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Anno XVI n. 74 della nuova serie Taxe perçue Italy Spedizione in a.p. art. 2 20/C legge 622/96, filiale di Trieste c.p.o. via Brigata Casale giugno 2012 – numero doppio in caso di mancato recapito, inviare all’Ufficio Trieste-CPO per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto. IL DALMATA Giornale fondato a Zara nel 1865 e soppresso dallʼAustria nel 1916 Rifondato dagli Esuli per dare voce ai Dalmati dispersi nel mondo NELLA SALA DEL PRIMATICCIO DELLO STORICO PALAZZO FIRENZE L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DALMATAINAUGURA AROMALANUOVASEDE PRESSO LASOCIETÀ DANTE Autorità ed esponenti nel mondo della diaspora rendono omaggio all’associazione, nata nel 1919 per i discendenti del primo esodo (1848-1919) e i profughi del secondo (1920-40) DE’MISTURA, VECCHIATO E MISSONI SOCI AD HONOREM A SETTEMBRE A causa dei continui pressanti impegni di Governo del Sottosegre- tario agli Esteri Staffan de’Mistura, la cerimonia che avrebbe do- vuto aver luogo il 12 luglio al Consiglio comunale di Trieste per il conferimento del titolo di Socio ad Honorem della “Congregazio- ne dei Discendenti delle Famiglie Nobili e Patrizie e degli Uomini illustri della Dalmazia” a Staffan de’Mistura e a Diego Vecchiato, è stata rinviata a settembre, anche su richiesta di molti soci che te- mevano che la calura di Caronte potesse interferire negativamen- te sulla manifestazione. Poiché analoga cerimonia era prevista per settembre con protago- nista Ottavio Missoni, è stato deciso di accorpare le due cerimonie che avranno luogo al Consiglio comunale di Trieste alla presenza delle autorità religiose, civili, militari e del mondo degli esuli. RADUNO A SENIGALLIA IL 29 E 30 SETTEMBRE 2012 L’immobile che ospiterà l’asilo di Zara. Una costruzione recente do- tata di tutti i comfort previsti dalle attuali leggi croate, che rischie- rebbe di diventare insufficiente se l’asilo non fosse aperto entro il 2012 Servizio a pag. 2 L’Associazione nazionale dal- mata è stata fondata nel 1919 e la sua sede storica è stata sem- pre collocata presso la Sede centrale della Società Dante Alighieri in Roma. L’esistenza dell’And riveste una particolare importanza storica perché testi- monia l’esistenza di due esodi di italiani dalla Dalmazia e so- prattutto quello iniziato nel 1848 quando i combattenti del- la Legione dalmata accorsero in difesa dello sfortunato tenta- tivo insurrezionale guidato da Daniele Manin e Niccolo’ Tom- maseo con la rifondazione del- la Serenissima. E’ particolarmente significativo il fatto che la And sia stata fon- data nel 1919, quando ancora i dalmati erano certi che i Patti di Londra sarebbero stati rispetta- ti. L’Associazione coordinava e raccoglieva i numerosi grup- pi di esuli dalmati sparsi, già al- lora, in tutta l’Italia che erano stati costretti all’Esodo dalle angherie austroungariche. Tra questi il gruppo intitolato a Fe- derico Seismit-Doda, nato a Ragusa ed esule da Spalato, che diventò Ministro delle Finanze del Regno d’Italia dei Gabinet- ti Cairoli e Crispi e quelli co- agulatisi intorno al grande gior- nalista Arturo Colautti, esule da Zara che fondò in Italia, nel tar- do Ottocento, numerose testate di quotidiani e riviste tuttora esistenti. In questi sessant’anni il silenzio e la censura che accompagna- rono il dramma dell’esodo e delle foibe di Tito, fu anche per la And difficile perché con la sua sola esistenza testimoniava la continuità del genocidio, cioè l’eliminazione dell’identi- tà culturale, storica e fisica de- gli italiani di Dalmazia, iniziata dall’Austria già nel 1815 con l’ostacolato riconoscimento della nobiltà e del patriziato ro- mano di Dalmazia che pur ave- va una tradizione illirico-roma- na e veneta. Ma ancor più forte fu l’azione snazionalizzatrice del Regno di Jugoslavia (anni 1920 -’40) che costrinse all’esi- lio un gran numero di italiani ed ebbe l’effetto disastroso di costringere all’emigrazione nelle Americhe anche i croati delle isole, privi dei servizi mi- nimi per una sopravvivenza ci- vile rappresentata da professio- nisti (medici, ingegneri, geo- metri, ecc.) da commercianti e dal ceto imprenditoriale che, soprattutto nel settore edile, aveva trasformato gli artigiani in capomastri ed imprenditori. Ma ciò che non si perdona al- l’Associazione nazionale dal- mata è di rappresentare i due esodi dalla Dalmazia che pre- cedono la cosiddetta “guerra fascista” contro la Jugoslavia che viene disperatamente rap- presentata dagli antifascisti del- l’ultima ora per giustificare foi- be, esodo e snazionalizzazione attuata dal compagno Tito. Servizio a pag. 8 e 9 IN ARRIVO A ZARA L’ASILO ITALIANO

074 il dalmata (giugno 2012)

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Anno XVI n. 74 della nuova serie Taxe perçue Italy Spedizione in a.p. art. 2 20/C legge 622/96, filiale diTrieste c.p.o. via Brigata Casale

giugno 2012 – numero doppio in caso di mancato recapito, inviare all’Ufficio Trieste-CPO per la restituzioneal mittente, che si impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto.

IL DALMATAGiornale fondato a Zara nel 1865 e soppresso dallʼAustria nel 1916Rifondato dagli Esuli per dare voce ai Dalmati dispersi nel mondo

NELLA SALA DEL PRIMATICCIO DELLO STORICO PALAZZO FIRENZEL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DALMATA INAUGURAAROMALANUOVASEDEPRESSOLASOCIETÀDANTEAutorità ed esponenti nel mondo della diaspora rendono omaggio all’associazione, natanel 1919 per i discendenti del primo esodo (1848-1919) e i profughi del secondo (1920-40)

DE’MISTURA, VECCHIATO E MISSONISOCI AD HONOREM A SETTEMBRE

A causa dei continui pressanti impegni di Governo del Sottosegre-tario agli Esteri Staffan de’Mistura, la cerimonia che avrebbe do-vuto aver luogo il 12 luglio al Consiglio comunale di Trieste per ilconferimento del titolo di Socio ad Honorem della “Congregazio-ne dei Discendenti delle Famiglie Nobili e Patrizie e degli Uominiillustri della Dalmazia” a Staffan de’Mistura e a Diego Vecchiato,è stata rinviata a settembre, anche su richiesta di molti soci che te-mevano che la calura di Caronte potesse interferire negativamen-te sulla manifestazione.Poiché analoga cerimonia era prevista per settembre con protago-nista Ottavio Missoni, è stato deciso di accorpare le due cerimonieche avranno luogo al Consiglio comunale di Trieste alla presenzadelle autorità religiose, civili, militari e del mondo degli esuli.

RADUNO A SENIGALLIAIL 29 E 30 SETTEMBRE 2012

L’immobile che ospiterà l’asilo di Zara. Una costruzione recente do-tata di tutti i comfort previsti dalle attuali leggi croate, che rischie-rebbe di diventare insufficiente se l’asilo non fosse aperto entro il2012 Servizio a pag. 2

L’Associazione nazionale dal-mata è stata fondata nel 1919 ela sua sede storica è stata sem-pre collocata presso la Sedecentrale della Società DanteAlighieri in Roma. L’esistenzadell’And riveste una particolareimportanza storica perché testi-monia l’esistenza di due esodidi italiani dalla Dalmazia e so-prattutto quello iniziato nel1848 quando i combattenti del-la Legione dalmata accorseroin difesa dello sfortunato tenta-tivo insurrezionale guidato daDaniele Manin e Niccolo’Tom-maseo con la rifondazione del-la Serenissima.E’ particolarmente significativoil fatto che la And sia stata fon-data nel 1919, quando ancora idalmati erano certi che i Patti diLondra sarebbero stati rispetta-ti. L’Associazione coordinavae raccoglieva i numerosi grup-pi di esuli dalmati sparsi, già al-lora, in tutta l’Italia che eranostati costretti all’Esodo dalleangherie austroungariche. Traquesti il gruppo intitolato a Fe-derico Seismit-Doda, nato aRagusa ed esule da Spalato, chediventò Ministro delle Finanzedel Regno d’Italia dei Gabinet-ti Cairoli e Crispi e quelli co-agulatisi intorno al grande gior-nalista Arturo Colautti, esule daZara che fondò in Italia, nel tar-do Ottocento, numerose testatedi quotidiani e riviste tuttoraesistenti.In questi sessant’anni il silenzioe la censura che accompagna-rono il dramma dell’esodo edelle foibe di Tito, fu anche per

la And difficile perché con lasua sola esistenza testimoniavala continuità del genocidio,cioè l’eliminazione dell’identi-tà culturale, storica e fisica de-gli italiani di Dalmazia, iniziatadall’Austria già nel 1815 conl’ostacolato riconoscimentodella nobiltà e del patriziato ro-mano di Dalmazia che pur ave-va una tradizione illirico-roma-na e veneta. Ma ancor più fortefu l’azione snazionalizzatricedel Regno di Jugoslavia (anni1920 -’40) che costrinse all’esi-lio un gran numero di italianied ebbe l’effetto disastroso dicostringere all’emigrazionenelle Americhe anche i croatidelle isole, privi dei servizi mi-nimi per una sopravvivenza ci-vile rappresentata da professio-nisti (medici, ingegneri, geo-metri, ecc.) da commercianti edal ceto imprenditoriale che,soprattutto nel settore edile,aveva trasformato gli artigianiin capomastri ed imprenditori.Ma ciò che non si perdona al-l’Associazione nazionale dal-mata è di rappresentare i dueesodi dalla Dalmazia che pre-cedono la cosiddetta “guerrafascista” contro la Jugoslaviache viene disperatamente rap-presentata dagli antifascisti del-l’ultima ora per giustificare foi-be, esodo e snazionalizzazioneattuata dal compagno Tito.

Servizio a pag. 8 e 9

IN ARRIVO A ZARA L’ASILO ITALIANO

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pag. 2 giugno 2012 IL DALMATA

Pochi ricordano che sono pas-sati oltre vent’anni da quandoOddone Talpo mise a disposi-zione dieci milioni di lire deltempo per l’Asilo di Zara e chequalche anno dopo anche Ma-rio Lapenna Raccamarich misea disposizione altri otto milioni.Non se ne fece nulla perchémancavano autorizzazioni e so-prattutto buona volontà politi-ca. Tempo fa si approfittò deifondi che andavano perduti senon utilizzati in tempo, per ac-quistare un immobile stanzian-do una somma inferiore a quel-la che era stata spesa per altrestrutture analoghe. Si è messoalmeno un primo punto fermo.Dopo vari ritardi, con indeco-rosi rimpalli di responsabilità,si è arrivati finalmente a regi-strare presso il Tribunale di Za-ra l’atto di Fondazione dell’A-silo che sarà inaugurato entro ilcorrente anno, perché nel2013 entra in vigore una nuovalegge croata che impone nuovie più pesanti parametri per gli

asili, per cui l’immobile acqui-stato non avrebbe più i requisitiattualmente sufficienti.Per evitare che i ritardi vanifi-chino un impegno così lungo efaticoso è stato coinvolto il sot-tosegretario agli esteri Staffande’Mistura che ha dichiaratol’Asilo di Zara un obiettivo pri-mario del Governo italiano.Hanno visitato la struttural’Ambasciatore d’Italia a Zaga-bria Emanuela d’Alessandro, ilConsole d’Italia a Spalato Pao-la Cogliandro la Presidente del-la C.I di Zara Rina Villani e ilPresidente della U.I MaurizioTremul.La lunga vertenza sull’Asilo diZara ha finalmente chiarito chetutti avrebbero risparmiato tem-po e denaro se fosse stata com-presa prima la differenza giuri-dica in cui operano gli istitutiscolastici dell’Istria e quellidella Dalmazia. E’arrivato, in-fatti, al quarto anno di vita il Li-ceo informatico linguisticoLeonardo Da Vinci di Spalato,

con insegnamento della linguaitaliana, voluto dal Centro Ri-cerche Culturali dalmate – Spa-lato che opera come un’istitu-zione a carattere privato e perquesta ragione non ha mai otte-nuto nessun finanziamento enessuna considerazione da par-te dell’Unione italiana, che fi-nanzia solo le scuole e gli asi-li pubblici delle C.I. italiane.Scuole e asili pubblici che inDalmazia non possono esistere.Se l’U.I non troverà un’adegua-ta soluzione, quale responsabiledel CRCD-S chiederò per laDalmazia croata, come già ac-cade oggi per la Dalmazia mon-tenegrina (finora esclusa dallaLegge sui finanziamenti ai ri-masti) che il Ministero degliEsteri provveda ad erogare di-rettamente i finanziamenti, peril tramite dell’Università popo-lare di Trieste senza passare peril filtro dell’U.I. che, per noi,risulta intasato a causa dellanormativa croata.

Dir

Da Ottavio e Rosita Missoni efigli, c’è da attendersi semprequalcosa di nuovo e geniale.La Mostra degli arazzi e deimonumenti vestiti con i colori

tipici dei Missoni erano giàstati ammirati a Tokyo e nelFriuli Venezia Giulia ed avevafatto scalpore l’utilizzo di unmonumento originale e mai vi-

sto finora, formato da manichi-ni rivestiti con i colori tipici. AMaribor, capitale della culturaeuropea del 2013, la stampamondiale ha riportato la noti-

zia che i monumenti di Misso-ni si muovevano e avevamopensato a qualche meccanismogià sperimentato da Leonardoda Vinci e da grandi scenogra-

L’ASILO ITALIANO DI ZARAIN DIRITTURA D’ARRIVOSarà un struttura privata perché - a differenza dell’Istria - laDalmazia non ha le agevolazioni previste per le scuole bilingui

Anton Biloslav ha portato il saluto della C.I. di Capodistria, alla vi-vace manifestazione nella quale Maurizio Tremul, in veste di gior-nalista, ha intervistato a Palazzo Gravisi Ottavio Missoni

Maurizio Tremul, il nostro Direttore e l’Ambasciatore d’Italia a Lu-biana dott. Rossella Franchini Sherifis acompagnano Ottavio nei tresiti che hanno ospitato la sua mostra.

IL DALMATADirezione e Redazione

Via dei Giacinti n. 8 - 34135 Triestetel. 040.425118 - fax 040.4260637

Autorizzazione del Tribunale diTrieste n. 972 del 6 novembre 1997

DirettoreRenzo de’ Vidovich

tel. 040.635944 - fax 040.3483946

RedazioneFranco Luxardo, Walter Matulich,

Chiara Motka, Honorè Pitamitz,Adriana Ivanov, Elisabetta Barich,

Enrico Focardi, Elio Ricciardi, GioiaColussi, Tullio Vallery, Vanni Rolli,

Giorgio Varisco, Guido Battara,Giuseppe Salghetti-Drioli,

Antonio Concina e Giovanni Grigil-lo

SegreteriaRachele Denon Poggi

ImmagineMaria Sole de’ Vidovich

CoordinamentoAda Ceccoli Gabrieli

Conto Corrente Postalec/c postale n. 14434344

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Sito Internetwww.dalmaziaeu.it

StampaTipografia Adriatica - Trieste

Iniziativa realizzata con il contributodel Governo italiano

ai sensi della legge 193/2004

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IL DALMATA giugno 2012 pag. 3

fi del Rinascimento che face-vano muovere le statue concomplessi meccanismi chestupivano il mondo di allora.Niente di tutto questo. Abbia-mo ammirato i monumenti diMissoni accanto ai suoi arazzitotalmente immobili per oltredue ore di cerimonia e di con-ferenze. Quando, infine, ciaspettavamo qualche movi-mento meccanico, le statuehanno cominciato a correre eda inseguire l’autore su per lescale e stanze, sbalordendo unpo’ tutti. Non erano manichinicon cariche meccaniche, maballerini e ballerine capaci dinon fare un gesto per due ore epoi di improvvisare quadri ecomposizioni in movimentocon al centro Ottavio e RositaMissoni. Un effetto straordi-nario. Che ha stupito il nume-rosissimo pubblico presente eche è stato il momento piùemotivo di una mostra che diemozioni pittoriche ne ha la-sciate tante.

A CAPODISTRIA LA MOSTRA DI OTTAVIO RIPETE IL SUCCESSO DI MARIBORSTATUE E MONUMENTI DI MISSONISI MUOVONO E LO RINCORRONOLa città istriana accoglie con entusiasmo l’originale iniziativa artistica dalmata rilanciatadall’Unione italiana che rappresenta i connazionali rimasti in Istria, Fiume e Dalmazia

Rosita Missoni, sulla sedia di regista è la star della manifestazione Due manichini “vivi” fermi per ore davanti ad un arazzo

A Palazzo Gravisi due manichini “vivi” fermi per ore davanti ad un arazzo accerchiano Ottavio

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pag. 4 giugno 2012 IL DALMATA

AL MUSEO DI VIA TORINO SU INIZIATIVA DEL PRESIDENTE LUCIO DELCAROLIBRO DEL DALMATA ROMANO VLAHOV“… ALLORA VI RACCONTO” PRESENTATO A TRIESTEIl nome Vlahov significa “romano” ed ha la stessa radice di “morlacco”, romano moro,popolazione stanziata in Dalmazia e proveniente dalla Dacia. Una dinastia del Maraschino

Ci è stato segnalato tempo fadalla nostra attenta collabora-trice, Maria Vittoria Rolli Ba-rone, l’esistenza di un formag-gio prodotto nel Veneto cheporta un nome che non lasciadubbi sulla sua origine. Abbia-mo così scoperto che nelle val-late intorno al Monte Grappasi era trasferito nel Settecentoun gruppo consistente di Mor-

lacchi dalmati agricoltori, alle-vatori di bestiame e boscaioli,provenienti dalla Dacia roma-na fin dai tempi delle invasionibarbariche, i quali hanno pen-sato bene di riprodurre un tipodi formaggio che si ritrova inmolte parti della Dalmazia.Queste popolazioni hannomantenuto integri i loro abititradizionali, nei quali preval-

gono i colori giallo e rosso del-la romanità nell’entroterra dal-mata, ma hanno completamen-te abbandonato la loro linguad’origine, assumendo un lin-guaggio dalmatino, molto si-mile al croato. In Istria, invece,le popolazioni daco-romanehanno mantenuto la lingua,che ha qualche similitudinecon l’attuale romeno ed hanno,invece, perduto i colori sgar-gianti degli abiti rituali. Allefalde del Monte Grappa si so-no fusi con le popolazioni ve-nete locali, che avevano unaparlata molto simile alla loroed hanno lasciato solo pochetracce del loro passaggio, tra lequali il “Morlacco del Grap-pa”, un formaggio molle moltosaporito che ricorda quelloprodotto nella zona a nord diSpalato, intorno alla fortezzadi Clissa.

Si è svolta nella Sala dei Ca-polavori del Museo della Ci-viltà istriana, fiumana e dal-mata di Trieste la presentazio-ne del libro, assai interessante,di Romano Vlahov promossadall’Irci presieduta dal prof.Lucio Delacaro in collabora-zione con la Fondazione Ru-stia Traine e il Libero Comunedi Zara in Esilio-Dalmati ita-liani nel Mondo di Trieste.La conferenza, seguita da unpubblico molto numeroso edattento, ha toccato vari temipresenti nel libro. In particola-re si è aperto un interessanteapprofondimento sull’originedel cognome dell’autore che sirichiama alla denominazionedella popolazione morlacca, insintonia con le tesi che eranostate già avanzate nella mostraospitata in contemporanea nel-lo stesso palazzo sul tema “LaDalmazia da Roma a Veneziaall’Italia unita” (vedi il Cata-logo ne Il Dalmata n. 71). In-fati, il nome Romano Vlahovsignifica “romano romano”,perché nelle varie parlate dal-matine “vlacco” significa “ro-mano”. L’autore ha precisatonel libro e sostenuto durante ildibattito che la traduzione initaliano di “morlacchi” è “ro-mani mori” e che il nome“mori” non fa riferimento alcolore dei cappelli, bensì aduna distinzione etnica che siritrova ancora oggi in alcunevallate della odierna Romaniae, in particolare, nella Valac-chia.Oliviero Gulot ha esaminatol’aspetto fortemente spiritualedi alcuni capitoli del libro edella devozione dell’autore aPadre Pio da Petralcina che in-viò un telegramma al giovaneferito del ’53, e qualcuno videanche nella sua prodigiosa erapidissima guarigione un in-

Al Tavolo della Presidenza Oliviero Gulot che si è soffermato particolarmente sulla spiritualità dell’au-tore, Romano Vlahov, il nostro Direttore e Annalisa Vlahov

I MORLACCHI DEL GRAPPA LASCIANO IN EREDITÀAL VENETO UN LORO GUSTOSO FORMAGGIO MOLLE

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QUANDO GLI ESULI SI BATTEVANO PER IL RITORNO DI TRIESTE ALL’ITALIAI MOTI DI 5-6 NOVEMBRE 1953 RIEMERGONODALLAMEMORIADI UN GIOVANE PROTAGONISTAPatriottismo e spiritualità religiosa sono fusi insieme nella complessa personalitàdell’autore del libro presentato al Civico Museo della Civiltà istriana, fiumana e dalmatatervento del Santo. La religio-sità e la devozione dell’autoresi sono intrecciate con le soffe-renze dell’esodo e le vicendeeconomiche della famiglia cheapparteneva ad una delle dina-stie più importanti della produ-zione del Maraschino e di altriliquori, come l’Amaro Vlahovche, per molti anni, fu prodot-to in Italia dopo l’esilio con ilnome di Amaro Zara. La figliadell’autore Annalisa Vlahov haletto alcuni passi del libro ri-guardanti il periodo della par-tecipazione di Romano ai motitriestini del 1953 quando ave-va l’età del dalmata PierinoAddobbati che fu il primo Ca-duto di Piazza Sant’Antonio. IlPresidente della riunione, Ren-zo de’Vidovich ha un po’ tiratoi fili di tutte queste complessevicende storiche che si ritrova-no nella vita e nella personali-

tà di Romano Vlahov e nel suoracconto così vivo ed intensoda lasciare nel lettore una trac-cia profonda. Ha ricordato,quando nel ’53 era il responsa-bile delle organizzazioni stu-dentesche che assunsero il ruo-lo di contrastare i programmidi due grandi potenze mondia-

li, il Regno Unito d’Inghilterrae gli Stati Uniti d’America(che intendevano utilizzareTrieste come base dei loroeserciti e delle loro marine mi-litari per dominare i Balcani),Romano era uno dei ragazzipiù coraggiosi e patriottici delnumeroso gruppo dalmatico

che si è battuto al fianco di al-tri giovani esuli e triestini perottenere il ritorno di Trieste al-la Madrepatria nell’anno suc-cessivo. Durante i moti del ’53sei furono i dimostranti cadutisotto il fuoco della Polizia Ci-vile agli ordini del Gma ed al-tri 154 furono i feriti (di cui 84colpiti da colpi d’arma da fuo-co). Un’epopea che lo Statoitaliano ha riconosciuto solodopo 50 anni con la concessio-ne della Medaglia d’Oro alV.C. ai sei Caduti con la moti-vazione che li fa protagonistidel ritorno di Trieste all’Italia.Motivazione letta in PiazzaUnità dal Ministro MaurizioGasparri. Tutto ciò si ritrova inuna eccezionale sintesi nel li-bro di Romano Vlahov che siconferma scrittore dotato digrande forza rievocativa.

…Allora vi racconto di RomanoVlahov pubblicato dalla CasaEditrice Nuovi Autori nel 2011,251 pagine € 14,00.via Gaudenzio Ferrari 14,20123 Milano,tel. 02.36570410,fax. 02.58107048,e-mail:[email protected],www.editricenuoviautori.it

Il prof. Lucio Delcaro ha con-cesso il patrocinio dell’Irci al-la presentazione del libro. Èstata una delle sue ultime ini-ziative quale Presidente del-l’Istituto al quale ha dato cor-po e autonomia, prima di pas-sare ad altro prestigioso inca-rico conferitogli dall’Ateneotriestino, di cui è stato il nondimenticato Magnifico Retto-re.

Uno scorcio dell’affollata assemblea nella quale è stato presentato il libro

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pag. 6 giugno 2012 IL DALMATA

RADUNOAPOLADELLIBERO COMUNEDI POLAINESILIO

Niente più dei fatti sconvolgeil pessimismo endemico chevorrebbe condannarci all’inat-tività e relegare le nostre asso-ciazioni alla funzione che eb-bero i cimiteri di elefanti, de-stinati ad interessare solo i pa-leontologi della storia di un in-certo domani. Per gli scetticidi turno che guardavano consufficienza quanti volevanofare i nostri raduni nelle cittàd’origine è stato come un pu-gno in faccia. Vi è una fotoemblematica che riportiamodel tavolo del Consiglio co-munale con una grande ban-diera italiana, il labaro del Li-bero Comune di Pola in Esilioe sopra, a ricordare significati-vamente lo stato nel quale si èsvolta la manifestazione, ilsimbolo della Croazia, presen-te in tutte le sale del grandehotel, sormontato dagli stem-mi dell’Illiria, di Ragusa, dellaDalmazia, dell’Istria e dellaSlavonia. È vero che c’è inCroazia ancora qualche no-stalgico di Tito che avrà tortoil naso davanti a questa mani-festazione, ma è anche veroche vi sono ancora in Italia de-gli esuli e, perfino alcune loroassociazioni, che sono dispostia lasciar morire la cultura ita-liana nell’Adriatico orientale,pur di non avere i rapporti coni rimasti. Come se a cacciarciin esilio non fossero stati i co-munisti di Tito e i rimasti nonavessero subito un processo disnazionalizzazione, di perditadi identità culturale, di declas-samento con angherie di ognitipo, come noi dalmati bensappiamo da sempre.L’iniziativa dei polesani si ègià dimostrata contagiosa. IlLibero Comune di Fiume inEsilio ha deciso di fare il pros-simo raduno a Fiume e cosìpure Visinada ed altre comuni-tà minori. Ci aspettiamo che laFederEsuli, formalmente bloc-cata da ragioni politiche e pic-

Alla cerimonia della commemorazione dei Caduti sono intervenuti anche i rappresentanti della Federa-zione degli Esuli. Il Libero Comune di Pola in Esilio ha chiesto da tempo di rientrare nella FederEsuliper portare un nuovo fattivo approccio tra esuli e rimasti, convalidato dal successo del Raduno a Pola,al quale ha partecipato un numero notevole di esuli polesani e parecchi rimasti. È stato deciso, sulla ba-se di risultati positivi, di ripetere il Raduno il prossimo anno e dalla Assemblea sono arrivate molte ideee contributi che saranno dibattuti nell’Arena di Pola.

Il nostro Direttore è stato invitato ad aprire il dibattito che si è svolto nel Consiglio comunale di Pola inEsilio. Ha lodato l’iniziativa polesana che ha ridato significato all’Associazione e ha riempito, come datempo non accadeva, l’ampia sala di polesani che intendono dare il loro fattivo apporto al mantenimen-to della cultura italiana di Pola. Al tavolo: Tito Sidari, V. Presidente del Comune, il generale Silvio Maz-zaroli, direttore dell’Arena di Pola, il dott. Argeo Benco, Sindaco di Pola in Esilio, il dott. Lino Vivoda,storico Sindaco e giornalista di vaglia e la giovane promessa degli esuli Paolo Radivo, giornalista, confe-renziere e scrittore e, con il microfono, de’Vidovich.

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Anche quest’anno nell’ambitodel Raduno Nazionale dei Ber-saglieri, a Latina il 17 giugno, iBersaglieri di Zara, Pola e Fiu-me, “vivi e morti”come scrittosullo striscione che li precede-va, hanno sfilato in posizioned’onore. Da ricordare la bellaaccoglienza ricevuta dal localeComitato ANVGD con unaMessa celebrata da Don GuidoRossandich, di Zara.La sfilata è stata preceduta ilmattino del 15 da una solennecerimonia con la quale la cittàdi Terracina ha dedicato un mo-numento ad un suo figlio, ilS.Ten. Agostino QuartulliMAVM. Il vicino giardino, sullungomare più bello è stato inti-tolato ai Caduti del battaglione“Zara”.Si tratta del 13° monumentorealizzato in un “Percorso dellaMemoria”con il quale la Pro-vincia di Latina sta ricordandoavvenimenti e persone esem-plari.Hanno preso parte alla cerimo-nia una compagnia e la fanfaradell’8° reggimento bersaglieri.Bellissime le allocuzioni delleAutorità, fra le quali il Sindaco,il Presidente della Provincia ed

il Presidente dell’Ass.Naz. Ber-saglieri.Il battaglione “Zara” nacquenel 1936 nell’omonima cittàper costituire l’elemento di ma-novra della difesa dopo la par-tenza del 9° reggimento bersa-glieri.Il legame con la città fu sin dalprincipio eccezionale, ancheper la presenza - specie fra gliufficiali - di una forte compo-nente dalmata. Dal 1941 al1943 la situazione lo portò adoperare in tutta la Dalmazia edanche altrove, in Croazia, inBosnia ed in Erzegovina. Nel-le operazioni di pacificazionefu avvantaggiato dallo spiritozaratino che univa, ad un senti-

mento nazionale forse insupe-rato, l’abitudine a rapportarsicon nazionalità ed etnie diver-se. Le operazioni di contro-guerriglia furono comunquedurissime e si valuta siano co-state al reparto 71 caduti. L’8settembre 1943 il battaglionenon si sbandò, ma rientrò a Za-ra schierandosi a difesa dellacittà contro i partigiani di Tito.Avendo conservate le stellettedel Regio Esercito, all’iniziodel 1944 venne fatto prigionie-ro dai Tedeschi che ne impiega-rono gli uomini come manova-lanza. Le perdite successive,specie ad opera dei partigiani diTito, non sono conosciute.Il S.Ten. Quartulli cadde nellabattaglia più dura combattutadal reparto il 24 luglio 1942 inDalmazia, per la conquista delMonte Sopalj, un rilievo mon-tagnoso estremamente brullo esassoso a Nord di Scardonache costò al battaglione 13 Ca-duti. Alla memoria di questivenne conferita la MAVM, ol-tre che al S.Ten. Quartulli, alTen. Antonio de’ Denaro, di Se-benico e residente a Zara, al

bersagliere Pasquale De Fren-za, di Valenzano (BA), e laMBVM al bersagliere marchi-giano Armando Carassai.Al bersagliere De Frenza il Co-mune di Valenzano ha recente-mente dedicato un monumentoed una piazza (così come, sem-pre grazie ai bersaglieri baresi,Bari ha dedicato un giardino albattaglione “Zara”). Vienespontaneo pensare al Ten. deDenaro e a tutti i decorati alVM che, come lui, non possonoessere ricordati nelle loro città.Resta a noi il dovere di non di-menticarli.Commovente la partecipazionedei reduci del “Zara”, anche diquanti non sono potuti interve-nire per l’età. L’ultimo ufficia-le, zaratino vivente del batta-glione, il prof. Bruno Raccama-rich, ha inviato un ringrazia-mento alla Provincia di Latina.Purtroppo la sorte non ha con-sentito all’On. Ajmone Fine-stra, valorosissimo ufficiale delbattaglione, di ricevere il suoZara nella sua Latina, se ne èandato prima.

Elio Ricciardi

IL DALMATA giugno 2012 pag. 7

cole gelosie burocratiche deli-beri finalmente di riportare ilLibero Comune di Pola in Esi-lio all’interno della propria or-ganizzazione, riveda rapida-mente le proprie posizioni, co-me in un articolo pubblicato inprima pagina da La Voce Giu-liana delle Comunità istriane afirma di Paolo Radivo lasciaben sperare, tenuto conto chequesta associazione e questogiornale sono stati i maggiorinemici del riavvicinamentoesuli-rimasti. Dopo le dichia-razioni del Presidente dellaRepubblica croata Josipović,incredibilmente silenziato inCroazia come in Italia e dallaparte dei giornali delle asso-ciazioni degli esuli, l’indizionedi un raduno dalmata a Zara è

sempre più richiesto. Noi dal-mati, neanche negli anni piùbui, abbiamo mai interrotto irapporti con gli italiani rima-sti, con le visite al Cimitero diZara del Madrinato dalmatico,aiutato dagli italiani rimasti inloco, poi dai “Viaggi di Ulis-se” (Donati), con la Missa dal-matica promossa dalla Fonda-zione Rustia Traine ed esegui-ta nella chiesa di Borgo Eriz-zo, successivamente nel Duo-mo di Spalato (Mausoleo diDiocleziano) e che quest’annoa settembre si svolgerà nelDuomo di Zara e in quello diSalona. Sono la dimostrazioneche molto è cambiato nella Re-pubblica di Croazia e che laDalmazia di oggi non è più laDalmazia di Tito.

IL RADUNO DEI BERSAGLIERI A LATINA INAUGURAA TERRACINA UN MONUMENTO AL BATTAGLIONE ZARA

ESULI POLESANI A POLA

Leggiamo sul Monumento: Al S. Ten. Agostino Quarantulli Medaglia d’Argento al Valor Militare allaMemoria e ai Caduti del Btg. Bersaglieri “Zara”, Terracina - 15 giugno 2012

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pag. 8 giugno 2012 IL DALMATA

L’ADN NASCE NEL 1919, UN ANNO PRIMA DELLA MARCIA DANNUNZIANA SU FIL 1° ESODO DI ITALIANI DALLA DALMAZIED IL 2° ESODO IMPOSTO DAL REGNO DI JUSONO IMPUTABILI ALLA “GUERRAChi cerca di occultare lo sfondo razzista che fu alla base di tutti e tre gli esodi, per negare unIn soccorso dei negazionistisono accorsi in un primo mo-mento i minimalisti ai quali siaggiungono ora redivivi cen-sori che cancellano i fatti dellastoria che contraddicono le lo-ro tesi. Negazionisti e mini-malisti, neutralizzati in tuttaItalia hanno pensato bene discegliere nuove sedi dove po-ter propinare le loro tesi senzacontradditorio. Infatti, nelleaule di alcune scuole, tra lequali due prestigiosi licei trie-stini, hanno potuto raccontaretutto e di più contro l’Italia adignari allievi, mentre alcunidocenti hanno creduto bene difar svolgere dei temi in classesui titini che liberavano Trie-ste dai nazisti, incuranti delleFoibe di Basovizza, di Monru-pino e dintorni che testimo-niano un atto di pulizia etnicalampo, svoltasi nei soli 40giorni di occupazione di Trie-ste.Ma i più insidiosi sono coloroche ignorano volutamente idue primi esodi di Dalmaziaperché, ahinoi, l’esistenza diquesti fatti prima della nascitadel fascismo fanno crollare lagià vacillante tesi dell’Esododel ‘45 e delle Foibe come unareazione alla “guerra fascista”contro la Jugoslavia. In realtàil Regno di Jugoslavia firmòl’atto di adesione all’Asse na-zista e fascista nel Palazzo delBelvedere a Vienna e pochigiorni dopo il gen. Simovic fe-ce un colpo di stato che diedeinizio alla guerra civile jugos-lava che ha mietuto un milio-ne e duecentomila morti. Laodierna storiografia croata,slovena, serba e montenegrinaaddebita, infatti, allo scontrointerno tra popoli diversi chesi odiavano (come è dimostra-to dalle feroci eliminazioni dimassa degli anni ‘ 90 quando

Una storica statua di Gabriele D’Annunzio è stata donata dall’And alla Dante Alighieri che ha sempresupportato le istanze dei dalmati italiani, in Patria e nell’intera Dalmazia

Il dottor Guido Cace presidente dell’Associazione nazionale dalmata, l’on. Renzo de’Vidovich presiden-te della Fondazione Rustia Traine, l’ambasciatore Bruno Bottai presidente intenzionale della Dante Ali-ghiere, il sen. Lucio Toth vice presidente della Federazione degli Esuli, il dott. Antonio Concina, zarati-no, sindaco della città di Orvieto accanto all’originale del quadro di Giuseppe Lallich “Il Bacio alla Ban-diera”

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IL DALMATA giugno 2012 pag. 9

FIUME E DUE ANNI PRIMA DELLA NASCITA DEL PARITO NAZIONALE FASCISTAIA PROVOCATO DALL’AUSTRIA-UNGHERIAUGOSLAVIA SONO SCOMODI PERCHÉ NON

A FASCISTA” E QUINDI ALL’ITALIAsecolo e mezzo di genocidio e di pulizia etnica, deve occultare la realtà, impersonata dall’And

si sfasciò la Federativa Popo-lare Socialista Jugoslava) essicombatterono nella guerra ci-vile che coinvolse Ustascia,l’Esercito dello Stato autono-mo di Croazia, i Cetnici, serbi,le “SS” mussulmane di Bo-snia, i partigiani monarchicidi Draga Michailovic e quellicomunisti di Tito che, duran-te e, soprattutto dopo la guer-ra, uccisero da soli quasi 800mila di persone. Tutto ciò de-ve essere omesso e cancellatoo addebitato all’Esercito ita-liano, anche se la stragrandemaggioranza degli eccidi ebbeluogo dopo l’8 settembre1943, quando il regio eserci-to non operava più nel teatrobalcanico.

In prima fila S.E. Vojin Vlahović ambasciatore e S.E. Anton Sbutega, ambasciatori del Montenegro aRoma ed alla Santa Sede, il sen. Maurizio Gasparri presidente del gruppo parlamentare del Pdl, il dott.Alessandro Masi segretario generale della società Dante Alighieri

Il dott. Goffredo Sottile, che haben conosciuto i dalmati comeprefetto di Trieste e di Torino,attualmente Commissariostraordinario a Roma per ilproblema delle eccedenze e ri-fiuti della Capitale, è intervenu-to all’Assemblea per portare ilsuo autorevole saluto

Il dott. Gianfranco Giorgolo diVeglia, già Ambasciatored’Italia ad Amman, ha auspica-to che siano superate in Dalma-zia alcuni residui nazionalistiche hanno letteralmente cancel-lato il nome dell’antica Repub-blica di Ragusa, chiamandolaimpropriamente Dubrovnik

Il dott. Francesco Saverio DeLuigi, Ministro plenipotenzia-rio agli Affari esteri, ha ritiratoi doni offerti dalla FondazioneRustia Traine al Sottosegretariodi Stato Staffan de’Mistura, im-possibilitato ad intervenire al-l’Assemblea per impegni di Go-verno all’estero

Il dott. Carlo Malinconico, lacui famiglai de’ Castigliota de’-Skandenberg è stata per secoliegemone in Dalmazia, ha porta-to quale Presidente della Fon-dazione Valore Italia che pro-muove nel mondo il Made inItaly, il saluto della sua organiz-zazione

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pag. 10 giugno 2012 IL DALMATA

LA COMUNITÀ ITALIANA DEL MONTENEGROATTIVA A CETIGNE, CATTARO, BUDUA, GORIZIA E MUGGIA

Il materiale didattico fornito dalla Scuola di tomboli, fuselli e filati,al termine del laboratorio, rimarrà alle allieve montenegrine perconsentire loro di continuare ad esercitarsi nelle tecniche di Buranoe di Cattaro tramandate dalla scuola Gorizia

Due docenti, Cristina Cargnel e Mariagrazia Giacomini, hanno ilcompito di presentare il merletto a fuselli insegnato dalla scuola diGorizia, curando esercitazioni ed impartendo nozioni circa gli at-trezzi per la lavorazione, i filati ed i disegni

Cetigne, alla consegna dei diplomi di partecipazione ai Corsi di lingua italiana, l’addetta culturale della C.I. Maria Grego Radulovic parlaalle autorità ed al numeroso pubblico all’inaugurazione della Mostra del Merletto, rinato grazie al contributo della Regione Friuli VeneziaGiulia. Nella foto da destra: accanto a Maria Grego Radulovic, il Sindaco del Comune di Cetigne Aleksandar Bogdanović, l’Ambasciatored’Italia a Podgorica Sergio Barbanti, il dirigente della Regione Friuli Venezia Giulia Alessandro Perelli e l’instancabile Presidente della Co-munità italiana del Montenegro Paolo Perugini. Accanto uno scorcio del numeroso pubblico prevalentemente femminile interessato soprat-tutto all’antica scuola bocchese ispirata al Merletto veneto di Burano, recentemente rinata a nuova vita con l’appoggio e l’innesto della scuo-la artistica goriziana.

Il Vescovo cattolico di Cattaro, mons. Ilija Janjić, ha benedetto la manifestazione. Nella foto accanto una teca con i merletti più preziosi pro-dotti dalle allieve montenegrine, vere e proprie opere d’arte da conservare gelosamente

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IL DALMATA giugno 2012 pag. 11

La Banda comunale di Cattaro esegue davanti all’antico Duomo diMuggia musiche popolari bocchesi venete comuni a quelle che sisuonano a Muggia, in Istria, a Fiume e nell’intera Dalmazia

La Fondazione Rustia Traine che ha organizzato il concerto conl’Ongia di Muggia. Il Presidente de’Vidovich annoda il fazzolettodalmatico intorno al collo del direttore Petar Bukilica

Uno scorcio della cerimonia di consegna dei diplomi per gli allievidei Corsi di lingua italiana promossi con notevole successo dallaFondazione Rustia Traine di Trieste nella Dalmazia montenegrina

Renzo Tondo, Presidente della Regione Autonoma Friuli VeneziaGiulia, è particolarmente vicino ai Dalmati, esuli e rimasti. Ha pre-miato due organizzatori della Scuola e della Mostra del Merletto

Un particolare della ricca mostra di vere e proprie opere artisticheelaborate con le antiche tecniche del merletto

La Banda di Cattaro, nel vicolo e nell’androna di Muggia prospi-ciente la sede dell’Ongia, molto simili alle calli bocchesi

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pag. 12 giugno 2012 IL DALMATA

CON OBIETTIVITA’ E RISPETTO DELLA CULTURA VENETA E ITALIANAIL CIVICO MUSEO DI CURZOLACONSERVA LE MEMORIE STORICHERestaurato il fondo di documenti musicali di Giovanni Stefano Boschi e l’arredamentoacquistato a Verona della farmacia del dott. Zovetti, la più antica dopo quella di RagusaLa storia secolare e la profon-da cultura di Curzola sonostate oggetto di numerosi studie ricerche. Tuttavia, una visitaal suo museo civico può rivela-re aspetti ancora inediti dellasua storia, che meritano di es-sere indagati, perché costitui-scono un elemento fondamen-tale nella comprensione dellasocietà curzolana dei secolipassati.Entrando nella prestigiosa se-de di Palazzo Ismaelis, situatonella piazza centrale della cittàantica, si resta ammirati difronte ai molteplici reperti la-pidei, dallo Psefisma di Lom-barda ai diversi leoni marciani,che una volta dominavano dal-l’altro delle torri cittadine lavita quotidiana dell’isola.Proseguendo nella visita alpiano superiore si incontranovari ambienti arredati nel ri-spetto della tradizione locale,ma una parte importante dellecollezioni di questo museo re-sta solitamente celata agli oc-chi dei visitatori: fra queste viè il Fondo Boschi, un’ interes-sante raccolta di spartiti delXIX secolo che testimoniano ilfervore culturale di quest’iso-la. Questa raccolta, entrata inpossesso del museo verso lametà degli anni settanta, è sta-ta attentamente catalogata dal-la direttrice dello stesso,dott.ssa Marija Kraljević, checon dedizione e pazienza è ri-uscita a mettere ordine e a ri-dare vita a questi antichi spar-titi. Tale raccolta deriva dallapassione musicale di Giovannie Stefano Boschi, due espo-nenti di una delle più impor-tanti famiglie della città. Gio-vanni Boschi (1821-1902), fuun valente organista e in quan-to tale raccolse moltissime par-titure per organo, per lo più disoggetto sacro. Fra queste,un’interessante marcia, intito-

lata “Feste a Badia”, compostada Giuseppe Sandoli, edita daCarlo Schmidl a Trieste e dedi-cata proprio a Giovanni Bo-schi.Lo stesso Boschi fu anchecompositore di alcuni pezziper pianoforte, fra i quali meri-ta particolare attenzione laMarcia Curzolana, il cui ma-noscritto è purtroppo grave-

mente compromesso. Fra lenumerose composizioni pre-senti nella raccolta spicca an-che una Polacca NazionaleDalmata, composta da Loren-zo Krassny, compositore cecoche visse per diversi anni aCurzola e del quale rimangonoancora numerosi manoscrittinel Museo. Ciò che più colpi-sce però l’osservatore è la co-

piosa presenza di opere dei piùconosciuti compositori del pe-riodo, da Verdi a Rossini, daBellini a Donizetti, le cui mu-siche venivano spesso trascrit-te dallo stesso Boschi per coromaschile, al fine di facilitarnel’esecuzione pubblica.Ritornando alla visita del mu-seo, un altro elemento di gran-de interesse ma non esposto alpubblico è l’intero mobiliodell’antica farmacia del Dr.Zovetti, farmacista e droghieredi Curzola, che acquistò versoil 1870 l’arredamento per ilsuo negozio nei pressi di Vero-na. Non si conosce il nomedell’artigiano che l’ha esegui-to, ma il suo stato di conserva-zione risulta gravemente dan-neggiato dall’incuria del tem-po e, in mancanza di un accu-rato restauro, rischia di andarecompletamente perduto. Ciòrammarica ancor più se si con-sidera che, secondo i dati for-niti dalla direttrice del Museo,questa farmacia risulta esserela più antica della Dalmaziadopo quella francescana di Ra-gusa.

Simone Bais

Alcune vetrate della farmacia Zovetti di Curzola. Un libro di MariaZerial Detoni “Arte farmaceutica a Zara (nei secoli XIV-XIX)” so-stiene che la farmacia jadertina sarebbe più antica di quelle di Ra-gusa e Curzola

Il luogo di nascita del naviga-tore veneziano Marco Polo èstato oggetto di annose dispu-te. L’autorevole EnciclopediaBritannica lo fa nascere a Cur-zola, ma antichi testi venezianiindicano in Venezia la casa diproprietà dei nonni e del pa-dre. Vero è che a Curzola i co-gnomi Polo, de’ Polo, Depolosono molto comuni e tra i ramidella famiglia del viaggiatoreveneziano vi sono quelli deiconti de’ Polo Saibanti e dei

marchesi Siro Polo Padolec-chia. Anche l’esule dalmataed esponente centrale del sin-dacato dell’UGL Fulvio De-polo, proviene con tutta la nu-merosa famglia da Curzola.Fosse nato a Venezia o negliallora possedimenti veneti diCurzola, nessuno aveva mes-so in dubbio la venezianità. Unlibro pubblicato a Zagabria so-stiene con tesi assai labili cheMarko sarebbe croato.

UN LIBRO A ZAGABRIA SU “MARKO” POLO CROATO

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IL DALMATA giugno 2012 pag. 13

59° RADUNO NAZIONALE DEI DALMATI18° INCONTRO CON LA CULTURA DALMATA

SENIGALLIA 29 E 30 SETTEMBRE 2012P R O G R A M M A

Sabato 29 settembreore 10.30 - 12.30

Auditorium Chiesa dei Cancelli - via Arsilli“18° Incontro con la Cultura Dalmata”Gli Autori presentano le loro opere d’argomento dalmataedite nell’ultimo anno. Conduce Chiara Motka.

ore 15,30 – 18,30Auditorium Chiesa dei Cancelli – via Arsilli“Consiglio Comunale” dell’Associazione Dalmati Italianinel Mondo – Libero Comune di Zara in EsilioRelazione del Sindaco e degli Assessori,Interventi dei Consiglieri

ore 21,30 - 23.30Nelle accoglienti sale del Senbhotel –viale Bonopera n. 32 si svolgerà“El balo de le ciacole” – musica dal vivo

Domenica 30 settembreore 9.30Chiesa di San Martino – via Fratelli BandieraSanta Messa in memoria dei nostri Morti

ore 10.45La Fanfara dei bersaglieri in congedo suoneràin Piazza A. Saffi

ore 11.15 – 13.00Teatro La Fenice – via Fratelli BandieraAssemblea dei Dalmati - Consegnadel 15° Premio “N. Tommaseo”

ore 13,30Pranzo collettivoLe manifestazioni del sabato e della domenica si svolgono nel centrodi Senigallia, non lontano dal mare, in edifici compresi nel raggio dicentocinquanta metri. Nessuno avrà difficoltà a parteciparvi perchépotrà raggiungerli comodamente a piedi.

Ancora SENIGALLIA … laspiaggia di velluto

C’incontriamo per la 59mavolta, per i Dalmati un risulta-to molto lusinghiero.Vi è stato un tempo in cui i Ra-duni si sono svolti spesso a Se-nigallia; vi eravamo nel 1978– 1979 – 1982 – 1986 – 1990 –1996 – 2000, l’ultima volta nel2004. Erano i raduni “dellasettimana”, vi si andava qual-che giorno prima e si tornavaqualche giorno dopo, per fareil bagno, una gita nelle localitàdei dintorni, Frasassi e Urbino,prendere il sole favoriti dal cli-ma, da prezzi vantaggiosi, dal-l’ospitalità e dalla vogliad’incontrarse e ciacolar congli amici.Erano gli anni dei raduni delRime e della Maria che ciguardano di lassù ed a cuimandiamo un affettuoso saluto…. avevamo qualche anno inmeno.Quei raduni avevano uno spiri-to invidiabile, mancavano peròdella bella novità degli ultimianni. Mancava la presenza diamici fino a ieri sconosciutiche abbiamo imparato ad ap-prezzare. Non sono molti, masono in aumento. Quasi nessu-no li conosce, partecipano airaduni in punta dei piedi, qua-si per non disturbare. Interro-gati rispondono “ Mi chiamo…. sono figlio di …. non so-no mai venuto ai raduni … in-contro volentieri gli amici deimiei genitori che parlando indialetto e li ricordano … mi

sembra di star con loro magarisolo per qualche minuto …..gli parlo e mi rispondono ….non è molto che sono mancati….. avrei voluto star loro piùvicino … Chi mi parlerà più diZara, di un mondo che non esi-ste e che in qualche modo si ri-pete qui una volta l’anno, aquesto raduno …. un mondonel quale ho trascorso un’in-fanzia felice ed una serenagiovinezza …. quante voltenon ho voluto o potuto seguir-li, ascoltarli, esser loro più vi-cino preso dai mille impegni diogni giorno, la famiglia, i figli,il lavoro ….. mi mancano, perquesto vengo volentieri al ra-duno, mi sembra di stare anco-ra un po’con loro”.La parlata magari non è vene-ta, ma il pensiero che esprimo-no è bellissimo, commovente.Anche solo per questo meritapartecipare ai Raduni, per farparte anche solo un giorno del-l’anima, della storia del popo-lo cui appartiene la mia fami-glia, per poter dire “c’ero an-ch’io”, per vivere un momentodiverso, per tornar per ungiorno de novo a casa.Senigallia ci ha sempre ospita-to con la caratteristica simpatiadella Riviera Adriatica che sirinnoverà anche quest’anno. Sipuò parlare della bellezza dellitorale, della spiaggia acco-gliente e del mare pulito, masignificherebbe dimenticare ilmeglio, lo splendore dei mo-numenti e la vocazione dellagente all’accoglienza.

gv

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pag. 14 giugno 2012 IL DALMATA

I prezzi degli alberghi per il Raduno dei Dalmati sonoa persona, al giorno e comprensivi di bevande, acqua e vino

PRENOTATE SUBITO…...ARRIVEDERCI A SENIGALLIA!!

Hotel SENBHOTEL**** 60019 SenigalliaViale Bonopera n. 32, 60019 Senigallia, tel. 071.79 27 500, fax.071.64 814e-mail: [email protected]’albergo è a Quattro Stelle, il più vicino alla stazione ferro-viaria

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Doppia 50,00Tripla 45,00

C) Pensione completa in:Singola 75,00Doppia per singola 82,00Doppia 65,00Tripla 60,00

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Doppia 40,00Tripla 40,00C) Pensione completa in:Singola 65,00Doppia per singola 70,00Doppia 55,00Tripla 55,00

A) Con prima colazione in:Singola 40,00Doppia per singola 45,00Doppia 30,00Tripla 25,00B) Mezza pensione in:Singola 55,00Doppia per singola 60,00

Doppia 45,00Tripla 40,00C) Pensione completa in:Singola 70,00Doppia per singola 75,00Doppia 55,00Tripla 50,00

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IL DALMATA giugno 2012 pag. 15

UN COMBATTENTE PER LA DALMAZIA

La scomparsa di Ajmone Fi-nestra a Latina il 26 aprile u.s.ha destato in tutto l’ambientedalmata grande amarezza e vi-vo cordoglio. Dei molti ne-crologici che ci sono pervenu-ti riportiamo solo due, per ra-gioni di spazio, che ci sonosembrati i più completi e cheben rappresentano il dolore ditutti i dalmati. Lo abbiamosempre considerato “uno deinostri” e dei bersaglieri chetanto ha amato ed onorato.Scrive il sen. Lucio Toth:La morte di Ajmone Finestra èun grave lutto per tutti i Giu-liano-Dalmati. Era un uomoche, giunto a Zara giovanissi-mo, ufficiale dei Bersaglieri,se ne era innamorato, sposan-do una ragazza zaratina, MariaPia, e considerandosi zaratinoe dalmata per tutta la vita; par-landone il dialetto, condivi-dendone i valori di fierezza edi allegria, come l’ultima voltache l’ho incontrato a Zara nelnovembre scorso cantando in-sieme “Mia bella Dalmazia”,“Marianna” e “Val più un bi-cer de dalmata che l’amormio...” E’ stato un grandeesempio di coraggio in guerrae di equilibrio morale e politi-co nella vita civile, nella fedel-tà ai suoi ideali giovanili e nelrispetto delle regole democra-tiche della nostra Repubblica.Combattente del Regio Eserci-to in Dalmazia e poi con laRSI in Italia settentrionale, haosservato con coraggio virile,in un momento di ferocia e dibarbarie, le leggi dell’onoremilitare, meritando la stimadei suoi nemici. Un anno fatra le valli della Lika il suo

comportamento di soldato lea-le, nel lontano 1941-1943, haricevuto il riconoscimentocommosso di croati e di serbiche ne avevano apprezzato ledoti di umanità. Senatore dellaRepubblica per più legislature,Sindaco della sua città natale,Latina, anche in quella caricafu circondato dall’affetto una-nime dei suoi concittadini, co-sì come era stimato in Senatoper la sua presenza costante eil lavoro in aula e in commis-sione, pronto al dialogo e allacollaborazione al di là dellecontrapposizioni di partito.Un uomo che compendiava nelsuo sguardo fiero e buono enel suo sorriso aperto e sincerola serenità e la gioia del vivere,la forza paziente di chi è in pa-ce con se stesso e con il suodestino.Riportiamo anche una sinteticabiografia militare invitaci daStefano Gori del “Gruppo Fi-nestra ”: Ajmone Finestra (To-di 4 febbraio 1921 - Latina 26aprile 2012) ha frequentatol’Accademia militare dellaFarnesina, professore di edu-cazione fisica, ha insegnatoper molti anni nelle scuole diLatina. Specializzatosi in fi-sioterapia e riabilitazione, nel1962 ha aperto e diretto a Lati-na una dei primi centri di fisio-terapia nel Lazio. Sposato conla zaratina Maria Pia Salvini,ha due figli Paolo e Carlo. Piùvolte consigliere comunale eprovinciale a Latina, consi-gliere regionale nel 1972 nelprimo consiglio regionale delLazio, più volte consiglierecomunale a Todi. Senatore peril M.S.I. nel 1979 e per due le-gislature, segretario provincia-le di Latina del M.S.I. per 36anni. E’ stato Sindaco di La-tina, primo ad essere eletto di-rettamente dai cittadini, dal1993 al 2002. Presidente Na-zionale dell’Unione Nazionaledegli ex Combattenti dellaR.S.I.. Ufficiale dei bersaglie-ri, volontario nella secondaguerra mondiale più volte de-corato al valor militare, hacombattuto nella ex Jugoslaviacomandando una delle bande

anticomuniste (che neutraliz-zarono in Dalmazia i partigia-ni di Tito N.d.R) quella deiCetnici fino all’8 settembre1943. Dopo l’Armistizio ade-risce alla Repubblica SocialeItaliana ed è comandante del

Battaglione “M” Venezia Giu-lia che ha combattuto in ValD’Ossola e nel Cusio-Verba-nio partecipando alle più im-portanti battaglie della guerracivile.

UOMO DI CULTURA E PATRIOTA

Ricoverato all’Ospedale di Za-ra, è deceduto il 21 maggio2012 il prof. Gastone Coen.Era nato a Spalato il 12 dicem-bre 1930 ha frequentato lescuole elementari della LegaNazionale in Dalmazia dal ’36al ’40 e poi, nella breve paren-tesi in cui Spalato fece partedel Regno d’Italia fino all’8settembre 1943, le scuole ita-liane della città. Successiva-mente studia nelle scuole ju-goslave e si laurea in Scienzebiologiche all’Università diBelgrado.Per quarant’anni insegna nellescuole superiori di Zara, svol-gendo contemporaneamentel’incarico di custode del localeMuseo di Storia Naturale. Èuno dei fondatori del Comitatozaratino della Dante Alighierie delle Comunità degli Italianidi Zara e di Spalato, nonchémembro delle dirigenze deidue sodalizi e consigliere del-l’Assemblea dell’Unione Ita-liana, l’organizzazione centra-le degli italiani rimasti con se-de a Fiume. Collabora congiornali e periodici delle Co-munità italiane in Dalmazia,con la Rivista dalmatica“ diRoma, con Il Dalmata di Trie-ste e con la Società Dalmata diStoria Patria di Roma, nei cuiAtti e Memorie pubblica i ri-sultati delle sue ricerche su va-ri aspetti della storia dalmata.Nel 2003 gli è stata conferital’onorificenza di Commenda-tore dell’Ordine della Stelladella Solidarietà della Repub-blica italiana.

Tra le sue opere ricordiamo: Iteatri di Zara dalla serenissi-ma all’esodo, in Atti e memo-rie della società dalmata diStoria patria Roma, 1997.C’era una volta una ducal cit-tà, Zara, Comunità degli Italia-ni di Zara, 1997. Persecuzionie sorveglianza poliziesca post-quarantottina in Dalmazia, IlCalamo, Roma, 2001. Caffè edosterie della vecchia Dalma-zia, Il Calamo, Roma, 2002.Zara che fu, con prefazione diOttavio Missoni, Unione ita-liana, Fiume; Università popo-lare, Trieste, 2002. Aspetti del1848 in Dalmazia, Il Calamo,Dalmazia, 2005. E, ultima-mente, un opuscolo sui gari-baldini nelle Guerre balcani-che.È stato un prezioso collabora-tore della Fondazione RustiaTraine. Va ricordato per la suagrande cultura, la modestia ela disponibilità ad operare perfare da ponte tra le associazio-ni degli esuli e le comunità ita-liane della Dalmazia. Perdia-mo un prezioso collaboratorema soprattutto un amico.Alla moglie ed ai figli le piùvive condoglianze della reda-zione de Il Dalmata e delle As-sociazioni dalmatiche.

LA FIA DEL GELATIERInformo gli amici de Il Dal-mata che mia sorella RosettaGamba è deceduta. Era nata aZara il 9 aprile 1928 e nellanostra città era cresciuta edaveva frequentato le scuole.Ricordava sempre la sua mae-stra M. Pakler. Nostro papàgestiva la gelateria Gamba invia Calle Larga ed io potutofrequentare solo l’asilo, percui mi ricordo vagamente del-la nostra permanenza in questabellissima città.

Zaira Gamba

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pag. 16 giugno 2012 IL DALMATA

AGOSTINI CLAUDIO, Albignasego(PD), per amicizia e simpatia, € 50ARNERI SILVIA, Padova, il mio caropapà, Silvio Arneri, è mancato l’annoscorso. Voglio ricordarlo rinnovando ilcontributo a nome suo, € 30BANDERA MARIA, Trieste, per ilgiornalino, € 10BARCELLESI PIERO, Codogno(LO), contributo anno 2012, € 30BARONE VITTORIA, La Spezia, so-stegno a Il Dalmata, € 20BASSA ARMANDO, Trieste, progiornale, € 12BELLANTONI BIANCA, Novi Ligu-re (AL), per tutti i miei defunti, € 20BENEVENIA ROSSELLA, Roma, inricordo di papà Lorenzo e di tutti i Be-nevenia che a Zara hanno lasciato il lo-ro cuore, € 40BERENGAN UNICH GIANPAOLO,Roma, per Il Dalmata nel ricordo diZara, € 30BERNARDI TEODORO, Merano,contributo al periodico, € 20BERNETTI LILIANA, Trieste, in me-moria di Tina, Ivo e Giuliana, € 20BITTNER CARMEN, Mestre Vene-zia, € 30BOGDANICH PAOLO, Verona, per IlDalmata, € 10BONICIOLLI BRUNILDE, Tortona,grazie per mantenere in vita Il Dalma-ta ricco di tanti ricordi e difensore deinostri diritti, € 20BOTTURA MARIAGRAZIA, Mor-begno (SO), rinnovo 2012 e in memo-ria di papà Tonci Bottura e nonna Lu-cia Picagli, € 15BRUNETTA THOMAN, Udine, per IlDalmata, € 20BRUNOZZI MARICI, Casalecchio diReno (BO), in ricordo della mia mam-ma zaratina Ornella Flavoni e di miopapà Mario Brunozzi, € 20BUA PAOLA LINA e ARMANDO,Trieste, in ricordo della mia indimenti-cabile Zara, € 20BUGATTO GIUSEPPE, Udine, con-tributo 2012 e perché la Dalmazia nonsia cancellata dalla storia, € 30BURICCHI ANNA, Brescia, per ri-cordare in particolare il mio papà ucci-so a Fiume dai partigiani di Tito, € 10CALBIANI MARCELLO, Milano, inmemoria di Guido e Ina Calbiani, € 50CARSTULOVICH GIANDOMENI-CO, Milano, € 20CASSANELLI NIVES, Milano, inmemoria del papà, mamma e sorellaIna, € 20CAVALLARIN LEO, Lido di Venezia,in memoria dei miei genitori e sorella

Edda, € 30CAVALLARIN LEO, Lido di Venezia,in memoria dei miei genitori e sorellaEdda, € 30CECCHERINI MASSIMO, Sesto SanGiovanni, rinnovo contributo 2012, €30CECCONI CRISTIANA, Roma, in ri-cordo dei miei cari, € 50CETTINEO prof. ANTONIO, Falco-nara M. (AN), alla Congregazione delPatriziato dalmata, € 20CETTINEO ROMANO, Lerici, con-tributo 2012, € 20CONCINA ANTONIO, Orvieto (TR),contributo, € 50COSTA LUPARIA CARMEN, Loano,contributo anno 2012, € 25COSTIGLIOLA GIORGIO, Augusta(SR), nel ricordo del dott. Adolfo Ca-riani, € 25COVACEV ALDO, Mestre (VE), con-tributo anno 2012, € 25CRNKOVICH GROZDANA, Bre-scia, € 30de’BENVENUTI GIULITTA, Sassari,perché vengano ricordati i nostri ante-nati – Anita e Giulitta, € 10de’DENARO LIANA, Parè (CO), €10DELVECCHIO NERINA, Trieste, €15DEPIERA SERGIO, Trieste, pro IlDalmata, € 20DILENA LICIA, Gorizia, in memoriadel mio amato marito, € 20DOBRAN PIETRO, Udine, contributoanno 2012 pro Il Dalmata inviato aDobran Laura, € 20DONATI GABRIELE, Monfalcone(GO), Gabre ricorda Fulvio Del Tutto,amico e compagno de scola a le tecni-che in Riva Nova, € 15DONATI GABRIELE, Monfalcone(GO), ricordo el bon mulo Renzo Mas-saria, zaratin patoco, € 15DONATI GABRIELE, Monfalcone(GO), ricordo el caro Miro Fekeza dasempre amico de la mia famiglia, € 15DUIELLA ANNA, Riva del Garda

(TN), € 10DULCICH MARIA, Monfalcone(GO), in memoria di mio marito Marionel nono anniversario della sua scom-parsa, € 20DUNATOV MILENA, Milano, contri-buto alla rivista Il Dalmata per l’anno2012, € 20DWORZAK DAZZI NORA, Roma,contributo 2012, € 25ERENDA ANTONIO, Parma, per ri-cordare Alda, ultima delle sette sorellede’Benvenuti, € 50ESCHER MARIA, Trieste, per Il Dal-mata, € 10FUSCO MARIO, Livorno, rinnovo2012, € 15GAMBA ZAIRA, Dongo (Como), inmemoria delle sorelle Rosetta e No-vella, € 25GAROZZO DAFNE, Firenze, € 10GENNARI MAURIZIO, CivitanovaMarche, ontributo, € 10GHERDINI ANDREA, Firenze, per imiei cari defunti, € 50GIOVANNINI CARLO, Alessandria,pro giornale, € 10GOSPODNETICH, famiglia, Milano,contributo a Il Dalmata per l’anno2012, € 25HANDL ARGENTINA, Udine, per IlDalmata, € 30IELENCOVICH MARIANNA, Li-vorno, contributo a Il Dalmata, € 20KALMETTA LUISA, Chieti Scalo, €20KERSOVANI SERGIO, Trieste, inmemoria della mia cara moglie AnnaStipcevich che riposa a Trieste con Fa-bio e della mia cara mamma, € 30KERSOVANI SERGIO, Trieste, inmemoria della mia cara moglie AnnaStipcevich che riposa a Trieste con Fa-bio e della mia cara mamma, € 25 (2°versamento)LAUREATI GIANFRANCO, Udine,in memoria di Edvige Laureati ved.Lenissa, deceduta a Piacenza nel lu-glio 2011, € 25LIPARI PINA, Pisa, € 20

LOLLIS ROBERTO, Gorizia, soste-gno, € 15LORENZINI MARIA LETIZIA eGIANNA, Trieste, in ricordo di AnnaNella Rochlitzer Lorenzini, le figlieMaria Letizia e Gianna, € 50LUNAZZI GUIDO, Ancona, € 10LUPANO FLAVIO, Ticineto (AL), inricordo di mio fratello Ennio, € 15MAINO MARIO, Rovereto, contribu-to 2012, € 20MARSAN ANNA, Genova, per il no-stro giornale e per la bella pubblica-zione “La Dalmazia da Roma e Vene-zia all’Italia unita”. Grazie!, € 30MARSANO GODNICH MIRA e NI-NO, Bologna, € 100MARTINIS MARCHI JELLICICH,famiglia, Milano, contributo 2012, €30MARTINIS MARCHI JELLICICH,famiglia, Milano, contributo per il ne-crologio di Felicita Cucich ved. Marti-nis Marchi Jellicich, € 30MASSARIAANTONIO, Trieste, in ri-cordo del caro cugino Tommaso Iva-nov, € 20MAYERLE TATEO GIGLIOLA, Bo-logna, per ricordare i miei cari defunti,€ 30MAZZANELLA ZOHAR ANTO-NIETTA, Maerne (VE), in memoriadel marito Zohar di Karstenegg Bruno,€ 30MENAPACE RINA, Bolzano, in me-moria di Beppi Babich – Zara, € 100MICALE SLAGHENAUFI FRAN-CESCA, Trento, contributo, € 10MICALE SLAGHENAUFI FRAN-CESCA, Trento, ricordando sempreZara, € 10MILANESE ENNIO, Verona, € 15MIRACCA COSTANTINI MALVI-NA, Milano, offerta 2012, € 10MISSIAIA SILVANO, Trieste, contri-buto 2012, € 25MODER ALICE, Pescara, € 30MORONI LUISA, Milano, contributoanno 2012, € 20MUSSAP ALMA, Borgaro torinese,per il giornale Il Dalmata, anno 2012,€ 30MUSSAP LUCIO, Borgaro torinese,rinnovo 2012, € 30MUSSAPI EDOARDO, Roma, contri-buto, € 20NANI TAMINO MELITA, Firenze, inmemoria del carissimo amico prof.Carlo Poglayen, € 30NARDI EMMA, Ortona (CH), per an-niversario della morte di Sergio Amo-ruso 25-04-1985 dalla moglie EmmaNardi con affetto, € 20

“Perchè “Il“Perchè “Il DDalmata” viva liberoalmata” viva liberoe senza condizionamenti”e senza condizionamenti”

UN’ALLUVIONE NONOSTANTE CARONTECi scusiamo con gli interessati e con i lettori per aver dovuto rinvia-re al prossimo numero, per ragioni di spazio, le oblazioni che inizia-no con le lettere: N, O, P, Q, R, S, T, U, V, W, Z, l’importante notizia,pervenuta fuori tempo massimo, sul ripristino del Leone di San Mar-co sulle mura di Cattaro, una lettera sull’atleta Gabre Gabric, alcuninecrologi, alcune notizie liete ed altro ancora. E pensare che qualchegiorno fa, quando abbiamo iniziato a stendere il giornale, avevamo sìe no quattro paginette. Poi, improvvisamente, una piacevole alluvio-ne di notizie e foto, che ci hanno costretto a scelte inevitabili.

La Redazione