dei provvedimenti in materia ambientale può far eseguire anche da altri organi dell’amministrazione pubblica o enti pubblici dotati di qualifi cazione e capacità tecnica equipollen-ti, ovvero da istituti universitari tutte le attività tecnico-istruttorie non ancora eseguite. In tal caso gli oneri economici diretti o indiretti sono posti a esclusivo carico del soggetto committente il progetto, secondo le tabelle approvate con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dell’economia e delle fi nanze.

4 -bis . Nei casi in cui l’intervento oggetto della conferenza di servi-zi è stato sottoposto positivamente a valutazione ambientale strategica (VAS), i relativi risultati e prescrizioni, ivi compresi gli adempimenti di cui ai commi 4 e 5 dell’articolo 10 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, devono essere utilizzati, senza modifi cazioni, ai fi ni della VIA, qualora effettuata nella medesima sede, statale o regionale, ai sensi dell’articolo 7 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

5. Nei procedimenti relativamente ai quali sia già intervenuta la decisione concernente la VIA le disposizioni di cui al comma 3 dell’ar-ticolo 14 -quater , nonché quelle di cui agli articoli 16, comma 3, e 17, comma 2, si applicano alle sole amministrazioni preposte alla tutela del-la salute , del patrimonio storico-artistico e della pubblica incolumità.

6. Ogni amministrazione convocata partecipa alla conferenza di servizi attraverso un unico rappresentante legittimato, dall’organo com-petente, ad esprimere in modo vincolante la volontà dell’amministrazio-ne su tutte le decisioni di competenza della stessa.

6 -bis . All’esito dei lavori della conferenza, e in ogni caso scadu-to il termine di cui ai commi 3 e 4, l’amministrazione procedente, in caso di VIA statale, può adire direttamente il Consiglio dei Ministri ai sensi dell’articolo 26, comma 2, del decreto legislativo 30 aprile 2006, n. 152; in tutti gli altri casi, valutate le specifi che risultanze della con-ferenza e tenendo conto delle posizioni prevalenti espresse in quella sede, adotta la determinazione motivata di conclusione del procedimen-to che sostituisce a tutti gli effetti, ogni autorizzazione, concessione, nulla osta o atto di assenso comunque denominato di competenza delle amministrazioni partecipanti, o comunque invitate a partecipare ma risultate assenti, alla predetta conferenza. La mancata partecipazione alla conferenza di servizi ovvero la ritardata o mancata adozione della determinazione motivata di conclusione del procedimento sono valutate ai fi ni della responsabilità dirigenziale o disciplinare e amministrativa, nonché ai fi ni dell’attribuzione della retribuzione di risultato. Resta sal-vo il diritto del privato di dimostrare il danno derivante dalla mancata osservanza del termine di conclusione del procedimento ai sensi degli articoli 2 e 2-bis .

7. Si considera acquisito l’assenso dell’amministrazione, ivi com-prese quelle preposte alla tutela della salute e della pubblica incolumità, alla tutela paesaggistico-territoriale e alla tutela ambientale, esclusi i provvedimenti in materia di VIA, VAS e AIA, paesaggistico-territoria-le, il cui rappresentante, all’esito dei lavori della conferenza, non abbia espresso defi nitivamente la volontà dell’amministrazione rappresentata.

8. In sede di conferenza di servizi possono essere richiesti, per una sola volta, ai proponenti dell’istanza o ai progettisti chiarimenti o ulte-riore documentazione. Se questi ultimi non sono forniti in detta sede, entro i successivi trenta giorni, si procede all’esame del provvedimento.

9. [Il provvedimento fi nale conforme alla determinazione conclu-siva di cui al comma 6 -bis sostituisce, a tutti gli effetti, ogni autorizza-zione, concessione, nulla osta o atto di assenso comunque denominato di competenza delle amministrazioni partecipanti, o comunque invitate a partecipare ma risultate assenti, alla predetta conferenza].

10. Il provvedimento fi nale concernente opere sottoposte a VIA è pubblicato, a cura del proponente, unitamente all’estratto della predetta VIA, nella Gazzetta Uffi ciale o nel Bollettino regionale in caso di VIA

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regionale e in un quotidiano a diffusione nazionale. Dalla data della pubblicazione nella Gazzetta Uffi ciale decorrono i termini per eventuali impugnazioni in sede giurisdizionale da parte dei soggetti interessati».

Si riporta il testo dell’art. 14 -quater della già citata legge 7 agosto 1990, n. 241, come modifi cato dalla presente legge:

«14 -quater .Effetti del dissenso espresso nella conferenza di servizi . 1. Il dissenso di uno o più rappresentanti delle amministrazioni ivi

comprese quelle preposte alla tutela ambientale, fermo restando quanto previsto dall’articolo 26 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità , regolarmente convocate alla conferenza di servizi, a pena di inammissibilità, deve essere manifesta-to nella conferenza di servizi, deve essere congruamente motivato, non può riferirsi a questioni connesse che non costituiscono oggetto della conferenza medesima e deve recare le specifi che indicazioni delle mo-difi che progettuali necessarie ai fi ni dell’assenso.

2. [Se una o più amministrazioni hanno espresso nell’àmbito del-la conferenza il proprio dissenso sulla proposta dell’amministrazione procedente, quest’ultima, entro i termini perentori indicati dall’artico-lo 14 -ter , comma 3, assume comunque la determinazione di conclusione del procedimento sulla base della maggioranza delle posizioni espresse in sede di conferenza di servizi. La determinazione è immediatamente esecutiva].

3. Al di fuori dei casi di cui all’articolo 117, ottavo comma, della Costituzione, e delle infrastrutture ed insediamenti produttivi strategi-ci e di preminente interesse nazionale, di cui alla parte seconda, tito-lo terzo, capo quarto del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modifi cazioni, nonché dei casi di localizzazione delle opere di interesse statale, ove venga espresso motivato dissenso da parte di un’amministrazione preposta alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità, la questione, in attuazione e nel rispetto del principio di leale collaborazione e dell’articolo 120 della Costituzio-ne, è rimessa dall’amministrazione procedente alla deliberazione del Consiglio dei Ministri, che si pronuncia entro sessanta giorni, previa intesa con la Regione o le Regioni e le Province autonome interessate, in caso di dissenso tra un’amministrazione statale e una regionale o tra più amministrazioni regionali, ovvero previa intesa con la Regione e gli enti locali interessati, in caso di dissenso tra un’amministrazione statale o regionale e un ente locale o tra più enti locali. Se l’intesa non è raggiunta nei successivi trenta giorni, la deliberazione del Consiglio dei Ministri può essere comunque adottata. Se il motivato dissenso è espresso da una Regione o da una Provincia autonoma in una delle ma-terie di propria competenza, il Consiglio dei Ministri delibera in eser-cizio del proprio potere sostitutivo con la partecipazione dei Presidenti delle Regioni o delle Province autonome interessate .

3 -bis . ........ 3 -ter . ........ 3 -quater . ....... 3 -quinquies . Restano ferme le attribuzioni e le prerogative ricono-

sciute alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano dagli statuti speciali di autonomia e dalle relative norme di attuazione.

4. [Quando il dissenso è espresso da una regione, le determinazioni di competenza del Consiglio dei ministri previste al comma 3 sono adot-tate con l’intervento del presidente della giunta regionale interessata, al quale è inviata a tal fi ne la comunicazione di invito a partecipare alla riunione, per essere ascoltato, senza diritto di voto].

5. Nell’ipotesi in cui l’opera sia sottoposta a VIA e in caso di prov-vedimento negativo trova applicazione l’articolo 5, comma 2, lettera c-bis ), della legge 23 agosto 1988, n. 400, introdotta dall’articolo 12, comma 2, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303».

Si riporta il testo del comma 2 -ter dell’art. 29 della già citata legge 7 agosto 1990, n. 241, come modifi cato dalla presente legge:

«2- ter . Attengono altresì ai livelli essenziali delle prestazioni di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera m ), della Costituzione le disposizioni della presente legge concernenti la dichiarazione di inizio attività e il silenzio assenso e la conferenza di servizi, salva la possi-bilità di individuare, con intese in sede di Conferenza unifi cata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modifi cazioni, casi ulteriori in cui tali disposizioni non si applicano».

Per il riferimento al testo dell’articolo 117 della Costituzione Italia-na vedasi in nota precedente (Art. 14).

Si riporta il testo dell’art. 25 del già citato decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112:

«Art. 25. (Taglia-oneri amministrativi). — 1. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, su proposta del Mini-stro per la pubblica amministrazione e l’innovazione e del Ministro per la semplifi cazione normativa, è approvato un programma per la misura-zione degli oneri amministrativi derivanti da obblighi informativi nelle materie affi date alla competenza dello Stato, con l’obiettivo di giungere, entro il 31 dicembre 2012, alla riduzione di tali oneri per una quota complessiva del 25%, come stabilito in sede europea. Per la riduzio-ne relativa alle materie di competenza regionale, si provvede ai sensi dell’articolo 20 -ter della legge 15 marzo 1997, n. 59, e dei successivi accordi attuativi.

2. In attuazione del programma di cui al comma 1, il Dipartimento della funzione pubblica coordina le attività di misurazione in raccordo con l’Unità per la semplifi cazione e la qualità della regolazione e le amministrazioni interessate per materia.

3. Ciascun Ministro, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione e con il Ministro per la semplifi cazio-ne normativa, adotta il piano di riduzione degli oneri amministrativi, che defi nisce le misure normative, organizzative e tecnologiche fi na-lizzate al raggiungimento dell’obiettivo di cui al comma 1, assegnan-do i relativi programmi ed obiettivi ai dirigenti titolari dei centri di responsabilità amministrativa. I piani confl uiscono nel piano d’azione per la semplifi cazione e la qualità della regolazione di cui al comma 2 dell’articolo 1 del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 4 , convertito, con modifi cazioni, dalla legge 9 marzo 2006, n. 80, che assicura la coerenza generale del processo nonché il raggiungimento dell’obiettivo fi nale di cui al comma 1.

4. Con decreto del Ministro per la pubblica amministrazione e l’in-novazione e del Ministro per la semplifi cazione normativa, si provvede a defi nire le linee guida per la predisposizione dei piani di cui al com-ma 3 e delle forme di verifi ca dell’effettivo raggiungimento dei risultati, anche utilizzando strumenti di consultazione pubblica delle categorie e dei soggetti interessati.

5. Sulla base degli esiti della misurazione di ogni materia, congiun-tamente ai piani di cui al comma 3, e comunque entro il 30 settembre 2012, il Governo è delegato ad adottare uno o più regolamenti ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su propo-sta del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione e del Ministro per la semplifi cazione normativa, di concerto con il Ministro o i Ministri competenti, contenenti gli interventi normativi volti a ridurre gli oneri amministrativi gravanti sulle imprese nei settori misurati e a semplifi care e riordinare la relativa disciplina. Tali interventi confl uisco-no nel processo di riassetto di cui all’articolo 20 della legge 15 marzo 1997, n. 59 .

6. Degli stati di avanzamento e dei risultati raggiunti con le attività di misurazione e riduzione degli oneri amministrativi gravanti sulle im-prese è data tempestiva notizia sul sito web del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, del Ministro per la semplifi cazione normativa e dei Ministeri e degli enti pubblici statali interessati.

7. Del raggiungimento dei risultati indicati nei singoli piani mini-steriali di semplifi cazione si tiene conto nella valutazione dei dirigenti responsabili.

— Si riporta il testo del comma 2 dell’art. 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400 recante «Disciplina dell’attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri»:

«2. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa delibera-zione del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio di Stato e previo parere delle Commissioni parlamentari competenti in materia, che si pronunciano entro trenta giorni dalla richiesta, sono emanati i regola-menti per la disciplina delle materie, non coperte da riserva assoluta di legge prevista dalla Costituzione, per le quali le leggi della Repubbli-ca, autorizzando l’esercizio della potestà regolamentare del Governo, determinano le norme generali regolatrici della materia e dispongono l’abrogazione delle norme vigenti, con effetto dall’entrata in vigore del-le norme regolamentari».

— Si riporta il testo degli articoli 20, 20 -bis e 20 -ter della legge 15 marzo 1997, n. 59 recante «Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubbli-ca Amministrazione e per la semplifi cazione amministrativa»

«20. 1. Il Governo, sulla base di un programma di priorità di in-terventi, defi nito, con deliberazione del Consiglio dei Ministri, in rela-zione alle proposte formulate dai Ministri competenti, sentita la Con-ferenza unifi cata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto

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1997, n. 281, entro la data del 30 aprile, presenta al Parlamento, entro il 31 maggio di ogni anno, un disegno di legge per la semplifi cazione e il riassetto normativo, volto a defi nire, per l’anno successivo, gli indirizzi, i criteri, le modalità e le materie di intervento, anche ai fi ni della ridefi -nizione dell’area di incidenza delle pubbliche funzioni con particolare riguardo all’assetto delle competenze dello Stato, delle regioni e degli enti locali. In allegato al disegno di legge è presentata una relazione sullo stato di attuazione della semplifi cazione e del riassetto.

2. Il disegno di legge di cui al comma 1 prevede l’emanazione di decreti legislativi, relativamente alle norme legislative sostanziali e pro-cedimentali, nonché di regolamenti ai sensi dell’articolo 17, commi 1 e 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modifi cazioni, per le norme regolamentari di competenza dello Stato.

3. Salvi i princìpi e i criteri direttivi specifi ci per le singole materie, stabiliti con la legge annuale di semplifi cazione e riassetto normativo, l’esercizio delle deleghe legislative di cui ai commi 1 e 2 si attiene ai seguenti princìpi e criteri direttivi:

a ) defi nizione del riassetto normativo e codifi cazione della nor-mativa primaria regolante la materia, previa acquisizione del parere del Consiglio di Stato, reso nel termine di novanta giorni dal ricevimento della richiesta, con determinazione dei princìpi fondamentali nelle ma-terie di legislazione concorrente;

a-bis ) coordinamento formale e sostanziale del testo delle di-sposizioni vigenti, apportando le modifi che necessarie per garantire la coerenza giuridica, logica e sistematica della normativa e per adeguare, aggiornare e semplifi care il linguaggio normativo; b ) indicazione espli-cita delle norme abrogate, fatta salva l’applicazione dell’articolo 15 del-le disposizioni sulla legge in generale premesse al codice civile;

c ) indicazione dei princìpi generali, in particolare per quanto attiene alla informazione, alla partecipazione, al contraddittorio, alla trasparenza e pubblicità che regolano i procedimenti amministrativi ai quali si attengono i regolamenti previsti dal comma 2 del presente arti-colo, nell’àmbito dei princìpi stabiliti dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modifi cazioni;

d ) eliminazione degli interventi amministrativi autorizzatori e delle misure di condizionamento della libertà contrattuale, ove non vi contrastino gli interessi pubblici alla difesa nazionale, all’ordine e alla sicurezza pubblica, all’amministrazione della giustizia, alla regolazione dei mercati e alla tutela della concorrenza, alla salvaguardia del patri-monio culturale e dell’ambiente, all’ordinato assetto del territorio, alla tutela dell’igiene e della salute pubblica;

e ) sostituzione degli atti di autorizzazione, licenza, concessione, nulla osta, permesso e di consenso comunque denominati che non impli-chino esercizio di discrezionalità amministrativa e il cui rilascio dipenda dall’accertamento dei requisiti e presupposti di legge, con una denuncia di inizio di attività da presentare da parte dell’interessato all’ammini-strazione competente corredata dalle attestazioni e dalle certifi cazioni eventualmente richieste;

f ) determinazione dei casi in cui le domande di rilascio di un atto di consenso, comunque denominato, che non implichi esercizio di discrezionalità amministrativa, corredate dalla documentazione e dalle certifi cazioni relative alle caratteristiche tecniche o produttive dell’atti-vità da svolgere, eventualmente richieste, si considerano accolte qualora non venga comunicato apposito provvedimento di diniego entro il ter-mine fi ssato per categorie di atti in relazione alla complessità del pro-cedimento, con esclusione, in ogni caso, dell’equivalenza tra silenzio e diniego o rifi uto;

g ) revisione e riduzione delle funzioni amministrative non diret-tamente rivolte:

1) alla regolazione ai fi ni dell’incentivazione della concorrenza;

2) alla eliminazione delle rendite e dei diritti di esclusività, anche alla luce della normativa comunitaria;

3) alla eliminazione dei limiti all’accesso e all’esercizio delle attività economiche e lavorative;

4) alla protezione di interessi primari, costituzionalmente rile-vanti, per la realizzazione della solidarietà sociale;

5) alla tutela dell’identità e della qualità della produzione tipi-ca e tradizionale e della professionalità;

h ) promozione degli interventi di autoregolazione per standard qualitativi e delle certifi cazioni di conformità da parte delle categorie produttive, sotto la vigilanza pubblica o di organismi indipendenti, an-che privati, che accertino e garantiscano la qualità delle fasi delle atti-

vità economiche e professionali, nonché dei processi produttivi e dei prodotti o dei servizi;

i ) per le ipotesi per le quali sono soppressi i poteri amministrativi autorizzatori o ridotte le funzioni pubbliche condizionanti l’esercizio delle attività private, previsione dell’autoconformazione degli interes-sati a modelli di regolazione, nonché di adeguati strumenti di verifi ca e controllo successivi. I modelli di regolazione vengono defi niti dalle amministrazioni competenti in relazione all’incentivazione della con-correnzialità, alla riduzione dei costi privati per il rispetto dei parametri di pubblico interesse, alla fl essibilità dell’adeguamento dei parametri stessi alle esigenze manifestatesi nel settore regolato;

l ) attribuzione delle funzioni amministrative ai comuni, salvo il conferimento di funzioni a province, città metropolitane, regioni e Stato al fi ne di assicurarne l’esercizio unitario in base ai princìpi di sus-sidiarietà, differenziazione e adeguatezza; determinazione dei princìpi fondamentali di attribuzione delle funzioni secondo gli stessi criteri da parte delle regioni nelle materie di competenza legislativa concorrente;

m ) defi nizione dei criteri di adeguamento dell’organizzazione amministrativa alle modalità di esercizio delle funzioni di cui al pre-sente comma;

n ) indicazione esplicita dell’autorità competente a ricevere il rapporto relativo alle sanzioni amministrative, ai sensi dell’articolo 17 della legge 24 novembre 1981, n. 689.

3 -bis . Il Governo, nelle materie di competenza esclusiva dello Sta-to, completa il processo di codifi cazione di ciascuna materia emanando, anche contestualmente al decreto legislativo di riassetto, una raccolta organica delle norme regolamentari regolanti la medesima materia, se del caso adeguandole alla nuova disciplina di livello primario e sempli-fi candole secondo i criteri di cui ai successivi commi.

4. I decreti legislativi e i regolamenti di cui al comma 2, emanati sulla base della legge di semplifi cazione e riassetto normativo annuale, per quanto concerne le funzioni amministrative mantenute, si attengono ai seguenti princìpi:

a ) semplifi cazione dei procedimenti amministrativi, e di quelli che agli stessi risultano strettamente connessi o strumentali, in modo da ridurre il numero delle fasi procedimentali e delle amministrazioni intervenienti, anche riordinando le competenze degli uffi ci, accorpando le funzioni per settori omogenei, sopprimendo gli organi che risultino superfl ui e costituendo centri interservizi dove ricollocare il personale degli organi soppressi e raggruppare competenze diverse ma confl uenti in un’unica procedura, nel rispetto dei princìpi generali indicati ai sensi del comma 3, lettera c ), e delle competenze riservate alle regioni;

b ) riduzione dei termini per la conclusione dei procedimenti e uniformazione dei tempi di conclusione previsti per procedimenti tra loro analoghi;

c ) regolazione uniforme dei procedimenti dello stesso tipo che si svolgono presso diverse amministrazioni o presso diversi uffi ci della medesima amministrazione;

d ) riduzione del numero di procedimenti amministrativi e ac-corpamento dei procedimenti che si riferiscono alla medesima attività;

e ) semplifi cazione e accelerazione delle procedure di spesa e contabili, anche mediante l’adozione di disposizioni che prevedano ter-mini perentori, prorogabili per una sola volta, per le fasi di integrazione dell’effi cacia e di controllo degli atti, decorsi i quali i provvedimenti si intendono adottati;

f ) aggiornamento delle procedure, prevedendo la più estesa e ot-timale utilizzazione delle tecnologie dell’informazione e della comuni-cazione, anche nei rapporti con i destinatari dell’azione amministrativa;

f-bis ) generale possibilità di utilizzare, da parte delle ammini-strazioni e dei soggetti a queste equiparati, strumenti di diritto privato, salvo che nelle materie o nelle fattispecie nelle quali l’interesse pubblico non può essere perseguito senza l’esercizio di poteri autoritativi;

f-ter ) conformazione ai princìpi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, nella ripartizione delle attribuzioni e competenze tra i diversi soggetti istituzionali, nella istituzione di sedi stabili di concer-tazione e nei rapporti tra i soggetti istituzionali ed i soggetti interes-sati, secondo i criteri dell’autonomia, della leale collaborazione, della responsabilità e della tutela dell’affi damento;

f-quater ) riconduzione delle intese, degli accordi e degli atti equiparabili comunque denominati, nonché delle conferenze di servizi, previste dalle normative vigenti, aventi il carattere della ripetitività, ad uno o più schemi base o modelli di riferimento nei quali, ai sensi degli articoli da 14 a 14 -quater della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive

Francesco
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Page 10: 04082010 ludovico cirese scia al posto della · PDF file2 di 2 della DIA (ex art. 19 della L 241/90), per principio generale di diritto, e come pure sottolineato in parte dal dispositivo

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Supplemento ordinario n. 174/L alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 17630-7-2010

modifi cazioni, siano stabilite le responsabilità, le modalità di attuazione e le conseguenze degli eventuali inadempimenti;

f-quinquies ) avvalimento di uffi ci e strutture tecniche e ammini-strative pubbliche da parte di altre pubbliche amministrazioni, sulla base di accordi conclusi ai sensi dell’ articolo 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modifi cazioni.

5. I decreti legislativi di cui al comma 2 sono emanati su proposta del Ministro competente, di concerto con il Presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro per la funzione pubblica, con i Ministri interessa-ti e con il Ministro dell’economia e delle fi nanze, previa acquisizione del parere della Conferenza unifi cata di cui all’ a rticolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e, successivamente, dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti che sono resi entro il termine di sessanta giorni dal ricevimento della richiesta.

6. I regolamenti di cui al comma 2 sono emanati con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Mi-nistri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Mini-stro per la funzione pubblica, di concerto con il Ministro competente, previa acquisizione del parere della Conferenza unifi cata di cui all’ar-ticolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, quando siano coinvolti interessi delle regioni e delle autonomie locali, del parere del Consiglio di Stato nonché delle competenti Commissioni parlamentari. I pareri della Conferenza unifi cata e del Consiglio di Stato sono resi entro novanta giorni dalla richiesta; quello delle Commissioni parla-mentari è reso, successivamente ai precedenti, entro sessanta giorni dalla richiesta. Per la predisposizione degli schemi di regolamento la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ove necessario, promuove, an-che su richiesta del Ministro competente, riunioni tra le amministrazioni interessate. Decorsi sessanta giorni dalla richiesta di parere alle Com-missioni parlamentari, i regolamenti possono essere comunque emanati.

7. I regolamenti di cui al comma 2, ove non diversamente pre-visto dai decreti legislativi, entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla data della loro pubblicazione nella Gazzetta Uffi ciale . Con effetto dalla stessa data sono abrogate le norme, anche di legge, regolatrici dei procedimenti.

8. I regolamenti di cui al comma 2 si conformano, oltre ai princìpi di cui al comma 4, ai seguenti criteri e princìpi:

a ) trasferimento ad organi monocratici o ai dirigenti ammini-strativi di funzioni anche decisionali, che non richiedono, in ragione della loro specifi cità, l’esercizio in forma collegiale, e sostituzione degli organi collegiali con conferenze di servizi o con interventi, nei relativi procedimenti, dei soggetti portatori di interessi diffusi;

b ) individuazione delle responsabilità e delle procedure di veri-fi ca e controllo;

c ) soppressione dei procedimenti che risultino non più rispon-denti alle fi nalità e agli obiettivi fondamentali defi niti dalla legislazione di settore o che risultino in contrasto con i princìpi generali dell’ordina-mento giuridico nazionale o comunitario;

d ) soppressione dei procedimenti che comportino, per l’ammi-nistrazione e per i cittadini, costi più elevati dei benefìci conseguibili, anche attraverso la sostituzione dell’attività amministrativa diretta con forme di autoregolamentazione da parte degli interessati, prevedendone comunque forme di controllo;

e ) adeguamento della disciplina sostanziale e procedimentale dell’attività e degli atti amministrativi ai princìpi della normativa comu-nitaria, anche sostituendo al regime concessorio quello autorizzatorio;

f ) soppressione dei procedimenti che derogano alla normativa procedimentale di carattere generale, qualora non sussistano più le ra-gioni che giustifi chino una difforme disciplina settoriale;

g ) regolazione, ove possibile, di tutti gli aspetti organizzativi e di tutte le fasi del procedimento.

8 -bis . Il Governo verifi ca la coerenza degli obiettivi di semplifi ca-zione e di qualità della regolazione con la defi nizione della posizione italiana da sostenere in sede di Unione europea nella fase di predispo-sizione della normativa comunitaria, ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303. Assicura la partecipazione italiana ai programmi di semplifi cazione e di miglioramento della qualità della regolazione interna e a livello europeo.

9. I Ministeri sono titolari del potere di iniziativa della semplifi ca-zione e del riassetto normativo nelle materie di loro competenza, fatti salvi i poteri di indirizzo e coordinamento della Presidenza del Consi-glio dei Ministri, che garantisce anche l’uniformità e l’omogeneità degli interventi di riassetto e semplifi cazione. La Presidenza del Consiglio dei Ministri garantisce, in caso di inerzia delle amministrazioni competen-

ti, l’attivazione di specifi che iniziative di semplifi cazione e di riassetto normativo.

10. Gli organi responsabili di direzione politica e di amministrazio-ne attiva individuano forme stabili di consultazione e di partecipazione delle organizzazioni di rappresentanza delle categorie economiche e produttive e di rilevanza sociale, interessate ai processi di regolazione e di semplifi cazione.

11. I servizi di controllo interno compiono accertamenti sugli ef-fetti prodotti dalle norme contenute nei regolamenti di semplifi cazione e di accelerazione dei procedimenti amministrativi e possono formulare osservazioni e proporre suggerimenti per la modifi ca delle norme stesse e per il miglioramento dell’azione amministrativa».

«20 -bis . 1. I regolamenti di delegifi cazione possono disciplina-re anche i procedimenti amministrativi che prevedono obblighi la cui violazione costituisce illecito amministrativo e possono, in tale caso, alternativamente:

a ) eliminare o modifi care detti obblighi, ritenuti superfl ui o inadeguati alle esigenze di semplifi cazione del procedimento; detta eliminazione comporta l’abrogazione della corrispondente sanzione amministrativa;

b ) riprodurre i predetti obblighi; in tale ipotesi, le sanzioni am-ministrative previste dalle norme legislative si applicano alle violazioni delle corrispondenti norme delegifi cate, secondo apposite disposizioni di rinvio contenute nei regolamenti di semplifi cazione».

«20 -ter . 1. Il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, in attuazione del principio di leale collaborazione, con-cludono, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano o di Conferenza unifi cata, anche sulla base delle migliori pratiche e delle iniziative spe-rimentali statali, regionali e locali, accordi ai sensi dell’articolo 4 del de-creto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, o intese ai sensi dell’articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131, per il perseguimento delle comuni fi nalità di miglioramento della qualità normativa nell’àmbito dei rispet-tivi ordinamenti, al fi ne, tra l’altro, di:

a ) favorire il coordinamento dell’esercizio delle rispettive com-petenze normative e svolgere attività di interesse comune in tema di semplifi cazione, riassetto normativo e qualità della regolazione;

b ) defi nire princìpi, criteri, metodi e strumenti omogenei per il perseguimento della qualità della regolazione statale e regionale, in ar-monia con i princìpi generali stabiliti dalla presente legge e dalle leggi annuali di semplifi cazione e riassetto normativo, con specifi co riguardo ai processi di semplifi cazione, di riassetto e codifi cazione, di analisi e verifi ca dell’impatto della regolazione e di consultazione;

c ) concordare, in particolare, forme e modalità omogenee di analisi e verifi ca dell’impatto della regolazione e di consultazione con le organizzazioni imprenditoriali per l’emanazione dei provvedimenti normativi statali e regionali;

d ) valutare, con l’ausilio istruttorio anche dei gruppi di lavo-ro già esistenti tra regioni, la confi gurabilità di modelli procedimentali omogenei sul territorio nazionale per determinate attività private e valo-rizzare le attività dirette all’armonizzazione delle normative regionali».

— Si riporta il testo del comma 4 dell’art. 38 del già citato decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112:

«4. Con uno o più regolamenti, adottati ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro per la semplifi cazione normati-va, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e l’inno-vazione, e previo parere della Conferenza unifi cata di cui all’ articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 , e successive modifi cazio-ni, sono stabiliti i requisiti e le modalità di accreditamento dei soggetti privati di cui al comma 3, lettera c) , e le forme di vigilanza sui soggetti stessi, eventualmente anche demandando tali funzioni al sistema came-rale, nonché le modalità per la divulgazione, anche informatica, delle tipologie di autorizzazione per le quali è suffi ciente l’attestazione dei soggetti privati accreditati, secondo criteri omogenei sul territorio na-zionale e tenendo conto delle diverse discipline regionali».

Il decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante «Codice dell’am-ministrazione digitale» è pubblicato nella Gazz. Uff. 16 maggio 2005, n. 112, S.O.

Per il riferimento all’art. 20 della legge 15 marzo 1997, n. 59 ve-dasi in nota precedente.

Francesco
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