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1 Famiglia RETROVIRIDAE Generalità Comprende numerosi virus (soprattutto oncogeni) ampiamente diffusi nel mondo animale Il prefisso retro deriva dall’enzima reverse transcriptase trascrittasi inversa DNA polimerasi – RNA dipendente – Virus di forma sferica di 80-100nm – Capside di forma variabile – Icosaedrico – Cilindrico – Conico Provvisti di envelope – Genoma diploide costituito da due molecole identiche di

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Famiglia RETROVIRIDAEGeneralità

Comprende numerosi virus (soprattutto oncogeni) ampiamente diffusi nel mondo animale

Il prefisso retro deriva dall’enzima reverse transcriptase trascrittasi inversa DNA polimerasi – RNA dipendente

– Virus di forma sferica di 80-100nm– Capside di forma variabile

– Icosaedrico– Cilindrico– Conico

– Provvisti di envelope – Genoma diploide costituito da due

molecole identiche di RNA lineare monocatenario a polarità +

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L’ RNA comprende i geni:

-gag (codifica per proteina di matrice, capside, NP)

-pol (codifica per la trascrittasi inversa)

-env (codifica per le glicoproteine dell’ envelope)

Alcuni retrovirus possono avere oncogeni denominati v-onc, responsabili della

trasformazione cellulare

nel caso tali geni siano in aggiunta al normale patrimonio genetico si

parlerà di virus oncogeni competenti

nel caso invece essi si trovino a sostituire delle vere e proprie porzioni del

patrimonio genetico si parlerà di virus oncogeni difettivi

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1. Retrovirus tipo B dei mammiferi virus del tumore mammario del topo (MMTV)

2. Retrovirus tipo C dei mammiferi Virus della Leucemia Felina (FeLV)

Virus del Sarcoma Felino (FeSV)

Virus della Reticoloendoteliosi di pollo e tacchino

3. Retrovirus tipo C aviari Virus del complesso Leucosi/Sarcoma aviare

Malattia linfoproliferativa del tacchino

CLASSIFICAZIONE: La famiglia comprende 7 Generi

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4. Retrovirus tipo D

Virus dell’adenomatosi polmonare della pecora

5. Retrovirus del gruppo BLV/HTLV

Virus della Leucosi Enzootica del Bovino

Human T- cell Lynphotropic Virus

6. Spumavirus Virus sinciziali del bovino e del gatto

7. Lentivirus

Virus dell’Immunodeficienza umana (HIV), scimmia (SIV),

bovina (BIV), felina (FIV)

Virus Visna –Maedi della pecora

Virus della Artrite encefalite caprina (CAEV)

Virus dell’Anemia infettiva degli equini (EIAV)

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Penetrazione

Per endocitosi o fusione delle membrane

Integrazione nel DNA della cellula ospite

(provirus)

Retrotrascrizione e formazione di una molecola di DNA bicatenario

Adsorbimento

Interazione peplomero – recettore cellulare

Trascrizione dell’ RNA messaggero e RNA genomico

grazie alla presenza della polimerasi cellulare

assemblaggio e liberazione attraverso un

meccanismo di gemmazione

Ciclo di Replicazione

Fase di latenza

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Latenza

Il fenomeno della latenza è reso possibile dall'integrazione

del provirus nel genoma cellulare

Tale fenomeno condiziona il lungo periodo di incubazione tipico di

questi virus

Gli anticorpi, anche se presenti, non risultano protettivi e sembra

che condizionino la gravità dei sintomi

Questi virus hanno la possibilità di mutare mediante drift

antigenici le strutture superficiali e ciò può avvenire anche nello

stesso animale

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Resistenza ad agenti fisici e chimici

– Sensibili ai solventi dei lipidi e ai detergenti

– Relativamente resistenti ai raggi ultravioletti

– Inattivati dopo 30’ a 56°C

– Le glicoproteine superficiali possono essere parzialmente rimosse dagli

enzimi proteolitici

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Modalità di trasmissione

Indiretta

Diretta

T. orizzontale

Veicoli

Vettori

a. malato a. sano

Genetica

Congenita

T. Verticale

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Malattia neoplastica delle strutture

linfocitopoietiche a decorso

cronico ed esito letale

È caratterizzata da marcata

linfoadenomegalia e da linfocitosi

persistente

Leucosi timicaAd eziologia ignota si riscontra in bovini sotto i 2 anni d’età con interessamento del

timo e tendenza alla metastatizzazione

Forme rare di leucosi sporadica

Leucosi giovanile

Caratterizzata da adenopatia

generalizzata e frequente quadro

leucemico in bovini di età

inferiore ai 18 mesi

LEUCOSI BOVINA ENZOOTICA (BLV)

Leucosi cutaneaSegnalata in animali di 2-3 anni è

caratterizzata da lesioni cutanee di tipo orticarioide, apruriginoso, ipercheratosico,

alopecico, sanguinante o di tipo produttivo, verrucoso o nodulare

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Eziologia

Genere HTLV-BLV

Sprovvisto di v-onc

Cellule bersaglioLinfociti B, Mononucleati e

Granulociti

La formazione di progenie virale è soppressa

Proteine virali continuamente prodotte dai Linfociti B

Continua stimolazione antigene che causa proliferazione dei L.

B

Si instaura una linfocitosi persistente

L’infezione dura tutta la vitaIl virus è evidenziabile solo nei primi

10-12gg PIComparsa di anticorpi neutralizzanti e

persistenti indefinitamente

La comparsa dei linfomi

è legata alla influenza del

provirus sui geni c-onc

dei linfociti

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Spettro d’ospite in vivo

bovino, pecora e bufalo

Spettro d’ospite in vitro

Colture cellulari di rene, milza, polmone fetale bovino

CPE con formazione di sincizi

• Il virus è antigenicamente unico

• Proteine strutturali glicosilate (gp30 e gp51)

• Proteine di superficie

• Rappresentano antigeni tipo-specifici

• La gp51 è il determinante antigene essenziale ai fini dell’immunità

• Proteine strutturali non glicosilate (p24, p15, p12, p10)

• Proteine capsidiche

• Rappresentano antigeni gruppo-specifici

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• La trasmissione della malattia può avvenire attraverso diverse vie

• Per via transplacentare

• In conseguenza di una immunodepressione durante la gravidanza con

passaggio di particelle virali libere (si verifica circa nel 5% dei casi)

• Come conseguenza di lesioni placentari e passaggio di linfociti infetti

• Trasmissione orizzontale diretta perinatale

• in seguito all' ingestione di sangue infetto nel canale del parto

• Per via colostrale (parzialmente modulata dalla presenza di anticorpi)

Epidemiologia

La malattia è presente in tutte le aree geograficheIn Europa sono in atto piani di eradicazione

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• Trasmissione orizzontale diretta

• Secrezioni tracheo-bronchiali

• Operazioni di monta e quindi contatto fra mucose e presenza di linfociti

infetti nel seme

• Le operazioni di FA ed embryo-transfer non sembrano presentare rischi

in virtù della diluizione del seme e dei lavaggi dell'embrione

• Trasmissione orizzontale indiretta

• Per via iatrogena (ematogena) per l'utilizzo di aghi o strumenti infetti,

esplorazioni rettali non eseguite correttamente dal punto di vista igenico

• Per puntura da parte di insetti ematofagi (zanzare, tabanidi)

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Viremia

Attivazione dei c-onc cellulari

Cellule bersaglioLINFOCITI B

Penetrazione

Integrazione nel DNA cellulare

Patogenesi

Sintomi e lesioni

Trasformazione neoplastica

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• Linfoadenomegalia

• I linfonodi si presentano con superficie liscia, freddi, mobili, non dolenti,

aumentati fino ad 8 volte, consistenza sodo-elastica, di aspetto lardaceo al taglio

con perdita della distinzione fra corticale e midollare

• Maggiormente colpiti i linfonodi viscerali (lombo-aortici e sacro-iliaci) rispetto a

quelli scheletrici

• La sintomatologia tipica si correla a fenomeni compressivi o di stiramento di organi,

vasi e nervi per effetto della adenomegalia

• Sono presenti disfagia, meteorismo, ittero da stasi, coliche, edema della giogaia,

insufficienza cardiaca, esoftalmo in conseguenza di infiltrazione leucemoide

retrobulbare, sofferenza abomasale per stenosi pilorica, melena

• Le lesioni dominanti sono caratterizzate da linfoadenomegalie diffuse, associate a

formazioni nodulari o processi infiltrativi a carico dei diversi organi

Sintomi e lesioni

Si riscontra in animali sopra i 4-5 anni d’età

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Linfoma cutaneo

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Linfoma cutaneo: Numerosi noduli in parte confluenti e con

aree alopeciche

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Nodulo di linfoma cutaneo in sezione

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Milza in sezione: abnorme ed irregolare ingrossamento dei

corpuscoli di Malpighi

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Particolare di emolinfonodi. Ingrossamento e infiltrazioni

linfomatose grigiastre del parenchima

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Neoformazioni linfomatose intestinali parietali e

tumefazione dei linfonodi mesenterici.

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Abomaso: Infiltrazione linfomatosa diffusa

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Abomaso: Ulcera conseguente ad infiltrazione linfomatosa

della mucosa

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Rene: Infiltrazione linfomatosa massiva del bacinetto renale e

dilatazione dei calici con atrofia della midollare da ristagno di urina

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Utero: Linfoma infiltrante l’utero e i linfonodi uterini

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La diagnosi virologica è possibile con la dimostrazione diretta del virus mediante ME e IF o mediante isolamento su colture di cellule permissive

e successiva identificazione (IFD, PCR).

La diagnosi necroscopica si basa sull'interessamento di vari organi

In ordine di frequenza: cuore, abomaso, milza, rene

La diagnosi clinica è abbastanza agevole in presenza di linfoadenomegalia policentrica

Diagnosi

La diagnosi sierologica si avvale di AGID ed ELISA (test ufficiali) gli anticorpi compaiono 4-6 settimane dopo l'infezione

l'interferenza con gli anticorpi colostrali dura circa 6 mesi

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• E' in corso un piano di eradicazione in ambito comunitario che si basa

sull'identificazione sierologica dei soggetti infetti e loro successiva

eliminazione

• L'Ordinanza Ministeriale del 1982 stabilisce le norme di profilassi

della LBE, mentre l'Ordinanza Ministeriale del 1985 inquadra il piano

di eradicazione su base volontaria

• IL D.M.S.1996 stabilisce invece l'obbligatorietà del piano di

risanamento su tutto il territorio nazionale

• La profilassi vaccinale non è al momento praticabile né ipotizzabile

Profilassi

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MAEDI-VISNA

Malattia infettiva degli ovini che può presentarsi in due

forme cliniche

– Polmonite interstiziale progressiva (Maedi)

– Leucoencefalomielite (Visna)

L’ infezione è caratterizzata da un lungo periodo di incubazione,

evoluzione lenta e progressiva ed esito invariabilmente letale

Maedi-Visna (dall’ islandese: dispnea e deperimento)

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Eziologia

Genere Lentivirus

Nelle fasi iniziali dell'infezione, il virus si trova nel sangue associato ai monociti, in uno stato di latenza

Con la maturazione dei monociti in macrofagi a livello degli organi bersaglio il virus è poi in grado di riattivarsi

Spettro d’ ospite in vivo

ovini

Spettro d’ ospite in vitro Fibroblasti di vari tessuti:

plesso corioideo, polmone, mammella

Il virus produce un CPE sinciziogeno ed una attività litica più o meno accentuata in dipendenza dello stipite

virale

Il virus è labile nell'ambiente esterno

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STRUTTURA ANTIGENE

Sono state evidenziate correlazioni antigeniche con

CAEV (p25 e transmembrana); p25 (Ag capsidico) e

gp135 (proteina dell’ envelope) sono le frazioni

antigeni più importanti dal punto di vista diagnostico

La gp135 da origine per clivaggio a due frazioni :

gp40 (proteina transmembrana) e gp 70 (proteina

esterna), più soggetta a variazioni antigeniche

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• L' infezione è oggi diffusa su scala mondiale– Indenni solo l’Australia e l’Islanda dove la malattia fu per la prima volta

descritta (1954) e immediatamente eradicata

• Modalità di trasmissione– Il virus viene trasmesso con il sangue, i secreti e gli escreti – Trasmissione per via orale

• Attraverso il colostro e il latte

– Trasmissione iatrogena• attraverso l'impiego di aghi, siringhe o altro materiale contaminato

– Trasmissione per via aerogena• Tra soggetti con forma polmonare e animali sani a stretto e prolungato contatto

– Trasmissione per via mammaria ascendente– Trasmissione per via coitale

• possibile in condizioni patologiche concomitanti– ad esempio una epididimite da brucella, condizione in cui un gran numero di cellule

di origine macrofagica sono presenti a livello spermatico

Epidemiologia

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Porta d’ingresso del virusvie respiratorie, orale, ecc.

Localizzazione a tutti i distretti dell’organismo (polmoni, SNC,

mammella, sinovia, linfonodi, milza)

Lesioni all’encefalo

Lesioni ai polmoni

Viremia

Mediata dai linfociti

Patogenesi

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• Maedi– Graduale scadimento delle

condizioni generali

– Dispnea e tosse secca senza febbre e scolo nasale

– Polmonite interstiziale progressiva

– Segnalati aborto, mastite interstiziale e artriti

– Decorso 3-6 mesi ad esito mortale

• Visna– Encefalite demielinizzante

– Portamento anormale della testa, tremori, paralisi degli arti posteriori

– Impossibilita a mantenere la stazione quadrupedale

– Rapido decadimento dello stato generale

– Esito letale

Sintomi e lesioni

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• La malattia colpisce solitamente soggetti di età compresa tra i 3 e i 4 anni• Forma polmonare

– Dispnea progressiva, più evidente dopo uno sforzo– Deperimento fino alla cachessia– Morte per infezioni concomitanti

– Mancato collassamento polmonare all’ apertura del torace– polmone aumentato in peso e volume ed evidenti le impronte costali– polmonite interstiziale con infiltrati linfoidi

• Mastite induritiva– Asimmetria della mammella

• Raro l’ interessamento articolare• Forme subcliniche imputabili a stipiti scarsamente patogeni o stadio preclinico• Forma nervosa

– Mai osservata in Italia– Difficoltà locomotorie, debolezza sul treno posteriore– Tremori muscolari e paralisi terminale– Deperimento generale

– Leucoencefalomielite diffusa con focolai di demielinizzazione

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28 Novembre 2006

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Lesioni di polmonite interstiziale prevalentemente al lobo caudale

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• Rilievo di dispnea e mammelle squilibrate

• Diagnosi differenziale con polmoniti parassitarie e

adenomatosi polmonare

• Isolamento virale a partire da espianti di polmone,

milza, mammella, linfonodi, plesso corioideo

• Identificazione mediante AGID ed Elisa

• Diagnosi sierologica (AGID ed ELISA) attuabile dopo

4 settimane dal contagio

Diagnosi

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Profilassi

Il controllo dell’ infezione assume particolare importanza per gli scambi intercomunitari

Individuazione sierologica e successiva eliminazione dei soggetti infett

Assicurarsi che i soggetti introdotti nel gregge siano indenni

Somministrazione agli agnelli di colostro e latte risanato, colostro e latte bovino, o colostro e latte artificiale

Non sono disponibili vaccini

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ADENOMATOSI POLMONARE

Malattia tumorale della pecora caratterizzata da

formazioni neoplastiche di aspetto lardaceo a livello

polmonare

Eziologia

Genere non ancora definito (tipo D/B)

Il virus non è isolabile su colture cellulari

Sequenze nucleotidiche correlate a quelle virali sono presenti nel genoma di pecore sane (seq. Endogene)

Il virus non possiede oncogeni

Le cellule bersaglio sono rappresentate da pneumociti di II tipo

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• La trasmissione avviene per via orizzontale attraverso le secrezioni bronchiali

• Molto abbondanti nei soggetti con manifestazioni cliniche

• Il genoma virale si ritrova in quantità modesta nel sangue e nel latte

• Non si hanno elementi per considerare altre vie di contagio

Epidemiologia

Patogenesi

Il virus non contiene oncogeni e non si conosce ancora quale c-onc venga attivato

Tipica è la proliferazione di cellule cubiche (di Clara) e cilindriche (pneumociti di

II tipo), mentre nel 4% dei casi si ha la formazione di metastasi linfonodali

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• Periodo di incubazione di 2-3 anni– raramente la malattia si manifesta entro l'anno dal contagio

• Si osserva dimagrimento, aumento della frequenza respiratoria sotto sforzo, dispnea e rantoli

• Caratteristico il fatto che alzando l’animale per il treno posteriore si provoca abbondante fuoriuscita di essudato nasale

Sintomi e lesioni

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• Sulla parte dorsale dei lobi caudali dei polmoni si ha la

formazione di noduli biancastri confluenti di aspetto lardaceo• Istologicamente tale lesione rappresenta un adenocarcinoma

bronchiolo-alveolare a basso grado di malignità

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Lesioni nodulari e nodulari-confluenti in tutti i lobi

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Focolaio di adenomatosi mixomatoide

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AnatomopatologicaPresenza di lesioni patognomoniche

Diagnosi sierologica: gli animali non sembrano produrre anticorpi a

titoli rilevabili nel sangue

Diagnosi virologica: il virus non risulta essere coltivabile

È possibile effettuare PCR a scopo di ricerca avvalendosi di primers

esogeno-specifici

Diagnosi

Clinica

Riscontro di un abbondante essudato nasale, dispnea, dimagrimento e decorso cronico

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– Eliminazione dei soggetti con manifestazioni cliniche e della loro progenie

– introdurre soltanto animali provenienti da allevamenti senza malattia da

almeno 3 anni

Profilassi

Sanitaria

Immunizzante

• Non sono disponibili presidi immunizzanti

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ARTRITE-ENCEFALITE CAPRINA

Malattia infettiva della capra che si presenta in due

forme cliniche ben distinte• Forma nervosa: rara, si riscontra prevalentemente nei capretti

• Forma articolare: si osserva in individui adulti, associata a mastite

cronica e occasionalmente a polmonite interstiziale

I danni economici riguardano il calo della produzione lattea e la perdita

di soggetti con forma articolare grave

L'infezione è ampiamente diffusa negli allevamenti italiani

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Eziologia

Genere Lentivirus

antigenicamente correlato al Visna-Maedi

Il virus è adattabile in vitro a linee

fibroblastiche di origine caprina

Cellule bersaglio

Linea monocito/macrofagica

La fase di latenza può

essere più o meno lunga

fattore che condiziona il

periodo di incubazione

La p27 (proteina del core) e la gp135 (glicoproteina dell'

envelope) sono utili dal punto di vista diagnostico

Consentono di rilevare precocemente l'infezione prima della

comparsa dei sintomi

Presenza di anticorpi specifici

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Epidemiologia

L' infezione è diffusa su scala mondiale, dovunque sia

praticato l'allevamento caprino

In Italia la malattia è comparsa più di 10 anni fa, con

l'importazione di razze miglioratrici da Francia e

Svizzera

Le indagini

sieroepidemiologiche rilevavano

infatti una maggiore prevalenza

nelle razze Saanen o Alpina

Attualmente, con il continuo e poco scrupoloso scambio di animali, l'infezione si è

diffusa anche nelle razze autoctone

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Il virus nei soggetti infetti è presente in due forme:• Particella virale matura• Genoma virale integrato

Entrambi presenti nel sangue e in diversi distretti dell'organismo (milza, linfonodi, articolazioni, mammella, sottocute, SNC)

in generale in tutti i distretti in cui vi è la presenza di macrofagi

Modalità di trasmissione

• Trasmissione aerogena• Soggetti con polmonite cronica interstiziale possono infettare altri soggetti,

se posti a stretto e prolungato contatto

• Trasmissione transplacentare• Raramente si è osservata sieroconversione in capretti allontanati da madri

infette prima dell’assunzione colostro• È più verosimile però che l'infezione si contragga nel canale del parto, per

ingestione accidentale di sangue materno o attraverso la lambitura del capretto da parte della madre.

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• Trasmissione orale• Il secreto mammario (colostro e latte) è la via di trasmissione più frequente

• Più del 75% delle capre infette, contrae l'infezione nei primi giorni di vita, attraverso la via alimentare

• La pratica di alcuni allevatori di miscelare il colostro di più fattrici amplifica la diffusione del virus nell' allevamento

• Il latte infetto costituisce la modalità di trasmissione più frequente negli animali adulti

• Le femmine adulte infatti contraggono il virus per via mammaria ascendente

• Riflusso di latte infetto dalla mungitrice alla mammella

• Trasmissione venerea• Attraverso il liquido seminale di becchi infetti

• In genere il seme non risulta infettante• Cause patologiche (es.: orchiti, epididimiti, ecc.) possono determinare un

aumento di macrofagi e trasmettere la malattia (come sperimentalmente dimostrato in corso di Maedi degli ovini, in concomitanza di epididimiti dei montoni da infezione brucellare)

• Trasmissione iatrogena• Non è da escludere la trasmissione attraverso l'uso di aghi, siringhe,

apparecchi per tatuaggio non sostituiti o decontaminati

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Porta d’ingresso del virusvia orale

Localizzazione a SNC, Sinovie, etc

Lesioni all’encefalo

Lesioni alle articolazione

Viremia

Associata ai monociti

Patogenesi

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• Forma neurologica– Capretti di 2-4 mesi

– Zoppia, atassia e paralisi degli arti

– Incoordinazione dei movimenti del collo e degli arti

– Possibili sintomi respiratori per polmonite interstiziale

– Esito mortale

• Forma articolare– Soggetti di oltre un anno di

vita

– Sinovite e difficoltà della deambulazione

– Colpite le articolazioni carpo-metacarpica e femoro-tibio-rotulea

– Frequente il coinvolgimento della mammella

Sintomi e lesioni

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• Forma nervosa

• Colpisce di solito capretti di età inferiore a 6 mesi

• decorso afebbrile di qualche settimana,

• Si osserva debolezza, atassia, difficoltà locomotorie

• paralisi degli arti nelle fasi terminali

• encefalomielite con infiltrazione leucocitaria (edema e

manicotti perivascolari)

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• Forma articolare

• Colpisce soggetti adulti

• Progressivo ingrossamento delle articolazioni del carpo

• Difficoltà nella deambulazione e nella stazione quadrupedale

• intensa dolorabilità articolare

• Decubito sulle articolazioni carpali

• progressivo scadimento delle condizioni generali e cachessia

• Sinovite proliferativa, con protrusioni villari

• Aumento del liquido sinoviale di aspetto sieroso o sieroemorragico

• Depositi di fibrina nel lume articolare

• Erosioni della cartilagine articolare e anchilosi

• Polmonite interstiziale cronica

• Interessamento mammario

• Nei casi più lievi, si osserva asimmetria della mammella

• Nelle forme gravi mastite induritiva con perdita della funzionalità dell' organo

• Si osserva infiltrazione di elementi mononucleati a localizzazione periacinosa e periduttale

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Capra. Sezione sagittale dell’articolazione del carpo. Artrite in corso di infezione da virus dell’artrite-encefalite caprina

(CAEV).

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• Diagnosi clinica

– non presenta particolari difficoltà se la prevalenza dell'infezione

in allevamento è alta

• Non è raro trovare positività sierologica superiore al 90%

– Il 5-20% dei soggetti adulti presenta ingrossamento mono o bilaterale delle

articolari carpali o anomalie della mammella

– Diagnosi differenziale con micoplasmosi

– Difficoltosa con prevalenza dell'infezione inferiore al 20%

• Il lungo periodo di incubazione (da 1 a 6-7 anni) e la modalità di

trasmissione fanno si che quando cominciano i segni clinici nei primi

animali, il virus ha già contagiato gran parte dell' effettivo

Diagnosi

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• Diagnosi di laboratorio

– Indispensabile per i piani di eradicazione

– Disponibili AGID ed ELISA

• L’AGID presenta una buona specificità ma scarsa sensibilità (alto

numero di falsi negativi)

– applicabile in via preliminare per valutare la presenza o meno

dell'infezione in un allevamento

• L’ ELISA è dotato di buona sensibilità e specificità e consente di

svelare l'infezione dopo 3-4 settimane dal contagio

– Trova impiego in piani di eradicazione in molti paesi stranieri e, su base

volontaria, in alcuni allevamenti del nord d'Italia

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Profilassi

• Non è disponibile profilassi vaccinale

• La profilassi si basa sul risanamento dei greggi mediante

l’individuazione e l’eliminazione dei soggetti positivi

– Attuabile in condizioni di bassa prevalenza

– In allevamenti con alta prevalenza ci si orienta sulla creazione

di nuclei indenni a partire dalla progenie

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• Linee guida per il risanamento– Immediato allontanamento di soggetti con sintomi clinici (artrite, polmonite,

mastite) – Creazione di box per la progenie separato dagli animali infetti – Immediato allontanamento dei capretti alla nascita (evitando allattamento e

lambitura) – Alimentazione dei capretti con colostro e latte artificiale, oppure colostro e latte

bovino, o ancora colostro e latte di capra risanato mediante trattamento termico (56° per 60')

– Periodici screening sierologici a partire dal 2° mese sul nucleo di rimonta con immediato allontanamento dei soggetti positivi

– Utilizzo della progenie risanata per ricostituire l'effettivo del gregge

– Progressiva eliminazione dei soggetti adulti infetti

– Il gruppo di rimonta indenne non deve entrare in contatto con il gruppo dei

sieropositivi (mungitura, abbeverata, pascolo dovranno essere organizzati in

modo da evitare il passaggio dell'infezione)

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• Il gregge è considerato indenne quando

• l'ultimo soggetto infetto è stato eliminato

• l'effettivo è risultato negativo a un doppio controllo a distanza di 6 mesi

l'uno dall'altro

• Misure necessarie per prevenire l'introduzione della malattia

• I soggetti di nuova introduzione devono essere accompagnati da certificato

di indennità da AEC e provenire da allevamento indenne

• Controllo sierologico prima dell'introduzione e dopo 30 giorni di

quarantena, prima dell'unione al resto dell'effettivo

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ANEMIA INFETTIVA EQUINA

Malattia a decorso variabile, acuto o cronico,

caratterizzata da febbre intermittente,

anemia, deperimento progressivo ed

infezione persistente per tutta la vita dell’

animale

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Eziologia

Retrovirus del genere Lentivirus

La latenza è in correlazione all’integrazione del genoma

virale nella cellula ospite

Sono possibili variazioni antigeniche nel corso dell’infezione

Varianti del virus isolate in tempi successivi dallo stesso animale presentano

mutazioni a livello del gene envNon danno reazione crociata con

anticorpi precedentemente prodotti dallo stesso animale

Cellule bersaglio del virus sono rappresentate dai MACROFAGI

Il virus è emoagglutinante nei confronti di eritrociti di

cavia

Gli antigeni sono rappresentati dalla proteina capsidica p26 (Ac

diagnostici) e dalla glicoproteina dell’envelope gp90 (Ac neutralizzanti)

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• Lo spettro d’ospite in vivo coinvolge gli equidi in generale

• In vitro il virus replica su leucociti di cavallo e cellule di derma equino

Epidemiologia

• Trasmessa sperimentalmente mediante inoculazione di sangue, latte/colostro, seme,

urine

• Possibile la trasmissione per via transplacentare

• Il puledro può infettarsi per via orale, attraverso la suzione di colostro

• La trasmissione indiretta è possibile mediante sangue infetto, grazie alla presenza di

vettori passivi (tabanidi, zanzare, zecche, culicoidi)

• La trasmissione attraverso il sangue è più efficiente con titolo virale elevato, in

particolare nella fase acuta febbrile

• Trasmissione iatrogena, attraverso strumenti, attrezzi od altro materiale infetto

• Trasmissione per contatto diretto in condizioni di stretta coabitazione

• Trasmissione venerea in seguito al coito.

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Comparsa di una patologia da immunocomplessi

Replicazione nei

monociti/macrofagi

Penetrazione

L’attività patogena è di tipo immunomediato, essendo stata dimostrata una ipersensibilità di III tipo da immunocomplessi

Patogenesi

Gli immunocomplessi si depositano sulle membrane

glomerulari e nei piccoli vasi di altri tessuti, determinando

l'insorgere di glomerulonefrite ed alterazioni vasali;

L'attivazione del Complemento e dei neutrofili comporta

alterazioni vasali, aggregazione piastrinica, coagulazione

intravasale e disturbi di circolo

Risposta immunitaria di tipo umorale (Ac-p26, Ac-gp90).

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• L'anemia è dovuta al fatto che gli antigeni virali rilasciati a livello sanguigno

(solubili) aderiscono agli eritrociti

• Gli anticorpi si legano ai globuli rossi, attivando il complemento e

provocando emolisi (ipersensibilità citotossica di II tipo anticorpo

dipendente, complemento mediata)

• si parla pertanto di anemia emolitica immunomediata

• Come conseguenza dell'azione del virus sul midollo osseo si può verificare una

diminuita eritropoiesi, oltre a turbe del ricambio del ferro plasmatico

• Il carattere ricorrente della patologia si spiega con l’alta frequenza di drift

antigenici dell’envelope virale che genera nuove varianti non cross-reattive

• Ciò comporta una nuova produzione di anticorpi e l’innesco di una nuova

patologia immunomediata

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• Periodo d’incubazione di qualche settimana, di qualche mese, o

non manifestare mai sintomi di malattia

• Forma acuta– Febbre che dura 1-3 settimane, sudorazione, grave anemia, ittero,

petecchie a livello sotto linguale (un tempo ritenute patognomoniche)

– Congestione ed edema delle mucose oculocongiuntivali e nasali

– Scolo nasale, costipazione e diarrea con manifestazioni coliche

– Edema all’entrata di petto, addome, prepuzio, parti distali degli arti

– Grave sindrome renale con albuminuria

– Deperimento e morte in 2-3 settimane FINO U^

Sintomi e lesioni

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• Forma subacuta– Stessi sintomi della forma acuta ma con una intensità minore e intermittenza

variabile, in concomitanza di accessi febbrili ed apparente remissione– Gli attacchi possono ripetersi a distanza di settimane, mesi od anni, con un

andamento che va diradandosi nel tempo– L’animale può venire a morte durante una di queste riacutizzazioni– Si susseguono lunghi periodi di apparente benessere, interrotti da brevi rialzi

febbrili– Alcuni soggetti non manifestano sintomi, altri manifestano debolezza,

dimagramento, edemi

• Possibilità di una forma inapparente in soggetti portatori asintomatici

• Le lesioni sono caratterizzate da

• Emorragie su sierose e mucose, edemi

• Congestione splenica, splenomegalia ed epatomegalia, steatosi,

• Sangue chiaro, poco coagulabile

• Nella forma cronica prevalgono fenomeni iperplastici a carico di milza e

linfonodi

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Diagnosi

• Anatomoclinica

• presenta alcune difficoltà per la varietà e diversa gravità dei quadri clinici

• Sierologica

• Il test ufficiale (AGID o test di Coggins) rileva Ac diretti verso la p26

• Gli anticorpi si formano dalle 2 alle 8 settimane dopo l'infezione

• Rimangono rilevabili per tutta la vita

• Gli anticorpi colostrali interferiscono con la sierologia diagnostica per 6 mesi

• Virologica

• Si avvale della PCR a scopo di ricerca

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AGID

Test di Coggins

Pozzetto centrale: Ag

Pozzetti sull’asse verticale in alto ed in basso : Siero+referenza

Pozzetti laterali : 4 Sieri in esame

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Profilassi

• Identificazione degli animali infetti mediante test di Coggins e

successivo isolamento e abbattimento dei soggetti positivi

• Isolamento dei puledri nati da madri infette e loro controllo

sierologico

• controllo degli insetti vettori

• Precauzioni nelle manualità cruente sugli animali

• Non è attuabile un piano vaccinale

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Retroviridae nel gattoLeucemia Felina FeLV

Sarcoma felino FeSV

Genere Retrovirus tipo C dei mammiferi

Immunodeficienza felina

FIV

Genere Lentivirus

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Leucemia Felina (FeLV)

Retrovirus tipo C dei mammiferi – Virus del sarcoma felino (FeSV)

– Virus della leucemia felina (FeLV)

Eziologia

Malattia infettiva contagiosa del gatto letale responsabile di forme leucemiche e non tumorali. Determina immunodepressione e conseguente predisposizione a contrarre

altre malattie infettive, protozoarie e parassitarie

•FeLV FeSV possono essere presenti contemporaneamente nello stesso animale

•FeSV è “mutante difettivo” per un gene della cellula

ospite che viene integrato nel provirus FeLV

•FeSV contiene V-onc ed è capace di replicarsi solo in presenza di FeLV “helper”

•FeSV può causare tumori multicentrici a rapida evoluzione

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Antigenicità • Proteine dell’envelope

• gp70 - antigene maggiore (adsorbimento;Ac.neutralizzanti per virus extracellulare e Ag tossici

• p15E - antigene minore

• Proteine nucleocapsidiche • p10, p12, p15 e p27 (Antigene comune a tutti i FeLV:A;B;C)

• Antigene FOCMA (Feline Oncovirus Cell Membrane Associated)• È presente sulla membrana di cellule infette trasformate

• Virus labile nell’ambiente• Non resiste all’azione di detergenti e disinfettanti• Inattivato rapidamente a 56°C ed essiccamento

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Spettro d’ospite

SPERIMENTALE

FeLVA solo su colture cellulari feline come ad esempio:

FL74 cellule in linea continua originate da Linfoblasti di gatto

FeLVB e FeLVC anche su cellule di cane,uomo,scimmia, ecc.

FeSV(in presenza di FeLV “helper”) replica su :

fibroblasti di diversa origine animale determinando la comparsa di Ag FOCMA(Feline Oncovirus Cell

Membrane Associated)

NATURALE

Gatto domestico

Gatto selvatico

Leopardo?

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Prevalenza maggiore si riscontra tra i gatti domestici che vivono in colonia o che hanno maggiori possibilità di contatto con altri gatti, ad esempio quelli che

vivono nelle aree urbane rispetto a quelli isolati in ambienti rurali

Epidemiologia

Maggior rischio corrono i gatti che vivono in collettività (allevamenti, gattili) rispetto ai gatti che vivono in casa

Si riscontra prevalentemente in gatti pregiati (allevamento-selezione-consanguineità) e in soggetti maschi (allevamenti e

gattili). Più predisposti all’infezione i soggetti giovani

Non c’è rischio di contagio negli ambulatori veterinari se non c’è contatto diretto con un gatto che elimina virus o per via iatrogena

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Modalità di TrasmissionePer via verticale :

Transplacentare

Colostro-Latte di madre viremica

Per via orizzontale :

Tramite Prodotti Morbosi quali:

urina-feci

saliva

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• Contagio diretto tramite saliva infetta :• Leccamento

• Morsicatura

• Contagio indiretto tramite saliva infetta :Ciotole

• Trasfusioni sangue (screening sierologici, donatori)

• Insetti e ectoparassiti ematofagi

• Per via venerea?

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Patogenesi

• Penetrazione per via oro-faringea

• Replicazione nei linfonodi regionali • Viremia con diffusione negli organi linfoidi (milza,

linfonodi, placche di Peyer)

Animali “Regressor”

Attiva produzione di Ac.Neutralizzanti

Blocco dell’infezione

Nel 40% dei casi

Animali “Progressor”

Viremia persistente di origine midollare

Infezione permanente

Escretori di virus

30% dei casiPortatori Asintomatici-eliminatori di

virus

A rischio di complicazioni e/o riacutizzazione

30% dei casi

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Animali “Progressor”

• Localizzazione del virus su diversi epiteli

• apparato respiratorio

• apparato digerente

• apparato urinario

• Durata dell’infezione persistente: 24-42 giorni

• CORRETTO FQ

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Tipi d’infezione

• Efficace risposta immunitaria • Infezione non progredisce

• Immunità per periodo di tempo variabile

• Infezione persistente • Eliminazione virus con saliva ed altri prodotti morbosi

• No risposta immunitaria / no inf. Persistente • Nascosto nel midollo osseo per 30 mesi

• Eliminazione del virus o infezione persistente

• Infezione latente o sequestro • Raramente contagiosi e non sviluppano malattia

• Sieronegativi

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Sintomi

• Il quadro più frequente è FAIDS • correlato a immunodepressione sui linfociti T • frequente concomitanza con H. felis

• Sindromi anemiche di tipo ipo-aplastico • astenia • dimagramento • pallore mucose apparenti • predisposizione infezioni secondarie • predisposizione sindromi emorragiche

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• Comparsa di atrofia timica

• elevata mortalità nei giovani

• preludio di forme linfosarcomatose

• Coinvolgimento apparato genitale

• aborto

• mortalità embrionale

• cuccioli scarsamente vitali

• endometriti

• Apparato urinario

• insufficienza renale cronica

• proteinuria

• uremia

• glomerulonefrite da immunocomplessi

• Iridociclite da immunocomplessi

• Sindromi nervose

• cecità, atassia, paresi

• Patologie neoplastiche midollari e linfatiche

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• Leucosi linfatiche monocentriche • leucosi timica (compressione: disfagia, rigurgito)

• leucosi alimentare con sede intestinale primaria

• aumento volume reni

• turbe circolatorie (edemi, versamenti pleurici e addominali)

• Insorgenza di neoplasie ematologiche senza lesioni anatomiche • Leucemia vera con aumento delle cellule linfoidi circolanti (fino a

120.000mm3)

– Leucosi linfatiche multicentriche • adenomegalia generalizzata sistemica

• linfonodi di circa 2-3 cm

• anoressia

• dimagramento

• interessamento rene e fegato

• diarrea

• ulcerazioni intestinali per infiltrazioni della parete

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• Nei gatti sotto i 4 mesi di età minore risposta immunitaria –

maggiore suscettibilità

• Capacità di indurre malattie associate

• Malattie degenerative: anemia, epatite, enterite, disturbi riproduttivi

• Malattie cancerose: linfosarcoma – leucemia

• Immunosoppressione

• Malattie collegate all’organo coinvolto:

• Infezioni respiratorie croniche

• Gengiviti e stomatiti croniche

• Peritonite infettiva

• Difficoltà di cicatrizzazione delle ferite

• Ascessi

• Infezioni croniche generalizzate

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Palpazione dei linfonodi

Sottomandibolari Prescapolari Ascellari

Inguinali Poplitei

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Anisocoriasi sx Lesione cronica non cicatrizzata sulla zampa anteriore

Diminuzione WBC e RBC

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Linfonodo popliteo: tumore maligno

Tumore del piccolo intestino

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Diagnosi

• ELISA (screening)

• IFA (conferma)

• La vaccinazione non interferisce

• ricerca antigene non anticorpi

• Test su neonati

• no interferenza con Ab materni

• ELISA eseguibile in ambulatorio su sangue • Lacrime o saliva non eseguibile (poco attendibile)

• ELISA + confermare con IFA in laboratorio

• Possibili discordanze fra i due tests

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ELISA test

FeLV positivoFeLV e FIV positivo FIV positivo

Negativo

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• Gatto + FeLV può vivere per mesi o anni • Eutanasia va decisa dal veterinario. In molti casi buona

qualità di vita • Possibili fonti di contagio: proibire il contatto con altri

gatti e la libera uscita • Proteggere il gatto da altre malattie correlate

• Assicurare buona nutrizione • Ridurre ogni stress • Controllo dei parassiti • Precoce e aggressivo trattamento di ogni sintomo • NESSUNA CURA O TRATTAMENTO

Profilassi

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Vaccinazione Somministrare a 9 settimane, richiamo dopo 2-4 settimane,

ulteriore richiamo dopo 4 settimane, richiamo annuale.

Terapia

• Farmaci anti-virali • AZT: efficace ma troppi effetti collaterali

• Farmaci che stimolano il sis. immunitario • Interferon per os senza effetti collaterali • Associare AZT e interferon o altri immunostimolanti

• Altri farmaci anti-AIDS • Malattia cancerosa

• Chemioterapia – sopravvivenza media 6 mesi

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• Antibiotici • Tetracicline se presente Haemobartonella felis

• Immunostimolanti

• Cortisone • Prednisone favorisce diminuzione tumori

• Vitamine del gruppo B

• Fluidi reidratanti

• Ormone eritropoietina anti anemia • possibile formazione anticorpi anti-eritropietina

• Trasfusione di sangue

• Stimolatori appetito • (Cyproheptadine)

• Steroidi anabolizzanti • antianemici, stimolatori appetito

• Mantenere un ambiente caldo

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Immunodeficienza felina (FIV)

• Primo caso nel 1986 in California con gatti che presentavano

malattia simile all’AIDS

• Presenza di anticorpi in tutto il mondo

• Italia inclusa

• Origine incerta

• esclusa derivazione da altri Lentivirus

• Stretta associazione con FeSV

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Eziologia

• Genere Lentivirus• FIV - Feline Immunodeficiency Virus

• Molto simile agli altri Lentivirus• Core costituito da 3 proteine

• p24, p15, p10

• Envelope, a doppio strato lipidico, formato da • proteina interna p18

• glicoproteina transmembrana gp41

• glicoproteina di superficie gp20

• responsabile adsorbimento

• Trascrittasi inversa p54

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• Isolato da gatti domestici

• Anticorpi riscontrati in felidi selvatici • Leone, tigre, giaguaro, lince rossa ed altri

• Replica esclusivamente su • Linfociti T

• Macrofagi

• Cellule nervose di gatto • stimolate con mitogeni

Antigenicità

• Nessuna correlazione con • FeLV, LEB, HIV, CAEV, Visna-Maedi

• Reazioni crociate con • FeSV e Virus Anemia Infettiva Equina

• Non è stata osservata “deriva antigenica” come in HIV

• Elude difese immunitarie

• Persiste in forma latente nei macrofagi

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Epidemiologia

• Maschi molto più suscettibili femmine

• Meno comune nei gatti domestici e in aree rurali con bassa densità

• Giappone – molti gatti liberi – 3 volte più diffuso che in USA

• Aumenta con l’età – 5-8 anni

• Infezione non evidente per molti anni

• Molti soggetti sieropositivi restano sani x anni

• Dopo 4/6 settimane declino globuli bianchi e aumento volume linfonodi

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Modalità di trasmissione

• Virus infettante nella saliva e nelle cellule infiammatorie di

lesioni gengivali

• Trasmissione per inoculazione di sangue o saliva con il morso

o con aghi non sterili

• Non dimostrata la trasmissione venerea, transplacentare o con

il latte

• Gatti sieropositivi sono una riserva di virus per possibile

viremia persistente

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Patogenesi

• Cellule bersaglio

• Linfociti T

• Macrofagi peritoneali

• Macrofagi del liquido cerebrospinale

• Astrociti

• in tali cellule si integra al DNA come provirus

• Infezione prevalente nei Linfociti T con antigene di membrana

CD4+ e CD8+

• Linfociti B non subiscono alterazioni

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• Diminuzione progressiva dei CD4+ e CD8+

• Alterazione meccanismo di attivazione e regolazione del sistema

immunitario

• Comparsa di immunodeficienza

• Gli anticorpi compaiono dopo 2-4 settimane

• in alcuni casi dopo 1 anno

• Persistono a titoli elevati fino alla fase di immunodeficienza

(circa 7 anni)

• Coesistenza di anticorpi e virus

• Caduta delle difese immunitarie

• Infezioni secondarie

• Morte

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Sintomi

• 5 stadi clinici 1. acuto

2. asintomatico

3. linfoadenopatia persistente generalizzata LPG

4. complesso AIDS-correlato ARC

5. FAIDS

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I stadio: acuto

• Stadio iniziale

• Febbre di lieve entità

• Neutropenia e lieve leucopenia persistente x 2-4 settimane

• Linfadenopatia generalizzata protratta x 2-9 mesi

• Anemia

• Diarrea

• Remissione della fase clinica

• Leucopenia assoluta

• Mortalità bassa

• Guarigione apparente

• Animali portatori per tutta la vita

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II stadio asintomatico

• Lungo periodo clinicamente silente

• possibile isolamento del virus dal sangue

• Durata estremamente variabile

• Alterazioni immunologiche

• riduzione assoluta e relativa di CD4+ circolanti

• diminuzione rapporto CD4+/CD8+

• soppressione risposta anticorpale T-dipendente

• ipergammaglobulinemia

• Comparsa di tali alterazioni entro 18-24 mesi

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III stadio LPG

• Caratterizzato da sintomi vaghi di malattia

• febbre ricorrente

• leucopenia

• linfadenopatia

• anemia

• depressione del sensorio

• anoressia, perdita peso e alterazioni comportamento

• Insorgenza infezioni secondarie e opportuniste

• 40% dei soggetti è sottoposto a visita veterinaria

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IV stadio ARC• Interessa circa il 50% dei soggetti con FIV

• Infezioni secondarie in 1 o più organi

• Dimagramento (20%)

• Alterazione crasi ematica (30%)

• Linfadenopatia generalizzata

• Infezioni croniche progressive cavo orale • gengiviti, periodontiti, stomatiti, ulcere

• Età media dei soggetti colpiti 10 anni

• Stadio generale di malattia peggiora nell’arco di mesi o anni

• Mortalità variabile dal 15 al 50%

• Sopravvivenza non correlata all’età

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Gengivite

• Vestibolite

• Polmonite

• Congiuntivite

• Disturbi gastro-enterici • dolori addominali

• diarrea cronica intermittente

• enterite cronica

• Infezioni batteriche tratto urinario

• Lesioni cutanee • dermatiti batteriche

• ascessi cronici • complicate da rogna demodettica

o notoedrica

• Disturbi neurologici

• Disturbi oculari

• Alterata reattività immunitaria

• Neoplasie

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V stadio FAIDS

• Interessa circa il 10% dei soggetti • Perdita di peso • Anemia • Leucopenia • Infezioni multiple

• Calicivirus, FeLV, Herpesvirus, Toxoplasma, Candida, Mycobacterium, Haemobartonella, Streptococcus, ecc.

• Periodo di sopravvivenza 1-6 mesi

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Diagnosi

Clinica di sospetto • Infiammazione cronica della bocca e dei denti

• Anemia e leucopenia

• Diarrea cronica

• Polmoniti

• Malattie cutanee

• Infezione dei seni nasali e degli occhi

• Problemi neurologici

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• Ricerca degli anticorpi nel sangue ELISA • Presenza anticorpi = presenza virus • Risultati negativi in fase precoce d’infezione • Eseguire test prima di introdurre un gatto in casa • Eseguire il test nuovamente dopo 6 mesi • Polymerase Chain Reaction • Isolamento del virus dal sangue (1, 4, 5 stadio)

Gattini sotto i 6 mesi di età possono presentare anticorpi materni senza essere infetti

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Terapia

• Antibiotici ad ampio spettro • Terapia reidratante e nutritiva • Farmaci antivirali • Gatti in fase terminale: soppressione

Corticosteroidi per complicanze di natura autoimmuni (trombocitopenia,

poliartrite)

Applicazione topica di lattoferrina bovina per le stomatiti resistenti ad

antibiotici

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Profilassi

• Riduzione dei randagi

• Castrazione maschi

• Isolare gli animali infetti

• Esecuzione programmi di vaccinazione

• Alimenti di elevata qualità

• Riduzione stress