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Indice
Sezione/paragrafo Rev. Data
1 – requisiti preliminari e controllo integrato dell’inquinamento rev. 12 01/10/12
1.1 – requisiti preliminari di conformità
1.2 – requisiti per il risparmio energetico
1.3 – IPPC 1.4 – valutazione di impatto ambientale – VIA
1.5 - valutazione di incidenza
2 – approvvigionamento idrico e scarico reflui rev. 5 30/10/13
2.1 – approvvigionamento idrico: derivazioni
2.2 – scarico di acque reflue: regime autorizzatorio
2.3 – acque reflue industriali: conformità dello scarico
2.4 – acque reflue domestiche e meteoriche: conformità dello scarico
3 – gestione rifiuti, imballaggi rev. 21 30/10/13
3.1 – produzione di rifiuti
3.2 – gestione deposito temporaneo
3.3 – gestione amministrativa rifiuti (trasporto, recupero, smaltimento)
3.3bis – gestione amministrativa rifiuti SISTRI
3.4 – gestione dei rifiuti sanitari
3.5 – gestione dei rifiuti prodotti dalle navi – adempimenti per i porti
3.6 – gestione dei rifiuti prodotti dalle navi – adempimenti per le navi
3.7 – adempimenti per i trasportatori di rifiuti
3.7bis – trasporto rifiuti in conto proprio
3.8 – trasporto transfrontaliero di rifiuti
3.9 – recupero/smaltimento di rifiuti con procedura ordinaria
3.10 – recupero di rifiuti con procedura semplificata
3.11 – incenerimento e coincenerimento – regime autorizzativo
3.12 – incenerimento e coincenerimento – adempimenti
3.13 – discariche di rifiuti
3.14 – centri di raccolta per i rifiuti urbani
3.15 – gestione imballaggi – CONAI
3.16 – Produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE)
4 – esenzioni dal regime dei rifiuti rev. 5 01/10/12
4.1 – scarti e sottoprodotti dell’industria agroalimentare
4.2 – sottoprodotti di origine animale
5 – emissioni in atmosfera ed impianti termici rev. 14 30/10/13
5.1 – emissioni in atmosfera: impianti anteriori al 1988
5.2 – emissioni in atmosfera: impianti anteriori al 2006
5.3 – emissioni in atmosfera: regime autorizzativo impianti nuovi
5.4 – emissioni in atmosfera: adempimenti impianti nuovi autorizzati
5.5 – emissioni in atmosfera di COV
5.6 – impianti termici ad uso civile
5.7 – impianti termici ad uso civile – II parte
5.8 – impianti termici ad uso industriale
5.9 – mobilità sostenibile in ambiente urbano
5.10 – emissione di gas ad effetto serra
5.11 – gas fluorurati ad effetto serra
6 – emissioni acustiche ed elettromagnetiche rev. 5 30/10/13
6.1 – impatto acustico in ambiente esterno
2
Sezione/paragrafo Rev. Data
6.2 – emissioni elettromagnetiche generate da impianti radioelettrici
6.3 – emissioni elettromagnetiche generate da elettrodotti
7 – contaminazione suolo e sottosuolo rev. 3 12/05/06
7.1 – serbatoi interrati
7.2 – contaminazione suolo, sottosuolo ed acque sotterranee (procedura
avviata successivamente al 29/04/2006)
7.3 – contaminazione suolo, sottosuolo ed acque sotterranee (procedura
avviata precedentemente al 29/04/2006)
8 – sostanze pericolose per l’ambiente rev. 12 17/05/13
8.1 – detenzione ed utilizzo sostanze, preparati ed articoli
8.2 – produzione ed importazione di sostanze, preparati ed articoli
8.3 – detenzione apparecchiature contaminate da PCB
8.4 – manufatti contenenti amianto
8.5 – sostanze che riducono lo strato di ozono
9 – altri aspetti ambiente-sicurezza rev. 13 17/05/13
9.1 – prevenzione incendi
9.2 – aziende a rischio di incidente rilevante
9.3 – spedizione e trasporto di merci/rifiuti in regime ADR
9.4 – radiazioni ionizzanti
9.5 – conformità e sostenibilità di biocarburanti e biofuels
3
Sez. 1 Requisiti preliminari e controllo integrato dell’inquinamento
Normativa di riferimento
Tipo n° Data Pubblicazione Titolo
Requisiti preliminari di conformità e di risparmio energetico
Regio Decreto 147 09/01/1927 G.U. n° 49 del
01/03/1927
Approvazione del regolamento speciale per l’impiego dei
gas tossici.
Regio Decreto 1265 27/07/1934 G.U. Suppl.
Ordin. N° 186 del
09/08/1934
Approvazione del Testo Unico delle leggi sanitarie.
DM - 06/02/1935 G.U. n° 65 del
18/03/1935
Approvazione del prospetto contenente l’elenco dei gas
tossici riconosciuti ai sensi del regolamento 9 gennaio
1927 n. 147.
DM - 05/09/1994 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 220 del
20/09/1994
Elenco delle industrie insalubri di cui all'art. 216 del testo
unico delle leggi sanitarie.
Legge 10 09/01/1991 G.U. Suppl.
Ordin. N° 13 del
16/01/1991
Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in
materia di uso razionale dell’energia, di risparmio
energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.
D. Lgs. 192 19/08/2005 G.U. Suppl.
Ordin. N° 222 del
23/09/2005
Attuazione della Direttiva 2002/91/CE relativa al
rendimento energetico nell’edilizia. (così come modificato
ed integrato dal D. lgs. 311 del 29/12/06 e dal DL 112/08,
dal D. Lgs. 28/11 art. 13 e dal DM del 22 novembre
2012)
D. Lgs. 81 09/04/08 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. N° 101 del
30/04/2008
Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n.
123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei
luoghi di lavoro (così come modificato ed integrato dal D.
Lgs. 106/09, D.M. 09/07/12, D.M. 06/08/12 e dalla Nota
ministeriale del 31/01/2013).
D. Lgs. 115 30/05/2008 G. U. n° 154 del
03/07/2008
Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa
all'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi
energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE
DPR 59 02/04/2009 GU n° 132 del
10/06/2009
Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma 1,
lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n.
192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul
rendimento energetico in edilizia (così come modificato
dal D. Lgs. N. 28 del 03/03/2011).
DM - 26/06/2009 Gazzetta
Ufficiale Italiana
n° 158 del
10/07/2009
Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli
edifici (così come modificato dal DM del 22 novembre
2012)
Direttiva UE 31 19/05/2010 Gazz. Uff.
Unione europea
n° L153 del
18/06/2010
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19
maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia
(rifusione)
IPPC, VIA e Valutazione di incidenza
DPR 357 08/09/1997 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. N° 248 del
23/10/1997
Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE
relativa alla conservazione degli habitat naturali e
seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche
(come modificato dal DPR 120/2003)
DM - 23/11/2001 G.U. Suppl.
Ordin. N° 37 del
Dati, formato e modalita’ della comunicazione di cui
all’art. 10, comma 1, del decreto legislativo 4 agosto 1999,
4
13/02/2002 n. 372.
Circolare
Ministeriale
- 13/07/2004 GU n° 167 del
19/07/2004
Circolare interpretativa in materia di prevenzione e
riduzione integrate dell’inquinamento, di cui al decreto
legislativo 4 agosto 1999, n. 372, con particolare
riferimento all’allegato I.
D- Lgs. 152 03/04/2006 Gazz. Uff. n° 88
del 14/04/05
(Suppl. Ordin. N.
96)
“Norme in materia ambientale” – Parte II procedure per la
Valutazione Ambientale Strategica (VAS), per la
Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e per
l’autorizzazione ambientale integrata (IPPC) – (come
modificato dal D.lgs 16/01/2008, n. 4 e dal D. lgs. 128 del
29/06/2010 )
Regolamento 166 18/01/2006 Gazz. Uff.
Unione europea
n° L33 del
04/02/2006
Regolamento (CE) n. 166/2006 del Parlamento Europeo e
del Consiglio del 18 gennaio 2006 relativo all’istituzione
di un registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di
sostanze inquinanti e che modifica le direttive 91/689/CEE
e 96/61/CE del Consiglio (come modificato dal
regolamento 596/2009)
Circolare
ministeriale
- 22/04/2008 - Indicazioni relative all’acquisizione delle informazioni ex
articolo 5 del Regolamento (CE) n. 166/2006 del
Parlamento Europeo e del Consiglio relativo all’istituzione
di un Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti
di inquinanti e che modifica le direttive 91/689/CEE e
96/61/CE del Consiglio
Direttiva UE 92 13/12/2011 Gazz. Uff.
Unione europea
n° L26 del
28/01/2012
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13
dicembre 2011, concernente la valutazione dell'impatto
ambientale di determinati progetti pubblici e privati
Documentazione di riferimento
Tipo Caratteristiche
“Nulla Osta Inizio Attività” (detta anche “notifica attività
produttive” o “Dichiarazione di Inizio attività produttiva”,
…)
Documento rilasciato dal Comune, su parere dell’ASL
S.C.I.A. , segnalazione certificata d'inizio di un'attività
imprenditoriale, commerciale e artigianale.
Sostituisce il rilascio del nulla osta inizio attività per
alcune categorie economiche, elencate nella L.n.
122/2010 (es: attività di vendita, agriturismi, attività di
servizi)
Autorizzazione per l’impiego di gas tossici/ autorizzazione a
custodire e conservare gas tossici in magazzini o depositi
Autorizzazione rilasciata dall’ASL con parere della
Commissione tecnica permanente
Dichiarazione EPRTR Comunicazione da inviare annualmente all’APAT per
tutti i complessi che rientrano nelle soglie IPPC e
superano i valori soglia delle emissioni in aria e in acqua
Autorizzazione Integrata Ambientale Autorizzazione rilasciata dall’autorità competente (può
essere Ministero dell’Ambiente, Regione o Provincia).
Per gli impianti soggetti ai sensi del D. lgs. 152/06
sostituisce:
o Autorizzazione alle emissioni in atmosfera;
o Autorizzazione allo scarico;
o Autorizzazione alla realizzazione ed esercizio di
impianti di smaltimento o recupero dei rifiuti;
o Autorizzazione allo smaltimento degli apparecchi
contenenti Pcb-Pct;
o Autorizzazione alla raccolta ed eliminazione oli
5
usati;
o Autorizzazione all’utilizzo dei fanghi derivanti dal
processo di depurazione in agricoltura
6
1.1 Requisiti preliminari di conformità
L'Azienda dispone del Nulla Osta di Inizio
Attività NOIA / notifica di avvio dell'attività/
SCIA? ( nota 1)
L'Azienda dispone dell'Autorizzazione
Sanitaria (ove necessaria)?
L'Azienda ha effettuato la valutazione dei
rischi per salute e sicurezza nei luoghi di
lavoro?
L'Azienda è conforme alle prescrizioni
dell'HACCP (ove necessaria)?
NC
NC (nota 2)
NC (nota 2)
NC (nota 2)
D. lgs. 81/08, art. 67
RD 1265/34, artt. 216 e 217
Regolamento Locale di Igiene Tipo
L.122/2010
L'azienda è
conforme alla
normativa
SI'
SI'
NO
NO
NO
D. Lvo 81/08
L 283/62
DPR 327/80
D. Lvo 155/97
Nota 1: nella valutazione della gravità della NC relativa all'assenza del NOIA si consideri che in passato molte
aziende hanno iniziato l'attività senza NOIA, sebbene fosse obbligatorio dal 1956. Queste aziende hanno potuto
continuare ad operare richiedendo, tra l'altro altre autorizzazioni (emissioni, reflui, ampliamenti di stabilimento) fino
ad oggi senza che vi sia mai stato alcun intervento in merito da parte degli Enti di Controllo, che peraltro vedevano
che l'azienda esisteva e operava. Se questa situazione può essere considerata di fatto accettabile per aziende che
hanno iniziato l'attività in tempi lontani, non può essere considerata accettabile per aziende che abbiano iniziato
l'attività recentemente, quando le procedure e i controlli degli Enti preposti sono diventati più stringenti. Va tenuto
in considerazione anche il contesto locale in cui opera l'azienda.
SI'
SI'
In caso di impiego di gas tossici, l'azienda è in
possesso di autorizzazione prefettizia e il
personale addetto è dotato di patentino di
idoneità?
NC (nota 2)NO RD 147/1927
DM 06/02/1935
SI'
L'Azienda è classificata azienda insalubre?
NORD 1265/34, artt. 216 e 217
DM 05/09/94
L'Azienda rispetta eventuali prescrizioni
imposte dal Comune?
SI'
SI'
NC (nota 2)RD 1265/34, artt. 216 e 217
DM 05/09/94
NO
NO
7
Nota 2
La verifica di questi requisiti preliminari di conformità può dare delle indicazioni sulla gestione di
alcuni aspetti che toccano, anche se parzialmente, gli aspetti ambientali dell’organizzazione, tuttavia
è necessaria un’attenta valutazione per capire quando tali aspetti siano da considerare requisito di
SGA.
In merito al confine tra requisiti ambientali e di igiene e sicurezza sul lavoro, ACCREDIA ha
fornito le seguenti indicazioni (RT09, rev. 01)
Aspetto Da considerare requisito di SGA
Licenza edilizia
NO; da considerare a scelta
dell’OdC nei casi in cui vi sia
impatto ambientale (es. aree sotto
vincolo paesaggistico)
Agibilità NO
Industrie insalubri SI
Incidenti rilevanti SI
CPI SI
Documento di valutazione dei rischi NO
Valutazione esposizione personale al rumore NO
Impianti di messa a terra NO (preliminare al conseguimento
del CPI)
Conformità impianti elettrici e termoidraulici (L 46/90) NO (preliminare al conseguimento
del CPI)
Libretti caldaie (DM 17/03/03) SI
Verifiche apparecchi a pressione NO
Concentrazione inquinanti in ambiente di lavoro
NO; da considerare a scelta
dell’OdC nei casi in cui gli
inquinanti possano disperdersi
all’esterno
Livello di campo elettrico e magnetico in ambiente di lavoro NO
Manipolazione, identificazione ed etichettatura di sostanze e
preparati pericolosi SI
Valutazione del rischio di dispersione di fibre di amianto
nell’ambiente di lavoro (D.lgs. 277/91)
NO; da considerare a scelta
dell’OdC nei casi in cui gli
inquinanti possano disperdersi
all’esterno
Valutazione del rischio di dispersione di amianto
nell’ambiente esterno SI
DPI personale NO
DPI appaltatori NO
ADR SI
Radioattività SI
Sostanze lesive dello strato di ozono SI
PCB/PCT SI
HACCP NO
8
1.2 Requisiti per il risparmio energetico
L'azienda è
conforme alla
normativa
L'organizzazione ha un consumo energetico totale:
- > 10.000 TEP/anno per il settore industriale;
- > 1.000 TEP/anno per i settori civile/ terziario/
trasporti?
L 10/91, art. 19.1 e
34.8
L'Azienda ha nominato il Tecnico
Responsabile per la conservazione e l'uso
razionale dell'energia?NC
NOL 10/91, art. 19.1 e
34.8
SI'
NO
L'organizzazione ha realizzato un nuovo immobile (o
ha effettuato una ristrutturazione integrale /
demolizione con ricostruzione in manutenzione
straordinaria di edifici con superficie utile > 1000 mq)
con permesso di costruire presentato
successivamente al 08/10/05 (*)?
L'edificio è dotato di attestato di certificazione
energetica redatto da un professionista
qualificato secondo le Linee guida nazionali, o
la normativa regionale di riferimento?
D. Lgs. 192/05,
art.11.1bis. 8.2
DM 26/06/09
DPR 59/09
D. Lgs. 192/05, art.
3.2, lett. a), 6.1
SI'
SI'
NO
NC
NO
NC
L'obbligo dell'attestato di certificazione energetica si applicherà anche agli immobili esistenti, solo in caso
di compravendita dell'immobile, con le seguenti tempistiche:
- a partire dal 1° luglio 2007, in caso di compravendita di interi immobili aventi superficie utile superiore a
1.000 metri quadrati;
- a decorrere dal 1° luglio 2008, in caso di compravendita dei restanti interi immobili (con l'esclusione delle
singole unità immobiliari);
- a partire dal 1° luglio 2009, anche in caso di compravendita delle singole unità immobiliari.
In tutti questi casi, l'onere della qualificazione energetica è a carico del venditore o del locatore.
Ai sensi del DL 112/08 (convertito con legge 133 del 06/08/08) NON c'è più l'obbligo di allegare l'attestato
di certificazione energetica all'atto di compravendita o di locazione, pena la validità del contratto.
(*) l D. lgs. 192/05, così come integrato dal D. lgs. 311/06, (e i relativi decreti attuativi, tra cui le Linee
guida per certificazione degli edifici emanate con DM 26/06/09) è soggetto a una clausola di cedevolezza
tale per cui ogni singola Regione può abrogarne il contenuto e sostituirlo con un proprio atto legislativo,
pertanto in presenza di normativa regionale specifica, il D. lgs. 192/05 non si applica.
9
1.3 Prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento – IPPC
L'azienda e'
conforme alla
normativa
L'Azienda rientra nelle categorie soggette ad
Autorizzazione Integrata Ambientale?NO
D. Lvo 152/06, art. 6.12
All. VIII alla parte seconda
SI'
L'Azienda comunica annualmente, entro il 30
aprile, all'APAT per via telematica i dati sulle
emissioni e sui rifiuti nel caso di superamento dei
valori soglia?
NC
Regolamento CE 166/06, art. 5
Linee guida APAT
Non
applicabile
L'Azienda è in possesso di
Autorizzazione Ambientale Integrata?
Se è scaduta, ha presentato domanda
di rinnovo 6 mesi prima della
scadenza?
D. L.vo 152/06, art. 29ter e
29quater
SI'
L'Azienda rispetta tutte le prescrizioni
dell'Autorizzazione Ambientale
Integrata?
D. L.vo 152/06, art. 29decies
NO
SI'
SI'
NO
NC
NO
NC
L'Azienda rispetta il Piano di monitoraggio e
controllo previsto dall'Autorizzazione Integrata
Ambientale?
D. L.vo 152/06, art. 29decies
NO
SI'
NC
L'AIA risulta tuttora adeguata alla realtà
aziendale e/o le eventuali modifiche sono
state correttamente gestite?
D. L.vo 152/06, art. 29nonies
NO
NC
SI'
L'Azienda comunica annualmente i dati relativi ai
controlli delle emissioni richiesti dall'AIA ?
SANZIONE
AMMINISTRATIVA
D. L.vo 152/06, art. 29 undeciesNO
10
ALLEGATO VIII alla parte seconda – CATEGORIE DI ATTIVITA’ INDUSTRIALI DI CUI ALL’ART. 6.12
Attività energetiche.
1.1 Impianti di combustione con potenza termica di combustione di oltre 50 MW.
1.2. Raffinerie di petrolio e di gas.
1.3. Cokerie.
1.4. Impianti di gassificazione e liquefazione del carbone.
1.4-bis terminali di rigassificazione e altri impianti localizzati in mare su piattaforme off-shore;
2. Produzione e trasformazione dei metalli.
2.1 Impianti di arrostimento o sinterizzazione di minerali metallici compresi i minerali solforati.
2.2. Impianti di produzione di ghisa o acciaio (fusione primaria o secondaria), compresa la relativa colata continua di
capacità superiore a 2,5 tonnellate all’ora.
2.3. Impianti destinati alla trasformazione di metalli ferrosi mediante:
a) laminazione a caldo con una capacità superiore a 20 tonnellate di acciaio grezzo all’ora;
b) forgiatura con magli la cui energia di impatto supera 50 Kj per maglio e allorché la potenza calorifica è superiore a
20 MW;
c) applicazione di strati protettivi di metallo fuso con una capacità di trattamento superiore a 2 tonnellate di acciaio
grezzo all’ora.
2.4. Fonderie di metalli ferrosi con una capacità di produzione superiore a 20 tonnellate al giorno.
2.5. Impianti:
a) destinati a ricavare metalli grezzi non ferrosi da minerali, nonché concentrati o materie prime secondarie attraverso
procedimenti metallurgici, chimici o elettrolitici;
b) di fusione e lega di metalli non ferrosi, compresi i prodotti di recupero (affinazione, formatura in fonderia), con una
capacità di fusione superiore a 4 tonnellate al giorno per il piombo e il cadmio o a 20 tonnellate al giorno per tutti gli
altri metalli.
2.6. Impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie plastiche mediante processi elettrolitici o chimici
qualora le vasche destinate al trattamento utilizzate abbiano un volume superiore a 30 m3.
3. Industria dei prodotti minerali.
3.1. Impianti destinati alla produzione di clinker (cemento) in forni rotativi la cui capacità di produzione supera 500
tonnellate al giorno oppure di calce viva in forni rotativi la cui capacità di produzione supera 50 tonnellate al giorno, o
in altri tipi di forni aventi una capacità di produzione di oltre 50 tonnellate al giorno.
3.2. Impianti destinati alla produzione di amianto e alla fabbricazione di prodotti dell’amianto.
3.3. Impianti per la fabbricazione del vetro compresi quelli destinati alla produzione di fibre di vetro, con capacità di
fusione di oltre 20 tonnellate al giorno.
3.4. Impianti per la fusione di sostanze minerali compresi quelli destinati alla produzione di fibre minerali, con una
capacità di fusione di oltre 20 tonnellate al giorno.
3.5. Impianti per la fabbricazione di prodotti ceramici mediante cottura, in particolare tegole, mattoni, mattoni refrattari,
piastrelle, gres, porcellane, con una capacità di produzione di oltre 75 tonnellate al giorno e/o con una capacità di forno
superiore a 4 m3 e con una densità di colata per forno superiore a 300 kg/m
3.
4. Industria chimica.
Nell’ambito delle categorie di attività della sezione 4 si intende per produzione la produzione su scala industriale
mediante trasformazione chimica delle sostanze o dei gruppi di sostanze di cui ai punti da 4.1 a 4.6.
4.1 Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base come:
a) idrocarburi semplici (lineari o anulari, saturi o insaturi, alifatici o aromatici);
b) idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici, esteri, acetati, eteri, perossidi, resine,
epossidi;
c) idrocarburi solforati;
d) idrocarburi azotati, segnatamente ammine, amidi, composti nitrosi, nitrati o nitrici, nitrili, cianati, isocianati;
e) idrocarburi fosforosi;
f) idrocarburi alogenati;
g) composti organometallici;
h) materie plastiche di base (polimeri, fibre sintetiche, fibre a base di cellulosa);
i) gomme sintetiche;
j) sostanze coloranti e pigmenti;
k) tensioattivi e agenti di superficie.
4.2. Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici inorganici di base, quali:
a) gas, quali ammoniaca; cloro o cloruro di idrogeno, fluoro o fluoruro di idrogeno, ossidi di carbonio, composti di
zolfo, ossidi di azoto, idrogeno, biossido di zolfo, bicloruro di carbonile;
b) acidi, quali acido cromico, acido fluoridrico, acido fosforico, acido nitrico, acido cloridrico, acido solforico, oleum e
11
acidi solforati;
c) basi, quali idrossido d’ammonio, idrossido di potassio, idrossido di sodio;
d) sali, quali cloruro d'ammonio, clorato di potassio, carbonato di potassio, carbonato di sodio, perborato, nitrato
d'argento;
e) metalloidi, ossidi metallici o altri composti inorganici, quali carburo di calcio, silicio, carburo di silicio.
4.3. Impianti chimici per la fabbricazione di fertilizzanti a base di fosforo, azoto o potassio (fertilizzanti semplici o
composti).
4.4 Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti di base fitosanitari e di biocidi.
4.5 Impianti che utilizzano un procedimento chimico o biologico per la fabbricazione di prodotti farmaceutici di base.
4.6. Impianti chimici per la fabbricazione di esplosivi.
5. Gestione dei rifiuti.
Salvi l'art. 11 della direttiva n. 75/442/CEE e l'art. 3 della direttiva n. 91/689/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1991,
relativa ai rifiuti pericolosi.
5.1. Impianti per l'eliminazione o il ricupero di rifiuti pericolosi, della lista di cui all'art. 1, paragrafo 4, della direttiva
91/689/CEE quali definiti negli allegati II A e II B (operazioni R 1, R 5, R 6, R 8 e R 9) della direttiva 75/442/CEE e
nella direttiva 75/439/CEE del Consiglio, del 16 giugno 1975, concernente l'eliminazione degli oli usati, con capacità di
oltre 10 tonnellate al giorno.
5.2. Impianti di incenerimento dei rifiuti urbani quali definiti nella direttiva 89/369/CEE del Consiglio, dell'8 giugno
1989, concernente la prevenzione dell'inquinamento atmosferico provocato dai nuovi impianti di incenerimento dei
rifiuti urbani, e nella direttiva 89/429/CEE del Consiglio, del 21 giugno 1989, concernente la riduzione
dell'inquinamento atmosferico provocato dagli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani, con una capacità superiore a
3 tonnellate all'ora.
5.3. Impianti per l'eliminazione dei rifiuti non pericolosi quali definiti nell'allegato II A della direttiva 75/442/CEE ai
punti D 8, D 9 con capacità superiore a 50 tonnellate al giorno.
5.4. Discariche che ricevono più di 10 tonnellate al giorno o con una capacità totale di oltre 25.000 tonnellate, ad
esclusione delle discariche per i rifiuti inerti.
6. Altre attività.
6.1. Impianti industriali destinati alla fabbricazione:
a) di pasta per carta a partire dal legno o da altre materie fibrose;
b) di carta e cartoni con capacità di produzione superiore a 20 tonnellate al giorno;
6.2. Impianti per il pretrattamento (operazioni di lavaggio, imbianchimento, mercerizzazione) o la tintura di fibre o di
tessili la cui capacità di trattamento supera le 10 tonnellate al giorno.
6.3. Impianti per la concia delle pelli qualora la capacità di trattamento superi le 12 tonnellate al giorno di prodotto
finito.
6.4:
a) Macelli aventi una capacità di produzione di carcasse di oltre 50 tonnellate al giorno;
b) Trattamento e trasformazione destinati alla fabbricazione di prodotti alimentari a partire da: materie prime animali
(diverse dal latte) con una capacità di produzione di prodotti finiti di oltre 75 tonnellate al giorno ovvero materie prime
vegetali con una capacità di produzione di prodotti finiti di oltre 300 tonnellate al giorno (valore medio su base
trimestrale);
c) Trattamento e trasformazione del latte, con un quantitativo di latte ricevuto di oltre 200 tonnellate al giorno (valore
medio su base annua).
6.5. Impianti per l'eliminazione o il recupero di carcasse e di residui di animali con una capacità di trattamento di oltre
10 tonnellate al giorno.
6.6. Impianti per l'allevamento intensivo di pollame o di suini con più di:
a) 40.000 posti pollame;
b) 2.000 posti suini da produzione (di oltre 30 kg), o
c) 750 posti scrofe.
6.7. Impianti per il trattamento di superficie di materie, oggetti o prodotti utilizzando solventi organici, in particolare per
apprettare, stampare, spalmare, sgrassare, impermeabilizzare, incollare, verniciare, pulire o impregnare, con una
capacità di consumo di solvente superiore a 150 kg all'ora o a 200 tonnellate all'anno.
6.8. Impianti per la fabbricazione di carbonio (carbone duro) o grafite per uso elettrico mediante combustione o
grafitizzazione.
12
1.4 Valutazione di impatto ambientale – VIA
L'azienda ha in corso o ha in
progetto la realizzazione di nuovi
impianti e/o il potenziamento di
impianti esistenti?
Il progetto e' tale da far rientrare
l'impianto nelle soglie dimensionali
di cui agli Allegati III o IV della parte
seconda del D. Lgs. 152/06?
NO
Non applicabile
D. Lgs. 152/06, Allegati III e IV alla
parte seconda (*)Non applicabile
NO
SI'
SI'
L'azienda ha avviato la procedura
preliminare di verifica di
assoggettabilità (per i progetti di
cui all'Allegato IV)?
E' stata inviata all'Autorita' competente la descrizione del progetto con i dati minimi per
valutare i principali effetti del progetto
sull'ambiente?
L'Autorita' competente ha richiesto la
procedura di VIA?
L'azienda ha attuato le eventuali
prescrizioni di mitigazione previste
dall'Autorità competente?
SI'
SI'
SI'
L'azienda è
conforme alla
normativa
NO
L'azienda ha avviato la procedura
di VIA (per i progetti dell'Allegato
III o dell'Allegato IV qualora
ricadente in aree protette ) ?
L'azienda ha predisposto lo Studio
di Impatto Ambientale?
SI'
Lo Studio di Impatto Ambientale è stato
inviato all'Autorità competente, agli Enti
locali interessati ed è stato depositato
presso i pubblici uffici?
SI'
E' stato emesso il giudizio di
compatibilità ambientale?
SI'
SI'
L'azienda ha recepito le eventuali
prescrizioni di mitigazione previste
dall'Autorità competente?
SI'
SI'
L'azienda è
conforme alla
normativa
L'azienda ha già avviato i lavori
per la realizzazione del
progetto?
L'azienda è
conforme alla
nromativa
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NC
SI'
(*) Si veda elenco in allegato
13
ALLEGATO III - Progetti di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano
a) Recupero di suoli dal mare per una superficie che superi i 200 ettari.
b) Utilizzo non energetico di acque superficiali nei casi in cui la derivazione superi i 1.000 litri al secondo e di acque
sotterranee ivi comprese acque minerali e termali, nei casi in cui la derivazione superi i 100 litri al secondo. c) Impianti termici per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda con potenza termica complessiva
superiore a 150 MW; cbis) Impianti eolici per la produzione di energia elettrica sulla terraferma, con procedimento nel quale è prevista la
partecipazione obbligatoria del rappresentante del Ministero per i beni e le attività culturali;
d) Impianti industriali destinati: - alla fabbricazione di pasta per carta a partire dal legno o da altre materie fibrose; - alla fabbricazione di carta e cartoni con capacità di produzione superiore a 200 tonnellate al giorno.
e) Impianti chimici integrati, ossia impianti per la produzione su scala industriale, mediante processi di
trasformazione chimica, di sostanze, in cui si trovano affiancate varie unità produttive funzionalmente connesse tra
di loro: - per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base (progetti non inclusi nell'Allegato II);
- per la fabbricazione di prodotti chimici inorganici di base (progetti non inclusi nell'Allegato Il);
- per la fabbricazione di fertilizzanti a base di fosforo, azoto, potassio (fertilizzanti semplici o composti)
(progetti non inclusi nell'Allegato II);
- per la fabbricazione di prodotti di base fitosanitari e di biocidi;
- per la fabbricazione di prodotti farmaceutici di base mediante procedimento chimico o biologico;
- per la fabbricazione di esplosivi.
f) Trattamento di prodotti intermedi e fabbricazione di prodotti chimici per una capacità superiore alle 35.000 t/anno
di materie prime lavorate.
g) Produzione di pesticidi, prodotti farmaceutici, pitture e vernici, elastomeri e perossidi, per insediamenti produttivi
di capacità superiore alle 35.000 t/anno di materie prime lavorate. h) Stoccaggio di petrolio, prodotti petroliferi, petrolchimici e chimici pericolosi, a sensi della legge 29 maggio 1974,
n. 256, e successive modificazioni, con capacità complessiva superiore a 40.000 m3.
i) Impianti per la concia del cuoio e del pellame qualora la capacità superi le 12 tonnellate di prodotto finito al
giorno. l) Porti turistici e da diporto quando lo specchio d'acqua è superiore a 10 ettari o le aree esterne interessate superano i
5 ettari oppure i moli sono di lunghezza superiore ai 500 metri. m) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti pericolosi, mediante operazioni di cui all'allegato B, lettere D1, D5,
D9, D10 e D11, ed all'allegato C, lettera R1, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. n) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità superiore a 100 t/giorno, mediante
operazioni di incenerimento o di trattamento di cui all'allegato B, lettere D9, D10 e D11, ed all'allegato C, lettera
R1, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. o) Impianti di smaltimento dei rifiuti non pericolosi mediante operazioni di raggruppamento o ricondizionamento
preliminari e deposito preliminare, con capacità superiore a 200 t/giorno (operazioni di cui all'allegato B, lettere
D13 e D14, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152). p) Discariche di rifiuti urbani non pericolosi con capacità complessiva superiore a 100.000 m
3 (operazioni di cui
all'allegato B, lettere DI e D5, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152): discariche di rifiuti
speciali non pericolosi (operazioni di cui all'allegato B, lettere D1 e D5, della parte quarta del decreto legislativo
152/2006), ad esclusione delle discariche per inerti con capacità complessiva sino a 100.000 m3.
q) Impianti di smaltimento di rifiuti non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare, con capacità
superiore a 150.000 m3 oppure con capacità superiore a 200 t/giorno (operazioni di cui all'allegato B, lettera D 15,
della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152). r) Impianti di depurazione delle acque con potenzialità superiore a 100.000 abitanti equivalenti. s) Cave e torbiere con più di 500.000 m
3/a di materiale estratto o di un'area interessata superiore a 20 ettari.
t) Dighe ed altri impianti destinati a trattenere, regolare o accumulare le acque in modo durevole, ai fini non
energetici, di altezza superiore a 10 m e/o di capacità superiore a 100.000 m3.
u) Attività di coltivazione sulla terraferma delle sostanze minerali di miniera di cui all'art. 2, comma 2 del R.D. 29
luglio 1927, n. 1443. v) Attività di coltivazione sulla terraferma degli idrocarburi liquidi e gassosi e delle risorse geotermiche. z) Elettrodotti aerei per il trasporto di energia elettrica con tensione nominale superiore 100 kV con tracciato di
lunghezza superiore a 10 km. aa) Impianti di smaltimento di rifiuti mediante operazioni di iniezione in profondità., lagunaggio, scarico di rifiuti
solidi nell'ambiente idrico, compreso il seppellimento nel sottosuolo marino, deposito permanente (operazioni di
cui all'allegato B, lettere D3, D4, D6, D7 e D12, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152). ab) Stoccaggio di gas combustibili in serbatoi sotterranei artificiali con una capacità complessiva superiore a 80.000
m3
ac) Impianti per l'allevamento intensivo di pollame o di suini con più di:
- 85000 posti per polli da ingrasso;
14
- 60000 posti per galline;
- 3000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o
- 900 posti per scrofe.
ad) Impianti destinati a ricavare metalli grezzi non ferrosi da minerali, nonché concentrati o materie prime secondarie
attraverso procedimenti metallurgici, chimici o elettrolitici.
ae) Sistemi di ricarica artificiale delle acque freatiche in cui il volume annuale dell'acqua ricaricata sia superiore a 10
milioni di metri cubi.
af) Opere per il trasferimento di risorse idriche tra bacini imbriferi inteso a prevenire un'eventuale penuria di acqua, per
un volume di acque trasferite superiore a 100 milioni di metri cubi all'anno. In tutti gli altri casi, opere per il
trasferimento di risorse idriche tra bacini imbriferi con un'erogazione media pluriennale del bacino in questione
superiore a 2000 milioni di metri cubi all'anno e per un volume di acque trasferite superiore al 5% di detta
erogazione. In entrambi i casi sono esclusi i trasferimenti di acqua potabile convogliata in tubazioni.
ag) Ogni modifica o estensione dei progetti elencati nel presente allegato, ove la modifica o l'estensione di per sé sono
conformi agli eventuali limiti stabiliti nel presente allegato.
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ALLEGATO IV - Progetti sottoposti alla Verifica di assoggettabilità di competenza delle regioni e delle province
autonome di Trento e di Bolzano.
1. Agricoltura
a) cambiamento di uso di aree non coltivate, semi-naturali o naturali per la loro coltivazione agraria intensiva con una
superficie superiore a 10 ettari;
b) Iniziale forestazione di una superficie superiore a 20 ettari; deforestazione allo scopo di conversione di altri usi del
suolo di una superficie superiore a 5 ettari; c) impianti per l'allevamento intensivo di animali il cui numero complessivo di capi sia maggiore di quello derivante
dal seguente rapporto: 40 quintali di peso vivo di animali per ettaro di terreno funzionalmente asservito
all'allevamento. Sono comunque esclusi, indifferentemente dalla localizzazione, gli allevamenti con numero di
animali inferiore o uguale a: 1.000 avicoli, 800 cunicoli, 120 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o 45
posti per scrofe, 300 ovicaprini, 50 posti bovini; d) progetti di gestione delle risorse idriche per l'agricoltura, compresi i progetti di irrigazione e di drenaggio delle
terre, per una superficie superiore ai 300 ettari; e) piscicoltura per superficie complessiva oltre i 5 ettari; f) progetti di ricomposizione fondiaria che interessano una superficie superiore a 200 ettari.
2. Industria energetica ed estrattiva
a) impianti termici per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda con potenza termica complessiva
superiore a 50 MW;
b) attività di ricerca sulla terraferma delle sostanze minerali di miniera di cui all'art. 2, comma 2, del regio decreto 29
luglio 1927, n. 1443, ivi comprese le risorse geotermiche, incluse le relative attività minerarie;
c) impianti industriali non termici per la produzione di energia, vapore ed acqua calda con potenza complessiva
superiore a 1 MW;;
d) impianti industriali per il trasporto del gas, vapore e dell'acqua calda, che alimentano condotte con una lunghezza
complessiva superiore ai 20 km; e) impianti industriali per la produzione di energia mediante lo sfruttamento del vento con potenza complessiva
superiore a 1 MW;
f) installazione di oleodotti e gasdotti con la lunghezza complessiva superiore ai 20 km; g) attività di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma; h) estrazione di sostanze minerali di miniera di cui all'art. 2, comma 2, del regio decreto 29 luglio 1927, n. 1443,
mediante dragaggio marino e fluviale; i) agglomerazione industriale di carbon fossile e lignite; l) impianti di superficie dell'industria di estrazione di carbon fossile, di petrolio, di gas naturale e di minerali
metallici nonché di scisti bituminose; m) Impianti per la produzione di energia idroelettrica con potenza installata superiore a 100 kW. n) impianti di gassificazione e liquefazione del carbone.
3. Lavorazione dei metalli e dei prodotti minerali
a) impianti di arrostimento o sinterizzazione di minerali metalliferi che superino 5.000 m2 di superficie -impegnata o
50.000 m3 di volume;
b) impianti di produzione di ghisa o acciaio (fusione primaria o secondaria) compresa la relativa colata continua di
capacità superiore a 2,5 tonnellate all'ora; c) impianti destinati alla trasformazione di metalli ferrosi mediante:
- laminazione a caldo con capacità superiore a 20 tonnellate di acciaio grezzo all'ora;
- forgiatura con magli la cui energia di impatto supera 50 kJ per maglio e allorché la potenza calorifera è
superiore a 20 MW;
- applicazione di strati protettivi di metallo fuso con una capacità di trattamento superiore a 2 tonnellate di
acciaio grezzo all'ora;
d) fonderie di metalli ferrosi con una capacità di produzione superiore a 20 tonnellate al giorno; e) impianti di fusione e lega di metalli non ferrosi, compresi i prodotti di recupero (affinazione, formatura in
fonderia) con una capacità di fusione superiore a 10 tonnellate per il piombo e il cadmio o a 50 tonnellate per
tutti gli altri metalli al giorno; f) impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie plastiche mediante processi elettrolitici o chimici
qualora le vasche destinate al trattamento abbiano un volume superiore a 30 m3;
g) impianti di costruzione e montaggio di auto e motoveicoli e costruzione dei relativi motori; impianti per la
costruzione e riparazione di aeromobili; costruzione di materiale ferroviario e rotabile che superino 10.000 m2 di
superficie impegnata o 50.000 m3 di volume;
h) cantieri navali di superficie complessiva superiore a 2 ettari; i) imbutitura di fondo con esplosivi che superino 5.000 m
2 di superficie impegnata o 50.000 m
3 di volume;
l) cokerie (distillazione a secco di carbone);
16
m) fabbricazione di prodotti ceramici mediante cottura, in particolare tegole, mattoni, mattoni refrattari, piastrelle,
gres o porcellane, con capacità di produzione di oltre 75 tonnellate al giorno e/o con capacità di forno superiore a
4 metri cubi e con densità di colata per forno superiore a 300 kg al metro cubo; n) impianti per la fusione di sostanze minerali, compresi quelli destinati alla produzione di fibre minerali, con
capacità di fusione di oltre 20 tonnellate al giorno; o) impianti per la produzione di vetro compresi quelli destinati alla produzione di fibre di vetro, con capacità di
fusione di oltre 20 tonnellate al giorno; p) impianti destinati alla produzione di clinker (cemento) in forni rotativi la cui capacità di produzione supera 500
tonnellate al giorno oppure di calce viva in forni rotativi la cui capacità di produzione supera 50 tonnellate al
giorno, o in altri tipi di forni aventi una capacità di produzione di oltre 50 tonnellate al giorno.
4. Industria dei prodotti alimentari
a) impianti per il trattamento e la trasformazione di materie prime animali (diverse dal latte) con una capacità di
produzione di prodotti finiti di oltre 75 tonnellate al giorno; b) impianti per il trattamento e la trasformazione di materie prime vegetali con una capacità di produzione di
prodotti finiti di oltre 300 tonnellate al giorno su base trimestrale; c) impianti per la fabbricazione di prodotti lattiero-caseari con capacità di lavorazione superiore a 200 tonnellate al
giorno su base annua; d) impianti per la produzione di birra o malto con capacità di produzione superiore a 500.000 hl/anno; e) impianti per la produzione di dolciumi e sciroppi che superino 50.000 m
3 di volume;
f) macelli aventi una capacità di produzione di carcasse superiori a 50 tonnellate al giorno e impianti per
l'eliminazione o il recupero di carcasse e di residui di animali con una capacità di trattamento di oltre 10
tonnellate al giorno; g) impianti per la produzione di farina di pesce o di olio di pesce con capacità di lavorazione superiore a 50.000
q/anno di prodotto lavorato; h) molitura dei cereali, industria dei prodotti amidacei, industria dei prodotti alimentari per zootecnia che superino
5.000 m2 di superficie impegnata o 50.000 m
3 di volume;
i) zuccherifici, impianti per la produzione di lieviti con capacità di produzione o raffinazione superiore a 10.000
t/giorno di barbabietole.
5. Industria dei tessili, del cuoio, del legno della carta a) impianti di fabbricazione di pannelli di fibre, pannelli di particelle e compensati, di capacità superiore alle
50.000 t/anno di materie lavorate; b) impianti per la produzione e la lavorazione di cellulosa, fabbricazione di carta e cartoni di capacità superiore a 50
t/giorno; c) impianti per il pretrattamento (operazioni quali il lavaggio, l'imbianchimento, la mercerizzazione) o la tintura di
fibre, di tessili, di lana la cui capacità di trattamento supera le IO tonnellate al giorno; d) impianti per la concia del cuoio e del pellame qualora la capacità superi le 3 ton di prodotto finito al giorno.
6. Industria della gomma e delle materie plastiche
a) fabbricazione e trattamento di prodotti a base di elastomeri con almeno 25.000 ton/anno di materie prime
lavorate.
7. Progetti di infrastrutture a) progetti di sviluppo di zone industriali o produttive con una superficie interessata superiore ai 40 ettari; b) progetti di sviluppo di aree urbane, nuove o in estensione, interessanti superfici superiori ai 40 ettari; progetti di
riassetto o sviluppo di aree urbane all'interno di aree urbane esistenti che interessano superfici superiori a 10
ettari; costruzione di centri commerciali di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 "Riforma della
disciplina relativa al settore del commercio, a norma dell'articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n.
59"; parcheggi di uso pubblico con capacità superiori a 500 posti auto; c) piste da sci di lunghezza superiore a 1,5 km o che impegnano una superficie superiore a 5 ettari nonché impianti
meccanici di risalita, escluse le sciovie e le monofuni a collegamento permanente aventi lunghezza inclinata non
superiore a 500 metri, con portata oraria massima superiore a 1800 persone; d) derivazione di acque superficiali ed opere connesse che prevedano derivazioni superiori a 200 litri al secondo o
di acque sotterranee che prevedano derivazioni superiori a 50 litri al secondo, nonché le trivellazioni finalizzate
alla ricerca per derivazioni di acque sotterranee superiori a 50 litri al secondo; e) interporti, piattaforme intermodali e terminali intermodali; f) porti e impianti portuali marittimi, fluviali e lacuali, compresi i porti di pesca, vie navigabili; g) strade extraurbane secondarie; h) costruzione di strade di scorrimento in area urbana o potenziamento di esistenti a quattro o più corsie con
lunghezza, in area urbana o extraurbana, superiore a 1500 metri; i) linee ferroviarie a carattere regionale o locale; l) sistemi di trasporto a guida vincolata (tramvie e metropolitane), funicolari o linee simili di tipo particolare,
esclusivamente o principalmente adibite al trasporto di passeggeri;
17
m) acquedotti con una lunghezza superiore ai 20 km; n) opere costiere destinate a combattere l'erosione e lavori marittimi volti a modificare la costa, mediante la
costruzione di dighe, moli ed altri lavori di difesa del mare; o) opere di regolazione del corso dei fiumi e dei torrenti, canalizzazione e interventi di bonifica ed altri simili
destinati ad incidere sul regime delle acque, compresi quelli di estrazione di materiali litoidi dal demanio fluviale
e lacuale; p) aeroporti; q) porti turistici e da diporto, quando lo specchio d'acqua è inferiore o uguale a 10 ettari, le aree esterne interessate
non superano i 5 ettari e i moli sono di lunghezza inferiore o uguale a 500 metri, nonché progetti di intervento su
porti già esistenti; r) impianti di smaltimento di rifiuti urbani non pericolosi, mediante operazioni di incenerimento o di trattamento,
con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno (operazioni di cui all'allegato B, lettere D2 e da D8 a D11, della
parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152); impianti di smaltimento di rifiuti non pericolosi,
mediante operazioni di raggruppamento o di ricondizionamento preliminari, con capacità massima complessiva
superiore a 20 t/giorno (operazioni di cui all'allegato B, lettere D13 e D14 del decreto legislativo 152/2006); s) impianti di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno,
mediante operazioni di incenerimento o di trattamento (operazioni di cui all'allegato B, lettere D2 e da D8 a D11,
della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152); t) impianti di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare con
capacità massima superiore a 30.000 m3 oppure con capacità superiore a 40 t/giorno (operazioni di cui
all'allegato B, lettera D15, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152); u) discariche di rifiuti urbani non pericolosi con capacità complessiva inferiore ai 100.000 m
3 (operazioni di cui
all'allegato B, lettere D1 e D5, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152); v) impianti di depurazione delle acque con potenzialità superiore a 10.000 abitanti equivalenti; z) elettrodotti aerei esterni per il trasporto di energia elettrica con tensione nominale superiore a 100 kV e con
tracciato di lunghezza superiore a 3 km. z.a) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti pericolosi, mediante operazioni di cui all'allegato B, lettere D2, D8 e
da D13 a D15, ed all'allegato C, lettere da R2 a R9, della parte quarta del D. lgs. 152/06;
z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno,
mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del D. lgs. 152/06
8. Altri progetti
a) villaggi turistici di superficie superiore a 5 ettari, centri residenziali turistici ed esercizi alberghieri con oltre 300
posti-letto o volume edificato superiore a 25.000 m3 o che occupano una superficie superiore ai 20 ettari, esclusi
quelli ricadenti all'interno di centri abitati;
b) piste permanenti per corse e prove di automobili, motociclette ed altri veicoli a motore; c) centri di raccolta, stoccaggio e rottamazione di rottami di ferro, autoveicoli e simili con superficie superiore a I
ettaro; d) banchi di prova per motori, turbine, reattori quando l'area impegnata supera i 500 m
2;
e) fabbricazione di fibre minerali artificiali che superino 5.000 m2 di superficie impegnata o 50.000 m
3 di volume;
f) fabbricazione, condizionamento, carico o messa in cartucce di esplosivi con almeno 25.000 tonnellate/anno di
materie prime lavorate; g) Stoccaggio di petrolio, prodotti petroliferi, petrolchimici e chimici pericolosi, a sensi della legge 29 maggio
1974, n. 256, e successive modificazioni, con capacità complessiva superiore a 1.000 m3;
h) recupero di suoli dal mare per una superficie che superi i 10 ettari; i) cave e torbiere; l) trattamento di prodotti intermedi e fabbricazione di prodotti chimici per una capacità superiore a 10.000 t/anno di
materie prime lavorate; m) produzione di pesticidi, prodotti farmaceutici, pitture e vernici, elastomeri e perossidi, per insediamenti
produttivi di capacità superiore alle 10.000 t/anno in materie prime lavorate; n) depositi di fanghi diversi da quelli disciplinati dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, con capacità
superiore a 10.000 metri cubi; o) impianti per il recupero o la distruzione di sostanze esplosive; p) stabilimenti di squartamento con capacità di produzione superiore a 50 tonnellate al giorno; q) terreni da campeggio e caravaning a carattere permanente con capacità superiore a 300 posti roulotte caravan o
di superficie superiore a 5 ettari; r) parchi tematici di superficie superiore a 5 ettari; s) progetti di cui all'allegato III, che servono esclusivamente o essenzialmente per lo sviluppo ed il collaudo di
nuovi metodi o prodotti e che non sono utilizzati per più di due anni. t) modifiche o estensioni di progetti di cui all'allegato III o all'allegato IV già autorizzati, realizzati o in fase di
realizzazione, che possono avere notevoli ripercussioni negative sull'ambiente (modifica o estensione non
inclusa nell'allegato III).
18
1.5 Valutazione di incidenza
L'azienda e'
conforme alla
normativa
L'organizzazione ha realizzato, o ha in programma di
realizzare, interventi che ricadono o che possono avere
incidenza su aree classificate come siti di importanza
comunitaria (SIC), zone speciali di conservazione (ZSP) o
su siti proposti come SIC?
NC
SI'
SI'
NO
DPR 357/97, art. 5.1
Lo studio è stato presentato secondo le
procedure stabilite dalla regione di
competenza e secondo gli indirizzi
dell'Allegato G del DPR 357/97?
DPR 357/97, art. 5.4 e 5.5 e
Allegato G
NO
SI'
L'organizzazione ha presentato, ai fini
della valutazione di incidenza, uno studio volto a
valutare gli effetti dell'intervento sulla conservazione
dell'habitat?
NO
DPR 357/97, art. 5.3
Non
applicabile
NC
19
Sez. 2 Approvvigionamento idrico e scarico reflui
Normativa di riferimento
Tipo n° Data Pubblicazione Titolo
Regio decreto 1775 11/12/1933 G.U. n. 5 del
08/01/1934
Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici
Delibera del
Comitato
Interministeriale
- 04/02/1977 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 48 del
21/02/1977
Criteri, metodologie e norme tecniche generali di cui all'art. 2, lettere
b) , d) ed e), della L. 10 maggio 1976, n. 319, recante norme per la
tutela delle acque dall'inquinamento.
D.Lgs. 275 12/07/1993 Gazzetta
Ufficiale Italiana
n° 182 del
05/08/1993
Riordino in materia di concessione di acque pubbliche.
D. Lgs. 152 03/04/2006 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 88 del
14/04/2006
Norme in materia ambientale – parte TERZA (come modificato dal D.
Lgs. 8 novembre 2006, n. 284, Dlgs 16 gennaio 2008, n. 4, D.L. 6
novembre 2008, n. 172, D.Lgs. 16 marzo 2009, n. 30, D.L. 28 aprile
2009, n. 39, L. 25 febbraio 2010, n. 36, D.Lgs. 10 dicembre 2010, n.
219, D.L. 9 febbraio 2012, n. 5, D.L. 18 ottobre 2012 n. 179)
DPR 59 13/03/2013 Gazz. Uff.
Suppl. Ordin. n°
124 del
29/05/2013
Regolamento recante la disciplina dell'autorizzazione unica
ambientale e la semplificazione di adempimenti amministrativi in
materia ambientale gravanti sulle piccole e medie imprese e sugli
impianti non soggetti ad autorizzazione integrata ambientale, a
norma dell'articolo 23 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5,
convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35.
Documentazione di riferimento
Tipo Caratteristiche
"Autorizzazione all'escavazione di pozzi" E' un documento che può essere stato rilasciato, prima dell'escavazione
dei pozzi, dalla Regione (Sezioni Provinciali del Genio Civile) o dalla
Provincia in cui ha sede l'impianto.
"Concessione di derivazione di acqua" E' un documento che può essere stato rilasciato dalla Regione (Sezioni
Provinciali del Genio Civile) o dalla Provincia in cui ha sede l'impianto.
"Denuncia dei pozzi esistenti" E' una comunicazione, presentata alla Regione ed alla Provincia ai sensi
del D. L.vo 275/93, per la denuncia dei pozzi esistenti nel 1993.
"Denuncia dei quantitativi di acqua prelevata -
trasmissione annuale delle portate di acqua derivate"
E' una comunicazione, richiesta da alcune Regioni, da presentare
annualmente alla Regione o alla Provincia in cui ha sede l'impianto, per
denunciare i quantitativi di acqua prelevati ogni anno.
"Autorizzazione allo scarico in corpo idrico
superficiale, sul suolo o negli strati superficiali del
sottosuolo o acque costiere"
Documento rilasciato dalla Provincia
“Autorizzazione allo scarico in fognatura” Documento rilasciato dal Comune o dall’Ente gestore della fognatura o
dall’Autorità d’Ambito (se l’ATO è istituito e l’autorizzazione è stata
rilasciata successivamente all’entrata in vigore del D. Lgs. 152/2006)
“Permesso di allacciamento alla fognatura” Documento rilasciato dall’Ente gestore della rete fognaria (anche in sede
di concessione edilizia per lo scarico di acque reflue domestiche)
Referti analitici di laboratorio delle acque reflue
scaricate
-
20
2.1 Approvvigionamento idrico: derivazioni
L'azienda è in possesso di Concessione
per tutte le derivazioni in atto?
NC
SI'
SI'
L'azienda e'
conforme alla
normativa
L'azienda ha chiesto e ottenuto
l'Autorizzazione all'escavazione per
ogni pozzo?
RD 1775/33, art. 2 e 17
RD 1775/33, art. 95NO
NO
La Concessione e' ancora valida (*) e
corrisponde alla realtà dell'azienda?
SI'
RD 1775/33, art.21
D.Lvo 152/06, art. 96.8
L'azienda comunica annualmente i dati
relativi alle portate ed ai volumi di
acque pubbliche derivati (se previsto
dalla normativa regionale)?
SI'
D. L.vo 152/06, art. 95.3
Normativa regionale
NO
* si ricorda che le concessioni di derivazioni
sono temporanee ed hanno durata massima 30 anni
NOL'azienda paga annualmente i canoni
di dervazione indicati nel
provvedimento di concessione?
RD 1775/33, art.35
SI'
In azienda sono presenti derivazioni di
acqua da pozzo? RD 1775/33, art. 95
SI'
NO
Sono presenti derivazioni da
corpo idrico superficiale o da
sorgente?
SI'
Non
applicabile
NC
NC
NC
SI'
NO
L'azienda rispetta eventuali prescrizioni
stabilite nella Concessione?
SI'
RD 1775/33, art.21
D.Lvo 152/06, art. 96.7
SI'
NC
NO
NO
L'azienda ha presentato domanda
di concessione?
SI'
RD 1775/33, art. 2 e 17
21
2.2 Scarico di acque reflue: regime autorizzatorio
Lo scarico e' autorizzato (**)?
L'autorizzazione e' in corso di
validità (***)?D.Lvo 152/06, art. 124.8
SI'
NO
D.Lvo 152/06, art. 124.12
SI'
D.Lvo 152/06, art. 124.1 e
124.7
NOE' stata richiesta una nuova autorizzazione in
caso di variazioni quali-quantitative dello
scarico, oppure sono state comunicate eventuali
modifiche non significative?
Lo scarico e' uno scarico di acque
reflue domestiche che recapita in
pubblica fognatura?
SI'
NO
L'azienda e'
conforme alla
normativa
(***) Si ricorda che l'autorizzazione allo scarico e' valida per
quattro anni dal momento del rilascio ed il rinnovo deve essere
chiesto un anno prima della scadenza.
Per gli scarichi di acque reflue domestiche, le Regioni possono
prevedere forme di rinnovo tacito dell'autorizzazione
(**) Lo scarico in corpo idrico superficiale è autorizzato dalla
Provincia; lo scarico in fognatura è autorizzato dall'Autorità
d'Ambito.
Per scarico di acque reflue domestiche, le Regioni possono
prevedere che l'autorizzazione sia inclusa nel documento di
concessione edilizia o nel documento di Agibilità se in questi
documenti risultano descritte le modalità di scarico.
Per scarico di acque meteoriche, l'obbligo di autorizzazione non è
stabilito nel D. Lgs. 152/06, ma può essere fissato dalla normativa
regionale (D. Lgs. 152/06, art. 113). In ogni caso, qualora le acque
meteoriche dilavino superfici soggette ad attività produttive che
possono risultare contaminate da inquinanti, possono essere
equiparate ad acque reflue industriali: è quindi opportuno valutare in
merito l'interpretazione dell'Ente territorialmente competente.
NC
NOE' stato presentato il rinnovo entro
un anno dalla scadenza (****)?D.Lvo 152/06, art. 124.8
NO
SI'
NC
NC
(****) per gli scarichi contenenti le sostanze pericolose di cui alle
tabelle 3/A e 5 dell'Allegato 5 alla parte III, il rinnovo deve
comunque essere rilasciato in forma espressa entro 6 mesi dalla
scadenza dell'autorizzazione.
SI'
D.Lvo 152/06, art. 107.2
L'azienda conferisce i propri reflui ad un
soggetto terzo, titolare dello scarico finale,
che risulta in possesso di
autorizzazione (*)?
NO
D.Lvo 152/06, art. 124.2
(*) L'azienda può non essere titolare di autorizzazione allo scarico
nei seguenti casi:
- conferimento acque reflue ad un soggetto terzo titolare dello
scarico finale;
- costituzione di un Consorzio tra più stabilimenti per l'effettuazione
in comune dello scarico: in questo caso l'autorizzazione è in
capo al Consorzio;
L'assenza di autorizzazione non esclude tuttavia, la responsabilità in
merito alla qualità del singolo scarico (si veda scheda 2.4)
SI'
Nota 1: per Piccole e Medie Imprese e per tutti gli impianti non soggetti alle disposizioni in materia di
Autorizzazione Integrata Ambientale, i gestori possono presentare domanda di Autorizzazione Unica
Ambientale (AUA) nel caso in cui siano assoggettati al rinnovo o all'aggiornamento di almeno uno dei seguenti
titoli abilitativi: - Autorizzazione agli scarichi;
- Comunicazione preventiva sull’uso delle acque reflue.
22
2.3 Acque reflue industriali: conformità dello scarico
I reflui rispettano i limiti di concentrazione
di inquinanti applicabili?
Esiste una diluizione dei reflui?D.Lvo 152/06, art. 101.5
NC
L'azienda e'
conforme alla
normativa
SI'
SI'
NO
I campionamenti e le analisi sono
effettuate secondo le metodiche ufficiali
e con la frequenza eventualmente
prevista dall'autorizzazione?
Nello scarico sono presenti le sostanze
pericolose di cui alle tabelle 3/A e 5
dell'Allegato V alla parte III?
NO
SI'
NO
SI'
D.Lvo 152/06, Allegato 5
Metodiche IRSA - APAT
Autorizzazione allo scarico
D. Lgs. 152/06, art. 108
Tabelle 3/a e 5 dell'allegato V allaparte III
D.Lvo 152/06, art. 101.1; Allegato 5 alla parte III
Autorizzazione allo scarico
Regolamento Ente Gestore fognatura
Convenzioni
NO
L'Azienda rispetta le altre prescrizioni
contenute nell'autorizzazione?
D.Lvo 152/06, art. 124.10
Autorizzazione allo scarico
SI'
NO
NC
NC
NC
L'azienda rispetta le eventuali
prescrizioni specifiche stabilite
dall'autorità competente per lo scarico
di sostanze pericolose (*)?
D. Lgs. 152/06, art. 108, art. 131.1, punto
1.2.3 dell'Allegato V alla parte III
SI'
NC
NO
(*) l'Autorità competente al rilascio dell'autorizzazione può prescrivere,
a carico del titolare dello scarico:
- obbligo di installare misuratori di portata e campionatori in
automatico o alte frequenze di autocontrollo;
- limiti di emissione più restrittivi, anche espressi in massa nell'unità
di tempo (es. kg/mese);
- separazione dello scarico contenente sostanze pericolose;
- ...
I risultati analitici devono rimanere disponibili al controllo per un
periodo non inferiore a 3 anni dalla data di effettuazione
Lo scarico è reso accessibile per il
campionamento da parte dell'autorità
competente?
SI'
D.Lvo 152/06, art. 101.3NC
NO
23
2.4 Acque reflue domestiche e meteoriche: conformità dello scarico
NC
L'azienda e'
conforme alla
normativa
- D.Lvo 152/06, artt. 105, 107 e 108;
all.5, tab. 3, 3/A e 4
- Regolamento Ente Gestore
fognatura [se pertinente]
- Autorizzazione allo scarico
SI'
SI'
SI'
NO
NO
NO
NO
SI'
I campionamenti e le analisi sono
effettuate secondo le metodiche ufficiali e
con la frequenza eventualmente prevista
dall'autorizzazione (*)?
Per le acque reflue meteoriche è
prescritta la separazione tra
prima e seconda pioggia?
L'Azienda ha attivato la
separazione e l'eventuale
trattamento delle acque di
prima pioggia?
L'Azienda rispetta i limiti vigenti di
concentrazione degli inquinanti?
Autorizzazione
Regolamento Locale Igiene Tipo
Normativa Regionale
Autorizzazione
Normativa regionale
D.Lvo 152/06, All. 5 punto 4
Metodiche IRSA - APAT
Autorizzazione
L'Azienda rispetta le altre
prescrizioni contenute
nell'autorizzazione?
D.Lvo 152/06, art. 124
Autorizzazione
NO
NC
Le acque reflue domestiche
recapitano in rete fognaria?
NO
Lo scarico osserva i
Regolamenti emanati
dall'Ente gestore?
SI'
NO
NC
NC
SI'
SI'
SI'
Le superfici scolanti sono
mantenute in condizioni di pulizia
tali da limitare la contaminazione
delle acque di prima pioggia?
Autorizzazione
Normativa regionale
Buons prassi
(*) Secondo quanto stabilito al punto 1.2.2 dell'Allegato V
alla Parte III del D. Lgs. 152/06, le determinazioni
analitiche al fine del controllo di conformità degli scarichi
sono di norma riferite ad un campione medio prelevato
nell'arco di 3 ore.
Gli accertamenti finalizzati a verificare il rispetto dei valori
limite di emissione per le acque di prima pioggia e di
lavaggio sono di norma eseguiti su campioni istantanei
SI'
NO
NO
24
Sez. 3 Gestione rifiuti ed imballaggi
Normativa di riferimento
Tipo n° Data pubblicazione Titolo
D. Lgs. 95 27/01/1992 G.U. n.38 del
15/02/92
Attuazione delle direttive 75/439/CEE e 87/101/CEE relative
alla eliminazione degli oli usati (abrogati artt. 4, 5, 8, 12, 14,
15)
D. Lgs. 99 27/01/1992 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 38 del
15/02/1992
Attuazione della direttiva 86/278/CEE concernente la
protezione dell'ambiente, in particolare del suolo,
nell'utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura.
DM 392 16/05/1996 GU n° 173 del
25/07/1996
Regolamento recante norme tecniche relative alla eliminazione
degli oli usati (modello F sostituito “a tutti gli effetti” dal
formulario di identificazione rifiuti di cui al comma 1 art. 193
del D.Lgs. 152/2006)
DM 503 19/11/1997 G.U. n° 23 del
29/01/1998
Regolamento recante norme per l'attuazione delle direttive
89/369/CEE e 89/429/CEE concernenti la prevenzione
dell'inquinamento atmosferico provocato dagli impianti di
incenerimento dei rifiuti urbani e la disciplina delle emissioni e
delle condizioni di combustione degli impianti di
incenerimento di rifiuti urbani, di rifiuti speciali non pericolosi,
nonché di taluni rifiuti sanitari.
DM - 05/02/1998 G.U. n.88 del
16/04/98
Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle
procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e
33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 (come
modificato dal DM n. 186 del 05/04/2006 e dal D.Lgs. n. 4 del
16/01/2008)
DM 145 01/04/1998 G.U. n.109 del
13/05/98
Regolamento recante la definizione del modello e dei contenuti
del formulario di accompagnamento dei rifiuti ai sensi degli
articoli 15, 18, comma 2, lettera e) , e comma 4, del decreto
legislativo 5 febbraio 1997, n. 22
DM 148 01/04/1998 G.U. n.109 del
13/05/98
Regolamento recante approvazione del modello dei registri di
carico e scarico dei rifiuti ai sensi degli articoli 12, 18, comma
2, lettera m) , e 18, comma 4, del decreto legislativo 5 febbraio
1997, n. 22.
Circolare
Ministeriale
GAB/DEC/812/98
- 04/08/1998 - Circolare esplicativa sulla compilazione dei registri di carico
scarico dei rifiuti e dei formulari di accompagnamento dei
rifiuti trasportati individuati, rispettivamente dal decreto
ministeriale 1 aprile 1998, n. 145 e dal decreto ministeriale 1
aprile 1998, n. 148
DM 406 28/04/1998 G. U. n° 276 del
25/11/1998
Regolamento recante norme di attuazione di direttive
dell'Unione europea, avente ad oggetto la disciplina dell'Albo
nazionale delle imprese che effettuano la gestione dei rifiuti.
DM 124 25/02/2000 G.U. n° 114 del
18/05/2000
Regolamento recante i valori limite di emissione e le norme
tecniche riguardanti le caratteristiche e le condizioni di
esercizio degli impianti di incenerimento e di coincenerimento
dei rifiuti pericolosi, in attuazione della direttiva 94/67/CE del
Consiglio del 16 dicembre 1994, e ai sensi dell'articolo 3,
comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24
maggio 1988, n. 203, e dell'articolo 18, comma 2, lettera a), del
decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22.
25
Normativa di riferimento
Tipo n° Data pubblicazione Titolo
DM 161 12/06/2002 G.U. n. 177 del
30/07/02
Regolamento attuativo degli articoli 31 e 33 del decreto
legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, relativo all'individuazione
dei rifiuti pericolosi che e' possibile ammettere alle procedure
semplificate come modificato dal DM n.269 del 17/11/2005).
D. Lgs. 36 13/01/2003 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 59 del
12/03/2003
Attuazione della direttiva 1999/31/CE - discariche di rifiuti
D. Lgs. 182 24/06/2003 G.U. n° 168 del
22/07/2003
Attuazione della direttiva 2000/59/CE relativa agli impianti
portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi ed i residui
del carico (Allegato III sostituito da allegato del DM
01/07/2009).
DPR 254 15/07/2003 GU n° 211 del
11/09/2003
Regolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti
sanitari a norma dell'articolo 24 della legge 31 luglio 2002, n.
179.
D. Lgs. 133 11/05/2005 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 122 del
15/07/2005
Attuazione della direttiva 2000/76/CE – Incenerimento dei
rifiuti
D. Lgs. 151 25/07/2005 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 175 del
29/07/2005
Attuazione delle direttive 2002/95/CE, 2002/96/CE e
2003/108/CE,relative alla riduzione dell'uso di sostanze
pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche,
nonché allo smaltimento dei rifiuti.
Direttiva Min.
Ambiente
GAB/2005
/6759/B01
29/07/2005 - Applicazione del D. Lgs. 24/06/03, n. 182 – Unità destinate alla
nautica da diporto
DM 269 17/11/2005 GU n° 302 del
29/12/2005
Regolamento attuativo degli articoli 31 e 33 del decreto
legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, relativo all'individuazione
dei rifiuti pericolosi provenienti dalle navi, che è possibile
ammettere alle procedure semplificate.
D. Lgs. 152 03/04/2006 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 88 del
14/04/2006
Norme in materia ambientale – parte QUARTA (titoli I, II, III,
IV, e VI) (come modificato dal D. Lgs. 8 novembre 2006, n.
284, D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4, D.L. 23 maggio 2008, n. 90,
D.L. 6 novembre 2008, n. 172, D.L. 29 novembre 2008, n. 185,
D.L. 25 settembre 2009, n. 135, D.L. 8 luglio 2010, n. 105,
D.Lgs. 3 dicembre 2010, n. 205, D.Lgs. 7 luglio 2011, n. 121,
D.Lgs. 14 settembre 2011, n. 162, D.L. 6 dicembre 2011, n.
201, D.L. 25 gennaio 2012, n. 2, D.L. 9 febbraio 2012, n. 5, DL
22 giugno 2012, n. 83)
DM 186 05/04/2006 GU n° 115 del
19/05/2006
Regolamento recante modifiche al decreto ministeriale 5
febbraio 1998 “Individuazione dei rifiuti non pericolosi
sottoposti alle procedure semplificate di recupero, ai sensi degli
articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22”.
Regolamento CE 1013 14/06/2006 Gazz. Uff. Unione
europea n° L190
del 12/07/2006
Regolamento (CE) n. 1013/2006 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 14 giugno 2006, relativo alle spedizioni di rifiuti
(come modificato dal Regolamento 1379/2007 e 669/2008 e
135/2012 e 255/2013)
DM 185 25/09/2007 Gazzetta Ufficiale
5 novembre 2007,
n. 257
Istituzione e modalità di funzionamento del registro nazionale
dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione
dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE),
costituzione e funzionamento di un centro di coordinamento
per l'ottimizzazione delle attività di competenza dei sistemi
collettivi e istituzione del comitato d'indirizzo sulla gestione
dei RAEE, ai sensi degli articoli 13, comma 8, e 15, comma 4,
del Decreto Legislativo 25 luglio 2005, n. 151.
26
Normativa di riferimento
Tipo n° Data pubblicazione Titolo
DM - 13/05/2009 G.U. n° 165 del
18/07/2009
Modifica del decreto 8 aprile 2008, recante la disciplina dei
centri di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo
differenziato, come previsto dall'articolo 183, comma 1, lettera
cc) del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e s.m.
DM - 30/06/2009 GU n° 153 del
04/07/2009
Approvazione della scheda di trasporto
DPCM - 20/12/2012 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 302 del
29/12/2012
Approvazione del modello unico di dichiarazione ambientale
per l'anno 2013.
DM - 27/09/2010 GU n. 281 del 1-
12-2010
Definizione dei criteri di ammissibilita' dei rifiuti in discarica,
in sostituzione di quelli contenuti nel decreto del Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio 3 agosto 2005.
DM 52 18/02/2011 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 95 del
26/04/2011
Regolamento recante istituzione del sistema di controllo della
tracciabilità dei rifiuti, ai sensi dell'articolo 189 del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e dell'articolo 14-bis del
decreto-legge 1 luglio 2009, n. 78, convertito, con
modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102.
(come modificato dal DM 219/2011)
Legge 148 14/09/2011 GU n. 216 del 16-
09-2011
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13
agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la
stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. (Art. 6, data di
entrata in vigore del SISTRI)
Regolamento
(UE)
333 31/03/2011 Gazz. Uff. Unione
europea n° L94
del 08/04/2011
Regolamento (UE) n. 333/2011 del Consiglio, del 31 marzo
2011, recante i criteri che determinano quando alcuni tipi di
rottami metallici cessano di essere considerati rifiuti ai sensi
della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio
Decreto
Ministeriale
161 10/08/2012 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 221 del
21/09/2012
Regolamento recante la disciplina dell'utilizzazione delle terre
e rocce da scavo.
DM - 20/03/2013 Definizione termini iniziali di operatività del sistema di
controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI)
Decreto Legge 101 31/08/2013 Gazzetta
Ufficiale Italiana
n° 204 del
31/08/2013
Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di
razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni.
DPR 59 13/03/2013 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 124 del
29/05/2013
Regolamento recante la disciplina dell'autorizzazione unica
ambientale e la semplificazione di adempimenti
amministrativi in materia ambientale gravanti sulle piccole
e medie imprese e sugli impianti non soggetti ad
autorizzazione integrata ambientale, a norma dell'articolo
23 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con
modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35.
Nota: i testi normativi evidenziati in grigio restano in vigore fino ad emanazione dei testi sostitutivi
previsti dal D. Lgs. 152/2006
Documentazione di riferimento
Tipo Caratteristiche
Formulari di identificazione dei rifiuti E' il documento che accompagna i rifiuti durante tutte le
fasi del loro trasporto
27
Documentazione di riferimento
Tipo Caratteristiche
Registro di carico/scarico rifiuti E' un documento, tenuto presso l'azienda in forma
cartacea o informatica, su cui sono annotati tutti i
movimenti relativi ai rifiuti prodotti sul sito
MUD (Modello Unico di Dichiarazione) E' un documento, inviato annualmente alla Camera di
Commercio competente per territorio, al fine di
comunicare le quantità e le caratteristiche qualitative dei
rifiuti prodotti presso il sito
• “Iscrizione all’Albo Nazionale delle imprese che effettuano
la Gestione dei rifiuti” per i trasportatori;
• "Autorizzazione (regionale o provinciale) alla realizzazione
e/o all’'esercizio dell'impianto" per le aziende che effettuano
attività di smaltimento/recupero (ai sensi degli artt. 27 e 28
del D. Lgs. 22/97 o degli art. 208 o 210 del D. Lgs. 152/06);
• "Comunicazione di inizio attività di recupero (ai sensi
dell'art. 33 D. L.vo 22/97 o dell’art. 216 del D. Lgs. 152/06)"
o "Comunicazione di avvenuta iscrizione al Registro delle
imprese che effettuano il recupero” rilasciata dalla Provincia
territorialmente competente per le aziende che effettuano
attività di recupero in regime semplificato (o dall’Albo
Nazionale Gestori Ambientali se successiva all’entrata in
vigore del D. Lgs. 152/06).
Sono i documenti che autorizzano le attività delle imprese
che effettuano professionalmente le attività di trasporto,
intermediazione senza detenzione, recupero o
smaltimento rifiuti.
Regolamento Comunale per il servizio di raccolta rifiuti (o
Regolamento comunale per la gestione dei rifiuti o Regolamento
comunale di Assimilabilità dei rifiuti speciali)
E' un Regolamento approvato dal Comune per definire le
modalità di gestione del servizio rifiuti: contiene l'elenco
dei rifiuti assimilabili ai rifiuti urbani con le eventuali
soglie quantitative. Può anche essere incluso in altri
Regolamenti comunali.
Convenzione con il Comune per il conferimento a raccolta pubblica di
rifiuti speciali NON assimilati.
E' una Convenzione stipulata tra l'Azienda ed il Comune
per stabilire le modalità ed i costi di conferimento al
servizio pubblico comunale dei rifiuti speciali NON
assimilati.
Bolletta di pagamento della TARSU o Tariffa per lo smaltimento dei
rifiuti solidi urbani.
-
Iscrizione al SISTRI (attestazione di iscrizione e ricevuta di
pagamento del versamento)
Sono i documenti che attestano l’iscrizione al Sistema per
la rintracciabilità dei rifiuti SISTRI, istituito ai sensi del
DM 17/12/09
Nota: per Piccole e Medie Imprese e per tutti gli impianti non soggetti alle
disposizioni in materia di Autorizzazione Integrata Ambientale, i gestori
possono presentare domanda di Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) nel
caso in cui siano assoggettati al rinnovo o all'aggiornamento di almeno uno dei
seguenti titoli abilitativi: - Autorizzazione all’uso dei fanghi di depurazione in agricoltura;
- Comunicazione in materia di autosmaltimento e recupero dei rifiuti.
28
3.1 Produzione di rifiuti
Sono identificati correttamente i rifiuti
assimilabili agli urbani eventualmente
conferiti al servizio pubblico di raccolta (**)?
Sono classificati correttamente i rifiuti
pericolosi, anche attraverso analisi ove
necessario (es. codici a specchio, ...)
(****) ?
E' identificato correttamente il
destino (recupero o smaltimento)
del rifiuto?
Per ogni rifiuto prodotto e'
assegnato il codice CER corretto?
D.Lvo 152/06, art. 183 e Allegato D alla
parte IV
D.Lvo 152/06, artt. 183 e 184 e
Allegato D alla parte IV,. come
modificato dalla L. 28/2012
D.Lvo 152/06, artt. 184 e 195
D.Lvo 152/06, Allegati
D. L.vo 36/03
NO
NO
NO
NO
SI'
SI'
SI'
I rifiuti inviati direttamente in discarica
sono adeguatamente caratterizzati e
rispettano i criteri di ammissibilità di cui
al DM 27/09/10 (***)?
D. L.vo 36/03, art.11
DM 27/09/10 art. 2; allegato 1
SI'
L'azienda e'
conforme alla
normativa
NO
In azienda sono individuati
correttamente tutti i rifiuti prodotti
(*)?
NC
in caso di rifiuti non
gestiti come tali
D.Lvo 152/06, artt. 183 e 185
NO
NC
NC
NC
in caso di rifiuti non
assimilabili conferiti al
servizio pubblico di
raccolta
Sono stipulate apposite Convenzioni in
caso di conferimento al servizio pubblico di
rifiuti NON assimilabili agli urbani (**)?
D.Lvo 152/06, art. 188, comma 2, lett. c
Regolamento comunale o dell'autorità
d'Ambito
SI'
NC
NO
NC
SI'
NC
(*) Si vedano alla pagina seguente le esenzioni dal
regime dei rifiuti
SI'
(**) Non sono assimilabili ai rifiuti urbani i rifiuti che si
formano nelle aree produttive, compresi i magazzini
di materie prime e di prodotti finiti, salvo i rifiuti
prodotti negli uffici, nelle mense, negli spacci, nei bar
e nei locali al servizio dei lavoratori o comunque
aperti al pubblico
(***) Nota: la caratterizzazione di base del rifiuto a carico del produttore del rifiuto stesso deve essere effettuata in corrispondenza
del primo conferimento, ripetuta ad ogni variazione significativa del processo e comunque almeno una volta all'anno.
In ogni caso non sono ammessi in discarica i rifiuti elencati dall'art. 6 del D. lgs. 36/03.
(****) Nota: secondo il DL 2/2012, un rifiuto è classificato come pericoloso solo se le sostanze raggiungono
determinate concentrazioni (ad esempio, percentuale in peso), tali da conferire al rifiuto in questione una o più delle
proprietà di pericolo. Per le caratteristiche da H3 a H8, H10 e H11 si applicano i limiti in % già riportati nell'allegato D
alla parte quarta del Dlgs 152/06.
Per le caratteristiche H1, H2, H9, H12, H13 e H14 la decisione 2000/532/CE non prevede al momento alcuna specifica.
Nelle more dell'adozione, da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di uno specifico
29
decreto che stabilisca la procedura tecnica per l'attribuzione della caratteristica H14, sentito il parere dell'ISPRA, tale
caratteristica viene attribuita ai rifiuti secondo le modalità dell'accordo ADR per la classe 9 - M6 e M7.
(*) Nota: ESCLUSIONI DAL REGIME DEI RIFIUTI
Sono esclusi dalla gestione dei rifiuti ai sensi del D. Lgs. 152/06 (art. 185):
• le emissioni costituite da effluenti gassosi emessi nell'atmosfera;
• il terreno (in situ), inclusi il suolo contaminato non scavato e gli edifici collegati permanentemente al terreno, fermo restando quanto previsto relativamente alla bonifica di siti contaminati;
• il suolo non contaminato e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di attivita' di costruzione, ove sia certo che esso verrà riutilizzato a fini di costruzione allo stato naturale e nello stesso sito in cui e' stato escavato;
• i rifiuti radioattivi;
• i materiali esplosivi in disuso;
• le materie fecali, se non contemplate dal comma 2, lettera b), paglia, sfalci e potature, nonche' altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa mediante processi o metodi che non danneggiano l'ambiente ne' mettono in pericolo la salute umana.
• le acque di scarico;
• i sottoprodotti di origine animale, compresi i prodotti trasformati, contemplati dal regolamento (CE) n. 1774/2002, eccetto quelli destinati all'incenerimento, allo smaltimento in discarica o all'utilizzo in un impianto di produzione di biogas o di compostaggio;
• le carcasse di animali morti per cause diverse dalla macellazione, compresi gli animali abbattuti per eradicare epizoozie, e smaltite in conformità del regolamento (CE) n. 1774/2002;
• i rifiuti risultanti dalla prospezione, dall'estrazione, dal trattamento, dall'ammasso di risorse minerali o dallo sfruttamento delle cave, di cui al decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 117;
• gli imballaggi, finché sono riutilizzati per un uso identico a quello per il quale sono stati concepiti (art. 217);
• gli scarti alimentari diversi da quelli di origine animale destinati ad utilizzo come materia prima nell'industria dell'alimentazione per gli animali, purché siano conformi ai requisiti igienico-sanitari vigenti;
• i rifiuti radioattivi;
• le terre e le rocce da scavo, anche di gallerie, ed i residui della lavorazione della pietra (art. 186) purché (DM 161/2012):
"a) il materiale da scavo è generato durante la realizzazione di un'opera, di cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale materiale;
b) il materiale da scavo è utilizzato, in conformità al Piano di Utilizzo:
• nel corso dell'esecuzione della stessa opera, nel quale è stato generato, o di un'opera diversa, per la realizzazione di reinterri, riempimenti, rimodellazioni, rilevati, ripascimenti, interventi a mare, miglioramenti fondiari o viari oppure altre forme di ripristini e miglioramenti ambientali;
• in processi produttivi, in sostituzione di materiali di cava;
c) il materiale da scavo è idoneo ad essere utilizzato direttamente, ossia senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale secondo i criteri di cui all'Allegato 3;
d) il materiale da scavo, per le modalità di utilizzo specifico di cui alla precedente lettera b), soddisfa i requisiti di qualità ambientale di cui all'Allegato 4 al DM 161/2012".
Nel caso in cui il materiale da scavo provenga da sito soggetto a bonifica o ripristino ambientale, sarà l'Arpa ad individuare i requisiti di qualità ambientale di cui all'All.4 al DM 161/2012.
Sono comunque esclusi i rifiuti provenienti direttamente dall'esecuzione di interventi di demolizione di edifici o altri manufatti preesistenti.
Il Piano di utilizzo deve essere presentato all'Autorità competente almeno 90 giorni prima dell'inizio dei lavori per la realizzazione dell'opera. La trasmissione (il modello è allegato al decreto stesso) può avvenire, a scelta del proponente, anche solo per via telematica. Il piano ha una durata limitata ed una volta scaduto viene meno la qualifica di sottoprodotto del materiale da scavo con conseguente obbligo di gestire il materiale come rifiuto e quindi di smaltirlo. Tale effetto si produce anche nel caso di violazione degli obblighi assunti dall'impresa nel piano.
30
L'Autorità competente è l'ente che autorizza la realizzazione dell'opera oppure, per le opere soggette a valutazione ambientale, il ministero dell'Ambiente o la Regione.
Per i progetti con una procedura in corso ai sensi dell'art.186, entro il 4 aprile 2013 sarà possibile presentare piano di utilizzo previsto dal nuovo regolamento, al fine di poter godere del particolare regime di favore ora introdotto (art.15). altrimenti, senza il piano, i progetti saranno terminati secondo la procedura prevista dall'abrogato art. 186
• i SOTTOPRODOTTI (art. 184bis): qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni:
� la sostanza o l'oggetto e' originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non e' la produzione di tale sostanza od oggetto;
� e' certo che la sostanza o l'oggetto sara' utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di terzi;
� la sostanza o l'oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale;
� l'ulteriore utilizzo e' legale, ossia la sostanza o l'oggetto soddisfa, per l'utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell'ambiente e non porterà ad impatti complessivi negativi sull'ambiente o la salute umana.
NB: sono inoltre previsti successivi decreti ministeriali che stabiliscano i criteri qualitativi o quantitativi da soddisfare affinché specifiche tipologie di sostanze o oggetti siano considerati sottoprodotti e non rifiuti.
• le MATERIE PRIME SECONDARIE: le modifiche introdotte con il D. lgs. 205/10 hanno eliminato la definizione di Materia Prima Secondaria, prevedendo solo il caso in cui un rifiuto cessa di essere tale dopo essere stato sottoposto ad un’operazione di recupero. Tuttavia, fino al 25 giugno 2011 (6 mesi dall’entrata in vigore del S. lgs. 205/10) continua ad applicarsi la circolare del Ministero dell'ambiente 28 giugno 1999, prot. n 3402/V/MIN che stabilisce: “ i materiali, le sostanze e gli oggetti originati da cicli produttivi o di preconsumo, dei quali il detentore non si disfi, non abbia l'obbligo o l'intenzione di disfarsi e che quindi non conferisca a sistemi di raccolta o trasporto dei rifiuti, di gestione di rifiuti ai fini del recupero o dello smaltimento, purché abbiano le caratteristiche delle materie prime secondarie indicate dal Dm 5 febbraio 1998 e siano direttamente destinate in modo oggettivo ed effettivo all'impiego in un ciclo produttivo, sono sottoposti al regime delle materie prime e non a quello dei rifiuti”.
Ai sensi dell’art. 184-ter, inoltre, un rifiuto cessa di essere tale quando:
• è stato sottoposto in un impianto di trattamento rifiuti a un'operazione di recupero (che può consistere semplicemente nel controllare i rifiuti per verificare se soddisfano i criteri elaborati), incluso il riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo
• e soddisfi i criteri specifici, che il Ministro dell’ambiente dovrà adottare entro il 25 dicembre 2012 (2 anni dall'entrata in vigore del D.Lgs. 205/2010.
Fino all’adozione dei criteri sopra specificati continuano ad applicarsi i Dm 5 febbraio 1998 (recupero semplificato non pericolosi), 161/2002 (recupero semplificato pericolosi) e 269/2005 (rifiuti pericolosi delle navi).
31
3.2 Gestione deposito temporaneo
Il deposito temporaneo dei rifiuti è controllato, effettuato
per categorie omogenee, nel rispetto delle norme
tecniche (in appositi contenitori, senza rischio di
sversamenti)?
D.Lvo 152/06,
art. 183.1, lett. bb
D.Lvo 152/06,
art. 183.1, lett. bb +
Allegati D e I alla parte IV
D.Lvo 152/06,
art. 183.1, lett. bb
Sono rispettate le norme che disciplinano l'imballaggio e
l'etichettatura dei rifiuti pericolosi?
I rifiuti in deposito temporaneo sono avviati a recupero/smaltimento:
- con cadenza almeno trimestrale,;
oppure
- al raggiungimento dei 30 mc, di cui al massimo 10 mc di rifiuti
pericolosi;
o comunque almeno una volta all'anno?
L'azienda è
conforme alla
normativa
NC
SI'
SI'
SI'
SI'
NO
I rifiuti contenenti gli inquinanti organici persistenti di cui al
Regolamento (CE) 850/2004, sono gestiti in conformità al
regolamento stesso e sono avviati a smaltimento e recupero
con tempestività?
D.Lvo 152/06,
art. 183.1, lett. bb
Regolamento 850/04
SI
NO
NC
NC
NC
NO
NO
In azienda è presente un deposito di olio
minerale esausto superiore a 500 lt?DM 392/96, art. 2.3
Il deposito di olio minerale esausto è
conforme alle caratteristiche di cui all'All. C
DM 392/96?
DM 392/96, allegato C
NO
NO
SI'
NC
Il deposito temporaneo dei rifiuti è effettuato nel luogo di
produzione del rifiuto (all'interno dello stretto perimetro
aziendale)?
D.Lvo 152/06,
art. 183.1, lett. bbNCNO
SI'
32
3.3 Gestione amministrativa rifiuti (trasporto, recupero, smaltimento) (nota 1)
SI'
SI'
Ogni trasporto di rifiuti in uscita dal sito
dell'Organizzazione è accompagnato dal
Formulario di Identificazione Rifiuto FIR (nota 2)?
SI'
NO
NO
NO
NO
L'azienda provvede alla registrazione dello scarico del
rifiuto sul Registro C/S per ogni trasporto di rifiuti in
uscita, entro 10 gg. lavorativi dallo scarico (nota 3)?
I FIR e il Registro C/S sono tenuti presso il
luogo di produzione del rifiuto (nota 4)?
I rifiuti sono conferiti a trasportatori e
destinatari in possesso di autorizzazione
valida per il CER in oggetto?
D.Lvo 152/06, art. 190.3
D.Lvo 152/06 art. 183
DM 05/02/98; DM 161/02
D.Lvo 152/06 art. 190.1
D.Lvo 152/06 art. 193
NONel caso in cui non abbia ricevuto la IV
copia del FIR entro tre mesi dal trasporto,
l'Organizzazione ha provveduto ad
avvisare la Provincia?
D.Lvo 152/06 art 188.3, lett. b
SI'
L'azienda è
conforme alla
normativa
SI'
In caso di trasporto di fanghi destinati allo
spandimento agronomico in uscita dal sito sono
riportate nelle annotazioni le informazioni
aggiuntive previste dal D. lgs. 99/92?
D.Lvo 99/92 art. 13, All. 3A
D. Lgs. 152/06, art. 193.8
I Registri di C/S, integrati con i relativi FIR, sono
conservati per almeno 5 anni dalla data
dell'ultima registrazione?
D.Lvo 152/06 art.190.3 e 193.2
NC
NC
NC
NC
NC
NC
NC
SI'
NO
SI'
NO
I FIR e il Registro C/S sono conformi ai modelli approvati, le
pagine numerate e vidimate e sono compilati correttamente
(nota 5)?
D.Lvo 152/06, art. 190.3 e 193
DM 145/98 All. B e C
DM 148/98
Circ. Min 04.08.1998
NC NO
SI'
L'azienda presenta il MUD alla CCIAA competente,
entro il 30 aprile di ogni anno? D.Lvo 152/06 art. 212.8
NC
NO
SI'
I rifiuti prodotti sono registrati sul registro di C/S
rifiuti entro 10 giorni lavorativi dalla data di
produzione?
NO
D.Lvo 152/06 art. 190.1
SI'
NC
SI'
NOEventuali intermediari risultano iscritti all'Albo
nazionale gestori ambientali? (nota 6)
D.Lvo 152/06 art. 183.1, lett. l)
Delibera Albo n° 2/2010NC
33
(Nota 1) A partire dal 15/01/2010 è stato istituito il nuovo sistema per la tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) destinato a modificare completamente le attuali modalità di gestione amministrativa dei rifiuti. La gestione SISTRI, che richiede un’apposita iscrizione al sistema è obbligatoria per:
- Tutti i soggetti produttori iniziali di rifiuti pericolosi; - Le imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti non pericolosi da attività industriali ed artigianali
con più di 10 dipendenti; - I commercianti e gli intermediari di rifiuti; - Le imprese che raccolgono e trasportano rifiuti speciali; - Le imprese e gli enti che effettuano operazioni di recupero e smaltimento di rifiuti; - Le imprese che raccolgono e trasportano i propri rifiuti pericolosi.
L’avvio dell'operatività del SISTRI è stato programmato in modo progressivo: 1° ottobre 2013: per gli enti o le imprese che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale, o che effettuano operazioni di trattamento, recupero, smaltimento, commercio e intermediazione di rifiuti pericolosi, inclusi i nuovi produttori, 3 marzo 2014: per i produttori iniziali di rifiuti pericolosi, nonché per i comuni e le imprese di trasporto dei rifiuti urbani del territorio della regione Campania, al fine di consentire ulteriori semplificazioni, con possibilità di ulteriore proroga di sei mesi se a tale data le semplificazioni non saranno operative. Questi soggetti possono comunque utilizzare il SISTRI su base volontaria a decorrere dal 1° ottobre 2013. Per le modalità di applicazione della gestione SISTRI, si rimanda alla scheda 3.3 bis.
(Nota 2) Eccetto per: - RSAU trasportati da servizio pubblico - trasporti in proprio di rifiuti non pericolosi fino a 30 l oppure 30 kg; - trasporti di rifiuti non pericolosi effettuati dal produttore dei rifiuti stessi, che non eccedano la quantità
di trenta chilogrammi o di trenta litri, se effettuate in modo occasionale e saltuario (non piu' di quattro volte l'anno non eccedenti i trenta chilogrammi o trenta litri al giorno e, comunque, i cento chilogrammi o cento litri l'anno)
- trasporto di rifiuti urbani effettuato dal produttore degli stessi ai centri di raccolta comunali (tale modifica si applica a partire dal 1 giugno 2011);
- Un'esenzione particolare può essere prevista, ai sensi del DM 22/10/08, per i toner conferiti ad impianti di recupero autorizzati direttamente dagli utenti finali oppure da imprese che esercitano attivita' di trasporto conto terzi, quali corrieri e vettori ordinari di consegna purchè in possesso di Iscrizione semplificata all'Albo ex art. 212 D. lgs. 152/06
(Nota 3) La compilazione del Registro di C/S non è necessaria per i rifiuti conferiti al Servizio pubblico di raccolta, pertanto se l'azienda conferisce tutti i suoi rifiuti al Servizio pubblico, è esentata dalla tenuta del Registro. Inoltre, non sono soggetti a registrazione sul registro di C/S:
• I rifiuti da attività commerciali e di servizio, solo per i rifiuti non pericolosi;
• I rifiuti da attività agricole ed agro-industriali, solo per i rifiuti non pericolosi; (si intendono agro-industriali le aziende che coltivano e trasformano direttamente i loro prodotti agricoli, con prevalenza delle attività agricole su quelle industriali);
• i rifiuti da attività di demolizione, costruzione e scavo, solo per i rifiuti non pericolosi; (Nota 4) Le aziende che producono < 10 ton/anno di rifiuti non pericolosi e < 2 ton/anno di rifiuti pericolosi possono tenere i propri registri di C/S presso la sede delle proprie Associazioni di categoria, le quali ne aggiornano i dati con frequenza mensile. (Nota 5) E' ammesso l'utilizzo di fogli formato A4 per la tenuta del registro di C/S purchè numerati e vidimati. La vidimazione del registro di C/S deve essere effettuata dalla CCIAA competente per territorio. In caso di Registri già in uso alla data del 14/02/08 e vidimati da Ente diverso precedentemente competente, gli stessi possono essere utilizzati fino ad esaurimento. La stampa dei Registri di C/S tenuti mediante strumenti informatici deve essere effettuata con frequenza almeno annuale. (Nota 6) Tale disposizione è entrata in vigore a partire dal 19/04/2011, data entro cui le imprese che effettuano intermediazione e commercio di rifiuti senza detenzione erano tenute a presentare domanda di Iscrizione all’Albo. Per gli intermediari già esistenti a tale data, la ricevuta della presentazione all'Albo della domanda di Iscrizione entro il 19/04/11 sostituisce l'iscrizione fino al rilascio della stessa da parte dell'Albo.
34
3.3 bis - Gestione amministrativa rifiuti tramite SISTRI (nota 1)
SI'
NOI rifiuti sono conferiti a destinatari iscritti al
Sistri e in possesso di autorizzazione valida
per il CER in oggetto?
D.Lvo 152/06 artt. 208, 212, 214
DM 05/02/98; DM 161/02
L'azienda è
conforme alla
normativa
NC
Il produttore del rifiuto inserisce sul REGISTRO
CRONOLOGICO del SISTRI le informazioni sui
rifiuti prodotti entro 10 gg lavorativi dalla
produzione?
SI'
D.M. 18/02/11, art. 13
NO
nota 1
In fase di movimentazione del rifiuto, il produttore
provvede a compilare la SCHEDA SISTRI Area
MOVIMENTAZIONE prima della movimentazione
di ogni rifiuto (almeno 4 ore prima nel caso di
rifiuti pericolosi non in microraccolta)? (nota 2)
SI'
D.M. 18/02/11, art. 13
NO
nota 1
Durante il trasporto i rifiuti sono accompagnati
dalla copia cartacea della scheda SISTRI - AREA
MOVIMENTAZIONE sottoscritta dal produttore e
dal trasportatore al momento della presa in carico
del rifiuto da parte del trasportatore? (nota 4)
SI'
D.M. 18/02/11, art. 18.4
NO
nota 1
In fase di movimentazione del rifiuto, il
trasportatore provvede a compilare la SCHEDA
SISTRI Area MOVIMENTAZIONE prima del
trasporto di ogni rifiuto (almeno 2 ore prima nel
caso di rifiuti pericolosi non in microraccolta)?
(nota 3) SI'
D.M. 18/02/11, art. 13
NO
nota 1
Il trasporto di rifiuti è effettuato esclusivamente
attraverso automezzi iscritti al SISTRI e dotati di
apposita black box?
SI'
D.M. 18/02/11, art. 9
NO
nota 1
SI'
NOIl destinatario provvede a compilare la
SCHEDA MOVIMENTAZIONE, area
destinatari, al momento del ricevimento del
rifiuto, impostando lo stato del rifuto su
"accettato" (nota 5)?
D.M. 18/02/11
NC
35
(Nota 1) L’avvio dell'operatività del SISTRI è stato programmato in modo progressivo: 1° ottobre 2013: per gli enti o le imprese che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale, o che effettuano operazioni di trattamento, recupero, smaltimento, commercio e intermediazione di rifiuti pericolosi, inclusi i nuovi produttori, 3 marzo 2014: per i produttori iniziali di rifiuti pericolosi, nonché per i comuni e le imprese di trasporto dei rifiuti urbani del territorio della regione Campania, al fine di consentire ulteriori semplificazioni, con possibilità di ulteriore proroga di sei mesi se a tale data le semplificazioni non saranno operative. Questi soggetti possono comunque utilizzare il SISTRI su base volontaria a decorrere dal 1° ottobre 2013. (Nota 2) Ai sensi dell’art 193, comma 11 del DM 152/2006, per micro raccolta si intende: “la raccolta di rifiuti da parte di un unico raccoglitore o trasportatore presso più produttori o detentori svolta con lo stesso automezzo”. (Nota 3) per sottoscrizione si intende la firma elettronica del delegato dell’impresa che ha prodotto i rifiuti e la firma elettronica del delegato dell’impresa di trasporto. (Nota 4) nel caso in cui il trasporto sia effettuato in conto proprio bisogna tenere presente che i soggetti che effettuano la raccolta ed il trasporto dei propri rifiuti sono tenuti all’iscrizione al SISTRI solo in caso di trasporto di rifiuti pericolosi. I trasportatori in conto proprio di rifiuti non pericolosi non sono tenuti all’iscrizione al Sistri, ma lo possono fare in via volontaria. Nel caso in cui l’azienda sia iscritta al SISTRI anche come trasportatore in conto proprio, essa provvede a compilare la SCHEDA SISTRI Area MOVIMENTAZIONE almeno 2 ore prima del trasporto (se rifiuti pericolosi), inserendo tutte le informazioni richieste, sia come produttore che come trasportatore, utilizzando le relative chiavette USB. Nel caso in cui l’azienda sia iscritta solo come produttore, in fase di inserimento della SCHEDA SISTRI Area MOVIMENTAZIONE, essa provvede a compilare i dati anche per quanto riguarda l’attività di trasporto. Nel caso in cui il produttore non sia iscritto al Sistri, spetta al trasportatore inserire su SISTRI anche i dati della scheda movimentazione relativi al produttore e stampare due copie della scheda movimentazione da consegnare al conducente prima del trasporto. Le due copie sono firmate dal produttore al momento della presa in carico del rifiuto: una copia rimane al conducente durante il trasporto, mentre una copia rimane presso il produttore, che è tenuto a conservarla per cinque anni. Il gestore dell’impianto di recupero o smaltimento dei rifiuti in tali ipotesi è tenuto a stampare e trasmettere al produttore iniziale dei rifiuti stessi la copia della Scheda SISTRI completa, al fine di attestare l’assolvimento della sua responsabilità Nel caso in cui né il produttore, né il trasportatore risultino iscritti a Sistri, il trasporto del rifiuto sarà accompagnato dal Formulario di Identificazione ai sensi dell’art. 193 del D. lgs. 152/06, di cui la IV copia sarà rimandata al produttore. In questa ipotesi, il destinatario, al momento dell’accettazione del carico accede al sistema SISTRI compilando la scheda SISTRI – area registro cronologico dell’impianto, inserendo il riferimento al FIR. (Nota 5) qualora l’accettazione del rifiuto da parte del destinatario sia vincolata ad una verifica analitica, il destinatario accede alla scheda movimentazione selezionando l’opzione “in attesa di verifica analitica”. Al termine della verifica, il gestore accede al sistema e imposta lo stato della spedizione su “Accettato”. Nel caso in cui il carico venga respinto, il destinatario inserisce nell’Area movimentazione lo stato della spedizione su “Respinta”. La comunicazione di carico respinto viene immediatamente inviata al produttore, il quale può decidere se movimentare il rifiuto respinto verso un altro impianto oppure riprendere presso di sé il rifiuto respinto, segnalando sull’area movimentazione tali informazioni.
36
3.4 Gestione dei rifiuti sanitari
L'azienda produce rifiuti
classificati come "rifiuti sanitari" ai
sensi del DPR 254/03?*
DPR 254/03, art. 2.1, lett. d)
Allegati I e II
DPR 254/03, art. 7.8
DPR 254/03, art. 10
DPR 254/03, art. 8.3, lett. a)
DPR 254/03, art. 8.3, lett. a)
Presso l'impianto di sterilizzazione e'
tenuto un registro per l'identificazione
dei cicli di sterilizzazione (numero,
quantita' di rifiuti trattati, data)?
I rifiuti sanitari pericolosi a rischio
infettivo sono smaltiti con il CER
180202* presso impianti di
temodistruzione autorizzati?
Il deposito temporaneo dei rifiuti rispetta le
cadenze stabilite:
- max 5 giorni per quantitativi > 200 lt
- max 30 giorni per quantitativi < 200 lt?
Le registrazioni di carico/scarico
sull'apposito Registro sono effettuate entro
5 giorni dalla data del movimento?
L'azienda e'
conforme alla
normativa
NC
SI'
SI'
SI'
SI'
NO
NO
Tali rifiuti sono sottoposti a trattamento di
sterilizzazione effettuato ai sensi della
norma UNI 10384/94 mediante
procedimento che comprenda anche la
triturazione e l'esssiccamento?
DPR 254/03
art. 2.1, lett. l) ed m)
art. 7
NC
* Nota: sono classificati "rifiuti sanitari
pericolosi a rischio infettivo" anche i rifiuti speciali,
prodotti al di fuori delle strutture sanitarie, che
come rischio risultino analoghi ai rifiuti pericolosi
a rischio infettivo.
Tra questi rientrano per es. le piastre di laboratorio
microbiologico contaminate da agenti patogeni.
Sono invece esclusi gli assorbenti igienici e tutti i
rifiuti di origine animale soggetti al
Regolamento 1774/02.
SI'
I rifiuti sanitari possono
essere smaltiti come rifiuti
assimilati agli urbani con il
CER 200301
SI'
NO
NO
NC
NO
Durante le fasi di deposito temporaneo,
movimentazione interna, trasporto, i rifiuti sono
dotati di apposito imballaggio a perdere
recante la scritta "rifiuti sanitari pericolosi a
rischio infettivo", a sua volta contenuto in un
secondo imballaggio rigido esterno
contrassegnato dalla medesima scritta?
SI'
DPR 254/03, art. 8.1NC
NO
Non applicabile
NO
37
3.5 Gestione dei rifiuti prodotti dalle navi (*)– adempimenti per i porti
D. Lgs. 182/03, art. 4.1
Il porto è dotato di impianti (fissi,
mobili o galleggianti) e di servizi
portuali di raccolta dei rifiuti (*)?NC
NO
D. Lgs. 182/03, art. 4.4
L'impianto portuale di raccolta, se
FISSO, è autorizzato ai sensi dell'art.
208 del D. Lgs. 152/06 (o dell'art. 28
del D. Lgs. 22/97)?
NC
NO
SI
D. Lgs. 182/03, art. 4.6
Il gestore dell'impianto portuale di
raccolta provvede agli adempimenti
di cui al D. Lgs. 152/06 (tenuta
Registri, MUD)?
NC
NO
SI
D. Lgs. 182/03, artt. 5.1, 5.2
allegato I
L'Autorità portuale ha elaborato il
Piano di raccolta rifiuti,
sottoponendolo ad approvazione dalla
Regione?
NC
NO
SI
D. Lgs. 182/03, art. 14
allegato II
L'Autorità portuale ha predisposto il
documento informativo sul sistema di
raccolta da fornire agli utenti del
porto?
NC
NO
SI
L'azienda e'
conforme alla
normativa
SI
(*) Sono considerati rifiuti prodotti dalle navi anche le acque reflue
38
3.6 Gestione dei rifiuti prodotti dalle navi (*) – adempimenti per le navi
D. Lgs. 182/03, art. 6.,
allegato III (DM 01/07/2009)
Il comandante della nave adempie gli
obblighi di notifica trasmettendo
all'Autorità marittima il documento di
cui all'Allegato III (**)?
NC
NO
D. Lgs. 182/03, art. 6.1
Le informazioni di cui sopra sono
trasmesse almeno 24 ore prima
dell'arrivo nel porto di scalo, se il porto
è noto?
NC
NO
SI
D. Lgs. 182/03, art. 7.1
Il comandante della nave conferisce i
rifiuti prodotti all'impianto portuale di
raccolta prima di lasciare il porto (***)?
SI
D. Lgs. 182/03, art. 7.2
Qualora ciò non avvenga, il
comandante ha ottenuto
l'autorizzazione dell'Autorità
marittima?
SI
NC
L'azienda e'
conforme alla
normativa
(**) Tale disposizione non si applica ai pescherecci e alle imbarcazioni da diporto omologate per un massimo di dodici passeggeri
(***) Le navi in servizio di linea con scali frequenti e regolari non non hanno l'obbligo di conferire i rifiuti prodotti dalla nave prima di
lasciare ciascuno dei porti di approdo
NO
NO
SI
(*) Con Direttiva GAB/2005/6759/B01 del 29/07/05, il Ministero dell'Ambiente ha stabilito che, "fino alla piena attuazione dell'annesso
IV della Marpol, tutte le unità da diporto esistenti e quelle, nuove ed esistenti, omologate per il trasporto di un numero di persone
inferiore a 15 e dotate di servizi igienici, possano effettuare lo scarico in mare dei liquami non trattati a norma Marpol soltanto oltre il
limite di tre miglia dalla costa, in navigazione con rotta fissa ed alla velocità massima consentita".
39
3.7 Adempimenti per i trasportatori di rifiuti a titolo professionale
Le imprese che svolgono attivita' di raccolta e trasporto di
rifiuti, sono in possesso di Iscrizione all'Albo nazionale
gestori ambientali?
D.Lvo 152/06 art. 212NC
L'Iscrizione all'Albo è in corso di validità, comprende
tutti gli automezzi utilizzati e tutti i codici CER di cui è
effettuato il trasporto(*)?
D.Lvo 152/06 art. 212
DM 406/98, art. 12NC
No
Sì
No
Sì
I rifiuti trasportati sono conferiti ad impianti autorizzati?D.Lvo 152/06 artt. 208 e 214
NC
No
Sì
(*) Nota: L'iscrizione all'Albo per il trasporto deve essere rinnovata ogni 5 anni. In seguito alle modifiche introdotte con il D. lgs. 205/2010:
- non è più possibile presentare domanda di iscrizione o rinnovo dell'iscrizione per le categorie 2 e 3 (che restano però valide fino alla loro
scadenza);
- la presentazione della garamnzia finanziaria è richiesta solo per il trasporto di rifiuti pericolosi (categoria 5);
- le imprese autorizzate al trasporto dei rifiuti pericolosi sono esonerate dall'onbbligo di iscrizione anche per il trasporto di rifiuti non pericolosi
(pertanto le imprese iscritte sia in categoria 4 che in 5 possono richiedere la cancellazione dalla categoria 4 effettuando il passaggio nella categoria
5 delle tipologie di rifiuti non pericolosi e dei relativi veicoli).
Ai sensi della Delibera 12/05/2003, l'Iscrizione all'Albo non è dovuta per i trattori stradali, ma solo per i rimorchi e semirimorchi.
Durante il trasporto i rifiuti sono accompagnati dal formulario
di identificazione (**)?D.Lvo 152/06 art. 193
NC
No
Sì
Sono effettuate correttamente le Registrazioni sul
Registro C/S entro 10 gg. lavorativi dal trasporto (**)?
D.Lvo 152/06 art. 190
NC
No
Sì
L'impresa effettua trasporto transfrontaliero di rifiuti?D.Lvo 152/06 art. 194
No
L'azienda e'
conforme alla
normativa
Vai alla
scheda 3.8
Sì
Nel caso in cui il trasportatore effettui trasporti di RAEE
professionali dall'Unità locale del produttore / detentore
all'impianto di trattamento, è efettuata la comunicazione
annuale secondo le apposite schede?
DPCM 23/12/2011
No
NC
Sì
L'impresa ha completato l'iscrizione al SISTRI e ha
provveduto a completare le pratiche per l'installazione
delle black box sui mezzi entro il 30/11/10?
DM 18/02/11
No
NC
Sì
(**) Per le modalità di compilazione e stampa Registri e Formulari e per le modalità ed tempi di adeguamento al Sistri, si vedanno i Fogli
3.3 e 3.3bis
40
3.7bis. Trasporto in conto proprio di rifiuti
Le imprese che svolgono attivita' di raccolta e trasporto
dei propri rifiuti sono in possesso di Iscrizione all'Albo
nazionale gestori ambientali (nota 1)?
D.Lvo 152/06 art. 212.8NC
L'Iscrizione all'Albo comprende tutti gli automezzi
utilizzati e tutti i codici CER di cui è effettuato il trasporto
(nota 2)?
D.Lvo 152/06 art. 212.8NC
No
Sì
No
Sì
I rifiuti trasportati sono conferiti ad impianti autorizzati?D.Lvo 152/06 artt. 208 e 214
NC
No
Sì
Durante il trasporto i rifiuti sono accompagnati dal formulario
di identificazione (nota 4)?D.Lvo 152/06 art. 193
NC
No
Sì
L'azienda e'
conforme alla
normativa
Se viene effettuato il trasporto in conto proprio di rifiuti
pericolosi è stata effettuata l'iscrizione al SISTRI?
DM 18/02/11No
NC
Sì
(Nota 1) L'Iscrizione all'Albo semplificata ai sensi dell'art. 212.8 è possibile per i produttori iniziali di rifiuti non pericolosi che effettuano operazioni di
raccolta e trasporto dei propri rifiuti, nonche' i produttori iniziali di rifiuti pericolosi che effettuano o perazioni di raccolta e trasporto dei propri rifiuti
pericolosi in quantita' non eccedenti trenta chilogrammi o trenta litri al giorno . Detti soggetti non sono tenuti alla prestazione delle garanzie
finanziarie e sono iscritti in un'apposita sezione dell'Albo in base alla presentazione di una comunicazione alla sezione regionale o provinciale
dell'Albo territorialmente competente che rilascia il relativo provvedimento entro 30 giorni.
Chi invece effettua il traporto in conto proprio di rifiuti pericolosi in quantità superiori a 30 kg o l al giorno è soggetto ad iscrizione ordinaria ai sensi
dell'art. 212.5 (si veda scheda 3.7).
(Nota 2) In fase di richiesta di Iscrizione, l'impresa è tenuta a comunicare le caratteristiche e la natura dei rifiuti prodotti che intende trasportare e gli
estremi identificativi e lìidoneità tenica dei mezzi utilizzati per il trasporto. Le Iscrizioni rilasciate prima del 14/04/08, ai sensi della normativa allora
vigente, che non specificavano tali informazioni dovranno essere rinnovate entro il 25/12/2011
(Nota 3) Per le iscrizioni che non riportano data di scadenza, le iscrizioni effettuate dopo il 14 aprile 2008 dovevano essere rinnovate entro il
25/12/2020, mentre le iscrizioni effettuate prima del 14 aprile 2008 ai sensi e per gli effetti della normativa vigente a quella data dovevano essere
aggiornate entro il 25 dicembre 2011, presentando relativa domanda di rinnovo entro il 30/06/2011
(nota 4) Per le modalità di compilazione del FIR e relativo adeguamento al SISTRI si vedano schede 3.3 e 3.3bis.
L'iscrizione è rinnovata ogni 10 anni e sono state comunicate
tutte le eventuali variazioni incorse dalla data di iscrizione
(nota 3)?
D.Lvo 152/06 art. 212.8
NC
No
Sì
E' effettuato regolarmente il versamento del diritto annuale di
Iscrizione?
D.Lvo 152/06 art. 212.8
NC
No
Sì
41
3.8. Trasporto transfrontaliero di rifiuti (*)
L'azienda e'
conforme alla
normativa
Il rifiuto da trasportare è soggetto all'obbligo di notifica
(rifiuti destinati a smaltimento, rifiuti in lista
AMBRA - all. IV-, rifiuti pericolosi, rifiuti non
classificati sotto una voce specifica, ...)?
Reg. CE 1013/06, art. 3.1, All. III,
IV, IVa,
il notificatore ha stipulato con il destinatario un contratto
secondo le indicazioni del Regolamento?Reg. CE 1013/06, art. 5NC
No
L'impresa invia, almeno 3 gg. prima del viaggio, copia
del documento di movimento compilato con la data
esatta del trasporto al destinatario ed alle autorità
competenti per territorio?
Reg. CE 1013/06, art.16NC
No
Sì
Durante il trasporto i rifiuti sono accompagnati dal
Documento di movimento (***) ?Reg. CE 1013/06, art.16NC
No
Entro i 3 gg. successivi al ricevimento del rifiuto il
destinatario invia allo speditore ed alle autorità
competenti copia del Documento di movimento
compilato ?
Reg. CE 1013/06, art.16NC
No
Sì
Entro 30 gg. dal completamento delle operazioni e
comunque entro un anno dal rricevimento del rifiuto il
destinatario invia allo speditore ed alle autorità
competenti il certificato di recupero o smaltimento non
intermedio?
Reg. CE 1013/06, art.16NC
No
Sì
(***) Per il tratto italiano del percorso i rifiuti non
devono più essere accompagnati anche dal
Formulario
No
Il notificatore ha costituito una garanzia finanziaria o
un'assicurazione secondo le indicazioni del
Regolamento?
Reg. CE 1013/06, art. 6NC
No
Il notificatore ha inviato notifica relativa alla spedizione
che intende effettuare all'autorità competente del Paese
di partenza, che provvede a trasmetterne copia
all'autorità del Paese di destinazione (**)?
Reg. CE 1013/06, art. 4, All. IA,
IB, IC, IINC
No
Sì
Il notificatore ha ottenuto l'autorizzazione
all'effettuazione del trasporto sulla base della notifica
presentata (l'autorizzazione ha validità un anno, se non
indicato diversamente)?
Reg. CE 1013/06, art.9NC
No
Sì
Sì
Sì
E' stato stipulato un contratto con il destinatario ed il
trasporto di rifiuti è accompagnato dal documento
informativo di cui all'Allegato VII?
Reg. CE 1013/06, art.18NC
No
Sì
Sì (**) In caso di più spedizioni di rifiuti aventi le medesime
caratteristiche è possibile inviare una notifica generale
che comprenda più di un trasporto. In questo caso
l'autorizzazione ottenuta può avere validità anche fino a
tre anni.
L'azienda e'
conforme alla
normativa
Sì
(*) Gli allegati si intendono come modificati dal Regolamento 1379/07 e 669/08 e 135/2012
42
3.9 Recupero/smaltimento di rifiuti con procedura ordinaria
La realizzazione e l'esercizio dell'impianto
di recupero e/o smaltimento rifiuti sono
autorizzati ai sensi degli artt. 27 e 28 del D.
Lgs. 22/97 o dell'art. 208 del D. Lgs.
152/06?
D.Lvo 152/06 art. 208NC
L'autorizzazione è in corso di validità e
comprende tutti i codici CER dei rifiuti
conferiti presso l'impianto (nota 1)?
D.Lvo 152/06 art. 208.12NC
No
Sì
No
Sì
L'organizzazione ha presentato domanda
di iscrizione al Sistri (nota 2)?
DM 18/02/11NC
No
Sì
D.Lvo 152/06 art. 208.11NC
Sono effettuate correttamente le
Registrazioni sul Registro C/S entro 2 gg.
lavorativi dalla presa in carico del rifiuto e i
Registri di C/S sono conservati per 5 anni
dalla data dell'ultima registrazione?
D.Lvo 152/06 art. 190NC
No
Sì
L'organizzazione gestisce impianti mobili di
smaltimento o di recupero?
D.Lvo 152/06 art. 208.15No
L'azienda e'
conforme alla
normativa
NC
L'organizzazione comunica, entro 60 gg.,
le specifiche dettagliate relative alla
campagna di attività da svolgere, alla
Regione sul cui territorio si deve svolgere la
campagna (nota 4)?
D.Lvo 152/06 art.208.15
No
Sì
Sì
Gli impianti che effettuano stoccaggio,
trattamento o recupero di Rifiuti di
apparecchiature elettriche ed elettroniche
(RAEE) ai sensi del D. Lgs. 151/05 sono
conformi alle rpescrizioni degli allegati 2 e 3
del d. lgs. 151/05?
D.Lvo151/05, art. 3.1, art.
20.1, Allegati 2 e 3
D.Lvo151/05, art. 9.4
DPCM 23/12/2011
Gli impianti che effettuano il trattamento ed
il recupero dei RAEE comunicano
annualmente i dati relativi ai RAEE trattati
ed ai materiali avviati al recupero?
No
NC
Sì
Sono rispettate tutte le prescrizioni previste
dall'autorizzazione?
No
Sì
Sì
Regolamento CE 333/11
Gli impianti che effettuano operazioni di
recupero dei rottami metallici che, a seguito
del trattamento non sono più rifiuti, si sono
adeguati a requisiti del regolamento 333/11
ottenendo relativa attestazione da
organismo qualificato?
No
NC
Sì
NC
No
43
(nota 1) La domanda di rinnovo dell'autorizzazione deve essere presentata entro 180 gg. dalla scadenza. Le aziende certificate ISO 14001 o EMAS che non ricadono nel campo di applicazione della normativa IPPC possono presentare un'autocertificazione sostitutiva della domanda di rinnovo. Il rinnovo diventa efficace dalla presentazione dell'autocertificazione. Per tutte le altre aziende, la presentazione della domanda di rinnovo entro 180 gg. dalla scadenza, consente il proseguimento dell'attività fino alla decisione dell'autorità competente. (nota 2) L’iscrizione al SISTRI è obbligatoria per tutte le imprese e gli enti che effettuano operazioni di recupero e smaltimento di rifiuti. (nota 4) Eccetto impianti che effettuno la disidratazione dei fanghi generati dagli impianti di depurazione e gli impianti che effettuano esclusivamente riduzione volumetrica e separazione delle frazioni estranee
44
3.10 Recupero di rifiuti con procedura semplificata
L'organizzazione ha effettuato la comunicazione
di inizio attività di recupero alla Provincia da più
di 90 gg. (*)?
D.Lvo 152/06 artt. 214 e 216
Sono rispettate tutte le altre prescrizioni individuate dalla
norme tecniche per poter accedere alla procedura
semplificata (tipologia, provenienza e caratteristiche dei
rifiuti, attività di recupero effettuata, caratteristiche materie
prime o prodotti derivanti)?
D.Lvo 152/06 art. 214
DM 05.02.1998
DM 186/2006
DM 161/2002
NC
No
No
Sì
L'organizzazione ha effettuato l'iscrizione al
Sistri?
DM 18/02/11
NC
No
Sì
Ove necessario, sono effettuati i
campionamenti e le analisi dei rifiuti secondo le
metodiche previste e con le necessarie
frequenze?
DM 05.02.1998, artt. 8 e 9
DM 161/02, art. 7NC
No
Sì
L'azienda e'
conforme alla
normativa
NC
Sono effettuate correttamente le Registrazioni
sul Registro C/S entro 2 gg. lavorativi dalla presa
in carico del rifiuto e i Registri di C/S sono
conservati per 5 anni dalla data dell'ultima
registrazione (***)?
D.Lvo 152/06 art. 190No
Sì
Se l'impianto effettua recupero di Rifiuti di
apparecchiature elettriche ed elettroniche
(RAEE) ai sensi del D. Lgs. 151/05 rispetta le
prescrizioni degli allegati 2 e 3 del D. lgs. 151/05?
D.Lvo151/05, art. 3.1, art.
20.1, Allegati 2 e 3
(*) Nel caso di impianti di coincenerimento, oppure
impianti che trattano RAEE o veicoli fuori uso l'inizio
dell'attività è subordinato all'effetuazione di una visita
preventiva da parte della Provincia competente.
Per gli impianti che hanno presentato la
comunicazione di inizio attività nel periodo dal
29/04/2006 al 13/02/2008, l'Ente competente
risultava l'Albo nazionale gestori ambientali.
Sì
NC
(***) Per le modalità di compilazione e stampa Registri
e di adeguamento al Sistri, si veda il Foglio 3.3 e 3.3bis
Sono rispettati i quantitativi max di rifiuti
impiegabili presso l'impianto stabiliti dall'allegato
4 del DM 05/02/98 o dall'allegato 2 del DM
161/02?
DM 05/02/1998, artt. 6.3, 7.1 e
Allegato 4
DM 161/2002, Allegato 2
No
Sì
Per gli impianti di messa in riserva, sono rispettate le norme
tecniche di cui all'Allegato 5 del Dm 05/02/1998 o dall'Allegato
3 del DM 161/02?
Sì
D.Lvo 152/06 art. 214
DM 05.02.1998, art. 6 e All. 5
DM 161/02, All. 3NC
No
NC
D.Lvo151/05, art. 9.4
DPCM 02/12/08
Gli impianti che effettuano il trattamento ed il recupero dei
RAEE comunicano annualmente i dati relativi ai RAEE
trattati ed ai materiali avviati al recupero?NC
Sì
No
(**) L'iscrizione al SISTRI è obbligatoria per
tutte le imprese e gli enti che effettuano
operazioni di recupero e smaltimento di rifiuti
NC
No
Sì
Regolamento CE 333/11
Gli impianti che effettuano operazioni di
recupero dei rottami metallici che, a seguito
del trattamento non sono più rifiuti, si sono
adeguati a requisiti del regolamento 333/11
ottenendo relativa attestazione da
organismo qualificato?
No
NC
Sì
45
3.11 Incenerimento e coincenerimento di rifiuti
L'impianto risulta autorizzato ai sensi
dell'art. 208 del D. Lgs. 152/06 (odegli
artt. 27/28 del D. Lgs. 22/97) oppure è
in possesso di autorizzazione integrata
ambientale ai sensi del D. Lgs. 152/06
(o 59/05)?
E' un impianto di
coincenerimento (*) di
rifiuti NON pericolosi?
L'impianto è soggetto ad
autorizzazione integrata
ambientale ai sensi del D.
Lgs. 152/06?
Sì
L'impianto ha presentato la comunicazione di
inizio attività di recupero secondo la procedura
semplificata di cui all'art. 214 del D. Lgs. 152/06 (o
di cui all'art. 33 del D. Lgs. 22/9)7?
No
La comunicazione contiene anche le
informazioni di cui all'art. 5, commi 5 e
6 del D. Lgs. 133/05?
L'impianto ha subito l'ispezione
preventiva da parte della Provincia
competente?
Sì
Vai alla
scheda 3.12
Sì
Sì
No
Vai alla
scheda 3.12
Sì
NC
No
L'impianto ha subito la verifica
preventiva da parte dell'autorità
competente?
Sì
NC
No D. Lgs. 133/05,
artt. 4.8, 4.9; 5.12,
5.13
D. Lgs. 133/05,
artt. 4.1, 4.2; 5.1,
5.2
NC
No
NC
No
D. Lgs. 152/06,
Allegato VIII alla
parte 1
D. Lgs. 133/05, art.
21.4
D. Lgs. 133/05, art.
21.4
D. Lgs. 133/05, art.
21.4
No
(*) E' definito impianto di
coincenerimento un impianto
la cui funzione principale
consiste nella produzione di
energia o di materiale e che
utilizza rifiuti come
combustibile normale o
accessorio o in cui i rifiuti sono
sottoposti a trattamento termico
ai fini dello smaltimento
Sì
46
3.12 Incenerimento e coincenerimento di rifiuti – adempimenti
L'autorizzazione è in corso di validità (*) e
corrisponde all'attuale situazione
dell'impianto?
L'impianto rispetta le quantità autorizzate per le
singole categorie di rifiuti?
Sì
L'impianto rispetta le procedure di ricezione dei
rifiuti previste?
Sì
L'impianto rispetta le condizioni di esercizio previste
(tenore di incombusti nelle scorie TOC
<3%; temperatura di almeno 850° per 2 secondi,
sistema automatico di blocco in caso di anomalie, ...)?
Sì
L'azienda è
conforme alla
normativa
Sì
NC
No
NC
No
D. Lgs. 133/05,
art..4.10 e 5.10
D. Lgs. 133/05,
art..4.3 e 5.6
D. Lgs. 133/05, art.
7
D. Lgs. 133/05, art.
8
NC
No
NC
No
L'impianto rispetta i valori limite di
emissione in atmosfera previsti dal D.
Lgs. 133/05
D. Lgs. 133/05, art.
9; allegati 1 e 2
L'impianto rispetta i valori limite per gli scarichi
di acque reflue previsti dal D. Lgs. 133/05?
D. Lgs. 133/05, art.
9; allegato 1, par.
D
Sì
NC
No
NC
No
Il campionamento e le analisi delle emissioni
e degli scarichi sono effettuate secondo la
frequenza e con le metodiche previste?
D. Lgs. 133/05,
artt. 11 e 12NC
No
Le acque meteoriche di dilavamento, le acque
di prima pioggia e le acque di lavaggio sono
convogliate e trattate?
E' stata predisposta la relazione annuale
relativa al funzionamento ed alla
sorveglianza dell'impianto, in caso di
impianti aventi capacità nominale >
2ton/ora?
D. Lgs. 133/05, art.
10.9
D. Lgs. 133/05, art.
15.3NC
No
NC
No
Sì
Sì
Sì
Sì(*) L'autorizzazione è valida 5 anni e deve
essere rinnovata 180 gg. prima della
scadenza. Per gli impianti registrati EMAS il
rinnovo dell'autorizzazione deve essere
effettuato ogni 8 anni
47
3.13 Discariche di rifiuti
La discarica è autorizzata ai sensi dell'art. 208
del D. Lgs. 152/06 o dell'art. 29sexies del D. lgs.
152/06 (AIA)?
D.Lvo 152/06 art. 208
D. lgs. 152/06, art. 29 sexies
D. Lgs. 36/03, art. 8NC
No
Sì
E' osservato il Piano di gestione operativa
(modalità di conferimento, accettaz. rifiuti, criteri
di riempimento e chiusura celle, ...)?
D. Lgs. 36/03, art. 13, allegato 2NC
No
Sì
E' osservato il Piano di sorveglianza e controllo
(biogas, percolato, acque di ruscellamento,
acque di falda, qualità dell'aria, ...)?
D. Lgs. 36/03, art. 8.1, lett. i,
allegato 2NC
No
Sì
I rifiuti conferiti sono conformi ai criteri di
ammissibilità ?
D. Lgs. 36/03, art. 11.3
DM 27/09/2010NC
No
Sì
Sono effettuate le verifiche analitiche dei rifiuti
conferiti secondo quanto previsto
dall'autorizzazione o dal DM 27/09/10 (nota 1)?
DM 27/09/10NC
No
Sì
Sono effettuate le registrazioni su Registro C/S
entro2 gg. lavorativi dalla presa in carico dei
rifiuti (nota 2)?
D. Lgs. 152/06, art. 190NC
No
Sì
I Registri di C/S sono conservati a tempo
indeterminato?
D. Lgs. 152/06, art. 190.3NC
No
Sì
L'azienda e'
conforme alla
normativa
(nota 1) Il DM 27/09/10 prevede la verifica di
conformità del rifiuto conferito attraverso
determinazioni analitiche con frequenza non
superiore ad un anno. Inoltre, con la medesima
frequenza devono essere prelevati campioni
dei rifiuti conferiti da conservare presso
l'impianto per un periodo non inferiore a due
mesi.
(nota 3) L'iscrizione al SISTRI è obbligatoria per tutti
gli enti e imprese che effettuano recupero o
smaltimento di rifiuti
(nota 2) Per le modalità di compilazione e stampa
registri e di adeguamento al SISTRI si vedano le
schede 3.3 e 3.3bis
L'organizzazione ha effettuato l'iscrizione al
Sistri (nota 3)?
DM 18/02/11NC
No
48
3.14 Centri di raccolta per i rifiuti urbani
L'impianto è considerato centro di raccolta
ai sensi del DM 08/04/08 (nota 1)?
Il centro di raccolta è stato realizzato in
conformità con la normativa vigente in materia
urbanistica ed ediliza ed il Comune co petente
ne ha dato comunicazione alla Regione ed alla
Provincia?
Sì
Il centro di raccolta è realizzato in conformità
alle disposizioni tecniche dell'Allegato 1 del DM
08/04/08 (nota 2)?
Sì
Presso il centro sono conferiti solo le tipologie di
rifiuti previste dall'allegato 1 del DM 08/04/08?
Sì
L'azienda è
conforme alla
normativa
Sì
NC
No
NC
No
DM 08/04/08*, art.
1
DM 08/04/08, art.
2.1
DM 08/04/08, art.
2.2, Allegato I
DM 08/04/08, art.
2.2, Allegato I
NC
No
Si vedano
schede 3.9 e
3.10
No
Il deposito dei rifiuti presso il centro di raccolta ha
una durata inferiore a tre mesi e la frazione
organica umida è avviata agli impianti di recupero
entro 72 ore?
DM 08/04/08, art.
2.2, Allegato INC
No
Sì
Nota 1: i centri di raccolta comunali o intercomunali disciplinati dal presente decreto sono costituiti da
aree presidiate ed allestite ove si svolge unicamente attivita' di raccolta, mediante raggruppamento per
frazioni omogenee, per il trasporto agli impianti di recupero, trattamento e, per le frazioni non
recuperabili, di smaltimento, dei rifiuti urbani e assimilati conferiti in maniera differenziata.
Il soggetto che gestisce il centro di raccolta è
iscritto all'Albo nazionale gestori ambientali?
DM 08/04/08, art.
2.5
Deliberaz. Albo
20/07/09
NC
No
SìSì
Nota 2: l'adeguamento alle nuove disposizioni tecnico-gestionali previste dal D.M. 13 maggio 2009 deve
avvenire entro il 18 gennaio 2010, pertanto:
- le strutture ancora non in linea con tali disposizioni, ma autorizzate in base alle disposizioni delle Regioni
(o degli altri Enti locali), possono continuare ad operare fino alla data indicata, data a partire dalla quale le
strutture devono rispettare i nuovi parametri ambientali;
- le strutture già in linea con il DM del 2008 possono invece continuare a svolgere la loro attività senza
necessità di ulteriore approvazione pubblica.
* Il DM 08/04/08 si intende
integrato con le disposizioni del DM
13/05/09
49
3.15 Gestione imballaggi – CONAI
L'Azienda e' iscritta al CONAI?NC
D. Lvo 152/06, art. 224.1
Regolamento CONAI
D. L.vo 152/06, art. 224.1
Regolamento CONAI
L'azienda e'
conforme alla
normativa
D. Lvo 152/06, art. 226.4
L'Azienda e' un Utilizzatore di imballaggi?
(autoproduce, importa, commercia imballaggi o
acquista imballaggi vuoti per effettuarne il
riempimento)?
L'azienda e'
conforme alla
normativa
Sugli imballaggi eventualmente prodotti o
commercializzati dall'Azienda e' indicata la
composizione del materiale di cui sono costituiti e
l'invito a non disperderli nell'ambiente?
L'azienda immette sul mercato imballaggi che
rispettano le concentrazioni limite di metalli pesanti
fissate dalla normativa (Pb, Cd, Hg, CrVI < 100 ppm
in peso)?
Decisione CEE 97/129/CE
Nota: le prescrizioni
della Decisione CEE
97/129/CE in Italia non
sono ancora vincolanti;
è previsto un DM
NO
NO
NO
NO
SI'
SI'
SI'
Sugli imballaggi dei beni prodotti o
commercializzati dall'Azienda e' indicata la
composizione del materiale di cui sono costituiti?
Decisione CEE 97/129/CENO
SI'
SI'
L'azienda effettua la dichiarazione periodica e versa
il contributo ambientale CONAI per gli imballaggi
immessi sul mercato (come primo cessionario)?
Regolamento CONAINC
NO
NC
Nota: le prescrizioni
della Decisione CEE
97/129/CE in Italia non
sono ancora vincolanti:
è previsto un DM
SI'
50
3.16 Produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE)
L'organizzazione risulta produttore di
apparecchiature elettriche ed elettroniche ai
sensi del D. Lgs. 151/05 (*)?
NC
SI'
NO D. Lgs. 151/05, art. 2.1, 3.1a,
3.1m
Allegati 1A e 1B
Per le AEE immesse sul mercato a partire dal
20/11/07, a ll'interno delle istruzioni per l'uso sono
fornite adeguate informazioni in merito alle
modalità di smaltimento delle apparecchiature e
sugli effetti per l'ambiente delle sostanze
pericolose contenute?
D. Lgs. 151/05, art. 13.1
NO
SI'
L'organizzazione ha immesso sul mercato,
successivamente al 01/07/06, apparecchiature
o sorgenti luminose ad incandescenza
contengono Hg, Pb, Cr VI, pbb o pbde (**) ?
D. Lgs. 151/05, art. 5
Non
applicabile
NC
SI'
NO
Per ogni nuova apparecchiatura immessa sul
mercato, il produttore mette a disposizione dei
centri di trattamento le informazioni in materia di
reimpiego e di trattamento, entro un anno
dall'immissione stessa?
D. Lgs. 151/05, art. 13.3NC
SI'
NO
Sulle AEE immesse sul mercato a partire dal
20/11/07, viene apposto il simbolo del cassonetto
barrato in modo chiaro, visibile ed indelebile (qualora
le dimensioni dell'apparecchiatura non lo consentano,
il simbolo va apposto sulla confezione, sulle istruzioni
e sul foglio di garanzia)?
D. Lgs. 151/05, art. 13.4 e
13.5NC
NO'
SI'
RAEE
domestici
RAEE
professionali
L'organizzazione ha formalizzato,
entro il 20/11/2007, l'adesione ad un
sistema collettivo per il
finanziamento dei RAEE storici?
L'organizzazione ha attivato, entro il
20/11/2007, un sistema, individuale o
collettivo, per organizzare la raccolta, il
trasporto ed il trattamento dei RAEE originati
nel caso di fornitura di una nuova
apparecchiatura (ritiro uno contro uno)?
Qualora il produttore abbia deciso di applicare
sul costo di vendita il contributo commisurato ai
costi sostenuti per sostenere i costi della raccolta
e trattamento dei RAEE storici, tale contributo è
esposto separatamente in fattura?
SI'
SI'
D. Lgs. 151/05, art. 10.2
D. Lgs. 151/05, art. 10.1
D. Lgs. 151/05,
art. 12.2, 3,4
SI'
NC
NC
NC
NO
NO
NO
Segue parte II
51
L'azienda e'
conforme alla
normativa
(**) Tale disposizione non si applica ai dispositivi medici, agli strumenti di monitoraggio e controllo ed ai pezzi di
ricambio per le apparecchiature già presenti sul mercato. Ulteriori esenzioni per applicazioni specifiche sono
elencate nell'Allegato 5 del D. lgs. 151/05.
Inoltre, fino al 31/10/06 possono essere immesse sul mercato le apparecchiature che, al 25/05/06, erano già nella
forma di prodotto finito, anche se giacenti presso i magazzini, purchè entro il 01/07/06 sia stato inviato al Ministero
il censimento di tali apparecchiature.
(*) Si considera produttore chiunque:1) fabbrica e vende apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) recanti il suo marchio;
2) rivende con il proprio marchio apparecchiature prodotte da altri fornitori;
3) importa o immette per primo, nel territorio nazionale, apparecchiature elettriche ed elettroniche
nell'ambito di un'attività professionale e ne opera la commercializzazione, anche mediante vendita a distanza.
4) per le sole AEE destinate esclusivamente all'esportazione, il produttore è considerato tale ai fini
degli art. 4 (progettazione dei prodotti), 13 (obblighi di informazione) e 14 (iscrizione al Registro).
(***) "RAEE provenienti dai nuclei domestici": i RAEE originati dai nuclei domestici e i RAEE di origine commerciale,
industriale, istituzionale e di altro tipo analoghi, per natura e per quantità, a quelli originati dai nuclei domestici;
p) "RAEE professionali": i RAEE prodotti dalle attività amministrative ed economiche, diversi da quellidomestici.
q) "RAEE storici": i RAEE derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato prima del 13
agosto 2005;
Il produttore ha formalizzato, entro il
18/02/2008, l'Iscrizione al Registro nazionale
dei soggetti obbligati al trattamento dei RAEE?
Il produttore effettua annualmente la
comunicazione al Registro relativamente alle AEE
immesse sul mercato nell'anno precedente ed ai
RAEE raccolti ed inviati a trattamento (****)?
Il produttore ha inserito il numero di iscrizione al
Registro in tutti i documenti commerciali (entro 30
gg. dal rilascio del numero di iscrizione al
Registro)?
SI'
SI'
SI'
D. Lgs. 151/05, art. 14.1,
14.2, 20.3
DM 185/07, art. 3
DM 185/07, art. 6
DPCM 23/12/2011
DM 185/07, art. 3.9
NC
NO
NC
NO
NC
NO
Da parte I
(****) Per l'anno 2012 la comunicazione deve essere stata effettuata entro il 30/04/2012 per via telematica attraverso il
sito www.registroaee.it
52
Sez. 4 Gestione di scarti e sottoprodotti in esenzione dal regime rifiuti
Normativa di riferimento
Tipo n° Data pubblicazione Titolo
Legge 281 15/02/1963 GU n° 82 del
26/03/63
Disciplina della preparazione e del commercio dei
mangimi (modificato dalla Legge n.49 del 09/03/2001)
D. Lgs. 360 17/08/1999 G.U. n° 246 del
19/10/99
Attuazione delle direttive 96/24/CE, 96/25/CE,
98/67/CE e 98/87/CE, nonché dell’articolo 19 della
direttiva 95/69/CE, relative alla circolazione di materie
prime per mangimi
Regolamento
CEE/UE
999 22/05/2001 GUCE n° L147 del
31/05/2001
Regolamento (CE) n. 999/2001 del Parlamento europeo
e del Consiglio, del 22 maggio 2001, recante
disposizioni per la prevenzione, il controllo e
l'eradicazione di alcune encefalopatie spongiformi
trasmissibili e s.m.
D.Lgs. 36 21/02/2005 GU n° 63 del
17/03/2005
Disposizioni sanzionatorie in applicazione del
regolamento (CE) n. 1774/2002, e successive
modificazioni, relativo alle norme sanitarie per i
sottoprodotti di origine animale non destinati al
consumo umano. ABROGATO ad eccezione degli
art. 10 e 11
Regolamento 183 12/01/2005 GUCE n° L35 del
08/02/05
Regolamento che stabilisce i requisiti per l’igiene dei
mangimi
Comunicato del
Ministero della
Salute
- - GU n° 75 del
31/03/09
Utilizzo dei sottoprodotti originati dal ciclo produttivo
dalle industrie agroalimentari destinate alla produzione
di mangimi
Regolamento UE 1069 21/10/2009 GUCE n° L300 del
14/11/09
Regolamento (CE) n. 1069/2009 del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, recante
norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine
animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo
umano e che abroga il regolamento (CE) n. 1774/2002
(regolamento sui sottoprodotti di origine animale).
Regolamento UE 142 25/02/2011 GUCE L54 del
26/02/11
Regolamento (UE) n. 142/2011 della Commissione, del
25 febbraio 2011, recante disposizioni di applicazione
del regolamento (CE) n. 1069/2009 del Parlamento
europeo e del Consiglio recante norme sanitarie relative
ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati
non destinati al consumo umano, e della direttiva
97/78/CE del Consiglio per quanto riguarda taluni
campioni e articoli non sottoposti a controlli veterinari
alla frontiera
Regolamento UE 749 29/07/2011 GUCE n° 198 del
30/07/2011
Regolamento (UE) n. 749/2011 della Commissione, del
29 luglio 2011, che modifica il regolamento (UE) n.
142/2011
Circolare del
Ministero della
salute
30657 26/09/2011 Nota applicativa dell'allegato X, capo II, sezione 4
(materie prime per mangimi)
53
Documentazione di riferimento
Tipo Caratteristiche
Autorizzazione prefettizia per la produzione di mangimi E’ un’autorizzazione, rilasciata dal prefetto, a tutti coloro
che producono mangimi composti, completi o
complementari, senza integratori o integratori medicati, a
scopo di vendita o per la distribuzione per il consumo.
Registro delle partite dei sottoprodotti di origine animale E’ un registro, timbrato e vidimato dall’ASL, su cui tutti
coloro che spediscono, trasportano e ricevono
sottoprodotti di origine animale, devono registrare i
movimenti di tali sottoprodotti entro 72 ore dalla
spedizione
Documento commerciale di trasporto per i sottoprodotti di origine
animale
E’ un documento che deve accompagnare il trasporto dei
sottoprodotti di origine animale e dei prodotti trasformati.
E di colore nero per i materiali di categoria 1, di colore
giallo per i materiali di categoria 2 e di colore verde per i
materiali di categoria 3
Provvedimento autorizzativo per il riconoscimento di:
- impianti di transito (manipolazione);
- impianti di magazzinaggio;
- impianti di trasformazione di categoria 1, 2 e 3;
- impianti di produzione di biogas ed impianti di compostaggio;
- impianti di produzione di alimenti per animali di compagnia;
- impianti tecnici (solo impianti per la produzione di fertilizzanti
organici ed ammendanti);
- impianti di combustione di sottoprodotti e prodotti derivati.
Sono documenti rilasciati dalla
Regione/Provincia/Comune, su parere dell’ASL, che
attestano il riconoscimento degli impianti che trattano i
sottoprodotti di origine animale.
Gli impianti riconosciuti devono inoltre essere inseriti
nell’elenco nazionale del Ministero del Salute.
Notifica per la registrazione ai sensi dell'art. 23 del Regolamento
1069/09 di:
- trasportatori di sottoprodotti di origine animale;
- lavorazione di sottoprodotti o prodotti derivati per scopi diversi
dall'alimentazione degli animali ed ex impianti tecnici (concerie,
tassidermia, cosmesi, dispositivi medici, diagnostici, ...);
- intermediari che effettuano l'immissione in commercio;
- impianti oleaochimici;
Notifica all'ASL competente dell'avvio delle attività
Attestazione della registrazione da parte del Servizio veterinario
dell’ASL dei mezzi autorizzati per il trasporto di sottoprodotti di
origine animale non trasformati.
E’ un documento che il Servizio veterinario dell’ASL
deve rilasciare al trasportatore, riportante gli estremi della
registrazione
54
4.1 Scarti e sottoprodotti dell’industria agroalimentare
I sottoprodotti da destinare ad alimentazione animale
soddisfano requisiti merceologici e di qualità
ambientale? Il rispetto dei requisiti igienico sanitari e
le procedure basate sui
principi dell'HACCP anche alla gestione dei
sottoprodotti.?
Comunicato del Ministero della
Salute pubblicato in GU n. 75
del 31/03/09 (**)
C'è il rischio che
siano considerati
rifiuti
L'azienda gestisce scarti e sottoprodotti
alimentari derivanti dal proprio ciclo
produttivo?
Tali scarti sono destinati ad utilizzo nel
ciclo alimentare zootecnico
(alimentazione diretta e/o produzione di
mangimi)?
L'effettiva destinazione per
l'alimentazione animale e' certa ed
integrale senza che i sottoprodotti siano
sottoposti a trattamenti preventivi o
trasformazioni preliminari?
L. 281/63, come modificata dal
D. L.vo 360/99
Comunicato del Ministero della
Salute pubblicato in GU n. 75
del 31/03/09 (**)
L. 281/63, come modificata dal
D.Lvo 360/99
Comunicato del Ministero della
Salute pubblicato in GU n. 75
del 31/03/09 (**)
L. 281/63, come modificata dal
D.Lvo 360/99
Comunicato del Ministero della
Salute pubblicato in GU n. 75
del 31/03/09 (**)
SI'
SI'
Non applicabile
Sono rifiuti; vedi
schede precedenti
NO
NO
NO
Sono sottoprodotti di
origine animale?Vedi scheda
successiva
SI'
Gli scarti sono immessi in circolazione
accompagnati da idonea etichetta
riportante la dizione "materia prima per
mangimi" e le indicazioni dell'allegato III
della legge 263/1981?
L. 281/63, come modificata dal
D.Lvo 360/99, art 11
Comunicato del Ministero della
Salute pubblicato in GU n. 75
del 31/03/09 (**)
NC
NO
Gli scarti destinati
a produzione di mangimi sono affidati
ad aziende dotate di idonea
autorizzazione prefettizia?
L. 281/63, come modificata dal
D.Lvo 360/99, artt. 4 e 5
NO
(**) Il Comunicato del Ministero della salute non ha
in se' valore di legge, ma fornisce delle indicazioni
sull'interpretazione e l'applicazione della complessa
disciplina in materia di scarti alimentari. Alcune prescrizioni
in esso conternute non sono vincolanti, ma rappresentano
delle indicazioni di buona prassi che comunque consentono
all'azienda di seguire la migliore procedura per la gestione di
tali sottoprodotti.
SI'
SI'
Regolamento UE 1069/09,
art. 3SI'
Sono rifiuti; vedi
schede precedenti
NO
NO
L'azienda è
conforme alla
normativa
C'è il rischio che
siano considerati
rifiuti
L'azienda ha notificato la propria attività di produzione
di sottoprodotti alle autorità sanitarie competenti
utilizzando il modello 3 ed il modello 4 delle linee guida
di applicazione del Regolamento (CE) 183/2005, del
Ministero della salute, del 28 dicembre 2005?
Regolamento CE 183/05
Comunicato del Ministero della
Salute pubblicato in GU n. 75
del 31/03/09 (**)
SI'
Sono rifiuti; vedi
schede precedenti
NO
SI'
55
4.2 Sottoprodotti di origine animale – I parte (NOTA)
I sottoprodotti sono classificati come
materiale specifico a rischio (MSR)?Reg. CE 999/2001, all.V
SI'
L'azienda produce sottoprodotti
di origine animale o prodotti
derivati (nota 1)?Non applicabile
Regolamento CE 1069/09, art. 3NO
NO
SI'
NO L'azienda provvede a tenere un registro delle partite
precedentemente numerato, firmato e timbrato
dall'ASL, contenente tutte le informazioni di cui al
Regolamento 142/11? Le registrazioni sono
effettuate entro 72 h dalla spedizione?
Regolamento CE 1069/09, art. 22
Regolamento 142/11, allegato
VIII, capo IV
Circolare Min. Salute
30657/2011
Il MSR è colorato o marcato mediante
colorante indelebile fino alla sua
trasformazione/ distruzione?
Reg. CE 999/2001, all.V, punto
3
Linee guida Conferenza Stato-
Regioni prot. 2040 del 01/07/04,
art. 2.1
NCNO
SI'
Il MSR è stoccato separatamente da altri
prodotti o da materiali in cat. 2 e 3, in
contenitori etichettati "materiale specifico a
rischio categoria 1"?
Linee guida Conferenza Stato-
Regioni prot. 2040 del 01/07/04,
art. 2.2
NO
SI'
Presso il produttore è definita una
procedura per la gestione del MSR?
Linee guida Conferenza Stato-
Regioni prot. 2040 del 01/07/04,
art. 2.4
NO
SI'
SI'
Prosegue nella II parte
NC
NC
NC
L'aziende provvede ad identificare e
classificare i sottoprodotti ai sensi
del Regolamento 1068/09,
mantenendoli separati fin dal
momento della loro origine (nota 2)?
Regolamento CE 1069/09
art. 4.1, artt. 7, 8, 9 e 10NC
NO
NO Il trasporto dei sottoprodotti è affidato
ad operatori registrati ai sensi del
Regolamento 1069/09?Regolamento 1069/09, art. 23NC
56
4.3 Sottoprodotti di origine animale – II parte
SI'
I sottoprodotti sono destinati ad impianti di
magazzinaggio, trasformazione o trattamento
riconosciuti ai sensi del Reg. 1069/09 per la
categoria di appartenenza?
Regolamento 1069/09, artt. 12,
13, 14, artt. 23 e 24
L'azienda e'
conforme alla
normativa
I sottoprodotti sono destinati ad impianti di
incenerimento, coincenerimento o discarica
autorizzati ai sensi del D. Lgs. 152/06 per il
sottoprodotto in oggetto (nota 4)?
SI'
Regolamento 1069/09, artt. 12,
13, 14,
NO
SI'
Da I parte
SI'
NODurante il trasporto, i sottoprodotti sono trasportati
in imballi sigillati nuovi o in contenitori a tenuta
stagna orrettamente identificati da un'etichetta
colorata recante le informazioni relative alla
tipologia di sottoprodotto trasportato?
Regolamento 142/11, allegato
VIII, capo I e II
NO Durante il trasporto, i sottoprodotti sono
accompagnati da un documento
commerciale? (nota 3)
Regolamento 142/11, allegato
VIII, capo III
SI'
NOI documenti (registro delle partite e
copia del documento commerciale per
il trasporto) sono conservati per almeno
due anni?
Regolamento 142/11, allegato
VIII, capo IV
NC
NC
NC
NC
Nota 1: Sono considerati sottoprodotti di origine animale corpi interi e o parti di animali o prodotti di origine animale non destinati al consumo umano, ivi compresi, tra gli altri, i prodotti destinati al consumo umano che, a seguito di una decisione di un operatore, che è irreversibile, sono destinati a fini diversi dall'alimentazione umana (ad eccezione dei rifiuti di cucina o ristorazione). Sono prodotti derivati i prodotti ottenuti attraverso uno o più trattamenti, trasformazioni o fasi di lavorazione di sottoprodotti di origine animale
Per quanto riguarda le semplificazioni introdotte per siero e latte, si veda la Circolare del Ministero della salute n.30657 del 26/09/2011. Nota 2: I sottoprodotti di origine animale sono suddivisi in categorie specifiche che riflettono il loro livello di rischio per la salute pubblica e degli animali:
- materiali di categoria 1: sono quelli elencati all'art. 8; - materiali di categoria 2: sono quelli elencati all'art. 9; - materiali di categoria 3: sono quelli elencati all'art. 10.
Nota 3: Il documento commerciale deve essere prodotto in almeno tre esemplari (un originale e due copie). L'originale deve accompagnare la partita fino alla destinazione finale. Il ricevente deve conservarlo. Il produttore e il trasportatore devono conservare ciascuno una delle copie. Nota 4: In tal caso il sottoprodotto è classificato come rifiuto al momento dell'accesso nell'impianto. Pertanto è necessario verificare l'autorizzazione dell'impianto ai sensi del D. Lgs. 152/06.
57
Sez. 5 Emissioni in atmosfera e impianti termici
Normativa di riferimento
Tipo n° Data pubblicazione Titolo
D.P.R. 412 26/08/1993 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 242 del
14/10/1993
Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione,
l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai
fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art.
4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10 (come modificato dal
DPR n.551 del 21/12/1999).
D.P.R 660 15/11/1996 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. N° 302
del 27/12/1996
Regolamento per l’attuazione della direttiva 92/42/CEE concernente
i requisiti di rendimento delle nuove caldaie ad acqua calda,
alimentate con combustibili liquidi o gassosi.
DM - 27/03/1998 Gazzetta
Ufficiale Italiana
n° 179 del
03/08/1998
Mobilità sostenibile nelle aree urbane.
D.M. - 25/08/2000 G.U. Suppl. Ord.
N° 223 del
23/09/2000
Aggiornamento dei metodi di campionamento, analisi e valutazione
degli inquinanti, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica
24 maggio 1988, n. 203.
DM - 17/03/2003 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. N° 86 del
12/04/03
Aggiornamenti agli allegati F e G del decreto del Presidente della
Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, recante norme per la
progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli
impianti termici degli edifici, ai fini del contenimento dei consumi
di energia
D.Lgs. 192 19/08/2005 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 222 del
23/09/2005
Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento
energetico nell'edilizia. (come modificato dal D.Lgs. n. 311/2006)
D. Lgs. 152 03/04/2006 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 88 del
14/04/2006
Norme in materia ambientale – parte QUINTA – Norme in materia
di tutela dell’aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera (titoli I,
II, III) – come modificato dal D. lgs. 128 del 29/06/2010, D.Lgs. 14
settembre 2011, n. 162, dal D.L. 9 febbraio 2012, n. 5 e dal D.Lgs.
30 luglio 2012 n. 125
Regolamento 842 17/05/2006 Gazz. Uff. UE n°
L161 del
14/06/2006
Regolamento (CE) n. 842/2006 del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 17 maggio 2006 su taluni gas fluorurati ad effetto
serra
D.Lgs. 20 08/02/2007 Gazzetta
Ufficiale Italiana
n° 54 del
06/03/2007
Attuazione della direttiva 2004/8/CE sulla promozione della
cogenerazione basata su una domanda di calore utile nel mercato
interno dell'energia, nonché modifica alla direttiva 92/42/CEE.
Regolamento 1516 19/12/2007 Gazz. Uff.
Unione europea
n° L335 del
20/12/2007
Regolamento (CE) n. 1516/2007 della Commissione, del 19
dicembre 2007, che stabilisce, conformemente al regolamento (CE)
n. 842/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, i requisiti
standard di controllo delle perdite per le apparecchiature fisse di
refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore contenenti
taluni gas fluorurati ad effetto serra
DM 37 22/01/2008 Gazzetta
Ufficiale Italiana
n° 61 del
12/03/2008
Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies,
comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante
riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli
impianti all'interno degli edifici (modificato da DM del 19/05/2010).
Regolamento 303 02/04/2008 Gazz. Uff.
Unione europea
n° L92 del
03/04/2008
Regolamento (CE) n. 303/2008 della Commissione, del 2 aprile
2008, che stabilisce, in conformità al regolamento (CE) n. 842/2006
del Parlamento europeo e del Consiglio, i requisiti minimi e le
condizioni per il riconoscimento reciproco della certificazione delle
imprese e del personale per quanto concerne le apparecchiature fisse
58
di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore
contenenti taluni gas fluorurati ad effetto serra
D.Lgs. 115 30/05/2008 Gazzetta
Ufficiale Italiana
n° 154 del
03/07/2008
Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all'efficienza degli
usi finali dell'energia e i servizi energetici e abrogazione della
direttiva 93/76/CEE (come modificato dal D.Lgs. n. 56 del
29/03/2010).
DPR 43 27/01/2012 Gazzetta
Ufficiale Italiana
n° 93 del
20/04/2012
Regolamento recante attuazione del regolamento (CE) n. 842/2006
su taluni gas fluorurati ad effetto serra.
DPR 74 16/04/2013 Gazzetta
Ufficiale Italiana
n°149 del
27/06/2013
Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di
esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli
impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli
edifici e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari,
a norma dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto
legislativo 19 agosto 2005, n. 192.
Decreto
Legge
69 21/06/2013 Gazz. Uff.
Suppl. Ordin. n°
144 del
21/06/2013
Disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia.
DPR 59 13/03/2013 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 124 del
29/05/2013
Regolamento recante la disciplina dell'autorizzazione unica
ambientale e la semplificazione di adempimenti amministrativi
in materia ambientale gravanti sulle piccole e medie imprese e
sugli impianti non soggetti ad autorizzazione integrata
ambientale, a norma dell'articolo 23 del decreto-legge 9
febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4
aprile 2012, n. 35.
Emission Trading Scheme
Tipo n° Data pubblicazione Titolo
Direttiva
CE
87 13/12/2003 G. U. UE n° L275
del 25/10/2003
Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13
ottobre 2003 che istituisce un sistema per lo scambio di quote
di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità e che
modifica la direttiva 96/61/CE del Consiglio.
Legge 316 30/12/2004 G.U. n. 2 del
04/01/05
Conversione in legge con modificazioni del decreto legge n.
273 del 12/11/04 recante “Disposizioni urgenti per
l’applicazione della direttiva 2003/87/CE in materia di scambio
di quote di emissione dei gas ad effetto serra nella Comunità
europea”
D. Lgs. 216 04/04/2006 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin n° 140 del
19/06/06
Attuazione delle direttive 2003/87 e 2004/101/CE in materia di
scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella
Comunità, con riferimento ai meccanismi di progetto del
Protocollo di Kyoto (come modificato dal D.Lgs. n. 257 del
30/12/2010).
Decisione
CE
589 18/07/2007 Gazz. Uff. Unione
europea n° L229
del 31/08/2007
Decisione della Commissione, del 18 luglio 2007, che istituisce
le linee guida per il monitoraggio e la comunicazione delle
emissioni di gas a effetto serra ai sensi della direttiva
2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio
ABROGATA a decorrere dal giorno 1° gennaio 2013
dall'art.76 del regolamento (UE) n. 601/2012
59
Emission Trading Scheme
Direttiva
CE
101 19/11/2008 Gazz. Uff. Unione
europea n° L8 del
13/01/2009
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19
novembre 2008, che modifica la direttiva 2003/87/CE al fine di
includere le attività di trasporto aereo nel sistema comunitario
di scambio delle quote di emissioni dei gas a effetto serra
D.Lgs. 257 30/12/2010 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 28 del
04/02/2011
Attuazione della direttiva 2008/101/CE che modifica la
direttiva 2003/87/CE al fine di includere le attivita' di trasporto
aereo nel sistema comunitario di scambio delle quote di
emissioni dei gas a effetto serra
Deliberazio
ne
Comitato
nazionale
14 10/04/2009 Gazz. Uff. n. 127
del 4-6-2009
Disposizioni di attuazione della decisione della Commissione
europea 2007/589/Ce del 18 luglio 2007 che istituisce le linee
guida per il monitoraggio e la comunicazione delle emissioni di
gas a effetto serra ai sensi della direttiva 2003/87/Ce del
Parlamento europeo e del Consiglio
Direttiva
CE
29 23/04/2009 Gazz. Uff. Unione
europea n° L140
del 05/06/2009
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile
2009, che modifica la direttiva 2003/87/CE al fine di
perfezionare ed estendere il sistema comunitario per lo scambio
di quote di emissione di gas a effetto serra
Decisione
della
Commissio
ne
278 27/04/2011 Gazz. Uff. Unione
europea n° L130
del 17/05/2011
Norme transitorie per l’insieme dell’Unione ai fini
dell’armonizzazione delle procedure di assegnazione gratuita
delle quote di emissioni ai sensi dell’articolo 10 bis della
direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio
(Allegato I modificato dall'art.2 della decisione
2012/498/UE)
Deliberazio
ne
Comitato
nazionale
26 06/07/2011 Raccolta dati per l’elaborazione dell’elenco di cui
all’articolo 11 della direttiva 2003/87/CE come modificata
dalla 2009/29/CE (raccolta dati per l'assegnazione 2013-2020)
Regolamen
to CEE/UE
1193 18/11/2011 Gazz. Uff. Unione
europea n° L315
del 29/11/2011
Regolamento (UE) n. 1193/2011 della Commissione, del 18
novembre 2011, che istituisce un registro dell'Unione per il
periodo di scambio avente inizio il 1° gennaio 2013 e i periodi
di scambio successivi, relativi al sistema di scambio delle quote
di emissioni dell'Unione conformemente alla direttiva
2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e alla
decisione n. 280/2004/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio e che modifica i regolamenti della Commissione
(CE) n. 2216/2004 e (UE) n. 920/2010 (come modificato dal
regolamento n.1210/2011)
Deliberazio
ne
Comitato
nazionale
12 08/06/2012 Modalità per l'applicazione dell'articolo 27 della direttiva
2003/87/CE. (cd opt out)
Regolamen
to CEE/UE
601 21/06/2012 Gazz. Uff. Unione
europea n° L181
del 12/07/2012
Regolamento concernente il monitoraggio e la comunicazione
delle emissioni di gas a effetto serra ai sensi della direttiva
2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio
Documentazione di riferimento
Tipo Caratteristiche
Domanda di autorizzazione ai sensi dell’art. 12 del DPR 203/88 per la
prevenzione dell’inquinamento atmosferico (e relativa Relazione tecnica allegata)
E' un documento che andava presentato alla
Regione entro il 31 luglio 1989 per le
emissioni esistenti alla data del 1° luglio 1988
Autorizzazione alla realizzazione di un nuovo impianto ai sensi dell'art. 6 del DPR E' un documento rilasciato dalla Regione o
60
203/88 o alla modifica sostanziale di un impianto esistente, ai sensi dell'art. 15 del
DPR 203/88.
dalla Provincia sul cui territorio ha sede
l'impianto per gli impianti esistenti al 2006
Autorizzazione alla realizzazione di un nuovo impianto ai sensi dell’art. 269 del
D. Lgs. 152/06
E' un documento rilasciato dalla Regione o
dalla Provincia sul cui territorio ha sede
l'impianto per gli impianti nuovi
Domanda di adesione all’autorizzazione in via generale alle emissioni Nel caso in cui le Regioni abbiano previsto,
per particolari tipologie di impianti,
autorizzazioni alle emissioni in via generale,
tale domanda di adesione autorizza la messa in
esercizio dell’impianto trascorsi 60 gg.
Referti analitici di laboratorio delle emissioni in atmosfera Sono i risultati delle analisi effettuate sui
campioni prelevati in uscita dai camini
Libretto di impianto per impianti con potenzialità termica inferiore a 35 kW Devono essere conformi al modello approvato
con DM 17/03/03
Libretto di centrale per impianti con potenzialità termica superiore a 35 kW Devono essere conformi al modello approvato
con DM 17/03/03
Tagliandi delle verifiche del rendimento di combustione Devono essere allegati ai libretti di centrale o
di impianto
“Dichiarazione di conformità” dell’impianto Deve essere rilasciata dall’impresa
installatrice per gli impianti installati dopo il
13/03/1990.
Denuncia di installazione o modifica (secondo il modello di cui alla parte I,
Allegato IX alla parte V del D. Lgs. 152/06)
Deve essere redatta dall’installatore o dal
manutentore in caso di installazione o
modifica di impianti termici con potenzialità >
35 kW
Registro nazionale delle persone e delle imprese certificate Obbligo di iscrizione a tale registro per:
· persone che svolgono attività di controllo
delle perdite, recupero di gas fluorurati,
installazione e manutenzione su
apparecchiature fisse di refrigerazione,
condizionamento d’aria e pompe di calore
che contengono gas fluorurati a effetto
serra;
· persone che svolgono attività di controllo
delle perdite, recupero di gas fluorurati,
installazione e manutenzione su impianti
fissi di protezione antincendio;
· persone addette al recupero di gas
fluorurati ad effetto serra dalle
apparecchiature che li contengono, dai
commutatori ad alta tensione, dagli
impianti di condizionamento d’aria dei
veicoli a motore;
· imprese che svolgono attività di
installazione, manutenzione o riparazione
di apparecchiature fisse di refrigerazione,
condizionamento d’aria e pompe di calore
che contengono gas fluorurati a effetto
serra;
· imprese che svolgono attività di
installazione, manutenzione o riparazione
di impianti fissi di protezione antincendio e
di estintori contenenti gas fluorurati a
effetto serra;
· imprese che si occupano del recupero di
61
gas fluorurati ad effetto serra dalle
apparecchiature che li contengono, dai
commutatori ad alta tensione, dagli
impianti di condizionamento d’aria dei
veicoli a motore.
Registro dell’Apparecchiatura Obbligo di tenuta del registro per gli
operatori delle applicazioni fisse di
refrigerazione, condizionamento d’aria e
pompe di calore contenenti 3 kg o più di
gas fluorurati ad effetto serra.
Registro del Sistema Obbligo di tenuta del registro per gli
operatori dei sistemi fissi di protezione
antincendio contenenti 3 kg o più di gas
fluorurati ad effetto serra.
Nota: per Piccole e Medie Imprese e per tutti gli impianti non soggetti alle
disposizioni in materia di Autorizzazione Integrata Ambientale, i gestori
possono presentare domanda di Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) nel
caso in cui siano assoggettati al rinnovo o all'aggiornamento di almeno uno dei
seguenti titoli abilitativi: - Autorizzazione alle emissioni in atmosfera;
- Autorizzazione generale per le imprese con emissioni modeste.
62
Emissioni in atmosfera: impianti anteriori al 1988 (impianti che, alla data del
10/07/1988, erano autorizzati o in esercizio o costruiti in ogni parte)
L'azienda è conforme
alla normativa.
L'Azienda ha presentato la domanda
ex art. 12 DPR203/88 entro il
31.07.1989?
DPR 203/88, art. 12
D. Lgs. 152/06, art. 269.8
NO'
SI'
SI'
L'azienda ha presentato
domanda di rinnovo entro il
31/12/2011?
L'Azienda ha chiesto e ottenuto
una nuova autorizzazione ai
sensi del DPR 203/88 o del D.
Lgs. 152/06?
NC
VediSchede
2.4.2 e 2.4.3
Le emissioni necessitano di
autorizzazione (*)?
Non
applicabile
NC
(impianto non
autorizzato)
SI'
NO
D. Lgs. 152/06, art. 269;
art. 272, commi 1 e 5
Parte I dell'Allegato IV alla
parte V
(*) Ai sensi dell'art. 269.12, sono
soggetti ad autorizzazione anche le
seguenti attività, purchè effettuate in
modo non occasionale in un luogo a ciò
adibito, anche in assenza di un impianto;
- attività di verniciatura;
- attività di produzione, manipolazione,
trasporto, carico, scarico o stoccaggio
di materiali polverulenti.
- lavorazioni meccaniche con
consumo di olio oltre 500 kg/annui
- linee di trattamento fanghi asservite
ad impianti di trattamento acque
reflue
La presenza di Autorizzazione Integrata
Ambientale sostituisce l'autorizzazione
alle emissioni.
L'obbligo di autorizzazione è stato
introdotto con D. Lgs. 152/06 o dal
Dlgs 128/2010?
D. Lgs. 152/06, art. 281.3
NO
L'azienda ha presentato
domanda di autorizzazione entro
il 31/07/2012 e ha in programma
di adeguarsi a tutte le
disposizioni del D. Lgs. 152/06
entro il 01/09/2013?
SI'
NC
NO
SI'
NO
NO
SI'
63
5.1 Emissioni in atmosfera: impianti anteriori al 2006 (impianti successivi al 1988 che,
alla data del 29/04/06, erano autorizzati ai sensi del DPR 203/88, compresi gli impianti anteriori al 1988 la
cui autorizzazione è stata aggiornata ai sensi dell’art. 11 DPR 203/88)
DPR 25.07.91, All 2
L'azienda è in possesso di autorizzazione in
via generale, rilasciata secondo le procedure
stabilite dalla Regione di competenza e
rispetta tutti i requisiti previsti?
SI'
normativa regionale
L'Azienda ha richiesto ed ottenuto
l'autorizzazione per le emissioni di tutti gli
impianti attualmente presenti, ai sensi dell'art. 6
del DPR 203/88?
Le emissioni derivano da attivita' a ridotto
inquinamento atmosferico?
(*) Non viene emessa una NC tale da bloccare la pratica per la certificazione nel caso in cui l'azienda abbia presentato la domanda
di autorizzazione da almeno 6 mesi senza avere ricevuto risposta da parte dell'Ente competente.
L'azienda ha completato le pratiche per
la messa in esercizio e la messa a
regime degli impianti?
DPR 203/88, art. 6
SI'
SI'
Le emissioni necessitano di
autorizzazione?
Non
applicabile
SI'
NO
D. Lgs. 152/06, art. 269;
art. 272, commi 1 e 5
Parte I dell'Allegato IV alla
parte V
L'obbligo di autorizzazione è stato
introdotto con D. Lgs. 152/06?D. Lgs. 152/06, art. 281.2
NO
L'azienda ha presentato
domanda di autorizzazione entro
il 31/07/2012 ed ha in programma
l'adeguamento a tutte le
disposizioni del D. Lgs. 152/06
entro il 01/09/2013?
SI'
SI'L'azienda deve presentare nuova
domanda di adesione
all'autorizzazione in via generale solo
nel caso in cui la Regione di
competenza proceda al rinnovo delle
stesse. In questo caso l'azienda deve
procedere entro 60 gg.
SI'
NO
NO
NC (*)
NO
NO
DPR 203/88, art. 8 NC
DM 12.07.90, art. 4.2,
Allegati 1 e 2
Autorizzazione
NO
SI'
L'Azienda effettua le analisi secondo le
prescrizioni dell'autorizzazione (frequenza,
inquinanti)?
I campionamenti e le analisi sono effettuate
secondo le metodiche ufficiali ed i camini e i fori
di campionamento sono regolamentari?
NO
Le emissioni rispettano i valori limite e tutte le
altre prescrizioni stabilite dall'autorizzazione?
SI'DM 12/07/90
DM 25/08/00
Autorizzazione
Autorizzazione
DPR 203/88, art. 24.4
NC
NC
NC
L'azienda è conforme alla normativa.Ai sensi del D. Lgs. 152/06, i gestori degli impianti autorizzati entro il 01/01/2000 dovranno presentare domanda di
autorizzazione, ai sensi dell'art. 269 del D. Lgs. 152/06, tra il 01/01/2012 ed il 31/12/2013 , secondo i calendari adottati
dalle regioni, mentre per gli impianti successivi al 2000 i termini di adeguamento vanno dal 01/01/2014 al 31/12/2015.
In caso le Regioni non adottino i calendari per la presentazione delle domande, le stesse devono comunque
essere presentate entro i termini massimi prescritti.
SI'
NO
64
5.2 Emissioni in atmosfera: regime autorizzativo impianti nuovi (successivi al 29/04/2006)
Lo stabilimento da cui
derivano le emissioni e'
posteriore al 29/04/06?
D. Lgs. 152/06, art.
268, comma 1, lett.
i, l, m
Vedi Foglio 5.1
D. Lgs. 152/06, art.
269, commi 14 e
16; art. 272, commi
1 e 5
Parte I dell'Allegato
IV alla parte V
D. Lgs. 152/06, art. 272,
commi 2 e 3
Parte II dell'Allegato IV
alla parte V
D. Lgs. 152/06,
art. 269.1
Le emissioni non
necessitano di
autorizzazione
L'azienda e'
conforme alla
normativa
La Regione di competenza ha
adottato le relative
autorizzazioni generali?
L'Azienda ha presentato
domanda di adesione?
L'azienda rispetta tutti i
requisiti previsti
dall'autorizzazione generale
(nota 1)?
L'azienda e'
conforme alla
normativa
SI'
SI'
SI'
normativa
regionale
normativa
regionale
normativa
regionale
Vai al
caso 3
NO
NO
L'Azienda ha richiesto ed ottenuto
l'autorizzazione per le emissioni
di tutti gli impianti attualmente
presenti, compresi quelli che
danno luogo ad emissioni diffuse
(nota 2)?
Vai a scheda
5.3NC (nota 2)
NO
NO
SI'
NO
Lo stabilimento e' escluso
dall'ambito di applicazione del D.
Lgs. 152/06 o le emissioni sono
"scarsamente rilevanti" dal punto
di vista del'inquinamento
atmosferico?
caso 1
Le emissioni derivano da
impianti per cui è prevista la
possibilità di autorizzazioni di
carattere generale?
caso 2
Le emissioni
sono
significative?
caso 3
(nota 2) Non viene emessa una NC tale da bloccare la pratica per la certificazione nel caso in cui
l'azienda abbia presentato la domanda di autorizzazione da almeno 6 mesi senza avere ricevuto
risposta da parte dell'Ente competente. La nuova procedura istruttoria introdotta dal D. Lgs. 152/06
prevede l'istituzione di una Conferenza di servizi che si deve pronunciare entro 150 gg. dalla
ricezione della domanda, con possibilità di richiedere l'intervento sostitutivo del Ministero
dell'Ambiente se tali termini sono superati.
L'azienda ha
completato le pratiche
per la messa in
esercizio e la messa a
regime degli impianti? D. Lgs.
152/06, art.
269.15
SI'
SI'
NO
L'azienda ha comunicato la
data di messa in esercizio
dell'attività, se previsto con
provvedimento dell'autorità
competente (Regione o
Provincia)?
D. Lgs. 152/06, art.
269.15
Normativa
regionale
SI'NC
(nota 1) L'autorità competente
deve rinnovare
le autorizzazioni generali
almeno ogni 15 anni.
In caso di rinnovo
dell'autorizzazione generale,
le aziende devono presentare
nuova domanda di adesione
entro 60 gg. dall'adozione
della nuova autorizzazione
generale
SI'
NO
SI' SI'
D. Lgs. 20/07
DL 07/02
D Lgs. 115/08
Le emissioni
derivano da
impianti per la
produzione di
energia
elettrica
(nota 4)?
L'Azienda ha ottenuto
l'autorizzazione unica prevista
dalla normativa di settore?
L'azienda rispetta tutte le
prescrizioni previste
dall'autorizzazione unica?
L'azienda e'
conforme alla
normativa
SI'
SI'
SI'
NC
(*Ai sensi dell'art. 269.12, sono soggetti ad autorizzazione anche le seguenti attività, purchè effettuate in modo non occasionale in un luogo a ciò adibito, anche in assenza di un impianto; - attività di verniciatura; - attività di lavorazione, trasformazione o conservazione di materiali agricoli che producano emissioni; - attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico, scarico o stoccaggio di materiali polverulenti .- lavorazioni meccaniche con consumo di olio oltre 500 kg/annui - linee di trattamento fanghi asservite ad impianti di trattamento acque reflue La presenza di Autorizzazione Integrata Ambientale sostituisce l'autorizzazione alle emissioni.
65
Nota 4
La costruzione e l'esercizio degli impianti di energia elettrica di potenza superiore a 300 MW
termici, gli interventi di modifica o ripotenziamento, nonché le opere connesse e le infrastrutture
indispensabili all'esercizio degli stessi, ivi compresi gli interventi di sviluppo e adeguamento della
rete elettrica di trasmissione nazionale necessari all'immissione in rete dell'energia prodotta, sono
dichiarati opere di pubblica utilità e soggetti ad una autorizzazione unica, rilasciata dal Ministero
delle attività produttive, la quale sostituisce autorizzazioni, concessioni ed atti di assenso comunque
denominati, previsti dalle norme vigenti, costituendo titolo a costruire e ad esercire l'impianto in
conformità al progetto approvato.
L'esito positivo della VIA costituisce parte integrante e condizione necessaria del procedimento
autorizzatorio. L'istruttoria si conclude una volta acquisita la VIA.
La costruzione e l'esercizio degli impianti di cogenerazione di potenza termica inferiore ai 300 MW,
nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'esercizio degli
impianti stessi, sono soggetti ad una autorizzazione unica rilasciata a seguito di Conferenza dei
servizi convocata dalla Regione competente (che può delegare il procedimento alla Province).
Il rilascio dell'autorizzazione costituisce titolo a costruire ed esercire l'impianto in conformità al
progetto approvato e deve contenere l'obbligo alla rimessa in pristino dello stato dei luoghi a carico
del soggetto esercente a seguito della dismissione dell'impianto.
66
5.3 Emissioni - adempimenti impianti nuovi autorizzati (successivi al 29/04/2006)
L'azienda e'
conforme alla
normativa
Autorizzazione
NO
NO
NO
NO
NO
SI'
SI'
SI'
L'Azienda effettua le analisi secondo le
prescrizioni dell'autorizzazione
(frequenza, inquinanti)?
l camini e i fori di campionamento sono
regolamentari e, ove tecnicamente
possibile, ciascun impianto è dotato di un
unico punto di emissione?
I campionamenti e le analisi sono
effettuate secondo le metodiche ufficiali?
NO
SI'
Le emissioni rispettano i limiti di legge
e/o dell'autorizzazione (***)?
L'Azienda rispetta le altre prescrizioni
contenute nell'autorizzazione?
Rispetto a quanto previsto
dall'autorizzazione o indicato nel
progetto/relazione tecnica, si sono
verificate modifiche agli impianti?
Le modifiche sono sostanziali, ossia
comportano un aumento quantitativo o una
variazione qualitativa delle emissioni?
SI'
SI'
D. Lgs. 152/06, art. 269.8
Autorizzazione
D. Lgs. 152/06, art. 270.5
Autorizzazione
D. Lgs. 152/06, Allegato VI alla parte
V
Autorizzazione
D. Lgs. 152/06, art. 271; Allegato I
alla parte V
Autorizzazione
D. Lgs. 152/06, art 271
NO
(*) Non viene emessa una NC tale da bloccare la pratica
per la certificazione nel caso in cui l'azienda
abbia presentato la domanda di autorizzazione da
almeno 6 mesi senza avere ricevuto risposta da parte
dell'Ente competente.
NC
NC
NC
NC
NC
D. Lgs. 152/06, art. 269.8
LL'azienda ha presentato una domanda di
aggiornamento dell'autorizzazione?
SI'
SI'
L'autorità competente ha rilasciato nuova
autorizzazione aggiornata?
D. Lgs. 152/06, art. 269.8
SI'
D. Lgs. 152/06, art. 269.8
L'azienda ha comunicato
le modifiche non sostanziali
effettuate (**)?
SI'
NC (*)
NO
NO
NO
(**) Le modifiche non sostanziali devono essere
comunicate, ma possono essere realizzate
trascorsi 60 gg. dalla comunicazione, qualora
l'autorità competente non ritenga la modifica
sostanziale e richieda la domanda di
aggiornamento dell'autorizzazione
(***) Nel caso in cui sia autorizzato un impianto con più
punti di emissione, i valori limite di emissione espressi
come flusso di massa, fattore di emissione e percentuale
sono riferiti alla somma dei punti di emissione
dell'impianto, mentre i valori limite espressi come
concentrazione sono riferiti alle emissioni dei singoli punti
67
5.4 Emissioni in atmosfera di COV
L'azienda e'
conforme alla
normativa
D. Lgs. 152/06, parte II dell'Allegato
III alla parte V
NO
NO
NO
NO
SI'
SI'
SI'
L'Azienda rientra tra le attività di cui alla
parte II dell'Allegato III alla parte V del D.
Lgs. 152/06?
L'azienda è un impianto esistente, cioè
autorizzato ai sensi del DPR 203/88
prima del 13/03/04?
L'azienda rispetta i valori limite per le
emissioni dirette e diffuse di cui alle parti
III e IV dell'Allegato III alla parte V?
NO
L'azienda ha installato apparecchiature per la
misura e la registrazione in continuo delle
emissioni nei punti di emissione con un flusso di
massa > di 10 kg/h di COT?
L'azienda effettua tutti i controlli previsti
predisponendo annualmente il piano di gestione
dei solventi, per determinare le emissioni totali e
dimostrare il rispetto dei limiti?
SI'
D. Lgs. 152/06, art. 275, comma 8
D. Lgs. 152/06, art. 275.2
D. Lgs. 152/06, parte I, Allegato III
alla parte V
D. Lgs. 152/06, parte V dell'Allegato
III alla parte V
Non
applicabile
NC
NC
NC
NO
SI'
L'Azienda rispetta le altre prescrizioni
contenute nell'autorizzazione?
AutorizzazioneNC
SI'
L'azienda ha presentato
domanda di adeguamento ai
sensi del DM 44/2004 entro il
12/03/05?
Il piano di adeguamento presentato è
stato approvato e l'azienda ha in corso
gli interventi previsti per completare
l'adeguamento entro il 31/10/2007?
D. Lgs. 152/06, art. 275, comma 8
DM 44/2004
SI'
L'azienda e'
conforme alla
normativa
SI'
NC
NC
D. Lgs. 152/06, art. 275, comma 8
DM 44/2004
L'azienda è in possesso di
autorizzazione alle emissioni conforme
al DM 44/04 o al D. Lgs. 152/06, art.
275?
D. Lgs. 152/06, art. 275, commi 4 e 5
DM 44/2004
SI'
NC
NO
NO
NO
68
5.5 Impianti termici ad uso civile (*)
Vai a Parte II
D. Lgs. 152/06, art. 283,
comma 1, lett. d
SI'
NO L'azienda e' dotata di un impianto termico
civile (*)?
D. Lgs. 152/06, art. 282.1
SI'L'impianto ha una potenza termica (*)
superiore a 3 MW?
D. Lgs. 152/06, art. 294.3L'impianto e' dotato di urilevatore delle temperatura
negli effluenti e di analizzatore per la misurazione e
registrazione in continuo di O2 e CO nei gas effluenti?
NO
L'impianto ha una potenza termica complessiva
superiore a 1,16 MW?
(si vedano schede da 5.2
a 5.4)
D. Lgs. 152/06, art. 294.3
SI'
Non applicabile
D. Lgs. 152/06, art.
293.1, Allegato X alla
parte V
SI'
NO L'impianto impiega i combustibili
ammessi ai sensi dell'Allegato X alla
parte V del D. Lgs. 152/06?
NC
(*) E' definito impianto termico civile un impianto
termico la cui produzione di calore è
esclusivamente destinata, anche in edifici ad uso
non residenziale, al riscaldamento o alla
climatizzazione di ambienti o al riscaldamento di
acqua per usi igienici e sanitari.
E' definita potenza termica nominale dell'impianto
la somma delle potenze termiche dei singoli
focolari costituenti l'impianto (un impianto può
essere costituito da più generatori di calore purchè
abbia un unico sistema di distribuzione e
utilizzazione di tale calore)
(** ) Per gli impianti esistenti alla data del 26/08/10, il
libretto di centrale deve essere integrato, a cura del
responsabile dell'esercizio e della manutenzione
dell'impianto, entro il 31/12/2012, da un atto in cui si
dichiara che l'impianto e' conforme alle caratteristiche
tecniche di cui all'articolo 285 ed e' idoneo a
rispettare i valori limite di cui all'articolo 286. Entro il
31 dicembre 2012, il libretto di centrale deve essere
inoltre integrato con l'indicazione delle manutenzioni
ordinarie e straordinarie necessarie.
NO
L'impianto ha una potenza termica complessiva
superiore a 35 kW?
In sede di verifica per la dichiarazione di
conformità ex DM 37/08, l'installatore ha
rilasciato una dichiarazione di conformità alle
caratteristiche tecniche e valori limite del D. lgs.
152/06 e ha comunicato l'elenco delle
manutenzioni necessarie? (**)
D. Lgs. 152/06, art. 282.1
D. Lgs. 152/06, art. 284.1
SI'
NO
SI'
L'impianto rispetta le caratteristiche tecniche
della parte II dell'Allegato IX alla parte V
(disposizione dei camini, ...)?
D. Lgs. 152/06, art. 285.1
Parte II, Allegato IX alla
parte V
NO
NO
SI'
L'impianto rispetta i valori limite della parte III
dell'Allegato IX alla parte V (emissioni di polveri <
50 Nmc/h per impianti ad olio combustibile,
emulsioni acqua-olio, carbone di legna + valori
limite per impianti a biomasse e biogas)?
SI'
D. Lgs. 152/06, art. 286.1
Parte III, Allegato IX alla
parte V
SI'
NO
NC
NC
NC
NC
69
5.6 Impianti termici ad uso civile – II parte
I controlli di rendimento e gli interventi di
manutenzione sono effettuati secondo le
metodiche e la tempistica di legge (***)?
I valori di rendimento sono uguali o superiori
ai valori cogenti per la tipologia di caldaia?
Le caldaie sono dotate del Libretto di
Centrale (per potenzialità > 35kW) o del
Libretto di Impianto (per potenzialità < 35
kW)?
Il Terzo Responsabile possiede i requisiti
richiesti (*)?
E' stato nominato il Terzo Responsabile
dell'esercizio e della manutenzione
dell'impianto termico?
DPR 412/93, art.11.1
DM 37/08
DPR 412/93, art. 11.3
DPR 16 aprile 2013, n.
74
permane la
responsabilita' del
proprietario
permane la
responsabilita' del
proprietario
NC
L'azienda e'
conforme alla
normativa
Sono rispettati i periodi di accensione e il
mantenimento delle temperature fissate dalla
normativa?
DPR 412/93, art.11.9
DM 17/03/2003, All. I e II
DPR 412/93, art.11.12 e 11.13
D. Lgs. 192/2005, All. L
DGR 8/6033 del 05/12/2007
DGR 8/8355 del 05/11/08
DPR 16 aprile 2013, n. 74
DPR 412/93, art.11.14
DPR 412/93, artt.4 e 9
SI'
SI'
SI'
SI'
SI'
SI'
NO
NO
NO
NO
NO
NO
***Attualmente le frequenze minime previste dalla
normativa regionale sono le seguenti:
potenza <35 KW a metano: manutenzione e prove di
combustione biennali
potenza > 35 Kw a metano: manutenzione e prove di
combustione annuali
potenza > 350 Kw a metano: manutenzione annuale e
due prove di combustione annue durante il periodo di
riscaldamento.
potenza < 116 kW a gasolio: manutenzione e prove di
combustione annuali
potenza > 116 kW a gasolio: manutenzione annuale e
due prove di combustione annue durante il periodo di
riscaldamento.
Per impianti con potenza > 35 kW possono essere
prescritte frequenze di manutenzione diverse in sede di
instalalzione o dichiarazione di conformità dell'impianto (si
veda parte 1 della scheda)
** Il Patentino di abilitazione,
precedentemente rilasciato dall'Ispettorato
provinciale del lavoro, dovrà in futuro
essere rilasciato da da una autorita'
individuata dalla legge regionale, la quale
disciplina anche le opportune modalita' di
formazione nonche' le modalita' di
compilazione, tenuta e aggiornamento di
un registro degli abilitati alla conduzione
degli impianti termici.
NC
NC
NC
L'impianto ha potenza superiore a 232 kw?
Il personale addetto alla conduzione è
munito di patentino di abilitazione (**)?
SI'
SI'
D. Lgs. 152/06, art.
287.1
D. Lgs. 152/06, art.
287.1NC
NO
NO
* Per impianti di potenza nominale al
focolare superiore a 350 kW, il terzo
responsabile deve essere in possesso di
certificazione UNI EN ISO 9001 relativa
all'attività di gestione e manutenzione degli
impianti termici o attestazione nelle
categorie OG 11 (Opere Generali - Impianti
Tecnologici), o OS 28 (Opere
Specialistiche - Impianti termici e di
condizionamento).
70
5.7 Impianti termici ad uso industriale
L'azienda e'
conforme alla
normativa
DPCM 08/03/02, art. 2
SI'
NO L'azienda e' dotata di un impianto di
combustione inserito in un ciclo di
produzione industriale?
D. lgs. 152/06, art. 282.1
SI'
L'impianto ha una potenza termica nominale (**)
superiore a:
3 MW, se funzionante a metano o GPL;
1 MW se a gasolio;
0,3 MW se a olio combustibile?
D. Lgs. 152/06, art. 294.1
SI'
L'impianto e' dotato di un analizzatore in
continuo per misurare Temperatura, O2 e
CO nei gas effluenti?
NO
NC
NO
L'impianto rispetta tuti gli obblighi e le
prescrizioni relative alle emissioni in
atmosfera e descritti nelle schede
"emissioni" precedenti?
D. lgs. 152/06
L'impianto ha una potenza termica
nominale, per singolo focolare, superiore
a 6 MW?
NC
(si vedano i fogli 5.1,
5.2, 5.3)
D. Lgs. 152/06, art. 294.1
SI'
SI'
D. Lgs. 152/06, art. 294.1
SI'
L'impianto e' dotato, ove tecnicamente
fattibile, di un regolatore automatico del
rapporto aria-combustibile?
NO
NC
NO
NO
Non applicabile
D. Lgs. 152/06, art. 293.1
Allegato X alla parte V
SI'
NO L'impianto impiega i combustibili
ammessi ai sensi dell'Allegato X alla
parte V (*)?
NC
(*): I materiali e le sostanze elencati nell'allegato X alla parte quinta del presente decreto non possono essere utilizzati come
combustibili ai sensi del presente titolo se rientrano nella definizione di rifiuto. E' inoltre soggetta alla normativa vigente in
materia di rifiuti la combustione di materiali e sostanze che non sono conformi all'allegato X alla parte quinta del presente
decreto.
(**) E' definita potenza termica nominale dell'impianto di combustione il prodotto del p.c.i. del combustibile utilizzato e della portata
massima di combustibile bruciato al singolo impianto di combustione, così come dichiarata dal costruttore, espressa in Watt termici
71
5.8 Mobilità sostenibile in ambiente urbano
NC
NO
L'Organizzazione e' localizzata in un
Comune compreso nelle zone
individuate dalle Regioni come a
rischio di inquinamento atmosferico?
L'Azienda ha nominato un
responsabile della
mobilita' aziendale?
SI'
DM 27.3.1998, art. 2.1NO
DM 27.3.1998, art. 3.1
Il responsabile della mobilita'
ha adottato il piano degli
spostamenti casa-lavoro
del personale dipendente?
DM 27.3.1998, art. 3.1NC
SI'
SI'
NO
NO
NC
Il piano e' stato aggiornato con un
rapporto annuale contenente la
descrizione delle misure adottate
e dei risultati raggiunti?
DM 27.3.1998, art. 3.2
NO Il Comune, o la Provincia, ha
istituito l'apposita struttura di
supporto e coordinamento per i
responsabili mobilita'?
DM 27.3.1998, art. 3.2
SI'
L'azienda e'
conforme alla
normativa
L'Organizzazione ha piu' di 300
dipendenti sul sito o piu' di 800
nello stesso Comune?
DM 27.3.1998, art. 3.1
SI'
Non applicabile
Non applicabile
SI'
NO
NC
NO
Il piano e' stato trasmesso
al Comune entro il 31
dicembre di ogni anno?
DM 27.3.1998, art. 3.2
SI'
72
5.9 Emissione di gas ad effetto serra
In azienda sono presenti impianti che
emettono gas ad effetto serra rientranti nelle
categorie di attività elencate nell'Allegato I
della direttiva 2003/87/CE (*)?
Direttiva 2003/87/CE, allegato I
Direttiva 29/2009/CE
D. lgs. 216/06, allegato A (*)
NO
SI'
L'azienda ha ottenuto l'autorizzazione
all'emissione di gas serra con la relativa
assegnazione di quote o ha presentato
domanda di autorizzazione 90 gg. prima
dell'entrata in esercizio dell'impianto?
D. lgs. 216/06, art. 6
Direttiva 2003/87/CE, art. 6
Delibera Comitato 25/11
SI'
L'azienda e'
conforme alla
normativa
SI'
Non
applicabile
NC
NOSono state formalizzate una o più procedure
per la rilevazione/ gestione e comunicazione
dei dati inerenti le emissioni di CO2
prodotte?
D. lgs. 216/06, art. 13
SI'
NO
NC
Il gestore dell'impianto rispetta quanto previsto
dal Piano di monitoraggio e lo stesso risulta
adeguato alla realtà aziendale??
D. lgs. 216/06, art. 13
DEC/RAS/854/05
Delibera comitato 14/09
Delibera comitato 24/09
NC
Il gestore dell'impianto risulta iscritto al Registro
Nazionale delle emissioni e delle quote di
emissioni?
D. lgs. 216/06, art. 14
DEC/RAS/74/2006NC
Il gestore dell'impianto ha presentato, entro il
31/03, la comunicazione annuale delle attività e
delle emissioni, corredata dall'attestato di verifica
rilasciato da un organismo riconosciuto?
D. lgs. 216/06, art. 15.5
DEC/RAS/74/2006NC
SI'
SI'
Il gestore dell'impianto ha provveduto a restituire,
entro il 30/04, le quote di emissioni di gas serra
pari alle emissioni rilasciate dall'impianto nell'anno
precedente?
D. lgs. 216/06, art. 15.7
DEC/RAS/2179/2004NC
NO
NO
NO
NO
SI'
SI'
Il gestore dell'impianto ha provveduto , entro il
03/11/11, ad effettuare la comunicazione relativa
alla raccolta dati per il periodo 2013-2020?
D. lgs. 216/06, art. 15.7
DEC/RAS/2179/2004
Delibera Comitato 26/11
NC
NO
SI'
(*) Attività di cui all'Allegato I della Direttiva 2003/87/CE Attività energetiche - Impianti di combustione con una potenza calorifica di combustione di oltre 20 MW (esclusi gli impianti di incenerimento per rifiuti pericolosi o urbani);
- Raffinerie di petrolio - Cokerie.
73
Produzione e trasformazione dei metalli ferrosi - Impianti di arrostimento o sinterizzazione di minerali metallici compresi i minerali solforati - Impianti di produzione di ghisa o acciaio (fusione primaria o secondaria), compresa la relativa colata continua di capacità superiore a 2,5 ton/ora
Industria dei prodotti minerali - Impianti destinati alla produzione di clinker (cemento) in forni rotativi la cui capacità di produzione supera 500 ton/g. oppure di calce viva
- in forni rotativi la cui capacità di produzione supera 50 ton/giorno, o in altri tipi di forni aventi una capacità di produzione di oltre 50 ton/g.
- Impianti per la fabbricazione del vetro compresi quelli destinati alla produzione di fibre di vetro, con capacità di fusione di oltre 20 ton/g.
- Impianti per la fabbricazione di prodotti ceramici mediante cottura, in particolare tegole, mattoni, mattoni refrattari, piastrelle, gres,
- porcellane, con una capacità di produzione di oltre 75 ton/giorno e/o con una capacità di forno superiore a 4 m3 e con una densità di
- colata per forno superiore a 300 kg/m3 Altre attività - Impianti industriali destinati alla fabbricazione: a) di pasta per carta a partire dal legno o da altre materie fibrose Biossido di carbonio b) di carta e cartoni con capacità di produzione superiore a 20 tonnellate al giorno La Direttiva 29/2009/CE, resa operativa con la Deliberazione 10/2010 del Comitato nazionale per la gestione della direttiva 2003/87/CE e per il supporto nella gestione delle attività di progetto del protocollo di Kyoto, approvata il 28/05/2010, ha esteso il Sistema ETS alle seguenti attività:
Attività
Combustione di carburanti in impianti di potenza termica nominale totale superiore a 20 MW (tranne negli impianti per l’incenerimento di rifiuti pericolosi o urbani) NB: tale attività era già prevista dalla Direttiva 2003/87/CE, ma la Dir 2009/29/CE specifica più chiaramente il campo di applicazione di tale voce, limitando notevolmente le categorie di esclusione che in passato sono state applicate in merito.
Produzione o trasformazione di metalli ferrosi (incluse le ferro-leghe),ove siano in funzione unità di combustione di potenza termica nominale totale superiore a 20 MW. La trasformazione comprende, tra l’altro, laminatoi, riscaldatori, forni di ricottura, impianti di forgiatura,fonderie, impianti di rivestimento e impianti di decapaggio
Produzione di alluminio primario
Produzione di alluminio secondario ove siano in funzione unità di combustione di potenza termica nominale totale superiore a 20 MW
Produzione o trasformazione di metalli non ferrosi, compresa la fabbricazione di leghe, l’affinazione, la formatura in fonderia, ecc., ove siano in funzione unità di combustione di potenza termica nominaletotale superiore a 20 MW (tra cui i combustibili utilizzati come agenti riducenti)
Fabbricazione di prodotti ceramici mediante cottura, in particolare tegole, mattoni, mattoni refrattari, piastrelle, gres, porcellane, con capacità di produzione superiore a 75 tonnellate al giorno
Fabbricazione di materiale isolante in lana minerale a base di vetro, roccia o scorie con capacità di fusione superiore a 20 tonnellate al giorno
Essiccazione o calcinazione del gesso o produzione di pannelli di cartongesso e altri prodotti a base di gesso, ove siano in funzione unità di combustione di potenza termica nominale totale superiore a 20 MW
Produzione di nerofumo, compresa la carbonizzazione di sostanze organiche quali oli, bitumi, residui del cracking e della distillazione, ove siano in funzione unità di combustione di potenza termica nominale totale superiore a 20 MW
Produzione di acido nitrico
Produzione di acido adipico
Produzione di gliossale e acido gliossilico
Produzione di ammoniaca
Produzione di prodotti chimici organici su larga scala mediante cracking, reforming, ossidazione parziale o totale o processi simili, con una capacità di produzione superiore a 100 tonnellate al giorno
Produzione di idrogeno (H2) e di gas di sintesi mediante reforming o mediante ossidazione parziale, con una capacità di produzione superiore a 25 tonnellate al giorno
74
Attività
Produzione di carbonato di sodio (Na2CO3) e di bicarbonato di sodio(NaHCO3)
Cattura dei gas a effetto serra provenienti da impianti disciplinati dalla presente direttiva ai fini del trasporto e dello stoccaggio geologico in un sito di stoccaggio autorizzato a norma della direttiva 2009/31/CE
Trasporto dei gas a effetto serra mediante condutture ai fini dello stoccaggio geologico in un sito di stoccaggio autorizzato a norma della direttiva 2009/31/CE
Stoccaggio geologico dei gas a effetto serra in un sito di stoccaggio autorizzato a norma della direttiva 2009/31/CE
Per le attività per le quali la Direttiva 2009/29/CE esprime una soglia di applicabilità espressa in termini di potenza termica nominale superiore a 20 MW, ai fini della verifica dell’inclusione o meno di un impianto nel campo di applicazione della direttiva stessa, occorre tenere presente che, per il calcolo della potenza termica nominale totale di un impianto, si devono sommare le potenze termiche nominali di tutte le unità tecniche che ne fanno parte e che utilizzano combustibili all’interno dell’impianto. Tali unità possono comprendere, in particolare, tutti i tipi di caldaie, bruciatori, turbine, riscaldatori, altiforni, inceneritori, forni vari, essiccatoi, motori, pile a combustibile, unità di “chemical looping combustion”, torce e dispositivi post-combustione termici o catalitici. Le unità con una potenza termica nominale inferiore a 3 MW e le unità che utilizzano esclusivamente biomassa non sono prese in considerazione ai fini del calcolo.
Con la deliberazione 12/2012 è stata prevista la possibilità di escludere dal sistema comunitario per lo scambio delle quote di CO2 gli impianti che:
• in ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010 presentano emissioni verificate e comunicate all’Autorità Nazionale Competente inferiori a 25.000 tCO2eq, escluse le emissioni da biomassa;
• nel caso in cui effettuano attività di combustione hanno una potenza termica nominale inferiore a 35 MW.
L’esclusione dal sistema comunitario comporta l’applicazione di misure finalizzate ad ottenere un contributo equivalente alle riduzioni delle emissioni. I gestori degli impianti in possesso dei requisiti sopra indicati ed interessati ad avvalersi dell’esclusione potevano farne richiesta all’Autorità nazionale competente entro il giorno 8 giugno 2012.
75
5.10 Gas fluorurati ad effetto serra (*)
L'organizzazione utilizza i gas fluorurati
ad effetto serra elencati nell'allegato I del
Regolamento 842/06, nonchè preparati
contenenti tali gas (*)?
Regolamento CE n. 842/2006,
art. 2 e Allegato 1
Sono adottate tutte le misure praticabili per
prevenire le fughe di gas da applicazioni fisse
(refrigerazione, condizionamento d'aria, pompe di
calore mobili compresi i circuiti nonché i sistemi di
protezione antincendio) e riparare non appena
possibile le fughe rilevate ?
SI'
L'azienda e'
conforme alla
normativa
NO
NC
NO
Ogni apparecchiatura contenente più di 3 kg di gas
fluorurati ad effetto serra è dotata di registro ove sono
riportate tutte le informazioni relative all'impianto e
registrate periodicamente le manutenzioni, le ricariche,
riparazioni oltre allo smaltimento definitivo? (***)
DPR n. 43/2012
Regolamento CE n. 842/2006,
art. 3.6
NC
SI'
NO
Tali applicazioni fisse sono sottoposte a controllo della
presenza di fughe con la seguente frequenza:
- annuale se contenenti gas fluorurati >3 kg;
- semestrale se contenenti gas fluorurati >30 kg;
- trimestrale se contenenti gas fluorurati > 300 kg.
Il controllo è effettuato da personale certificato e
iscritto al registro telematico nazionale delle
persone e delle imprese certificate? (**)
SI'
Regolamento CE n. 842/2006,
art. 3.2
DPR n. 43/2012
Regolamento CE 1516/2007
Regolamento CE 303/08
NC
NC
(**) I requisiti professionali minimi del personale abilitato ad effettuare tali controlli e le modalità di formazione e
certificazione sono stati definiti a livello nazionale con il DPR n. 43/2012, dove vengono specificate le modalità di rilascio
delle certificazioni al personale e gli organismi abilitati al rilascio della certificazione.
E' stato istituito il Registro telematico nazionale delle persone e delle imprese certificate.
(*) Le principali tipologie di sostanze incluse nel campo di applicazione del Regolamento sono:
- esafluoruro di zolfo;
- idrofluorocarburi (HFC), quali ad es. HFC-32, HFC-125, HFC-134, HFC-134a, HFC-143, HFC-152, ...;
- perfluorocarburi (PFC), quali ad es. perfluoroetano, perfluorometano, ....
ATTENZIONE: sono inclusi anche tutti i preparati che contengano in mescela almeno uno dei gas inclusi nell'Allegato I del
Regolamento, purchè abbiano un potenziale di riscladamento globale (GWP) superiore a 150.
Ad es. tra i più diffusi rientrano R407C (miscela di HFC-32, HFC-125, HFC134a, GWP=1700), R404a (miscela di HFC-125, HFC-134a,
HFC-143), R410 (miscela di HFC-32, HFC-125, GWP=2000), ...
Regolamento CE n. 842/2006,
art. 3.1
NO
SI'
SI'
NO
I requisiti standard per il controllo sono stati definiti dal Regolamento 1516/2007 e prevedono, per l’esecuzione del controllo delle perdite di
un’apparecchiatura, la possibilità di utilizzare:
1) metodi di misurazione diretta:
- controllo con dispositivi di rilevazione controllati ogni 12 mesi e aventi sensibilità minima pari a 5 g/anno;
- applicazione di un fluido di rilevazione all’ultravioletto (UV) o di un colorante adeguato nel circuito, se previsto dal fabbricante;
- soluzioni schiumose depositate/acqua saponata.
2) metodi di misurazione indiretta mediante controllo ed analisi di parametri quali pressione, temperatura, corrente del compressore, livelli dei
liquidi, volume di ricarica. In caso di presunzione di perdita necessario intervenire con un metodo di misurazione diretta.
(***) Vige l'obbligo di tenuta dei seguenti registri:
- Registro dell'Apparecchiatura, per gli operatori delle applicazioni fisse di refrigerazione, condizionamento d'aria e pompe
di calore contenenti 3 kg o più di gas fluorurati ad effetto serra;
- Registro del sistema, per gli operatori dei sistemi fissi di protezione antincendio contenenti 3 kg o più di gas fluorurati ad
effetto serra.
76
Sez. 6 Emissioni acustiche ed elettromagnetiche
Normativa di riferimento
Tipo n° Data pubblicazione Titolo
Emissioni acustiche
DPCM - 01/03/91 G.U. n. 57 del
08/03/91
Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi
e nell'ambiente esterno
Legge 447 26/10/95 G.U. n. 254 del
30/10/95
Legge quadro sull'inquinamento acustico.
DM - 11/12/1996 G. U. n° 52 del
04/03/1997
Applicazione del criterio differenziale per gli impianti a ciclo
produttivo continuo.
DPCM - 14/11/97 G.U. n. 280 del
01/12/97
Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore
D.M. - 16/03/98 G.U. n° 76 del
01/04/1998
Tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inquinamento
acustico
DPR 459 18/11/1998 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 2 del
04/01/1999
Regolamento recante norme di esecuzione dell'articolo 11 della
legge 26 ottobre 1995, n. 447, in materia di inquinamento
acustico derivante da traffico ferroviario.
DPR 142 30/03/2004 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 127 del
01/06/2004
Disposizioni per il contenimento e la prevenzione
dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a
norma dell'articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n. 447.
DM - 04/10/2011 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 18 del
23/01/2012
Definizione dei criteri per gli accertamenti di carattere tecnico
nell'ambito del controllo sul mercato di cui all'art. 4 del decreto
legislativo 4 settembre 2002, n. 262 relativi all'emissione
acustica ambientale delle macchine ed attrezzature destinate a
funzionare all'aperto.
DPR 59 13/03/2013 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 124 del
29/05/2013
Regolamento recante la disciplina dell'autorizzazione unica
ambientale e la semplificazione di adempimenti
amministrativi in materia ambientale gravanti sulle piccole e
medie imprese e sugli impianti non soggetti ad
autorizzazione integrata ambientale, a norma dell'articolo 23
del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con
modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35.
Emissioni elettromagnetiche
Regio Decreto 1775 11/12/1933 GU n° 5 del
08/01/1934
Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti
elettrici e s.m.
Raccomandazione
CE
519 12/07/1999 GUCE n° L199
del 30/07/1999
Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 1999, relativa alla
limitazione dell’esposizione della popolazione ai campi
elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz
Legge 36 22/02/2001 GU n° 55 del
07/03/2001
Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici,
magnetici ed elettromagnetici
D. Lgs. 259 01/08/2003 GU Supp. Ord. N°
214 del 15/09/03
Codice delle comunicazioni elettroniche (come modificato dal
D.Lgs. n. 70 del 28/05/2012)
D.Lgs. 70 28/05/2012 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 126 del
31/05/2012
Modifiche al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, recante
codice delle comunicazioni elettroniche in attuazione delle
direttive 2009/140/CE, in materia di reti e servizi di
comunicazione elettronica, e 2009/136/CE in materia di
trattamento dei dati personali e tutela della vita privata.
DL 239 29/08/2003 GU n° 200 del
29/08/2003
Disposizioni urgenti per la sicurezza e lo sviluppo del sistema
elettrico nazionale e per il recupero di potenza di energia
77
elettrica (convertito con legge n° 290 del 27/10/03)
D.P.C.M. - 08/07/2003 GU n° 199 del
28/08/2003
Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e
degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle
esposizioni ai campi elettrici e magnetici generati a frequenze
comprese tra 100 kHz e 300 GHz
D.P.C.M. - 08/07/2003 GU n° 200 del
29/08/2003
Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e
degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle
esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete
(50 Hz) generati dagli elettrodotti
DM - 29/05/08 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 156 del
05/07/2008
Approvazione della metodologia di calcolo per la
determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti
Documentazione di riferimento
Tipo Caratteristiche
Valutazione di impatto acustico delle attività
dell'azienda nell'ambiente circostante
E' una valutazione, effettuata da un Tecnico competente in acustica, che
comprende i risultati delle misure fonometriche del rumore prodotto
Piano di zonizzazione acustica del territorio
comunale
E' un Piano, approvato dal Comune, che suddivide il territorio comunale in
zone acusticamente omogenee (le classi sono 6: I, II, III, IV, V, VI), ognuna
caratterizzata da valori limite acustici che devono essere rispettati
Piano di risanamento acustico E' un Piano che l'azienda deve presentare al Comune nel caso in cui non rispetti
i valori limite prescritti per le emissioni acustiche
Nota: per Piccole e Medie Imprese e per tutti gli impianti non soggetti alle
disposizioni in materia di Autorizzazione Integrata Ambientale, i gestori
possono presentare domanda di Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) nel
caso in cui siano assoggettati al rinnovo o all'aggiornamento del seguente titolo
abilitativo: - Comunicazione o Nulla Osta per la valutazione di impatto acustico,
secondo quanto previsto dall’art.8, comma 6 della legge 447/95
Dalla Legge 447/1995 (Legge quadro sull’inquinamento acustico), art. 8:
4. Le domande per il rilascio di concessioni edilizie relative a nuovi impianti e
infrastrutture adibiti ad attività produttive, sportive e ricreative e a postazioni
di servizi commerciali polifunzionali, dei provvedimenti comunali che abilitano
alla utilizzazione dei medesimi immobili e infrastrutture, nonché le domande di
licenza o di autorizzazione all'esercizio di attività produttive devono contenere
una documentazione di previsione di impatto acustico.
6. La domanda di licenza o di autorizzazione all'esercizio delle attività di cui al
comma 4 del presente articolo, che si prevede possano produrre valori di
emissione superiori a quelli determinati ai sensi dell'articolo 3, comma 1, lettera
a), deve contenere l'indicazione delle misure previste per ridurre o eliminare le
emissioni sonore causate dall'attività o dagli impianti. La relativa
documentazione deve essere inviata all'ufficio competente per l'ambiente del
comune ai fini del rilascio del relativo nulla osta.
78
Impatto acustico in ambiente esterno
Il Comune sul cui territorio sorge
l'Azienda ha effettuato la classificazione
acustica del proprio territorio?
L'azienda rispetta i limiti
assoluti di
immissione/emissione
fissati dal Comune?
L'azienda rispetta i limiti di
immissione/emissione
fissati dall'art6.1 del DPCM
01.03.91?
L'azienda e'
conforme alla
normativa
L 447/95, art. 4.1.a
DPCM 1.03.1991. art. 2.2
DPCM 14.11.1997, art. 4.2
DM 11.12.1996
Il valore del differenziale e'
inferiore a 5 dB di giorno o
3 dB di notte?
DPCM 14.11.1997,
art. 2.2, 3.1, tab B e C
L 447/95, art. 10.2
L'Azienda ha presentato
un piano di bonifica
acustica entro i termini
prescritti?
NO
DPCM 01.03.1991, art. 6.1
DPCM 14.11.1997, art. 8.1
L 447/95, art. 10.2
DPCM 14.11.1997, art. 4.1
L'azienda ricade
nell'applicazione del valore limite
differenziale (*)?
SI'
SI' NO
NO L'azienda ha eseguito una
valutazione del proprio impatto
acustico in ambiente esterno?
Legge 447/95, art. 3
DM 16.03.1998NC
NO La valutazione è stata effettuata da un
tecnico competente in acustica,
utilizzando strumentazione adeguata e
secondo le modalità prescritte?
Legge 447/95, art. 2
DPCM 31/03/1998
DM 16.03.1998NC
SI'
SI'
SI'
NC
NOSI'
NC
NO
Legge 447/95, art. 15
(*) il differenziale NON si applica se:
- l'azienda è sita in area esclusivamente industriale;
- non vi sono recettori sensibili nelle vicinanze;
- l'azienda è un impianto a ciclo produttivo continuo
esistente alla data del 19/03/1997 e rispetta i valori
limite assoluti di immissione.
- il rumore misurato a finestre aperte è < 50dBA diurno
e < 40 dBA notturno oppure se il rumore a finestre
chiuse è < 35 dBA diurno e 25 dBA notturno.
SI'
NO
SI'
NO
79
6.1 Emissioni elettromagnetiche da impianti radioelettrici
SINO
NC
NO
SI
NO
SI
NONC
SI
La situazione è
conforme
SI
NO
l'impianto è in possesso di
autorizzazione?
sono rispettate le prescrizioni
previste dal documento
autorizzativo (monitoraggi,
limiti, comunicazioni etc)?
SI
D.Lgs. 259/2003,
articolo 87
l'apparecchio/'impianto è
situato in un'area individuata
come idonea?
Legge 36/2001,
articolo 8, comma 1,
lettera a)
l'attività svolta rientra
nell'elenco di cui all'articolo
104, comma 1 del D.Lgs
259/2003?
NC
NONC
Il CEM generato dall'impianto rispetta i
limiti fissati dalla normativa vigente
(limiti di esposizione, valori di
attenzione, obiettivi di qualità )? (**)
l'impianto è classificabile come
infrastrutture di comunicazione
elettronica per impianti
radioelettrici? (*)
D.Lgs. 259/2003,
articolo 107
Legge 36/2001, art.
14
DPCM 08/07/2003
NOl'impianto è classificabile
come elettrodotto?
vedi check list
elettrodotti
NO
seguire le restrizioni
stabilite nella
Raccomandazione CE
519/99
D.Lgs 259/2003,
art. 87, comma 1
le reti o i servizi di
comunicazione elettronica
sono ad uso privato?
SISI
non è
necessaria
autorizzazione
NO
l'impianto è in possesso di
autorizzazione generale (diritto
d'uso delle frequenze)?NC
NO
successivamente sono state
effettuate variazioni o cessioni
a terzi?
è stata effettuata opportuna
comunicazione al Ministero?
SI
SI
NO
NCNO
SI
l'impianto necessita di
autorizzazione in base
alla normativa regionale?
l' impianto ha una
potenza in singola
antenna <= 20 W?
NO
SI
è stata effettuata
conforme denuncia di
inizio attività?
NO
D.Lgs. 259/2003,
articolo 87, comma 3
SINC
NO
su ciascuna struttura di cui alle lettere h)
ed l) del comma 1 dell'articolo 3 della L.
36/2001 (stazioni e sistemi o impianti
radioelettrici, impianto fisso per
radiodìiffusione) sono applicate le
opportune etichette informative?
Legge 36/2001, articolo
9, comma 7
SI
NONC
(*) Per impianti radioelettrici si intendono: torri, tralicci, impianti radio-
trasmittenti, ripetitori di servizi di comunicazione elettronica, di stazioni
radio base per reti di comunicazioni elettroniche mobili GSM/UMTS, per
reti di diffusione, distribuzione e contribuzione dedicate alla televisione
digitale terrestre, per reti a radiofrequenza dedicate alle emergenze
sanitarie ed alla protezione civile, nonché per reti radio a larga banda punto-
multipunto
(**) Definizioni:
limiti di esposizione = valore del CEM, definito ai fini della tutela della salute da effettu acuti, che non
deve essere superato in alcuna situazione di esposizione
valori di attenzione = valore del CEM che non deve essere superato negli ambienti abitativi,
scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate
obiettivi di qualità = criteri localizzativi, standard urbanistici, prescrizioni ed incentivazioni per l'uso
delle migliori tecnologie disponibili, indicati dalle leggi regionali; valori di CEM definiti dallo Stato ai fini
della progressiva minimizzazione dell'esposizione ai campi.
80
6.2 Emissioni elettromagnetiche da elettrodotti
(*) il DL 239/2003 stabilisce l'obbligo di autorizzazione anche per:
- opere connesse e infrastrutture per il collegamento alle reti nazionali di trasporto dell'energia delle centrali termoelettriche di potenza >
300 MW termici, già autorizzate secondo la normativa vigente
(**) Secondo il DPCM 08/07/2003 le informazioni devono essere dichiarate al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio per gli elettrodotti con tensione
< 150 kV e alle regioni per gli elettrodotti con tensione > 150 kV. Con DM 25/05/08 sono state definite le metodologie di calcolo per la determinazione delle
fasce di rispetto .
- reti elettriche di interconnessione con l'estero di tensione >= 150 kV,
NO
SI
SI
NC
sono state dichiarate le opportune
informazione per il calcolo delle
fasce di rispetto? (**)
su ciascuna struttura sono
applicate le opportune etichette
informative?
Se l'elettrodotto ha tensione > 132 kV: gli
esercenti forniscono agli organi di
controllo con frequenza trimestrale le
opportune informazioni previste dalla
normativa?
NONC
SI
Legge 36/2001, art. 9,
comma 7
DPCM 08/07/2003,
art.5, comma 4
Legge 36/2001art. 9,
comma 4
è in corso il risanamento
della linea?NC
NO
SI
l'elettrodotto fa parte della rete
nazionale di trasporto
dell'energia elettrica?
l'impianto è in possesso di
autorizzazione? (*)
DL 239/2003, articolo 1-
sexies
RD 1775/1933, articolo 107
NO
SI
NCNO
sono rispettati obblighi e
prescrizioni previsti dal
documento autorizzativo?NC
NO
DPCM 08/07/2003,
art.6
DM 25/05/08
Il CEM generato dall'impianto
rispetta i limiti fissati dalla
normativa vigente (limiti di
esposizione, valori di attenzione,
obiettivi di qualità )?
DPCM 08/07/2003
La situazione è
conforme
SI
SI
NO
per le procedure autorizzative
fare riferimento alla
legislazione regionale
SI
NONC
81
Sez. 7 Contaminazione suolo e sottosuolo
Normativa di riferimento
Tipo n° Data pubblicazione Titolo
DM - 29/11/02 G. U. n° 293 del
14/12/2002
Requisiti tecnici per la costruzione, l'installazione e l'esercizio dei
serbatoi interrati destinati allo stoccaggio di carburanti liquidi per
autotrazione, presso gli impianti di distribuzione
D. Lgs. 152 03/04/2006 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 88 del
14/04/2006
Norme in materia ambientale – parte QUARTA (titolo V –
bonifica di siti contaminati) (come modificato dal Dlgs 4/2008,
dal Dlgs 205/2010, dal D.L. 22 giugno 2012, n. 83, D.L. 25
gennaio 2012, n. 2., D.L. 6 dicembre 2011, n. 201)
Documentazione di riferimento
Tipo Caratteristiche
Esito delle prove di tenuta dei serbatoi interrati
Referti analitici dei monitoraggi del sottosuolo effettuati tramite
carotaggi
Piano di caratterizzazione del sito
Analisi di rischio sito-specifica
Progetto di bonifica
82
7.1 Serbatoi interrati
NC
NO
Sul sito sono presenti serbatoi
interrati?
I serbatoi sono conformi alle prescrizioni
tecniche del DM 29/11/02 (doppia parete e
sistema di monitoraggio
dell'intercapedine, etc...)?
SI'
NO
DM 29/11/02
I serbatoi sono stati sottoposti a
controllo o prova di tenuta?Eventuale normativa regionale
SI'
SI'
NO
SI'
Il controllo consente di escludere
la fuoriuscita del contenuto del
serbatoio?
SI'
I serbatoi sono destinati allo stoccaggio di
carburanti liquidi per autototrazione, sono collegati
ad un impianto di distribuzione e sono stati
installati successivamente al 1° gennaio 2003?
DM 29/11/02
SI'
Non applicabile
NO
SI'
L'azienda è
conforme alla
normativa
E' comunque possibile escludere
che i serbatoi interrati abbiano
causato, nel tempo, una
contaminazione nel sottosuolo
circostante?
L'azienda è
conforme alla
normativa
L'azienda è
conforme alla
normativa
Vai ai
fogli 7.2 e
7.3
NONO
83
7.2 Contaminazione suolo, sottosuolo e acque sotterranee – procedura di bonifica avviata successivamente al 29/04/2006
L'organizzazione ha effettuato l''indagine preliminare per
accertare se il livello delle concentrazioni soglia di
contaminazione (CSC) è stato superato?
Il responsabile dell'inquinamento, o colui che ha individuato la
contaminazione , ha provveduto, entro 24 h, a mettere in atto le
necessarie misure di prevenzione e a darne comunicazione
agli Enti competenti (Comune, Provincia, Regione)?
NC
NC
D. Lgs. 152/06, art. 242.1
L'organizzazione ha presentato agli Enti competenti nei
successivi 30 gg. , il piano di caratterizzazione del sito secondo
i requisiti dell'Allegato 2 al titolo V della parte IV?NC
L'azienda é
conforme alla
normativa
Si è verificato un evento potenzialmente in grado di
contaminare il sito, oppure è stata individuata una
contaminazione storica che possa ancora comportare
rischi di aggravamento della situazione di
contaminazione?
Non applicabile
I parametri oggetto dell'inquinamento sono risultati superiori
al livello delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC)?
D. Lgs. 152/06, art.
242.1, art. 304.2
D. Lgs. 152/06, art. 242.2
D. Lgs. 152/06, art. 242.2
D. Lgs. 152/06, art. 242.3
Allegato 2 al titolo V della
parte IV
NO
NO
NO
NO
NO
SI'
SI'
SI'
SI'
SI'
L'organizzazione ha affidato le attività di bonifica ad imprese
regolarmente iscritte all'Albo nazionale della imprese che
effettuano la gestione dei rifiuti, in categoria 9 (**)?
D. Lgs. 152/06, art. 242
Deliberazione Albo n°
05/CN del 12/12/2001
DM 05/07/05
NC
(**) La categoria 9 dell'Albo è attiva a partire dal
17/09/2005. Le imprese già operanti nel settore potevano
proseguire la propria attività presentando domanda di
iscrizione entro il 16/11/2005.
L'organizzazione ha comunicato al
Comune ed alla Provincia competente
l'esito dell'indagine autocertificando la
positiva conclusione del procedimento?
SI'
NC
NO
Sulla base della caratterizzazione del sito, come approvata
dagli Enti competenti, è stata applicata la procedura di analisi
del rischio sito specifica per la determinazione delle
concentrazioni soglia di rischio (CSR)?
I parametri oggetto dell'inquinamento sono risultati superiori
al livello delle concentrazioni soglia di rischio (CSR)?
SI'
D. Lgs. 152/06, art. 242.4
Allegato 1 al titolo V della
parte IVNC
NO
L'organizzazione ha attivato le procedure di bonifica, mediante
predisposizione del progetto, approvato della Regione
mediante conferenza di servizi, e successiva attuazione?
SI'
SI'
SI'
D. Lgs. 152/06, art. 242.5
D. Lgs. 152/06, art. 242.7
La Conferenza dei servizi ha
approvato l'analisi di rischio
dichiarando chiuso il
procedimento (*)?
SI'
NO
NO
NO
NO
(*) In questo caso, la Conferenza di servizi
può prescrivere un programma di
monitoraggio sul sito per verificare nel tempo
la stabilizzazione della situazione riscontrata
84
7.3 Contaminazione suolo, sottosuolo e acque sotterranee – procedura di bonifica avviata precedentemente al 29/04/2006
L'Azienda ha provveduto ad effettuare gli opportuni
interventi di messa in sicurezza d'emergenza?
L'Azienda ha comunicato entro 48 h a Comune,
Provincia e Regione territorialmente competenti, la
situazione di inquinamento o il pericolo concreto ed
attuale di inquinamento?
NC
NC
D. Lvo 22/97, art. 17.1 e 17.2
DM 471/99, Allegato 1
L'Azienda ha attivato le procedure di bonifica,
mediante predisposizione del progetto,
approvazione da parte degli Enti preposti e
successiva attuazione? (*)
NC
L'azienda é
conforme alla
normativa
Si è verificato un superamento dei limiti di
accettabilita' della contaminazione di suolo,
sottosuolo o acque sotterranee, o un pericolo
concreto ed attuale di superamento di tali limiti?
Non applicabile
L'Azienda ha comunicato, entro 96 h dall'evento, a
Comune, Provincia e Regione territorialmente
competenti, gli interventi di messa in sicurezza
adottati?
NC
D. Lvo 22/97, art. 17.2.a e 51bis
DM 471/99, art. 7.1
D. Lvo 22/97, art. 17
DM 471/99, art. 7
D. Lvo 22/97, art. 17.2.b
DM 471/99, art. 7.2
D. Lvo 22/97, art. 17
DM 471/99, artt. 7, 10 e 13
NO
NO
NO
NO
NO
SI'
SI'
SI'
SI'
SI'
(*) L'articolo 13 del DM 471/99 prevede che le Regioni
individuino gli interventi di bonifica e ripristino ambientale
per i quali non é richiesta l'autorizzazione prevista
dall'articolo 10. Pertanto qualora la Regione di competenza
abbia effettuato tale individuazione l'azienda puo' seguire la
procedura semplificata per i casi individuati dalla Regione.
L'Azienda ha affidato le attività di bonifica ad
imprese regolarmente iscritte all'Albo nazionale
della imprese che effettuano la gestione dei rifiuti, in
categoria 9 (**)?
D. Lvo 22/97, art. 17
Deliberazione Albo n° 05/CN del
12/12/2001
DM 05/07/05
NC
(**) La categoria 9 dell'Albo è attiva a partire dal
17/09/2005. Le imprese già operanti nel settore potevano
proseguire la propria attività presentando domanda di
iscrizione entro il 16/11/2005.
85
Sez. 8 Sostanze pericolose per l’ambiente
Normativa di riferimento
Tipo n° Data pubblicazione Titolo
Detenzione ed utilizzo sostanze pericolose
DM - 03/12/1985 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 305 del
29/12/1985
Classificazione e disciplina dell'imballaggio e dell'etichettatura
delle sostanze pericolose, in attuazione delle direttive emanate dal
Consiglio e dalla Commissione delle Comunità europee e s.m.
D. Lgs. 65 14/03/2003 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 87 del
14/04/2003
Attuazione delle direttive 1999/45/CE e 2001/60/CE relative alla
classificazione, all'imballaggio e all'etichettatura dei preparati
pericolosi (come modificato dal D.Lgs. 260/2004)
Regolamento 1907 18/12/2006 Gazz. Uff. Unione
europea n° L396
del 30/12/2006
Regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 18 dicembre 2006, concernente la registrazione, la
valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze
chimiche (REACH), che istituisce un'Agenzia europea per le
sostanze chimiche, che modifica la direttiva 1999/45/CE e che
abroga il regolamento (CEE) n. 793/93 del Consiglio e il
regolamento (CE) n. 1488/94 della Commissione, nonché la
direttiva 76/769/CEE del Consiglio e le direttive della
Commissione 91/155/CEE, 93/67/CEE, 93/105/CE e 2000/21/CE
(come modificato dal Reg. CE 552/2009, dal Reg. UE 109/2012 e
dal Reg. UE 126/2013)
Regolamento 1272 16/12/2008 Gazz. Uff. Unione
europea n° L353
del 31/12/2008
Regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 16 dicembre 2008, relativo alla classificazione,
all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele che
modifica e abroga le direttive 67/548/CEE e 1999/45/CE e che reca
modifica al regolamento (CE) n. 1907/2006 (come modificato dal
Regolamento (UE) 286/2011)
DM 20 24/01/2011 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 60 del
14/03/2011
Regolamento recante l'individuazione della misura delle sostanze
assorbenti e neutralizzanti di cui devono dotarsi gli impianti
destinati allo stoccaggio, ricarica, manutenzione, deposito e
sostituzione degli accumulatori.
Apparecchiature contaminate da PCB
D. Lgs. 209 22/05/99 G.U. n. 151 del
30/06/1999
Attuazione della direttiva 96/59/CE relativa allo smaltimento dei
policlorodifenili e dei policlorotrifenili
D.M. - 11/10/01 G.U. n. 255 del
02/11/2001
Condizioni per l'utilizzo dei trasformatori contenenti PCB in attesa
della decontaminazione o dello smaltimento
Legge 62 18/04/05 GU del
27/04/2005
Legge comunitaria 2004 (art. 18: obblighi a carico dei detentori di
apparecchi contenenti PCB e PCT soggetti ad inventario ai sensi
dell’art. 3 del D. Lgs 209/99)
Manufatti contenenti amianto
Legge 257 27/03/92 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 87 del
13/04/1992
Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto.
D.P.R. 08/08/94 G.U. n° 251 del
26/10/1994
Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni ed alle province
autonome di Trento e di Bolzano per l'adozione di piani di
protezione, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica
dell'ambiente, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto.
DM - 06/09/94 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 288 del
10/12/1994
Normative e metodologie tecniche di applicazione dell'art. 6,
comma 3, e dell'art. 12, comma 2, della legge 27 marzo 1992, n.
257, relativa alla cessazione dell'impiego dell'amianto.
DM - 20/08/99 G.U. n° 249 del Ampliamento delle normative e delle metodologie tecniche per gli
86
22/10/1999 interventi di bonifica, ivi compresi quelli per rendere innocuo
l'amianto, previsti dall'art. 5, comma 1, lettera f) , della legge 27
marzo 1992, n. 257, recante norme relative alla cessazione
dell'impiego dell'amianto.
D. Lgs. 257 25/07/06 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 211 del
11/09/2006
Attuazione della direttiva 2003/18/CE relativa alla protezione dei
lavoratori dai rischi derivanti dall'esposizione all'amianto durante il
lavoro.
Sostanze che riducono lo strato di ozono
Legge 549 28/12/93 G.U. n.305 del
30/12/93
Misure a tutela dell'ozono stratosferico e dell'ambiente (come
integrata e modificata dalla legge 16 giugno 1997 ).
D.M. - 03/10/01 G. U. n° 249 del
25/10/01
Recupero, riciclo, rigenerazione e distribuzione degli
halon.(Allegato I ABROGATO dal DM 20/12/2005)
DM - 20/09/02 G.U. n° 230 del
01/10/02
Attuazione dell'art. 5 della legge 28 dicembre 1993, n. 549, recante
misure a tutela dell'ozono stratosferico.
DPR 147 15/02/06 G.U. n° 147 del
11/04/06
Modalità per il controllo ed il recupero delle fughe di sostanze
lesive della fascia di ozono stratosferico da apparecchiature di
refrigerazione e di condizionamento d'aria e pompe di calore
Regolamento 1005 16/09/2009 G.U.C.E. ° L286
del 31/10/2009
Regolamento (CE) n. 1005/2009 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 16 settembre 2009, sulle sostanze che riducono lo
strato di ozono (Allegato VI sostituito dall’allegato del Regolamento
(UE) n. 744/2010)
DPR 43 27/01/2012 Gazzetta
Ufficiale Italiana
n° 93 del
20/04/2012
Regolamento recante attuazione del regolamento (CE) n. 842/2006 su
taluni gas fluorurati ad effetto serra.
Normativa di riferimento
Tipo n° Data pubblicazione Titolo
Apparecchiature elettriche ed elettroniche
D. Lgs. 151 25/07/2005 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 175 del
29/07/2005
Attuazione delle direttive 2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE,
relative alla riduzione dell'uso di sostanze pericolose nelle
apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo smaltimento
dei rifiuti.
Direttiva UE 65 08/06/2011 Gazz. Uff. Unione
europea n° L174
del 01/07/2011
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 giugno
2011, sulla restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose
nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
(Allegato III: così modificato dall'art.1 della direttiva
2012/50/UE e dall'art.1 della direttiva 2012/51/UE)
Documentazione di riferimento
Tipo Caratteristiche
Detenzione ed utilizzo sostanze pericolose
Schede di sicurezza sostanze pericolose
Apparecchiature contaminate da PCB
Comunicazione di detenzione di apparecchiature contaminate da
PCB (per apparecchiature con volume di olio superiore a 5 dm3
e concentrazione di PCB nel fluido superiore allo 0,005% in
peso) .
E’ una comunicazione, da inviare alle Sezioni Regionali
del Catasto rifiuti entro il 31/12/2000, contenente
informazioni sulla tipologia degli apparecchi presenti e
sui quantitativi e concentrazioni di PCB contenuto negli
apparecchi.
La comunicazione è da ripetere con frequenza biennale
87
e in caso di variazioni.
Referti analitici per la determinazione del PCB contenuto nei
fluidi a rischio
-
Certificazione attestante l’avvenuta decontaminazione E’ un documento rilasciato dal soggetto autorizzato che
ha effettuato l’intervento (obbligatoria solo per
interventi successivi al 17/11/01)
Manufatti contenenti amianto
Censimento dei manufatti contenenti amianto E' un documento che riporta la localizzazione e la
caratterizzazione dei manufatti contenenti amianto
presenti in azienda. Deve essere corredato da una
planimetria.
Valutazione del rischio di rilascio di fibre di amianto (o Scheda
per l'accertamento della presenza di materiali contenenti amianto
negli edifici)
E' una valutazione, effettuata da tecnici specializzati,
dell'eventuale danneggiamento o degrado del materiale
contenente amianto. Può comprendere anche
determinazioni analitiche dell’amianto presente nei
manufatti o delle concentrazioni di fibre di amianto
aerodisperse in ambienti interni.
Certificati analitici della determinazione dell’amianto presente
nei manufatti o delle concentrazioni di fibre di amianto
aerodisperse in ambienti interni
-
Procedura per la gestione degli interventi di manutenzione o di
pulizia che interessano i manufatti contenenti amianto
E' una procedura interna che definisce le norme e le
precauzioni da rispettare in caso di interventi di
manutenzione che interessano i manufatti contenenti
amianto.
Sostanze lesive per l’ozono
Denuncia di detenzione, nelle apparecchiature e impianti di
refrigerazione e condizionamento, di una quantità non inferiore a
20 kg di clorofluorocarburi.
E’ una comunicazione che andava inviata al Ministero
dell’Ambiente ed al Ministero delle attività produttive
entro il 06/06/02, nel caso in cui sul sito fossero
presenti, complessivamente, più di 20 kg di CFC
Libretto di impianto per gli impianti contenenti sostanze
controllate
Deve essere conforme al modello di cui all’Allegato 1
del DPR 147/06 e deve contenere i dati
sull’apparecchiatura, le ricariche e le manutenzioni
Registro dell’Apparecchiatura Obbligo di tenuta del registro per gli operatori delle
applicazioni fisse di refrigerazione,
condizionamento d’aria e pompe di calore
contenenti 3 kg o più di
gas fluorurati ad effetto serra.
Registro del Sistema Obbligo di tenuta del registro per gli operatori dei
sistemi fissi di protezione antincendio contenenti 3
kg o più di gas fluorurati ad effetto serra.
88
8.1 Detenzione ed utilizzo sostanze, preparati ed articoli
Presso il sito sono utilizzati
sostanze, miscele o articoli (*)?
SI'
Regolamento 1907/06
Regolamento 1272/2008
Non applicabile
NO
L'azienda ha verificato la
classificazione delle sostanze
utilizzate?
D. Lgs. 65/2003NCNO
SI'
L'azienda conserva presso il sito
tutte le schede di sicurezza delle
sostanze pericolose utilizzate?
D. Lgs. 65/2003NC
NO
SI'
I contenitori delle sostanze
pericolose sono adeguatamente
etichettati (**)?
DM 03/12/1985
D. Lgs. 65/2003
Regolamento 1272/08NC
NO
SI'
Lo stoccaggio, la movimentazione e l'uso
delle sostanze pericolose avviene in modo
tale da evitare ogni sversamento sul
suolo, nel sottosuolo, in corpo idrico
superficiale o in rete fognaria?
D. Lgs. 152/06, art. 242.1NCNO
SI'
L'azienda è
conforme alla
normativa
In caso di sversamento o perdita di
sostanze pericolose, l'azienda è
organizzata per intervenire prontamente a
contenere l'eventuale contaminazione?
(**)
D. Lgs. 152/06, art. 242.1
Dlgs 20/2011NCNO
SI'
L'azienda ha verificato che il produttore abbia
provveduto ad effettuare la registrazione
secondo il calendario definito dal Regolamento
(prossima scadenza 31/05/13) (*)?
Regolamento 1907/06, art. 28NCNO
L'azienda rispetta gli scenari d'uso riportati in
allegato alle schede di sicurezza delle
sostanze, ove definiti?
Regolamento 1907/06, titolo VNCNO
89
(*) Ai sensi del regolamento REACH si definiscono:
1) sostanza: un elemento chimico e i suoi composti, allo stato naturale od ottenuti per mezzo di un procedimento di fabbricazione, compresi gli additivi necessari a mantenerne la stabilità e le impurità derivanti dal procedimento utilizzato, ma esclusi i solventi che possono essere separati senza compromettere la stabilità della sostanza o modificarne la composizione. Nota: anche i metalli sono considerati sostanze
2) miscela (preparato): una miscela o una soluzione composta di due o più sostanze; (ad es. le leghe di metalli sono considerati preparati)
3) articolo: un oggetto a cui sono dati durante la produzione una forma, una superficie o un disegno particolari che ne determinano la funzione in misura maggiore della sua composizione chimica.
15) sostanza intermedia: una sostanza fabbricata, consumata o utilizzata per essere trasformata, mediante un processo chimico, in un'altra sostanza (in seguito denominata "sintesi").
Sono soggetti a Registrazione:
� sostanze (anche se contenute in miscele) prodotte o importate in quantità maggiore di 1 ton/anno;
� sostanze intermedie isolate prodotte in quantità maggiore di 1 ton/anno;
� sostanze contenute in articoli prodotti o importati se sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni:
• quantità totale della sostanza negli articoli > 1 ton /anno
• sostanza destinata a essere rilasciata in condizioni d’uso normali o ragionevolmente prevedibili
• la sostanza non è ancora stata registrata per tale uso Nota:
� esempio di rilascio in condizioni d’uso normale: profumo da gomma profumata, nastro adesivo, carta copiativa, etc;
� esempio di condizioni ragionevolmente prevedibili: mercurio che esce da termometro perché si rompe
Per le sostanze già presenti sul mercato negli ultimi anni (phase in) è consentita la preregistrazione che deve essere effettuata tra il 1 giugno 2008 e il 30 novembre 2008. La preregistrazione consente di:
• avvalersi di un periodo transitorio e di effettuare la registrazione in anni successivi: il calendario per la registrazione prevede diverse scadenze, in funzione della pericolosità della sostanza e delle quantità, che vanno dal dicembre 2010 al giugno 2018.
• raggruppare tutti i produttori della stessa sostanza / articolo in modo che possano consorziarsi per effettuare gli studi necessari alla registrazione.
Il calendario per le registrazioni delle sostanze è il seguente:
Sono esclusi dall’obbligo di registrazione: � sostanze radioattive; � rifiuti; � sostanze utilizzate in medicinali, in alimenti e mangimi; � polimeri (ma c’è obbligo di registrazione per monomeri); � sostanze contenute nell’allegato IV, quali ad es:glucosio, CO2, calcare, saccarosio, N2, grafite, etc;
90
� sostanze contenute nell’allegato V, quali ad es: minerali, minerali metallici, clinker, gas, petrolio greggio, carbone, coke, idrogeno, ossigeno, gas nobili;
� sostanze esportate e reimportate; � sono considerate già registrate le sostanze usate in prodotti fitosanitari e biocidi; � sostanze utilizzate per R&S.
Nota: per le sostanze contenute negli articoli è prevista anche la c.d. “notifica” degli articoli se sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni:
� l’articolo contiene una sostanza particolarmente pericolosa, che ricade in regime di autorizzazione (sostanze in allegato 14 (Substances of Very High Concern identification, riportate all'indirizzo http://echa.europa.eu/candidate-list-table)
� concentrazione della sostanza nell’articolo > 0,1% � quantità totale della sostanza negli articoli > 1 ton /anno per produttore � la sostanza non è ancora stata registrata per tale uso
Il calendario per la notifica si aprirà il 01/06/2011. Inoltre, non è ancora possibile valutare quali siano gli articoli soggetti a notifica in quanto non è stato ancora definito l’elenco completo delle “sostanze particolarmente pericolose” (Allegato 14).
(**) A partire dal 1 dicembre 2010 entrerà in vigore la prima fase del Regolamento CLP, che modifica la precedente normativa in materia di classificazione, etichettatura ed imballaggio delle sostanze e delle miscele.
In particolare, a partire dal 1 dicembre 2010:
- le sostanze devono essere classificate conformemente al regolamento CLP, oltre a mantenere l’attuale classificazione relativa alla previgente normativa;
- le sostanze devono essere etichettate e imballate unicamente in conformità al regolamento CLP (tale regolamento modifica i pittogrammi e le frasi di rischio e di pericolo), tuttavia le sostanze già classificate, etichettate e imballate in base alla DSP e immesse sul mercato (ossia “sugli scaffali”) antecedentemente al 1° dicembre 2010 devono essere rietichettate e reimballate entro il 1° dicembre 2012;
- fino al 1° giugno 2015 le miscele devono continuare a essere classificate, etichettate e imballate conformemente alla previgente normativa, tuttavia una miscela può anche essere classificata, etichettata e imballata conformemente al regolamento CLP prima di tale data.
(**) Ai sensi del Dlgs 20/2011, in caso di presenza di utilizzatori di batterie al piombo fisse (gruppi di continuità, impianti fotovoltaici, ecc..), utilizzatori di batterie al piombo portatili, utilizzatori di batterie a trazione (carrelli elevatori, transelevatori, trasportatori a pianale, bus, auto, ecc..) è necessario disporre di sostanze, certificate, atte ad assorbire e neutralizzare eventuali fuoriuscite accidentali.
91
8.2 Produzione e importazione di sostanze, preparati ed articoli
L'organizzazione produce o
importa sostanze, miscele o
articoli (*)?
DM 03/12/1985
Regolamento 1907/06Non applicabile
NO
SI'
L'organizzazione ha predisposto la
scheda dati di sicurezza compilata a
norma dell'allegato II del
Regolamento (ove applicabile) (**)?
Regolamento 1907/06, art. 31
Allegato II
Regolamento 1272/08NC
NO
SI'
Nel caso di sostanze o di articoli non soggette
a scheda dati di sicurezza sono
comunicate agli utilizzatori eventuali
informazioni utili per l'utilizzo in sicurezza della
sostanza/articolo?
Regolamento 1907/06, artt. 32
e 33NC
NO
SI'
L'imballaggio e l'etichettatura delle
sostanze e preparati pericolosi o che
possono presentare pericoli specifici,
riportano tutte le informazioni necessarie
(***)?
DM 03/12/1985
D. Lgs. 65/03, artt. 8 e 9
Regolamento 1272/08NC
NO
SI'
L'azienda è
conforme alla
normativa
L'azienda ha provveduto ad effettuare la
registrazione secondo il calendario definito dal
Regolamento (prossima scadenza 31/05/2013)?
Regolamento 1907/06, art. 28NCNO
SI'
(*) si veda scheda precedente
(**) La scheda di dati di sicurezza deve essere predisposta:
a) Se una sostanza risponde ai criteri di classificazione come pericolosa secondo il regolamento (CE) n. 1272/2008. o una miscela risponde ai criteri di classificazione come pericolosa secondo la direttiva 1999/45/CE; o b) quando una sostanza è persistente, bioaccumulabile e tossica ovvero molto persistente e molto bioaccumulabile in base ai criteri di cui all'allegato XIII del Regolamento 1907/06; o c) quando una sostanza è inclusa nell'elenco stabilito a norma dell'articolo 59 del Regolamento 1907/06, paragrafo 1, per ragioni diverse da quelle di cui alle lettere a) e b).
A partire dal 1 dicembre 2010 entrerà in vigore la prima fase del Regolamento CLP, che modifica la precedente normativa in materia di classificazione, etichettatura ed imballaggio delle sostanze e delle miscele.
92
Ai sensi di tale Regolamento le schede dati di sicurezza devono essere modificate quando le sostanze e le miscele sono riclassificate in conformità al Regolamento CLP. In particolare, fino al 1 giugno 2015 le schede di sicurezza devono riportare sia le nuove classificazioni in base al Regolamento CLP, sia quelle in conformità all’attuale normativa.
Devono inoltre essere sottoposte a revisione le sezioni 15 e 16 della SDS inserendo le nuove etichettature e le nuove indicazioni di pericolo
(***) a partire dal 1 dicembre 2010, le sostanze devono essere etichettate e imballate unicamente in conformità al regolamento CLP (tale regolamento modifica i pittogrammi e le frasi di rischio e di pericolo) , tuttavia le sostanze già classificate, etichettate e imballate in base alla DSP e immesse sul mercato (ossia “sugli scaffali”) antecedentemente al 1° dicembre 2010 devono essere rietichettate e reimballate entro il 1° dicembre 2012.
Fino al 1° giugno 2015 le miscele devono continuare a essere classificate, etichettate e imballate conformemente alla previgente normativa, tuttavia una miscela può anche essere classificata, etichettata e imballata conformemente al regolamento CLP prima di tale data.
93
8.3 Detenzione apparecchiature contaminate da PCB – I parte
NC
La comunicazione e' stata aggiornata in caso di variazione
del numero di apparecchiature contaminate o della
concentrazione di PCB contenuta?
D.Lvo 209/99, art.3
DL 500/99,
art. 1.2 e L 33/00
DM 11/10/ 2001art. 4
D.Lvo 209/99, art.2
D.Lvo 209/99, art.3
DM 11/10/ 2001art. 4
D.Lvo 209/99, art.5.4
DM 11/10/ 2001art. 1
D.Lvo 209/99,
art.6.1, 6.2 e Allegato 1
Vedi Schede:
Gestione rifiuti
NO
NO
NO
NO
NO
In Azienda sono presenti apparecchiature contenenti olio
con concentrazione di PCB > 50 mg/kg (come da referto
analitico)?
L'Azienda ha inviato alla Regione apposita Comunicazione
di detenzione di apparecchiature contenenti olio
contaminato da PCB*?
Le apparecchiature contaminate, e le porte dei locali in cui
si trovano, sono identificate con apposita etichettatura
conforme alla norma (**)?
E' stata effettuata la comunicazione alla Provincia
attestante che le apparecchiature contaminate sono in
buono stato funzionale, non presentano perdite di
fluidi e rispettano le norme tecniche del DM 11 ottobre
2001?
Si e' proceduto ad operazioni di
decontaminazione di trasformatori contenenti PCB
in conc. superiore a 500 mg/kg?
Nel caso in cui l'Azienda abbia provveduto allo
smaltimento di apparecchiature contaminate ha
seguito la normativa in materia?
D.Lvo 209/99,
art.7.2
NO
SI'
SI'
SI'
SI'
SI'
SI'
SI'
SI'
L'Azienda ha preso tutte le misure necessarie per evitare
rischi di incendio nei pressi degli apparecchi contaminati, e
questi sono lontani da prodotti infiammabili?
D.Lvo 209/99,
artt. 7.7, 7.8 e 8NO
D. L.vo 209/99, art. 5
DM 11/10/01, art. 2
NC
NC
NC
NC
NC
NC
NO
Vai a parte II
Esci
94
Detenzione apparecchiature contaminate da PCB – II parte
(**) per le apparecchiature contenenti olio con
contaminazione di PCB compresa tra 50 e 500 mg/kg
l'etichettatura e' semplificata e non e' necessario
apporla anche sulle porte dei locali
L'azienda e'
conforme alla
normativa
D.Lvo 209/99,
art.6.3 e Allegato 2
NOLe apparecchiature originariamente contenenti olio
contaminato da PCB, e successivamente
decontaminate, sono state identificate con apposita
etichettatura conforme alla normativa?
SI'
L'Azienda ha preso ogni precauzioni per evitare,
anche in caso di incidenti, qualsiasi sversamento di
olio dielettrico in corpo idrico superficiale, rete
fognaria o sul suolo?
D.Lvo 209/99, All. 1
SI'
NO
* La comunicazione deve essere ripetuta ogni due
anni utilizzando la nuova modulistica inserita nel DM
11/10/01. Non sono oggetto della comunicazione i
condensatori di potenza con volume di un insieme
composito inferiore a 5 l
il trasformatore non
risulta
decontaminato
DM 11/10/01, art. 2NO La decontaminazione e' stata sottoposta a verifica
della qualita' del processo effettuato mediante
determinazione analitica?
NC
NC
L'azienda ha programmato la dismissione delle
apparecchiature contenenti PCB secondo le
tempistiche previste dalla normativa (***)?
Legge 62/05, art. 18NC (se scaduti i
termini)
(***) Gli apparecchi contenenti olio contaminato da PCB devono essere decontaminati o smaltiti secondo le seguenti tempistiche:
- apparecchiature contenenti meno di 5 dm3 di olio: 31/12/2005;
- apparecchiature contenenti più di 5 dm3 di olio:
* dismissione di almeno il 50% degli apparecchi detenuti entro il 31/12/2005;
* dismissione di almeno il 70% degli apparecchi detenuti entro il 31/12/2007;
* dismissione di tutti gli apparecchi detenuti entro il 31/12/2009.
- solo i trasformatori contenenti fluidi contaminati da PCB con una concentrazione compresa tra 50 mg/kg e 500 mg/kg possono essere smaltiti
al termine della loro esistenza operativa nel rispetto di tutte le prescrizioni tecniche previste.
SI'
Da parte I
95
8.4 Manufatti contenenti amianto
L'Azienda ha provveduto ad effettuare il
censimento dei manufatti contenenti amianto
ed a riportarne l'ubicazione su planimetria?
E' stata effettuata la valutazione del rischio
di rilascio delle fibre di amianto?
NCDM 06.09.1994
E' necessaria un'azione di bonifica dei
manufatti, mediante
rimozione, incapsulamento o verniciatura?
L'Azienda ha effettuato l'azione di bonifica
secondo le prescrizione della normativa di
settore (*)?
NC
E' possibile escludere la presenza In
azienda di manufatti contenenti amianto?
L'azienda e'
conforme alla
normativa
DM 06.09.1994
DM 06.09.1994
DM 06.09.1994
DM 20.08.1999
DM 25/07/2001
D. L.vo 257/06
DM 05/02/2004
SI'
SI'
SI'
SI'
SI'
NO
NO
NO
NO
NC
E' stato adottato un idoneo programma di
controllo? NC
DM 06.09.1994
SI'
L'azienda e'
conforme alla
normativa
E' stato nominato un responsabile con compiti di
controllo e coordinamento di tutte le attivita'
manutentive che possono interessare i materiali
di amianto?
NCDM 06.09.1994
NO
Gli eventuali interventi di manutenzione sono
eseguiti rispettando le relative misure di
sicurezza?
NO
Nel caso siano in opera materiali friabili, la
valutazione dello stato dei materiali e'
ripetuta annualmente, inviando copia del
rapporto all'ASL?
NCDM 06.09.1994
DM 06.09.1994
SI'
SI'
NC
NO
NO
NO
SI'
Legge n. 257/92
DM 06.09.1994
(*) A partire dal 14/06/2004, i lavori di bonifica
di beni contenenti amianto possono essere affidati
esclusivamente ad aziende regolarmente iscritte all'Albo,
oppure ad aziende, precedentemente operanti, che
abbiano presentato regolare domanda di iscrizione
entro i termini previsti.
96
8.5 Sostanze che riducono lo strato di ozono
L'azienda utilizza sostanze
controllate che riducono lo strato
di ozono(*) (ovvero le sostanze
elencate nell'All. 1 del Reg. CE
1005/09?
Regolamento CE n. 1005/2009,
artt. 1 e 2 e Allegato 1
DM 3 ottobre 2001
SI'
Sono adottate tutte le misure
precauzionali praticabili per evitare
e ridurre al minimo le fughe di
sostanze controllate?
Regolamento CE n.
1005/2009, art. 23
Le apparecchiature fisse
contenenti sostanze controllate in
quantità > 3 kg sono dotate di
apposito Libretto di impianto?
SI'
Regolamento 1005/09, art. 23.3
DPR 147/06, art. 3.2, Allegato 1
L'azienda e'
conforme alla
normativa
SI'
NO
NC
NCNO
NO
L'azienda ha sospeso le ricariche
di impianti con sostanze
controllate "vergini" a partire dal
01/01/2010 (**)?
SI'
Regolamento CE n. 1005/09,
artt. 5 e 11.3
DM 3 ottobre 2001
NC
in caso di utilizzo
della sostanza oltre i
termini consentiti
NO
In caso di detenzione di apparecchiature
e impianti di refrigerazione e
condizionamento contenenti più di 20 Kg
di CFC, l'azienda ha presentato apposita
comunicazione ai Ministeri competenti?
DM 03/10/2001, art. 8NC
SI'
NO
Le apparecchiature fisse contenenti piu' di 3 kg di
sostanze controllate sono sottoposte a controllo
della presenza di fughe con frequenza almeno
annuale o semestrale se >30 kg (***)?
Gli esiti del controllo sono registrati sul libretto di
impianto?
SI'
SI'
Regolamento CE n. 1005/09,
art. 23.1
DPR 147/06, art. 4.1
DPR 147/06, art. 4.3, Allegato 1
Regolamento 1005/09, art. 23.3
NC
NC
(***) Non sono ancora stati definiti i requisiti
professionali minimi del personale abilitato
ad effettuare tali controlli
SI'
In caso siano individuate fughe di gas, le stesse
sono riparate il prima possibile e comunque entro 14
giorni e le apparecchiature sono ricontrollate entro
un mese dalla riparazione per verificarne l'efficacia?
Regolamento CE n. 1005/09,
art. 23.1NC
Gli esiti del controllo sono registrati sul Registro
dell'Apparecchiatura?NC DPR 43/2012
NO
NO
NO
SI'
SI'
NO
97
(*) Le sostanze controllate più comunemente utilizzate appartengono alle seguenti famiglie:
• "halon": sono generalmente contenuti negli estintori e in altri sistemi antincendio;
• "CFC" (clorofluorocarburi): sono generalmente utilizzati nelle apparecchiature di refrigerazione o condizionamento d'aria (es. tra i più diffusi R12);
• "HCFC" (idroclorofluorocarburi): possono essere utilizzati come solventi, come fluidi frigorigeni in apparecchiature di refrigerazione o condizionamento d'aria (es. tra i più diffusi R22) o come agenti antincendio (es. tra i più diffusi NAF S III, FE 241).
Altre sostanze controllate sono il tetracloruro di carbonio (CCl4), il tricoloroetano (C2H3Cl3), il bromuro di metile e gli idrobromofluorocarburi (CHFBr2, ...). Sono considerate sostanze controllate anche tutte le miscele che contengano almeno una delle sostanze comprese nell'elenco (per es. il fluido R 502 è considerato un CFC in quanto contiene CFC 115; il fluido R 401 è considerato un HCFC in quanto contiene HCFC 22). Non sono considerati sostanze controllate gli HFC (ad es. R134A, R152A, R407C, R410, ..) (**) A partire dal 01/01/2010 non è più ammesso l'utilizzo di sostanze controllate nuove. In deroga a tale disposizione, fino al 31/12/2014 è ammesso l'utilizzo per attività di manutenzione ed assistenza di apparecchiature di refrigerazione e condizionamento d'aria e di pompe di calore di:
- HCFC rigenerati, purché siano messi in commercio in contenitori provvisti di etichetta con indicazione che la sostanza è stata rigenerata e con informazioni sul numero di lotto e il nome e l’indirizzo dell’impianto di rigenerazione;
- HCFC riciclati, purchè siano stati recuperati dalle apparecchiature stesse su cui viiene fatta la manutenzione e siano utilizzati soltanto dall’impresa che ha effettuato il recupero nell’ambito della manutenzione o dell’assistenza.
(***) Le manutenzioni diventano trimestrali per impianti contenenti più di 300 kg di gas refrigerante.
98
Sez. 9 Altri aspetti ambiente-sicurezza
Normativa di riferimento
Tipo n° Data pubblicazione Titolo
1- Prevenzione incendi
DM - 10/03/1998 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 81 del
07/04/1998
Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione
dell'emergenza nei luoghi di lavoro.
Circolare
Ministeriale
16 08/07/1998 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 250 del
26/10/1998
Decreto Interministeriale 10 marzo 1998 - Chiarimenti
D.Lgs. 81 09/04/2008 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 101 del
30/04/2008
Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
DPR 151 01/08/2011 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 221 del
22/09/2011
Regolamento recante semplificazione della disciplina dei
procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma
dell'articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio
2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2010, n. 122, come modificato dal DL 83/2012
Circolare
VVF
1324 07/02/2012 - “Guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici nelle attività
soggette ai controlli di prevenzione incendi”, come integrata da
circ. 6334 del 04/05/2012
2- Aziende a rischio di incidente rilevante
D.Lgs. 334 17/08/1999 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 228 del
28/09/1999
Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli
di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose.
D.Lgs. 238 21/09/2005 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 271 del
21/11/2005
Attuazione della direttiva 2003/105/CE, che modifica la direttiva
96/82/CE, sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi
con determinate sostanze pericolose.
DM - 16/03/1998 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 74 del
30/03/1998
Modalità con le quali i fabbricanti per le attività industriali a rischio
di incidente rilevante devono procedere all'informazione,
all'addestramento e all'equipaggiamento di coloro che lavorano in
situ.
Direttiva
(CE)
105 16/03/2003 Gazz. Uff. Unione
europea n° L345
del 31/12/2003
Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 dicembre
2003 che modifica la direttiva 96/82/CE del Consiglio sul controllo
dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze
pericolose
DM - 09/08/2000 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 196 del
23/08/2000
Individuazione delle modificazioni di impianti e di depositi, di
processi industriali, della natura o dei quantitativi di sostanze
pericolose che potrebbero costituire aggravio del preesistente
livello di rischio.
DM 138 26/05/2009 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 226 del
29/09/2009
Regolamento recante la disciplina delle forme di consultazione del
personale che lavora nello stabilimento sui piani di emergenza
interni, ai sensi dell'articolo 11, comma 5, del decreto legislativo 17
agosto 1999, n. 334.
DM 139 24/07/2009 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 226 del
29/09/2009
Regolamento recante la disciplina delle forme di consultazione
della popolazione sui piani di emergenza esterni, ai sensi
dell'articolo 20, comma 6, del decreto legislativo 17 agosto 1999, n.
334.
99
Direttiva 18 04/07/2012 Gazz. Uff. Unione
europea n° L197
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 luglio 2012,
sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con
sostanze pericolose, recante modifica e successiva abrogazione
della direttiva 96/82/CE del Consiglio
3- Spedizione di merci/rifiuti in regime ADR
Regolamento
(CE)
689 17/06/2008 Gazz. Uff. Unione
europea n° L204
del 31/07/2008
Regolamento (CE) n. 689/2008 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 17 giugno 2008, sull'esportazione ed importazione di
sostanze chimiche pericolose
Il presente regolamento è abrogato a decorrere dal 1° marzo
2014 dall'art.30 del regolamento (UE) n. 649/2012
D.Lgs. 35 27/01/2010 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 58 del
11/03/2010
Attuazione della direttiva 2008/68/CE, relativa al trasporto interno
di merci pericolose.
Direttiva
(CE)
61 02/09/2010 Gazz. Uff. Unione
europea n° L233
del 03/09/2010
Direttiva della Commissione, del 2 settembre 2010, che adegua per
la prima volta al progresso scientifico e tecnico gli allegati della
direttiva 2008/68/CE del Parlamento europeo e del Consiglio
relativa al trasporto interno di merci pericolose
DM - 03/01/2011 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 39 del
17/02/2011
Recepimento della direttiva 2010/61/UE della Commissione del 2
settembre 2010 che adegua per la prima volta al progresso
scientifico e tecnologico gli allegati della direttiva 2008/68/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio relativa al trasporto interno di
merci pericolose.
Regolamento
(UE)
71 27/01/2012 Gazz. Uff. Unione
europea n° L26
del 28/01/2012
Regolamento (UE) n. 71/2012 della Commissione, del 27 gennaio
2012, recante modifica dell'allegato I del regolamento (CE) n.
689/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio sull'esportazione
ed importazione di sostanze chimiche pericolose
Direttiva
(CE)
45 03/12/2012 Gazz. Uff.
Unione europea
n° L332 del
04/12/2012
Direttiva della Commissione, del 3 dicembre 2012, che adegua
per la seconda volta al progresso scientifico e tecnico gli allegati
della direttiva 2008/68/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio relativa al trasporto interno di merci pericolose
DM - 21/01/2013 Gazzetta
Ufficiale Italiana
n° 61 del
13/03/2013
Recepimento della direttiva 2012/45/UE della Commissione del
3 dicembre 2012 che adegua per la seconda volta al progresso
scientifico e tecnico gli allegati della direttiva 2008/68/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio relativa al trasporto
interno di merci pericolose.
4- Radiazioni ionizzanti
D.Lgs. 230 17/03/1995 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 136 del
13/06/1995
Attuazione delle direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom,
96/29/Euratom, 2006/117/Euratom in materia di radiazioni
ionizzanti e 2009/71/Euratom, in materia di sicurezza nucleare
degli impianti nucleari.
D.Lgs. 52 06/02/2007 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 95 del
24/04/2007
Attuazione della direttiva 2003/122/CE Euratom sul controllo delle
sorgenti radioattive sigillate ad alta attività e delle sorgenti orfane.
D.Lgs. 100 01/06/2011 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 156 del
07/07/2011
Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 20
febbraio 2009, n. 23, recante attuazione della direttiva
2006/117/Euratom, relativa alla sorveglianza e al controllo delle
spedizioni di rifiuti radioattivi e di combustibile nucleare esaurito -
sorveglianza radiometrica su materiali o prodotti semilavorati
metallici.
5- Biocarburanti e biofuels
DM - 23/01/2012 Gazzetta Ufficiale
Italiana n° 31 del
07/02/2012
Sistema nazionale di certificazione per biocarburanti e bioliquidi
(come modificato dal DM 11/06/2012)
100
Dlgs 28 03/03/2011 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 71 del
28/03/2011
Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso
dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva
abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE.
Dlgs 66 21/03/2005 Gazz. Uff. Suppl.
Ordin. n° 96 del
27/04/2005
Attuazione della direttiva 2003/17/CE relativa alla qualità della
benzina e del combustibile diesel.
101
Documentazione di riferimento
Tipo Caratteristiche
1- Prevenzione incendi
Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) corredata dalle dichiarazioni sostitutive di certificazioni e dell'atto
di notorietà
Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) Il certificato di prevenzione incendi attesta il rispetto delle
prescrizioni previste dalla normativa di prevenzione incendi e la
sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio nei locali, attività,
depositi, impianti ed industrie pericolose, individuati, in relazione
alla detenzione ed all'impiego di prodotti infiammabili, incendiabili
o esplodenti che comportano in caso di incendio gravi pericoli per
l'incolumità' della vita e dei beni ed in relazione alle esigenze
tecniche di sicurezza. Rilasciato dal competente Comando
provinciale dei vigili del fuoco, su istanza dei soggetti responsabili
delle attività interessate
Piano di emergenza Il piano di emergenza deve contenere nei dettagli:
a) le azioni che i lavoratori devono mettere in atto in caso di
incendio;
b) le procedure per l'evacuazione del luogo di lavoro che devono
essere attuate dai lavoratori e dalle altre persone presenti;
c) le disposizioni per chiedere l'intervento dei vigili del fuoco e per
fornire le necessarie informazioni al loro arrivo;
d) specifiche misure per assistere le persone disabili.
Il piano di emergenza deve identificare un adeguato numero di
persone incaricate di sovrintendere e controllare l'attuazione delle
procedure previste.
Registro antincendio apposito registro a cura dei responsabili dell'attività, su cui
vengono annotati verifiche di controllo ed interventi di
manutenzione su attrezzature e dispositivi, nonché le informazioni
sui rischi di incendio connessi con la specifica attività, sulle misure
di prevenzione e protezione adottate, sulle precauzioni da osservare
per evitare l'insorgere di un incendio e sulle procedure da attuare in
caso di incendio. Tale registro deve essere mantenuto aggiornato e
reso disponibile ai fini dei controlli di competenza del Comando.
2- Aziende a rischio di incidente rilevante
Piano di emergenza interno Il piano di emergenza interno deve contenere almeno le
informazioni di cui all'allegato IV del D.Lgs. n. 334/99, punto 1, ed
è predisposto allo scopo di:
a) controllare e circoscrivere gli incidenti in modo da minimizzarne
gli effetti e limitarne i danni per l'uomo, per l'ambiente e per le
cose;
b) mettere in atto le misure necessarie per proteggere l'uomo e
l'ambiente dalle conseguenze di incidenti rilevanti;
c) informare adeguatamente i lavoratori e le autorità locali
competenti;
d) provvedere al ripristino e al disinquinamento dell'ambiente dopo
un incidente rilevante.
Piano di emergenza esterno Il piano di emergenza esterno deve essere elaborato tenendo conto
almeno delle indicazioni di cui all'allegato IV del D.Lgs. n. 334/99,
punto 2, ed essere elaborato allo scopo di:
a) controllare e circoscrivere gli incidenti in modo da minimizzarne
gli effetti e limitarne i danni per l'uomo, per l'ambiente e per i beni;
b) mettere in atto le misure necessarie per proteggere l'uomo e
l'ambiente dalle conseguenze di incidenti rilevanti, in particolare
mediante la cooperazione rafforzata negli interventi di soccorso
con l'organizzazione di protezione civile;
c) informare adeguatamente la popolazione e le autorità locali
102
competenti;
d) provvedere sulla base delle disposizioni vigenti al ripristino e al
disinquinamento dell'ambiente dopo un incidente rilevante.
Rapporto di sicurezza Per gli stabilimenti in cui sono presenti sostanze pericolose in
quantità uguali o superiori a quelle indicate nell'allegato I del
D.Lgs. n. 334/99, parti 1 e 2, colonna 3, il gestore è tenuto a
redigere un rapporto di sicurezza.
Il rapporto di sicurezza di cui il documento di “Politica di
prevenzione degli incidenti rilevanti” è parte integrante, deve
evidenziare che:
a) è stato adottato il sistema di gestione della sicurezza;
b) i pericoli di incidente rilevante sono stati individuati e sono state
adottate le misure necessarie per prevenirli e per limitarne le
conseguenze per l'uomo e per l'ambiente;
c) la progettazione, la costruzione, l'esercizio e la manutenzione di
qualsiasi impianto, deposito, attrezzatura e infrastruttura, connessi
con il funzionamento dello stabilimento, che hanno un rapporto
con i pericoli di incidente rilevante nello stesso, sono
sufficientemente sicuri e affidabili; per gli stabilimenti di cui
all'articolo 14, comma 6, anche le misure complementari ivi
previste;
d) sono stati predisposti i piani d'emergenza interni e sono stati
forniti all'autorità competente di cui all'articolo 20 gli elementi utili
per l'elaborazione del piano d'emergenza esterno al fine di prendere
le misure necessarie in caso di incidente rilevante.
3- Spedizione di merci/rifiuti in regime ADR
Relazione annuale del consulente ADR da conservare per 5 anni
4- Radiazioni ionizzanti
Libretto di sorgente Ogni sorgente di cui all'allegato I del D.Lgs. n. 52/2007 deve
essere corredata di apposito libretto di sorgente. Il detentore
custodisce il libretto di sorgente e annota i dati sulla scheda di
registrazione conforme all'allegato III del D.Lgs. n. 52/2007,
nonché:
a) i risultati delle prove e delle manutenzioni periodiche effettuate
sulla sorgente e sulle apparecchiature necessarie per l'utilizzo della
stessa;
b) gli eventi anomali ed i malfunzionamenti riscontrati
relativamente alla sorgente ed alle apparecchiature di cui alla
lettera a);
c) i luoghi di utilizzazione.
Il libretto di sorgente accompagna la sorgente stessa durante tutto il
suo utilizzo ed è aggiornato dal responsabile della gestione della
sorgente fornito di adeguata competenza tecnica.
Registro delle sorgenti Il detentore tiene un registro di tutte le sorgenti di cui ha la
disponibilità, anche a titolo di pratiche comportanti l'effettuazione
di commercio senza detenzione, nel quale sono riportate le
informazioni, relative ad ogni sorgente, indicate nell'allegato III del
D.Lgs. n. 52/2007, integrate con il numero di catalogo IAEA, ove a
sua conoscenza. Il registro può essere tenuto sotto forma di
archivio informatico oppure può constare di schede di registrazione
conformi all'allegato III; in entrambi i casi il registro riporta le
informazioni previste nell'allegato III.
5- Biocarburanti e biofuels
Dichiarazione di Conformità dichiarazione redatta, con valore di autocertificazione ai sensi del
decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445,
e successive modificazioni, da ogni operatore economico cedente il
prodotto in uscita dalla propria fase o fasi della catena di consegna
103
del biocarburante e bioliquido, incluso il trasporto, che viene
rilasciata, in accompagnamento alla partita, all'operatore
economico successivo.
Certificato di Sostenibilità dichiarazione redatta dall'ultimo operatore della catena di
consegna, con valore di autocertificazione ai sensi del decreto del
Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, e
successive modificazioni, contenente le informazioni necessarie a
garantire che la partita di biocarburante o bioliquido sia sostenibile.
104
9.1 Prevenzione incendi
NO In azienda sono presenti attività
soggette a controllo da parte dei VV.FF
(elenco di cui all'Allegato I del DPR
151/11) (Nota 1 e nota 4)?
DPR 151/2011, Allegato INon
applicabile
Le attività ricadono nella categoria A
(nota 2)?
DPR 151/2011, Allegato I
SI'
NOL'organizzazione ha presentato una Segnalazione
Certificata di Inizio Attività (SCIA)?DPR 151/2011, art. 4.2
NC
NOSono rispettate tutte le prescrizioni
previste dal CPI (limiti quantitativi,
attrezzature antincendio, modalità di
stoccaggio, ...)?
CPI
NC
SI'
SI'
SI'
SI'
Le attività ricadono nella categoria B
(nota 2)?DPR 151/2011, Allegato I
SI'
NO\
NOL'organizzazione ha ottenuto parere di conformità
favorevole sul progetto ed ha presentato una
Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA)?
DPR 151/2011, artt. 3 e 4.2NC
SI'
Le attività ricadono nella categoria C
(Nota 2)?DPR 151/2011, Allegato I
SI'
NOL'organizzazione ha ottenuto il Certificato di
Prevenzione incendi? (nota 3)DPR 151/2011, art. 4.2NC
SI'
NOLe attività sono esercitate in conformità
a quanto comunicato attraverso la SCIA
e previsto dal progetto approvato dai
VV.F?
DPR 151/2011, artt. 3 e 4.2
NC
SI'
Vai a Parte II
NO
105
SI'
NO Sono effettuate le verifiche di controllo
e gli interventi di manutenzione previsti
sulle attrezzature antincendio?
DM 10/03/1998, art. 4 e All. VINC
SI'
NOL'azienda detiene presso il sito un apposito
"Registro antincendio" su cui sono riportati gli
incontri di formazione e gli interventi di
controllo, verifica e manutenzione effettuati?
DPR 151/2011, art. 6NC
SI'
L'azienda è
conforme alla
normativa
L'azienda ha provveduto a valutare il
rischio incendio e a redarre il Piano di
emergenza?
NC
DM 10/03/1998, art. 5 e Allegato
VIII
D. lgs. 81/08
NO
NO
E' stata fornita ai lavoratori adeguata
formazione ed informazione sul rischio
incendio, sulle misure di prevenzione adottate
e sulle procedure da attuare in caso di
incendio ?
DM 10/03/1998, artt. 6, 7 e All. IXNC
SI'
Segue da Parte 1
Nota 1: Elenco attività soggette a controllo dei VV. F.
106
107
108
109
110
111
112
113
Nota 2: Regime transitorio: Gli enti e i privati responsabili delle nuove attività introdotte nell'Allegato I del DPR 151/11 che precedentemente non erano incluse negli elenchi di cui al DM 16/02/1982, esistenti alla data del 22/09/11, devono espletare i prescritti adempimenti entro il 07/10/2013.
Attività che, in virtù della nuova normativa, dovessero risultare non più soggette ai controlli di prevenzione incendi: il Comando provinciale comunicherà ai titolari delle attività interessate che, a seguito dell’entrata in vigore del nuovo regolamento, non risultano più soggette ai controlli di prevenzione incendi.
Attività per cui, all’entrata in vigore del nuovo regolamento, il titolare abbia presentato istanza di parere di conformità ai sensi dell’articolo 2 del d.P.R. 37/98 ed il Comando non abbia ancora emesso parere: il Comando provinciale concluderà comunque il procedimento con l’emissione del parere che avrà gli stessi effetti di quello rilasciato, per le attività in categoria B e C, ai sensi dell’articolo 3 (Valutazione dei progetti) del nuovo regolamento.
Attività per cui il titolare ha acquisito il parere di conformità di cui all’articolo 2 del d.P.R. 37/98 e alla data di entrata in vigore del nuovo regolamento non ha ancora completato l’opera: ai sensi del comma 6 dell’articolo 11 del D.P.R. 151/11, gli interessati devono espletare, prima di dare inizio all’attività, gli adempimenti di cui al comma 1 dell’articolo 4 del nuovo regolamento presentando la SCIA. Il parere di conformità ex articolo 2 del d.P.R 37/98 terrà luogo alla valutazione del progetto ex articolo 3 del d.P.R. 151/11.
Attività per cui il titolare ha già presentato la dichiarazione di inizio attività (DIA) ai sensi del comma 5 dell’articolo 3 del d.P.R 37/98 all’atto della richiesta di CPI: la presentazione della DIA sostituisce la presentazione della SCIA prevista dal nuovo Regolamento, pertanto il Comando provvederà quindi alla ricatalogazione della pratica in funzione della nuova declaratoria dell’attività e della categorizzazione in A, B o C. Nei casi in cui l’attività ricadesse in categoria C dovrà essere effettuato il sopralluogo di controllo ai sensi del comma 3 dell’articolo 4 del d.P.R. 151/11.
Attività per cui il titolare ha già presentato la richiesta di CPI, ma non la dichiarazione di inizio attività (DIA): il Comando provvederà alla ricatalogazione della pratica in funzione della nuova declaratoria dell’attività e della categorizzazione in A, B o C e comunicherà al titolare delle attività in categoria A e B che esiste la possibilità di avvalersi, per l’esercizio dell’attività, della presentazione della SCIA ex comma 1 dell’articolo 4 del d.P.R. 151/11. In questo caso la documentazione da presentare dovrà integrare quella già in possesso al Comando. Se l’utente intende avvalersi di tale possibilità, dovrà presentare la SCIA entro trenta giorni dalla comunicazione da parte del Comando e procederà ai sensi del comma 2 dell’articolo 4 del d.P.R. 151/11. Nei casi in cui l’attività ricadesse in categoria C, ed anche nel caso in cui il titolare delle attività in categoria A o B non intendesse avvalersi della possibilità di presentare la SCIA, il procedimento verrà concluso ai sensi dell’articolo 4 del nuovo regolamento con l’effettuazione della visita tecnica, ritenendo così valida l’istanza presentata ai sensi dell’articolo 3 del d.P.R 37/98.
Attività è in possesso di CPI ex articolo 3 del d.P.R 37/98 con scadenza dopo l’entrata in vigore del nuovo regolamento: alla scadenza del CPI ex articolo 3 del d.P.R 37/98, il responsabile dell’attività deve espletare gli adempimenti prescritti all’articolo 5 del d.P.R 151/11 presentando l’attestazione di rinnovo periodico di conformità antincendio.
Attività con scadenza “una tantum” già previste dal decreto del Ministro dell’interno 16 febbraio 1982 e riportate ai numeri 6, 7, 8, 64, 71, 72 e 77 dell’allegato I del nuovo regolamento: necessario presentare l'attestazione di rinnovo periodico (entro 6 anni se precedente al 01/01/1988; entro otto anni se rilasciato tra il 01/01/1988 ed il 31/12/1999; entro dieci anni se rilasciato successivamente al 01/01/2000).
Nota 3: è ammessa l'assenza di CPI per le aziende che hanno ottenuto parere di conformità sul progetto e hanno avviato i lavori di adeguamento previsti secondo un cronoprogramma realizzativo, purché siano state attuate le necessarie azioni preventive per garantire una corretta gestione del transitorio.
114
Nota 4: La Circolare 1324/2012 detta i requisiti tecnici degli impianti fotovoltaici realizzati su attività soggette a prevenzione incendi dopo il 07/02/2012. L'installazione di un impianto fotovoltaico a servizio di un’attività soggetta ai controlli di prevenzione incendi richiede una valutazione dell’eventuale modifica delle condizioni di sicurezza antincendio e la valutazione dell’eventuale pericolo di elettrocuzione cui può essere esposto il pompiere per la presenza di elementi circuitali in tensione. In caso di aggravio delle condizioni di sicurezza antincendio è necessario presentare un nuovo progetto ai VVF per l'aggravio del rischio antincendio delle attività già soggette a CPI. In caso di non aggravio è comunque necessario presentare ai VVF la SCIA relativa all'impianto fotovoltaico con allegata la valutazione del rischio effettuata e tutta la documentazione inerente l'impianto fotovoltaico.
115
9.2 Aziende a rischio di incidente rilevante – I parte
SI'
Nello stabilimento sono presenti, si
impiegano o sono in deposito sostanze
pericolose comprese nell'allegato I?
D. L.vo 334/1999 (*), art. 2.1
e Allegato 1
NO
NOIl Documento Valutazione dei rischi
ex D. Lgs. 81/08 è stato integrato
individuando i rischi di incidente
rilevante e adottando tutte le misure
idoneee a prevenirli?
D. L.vo 334/1999, art. 5 c. 2NC
SI'
NO
Il gestore ha adottato idonee
iniziative di formazione,
informazione, addestramento ed
equipaggiamento dei lavoratori
impiegati presso il sito?
D. L.vo 334/1999, art. 5 c. 1,
DM 16/3/1998
SI'
NC
NO
le sostanze pericolose sono
presenti in quantità superiori ai
valori di soglia di cui all'allegato I?
D. L.vo 334/1999, art. 2.1
e Allegato 1
SI'
CONFORME
SEGUE
Non
applicabile
NOSi eseguono lavorazioni previste
dall'allegato A impiagando sostanze
di cui all'allegato I?
D. L.vo 334/1999, art.
2.1, allegato A, allegato I
SI'
NOLo stabilimento ha inviato agli Enti
competenti (*) la Notifica prevista
dall'art. 6, con allegata la scheda
informativa ex all V?
D. L.vo 334/1999, art. 6 e
allegato V
SI'
NC
Non
applicabile
(*) Il D. Lgs. 334/99 è da intendersi come
integrato dal D. Lgs. 238/05 di recepimento
della Direttiva CE 2003/15, meglio nota come
Seveso ter
116
9.2 Aziende a rischio di incidente rilevante – II parte
NOIl gestore ha redatto un documento
sulla propria politica di prevenzione
ed ha adottato un sistema di
gestione della sicurezza ?
D. L.vo 334/1999, art. 7.1, 7.2
e allegato III
DM 09/08/00
SI'
NOLo stabilimento supera le soglie
indicate in Allegato I, colonna 3?
D. L.vo 334/1999, allegato I
SI'
NOIl gestore ha redatto il Rapporto di
sicurezza?
D. L.vo 334/1999, art. 8 e
allegato II
NOIl gestore ha redatto un Piano di
emergenza interno, coinvolgendo il
personale che lavora presso lo
stabilimento ?
D. L.vo 334/1999, art. 11 e
allegato IV
DM n° 138 del 26/05/09
SI'
NOIl gestore ha inviato al prefetto ad
alla provincia tutte le informazioni
necessarie per la redazione del
Piano di emergenza esterno?
D. L.vo 334/1999, art. 11 e
allegato IV
DM 139 del 24/07/09
SI'
NOIn caso di incidente, il gestore ha
adottato tutte le misure previste nel
Piano di emergenza ed ha informato
gli Enti interessati?
D. L.vo 334/1999, art. 24
L'azienda e' conforme
alla normativa
SI'
SI' (*) Gli enti coinvolti, a vario titolo, sono:
Ministero dell'Ambiente, Regione, Provincia,
Comune, Prefetto, Comitato Tecnico Regionale
dei Vigili del Fuoco
NC
NC
NC
NC
NC
ALLEGATO A
(articolo 5, comma 2) 1 - Stabilimenti per la produzione, la trasformazione o il trattamento di sostanze chimiche organiche o inorganiche in cui vengono a tal fine utilizzati,
tra l'altro, i seguenti procedimenti:
alchilazione amminazione con ammoniaca
carbonilazione
condensazione deidrogenazione
esterificazione
alogenazione e produzione di alogeni idrogenazione
idrolisi ossidazione
polimerizzazione
solfonazione desolfonazione, fabbricazione e trasformazione di derivati solforati
nitrazione e fabbricazione di derivati azotati
fabbricazione di derivati fosforati formulazione di antiparassitari e di prodotti farmaceutici
distillazione
117
estrazione
solubilizzazione
miscelazione 2 - Stabilimenti per la distillazione o raffinazione, ovvero altre successive trasformazioni del petrolio o dei prodotti petroliferi.
3 - Stabilimenti destinati all'eliminazione totale o parziale di sostanze solide o liquide mediante combustione o decomposizione chimica.
4 - Stabilimenti per la produzione, la trasformazione o il trattamento di gas energetici, per esempio gas di petrolio liquefatto, gas naturale liquefatto e gas naturale di sintesi.
5 - Stabilimenti per la distillazione a secco di carbon fossile e lignite.
6 - Stabilimenti per la produzione di metalli o metalloidi per via umida o mediante energia elettrica.
ALLEGATO B – abrogato, unitamente all’articolo 5 comma 3, dal D. Lgs. 238/05
…
ALLEGATO I - ELENCO DELLE SOSTANZE, MISCELE E PREPARATI PERICOLOSI PER L'APPLICAZIONE DEL'ARTICOLO 2
IL TESTO RIPORTATO E’ QUELLO ATTUALMENTE VIGENTE, COSI’ COME MODIFICATO DAL D.LGS. 238/05
INTRODUZIONE
1. Il presente allegato riguarda le sostanze pericolose che si trovano in tutti gli stabilimenti ai sensi dell'articolo 3 del presente decreto e dà attuazione ai suoi articoli.
2. Le miscele e i preparati sono assimilati alle sostanze pure, purché rientrino nei limiti di concentrazione stabiliti in base alle loro proprietà nelle
pertinenti direttive o degli ultimi adeguamenti al progresso tecnico di cui alla parte 2, nota 1, a meno che non siano specificati la composizione in percentuale o non sia fornita un'altra descrizione.
3. Le quantità limite indicate in appresso si intendono per ciascuno stabilimento.
4. Le quantità da prendere in considerazione ai fini dell'applicazione degli articoli sono le quantità massime che sono o possono essere presenti in qualsiasi momento. Ai fini del calcolo della quantità totale presente non vengono prese in considerazione le sostanze pericolose presenti in uno
stabilimento unicamente in quantità uguale o inferiore al 2% della quantità limite corrispondente se il luogo in cui si trovano all'interno dello
stabilimento non può innescare un incidente rilevante in nessuna altra parte del sito. 5. Se del caso, si applicano le regole indicate nella parte 2, nota 4, che disciplinano la somma di sostanze pericolose o di categorie di sostanze
pericolose
PARTE 1 - Sostanze specificate
Se una sostanza, o una categoria di sostanze, elencata nella parte 1 rientra anche in una categoria della parte 2, le quantità limite da prendere in
considerazione sono quelle indicate nella parte 1 __________________________________________________________________________________
| | | | | Colonna 1 | Colonna 2 | Colonna 3 | |______________________________________________________|_____________|_____________| | | | | | Quantità limite | | | (tonnellate) | | | ai fini dell'applicazione | | Sostanze pericolose |___________________________| | | degli | dell' | | | articoli | articolo | | | 6 e 7 | 8 | |______________________________________________________|_____________|_____________| | Nitrato d'ammonio (cfr. nota 1) | 5.000 | 10.000 | | Nitrato d'ammonio (cfr. nota 2) | 1.250 | 5.000 | | Nitrato d'ammonio (cfr. nota 3) | 350 | 2.500 | | Nitrato d'ammonio (cfr. nota 4) | 10 | 50 | | Nitrato di potassio (cfr. nota 5) | 5.000 | 10.000 | | Nitrato di potassio (cfr. nota 6) | 1.250 | 5.000 | | Anidride arsenica, acido (V) arsenico e/o suoi sali | 1 | 2 | | Anidride arseniosa, acido (III) arsenico o suoi sali | 0.1 | 0,1 | | Bromo | 20 | 100 | | Cloro | 10 | 25 | | Composti del nichel in forma polverulenta inalabile | | | | (monossido di nichel, biossido di nichel, solfuro di | | | |nichel, bisolfuro di trinichel, triossido di dinichel)| 1 | 1 | | Etilenimina | 10 | 20 | | Fluoro | 10 | 20 |
| Formaldeide (concentrazione ≥ 90 %) | 5 | 50 | | Idrogeno | 5 | 50 | | Acido cloridrico (gas liquefatto) | 25 | 250 | | Alchili di piombo | 5 | 50 | | Gas liquefatti estremamente infiammabili e | | | | gas naturale | 50 | 200 | | Acetilene | 5 | 50 | | Ossido di etilene | 5 | 50 | | Ossido di propilene | 5 | 50 | | Metanolo | 500 | 5.000 | | 4,4-metilen-bis-(2-cloroanilina) e/o suoi sali, | | | | in forma polverulenta | 0,01 | 0,01 | | Isocianato di metile | 0,15 | 0,15 | | Ossigeno | 200 | 2.000 | | Diisocianato di toluene | 10 | 100 | | Cloruro di carbonile (fosgene) | 0,3 | 0,75 | | Triiduro di arsenico (arsina) | 0,2 | 1 |
118
| Triiduro di fosforo (fosfina) | 0,2 | 1 | | Dicloruro di zolfo | 1 | 1 | | Triossido di zolfo | 15 | 75 | | Poli-cloro-dibenzofurani e poli-cloro-dibenzodiossine| | | | (compresa la TCDD), espressi come TCDD equivalente | 0,001 | 0,001 | | Le seguenti sostanze CANCEROGENE in concentrazioni | 0,5 | 2 | | superiori al 5 % in peso: | | | | 4-Amminobifenile e/o suoi sali, benzotricloruro, | | | | benzidina e/o suoi sali, ossido di bis(clorometile), | | | | ossido di clorometile e di metile, 1,2-dibromoetano, | | | | solfato di dietile, solfato di dimetile, cloruro di | | | | dimetilcarbamoile, | | | | 1,2-dibromo-3-cloropropano, | | | | 1,2-dimetilidrazina, dimetilnitrosammina, | | | | triammide esametilfosforica, idrazina, | | | | 2-naftilammina e/o suoi sali, 1,3 propansultone | | | | 4-nitrodifenile | | | | Prodotti petroliferi: | 2.500 | 25.000 | | a) benzine e nafte, | | | | b) cheroseni (compresi i jet fuel), | | | | c) gasoli (compresi i gasoli per autotrazione, | | | | i gasoli per riscaldamento e i distillati usati per | | | | produrre i gasoli) | | | |______________________________________________________|_____________|_____________|
NOTE
1. Nitrato di ammonio : (5000/10000): fertilizzanti in grado di autodecomporsi
Include miscele di fertilizzanti o fertilizzanti composti a base di nitrato di ammonio (una miscela o un fertilizzante composto contiene nitrato
d'ammonio combinato con fosfato e/o potassa) il cui tenore di azoto derivato dal nitrato di ammonio è: - compreso tra il 15,75 % (1) e il 24,5 % (2) in peso e contiene non piu' dello 0,4 % del totale di sostanze combustibili/organiche oppure soddisfa i
requisiti dell'allegato II della direttiva 80/876/CEE;
- uguale o inferiore al 15,75 % (3) in peso, e senza limitazioni di sostanze combustibili in grado di autodecomporsi conformemente al "trough test" delle Nazioni Unite (cfr. raccomandazioni delle Nazioni Unite sui trasporti di merci
pericolose: manuale di test e criteri, Parte III, sottosezione 38.2).
2. Nitrato di ammonio (1250/5000) : formula del fertilizzante
Include fertilizzanti semplici a base di nitrato di ammonio e miscele di fertilizzanti o fertilizzanti composti a base di nitrato di ammonio il cui tenore di azoto derivato dal nitrato di ammonio è:
- superiore al 24,5 % in peso, ad eccezione dei miscugli di nitrato di ammonio con dolomite, calcare e/o carbonato di calcio di purezza pari almeno al
90 %; - superiore al 15,75 % in peso per miscugli di nitrato di ammonio e di solfato di ammonio;
- superiore al 28 % (4) in peso per miscugli di nitrato di ammonio con dolomite, calcare e/o carbonato di calcio di purezza pari almeno al 90 %,
e che soddisfino i requisiti dell'allegato II della direttiva 80/876/CEE.
3. Nitrato di ammonio 500): tecnico
Include:
a) nitrato di ammonio e preparati a base di nitrato di ammonio il cui tenore di azoto derivato dal nitrato di ammonio è:
- compreso tra il 24,5 % e il 28 % in peso e che contengono una percentuale uguale o inferiore allo 0,4 % di sostanze combustibili; - superiore al 28 % in peso e che contengono una percentuale uguale o inferiore allo 0,2 %;
b) soluzioni acquose di nitrato di ammonio la cui concentrazione di nitrato di ammonio è superiore all'80 % in peso.
4. Nitrato di ammonio (10/50): materiale e fertilizzanti "off-specs" che non hanno superato la prova di detonabilità
Include: a) materiale dì scarto del processo di produzione e nitrato di ammonio e preparati a base di nitrato di ammonio, fertilizzanti semplici a base di nitrato
di ammonio e miscele di fertilizzanti e fertilizzanti composti a base di nitrato di ammonio di cui alle note 2 e 3 dall'utente finale sono o sono stati
restituiti ad un produttore, ad un deposito provvisorio o ad un impianto di rilavorazione a fini di rilavorazione, riciclaggio o trattamento per un uso sicuro perché non soddisfano giù le specifiche di cui alle note 2 e 3;
b) fertilizzanti di cui alla nota 1, primo trattino, e alla nota 2 che non soddisfano i requisiti dell'allegato II della direttiva 80/876/CEE.
5. Nitrato di potassio (5000/10000): concimi composti basati su nitrato di potassio costituiti da nitrato di potassio in forma prilled/granulare.
6. Nitrato di potassio (1250/5000): concimi composti basati su nitrato di potassio costituiti da nitrato di potassio in forma cristallina
7. Poli-cloro-dibenzofurani e poli-cloro-dibenzodiossine Le quantità di poli-cloro-dibenzofurani e poli-cloro-dibenzodiossine si calcolano con i seguenti fattori di ponderazione:
_______________________________________________________________________
| | | International Toxic Equivalent Factors (ITEF) | | for the congeners of concern (NATO/CCMS) | |_______________________________________________________________________| | 2,3,7,8-TCDD 1 | 2,3,7,8-TCDF 0,1 | |___________________________________|___________________________________|
119
| 1,2,3,7,8-PeDD 0,5 | 2,3,4,7,8-PeCDF 0,5 | | | 1,2,3,7,8-PeCDF 0,05 | |___________________________________|___________________________________| | | | | 1,2,3,4,7,8-HxCDD 0,1 | 1,2,3,4,7,8-HxCDF 0,1 | | 1,2,3,6,7,8-HxCDD " | 1,2,3,7,8,9-HxCDF " | | 1,2,3,7,8,9-HxCDD " | 1,2,3,6,7,8-HxCDF " | | | 2,3,4,6,7,8-HxCDF " | |___________________________________|___________________________________| | 1,2,3,4,6,7,8-HpCDD 0,01 | 1,2,3,4,6,7,8-HpCDF 0,01 | | | 1,2,3,4,7,8,9-HpCDF " | |___________________________________|___________________________________| | OCDD 0,001 | OCDF 0,001 | |___________________________________|___________________________________|
(T = tetra, P = penta, Hx = hexa, HP = hepta, O = octa)
____ (1) Il tenore di azoto del 15,75 % in peso derivato dal nitrato di ammonio corrisponde al 45 % di nitrato di ammonio. (2) Il tenore di azoto del 24,5 % in peso derivato dal nitrato di ammonio corrisponde al 70 % di nitrato di ammonio. (3) Il tenore di azoto del 15,75 % in peso derivato dal nitrato di ammonio corrisponde al 45 % di nitrato di ammonio. (4) Il tenore di azoto del 28 % in peso derivato dal nitrato di ammonio corrisponde all'80 % di nitrato di ammonio.
____
PARTE 2 - Categorie di sostanze e preparati non indicati in modo specifico nella parte 1 __________________________________________________________________________________
| | | | | Colonna 1 | Colonna 2 | Colonna 3 | |______________________________________________________|_____________|_____________| | | | | | Quantità limite | | | (tonnellate) | | | della sostanza pericolosa | | | ai sensi dell'articolo 3, | | Sostanze pericolose | paragrafo 5 | | classificate come | ai fini dell'applicazione | | |___________________________| | | | | | | degli | dell' | | | articoli | articolo | | | 6 e 7 | 8 | |______________________________________________________|_____________|_____________| | | | | | 1. MOLTO TOSSICHE | 5 | 20 | | 2. TOSSICHE | 50 | 200 | | 3. COMBURENTI | 50 | 200 | | 4. ESPLOSIVE (cfr. nota 2) | 50 | 200 | | sostanze, preparati o articoli assegnati alla | | | | UN/ADR 1.4 | | | | 5. ESPLOSIVE (cfr. nota 2) | | | | sostanze, preparati o articoli assegnati alle | 10 | 50 | | divisioni: UN/ADR 1.1, 1.2, 1.3, 1.5, o 1.6, | | | | ovvero classificati con frasi di rischio R2 o R3 | | | | 6. INFIAMMABILI [sostanze o preparati che rientrano | | | | nella definizione di cui alla nota 3 a)] | 5.000 | 50.000 | | 7a. FACILMENTE INFIAMMABILI [sostanze o preparati | | | | che rientrano nella definizione di cui alla | | | | nota 3 b) 1] | 50 | 200 | | 7b. Liquidi FACILMENTE INFIAMMABILI [sostanze o pre- | | | | parati che rientrano nella definizione di cui | | | | alla nota 3 b) 2] | 5.000 | 50.000 | | 8. ESTREMAMENTE INFIAMMABILI [sostanze o preparati | | | | che rientrano nella definizione di cui alla | | | | nota 3 c)] | 10 | 50 | | 9. SOSTANZE PERICOLOSE PER L'AMBIENTE in combina- | | | | zione con le seguenti frasi che descrivono | | | | il rischio: | | | | i) R50: "Molto tossico per gli organismi | 100 | 200 | | acquatici" | | | | (compresa frase R50/53) | | | | ii) R51/53: "Tossico per gli organismi acquatici;| 200 | 500 | | può causare effetti negativi a lungo termine | | | | nell'ambiente acquatico" | | | | 10. ALTRE CATEGORIE che non rientrano in quelle pre- | | | | cedenti, in combinazione con le seguenti frasi | | | | che descrivono il rischio: | | | | i) R14: «reagisce violentemente a contatto con | | |
120
| l'acqua» (compreso l'R14/15) | 100 | 500 | | ii) R29: «libera gas tossici a contatto con | | | | l'acqua» | 50 | 200 | |______________________________________________________|_____________|_____________
Nota: nel 2012 è stata pubblicata la nuova Direttiva 2012/18/UE, che abroga la direttiva 96/82/CE. Gli Stati membri dell’Unione Europea, inclusa l’Italia, sono tenuti ad attivare le necessarie procedure ed emanare atti legislativi ed amministrativi per rendere operativa la Direttiva a partire dal 1° giugno 2015. La Direttiva si applica agli stabilimenti in cui sono presenti le sostanze pericolose ricomprese nell’allegato I, stilato secondo la nuova classificazione del Regolamento CE n. 1272/2008 CLP delle sostanze. Ne consegue che impianti prima esclusi potrebbero a breve rientrare nel campo di applicazione della Seveso.
121
9.3 Spedizione di merci/rifiuti in regime ADR (*)
Tra le sostanze spedite dal sito
(merci, rifiuti), ne esistono di
classificate secondo l'ultimo
aggiornamento ADR?
SI'
ADR 2013Non applicabile
NO
L'azienda ha nominato uno o più
consulenti in possesso del
certificato di formazione
professionale valido per trasporto
su strada?
ADR 2013
D. lgs. 35/2010NC
NO
SI'
L'Azienda conserva per 5 anni la
relazione annuale redatta dal
consulente?
ADR 2013
D. lgs. 35/2010NC
NO
SI'
Le merci / rifiuti sono classificati
ed autorizzati al trasporto
conformemente all'ADR?
ADR 2013NCNO
SI'
Gli imballaggi o contenitori per trasporto
alla rinfusa o cisterne utilizzati sono
conformi all'ADR?
ADR 2013NCNO
SI'
NC
L'Azienda fornisce al trasportatore le
informazioni, i dati e, se necessari, i
documenti di trasporto conformemente a
quanto previsto dall'ADR?
ADR 2013
NO
SI'
L'Azienda rispetta le procedure
definite dal consulente, assicurandosi
che siano applicate anche da
eventuali fornitori coinvolti nell'attività
di spedizione??
ADR 2013NC
NO
SI'
SI'
Nel caso di "merci pericolose ad
alto rischio" l'Azienda ha adottato,
attuato e seguito un piano di
security conforme a quanto
previsto dall'ADR
ADR 2013NC
NO
SI'
Gli operatori addetti alla fase di
imballaggio/ carico/ riempimento/
movimentazione/ spedizione di
merci/rifiuti in regime ADR sono
opportunamente formati?
ADR 2013NCNO
continua nella pagina seguente
122
L'azienda è
conforme alla
normativa
NOLe iscrizioni / etichette di pericolo sono
applicate secondo quanto pervisto
dall'ADR?
ADR 2013NC
SI'
NO
L'azienda rispetta il modo di
invio e le restrizioni alla
spedizione previsti per la merce
pericolosa inviata?
ADR 2013NC
Nel caso di spedizioni di cisterne/
contenitori vuoti non ripuliti e non
degassificati, l'azienda assicura che
questi siano marcati ed etichettati
conformemente all'ADR?
NC ADR 2013
NO
SI'
SI'
NONel caso d'incidente, quando previsto
dall'ADR, il consulente ha redatto e spedito
entro 30 gg la "relazione di incidente" al
legale rappresentante dell'impresa e alla
Motorizzazione?
NCADR 2013
D.Lgs 35/2010
SI'
continua dalla pagina precedente
(*) L’accordo internazionale sancito dall’ADR 2013 (direttiva comunitaria 2012/45/UE del 03/12/2012) è entrato in vigore il 1 gennaio 2013 e resterà in vigore fino al 30 giugno 2015. Tra le principali modifiche, oltre a variazioni sulle esenzioni, sulle definizioni, sulle rubriche della lista A, sulle istruzioni di imballaggio e sugli imballaggi, è stata introdotta una nuova sezione 1.1.5 che recita testualmente: “Quando è richiesta l’applicazione di una norma e vi è un qualsiasi tipo di conflitto tra questa norma e le disposizioni dell’ADR, le disposizioni dell’ADR prevalgono”; è stata revisionata la sezione 3.4.13 in merito ad unità di trasporto contenenti contemporaneamente merci pericolose e merci pericolose in quantità limitata; sui 'sovrimballaggi’ dovrà essere apposto il marchio di materia pericolosa per l'ambiente quando richiesto sui colli contenuti, il documento di trasporto deve recare l'indicazione supplementare: "Pericoloso per l'ambiente" in caso di trasporto di materie pericolose per l’ambiente; sono state modificate le regole per gli agenti refrigeranti; La norma del capitolo 7.5.7.1, che prescrive i criteri per la movimentazione e lo stivaggio di colli di merci pericolose, è stata modificata in maniera importante inserendo un riferimento alla nuova norma tecnica EN 12195-1:2010, che si applica al carico, allo stivaggio ed allo scarico dei container, container- cisterna, cisterne mobili e CGEM verso, da e sopra i veicoli. È stata revisionata la sezione 8.6.4, prescrivendo che le restrizioni in galleria si applicano anche a veicoli che trasportano merci pericolose in quantità limitata, che sono marcati secondo la nuova sezione 3.4.13, per le gallerie di categoria (E).
123
Trasporto di merci/rifiuti in regime ADR (*)
Tra le sostanze trasportate
(merci, rifiuti), ne esistono di
classificate secondo l'ultimo
aggiornamento ADR?
SI'
ADR 2013Non applicabile
NO
L'azienda ha nominato uno o più
consulenti in possesso del
certificato di formazione
professionale valido per trasporto
su strada?
ADR 2013
D. lgs. 35/2010NC
NO
SI'
L'Azienda conserva per 5 anni la
relazione annuale redatta dal
consulente?
ADR 2013
D. lgs. 35/2010NC
NO
SI'
Gli autisti sono dotati di certificato
di formazione per il trasporto di
merci/rifiuti in regime ADR?
ADR 2013NCNO
L'Azienda rispetta le procedure
definite dal consulente
assicurandosi che siano rispettate
anche da eventuali fornitori
coinvolti?
ADR 2013NC
NO
SI'
SI'
Nel caso di "merci pericolose ad
alto rischio" l'Azienda ha adottato,
attuato e seguito un piano di
security conforme a quanto
previsto dall'ADR
ADR 2013NC
NO
SI'
Gli operatori addetti alla fase di
carico/ riempimento/
movimentazione di merci/rifiuti in
regime ADR sono
opportunamente formati?
ADR 2013NCNO
continua nella pagina seguente
Il mezzo utilizzato per il trasporto
in regime ADR è idoneo per la
tipologia della merce/rifiuto e
delll'imballo con cui vengono
trasportati?
ADR 2013NC
NO
SI'
ADR 2013NC
NO
SI'
Gli imballaggi/ contenitori per il
trasporto alla rinfusa/ cisterne
utilizzati sono conformi all'ADR?
SI'
124
Sono rispettate le condizioni di
carico previste (divieto di carico in
comune, limitazioni delle quantità
trasportate)?
ADR 2013NC
NO
SI'
Sono rispettate le modalità di
movimentazione e stivaggio per le merci,
rifiuti trasportati in funzione del loro
imballo?
ADR 2013NC
NO
SI'
Durante il trasporto sono presenti sul
mezzo tutti i documenti richiesti
(documento di trasporto, istruzioni scritte,
documento di identificazione e certificato
di formazione dell'autista)?
ADR 2013NC
NO
SI'
Durante il trasporto sono presenti sul
mezzo i mezzi di estinzione incendio e gli
equipaggiamenti per la protezione
generale e personale?
ADR 2013NC
NO
SI'
I veicoli EX/II, EXIII, FL, OX, AT e
MEMU sono dotati di certificato di
approvazione ADR?
ADR 2013NC
NO
Ove previste, sono effettuate le prove
periodiche di omologazione con la
frequenza stabilita (es. cisterne) ?
ADR 2013NC
NO
Le unità di trasporto sono dotate di
etichettatura (quando prevista) e di
segnalazione arancio?
ADR 2013NC
NO
SI'
SI'
L'azienda è conforme alla
normativa
NO Nel caso di spedizioni di cisterne/
contenitori vuoti non ripuliti e non
degassificati, questi sono marcati ed
etichettati conformemente all'ADR?
NC ADR 2013
SI'
NO
Nel caso d'incidente, quando previsto
dall'ADR, il consulente ha redatto e spedito
entro 30 gg la "relazione di incidente" al
legale rappresentante dell'impresa e alla
Motorizzazione?
NCADR 2013
D.Lgs 35/2010
SI'
continuna dalla pagina precedente
SI'
125
(*) L’accordo internazionale sancito dall’ADR 2013 (direttiva comunitaria 2012/45/UE del 03/12/2012) è entrato in vigore il 1 gennaio 2013 e resterà in vigore fino al 30 giugno 2015. Tra le principali modifiche, oltre a variazioni sulle esenzioni, sulle definizioni, sulle rubriche della lista A, sulle istruzioni di imballaggio e sugli imballaggi, è stata introdotta una nuova sezione 1.1.5 che recita testualmente: “Quando è richiesta l’applicazione di una norma e vi è un qualsiasi tipo di conflitto tra questa norma e le disposizioni dell’ADR, le disposizioni dell’ADR prevalgono”; è stata revisionata la sezione 3.4.13 in merito ad unità di trasporto contenenti contemporaneamente merci pericolose e merci pericolose in quantità limitata; sui 'sovrimballaggi’ dovrà essere apposto il marchio di materia pericolosa per l'ambiente quando richiesto sui colli contenuti, il documento di trasporto deve recare l'indicazione supplementare: "Pericoloso per l'ambiente" in caso di trasporto di materie pericolose per l’ambiente; sono state modificate le regole per gli agenti refrigeranti; La norma del capitolo 7.5.7.1, che prescrive i criteri per la movimentazione e lo stivaggio di colli di merci pericolose, è stata modificata in maniera importante inserendo un riferimento alla nuova norma tecnica EN 12195-1:2010, che si applica al carico, allo stivaggio ed allo scarico dei container, container- cisterna, cisterne mobili e CGEM verso, da e sopra i veicoli. È stata revisionata la sezione 8.6.4, prescrivendo che le restrizioni in galleria si applicano anche a veicoli che trasportano merci pericolose in quantità limitata, che sono marcati secondo la nuova sezione 3.4.13, per le gallerie di categoria (E).
126
9.4 - Radiazioni ionizzanti - I parte (D. Lgs. 230/95 e successive modifiche)
NOD. Lgs. 230/95, art. 18,
All. VII
L'azienda importa o produce, a fini
commerciali, materie radioattive o prodotti,
apparecchiature o dispositivi contenenti tali
materie?
SI'
NO
D. Lgs. 230/95, art. 18,
All. VII
E' stata effettuata notifica all'ANPA e ai
Ministeri competenti entro i 60 gg. dall'inizio
attività nel caso in cui il valore massimo di
conc. di attività per unità di massa sia
superiore a quanto indicato nella tab. VII-1?
SI'
N.C.
NO
D. Lgs. 230/95, art. 19
Ogni materia/ prodotto/ apparecchiatura messa
in commercio è accompagnata da
un'informativa scritta sulle precauzioni tecniche
da adottare durante l'uso e sulle modalità di
smaltimento? SI'
N.C.
NOD. Lgs. 230/95, art. 20
In caso di attività commerciale, sono
disponibili le registrazioni di tutti gli atti di
commercio?
N.C.
L'azienda detiene/ utilizza/ manipola materie
radioattive, prodotti od apparecchiature
contenenti tali materie?
D. Lgs. 230/95, art. 27,
All. IX
SI'
NOD. Lgs. 230/95, art. 27,
All. IXL'azienda ha ottenuto nulla osta preventivo
all'impiego di sorgenti di radiazioni?
SI'
N.C.
L'azienda effettua pratiche comportanti la
detenzione di sorgenti di radiazioni?N.C.
D. Lgs. 230/95, art. 22,
All. VII
L'azienda ha effettuato la comunicazione
preventiva all'ARPA, ai VV.FF:, all'Ispettorato
provinciale del lavoro e, ove applicabile, al
Comandante di porto e all'Ufficio di sanità
marittima (*)?
SI'
SI'
N.C.
D. Lgs. 230/95, art. 22,
All. VII
NO
NO
SI'
N.C.
NO
La comunicazione preventiva di pratiche e/o il
nulla osta all'impiego di sorgenti contengono le
modalità di gestione dei rifiuti radioattivi?
D. Lgs. 230/95, artt. 22
e 27
SI'
N.C.
NO
vai a II parte
127
9.4 Radiazioni ionizzanti – II parte (D.Lgs. 230/95 e D.Lgs. 52/07)
NO
D. Lgs. 52/07, art. 2,
comma 1, lett. a)
Allegato I
La sorgente radioattiva è considerata una
sorgente ad alta attività (sorgente sigillata
contenente un radionuclide con attività uguale
o superiore ai valori di cui all'Allegato I del D.
lgs. 52/07)?
SI'
D. Lgs. 52/07, art. 3,
comma 2
In fase di richiesta di nulla osta è stata
presentata la documentazione tecnica e le
garanzie economiche previste dall'art. 3,
comma 2 del D. lgs. 52/07 (**) ?
(**) Per le sorgenti già autorizzate alla data del
10/05/07, il detentore si deve adeguare a tali
adempimenti entro il 10/11/2007
N.C.
NO
SI'
D. Lgs. 52/07, art. 3,
comma 3, lett. a)E' stato nominato un responsabile della
gestione della sorgente fornito di adeguata
competenza tecnica? (**) ?
N.C.
NO
D. Lgs. 52/07, art. 3,
comma 3, lett. d)
E' stato predisposto un programma di prove
periodiche e di manutenzione della sorgente e
delle apparecchiature connesse, secondo le
indicazioni del costruttore? (**) ?
N.C.
NO
D. Lgs. 52/07, art. 3,
comma 3, lett. d)
E' stato predisposto un libretto della sorgente
contenente i dati di cui all'allegato III del D.
lgs. 52/07, dove sono registrati tutti gli
interventi effettuati e le eventuali anomalie?
(**) ?
N.C.
NO
SI'
SI'
SI'
D. Lgs. 52/07, art. 3,
comma 3, lett. d)E' stato predisposto un Registro delle sorgenti
detenute, aggiornato e custodito secondo le
modalità di cui all'art. 8 del D. lgs. 52/07? (***)
N.C.
NO
SI'
D. Lgs. 52/07, art. 3,
comma 3, lett. d)
Il Registro delle sorgenti detenute è stato
inviato al Gestore del Registro nazionale delle
sorgenti e le eventuali modifiche alla situazione
sono inviate entro 3 mesi? (***)
N.C.
NO
(***) Per le sorgenti già autorizzate alla data del
10/05/07, il detentore si deve adeguare a tali
adempimenti entro il 10/05/2008
vai a III parte
vai a III parte
128
NO
D. Lgs. 230/95, art. 30
La gestione dei rifiuti radioattivi avviene in
conformità a quanto dichiarato nella
comunicazione preventiva di pratiche e/o
stabilito dal nulla osta?
SI'
N.C.
D. Lgs. 230/95, art.
154I rifiuti contengono solo radionuclidi con tempo
di dimezzamento inferiore a 75 giorni e in
concentrazione non superiore a 1 Bq?
SI'
D. Lgs. 230/95, art.
154
Lo smaltimento di tali rifiuti avviene in
conformità alle disposizioni del D. Lgs. 22/97 e
sono registrati tutti i dati per attestare il rispetto
delle condizioni suddette?
Sono effettuate tutte leattività di registrazione
relative ai rifiuti radioattivi (tipi, quantità di
radioattività, concentrazioni, caratteristiche
chimico-fisiche, provenienza, ...)?
D. Lgs. 230/95, art. 34
SI'
L'azienda affida i propri rifiuti a soggetti in
possesso di autorizzazione del MInistero
dell'industria, commercio ed artigianato, per la
raccolta di rifiuti radioattivi in conto terzi?
N.C.D. Lgs. 230/95, art. 31
Il deposito o smaltimento nell'ambiente di rifiuti
radioattivi avviene attraverso soggetti
autorizzati in possesso di nulla osta del
Ministero dell'industria, commercio e
artigianato ?
SI'
SI'
N.C.D. Lgs. 230/95, art. 33
NO
NO
SI'
N.C.
NO
N.C.
L'azienda è
conforme alla
normativa
NO
NO
L'azienda è
conforme alla
normativa
9.4 - Radiazioni ionizzanti - III parte (D. Lgs. 230/95 e D. lgs. 52/07)
129
(*) Sono esentate dall'obbligo di comunicazione le pratiche in cui le sorgenti di radiazioni soddisfino una delle condizioni di cui alle lettere seguenti: a) le quantita' di materie radioattive non superino in totale le soglie di esenzione indicate nella tabella VII.1,
con riferimento all'attività massima presente in un certo momento nella pratica; b) la concentrazione di attivita' di materie radioattive per unita' di massa non superi le soglie indicate nella
tabella VII.1, con riferimento al valore massimo nella pratica; c) gli apparecchi contenenti materie radioattive anche al di sopra delle quantita' o delle concentrazioni di
cui alle lettere a) o b), purche' soddisfino tutte le seguenti condizioni: 1. siano di tipo riconosciuto ai sensi dell'articolo 26; 2. siano costruiti in forma di sorgenti sigillate; 3. in condizioni di funzionamento normale, non comportino, ad una distanza di 0,1 m da un qualsiasi
punto della superficie accessibile dell'apparecchio, un'intensita' di dose superiore a 1 mSv h-1; 4. le condizioni di eventuale smaltimento siano state specificate nel provvedimento di riconoscimento
di cui all'articolo 26; d) gli apparecchi elettrici, diversi da quelli di cui alla lettera e), che soddisfino tutte le seguenti condizioni:
1. siano di tipo riconosciuto ai sensi dell'articolo 26; 2. in condizioni di funzionamento normale, non comportino, ad una distanza di 0,1 m da un qualsiasi
punto della superficie accessibile dell'apparecchio un'intensita' di dose superiore a 1 mSv h-1 e) l'impiego di qualunque tipo di tubo catodico destinato a fornire immagini visive, o di altri apparecchi
elettrici che funzionano con una differenza di potenziale non superiore a 30 kV, purche' cio', in condizioni di funzionamento normale, non comporti, ad una distanza di 0,1 m da un qualsiasi punto della superficie accessibile dell'apparecchio, un'intensita' di dose superiore a 1 mSv h-1;
f) materiali contaminati da materie radioattive risultanti da smaltimenti autorizzati che siano stati dichiarati non soggetti a ulteriori controlli dalle autorita' competenti ad autorizzare lo smaltimento.
130
9.5 Biocarburanti e biofuels
NOD. M. 23/01/2012,
art. 2
L'azienda (operatore economico) è produttrice di
materie prime / prodotti / sottoprodotti / rifiuti /
biocarburanti e/o bioliquidi riconducibili alla filiera di
produzione di biocarburanti e/o bioliquidi?
non applicabile
L'azienda accompagna ogni partita di
prodotto sostenibile in uscita con
dichiarazione di conformità / certificato di
sostenibilità?
D. M. 23/01/2012,
art. 7
SI'
NO
L'azienda ha un sistema di gestione della
sostenibilità e tracciabilità certificato da un
organismo di certificazione accreditato?il prodotto non è
sostenibile ai sensi del
DM 23/01/12 e pertanto
l'utilizzatore finale non
può accedere agli
incentivi previsti
dal Dlgs 28/2011
(rinnovabili)
e rispettare gli obblighi
del Dlgs 66/2005
(biocarburanti)
NO
D. M. 23/01/2012,
art. 2
SI'
il prodotto è sostenibile ai sensi del DM
23/01/12 e pertanto l'utilizzatore finale
può accedere agli incentivi previsti dal
Dlgs 28/2011 (rinnovabili) e rispettare
gli obblighi del Dlgs 66/2005
(biocarburanti)
SI'
Nota: possono rientrare nella filiera dei bioliquidi / biocarburanti i produttori di semi (fase agricola),
i produttori di oli vegetali o oli animali, i raccoglitori di oli vegetali o animali esausti, etc