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DOMENICA 14 SETTEMBRE 2008 1.00 ANNO V N .33 S ETTIMANALE D IOCESANO DI C AGLIARI Poste Italiane SpA - Spedizione in abb.to postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) Art. 1 comma 1 - DCB Cagliari Ascolta! FM: 95.000 - 97.500 Tel. 070 523162 Fax 070 523844 [email protected] Sia Benedetto Il popolo sardo ha in sè la forza della quercia. Passano le tempeste e questa quercia resiste

1.00 Sia Benedettofaticati ed oppressi ed io vi risto-rerò”. “Non temete io sono con voi sempre, sino alla fine dei tempi”. “Io sono il pane vivo disceso dal cielo”. Siamo

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Page 1: 1.00 Sia Benedettofaticati ed oppressi ed io vi risto-rerò”. “Non temete io sono con voi sempre, sino alla fine dei tempi”. “Io sono il pane vivo disceso dal cielo”. Siamo

DOMENICA 14 SETTEMBRE 2008

€ 1.00A N N O V N.33 S E T T I M A N A L E D I O C E S A N O D I C A G L I A R I

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Tel. 070 523162Fax 070 523844

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Sia Benedetto

Il popolo sardo ha in sè la forza della quercia.Passano le tempeste e questa quercia resiste

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IL PORTICO DOMENICA 14 SETTEMBRE 20082 SIA BENEDETTO

Bonaria. Il benvenuto dell’Arcivescovo e del Sindaco di Cagliari.

ANTITÀ,La accogliamo in questotempio che il Signore ci hapreparato. E' il più bello.

Questo stupendo cielo di Sardegnane sono le volte, le nostre spiaggeòle pareti, il pavimento è intrisod'oro. Tutta l'Isola oggi è un tempiodel Signore.C'è Lui, il Padre.C'è Gesù vivo e presente.Lo Spirito ci ha convocati.C'è il Vicario di Cristo che è venutoa confermarci nella fede. Tutta laSardegna è qui. Ci sono i malati e gli anziani uniti anoi con i mezzi di comunicazionesociale. Ci sono i nostri fratelli del-le carceri che Vi abbracciano. Ci so-no anche coloro che non volendopartecipare occhieggiano qui e làcon lo sforzo di non lasciarsi coin-volgere.Santità,La abbiamo voluta nelle spondedel nostro mare perché si sentisse acasa sua, a Cafarnao, e soprattuttoa Cesarea, per farLe sentire di nuo-vo la voce di Cristo: “Pasci i mieiagnelli. Pasci la mie pecorelle”.Quelle barche e quei pescatori sia-mo noi. Dopo aver lavorato tuttala notte senza guadagnare nulla,guardando verso terra, abbiamovisto un uomo vestito di bianco che

S

ha acceso un fuoco e ci ha invitato:“Venite a me voi tutti che siete af-faticati ed oppressi ed io vi risto-rerò”. “Non temete io sono con voisempre, sino alla fine dei tempi”.“Io sono il pane vivo disceso dalcielo”. Siamo venuti. Ed abbiamotrovato qualcosa di più squisito diun ottimo pesce arrostito.L'Eucarestia del Signore.Santità,La Sardegna è tutta qui. Siamo ve-nuti e Le abbiamo portato quantodi più bello possediamo: la mostrafede. Ce l'hanno consegnata i mar-

tiri, è nata nelle profondità dellenostre miniere, è stata fecondatada tanti testimoni, è vivificata nel-le nostre famiglie.Fu per questa fede che un secolofa, i nostri padri scelsero Maria co-me la loro massima Patrona.Questa fede la presento a Lei per-ché ci confermi. Ci dica che è lastessa fede che i martiri ci hannoportato, la vera fede di Gesù.Con questa sicurezza riprendere-mo il nostro cammino per fare del-la nostra vita un lembo del Regnodi Dio.

La nostra fede è il donopiù grande che le offriamo

ARIA È PORTO, rifugio eprotezione per il popo-lo sardo che ha in sè la

forza della quercia. Passano letempeste e questa quercia re-siste; infuriano gli incendi edessa nuovamente germoglia;sopravviene la siccità ed essavince ancora”. Splendido Benedetto! Difficiletrovare una analogia, un'im-magine così bella e riassuntivadei sardi. L'omelia a Bonaria èstata la radiografia che un pa-dre fa del figlio. “La Sardegnanon è mai stata terra di eresie…nel susseguirsi delle invasioni edelle dominazioni, la fede inCristo è rimasta nell'anima del-le vostre popolazioni come ele-mento costitutivo della vostrastessa identità sarda”. La fedee l'identità del popolo sardo so-no state le direttrici della suariflessione.Inutile dire che il culmine l'haraggiunto con quella citazionedell'Ave Maria in limba: Sa ma-ma, fiza e isposa de su Segno-re. Ci voleva un papa tedescoper riportare in auge la linguatanto cara a Max Leopold Wa-gner. Una sensibilità ribaditaquando, nell'incontro con i sa-cerdoti, chiama padre Car-zedda (il missionario di Bitti uc-ciso nelle Filippine) con il suonome familiare di Battore. Enon è un caso se l'ultimo can-to dell'incontro con i giovani,nel largo Carlo Felice, è statoaffidato alla voce splendida deltenores di Bitti, Mialinu Pira: DeCristos lughe increada sezisdorada aurora/ AmparadenosSignora Virgo de S'annunziata.Una preghiera alla Madonnamagistralmente definita “dora-ta aurora di Cristo luce increa-ta”. Nell'omelia, il Papa avevadetto della Madonna: “Essa in-fatti è, in Cristo, primizia e mo-dello di coloro che amano Dio”.Significativo anche l'ancorag -gio della fede dei sardi con latestimonianza dei martiri. “Latestimonianza del martirio con-quistò un animo fiero comequello dei sardi, istintivamenterefrattario a tutto ciò che veni-va dal mare”. Un retaggio oggiprezioso per “evangelizzare ilmondo del lavoro, dell'econo-

EATISSIMO PADRE, con grande emozione Viporgo il saluto di benve-

nuto della cittadinanza e miopersonale. Cagliari è una città che vuole cre-scere e incrementare il benesseredella sua comunità in tutte lecomponenti. Penso, soprattutto, a coloro cheavvertono maggiormente il pesodella crisi economica e ai tantigiovani in cerca di occupazioneper i quali stiamo moltiplicandogli sforzi con l´obiettivo di rag-giungere uno sviluppo economi-co soddisfacente nel nostro terri-torio e in tutta l´Isola. Oggi la Vostra visita rappresenta,per tutti noi, un grande incorag-giamento a fare ancora meglio edi più.Come primo cittadino della ca-pitale della Sardegna sono felicedi accoglierVi, rappresentando ilcaloroso abbraccio e la devozionedei cagliaritani e di tutti i sardi.Di quelli accorsi con visibile en-tusiasmo ad affollare questa piaz-za e di quelli che per valide ragio-ni non sono presenti, anche secertamente sono qui col cuore. Sono pochi i sindaci di questa ter-

ra che hanno avuto l´onore di po-ter accogliere un Pontefice ed io,da oggi, sono tra loro. Anche di questo debbo ringra-ziare la Vergine Maria, PatronaMassima della Sardegna nel tito-lo di Nostra Signora di Bonaria. La ricorrenza del suo centenarioci ha offerto una buona ragioneper avere tra noi il successore diPietro.Così avvenne negli anni Settantaper la visita dello stimato Ponte-fice Paolo VI, richiamato in Sar-degna per il sesto centenariodall´arrivo, nella nostra terra, delprezioso simulacro della Madon-na. In questo stesso luogo, cosìcaro ai cagliaritani e ai sardi, av-venne l´incontro con il veneratoservo di Dio Giovanni Paolo II.Santità, questa terra e questapiazza esprimono la fede del no-stro popolo che la Vergine ha vo-luto visitare e che oggi ci dona lagioia di avere la Vostra presenza diPadre e di Pastore. Questa radiosa giornata ci stimo-la a rafforzare, ciascuno nel pro-prio ambito, il nostro impegno afavore dei valori non negoziabili:la tutela della vita umana, dellafamiglia, il rispetto dei più debo-

B

li e tutti i temi etici che scuotonola coscienza dei cittadini. Beatissimo Padre, in attesa di ac-cogliere il Vostro autorevole in-segnamento, la Città, i Sardi e tut-ti i presenti attendono la Vostrabenedizione.Grazie, Santità, benvenuto a Ca-gliari.

mia, della politica, che neces-sita di una nuova generazio-ne di laici cristiani impegnati,capaci di cercare con compe-tenza e rigore morale soluzio-ni di sviluppo sostenibile”. Be-nedetto XVI, insomma, ci haaffidato il compito di declinarela fede nel contesto della so-cietà contemporanea, “in tem-pi ben diversi”.Famiglia, formazione e fedesono state invece le parole (letre effe), i tre valori indicati aigiovani sulle orme di quantodetto da Giovanni Paolo II nel-la sua visita cagliaritana del1985. “C'è un'emergenza edu-cativa che per essere affron-tata richiede genitori e forma-tori capaci di condividerequanto di buono e di vero han-no sperimentato e approfon-dito in prima persona. Richie-de giovani interiormente aper-ti, curiosi di imparare e di ri-portare tutto alle originarie esi-genze ed evidenze del cuore.Siate davvero liberi, ossia ap-passionati della verità”. Da quil'invito a resistere contro il ni-chilismo moderno che elimi-na la verità, il bene, ed il male.“Meglio che manchi il panepiuttosto che la giustizia”. Per-ché quando vittima e carnefi-ce sono sullo stesso piano,quando l'utilità diventa criteriomorale, vuol dire che la bar-barie è già dentro di noi.Infine la paterna esortazioneai sacerdoti e ai seminaristi aiquali indica come esempi donGraziano Muntoni (il vicepar-roco di Orgosolo ucciso allavigilia di Natale del 1998, men-tre si recava a celebrare laMessa) e Padre Battore Car-zedda (del quale Il Portico hascritto nel numero speciale).“Ravvivate ogni giorno il cari-sma che avete ricevuto conl'imposizione delle mani, iden-tificandovi con Gesù Cristonella sua triplice funzione disantificare, ammaestrare e pa-scere il gregge”. Il compito affidatoci da Bene-detto XVI è chiaro ed impe-gnativo. Spetta ora alla nostralibertà e responsabilità ri-spondere in maniera adegua-ta e originale.

Una visita che incoraggiaa fare meglio e di più

Spunti per la letturadei discorsi del Papa

di FRANCESCO MARIANI

M

Con il sindaco (foto Gabriella Carta).

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SIA BENEDETTO 3DOMENICA 14 SETTEMBRE 2008 3IL PORTICO

L’omelia. Papa Ratzinger parla meglio il sardo dell’italiano e cita Maria “mama, fiza e isposa de su Segnore”.

O SPETTACOLO PIÙ bello cheun popolo può offrire èsenz'altro quello della pro-pria fede. In questo mo-

mento io tocco con mano una com-movente manifestazione della fedeche vi anima, e di questo voglioesprimervi subito la mia ammira-zione. Ho accolto volentieri l'invito a veni-re nella vostra bellissima Isola in oc-casione del centenario della procla-mazione della Madonna di Bonariaquale vostra Principale Patrona. Og-gi, insieme alla visione della naturastupenda che ci circonda, voi mi of-frite quella della fervida devozioneche nutrite verso la Vergine Santissi-ma. Grazie per questa bella testi-monianza! Vi saluto tutti con grande affetto, in-cominciando dall'Arcivescovo diCagliari, Monsignor Giuseppe Mani,Presidente della Conferenza Epi-scopale sarda, che ringrazio per lecortesi parole pronunciate all'iniziodella santa Messa anche a nome de-gli altri Vescovi, ai quali va il mio cor-diale pensiero, e dell'intera comu-nità ecclesiale che vive in Sardegna.Grazie soprattutto per l'impegnocon cui avete voluto preparare que-sta mia visita pastorale. Saluto le Au-torità civili ed in particolare il Sin-daco, che sul piazzale del Santuariomi ha rivolto il saluto suo e dellaCittà. Saluto le altre Autorità presentie ad esse esprimo la mia ricono-scenza per la collaborazione gene-rosamente offerta all'organizzazio-ne della mia visita qui in Sardegna.Desidero quindi salutare i sacerdo-ti, in maniera speciale la Comunitàdei Padri Mercedari, i diaconi, i reli-giosi e le religiose, i responsabili del-le associazioni e dei movimenti ec-clesiali, i giovani e tutti i fedeli, conun ricordo cordiale per gli anzianicentenari e quanti sono uniti a noispiritualmente o attraverso la radioe la televisione. In modo del tuttospeciale, saluto gli ammalati e i sof-ferenti, con un particolare pensieroper i più piccoli.Siamo nel Giorno del Signore, ma -data la particolare circostanza - laliturgia della Parola ci ha propostoletture proprie delle celebrazioni de-dicate alla Beata Vergine. Si tratta, inparticolare, dei testi previsti per lafesta della Natività di Maria, che dasecoli è fissata all'8 settembre, datain cui a Gerusalemme fu consacra-ta la basilica costruita sopra la casa disant'Anna, madre della Madonna. Sono letture che in effetti conten-gono sempre il riferimento al mi-stero della nascita. Anzitutto l'ora -colo stupendo del profeta Micheasu Betlemme, in cui si annuncia lanascita del Messia. Egli sarà discen-dente del re Davide, betlemmita co-me Lui, ma la sua figura eccederà i li-miti dell'umano: “le sue origini” -infatti -“sono dall'anti chi tà”, si per-dono nei tempi più lontani, sconfi-nano nell'eterno; la sua grandezzagiungerà “fino agli estremi confinidella terra” e tali saranno anche iconfini della pace (cfr Mic 5,1-4a).L'avvento di questo “Consacrato delSignore”, che segnerà l'inizio dellaliberazione del popolo, viene defi-nito dal profeta con un'espressione

L

enigmatica: “quando colei che devepartorire partorirà” (Mic 5,2). Così, laliturgia - che è scuola privilegiatadelle fede - ci insegna a riconoscerenella nascita di Maria un diretto col-legamento con quella del Messia,Figlio di Davide.Il Vangelo, una pagina dell'apostoloMatteo, ci ha proposto proprio il rac-conto della nascita di Gesù.L'Evangelista, però, lo fa precederedal resoconto della genealogia, cheegli colloca all'inizio come un pro-logo. Pure qui il ruolo di Maria nellastoria della salvezza risalta in tutta lasua evidenza: l'essere di Maria è to-talmente relativo a Cristo, in parti-colare alla sua incarnazione. “Gia-cobbe generò Giuseppe, lo sposo diMaria, dalla quale è nato Gesù chia-mato Cristo” (Mt 1,16). Salta all'oc-chio la discontinuità che vi è nelloschema della genealogia: ma pro-prio in questo si coglie la bellezzadel disegno di Dio, che rispettandol'umano lo feconda dall'interno, fa-cendo sbocciare dall'umile Verginedi Nazaret il frutto più bello della suaopera creatrice e redentrice. L'Evangelista pone poi sulla scena lafigura di Giuseppe, il suo drammainteriore, la sua fede robusta e la suaesemplare rettitudine. Dietro i suoipensieri e le sue deliberazioni c'èl'amore per Dio e la ferma volontà diobbedirgli. Ma come non sentire cheil turbamento e quindi la preghierae la decisione di Giuseppe sonomossi, al tempo stesso, dalla stima edall'amore per la sua promessa spo-sa? La bellezza di Dio e quella di Mariasono, nel cuore di Giuseppe, inse-parabili; egli sa che tra di esse nonpuò esservi contraddizione; cercain Dio la risposta e la trova nella lucedella Parola e dello Spirito Santo:“Ecco, la vergine concepirà e parto-rirà un figlio che sarà chiamato Em-manuele” (Mt 1,23; cfr Is 7,14).Possiamo così, ancora una volta,contemplare il posto che Maria oc-cupa nel disegno salvifico di Dio,quel “disegno” che ritroviamo nella

re un grande atto di fede, che un se-colo fa i vostri padri compirono affi-dando la propria vita alla Madre diCristo, quando la scelsero come Pa-trona massima dell'Isola. Non po-tevano sapere allora che il 1900 sa-rebbe stato un secolo molto difficile,ma certamente fu proprio in questaconsacrazione a Maria che trovaro-no in seguito la forza per affrontarele difficoltà sopravvenute, special-mente con le due guerre mondiali.Non poteva essere che così. La vostra Isola, cari amici della Sar-degna, non poteva avere altra pro-tettrice che la Madonna. Lei è laMamma, la Figlia e la Sposa per ec-cellenza: “Sa Mama, Fiza, Isposa desu Segnore”, come amate cantare.La Mamma che ama, protegge, con-siglia, consola, dà la vita, perché la vi-ta nasca e perduri. La Figlia che ono-ra la sua famiglia, sempre attenta al-le necessità dei fratelli e delle sorel-le, sollecita nel rendere la sua casabella e accogliente. La Sposa capacedi amore fedele e paziente, di sacri-ficio e di speranza. A Maria in Sar-degna sono dedicate ben 350 chiesee santuari. Un popolo di madri si ri-specchia nell'umile ragazza di Na-zaret, che col suo “sì” ha permesso alVerbo di diventare carne. So bene che Maria è nel vostro cuo-re. Dopo cent'anni vogliamo que-st'oggi ringraziarLa per la sua pro-tezione e rinnovarLe la nostra fidu-cia, riconoscendo in Lei la “Stelladella nuova evangelizzazione”, allacui scuola imparare come recareCristo Salvatore agli uomini e alledonne contemporanei. Maria vi aiu-ti a portare Cristo alle famiglie, pic-cole chiese domestiche e cellule del-la società, oggi più che mai biso-gnose di fiducia e di sostegno sia sulpiano spirituale che su quello socia-le. Vi aiuti a trovare le opportunestrategie pastorali per far sì che Cri-sto sia incontrato dai giovani, por-tatori per loro natura di nuovo slan-cio, ma spesso vittime del nichili-smo diffuso, assetati di verità e diideali proprio quando sembrano ne-garli. Vi renda capaci di evangeliz-zare il mondo del lavoro, dell'eco-nomia, della politica, che necessitadi una nuova generazione di laicicristiani impegnati, capaci di cerca-re con competenza e rigore moralesoluzioni di sviluppo sostenibile. Intutti questi aspetti dell'impegno cri-stiano potete sempre contare sullaguida e sul sostegno della VergineSanta. Affidiamoci pertanto alla suamaterna intercessione. Maria è porto, rifugio e protezioneper il popolo sardo, che ha in sé laforza della quercia. Passano le tem-peste e questa quercia resiste; infu-riano gli incendi ed essa nuova-mente germoglia; sopravviene la sic-cità ed essa vince ancora. Rinnovia-mo dunque con gioia la nostra con-sacrazione ad una Madre tanto pre-murosa. Le generazioni dei Sardi,ne sono certo, continueranno a sa-lire al Santuario di Bonaria per in-vocare la protezione della Vergine.Mai resterà deluso chi si affida a No-stra Signora di Bonaria, Madre mi-sericordiosa e potente. Maria, Regi-na della Pace e Stella della speranza,intercedi per noi. Amen!

stò un animo fiero come quello deiSardi, istintivamente refrattario atutto ciò che veniva dal mare. Dal-l'esempio dei martiri prese vigore ilvescovo Lucifero di Cagliari, che di-fese l'ortodossia contro l'arianesimoe si oppose, insieme ad Eusebio diVercelli, anch'egli cagliaritano, allacondanna di Atanasio nel Conciliodi Milano del 335, e per questo ven-ne condannato all'esilio. La Sardegna non è mai stata terra dieresie; il suo popolo ha sempre ma-nifestato filiale fedeltà a Cristo e allaSede di Pietro. Sì, cari amici, nel sus-seguirsi delle invasioni e delle do-minazioni, la fede in Cristo è rimastanell'anima delle vostre popolazionicome elemento costitutivo della vo-stra stessa identità sarda. Dopo i martiri, nel V secolo, arriva-rono dall'Africa romana numerosiVescovi che, non avendo aderito al-l'eresia ariana, dovettero subirel'esilio. Venendo nell'isola, essi por-tarono con sé la ricchezza della lorofede. Furono oltre cento Vescovi che,sotto la guida di Fulgenzio di Ru-spe, fondarono monasteri e inten-sificarono l'evangelizzazione. In-sieme alle reliquie gloriose di Ago-stino, portarono la ricchezza dellaloro tradizione liturgica e spirituale,di cui voi conservate ancora le trac-ce. Così la fede si è sempre più radi-cata nel cuore dei fedeli fino a di-ventare cultura e produrre frutti disantità. Ignazio da Láconi, Nicolada Gésturi sono i santi in cui la Sar-degna si riconosce. La martire An-tonia Mesina, la contemplativa Ga-briella Sagheddu e la suora della ca-rità Giuseppina Nicóli sonol'espressione di una gioventù capa-ce di perseguire grandi ideali. Que-sta fede semplice e coraggiosa, con-tinua a vivere nelle vostre comunità,nelle vostre famiglie, dove si respirail profumo evangelico delle virtùproprie della vostra terra: la fedeltà,la dignità, la riservatezza, la sobrietà,il senso del dovere.E poi, l'amore per la Madonna. Sia-mo infatti qui, oggi, a commemora-

MAI RESTERÀ DELUSO CHI SI AFFIDA A MARIA

seconda lettura, tratta dalla Letteraai Romani. Qui l'apostolo Paoloesprime in due versetti di singolaredensità la sintesi di ciò che èl'esistenza umana da un punto divista meta-storico: una parabola disalvezza che parte da Dio e a Luinuovamente giunge; una parabolainteramente mossa e governata dalsuo amore. Si tratta di un disegnosalvifico tutto permeato dalla libertàdivina, che attende tuttavia dalla li-bertà umana un contributo fonda-mentale: la corrispondenza dellacreatura all'amore del suo Creato-re. Ed è qui, in questo spazio dell'u-mana libertà, che percepiamo lapresenza della Vergine Maria, senzache venga mai nominata: Ella infat-ti è, in Cristo, primizia e modello di“coloro che amano Dio” (Rm 8,28).Nella predestinazione di Gesù è in-scritta la predestinazione di Maria,come pure quella di ogni personaumana. Nell'“eccomi” del Figlio tro-va eco fedele l'“eccomi” della Ma-dre (cfr Eb 10,6), come anchel'“eccomi” di tutti i figli adottivi nelFiglio. Cari amici di Cagliari e della Sarde-gna, anche il vostro popolo, grazie al-la fede in Cristo e mediante la spiri-tuale maternità di Maria e dellaChiesa, è stato chiamato ad inserir-si nella spirituale “genealogia” delVangelo. In Sardegna il cristianesimo è arri-vato non con le spade dei conqui-statori o per imposizione straniera,ma è germogliato dal sangue deimartiri che qui hanno donato la lo-ro vita come atto di amore verso Dioe verso gli uomini. È nelle vostre miniere che risuonòper la prima volta la Buona Novellaportata dal Papa Ponziano e dal pre-sbitero Ippolito e da tanti fratelli con-dannati ad metalla per la loro fede inCristo. Così anche Saturnino, Gavi-no, Proto e Gianuario, Simplicio,Lussorio, Efisio, Antioco sono statitestimoni della totale dedizione aCristo come vero Dio e Signore. Latestimonianza del martirio conqui-

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4 SIA BENEDETTOIL PORTICO DOMENICA 14 SETTEMBRE 2008

L TERMINE DI QUESTA solen-ne celebrazione eucari-stica volgiamo ancora ilnostro sguardo verso la

“dolce Regina dei Sardi”, veneratasu questo colle di Bonaria. Nel corso dei secoli, quanti perso-naggi illustri sono venuti a ren-derle omaggio! Quanti miei Pre-decessori hanno voluto onorarlacon particolare affetto! Il beato PioIX ne decretò l'incoronazione; sanPio X, cent'anni or sono, la pro-clamò Patrona di tutta la Sarde-gna; Pio XI attribuì alla nuova chie-sa il titolo di Basilica Minore; PioXII, 50 anni fa, si rese qui spiritual-mente presente con uno specialeMessaggio trasmesso in direttadalla Radio Vaticana e il beato Gio-vanni XXIII, nel 1960, inviò una let-tera per la riapertura del Santuarioal culto, dopo il restauro. Primo Papa a tornare nell'Isola do-po 1650 anni fu il Servo di Dio Pao-lo VI, che visitò il Santuario il 24aprile del 1970. E davanti alla sacraeffigie della Madonna, sostò inpreghiera pure l'amato GiovanniPaolo II, il 20 ottobre 1985. Sulleorme dei Papi che mi hanno pre-ceduto, anch'io ho scelto il San-tuario di Bonaria per compiereuna visita pastorale che vuoleidealmente abbracciare l'interaSardegna. A Maria vogliamo oggi rinnovarel'affidamento della città di Caglia-ri, della Sardegna e di ogni suo abi-tante. Continui la Vergine Santa a

A

vegliare su tutti e su ciascuno, per-ché il patrimonio dei valori evan-gelici sia trasmesso integro allenuove generazioni, e perché Cristoregni nelle famiglie, nelle comu-nità e nei vari ambiti della società.In particolare, protegga la Madon-na quanti, in questo momento, piùnecessitano del suo materno in-tervento: i bambini e i giovani, glianziani e le famiglie, gli ammalatie tutti i sofferenti. Consapevoli del ruolo importanteche Maria svolge nell'esistenza diciascuno di noi, quali figli devotine festeggiamo quest'oggi la na-scita. Quest'evento costituisce una

tappa fondamentale per la Fami-glia di Nazareth, culla della nostraredenzione; un evento che tutti ciriguarda, perché ogni dono cheDio ha concesso a Lei, la Madre, loha concesso pensando anche aciascuno di noi, suoi figli. Perciò, con immensa riconoscen-za, domandiamo a Maria, Madredel Verbo incarnato e Madre no-stra, di proteggere ogni mammaterrena: quelle che, insieme colmarito, educano i figli in un con-testo familiare armonioso, e quel-le che, per tanti motivi, si trovanosole ad affrontare un compito co-sì arduo.

Possano tutte svolgere con dedi-zione e fedeltà il loro quotidianoservizio nella famiglia, nella Chie-sa e nella società. Per tutte la Ma-donna sia sostegno, conforto esperanza! Sotto lo sguardo di Maria voglio ri-cordare le care popolazioni di Hai-ti, duramente provate nei giorniscorsi dal passaggio di ben tre ura-gani. Prego per le vittime, pur-troppo numerose, e per i senza-tetto. Sono vicino all'intera Nazio-ne ed auspico che ad essa giunga-no al più presto i necessari aiuti.Tutti affido alla materna protezio-ne di Nostra Signora di Bonaria.

L’Angelus. Rinnovato l’atto di affidamento alla dolce Regina dei sardi.

Maria protegga tutte le mammenel loro servizio quotidiano

PreghieraAtto di affidamento alla Vergine di Bonaria

IL TESTO LETTO DAL PAPA

Dolcissima Madre di Gesù e Madre nostra,cento anni fa i sardi volleroproclamarti patrona massimadella loro isola.dopo un secolo tra i più difficili della storia,oggi siamo dinnanzi a Te per ringraziarti per la tua costante protezionee per confermarti la nostra fiducia totale,proclamandoti ancora una volta“patrona massima” della terra di Sardegna.Vogliamo affidarti le famiglie di questa isola.Troppi sono i divorzi e molte le separazioni.Ascolta, o Maria, la sofferenza dei figliChe reclamano una famigliaunita che li educhi all'amore.Guarda tutte le famiglie provate dalle difficoltà,dalla sofferenza e dalla povertà.Per tutti ottieni un supplemento di amore.Vergine venuta dal mare,guarda i giovani di questa terra,sii tu la loro difesa e protezione.La loro educazione è spessofortemente compromessaE spesso sono tentati dalla droga e dal divertimento alienante.Ottieni, o Maria, a tutti gli adulti un supplemento di responsabilitàPerché ognuno si senta educatore.Guarda, o Regina di Bonaria, il bisogno di fratelli e sorelleche ascoltano la chiamataconsacrino tutta la loro vita alla causa del Vangelo.Concedi numerose vocazioniperché ogni comunità abbia il suo pastore,e religiosi santi testimonino in mezzo al popolo l'assoluto del Vangelo.Davanti a Te, o Madre, confessiamo la nostra povertà.Ottienici il dono di una fedeforte che diventi preghiera.Sprona la nostra vita cristianaad essere più autentica e ardente.Dona alla Chiesa che è in Sardegna la grazia della santità,perché Gesù, il suo Sposo,possa compiacersi di Lei.Trovandola senza ruga e senza macchia.Accogli questi nostri desideri,o Maria, nella certezza che mai si è sentito dire al mondo, che chi è ricorso alla tua potente intercessionesia rimasto deluso e abbandonato.O clemente, o pia, o dolceVergine Maria.

testo di mons. Giuseppe Mani

ONO FELICE DI VIVERE con voi- anche se non fisicamentepresente - questo momen-

to di attesa perché il Papa viene atrovarci. Da quattro anni sono unsacerdote della diocesi di Cagliari. Sono stato salesiano: ho studiatodai salesiani e ho ricevuto una bel-lissima formazione teologica. Ora il Signore mi ha messo ad unbivio attraverso questa esperienzadella malattia: una malattia inat-tesa che non avrei mai pensato diprovare e sperimentare. Mi ha fat-

to una proposta dura, ma che sonochiamato a prendere in conside-razione.Posso scegliere due strade: dire dino e abbandonarmi alla solitudi-ne, o dire sì e capire che anche nel-la scelta di seguire il Signore nellamalattia c'è la possibilità di realiz-zare la propria vita, anche quellasacerdotale. Mi sto convincendoche se non prendo questa stradaseriamente, non imparerò adamare Gesù e la mia vita sarà unanon-conoscenza, una non-vici-

nanza di Lui. Questa sarebbe la co-sa più triste per me, perché ho scel-to di essere prete, di essere sacer-dote per essere con Gesù.Non so cosa mi aspetta per il fu-turo, ma so che questa sarà unabella strada, se saprò farla seria-mente, con profondità, perché tro-verò la felicità che il Signore puòdare, l'unica felicità che il Signorepuò dare. Io ci provo, cerco di far-lo e sono certo che il Signore nonmi abbandonerà, sarà lui la miaforza e il mio sostegno.E a voi che dire? Come Pietro an-che noi siamo chiamati a rispon-dere ad una proposta di Gesù:

“Vieni”. Dove? “Dove ti porto, fi-dati di me”. A tutti noi un giornoGesù farà questa proposta.E allora coraggio, come disse ungiorno Giovanni Paolo II: “Non ab-biate paura, aprite le porte, anzispalancate le porte a Cristo” e per-mettete a Cristo di guidare la vo-stra vita, anche quando si presen-ta difficile come nella malattia, chenon ti aspetti, ma che è una stradache il Signore ti invita a percorrere.Vi ringrazio e vi saluto tutti, nelcuore, e vi dò la mia benedizione.

testo del videomessaggio Veglia dei giovani - 6 settembre

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L’incontro di Papa Benedetto con don Marcello, al termine della messa.

“Permettete a Cristodi guidare la vostra vita”La coraggiosa testimonianza di don Marcello Melis

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SIA BENEDETTO 5DOMENICA 14 SETTEMBRE 2008 IL PORTICO

Incontro in Cattedrale con i sacerdoti, i seminaristi e gli studenti della facoltà teologica.

ARI FRATELLI NEL Sacerdo-zio, cari seminaristi e stu-denti di teologia, cari fra-telli e sorelle!

Conservo viva negli occhi l’immaginesuggestiva della solenne celebrazio-ne eucaristica di questa mattina pres-so la Basilica di Nostra Signora di Bo-naria. Attorno a Maria, speciale Pa-trona di tutta la Sardegna, si sono da-te appuntamento le comunità par-rocchiali dell’intera Regione. Ed ora,quasi a prolungamento di quell’in-contro spirituale, ho la gioia di in-trattenermi con voi, cari sacerdoti,seminaristi, alunni e docenti dellaPontificia Facoltà Teologica della Sar-degna, in questa Cattedrale, an-ch’essa dedicata a Santa Maria Vergi-ne. In questo tempio antico, rinno-vato e abbellito nel corso degli annidalla cura di zelanti Pastori, tutto par-la di fede: una fede viva, testimonia-ta dalla devota conservazione dellereliquie dei Martiri cagliaritani, tra iquali mi piace citare i santi VescoviSiridonio, Martino, Ninfo, Ilario, Fa-brizio e Giovenale.Ringrazio di cuore l’Arcivescovo,Mons. Giuseppe Mani, per il rinno-vato saluto che mi ha rivolto a nomedi tutti i Vescovi, i presbiteri di Ca-gliari e della Regione. Incontrandovoi, cari sacerdoti qui presenti, pen-so con affetto e gratitudine ai vostriconfratelli che lavorano nell’Isola suun terreno dissodato e coltivato conardore apostolico da coloro che vihanno preceduto. Sì! La Sardegna haconosciuto presbiteri che, come au-tentici maestri di fede, hanno lascia-to meravigliosi esempi di fedeltà aCristo e alla Chiesa. Lo stesso tesoroinestimabile di fede, di spiritualità edi cultura è affidato oggi a voi; è postonelle vostre mani, perché di esso sia-te attenti e saggi amministratori. Ab-

Cbiatene cura e custoditelo con gioia epassione evangelica!Mi rivolgo ora con paterno affetto al-la comunità del Seminario e della Fa-coltà Teologica, dove molti di voi han-no potuto realizzare la loro forma-zione dottrinale e pastorale, e doveattualmente diversi giovani si vannopreparando al futuro ministero sa-cerdotale. Mi preme ringraziare glieducatori e i professori, che quoti-dianamente si dedicano a un cosìimportante lavoro apostolico. Ac-compagnare nel loro percorso for-mativo i candidati alla missione sa-cerdotale, significa aiutarli innanzi-tutto a conformarsi a Cristo. In que-st’impegno, voi, cari formatori e do-centi, siete chiamati a svolgere unruolo insostituibile, poiché è propriodurante questi anni che si pongono lebasi del futuro ministero del sacer-dote. Ecco perché, come in diverseoccasioni ho avuto modo di ribadire,occorre guidare i seminaristi ad unapersonale esperienza di Dio attra-verso la quotidiana preghiera perso-nale e comunitaria, e soprattutto at-traverso l’Eucaristia, celebrata e sen-tita come il centro di tutta la propriaesistenza. Nell’Esortazione post-si-nodale Pastores dabo vobis Giovan-ni Paolo II ha scritto: “Formazioneintellettuale teologica e vita spiritua-le, in particolare vita di preghiera,s’incontrano e si rafforzano a vicen-da, senza nulla togliere né alla serietàdella ricerca né al sapore spiritualedella preghiera” (n.53).Cari seminaristi e alunni della Fa-coltà Teologica, voi sapete che la for-mazione teologica – lo ricordava an-cora il mio venerato Predecessorenella citata Esortazione Apostolica -è opera quanto mai complessa e im-pegnativa. Essa deve condurvi a pos-sedere una visione “completa e uni-

Ravvivate ogni giorno il carisma ricevutoidentificandovi con Gesù Buon Pastore

ANTITÀ, ECCO il cuore dellaChiesa che è in Sardegna: isacerdoti.

Sono i laboriosi seminatori dellaParola.Le sentinelle che vigilano atten-tamente e affettuosamente sulSuo popolo. I pastori che coltivano“l'agricoltura di Dio”Sono felici di essere pretiPerché essere prete è bello.E sono i testimoni di quanto di piùbello possiede il nostro popolo: lafede.Una fede semplice, evangelica.Nelle loro parrocchie incontranoogni giorno famiglie come quelladi Gioacchino ed Anna, di Elisa-betta e Zaccaria, di Maria e di Giu-seppe.Ogni giorno vedono volti pacifici esereni come quelli di Simeone edAnna.

Le fede del nostro popolo è sem-plice e vera; proprio quella che sal-va. Una fede per nulla sofisticatama vissuta e molto pregata.Vorremmo offrirLe il segno dellafede del nostro popolo, quello concui le mamme sostengono i lorofigli che sono dovuti emigrare lon-tano.Quello con cui gli anziani riem-piono la loro attesa del Signore.Quello con cui, nella gioia e neldolore, si esprimono le struggen-ti parole del cuore: la catena dellasperanza, una corona del Rosarioche possa ricordarLe la fede delnostro popolo.Vorrei chiederLe ancora, Santità,prima di benedirci, di accoglierenelle Sue mani le nostre promes-se sacerdotali perché stasera tuttii preti della Sardegna voglionosentirsi “sacerdoti novelli”.

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taria” delle verità rivelate e del loroaccoglimento nell’esperienza di fededella Chiesa. Di qui scaturisce la du-plice esigenza di conoscere “tutte” leverità cristiane e di conoscerle in mo-do organico, operando “una sintesiche sia il frutto degli apporti delle di-verse discipline teologiche, la cui spe-cificità acquista autentico valore sol-tanto nella loro profonda coordina-zione” (ibid n.54). Inoltre, in questianni, ogni attività e iniziativa devedisporvi a comunicare alla carità diCristo Buon Pastore. Di Lui siete chia-mati ad essere domani ministri e te-stimoni: ministri della sua grazia etestimoni del suo amore. Accanto al-lo studio e alle esperienze pastorali edapostoliche delle quali potete usu-fruire, non dimenticate pertanto diporre al primo posto la costante ri-cerca di un’intima comunione conCristo. Sta qui, solo qui, il segreto delvostro vero successo apostolico.Cari presbiteri, cari aspiranti al sa-cerdozio e alla vita consacrata, Iddiovi vuole tutti per sé e vi chiama ad es-sere operai nella sua vigna, così comeha fatto con tanti uomini e donnelungo la storia cristiana della vostrabella Isola. Essi hanno saputo ri-

Mons. Mani: “Felicidi essere sacerdoti”

spondere con un “sì” generoso allasua chiamata. Penso, ad esempio, al-l’opera evangelizzatrice svolta dai re-ligiosi: dai Francescani ai Mercedari,dai Domenicani ai Gesuiti, dai Be-nedettini ai Vincenziani, dai Salesia-ni agli Scolopi, dai Fratelli delle Scuo-le Cristiane ai Giuseppini, agli Orio-nini, a tanti altri ancora. E come di-menticare la grande fioritura di vo-cazioni religiose femminili, di cui laSardegna è un vero e proprio vivaio?In tanti Ordini e Congregazioni so-no presenti donne sarde, specie neimonasteri di clausura. Senza questogrande “nugolo di testimoni” (cfr Eb12,1), sarebbe stato certamente piùdifficile diffondere l’amore di Cristonei paesi, nelle famiglie, nelle scuole,negli ospedali, nelle carceri e nei luo-ghi di lavoro. Quale patrimonio dibene è venuto accumulandosi gra-zie alla loro dedizione! Senza il semedel cristianesimo la Sardegna sareb-be semplicemente più fragile e po-vera. Insieme a voi rendo grazie a Dioche mai fa mancare al suo popologuide e testimoni santi! Cari fratelli e sorelle, a voi tocca oraproseguire l’opera di bene compiutada chi vi ha preceduto. A voi, in par-

ticolare, cari presbiteri - e mi rivolgocon affetto a tutti i sacerdoti della Sar-degna - assicuro la mia vicinanza spi-rituale, perché possiate rispondereall’appello del Signore con totale fe-deltà come, pure di recente, hannofatto alcuni vostri confratelli. Ricordodon Graziano Muntoni, sacerdotedella diocesi di Nuoro ucciso alla vi-gilia del Natale del 1998, mentre sirecava in Chiesa a celebrare la Messa,e Padre Battore Carzedda del PIME,che ha dato la vita perché i credenti ditutte le religioni si aprano ad un dia-logo sincero sorretto dall’amore. Nonvi spaventino, né vi scoraggino le dif-ficoltà: il grano e la zizzania, lo sap-piamo, cresceranno insieme sino al-la fine del mondo (cfr Mt 13,30). Èimportante essere chicchi di buongrano che, caduti in terra, portanofrutto. Approfondite la consapevo-lezza della vostra identità: il sacerdo-te, per la Chiesa e nella Chiesa, è se-gno umile ma reale dell’unico edeterno Sacerdote che è Gesù. Deveproclamarne autorevolmente la pa-rola, rinnovarne i gesti di perdono e diofferta, esercitarne l’amorevole sol-lecitudine al servizio del suo gregge,in comunione con i Pastori e fedel-mente docile agli insegnamenti delMagistero. Ravvivate dunque ogni giorno il ca-risma che avete ricevuto con l’impo -sizione delle mani (cfr 2 Tm 1,6), iden-tificandovi con Gesù Cristo nella suatriplice funzione di santificare, am-maestrare e pascere il gregge. Vi pro-tegga e vi accompagni Maria Santis-sima, Madre della Chiesa. Quanto ame, tutti vi benedico, con uno spe-ciale ricordo per i sacerdoti anziani emalati, e per le persone affidate allevostre cure pastorali. Grazie per que-sto incontro e auguri per il vostro mi-nistero.

EPPUR BREVE, è stato intenso eprofondo l'abbraccio del cle-ro e dei seminaristi dell'isola

per l'incontro con Benedetto XVInella Chiesa Cattedrale di Cagliari.Durante il suo discorso il Papa è sta-to interrotto più volte dagli applau-si, ma in modo particolare ha susci-tato una forte emozione il ricordodei due sacerdoti sardi: don Grazia-no Muntoni e padre Battore Car-zedda. «Sono rimasto semplicemente esta-siato - commenta don Felice Nuvo-li della diocesi di Ozieri e docentedi filosofia e teologia dogmaticapresso la Facoltà Teologica della Sar-degna - Devo dire che in generale,ma in modo particolare nel suo di-scorso rivolto ai sacerdoti e ai semi-

naristi il Papa ha superato persinol'aspettativa: il frutto è stato piùgrande della promessa del fiore. Conle sue parole ha confermato unastrada che ha già aperto: si è liberinon dalla verità, ma nella verità checonduce alla autenticità della vita.Tutto questo insieme al sapore del-la preghiera che fa giungere ad ungusto profondo con il Dio della vita.Può dar fastidio la bellezza della suasemplicità e lo splendore della ri-cerca della verità, eppure è così chesi fa la ricerca teologica».«E' stato fenomenale - commentadon Sebastiano Sanna, sacerdotedella diocesi di Alghero-Bosa spe-cializzando in Patristica. La cosa piùtoccante è stato il riferimento allaparabola evangelica della zizzania.Mi sembra che questa sia la linea digoverno di Benedetto XVI. E' vero,anche nella Chiesa ci può essere la

zizzania, ma la soluzione suggeritadal Papa è quella di essere noi stes-si buon grano. In quanto studenteper me è stato importante il riferi-mento all'unità nella teologia. È giu-sta la specializzazione, però occor-re tornare all'unità per evitare diperdere la bellezza del mosaico nel-la sua completezza».«“Iddio vi vuole tutti per sé e vi chia-ma ad essere operai nella sua vigna,così come ha fatto con tanti uominie donne lungo la storia cristiana del-la vostra bella Isola”. Ascoltare que-ste parole del Santo Padre che ci ri-cordano il nostro retaggio e la po-tente volontà di Dio - dice don Mi-chele Fadda, vicerettore del semi-nario minore di Cagliari - è stataun'esperienza profonda ed emo-zionante che deve confermarci inun rinnovato slancio di vita aposto-lica».

“Vogliamo esseretutti buon grano”

SROBERTO MACCIONI

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6 SIA BENEDETTOIL PORTICO DOMENICA 14 SETTEMBRE 2008

Incontro con i giovani. Le testimonianze di Andreina Pintor e Antonio Cau.

ANTO PADRE,con tutta l'emozione econ quel pizzico di incre-dulità proprie dei sogni

che inaspettatamente si realizza-no, Le esprimo l'immensa gioia peril Suo arrivo in Sardegna e laprofonda gratitudine per l'attenzio -ne che ha scelto di riservarci con laSua presenza.Ancora più forte è l'emozione per-ché non solo mia ma di tutti i gio-vani qui presenti e di quanti nonhanno potuto raggiungerci maugualmente stanno vivendo connoi questo momento.Vorremmo condividere con umiltàla fatica della Sua missione di Padredella Chiesa in questo tempo agi-tato da tanti venti che scuotono labarca della nostra fede, spesso neltentativo di destabilizzarla: noi ciaffidiamo a Lei come esperto ti-moniere capace di guidarci tra flut-ti tormentati in attesa che si facciauna grande bonaccia.Noi giovani della Sardegna siamocome la nostra terra: bella e diffici-le allo stesso tempo.Cogliamo dal sole che splende altola passione per la vita ed un calo-roso spirito di accoglienza e di ospi-talità; dalle acque cristalline delmare la docile solidarietà per i piùdeboli; dall'austerità degli alberi edegli arbusti radicati su un terrenoantico l'attaccamento ai legami fa-miliari ed il leale rispetto delle tra-dizioni; dalle sfumature del cielo laconvinta coscienza che la diversitàsia ricchezza e non minaccia; dal-l'incessante andare e venire delleonde la caparbietà nel raggiungi-mento degli obiettivi e la voglia dinon arrendersi mai.Ma la nostra isola offre anche terraarida e aspre coste, difficili da vi-vere come le croci che anche noigiovani portiamo: anni di sacrificiper un posto di lavoro che non ar-riva mai e che costringe ad abban-donare la casa, la famiglia, gli af-fetti o - peggio ancora - a vivere nel-la precarietà e di conseguenza im-possibilità a guardare oltre il pre-sente, ad avere aspettative realiz-

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zabili, a pianificare un progetto divita.Talvolta il mare che ci circonda as-sume i contorni di una gabbia do-rata, isolandoci da un mondo chenon è certo più bello del nostro mache è più grande e perciò può offri-re maggiori opportunità: di studio,di lavoro, di scambio… Non tutti inostri giovani hanno la possibilitàdi passare oltre questo mare e sonocostretti a confrontarsi costante-mente con un isolamento che li pri-va di nuove prospettive.

Andreina Pintor

Nel 1998 ero un giovane studenteuniversitario al quarto anno discienze biologiche. Le fatiche degli esami erano state fi-no ad allora sostenute dalla miapassione per quelle discipline e daisacrifici dei miei familiari.In quell'anno mio padre raggiun-geva il traguardo della pensione eper me si prospettò la possibilità disubentrare al suo posto in una raf-fineria. Data la cronica difficoltà atrovare un posto di lavoro, feci ri-chiesta di assunzione e il colloquiomi fu fissato per il 24 di aprile, laFesta della Madonna di Bonaria.

Indossai elmetto tuta e guanti dalavoro cominciando a svolgere lamansione di operaio turnista.Imparare a fare l'operaio non è sta-to semplice per chi come me nonaveva alcuna esperienza del mon-do dell'industria. Però non ho vo-luto abbandonare gli studi e conessi la speranza di poter un giornolavorare nel settore in cui sentivodi poter esprimere il meglio dellemie capacità.Per 4 anni ho portato avanti questodoppio impegno fatto di mattinipomeriggi e notti passate in im-pianto a tenere sotto controllo lemacchine in marcia, e a svolgeretutta una serie attività che richie-dono una certa perizia ed atten-zione da parte di chi vi opera; edinsieme ho continuato a frequen-tare le lezioni ed a preparare gli esa-mi, fino al tirocinio svolto in labo-ratorio per il lavoro di tesi. Conquattro anni fuori corso mi sonolaureato.In questa giornata, Santo Padre, Lesono state mostrate le meravigliedella nostra Sardegna: una dellemaggiori ricchezze è qui dinanzi aLei, sono i giovani sardi.Vorrei dar voce, Santità, a quei gio-

Noi giovani siamo come la nostra terra,bellissima e difficile allo stesso tempo

vani che lavorano come operai nelsettore industriale, nelle miniere,nell'agricoltura o come pastori; darvoce anche a tanti laureati che fan-no fatica a trovare un'occupazio-ne inerente agli studi svolti ed alleloro reali capacità, giovani spessocostretti ad emigrare per poter va-lorizzare il loro talento; una par-tenza forzata che impoverisce lanostra Isola della ricchezza più pre-ziosa.Vorrei dar voce anche ai giovani di-soccupati e coloro che non preve-dendo una prospettiva di lavorosono demotivati e lasciano i lorostudi.

Antonio Cau

Sopra qualsiasi difficoltà splendesempre più in alto il sole della Spe-ranza e noi, coscienti che nella spe-ranza noi siamo stati salvati, tro-viamo conforto nelle Sue stesse pa-role - Santo Padre - che ci ricordanoche questa speranza è affidabile eche il presente, anche un presentefaticoso, può essere vissuto ed ac-cettato se conduce verso una metae se di questa meta noi possiamoessere sicuri, se questa meta è cosìgrande da giustificare la fatica delcammino.Confidiamo nella nostra Madre Ce-leste in modo particolare in que-st'anno in cui festeggiamo i 100 an-ni della proclamazione di Maria co-me patrona della Sardegna.Guardiamo a Lei come testimoneprediletto di fede e di missione ecome segno dell'affetto che pro-viamo come verso un Padre, desi-deriamo offrirLe quanto possedia-mo di più prezioso: almeno un po'di questo sole, di questo mare e diquesta terra che il Signore ci haconsegnato con generosità e che èveramente parte di noi.

Andreina Pintor

La Sua presenza, Santo Padre, laSua scelta di venire da noi ci inco-raggia e misteriosamente aumentanel cuore la speranza in quel mon-do migliore che vogliamo costruire.Grazie!

Antonio Cau

La testimonianza di Andreina Pintor e Antonio Cau (foto Gabriella Carta).

cronacheRegali portati dal Papae quelli offerti a lui

SCAMBIO DI DONI

Benedetto XVI ha portato in re-galo un calice per le celebrazio-ni liturgiche e una rosa d'oro perla Madonna di Bonaria.A lui invece sono stati donati:- Un vaso decorato da tutti i ce-

ramisti di Assemini.- Un libro di stoffa, di Maria Lai,

omaggio del presidente dellaRegione, Renato Soru.

- Il libro “Cagliari capitale di unregno”, scritto da FrancescoCesare Casula, offerto dal sin-daco di Cagliari, Emilio Floris.

- Una cassapanca in legno rea-lizzata da un artigiano di Gua-sila.

- Un trono in legno lavorato ar-tigianalmente.

- Una scultura raffigurante ladeposizione di Cristo realiz-zata da un artista di Quartu.

- Un'opera in ceramica raffigu-rante l'arca di Noè, realizzataad Assemini.

- Un libro con dentro un prese-pe in rilievo donato dai dete-nuti di Buoncammino.

- Un bassorilievo in ceramicadonato da un seminarista.

- Un drappo finemente ricama-to raffigurante San Lucifero

- Un quadro che raffigura lachiesa di San Gemiliano, do-nato dall'amministrazione co-munale di Sestu.

Da ricordare che il calice usatoper la solenne Messa celebrata aBonaria è ricavato da un picco-lo lingotto d’oro donato dallemaestranze e minatori di Furteie arricchito con pietre prezioseprovenienti da varie parti dell’I-sola.Al Santo Padre è stato donato unrosario in filigrana sarda, dallaDiocesi di Cagliari a nome di tut-ti i sacerdoti isolani

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SIA BENEDETTO 7DOMENICA 14 SETTEMBRE 2008 IL PORTICO

Benedetto traccia la via ai giovaniLe tre effe del Papa. Famiglia, formazione e fede, le sfide da affrontare con la forza dello Spirito di Cristo.

ARI GIOVANI!È una grande gioia per me in-contrarvi, al termine di questobreve ma intenso soggiorno nel-la vostra bella Isola. Vi saluto tut-

ti con affetto e vi ringrazio per questa calo-rosa accoglienza. In particolare, ringraziocoloro che, a vostro nome, mi hanno espres-so i fervidi sentimenti che vi animano. Soche alcuni di voi hanno partecipato allaGiornata Mondiale della Gioventù a Syd-ney, e sono certo che hanno tratto giova-mento da una così straordinaria esperien-za ecclesiale. Come ho potuto vedere io stes-so, le Giornate Mondiali della Gioventù co-stituiscono singolari occasioni pastorali perconsentire ai giovani del mondo intero diconoscersi meglio, di condividere insiemela fede e l’amore verso Cristo e la sua Chie-sa, di confermare il comune impegno diadoperarsi per costruire un futuro di giu-stizia e di pace.Vi saluto con affetto, cari ragazzi e ragazze:voi costituite il futuro pieno di speranza diquesta Regione. Conosco il vostro entusia-smo, i desideri che nutrite e l’impegno cheponete per realizzarli. Non ignoro, tuttavia,anche le difficoltà e i problemi che incon-trate. Penso, ad esempio, alla piaga della di-soccupazione e della precarietà del lavoro,che mettono a rischio i vostri progetti; pen-so all’emigrazione, all’esodo delle forze piùfresche ed intraprendenti, con il connessosradicamento dall’ambiente, che talvoltacomporta danni psicologici e morali, primaancora che sociali. Cosa dire poi del fattoche nell’attuale società consumistica, il gua-dagno e il successo sono diventati i nuoviidoli di fronte ai quali tanti si prostrano? Laconseguenza è che si è portati a dar valoresolo a chi – come si suol dire – “ha fatto for-tuna” ed ha una sua “notorietà”, non certo achi con la vita deve faticosamente combat-tere ogni giorno. Il possesso dei beni mate-riali e l’applauso della gente hanno sosti-tuito quel lavorio su se stessi che serve atemprare lo spirito e a formare una perso-nalità autentica. Si rischia di essere super-ficiali, di percorrere pericolose scorciatoiealla ricerca del successo, consegnando co-sì la vita ad esperienze che suscitano sod-disfazioni immediate, ma sono in se stesseprecarie e fallaci. Cresce la tendenza all’in-dividualismo, e quando ci si concentra so-lo su se stessi si diventa inevitabilmente fra-gili; viene meno la pazienza dell’ascolto, fa-se indispensabile per capire l’altro e lavorareinsieme.Il 20 ottobre del 1985, Giovanni Paolo II, in-contrando qui a Cagliari i giovani prove-nienti dall’intera Sardegna, volle proporretre valori importanti per costruire una so-cietà fraterna e solidale. Sono indicazioniquanto mai attuali anche oggi, che volen-tieri riprendo evidenziando in primo luogoil valore della famiglia, da custodire come“antica e sacra eredità”. Tutti voi sperimen-tate l’importanza della famiglia, in quantofigli e fratelli; ma la capacità di formarneuna nuova, non può essere data per scon-tata. Occorre prepararvisi. In passato la so-cietà tradizionale aiutava di più a formare ea custodire una famiglia. Oggi non è più co-sì, oppure lo è “sulla carta”, ma nei fatti do-mina una mentalità diversa. Sono ammes-se altre forme di convivenza; a volte vieneusato il termine “famiglia” per unioni che, inrealtà, famiglia non sono. Soprattutto si èmolto ridotta la capacità dei coniugi di di-fendere l’unità del nucleo familiare a costoanche di grandi sacrifici. Riappropriatevi,cari giovani, del valore della famiglia; ama-tela non solo per tradizione, ma per una

scelta matura e consapevole: amate la vo-stra famiglia di origine e preparatevi adamare anche quella che con l’aiuto di Diovoi stessi formerete. Dico: “preparatevi”,perché l’amore vero non si improvvisa.L’amore è fatto, oltre che di sentimento, diresponsabilità, di costanza, di senso del do-vere. Tutto questo lo si impara attraversol’esercizio prolungato delle virtù cristianedella fiducia, della purezza, dell’abbandonoalla Provvidenza, della preghiera. In que-sto impegno di crescita verso un amore ma-turo vi sosterrà sempre la Comunità cri-stiana, perché in essa la famiglia trova lasua più alta dignità. Il Concilio Vaticano II lachiama “piccola Chiesa”, perché il matri-monio è un sacramento, cioè un segno san-to ed efficace dell’amore che Dio ci dona inCristo attraverso la Chiesa.Strettamente connesso a questo è l’altro va-lore che intendo sottolineare: la seria for-mazione intellettuale e morale, indispen-sabile per progettare e costruire il vostro fu-turo e quello della società. Chi su questo vifa degli “sconti” non vuole il vostro bene.Come potreste infatti progettare seriamen-te il vostro domani, se trascurate il natura-le desiderio che è in voi di sapere e di con-frontarvi? La crisi di una società inizia quan-do essa non sa più tramandare il suo patri-monio culturale e i suoi valori alle nuovegenerazioni. Non mi riferisco solo al sistemascolastico. La questione è più ampia. C’èun’emergenza educativa, che per essere af-frontata richiede genitori e formatori capa-ci di condividere quanto di buono e di veroessi hanno sperimentato e approfondito inprima persona. Richiede giovani interior-mente aperti, curiosi di imparare e di ri-portare tutto alle originarie esigenze ed evi-denze del cuore. Siate davvero liberi, ossiaappassionati della verità. Il Signore Gesùha detto: “La verità vi farà liberi” (Gv 8,32). Ilnichilismo moderno invece predica l’oppo -sto, che cioè è la libertà a rendervi veri. C’èanzi chi sostiene che non esiste nessunaverità, aprendo così la strada allo svuota-mento dei concetti di bene e di male e ren-

dendoli addirittura interscambiabili. Mihanno detto che nella cultura sarda c’è que-sto proverbio: “Meglio che manchi il panepiuttosto che la giustizia”. Un uomo in effettipuò sopportare e superare i morsi della fa-me, ma non può vivere laddove giustizia everità sono bandite. Il pane materiale nonbasta, non è sufficiente per vivere umana-mente in modo pieno; occorre un altro cibodel quale essere sempre affamati, del qualenutrirsi per la propria crescita personale eper quella della famiglia e della società.Questo cibo – ed è il terzo grande valore – èuna fede sincera e profonda, che diventi so-stanza della vostra vita. Quando si smarrisceil senso della presenza di Dio, tutto si “ap-piattisce” e si riduce ad una sola dimensio-ne. Tutto resta “schiacciato” sul piano ma-teriale. Quando ogni cosa viene considera-ta soltanto per la sua utilità, non si cogliepiù l’essenza di ciò che ci circonda, e so-prattutto delle persone che incontriamo.Smarrito il mistero di Dio, sparisce anche ilmistero di tutto ciò che esiste: le cose e lepersone mi interessano nella misura in cui

soddisfano i miei bisogni, non per sé stesse.Tutto ciò costituisce un fatto culturale, chesi respira fin dalla nascita e che produce ef-fetti interiori permanenti. La fede, in questosenso, prima di essere una credenza reli-giosa, è un modo di vedere la realtà, un mo-do di pensare, una sensibilità interiore chearricchisce l’essere umano come tale. Eb-bene, cari amici, Cristo è anche in questo ilMaestro, perché ha condiviso in tutto la no-stra umanità ed è contemporaneo all’uo-mo di ogni epoca. Questa realtà tipicamentecristiana è una grazia stupenda! Stando conGesù, frequentandoLo come un amico nelVangelo e nei Sacramenti, voi potete impa-rare, in modo nuovo, ciò che la società nonè più in grado di darvi, cioè il senso religio-so. E proprio perché è una cosa nuova, sco-prirla è meraviglioso.Cari giovani, come il giovane sant’Agostino,ognuno di voi sente il richiamo simbolico diogni creatura verso l’alto; ogni creatura bel-la rimanda alla bellezza del Creatore, che ècome concentrata nel volto di Gesù Cristo.Quando la sperimenta, l’anima esclama:“Tardi ti ho amato, bellezza così antica e co-sì nuova, tardi ti ho amato!” (Conf. X, 27.38).Possa ognuno di voi riscoprire Dio qualesenso e fondamento di ogni creatura, luce diverità, fiamma di carità, vincolo di unità,come canta l’inno dell’Agorà dei giovaniitaliani. Siate docili alla forza dello Spirito! Èstato Lui, lo Spirito Santo, il Protagonistadella Giornata Mondiale della Gioventù diSydney; Egli vi renderà testimoni di Cristo.Non a parole, ma con i fatti, con un nuovogenere di vita. Non avrete più paura di per-dere la vostra libertà, perché la vivrete inpienezza donandola per amore. Non sare-te più attaccati ai beni materiali, perchésentirete dentro di voi la gioia di condivi-derli. Non sarete più tristi della tristezza delmondo, ma proverete dolore per il male egioia per il bene, specialmente per la mise-ricordia ed il perdono. Non penserete più al-la Chiesa come ad una istituzione esterna avoi, ma come alla vostra famiglia spirituale.Questa è la fede che vi hanno trasmesso i vo-stri padri. Questa fede voi siete chiamati a vi-vere oggi, in tempi ben diversi.Famiglia, formazione e fede. Ecco, carigiovani di Cagliari e dell’intera Sardegna,anch’io vi lascio queste tre parole, tre valorida fare vostri con la luce e la forza delloSpirito di Cristo. Nostra Signora di Bona-ria, Patrona Massima e dolce Regina deiSardi, vi guidi, vi protegga e vi accompagnisempre! Con affetto vi benedico, assicu-randovi un quotidiano ricordo nella pre-ghiera.

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DOMENICA 14 SETTEMBRE 2008IL PORTICO8 SIA BENEDETTO 9

Alcune immaginidella giornata cagliaritanadi Benedetto XVI.

Le foto sonodi Gabriella Carta,Mario Lastretti e Il Portico.

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Largo Carlo Felice. Entusiasmo e partecipazione al grande appuntamento che ha concluso la visita del Papa.

IL PORTICO DOMENICA 14 SETTEMBRE 200810 SIA BENEDETTO

RA LE DECINE di migliaiadi giovani del Largo Car-lo Felice anche tanti vo-lontari, giovani, ragazze,

padri e madri di famiglia, chehanno voluto impegnare il lorotempo al servizio dei tanti pelle-grini giunti a Cagliari per incon-trare Benedetto XVI.Andrea Pillai, dirigente di unagrande azienda e padre di due fi-gli dice: “Ho accettato l'invito ri-volto dalla Diocesi per mettermial servizio di quanti sono qui aCagliari. Per poterlo fare ho chie-sto alcuni giorni ferie e credo checome me abbiano fatto anche al-tri. Questo ha significato alcunisacrifici, specie con la famigliaperché da poco più di due mesi ènato il mio secondo figlio. Ma in-sieme a mia moglie abbiamo ca-pito che la cosa era possibile el'abbiamo fatta, perché è comese anche lei e i miei figli avesserofatto i volontari”.Sposato da poco più di un anno èEdoardo Moi, dipendente dellostato, che ha deciso di prenderealcuni giorni di ferie per fare ilvolontario. “È una chiamata che

TROBERTO COMPARETTI

abbiamo sentita nostra quella peri volontari. Credo che sia stato ilmodo migliore per vivere bene lavenuta del Papa: essere al serviziodegli altri”.Entusiasmo anche al di la delletransenne con vessilli dei quattromori sventolanti, striscioni di par-

rocchie, movimenti e associazioniper una volta non in ordine sparsoma uniti sotto un unico denomi-natore: la presenza del Papa.Marta Pintore di Tonara, licealeall'ultimo anno, maglietta fradi-cia ma gioia incontenibile. “E'una cosa bellissima averlo qui.

Da tutta l’Isola per incontrare Benedetto:“A Cagliari per poter ascoltare un padre”

Io non sono potuta andare a Sid-ney ma sono davvero felice cheLui ora sia qui, possa vederlo,ascoltarlo. Non sono una papagirl, come ci descrivono i giorna-li, ma semplicemente una giova-ne che crede fortemente in Dioe che vede nel Papa una guida,

L’arrivo di Benedetto nel Largo (foto Lastretti).

L SOLE COCENTE e l'afa che toglieil respiro non hanno impeditoa migliaia di giovani sardi di fa-

re festa con l'Incontragiovani, lospettacolo a loro dedicato in oc-casione della visita del Papa. Due ore di canti, danza e testimo-nianze per dare un immagine di-versa dei giovani. Significative al-cuni interventi come quello deicarcerati o dei ragazzi dell'ANFASche con i loro videomessaggi han-no voluto essere partecipi a quel-la che è stata una festa. Le magliette colorate di giallo so-no quelle dominanti ed i volonta-ri, oltre ad assicurare il servizio,riescono a godersi una festa chein fondo è anche per loro. Sul palco le voci di giovani chehanno provato e riprovato fino anotte fonda, che hanno preparato

con cura la loro esibizione per unospettacolo prodotto dalla Omni-bus, una struttura altamente spe-cializzata nella progettazione, nel-l'organizzazione e nella produ-zione di eventi ad elevata valenzaetica e sociale, destinati in preva-lenza al mondo giovanile e messoin scena dalla Hope, l'iniziativadel Servizio Nazionale per la Pa-storale Giovanile finalizzata allaformazione e all'educazione deigiovani nel settore della musica,dello spettacolo e della comuni-cazione. Per formare un unicum ditutte le diverse realtà che si sonoesibite sono giunti i diversi re-sponsabili delle due strutture chespesso lavorano fianco a fianco. Undici i gruppi esibitisi: il CoroSantissimo Salvatore ha presen-tato il brano Maria, trasparenzadi Dio, Overgen con Padre Nostro,il Gruppo Movimento dei Focola-ri che ha presentato La giusta di-rezione, Six&More con il branoGod will make a way, il gruppo Li-ceo Comunicazione con Muoviti,l'Associazione Culturale Il Giulla-re che ha presentato Sposalizio diMaria e Giuseppe, il duo EleonoraDessì e Veronica Appendu con ilbrano Laudato sii dal musical For-za venite gente, Francesca Pier-

Maria Giovanna Cherchi canta Deus ti salvet Maria (foto Gabriella Carta).I

paoli con l'Ave Maria di Gounod,Stone Cold Crazy con Wind ofchange degli Scorpion, i Black SoulGospel Choir con due brani Go-spel, i ragazzi della parrocchia B.V.Assunta di Selargius, ed il Grup-po Nuova Coreografia Cagliari cheha messo in scena una coreografiamolto apprezzata.Due giovani sardi, Mario Petrole-se e Maria Teresa Boratto insiemeal giovane presentatore romanoEnrico Selleri, hanno proposto divolta in volta solisti, gruppi, balle-rini e animatori come “Carlo Ma-gno” da Torino che riesce a far bat-tere le mani e saltellare le migliaia

di giovani stremati dal caldo e daun'umidità tropicale.Le due ore di spettacolo volanovia mentre nel Largo comincia adaumentare il numero dei presen-ti, segno che i cagliaritani hannopranzato e riposato. Ora mancasolo lui, Benedetto XVI, e poco pri-ma della 18, in perfetto orario ilSanto Padre arriva con la Papa-mobile, sale sul palco accolto daicanti e dallo sventolio di quantociascuno aveva in mano. Quindiil saluto dei giovani, le testimo-nianze di Andreina Pintor e Anto-nio Cau, le parole del Papa chehanno segnato profondamente i

una persona che mi indica lastrada da percorrere”.Dal nuorese al Sulcis con Fran-cesca Piras, ventinove anni, peri-to informatico, completamenteafona dopo la nottata passata acantare con gli amici in attesa diquesta giornata. “Che ti posso di-re se non che sono felice, anchese sono senza voce e con appenaun'ora di sonno. Siamo in tanti, sifa caldo ma credo che sia diffici-le dimenticare questa giornata.La Messa è stata un po' difficileda seguire per il caldo ed il sonnoche si faceva sentire ma adessoche siamo tutti assieme e il Papaè con noi tutto passa, anche lastanchezza”.Una giovane coppia sassarese,Giacomo e Stella, non sembranoprovati. “Siamo partiti nel cuoredella notte ma felici per quanto ilSanto Padre ci ha donato.L'importanza della famiglia è for-se il passo della sua omelia chepiù di altri ci ha impressionato,soprattutto perché abbiamo ini-ziato questa vita da poco meno didue anni. Ritorniamo in città conla voglia di raccontare e trasmet-tere quanto vissuto a chi ci staaccanto”.

presenti all'Incontragiovani, el'Ave Maria cantata da Maria Gio-vanna Cherchi, insegnate di reli-gione di Bolotana e voce emer-gente nel panorama isolano.Il tempo stringe, il Papa deve tor-nare a Roma ed i giovani lo salu-tano a modo loro. Il corteo papa-le lascia via Roma e i Tenores diBitti salgono sul palco per il lorocontributo. Le note di Resta quicon noi del Gen Rosso, live motivdella prima GMG 1985 a Roma,chiudono quella che è di fatto èstata una edizione in salsa sardadegli incontri internazionali deigiovani.

R. C.

Storia e cronacadi un incontrotanto attesoDue ore di testimonianze,canti, balli e danze coloratehanno fatto grande la festadei giovani con il Papa.Ecco chi ha partecipato.

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SIA BENEDETTO 11DOMENICA 14 SETTEMBRE 2008 IL PORTICO

Giovani. La giornata di sabato trascorsa in fiera da gruppi arrivati da tutta l’Isola.

ERRIBILMENTE stancante,ma sono stra-felice diaverla vissuta, e sareipronta a ripetere tutto

domani stesso”. È questo il primo commento del-la giornata rilasciato da Micheladietro un buon bicchiere di caffèutile per dare la carica in vista del-la giornata del 7 Settembre. Sia-mo venuti in fiera senza essernemolto convinti, non sapevamocosa ci aspettasse e questo un po'spaventava. Tutte preoccupazio-ni inutili appena è cominciata lacatechesi del Vescovo di Cagliari.Una catechesi che ci ha messo anostro agio e ci ha preparati a vi-vere queste giornate con unamaggiore apertura mentale e dicuore”. “ La cosa che mi ha colpito di più- racconta Cristina, 18 anni stu-dentessa delle scuole superiori - èstata la dimensione giovane del-la giornata. Quando si cresce inun gruppo parrocchiale si finiscecon il convincersi che gli unicigiovani a cui interessi Gesù sonoquelli del gruppo, che tu e i tuoiamici non siete altro che dellemosche bianche. Qui in fiera hoscoperto invece che non siamosoli, che oltre a noi ci sono tanti

TMATTEO VENTURELLI

altri giovani interessati alla Chie-sa. È stato bello potersi prepararealla confessione seguiti da altriragazzi che saranno stati poco piùgrandi di me, fare la via delle Bea-titudini insieme ad altri gruppi edoversi fermare non una ma die-ci volte a riflettere”. Anche Verdiana, 15 anni studen-tessa di Liceo scientifico è rimastacolpita dalla via delle Beatitudini.“ Tutta la giornata di sabato - diceVerdiana - è stata una bella pre-

parazione all'incontro con il Pa-pa. La via delle Beatitudini è sta-ta un'esperienza nuova e forse lapiù significativa. Lungo il cam-mino ho potuto riflettere e con-frontarmi su un brano del Vange-lo che non avevo mai considera-to appieno. Peccato però per laveglia, eravamo troppo stanchiper concentrarci per bene”. Una Veglia particolare che richie-deva molta attenzione. “ Con ilDon - rivela Marco - durante l'an -

Da Fiorella Mannoia a Vasco Rossiper riflettere sulla domanda umana

no in parrocchia facciamo sem-pre delle veglie, ma una cosi maifatta. Non avevo mai pensato dipoter pregare con una canzonedi Vasco Rossi o di Ligabue e an-che la recitazione è stata sor-prendente. Per una volta ho avu-to l'impressione di essere li, diaver vissuto personalmente queibrani del Vangelo, di aver provatoquei dubbi e quelle stesse spe-ranze che ha provato Pietro. Hocapito che la storia di Pietro è an-che la mia storia”. Durane il viag-gio di ritorno a casa la stanchezzadi tutti ha cominciato a farsi sen-tire, ma la gioia per gli incontrivissuti non è venuta meno, cometestimonia uno stanco Alessan-dro in attesa di un autobus perSestu. “Della visita del Papa conservodue immagini: la gente assiepataovunque, a Bonaria, per le stra-de, che attendeva di vedere il Pa-pa, di sentire la sua voce, di potermanifestare il suo affetto per Pie-tro e poi l'incontro con i giovani alLargo Carlo Felice. Eravamo unamarea di persone, si percepiva lagioia, la fede, il desiderio di rice-vere da Benedetto XVI una paro-la forte per la nostra vita. È così èstato, il Papa ci ha invitato al co-raggio, ad andare incontro agli al-tri giovani per portare la speran-za che viene solo da Cristo”.

A GIORNATA DEL 6 Settembrealla fiera è stata aperta dal-la catechesi di Mons. Manicha ha spiegato il dirit-

to/dovere di ciascuno alla felicità.Una felicità piena che nasce dall'a-more di che Dio nutre per noi e chenoi dobbiamo riversare sugli altri.Ha sottolineato la complementa-rietà tra il maschio e la femminacome la caratteristica principaledell'uomo perfetto. Una comple-mentarietà che non può non por-tare al matrimonio. Il sacramentoche aiuta i coniugi non a regalareamore ma a donarlo, e grazie a que-sta donazione si può raggiungere lafelicità vera, perché la felicità di-pende dall'amore. L' amore che na-sce tra due persone è lo stesso chenasce tra un ragazzo e Dio o unaragazza e Dio. Il Vescovo ha inoltre sottolineatol'importanza per tutti nel trovarela propria vocazione per il beneproprio e degli altri. La catechesi siè conclusa con tre regole che il ve-scovo ha consegnato ai giovani:nella vita fare sempre quello chepiace di più senza nessun condi-zionamento da parte di mode e so-cietà, fare sempre quello che costa

di più, fare sempre quello che servedi più agli altri mai a se stessi, per-ché chi ama la propria vita la perdema chi perde la propria vita la tro-va. La mattina è proseguita con ilavori di gruppo che hanno aiutatoi giovani ad assimilare l'insegna -mento del Vescovo. Durante tutto il giorno è stato pos-sibile avvicinarsi al sacramento del-la Riconciliazione. Fino a notte tar-da i volontari del “servizio confes-sioni” hanno aiutato quanti lo de-sideravano, ad aprire il proprio cuo-re all'incontro con la misericordiadel Padre attraverso un percorsopenitenziale ispirato dalla figura diMaria. Nel pomeriggio la maggior partedei gruppi si sono diretti nel centrodi Cagliari per percorrere “ la viadelle Beatitudini”, un percorso rea-lizzato con l'esempio di alcunigrandi testimoni che hanno vissu-to il discorso della montagna co-me fra Nicola da Gesturi e Giovan-ni Paolo II, Antonia Mesina e suorMaria Gabriella Sagheddu, madreTeresa di Calcutta , suor Giuseppi-na Nicoli e padre Salvatore Car-zedda missionario ucciso nel 1992,ha permesso ai giovani di fermarsia riflettere e scoprire in che modoessi possono vivere quotidiana-

Giovani e preghieracon “Tu sei Pietro”

mente le beatitudini. La sera è sta-ta caratterizzata dalla grande Ve-glia “ Tu sei Pietro”. Una veglia pre-paratoria all'incontro domenicaleche, mostrando come video, musi-ca e drammatizzazione possonointegrarsi benissimo con la pre-ghiera, ha saputo paragonare la vi-ta di Pietro a quella di ciascun gio-vane. “Per me la visita del Papa - raccon-ta Carla di Cagliari - è stata un mo-mento straordinario. Ho vissuto la

preparazione alla fiera con i giova-ni dove mi ha colpito il momentodella Riconciliazione: è stato straor-dinario vedere tanti giovani che siavvicinavano ai sacerdoti per chie-dere perdono a Dio e rimettersi incammino.Alla Messa ho parteci-pato con il mio gruppo: la paroladel Papa ci ha toccato nel profondoed è stato bellissimo vedere tuttala città e la Sardegna riunite intornoa Pietro, che ci parlava di Gesù, ciincoraggiava”.

L

Un momento dell’incontro in fiera.

cronaca

Una veglia insolita,tra musica e videoclip

DIETRO LE QUINTE

Durante la giornata dei giovani èstato possibile accostarsi al sa-cramento della riconciliazione,anche con l'aiuto di 17 compo-nenti di “Giovani e riconciliazio-ne” giunti a Cagliari da ReggioEmilia. E' un gruppo nato du-rante la GMG del 2000 di Ro-ma, quando alcuni ragazzi ac-compagnarono tantissimi lorocoetanei al sacramento per tregiorni e tre notti, dando vita allafesta del perdono. “La confes-sione è un momento bello dellaChiesa - spiega Pietro, 24 anni,studente di ingegneria nel ca-poluogo emiliano - invitiamo tut-ti a viverlo come un momentodi festa”. Padre Fabio Basciu,responsabile regionale Ofs eGi.fra., ha trascorso tutta la gior-nata ad amministrare le confes-sioni: “Ho visto un grande desi-derio, sia da parte dei giovanisia da parte dei volontari dellostaff - racconta - di incontrare lamisericordia del Signore, chesorprende sempre”. Cristiana, 34 anni, agente im-mobiliare, novizia del Terz'ordi-ne ormai prossima alla profes-sione, faceva parte del gruppoche ha studiato la logistica e lapreparazione dei 40 confessio-nali posizionati in fiera e in al-cuni punti della città. “Spero chequesta iniziativa avvicini tantigiovani alla Chiesa e ai giovani -dice con un sorriso - Abbiamovissuto un momento davvero si-gnificativo di comunione con ilPapa”. Poi la veglia. “La chiavedell'iniziativa - commenta Mat-teo Vinti, seminarista cagliarita-no trentenne che ha curato larealizzazione della veglia con al-tri giovani - è stato l'incontro diPietro con Cristo, la scoperta diun significato per sè e quindi lanecessità di seguirlo in ogni cir-costanza della vita”.Per Emanuele Meconcelli, 32anni, altro seminarista cagliari-tano impegnato nella selezionedei brani proposti, “è stato crea-to in questo modo il clima giustoper stare insieme. Si trattava di comprendere co-me aiutare i ragazzi in questagiornata di attesa certamenteparticolare, fatta di preghiera edi festa. E nei 15 giorni in cuiabbiamo lavorato con questoobiettivo, con Matteo abbiamovissuto una bellissima amiciziacon gli altri amici che si sonocoinvolti”.Ha concluso la veglia un ap-passionato videomessaggio(che riportiamo integralmente apagina 4) registrato su un letto diospedale da don Marcello Me-lis, sacerdote salesiano di 37anni da alcuni mesi malato ditumore. “Vi rivolgo lo stesso messaggiodi Giovanni Paolo II - ha dettoprima di impartire la benedizio-ne - non abbiate paura di aprire,spalancare le porte a Cristo”.Quindi l'adorazione eucaristica,proseguita fino alle 2 del matti-no.

Mons. Mani incontra i giovani alla fiera.

M. V.

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Chiesa e identità. Il caro e vecchio Papa tedesco tocca il cuore dei Sardi.

ELLA TARDA MATTINATA didomenica, dopo averseguito l'omelia del Pa-pa a Bonaria, ho dato

uno sguardo all'edizione on linedel Corriere della Sera; vi campeg-giava: “Il papa: C'è bisogno di nuo-vi politici cattolici, rigorosi e com-petenti”. Giusto, ma il mondo èbello perché è vario.Ho seguito tutto in televisione daSassari e, personalmente, sonostato colpito da due passaggi deldiscorso papale.Il primo, quando nel presentaregli inizi del Cristianesimo nell'I-sola, ha sottolineato il valore del-la testimonianza dei martiri sardi“che, qui, hanno dato la loro vitacome atto di amore verso Dio everso gli uomini”. Non gli è basta-to: li ha voluti nominare tutti, unoper uno: Saturnino (anche se il no-me più probabile del martire ca-gliaritano è Saturno), Gavino (coni suoi compagni Proto e Gianua-rio), Simplicio, Lussorio, Efisio eAntioco. Penso si aspettasse un applauso -ne hanno contato una trentina -quando ha aggiunto che “la lorotestimonianza conquistò un ani-mo fiero come quello dei Sardi,istintivamente refrattari a tutto ciòche veniva dal mare”; un applau-so bissato poco dopo, quando hadetto che “la fede in Cristo è rima-sta nell'animo delle vostre popo-lazioni come elemento costitutivodella vostra stessa identità sarda”.

NRAIMONDO TURTAS

Il secondo passaggio, poco dopo,quando il Papa ha parlato delladiffusione della devozione allaMadonna, visualizzata dalle circa350 chiese e santuari che costella-no i paesaggi urbani e rurali dellaSardegna: “La vostra isola, cariamici della Sardegna, non potevaavere altra protettrice che la Ma-donna. Lei, la Madre, la Figlia e laSposa per eccellenza, sa Mama,Fiza, Isposa de su Segnore, comevoi amate cantare”. Stavolta nonè stato più un applauso, per quan-

to robusto e scrosciante: è statoun grido improvviso, un boatoistintivo e viscerale, come se il vec-chio, caro Papa tedesco avesse fat-to centro toccando qualcosa ditalmente intimo e profondo che,per come stavano andando le co-se, nessuno sospettava. Il Papaaveva parlato in sardo, la gente de-ve aver pensato, come uno di noi;e la gente ha reagito in quel modo. Un commento? Il primo: è propriovero che il Cristianesimo è tra glielementi costitutivi dell'identità

La fede portata dai martiri parteintegrante della nostra identità

sarda. Nei proverbi riferiti all'uo-mo, in quanto essere umano,quindi uomo-donna, questo ter-mine è sostituito di solito da cri-stianu; un esempio? Su cristianuest che isa terra: tottu su chi li ru-ghet si lu collit (il cristiano = l'uo -mo è come la terra; tutto ciò che glicade addosso se le prende). Ora, diquesta identità - lo si è visto - sia-mo debitori ai martiri sardi, com-preso Lussorio, che dal 1964 restabandito dal calendario liturgico.È tempo di porre fine a questa ver-gogna: se non c'è più tempo percambiare i testi già stampati, si ac-cluda in ciascuno almeno un fo-glio di errata-corrige, di modo che,a partire dal 2009, il 21 agosto sifaccia la festa di S. Lussorio. Per il2010 ci si penserà per tempo.Il secondo è a proposito del sardo;l'anno scorso, parlando con un ve-scovo sulla liturgia in lingua sarda,mi diceva che ormai il sardo nonlo parla più nessuno, non interes-sa più a nessuno, persino nei pae-si. Questo vescovo era presentequando c'è stato quel boato di cuisi è appena parlato. Gli auguro chel'esperienza di domenica lo aiuti ariconsiderare quella sua certezzaperché, se la Sardegna conservaancora qualcosa della sua iden-tità cristiana, questo lo deve an-che alla lingua sarda, che non puòessere buttata nella pattumieracome un oggetto inutile. Appenasette anni fa, nel 2001, il concilioplenario sardo - con l'approvazio -ne della Santa Sede che penso nonsi pieghi ad ogni soffio di vento -non la pensava così.

i numeri

Oltre 150mila fedeliper seguire il Papa

IL TABELLINO

- Più di 150mila il numero dei fe-deli che, secondo la Questura diCagliari, hanno partecipato allamessa celebrata sul sagratodella Basilica di Bonaria.

- 1200 le persone malate ac-compagnate nei settori a lororiservati.

- 32 i centenari che hanno incon-trato il Papa tra le navate dellaBasilica.

- 700 i volontari che si sono residisponibili per la realizzazionedell’evento, da aggiungere i cir-ca 300 messi in campo dallaCroce Rossa.

- circa 700 i componenti del gran-de coro guidato da don AlbinoLilliu durante la Santa messa.

- 13mila le sedie arrivate perl’occasione, da ogni parte dellaSardegna, sul sagrato della Ba-silica di Bonaria.

- 8 i treni speciali per trasportarei pellegrini. Esauriti tutti i pull-man privati disponibili nell’Isola,l’Arst ha messo a disposizione isuoi mezzi.

- 1500 i giovani che hanno effet-tuato la prenotazione per dor-mire nei padiglioni fieristici.

- 3 km e 800 metri di transenneacquistate dal Comune di Ca-gliari.

- 394 le persone accreditate pres-so la Sala stampa.

- oltre 600 i sacerdoti concele-branti con il Santo Padre.

- 25 i vescovi concelebranti.- 73mila i pass distribuiti per con-

sentire l’accesso dei pellegrini aivarchi intorno alla piazza.

- 600 uomini di supporto ai servi-zi di scorta.

- 20 unità della Gendarmeria va-ticana.

12 SIA BENEDETTOIL PORTICO DOMENICA 14 SETTEMBRE 2008

Il rientro in Basilica del simulacro della Madonna.

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SIA BENEDETTO 13DOMENICA 14 SETTEMBRE 2008 IL PORTICO

blocnotes

La gente di Cagliari ha risposto, ealla grande. L’invito era impegna-tivo: una vasta offerta di iniziativenon soltanto strettamente religio-se, collegate alla visita di Bene-detto XVI in città.La risposta è andata oltre ogniaspettativa: abbiamo ancora ne-gli occhi gli oltre 2000 ragazzi del-la Fiera, che hanno sfidato il caldoafricano (più di 40 gradi dentro ipadiglioni durante la veglia) pervivere una serata certamente ati-pica rispetto allo sballo da disco-teca. Prima due ore di veglia, bel-lissima da seguire, intensa e a trat-ti commovente. E poi l’adorazioneeucaristica, in notturna, con le no-te di Marco Ravasio.Ma i più saranno stupiti di sapereche i ragazzi hanno fatto la fila an-che per confessarsi, nei 40 con-fessionali allestiti nei padiglioni fie-ristici e in alcune piazza della città,in tempi in cui la riconciliazione -dicono - non è più di moda. Stes-sa fila per seguire la Via delle Bea-titudini, itinerario cultural-religiosoalla riscoperta di alcuni tra i mo-numenti più antichi e alla sequeladi brani di meditazione.Lo spettacolo di domenica ha fat-to il resto: 150mila secondo laQuestura i pellegrini in tutto il per-corso di Benedetto XVI solo du-rante la mattinata, senza contarei giovani (decine di migliaia) ac-corsi da tutta la Sardegna nel Lar-go Carlo Felice per l’Incontragio -vani. Certamente una grande te-stimonianza di fede, da annotaree custodire nel cuore (sn).

Una testimonianzadi fede autentica

LA RISPOSTA DI CAGLIARI

L’intervista. Parla Marco Frisina, l’autore del kolossal musicale “La Divina commedia - L’opera”

ROIEZIONI tridimensionaliaccompagnate da un lin-guaggio suggestivo, in cuisi fondono spartiti e im-

magini. Questi gli ingredienti dellospettacolo “La Divina Commedia.L'opera”, scritto e ideato dal mae-stro Mons. Marco Frisina e prodot-to da Nova Ars Arte e Cultura, chemette in scena il massimo capola-voro della letteratura italiana inchiave musicale, il cui riadatta-mento “I canti di Dante - L'Uomoche cerca l'Amore”, ha riscosso neigiorni scorsi all'Anfiteatro romanodi Cagliari un grande successo so-prattutto tra i giovani. La rappresentazione, inserita al-l'interno del fittissimo calendario diappuntamenti che hanno prece-duto la visita di Benedetto XVI, haconquistato i numerosi spettatori,a riprova che l'interesse per le ini-ziative di carattere culturale, inse-rite in un contesto religioso, è sem-pre più radicato. Per una sera, in-fatti, uno dei maggiori monumen-ti dell'Impero romano in Sardegnaè diventato un centro di attrazio-ne per questo evento capace di farrivivere un sentimento civile e reli-

PEMANUELE PIGA

“Stupito soprattutto dai tanti giovaniche amano Dante e dalla loro domanda”

gioso che ha attraversato i secoliper giungere in tutta la sua interez-za e la sua straordinaria attualità fi-no ai giorni nostri. Il maestro Frisi-na è un uomo estremamente di-sponibile, che esprime ancora in-credulità di fronte alla grande riso-nanza mediatica che la sua operaha risvegliato. Si aspettava un così grande suc-cesso di pubblico a Cagliari, so-prattutto tra i giovani?Lo speravo, ma ad essere sincerosono rimasto molto sorpreso delconsenso dei giovani. I giovani han-no bisogno, ora più che mai, di “al-te” proposte culturali che possanoentusiasmarli e fargli percepire unagrandezza di valori.Nella sua opera qual'è il perso-

Per il maestro Frisina“l’arte è un mezzouniversale e, se usatoin modo corretto, aiutamolto ad evangelizzare”

IUSEPPE PUSCEDDU e Giu-seppina Urru nei giorniscorsi hanno festeggiatoad Ortacesus, dove vivo-

no, il dodicesimo anniversario dimatrimonio. Lei 38 anni, è di Se-norbì e fa la segretaria; lui è di Or-tacesus, è impiegato alla MarinaMilitare e ha 46 anni. Domenica scorsa all'offertoriohanno portato sull'altare l'acqua eil vino per la celebrazione. L'hannofatto con i loro cinque figli, ed il se-sto in arrivo: Sara, 11 anni, Ales-sandro, 10, Miriam Nicoletta di 7,Maria Cristina Filomena, di 4 e lapiccola Carla Maria Faustina, didue, che deve il suo nome al fatto diessere nata il 2 aprile del 2006, nelgiorno del primo anniversario del-la morte di Papa Woytjla. “Durante l'offertorio abbiamo det-to al Pontefice - svela Giuseppina -che il prossimo si chiamerà - a se-conda del sesso - Benedetto o Be-nedetta. E' previsto che nasca il 25marzo, data importante per chi co-

me noi è devoto alla Madonna diBonaria”. Raccontano di aver rice-vuto la fede dalle loro famiglie, “miamamma Rosanella e mia madrinaMariolina - dettaglia Giuseppina,che fa anche la catechista - mi han-no dato esempi altissimi. I mieisuoceri, poi, hanno accolto 10 fi-gli. Per me sono state importantianche le suore di Gesù eterno sa-cerdote, che stanno a Senorbì”. Il Portico li ha incontrati proprionel giorno del loro dodicesimo an-niversario di matrimonio. Come siete stati scelti per questomomento?Mauro e Filomena Ledda, per con-to dell'Associazione Famiglie Nu-merose, hanno chiesto un incontroall'arcivescovo per chiedere di es-sere coinvolti nei preparativi dellamessa. Pensavamo semplicemen-te ad una buona postazione, mal'arcivescovo ha proposto che fos-se una famiglia numerosa a porta-re alcuni doni all'offertorio. Mauroe Filomena hanno indicato noiperché primi iscritti dell'associa-zione in Sardegna. Abbiamo poi

L’emozione e la fededi una famiglia numerosa

SERGIO NUVOLI

saputo della cosa dal nostro par-roco, don Pietro Mostallino.Cosa è successo in quei momenti?Sara e Alessandro tenevano le bot-tiglie dell'acqua e continuamentefacevano cenno al Papa di pren-derle, mentre il protocollo preve-deva che lui le toccasse soltanto,ma i bambini erano così confusiche non hanno capito nemmenoche stava regalando loro un rosario.Il Papa ha detto qualcosa?Mi ha guardato - dice lei - con unsorriso profondo, dopo aver acca-rezzato i bambini, e mi ha detto“brava”. A quel punto gli ho dettodella nostra intenzione di chiama-re il nostro prossimo figlio con il

suo nome. E, nonostante avessi-mo passato gli ultimi giorni a spie-gare il gesto, Maria Cristina in quelmomento gli ha detto “E tu chi sei?”Pensi che in casa nostra abbiamoun quadro di Papa Ratzinger inogni stanza, ed in salotto la sua im-magine è dietro la Madonna diMedjugorie.E il Papa?Per nulla stupito, le ha risposto “Iosono il Papa”. E lei: “Ah!” Come vivete la vostra fede?Partecipiamo alla vita parrocchia-le, grazie ad un giovane parrocomolto zelante (don Pietro Mostal-lino, ndr) che continua a trasmet-tere una profonda fede mariana.

G

Vittorio Matteucci, l’interprete maschile dell’opera di Marco Frisina.

Il momento dell’offertorio (foto Gabriella Carta).

naggio che meglio evidenzial'amore di Dio per l'uomo?L'uomo è rappresentato da Dante,e il personaggio che meglio identi-fica l'amore di Dio è senza dubbioBeatrice. Lei, strumento di Dio,manifesta l'amore per la gente, unamore esigente che esprime la cre-scita, ovvero quello che Dio vuoleda noi. Beatrice, così umana e cosìdivina, è l'immagine più bella del-la Grazia e guida Dante attraversoquesto cammino.Oltre alla Divina Commedia hacomposto numerose colonne so-nore di film e produzioni per la fic-tion televisiva, soprattutto di ar-gomento religioso ed è tutt'oggiuno dei maggiori compositori dimusica sacra per le funzioni litur-

giche, sia in Vaticano che nelle va-rie parrocchie italiane. La sua puòessere considerata come una nuo-va forma di evangelizzazione?Io lo spero sempre fortemente. IlSignore mi ha condotto in luoghimai toccati dall'evangelizzazionecome il cinema e la tv. L'arte è unmezzo universale, e i mezzi di co-municazione sociale, se utilizzaticorrettamente, sono uno stru-mento molto importante per evan-gelizzare in maniera efficace.Uomo di Chiesa e artista. È diffici-le conciliare entrambe le cose?Effettivamente è un po' faticoso. Èuna vita complicata di lavoro, mal'arte ci sostiene e ci da entusiasmo.A livello spirituale non è difficileconciliare le due cose, gli unici pro-blemi riguardano la sfera tempo-rale. Come prete, annunciare legrandi cose come il Vangelo ancheattraverso questi strumenti artisti-ci e culturali molto forti ed espres-sivi è spiritualmente molto signifi-cativo.È nata prima la vocazione religio-sa o la passione per la musica?La mia passione per la musica è na-ta quando ero bambino, poichéprovengo da una famiglia di musi-cisti. La mia formazione musicaleera quindi già avviata e si è poi in-trecciata alla vocazione sacerdota-le. Quasi contemporaneamente so-no entrato nel Pontificio SeminarioRomano Maggiore compiendo glistudi teologici presso la PontificiaUniversità Gregoriana e mi sonodiplomato in composizione all'Ac-cademia di Santa Cecilia.

Miriam e Maria fanno parte delleFiglie di Maria (un'aggregazione dibambine sotto la protezione del-l'Immacolata, ndr) e Alessandro èchierichetto. Ascoltiamo RadioMaria e il suo direttore padre LivioFanzaga.Signora, che effetto le ha fattol'appello alla difesa delle mammeda parte del Papa?Sono rimasta colpita perché lo hafatto davanti a due politici che pos-sono fare molto per la famiglia. C'èsempre più egoismo: oggi non siaiutano le famiglie, gli handicap-pati, le mamme sole. Cosa serve ad una mamma sola?Prima di tutto l'appoggio morale,specie se in difficoltà davanti allamaternità. Una certa mentalità haormai imposto il “figlio perfetto”:chi decide di portare avanti unagravidanza sapendo che non losarà viene condannata. Grazie alPapa che cerca di invertire questarotta e dare una scossa in questosenso.Come si fa ad essere mamma e anon smettere di lavorare?Guardi, ho capito che il Signoremanda un figlio, ma regala anchedue braccia in più che non si ve-dono: ci sono momenti in cui nonso come faccio. Certo, ci sono gioiee dolori, ma andiamo avanti fidan-doci di Gesù e di Maria.

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14 SIA BENEDETTOIL PORTICO DOMENICA 14 SETTEMBRE 2008

La via delle Beatitudini. L’iniziativa ha riscosso un grandissimo seguito grazie al passaparola tra i cagliaritani.

ARTITA IN SORDINA è stataforse una delle iniziati-ve, a corollario della vi-sita di Benedetto XVI,

che ha riscosso maggiore seguito.La via delle Beatitudini è stato uncrescendo di partecipazione “gra-zie al passaparola - dice SimonaLauterio, che insieme a Andrei-na Pintor ne ha curato la realiz-zazione. “Il primo giorno pocomeno di 150 persone vi hannopartecipato, mentre il secondoerano altrettante le sole prenota-zioni. Sabato poi il numero è sta-to davvero alto, con tante personeche venivano davanti il carcere diBuoncammino per radunarsi eprendere la Via.Ad accoglierli i volontari con laloro maglia gialla che li raduna-vano e li accompagnavano lun-go il cammino. Tra i partecipantigiovani, adulti, famiglie e gruppiprecostituiti. Così due coppie ma-ture, che insieme ad una giovanefamiglia si unisce a tre amiche.“Siamo qui - dice Consuelo, gio-vane infermiera - perché mi pia-ce la proposta di percorrere que-sto cammino sulla scia delle bea-titudini, con la possibilità di visi-tare alcune chiese non sempreaperte ma soprattutto ho la pos-sibilità di riflettere e meditare le

PR. C.

Beatitudini, una parte del Vange-lo che conosco - dice ancora l'in -fermiera - ma sulla quale non miero mai fermata in profondità”. Su questo punto converge ancheuna della due coppie Silvia e Ma-rio Arca, quarant'anni di matri-monio alle spalle. “La curiosità discoprire cose nuove sulle Beati-

tudini - dice Mario - ci ha spintoa venire qui, con questo caldo elasciare la casa sul mare a Foxi.Poi - aggiunge la moglie - la pos-sibilità di entrare in una dellechiese del percorso come quelladi S. Lorenzo è stata una ulteriorepossibilità di coniugare fede ebellezza dell'arte”.

Tre giorni con il discorso della montagnaper riscoprire la gioia di essere perdonati

Chi invece non è certo di fare tut-to il percorso è Benedetta, madredi Simone e Andrea, che insiemea Carlo il marito si accinge a par-tire “non so se arriverò alla fine ese potrò seguire bene tutte le tap-pe con due figli piccoli ma pensosia questo un modo per prepa-rarsi alla presenza di Benedetto

Pellegrini in attesa della via delle Beatitudini.

IECI TAPPE IN altrettanti luo-ghi del centro storico diCagliari meditando l'ini -

zio del discorso della Montagnanarrato dai Vangeli. “La via delleBeatitudini” è stato un percorsospirituale che ha unito la bellez-za della scrittura a quella di al-cuni luoghi importanti per Ca-gliari. Un modo se volete insolitoper unire la riscoperta dell’arteal gusto per la meditazione supassi del Vangelo, un modo di re-cuperare una buona abitudinemagari smarrita. Sarebbe davve-ro bello che restasse come indi-cazione del grande avvenimentodi fede del 7 settembre.

Partenza dal carcere di Buon-cammino a sottolineare la con-divisione con chi vive una con-dizione particolare. Prima tappanella chiesa di S. Lorenzo per me-ditare il Beati poveri in spirito.Poi ancora il viale Buoncamminocon una seconda tappa e il Beatiagli afflitti. A seguire la quartatappa, nella piazzola del Belve-dere vicino Porta Cristina e lì me-ditazione su Beati i miti. PassataPorta Cristina si arriva alla piazzaIndipendenza dove per i pelle-grini il richiamo al Beati quelliche hanno fame e sete di giusti-zia. Poi due chiese per altrettan-te due tappe: quella di S. Maria alMonte con riflessione su Beati imisericordiosi e la basilica di S.Croce con Beati i puri di cuore.L'ottava tappa è al bastione di S.Caterina con la riflessione sulbeati gli operatori di pace. Ultimedue tappe nella piazza nei pressidel museo del Duomo, con la ri-flessione su Beati i perseguitatied infine in Cattedrale Beati voi.Rallegratevi ed esultate perché

Alcuni volontari alla tappa iniziale della via delle Beatitudini.Dgrande è la vostra ricompensanei cieli. E qui scatta qualcosa di partico-lare: in tre giorni diversi hannosentito la necessità della Confes-sione. Il sacramento della Ricon-ciliazione, non solo per i giovani,è tornato al suo posto, in occa-sione della visita di BenedettoXVI, a dispetto delle statisticheche lo indicano come momentoormai trascurato. Per i ragazzi so-no arrivati da Reggio Emilia 17componenti di “Giovani e Ricon-ciliazione”, un gruppo nato nel

2000 dalla GMG di Roma, ma ilservizio è stato comunque ga-rantito con numerosi sacerdoti ereligiosi della nostra Diocesi, chehanno reso possibile questa bel-lissima esperienza di perdono.Il viso all'uscita della Cattedralesembra più disteso, il dialogo si fafitto e lo scambio di esperienzee sensazioni dopo due ore tra-scorse a meditare sulle Beatitu-dini in luoghi particolarmentebelli e con persone magari visteper la prima volta genera senti-menti di reciprocità.

XVI. Qualcuno mi ha suggerito dilasciare i figli a casa ma credo cheanche loro benché siano piccolidevono vivere questa esperienzainsieme a noi due”.Tra le decine di volontari che as-sicurano il servizio a questa ini-ziativa Gloria, insegnate di reli-gione monserratina, che si dicefelice della sua scelta. “Credo checome figlia della Chiesa sarda ilmettersi al servizio per un eventocosì importante sia quasi unascelta obbligata. Accogliere l'altro,mettersi a sua disposizione perqualunque evenienza, ed ac-compagnarlo nelle dieci tappe èdi certo una bella esperienza, perconoscere e condividere la fedeed anche la vita di chi hai a fian-co”.Daniele, sposato e padre di duefiglie, è uno dei tanti volontariche, in ferie per qualche giorno,con tanto di maglietta gialla, ac-compagna come volontario ungruppo formatosi nel giro di qual-che minuto. “il nostro - spiega -non è un itinerario turistico tra lebellezze della città ma un percor-so spirituale scandito dalle Beati-tudini che meditiamo in ognunadelle dieci tappe”. Il gruppo partee già altre persone giungono allaspicciolata, il flusso non si ferma,c'è voglia di conoscere e condi-videre.

“Percorrere la via delle Beatitu-dini - ha detto l'arcivescovomons. Giuseppe Mani - significaandare incontro a Cristo e via viache ci si avvicina a Lui sente sem-pre più il desiderio di essere co-me Lui”.Un modo nuovo e particolare perla preparazione all'arrivo delSanto Padre. Esperimento riu-scito: il crescente numero di pre-senze nei tre giorni lo testimo-niano. Le cose più semplici evi-dentemente sono sempre quellepiù apprezzate.

I. P.

“Chi percorre la viadelle beatitudini vivepiù vicino a Cristo”Un’esperienza validaper meditare il Vangeloe accostarsi con fedee devozione al sacramento della Riconciliazione

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SIA BENEDETTO 15DOMENICA 14 SETTEMBRE 2008 IL PORTICO

pellegrini

Davvero davanti al Papa c'era tuttala Sardegna. Chi non era a Bonariaha seguito l'evento a casa, tramite latelevisione. Non è un caso se Vi-deolina, che trasmetteva le tappepiù salienti della visita, ha battutoogni record di ascolto nella giorna-ta. Dai paesi dell'interno e del Nord Sar-degna la partenza verso Cagliari èiniziata di buon mattino per noncreare ingorghi giganteschi alle por-te del capoluogo. Molte personehanno desistito dal viaggio perchénon c'erano più pullman a noleggiodisponibili. Ferrovie dello Stato edArst hanno dovuto fare gli straordi-nari.Insomma si è trattato di un vero eproprio pellegrinaggio, con la faticache questo comporta. Il caldo,l'attesa, la ressa, la difficoltà di tro-vare posti a sedere erano difficoltàda affrontare. Alla fine ci sono stati280 interventi di soccorso per lievimalori. Una cifra del tutto modestase rapportata al numero dei fedelipresenti a Bonaria e alle condizionilogistiche e metereologiche.

Ad accogliere il Papa c'era un climadi entusiasmo e di festa. Sembravadi incontrare uno da sempre amicodella Sardegna e caro ai suoi abi-tanti.Particolarmente significativo è l'altonumero (oltre 1200) di persone ma-late presenti alla celebrazione dellaSanta Messa. Solo per loro è statomobilitato un ingente servizio di as-sistenza, facendo l'impossibile vi-sto che gli spazi attorno al Santua-rio sono modesti per questo tipo dieventi.Da ricordare che non ci sono statiparticolari problemi nel traffico ur-bano. Metà città era soggetta a di-vieto di parcheggio o di transito.Provvedimento accettato senzatroppi mugugni. Per fortuna la serieA di calcio riposava e dunque nonc'era partita del Cagliari.Esemplare il servizio d'ordine checon pazienza e cortesia ha assistitoe guidato l'enorme flusso di fedeli. Ivolontari erano tanti ma nella fasedella loro preparazione non si pen-sava certo ad oltre 150 mila parte-cipanti alla celebrazione della Mes-sa. Si parlava di 80 mila fedeli edinvece ne sono arrivati il doppio.

Fatica su faticapur di vedere il Papa

era ovviamente cosa avrebbe fatto e dettol'Amor Vostro, dove sarebbe andato, quan-do e come sarebbe arrivato, con chi e sen-za chi, quanti minuti di udienza papaleavrebbe avuto. Non a caso il titolo dei mag-giori quotidiani nazionali è stato “Serveuna nuova generazione di politici cattoli-ci”. E via con le intemerate sulla necessitàdi una classe politica virtuosa. Ovviamen-te condite con le foto del premier che sa-luta il Papa o benedice la folla.Insomma l'ultima delle preoccupazionipontificie è diventata la prima pagina del-l'informazione. E' ben diversa la scalettadei temi che stanno a cuore a BenedettoXVI e anche a chi lo ha ascoltato. Impres-siona questa uniformità con cui i maggio-ri organi di informazione si accodano ailanci di agenzia.

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Sì, perché alla fine sono le agenzie a detta-re i contenuti su cui i giornali scrivono e letelevisioni parlano. Va in onda il cortocir-cuito mediatico. Il giornalista d'assalto,spesso e volentieri, segue l'evento sulla te-levisione e poi scrive. Scrive su cose chenon ha visto di persona benché si svolga-no a venti metri da dove si trova. Il Papa, ochi per lui, è un pretesto, lo spunto per dis-sertare e microfonare in libertà. L'agenziadi stampa detta l'argomento, i giornalisvolgono il compitino, la realtà vera, in car-ne ed ossa, resta altrove.

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Merito va dato ai giornali locali che hannocoperto la Visita papale con puntiglio e in-telligenza. Hanno messo in campo il me-glio delle redazioni che ha lavorato dav-vero sodo e in condizioni spesso ardue.Esemplari i due inviati di Radio Vaticanache per tre giorni sono stati dietro ai fattiproducendo una mole di interviste, noti-zie, commenti. Lodevole il lavoro di Vi-deolina. Sarebbe stato perfetto con un con-duttore più sobrio, meno ripetitivo e conimmagini non sovrapposte ai suoi inter-venti.

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Quando ai testi ufficiali del Pontefice ven-gono fatte aggiunte dell'ultimo momentosi rischiano gli imprevisti. Alla fine della

Messa, Benedetto XVI ha ringraziato il Presi-dente del Consiglio e Gianni Letta. Un attoprotocollare che ha rischiato di creare un in-cidente diplomatico col Presidente della Re-gione, Renato Soru. Con lui era previsto un in-contro privato al pomeriggio ma quel man-cato saluto e ringraziamento di mattina haovviamente stupito. Si è rimediato nell'in-contro con i giovani, anche qui con un'ag-giunta al testo ufficiale. Semplicemente me-schine le persone che hanno fischiato per ta-le ringraziamento. Tirare il Papa dentro il tea-trino delle faide politiche regionali è una pic-cineria di persone piccine.

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La postazione per la stampa, davanti alla Ba-silica di Bonaria è stata preparata con cura maper arrivarci bisognava saltare un muretto.Robetta da niente ma che nell'ordine ha cau-sato: rottura del cavallo dei calzoni di Rober-to Comparetti; caduta semi-rovinosa di unagiornalista Rai mentre ad un'altra si è staccatoil tacco della scarpa; giro di Pippo per un'ac-creditata in gonna che altrimenti doveva ac-cedere trasportata di peso. Inezie dinanzi al-lo splendore di quanto accadeva attorno.

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Non si può avere tutto. Nel terzo piano delpalazzo di via Fara 19, adibito a salette per igiornalisti, ci sono due bagni. In uno non fun-ziona il lavandino, nell'altro il water. Con unpo' di pazienza, entrando ed uscendo dai duevani, si otteneva il servizio completo. Unapiccola penitenza di cui nessuno si è lamen-tato.

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Michele Tatti, da buon tifoso romanista, hapassioni viscerali. Quando in televisione hasentito la citazione del Papa pronunciata inperfetto sardo si è messo ad urlare “sardistasubito”. Gran parte dei presenti erano di te-state straniere e masticavano a stentol'italiano, figuriamoci il sardo. Il Tatti parla invece più in sardo che in italia-no. Non è stato facile superare le barriere lin-guistiche e far capire che non si trattava diun urlo da stadio ma di gioia per tutt'altracosa. Lui almeno si è preso la briga di ascoltare ilPapa e di confrontare con il testo sotto em-bargo che aveva tra le mani.

OMENICA 7 SETTEMBRE, ore 23. DonLuciano Pani, parroco di Sant'An-na tira un sospiro di sollievo.L'ultima troupe giornalistica ha

lasciato i locali di via Fara 19 dove era alle-stita la sala stampa per la visita del Papa.Esperienza che il parroco difficilmente di-menticherà.Per una settimana infatti ha vissuto comeun sequestrato in casa. Piano terra e terzopiano requisiti per i 394 giornalisti, foto-grafi, operatori audiovisivi, corrispondentidi agenzie, accreditati per l'evento. E nonbasta. Il povero parroco ha dovuto coabita-re per tutto questo tempo, nel suo apparta-mento, con il direttore della sala stampa. Enon basta ancora. Ha procurato tavoli, se-die, computers, stampanti, fotocopiatori,video-proiettore, apparecchi televisivi, ca-vi, cavetti, prolunghe, prese elettriche, frigosempre rifornito di acqua, risme di carta.Senza contare il lavoro fatto dai tecnici suoiamici. Don Luciano ha un cuore grande co-me un aeroporto. Noi abbiamo iniziato achiamarlo “l'uomo di Dio”, visto che è ca-pace di risolvere le emergenze anche alle 4del mattino. L'unica cosa che non ha mes-so a disposizione (perché non serviva) è illetto dove dorme. Telefono e telefonino, in-vece, erano anch'essi in nostra dotazione.

******

Le curiosità nella fase dell'accreditamentosono tante. Rai e Mediaset, saputo che ilPresidente del Consiglio sarebbe stato pre-sente all'evento, ci hanno inviato la ri-chiesta di accredito “per la visita di Berlu-sconi a Cagliari”. Mica del Papa: di Berlu-sconi. L'Amor Vostro ha la rara dote di ri-svegliare anche i più sonnacchiosi: e così,anche le testate che fino a qualche giornoprima della visita papale non avevanochiesto nessun accredito, all'ultimo mo-mento hanno fatto a gara nel mobilitareinviati e corrispondenti.In Sardegna non deve essere molto chiarala distinzione tra un pass e un accreditopresso una sala stampa. Non si spiegano al-trimenti le richieste di accreditamentoinoltrate a favore di un sedicenne, di ultraottantenni, di padre madre e relativa pro-le, di un cuoco aspirante fotografo o di unex-dipendente pubblico ricoverato inospedale.

******

L'estro notturno del solito don Luciano ciha permesso di sopperire (non diremo maicome perché la trovata può risultare utile inaltre occasioni) alla mancanza dei carton-cini su cui apporre le foto segnaletiche de-gli accreditandi, delle targhette portabad-ge e dei laccetti per appenderle. Il Comita-to organizzativo ha provveduto ad una for-nitura extra sabato mattina, quando or-mai il più era fatto. A dire il vero nessuno aveva previsto unnumero così alto di accrediti che, come giàdetto, sono levitati dopo l'annuncio dellapresenza dell'Amor Vostro.Sui pass per gli autoveicoli degli accreditatistendiamo un velo perché non si potrebbefare ironia ma solo satira.

******Tra i giornalisti, l'argomento dominante

Ironie e curiosità. La visita del Papa vista da dietro le quinte della Sala stampa.

F. M.

Grazie a un parroco miracolosoi giornalisti hanno potuto lavorare

D

Giornalisti nella Sala stampa.

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IL PORTICO DOMENICA 14 SETTEMBRE 200816 SIA BENEDETTO

curiositàRegistrazione Tribunale Cagliari

n. 13 del 13 aprile 2004

S E T T I M A N A L E D I O C E S A N O

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Il diario dell’Arcivescovo. Una indimenticabile giornata con Benedetto XVI.

Ho visto la fede dei Sardi capacedi commuovere Gesù e gli uomini

a poche ore il Papa ha la-sciato Cagliari. Faremoun numero unico per ri-

percorre tutte le tappe di unaindimenticabile giornata ma, acaldo, voglio parteciparvi i mieisentimenti di questa giornata.Sono tanti. Sono abituato a stare vicino alPapa in occasioni simili. A Ro-ma, quand'ero Vescovo Ausilia-re, quasi ogni domenica ac-compagnavo Giovanni Paolo IInelle parrocchie e ogni merco-ledì ero a pranzo da lui. Cono-scevo il Cardinale Ratzinger manonostante tutte questi ele-menti normalizzanti ho vissutodelle emozioni grandissime,prima tra tutte la testimonianzadi fede di un popolo. “Non ave-vo mai visto cose simili” possodire. Dopo la celebrazione a Bonariasono salito sulla papamobile e,accanto al Papa, ho seguito tut-ti i movimenti della giornata.Una folla immensa si accalca-va ai lati delle strade. C'era ognicategoria di persone che siesprimeva nella maniera piùnaturale e spontanea. Gli an-ziani affacciati alle loro finestreo sui balconi si facevano il se-gno della croce e agitavano lacorona del Rosario. I giovani gri-davano e agitavano i loro fou-lard scandendo: “Benedet-to…Benedetto”. I genitori sol-levavano i propri bambini per-ché lo vedessero e li vedesse perbenedirli. Migliaia di telefonini

D+GIUSEPPE MANI

detto anche al Papa le obbie-zioni che alcuni bravissimi sa-cerdoti mi fanno quando misentono parlare con entusiasmodella fede della nostra gente. Si può parlare di fede quando cisono ancestrali divisioni tra fa-miglie, quando non si frequen-ta la Messa domenicale ecc..ecc..? Mi interessava sapere ilparere, oltre che del Papa, delteologo Ratzinger. Gli ho dettoche per me è fede, un po’ vete-rotestamentaria ma è fede. Unafede che coesiste con il peccatoma che esiste ed è il fondamen-to della speranza che un giornodiventi anche carità. Il Papa è ri-masto sorpreso e poi mi ha det-to: “È vero, perché anche quelladi Abramo era vera fede, è vero,

è vero”. Son rimasto soddisfatto.Durante la conversazione e inaltri momenti della giornata hacommentato alcune cose di-cendo: eppure c’è fede, un po’veterotestamentaria ma è fede.La fede è la sostanza delle coseche si sperano, direbbe S. Paolo,per cui dobbiamo sperare, c'èragione per sperare. E a me ècresciuta la speranza, con que-sta fede possiamo fare grandicose per il Signore. Il momento culminante di que-sta esperienza è stato nel LargoCarlo Felice quando una folladavvero straordinaria di giovaniha accolto il Papa. Molti di loroerano stati con me l’intera gior-nata di sabato alla “Fiera” perprepararsi con la riflessione e lapreghiera al grande incontro. Aloro se ne erano aggiunti tantialtri che rispondevano con ap-plausi al discorso del Papatutt'altro che semplice e am-maliante. Ha parlato di famiglia,di formazione intellettuale e difede ed ha chiesto loro impegnoe serietà per costruire il futurodell'Isola. C'è ragione per spe-rare. E’ stata un'esperienza meravi-gliosa: i Sardi volevano vedere ilPapa e io ho visto la loro fede.Ho avuto la gioia di essere il piùvicino di tutti al Papa ed ho ap-profittato per parlare a Pietrodella fede del mio popolo. Unpo’ veterotestamentaria, in di-versi casi, ma sempre fede, quel-la che salva, quella capace dispostare le montagne, quellache commuoveva Gesù e hacommosso anche me.

Il saluto del Santo Padre sul sagrato della Basilica di Bonaria.

alzati volevano fotografarlo.Qualche indifferente, che nonera riuscito a rimanere in casa,osservava e si teneva all’erta pernon essere anche lui risucchia-to dall'entusiasmo e dalla fededella folla. Ho pensato che “ingrande” si è verificato ciò cheaccadeva al passaggio di Gesù.Tutti volevano esserci, voleva-no “vedere il Papa”, il Papa li be-nediceva e io mi gustavo la spet-tacolo della fede della mia cittàche, senza rispetto umano simanifestava con naturale spon-taneità. Il tema della fede è uno a me deipiù cari. Ne ho parlato al Papanel discorso di saluto all'iniziodella Messa a Bonaria e a lungoa tavola durante il pranzo. Ho

la settimana dell’ArcivescovoDomenica 14 ore 11 Messa a S.Elena

ore 16 Messa ad Uta per i malati

ore 18.30 Messa a S. Isidoro a Sinnai

Martedì 16 ore 10 - 13 Udienze

ore 16 CONVEGNO CATECHISTICO

Mercoledì 17 ore 10 - 13 Udienze

ore16 CONVEGNO CATECHISTICO

Giovedì 18 A Lourdes

Venerdì 19 A Lourdes

Sabato 20 A Lourdes

Domenica 21 A Lourdes

COMUNICATO DELLA CURIA

Il Santo Padre Benedetto XVI ha conferitol’onorificenza di Suo Cappellano a Don Martino Murgia, già parroco di Samassi