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1 LA MOBILITA’ LA MOBILITA’ APPROCCIO RIABILITATIVO INFERMIERISTICA CLINICA IN AREE SPECIALISTICHE - INTEGRATIVO INFERMIERISTICA IN AREA GERIATRICA A. A. 2009/2010 Dott. ssa Margherita Andrigo – Portogruaro

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LA MOBILITA’LA MOBILITA’

APPROCCIO RIABILITATIVO

INFERMIERISTICA CLINICA IN AREE SPECIALISTICHE - INTEGRATIVOINFERMIERISTICA IN AREA GERIATRICA A. A. 2009/2010Dott. ssa Margherita Andrigo – Portogruaro

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La mobilità Elemento fondamentale nell’equilibrio

psicofisico del soggetto e interviene direttamente nella fisiologia degli apparati del corpo umano in particolare:

locomotore, respiratorio, cardiocircolatorio Comprendere questo significa interpretare

più prontamente i bisogni della persona allettata o ipomobile

L’immobilità è causa di invalidità

Massima utilizzazione delle potenziali risorse

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Apparato locomotoreApparato locomotore

Livello muscolare

Livello articolare

Livello osseo

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Livello muscolare

il movimento aumenta la circolazione e il metabolismo del muscolo stesso, garantendone un buon trofismo

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Livello articolare

il movimento permette la distribuzione del liquido sinoviale nello spazio articolare e quindi il “nutrimento” della cartilagine articolare

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Livello osseo

le sollecitazioni provocate dall’azione muscolare e dal carico gravitario favoriscono la strutturazione di un osso più resistente: in particolare, a livello della testa del femore, il carico gravitario “guida” l’apposizione di calcio lungo le trabecole ossee, rendendone l’osso più resistente

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Soggetto allettatoUn soggetto allettato o ipomobile andrà

incontro quindi progressivamente a un: processo d’ipotrofia muscolare Riduzione della mobilità articolare Indebolimento della struttura ossea

Soggetto in età avanzata DoloreRigidità

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Intervento infermieristico Prevenzione delle funzioni Recupero delle funzioni Favorire e stimolare le occasioni di

mobilità del soggetto assistito

Prevenire le complicanze da insufficiente attività fisica

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Apparato respiratorioApparato respiratorioL’attività dell’apparato respiratorio è direttamente

connessa all’attività fisica del soggetto: Un’intensa attività fisica richiederà un cospicuo

apporto d’ossigeno, che sarà garantito da un aumento dei parametri respiratori

La ridotta attività fisica del paziente allettato o ipomobile potrà portare ad una riduzione delle capacità d’espansione polmonare, condizione che può favorire l’instaurarsi d’infezioni polmonari e atelettasie

La ventilazione e il drenaggio delle secrezioni bronchiali sono influenzate dalla posizione assunta dal paziente

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Posizioni

Posizione laterale: secondo la concezione classica ventila e si drena meglio il polmone supero-esterno, secondo studi più recenti ventila e si drena meglio il polmone infero-interno

Posizione supina: l’espansione diaframmatica è limitata dalla risalita dei visceri con conseguente riduzione della ventilazione e del drenaggio bronchiale

Posizione seduta (Flower): i visceri discendono per gravità e il diaframma può espandersi, migliora la ventilazione e il drenaggio bronchiale, facilitata la tosse

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Adottare una condotta comune all’interno di un gruppo di lavoro e di praticare l’alternanza del posizionamento laterale

L’infermiere è la figura professionale più coinvolta nella gestione dei posizionamenti dei pazienti

L’intervento infermieristico nella prevenzione e nel trattamento delle patologie polmonari

IMPORTANTEIMPORTANTE

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Intervento infermieristico

Prevenzione delle patologie polmonari Trattamento delle patologie polmonari Gestione dei posizionamenti

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Apparato cardiovascolareApparato cardiovascolare Una delle principali caratteristiche è

l’adattabilità, cioè la capacità di rispondere alle richieste energetiche del corpo che variano con il variare dell’attività fisica

Questa capacità diminuisce con il prolungarsi dell’allettamento (es.ipotensione ortostatica)

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Ipotensione ortostatica Bassa pressione da posizione eretta La variazione della posizione del corpo da

supina a seduta o eretta, non corrisponde un pronto adattamento della performance cardiovascolare

Evenienza che va affrontata favorendo il riafflusso di sangue al cervello con il ripristino della posizione supina

Può essere prevenuta attuando la mobilizzazione graduale e favorendo le occasione di mobilità

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Il movimento influenza anche i meccanismi fisiologici deputati al ritorno venoso:

L’attività muscolare degli arti inferiori, vincendo la forza di gravità, spinge il sangue verso i grossi vasi addominali

A livello addominale diventa importante il gradiente pressorio tra addome e torace che è prodotto ad ogni atto ventilatorio

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Ad ogni inspirazione l’abbassamento del diaframma aumenta la pressione endoaddominale e riduce la pressione intratoracica, facilitandosi così l’arrivo al cuore destro

Nel soggetto allettato o ipomobile l’attività muscolare degli arti e l’espansione toraco-diaframmatica si riducono drasticamente, con le conseguenti implicazioni a livello circolatorio

Il rallentamento del ritorno venoso aumenta il rischio trombo-embolico specie nei soggetti con

alterazioni delle pareti vasali

(traumatizzzati, anziani)

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Intervento infermieristico Importante fattore di prevenzione e di recupero

Posizionamento che favorisca:

La respirazione Stimolare a flettere-

estendere la caviglia Muovere gli arti inferiori

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Posizionamento

Allineamento posturale:Allineamento posturale:

posizionare il soggetto evitando le situazioni di stress particolare e muscolare come le flessioni o le estensioni estreme

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Posizione supina:Posizione supina: la caviglia deve essere a 90° per evitare il la caviglia deve essere a 90° per evitare il

piede equino che può portante ad una marcia piede equino che può portante ad una marcia falciante falciante

Le ginocchia vanno lievamente flesse o esteseLe ginocchia vanno lievamente flesse o estese Evitare il mantenimento della rotazione Evitare il mantenimento della rotazione

esterna d’anca perché può provocare la esterna d’anca perché può provocare la comprenssione del nervo sciatico-popliteo-comprenssione del nervo sciatico-popliteo-esterno (SPE) e quindi l’incapacità di esterno (SPE) e quindi l’incapacità di effettuare una flessione dorsale di piede: il effettuare una flessione dorsale di piede: il paziente deambula con marcia steppantepaziente deambula con marcia steppante

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Ausili per la locomozione

Fissi Corrimano Parellele

Mobili Autostabilizzanti Non autostabilizzazione

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Ausili mobiliAutostabilizzante Deambulatore

(girello) utilizzato in soggetti con problemi di equilibrio

Non autostabilizzanteNon autostabilizzante Stampelle (appoggio

ascellare, problemi di presa manuale)

Grucce (appoggio antibrachiale, stampelle o bastoni canadesi)

Tripode (utilizzati da pazienti emiparetici)