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1 PERCORSO B Proprietà e altri diritti reali 1 Il potere del proprietario di opporsi all’accesso degli estranei Esclusione dei terzi che vogliano cacciare o pescare Il proprietario (e chiunque abbia il godimento o l’uso del fondo: usufruttuario, enfiteuta, conduttore) può opporsi all’ingresso sul proprio fondo di terzi per l’esercizio della caccia (art. 842 c.c.), qualora il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge sulla caccia o vi siano colture in atto suscettibili di danno, nonché, in ogni caso, quando i terzi siano sprovvisti dell’apposita licenza di caccia. Il proprietario, inoltre, può sempre opporsi all’ingresso, sul proprio fondo, da parte di terzi per l’esercizio della pesca; tale consenso, peraltro, è necessario anche per l’attraversamento di un fondo rivierasco al fine di esercitare la pesca in acque pubbliche. Il diritto di accesso dei terzi Invece, il proprietario non può impedire l’accesso al fondo: — a chi ha un diritto di servitù di passaggio (art. 1051 c.c.); — se è necessario per costruire o riparare un muro o un’altra opera del vicino o comune (art. 843, co. 1, c.c.). Questa disposizione si spiega con l’esigenza di limitare il potere del proprietario di vietare l’ac- cesso al proprio fondo soltanto in presenza di un apprezzabile motivo. Se l’accesso cagiona un danno, al proprietario del fondo è dovuta un’adeguata indennità (si tratta, precisamente, di un’indennità da atto lecito dannoso. Il diritto di accesso non è subordinato al consenso del proprietario, con la conseguenza che il terzo può accedere al fondo altrui anche contro la volontà del proprietario. Se il dissenso del proprietario non è giustificato (manca, cioè, un apprezzabile motivo a negare l’accesso), il comportamento del proprietario è illecito e comporta, quindi, l’obbligo di risarcire il danno al terzo (ex art. 2043 c.c.). Il proprietario, ovviamente, dovrà attivarsi per consentire l’accesso del terzo al fondo (ad es., aprendo i cancelli) e il compimento delle attività necessarie (ad es., consentire il deposito dei materiali neces- sari per la costruzione). Il comma 1 dell’art. 843 c.c. precisa, però, che l’accesso al fondo deve esse- re consentito al terzo, per costruire o riparare un muro o altre opere, soltanto qualora ne venga rico- nosciuta, dal proprietario, la necessità. Ciò non significa che il terzo resti esposto all’arbitrio e ai capricci del proprietario, ma che, valutata l’obiettiva necessità delle opere, il proprietario deve con- sentire l’accesso; — a chi vuole riprendere la cosa sua che vi si trova accidentalmente o l’animale che vi si è riparato sfug- gendo alla custodia. Anche in questo caso il terzo può accedere al fondo senza il consenso del proprie- tario, il quale tuttavia può impedire l’ingresso del terzo consegnando la cosa o l’animale (art. 843, co. 3, c.c.). In questa ipotesi generale rientrano anche altre fattispecie, quali la raccolta dei frutti caduti sul fondo altrui, qualora appartengano, in base agli usi locali, al proprietario dell’albero dal quale sono caduti (art. 896, co. 3, c.c.); l’inseguimento sul fondo altrui degli sciami d’api e degli animali mansue- fatti (artt. 924 e 925 c.c.). In particolare: a) il proprietario di sciami di api ha diritto di inseguirli sul fondo altrui, ma deve un’indennità in caso di danni cagionati al fondo (non deve, invece, alcun risarcimento in quanto la sua attività, anche se produttiva di danno, è lecita); se non li ha inseguiti entro due giorni o ha cessato di inseguirli per almeno due giorni, il proprietario del fondo nel quale lo sciame d’api si è stabilito ne diventa pro- prietario; b) gli animali mansuefatti possono essere inseguiti dal proprietario nel fondo altrui, salvo il diritto del proprietario del fondo a un’indennità per il danno. Essi appartengono a chi se ne è impossessato, se non sono reclamati entro venti giorni da quando il proprietario ha avuto conoscenza del luogo dove si trovano. Le fattispecie considerate dal codice civile riguardano, com’è evidente, conflitti di vicinato tipici di un’eco- nomia rurale. Occorre chiedersi, allora, qual è la disciplina applicabile in presenza di altre utilizzazioni

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1percorso B • Proprietà e altri diritti reali

1 Ilpoteredelproprietariodiopporsiall’accessodegliestranei

Esclusione dei terzi che vogliano cacciare o pescareIl proprietario (e chiunque abbia il godimento o l’uso del fondo: usufruttuario, enfiteuta, conduttore) può opporsi all’ingresso sul proprio fondo di terzi per l’esercizio della caccia (art. 842 c.c.), qualora il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge sulla caccia o vi siano colture in atto suscettibili di danno, nonché, in ogni caso, quando i terzi siano sprovvisti dell’apposita licenza di caccia.Il proprietario, inoltre, può sempre opporsi all’ingresso, sul proprio fondo, da parte di terzi per l’esercizio della pesca; tale consenso, peraltro, è necessario anche per l’attraversamento di un fondo rivierasco al fine di esercitare la pesca in acque pubbliche.

Il diritto di accesso dei terziInvece, il proprietario non può impedire l’accesso al fondo:

— a chi ha un diritto di servitù di passaggio (art. 1051 c.c.);— se è necessario per costruire o riparare un muro o un’altra opera del vicino o comune (art. 843, co. 1,

c.c.). Questa disposizione si spiega con l’esigenza di limitare il potere del proprietario di vietare l’ac-cesso al proprio fondo soltanto in presenza di un apprezzabile motivo. Se l’accesso cagiona un danno, al proprietario del fondo è dovuta un’adeguata indennità (si tratta, precisamente, di un’indennità da atto lecito dannoso.

Il diritto di accesso non è subordinato al consenso del proprietario, con la conseguenza che il terzo può accedere al fondo altrui anche contro la volontà del proprietario. Se il dissenso del proprietario non è giustificato (manca, cioè, un apprezzabile motivo a negare l’accesso), il comportamento del proprietario è illecito e comporta, quindi, l’obbligo di risarcire il danno al terzo (ex art. 2043 c.c.). Il proprietario, ovviamente, dovrà attivarsi per consentire l’accesso del terzo al fondo (ad es., aprendo i cancelli) e il compimento delle attività necessarie (ad es., consentire il deposito dei materiali neces-sari per la costruzione). Il comma 1 dell’art. 843 c.c. precisa, però, che l’accesso al fondo deve esse-re consentito al terzo, per costruire o riparare un muro o altre opere, soltanto qualora ne venga rico-nosciuta, dal proprietario, la necessità. Ciò non significa che il terzo resti esposto all’arbitrio e ai capricci del proprietario, ma che, valutata l’obiettiva necessità delle opere, il proprietario deve con-sentire l’accesso;

— a chi vuole riprendere la cosa sua che vi si trova accidentalmente o l’animale che vi si è riparato sfug-gendo alla custodia. Anche in questo caso il terzo può accedere al fondo senza il consenso del proprie-tario, il quale tuttavia può impedire l’ingresso del terzo consegnando la cosa o l’animale (art. 843, co. 3, c.c.). In questa ipotesi generale rientrano anche altre fattispecie, quali la raccolta dei frutti caduti sul fondo altrui, qualora appartengano, in base agli usi locali, al proprietario dell’albero dal quale sono caduti (art. 896, co. 3, c.c.); l’inseguimento sul fondo altrui degli sciami d’api e degli animali mansue-fatti (artt. 924 e 925 c.c.).

In particolare:

a) il proprietario di sciami di api ha diritto di inseguirli sul fondo altrui, ma deve un’indennità in caso di danni cagionati al fondo (non deve, invece, alcun risarcimento in quanto la sua attività, anche se produttiva di danno, è lecita); se non li ha inseguiti entro due giorni o ha cessato di inseguirli per almeno due giorni, il proprietario del fondo nel quale lo sciame d’api si è stabilito ne diventa pro-prietario;

b) gli animali mansuefatti possono essere inseguiti dal proprietario nel fondo altrui, salvo il diritto del proprietario del fondo a un’indennità per il danno. Essi appartengono a chi se ne è impossessato, se non sono reclamati entro venti giorni da quando il proprietario ha avuto conoscenza del luogo dove si trovano.

Le fattispecie considerate dal codice civile riguardano, com’è evidente, conflitti di vicinato tipici di un’eco-nomia rurale. Occorre chiedersi, allora, qual è la disciplina applicabile in presenza di altre utilizzazioni

2 percorso B • Proprietà e altri diritti reali

del bene da parte di terzi, come ad es. l’accesso al fondo per la raccolta di fiori, per l’esercizio dell’attivi-tà sciistica, per escursioni turistiche ecc.In queste ipotesi non può ritenersi che il diritto del proprietario di escludere l’accesso al fondo prevalga in ogni caso, ma occorre effettuare, caso per caso, un bilanciamento degli interessi in conflitto (quello del proprietario e quello dei terzi) e valutare se il rifiuto del proprietario di consentire l’accesso al fondo sia giustificato oppure no, anche alla luce dei principi generali ricavabili, ad es., dall’art. 42 Cost. (funzione sociale della proprietà) e dall’art. 833 c.c. (divieto degli atti emulativi).

2 IdirittirealidigaranziaI diritti reali di garanzia assicurano al creditore la possibilità di sottoporre ad esecuzione forzata un bene del debitore o del terzo, vincolato a tale scopo, con preferenza rispetto ad altri eventuali creditori.

I diritti reali di garanzia comprendono il pegno e l’ipoteca che, in quanto diritti reali, presentano i seguen-ti requisiti:

— l’immediatezza: per il loro esercizio non occorre la coope-razione di alcun soggetto, dato che la relazione tra creditore e cosa sottoposta al vincolo è immediata;

— l’assolutezza: sono opponibili erga omnes (nei confronti di tutti);

— il diritto di sequela (di seguire, cioè, il bene) nel senso che il creditore ha il potere di procedere ad esecuzione forzata sul bene anche nei confronti del terzo acquirente.

L’esistenza del diritto di garanzia, quindi, non impedisce al debitore di alienare il bene su cui insiste la garanzia ma evita che dall’eventuale alienazione possa derivare un dan-no al creditore.

Il pegno e l’ipoteca presentano le seguenti caratteristiche comuni:

— accessorietà: se manca o si estingue l’obbligazione garanti-ta viene meno o si estingue anche la garanzia;

— specialità: il pegno e l’ipoteca si costituiscono soltanto su beni determinati (il privilegio, invece, può essere generale, cioè applicabile a tutti i beni mobili del debitore);

— indivisibilità: il diritto di pegno o di ipoteca si estende sull’in-tero bene che ne è oggetto e sulle sue parti, a garanzia dell’intero credito e di ogni parte di esso;

— determinatezza: la garanzia viene costituita e svolge la sua funzione soltanto per determinati crediti.

Pegno ed ipoteca si differenziano in quanto:

— il pegno ha per oggetto beni mobili; l’ipoteca beni immobili, diritti reali immobiliari o beni mobili regi-strati e rendite dello Stato;

— con il pegno si trasferisce materialmente il bene al creditore, sottraendone il godimento al proprietario; invece, il bene oggetto di ipoteca rimane in godimento del proprietario, poiché il diritto di garanzia si costituisce mediante iscrizione in pubblici registri.

Il pegnoIl pegno (art. 2784) è un diritto reale di garanzia su beni mobili, che si costituisce con la consegna ma-teriale della cosa ed attribuisce al creditore medesimo, in caso di inadempimento, la facoltà di far ven-dere la cosa, anche se passata in proprietà di terzi, per soddisfare il proprio credito a preferenza di altri creditori.

inpratica

Così, ad esempio, nell’ipotesi in cui Francesco, debito-re di Paola, vende a Luigi il proprio terreno sul quale aveva precedentemente concesso ipoteca a favore di Paola, l’ipoteca attribuisce a quest’ultima il diritto di espropriare il bene vincolato a garanzia del suo credito e di essere soddisfatta prima degli altri creditori sul prezzo anche se il bene è passato in proprietà di Luigi.

inpratica

Se ad esempio Francesco successivamente alla con-cessione di ipoteca sul terreno di sua proprietà a favo-re di una banca a garanzia di un finanziamento da questa accordatagli, costruisce su detto terreno una villetta, l’ipoteca originaria si estende alla costruzione medesima.

3percorso B • Proprietà e altri diritti reali

Oggetto di pegno possono essere i beni mobili, le universalità di mobili, i crediti e altri diritti aventi per oggetto beni mobili.Il pegno si costituisce mediante contratto.Il contratto di costituzione è stipulato fra il proprietario della cosa che prende il nome di costituente, e può essere il debitore stesso o un terzo che presta garanzia per lui, e il creditore, che prende il nome di creditore pignoratizio.È un contratto reale, poiché si perfeziona con la consegna al creditore della cosa o del documento che conferisce l’esclusiva disponibilità della cosa. La consegna della cosa e lo spossessamento del debitore assolve ad una funzione di pubblicità poiché rende impossibile per il debitore l’alienazione del bene a terzi senza dichiarare l’esistenza della garanzia.Il contratto, ai sensi dell’art. 2787, deve inoltre risultare da una scrittura avente data certa se il credito garantito superi la somma di euro 2,58 euro (lire cinquemila).

La costituzione del pegno produce i seguenti effetti:

— il creditore acquista il possesso della cosa.

In particolare la legge gli attribuisce una limitata facoltà di godimento in quanto:

— può ritenere i frutti, imputandoli prima alle spese, poi agli interessi e, quindi, al capitale (art. 2791);

— tuttavia, non può usare la cosa a meno che non vi sia il consenso del debitore. Non può compiere atti di dispo-sizione della cosa. Egli, comunque, ha un diritto di riten-zione della cosa fino all’integrale pagamento delle somme dovute, ma, di converso, ha l’obbligo di custodire la cosa nello stato in cui si trovava al momento della costituzione del pegno (artt. 2792-2793).

Alla scadenza dell’obbligazione, se il debitore adempie, il pegno si estingue e la cosa che ne è oggetto deve essere restituita al proprietario. L’art. 2799 stabilisce che il pegno è indivisibile: esso continua a garantire il credito finché non sia integralmente soddisfatto. L’effetto più saliente e caratteristico è l’attribuzione al creditore del diritto di prelazione: se il debitore non adempie, infatti, il creditore può far vendere la cosa, secondo le modalità dei pubblici incanti, ed ha diritto di conseguire il pagamento, con preferenza rispetto agli altri creditori, sul prezzo ricavato dalla vendita (artt. 2796-2797); il creditore può anche domandare al giudice l’asse-

gnazione in pagamento del bene pignorato, fino alla concorrenza del credito. In tal caso la cosa viene stimata dal giudice, a meno che non abbia un prezzo di mercato (art. 2798).

inpratica

Francesco vanta un credito di 500 euro nei confronti di Michele. A garanzia di tale credito Michele dà in pegno a Francesco dieci preziosi dischi in vinile. Prima del termine pattuito per la restituzione della somma Michele adempie metà del debito, tuttavia non può chiedere la restituzione di parte dei dischi finché non ha integralmente adempiuto.

Cose fungibili: sono le cose identiche le une alle altre e quindi si valutano come equivalenti per utilità e valore (es. denaro, grano). Infungibili sono quelle cose che non possono essere indifferentemente sostituite con altre.

Il deposito cauzionale consiste nella consegna di una somma di denaro allo scopo di garantire un’obbligazione, perciò tale somma va restituita se l’obbligazione è adempiuta.

ilcavillo

Il pegno irregolareSi ha il pegno irregolare quando il diritto di garanzia ha ad oggetto delle cose fungibili, che passano in proprietà del creditore; di conseguen-za il creditore non è tenuto a conservare le stesse cose e, all’estinzione dell’obbligazione, a restituire le cose stesse ricevute, bensì altrettante cose dello stesso genere (ne sono esempio i cosiddetti depositi cauzionali).

4 percorso B • Proprietà e altri diritti reali

L’ipotecaL’ipoteca (art. 2808) è un diritto reale di garanzia su beni immobili o mobili registrati, che si costituisce mediante iscrizione nei pubblici registri e attribuisce al creditore, in caso di inadempimento, la facoltà di espropriare il bene, anche se passato in proprietà di terzi, per soddisfare il proprio credito con preferenza rispetto agli altri creditori.Possono formare oggetto di ipoteca: i beni immobili con le loro pertinenze, i beni mobili registrati (aeromobi-li, navi, autoveicoli), l’usufrutto dei beni immobili, escluso l’usufrutto legale dei genitori; il diritto di superficie, il diritto dell’enfiteuta e del concedente sul fondo enfiteutico e le rendite nominative dello Stato (art. 2810).

Caratteristiche dell’ipoteca sono:

— la accessorietà, poiché se manca o si estingue l’obbligazione garantita viene meno o si estingue anche la garanzia;

— la pubblicità, in quanto l’ipoteca non esiste finché non è iscritta nei pubblici registri;— la specialità, in quanto l’ipoteca non può essere costituita se non sopra beni determinati (non sono

ammesse ipoteche generali);— la indivisibilità, in quanto l’ipoteca sussiste per intero sopra tutti i beni vincolati, sopra ciascuno di essi

e sopra ogni loro parte (art. 2809).

In relazione alla fonte che dà diritto al creditore di iscrivere un’ipoteca, questa può essere di tre specie: legale, giudiziale e volontaria. L’ipoteca legale (art. 2817) si ha quando il potere di iscrivere è dato al creditore direttamente dalla legge, senza quindi che occorra il concorso della volontà del debitore. Ad es. il codice civile prevede che chi vende beni immobili a garanzia di quanto gli spetta per l’atto di alienazione ha titolo per l’iscrizione di ipoteca sui beni alienati (ipoteca dell’alienante).

L’ipoteca giudiziale è quella che il creditore può iscrivere sui beni del debitore quando il suo credito sia stato accertato da sentenza o da altro provvedimento del giudice al quale la legge attribuisca tale effetto (ad esempio, un decreto di ingiunzione). Il titolo per la iscrizione, in questo caso, è il provvedimento giudiziale e non ha alcuna rilevanza la volontà del debitore (art. 2818).L’ipoteca volontaria nasce da un contratto fra il creditore e il proprietario del bene, o anche da una dichiarazione unilaterale di quest’ultimo (art. 2821). Come nel pegno, proprietario del bene dato in garanzia può essere il debitore stesso o un terzo (terzo datore d’ipoteca) (art. 2808).

Effetti dell’ipotecaRispetto al creditore ipotecario, i principali effetti dell’ipoteca si producono nell’ipotesi di inadempimento dell’obbligazione garantita e consistono nella fa-coltà del creditore di soddisfare il proprio credito mediante espropriazione del bene ipotecato. Ricordiamo, infatti, che il creditore non può appropriarsi del bene ma deve promuovere un procedimento di esecuzione forzata che comporta la vendita all’incanto del bene ipotecato e la realizzazione del suo valore. Sul prez-zo ricavato dalla vendita il creditore ipotecario ha prelazione nei confronti dei creditori chirografari; se vi sono più creditori aventi ipoteca sullo stesso bene, il grado della ipoteca determina l’ordine delle prelazioni. I creditori che hanno privilegio speciale sui beni immobili sono preferiti ai cre-ditori ipotecari, se la legge non dispone diversamente (art. 2748). In caso di insufficiente realizzo il creditore ipotecario può agire sugli altri beni del debitore, in concorso con i creditori chirografari.La garanzia ipotecaria può essere fatta valere tanto se il bene ipotecato si trova ancora nel patrimonio del debitore (o del terzo datore d’ipoteca), quanto se è

inpratica

Ad esempio, Luigi cita in giudizio Umberto, sostenendo che questi non gli ha più restituito gli 11.000 euro che gli aveva prestato. Se il giudice, dando ragione a Luigi, condanna Umberto al pagamento degli 11.000 più i 1.500 euro per gli interessi e per le spese processuali, Luigi potrà iscrivere ipoteca sulla casa di proprietà di Umberto (senza che questi possa impedirlo), per il credito di 11.500 euro, così come disposto dal giudice.

Vendita all’incanto: consiste in una pubblica gara fra più offerenti. Per stabilire chi si aggiudica il bene era utilizzato il sistema della candela ver-gine: dopo ciascuna offerta si accende-vano successivamente fino a tre can-dele e se non era fatta una maggiore offerta prima che fosse spenta la terza candela l’immobile era aggiudicato al migliore offerente. La L. 302/1998 ha eliminato questo criterio anacronistico stabilendo che allorché siano trascorsi tre minuti dall’ultima offerta senza che ne segua un’altra maggiore, l’immobi-le è aggiudicato all’ultimo offerente.

Creditori chirografari: sono quelli che non sono muniti di una causa di prelazione e quindi possono contare solo sulla garanzia generica rappre-sentata dal patrimonio del debitore.

5percorso B • Proprietà e altri diritti reali

passato in proprietà di altri, non obbligati personalmente a soddisfare il credito ipotecario (terzo acquiren-te); l’ipoteca, infatti, è (come il pegno) un diritto reale e come tale segue il bene, cioè attribui sce al suo ti-tolare il cosiddetto diritto di sequela.

3 Eempio di regolamento per la disciplina dell’usocivicodimaterialelegnatico

Comune di TitoProvincia di Potenza

Deliberazione del Consiglio Comunale

N. 36 di Reg. Oggetto Approvazione nuovo Regolamento uso civico legnatico.

L’anno duemiladieci del giorno ventisei del mese di novembre alle ore 11,00 nella sala delle adunanze del Comune, a seguito di regolare avviso scritto, notificato a ciascun consigliere nei modi e termini di legge, si è riunito il Consiglio comunale in sessione ordinaria, seduta di prima convocazione, nelle persone dei Signori:

1. Scavone Pasquale - Sindaco 10. Genovese Nicola

2. Fermo Carlo 11. Salvia Rocco

3. Santarsiero Fausto 12. Moscarelli Marianna

4. Laurino Antonio 13. Gatta Antonio

5. Romano Antonio 14. Iummati Michele

6. Salvia Lucia T. 15. Giuzio Antonietta

7. Luongo Giuseppe 16. Meliante Antonio

8. Salvia Serena 17.Petrecca Giuseppe

9. Santopietro Pasquale

Assume la Presidenza la Dott.ssa Serena Salvia nella sua qualità di Presidente del Consiglio Comunale.Partecipa il Segretario Generale Sig. Dott. Antonio Lombardi con funzioni consultive, referenti e di assisten-za ai sensi dell’art.97 del T.U. n. 267/2000.Il Presidente, riconosciuto legale il numero degli intervenuti dichiara aperta la seduta e pone in discussio-ne l’argomento in oggetto.Il Presidente del Consiglio Comunale introduce l’argomento iscritto all’ordine del giorno e dà la parola all’Assessore Romano Antonio. L’Assessore relatore espone ed illustra all’assemblea consiliare la proposta di delibera inerente il nuovo Regolamento comunale per la disciplina dell’uso civico di legnatico.

ilcavillo

Riduzione dell’ipotecaAccade, talvolta, che il valore dei beni ipotecati risulti eccessivo rispetto al credito garantito o perché, dopo l’iscrizione, ha avuto luogo un pa-gamento parziale, o perché il creditore ha ecceduto nell’iscrizione oppure si è proceduto ad una sopraelevazione dell’immobile, per cui vi è una sproporzione tra il valore del credito e quello del bene ipotecato.In considerazione del fatto che il vincolo ipotecario svaluta il bene che ne è gravato la legge consente, in tali ipotesi, la riduzione dell’ipoteca, la quale può attuarsi, secondo il caso, o diminuendo la somma per la quale è stata presa l’iscrizione, o restringendo l’iscrizione a una parte soltan-to dei beni. Nel caso delle sopraelevazioni la riduzione si attua esentando queste, in tutto o in parte, dall’ipoteca (artt. 2872-2877).

6 percorso B • Proprietà e altri diritti reali

Terminata la relazione, il Presidente apre la discussione alla quale partecipano i Sigg. Gatta Antonio – Pe-trecca Giuseppe - Santopietro Pasquale – il Sindaco Scavone Pasquale, come da registrazione agli atti.

IL CONSIGLIO COMUNALE

— VISTO il T.U. delle leggi sull’ordinamento degli enti locali approvato con decreto legislativo n. 267/2000;— VISTO lo Statuto Comunale;— ACCERTATA la propria competenza sulla materia di cui all’oggetto, ai sensi dell’art. 48 del D.Lgs. n.

267/2000 (T.U.);— ACQUISITI i pareri di cui all’art. 49 del T.U. n. 267/2000 da parte dei rispettivi Responsabili di Servizio,

inseriti nella presente deliberazione; in particolare per quanto riguarda il parere di regolarità tecnica: favorevole e per quanto concerne il parere di regolarità contabile: favorevole;

— PREMESSO che con deliberazione del Consiglio Comunale n. 2 del 12-1-2009, veniva approvato il regolamento comunale per la disciplina dell’uso civico di legnatico;

— VISTE le mutate esigenze di tutela del territorio e dell’ambiente;— RITENUTO OPPORTUNO adottare un nuovo regolamento comunale per la disciplina dell’uso civico

di legnatico;— VISTO il nuovo regolamento comunale per la disciplina dell’uso civico di legnatico composto da n. 13

articoli; Con voti favorevoli n. 17 su presenti e votanti n. 17:

DELIBERA

1. di abrogare il regolamento comunale per la disciplina dell’uso civico di legnatico approvato con Deli-berazione di Consiglio Comunale n. 2 del 12-1-2009;

2. Di approvare il nuovo regolamento per la disciplina dell’uso civico di legnatico, composto da n. 13 articoli e allegato alla presente per farne parte integrante e sostanziale;

3. il presente Regolamento entrerà in vigore dopo la pubblicazione per 15 giorni all’Albo Pretorio Comu-nale.

OGGETTO: Approvazione nuovo Regolamento uso civico legnatico.

PARERE di regolarità tecnica (art. 49 del T.U.L.O.E.L. approvato con D.Lgs. n. 267 del 18-8-2000).

Favorevole____________________________________________________________________

Il Responsabile del Servizio(Dott.ssa Rosa Moscarelli)

PARERE di regolarità contabile (art. 49 del T.U.L.O.E.L. approvato con D.Lgs. n. 267 del 18-8-2000).

Il Responsabile del Servizio(Angela Tornincasa)

7percorso B • Proprietà e altri diritti reali

COMUNE DI TITOProvincia di Potenza

Regolamento per la disciplina dell’uso civico di materiale legnatico(Approvato con Delibera C.C. n. 36 del 26-11-2010)

CAPO INORME GENERALI

Art. 1. Titolari del diritto. — 1. Sono titolari del diritto di uso civico, tutti i cittadini residenti ed abitanti nel Comune di Tito.2. L’uso civico del nucleo familiare è rappresentato dal capofamiglia o dal convivente di maggiore età. In tali casi esso si fa garante del godimento del diritto di usi civici di tutti i propri familiari o conviventi.

Art. 2. Diritto di uso civico di legnatico. — 1. L’uso civico di legnatico a favore degli aventi diritto riguarda l’utilizzo di legna da ardere, raccolta di ramaglia e legna morta.

Art. 3. Principio di gratuità e corrispettivo. — 1. L’esercizio dell’uso civico è per principio gratuito, fatta salva l’ipotesi prevista dall’art. 46 del Regolamento di esecuzione della L. 16-6-1927, R.D. n. 332 del 26-2-28, ai sensi del quale è possibile imporre agli utenti un corrispettivo per l’esercizio degli usi consentiti secondo le norme vigenti.2. I proventi eventualmente introitati dal Comune sono destinati ad interventi volti all’incremento produt-tivo, al miglioramento ed alla valorizzazione ambientale delle terre, ovvero a favore della collettività di cittadini titolari di uso civico.

CAPO IIDIRITTO DI LEGNATICO

Art. 4. Limiti di raccolta. — 1. Ciascun avente diritto potrà raccogliere per esigenze familiari, nei terreni demaniali del Comune, la legna secca e morta a terra, divelta o stroncata dalle intemperie e dal vento, cimali e ramaglia, nonché i residui provenienti dalle ordinarie utilizzazioni boschive, per una quantità non superiore a 10 q l’anno per ogni componente del nucleo familiare e comunque non superiore nel totale a 20 q. per nucleo familiare.2. L’asportazione delle piante secche in piedi o di monconi, deve essere preventivamente autorizzata dall’ente.

Art. 5. Periodi e modalità di raccolta. — 1. La raccolta della legna come indicato nel precedente articolo potrà essere effettuata dall’avente diritto nel periodo dal 1° ottobre al 31 marzo dell’anno successivo (cd. stagione silvana) per un numero massimo di gg.7 continuativi e nell’orario dalle ore 7,00 alle ore 16,00.2. L’uso civico della raccolta di materiale legnatico potrà essere esercitato, previa Autorizzazione del Co-mune, a seguito istanza dell’avente diritto (come da allegato A), da presentarsi entro il 30 giugno antece-dente l’inizio della cd. stagione silvana. Per la eventuale depezzatura del materiale legnatico è consentito l’uso di soli attrezzi manuali (accetta, ronca e simili) è fatto assoluto divieto introdurre nel bosco attrezzi meccanici (motosega e simili).3. Il legnatico, in tutti i casi in cui comporta il taglio di piante dovrà esercitarsi sempre sotto la vigilanza del Corpo Forestale dello Stato.

Art. 6. Divieto di commercio. — 1. È proibito l’asporto fuori dal Comune di Tito della legna raccolta nei boschi comunali ed è vietato commercializzare la legna raccolta per uso civico a qualsiasi titolo.2. Nell’istanza l’avente diritto all’uso civico dovrà indicare il luogo di deposito e di utilizzo del materiale legnatico.

8 percorso B • Proprietà e altri diritti reali

Art. 7. Raccolta di ramaglia e legna morta. — 1. I titolari del diritto di uso civico, potranno usufruire gra-tuitamente della ramaglia costituita dai residui delle operazioni di allestimento del legname sul letto di caduta, nella misura massima di 10 q per ogni componente del nucleo familiare e comunque non superio-re nel totale a 20 q. per nucleo familiare, previa istanza ed Autorizzazione del Comune che provvederà ad avvisare la ditta utilizzatrice.2. La legna morta in piedi è costituita dalle piante non ancora abbattute, ma deperenti e/o completamente secche (rinsecchite), comunque non atte al commercio. (nonché dalle ceppaie sradicate nell’alto fusto.)

Art. 8. Prelievo e transito con automezzi. — 1. Per l’esercizio del diritto all’uso civico di legnatico gli utenti sono autorizzati al transito ed alla sosta con autoveicoli lungo le strade di accesso al bosco, in gior-nate non piovose e con la sede stradale idonea con esclusione di qualsiasi mezzo dotato di cingoli.2. È assolutamente vietato il transito fuori dalle strade e dalle piste di esbosco.

Art. 9. Norma di rinvio. — 1. Per tutte le norme relative al legnatico non espressamente citate nel presen-te Regolamento s’intendono richiamate tutte le disposizioni contenute nella L. 1766/1927 e R.D. n. 332/1928, Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale per la Provincia di Potenza, L.R. n. 57 del 12-9-2000 e L.R. n. 15 del 28-7-2008.

CAPO IIIVIGILANZA E SANZIONI

Art. 10. Vigilanza. — 1. La vigilanza relativa al rispetto delle norme del presente regolamento spetta al personale di Polizia Locale del Comune, al personale del Corpo Forestale dello Stato, degli altri Enti Loca-li e territoriali, nonché al personale delle altre forze di polizia con qualifica di P.G.

Art. 11. Sanzioni amministrative. — 1. Ogni infrazione al presente regolamento, salvo che non sia prevista e punita da leggi o regolamenti speciali in materia o da norme del codice penale sarà punita, ai sensi dell’art. 7 Bis del D.Lgs. 267 del 2000, con la sanzione amministrativa quantizzata nel minimo di € 25,00 e nel massimo di € 500,00, oltre alla sanzione accessoria della non assegnazione di legnatico per i due anni seguenti.2. È ammesso il pagamento in misura ridotta ai sensi dell’art. 16 della L. 689/81.3. Il trasgressore è inoltre tenuto al risarcimento dei danni verso la parte lesa.4. I proventi della sanzioni amministrative introitati dal Comune di Tito sono utilizzati per il miglioramento del servizio di vigilanza e controllo del patrimonio boschivo.

Art. 12. Sequestro del materiale. — 1. Fermo restante le sanzioni amministrative di cui all’art.13 L. 689/1981, chiunque si impossessa di materiale legnoso, nel territorio Comunale con modalità non contemplate nei precedenti articoli sarà deferito all’A.G. ai sensi del C.P.P.2. È sempre disposto il sequestro del materiale legnatico nei confronti di coloro i quali contravvengono alle disposizioni di cui al presente regolamento.

CAPO IVNORME TRANSITORIE E FINALI

Art. 13. Entrata in vigore. — 1. Il presente regolamento entra in vigore una volta divenuta esecutiva la delibera Consiliare di approvazione.

9percorso B • Proprietà e altri diritti reali

ALLEGATO A

Al SIG. SINDACODEL COMUNE DI TITO

Oggetto: Uso civico di materiale legnatico.

Il sottoscritto _______________________ nato a _________________ il ______________ e residente a Tito, in Via/C.da ___________________ n. _______, C.F. ______________________, ai sensi dell’art. 5 del Rego-lamento comunale per la disciplina dell’uso civico di legnatico, chiede alla S.V. l’autorizzazione per la raccolta di materiale legnatico nel periodo dal ___________ al __________ nel bosco Comunale denomi-nato ______________ in località ________________.

Consapevole delle sanzioni penali previste per il caso di dichiarazione mendace, così come stabilito dall’art. 76, nonché di quanto previsto dall’art. 75 del D.P.R.445/2000, dichiara che:

1. il proprio nucleo familiare è composto da n. ____ persone;2. per il trasporto del materiale legnatico utilizzerà ___________________________;3. il legnatico dopo la raccolta sarà depositato in Via ________________ ed utilizzato in Via _____________.

Tito, ______________ Firma _________________________

ALLEGATO B

Al SIG. SINDACODEL COMUNE DI TITO

Oggetto: Uso civico di materiale legnatico.

Il sottoscritto _______________________ nato a _________________ il ______________ e residente a Tito, in Via/C.da ___________________ n. _______, C.F. ______________________, ai sensi dell’art. 8 del Rego-lamento comunale per la disciplina dell’uso civico di legnatico, chiede alla S.V. l’assegnazione di n. ______ piante (descrivere lo stato delle piante) ________________________________________________________ rinvenienti nel bosco Comunale denominato _______________________ in località _____________________.

Consapevole delle sanzioni penali previste per il caso di dichiarazione mendace, così come stabilito dall’art. 76, nonché di quanto previsto dall’art. 75 del D.P.R.445/2000, dichiara che:

1. il proprio nucleo familiare è composto da n. ___ persone;2. per il trasporto del materiale legnatico utilizzerà ___________________________;3. il legnatico dopo la raccolta sarà depositato in Via _______________ ed utilizzato in Via ______________.

Tito, ______________ Firma _________________________

10 percorso B • Proprietà e altri diritti reali

4 LamultiproprietàNella prassi contrattuale italiana si è diffuso l’istituto giuridico della multiproprietà immobiliare in zone turistiche, che ricorre quando lo stesso immobile (o, di solito, la stessa frazione di un complesso residen-ziale) viene alienato a più soggetti.A ciascuno è attribuito il diritto, trasmissibile, di godere di quella frazione immobiliare in modo esclusivo, ma per periodi di tempo limitati, a turno con gli altri proprietari della medesima frazione immobiliare, sulla quale viene impresso un duplice vincolo: di destinazione (turistica) e di indivisibilità.

questiontimeQuali sono le differenze tra multiproprietà e comunione?

Molteplici sono le differenze tra multiproprietà e comunione:

a) nella multiproprietà, a differenza che nella comunione, non è configurabile il diritto di chiedere la divisio-ne del bene;

b) i singoli diritti di godimento sul bene non rappresentano una frazione dell’intero diritto, bensì sono pieni, esclusivi, autonomi tra di loro e di natura limitata ad un periodo di tempo ben definito, periodicamente ricorrente;

c) nel caso di rinuncia o di astensione dal godimento da parte di un titolare non c’è la possibilità di esten-dere il godimento da parte degli altri titolari come nella comunione.

Il D.Lgs. 6-9-2005, n. 206 recante il Codice del consumo disciplina, agli artt. 69 e ss., il contratto di mul-tiproprietà definito come un contratto di durata superiore ad un anno tramite il quale un consumatore acquisisce a titolo oneroso il diritto di godimento su uno o più alloggi per il pernottamento per più di un periodo di occupazione.Il contratto deve essere redatto per iscritto a pena di nullità.