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1 08 agosto 2011 Agire contro la crisi economica? Chi ha perso tempo nella risoluzione è ancora in tempo a rimediare anche agli errori commessi.

1 08 agosto 2011 Agire contro la crisi economica? Chi ha perso tempo nella risoluzione è ancora in tempo a rimediare anche agli errori commessi

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08 agosto 2011

Agire contro la crisi economica? Chi ha perso tempo nella

risoluzione è ancora in tempo a rimediare anche agli errori

commessi.

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Tanti sapevano dell’arrivo della crisi o l’avevano prevista?? …

Per caso i politici hanno ignorato l’arrivo e negato

poi l’evento a lungo?

Io personalmente, all’indomani di un esame

universitario sulla materia, molto tempo prima del manifestarsi dell’evento, NON avevo dubbi su quanto stava

per arrivare …

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Il 14 ottobre 2007,

esprimevo la presunzione che

i mutui subprime

dell’americano Sig. Smith

avrebbero coinvolto anche

il Sig. Rossi in Italia.

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Il link della pagina:http://agostino169.blog.kataweb.it/2007/10/14/mutui-subprime-finito-tutto/#comments

Vedi anche:http://agostino01.blog.lastampa.it/agostino/2007/10/page/2/

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In data 18 novembre 2008 con una lettera ad un giornale proponevo alcune scelte per “uscire dalla crisi economica … a molti cittadini, dediti a frivoli pensieri

o assidui ascoltatori di comunicazioni mediatiche, il problema era ancora un’immaginazione non di loro competenza…

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Nei giorni precedenti il giorno di Natale dell’anno 2008, qualcuno incitava i cittadini alle spese folli

per le feste di fine anno, dichiarando che la crisi non

esisteva, da lì a poco nell’anno 2009 la CRISI ECONOMICA

investiva qualunque Sig. Rossi abitante della nostra Patria

Italia.

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La crisi che si sarebbe manifestata anche in Italia fu quindi prevista anche

senza indicarne il periodo esatto e la dimensione, ma

poi inizialmente fu completamente ignorata.

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Il 07/03/2009 sul mio blog scrivevo addirittura nel

titolo di un articolo che ad aprile dell’anno 2011 si sarebbe manifestato il

rischio di DEFAULT per l’Italia.

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Il link dove trovare la mia ipotesi:

http://agostino01.blog.lastampa.it/agostino/2009/03/germania-aprile-1945-italia-aprile-2011.html

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Avevo modo di ripetere l’ipotesi del previsto rischio default (o grave sofferenza) nel mese di aprile 2011 più volte: ecco un esempio.

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Un altro esempio (del 20 marzo 2010) per riassumere quanto scritto fino ad ora in

questa presentazione:

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La mia previsione personale sul dissesto economico della nostra Patria fatto con più di 2

anni di anticipo erra quindi solo per 3 (TRE)

mesi …

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Mi permetto ora affermare: “Pare che io sia arrivato prima di coloro che dovrebbero pensare al futuro mio e dei miei figli e fino ad ora ho

previsto giusto! Pare inoltre che come me molti

abbiano previsto gli eventi.Mi permetto pensare che addirittura

anche un “ragazzino dell’oratorio” poteva essere nelle condizioni di fare alcune ipotesi e prevenire i

problemi …

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Il grave pericolo odierno

Oggi il problema più grande, dovuto alla crisi economica e, che potrebbe esplodere a breve qualora non si riuscissero a definire le giuste misure per quanto sta accadendo da oltre 20

anni e che dal 2009 si è accentuato, si chiama “conflittualità sociale violenta”.

Già due anni fa mi preoccupavo affinché gli italiani fossero messi nelle condizione di

poter continuare a dare voce alla quotidianità con il loro lavoro quotidiano e non con vere e

proprie “violente guerre fratricide”!

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Il giorno 29/03/2009 redigevo in modo più dettagliato la mia proposta per uscire dalla crisi economica con interventi correttivi sulla tassazione tributaria proponendo una serie di misure e

ponendo al centro dell’attenzione “Il lavoro” con uno scritto che titolavo:

“Patto sociale di sopravvivenza

oltre la crisi economica”.

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La proposta compariva anche su più giornali

Lavoro e tasse

Nome: Agostino De Zulian Data: 30.03.2009

L’art. 1 della Costituzione della repubblica Italiana così recita “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Il livello di sopravvivenza dell’Italia, successivo alla crisi economica in corso, è proporzionale alla quantità di lavoro prodotta e che potrà produrre all’interno del proprio territorio. Il lavoro produce ricchezza e benessere oltre ad essere la componente base della forma istituzionale. Il calo e la decrescita della quantità di lavoro in corso da più decenni ha prodotto, oltre ad un disaffezionamento dalle Istituzioni della Repubblica, il decremento della ricchezza compensata solo da un’espansione del debito pubblico i cui titoli sono sempre più divenuti proprietà di operatori esteri. La presenza di titoli di debito pubblico all’estero contribuisce a sua volta alla diminuzione di ricchezza del Paese e aiuta a mettere in discussione “la sopravvivenza” dei valori qualitativi e quantitativi della Repubblica democratica e di ogni “principio di vera libertà”. L’incremento della quantità di lavoro nel periodo della globalizzazione mondiale può essere fatto solo incrementando la competitività. La competitività riguarda i prezzi di mercato del prodotto e la sua qualità di prodotto finale. I prezzi di mercato sono legati ai profitti e ai costi di produzione, costi a sua volta molto legati al costo del lavoro. Lo stipendio attuale di operai e impiegati ha perso e sta perdendo potere di acquisto in maniera determinate da tempo per cui è impossibile parlare di “riduzione”. Lo stipendio dei manager è legato alla produzione e negli ultimi anni rispetto allo stipendio di operai e impiegati ha subito differenziazioni notevoli. Ciononostante l’apposizione di un “tetto massimale” è contro le libertà ma soprattutto “le leggi” di mercato. Il costo del lavoro da alcuni imprenditori è stato diminuito con lavori svolti illecitamente “in nero” che evadono le tasse in forma completa. Per tutto quanto sopra premesso, io penso che per la salvaguardia e l’incremento delle Libertà previste per ciascun cittadino nella Carta Costituzionale, lo Stato Italiano dovrebbe impegnarsi a radicali riforme tributarie volte ad alleggerire la tassazione diretta sul lavoro concordando con le parti sociali un unico “patto sociale di sopravvivenza oltre la crisi economica”.

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http://www.rassegna.it/articoli/2009/04/06/45324/patto-sociale-di-sopravvivenza-oltre-la-crisi-economica

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http://www.vcoazzurranews.info/index.php?option=com_content&task=view&id=6074&Itemid=295

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Pochi giorni fa in un mio scritto che sto ora inviato

a politici e giornali ho particolareggiato un

punto della mia proposta.

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http://www.rassegna.it/articoli/2011/07/11/76008/una-legge-costituzionale-di-un-solo-articolo-per-cambiare-nel-bene-litalia

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Link pagina:http://www.varese7press.it/?p=32127

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Di seguito il testo con le motivazioni addotte alla

proposta di modifica, con integrazione, di un comma

dell’art. 114 della Costituzione.

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• Un invito/proposta ai politici: rimediate all’errore di aver salvato le provincie.• Si è appena consumato al Parlamento l’ulteriore esempio dimostrativo di come c’è volontà

politica di “conservare l’esistente senza riforme” quando è stata bocciata la proposta di legge della soppressione delle Provincie.

• La base politica, ossia il Popolo appartenente a più partiti che hanno disonorato ancora un tentativo di sopprimere un livello governativo inutile ha mostrato ora tutta la sua lontananza da tale posizione della politica parlamentare.

• In particolare il PD e la LEGA con distinguo diversi hanno mostrato l’intenzione di rivedere la loro posizione davanti ai loro elettori.

• Personalmente mi sembra giusto da questo scritto che manderò a più politici e a più giornali proporre un serio rimedio al rifiuto di far subito scomparire le provincie.

• Si tratta di approvare una legge costituzionale composta da solo articolo che deve inserire un comma aggiuntivo, come nuovo terzo comma (l’attuale terzo diventerà quarto) all’art. 114 della Costituzione.

• Il testo del comma, semplicissimo, dovrebbe recitare:• “Il Comune è un Ente territoriale con almeno 50.000 (Cinquantamila) abitanti”.• La proposta qui presentata dal mio punto di vista e sulle mie personali conoscenze in materia la

ritengo la base di tutte le riforme a partire da quella che da anni si “vende” ai quattro venti” e che viene definita con la parola “Federalismo”.

• Questa riforma proposta sotto il nome di “Federalismo” non riuscirà mai a decollare viste le scarsità economiche dello Stato Italiano e le priorità che vengono date ai principi della “Perequazione” e dei “Servizi minimi”.

• Il “Federalismo” inoltre nel modo in cui è inteso dagli attuali politici italiani è da “cassare” perché già ultra superato dal principio della Comunità Europea che ha visto la luce nel Trattato di Maastricht del remoto 7 febbraio 1992 (Quasi venti anni fa) definito “sussidiarietà”.

• Il principio di sussidiarietà è quel principio sociale e giuridico amministrativo che stabilisce che l'intervento degli Enti pubblici territoriali, sia nei confronti dei cittadini sia degli enti e suddivisioni amministrative ad esso sottostanti (ovvero l'intervento di organismi sovranazionali nei confronti degli stati membri), debba essere attuato esclusivamente come sussidio (ovvero come aiuto, dal latino subsidium) nel caso in cui il cittadino o l'entità sottostante sia impossibilitata ad agire per conto proprio (Definizione tratta da wikipedia.org).

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• Tale principio in parole semplici significa che spetta ai cittadini e, se non in grado da soli di provvedere, all’Ente a loro più vicino attivare le decisioni per l’erogazione dei servizi a loro necessari (si intende con le risorse disponibili).

• Il principio (Inserito nella Costituzione Italiana all’art. 118, ultimo comma) non è applicabile in Italia perché non esiste a diretto contatto dei cittadini un Ente con potenzialità sufficienti a garantire in piena autonomia con una propria organizzazione autonoma, con autonomia gestionale e finanziaria l’erogazione della quasi totalità dei servizi pubblici.

• Proprio l’enormità di Comuni italiani, la maggior parte definiti “polvere” costituisce la causa principale che blocca qualsiasi riforma a partire dalla erogazione dei servizi alla periferia della Repubblica Italiana.

• Le normative di legge nel corso dei decenni si sono adeguate a questo status e il trasferimento dei poteri accentrati fino agli anni settanta dello scorso secolo non ha potuto portare all’estrema periferia le competenze e cosa più importante “non ha potuto renderli applicabili con omogeneità senza eccezioni”.

• Questa confusione di competenze ha favorito la nascita e la conservazione di migliaia di Enti (A partire dalle micro regioni, dalle provincie, ai comprensori, ai consorzi, agli Enti parastatali disseminati nel territorio, alle Comunità Montane, ecc. ecc.) e la conseguente creazione di posti e posizioni politiche di ogni genere.

• Pertanto la semplice approvazione di una legge costituzionale che prevede che l’Ente a diretto contatto del cittadino abbia ad essere considerato tale se al suo interno risiedono almeno 50.000 abitanti nella realtà farebbe venire meno la miriade di enti intermedi perché le dimensioni (non eccessive e individuabili nel numero minimo di popolazione e non di superficie) di tale nuovo Ente verrebbe a disporre di una sufficiente massa critica monetaria e gestionale a cui potrebbero addirittura essere affidati i pagamenti dei servizi sanitari e di parte dei previdenziali.

• Gli attuali comuni che hanno attualmente al loro interno delle città continueranno a rimanere tali per l’unitaria gestione (la città non è un Ente Costituzionale).

• L’affidamento dei servizi a tali nuovi enti renderebbe più facilmente controllabile proprio dai cittadini perché a diretto contatto i vari capitoli di spesa e quindi si realizzerebbero economie con efficienza ed efficacia (Meno tasse a parità di servizi).

• Molte negoziazioni a livello locale oggi necessarie per mettere d’accordo più enti verrebbero meno e con esse si taglierebbero gli eccessivi tempi di realizzazione delle opere.

• A livello giuridico organizzativo è chiaro che un sistema amministrativo strutturato in tale modo necessiterebbe a seguire di altre leggi costituzionali (soppressione delle provincie, delle città metropolitane, delle mini regioni, ecc.) al fine di adeguare la carta fondamentale della Repubblica ai nuovi ordinamenti.

• Non ho dubbi quindi che chi intende, da subito, tagliare le spese della politica (molti politici diventerebbero “inutili”) possa farsi promotore e approvare la presente legge costituzionale.

• Cordiali saluti• Agostino De Zulian• Varese - Verbania

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Le proposte qui sopra esposte avversano molte proposte

dell’attuale Ministro Tremonti (non si parla di vere azioni per

ora) che io penso siano “tendenti e volte solo al

pareggio del Bilancio Statale”!!!

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Spetta solo ai politici, adesso, anche se già con un enorme ritardo fare la

loro parte per evitare le prossime puntate di catastrofi (recessioni, calo

impressionante del potere di acquisto, scontri sociali,

dimenticanza dell’ambiente, guerre locali) successive alla crisi

economica iniziata nella casa del Sig. Smith alcuni anni fa …” e derivanti dal trentennio passato in eccessi di

spesa rispetto alle entrate.

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A mio parere un futuro, che possaportare ogni cittadino ad avere stimae onore della propria Patria, esiste!

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I always hope..It’s arriving good times

for my “Patria” …

The end

By Agostino De ZulianVarese – Verbania

Studente universitario di economiaDipendente della Camera di Commercio