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La mobilità degli studenti ed il

riconoscimento

Università di Trento

7 aprile 2010 Carla Salvaterra

[email protected]

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1. accrescere la mobilità (20% dei laureati dello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore nel 2020),

2. assicurarne la qualità,

3. diversificarne tipologie ed ambiti.

Obiettivi nazionali fissati dai Ministri a Lovanio (aprile 2009)

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Situazione in Italia (Dati Almalaurea 2007-2008):

11,7% dei laureati ha avuto un’esperienza all’estero14,7% nei corsi di laurea specialistica e a ciclo unico 10,5% nei corsi di laurea di primo ciclo

Obiettivo 2020:

20% dei laureati con un’esperienza di mobilità per crediti o per titolo

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Primo problema: le risorse

Le risorse disponibili non sono adeguate per accrescere il numero degli studenti in mobilità per crediti o per titolo, e garantire pari opportunità a tutti.

Cosa fare?

Sollecitare l’impegno di MIUR, del MAE, degli enti territoriali, università, enti e aziende private per aumentare i finanziamenti pubblici e privati dedicati alla mobilità, affinché:

• si aumenti il numero delle borse disponibili,

• si aumenti l’importo delle borse per gli studenti meritevoli e provenienti da famiglie meno abbienti.

1. Accrescere la mobilità per crediti o per titolo

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Secondo problema: le competenze linguistiche

Spesso nella scuola superiore si studia una sola lingua veicolare, l’inglese, e non sempre si raggiungono livelli adeguati. Questo limita molto le possibilità di studio all’estero.

Cosa fare?

Sollecitare l’impegno delle università di appartenenza, affinché

• prevedano attività didattiche in inglese nelle varie aree disciplinari,

• prevedano una preparazione mirata per le altre lingue, incluse quelle meno diffuse, (corsi presso il centro linguistico di Ateneo, ma anche convenzioni con scuole di lingue esterne o accordi con l’università di accoglienza per corsi estivi a carattere intensivo).

1. Accrescere la mobilità in Italia per titolo o per crediti

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Terzo problema: il prolungamento degli studi

Spesso un periodo all’estero comporta il prolungamento degli studi, quindi scoraggia la partecipazione degli studenti

Cosa fare?

Sollecitare l’impegno delle strutture didattiche responsabili, affinché:

• i periodi di studio all’estero siano progettati per l’acquisizione di un numero congruo di crediti (circa 30 per un semestre e 60 per un anno), senza attività formative o verifiche aggiuntive,

• i periodi di mobilità siano integrati nei percorsi formativi (finestre di mobilità prestabilite, proposte di piani di studio all’estero predeterminate e concordate, corsi congiunti).

1. Accrescere la mobilità per titolo o per crediti

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1. Accrescere la mobilità per titolo e per crediti

Quarto problema: scarsa motivazione degli studenti a muoversi

Molti studenti non trovano motivi validi per affrontare le difficoltà di un periodo o di un ciclo completo di studio in un altro paese.

Cosa fare?

Impegnare il corpo docente e gli studenti ex-Erasmus a sviluppare nell’ateneo una cultura della mobilità, affinché • gli studenti vedano gli studi all’estero come opportunità concreta di arricchimento personale ed accademico, e come investimento per il proprio futuro professionale.

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1. Accrescere la mobilità per titolo e per crediti

Quinto problema: la documentazione per l’iscrizione all’estero

Gli studenti che decidono di iscriversi ad un secondo ciclo di studio in un altro paese trovano spesso difficoltà ad ottenere la documentazione necessaria per presentare la propria candidatura.

Cosa fare?

Sollecitare l’impegno delle università di appartenenza, affinché

• rilascino a tutti gli studenti, automaticamente e gratuitamente, il Diploma Supplement in italiano ed in una seconda lingua di ampia diffusione,

• siano in grado di rilasciare in allegato informazioni più dettagliate sul curriculum seguito dallo studente, in due lingue.

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2. Assicurare la qualità della mobilità di scambio

Primo problema: l’informazione e l’orientamento

Spesso le informazioni sull’offerta formativa delle istituzioni partner sono incomplete e tardive e non viene offerto un servizio di orientamento adeguato per la partecipazione agli scambi.

Cosa fare?

Sollecitare l’impegno dei responsabili accademici e amministrativi, affinché

• le istituzioni partner siano selezionate anche sulla base della loro capacità di assicurare informazioni soddisfacenti e tempestive,

• sin dall’inizio del corso di studio gli studenti siano informati sulle opportunità di studio all’estero e aiutati a progettare in tal senso il loro percorso formativo,

• i processi di selezione siano pubblici e trasparenti.

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2. Assicurare la qualità della mobilità di scambio

Secondo problema: le modalità di riconoscimento

Spesso l’elaborazione ed il riconoscimento del piano di studi all’estero coinvolgono una pluralità di interlocutori in tempi diversi, quindi comportano oneri e rischi per gli studenti.

Cosa fare?

Sollecitare l’impegno del Senato accademico, affinché

• i Regolamenti di Ateneo includano regole chiare e coerenti sul riconoscimento accademico in tutti i corsi di studio,

• siano attribuite chiare responsabilità a singoli interlocutori accademici ed amministrativi, per consentire loro di elaborare un piano di studio adeguato e sottoscrivere un impegno formale al riconoscimento prima della partenza dello studente.

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2. Assicurare la qualità della mobilità di scambio

Terzo problema: la visibilità dei periodi di studio all’estero

Spesso le procedure di riconoscimento oscurano l’esperienza internazionale dello studente “traducendo” le attività formative svolte all’estero in attività nazionali e convertendo i voti in maniera approssimativa.

Cosa fare?

Sollecitare l’impegno degli uffici amministrativi responsabili, affinché

• le attività svolte all’estero siano registrate nelle carriere degli studenti con i titoli originali ed i relativi crediti,

• si adottino procedure trasparenti per la conversione dei voti.

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3. Diversificare tipologie e ambiti della mobilità

Accrescere la mobilità per crediti per altre attività, quali

• tirocini

• corsi intensivi

• corsi di lingue

• ????

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