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 G Ital Med Lav Erg 2008; 30:3, Suppl, 32-38 ©PI-ME, Pavia 2008 http://gimle.fsm.it E. Occhipinti Attività lavorative comportanti movimenti ripetitivi a carico degli arti superiori: confronto di diversi metodi di valutazione del rischio UOOML-CEMOC - Fondazione IRCCS Policlinico MaRe Via San Barnaba 8, 20122 Milano - Tel. 02.50320128, E-mail: [email protected] Introduzione Una analisi, più o meno strutturata, dei diversi metodi che consentono di “stimare” o di “valutare” il rischio di patologie degli arti superiori dovute a sovraccarico bio- meccanico e a movimenti ripetuti (UL WMSDs) è già s tata operata in diverse sedi dalla letteratura nazionale ed inter- nazionale (4, 5, 11). Le stesse Linee Guida della SIMLII sull’argomento, in particolare nella revisione operata nel 2006 (19), si sfor- zano di individuare metodi di primo inquadramento, di va- lutazione semplificata e di dettagliato approfondimento nonché di definire criteri per la loro adeguata e, se neces- saria, integrata utilizzazione da parte degli operatori della prevenzione. Il problema di una adeguata scelta dei metodi di valuta- zione rimane tuttavia di piena attualità (nonché di una qualche complessità), se è vero che negli USA, sotto l’e- gida del NIOSH, è stato promosso un cosiddetto “consor- tium” finalizzato a effettuare studi multicentrici di ap- profondimento sulle relazioni esistenti tra condizioni di esposizion e (fattori di rischio fisico-mecc anico, organizza- tivo, psicosociale) misurate con alcuni dei principali metodi lì in uso ed i corrispondenti effetti di salute (UL WMSDs). D’alto lato nel nostro Paese, il D.Lgs. 81/08 prevede, tra i numerosi adempimenti, anche la (ri)valutazione (tra luglio 08 e gennaio 09) di tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori e tra questi non potrà essere certo tra- scurato quello relativo ad attività manuali ripetitive, visto anche il recente inserimento (D.M. 9 aprile 2008) delle pa- tologie muscoloscheletriche a queste connesse nella nuova tabella delle malattie professionali indennizzabili. Ciò rende necessario lo sviluppo ulteriore, in tempi ravvicinati, di orientamenti utili ad operare valutazioni di rischio al contempo il più semplici possibile ma affidabili e coerenti con gli scopi eminentemente di prevenzione at- tiva sottesi dalle valutazioni stesse. A tal fine questa relazione, rimandando il lettore inte- ressato alla bibliografia ed alle Linee Guida SIMLII dianzi citate, assume il punto di vista ed intende illustrare e di- scutere lo scopo, i criteri ed i contenuti di un recente stan- dard ISO (ISO 11228-3: Movimentazione di carichi leg- geri ad alta frequenza) dedicato alla materia (10). Nello sviluppo e nell’elaborato finale di questo standard infatti i  ABSTRACT . W ORKING TASKS WITH UPPER LIMBS REPETI TIVE  MOVEMENTS:  ANALYSIS OF DIFFERENT METHODS FOR RISK  ASSESSMENT . A review of different metho ds for the risk assessment of upper limbs repetitive movements is carried out mainly referring to a recent ISO standard (ISO 11228-3). This standard establishes ergonomic recommendations for tasks involving manual handling of low loads at high frequency (repetitive work). It is a “voluntary” standard and provides information for all professionals involved in occupational  prevention as well as in job and product design. It refers to a four-step approach, involving both risk assessment and risk reduction (hazard identification, risk estimation, risk evaluation and risk reduction). General reference is made to a general model reported in a Consensus Document published by the IEA T echnical Committee “Musculoskeletal Disorders”, with the endorsement of ICOH.  Apart from risk identification, the standard addr esses and suggests several methods for a simple risk estimation (i.e. Plibel, Osha Checklist, Upper Limb Expert Tool, Qec, Checklist Ocra).  If the risk estimation results in the ‘yellow’ or ‘red’ zone, or if the job is composed by two or more repetitive tasks, a more detailed risk assessment is recommended. For a detailed risk assessment, the OCRA method is suggested as “pr eferred”; however , other methods (STRAIN INDEX; HAL-TLV -ACGIH) can also be used. The applicative limits of the methods mentioned above, considering the purposes of the standard, are shortly discussed together with their recent scientific updates and applicative perspectives. The standard, with the suggested risk assessment procedures and methods, represents a useful tool for all OSH operators involved in the application of European and  National legislation regar ding the prevention of UL WMSDs.  Key words: Risk assessment; repet itive tasks; upper limbs.

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E. Occhipinti

Attività lavorative comportanti movimenti ripetitivi a carico degli arti

superiori: confronto di diversi metodi di valutazione del rischio

UOOML-CEMOC - Fondazione IRCCS Policlinico MaReVia San Barnaba 8, 20122 Milano - Tel. 02.50320128, E-mail: [email protected]

Introduzione

Una analisi, più o meno strutturata, dei diversi metodi

che consentono di “stimare” o di “valutare” il rischio dipatologie degli arti superiori dovute a sovraccarico bio-meccanico e a movimenti ripetuti (UL WMSDs) è già stataoperata in diverse sedi dalla letteratura nazionale ed inter-nazionale (4, 5, 11).

Le stesse Linee Guida della SIMLII sull’argomento, inparticolare nella revisione operata nel 2006 (19), si sfor-zano di individuare metodi di primo inquadramento, di va-lutazione semplificata e di dettagliato approfondimentononché di definire criteri per la loro adeguata e, se neces-saria, integrata utilizzazione da parte degli operatori dellaprevenzione.

Il problema di una adeguata scelta dei metodi di valuta-zione rimane tuttavia di piena attualità (nonché di unaqualche complessità), se è vero che negli USA, sotto l’e-gida del NIOSH, è stato promosso un cosiddetto “consor-tium” finalizzato a effettuare studi multicentrici di ap-profondimento sulle relazioni esistenti tra condizioni diesposizione (fattori di rischio fisico-meccanico, organizza-tivo, psicosociale) misurate con alcuni dei principali metodilì in uso ed i corrispondenti effetti di salute (UL WMSDs).

D’alto lato nel nostro Paese, il D.Lgs. 81/08 prevede,tra i numerosi adempimenti, anche la (ri)valutazione (traluglio 08 e gennaio 09) di tutti i rischi per la sicurezza e lasalute dei lavoratori e tra questi non potrà essere certo tra-scurato quello relativo ad attività manuali ripetitive, vistoanche il recente inserimento (D.M. 9 aprile 2008) delle pa-tologie muscoloscheletriche a queste connesse nella nuovatabella delle malattie professionali indennizzabili.

Ciò rende necessario lo sviluppo ulteriore, in tempiravvicinati, di orientamenti utili ad operare valutazioni dirischio al contempo il più semplici possibile ma affidabilie coerenti con gli scopi eminentemente di prevenzione at-tiva sottesi dalle valutazioni stesse.

A tal fine questa relazione, rimandando il lettore inte-ressato alla bibliografia ed alle Linee Guida SIMLII dianzicitate, assume il punto di vista ed intende illustrare e di-

scutere lo scopo, i criteri ed i contenuti di un recente stan-dard ISO (ISO 11228-3: Movimentazione di carichi leg-geri ad alta frequenza) dedicato alla materia (10). Nellosviluppo e nell’elaborato finale di questo standard infatti i

 ABSTRACT. W ORKING TASKS WITH UPPER LIMBS REPETITIVE

 MOVEMENTS:  ANALYSIS OF DIFFERENT METHODS FOR RISK 

 ASSESSMENT . A review of different methods for the risk 

assessment of upper limbs repetitive movements is carried 

out mainly referring to a recent ISO standard (ISO 11228-3).This standard establishes ergonomic recommendations for tasks

involving manual handling of low loads at high frequency

(repetitive work). It is a “voluntary” standard and provides

information for all professionals involved in occupational 

 prevention as well as in job and product design. It refers to

a four-step approach, involving both risk assessment and risk 

reduction (hazard identification, risk estimation, risk evaluation

and risk reduction). General reference is made to a general 

model reported in a Consensus Document published by the IEA

Technical Committee “Musculoskeletal Disorders”, with the

endorsement of ICOH.

 Apart from risk identification, the standard addresses and 

suggests several methods for a simple risk estimation (i.e. Plibel,

Osha Checklist, Upper Limb Expert Tool, Qec, Checklist Ocra).

 If the risk estimation results in the ‘yellow’ or ‘red’ zone, or if 

the job is composed by two or more repetitive tasks, a more

detailed risk assessment is recommended. For a detailed risk 

assessment, the OCRA method is suggested as “preferred”;

however, other methods (STRAIN INDEX; HAL-TLV-ACGIH)

can also be used. The applicative limits of the methods

mentioned above, considering the purposes of the standard, are

shortly discussed together with their recent scientific updates and 

applicative perspectives. The standard, with the suggested risk 

assessment procedures and methods, represents a useful tool for 

all OSH operators involved in the application of European and 

 National legislation regarding the prevention of UL WMSDs.

 Key words: Risk assessment; repetitive tasks; upper limbs.

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diversi principali metodi proposti in letteratura sono statiesaminati alla luce di un modello generale di riferimento,sono stati classificati come metodi di primo livello o dianalisi dettagliata e sono stati suggeriti (con le relative rac-comandazioni) all’interno di un percorso a steps successiviche parte dall’identificazione del rischio, passa per la suastima semplificata (metodi di primo livello) nonché, se ne-cessario, ad una valutazione più dettagliata, per approdarepoi conseguentemente ad azioni di riduzione del rischio.

La scelta di basare questa relazione, anche se in modonon esclusivo, sullo standard citato risulta in tal modo coe-rente con il mandato assegnato ma anche con la finalità difornire un ulteriore strumento di orientamento (ovvia-mente non coercitivo od univoco ma con il grande valoreche uno standard ISO può rappresentare) per operarequelle valutazioni di rischio di sovraccarico biomeccanicodegli arti superiori richieste dal D.Lgs.81/08.

Va riferito peraltro che lo standard è, assieme ad altri,specificamente menzionato nell’Allegato XXXIII (relativo

alla movimentazione dei carichi) del D.Lgs. 81/08.

Lo standard ISO 11228-3 (10)

Generalità e scopo

Questo standard è stato approvato nel febbraio 2007con il 100% dei voti positivi (17 voti validi; 14 a favore, 3astenuti).

Lo standard, come tutti quelli dell’ISO, ha caratteri-stiche di norma tecnica “volontaria”, ed ha come scopo

quello di fornire raccomandazioni di tipo ergonomico inrelazione ai compiti di lavoro manuale ripetitivo implicantiattività di “movimentazione” ad alta frequenza e bassaforza. Esso è rivolto a tutti coloro che sono coinvolti nel-l’analisi e nella progettazione o riprogettazione dei posti eprocessi di lavoro nonché dei prodotti industriali. Essoconsidera le molteplici variabili implicate nel lavoro ripe-titivo e consente di valutare e, conseguentemente, ridurreil rischio per la salute (in particolare di ULWMSDs) per lepopolazioni lavorative esposte.

Nella sua introduzione, lo standard afferma che il la-voro manuale ripetitivo ad alta frequenza può causare di-sturbi e patologie muscoloscheletriche ma anche ridotta ef-ficienza e qualità produttiva e che una buona progettazioneergonomica ed una adeguata organizzazione del lavorosono requisiti fondamentali per evitare queste conse-guenze. I fattori di rischio connessi al lavoro ripetitivo in-cludono la frequenza di azione, l’uso rilevante della forzamanuale, le posture inadeguate, la durata di esposizione, ilcontrollo sul processo e l’output di lavoro, il livello di ad-destramento dell’operatore, nonché più in generale, l’orga-nizzazione del lavoro (rotazioni tra compiti, pause) e fat-tori complementari fisici ed ambientali.

Laddove vi sia un lavoro manuale ripetitivo, lo stan-dard propone un approccio di “risk assessment and mana-

gement” basato su quattro steps fondamentali: Identifica-zione del rischio; Stima del rischio attraverso metodi sem-plificati; Valutazione del rischio attraverso metodi detta-gliati; Riduzione del rischio.

Il modello di riferimento ed i metodi considerati

In un importante allegato informativo (Annex A), lostandard dichiara di far riferimento principale ad un docu-mento di consenso prodotto da un gruppo tecnico della In-

ternational Ergonomics Association (IEA), approvato uf-ficialmente anche dalla  International Commission of Oc-

cupational Health (ICOH) (3). Questo documento defi-nisce il modello generale, le procedure ed i criteri per lavalutazione dell’esposizione lavorativa a movimenti ripe-titivi degli arti superiori ed identifica i principali fattori dirischio collettivo in relazione alla loro rispettiva durata:ripetitività e frequenza di azione; uso di forza; posture emovimenti incongrui degli arti superiori; carenza di ade-guati periodi di recupero nonché altri fattori di natura fi-sico-meccanica o organizzativa, definiti nel loro com-plesso “complementari”. Ciascun fattore va dapprimaanaliticamente descritto e classificato anche al fine diidentificare eventuali azioni correttive preliminari. Il

complesso dei fattori che contribuiscono alla esposizioneal rischio va poi valutato in modo integrato. Il documentosottolinea di conseguenza l’importanza di disporre di in-dici “sintetici” di esposizione, quali, tra gli altri, “StrainIndex” (13) e ”OCRA” (4), che dovranno essere, in pro-spettiva (il documento fu redatto nel 1998), validati anchealla luce della loro relazione con gli effetti clinici consi-derati.

Nello stesso annesso (Annex A) lo standard opera unarassegna ragionata dei principali metodi di valutazione di-sponibili in letteratura (1, 4, 6-9, 11-13, 18) anche in rela-zione alle raccomandazioni successive sul loro utilizzo

come metodi di primo livello o di valutazione dettagliata.Tale rassegna è sintetizzata nella tabella I, ripresa dall’ori-ginale (10).

Ad integrazione della tabella va riferito che lo standardriporta le seguenti principali considerazioni:• La maggior parte dei metodi citati sono strumenti,

spesso empirici, di primo screening; tra di essi sono statiidentificati (con apposita marchiatura “a”) quelli utilizza-bili ai fini delle stime di primo livello (vedi oltre).

• I metodi OWAS (7) e, in parte, RULA (12) e REBA (6)risultano primariamente orientati allo studio delle po-sture di lavoro e considerano in maniera più marginalegli altri importanti fattori di rischio considerati dal mo-dello generale; per questo motivo non vengono consi-derati per gli specifici scopi dello standard.

• Una speciale positiva menzione viene operata a propo-sito del metodo francese OREGE, non incluso in ta-bella in quanto metodo suggerito all’interno di un piùgenerale approccio alla prevenzione dei UL WMSDs ecomposto da un mix di strumenti tra cui rilevanti quellidi espressione di valutazione da parte degli operatori.Tali caratteristiche rendono tale metodo non proponi-bile per i precipui scopi dello standard; tuttaviaOREGE rimane un metodo con approccio partecipatodi grande interesse per la prevenzione dei UL WMSDs

e ciò ne giustifica la speciale menzione nello specificoannesso.

• Dei metodi riportati in tabella solo pochi si prestano adessere utilizzati per valutazioni dettagliate di rischio

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congruenti con il modello generale di riferimento; essisono rappresentati principalmente dal metodo OCRA(4) ma anche dallo STRAIN INDEX (13) e dalHAL/ACGIH TLV (for monotask handwork) (1) comesuccessivamente sarà esaminato.

Identificazione del rischio

Lo standard richiede di prestare particolare attenzioneai principali determinanti di rischio lavorativo, “generosa-mente” (a volte a sproposito) elencati. Per ogni determi-nante una breve e generica descrizione indica quando lostesso può rappresentare una condizione “problematica”.

Sotto questo profilo lo standard risulta tuttavia scarsa-mente operativo.

Potrebbe pertanto risultare più utile rifarsi a semplicischemi qualitativi (del tipo si/no) per definire le situazioniin cui è opportuno procedere ad una specifica valutazione(almeno di primo livello); a tal proposito si ricorda lo

schema proposto dalle Linee Guida della SIMLII (19),tratto da uno specifico standard dello Stato di Washingtono quello, per molti versi analogo, proposto dalle LineeGuida della Regione Lombardia (17) e riportato, a puro ti-tolo di esempio, nella tabella II.

Stima del rischio attraverso metodi semplificati (metodo 1)

La stima del rischio, per lavori composti da singolicompiti ripetitivi, viene operata attraverso metodi sempli-ficati. Per gli scopi dello standard, viene indicato ed alle-gato un originale modello di checklist, che adotta un ap-proccio a “passaggi successivi” in cui si tiene conto deiprincipali fattori di rischio nonché dei fattori complemen-tari, inclusi quelli di natura organizzativa e di alcuni fattori

cosiddetti “psicosociali”. La checklist è stata apposita-mente messa a punto da esperti del gruppo di lavoro inca-ricato della redazione dello standard e rappresenta un mixdi diversi strumenti di screening già in uso; essa è riportata

Tabella I. ISO 11228-3 - Annex A. Lista (non esaustiva) dei principali metodi per la valutazione del rischio da movimenti ripetitivi ad alta frequenza (10)

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in un apposito allegato allo standard (Annex B); per ra-gioni di spazio, data la sua dimensione, non è possibile ri-portare in questa sede il modello di questa checklist.

In alternativa a questo strumento, secondo lo standard,possono essere utilizzati altri metodi semplificati più facil-mente reperibili in letteratura (tra cui PLIBEL, OSHA

CHECKLIST, UPPER LIMB EXPERT TOOL, QEC eCHECKLIST OCRA), come specificamente indicati nellatabella I.

La stima del rischio attraverso tali metodi e strumentisemplificati va conclusa con una classificazione dellostesso secondo il modello a 3 zone (verde; giallo; rosso) alfine di indirizzare le conseguenti azioni di valutazione ap-profondita e/o di riduzione e prevenzione del rischio.

Valutazione del rischio attraverso metodi dettagliati

Laddove la stima del rischio, operata con il metodo 1,risulti nelle zone “gialla” o “ rossa” oppure si tratti di ana-lizzare un lavoro composto da più compiti ripetitivi, vieneraccomandato di ricorrere ad una valutazione più ap-profondita attraverso un metodo dettagliato.

A tale fine viene raccomandato l’uso preferenziale delmetodo dell’indice OCRA (4) che peraltro è sommaria-mente riportato nel testo principale dello standard e poidettagliato operativamente in un corposo allegato informa-tivo (Annex C).

La scelta del metodo OCRA come preferenziale è giu-stificata nell’annesso informativo (Annex A) ed è avvenutasostanzialmente in virtù della:• Sua maggiore completezza nel considerare i diversi ele-

menti di rischio facenti parte del modello di riferimento.• Relativa capacità di analisi contestuale di più compiti

ripetitivi caratterizzanti una lavorazione complessa.• Utilizzazione di un linguaggio comune a quello di tra-

dizionali metodi di analisi del lavoro organizzato (Pre-determined time systems) con migliore impatto sullecomponenti tecniche aziendali in grado di modificarele procedure di lavoro.

• Disponibilità di studi pubblicati (15) che relazionanodati di esposizione e dati di effetto e che consentono di

derivare valori critici e modelli previsionali.Nonostante tale preferenza, lo standard indica che altrimetodi derivati dalla letteratura e specificamente lo“STRAIN INDEX” (13) e “HAL-AICGH-TLV” (1), pos-sono essere usati in alternativa per gli scopi di una valuta-zione dettagliata, anche tenendo conto dei fattori di rischioemersi dall’applicazione del metodo 1, della natura del com-pito e dell’esperienza dell’analista. Uno specifico allegato(Annex D) fornisce le informazioni fondamentali circa talimetodi, insieme a importanti note di cautela circa i rispettivilimiti applicativi, tenendo conto degli scopi dello standard.

Ciascuno dei metodi usati per la valutazione dettagliatadeve consentire una classificazione del rischio nel modelloa 3 zone per orientare le conseguenti azioni preventive.

Per il metodo OCRAtale classificazione è operata sullascorta dei valori “critici”, emersi in studi recenti (15), in-dicati nella tabella III.

Per lo STRAIN INDEX i valori accettabili (fasciaverde) sono fino a 3; i valori da 3,1 a 7 rappresentano la fa-scia di rischio molto basso (gialla); i valori oltre 7 rappre-sentano la presenza di un rischio franco. Si rammenta che,nella proposta degli Autori, uno STRAIN INDEX di 5 rap-presenta il punto di distinzione “secco” fra condizioni diaccettabilità e rischio.

Nel caso di HAL-AICGH-TLV, la fascia cosiddetta

verde è quella dei valori risultanti al di sotto dell’“ActionLimit” (AL) (purché l’esposizione ad altri fattori non con-siderati nel calcolo, quali posture, vibrazioni e stress dacontatto, sia contenuta); i valori compresi tra AL e TLV

Tabella II. Segnalatori di possibile esposizione a movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori (lavori problematici se uno o più segnalatori presenti) (da Linee Guida - Regione Lombardia) (17)

1. Ripetitività

Lavori con compiti ciclici che comportino l’esecuzione dello stesso movimento (o breve insieme di movimenti) degli arti superiori ogni pochisecondi oppure la ripetizione di un ciclo di movimenti per più di 2 volte al minuto per almeno 2 ore complessive nel turno lavorativo.

2. Uso di forzaLavori con uso ripetuto (almeno 1 volta ogni 5 minuti) della forza delle mani per almeno 2 ore complessive nel turno lavorativo.Sono parametri indicativi al proposito:• afferrare, con presa di forza della mano(grip), un oggetto non supportato che pesa più di 2,7 kg. o usare un’equivalente forza di GRIP;• afferrare, con presa di precisione della mano (per lo più tra pollice e indice = pinch), oggetti non supportati che pesano più di 900 grammi

o usare un’equivalente forza di PINCH;• sviluppare su attrezzi, leve, pulsanti, ecc., forze manuali pressoché massimali (stringere bulloni con chiavi, stringere viti con cacciavite

manuale, ecc.).

3. Posture incongrue

Lavori che comportino il raggiungimento o il mantenimento di posizioni estreme della spalla o del polso per periodi di 1 ora continuativa odi 2 ore complessive nel turno di lavoro.Sono parametri indicativi al proposito:• posizioni delle mani sopra la testa e/o posizioni del braccio sollevato ad altezza delle spalle;

• posizioni in evidente deviazione del polso.

4. Impatti ripetuti

Lavori che comportano l’uso della mano come un attrezzo (ad es.: usare la mano come un martello) per più di 10 volte all’ora per almeno2 ore complessive sul turno di lavoro.

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sono considerati appartenere alla cosiddetta fascia gialla(rischio molto basso) mentre i valori al di sopra del TLVsono considerati come deponenti di un rischio sicuramente

presente (fascia rossa).Si evidenzia infine come nella bibliografia annessa allo

standard, in modo inusuale per ISO ed unicamente per i tremetodi selezionati per una dettagliata valutazione del ri-schio, vengano forniti gli indirizzi dei siti web ove gli uti-lizzatori dello standard possono reperire materiali esoftwares utili all’applicazione dei metodi stessi. Tali indi-rizzi vengono qui riportati a beneficio dei lettori interessati:OCRA: www.epmresearch.or 

 

gSTRAIN INDEX: er 

 

gocenter.srph.tamhsc.edu/winsiHAL-AICGH-TLV: umrerc.engin.umich.edu/jobdata-

base/RERC2/HAL/ApplyingTLV.htm.

Riduzione del rischio

Una adeguata valutazione del rischio è la base neces-saria per scelte appropriate di riduzione del rischio. Questaultima può essere ottenuta combinando fra di loro azionitese al miglioramento dei differenti fattori di rischio, se-condo le priorità derivate dall’analisi, considerando comerilevanti i seguenti punti:• Limitare l’esposizione prolungata a lavoro manuale

ripetitivo, specie se le frequenze di azione sono alte evi è carenza di periodi di recupero.

• Progettare adeguatamente il compito, il posto di lavoro

e l’organizzazione complessiva del lavoro tenendoconto di standards internazionali già esistenti ed intro-ducendo adeguate variazioni tra i compiti.

• Progettare adeguatamente gli oggetti, gli strumenti egli ambienti di lavoro.

• Tenere conto delle capacità ed abilità individuali dei la-voratori impegnati nello specifico compito.Uno specifico allegato informativo (Annex E) fornisce

informazioni più dettagliate circa le diverse scelte finaliz-zate alla riduzione del rischio.

Limiti e potenziali sviluppi dei principali metodi di analisi detta-gliata adottati nello standard ISO 11228-3

Saranno considerati qui i metodi raccomandati dallostandard ISO 11228-3 per una analisi dettagliata del ri-

schio (OCRA; STRAIN INDEX; HAL-AICGH-TLV),riassumendo alcune considerazioni ivi specificamenteespresse ed aggiungendone, in prospettiva, altre derivate

da personali esperienze e dai confronti con gli Autori ditali metodi in diverse sedi internazionali.

Per quanto attiene lo STRAIN INDEX, a parte i limitigià evidenziati dagli Autori (13), lo standard evidenzia iseguenti punti:• La forza, che peraltro è fattore molto influente, è gene-

ralmente valutata su una scala ridotta (5 livelli) da unosservatore esterno.

• Il livello massimo di “Efforts” per minuto è pari a 20, cherisulta molto comune in molti contesti manifatturieri.

• Le posture considerate riguardano unicamente il polsomentre i tipi di presa con la mano sono trascurati.

• Fattori complementari e periodi di recupero sono ri-spettivamente non considerati e trascurati.• Si applica, finora, a compiti singoli. Aquesto proposito

va tuttavia rilevato che recentemente sono state formu-late proposte di adattamento (ispirate ai modelli di ana-lisi dei compiti multipli di sollevamento secondo ilNIOSH) all’analisi di compiti ripetitivi multipli nonchéper risolvere i problemi della variabilità della intensitàdi forza, delle posture del polso e della velocità del la-voro in compiti singoli complessi (14).Per quanto attiene HAL-AICGH-TLV, a parte il sugge-

rimento di utilizzare, ai fini di una analisi dettagliata, ilcalcolo di HAL secondo la misurazione diretta di “fre-qency of exertions” e di “duty cycle”, lo standard evi-denzia come lo stesso sia basato su due soli aspetti para-metrici (HAL e livelli di forza) mentre altri fattori impor-tanti (posture, stress da contatto, vibrazioni) devono essereconsiderati e empiricamente valutati da esperti. A tal pro-posito si evidenzia come gli Autori (ispiratori) del TLV, di-spongano di adeguati strumenti, anche semplificati, per talivalutazioni e che il solo problema consiste in una loro ado-zione “formale” all’interno del TLV da parte di AICGH.

A parte ciò, lo standard evidenzia anche gli altri se-guenti limiti per HAL-AICGH-TLV:• Il suo uso è ristretto a compiti singoli di durata giorna-

liera di almeno 4 ore (e non più di 8 ore).• Per i motivi dianzi espressi la sua applicazione va ri-

servata ad esperti in grado di valutare anche i fattorinon inseriti formalmente nell’indice.

Tabella III. Classificazione dell’indice OCRA in tre livelli di rischio per UL WMSDs 

 AREA VALORI DI OCRA INDEX LIVELLO DI RISCHIO

 VERDE ≤ 2,2 RISCHIO ASSENTE o ACCETTABILELa previsione di occorrenza (%) di UL WMSDs è simile

a quella più elevata attesa in popolazioni lavorative non esposte.

GIALLO 2,3-3,5 RISCHIO MOLTO BASSOLa previsione di occorrenza (%) di UL WMSDs è più alta della precedente

ma comunque non superiore al doppio di quella attesa in popolazionilavorative non esposte.

ROSSO > 3,5 RISCHIO PRESENTELa previsione di occorrenza (%) di UL WMSDs è più alta del doppio

di quella attesa in popolazioni lavorative non esposte.Il rischio è più elevato al crescere dell’indice.

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• I periodi di recupero sono considerati solo indiretta-mente come misura preventiva nel testo del TLV manon a fini di inquadramento del rischio effettivo.

• È auspicata una maggiore mole di dati epidemiologiciin grado di validare (o modificare) gli attuali limiti (ALe TLV). A questo proposito va riferito di una comuni-cazione di T. Armstrong, uno dei maggiori ispiratoridel metodo, anche a nome di diversi colleghi, alla Con-ferenza IEA 2006 (2) in cui si concludeva, sulla base distudi fino ad allora condotti, con la raccomandazionesia di “abbassare” comunque il valore dell’ActionLimit (ad esempio con un picco di forza normalizzatadi 3 per un HAL pari ad 1) che di abbassare entrambi ilimiti quando fossero presenti significative posture indeviazione del polso.Per quanto attiene OCRA i commenti vorrebbero evitare

una qualche eccessiva autoreferenzialità. Lo standard evi-denzia che il metodo dell’indice OCRA può risultare di la-boriosa applicazione in particolare per compiti multipli o

comunque complessi; esso inoltre non considera adeguata-mente alcuni fattori “psicosociali”. Circa la prima osserva-zione si evidenzia che, nel tempo, gli Autori hanno semprepiù suggerito di confinare il metodo dell’indice OCRA acontesti in cui si debba procedere alla completa (ri)progetta-zione dei compiti e dei posti di lavoro per i quali è appuntonecessaria una analisi approfondita; per analisi, anche detta-gliate, in fase di screening è suggerito il ricorso al metododella Checklist OCRA, decisamente meno difficoltoso daapplicare e comunque sufficientemente completo rispetto almodello di riferimento adottato dallo standard.

Circa l’inserimento di alcuni fattori “psicosociali”, va

ricordato che il modello di OCRA (indice e checklist),specie nella parte che considera i cosiddetti fattori com-plementari, resta un modello “aperto”, in cui tali fattori(sostanzialmente quelli di natura “organizzativa” aventiuna influenza su tutta la collettività di esposti) potranno es-sere inseriti una volta che ne sia in qualche modo parame-trabile la presenza e meglio definita la influenza sugli ef-fetti di salute.

Va aggiunto infine che recentemente gli Autori hannosuggerito una procedura aggiornata per la valutazione diquei contesti in cui si svolgono molteplici compiti ripeti-tivi (16). Accanto alla tradizionale procedura che di fatto sibasava su valori (di indice o di checklist) “medi ponderatiper il tempo”, e che rimane valida laddove le rotazioni trai compiti risultassero ravvicinate (ad es. ogni ora) o co-munque ove si analizzino singoli compiti complessi (even-tualmente suddivisi in “sotto-compiti”), è stata suggeritauna nuova procedura, basata sul concetto del “compito piùsovraccaricante come minimo”, più adatta a valutare con-testi in cui le rotazioni tra i diversi compiti ripetitivi av-vengano con minore frequenza (ogni 2 ore o più). Il risul-tato di questo approccio sarà, come minimo, equivalenteall’indicatore Ocra del compito più sovraccaricante consi-derato per la sua effettiva durata e, come massimo, ugualeall’indicatore Ocra dello stesso compito considerato (solo

in via teorica) per la durata complessiva di tutti i compitiripetitivi esaminati. Il risultato “vero” è in realtà inter-medio tra questi due valori secondo un moltiplicatore K , diponderazione del relativo delta.

La nuova procedura, sia per l’indice che per la check-list OCRA, è analiticamente riportata nella bibliografia ci-tata (16) e si basa sull’approccio alla valutazione di com-piti multipli con sovraccarico biomeccanico già definito edapplicato nel metodo del NIOSH per l’analisi di compitimultipli di sollevamento in particolare laddove i compiticon sovraccarico siano eseguiti in sequenza e non fra loroframmisti (Sequential Lifting Index o SLI) (20).

Il nuovo approccio alla valutazione di compiti ripetitivimultipli tramite il metodo OCRA viene attualmente speri-mentato, con opportuni adattamenti e con preliminari in-coraggianti risultati, anche per la valutazione di compiti arotazione plurigiornaliera (settimanale, mensile, annuale),come riferito in una comunicazione parallela in questocongresso.

Sul piano generale, relativamente alle prospettive deimetodi analizzati, vanno infine ricordati almeno due ele-menti di interesse:• Il primo, già menzionato in premessa, riguarda l’azione

di validazione dei principali metodi statunitensi (cheperò potrebbe includere anche OCRA e i suoi risultati)che è in atto da parte del cosiddetto “consortium onDUE (Disorders of Upper Extremities)” patrocinatodal NIOSH; lo stesso potrebbe fornire nuove acquisi-zioni e raccomandazioni circa la capacità di tali metodidi valutare il rischio di UL-WMSDs in generale e dellesingole patologie in particolare.

• Il secondo è relativo all’azione intrapresa in sede ISO per pervenire ad una norma tecnica (sotto forma di un “tech-nical report”) per l’applicazione della intera serie dinorme ISO 11228: in quella sede potranno da un lato es-

sere sciolte alcune incertezze che ancora caratterizzano lanorma ISO 11228-3, quali quelle relative all’effettivocampo di applicazione o anche alla migliore definizioneoperativa (parametrica) della fase di “identificazione” delrischio; dall’altro lato potranno essere riportati quegli ag-giornamenti e adattamenti di carattere tecnico e metodo-logico nel contempo apportati ai principali metodi già se-lezionati che sicuramente potranno favorire la concretaapplicazione dello standard da parte degli operatori dellaprevenzione e di tutti gli altri “attori” interessati.

Conclusioni

Il D.Lgs. 81/08 prevede, tra i numerosi adempimenti,anche la valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la sa-lute dei lavoratori e, tra questi, di quello relativo ad attivitàmanuali ripetitive.

Lo stesso decreto tuttavia non entra direttamente nelmerito dei metodi e criteri specifici di tale valutazione (siaspetta, se mai verrà, una apposita direttiva, o altro docu-mento di indirizzo, da parte della UE, come più volte an-nunciato e mai concretizzato).

Ciò non significa tuttavia che non si disponga di stru-menti e metodi, anche perfettibili, ma comunque sufficien-

temente validi per operare tali valutazioni e mettere in attole conseguenti azioni.

Molti di essi sono raccolti, assieme a chiari indirizziper la loro utilizzazione, in uno standard dell’ISO (ISO

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38 G Ital Med Lav Erg 2008; 30:3, Supplhttp://gimle.fsm.it

11228-3) che, oltre a rappresentare una norma tecnica se-condo la definizione dello stesso D.Lgs. 81/08 (normativaterziaria), è articolato secondo indirizzi pienamente coe-renti con la specifica legislazione comunitaria e nazionale(approccio preventivo e pro-attivo; identificazione-stima-valutazione-riduzione del rischio).

A chi si occupa di ricerca applicata resta il dovere di ul-teriormente valutare l’affidabilità dei metodi esaminati e diproporne evoluzioni in cui l’affidabilità si coniughi conaspetti di concreta applicabilità tenuto conto della variabi-lità e della complessità dei contesti di uso.

Per chi invece si occupa prevalentemente di preven-zione sul campo (nelle imprese e sul territorio) non è ormaipiù possibile sfuggire, quando dovuto, alla gestione diquesto rischio, dato che si dispone di tutto quanto è alloscopo necessario e dato che i correlati effetti di salute (ULWMSDs) rappresentano nel nostro Paese, e sempre piùrappresenteranno nel prossimo futuro, una quota assoluta-mente rilevante delle malattie professionali denunciate ed

indennizzate.

Bibliografia

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16) Occhipinti E, Colombini D, Occhipinti M. Metodo Ocra: messa apunto di una nuova procedura per l’analisi di compiti multipli con ro-tazioni infrequenti. La Medicina del Lavoro 2008; 99; 3; 234-241.

17) Regione Lombardia. Linee guida regionali per le prevenzione dellepatologie muscoloscheletniche connesse con movimenti e sforzi ri-petuti degli arti superiori. Decreto dirigenziale No. 18140. BURL.Supplemento Straordinario del 16 mazzo 2004. Milano.

18) Schneider S. OSHA’s Draft standard for prevention of work-relatedMusculoskeletal Disorders. Appl. Occup. Environ 1995; 10; 8,6659674.

19) SIMLII: Guidelines on Upper Extremity Work Related Musculoske-letal Disorders (UEWMSDs). Tipografia PIME Editrice. Pavia 2006.

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