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E.R.

MISTERI E SEGRETI DEL B'NAI B'RITH

La più importante, organizzazione ebraica internazionale

Il B'nai B'rith, che in ebraico vuol dire "figli dell'Alleanza" è stato fondato negli Stati Uniti

nel 1843. È riservato esclusivamente agli israeliti. Oggi conta più di 500.000 fratelli e sorelle come affiliati, in una cinquantina di paesi. L'élite internazionale delle varie comunità giudaiche, da Sigmund Freud ad Albert Einstein, ne è stata o ne è membro. Si tratta certamente della più antica, più diffusa e senza dubbio la più influente organizzazione ebraica internazionale. Per esempio è stato il B'nai B'rith che ha ottenuto il riconoscimento dello Stato d'Israele da parte del presidente americano Harry Truman. È stato sempre il B'nai B'rith che è riuscito ad ottenere dalla Chiesa Cattolica il cambiamento del suo insegnamento bimillenario, a proposito del giudaismo, nel Concilio Vaticano II.

Nel 1905, Jacob Schiff, banchiere americano e alto responsabile del B'nai B'rith affermava: "Se lo Zar non vuole dare al nostro popolo la desiderata libertà, allora una rivoluzione instaurerà una repubblica tramite la quale si otterranno quei diritti". Dodici anni dopo, nel 1917, la rivoluzione bolscevica sconvolgeva la Russia espandendo la sua influenza nel mondo intero, e o stesso Zar veniva trucidato assieme alla sua famiglia.

In Italia, per non citare che dei fatti recenti, è stato il B'nai B'rith ad intervenire affinché il sindaco 'di Roma Rutelli non intitolasse una via della capitale a Giuseppe Bottai (Ministro della Pubblica Istruzione sotto il fascismo). Il B'nai B'rith è intervenuto affinché nelle scuole italiane si studiasse "meno Manzoni e più Primo Levi", secondo le parole dell'allora presidente del Consiglio Giuliano Amato. Nell'agosto del `94 Silvio Berlusconi, all'epoca capo del governo, dovette scusarsi. con Abraham Foxman (direttore dell'A.D.L.) per una dichiarazione del suo ministro Mastella, che insinuava che fosse stata la reazione della lobby ebraica americana a determinare la caduta della lira sul mercato internazionale.

Questa Organizzazione che ricalca l'organizzazione massonica è per lo più sconosciuta al grande pubblico, ma ha esercitato, ed esercita tuttora, un'influenza enorme sugli avvenimenti mondiali. Misteri e segreti del B'nài B'rith è la prima inchiesta indipendente ad esso dedicata nel mondo intero. Essa contiene moltissimi documenti inediti ed è quindi un libro esplosivo, in grado di rispondere alle domande che ogni cittadino ha il diritto di porsi.

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INDICE INTRODUZIONE UNA STORIA DEL B'NAI B'RITH IL B'NAI B'RITH E LA MASSONERIA IL CRISTIANESIMO RIVEDUTO E CORRETTO DAL GIUDAISMO FREUD, LA PSICANALISI, LA CÀBALA ED IL B'NAI B'RITH IL B'NAI B'RITH E IL COMUNISMO IL B'NAI B'RITH IN GERMANIA ISRAELE, CENTRO MONDIALE DEL B'NAI B'RITH UN FINE PRIMARIO: IMPEDIRE L'ASSIMILAZIONE LA LEGA ANTI DIFFAMAZIONE "BRACCIO ARMATO" DEL B'NAI B'RITH LA PIÙ GRANDE RETE DI SPIONAGGIO PRIVATO NEGLI STATI UNITI IL B'NAI B'RITH IN FRANCIA E IN EUROPA LE STRANE CONNESSIONI DELL'A.D.L. CON LA L.LC.R.A. IL "GIURAMENTO DEI B'NAI B'RITH" IL B'NAÏ B'RITH IN ITALIA ALLEGATO I ALLEGATO 2 ANNESSO 3 Indice Alcuni massoni fondano il B'nai B'rith Allocuzione dei Gran Rabbino René-Samuel Sirat Allocuzione rivolta dal Dr. Marc Aron al Cardinale Decourtray Attivi nella denuncia Benjamin F. Peixotto.La rivoluzione bolscevica prevista con quindici anni d'anticipo Campagne intimidatorie Collaborazione poliziesca Costituire delle èlites Creazione di un ufficio parigino dell'A.D.L. americana Dodici ebrei emancipati Fini nascosti Gioielli, collari e grembiuli Gli inizi dell'Ordine Gli inizi in Francia dell'A.D.L. Gli Stati Uniti non sono una nazione cristiana Henry Monsky sostiene il sionismo II B'naï B'rith al Concilio Il B'naï B'rith e la scuola II B'naï B'rith in Palestina: Eretz Israël II B'naï B'rith in soccorso dei massoni ebrei tedeschi II B'naï B'rith, primo uditorio di Freud II deicidio non esiste più

II fallimento dell'innesto americano II lato ebraico della psicanalisi II rituale d'iniziazione Il B'nai B'rith a Hollywood Il B'naï B'rith all'origine della legge Fabius-Gayssot Il B'naï B'rith e il Vaticano Il B'naï Brith e la politica. Il B'naï B'rith fa riconoscere Israele Il B'nai B'rith, avanguardia della comunità Il B'naï B'rith, movimento pre-sionista Il boicottaggio del regime nazional-socialista Il cardinale del B'nai B'rith Il comunismo come rigenerazione dei giudaismo comunitario Il council Janner Il destino di Israele: illuminare i Gentili Il Distretto XIX (Europa Continentale) Il Dr. Marc Aron Il fiasco Demjanjuk Il folgorante sviluppo dei "Bne Briss" Il Fratello Albert Pike Il presedente Jean-Pierre Bloch Il Presidente Taft Il rimpianto del ghetto e i pericoli dell'emancipazione Il ritorno di Shimon Samuels Il rituale Il ruolo filantropico Influenza politica preminente nel XIX secolo

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La chiave dei sogni, aspirazione dei maghi La conferenza di Seelisberg La Costituzione del B'nai B'rith La creazione della Frammassoneria negli Stati Uniti La Frammassoneria in Palestina La Grande Loggia di Palestina La guerra di secessione La L.I.C.A. equivalente dell'A.D.L.? La lealtà intransigente La Loggia Francia La Loggia inglese del B'naï B'rith e la Palestina La Ménorah, simbolo dell'Ordine La psicanalisi, ultima trasformazione della cabala ebraica? La regola del segreto La riconoscenza dei presidenti americani La rivoluzione bolscevica La seconda guerra mondiale e il dopoguerra L'affare Leo Frank L'alleanza con Mosè, chiave di Freud e... dei B'naï B'rith Le Fondazioni Hillel Le logge ebraiche negli Stati Uniti Le Pen, primo revisionista di Francia Le trattative con il cardinale Bea L'emigrazione degli ebrei dall'U.R.S.S., chiave della colonizzazione israeliana L'Hôtel de Lassay a disposizione del B'naï B'rith L'influenza del B'naï B'rith nel dopoguerra L'Isaac dei "Malet-Isaac" Lottare contro i matrimoni con i goys L'Unione francese delle associazioni B'naï B'rith Massoni? Non più nomi di criminali ebrei nei giornali Numerose amicizie politiche e giornalistiche

Organigramma dell' Anti Defamation League per gli anni 1992-1993 Organizzazione mondiale del B'naï B'rith Origini, natura, statuto Personalità accuratamente selezionate Presidenti successivi del B'naï B'rith: Pressioni amichevoli Principali esponenti dell'I.P.C.A.A. a livello internazionale Provocazioni di ogni genere Revisionismo evangelico Risposta del cardinale Decourtray Screditare le persone indipendenti Segni di riconoscimento e parole d'ordine Si sarebbe antisemiti soltanto perché si racconta il vangelo? Sorveglianza costante del Front National Sostegno a una spia Sostegno all'Africa del Sud Strette relazioni tra giudaismo e massoneria Svariate pressioni Un allineamento sempre più sistematico Un ausiliario al servizio d'Israele Un certo "razzismo" ebraico Un discorso del Fratello Freud Un falso problema Un presidente comune per la L.I.C.A. e il B'naï B'rith Un schedario di dodicimila nomi Un servizio parallelo per la schedatura delle destre nazionali Una loggia del B'naï B'rith a Mosca sotto il regime comunista Una rete di spionaggio clandestino Una vecchia abitudine Uno Strano Comunicato Un'organizzazione potente ed strutturata

Prefazione Dopo l'edizione del primo volume dell'Enciclopedia Politica Francese, ho ricevuto, per posta ed anonimamente, uno studio di grande interesse sul B'nai B'rith, la principale organizzazione mondiale ebraica e, al tempo stesso, la più numerosa, antica ed influente. Ho giudicato scorretto tenere per me questo studio, veramente eccezionale, che solleva il velo su questa organizzazione non paragonabile a nessun'altra. Eccovi il documento così come l'ho ricevuto.

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La parola B'nai'B'rith ricorda quel momento esaltante nel quale i nostri antenati, trovandosi ai piedi del monte Horeb, intesero il messaggio: Dovete essere per me un impero di sacerdoti, un popolo sacro. Documento per il 50° anniversario della fondazione dell'ordine internazionale del B'nai B'rith. Si potrebbe immaginare la potenza del giudaismo se, a modello del B'nai' B'rith, migliaia di logge, sorte democraticamente, si accollassero la preoccupazione, che oggi è di poche persone, circa l'avvenire della nostra civilizzazione? Scegliere di essere B'nai'B'rith vuol dire scegliere di essere integralmente ebreo. George M. Bloch, Un modo di essere ebreo, rivista del XIX distretto, ottobre 1973

1. INTRODUZIONE

Alla Bibliothèque Nationale non si trova alcunché riguardo al B'nai B'rith (1), salvo un modesto opuscolo in lingua ebraica, uno in tedesco datato 1932, un altro in inglese ed un quarto di un antisemitismo estremista... Praticamente niente anche alla Biblioteca del Congresso di Washington e nulla alla British Library di Londra. Tuttavia, secondo l'Enciclopedia Giudaica (1970) il B'nai B'rith, o Figli dell'Alleanza, costituisce "la più antica e numerosa organizzazione giudaica di mutua assistenza, riunita in logge e capitoli in 45 Paesi. Il numero dei suoi membri è di circa 500.000, tra uomini, donne e giovani. Esistono 1700 logge maschili delle quali il 25% fuori dagli Stati Uniti, con 210.000 uomini ed un budget di circa 13 milioni di dollari. I suoi programmi coprono tutti gli interessi ebraici e ne includono anche diversi altri orientati a finalità più vaste della comunità stessa". Risulta pertanto strano che una tale associazione, fondata negli Stati Uniti nel 1843 e in Francia nel 1932, non abbia mai. pubblicato alcunché su se stessa né in Francia né altrove (2). Se si consulta la collezione dei giornali che, ricordiamolo, devono per legge essere depositati alla Bibliothèque Nationale in quattro copie per ogni pubblicazione (e perfino i massoni osservano tale legge), si constata che il B'nai B'rith non ne ha mai effettuato il deposito legale se si eccettuano due soli numeri di una loro rivista, il B'nai B'rith Journal! Questa organizzazione non ha neppure mai depositato in Francia alcuno dei suoi opuscoli (3). Questo spiega senza dubbio come mai la stampa francese non ebraica, priva di documenti, abbia consacrato al B'nai B'rith meno di cinquanta articoli (4) a partire dalla sua fondazione, nel 1932. Malgrado tale boicottaggio dell'obbligo legale di deposito, abbiamo potuto consultare una piccola parte delle pubblicazioni del B'nai B'rith americano, francese ed europeo; ciò è stato possibile grazie a un'indagine di largo respiro durata diversi anni. Abbiamo voluto che questi documenti fossero riprodotti il più fedelmente possibile al fine di permettere al lettore di farsi autonomamente un'idea della questione. Alcune citazioni appari-ranno eccessivamente lunghe, ma siamo certi che ci perdonerete quando, leggendo con attenzione, scoprirete il cuore del problema di Israele. Chi approfondirà la lettura comprenderà bene quali siano i fini dell'ordine del B'nai B'rith, che sono niente di meno che quelli di "illuminare l'umanità" intera, vale a dire il resto del mondo al di fuori delle tribù di Israele. La Lega Antidiffamazione del B'nai B'rith (ADL) suo braccio armato, in uno dei suoi opuscoli di presentazione (5), definisce abbastanza bene i limiti di tale "liberazione": "L'ADL crede nell'integrazione, cioè nell'accettazione dei giudei come eguali, ma si oppone all'assimilazione - perdita dell'identità ebraica - la quale rappresenta non un trionfo del processo democratico bensì la sua disfatta". In questi ultimi anni, il B'nai B'rith francese ha, suo malgrado, attirato l'attenzione a causa del "giuramento del B'nai B'rith". Nel corso di un incontro organizzato dall'Ordine con esponenti politici della destra parlamentare francese, questi s'impegnarono, davanti alle rispettive assemblee, a non fare in avvenire alcun tipo di alleanza con il Fronte Nazionale (6). Poiché, da allora, nessun accordo è intervenuto, neppure di rinuncia al momento del secondo turno elettorale, chiudendo così in pratica il Fronte Nazionale in un ghetto politico, alcuni si sono preoccupati dell'ostracismo praticato nei confronti del 15% dei francesi, uomini e donne, trattati come appestati. L'Ordine del B'nai B'rith, nonostante vanti un'ampia cerchia di relazioni, se ne è preoccupato e, al momento in

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cui questo libro veniva dato alle stampe, ha fatto pubblicare un'opera di circostanza "La storia fantastica del B'nài B'rith" (7). Il sottotitolo, "La più importante organizzazione ebraica umanitaria nel mondo", fa comprendere l'intenzione dell'autore, un certo David Malkam. Questi, senza assolutamente nascondere le sue simpatie (8), ha confezionato un'opera che contiene svarioni tipografici, errori formali ed omissioni (9) e che mira a far passare un Ordine, esclusivamente giudaico, fondato da giudei massoni e votato alla causa della preservazione dell'identità giudaica, per un'organizzazione umanitaria dello stesso tipo, ad esempio, di Medici senza Frontiere o della Croce Rossa. Per completare il quadro, il B'nai B'rith avrebbe "inventato il diritto d'ingerenza e l'aiuto umanitario molto prima della sua codificazione". Ci si stupisce che il B'nai B'rith non abbia ancora ricevuto il Nobel per la pace. Proseguendo la lettura, si scoprirà che si tratta di un punto di vista assai parziale e che, in realtà, il B'nai B'rith è ben altra cosa.

Questa associazione di ebrei del Vecchio e del Nuovo Mondo, profondamente impegnati, strettamente riuniti in una sola organizzazione, mossi da un ideale comune, rappresenta la più grande forza organizzata dei nostri tempi che lotta per la promozione degli interessi giudaici. Fratello Paul Goodman (Un modo di essere ebrei)

2. UNA STORIA DEL B'NAI B'RITH

3. La creazione della Frammassoneria negli Stati Uniti

Nel 1733, a soli quindici anni dalla ripristino della Frammassoneria in Inghilterra, il padre

dell'Organizzazione americana, Henry. Price (1), ricevette dal Gran Maestro delle Logge inglesi, Lord Montague, la missione di riunire i fratelli che dipendevano dalla Corona inglese e presenti nei vari paesi d'influenza britannica, specialmente quelli che, emigrati, vivevano dispersi nella Nuova Inghilterra, l'attuale Massachusetts.

Il 30 luglio 1733, Price, nella sua veste di Gran Maestro provinciale, posò la prima pietra della prima Grande Loggia provinciale dalla quale nacque, il 21 agosto 1733, la Loggia St. John di Boston, prima loggia degli Stati Uniti tuttora attiva. Conoscendo il ruolo svolto dalla frammassone-ria nella nascita dei movimenti liberali, non pare casuale che proprio a Boston sia stato organizzato l'incidente che servì di pretesto per l'indipendenza degli Stati Uniti, il famoso Tea Party di Boston. La loggia provinciale fu poi ribattezzata La Grande Loggia degli antichi Muratori del Massachusetts cancellandone così l'origine inglese del 1733.

Mentre le logge francesi e scozzesi hanno sempre polemizzato sull'anzianità delle rispettive origini, più o meno antiche, altre fonti sostengono che la prime Grande Loggia fu creata su richiesta del Duca di Norfolk nel 1730, nello stato di New Amsterdam, oggi stato di New York, in seguito a Filadelfia, la città dell'amicizia dal nome massonico, quindi la St. John Loggia 2, nella quale furono iniziati George Washington e Benjamin Franklin e che fu frequentata, più tardi, dal Fratello La Fayette. Allorché le logge di Boston ebbero ricevuto le loro lettere di franchigia, le piccole logge residue si sottomisero poco a poco alla loro giurisdizione. Pochi però sanno che l'insieme delle Grandi Logge (una per ogni Stato) create via via che si sviluppava la conquista dell'Ovest, ricevettero la loro base specifica (rituali, alti gradi ecc.) da un membro del Grande Oriente di Francia d'origine ebraica, Stephan Morin, Grande eletto perfetto e anziano Maestro sublime, che il 27 agosto 1761 era stato incaricato di introdurre i riti di perfezione (officina superiore) negli Stati Uniti (2).

I fratelli inglesi aderirono così rapidamente a queste officine superiori che dovettero introdurre otto gradi supplementari ai venticinque allora esistenti per giungere alla magica cifra di 33. L'insieme costituisce ciò che si vede oggi nell'universo massonico, in tutti i continenti, con il nome di Rito Scozzese Antico ed Accettato (R.E.A.A.) il cui rituale è quasi totalmente di essenza

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ebraica. Ad esempio, sull'altare del Royal Arch (Arco Reale), figurano le tavole della legge mosaica, il paniere di Mannah e il bastone fiorito di Aaron, così com'è indicato nella Bibbia con Mosè (3-24/7-10). Particolarità degna di nota, questa loggia di alto grado vide la luce in una sinagoga. Esistono due giurisdizioni americane delle officine superiori, la nordista e la sudista, che corrispondono globalmente alla linea Mason-Dixon (39° 43' 26").

Il 31 maggio 1801, dopo consultazioni con Stephan Morin, John Mitchell, Frederick Dalcho, Abraham Alexander, T. B. Bowen, Israél Delieben ed Emmanuel De La Motta, cofondatore della famosa Milkwe Israél Congregation, fondarono a Charleston la loggia più importante, la giuri-sdizione del Sud. La maggior parte di questi uomini era di religione israelita ed appartenevano a congregazioni ebraiche. Abraham Alexander divenne Gran Segretario del Consiglio del 33°; Isaac Cantor, membro della Beth Elohim come la maggior parte degli altri membri del Consiglio, ed Emmanuel De La Motta, anche lui un 33°, divennero Grandi tesorieri; Jakob Deleon e Israél Delieben Ispettori Generali; gli altri, come Salomon Harby, Moses Michel Hayes, Morris Goldsmith, Abraham Sasporta, Moses C. Levy, Samuel Myers, David Labat, appartenevano al Supremo Consiglio. Nel 1875 questa giurisdizione del Sud trasferì la sua sede a Washington, per essere più vicina al governo, e ancora oggi si definisce la "Grande Loggia Madre del mondo". È attraverso questa loggia che in seguito passeranno gli accordi tra il B'nai B'rith e gli alti gradi della massoneria americana (3).

Parallelamente, funzionano le logge di rito "Odd Fellows", gli Eccentrici, il cui rituale è largamente ispirato a quello del B'nai B'rith. Tali logge erano considerate quelle della "plebe" e la quota associativa era di un solo penny. Questo spiega il loro marcato carattere sociale (orfanotrofi, casse di previdenza, aiuto agli ammalati ecc.). Negli Stati Uniti il precursore fu il fabbro Thomas Wildey, che il 26 settembre 1789 fondò a Baltimora la Washington Lodge 1. Questa data è celebrata da tutte le figge Odd Fellows del mondo, tranne che in Germania, dove fu introdotta solo nel 1872 e che la festeggia il 26 aprile, giorno in cui Wildey ebbe l'idea dell'Ordine mentre si trovava all'albergo delle Cinque Stelle di Baltimora.

Concepite all'inizio come logge di appoggio alla massoneria, le Odd Fellows contavano, negli anni 1930-1940, circa due milioni e mezzo di membri negli Stati Uniti. Secondo le fonti massoniche americane, le logge Odd Fellows lavoravano su otto gradi utilizzando i colori dell'Antico Testamento, i cinque primi gradi erano infatti il bianco, il rosso tenue, il blu, il verde e il rosso, di fatto scarlatto (4). Esisteva anche un pendant femminile degli Odd Fellows come il B'nai B'rith femminile o le Logge Rebecca che, prima della seconda guerra mondiale, contavano un milione di affiliate. La Bibbia dice che Rebecca era la donna che Isacco, su ordine di Abramo, andò a cercare nel paese dei giudei al fine di non dover sposare una cananea.

4. Le logge ebraiche negli Stati Uniti

Secondo diversi autori, tra cui Simon Wiesenthal, gli ebrei sarebbero giunti negli Stati Uniti

contemporaneamente a Cristoforo Colombo... che sarebbe stato ebreo (5). Sta di fatto che Colombo salpò i13 agosto 1492 e che il giorno precedente un decreto reale bandiva dalla Spagna i 300.000 ebrei che vi si trovavano. Secondo gli stessi storici, anche il marinaio che per primo avvistò la costa americana era ebreo. Secondo altri, il primo gruppo di ebrei veramente identificabili era formato da 23 sefarditi che nel 1654 avevano lasciato in nave Recife, in Brasile, diretti in Olanda. Furono catturati da un vascello francese ed abbandonati sulla costa orientale, di fronte a New Amsterdam, ex Angouléme, e futura New York (il cambio di nome avvenne nel 1664).

Già nel 1658 alcuni ebrei avevano eretto una loggia a Newport, loggia che sarebbe stata ospitata fino al 1742, nell'abitazione dell'ebreo Campurell. Secondo le indicazioni del fu Grande Maestro della Grande Loggia del Massachusetts, tale Gould di religione ebraica, nel 1838 sarebbero stati scoperti documenti di diversa origine che avrebbero rivelato quanto segue: "Ci riunimmo (giorno e mese cancellati) dell'anno 160...(6 oppure 8) nella casa di Mordechai Campurell e facemmo l'iniziazione alla frammassoneria secondo il rito Abraham-Moise...". Sembra quindi che

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logge ebraiche esistessero già prima del risveglio ufficiale della Grande Loggia d'Inghilterra. Di fatto nel regno britannico logge e assemblee analoghe funzionavano in maniera indipendente prima di tale data. In seguito, gli ebrei vennero accolti senza alcun problema nelle logge americane, ivi comprese le officine superiori (consiglio supremo del Rito Scozzese antico ed accettato), i cui fondatori, come abbiamo visto, erano in gran parte di confessione mosaica.

Si possono citare i nomi di Salomon Pinto_, sefardita d'origine spagnola, che fu iniziato alla loggia Hiram 1 di New Haven nel 1763 e che ne divenne Gran Maestro nel 1765; Moses Seixas fu parimenti venerabile della loggia del Re Davide a New York prima di diventare Gran Maestro delle logge del distretto del Rhode Island. Era nipote di un importante agente di cambio londinese, Abraham Seixas, che si era stabilito a New York all'inizio del XVIII secolo. Primo cassiere della Banca del Rhode Island, sovrintese alla comunità ebraica di Newport. In seguito, Edwin Marke fu Gran Maestro della Louisiana (1879-1880), H. Blum della Gran Loggia del Mississippi, Jacob Lampert di quella del Missouri, N. N. Washer di quella del Texas, Benjamin N. Jacobs di quella dell'Alabama. Bisogna pure ricordare Max Meyerhart Gran Maestro della Gran Loggia della Georgia per sette anni ed editore del Masonic Herald.

5. Alcuni massoni fondano il B'nai B'rith

Il 13 ottobre 1843 al Caffé Sinsheimer ), nella cupa Essenstrat del quartiere di Wall Street, fu

fondato il primo B'nai B'rith che prese il nome di Bundes-Brueder, letteralmente Lega dei Fratelli, un nome germanico dovuto al fatto che i fondatori parlavano solamente tedesco o yiddish. La scelta del caffè israelita si spiega col fatto che all'epoca il Lower East Side era il feudo degli immigrati ebrei tedeschi. La data della sua costituzione fa del B'nai B'rith una delle più antiche associazioni americane mai esistite. Ci vollero infatti ancora 37 anni perché vedesse la luce l'Esercito della Salvezza, 38 per la Croce Rossa, 39 per i Cavalieri di Colombo, 47 per le Figlie della Rivoluzione Americana e più di 70 per il Kiwanis, il Lyon Club o l'American Legion. Lo storico del B'nai B'rith, Edward E. Grusd (7), nota, molto significativamente, che esistono solo due organizzazioni più antiche: "i Frammassoni e gli Odd Fellows". Solamente nel 1859 sarà creata la prima associazione giudaica importante, l'Unione delle congregazioni ebraiche, che raggruppa le sinagoghe.

All'epoca, la comunità ebreo-americana contava appena 25.000 membri, e tale cifra è da ritenersi errata per eccesso (8). Come abbiamo visto, esisteva una minoranza sefardita, discendente dai primi coloni, che contava nomi come Cardoza, Carvalho, Seixas o Perreira. Ormai installata da tempo, era di condizione agiata. Alla fine della rivoluzione americana, questa minoranza contava, negli Stati Uniti, meno di 3.000 famiglie di cui due terzi almeno abitavano a New York. Ciò nonostante essa contava tra i suoi membri personalità di primo piano come Salomon, il più importante agente di cambio, americano di origine polacca, che fu uno dei grandi finanziatori della rivoluzione americana. In seguito si aggiunse un importante numero d'immigrati dall'Europa dell'Est i quali divennero presto maggioranza. I più erano di modeste origini e vivevano in povertà. Tra di loro emersero gli ebrei tedeschi (come Schiff, Warburg, Oppenheimer, Guggenheim, Lehman ecc.) dal momento che, tra il 1830 e il 1880, 200.000 ebrei emigrarono dalla Germania negli Stati Uniti. La minoranza abbiente, sovente sefardita, era divisa in "famiglie" poco unite tra loro se non a causa dei comuni interessi e delle sinagoghe e non fu mai favorevole a una forte immigrazione di ebrei ashkenaziti. A quei tempi, se si esclude la categoria degli impresari di pompe funebri, non esisteva nessuna organizzazione ebrea con fini filantropici. Allora la maggior parte delle comunità avevano i loro propri cimiteri. Queste "shetl" (comunità ebraiche), erano molto divise, con pratiche e costumi diversi e non intrattenevano relazioni tra di loro; addirittura i matrimoni tra ebrei di comunità diverse erano considerati da molti come matrimoni misti.

Vi erano comunque associazioni specifiche di solidarietà, più o meno segrete, (Landmanschaften), come la German Benevolent Society, fondata nel 1844 che si fuse l'anno seguente con il B'nai B'rith. Vi erano già stati diversi tentativi di unificazione, tra tutti, nel 1841, quello del rabbino Isaac Lesser di Filadelfia che cercò di riunire le diverse associazioni e congre-

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gazioni in una federazione di sinagoghe chiamata L'Occidente. Il fondatore del B'nai B'rith, Henry Jones, fece suoi gli stessi principi reclutando i fondatori dell'Ordine nell'ambito della Sinagoga della quale era uno dei principali responsabili (9), la Congregazione Anshe Chesed, terza sinagoga di New York per anzianità, al fine di fondare, un mese dopo la creazione dell'Ordine, e cioè il 12 novembre 1843 alle ore 20, la prima loggia denominata la New York Lodge n° 1, tuttora esistente. Nel frattempo Jones si era simbolicamente circondato di altri undici immigrati tedeschi componendo così le dodici tribù d'Israele: Isaac Rosenbourg, William Renau, Reuben Rodacher, Henry Kling, Henry Anspacher, Isaac Dittenhoefer, Jones Hecht, Michael Schwab, Hirsch Heineman, Valentine Koon (divenuto Cohn) e Samuel Shaefer. Lo stesso B'nai B'rith riconosce (7) che almeno quattro suoi fondatori (Henry Jones, Isaac Rosenbourg William Renau e Reuben Rodacher) erano massoni o Odd Fellows.

Ammette altresì che la creazione di un Ordine, specificatamente ebreo e composto di soli ebrei, fu totalmente volontaria e non avvenne in stato di necessità ('). "Vi è una leggenda, citata ancora oggi, che dice che l'Ordine fu fondato nel 1843 a causa del fatto che gli ebrei erano imprigionati negli Ordini massonici e negli Odd Fellows. Evidentemente non è questo il caso dato che molti fondatori dell'Ordine appartenevano a tali organizzazioni. Abbiamo frammenti delle memorie di Jones, Renau e Rosenbourg che non lasciano dubbi a tale proposito. Incidentalmente, tali memorie furono scritte molti anni dopo che l'Ordine aveva raggiunto un prestigio sicuro e ottenuto brillanti successi. Tutti concordano riguardo ai massoni e agli Odd Fellows ma differiscono su un punto e cioè su chi sia stato il primo a proporre un'organizzazione ebraica di nuovo tipo. Ognuno cita il suo nome. Jones scrive di essere stato contattato da Renau e Rodacher i quali gli avrebbero chiesto se era favorevole a fondare una loggia Odd Fellows composta esclusivamente di ebrei, dopo che alcuni si erano visti rifiutare l'adesione. Jones rispose che gli Odd Fellows non facevano distinzioni religiose e che lui si opponeva alla creazione di una loggia ebraica all'interno dell'Ordine. Aggiunse che se però Rodacher poteva presentargli "dodici uomini rispettabili" era disposto a fondare un'organizzazione interamente ebraica che "con l'aiuto di Dio avrebbe potuto essere un mezzo per unire tutti gli ebrei d'America". "Gli altri - secondo Grusd - raccontano la stessa storia, ma attribuendola a se stessi".

6. Dodici ebrei emancipati

Disponiamo di pochi elementi riguardo ai fondatori dell'Ordine, sembra certo che non si

trattasse di miserabili immigrati dal momento che ognuno di loro lavorava in proprio. Henry Jones, il cui vero nome era Heirich Jones, era nato ad Amburgo 1122 dicembre 1811. Arrivato a New York nel 1829, vi morì i116 febbraio 1866. Aveva fondato e dirigeva una piccola officina meccanica. Sposato con una donna più giovane di dieci anni, non ebbe figli ma ne adottò due. Molto impegnato nella comunità ebraica, questo uomo colto e praticante fu il segretario della Sinagoga Anshe Chesed negli anni 1830-1840 ed era noto (') per incarnare "il potere dietro il trono" era cioè l'eminenza grigia. Era pure amministratore della sinagoga e professore alla scuola d'ebraico della stessa, considerata a quei tempi la migliore di New York. In seguito fu dirigente della sinagoga Emanu-El. Primo segretario del B'nai B'rith e suo secondo presidente, fu il grande organizzatore della Biblioteca Maimonide che doveva diventare il principale centro culturale ebraico della seconda metà del XIX secolo.

Reuben Rodacher, Henry Kling e Isaac Dittenhoefer si conoscevano, erano arrivati negli Stati Uniti sulla stessa nave nel 1836. Rodacher, un autodidatta, era nato a Hesse nel 1805 e fu molto attivo nell'amministrazione delle sinagoghe di New York negli anni 1840-1850. Era il più anziano dei fondatori e morì nel 1866. Jonas Hecht aveva il titolo di "reverendo" essendo cantore alla sinagoga Anshe Chesed di cui Jones era segretario. In seguito, Hecht divenne cantore di una sinagoga di Norfolk. Nato nel 1806, morì nel 1899, primo Fratello ad aver appartenuto al B'nai B'rith per oltre cinquant'anni. Valentine Koon, nato a Stoccarda nel 1810 e morto nel 1890 aveva aperto un negozio di calzature prima di darsi alle costruzioni. Fu la sua impresa che edificò la prima

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casa di riposo per anziani del B'nai B'rith, nel 1880 a Yonkers. Appassionato di politica, fece campagna propagandistica contro gli Stati del Sud e a favore dell'Unione e fu uno dei più ardenti sostenitori di Lincoln nel 1860. William Ranau lavorò dapprima come parrucchiere ed in seguito aprì un negozio di sigari. All'epoca della fondazione del B'nai B'rith, egli era tra gli animatori della Società di colonizzazione ebraica, associazione che spingeva gli ebrei ad installarsi all'interno degli Stati Uniti. Dopo essere stato uno dei fondatori della sinagoga Emmanu-El, nel 1850 partì per Cincinnati dove, dall'anno precedente, esisteva una loggia B'nai B'rith. Divenuto magistrato di fama, si lanciò nella politica e fu a più riprese consigliere municipale di Cincinnati. Isaac Rosenbourg era gioielliere e sua moglie era la figlia di Reuben Rodacher. Kling lavorava nel campo della carta, Hirsch Heineman possedeva un negozio di passamaneria e _ Michael Schwab aveva un negozio di novità così come Isaac Dittenhoefer. Nulla si conosce invece di Schaefer e di Anspacher. Ferventi credenti, la maggior parte di loro, assieme ad altri Fratelli iniziati in seguito, fondarono nel 1844 la Congregazione Emmanu-El che fu per lungo tempo la più celebre comunità di ebrei riformati del mondo. Suo capo fu, ad esempio, il Dr Leo Merzbacher (membro del B'nai B'rith dal 1844), il più famoso apostolo dell'ebraismo liberale negli Stati Uniti.

Questi dodici Fratelli furono per un po' di tempo i soli membri dell'Ordine e andavano accumulando fondi tramite il versamento di metà dei loro salari e preparando la fondazione della prima Loggia, il suo rito e il suo manuale, ambedue redatti in tedesco. Rito e manuale furono adottati con votazione il 21 ottobre, vale a dire una sola settimana dopo la riunione per la fondazione. In questo breve tempo, Jonas e Renau avevano preparato la Costituzione il regolamento interno e il rituale di iniziazione. Li avevano copiati largamente * ai rituali e manuali massonici, compresa la scelta del "plateau". "Il rituale conteneva sei gradi che comunicavano i fini e gli obiettivi dell'Ordine e ciascuno di loro era illustrato da un episodio della storia giudaica al fine di darne quella conoscenza che malauguratamente mancava alla maggior parte dei nuovi membri (7)".

Si decise pure che New York sarebbe stata la sede dell'ordine (traslocò nel 1910). Furono minuziosamente fissate le quote da pagare e le spese, come nella massoneria tradizionale: ad esempio, la carta di fondazione di una Loggia costava venti dollari, l'iniziazione cinque. Le quote andavano da uno a sei dollari, secondo le possibilità finanziarie dei Fratelli. Il locale scelto per fondare la prima Loggia fu, a dimostrazione delle origini massoniche del B'nai B'rith, non una sala della sinagoga, non il retro di una taverna o una sala municipale ma il tempio massonico situato all'angolo di Oliver Street con Henry Street. La cerimonia di fondazione fu tenuta il 12 novembre 1843 ed ebbe inizio alle ore 20.-" Compenetrati di solennità, essi condussero per la prima volta le impressionanti cerimonie prescritte dal rituale, che dovette catturare, lo crediamo, l'immaginazione di tutti i presenti (')". Sebbene Henry Jones fosse stato il primo presidente temporaneo, preferì rimanere nell'ombra, come segretario, e il posto di presidente toccò a Isaac Dittenhoefer, morto nel 1860, assistito da Reuben Rodacher, vice presidente, Samuel Schaefer, tesoriere, William Renau, primo cappellano, Isaac Rosembourg, secondo cappellano.

Il preambolo del B'nai B'rith, destinato a fissarne i fini, è d'ispirazione totalmente massonica ma con una specificità giudaica. Eccone L'inizio: "L'Ordine del B'nai B'rith si è dato come missione il fine di unire gli israeliti (questo passaggio è diventato "le persone di confessione ebraica") in modo da promuovere i loro interessi superiori così come quelli dell'umanità, di sviluppare ed elevare il carattere morale del popolo di questa stessa fede, d'inculcare i più puri principi di filantropia, dell'onore e del patriottismo, di aiutare la scienza e le arti, di soccorrere i poveri nei loro bisogni, di visitare e sostenere gli ammalati, di venire in aiuto alle vittime delle persecuzioni, di portare protezione ed assistenza alla vedova e all'orfano seguendo i principi dell'umanesimo nel suo senso più alto".

I fondatori inoltre ritenevano che un'organizzazione ebraica dovesse avere un nome ebraico, nettamente meno esplicito per i profani e che per contro significasse molto per gli ebrei, così conservarono le iniziali BB ma cambiarono il nome dell'Ordine: i Bundes-Brueder (Lega dei Fratel-li) divennero i B'nai B'rith (Figli dell'Alleanza). B'nai B'rith in yiddish diviene Bne Briss ed è sotto questo nome che è conosciuto in Germania (Unabhaangiger Orden B.B.). Si conosce anche il

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termine sefardita Beni Berith. Il termine deriva da Ben (figlio, bambino ma anche principe, discepolo, comunità) e da B'rith, originariamente Bérith, i pezzi degli animali sacrificali, divenuto poi alleanza, unione, promessa. Così si avrà sia i Figli dell'Alleanza, sia i Principi della Promessa, ma anche gli Infanti dell'Alleanza, i Figli dell'Unione ecc. Fino al 1850 i lavori continuarono a svolgersi in tedesco e non in inglese. L'Ordine adottò un motto: Wohlthatigkeit, Bruderliebe und Eintracht, che divenne Benevolence, Brotherly Love and Harmony in inglese e Amour Fraternel et Harmonie in francese.

La menorah (3) o candeliere a sette braccia, fu adottato come simbolo dell'Ordine nella seconda riunione "perché simbolizza la luce".

Fino al 1868 il B'nai B'rith utilizzò sistematicamente termini religiosi ebraici: il presidente era il Grand Nasi Abh; il vice presidente il Grand Aleph, il segretario il Grand Sopher ecc. Le radici religiose apparivano quindi molto chiare, come ripeteranno costantemente i suoi dirigenti, il nome B'nai B'rith « ricorda quell'istante privilegiato in cui i nostri antenati trovandosi ai piedi del monte Horeb (Sinai) intesero il messaggio: "Dovete essere per me un popolo di sacerdoti, un popolo sacro". "Per tutto l'universo, per la sua salvezza e per l'onore d'Israele", agire, è così che si concepisce il fine altissimo dell'Ordine ». Il B'nai B'rith fonda le sue radici e il suo nome su due alleanze, essenziali per la religione del "popolo eletto", quella di Dio con Abramo ed Isacco ma anche, e forse soprattutto, su quella tra Dio e Mosè sul Sinai, sigillata nel fuoco da un "sacrificio di salvezza" come "sangue dell'alleanza" (cf. Mosè, V 1; 17-2, 24 e seguenti). Ancora dopo il 1868, in seno alle Logge, furono conservate le varie denominazioni.

7. Costituire delle èlites

Il genio di Henry Jones si rivelò nel fatto che, a differenza degli altri capi ebraici, egli

comprese molto presto la necessità di una più intensa unione delle comunità giudaiche americane, del loro futuro rafforzamento dovuto all'arrivo di ondate di nuovi immigrati e di una organizzazione sociale che provvedesse alla loro installazione, alla loro organizzazione e al loro sostentamento. Egli seppe coniugare i principi religiosi del giudaismo con quelli dell'intesa fraterna della massoneria e della formazione morale e intellettuale (11). Jones sapeva che, come nei ghetti europei gli elementi migliori arrivavano all'emancipazione, così egli avrebbe potuto selezionare tra gli immigrati gli elementi migliori in modo da formare quelle èlites indispensabili al ruolo che il giudaismo americano, erede della nuova terra promessa, avrebbe potuto un giorno giocare nel mondo intero. È quanto recita l'articolo 2 del regolamento: "Il nostro Ordine si è fissato la meta di unire gli ebrei in vista della promozione dei loro interessi più elevati e del bene dell'umanità". I Fratelli dovevano essere faro dell'intera umanità, come attesta lo scritto di uno dei responsabili dell'Ordine, redatto in stile messianico: "Dai tempi più remoti, quando ancora la superstizione e le tenebre coprivano come la notte la splendida terra, i figli d'Israele avevano la luce in tutte le loro dimore (...). Israele era l'intermediario divino che proclamava la libertà attraverso tutto il paese e per tutti i suoi abitanti (...). I suoi adepti s'impregnarono profondamente della parola del nostro Padre Abramo, parola che è stata data a tutti tramite lui tanto da diventare una benedizione non solo per i nostri stessi fratelli ma per tutti i popoli".

L'idea centrale era l'unione di tutti i Figli dell'Alleanza. Tutte le altre idee erano subordinate alla fermezza di questa unione. Il suo dominio era volontariamente limitato all'America e il suo fine era quello di fornire una rappresentanza di alto livello agli ebrei americani nel campo religioso nonché l'elevazione delle masse, nel senso morale ed intellettuale, giocando il ruolo specifico della massoneria. Era la prima volta nella storia degli ebrei che li si organizzava secondo simili direttive che non erano più solo locali e religiose. Da quel momento le loro debolezze potevano essere cambiate in forza ed i loro migliori elementi potevano servire per migliorare il livello medio di vita della comunità. Bisognava conservare un carattere religioso evitando però le diatribe della sinagoga: "La sinagoga non poteva adempiere tale compito! In effetti la sinagoga soffriva di numerose divisioni che bisognava combattere. Le liti infuriavano nella sinagoga. La Loggia doveva

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interporsi e unificare quelli che il tempo aveva diviso, quelli che le divisioni locali avevano messo da parte. La Loggia divenne la grande educatrice. Se oggi in America l'ebreo può avere il suo posto al lato del cittadino non ebreo, lo deve all'educazione ricevuta nella vecchia Loggia" ('°). Allo stesso modo Deborah Dash Moore spiega, nel suo libro sul B'nai B'rith (11), l'origine dell'ordine come risposta a «specifiche necessità: "La comunità ebraica installata in America non riusciva a integrare gli immigrati essendo essa stessa troppo americana e non sufficientemente ebraica. Questo fatto stimolò l'iniziativa dei nuovi venuti. La situazione doveva trovare il suo sbocco nella creazione del B'nai B'rith. Di fronte ad una comunità giudeo-americana incapace di rispondere ai suoi bisogni, la comunità giudeo-tedesca dovette creare le sue proprie istituzioni, distruggendo con ciò l'unità del Kahal (consiglio supremo ebraico) e della congregazione - della comunità e della sinagoga - che erano state precedentemente create dalla comunità degli ebrei di New York".

8. Gli inizi dell'Ordine

Ad ogni riunione della prima Loggia erano presentate dalle venti, alle venticinque

candidature, il cui 40% circa era rigettato, quale segno della volontà di èlitismo. Molti nomi sono passati alla storia: Baruch Rothschild, Dott. James Mitchell, Leo Marzbacher ecc. La maggior parte di loro apparteneva alla migliore società ebraica, come Merzbacher, un bavarese arrivato negli Stati Uniti nel 1841, ex insegnante nella congregazione Rodeph Chalom, poi in quella d'Anshe Chesed, il quale fondò, nel 1845, la prima sinagoga riformata degli Stati Uniti, il tempio Emanu-El; Isaac Rosenbourg fondò, l'11 febbraio 1844, la seconda loggia che prese il nome di Loggia di Sion. Fu poi la volta della Loggia Jerusalem n° 3 di Baltimora alla fine del 1844 e, solo cinque anni dopo, della Loggia Bethel n° 4 a Cincinnati (la prima loggia prevalentemente anglofona). Alla fine vi furono Dodici Logge funzionanti, di cui oltre la metà a New York (Loggia di Hebron, Loggia di Emanuel ecc.). Allo stesso modo delle prime, esse tenevano le loro riunioni nella Masonic Room, dove i massoni avevano l'abitudine di tenere i loro incontri. Alcuni mesi più tardi Henry Jones fu nominato presidente dell'Ordine.

Nel 1851 l'Ordine contava 12 Logge e 1.202 Fratelli. Nel 1855 vi erano 20 Logge e 2.218 membri. Nel 1865, 66 Logge e 5.831 membri (e disponeva di un bilancio totale di 267.341 dollari). Nel 1874 l'Ordine contava 16.000 membri e 205 Logge, quindi 17.800 nel 1875, 19.200 nel 1876, 20.113 nel 1877 e 21.480 nel 1878.

Certi storici conformisti (13) spiegano questo rapidissimo sviluppo con la forte penetrazione israelita nelle logge massoniche classiche e il loro rifiuto da parte di queste ultime poiché "numerosi ebrei emancipati da leggi liberali erano desiderosi di entrare nelle logge massoniche. Ora numerose logge, specialmente negli Stati Uniti e in Germania, rifiutavano l'adesione di ebrei. Ciò permise una rapida espansione del B'nai B'rith".

In realtà tale analisi è totalmente erronea. Il successo derivò essenzialmente dall'idea base dei fondatori dell'Ordine. Pur rimanendo un "bastione contro la secolarizzazione della vita ebraica", il B'nai B'rith rifiutò, come sempre lo avevano rifiutato le logge massoniche tradizionali, il rischio di provocare divisioni tra i suoi membri a causa di opposizioni teologiche, opposizioni che non avevano cessato di contrapporre tra loro capi ebrei e organizzazioni ebraiche. Situandosi al di là e al di sopra delle parti, il B'nai B'rith divenne rapidamente (14) "il centro di tutti gli affari ebraici e l'incontro tra ebrei ortodossi e riformatori, aschenaziti e sefarditi"; ciò evidenzia il fatto che l'Ordine aveva un orientamento largamente non ortodosso e riformista. Parallelamente, l'influenza del B'nai B'rith nella comunità israelita fu rafforzata dalla creazione, da parte di nuovi iniziati, di numerose congregazioni e da sinagoghe riformiste e liberali. Sta di fatto che alla fine degli anni 1880 erano arrivati i rivoluzionarii liberali ebrei, obbligati ad emigrare dopo le rivoluzioni del 1848. Molti di loro entrarono nel B'nai B'rith, come il viennese Isidor Bush, fondatore del primo giornale ebreo in lingua tedesca degli Stati Uniti, l'Israel's Herald". Bush apparteneva a quel gruppo d'immigrati soprannominati "quarantottardi", militanti ebrei rivoluzionari europei come Ferdinand Lassalle, il rabbino Moses Hess, il rabbino David Einhorn ecc.

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Mentre la prima loggia era stata creata nel 1843, la riunione in Gran Loggia avvenne nel 1851, con la creazione del Distretto di New York (n° I) e di quello di Cincinnati (n° 11). Fu rivisto il preambolo della costituzione dell'Ordine, così come il sistema organizzativo, con la creazione di una struttura complessa di direzione per distretto. Nel 1852 l'Ordine inaugurò a New York la Hall dell'Alleanza d'America, primo centro comunitario del paese.

Costruita dall'Ordine, comprendeva la prima biblioteca ebraica degli Stati Uniti, la biblioteca Maimonide, un ristorante, dei Templi per l'amministrazione delle Logge, la sede dell'Ordine (che nel 1907 aprì una importante succursale a Washington, prima che la sede vi si trasferisse nel 1938), ecc. Dal 1865 l'epidemia di colera diede l'occasione per mettere in atto l'operazione di mutuo soccorso del B'nai B'rith. L'Ordine organizzò la sua prima campagna di aiuto alle vittime nel 1868 a causa dell'inondazione di Baltimora. Successivamente doveva moltiplicare le sue campagne filantropiche: orfanotrofi, scuole serali, case di riposo, assistenza domiciliare, ospedali ecc.

Nel 1851, il B'nai B'rith aveva tale influenza presso il Congresso Americano da lanciare una vigorosa campagna, appoggiata da numerosi senatori, contro misure ritenute discriminatorie verso i residenti ebrei di certi cantoni elvetici. L'abbandono di tali misure divenne la condizione per la firma di un trattato commerciale tra gli Stati Uniti e la Svizzera. La campagna durò fino a11857 (e fu un fiasco). Gli organizzatori della campagna furono Sigismund Waterman, futuro presidente dell'Ordine, e David Einhorn con il suo giornale Sinai. Rabbino bavarese favorevole ad un giudaismo riformato, egli era stato Gran Rabbino del Mecklembourg-Schwerin prima di emigrare a causa delle sue opinioni radicali, anzi rivoluzionarie, che gli erano valse l'attenzione della polizia di Berlino. Dapprima si stabilì a Budapest, nel 1852, ma tre anni dopo, dal momento che anche gli ungheresi desideravano disfarsi di lui, partì per gli Stati Uniti dove divenne uno dei principali dirigenti del B'nai B'rith. Secondo Jean Marquès-Rivière sarebbe stato questo rabbino rivoluzionario a rinforzare il lato massonico del B'nai B'rith tramite l'adozione di un rituale assai più complesso.

Nel 1855 Mosely Ezechiel, succedendo al fonditore Henry Jones, divenne Grand Saar della Grande Loggia di Costituzione, vale a dire_ Gran Presidente dell'organo supremo del B'nai B'rith, ed occupò il posto" di Grand Saar fino al 1860, data in cui fu sostituito da Henry Marcus. L'occupò di nuovo dal 1868 al 1900.

Julius Bien, nato nel 1826 a Naumbourg, presso Cassel, aveva fatto i suoi studi alla scuola rabbinica riformata e quindi alla scuola di belle arti di Cassel e all'istituto Staedel di Francoforte. Giunto nel 1849 negli Stati Uniti per esercitarvi la professione di litografo, vi riuscì così bene da divenire il primo litografo del Paese con un'impresa che contava più di duecento dipendenti. Cartografo rinomato, fu l'illustratore dei più bei libri editi negli Stati Uniti alla fine del XIX secolo, tra gli altri l'opera celeberrima "Gli uccelli d'America" (1860).

E' a partire dal 1881 che arriva la terza grande ondata d'immigrazione ebraica, quella degli ebrei dell'Europa dell'Est (Polonia, Romania, Russia ecc.) la quale aumenterà notevolmente il potere del B'nai B'rith. Le statistiche mostrano che, tra il 1790 e il 1840, la popolazione americana passò da 4 a 17 milioni di abitanti con un aumento del 325% in cinquant'anni. Nello stesso periodo, la popolazione ebraica passò da 3.000 a 15.000 con un aumento del 400% . Si osserva che, durante l'immigrazione degli ebrei spagnoli, le due crescite erano state simili mentre nei quarant'anni suc-cessivi tutto cambiò. La popolazione nazionale passò da 15 a 50 milioni, aumentando del 200% mentre la popolazione ebraica passava da 15.000 a 250.000 con una crescita del 1400%. Infine, durante il periodo 1880-1920, le cifre mostrano una crescita del 112% per i non ebrei (da 50 a 106 milioni) e del 1300% per gli ebrei (da 250.000 a 3.500.000). Ciò significa che durante il periodo dell'immigrazione degli ebrei russi, la popolazione ebraica ha moltiplicato per 14 i suoi effettivi. All'inizio, questi nuovi immiàrati non si interessarono al B'nai B'rith, che consideravano dominato dai tedeschi. Crearono pertanto la propria organizzazione sociale, l'Arbeiter Ring, il Circolo dei lavoratori. Ma poco a poco, con la promozione sociale alla classe media, i fuoriusciti dell'Est si unirono all'Ordine. Globalmente, nel 1900 gli ebrei americani erano un milione, vale a dire il 9,1%

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della popolazione ebraica mondiale, nel 1939 erano '4,9 milioni, cioè il 29,3% e nel 1945 5,2 milioni equivalenti al 47,3% (15).

9. Il ruolo filantropico

La potenza e la sopravvivenza dell'Ordine sono in gran parte dovuti alla sua speciale capacità

di adattare i suoi programmi ai cambiamenti avvenuti ad ogni nuova generazione. Robert F. Kennedy, fratello del fu Presidente John E Kennedy, scrisse: "il B'nai B'rith non ha mai trascurato o lasciato in disparte alcun aspetto dell'influenza civilizzatrice dell'uomo". Per questo negli Stati Uniti per lungo tempo è stato posto un accento particolare sulle istituzioni filantropiche in modo da compensare la perdita dei vantaggi sociali da parte dei ghettizzati ed emarginati. Il ruolo dell'Ordine fu sempre duplice: americanizzare gli immigrati ebrei e giudaizzare i correligionari americani. Quando, a partire dal 1881, l'immigrazione proveniente dall'Europa dell'Est divenne imponente, il B'nai B'rith moltiplicò le scuole comunitarie, gli orfanotrofi e le case di riposo. Nel 1924 fu fondata l'Università dell'Illinois, la B'nai B'rith Hillel Foundation (16), ancora oggi molto attiva nell'insieme dei campus universitari americani. Nel 1925 furono creati gli Aleph Zadik Aleph A.Z.A.), che riunivano i giovani del B'nai B'rith tra i 16 e i 21 anni (oggi sono dai 35 ai 40.000). Nel 1927 il B'nai B'rith americano aveva fondato, o almeno controllava il Monumento della libertà religiosa a Fairmont, l'orfanotrofio ebraico di Cleveland, l'ospedale ebraico per tubercolosi di Denver, la casa di cura e di riposo di Yonkers, l'orfanotrofio e la casa di quarantena a Erie, la casa di accoglienza per vedove e orfani di Nuova Orleans, l'ospedale in memoria di Leo N. Levi di Hot Springs, la casa di accoglienza per orfani ebrei di Atlanta ecc.

Furono anche promosse campagne specifiche (ad esempio per la Palestina) d'accordo con l'Alleanza israelita universale, fondata nel 1863 da Isaac Adolphe Crémineux, alto responsabile della massoneria francese (Sovrano Gran Commendatore del Consiglio Superiore per la Francia, Gran Maestro del Rito scozzese antico ed accettato, 33°), come pure m collaborazione con la Fondazione ciel barone Hirsch. Tale fondazione creò anche, nel 1901, una succursale apposita per facilitare il trasferimento degli ebrei delle città dell'Est, in particolare di New York, nel resto degli Stati Uniti. Nel primo anno, grazie al B'nai B'rith, 2.000 ebrei si stabilirono in 250 nuove località. Quindici anni dopo, al momento della dissoluzione della succursale, 100.000 ebrei si erano sparsi per tutto il paese.

10. Il B'nai B'rith a Hollywood

Per mostrare l'importanza dal B'nai B'rith nella vita sociale comunitaria degli Stati Uniti, al di

fuori delle iniziative caritative, abbiamo scelto di mettere in luce la sua influenza in un settore particolare: il cinema. Fin dagli anni trenta, il B'nai B'rith aveva creato delle "logge professionali" nei settori in cui l'Ordine disponeva di una presenza sufficiente o dove desiderava crearne una. Nel 1927 aveva anche firmato un accordo con il principale sindacato di produzione e di distribuzione dei film americani, la Motion Picture Producers and Distributore of America. Il pretesto fu il film Il Re dei Re di Cecil B. De Mille, che racconta la vita di Gesù. Alfred M. Cohen, all'epoca presidente del B'nai B'rith, ottenne dal celebre cineasta ha modifica di diversi passaggi e di certe scene in modo da "correggere" il copione, in particolare i passaggi relativi alla Passione, con il fine di assolvere gli ebrei da ogni responsabilità. Ottenne anche che il film non fosse diffuso "nei paesi europei o nelle comunità in cui il giudizio del Consiglio dei Saggi (il Sanhédrin) avesse potuto creare sentimenti antigiudaici nonché laddove rischiava di essere causa di disordini in ragione del soggetto trattato" (17). Il B'nai B'rith creò rapidamente, a imitazione delle organizzazioni massoniche, la sua propria Fraternità del cinema, che raggruppava tutti i Fratelli dediti a tale professione, dagli attori ai registi, dai produttori ai distributori, dagli sceneggiatori ai tecnici. Vi si trovava il meglio della categoria con uomini potenti come Alfred W Schwalberg, Presidente della Paramount Pictures, Barney Balaban, presidente della società Paramount, Harry Goldberg, della

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Warner Brothers. Negli anni 1925-1935, questa Fraternità era già così potente che Will Hays, soprannominato "lo Zar del cinema", invitò negli studi di produzione di New York il presidente del B'nai B'rith, Alfred M. Cohen (giurista, eletto senatore nel 1896 e alla testa dell'Ordine dal 1925 a11938), chiedendogli di diventare suo consigliere di filmografia in modo da sorvegliare tutte le sceneggiature che avessero un rapporto più o meno diretto con il giudaismo.

La Loggia fu registrata al B'nai B'rith nel 1939 con il numero distintivo 1.366. Essa comprendeva allora circa 150 Fratelli fondatori. Sotto l'influenza di Schwalberg, che ne fu il primo presidente, la loggia contò negli anni quaranta più di 1.600 Fratelli (attori, registi, produttori, sceneggiatori ecc.) che certamente esercitarono la loro influenza su numerosi film dell'epoca, particolarmente durante la Seconda Guerra mondiale. Negli anni sessanta, la Loggia perse importanza soprattutto a causa del fatto che i suoi membri erano esclusivamente uomini. Nel 1974 il suo nuovo presidente, Herbert Morgan, la trasformò in Loggia mista, la Cinema Unit 6.000 ed essa trovò un nuovo vigore. Nel 1977 si fuse con la Loggia Radio-Televisione per divenire l'attuale Cinema-Radio-TV Unit 6 000 che raggruppa tutti i membri del B'nai B'rith che hanno influenza nei mezzi di comunicazione, gli spettacoli e il cinema (comprese le critiche cinematografiche), al fine di permettere un miglior coordinamento dei loro progetti (18). Come afferma uno dei passati presidenti, Ted Lazarus, questa Loggia dà ai suoi membri "una ragione per identificare la giudaicità con un legame professionale".

Nelle serate di beneficenza del B'nai B'rith o negli spot pubblicitari dell'Anti-Defamation League fatti per raccogliere fondi, intervengono attori celebri, membri della Loggia 6.000 o dell'A.D.L. come Larry Hagman, che interpreta J. R. Ewing nella famosa serie Dallas. `Nello spot Hagman, giocando sul suo ruolo di "cattivo" domanda ai telespettatori di diffidare, nella vita, dei "cattivi" e di aiutare i "buoni", vale a dire l'A.D.L., a vincere la buona battaglia. Si possono citare anche gli eroi della serie Hooker, William Shatner (ex capitano Kirk di Star Trek) o Leonard Nimrod, il celebre Mr. Spock della stessa serie.

Nel 1946, la filiale specializzata del B'nai B'rith, l'A.D.L., diffondeva un programma quotidiano su 216 radio. Da allora tale cifra è almeno raddoppiata. D'altra parte, negli anni sessanta, il presidente dell'A.D.L. fu Dore Schary, celebre sceneggiatore e produttore di Hollywood. Dal 1983 viene ogni anno assegnata una serie di premi Dore Schary "per le relazioni umane". A1 pari del B'nai B'rith, l'A.D.L. influenza le produzioni .cinematografiche come la serie We, the people degli anni cinquanta.

All'occasione, il B'nai B'rith e l'A.D.L. organizzano grandi campagne pubblicitarie come avvenne per il lancio americano del "documentodramma" Olocausto, dove la fantasia era strettamente legata alla realtà storica senza che si potesse distinguere l'una dall'altra. Dal 16 al 19 aprile del 1978, in occasione dell'uscita di questa serie, che doveva essere vista da 120 milioni di americani, il B'nai B'rith inviò ai membri del Senato e della Camera la sceneggiatura integrale e diffuse, specialmente nelle scuole, un supplemento di sedici pagine (The Record) in undici milioni di esemplari. Una Guida dello spettatore di Olocausto fu pubblicata dalla catena televisiva N.B.C. in accordo con il Comitato ebraico americano, controllato dal B'nai B'rith.

Il B'nai B'rith è anche all'origine di un genere nuovo, il film ``bianco terrorista" che ha come protagonisti intellettuali eccentrici, nazisti più veri del vero, e altri skinheads, realizzato basandosi su inchieste dell'A.D.L. Possiamo citare Into the Homeland (1987) che racconta di alcuni cristiani fondamentalisti che si oppongono all'imposta sul reddito e ispiratosi ad uno speciale rapporto dell'A.D.L. pubblicato nel 1986 e intitolato I contadini americani e gli estremisti. Altro esempio, il "docu-dramma-nazi" come Tradit, Gli skinheads, La seconda ondata dell'odio, Dead Bang, o Noi salutiamo con orgoglio che si ispirano direttamente ai rapporti dell'A.D.L., Rasato per la battaglia: i bersagli degli skinheads (1987), e La gioventù e la violenza: la crescente minaccia degli skinheads americani neo-nazi (1988).

Si deve certamente a questa volontà pedagogica il lancio nel 1982 di un programma audiovisivo destinato alle scuole francesi, che doveva essere utilizzato nei programmi scolastici, attuato dalla Fondazione europea dell'A.D.L. in collaborazione con il centro pedagogico ebraico di

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Parigi. Per cominciare, dovevano essere diffusi tre film sui seguenti temi: gli stereotipi, il capro espiatorio, il mito della razza superiore.

11. Influenza politica preminente nel XIX secolo

Come spiegava nel 1936 il Fratello Paul Goodman, "i risultati più spettacolari sono quelli in

materia d'influenza politica. Basandosi sull'umanesimo e sulla giustizia, il B'nai B'rith ha potuto, attraverso i canali diplomatici del governo americano, esercitare pressioni in favore degli ebrei perseguitati in Russia, in Romania, in Germania e altrove. In collaborazione con l'Alleanza israelita universale e con diverse associazioni ebraiche nazionali ed internazionali, il B'nai B'rith, è stato riconosciuto da decenni come il rappresentante degli ebrei americani, meritevole della stima e del sostegno del governo americano per la protezione degli interessi ebraici all'estero. Nel 1857 il B'nai B'rith è riuscito ad annullare alcune discriminazioni contro gli ebrei americani in alcuni cantoni svizzeri" (19)

Ecco alcuni dei primi interventi "politici" del B'nai B'rith che svilupperemo in parte nei prossimi capitoli.

- 1851 - In collaborazione con altre strutture ebraiche, il B'nai B'rith ostacola la firma di un trattato commerciale tra gli Stati Uniti e la Svizzera per ottenere l'abbandono da parte di quest'ultima di misure restrittive verso gli ebrei in alcuni cantoni.

- 1865 - domanda rivolta agli Stati Uniti affinché sia messo fine ai pogrom in Romania. - 1870 - offerta al "popolo americano" di un monumento alla libertà religiosa "quale omaggio

e in perpetuo ricordo del luminoso fondamento sul quale si è compiuto il progresso e lo sviluppo dell'America", monumento da erigere al Fairmont Park di Filadelfia.

- 1884 - tentativo di unione degli ebrei occidentali e orientali. - 1888 - ripresa degli sforzi fatti dal 1865 per ristabilire Israele. Creazione della biblioteca

nazionale ebraica a Gerusalemme. - 1903 - Richiesta rivolta al presidente Roosevelt affinché intervenga contro i pogrom di

Kichinev in Russia. 50.000 dollari sono messi a disposizione delle vittime da parte dell'Ordine tramite un comitato presieduto da O. Strauss, Jacob Schiff, Cyrus Sulzberger.

- 1905 - negoziati con lo Zar per attenuare la discriminazione degli ebrei. Campagna contro il trattato commerciale franco-russa Finanziamento da parte di Jacob Schiff, alla macchina da guerra giapponese per far vacillare lo zarismo.

- 1914-1918 - Creazione dell'importante organizzazione di soccorso ebraico, la Joint Distribution Committee durante la prima Guerra Mondiale allorché il giudaismo - in forte crescita - si mostrava per la prima volta alla ribalta. Partecipazione alla fondazione dell'American Jewish Congress e ai negoziati di pace di Versailles con attribuzione dei diritti delle minoranze agli ebrei d'Europa. Partecipazione di certi elementi del B'nai B'rith al finanziamento della rivoluzione bolscevica e al governo bolscevico.

- 1933-1939 - Campagna contro la Germania nazional-socialista, boicottaggio economico e finanziario.

- 1939-1945 - sostegno alle potenze occidentali, aiuto alle vittime di guerra. Vasta campagna dell'A.D.L., specie a partire dal 1941, contro il nemico interno americano (americani filo-tedeschi). Partecipazione allo sforzo bellico, raccolta di fondi e di beni.

12. La guerra di secessione

"La relazione intercorsa tra la guerra civile e il B'nai B'rith presenta un certo mistero. Durante

la Prima e la Seconda Guerra mondiale l'Ordine si convertì largamente al servizio e al sostegno dell'armata. Ma, dal 1861 al 1865( ...) i dati disponibili sono totalmente muti a proposito della partecipazione dell'Ordine agli sforzi bellici" ('). Infatti il rendiconto della convention della Gran Loggia della Costituzione a New York alla fine del luglio 1861 non contiene neppure un'allusione

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alla guerra, dichiarata da alcuni mesi. Sigismund Waterman divenne Gran Presidente a tale data (Benjamin E Peixotto gli succederà nel 1864). Durante la guerra civile, nel 1863, il B'nai B'rith ottenne la nomina del primo rabbino militare. Su 10.000 ebrei alle armi, 7.000 servirono nell'armata nordista e 3.000 in quella sudista. Bisogna però sapere (') che durante la guerra civile la comunità ebraica fu accusata di lavorare per conto dei confederati. Il generale Ulysse S. Grant. sospettò il B'nai B'rith di essere una rete spionistica. Il suo ordine n° 11 del 1862, subito dopo la sua presa del comando del fronte ovest (Tennessee, Missouri e diversi stati del Middle West e del Sud) è consacrato all'espulsione dal settore di tutti gli ebrei "che, nel loro insieme, violano tutte le regole emanate dal Dipartimento del Commercio" (in particolare per il commercio del cotone), espulsione dal distretto militare entro le ventiquattr'ore. L'ordine fu alla fine annullato da Abraham Lincoln in seguito alle petizioni che avevano inondato la Casa Bianca, provenienti in special modo dal B'nai B'rith.

Il capo dei Servizi segreti del Nord, il colonnello La Fayette Baker, doveva nel frattempo fare arrestare Simon Wolf, un giovane avvocato membro del B'nai B'rith, di cui sarebbe poi diventato presidente, e che era difensore sia dell'Ordine che di numerosi ebrei degli Stati del Sud arrestati a Washington. Stranamente, dopo l'assassinio del presidente Lincoln, avvenuto il 14 aprile 1865, si seppe che il suo assassino, Wilkes Booth, conosceva assai bene diversi dirigenti o futuri dirigenti del B'nai B'rith, come Simon Wolf o Benjamin E Peixotto dal momento che recitava come loro in una compagnia teatrale amatoriale. Senza averne una spiegazione plausibile e certamente per coincidenza, si sa che l'assassino e Booth si videro la mattina stessa dell'esecuzione di Lincoln, come si evince dall'autobiografia dello stesso Wolf (20).

L'animosità di Grant nei confronti degli ebrei spiega anche il fatto che, nella convention del 1863 il preambolo della costituzione dell'Ordine fosse rivisto e che scomparisse ogni allusione ai "più alti interessi del giudaismo" e rimanesse solo "i più alti interessi dell'umanità". Subito dopo la guerra civile, un rabbino ortodosso, Isaac Leeser, fondò due Logge a Richmond, Virginia. Fondatore nel 1843 del giornale The Occident, questo responsabile del B'nai B'rith doveva dare avvio alla Società degli editori ebrei d'America. Diede alle stampe il primo libro in ebraico per l'in-fanzia, tradusse in inglese il rituale di preghiere sefardite, fondò la prima scuola ebraica americana, nel 1849 e, nel 1867, la prima scuola rabbinica.

13. Benjamin F. Peixotto.

Il Fratello Benjamin F. Peixotto è una delle principali figure del B'nai B'rith. Nato a New

York, nel 1834, da una illustre famiglia sefardita d'origine spagnola, conosciuta col nome di Maduro, ancora molto giovane era divenuto intimo di Stephen Douglas, quando si era stabilito a Cleveland dopo la morte del padre Daniel che era stato redattore capo del New York Medical and Physical Journal, fondatore dell'accademia di medicina di New York, professore all'Università di Willoughby ecc. Douglas fu candidato alle elezioni americane e Peixotto lo sostenne con il peso del suo giornale, il Cleveland Plain Dealer. Iniziato molto presto al B'nai B'rith, ne divenne Grand Saar (Gran segretario) nel 1863, a soli 29 anni. Fin dal 18601a numerosa comunità della Romania si era lamentata a più riprese con i correligionari americani delle difficoltà che incontrava. Gli Stati Uniti, per ragioni economiche, non desideravano aprire un consolato in Romania, allora il B'nai B'rith ottenne nel 1870 dal presidente Grant (quello stesso che aveva emesso un mandato di espulsione per gli ebrei durante la guerra civile) la nomina di Peixotto ad ambasciatore a Bucarest, a condizione che il B'nai B'rith si facesse carico del suo stipendio di 10.000 dollari per cinque anni, somma in seguito rivalutata e coperta in parte dai fratelli Seligman, grandi industriali. Più tardi Peixotto ebbe a dichiarare a proposito di Ulysse Grant che "egli aveva fatto, per gli ebrei americani, più di tutti i suoi predecessori".

Nel 1872 Peixotto creò in Romania, insieme ad Adolphe Stern, la Confraternita di Sion. Ciò avvenne qualche anno prima del Congresso di Berlino del 1878 che proclamò l'indipendenza della Romania su intervento di Benjamin Disraeli, il Primo Ministro britannico d'origine israelita. Si noti

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che all'epoca Peixotto aveva strette relazioni con l'aiutante di campo massone di Disraeli, il famoso Lord Balfour, colui che doveva divenire Ministro degli Esteri d'Inghilterra e che sarebbe stato l'autore della famosa dichiarazione del 2 novembre 1917 sulla creazione di un insediamento nazionale ebraico in Palestina. Abile negoziatore ed agitatore consumato, Peixotto ebbe tale influenza da fare inserire nella dichiarazione d'indipendenza della Romania la concessione agli ebrei dei diritti civili e politici uguali a quelli di stirpe romena. Nel 1888 la Confraternita di Sion si trasformò in Gran Loggia di Sion n° 9. L'anno seguente la Romania fu a capo del IX distretto. Peixotto allora creò, sul modello del B'nai B'rith, l'Associazione degli ebrei romeni "principale rappresentante degli interessi politici degli ebrei romeni" (21). L'associazione contava allora 544 membri ripartiti in tredici comunità. Nel 1927 il IX distretto contava 1.700 Fratelli in 15 Logge di cui 11 nell'antico regno e 4 nelle province annesse alla Romania (22).

Peixotto fu in seguito console degli Stati Uniti a Lione prima di rientrare in patria nel 1885. Nel luglio del 1886 lanciò il primo giornale del B'nai B'rith, The Menorah, che aveva come sottotitolo "organo ufficiale del B'nai B'rith". Esso divenne in seguito The B'nài B'rith Bulletin (1903), The B'nài B'rith News (1909), B'nài B'rith Magazine (1923), B'nài B'rith National Jewish Monthly (1934), The National Jewish Monthly (1939), The Jewish Monthly (agosto 1981). Peixotto morì nel 1890 e la direzione del giornale passò a Moritz Ellinger, ex segretario dell'Ordine.

14. La rivoluzione bolscevica prevista con quindici anni d'anticipo

Nel 1903 il Presidente Theodore Roosevelt ricevette, in un'udienza di oltre un'ora, i capi

dell'Ordine, prima alla Casa Bianca ed in seguito nella sua casa di campagna. Di concerto con loro e particolarmente con Leon Napoleon Levi, Gran Presidente dell'I.O.B.B., preparò una protesta da rivolgere allo Zar di Russia che condannava i pogrom di Kishineff (19 aprile 1903). La lettera di protesta fu inoltrata dal Segretario di Stato americano John Hay il 14 luglio seguente accompagnata da una petizione firmata da 30.000 membri del B'nai B'rith e suoi simpatizzanti. Lo Zar rifiutò di accusarne ricevuta.

Contemporaneamente, vedendo gli ebrei alla testa dei rivoluzionari, lo Zar decise di sottomettere gli stranieri ebrei a un regime speciale di passaporto al fine di controllare i movimenti degli agitatori di professione e d'impedire l'ingresso ai rivoluzionari. L'I.O.B.B. chiese allora al Congresso d'ottenere il ritiro di una misura così umiliante. Si fece portavoce della richiesta Henry Mayer Goldfogle, Gran Presidente del Distretto n° I, già giudice alla Corte municipale di New York e rappresentante democratico alla Camera dei rappresentanti. Theodoro Roosevelt, massone della Matinecock Lodge n° 806, accolse amichevolmente i delegati del B'nai B'rith, Leo Npoleon Levi e Sulzberger. E’ naturale, disse, che i sentimenti che si sono imposti nel mondo civilizzato abbiano trovato la loro espressione più forte, più intensa, negli Stati Uniti poiché gli Stati Uniti sono stati quelli che, tra tutte le potenze, più hanno fatto, fin dalla loro costituzione, per riparare alle ingiustizie fatte alla razza ebraica e per rendere giustizia ai cittadini americani d'origine e di religione ebraica. Nessun avvenimento di questi tempi ha attirato e attirerà maggiormente la mia attenzione. Sarà presa ogni misura che permetta di avere un qualunque risultato per provare la sincerità del principio storico degli Stati Uniti, secondo il quale ognuno deve essere giudicato secondo i suoi meriti, senza guardare la sua religione, la sua razza o la sua origine" (23).

Nonostante le pressioni diplomatiche, lo Zar Nicola II rifiutò di nuovo di ricevere la delegazione del B'nai B'rith. Poco dopo, in seguito alla guerra russo-giapponese, dovette negoziare a Washington, tramite il conte De Witte (sposato a un'israelita), una pace umiliante conosciuta come il trattato di Portsmouth. De Witte dovette quindi ricevere una folta delegazione del B'nai B'rith (24) che pretese facilitazioni per gli ebrei, sia russi che stranieri. Il programma che gli sottoposero indicava particolarmente: "Si dice che gli ebrei siano numerosi tra coloro che cercano di minare l'autorità dei poteri pubblici. Può essere vero. In realtà sarebbe sorprendente che coloro i quali sono stati così terribilmente provati dalla persecuzione e dalle leggi speciali non si siano infine ribellati ai loro oppressori. Si può tuttavia affermare con sicurezza che, nel suo insieme, la

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popolazione ebrea russa è lealmente rispettosa della legge ed è difficile mettere in dubbio che, il giorno in cui avranno ottenuto i diritti di cittadini con tutti i vantaggi connessi, gli ebrei di Russia non mostreranno lo stesso amore per il bene comune che essi hanno nei Paesi dove sono stati completamente emancipati".

Kraus, a quel momento Gran Presidente, nota: "De Witte ci dichiarò solamente che di certo lo Zar potrà aiutare gli ebrei ma che, nondimeno, dovranno passare lunghi anni prima che l'uguaglianza dei diritti sia loro concessa. Allora un membro della nostra comunità gli disse: se lo Zar non vuole dare al nostro popolo là libertà desiderata, allora una rivo u zinne instaurerà la repubblica e suo tramite tali diritti saranno ottenuti".

Ciò si verificò qualche anno più tardi. Bisogna sapere che il membro del comitato cui allude Kraus era il famoso banchiere Jacob Schiff, considerato dagli storici il ma - - core raccoglitore di fondi per la rivoluzione bolscevica e di cui parleremo in seguito.

Schiff fu inoltre il tesoriere dell'Associazione per la raccolta di finanziamenti a favore degli ebrei russi lanciata dal B'nai B'rith nel 1905. Sebbene il comitato ufficiale dell'Ordine vi si opponesse ufficialmente, il denaro così reperito fu usato principalmente per l'acquisto di armi con-tro l'esercito zarista ('). Schiff ('J fu inoltre un formidabile finanziatore del Giappone poco prima del prevedibile conflitto russo -giapponese del 1905, e tutto ciò con lo scopo d'indebolire il governo zarista. Il B'nai B'rith dovette riconoscere questa incredibile "premonizione" del suo presidente Adolph Kraus (in realtà di Jacob Schif) che non mancò di suscitare perplessità da parte dei contro-rivoluzionari: "Le previsioni del Premier De Witte, che passava per un grande diplomatico, sulla durata di almeno un secolo ancora della dinastia dei Romanoff sono state distrutte dalla rivoluzione rossa che il Presidente Kraus aveva previsto nel 1906 all'epoca del loro incontro. In meno di quindici anni, lo zarismo era stato abbattuto e i Romanoff dispersi" (26).

Intanto l'anno seguente, nella primavera del 1906, il Presidente del B'nai B'rith Leo Strauss aveva inviato, sostenuto da altre organizzazioni ebraiche americane, un minaccioso avvertimento al conte de Witte in caso di nuovi pogrom. Lo scambio di corrispondenza divenne ben presto di pubblico dominio e, pubblicato dai giornali, fece sensazione poiché il conte De Witte aveva annunciato che il suo governo avrebbe im iegato "tutti i metodi possibili per impedire la violenza contro inermi cittadini, senza considerazione per la loro nazionalità".

15. Il Presidente Taft

Nella primavera del 1912 il B'nai B'rith conferì al presidente William Howard Taft (eletto nel

1909) e Gran Maestro della massoneria per l'Ohio, membro della Kilwinning Lodge n° 356 di Cincinnati, la medaglia della Tolleranza che era stata appena creata per essere consegnata ogni anno a "colui, cristiano o ebreo, che nel corso dell'anno sarà intervenuto il più attivamente possibile a favore della causa del giudaismo". La medaglia fu rimessa a Taft solamente i15 gennaio 1913, subito dopo l'elezione presidenziale, "al fine di non esporre la decorazione a una controversia politica" durante la campagna elettorale.

Il discorso di Taft, fitto al momento in cui, nei saloni della Casa Bianca, ricevette la decorazione dalle mani di Kraus, merita di essere ampiamente citato per avere un'idea dell'ampiezza dell'influenza del B'nai B'rith negli Stati Uniti di quel tempo. "Onorevole Signor Kraus (allora Presidente dell'U.O.B.B.), membri del comitato esecutivo del B'nai B'rith, mi sento straordinariamente onorato e commosso da questa bella prova di riconoscenza che mi avete concesso per il mio operato. Durante il mio (primo) mandato presidenziale, ho voluto dare al popolo americano e al resto del mondo la prova che, almeno nel nostro Paese, ogni uomo, donna e bambino è uguale davanti alla legge ed ha i titoli per godere di quei diritti che dichiariamo inalienabili; che nella nostra patria questi diritti non sono solo formulati legalmente ed esplicitamente, ma anche che nel nostro popolo vive uno spirito che riflette tali principi della nostra Costituzione dello Stato e che li concretizza. Ora, per quel che riguarda la comunità religiosa ebraica, non ho bisogno di fare un discorso elogiativo. Per riguardo ad una fierezza legittima verso un passato pieno di gloria,

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conviene a noi, che non apparteniamo alla comunità ebraica, essere modesti. Lo spirito, la forza dei vostri, la pazienza e la perseveranza con le quali avete perseguito i vostri scopi, al fine di proteggere i vostri diritti e di promuovere il progresso del popolo ebraico, tutto ciò rende la vostra storia unica nel suo genere nel mondo intero. Le persecuzioni che avete dovuto subire per la vostra fede hanno senza dubbio sviluppato in maniera suprema la tenacia del vostro popolo. Solo un Paese libero come gli Stati Uniti può far maturare il seme e mettervi in grado di provare a tutto il mondo che i vostri correligionari posseggono un'abilità meravigliosa nel sostenere la legge e l'ordine in una comunità libera, sotto l'autorità di un governo che si fonda sull'eguaglianza di fronte alla legge. Un ricordo personale! Mio padre apparteneva alla Chiesa unitaria (27) ed io sono stato allevato in questa credenza. Di fronte alla Chiesa unitaria di Cincinnati si trovava la sinagoga nella quale operava, in quanto rabbino, il reverendo Isaac M. Wise. Sovente i nostri preti si alternavano al pulpito. È così che, bambino, sedevo ai piedi del reverendo Wise e ne ascoltavo le prediche. Perciò non è pensabile che un pregiudizio qualsiasi alberghi nel mio cuore. Non ho mai potuto fare a meno di compiangere coloro i cui orizzonti sono così ristretti che accettano ogni pregiudizio" (28).

Già nell'aprile del 1910 Taft aveva assistito al nono Congresso generale delle Grandi logge del B'nai B'rith a Washington e, al termine del banchetto, si era alzato ed aveva pronunciato in particolare queste parole: "Conosco da lungo termine l'Ordine del B'nai B'rith e lo stimo (...). Se dedurrete dalle mie parole la mia grandissima ammirazione per la razza che rappresentate, per la più bella razza del mondo che, a buon diritto, si può definire l'aristocrazia dell'umanità e che, d'altro canto, fornisce i migliori repubblicani, il mio discorso avrà raggiunto il suo scopo" (29). Taft fu il primo Presidente degli Stati Uniti ad assistere a un Congresso del B'nai B'rith; dopo di allora, il suo esempio è stato seguito dai suoi successori (30)

Cosa aveva fatto in concreto Taft per meritare la sua decorazione? Era semplicemente il Presidente che aveva denunciato il trattato commerciale firmato con l'impero russo nel 1832 e ciò dietro domanda del B'nai B'rith che si era battuto per lustri per ottenere questo risultato. Alla corte degli Zar persisteva un forte antigiudaismo, sebbene i Rothschild di Londra avessero finanziato le prime ferrovie russe (1856) e Adolf Rothschild fosse stato invitato alla festa dell'incoronazione. Nicola II diffidava, come abbiamo visto, degli ebrei che riteneva, con qualche ragione, di essere a capo dei movimenti rivoluzionari che volevano abbattere la monarchia russa. Fu per questo che rifiutò di cambiare il regolamento per i passaporti degli israeliti stranieri come invece da anni gli veniva richiesto. Il 15 febbraio 1911 Simon Wolf, che era il rappresentante a Washington sia del B'nai B'rith che dell'Associazione delle congregazioni ebraiche d'America, pranzò alla Casa Bianca con Taft prima di lanciare una campagna nazionale per l'abrogazione del trattato.

Qualche mese dopo Taft, ormai convinto, fece votare l'abrogazione dal Congresso (300 voti contro uno). Dichiarò quindi decaduto il trattato allorché si sarebbe dovuto aspettare un'analoga votazione al Senato, il quale non protestò neppure nonostante la flagrante irregolarità. In seguito, Taft diede a Chas Nagel, segretario del Commercio e del Lavoro, la penna usata per firmare la revoca del trattato affinché fosse donata al B'nai B'rith nel corso di un banchetto delle Logge a Chicago, i16 gennaio 1912. Taft voleva dare al mondo la dimostrazione del fatto di aver agito su domanda del B'nai B'rith.

Eminenza grigia di tutte le operazioni concernenti la Russia era il Fratello del B'nai B'rith Jacob Schiff, rappresentante generale dei Rothschild per gli Stati Uniti. Era stato il vicino dei Rothschild a Francoforte sul Meno e doveva organizzare, a partire dal 1875, la famosa banca Kuhn, Loeb e Company. Grazie ad un panico procurato artificialmente riguardo alle azioni delle ferrovie americane, nel 1901 divenne proprietario di una rete ferroviaria di oltre 20.000 miglia (Baltimora e Ohio, Union Pacific ecc.). Possedeva anche la Western Telegraph Company (prima società telegrafico-telefonica) e diverse banche, come la National Bank of Conmmerce, la National City Bank, la Morton Trust Bank, la Columbia Bank ecc. (31). Nel 1905 poté ottenere da solo tre grandi prestiti al Giappone a ragione dei quali ricevette dal Mikado l'Ordine del Tesoro sacro. È inoltre storicamente ritenuto uno dei grandi finanziatori della rivoluzione bolscevica, anche se aveva affermato di non avere simpatie comuniste. Tuttavia "lo fece per impedire un ritorno al regime

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precedente e perché prevedeva una vita migliore per gli ebrei (...) Schiff fu, fino alla morte, un ebreo ortodosso e un sostegno caloroso degli interessi ebraici" (32).

Nel 1920, al momento della sua morte, egli militava ancora in seno alla comunità giudaica come dirigente nazionale dell'American Jewish Committee. A quel tempo tale associazione contava 278 membri. Per esservi ammessi, bisognava aver raccolto o donato più di 250.000 dollari al fondo ebraico. Alla morte di Schiff, il suo posto fu preso dal celebre agente di cambio e banchiere Felix M. Warburg (che aveva sposato la figlia di Schiff, Frieda, nel 1896) pure lui grande finanziatore della rivoluzione bolscevica. Come scrisse un piccolo foglio newyorkese (13), "gli interessi Warburg controllano l'American Jewish Committee senza che la gran maggioranza degli altri membri lo sappia". Taft meritò ancora la riconoscenza del B'nai B'rith allorché, su domanda di esso, chiese un'inchiesta sul trattamento degli ebrei di Salonicco durante la guerra dei Balcani del 1912-1913. Dopo la guerra, ottenne per gli ebrei della regione un trattamento pari a quello degli altri cittadini, grazie a una nota inserita dagli Stati Uniti nel trattato di pace, firmato alla conferenza di Bucarest nel 1913.

Quando il 6 aprile 1917 l'America dichiarò guerra alla Germania, il B'nai B'rith creò, il 30 luglio, una Lega per il benessere dei soldati e dei marinai. Ciò valse al suo presidente, Adolf Kraus, di figurare tra i nove ebrei americani scelti per partecipare alle differenti conferenze di pace, particolarmente a Versailles. Impedito a partecipare, fu rimpiazzato da Herbert Bentwich di Londra che giocò un ruolo importante nella creazione del futuro Stato ebraico (34). Dopo la guerra, il B'nai B'rith sviluppò nuove attività. Nel 1923 la Hillel Foundation con Boris Bogen, la B'nai B'rith Youth Organisation detta anche A.Z.A. nello stesso anno, il Vocational Service Bureau nel 1938 ecc.

Nel periodo tra le due guerre, il numero dei membri americani variò grandemente, sovente diminuendo, senza che ciò causasse una perdita di potere, anzi: 27.600 nel 1913, 32.500 nel 1915, 42.000 nel 1920 (più 17.500 membri stranieri, di cui 13.000 tedeschi), 56.300 nel 1925, 51.600 nel 1930 (22.000 stranieri), 46.300 nel 1931; nel 1933 erano meno di 30.000 e 43.000 nel 1934. Nel 1949 il B'nai B'rith divenne una organizzazione non governativa riconosciuta dall'UNESCO (rang 2). Il B'nai B'rith è ugualmente registrato come organismo consultivo del Consiglio d'Europa, dell'Organizzazione degli Stati Americani, delle Nazioni Unite e dell'Ufficio Mondiale della Sanità.

16. La seconda guerra mondiale e il dopoguerra

Nel 1938, dopo una lunga serie di presidenti d'origine tedesca, fu eletto presidente del B'nai

B'rith Henry Monsky, il primo di origine russa. Nato in Russia da una famiglia di ebrei ortodossi, era arrivato negli Stati Uniti quando aveva meno di un anno ed era divenuto un avvocato di fama. Sionista dichiarato, era anche presidente della Conferenza nazionale per la prevenzione della delinquenza minorile, direttore dell'Ufficio della protezione civile (dal 1941), cofondatore della National Conference of Christians and Jews. Dopo la seconda guerra mondiale ebbe un ruolo preminente nella creazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (O.N.U.) quale rappresentante degli Stati Uniti alla Conferenza di San Francisco. Sotto la sua guida e con il favore della guerra, il numero dei Fratelli aumentò rapidamente passando da 60 a 80.000 durante i primi dieci mesi della sua presidenza e in seguito ai 95.000 del 1941 senza contare le 42.000 donne, i 12.000 A.Z.A. e le 6.000 giovani ragazze. Fin dall'inizio dell'impegno americano ed anche prima di Pearl Harbour, il B'nai B'rith mise in moto tutta una serie di comitati sia per raccogliere fondi sia per sostenere le truppe, tener alto il morale delle retrovie e trovare volontari per le fabbriche di armi. Il 7 dicembre 1941, giorno dell'attacco di Pearl Harbour, Monsky inviò un telegramma a Roosevelt dichiarando che la sua organizzazione era pronta "a tutti i sacrifici di sangue, di denaro, di talento e di lavoro per la difesa del Paese". Rapidamente, furono inviati alla Croce Rossa 50.000 dollari e nel corso di quattro anni furono raccolte enormi somme di denaro e grandi quantità di materiali e merci.

Ciò permise a Henry Jr. Morgenthau, Fratello pure lui, di dare al B'nai B'rith un diploma d'onore e di ottenere che tre navi Liberty prendessero il nome da tre personalità dell'Ordine: Benjamin Peixotto, Cyrus Adler e Josiah Cohen. Il 7 dicembre 1945, esattamente quattro anni dopo

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Pearl Harbour, il B'nai B'rith ricevette una citazione d'onore dalla U.S. Navy: "In riconoscenza degli sforzi eccezionali fatti per sostenere la marina americana e per il suo meritorio contributo allo sforzo bellico".

Segretario al Tesoro ininterrottamente dal 1935 al 1945, Morgenthau ebbe un ruolo discreto ma influente in seno all'Ordine, specialmente attraverso le associazioni per i rifugiati come già aveva fatto suo padre, Henry Morgenthau. Quest'ultimo, membro del Comitato esecutivo del B'nai B'rith nel 1912 e 1916, era stato presidente del Comitato per la raccolta dei fondi per le campagne elettorali di Woodrow Wilson e dal 1913 al 1916 ambasciatore in Turchia. Nel 1923 fu inoltre Presidente della Commissione per i rifugiati della Società delle Nazioni e Presidente della Croce Rossa Americana.

La citazione d'onore della U.S. Navy era d'insigne importanza dato che ira la prima volta che un'organizzazione civile veniva citata all'ordine dalla Marina Americana. Lo stesso privilegio fu accordato al B'nai B'rith il -1 febbraio 1946 dal Generale Dweight D. Eisenhower, allora coman-dante in capo dell'armata americana. La menzione cita: "II Dipartimento della Guerra esprime la sua gratitudine per lo sforzo patriottico del B'nai B'rith, in riconoscimento delle sue eminenti realizzazioni in favore del personale militare, per il contributo dato al suo benessere materiale e morale". Durante lo stesso periodo, Monsky si era largamente impegnato per la causa sionista e per la creazione di uno Stato ebraico (34) dando vita, nel 1943, alla Conferenza ebreo-americana: su 502 delegati presenti alla fondazione, 65 erano ufficialmente registrati come membri del B'nai B'rith ma in realtà solo 200 altri erano in carico ad altre organizzazioni. II B'nai B'rith tuttavia non volle mai prendere ufficialmente posizione a proposito del sionismo per non tagliar fuori una parte dei suoi membri. Bisognerà attendere il settembre 1947 perché il Presidente in carica, Franck Goldman, pure lui sionista, invii, con l'accordo del comitato esecutivo, un telegramma al presidente Truman "chiedendo di fare una immediata dichiarazione pubblica a sostegno delle proposizioni O.N.U. sulla spartizione della Palestina". Nel corso del 1943 i Fratelli americani raggiunsero la magica cifra di 100.000. Nel settembre del 1945 si contavano 160.000 uomini e più di 70.000 donne. Alla morte di Monsky, i12 maggio 1947, il numero degli adepti nel mondo sfiorava il quarto di milione. Il B'nai B'rith, contò poi, nel 1949, 200.000 membri, esclusivamente uomini, negli U.S.A. e in Canada, 190.000 nel 1950, 181.000 nel 1952, 178.000 nel 1953 prima di risalire a 196.000 più 130.000 donne nel 1959. Nel settembre del 1957 il B'nai B'rith e le organizzazioni connesse, esclusa l'A.D.L., si installarono nella nuova sede di Washington la cui costruzione era costata 1,6 milioni di dollari e che fu inaugurata dal Presidente Richard Nixon e dalla vedova del Presidente Roosevelt, Eleanor.

Da allora, i diversi Presidenti americani, le più alte personalità dello Stato e numerosi Capi di Stato stranieri hanno costantemente seguito ed appoggiato l'Ordine del B'nai B'rith nelle sue diverse iniziative miranti a dare al giudaismo mondiale uno slancio, una organizzazione, una potenza e una influenza neppure lontanamente immaginabili al momento della sua fondazione da parte dei suoi primi dodici membri in un modesto caffè di New York nel 1843. Le campagne presidenziali passano ormai inevitabilmente attraverso le assemblee del B'nai B'rith, dove i candidati, sia democratici che repubblicani, vengono a portare i loro messaggi di sostegno a Israele (accusando sempre i propri avversari di tiepidezza nei confronti della causa sionista). Nel 1953, il Vice-presidente Richard Nixon fu il principale oratore politico al banchetto per la Convention e il Presi-dente Dwight Eisenhower inviò un caloroso messaggio d'incoraggiamento. Fu la prima volta che i principali responsabili dell'Ordine, con alla testa il loro presidente Philip Klutznick, invitarono a votare per un candidato. Nel novembre dello stesso anno, lo stesso Presidente Eisenhower partecipò al banchetto offerto in occasione del quarantennale dell'A.D.L. dedicandogli tutta una serata. Nel 1963, in occasione del centenario dell'A.D.L., l'ospite d'onore fu il presidente John Kennedy. Come già Eisenhower, ricevette la più alta decorazione dell'A.D.L., l'American Democratic Legacy Award. Qualche mese dopo, toccò al nuovo presidente Lyndon Johnson.

Numerosi dirigenti del B'nai B'rith occuparono posti preminenti nell'amministrazione americana, particolarmente a livello di staff presidenziale. Per esempio Philip Klutznick, membro di

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quasi tutte le amministrazioni del dopo Roosevelt, era Gran Presidente del B'nai B'rith ed ex presidente dell'organizzazione giovanile; divenne nel 1979 ministro del commercio con Jimmy Carter. Con Kennedy era stato il rappresentante U.S.A. presso le Nazioni Unite col rango di ambasciatore. Un premio istituito a suo nome fu dato, nel febbraio del 1981, a un amico di lunga data del B'nai B'rith, il senatore repubblicano Jacob K. Javits. La sua assistente particolare, Anne D. Spiwak, ebbe per molti anni il ruolo di supervisore per l'attribuzione dei posti nell'amministrazione federale. Nel febbraio del 1981 divenne direttrice del personale del B'nai B'rith. Allo stesso modo, Samuel Rosenman fu al tempo stesso presidente del B'nai B'rith di New York e principale estensore dei discorsi del presidente Roosevelt, di cui era fidato consigliere.

Sul piano religioso, in specie per quanto riguarda i rapporti con il Cristianesimo, l'Ordine ha metodicamente perseguito un piano di iniziative miranti non solo a cancellare l'antico antagonismo tra ebrei e cristiani ma anche a istituire tra loro dei rapporti assolutamente nuovi e rivoluzionari. Il B'nai B'rith ha giocato un ruolo capitale nella preparazione delle risoluzioni del Concilio Vaticano II tramite il suo presidente, Label Katz, che incontrò in udienza privata Giovanni XXIII nel gennaio del 1960. Egli mirava a modificare ufficialmente l'attitudine cattolica verso gli ebrei che durava da duemila anni (35)

Dopo la 30a Convention internazionale, che si svolse in gran pompa a Washington dal 31 agosto a15 settembre 1980 (36), il B'nai B'rith mise maggiormente l'accento sull'apertura internazionale dell'Ordine, sicuramente per ragioni di concorrenza con organizzazioni in rapido sviluppo come il Congresso Mondiale Ebraico, e su di un maggior dinamismo (interventi nella vita politica, inchieste sugli estremisti, sostegno alle associazioni collaterali ecc.). Il tema dei dibattiti era tutto un programma: "Una alleanza con il domani" ("A covenant with tomorrow"). Fu deciso di creare quattro nuovi posti di vice-presidente aggiunto, uno dei quali doveva essere riservato necessariamente a un non americano. Durante gli ultimi anni, il B'nai B'rith ha dovuto far fronte a gravi difficoltà finanziarie a causa della diminuzione delle entrate, della caduta del numero dei suoi membri, causata da una sistemazione piramidale delle età che porta ad avere un gran numero di pensionati, e dai dissensi con l'A.D.L. che si è sviluppata in maniera largamente autonoma, come pure con l'organizzazione femminile. Nel 1969 il B'nai B'rith contava negli Stati Uniti circa 200.000 membri e solo più 136.000 nel 1987. Il fattore chiave di tale riduzione negli U.S.A. trova la sua causa nell'organizzazione ed animazione delle logge, fondate sulla benevolenza, al contrario delle nuove organizzazioni più orientate verso l'appoggio a Israele e dirette da professionisti. D'altra parte, le 120.000 Sorelle del B'nai B'rith (B.B.W.) hanno deciso di rimanere indipendenti rifiutando di entrare nell'organismo internazionale, come era stato loro proposto. Pur partecipando saltuariamente al B'nai B'rith esse conservano la propria indipendenza internazionale, il controllo delle proprie finanze ecc. Sembra dunque esagerata la stima di 500.000 membri. L'attuale presidente, Kent Schiner, eletto nel 1990, è proprietario di una compagnia d'assicurazione. Già primo vice-presidente mondiale, apparteneva da quindici anni al comitato direttivo. Si deve notare che il distretto europeo continentale votò per il suo avversario, Richard Heideman. Come i suoi recenti predecessori, Schiner deve far fronte a due problemi: il calo degli effettivi ed i problemi finanziari.

Trecento anni or sono, i discendenti di Abramo si sono assunti la responsabilità sacra di dedicare la loro vita ai principi di libertà, uguaglianza ed amore fraterno dell'uomo. Attraverso gli anni, quando la tirannide ed il fanatismo osavano mostrare le loro orribili teste, i nostri padri, i Figli dell'Alleanza, rimasero stoicamente e con sacrificio, fedeli al proprio impegno. Furono i campioni della giustizia sociale e sognarono segretamente il giorno in cui la verità e l'equità avrebbero potuto strappare il velo dell'arroganza e dell'ingiustizia. Concedi, o Dio, che tutti quelli che si sono schierati sotto la bandiera del B'nai'B'rith possano ottenere la realizzazione di ciò per cui il nostro popolo si è lungamente battuto. Possa la nostra condotta quotidiana riflettere sempre la dignità e l'onore attraverso l'universale Casa d'Israele.

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Estratto dal rituale d'iniziazione del B'nai B'rith ancora praticato nel 1993

17. IL B'NAI B'RITH E LA MASSONERIA

18. Massoni? Associazione internazionale, parzialmente segreta, di carattere mutualistico e filantropico, i

cui membri si riconoscono da certi segni ed emblemi". Questa è la definizione della massoneria data dal dizionario Petit Robert. Ciò corrisponde in pieno a ciò che è stato ed è ancora il B'nai B'rith. Che cos'è, filosoficamente parlando, la massoneria? Una concezione dell'uomo laico, vale a dire non esclusivista, pluralista (cosa che non impedisce la credenza del massone in un Dio), che si fonda su una serie di concetti iniziatici e di concetti profani: il segreto iniziatico, in particolare la conoscenza dei simboli il cui significato è noto solo ai fratelli, richiede l'iniziazione; i concetti profani fondamentali quali la libertà, la tolleranza, la fraternità, la trascendenza, sono conosciuti anche dai non-iniziati. In quanto tale, la massoneria non è quindi una religione. È in effetti tipico di ogni religione presupporre l'esistenza reale della divinità. Al contrario, la massoneria richiede solo, come condizione minima, l'accettazione del valore regolatore dell’"Essere Supremo" (il Grande Architetto dell'Universo). È inoltre necessario fare bene distinzione tra la massoneria considerata in sé (laica, non esclusivista e relativista) e ciascun massone preso individualmente al quale è lasciata la facoltà di essere religioso e anche di credere all'esistenza reale ed ontologica di Dio, a patto che non sia esclusivista, cioè che non pretenda di presentarla agli altri come l'unica verità. La seconda definizione corrisponde perfettamente all'attuale B'nai B'rith.

Oggi tuttavia gli interessati smentiscono ogni legame con la massoneria. Qualche anno fa, Ronald Green, segretario generale del B'nai B'rith, chiese una rettifica a Le Figaro che aveva pubblicato un trafiletto sull'Ordine. Nella precisazione egli affermava che il B'nai B'rith "non ha alcun legame con la massoneria" (1) Il Dr. E. L. Ehrlich, direttore del Distretto dell'Europa occidentale e amante dei sillogismi, scrive (1): "Questa associazione di ebrei non ha un Ordine segreto, non una Loggia anche se usiamo ancora questi concetti con riferimento a una certa terminologia del XIX secolo". Cosa se ne deduce esattamente, il B'nai B'rith è stato un Ordine massonico? Lo è ancora ai giorni nostri? È ciò di cui si occuperà questo capitolo in cui, per la prima volta, saranno descritti parte dei simboli, dei rituali e dei segni di riconoscimento segreti dei Fratelli del B'nai B'rith.

Facciamo riferimento al primo capitolo di questo libro, in particolare alle prime righe, dove si descrive dettagliatamente la derivazione storica del B'nai B'rith dalla massoneria (la maggior parte dei fondatori vi apparteneva, si riunivano in templi massonici, il rituale era stato copiato da quello massonico e così via). È pure utile consultare il capitolo sul B'nai B'rith in Germania, dove si dimostra in maniera certa che furono i massoni ebrei tedeschi che domandarono alle Logge americane di creare un distretto oltre Atlantico. Per situare esattamente gli inizi dell'Ordine, bisogna citare una pubblicazione del B'nai B'rith degli anni trenta (3): "Le loro riunioni erano frequenti e molti di essi appartenevano ad associazioni benefiche, come l'ordine della Massoneria e degli Odd Fellows. Conclusero infine che un'organizzazione simile ma fondata sull'"idea giudaica" avrebbe permesso loro di raggiungere gli scopi prefissati. La religione ebraica implica numerose osservanze ed abitudini che corrispondono alle società segrete quali le conosciamo. La Sinagoga, ad esempio, può essere paragonata a una Loggia. E uso aprirla due volte al giorno. Per un ebreo che desideri ritrovare un amico è sufficiente recarsi là e fare un certo segno o dare una stretta di mano conosciuta solo da loro. (...) Il segno consisteva in una stretta di mano con le dita ad artiglio e la parola magica Sholem Alachem. Il "messussah" sulla porta era il segno di riconoscimento, Shema Israél la parola d'ordine".

Agli inizi, l'Ordine era considerato da tutti come una società segreta. Israél Joseph Benjamin, un ebreo europeo che fece un viaggio negli Stati Uniti, riporta (1) che il B'nai B'rith "é una società segreta, come la massoneria, con le sue parole d'ordine e tutto il resto". Che il B'nai B'rith neghi o

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ammetta di derivare dalla massoneria resta fatto di poco conto. Il lettore si sarà già fatto un'opinione propria basata sulle numerose citazioni, a volte anche complesse, che abbiamo scelto di riportare, dilungandoci anche, per non essere accusati di parzialità.

Vediamo cosa dicono del B'nai B'rith autori favorevoli alla massoneria, essenzialmente massoni essi stessi, e quindi obbligati a tacere alcuni segreti. La risposta del Fratello Daniel Ligou (5) è ambigua: "I membri si chiamano Fratelli, ricevono un'iniziazione e si riuniscono in logge. Malgrado tale linguaggio tratto dalla massoneria e la pratica dei segni di riconoscimento, il B'nai Berith (sic) non è un'organizzazione massonica, le obbedienze massoniche e il B'nai Berith s'ignorano e conseguentemente niente impedisce a un massone di essere membro del B'B' e viceversa". D'altro canto, il Dizionario della Frammassoneria (1932) dice: "L'Ordine è apolitico e ha in comune con la massoneria niente altro che la tendenza all'educazione etica dei suoi membri e la beneficenza, che sono dello stesso tipo ma limitate a un campo fraterno".

Ciò non impedisce che esistano ancora oggi dei rapporti ufficiosi tra i Fratelli del B'nai B'rith e le altre obbedienze: ciò spiega il fatto che l'Almanacco massonico d'Europa (6) indichi l'U.O.B.B. (Unione Internazionale dell'Ordine del B'nai B'rith) come un'obbedienza massonica (nel capitolo "organizzazioni fraterne imparentate"), sullo stesso piano dei Rosacroce o dell'A.M.O.R.C. Il Fratello Jean Pierre Bayard, particolarmente documentato ('), è dello stesso parere: "Quest'Ordine riunisce una quarantina di Logge (in Francia) i cui membri sono esclusivamente israeliti. Sebbene non abbia relazioni ufficiali con le altre obbedienze, questa organizzazione permette ai suoi iscritti di frequentare gli altri gruppi". In un'altra opera (1) questo professore dell'Università della Haute Bretagne, esperto di massoneria, è più esplicito e stima che "la società para-massonica B'nai B'rith, riservata esclusivamente agli israeliti e largamente affermata negli U.S.A., pratica riti provenienti dallo scozziamo (e che) il rito Emulazione e quello del Royal Arch sarebbero (egualmente) praticati".

Le diverse pubblicazioni e libri comunitari e para-comunitari sono d'identico avviso. Globe, diretto da George-Marc Benhamou indica (') che si tratta del "ramo ebraico della massoneria" confermando così Le Dictionnaire de la politique di Henry Coston che parla (10) di "organizzazione massonica, fondata nel 1843, composta esclusivamente di israeliti"'. Per il poligrafo Daniel Beresniak (") «È dunque come un "Ordine" che si presenta il B'nai B'rith, alla maniera delle federazioni delle logge massoniche (...). L'organizzazione per Logge è ricalcata sulla frammassone-ria». Stessa cosa nelle edizioni successive del molto ufficiale Gride de la vie juive en France che, a proposito del I.O.B.B., parla di "frammassoneria coi colori del giudaismo, con tutto il fascino e le interrogazioni che suscita" Nello stesso spirito, Tribune juive, che ha tra i suoi collaboratori molti membri del B'nai B'rith, riscrivendo la storia dell'Ordine, scrive, a proposito della sua fondazione (13): "Progettano di creare un'obbedienza massonica riservata ai soli ebrei. Curioso! Dato che la massoneria si dichiara al di sopra di tutte le religioni e razze, perché non entrare in una loggia già esistente? Sembra che alla metà del XIX secolo la società newyorkese non fosse esente da un certo antisemitismo. Si può supporre che i dodici fondatori del B'nai B'rith fossero già massoni affiliati a logge americane dato che scelsero un rituale che è un misto del rito di York e del rito americano Odd Fellows".

19. Il Fratello Albert Pike

Come rileva Yann Moncomble (la), seguendo altri storici specialisti di cose massoniche,

esisterebbe almeno una relazione diretta tra Frammassoneria regolare e B'nai B'rith. Nel 1874 (pare il 12 settembre) sarebbe stato firmato a Charleston un accordo di "mutuo riconoscimento" tra Armand Levy per il B'nai B'rith e Albert Pike, capo supremo del Direttorio dogmatico del Rito scozzese antico ed accettato, per la massoneria universale. Quando Albert G. Mackey, considerato "il più informato massone d'America", 33° e Gran maestro dei Royal and Select Masters della Carolina del Sud, Gran Priore dell'Arca Reale di Chicago e Segretario generale del Consiglio Supremo della giurisdizione meridionale degli Stati Uniti (15), divenne Segretario generale del

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Consiglio supremo Materno del Rito scozzese antico ed accettato "egli persuase Pike ad affiliarsi all'Ordine; questi divenne ben presto Gran Ispettore sovrano e decise di consacrarsi al Rito, riuscì a ricostruire da capo a fondo l'organizzazione, rivide o riscrisse i suoi gradi, intrattenne una vasta corrispondenza; inoltre scrisse la Bibbia del Rito scozzese, Morals and Dogma, vera montagna di materiale che non portò mai a termine né forse mai avrebbe potuto terminare" (16).

Secondo la stessa fonte, Pike, che era membro d'onore della maggior parte dei Consigli del mondo, fu ricevuto al Supremo Consiglio di Francia nel 1889 e, "sebbene americano, Pike è universalmente riconosciuto come una delle più alte, se non la più alta, autorità massonica". L'accordo firmato tra Pike, che per l'occasione usò il suo nome massonico - Limoude Ainchoff - ed Armand Levy indica: «Noi, il Grande Maestro, il Conservatore del Santo Palladio, il Patriarca Supremo della massoneria di tutto l'Universo, con l'approvazione del grande e Serenissimo Collegio dei massoni Emeriti, come l'esecuzione dell'atto del Concordato concluso tra Noi ed i tre Concistori federali supremi del B'nai B'rith d'America, Inghilterra e Germania, che è da Noi firmato oggi, hanno preso questa risoluzione: una sola clausola: "La Confederazione Generale delle Logge Israe-lite Segrete è fondata a partire da oggi sulle basi che sono esposte nell'Atto del Concordato" Giurato sotto la santa Volta nel Grande Oriente di Charleston, nella valle cara al Maestro Divino, nel primo giorno della Luna Ticshru il 12 Giugno del 7' mese dell'anno 00874 della Vera luce».

Ciò spiega forse perché il 1 Ku Klux Klan fu a lungo risparmiato dal B'nai B'rith. Fondato da Albert Pike, generale dell'armata confederata, e dai dirigenti massoni di alto grado del Sud, il KKK, che negli anni venti contava tra i tre e i cinque milioni di affiliati, non era oggetto di critiche virulente da parte dell'A.D.L. e del B'nai B'rith. In occasione di un dialogo stabilito tra il presidente dell'Ordine Adolf Kraus e il Mago imperiale H. W. Evans, quest'ultimo scrisse una lettera aperta (") sbalorditiva: 'Ogni uomo - che sia americano di nascita o per naturalizzazione, cristiano o giudeo di religione, bianco o nero di razza - ogni uomo che contrae un dovere di fedeltà con questo paese, senza riserve e remore, che è interamente devoto alla sua bandiera, non è il nemico ma l'amico del Cavaliere KKK (...). Se fosse permesso applicare a un ebreo uno dei titoli qualificanti dell'Ordine dei Cavalieri del Ku Klux Klan, si potrebbe dire che è egli stesso un `Klansman' e che è stato lui a mantenere e a mostrare il `Klanismo' pratico". Ciò permette di leggere a sua volta, nelle pubblicazioni del B'nai B'rith, dichiarazioni ugualmente sorprendenti 1 '): "Il Ku Klux Klan può diventare uno strumento di progresso e di beneficenza, utile sia al Paese che ai suoi cittadini, se comincerà a eliminare dal suo seno qualche migliaia di fanatici che lo gettano nell'intolleranza, nella viltà e nel crimine".

20. Strette relazioni tra giudaismo e massoneria

Al di là di questo lato aneddotico, esistono strette relazioni tra giudaismo e massoneria. Nella

massoneria tutto è d'ispirazione giudaica, la sua storia, il suo rituale, le sue parole d'ordine ecc. Nel bollettino interno della Gran Loggia di Francia, Les Cahiers de la Grande Loge de France (=V), figura un capitolo intitolato Judaisme et franc-maçonerie ove si legge in particolare: "Tutto autorizza a credere che la Frammassoneria scozzese, in particolare quella degli Alti Gradi; abbia tratto parte dei suoi simboli dai libri sacri ebraici. Niente di sorprendente quando si sa che la let-teratura sacra o profana anteriore all'era cristiana era opera dei rabbini, dei filosofi e dei poeti che segnarono per sempre con la loro impronta tutta l'umanità. D'altronde, l'ebraico e l'aramaico furono le sole lingue veicolatrici delle grandi menti del mondo antico della nostra area (...). La religione israelita non obbliga in alcun modo a pregare nel tempio. Il culto si può svolgere anche in un locale, o all'aperto a patto che vi assistano almeno dieci fedeli. La sinagoga, come il gran Tempio di Gerusalemme, deve essere orientato a Est; dal momento che il giudaismo non conosce distinzione tra chierico e laico, ogni fedele può essere ministro officiante (...). Il rituale ha attinto dalla Bibbia numerosi testi di preghiere che domandano un mondo migliore, il regno della giustizia e l'amore del prossimo". È certamente questo ragionamento che ispira la riflessione del Fratello Magnin (20). "I B'nai B'rith non sono che dei ripieghi. Laddove la massoneria può confessare senza correre pericoli

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di essere ebraica come natura e come fine, sono sufficienti al compito le logge ordinarie". Alla stessa conclusione giungeva il padre del rabbino del B'nai B'rith, Stephen S. Wise, fondatore nel 1873 della Union of American Hebrew Congregations (21). "La massoneria è un'istituzione giudaica la cui storia, i gradi, le funzioni, le parole d'ordine e il catechismo sono ebraici dal principio alla fine, a eccezione di un grado intermedio e di qualche parola nella formula di impegno". Dello stesso tono il parere di Bernard Shillmann espresso in un libro edito a Londra nel 1929 dalla The Masonic News (22): "Spero di aver sufficientemente dimostrato che la massoneria in quanto sistema di simbolismo si basa interamente su una formazione essenzialmente ebraica".

Bisogna tuttavia ammettere che, da alcuni decenni, i dirigenti del B'nai B'rith si sono adoperati per cancellare la specificità massonica dal loro Ordine, non per machiavellismo, come sostengono certuni, ma per meglio adattarsi alle circostanze del momento e all'evoluzione del mondo. È quanto si deduce da un passaggio della proclamazione letta a tutti i nuovi Fratelli (23): "Malgrado i cambiamenti fondamentali avvenuti nel mondo, i principi basilari del B'nai B'rith e la sua ragione d'essere restano gli stessi anche se le sue forme ed espressioni attuali sarebbero difficilmente riconoscibili dai suoi fondatori. L'Ordine è sopravvissuto grazie alla sua flessibilità e perché i suoi membri, pur avendo avuto sempre idee diverse circa la natura del giudaismo, non si sono mai opposti al fatto di essere ebrei". Uno dei Presidenti del B'nai B'rith, Philip M. Klutznick, riassumeva giustamente questa doppia alleanza della modernità con il rispetto delle proprie radici: "Nel B'nai B'rith si trova la sintesi dell'eredità americana del giudaismo con le qualità ispirate al sogno americano stesso".

Comunque sia, si giunge a una conclusione chiara se si esaminano i fini perseguiti dalle due organizzazioni segrete, la massoneria e il B'nai B'rith: entrambe perseguono gli stessi fini, con un predominio della seconda sulla prima. Da un punto di vista magico-religioso, le due "unioni" lavorano alla ricostruzione del Gran Tempio di Salomone. Questo rapporto particolare d'Israele con il Dio dell'Antico Testamento determina una posizione particolare dei Figli dell'Alleanza con i Fratelli massoni di ogni grado d'iniziazione. Tutte le opere dedicate alla comunità ebraica hanno sempre colto questa specificità del B'nai B'rith: "A differenza di tutti gli altri club del paese, il B'nai B'rith tenta d'incorporare valori religiosi ed etnici nel suo programma di fratellanza" (21 ). D'altron-de, nessuna azione del B'nai B'rith è esente da misticismo e da religiosità. Una illustrazione apparsa nel The National Jewish Monthly durante la seconda guerra mondiale (2s) mostra questo lato religioso nella lotta tra due "popoli eletti", ossia due "razze elette" (la germanica e l'ebraica), con una citazione dell'Ecclesiaste: "II sole pure si leva, poi declina".

21. La Ménorah, simbolo dell'Ordine

Come vedremo, la struttura del B'nai B'rith, la sua ispirazione, i suoi segreti, affondano le

radici nell'universo massonico. Il suo simbolo fondamentale è la ménorah, il candelabro a sette braccia che si trova in tutte le sue pubblicazioni e sugli altari delle sue logge. Ne daremo un giudizio alla fine di questo capitolo con la descrizione del rituale di accensione della ménorah. Essa è stata scelta come simbolo ufficiale dell'ordine dal Gran Presidente Adolf Kraus. Fu simbolicamente il titolo del primo bollettino lanciato dal Fratello Benjamin E Peixotto. Quando le logge orientali crearono il giornale Hamenora, una variante della ménorah, i suoi dirigenti spiegarono così la loro scelta: "Porta il nome di un emblema storico che rimonta alla costruzione del Tabernacolo. Si chiama Hamenora: il candeliere, la lampada d'oro puro fatta in un solo pezzo - rami, calici, mele e fiori - con le sette lampade sempre accese con un puro olio d'oliva di un frantoio delicato, la cui luce è sempre proiettata in avanti". Secondo alcune fonti ebraiche, la ménorah nascerebbe da una pianta di Israele, la Moriah, la cui forma ricorda quella della ménorah come descritta nel libro dell'Esodo (25, 31-32). Simbolicamente, questa pianta ricopre quella che si suppone essere la tomba dei Maccabei, i guardiani d'Israele, Néot e Kedumin a Modi'in. Per il B'nai B'rith, la ménorah, presente nel Tempio di Salomone, porta la luce, simbolo fondamentale del rituale massonico che illustra, sotto forma di catechismo, le mete generali della massoneria:

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"rischiarare il mondo con la sua luce", dicono i massoni. La ménorah simbolizza i sette pianeti, i sette Spiriti che sono sempre davanti al trono di Dio, i sette angeli riconosciuti dell'Antico Testamento.

Israele ha adottato questo simbolo come emblema dello Stato ebraico con l'aggiunta di due rami d'olivo intorno alla parola Israél, dimostrando così con evidenza l'influenza sotterranea del B'nai B'rith. La ménorah rappresentata sullo Scudo di David o Magen David, vale a dire il blasone della bandiera dello Stato di Israele, è un antichissimo simbolo ebraico, a differenza della stella a sei punte, detta sigillo di Salomone, la cui creazione è in realtà assai recente. La sua forma fu resa popolare nel XV secolo in seguito della diffusione del salmo 67, sotto forma appunto di ménorah. Era uso leggere tale salmo nella settimana che intercorre tra Pessah e Shavuot. Poiché figurava in tutti i libri speciali di preghiera, invalse l'uso di utilizzarla in tutte le sinagoghe e "i cabalisti avevano una stima illimitata nella sua virtù talismanica". Secondo la leggenda, "il re David aveva l'uso di portare questo salmo scritto, rappresentato ed inciso sul suo scudo, su di un drappo d'oro, sotto forma di ménorah. Quando andava in battaglia, meditava sul suo mistero e riportava la vittoria" (26).

22. Il B'nai B'rith, avanguardia della comunità

Il discorso tenuto dal Gran Rabbino Akiba Eisenberg nell'80° anniversario della loggia di

Vienna, nel 1975, dà un'idea della portata messianica che i B'nai B'rith si attribuiscono, come avanguardia del popolo eletto e chiunque s'interessi agli ideali della Frammassoneria lo noterà identico ai testi sul simbolismo massonico della luce e dell'illuminazione.

"La prima comunità dei Fratelli B'nai B'rith è stata fondata a New York nel 1843. Lo scopo di questa comunità era quello di sforzarsi di raggiungere la perfezione umana e mirava a raggiungere una comprensione degli uomini al di là di tutte le lotte politiche o ideologiche. Come simbolo fu scelta la ménorah, il candeliere a sette braccia. Così si mette in evidenza il fatto che l'Ordine vuole contribuire a espandere il pensiero umanista, che è universale e diffuso, come la luce che illumina tutta l'umanità. La luce ha un significato particolare nella nostra religione. Nella storia della Creazione, nella nostra Santa Scrittura, luce è la prima parola pronunciata da Dio `Sia fatta la luce' (Genesi 1. 3). Questa parola biblica pronunciata da Dio non poteva riferirsi ai corpi celesti, al sole, alla luna, alle stelle dato che, secondo la Bibbia, furono creati solo il quarto giorno. Di conseguenza, possiamo prendere la parola divina nel suo senso spirituale: `Sia fatta la luce' ed è precisamente questa luce, incorporata nella ménorah, che è il simbolo del nostro B'nai B'rith. Noi vogliamo diffondere la luce. Conviene anche citare il 4° versetto del primo capitolo del primo libro di Mosè: `E Dio vide la luce, vide che era buona, e separò la luce dalle tenebre'. Nella nostra religione dunque la luce significa l'amore, il diritto e la giustizia e le tenebre, al contrario, rappresentano l'odio, la violenza e il terrore. La Scrittura dice, a proposito della Ménorah, che essa non è formata da vari elementi ma che è stata fabbricata a partire da un blocco d'oro. Questa unità della ménorah simbolizza l'unità dell'Ordine B'nai B'rith il cui motto è: Beneficenza, Tolleranza, Unità (BBH, in tedesco-yiddish). Potremmo allo stesso modo interpretare le lettere BFU: Verità, Modestia, Onorabilità".

Il presidente Ivan Hacker doveva ribadire con maggior forza lo stesso concetto: "Il B'nai B'rith è un faro attraverso il quale passano tutte le correnti del giudaismo e che diffonde la sua luce nel mondo, per tutta l'umanità". Il rabbino Edgar Magnin (`) incita: "Io esorto ogni ebreo eleggibile ad accorrere subito per potersi porre con i suoi fratelli alla luce della Ménorah ed essere illuminato dai suoi raggi mentalmente e spiritualmente".

Il presidente del B'nai B'rith di Vienna doveva ugualmente dichiarare: "Noi siamo veramente i figli dell'Unione e questo è stato pure il simbolo di questa comunità fraterna, che si basa sulle fondamenta etiche del giudaismo, escludendo ogni controversia su questioni di fede o di politica generale (...). Noi siamo una unione di giudei ma mai siamo separati dall'ambiente non ebraico (...) senza rottura rispetto agli interessi che ci legano all'umanità non-giudaica nel contesto universale. Il

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nostro Ordine non conosce punti di vista esclusivisti, conserva lo spirito della Bibbia, che accorda la sua riconoscenza a chi è veramente nobile e buono, qualunque sia il suolo dal quale proviene, e si lascia volentieri fecondare dalle realizzazioni intellettuali di altre comunità. Noi ci appoggiamo ai principi della Bibbia, quelli che hanno posto le basi dello sviluppo morale dell'umanità e che racchiudono una tale ricchezza che le generazioni e i millenni non hanno potuto esaurirne il contenuto (...). Noi vogliamo mantenere intangibile la tradizione e la nostra storia, che ha centocinquant'anni, e rafforzare la coscienza che ci guida al compimento del più alto dei doveri".

23. Il destino di Israele: illuminare i Gentili

"La via, i fini del giudaismo, iniziarono con l'uscita dall'Egitto e con la consacrazione d'Israele

al sacerdozio; si compiranno con la consacrazione di tutta l'umanità" scrive il fratello Manuel Joel, filosofo religioso ed insegnante al seminario teologico ebraico e rabbinico di Breslau. "Consacrare" significa "santificare" (o "collegare"); il Dictionaire biblique traduce il verbo "consacrare" con "porre solennemente in uso" i reliquiari o l'altare dei sacrifici. Ecco un discorso a proposito del distretto tedesco, tenuto dal Fratello A. Goldschmidt nel 1932 (''-8) e che chiarisce questo concetto: "Il nostro Ordine deve essere uno dei ponti per la fraternizzazione dell'umanità. Dobbiamo avere coscienza di essere un ricettacolo di un grande impegno storico. Noi abbiamo dato il nostro sangue su tutti i campi di battaglia delle idee. Noi eravamo l'opposizione, la più fedele a Dio, a tutto ciò che è corporativo, rigido, ammuffito; noi abbiamo portato la luce nell'oscurità di questo mondo e possiamo osare dire: cosa sarebbe il mondo senza gli ebrei! Essere ebreo significa essere incaricato di una grande missione storica. Tutti i paesi ed i popoli che hanno nutrito odio verso gli ebrei sono sprofondati nel corso della storia. Disgraziatamente, la nostra cara patria, la Germania, alla ricostruzione della quale vogliamo collaborare con tutte le nostre forze, è caduta dalla sua grande altezza. Noi però dobbiamo andare nel mondo come martiri ed eroi, se comprendiamo bene il nostro dovere, e portare attraverso il mondo l'insegnamento degli oppressi: l'insegnamento della giustizia, dell'amore, l'insegnamento dell'umanità... La nostra vendetta (nei confronti della bestemmia) è: in quanto ebrei, in quanto B'ne Briss, diffondere ed affermare i diritti dell'Uomo e l'amore dell'umanità. Noi vogliamo confrontarci con tutti gli spiriti retti, per la benedizione del giudaismo, della patria, dell'umanità. B'ne Briss-combattenti di Dio. Israél".

Questa idea del destino religioso del popolo d'Israele che deve illuminare il mondo dei goym ricorre sistematicamente nei testi del B'nai B'rith ed ogni smacco è vissuto come un peccato commesso verso Dio. E ciò che spiega simbolicamente il Gran rabbino Akiba Eisenberg, presidente della loggia B'naî B'rith di Vienna nel 1975, quando assimila la politica antiebraica nazional-socialista a una punizione legata al mistero d'Israele. «Una seconda domanda bruciava ancora nel cuore di ciascuno di noi, la domanda che già pose Giobbe, la domanda dell'essere sofferente ed innocente - Teodicea! Signore, cosa mi hai inflitto? Signore, perché hai tollerato la distruzione di milioni di esseri umani? Mio Dio, perché ci hai abbandonato? Perché siamo restati in vita mentre milioni di noi hanno dovuto morire? A questa domanda non vi è ancora risposta, come gli ebrei deportati a Babilonia 2.500 anni fa non sapevano perché Dio li avesse colpiti con un tale disastro. Oggi, passati 2.500 anni, sappiamo che, senza l'esilio babilonese, il popolo dei giudei non sarebbe divenuto il popolo della Bibbia e non avrebbe potuto influenzare in modo decisivo la storia intellettuale dell'umanità. Il bene più prezioso, che noi chiamiamo umanesimo e cultura occidentale, non avrebbe potuto svilupparsi nel modo in cui in effetti si è sviluppato. Tra dieci, cento, mille anni, può darsi che comprenderemo verso quali mete la saggezza che regge il mondo ha voluto indirizzare le nostre sofferenze. Ma è vero che non abbiamo correttamente formulato la domanda. Non dobbiamo chiederci `Perché hai tollerato l'annientamento di milioni di esseri umani?' ma `Per quale scopo ci hai lasciati in vita?'. Non possiamo dire `Signore, quale castigo mi hai inflitto?' Dobbiamo chiedere al contrario: `Dio, cosa vedi in me, cosa ti aspetti da me? Qual'è ora il mio cammino, qual'è il mio dovere?'».

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Questa visione messianica è affine a quella proposta due decenni prima dal fratello Yakir Behar: "II Cristianesimo umanizza Dio; il giudaismo divinizza l'uomo. La religione di Gesù fa discendere Dio sulla terra, la dottrina di Mosè eleva l'uomo alla Provvidenza. Nell'opera secolare e ideale di Israele sono le opere che contano; sono i fatti divini che testimoniano la grandezza del Creatore" (11). Il dottor Maretzki, consigliere per la sanità e già presidente del Distretto VIII-Berlin del B'nai B'rith scrive, a proposito del destino d'Israele: "Non è davvero necessario essere esegeta medievale o moderno per trovare iscritta tutta la storia del giudaismo e della sua missione nella prima rivelazione di cui fu gratificato il nostro antenato Abramo. `Vai fuori dalla terra dei tuoi padri, fuori dalla tua città natale, fuori dalla casa di tuo padre, verso il paese che ti mostrerò e trarrò da te un gran popolo; Io ti benedirò e farò di te un gran nome e tu diverrai una benedizione... e tramite te saranno benedetti tutti i popoli della terra!' Dopo millenni, la parola del Sinai e di Sion agisce ancora attraverso la storia del mondo. Qualunque cosa possano obiettare i suoi avversari, Israele è stato una benedizione per i popoli".

Durante l'esposizione libraria che ebbe luogo per gli 80 anni del B'nai B'rith di Vienna, il Grande Rabbino Eisenberg, suo presidente, doveva dichiarare alla presenza del presidente austriaco: "Io considero la Bibbia il fulcro della nostra esposizione, sorgente viva della letteratura mondiale, che- ha in definitiva influenzato i più grandi autori della letteratura mondiale, ebrei e non ebrei. Infatti non sono il Tempio di Atena sull'Acropoli né la Porta dei Leoni di Micene che annunciano il fine della storia del mondo voluto da Dio, né le piramidi dei Faraoni né l'Alhambra di Granada né i castelli dei cavalieri del Medioevo ma il libro, il Libro dei Libri, la Bibbia, la Bibbia! Meschinerie, pregiudizi, invidie e gelosie possono negare la verità di questa tesi, ma noi ebrei, con la nostra sensibilità per la verità storica, noi che abbiamo assistito all'agonia delle culture e dei culti, degli imperi e delle nazioni, delle idee e dei sistemi, noi crediamo, no, noi sappiamo, che l'odio e la gelosia non possono sussistere in eterno e che la verità del libro trionferà!" È per questo che la Bib-bia, Libro dei Libri, figura sia sull'altare delle logge ebraiche del B'nai B'rith che su quello delle logge massoniche classiche.

Questo mistero d'Israele è stato riassunto in una pubblicazione del B'nai B'rith europeo: "L'ebreo potrebbe essere definito in base alle sue responsabilità verso Dio, verso la storia, verso il suo popolo, verso l'umanità... L'etica ebraica è di quelle che danno all'uomo il posto più elevato nella creazione. È per lui che esiste il mondo e tutto ciò che contiene. L'universo è stato creato perché l'uomo si realizzi dando così vita all'epoca messianica (...). D'altra parte la storia ebraica è un costante richiamo a tale responsabilità degli ebrei. Dall'intercessione di Abramo per Sodoma e Gomorra ai sacrifici presentati al Tempio per le settanta nazioni del mondo, non mancano, nei nostri testi biblici, gli esempi dell'intervento degli ebrei in favore dei fratelli non ebrei. Da allora, a torto o a ragione, il mondo non-ebreo ha sovente (troppo sovente) considerato il popolo ebraico responsabile di tutti gli avvenimenti (principalmente di quelli nefasti). La tradizione ebraica che ci ingiunge di essere d'esempio alle nazioni, di essere un popolo sacerdotale, sottolinea bene quale deve essere il nostro ruolo nell'umanità (...). È questo senso della responsabilità che ha dato vita al B'nai B'rith e che spiega la sua lunga storia" (30).

Il Dr. E. L. Ehrlich, direttore del Distretto dell'Europa Occidentale, ha fornito delle spiegazioni sui simboli, elementi il cui significato è nascosto ai profani ma che, raggruppati tra loro (sumbolon), portano la luce all'iniziato. «Il mondo sarebbe più povero se non vi fosse più compren-sione per i simboli. In verità, noi non accordiamo alcun significato alla mistica dei numeri, ma, in quest'ora solenne, ci viene alla mente il numero 37. Trentasette anni fa in questo paese brutalmente terminò, da un giorno all'altro, la vita giudaica attiva, ed è per caso il capitolo 37 del profeta Ezechiele che ci trasmette profonde riflessioni su ciò che è stato in passato nel nostro pensiero e su ciò che in definitiva è ancora. Sarebbe disonesto da parte nostra tradire ora ciò che gli ebrei ebbero a soffrire qui negli anni 1938-1945. Nessuno, a parte il profeta, aveva provato qualcosa di analogo già allora, quindi alla fine del VI secolo avanti Cristo. Nel suo libro si legge: "Le nostre ossa saranno riarse, distrutta è la nostra speranza, siamo perduti". (37, 11) ecc.».

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In un "trafiletto" sul significato del nome B'nai B'rith, (31) il fratello Bernstein, presidente della loggia di Basilea, esprime chiaramente il concetto dell'Ordine considerato come l'avanguardia del giudaismo che, a sua volta, è l'avanguardia dell'umanità. "Secondo il racconto biblico, Dio concluse un'alleanza con tutta l'umanità allorché Noè e i suoi figli ebbero lasciato l'Arca dopo il Diluvio. È nel quadro di questa alleanza che furono concluse le altre con il nostro antenato Abramo e con tutto il popolo ebraico sul monte Sinai. Questa connessione - instaurazione dell'Alleanza con il popolo ebraico nell'ambito dell'alleanza generale con l'umanità - mi sembra rivestire un grande significato nell'interpretazione del senso della parola "B'nai B'rith". Si può così estendere, al di là delle stesse frontiere del nostro popolo, una responsabilità del B'nai B'rith, come è detto qui di seguito: `Noi vogliamo lavorare all'elevazione spirituale e sociale del nostro popolo e di tutta l'umanità'. Con questo stato d'animo, gli ebrei si trovano all'avanguardia là dove si tratta tanto del contesto sociale che di quello scientifico, dove occorre dare battaglia per la giustizia e la libertà spirituale. Per gli stessi protagonisti, non si trattava soltanto di un affare di Stato concernente l'esistenza nazionale del popolo ebraico. Essi consideravano la rinascita del popolo ebraico nel loro proprio paese come un contributo alla soluzione di un problema dell'umanità. Creando nuove forme di associazione, essi unirono le loro esperienze ed aspirazioni al progresso universale nel campo sociale (...). La sincerità verso il mondo e l'unità nei valori spirituali e religiosi del giudaismo non sono assolutamente inconciliabili. Al contrario, la loro contestualità ha una base biblica e caratterizza la realtà del nostro ordine".

24. La Costituzione del B'nai B'rith

Dal momento che il B'nai B'rith si è dispensato dal depositare, come d'altra parte fanno

generalmente le logge massoniche, le sue costituzioni, rituali eccetera, non possiamo disporre degli statuti originali del 1843. Tuttavia, alla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti di Washington, si trova un opuscolo intitolato Costituzione dell'ordine indipendente del B'nài B'rith e ordinamenti della Loggia Jegar Sahadhuta n° 27, edito a New York nel 1860, che riporta, in modo quasi identico all'originale, il regolamento, la costituzione ed i fini propri dei fondatori dell'Ordine. Vi si legge: "L'Ordine del B'nai B'rith si è assunto il compito di portare a compimento l'incarico di unire gli israeliti degli Stati Uniti del Nord America, in modo da poter sviluppare il più presto possibile gli interessi superiori del giudaismo tra il più gran numero possibile dei suoi adepti. Abbiamo quotidianamente la dimostrazione che gli sforzi individuali degli uomini, anche se agiscono per il più onorevole dei fini, rimangono infruttuosi, mentre una notevole riuscita o una successo trionfale coronano gli sforzi di società i cui membri si siano uniti per collaborare. L'esperienza di cui il nostro Ordine ha beneficiato non ha solo dimostrato ampiamente questo fatto ma ci ha anche fornito molti incoraggiamenti per l'avvenire e ci invita ad attenderci che le più ottimistiche speranze in questo ordine d'idee saranno realizzate. Il nostro Ordine predica l'amicizia e i sentimenti fraterni, consola gli ammalati e porge loro aiuto, tende una mano soccorritrice agli infelici e a quelli che sono sommersi dalle preoccupazioni, asciuga le lacrime della vedova e dell'orfano, suscita la simpatia verso un fratello in tutte le fasi della sua vita e in tutte le vicissitudini che deve affrontare e nello stesso tempo cerca di alleggerire il fardello causato da un destino avverso. L'Ordine fa tutto questo, ma allo stesso tempo ha in vista un altro scopo, in particolare il miglioramento intellettuale dei suoi membri perseguito inculcando loro i principi della vera morale, quali si possono conoscere tramite le dottrine pure e sublimi del giudaismo. In verità si direbbe che gli sforzi compiuti si rivolgano solamente a vantaggio dei suoi membri, ma la sua ultima sfera d'attività non si limita alle mura della sala della Loggia; in effetti l'Ordine può essere una scuola preparatoria per la vita, dove s'insegna ai membri a operare per il bene dell'Umanità in generale e a elevare la gloria e l'onore d'Israele attraverso il loro esempio e le loro azioni".

Si noterà la stretta parentela con i regolamenti della massoneria tradizionale. Citiamo ad esempio il paragrafo 3 dell'articolo 5 della Costituzione del Supremo consiglio del Rito scozzese antico ed accettato: "Insegna e sostiene il culto divino, la verità e la giustizia, la libertà e

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l'edificazione attraverso la luce, la fraternità e la filantropia; s'intende che il suo fine è il miglioramento e il rafforzamento del carattere dell'individuo, e attraverso l'individuo, della comunità".

25. La regola del segreto

Più di altre organizzazioni, il B'nai B'rith presenta una storia ufficiale ed una reale. Ad

esempio, quando nel 1937 il governo polacco volle mettere fuori legge il B'nai B'rith, il consiglio d'amministrazione dell'Ordine telegrafò al supremo organo giuridico dello Stato polacco: "II B'nai B'rith non è una loggia massonica ma un'associazione benefica ordinaria" (32). In realtà non si trattava che di uno specchio per le allodole, come per esempio precisò il Judisches Lexicon (33): "Le comunità settoriali particolari si chiamano logge (capanna, padiglione, loggia, logioum). Nei paesi in cui esistono prevenzioni nei confronti del termine `loggia', a causa di pregiudizi ecclesiastici, fu scelta la denominazione di `associazione umanitaria' o `società umanitaria' così ad esempio in Austria, in Cecoslovacchia e in Polonia". Nelle riviste del B'nai B'rith si parla perfino di "rispettabile Loggia" (34), termine usato esattamente nella frammassoneria regolare.

Bisogna sapere che il linguaggio del B'nai B'rith è sempre in codice. Come spiegheremo nel capitolo dedicato alla Germania basandoci su documenti interni inediti del B'nai B'rith, i fondatori dell'Ordine nel Reich erano tutti frammassoni che, a causa dell'antisemitismo incipiente, trovavano delle difficoltà nelle loro logge. Decisero allora di creare una propria loggia massonica. Che cosa dice l'opera del Fratello A. Goldschmidt di Berlino (3'), consultabile anche dai profani? Esattamente la stessa cosa, solo che la parola "frammassoneria" è scomparsa dal testo, sostituita dalla parola "associazione umanitaria", quella di "frammassoni" dalla parola "colleghi" o "confratelli": "Gli israeliti tedeschi, grazie al loro stato sociale elevato, partecipavano attivamente alle società ed istituzioni umanitarie. Ma ben presto sorse una corrente a loro ostile proprio là dove le idee di uguaglianza e fraternità avrebbero dovuto avere libero corso. L'antisemitismo divenne più pronunciato dopo la guerra del 1870. La forza malevola e il capriccio deleterio dei loro colleghi e fratelli non ebrei li obbligò a separarsi da loro per lavorare in un'atmosfera di libertà e sincerità. Furono così spinti ad arruolarsi nell'armata dei Figli dell'Alleanza, del Bené Bérith, che esisteva già in America da oltre 40 anni".

Allo stesso modo, una pubblicazione storica (36) accenna alle origini del B'nai B'rith senza mai citare il nome "massoneria", ma scrive senza complessi che il B'nai B'rith era "travestito" da massoneria: "Il rituale era stato volutamente adottato in modo da catturare l'immaginazione degli iniziati, un approccio che è stato abbandonato nelle cerimonie attuali. A quell'epoca tutte le società avevano delle pratiche misteriose e spettacolari, così l'Ordine del B'nai B'rith le seguì nella forma esteriore. Vi erano gioielli con decorazioni colorate, gradi impressionanti, parole d'ordine ecc. Date le condizioni dell'epoca (l'Ordine) sarebbe scomparso se non avesse adottato queste regole. Infatti il segreto non fu abbandonato dal B'nai B'rith prima del 1920". Quando si esaminano le minute delle riunioni, si constata che ricorrono regolarmente domande di esclusione o di ammenda per i Fratelli che hanno infranto la regola del silenzio assoluto, così come nelle società segrete e nella massoneria. Il primo a essere citato fu Salomon Buckmann che, "in violazione delle leggi e dei costumi del B'nai B'rith aveva svelato a persone non iniziate il segno di riconoscimento ed altri segreti dell'Ordine".

Paul Goodman, in un articolo del 1936 che tratta della storia della prima Loggia di Londra, di cui era presidente, parla di un paragrafo del suo regolamento, quello sul segreto o silenzio circa le attività svolte nella loggia: "Ogni membro dovrà fare particolarmente attenzione a considerare tutte le procedure (della Loggia) come confidenziali e non le dovrà comunicare ad alcuno che non sia membro dell'Ordine". Si tratta di una rivelazione tanto più interessante in quanto il B'nai B'rith avrebbe abbandonato ufficialmente il segreto nel 1920!

Allo stesso modo l'Ordine e le organizzazioni ad esso associate e specializzate, come l'Anti Defamation League, o le sue sezioni locali, specie in Europa, evitano ancor oggi accuratamente di

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depositare le proprie pubblicazioni al fine di evitare ogni fuga di notizie verso i profani. In Francia, malgrado l'obbligo di depositare alla Biblioteca Nazionale ogni rivista, opuscolo ecc., il B'nai B'rith non ne ha praticamente mai depositato alcuno, se si eccettuano due numeri, sui sessanta pubblicati, del B'nài B'rith Journal, alcune pubblicazioni dell'A.D.L. e poco altro. Inoltre, le pubblicazioni di certi Distretti portano la dicitura "da non diffondere presso i profani" o "solo per i membri".

La Júdisches Lexicon prescrive: «Ogni fratello s'impegna sul suo onore a custodire per sempre il segreto dei segni e dei simboli tramite i quali sono regolate le relazioni dei Fratelli tra di loro (...). Per opporsi alle voci corse in America secondo le quali la "società chiusa" 1.0.13.13. sarebbe simile a una "società segreta", le riunioni delle logge americane sono state rese accessibili a un cerchio più vasto di persone. A volte vi trovano posto invitati cristiani. I simboli segreti sono stati conservati solo per le riunioni interne, in particolare per l'iniziazione dei nuovi Fratelli». Ciò significa che esistono delle "riunioni aperte" a cui possono assistere i profani e vere riunioni, quelle "mantenute chiuse" riservate solo ai Fratelli e alle Sorelle. Il segreto non è stato in verità mai abbandonato dopo 111920 dato che ancora oggi le convocazioni del B'nai B'rith o i suoi rendiconti tengono a precisare se si tratta di "riunioni aperte" o di "riunioni chiuse" oppure di "riunioni bianche" (i'), termine usato dalla massoneria regolare per le riunioni aperte. Lo stesso avviene per le organizzazioni affiliate, come l'A.D.L., che hanno anche loro delle riunioni "aperte" o "chiuse". Ciò prova il legame tra le organizzazioni. Anche nella commissione dell'A.D.L. regna una religiosità radicata: nel rapporto sul convegno di Firenze del 1966 si può leggere, nel capitolo "commissione A.D.L.": "Essa raccomanda pure di realizzare le osservazioni dei sermoni, previsti a certi giorni ben determinati" (38).

26. Segni di riconoscimento e parole d'ordine

Il primo presidente del B'nai B'rith in Palestina, nel corso di un articolo (39) parla "dei segni

speciali conosciuti solo dai Fratelli". Che cosa sono, se non i segni di riconoscimento dei frammassoni? Come indicato da Grusd nella sua storia del B'naî B'rith, i fondatori dell'Ordine disponevano di "un arsenale completo di decorazioni a collare e di segni di riconoscimento per ciascuno dei differenti gradi come pure per la Grande Loggia di Costituzione, le logge locali degli ufficiali (officine superiori, N.D.A.) e parallelamente di segni, toccamenti e parole d'ordine per i membri in generale". Si distinguono certi segni e posizioni rituali dalle foto pubblicate a uso interno, come quelle per la cerimonia rituale della fondazione della Loggia Carmel a Sofia il 15 marzo 1922 (a°): il corpo è eretto, il braccio destro abbassato lungo il corpo, la mano è piegata a squadra, il pollice a squadra sul chakrah del ventre, le altre dita ravvicinate e distese e questa è esattamente la postura d'ordine al grado di compagno per il Rito antico ed accettato scozzese! Sebbene il B'naî B'rith di Francia dichiari regolarmente di non essere che "una classica associazione secondo la legge del 1901", cosa che, sia detto per inciso, è quanto affermato dalle obbedienze massoniche classiche come il Grande Oriente di Francia o la Grande Loggia nazionale francese, esistano negli uffici, istituiti in ogni regione presso le Prefetture, una serie di funzioni totalmente sconosciute a qualunque altra associazione (secondo la legge del 1901) e che non possono che corrispondere alle cariche nelle logge massoniche di "guardiano", "consigliere" "cappellano", "economo" o "maresciallo". Inoltre nelle circolari e nei regolamenti, queste cariche sono indicate in maniera abbreviata, come nella massoneria: "Gli Ufficiali della Grande Loggia di Costituzione sono il G.S., i D.G., gli M.G. e A. (...) il G.S. è il primo Ufficiale dell'Ordine" (41).

27. Gioielli, collari e grembiuli

A ciascuno di loro corrisponde un gioiello di Loggia, di cui alcuni sono oggi senza dubbio

scomparsi. Gli Statuti del B'nai B'rith (") indicano, all'articolo 3: "Ogni fratello che desideri essere ammesso (in loggia) deve essere vestito in maniera conveniente e provvisto del distintivo corrispondente al suo rango nell'Ordine". D'altra parte I Documenti massonici (42) presentano la

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foto di un raro gioiello da ex Presidente di Loggia. I gioielli erano portati su collari di differenti colori (43). Ricordiamo che, a parte la massoneria, non esiste un'altra associazione i cui membri portino, nelle loro riunioni, gioielli ed insegne specifiche che stabiliscano la loro gerarchia Quando i Fratelli partecipavano al funerale di uno dei loro, queste decorazioni a collare venivano avvolte in crespo nero. Nel corso della convenzione del 1857 fu abbandonata una parte degli elementi più vistosi del rituale del B'nai B'rith: fu diminuito l'uso del collare degli ufficiali che addirittura disparve da diverse cerimonie abituali; il giuramento sull'onore, all'atto dell'iniziazione, fu sostituito da una dichiarazione sull'onore. Tuttavia, nel 1866, le Logge votarono per un ritorno al ritualismo. "Fu votata una mozione che richiedeva che i titolari dei differenti gradi portassero grembiuli di colori differenti, con grembiuli diversi per gli ex presidenti. Ogni grembiule doveva portare la sigla I.O.B.B." (44); Ciò non fu gradito ad alcuni rabbini riformati, come il rabbino E. M. Friedlein che denunciò i gioielli e ornamenti diversi "come opposti alla lettera e allo spirito del giudaismo". Li qualificò di "chukot hagoyim" cioè di "pratiche insensate dei Gentili". "Ma, come precisa sempre Grusd, la maggioranza (dei Fratelli) voleva i grembiuli". A volte ancora oggi si distingue, in una fotografia, un gioiello portato ritualmente da un presidente di Loggia, un sigillo di Salomone portato a collare con al centro "le quattro lettere del nome ineffabile di Dio che non si pronuncia mai, che si pensa e che per convenzione si legge Elohim" (45).

Se ne conserva sempre una testimonianza nei gioielli, spille ecc. che figurano nei cataloghi di vendita del B'nai B'rith e dell'A.Z.A., l'organizzazione giovanile dei Fratelli. Gli accessori proposti comprendono l'insegna di ex venerabile, (Past Aleph Godol), di Consigliere (Advisor), di Venerabile (Godol) ecc. con la specifica distinzione tra ufficiale locale, regionale o di Distretto. Gli ufficiali delle Logge portano ugualmente, se non dei grembiuli, delle stole colorate, ricamate con fili d'oro, aventi, da ambo i lati, il sigillo di Salomone (46). L'A.Z.A., movimento giovanile del B'nai B'rith creato nel 1924 negli Stati Uniti dal Distretto 6, impone di portare uno speciale costume rituale, una specie di saio di diversi colori in funzione dei gradi, con un cordone alla vita e le lettere A.Z.A. sul petto, in forma di scala (47). La lettera A simbolizza L'Aleph, l'inizio di tutte le cose, la Z, la lettera ebraica Zedaka, significa la carità e la responsabilità verso l'umanità, mentre l'ultima A è l'abbreviazione di Achdus, l'unità che deve regnare tra i figli d'Israele. Esiste anche una medaglia della Loggia. Se ne trova un esempio nel B'nài B'rith Magazine (48) che presenta l'illustrazione di una medaglia distintiva della Loggia n° 21 di San Francisco donata dal padrino di ogni nuovo iniziato.

II presidente della loggia, l'equivalente del Venerabile Maestro, usa sempre una mazza, come nelle logge massoniche e, a ogni cambiamento di Presidente, vi è un "cambio di mazza". La mazza che simbolizza il lavoro del muratore, è uno degli elementi essenziali della massoneria. Soltanto una giustificazione massonica può spiegare perché essa si ritrovi nel B'nai B'rith: "Nel corso della mattinata, la mazza del nostro presidente onorario del distretto, Joseph H. Domberger ci riunirà per un'assemblea chiusa solenne e regionale" (49). In origine anche i titoli erano tutti puramente massonici a partire da denominazioni ebraiche. Fino al 1868 il Presidente era, come abbiamo visto, il Gran Nazi, cioè il titolo dato una volta a Babilonia ai "principi" dell'esilio, il Gran Segretario era il Gran Saar.

In origine, nelle logge del B'nai B'rith, come in quelle massoniche, vi erano solo uomini, reclutati secondo criteri fissati dalle scritture e molto simili a quelli della massoneria: "Signore, chi può soggiornare nella Tua tenda, chi può abitare la Tua montagna sacra? Colui che si comporta irre-prensibilmente, esercita la giustizia, dice la verità nel suo cuore, non calunnia alcuno, non fa del male al suo vicino, non è di vergogna al suo amico". Malgrado le proteste, il reclutamento è profondamente elitario. Il gran Presidente Kraus dice: "che la nostra organizzazione sia democratica nei suoi rapporti e nella sua attività, ma aristocratica nel suo carattere" (50). "Se saremo in grado di avere trentasei ebrei aristocratici vivi, potremo propagare il nostro vangelo" spiega l'avvocato londinese David Goiten (51).

Ma alla qualità non corrisponde il numero. Da ciò derivano le discussioni costanti nelle riviste del B'nai B'rith, del tutto identiche alle preoccupazioni massoniche. "Bisogna che lo I.O.B.B.

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riunisca le élites delle comunità ebraiche per interessarle ai problemi del nostro popolo. Abbiamo la missione di associare valori, di raggruppare energie, di selezionare coscienze per raggiungere i risultati desiderati. Il B'nai B'rith accoglie nei suoi ranghi ogni ebreo che possa contribuire a innalzare il prestigio di Israele con le sue capacità intellettuali, il suo aiuto finanziario, il suo ascendente morale. (...) Il prestigio del nostro Ordine non è dato tanto dal numero dei suoi aderenti quanto dalle loro alte qualità umanitarie e giudaiche. La Grande Associazione non trascura tuttavia il numero, dato che ha necessità di mezzi complessi per la sua azione ed anche potenti, per potere esercitare la sua opera benefica su tutti i diseredati di Israele. Possiamo dire che la qualità dei suoi adepti non deve cedere il passo al loro numero. La salute dell'Ordine in generale e del nostro Distretto in particolare risiede nel matrimonio d'amore e di ragione tra la qualità e il numero" (52). Per questo l'iniziazione di ogni fratello è un "alto privilegio", come fa notare il Presidente della prima Loggia di Londra, Paul Goodman. Come nelle obbedienze massoniche, e solo là, i Fratelli possono "affiliarsi" a un'altra loggia al di fuori della loggia madre nella quale sono stati iniziati ('=). Il sistema di voto per le iniziazioni fu fatto per lungo tempo con le biglie bianche e nere, metodo che ritroviamo nelle logge massoniche classiche. Tale sistema è stato abbandonato nel Distretto I nel 1948.

Come nelle logge massoniche, la struttura è complessa (''): la Grande Loggia del Distretto si compone di Fratelli che sono stati presidenti di loggia per almeno un anno. A capo di questa Grande Loggia vi è un Gran Presidente. Egli dà vita alla direzione della Grande Loggia insieme al Gran Segretario, ai vice-presidenti e al Gran Tesoriere. I rappresentanti del Distretto compongono il comitato esecutivo, con a capo il Presidente dell'Ordine. La Costituzione istituiva un potere centrale, conosciuto come Grande Loggia di Costituzione detta anche Loggia Suprema, che doveva diffondere le carte di fondazione presso le nuove logge, fare applicare le leggi e i regolamenti dell'Ordine, le sue Ordinanze ecc. Solo nel 1975, nella Convenzione di Tel-Aviv, la denominazione Ordine internazionale del B'nai B'rith è stata sostituita con quella di B'nai B'rith International; è allora che la Loggia suprema è scomparsa per lasciare il posto alla Convenzione internazionale, il Presidente Supremo è diventato presidente internazionale e il Gran Presidente è diventato il presidente di distretto.

Come nella massoneria, tutte le logge si vedono attribuire solennemente una Carta di fondazione, che deve essere presentata in occasione dei lavori. I termini usati sono assolutamente uguali a quelli delle logge classiche. Eccone un esempio, quello della prima Loggia di Londra: "Ordine indipendente del B'nai B'rith.

Benevolenza, Fraternità e Armonia. A tutti gli interessati: Sappiate che in virtù dei poteri che mi sono stati conferiti dalla

Costituzione dell'Ordine e su domanda dei Fratelli (segue una lista di nomi), abbiamo accordato una carta alla Loggia il cui nome, la denominazione e il titolo saranno First Lodge of England, 1663, e che sarà installata nella città di Londra, Inghilterra.

In conseguenza autorizziamo e diamo potere ai Fratelli summenzionati, ai loro associati e successori debitamente e legalmente eletti, di costituire la detta Loggia sotto il nome qui attribuito e conferiamo loro i diritti ed i privilegi che sono garantiti a una loggia dalla Costituzione dell'Ordine.

I suddetti Fratelli, i loro associati e successori avranno l'obbligo di sottomettersi sempre alla Costituzione e alle leggi dell'Ordine e rispetteranno fedelmente i doveri che si sono liberamente imposti, con le sanzioni previste in caso di mancata osservanza di questa Carta.

Dato di nostra mano e coperto dal sigillo della Gran Loggia costituzionale della città di Chicago, Illinois, Stati Uniti questo 11 febbraio 1910, 5670.

Firmato Adolf Kraus Presidente, A. B. Seelenfreund Segretario". Si noti il riferimento al sigillo della Grande Loggia e all'anno 5670, ripreso da tutte le

costituzioni massoniche e derivante dal calendario ebraico. La diretta influenza massonica è pure presente nei locali del B'nai B'rith. Le riunioni, almeno

in origine, avevano luogo nei templi massonici. Il 19 marzo 1910, la cerimonia di fondazione della prima loggia inglese si svolse solennemente in presenza dei rappresentanti della Gran Loggia

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d'America nel gran Tempio massonico dell'Hótel Grand Central di Marylebone (55). Così come era avvenuto per il lancio del B'nai B'rith d'America nella Masonic Room di New York. D'altra parte la parola "tempio" è correntemente usata nella letteratura dell'Ordine. L'ingresso della sede berlinese del B'nai B'rith era, fino al 1937, un tipico ingresso da tempio massonico con quattro pilastri sormontati da un frontone triangolare conforme in tutto e per tutto all'architettura massonica (56). Dalle incisioni ancora conservate all'archivio di Stato di Amburgo, i locali di rappresentanza della loggia sita in Hartungstrasse 9-11 inaugurata nell'agosto 1904 e che prendeva il nome dal fondatore del B'nai B'rith, Henry Jones d'Hambourg, era simbolicamente fornita di tre finestre a vetrata. Queste erano state realizzate su progetto di Ephraim Moses Lillen, noto artista dello stile Jugen e rappresentavano Mosè che annuncia la libertà e il diritto, Hillel, che predica l'amore per l'umanità e la Ménorah, il candeliere sacro (57). Ancora oggi, sul muro dell'Ordine a Washington è scritto: "Il mondo riposa su tre pilastri" (la conoscenza, il servizio di Dio e la bontà) esattamente come la massoneria che, essa pure, si fonda su tre pilastri.

28. Il rituale

Esiste un rituale ultra segreto del B'nai B'rith ('s) una mescolanza del rito di York (che sarebbe

stato fondato in Inghilterra nel XIV secolo) e del rito Odd Fellows, dal nome di un'associazione fraterna massonica Non si conoscono associazioni fraterne del tipo Rotary o Lyons che abbiano un rituale, al posto di un regolamento interno o di un codice di buon comportamento; questa è una prerogativa esclusivamente massonica. Il rituale è una delle chiavi principali della massoneria, ne è la chiave. "I rituali e le regole delle logge costituiscono l'espressione e l'applicazione dei principi che sono alla base dell'Ordine. Devono precisare le regole di condotta, i sentimenti e le idee elevate che sono la nostra sola guida. In un certo senso rappresentano la calamita che deve attrarre verso il nostro Ordine i profani e in seguito trattenere e mantenere i fratelli nel rispetto e nella considerazione dell'opera alla quale hanno volontariamente consentito di associarsi" (60).

A differenza di ogni altra associazione filantropica o caritatevole che non sia la massoneria, il B'nai B'rith ha, o aveva, diversi livelli di conoscenza rituale. "Secondo Grusd, il rituale contava sei gradi che comunicavano i fini e gli obiettivi dell'Ordine, ognuno dei quali era illustrato da episodi di storia ebraica, in modo da dare quella conoscenza che, disgraziatamente, mancava alla maggior parte dei nuovi membri". Ne esistono, o almeno ne sono a lungo esistiti, almeno tre. Il capitolo VI delle Leggi generali dell'I.O.B.B. (1860) che abbiamo potuto consultare, s'intitola Dei Gradi:

- paragrafo 1: nessun fratello potrà ricevere un brevetto di secondo grado se non è membro dell'Ordine da almeno un mese.

- Paragrafo 2: nessun fratello potrà ricevere il brevetto di terzo grado se non è stato ammesso precedentemente e non ha ricevuto il suo diploma di secondo grado.

Gli Ordinamenti delle Logge dell'I.O.B.B. (1860) indicano, al capitolo 10, I Gradi al paragrafo 1: "Per ottenere un brevetto di grado, è necessario essere in regola con il tesoro, assistere regolarmente alle riunioni di Loggia, essere capaci d'intendere e spiegare il lavoro dei diversi gradi nei quali si è stati accolti, e ottenere il consenso della Loggia".

Il rituale originale è stato rivisto nel 1857 dal rabbino rivoluzionario David Einhorn che si è largamente ispirato al rituale inglese Royal Arch. Sembra che esso sia stato in seguito regolarmente rivisto e più o meno "revisionato". Pare che i sei gradi, divenuti nel frattempo tre, siano stati unificati nel 1879 in occasione della terza Convenzione generale dell'Ordine. Una delle ultime revisioni sembra sia avvenuta in occasione della Convenzione di Tel-Aviv del 1975 nella quale furono soppressi molti termini massonici: "Quello che non è cambiato (...) è che la nozione di fra-ternità è stata integralmente mantenuta. Al livello delle Logge e del lavoro di tutte le cellule del nostro ordine, del nostro vecchio Ordine, del nostro B'nai B'rith, la Loggia, il capitolo ristretto restano perché tutti si sono resi conto che la fraternità, il rituale sono il cemento che permette di lavorare in maniera diversa, in maniera molto più costruttiva che nelle altre organizzazioni. Il nostro rituale resta e non vi è dunque alcun cambiamento a livello delle nostre Logge" (61).

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Il Jùdisches Lexicon precisa che "il rituale" è costituito da "forme sotto le quali si svolgono la vita comunitaria delle Logge, i segni e i simboli attraverso i quali si svolgono le relazioni dei Fratelli tra di loro". Abbiamo già visto che una parte del rituale è consacrato alle iniziazioni che esamineremo in seguito. Del rituale esistono altre parti, contrariamente a quanto pretendono certe pubblicazioni e certi autori i quali affermano che esiste solo quello iniziatico, e che si tratterebbe soltanto di una breve formalità. In realtà le riunioni del B'nai B'rith si svolgono come quelle massoniche (62): rituale d'apertura, lettura del piano di lavoro svolto nella riunione precedente e approvazione dello stesso, informazione sui lavori della Loggia, lettura della corrispondenza, informazioni delle commissioni specializzate, affari particolari, informazioni sui fratelli assenti, varie ed eventuali, rituale di chiusura. La stessa fonte indica: "Coloro che partecipano alla lettura del rituale lo devono conoscere bene al fine di fare di questa lettura un atto ispirato". Si è evidentemente lontani dal Rotary o dal Lyons Club.

Il rituale impone la fede in Dio ed esclude gli atei, come indica l'estratto di una rivista del B'nai B'rith (`): "Durante un'iniziazione, uno dei candidati interruppe il Fr. Presidente nel bel mezzo del suo discorso d'iniziazione rituale nel punto in cui si esprime chiaramente la nostra fede in Dio, dichiarando di essere un ateo convinto. Di fronte a tale fatto, il Fr. Presidente, conformemente al paragrafo 1, art. 3 della Costituzione dell'Ordine è stato obbligato a sospendere l'iniziazione e a rinviare il candidato, non potendolo accettare come membro dell'I.O.B.B. Il caso fu sottoposto al Comitato esecutivo che approvò la condotta del Fr. Presidente". Inoltre le riunioni non si possono tenere il giorno o la vigilia delle feste ebraiche (Rosch, Hashana, Yom Kippour, Soucoth, Pessah, Pourim ecc.) così come pure nei giorni di digiuno.

29. II rituale d'iniziazione

La stessa cerimonia d'iniziazione, di cui sfortunatamente non abbiamo il rituale completo, ha

forti connotazioni religiose che lo rendono fondamentalmente diverso da quello di accoglienza di un membro in un'organizzazione qualunque. Tale religiosità risulta evidente dal discorso tenuto dal rabbino Marcus in occasione dell'accoglienza di nuovi fratelli: "Quando s'intonano gli accordi del coro dell'iniziazione, ci pare d'intendere il suono amico della Patria. Non solo le citazioni bibliche ma pure l'intero testo della cerimonia e i suoi simboli ci ricordano il tempo in cui Dio concluse l'Alleanza con i nostri antenati, si rivelò a essi, e ordinò loro cosa dovevano fare e cosa dovevano abbandonare. Sono sentimenti religiosi quelli che la cerimonia d'iniziazione risveglia in noi, sentimenti religiosi come quelli che furono ispirati ai nostri avi da Mosè, infine quella religiosità tramandata di padre in figlio attraverso i secoli. Per me, che ho avuto l'occasione di conoscere personalmente alcuni degli autori di questo rituale, che conosco come persone non che frequentano mai o quasi mai le sinagoghe e la cui religione si manifesta diversamente dal modo convenzionale, per me, dico, questo nuovo rituale d'iniziazione è la prova che lo spirito ebraico e l'antico sentimento ebraico hanno mantenuto tutta la loro vitalità". Ancora oggi le iniziazioni sono molto complete e ricche di simboli, come dimostra la lettura delle prime impressioni d'iniziazione, piattaforma tradizionale massonica, di una giovane sorella francese nel 1973 (63) e che qui riproduciamo.

Uno dei segni del legame B'nai B'rith-massoneria è che non vi si entra con una firma, ma tramite un'iniziazione cioè l'inizio di una nuova vita. Non ha il significato di una semplice cooptazione come per un club qualsiasi, ma di una vera cerimonia rituale (64): «nelle logge B'nai B'rith tutti gli ebrei sono i benvenuti e vi si sentono a proprio agio. Erano già "Fratelli" prima di aver gustato la poesia del rituale dell'iniziazione. Erano "Figli dell'Alleanza" fin dalla nascita e l'Alleanza non è stata stipulata da alcuni uomini riuniti in Logge, essa è stata stipulata tra Dio ed Israele ai piedi del Monte Sinai. Si potrebbe dire, in senso figurato, che Abramo, il padre della razza ebraica, fondò la prima loggia e che trovò il suo rituale quando levò gli occhi verso la miriade di stelle della volta celeste e vide l'opera di un Creatore. Le stelle gli parlarono, gli dissero: "Guarda, il tuo popolo sarà come le stelle del cielo... sii benedetto..."».

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Non abbiamo potuto trovare né il rituale completo né quello d'iniziazione in francese, che sono segreti. Abbiamo tuttavia potuto esaminare il rituale d'iniziazione attualmente in vigore negli Stati Uniti (65), pubblicazione interna del B'nai B'rith, del quale pubblichiamo qui i passaggi chiave in una traduzione il più fedele possibile, conservando gli arcaismi e le maiuscole.

1) Discorso di accoglienza del candidato, pronunciato dal Presidente di Loggia. Padre di tutti gli Uomini, Ripieni di uno spirito di fraternità e benevolenza, ci siamo riuniti questa sera per accogliere

quelli della nostra fede che hanno deciso di bussare alle porte del B'nai B'rith, i Figli dell'Alleanza, che sono fondati sulle pietre angolari che costituiscono la giustizia, la misericordia, l'amore fra-terno, e la rettitudine.

Trecento anni fa, i discendenti di Abramo si sono assunti la sacra responsabilità di consacrare la loro vita ai principi di libertà, uguaglianza ed amore fraterno dell'uomo. Attraverso il tempo, allorquando il fanatismo e la tirannia mostrarono le loro orribili teste, i nostri padri, i Figli dell'Alleanza, rimasero fedeli ai loro impegni, stoicamente e malgrado i sacrifici. Furono i campioni della giustizia sociale e sognarono segretamente il giorno in cui la verità e l'equità avrebbero potuto squarciare il velo dell'arroganza e dell'ingiustizia. Concedi, o Dio, che tutti coloro che sono riuniti sotto la bandiera del B'nai B'rith possano ottenere la realizzazione di quello per cui il nostro popolo si è battuto per così tanto tempo. Possa la nostra condotta quotidiana riflettere sempre la dignità e l'onore attraverso l'universale Casa d'Israele. Possa non affievolirsi mai la nostra devozione al benessere del nostro paese. Possa la nostra Ménorah diffondere in futuro i caldi raggi riparatori della Luce, della Verità, della Giustizia, della Benevolenza, dell'Amore fraterno e della Pace. Rafforzaci, insieme con gli amici della libertà in ogni luogo, per portare la nostra pietra all'accelerazione dell'arrivo dell'era, attesa da così tanto tempo, in cui la giustizia scorrerà come una potente corrente e la pace universale sarà l'eredità eterna di tutti i Tuoi figli; Amen.

2) Giuramento nella Loggia B'nai B'rith. Mettete la vostra mano destra sul cuore. Alla presenza di Dio onnipotente e di tutti coloro qui convenuti, giurate solennemente di

proteggere e difendere la fama del Giudaismo e promettete di sostenere il programma del B'nai B'rith al meglio delle vostre possibilità. Questo programma è una regola di vita, è il servo di Zeduka (la giustizia) e della giustizia, è divenuta cara alla nostra nazione, alla comunità ebraica e a tutta l'umanità. Se consentite a tutto ciò, caro fratello, dite "sì, lo prometto".

In segno simbolico dell'alleanza fatta tra Dio ed i Figli d'Israele, vi dichiaro membro della Loggia XXX n° YYY del B'nai B'rith.

Siete invitato ad assistere a tutte le riunioni e a prendere parte alle attività della Loggia. Vogliate accettare questi doni con gli omaggi della Loggia XXX. Leggete attentamente i documenti che vi troverete. Ciò vi aiuterà a saperne di più sul B'nai B'rith. È l'emblema dell'Ebreo, del Figlio dell'Alleanza. Portatelo con fierezza. Felicitazioni. Shalom.

3) Cerimonia di accensione della ménorah. - Le sette braccia della Ménorah si elevavano nel primo tabernacolo eretto per la gloria di Dio

nello splendido tempio della città sacra. È stato scelto come emblema dell'ordine del B'nai B'rith e in ogni Loggia se ne trova uno che ora vi domando di osservare con attenzione. La Ménorah simbolizza la missione di Israele, quella di riempire il mondo con la luce della divina verità. Ogni braccio simbolizza un nobile ideale.

- (Accendendo la prima candela) Luce. Al principio le tenebre erano al di sopra dell'oceano e lo spirito di Dio si sporse al di sopra delle acque, e Dio disse, sia la luce e la luce fu. Fu l'atto decisivo della creazione. Esso creò l'universo e con la luce lo rese luminoso e caldo. Dal primo giorno, la natura attesta l'esistenza del Dio vivente.

- (Accendendo la seconda candela) Giustizia. La giustizia dev'essere ciò che tu persegui. La giustizia sostiene il mondo e ordina le cose umane. Protegge i deboli e frena i potenti. Mantiene l'equilibrio tra diritti eguali e ci rinforza per eguali doveri.

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- (Accendendo la terza candela) Pace. La rettitudine lavora e porterà la pace, la conseguenza sarà l'acquietamento e la tranquillità eterna. La fatica e il lavoro degli uomini, così come il godimento dei frutti del lavoro, necessitano la garanzia della pace. La sicurezza della casa, il suo carattere sacro e il mantenimento delle virtù sono assicurate solamente dal sorriso della pace.

- (Accendendo la quarta candela) Verità. La verità è il segno distintivo di Dio. La verità è il cuore della vita. Senza di lei il lavoro non ha valore; nessuna parola ha credito; senza moralità, nessun rispetto; senza talento, nessun potere. Israele ha innalzato la bandiera della verità nell'epoca tenebrosa dell'ignoranza del mondo e la sua missione è quella di portare e far sventolare sempre questa bandiera, sigillo del Dio vivente.

- (Accendendo la quinta candela) Beneficenza. Colui che ha un occhio benefico, sarà benedetto per aver donato il suo proprio pane ai poveri. Che Dio onori ogni luce. Ciascuno di noi può, in modo diverso, rendere servizio agli altri. La cattiva sorte può abbigliarsi in abiti differenti, ci porta a dare un aiuto generoso e regolare, e inoltre a donare una fraterna simpatia.

- (Accendendo la sesta candela) Amore fraterno. Devi amare il tuo prossimo come te stesso. L'amore fraterno ci insegna a non lavorare solamente per noi ma ad essere utili agli altri e a operare per la loro felicità. L'amore fraterno unisce gli uomini tra di loro e, nell'esercizio di questa virtù, realizziamo la comune fraternità con Dio e con gli uomini.

- (Accendendo la settima candela) Armonia. Guardate com'è benefico e piacevole per i fratelli vivere insieme nei legami dell'unità. È la solidarietà, e non la contestazione o l'esercizio della forza, che rende possibile una vita felice. L'armonia tra i cittadini è la sorgente della forza di un popolo. Questo spirito ha dato a Israele tanto il potere in passato quanto la speranza per il suo futuro.

30. Un falso problema

Come si vede, in definitiva, sapere se, nella realtà, il B'nai B'rith è o no un ordine massonico,

riveste un'importanza relativa. Si tratta in realtà di un falso problema. Anche se oggi l'organizzazione rifiuta di riconoscersi come ordine massonico, esso lo è in virtù della sua origine, della sua ispirazione deista, della sua costituzione, del suo rituale, dei suoi gradi, delle sue iniziazioni, dei suoi metodi, della sua tecnica d'insegnamento, dei sui fini, della sua organizzazione, dei suoi segreti, dei suoi segni distintivi e di riconoscimento, del suo spirito ecc. Si dirà al massimo che si tratta di un ordine massonico a parte, in ragione della sua specificità primaria: l'obbligo per i suoi membri di essere ebrei, cosa che, a differenza della frammassoneria classica, gli sottrae il principio dell'universalità. L'unico quesito che ci possiamo porre, è quello di sapere se il B'nai B'rith conserva una vera specificità massonica o se questa si è persa poco a poco nel corso degli anni.

Non saremo noi a concludere, lasciamo la parola al Fratello Robert Béhara, ex Presidente della loggia Edwin Guggenheim di Villeurbanne, il quale rispose a tale domanda non molto tempo fa, con un intervento scritto che sembra uscito da una rivista massonica (11): «Si dice che il B'naî B'rith sia storicamente una società iniziatica della quale resta ancora qualche frammento. Quanti dei suoi membri conoscono il significato di tale parola (iniziatico) o della parola "rituale"? Chi ha fatto una riflessione sul fondamento di questa iniziativa e chi addirittura ne ha avuto la velleità? (...) All'alba degli anni ottanta, il Consiglio internazionale del B'naî B'rith ha giudicato che, per affrontare il XXI secolo e per dare al nostro popolo un avvenire e una speranza, bisognava liberarsi della nozione di "società esclusiva". Il 12 marzo 1983 a Gerusalemme, il suo Presidente aveva incoraggiato il B'nai B'rith a un forte reclutamento, abolendo tutte le barriere. Mossi da un nobile sentimento, i saggi del B'naî B'rith si sono, a mio avviso, sbagliati quanto ai mezzi, almeno in Francia e forse in Europa (...). Il lavoro in loggia, con la sua disciplina e il suo rituale, è obbligatorio. Ciò presuppone a monte un certo numero di filtri in una loggia che vive e per questo motivo ha molte riunioni chiuse. Perché il B'naî B'rith non è una sorta di Lyons Club. Solo in seguito ci si apre di più in più e l'effetto massa può entrare in gioco».

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No, Pilato non si è lavato le mani alla moda ebraica. No, Pilato non ha protestato la sua innocenza. No, la folla giudea non ha gridato: "Il Suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli". Ma perché insistere ancora? La causa è chiusa. Lo è per tutti gli uomini in buona fede. Jules Isaac, storico francese e membro del B'nai B'rith

31. IL CRISTIANESIMO RIVEDUTO E CORRETTO DAL GIUDAISMO

32. Si sarebbe antisemiti soltanto perché si racconta il vangelo?

Un caso esemplare, che ha coinvolto cittadini francesi, si è avuto a New York nel maggio del

1993. Durante la stagione teatrale 1992-93 un regista francese, Robert Hossein, uomo con simpatie di sinistra, autore di Danton, Robespierre ecc., mette in scena in Francia, con grande successo (da 800.000 a 900.000 spettatori) una rappresentazione ispirata ai vangeli, Il suo nome era Gesù. Il copione è firmato d'accordo con lo storico ed accademico Alain Decaux, già ministro delegato alla Francofonia del governo socialista di Michel Rocard (1988-1991). Egli è altresì membro della L.I.C.R.A. e dell' M.R.A.P., le due principali organizzazioni antirazziste francesi. Una sessantina di attori prendono parte allo spettacolo che mescola teatro mimato con uno sfondo cinematografico e musicale, per narrare la vita di Cristo secondo i Vangeli. Lo spettacolo ottiene il sostegno della Lega internazionale contro il razzismo e l'antisemitismo (con una lettera personale del Presidente della L.I.C.R.A., Jean-Pierre Bloch, membro del B'nai B'rith francese). La stessa attenzione viene dalla parte religiosa, in particolare da suor Emmanuelle ("Riprendo fiducia nell'uomo. Riparto esaltata") e di Mons. Jean-Marie Lustiger, arcivescovo di Parigi. Ricordiamo che quest'ultimo, di origine ebraica, si convertì al cattolicesimo nella sua giovinezza a Orléans nel 1940. Nessuna critica, al contrario. Confortato dal successo, Hossein decide di portare lo spettacolo negli Stati Uniti, ove debutta i16 aprile, riportando un successo trionfale a Baltimora, Boston, Minneapolis ecc. Quando però l'opera sta per andare in scena a New York, i12 giugno, nella celebre Radio City Hall, l'A.D.L. intraprende una campagna intimidatoria (boicottaggio davanti alla sala), per ottenere, in mancanza della sua proibizione, numerose modifiche argomentando che certe scene dell'opera sarebbero antisemite poiché presenterebbero la comunità ebraica come responsabile della morte di Cristo (il dogma del deicidio è stato abbandonato dal Concilio nel 1965).

Tuttavia si legge chiaramente nel Vangelo secondo Matteo (versetti 24, 25, 26 del capitolo XXVII), nel passaggio in cui Ponzio Pilato, rivolto al popolo ebraico dice: "Non sono responsabile di questo sangue, a voi decidere" e tutto il popolo rispose: "che questo sangue ricada su di noi e sui nostri figli"; allora egli rilasciò Barabba. "Quanto a Gesù, dopo averlo fatto flagellare, lo consegnò affinché fosse crocefisso". Di conseguenza, in un comunicato, l'A.D.L. afferma che "non si deve fare apparire il popolo giudeo come un popolo colpevole di deicidio". Per il rabbino James Rudin "l'opera è antiebraica più per gli elementi visivi che per il testo (...). Tutto è fatto perché i preti ebrei siano rappresentati come i cattivi. Abiti di velluto scuro, sete brillanti e gioielli d'oro Atmosfera macabra e perversa. (Lo spettacolo) è veicolo di un messaggio potente e devastante" ('). In realtà i costumi s'ispiravano alle tele di Rembrandt e Caravaggio. Per Robert Hossein (2) si assisteva a "un'operazione di destabilizzazione e a un ridicolo protezionismo da parte della lobby ebraica newyorkese". In effetti egli credeva di aver preso tutte le precauzioni: "Sono scandalizzato e stupefatto. Non avrei mai immaginato un fatto del genere. Si sa che non vi è neppure una parola nel testo che non sia stata presa dai quattro Vangeli. Nemmeno una volta si pronuncia la parola `ebreo'. Mai si parla di Giudea, di sommi sacerdoti, di farisei. È incredibile!". In un'altra intervista (3), Hossein spiega: "Non taglierò niente, neppure una sequenza. Il significato è lampante anche per un bambino di otto anni. Non sono il responsabile dei Vangeli. Essi sono quello che sono da secoli. Ciò che può urtare è l'intransigenza con la quale l'abbiamo montato, con occhio tollerante per il cristianesimo. Cosa volete che tagli?"

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Quindi, all'inizio, Hossein e Ducaux rifiutano ogni censura, poi l'accettano a causa delle implicazioni finanziarie, dopo una negoziazione condotta da un avvocato franco-americano, Arnaud Klarsfeld, alto responsabile della L.I.C.R.A. e figlio di Beate e Serge Klarsfeld, (quest'ultimo fondatore dell'Associazione dei figli e figlie dei deportati ebrei di Francia e dell'associazione ebraica per il giudizio dei criminali di guerra nazisti, segretario generale del Centro di documentazione ebraica contemporanea). Di fronte alle condizioni loro imposte, Hossein e Decaux chiedono di poter ritirare il loro nome dai programmi. In realtà non vi sono più né la pubblicità luminosa in Times Square (al suo posto vi è quella dello spettacolo successivo, i Gypsies Kings), nessun annuncio pubblicitario sui giornali locali, prenotazioni chiuse con una settimana d'anticipo, rimborso dei biglietti a chi lo desidera, "prima" davanti a una platea particolarmente diradata. Tuttavia erano già stati venduti 30.000 biglietti per le dieci rappresentazioni previste, di cui due in spagnolo. Non se ne terranno che sei. Hossein, alla "prima", farà leggere questo testo: " Delle leghe contestatrici hanno voluto proibire lo spettacolo. Si è trovato un accordo, tutti sono contenti, ma molto viene a mancare stasera, a cominciare dal pubblico". Tra le varianti figurano: il colore degli abiti dei sacerdoti e dei gran sacerdoti, che da nero diventa marrone; le maschere mortuarie abolite; l'occultamento di un passaggio in cui gran sacerdote decreta la morte di Gesù.

Un lungo testo, che sancisce la totale vittoria all'A.D.L., deve essere letto prima di ogni rappresentazione: "Gesù, per i cristiani Figlio di Dio, è stato ebreo per tutta la sua vita. Era nato in una famiglia ebrea e passò tutta la vita nella società ebraica. Gli insegnamenti di Gesù venivano dati alla maniera giudaica dell'epoca. Parlava nelle sinagoghe e nei templi. Purtroppo, fino a poco tempo fa, gli ebrei erano ritenuti responsabili della morte di Gesù. Nessuna accusa ha mai fatto scorrere altrettanto sangue. Bisogna ricordare, una volta per tutte, che Gesù è stato condannato da un tribunale romano presieduto da un governatore romano. Abbiamo conosciuto troppe inquisizioni, troppe Auschwitz per dimenticarlo. È possibile che alcuni momenti specifici della rappresentazione che state per vedere suggeriscano un'immagine negativa di certe cariche ebraiche. I produttori desiderano affermare chiaramente che con questo lavoro non hanno avuto alcuna intenzione di denigrare o criticare il popolo ebraico vissuto all'epoca di Gesù o vivente oggi. Noi ci auguriamo che quest'opera porti il suo contributo alla tolleranza tra i popoli della terra".

Il Le Figaro (4) si chiede: "Per meglio comprendere lo spettacolo e non vedervi intenti antisemiti, era veramente necessario vestire i sacerdoti di marrone anziché di nero, bandire dal testo la parola `farisei', `sommi sacerdoti' e `scribi', non vedere più le loro maschere proiettate sul fondale scenico, nascosto da una tenda durante i passaggi incriminati? (...) Non era forse meglio, visto il grande successo della tournée negli Stati Uniti, continuare le proiezioni in nome della libertà d'espressione ed attendere le reazioni del pubblico piuttosto che fare delle incredibili concessioni?"

Della stessa opinione (5) si dichiara Théo Klein, già presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche francesi: "Conosco bene Robert Hossein, mi pare completamente privo di antisemitismo o d'intenzioni antisemite (...). Non ho visto per intero lo spettacolo. Ho solo assistito a una mezz'ora di prove, ma non mi è parso che il testo contenesse propositi antisemiti. (...) Comunque sia, se fosse stato davvero antisemita e considerato il gran numero di persone che l'hanno visto, in Francia ci sarebbero state delle reazioni".

Delfeil De Ton (6) riassume, nel suo inconfondibile stile, l'intera faccenda: "I francesi non avevano reagito. Le rappresentazioni parigine erano state addirittura trionfali. Vergogna a noi. Come abbiamo potuto sopportare che, nel loro spettacolo Il suo nome era Gesù Robert Hossein e Alain Decaux abbiano potuto pretendere che siano stati i giudei a condannare a morte Gesù Cristo? Fortunatamente, militanti americani hanno denunciato questa manifestazione di antisemitismo. (...) HosseinDecaux fascisti! Hossein-Decaux nazisti!"

33. Revisionismo evangelico

La portavoce dell'A.D.L., Myrna Shinbaum, si difende in modo sorprendente dall'accusa di

censura nei confronti del duo Hossein-Decaux ('): "Non abbiamo mai cercato di impedire lo

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spettacolo. È un sistema educativo, lavoriamo ora coi produttori per modificare il testo affinché non sia offensivo né per i giudei né per i cristiani". E perché, si chiedono alcuni non modificare i Vangeli in senso più favorevole al giudaismo? E di questo parere l'intellettuale Raphael Drai ('): "Ancora oggi non si può leggere il Vangelo senza diventare antisemiti. Le Sacre Rappresentazioni della Passione sono un incitamento all'omicidio". Le accuse virulente fatte alle diverse rappresentazioni della Passione non sono nuove. Il B'nài B'rith Magazine (`') riporta, nel bilancio annuale dell'A.D.L. per il 1937, ben 750 casi di antisemitismo, tra i quali "51 libri, 41 tesi di laurea, 74 articoli o opuscoli, 115 discorsi" ecc. e "23 rappresentazioni della Passione". Da più di quarant'anni l'A.D.L. e il B'nai B'rith non hanno avuto tregua nel perseguire lo scopo di ottenere costanti modifiche alla più celebre Passione del mondo, la Passione di Oberammergau (Baviera, Germania) che la popolazione recita ogni dieci anni seguendo un testo del 1634, rivisto nel XIX secolo, in ricordo della fine di un'epidemia di peste. L'A.D.L. ha edito un'opera destinata a distruggere le rappresentazioni sulla Passione di Cristo, The Oberammergau Passionspiel (che non riguarda solo la Passione in quel comune), di Leonard Swidler e Gerard S. Sloyan. Nel 1980 il Dipartimento americano della difesa, su pressione del B'nai B'rith inviava una circolare alle forze armate di stanza in Germania domandando di cessare ogni propaganda per la Passione di Obe-rammergau a causa della sua "connotazione antisemita". Non sono solo le Passioni e le Vie Crucis a essere nel mirino, come si deduce dal B'nài B'rith Magazine (`) che si felicita per il divieto di rappresentare nelle scuole di New York ovest e di Baltimora Il Mercante di Venezia di Shakespeare. Al contrario, il B'nai B'rith ha stipulato un accordo per promuovere i "buoni" libri, i "buoni" lavori teatrali e i "buoni" film così come già aveva fatto con I Dieci Comandamenti di Cecil B. De Mille.

34. Gli Stati Uniti non sono una nazione cristiana

L'A.D.L. ed il B'nai B'rith hanno sempre combattuto per una stretta separazione tra la Chiesa

e lo Stato, cosa di cui l'A.D.L. si felicita in un libro di sua pubblicazione ("): "Dal 1948, l'A.D.L. è stata parte attiva (sotto forma di "amico-consigliere") in praticamente tutti i maggiori processi relativi alle relazioni tra Chiesa e Stato, chiedendo sempre una stretta interpretazione della clausola di separazione... L'A.D.L. lavora costantemente per una stretta separazione della Chiesa dallo Stato, un impegno che risale alla prima partecipazione della lega a un processo riguardante la scuola: Mc Collum contro il Ministero dell'Educazione... Il muro che separa la Chiesa dallo Stato deve essere ricostruito e rinforzato, in modo che la libertà religiosa sognata da Jefferson e dagli altri padri fondatori resti ora e sempre un esempio per il mondo intero". Dietro questa professione di fede nella tolleranza e laicità, si cela in realtà una messa in discussione sistematica, da parte del B'nai B'rith e dell'A.D.L. delle pratiche religiose maggioritarie, cioè della religione cristiana (cattolici, protestanti, ortodossi) in seno alle scuole pubbliche (e anche private, di tipo universitario), nel-l'amministrazione, i comuni, la vita locale ecc. Il fine è quello di ottenere, con una utilizzazione al limite del diritto, il ripudio ufficiale delle basi della civilizzazione occidental-americana, fondata particolarmente sulla Bibbia.

- Tempo libero. L'A.D.L. si è costantemente opposta alla possibilità di mettere a disposizione degli allievi il tempo necessario per partecipare ad attività religiose, anche su base volontaria, per esempio con l'accordo dei genitori, per avere un'istruzione religiosa.

- Scuola privata. L'A.D.L. si è costantemente opposta a contributi pubblici alle scuole private confessionali.

- Preghiera. La Corte Suprema, su istanza dell'A.D.L. ha fatto bandire le preghiere, anche se volontarie e silenziose, sia nelle scuole che nei tribunali e in tutte le sedi locali, comunali, federali o statali. Si ricordi che il Presidente degli Stati Uniti, paese intriso di religiosità fin dalla sua creazione da parte dei padri fondatori, giura ancora oggi sulla Bibbia. Successivamente l'A.D.L. ha ottenuto l'abolizione di qualsivoglia giuramento di funzionari pubblici che si basi sulla fede in Dio (1961), la proibizione della lettura di un versetto biblico all'inizio delle lezioni del mattino (1963), la proibizione della presenza visibile di una Bibbia nelle classi ecc.

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Tuttavia non vi è opposizione dell'A.D.L. quando si tratti dell'Antico Testamento (la Bibbia degli ebrei). Fu così che l'A.D.L. non si oppose all'esposizione dei dieci comandamenti nelle scuole del Kentucky (1980): "L'uso secolare dei Dieci Comandamenti è visto chiaramente nella sua adozione come il codice legale fondamentale della civilizzazione occidentale e della legge comune degli Stati Uniti".

- Canti natalizi, inni religiosi. L'A.D.L. ha tentato di fare bandire dalle scuole i canti di Natale (Christmas carols) oppure salmi religiosi; senza successo, per il momento.

- Circoli religiosi. In virtù dell'E.A.A. (Equal Access Act), gli animatori dei club religiosi (lettura della Bibbia ecc.) hanno ottenuto un "identico accesso" ai benefici accordati agli altri club nelle scuole e nei licei, dato che le attività religiose fuori orario scolastico sono considerate una forma di libertà di espressione. L'A.D.L. ha tentato d'impedire questo accesso in nome della laicità. Ad esempio, nel 1993, l'A.D.L. si è opposta al fatto che una scuola prestasse un proiettore a una associazione evangelica per proiettare un film fuori dall'orario scolastico.

- Simboli religiosi. Negli Stati Uniti è ormai anticostituzionale per le diverse organizzazioni statali celebrare Natale o le altre feste religiose cristiane esibendo simboli religiosi come la croce, il presepio o le immagini di Cristo. Si possono loro sostituire Santa Claus, le renne o l'albero di Natale, che sono considerati di natura secolare. Così nel 1991 l'A.D.L. ha intentato un processo a un'amministrazione comunale che aveva allestito alcune scene della vita di Cristo in un giardino pubblico, argomentando che il comune non si accontentava di celebrare il Natale ma dava sostegno alla religione cristiana. Allo stesso modo l'A.D.L. e il Congresso ebraico americano combattono le municipalità che patrocinano o sovvenzionano i presepi Al contrario, quando la setta ebraica integralista dei Loubavitch eresse un'immensa Ménorah su di un terreno comunale di Beverley Hills per celebrare la festa ebraica d'Hanoukah, l'A.D.L. giudicò che porle accanto un albero di Natale (non una croce) era un compromesso accettabile.

- Bibbia. Dal 1992 è oramai anticostituzionale per un insegnante leggere in silenzio la Bibbia durante le lezioni, ad esempio durante le prove d'esame o una lettura individuale. La Bibbia non può più essere esposta sulla cattedra. È altrettanto anticostituzionale che una biblioteca di classe contenga testi religiosi: una sentenza ha proibito la presenza di due libri religiosi, La Bibbia in immagini, La storia di Gesù, unitamente ad altri 240 libri tra cui figurano Tom Sawyer e Il mago di Oz. La Corte tuttavia non si è ancora opposta alla presenza di un manuale di mitologia greca o di un libro sulla religione indiana.

L'A.D.L. ha dato il suo sostegno al capitano Simcha Goldman nella sua battaglia contro il regolamento dell'esercito americano.

Durante i primi tre anni d'ingaggio, questo ufficiale dell'aeronautica, psicologo di formazione, portava sul capo, durante il servizio, una yarmulkah (piccola calotta). Violava così il regolamento dell'Air Force che definisce con molta precisione il tipo di uniforme da indossare, ma i superiori lasciavano correre. Quando una circolare stabilì che ci si doveva attenere strettamente alle direttive di servizio, a Goldman fu richiesto di abbandonare la yarmulkah. Egli allora ricorse a un'azione legale pretendendo che si era violata la sua libertà religiosa. La Corte gli diede ragione, stimando di poca rilevanza il fatto di portare quel copricapo "che non ledeva il morale e l'obbedienza" dei regolamenti militari.

Tuttavia, la corte d'appello di Washington giudicò che l'uniforme era soggetta a un solo codice. L'A.D.L. e altre cinque organizzazioni ebraiche domandarono allora di riaprire la causa e di rivedere il giudizio. Il rapporto giuridico dell'A.D.L. fece notare che le restrizioni al libero esercizio della libertà religiosa "devono essere strettamente esaminate e che devono essere giustificate da un confronto con gli interessi del governo". Solo gli interessi "di ordine superiore" potrebbero giustificare una tale proibizione. Allo stesso modo l'A.D.L. ha dato il suo sostegno (ami~ cus brief Church of the Lukumi Babalu v. Hialeah) alle chiese di culto vodù di derivazione diabolica (Santeria) che praticano sacrifici rituali di animali vivi nel corso di cerimonie sataniche (polli, cani ecc.). Ciò al fine evidente di non permettere che siano messe in discussione le pratiche rituali religiose ebraiche, ad esempio la chehita.

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- Referenze religiose. Il 3 novembre 1981 l'A.D.L. ha ottenuto da un tribunale della California l'abolizione di un annuario professionale confessionale dal titolo Christian Yellow Pages. Il suo direttore fu condannato a pagare i danni e gli interessi a svariati capi d'azienda ebrei che avevano richiesto delle inserzioni pubblicitarie, dietro richiesta, pare, dell'A.D.L. dato che sono i suoi avvocati che li hanno rappresentati al processo. Naturalmente le loro pubblicità era stata rifiutata. Al contrario, quando apparve un annuario dello stesso tipo ma destinato alla comunità ebraica, lo Jewish Yellow Pages, l'A.D.L. stimò che la pubblicazione non era discriminatoria dal momento che chiunque poteva acquistarvi spazi pubblicitari, e specialmente gli ebrei che credevano in Gesù in quanto Messia, e che vi potevano figurare tutti coloro che erano fornitori degli ebrei pur non essendo della stessa religione!

35. Il cardinale del B'nai B'rith

Il 16 novembre 1991 il cardinale Albert Decourtray, arcivescovo di Lione, già presidente della

Conferenza episcopale, veniva insignito del premio internazionale dell'azione umanitaria da parte del Distretto XIX (Europa) del B'nai B'rith (`3). Il premio fu consegnato nella sede prestigiosa del museo gallo-romano di Lione. Tra le duecento personalità presenti figurava il sindaco di Lione Michel Noir (una volta del partito R.P.R. gollista e fondatore della Nouvelle Démocratie), accompagnato dalla moglie Danièle. Si notò pure la presenza di Michel Mercier, presidente U.D.F. (giscardiani) del Consiglio generale del Rodano. Era stato lui che aveva messo a disposizione del B'nai B'rith il museo pubblico per la serata di gala. Vi erano inoltre Jean Kahn, presidente delle istituzioni ebraiche di Francia e del Consiglio ebraico europeo, René Samuel Sirat, presidente della conferenza europea dei rabbini, il gran rabbino Wertenschlag, padre Dujardin. Fu Maurice Honigbaum che consegnò a Decourtray la più alta onorificenza del B'nai B'rith con le parole "questo vigile guardiano della nostra memoria". In realtà, il Primate delle Gallie aveva nel passato offerto numerose testimonianze d'amicizia alle istituzioni ebraiche: membro dell'Amicizia giudeo-cristiana, era già stato invitato nella sede lionese del B'nai B'rith nel 1988. Considerato "uno dei vescovi più filosemiti di Francia" (") era stato uno dei tre cardinali della delegazione incaricata di regolare l'affare del Carmelo di Auschwitz: alcune suore avevano installato un Carmelo di preghiera in un vecchio teatro del campo di concentramento di Auschwitz dove erano stati detenuti in par-ticolare prigionieri cattolici polacchi, a differenza del campo di Auschwitz-Birkenau, situato a diversi chilometri da là, dove i prigionieri erano stati essenzialmente ebrei. Diverse organizzazioni ebraiche, le più virulente delle quali erano il B'nai B'rith e l'A.D.L., volevano tuttavia la chiusura del Carmelo. Decourtray fu il loro principale difensore e l'ebbe vinta. Un segno dell'importanza che il B'nai B'rith di Francia dava alla questione è dato dal pellegrinaggio ad Auschwitz di un imponente gruppo composto da 180 Fratelli e Sorelle francesi effettuato il 14 gennaio 1990. Organizzato da Odette Lang, Monique Sander e George Blumberg, la missione era guidata da Marc Aron unitamente ai rabbini Marc-Alain Ouaknine e Daniel Fahri. I pellegrini erano altresì accompagnati da M. Wulkanowicz, mediatore del governo polacco per il Carmelo (`)

Mons. Decourtray si era inoltre pronunciato in favore di un riconoscimento vaticano dello Stato d'Israele e non aveva esitato ad aprire gli archivi della Diocesi alla commissione d'inchiesta sul ruolo della Chiesa nei confronti del miliziano Paul Touvier, accusato di crimini contro l'umanità (esecuzione di sette ostaggi ebrei in seguito all'assassinio di Philippe Henriot quando i tedeschi avevano richiesto cinquanta esecuzioni).

In occasione della consegna di questa onorificenza, sia il Dr. Marc Aron, presidente della sezione francese del B'nai B'rith, che il gran rabbino René Samuel Sirat nei loro discorsi, così come Decourtray nella sua risposta, definirono esattamente l'evoluzione delle relazioni tra la Chiesa di Francia e la comunità ebraica. Essi testimoniano lo straordinario slittamento del dogma cattolico verso il riconoscimento del giudaismo quale "fratello maggiore" (`).

Riassumendo, per Decourtray, "la memoria cristiana si fonda sulla memoria ebraica" e, per Marc Aron, "nell'avvicinamento giudeo-cristiano si sono fatti più progressi in 25 anni che in 2000".

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Troverete riportati in questo libro questi stupefacenti discorsi che la stampa ha passato sotto silenzio ("). Ve ne raccomandiamo vivamente la lettura, poiché questi testi da soli sono sufficienti per capire cos'è il giudeo-cristianesimo visto dal lato cattolico-romano-conciliare e dal lato giudaico.

36. L'Isaac dei "Malet-Isaac"

Una delle allusioni più interessanti contenute nel discorso di Marc Aron è quella concernente

Jules Isaac e che riguarda l'evoluzione della relazione tra ebrei e Vaticano: "Poi venne Jules Isaac, un B'nai B'rith; il suo incontro col Papa è l'iceberg. Vaticano II, Nostra AEtate, le direttive conciliare, che hanno come fine lo sradicamento dalla catechesi e dalla liturgia di ogni concetto antiebraico". Chi è allora questo Jules Isaac così potente da convincere Giovanni XXIII? Egli è ben noto a tutti i francesi, ma non nella sua qualifica di affiliato al B'nai B'rith: si conosce la sua appartenenza alla redazione di "Malet Isaac" il celebre manuale di storia delle scuole secondarie, studiato per decenni.

Per la comunità ebraica invece si tratta dell'uomo che ha fatto sì che fossero cambiati i dogmi sui quali la Chiesa Cattolica si fondava da due millenni. Ebreo di Aix-en Provence, dove il suo nome ha dato il nome a una loggia del B'nai B'rith, lo scrittore e storico Jules Isaac è nato il 18 novembre 1877 a Rennes, dove suo padre, nonostante le sue simpatie repubblicane era militare, capitano durante il Secondo Impero. Professore di storia nel 1922, Jules Isaac militò fin da giovane nelle file dei dreyfusiani con il suo amico Charles Peguy. Il suo motto era "pro veritate pugnator" (combattente della verità). Destinato a Nizza, questo repubblicano di sinistra doveva rapidamente salire tutti gli scalini della carriera che culminò con la nomina d'ispettore generale della Pubblica Istruzione in Francia nel 1936, nominato da Jean Zay all'epoca del Fronte popolare. Nel 1920 redasse il suo Nuovo Corso di Storia in sette volumi. Nel 1939 fu scelto per presiedere la giuria del concorso di idoneità all'insegnamento della storia e fu ugualmente designato dal Maresciallo Pétain quale suo biografo, dettaglio tenuto sempre accuratamente nascosto. Alla fine, radiato dall'Università e privato della Legion d'Onore di cui era stato insignito, s'installò ad Aix-en-Provence e in seguito a Chambon-sur-Lignon nel 1942. Infine si stabilì a Riom nel 1943.

Dopo la morte in campo di concentramento della moglie e della figlia, dedicherà gli ultimi vent'anni della sua vita allo studio dei rapporti tra giudaismo e cristianesimo, pubblicando in particolare due testi considerati importanti: Gesù e Israele (1946, riedizione Fasquelle, 1959) e Genesi dell'antisemitismo (1962, tradotto ed edito negli U.S.A. dall'A.D.L.) nonché L'antisemitismo ha radici cristiane? (Fasquelle, 1960). Nel 1941, per ingannare il suo ozio forzato, si dedicò a uno studio sulle divergenze tra i testi evangelici e il loro insegnamento che, secondo lui, rappresentano una versione deformata del giudaismo. Il primo studio, Qualche considerazione basata sulla lettura dei Vangeli, redatto nel 1941 in collaborazione con alcuni rabbini e membri del B'naï B'rith, divenne alla fine Gesù e Israele, cominciato nel 1942-43.

37. II deicidio non esiste più

Quali sono le tesi? In seguito all'Olocausto, bisogna farla finita una volta per tutte con

l'antisemitismo. L'antisemitismo più pericoloso è quello cristiano, a base teologica, che ha modellato la coscienza occidentale. La base di questo antigiudaismo si trova nei quattro Vangeli e nell'insegnamento dei Padri della Chiesa (San Giovanni Crisostomo, Sant'Ambrogio, Sant'Agostino, San Gregorio Magno ecc.). Bisogna dunque cambiare questa base teologica fondamentale, in special modo con la contestazione del valore storico dei Vangeli, e la rimessa in discussione degli insegnamenti che ne sono derivati al fine di proteggere gli ebrei, accusati di nutrire permanentemente disegni sovversivi contro l'ordine cristiano. In Gesù e Israele, Jules Isaac rimette in gioco e rivede gli scritti di San Giovanni e di San Matteo, operando un vero sovvertimento in nome di astuzie tanto sottili quanto speciose: "Lo storico ha il diritto e il dovere, il dovere assoluto, di considerare i racconti evangelici come testimonianze a carico, con l'aggravante che essi sono i

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soli testimoni e che sono tutti dalla stessa parte: noi non abbiamo testimonianze né ebraiche né pagane da mettere di fronte per controbilanciare. Questo partito preso degli evangelisti risalta nella maniera più lampante e accentuata, questa assenza di documentazione non cristiana è più deplorevole proprio nella storia della Passione (...). Non vi è nessuno che si accanisca più dei fratelli nemici; ora Matteo è ebreo, fondamentalmente ebreo, il più ebreo degli evangelisti (...). L'accusa che i cristiani fanno a Israele, l'accusa di deicidio, accusa di omicidio essa stessa omicida, è la più grave, la più nociva: essa è anche la più iniqua (...). Gesù è stato condannato al supplizio della croce, supplizio romano, da Ponzio Pilato, procuratore romano. (...) Ma i quattro evangelisti, per una volta d'accordo, affermano: È dagli ebrei che Gesù è stato consegnato ai romani; è sotto l'irresistibile pressione degli ebrei che Pilato, desideroso di dichiarare Gesù innocente, l'ha tuttavia destinato al supplizio (...). Matteo è il solo a sapere e dire che Pilato si è solennemente lavato le mani al modo dei giudei per liberarsi del sangue innocente che si vedeva costretto a versare. Matteo è pure il solo a notare che "tutto il popolo" ha gridato: "Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli!". Marco, Luca e Giovanni non ne sapevano niente, non ne dicono niente, né del famoso lavaggio delle mani né della terrificante esclamazione (...). Questo versetto che ha fatto tanto male, che per tanti secoli è stato sfruttato contro il popolo ebraico da parte di autori cristiani, appartiene solamente al vangelo di Matteo, appartiene solo ai vangeli apocrifi e non corrisponde ad alcuna realtà storica".

In breve, i Vangeli, base stessa della Chiesa, sono falsi, ciò permette a Jules Isaac di esclamare: «No, Pilato non si è lavato le mani alla maniera ebraica. No, Pilato non ha proclamato la sua innocenza. No, la folla degli ebrei non ha gridato: "Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli". Ma perché insistere ancora. La questione è finita. Lo è per tutti gli uomini in buona fede. Oserei dire: lo è anche davanti a Dio».

Nella sua seconda opera, Genesi dell'antisemitismo, Isaac si affanna allo stesso modo, nel corso di 350 pagine, a screditare gli scritti dei Padri della Chiesa ('"). A proposito di San Giovanni Crisostomo (IV secolo): "Vi si trovano riuniti tutti i risentimenti, tutte le ingiurie. È in lui che si trova meglio, con una violenza e a volte una grossolanità estrema, questa fusione di elementi presi dalla vena antisemita popolare e i risentimenti specificatamente teologici, questa utilizzazione dei testi biblici che sono il segno distintivo dell'antisemitismo cristiano (...). Diciamolo chiaramente: qualunque fosse il fine, questo estremismo nell'oltraggio e nella calunnia da parte di un oratore sacro è cosa rivoltante (...). Tali germi di disprezzo e di odio fruttificano sempre. Bel lavoro, bella messe (...). E dopo i predicatori cristiani, vedrete venire gli orribili libellisti, gli Streicher nazisti". In poche righe, il cerchio si chiude, vi è una filiazione diretta da San Pietro a Hitler, tesi d'altro canto ripresa: "Vediamo subito la radicale differenza che divide il sistema cristiano del disprezzo dal suo moderno imitatore, il sistema nazista - ciechi e ignoranti coloro che disconoscono i loro mille legami profondi - questa è stata una tappa, solo una breve tappa che ha preceduto lo sterminio di massa; l'altra implicava la sopravvivenza, ma una sopravvivenza vergognosa, nel disprezzo e nella decadenza; era fatta per durare e per nuocere, suppliziare lentamente milioni di vittime innocenti..." ('y) In conclusione, la Chiesa è colpevole, gli ebrei innocenti e ingiustamente calunniati.

E dunque la Chiesa, e solo la Chiesa, che deve cambiare il suo insegnamento. Bisogna dunque condannare ogni discriminazione, abbandonare il dogma del deicidio, modificare o abbandonare le preghiere liturgiche che riguardano gli ebrei, in particolare quelle del Venerdì Santo, mettere la sordina ai passaggi dei Vangeli sfavorevoli agli ebrei ecc. In tal modo Isaac riprendeva, dando loro una connotazione più teologica, i temi cari al B'naï B'rith che, da lungo tempo, intendeva cambiare sostanzialmente il cristianesimo senza nulla cambiare del giudaismo (commenti del Talmud-Torah ecc.). Si possono citare alcuni estratti dell'introduzione a 11 debito del cristianesimo verso il giudaismo ('): "Il cristianesimo è nato dal giudaismo. I suoi primi testi sono saturi di riferimenti al testo sacro del giudaismo. Il contenuto del Nuovo Testamento non può essere compreso senza i riferimenti al Vecchio. Un problema del Nuovo Testamento viene risolto quando le sue soluzioni sono conformi al Vecchio. La terminologia del cristianesimo primitivo e il suo approccio alla religione sono giudaici. (...) Il nazionalismo ebraico è l'orizzonte del cristianesimo primitivo. Il

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principale legato del giudaismo al cristianesimo è Gesù (...). Il cristianesimo si è appropriato "del più antico libro dell'umanità" (L'Antico Testamento). (...) Se tutto ciò è vero, gli insegnamenti di Gesù richiedono che i cristiani moderni confessino il proprio errore perché migliaia e migliaia di giudizi infondati hanno trovato la loro origine nella loro letteratura così come gli attacchi contro il giudaismo sotto tutte le forme".

Nell'ottica di Isaac, nell'accoppiata giudaismo-cristianesimo è quest'ultimo che deve essere corretto, evidentemente non il giudaismo. II problema che si poneva era quello della religione giudaica che, per numerosi ricercatori contemporanei, è in realtà posteriore al cristianesimo (21) essendo il giudaismo una copia invertita del cristianesimo. La setta dei Farisei sopravvisse alla distruzione di Gerusalemme. Tito, per compiacere la sua amante, l'ebrea Berenice, ottenne dal padre Vespasiano che questi Farisei s'installassero a Dispolis, a nordovest della Città santa. Là, sotto la guida di Gamaliele II, figlio del maestro di San Paolo, riorganizzarono interamente il loro culto incentrandolo sulle Profezie e sulla Torah (il Pentateuco e la Legge mosaica), imitando la liturgia cristiana pur contraddicendola largamente, ed eliminando i "cattivi" passaggi della Bibbia (Libri di Baruch, di Tobia, di Giuditta, 1° e 2° libro dei Maccabei, la Sapienza, l'Ecclesiaste, le parti greche di Daniele ed Esther). Vi si aggiunse in seguito, circa cinque secoli dopo Cristo, il Talmud, vasta raccolta di commenti ai passaggi della Bibbia o della Torah, opera accuratamente dimenticata da Isaac, che, secondo Bernard Lazare (22) fece di Israele "un popolo feroce, inacidito dal suo isolamento, corrotto da un orgoglio ingiustificabile"•. Destinato alla formazione dei rabbini, il Talmud, tra una massa disparata di giudizi e prescrizioni, contiene centinaia di attacchi e bestemmie verso il Dio cristiano e i cristiani. Citiamone uno: "Il Cristo è stato concepito da uno spirito diabolico che fornicava con sua madre" (Kall, I, b 18b). Come scrive Bernard Lazare "fa dell'ebreo un anticristiano, là dove vive sotto l'autorità dei dottori". In questa direzione molte opere giudaiche critiche del cristianesimo hanno continuato a nascere o a essere ripubblicate, come quella del rabbino Isaac-Marc Choukroun, destinata a combattere le conversioni, e dal titolo esplicito:

Il Giudaismo ha ragione (23).

38. La conferenza di Seelisberg Nel 1947, con l'appoggio di personalità come padre Daniélou, Henri Marrou, l'abbé Vieillard,

segretario dell'Episcopato ecc., Jules Isaac redasse un tesi in diciotto punti su Riparazione dell'insegnamento cristiano riguardo a Israele. Lo stesso anno partecipò a Seelisberg, in Svizzera, a un'importantissima conferenza internazionale nel corso della quale s'incontrarono settanta personalità religiose provenienti da diciannove paesi, tra cui il gran rabbino Jacob Kaplan (30 luglio 1947). In seduta plenaria, la conferenza adottò i Dieci punti di Seelisberg suggerendo alle Chiese cristiane le misure da prendere per purificare l'insegnamento religioso riguardo agli ebrei. "Questa riunione era posta sotto l'evocazione del genocidio hitleriano di sei milioni di ebrei presente in tutti gli spiriti. Il lavoro della commissione religiosa, destinato a valutare la parte di responsabilità della Chiesa nella Shoah, si basava su proposte di Jules Isaac che doveva poi pubblicarle nel suo libro Gesù e Israele. La commissione lanciò un Appello rivolto alle Chiese che ricevette l'approvazione delle autorità religiose cristiane nonostante l'opposizione del R. P. Calixte Lopinot (24)". In effetti il comunicato finale indica che "è lo stesso Dio che parla a tutti nel Vecchio come nel Nuovo Testamento", insistendo sul fatto che "Gesù è nato da una madre ebrea". Prevede tutta una serie di misure, come "introdurre o sviluppare nell'insegnamento superiore ed extra-scolare a tutti i gradi uno studio più obiettivo e approfondito della storia biblica e post-biblica del popolo ebreo; promuovere specialmente la diffusione della sua conoscenza attraverso pubblicazioni adattate alle varie comunità cristiane, vegliare alla rettifica, nelle pubblicazioni cristiane, specie in quelle destinate all'insegnamento, di tutto ciò che si opponesse ai principi qui enunciati" (25). Poco dopo, Isaac, con il gran rabbino di Francia e membro del B'naï B'rith Jacob Kaplan, gli israeliti Edmond Fleg e Leon Algazi, i cattolici Jaques Madaule, Henri Marrou e Jaques Nantet, i protestanti Jaques Martin ed il professor Lovsky fonda la prima Amicizia giudeo-cristiana che otterrà il patrocinio del

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cardinale Liénart. Numerose sono le connessioni tra l'Amicizia giudeo-cristiana e il B'naï B'rith tanto che, nel 1988, il presidente della prima organizzazione per la Svizzera, Ernst Ludwig Ehrlich, era allo stesso tempo direttore del distretto per l'Europa della seconda. Nel 1949 Isaac è ricevuto in udienza privata da Pio XII e sostiene la causa del giudaismo. Gli consegna 1 dodici punti di Seelisberg. Nel 1959 Isaac è in contatto con diversi prelati della Curia romana, in particolare col cardinale Tisserand, il cardinale Ottaviani e soprattutto col cardinale Bea.

I1 13 giugno 1960 è ricevuto da Giovanni XXIII, grazie all'intervento del presidente francese Vincent Auriol a sua volta sollecitato da JeanPierre Bloch che fin dal 1953 era un sostenitore di Isaac. "All'incontro col Papa, Isaac è accompagnato da George Jacob e da Gaston Kahn, respon-sabile francese del B'naï B'rith" (26).

Scrive Jean-Pierre Bloch, ex presidente della L.I.C.R.A. e del B'naï B'rith (27): "Quando con Cletta Mayer, moglie di Daniel Mayer, concepimmo l'idea di un incontro Jules Isaac-Giovanni XXIII, mettemmo a parte del nostro progetto Vincent Auriol. Solo lui era capace di preparare que-sto storico incontro. Nel corso di una visita, dopo avergli mostrato l'interesse che rivestiva l'incontro di Jules Isaac, Vincent Auriol, che aveva conservato le relazioni instaurate con il nunzio Roncalli, divenuto poi Giovanni XXIII, non esitò e, in una lunga lettera al Santo Padre, spiegò le ragioni della richiesta d'udienza (28). Conosciamo il seguito: Jules Isaac ebbe un lungo abboccamento con Giovanni XXIII. Dopo che le decisioni del Concilio hanno lavato il popolo ebraico dall'accusa assurda di deicidio, se è giusto sottolineare l'azione di Jules Isaac, non si può altresì dimenticare che fu Vincent Auriol che preparò lo storico viaggio a Roma".

La colletta dei fondi necessari per il viaggio romano di Jules Isaac e per la preparazione del dossier da dare al Papa fu organizzata da Marcel Bleustein-Blanchet, presidente di Publicis e membro del L.I.C.R.A. (26) e dal B'naï B'rith. Isaac fu accompagnato da Gaston Kahn, presidente onorario della loggia France, per poter meglio preparare l'incontro su basi storiche. Alla fine del viaggio il successo fu tale da rappresentare, per Pierre Bloch (26) "la più grande fierezza della sua vita". Isaac era chiaramente inviato dal B'naï B'rith come riconosce il Dr. Ernst Ludwig Ehrlich, direttore del distretto XIX dell'Organizzazione (29) il quale insiste sul fatto che la sua associazione si augurava di influire, ed ha influito con tutto il suo peso, sullo svolgimento del Concilio: "Fin dall'inizio del Concilio, ci si è posto un problema capitale: sarà possibile fare della catechesi e delle omelie qualcosa che non sia più fonte di pregiudizio verso gli ebrei dal momento che la catechesi cristiana, fatta in senso positivo e in una certa misura anche in senso negativo, è necessariamente legata ai Giudei e al Giudaismo (...). Ora noi desideriamo che ciò si faccia affinché le anime dei fanciulli non siano subito predisposte contro gli ebrei. È in questo senso che abbiamo operato dall'inizio del Concilio e se Jules Isaac si è recato da Giovanni XXIII è stato perché vi era una svolta decisiva nel pensiero tradizionale dei cristiani. Sotto diversi punti di vista ciò è stato fatto grazie al documento conciliare (...). Non vi è dubbio alcuno che questo documento sia di tale fatta da provocare profondi cambiamenti. A tale proposito mi sia permesso ricordare che durante l'ultima sessione del C.O.J.O. tenuta a Ginevra, il Presidente dell'associazione dei rabbini ortodossi d'America, il rabbino Israël Miller, ha porto i suoi ringraziamenti al dottor Riegner del Congresso mondiale e a me stesso per ciò che abbiamo fatto riguardo al Concilio ed ha dichiarato che abbiamo degnamente difeso gli interessi degli ebrei".

39. II B'naï B'rith al Concilio

L'inviato del B'naï B'rith, Isaac, domandò in effetti al Papa la condanna dell'"insegnamento

del disprezzo" e suggerì la creazione di una sottocommissione destinata a tale scopo. Il dossier conteneva un programma di revisione dell'insegnamento cristiano nei confronti di Israele, un esempio di mito teologico (la diaspora, castigo provvidenziale), estratti del catechismo del Concilio di Trento intesi a mostrare che l'accusa di deicidio era contraria alla tradizione della Chiesa. La proposta fu consegnata, per essere studiata, al suo amico, il cardinale Bea. Quest'ultimo creò allora, in seno al Segretariato per l'unità dei cristiani, un gruppo di lavoro particolarmente incaricato di

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studiare i rapporti tra Israele e la Chiesa. I lavori terminarono al momento del Concilio. Nell'evoluzione dei rapporti giudeo-cristiani, l'incontro tra Isaac e Giovanni XXIII è considerato basilare ed essenziale, almeno dal punto di vista giudaico (`); il 20 novembre 1964, l'Assemblea di vescovi, arcivescovi e cardinali del mondo intero, riuniti in concilio a Roma (terza sessione) votarono con 99 no, 651 sì e 242 sì con riserva lo schema concernente l'attitudine e la posizione della Chiesa Cattolica nei confronti degli ebrei e del giudaismo, in seno alla Dichiarazione sulle religioni non cristiane. Come doveva notare Mons. Provenchères, vescovo di Aix (3'), "l'origine di questo schema viene da una richiesta di Jules Isaac al Vaticano, studiata da oltre duemila vescovi. L'iniziativa di questo avvenimento fu presa da un laico, un laico ebreo" (vale a dire Jules Isaac). Egli era stato la cerniera di questo ribaltamento, insieme a Nahum Goldman, presidente del Consiglio ebraico mondiale, e di Label Katz, presidente mondiale del B'naï B'rith.

Globalmente, il testo adottato, sotto l'apparenza dell'unità ecumenica, della riconciliazione delle Chiese e della carità cristiana, seppelliva duemila anni di pratica religiosa e, in buona parte, l'identità cristiana. In particolare vi si leggeva: "Scrutando il mistero della Chiesa, il Concilio ricorda il legame che unisce il popolo del Nuovo Testamento e la discendenza di Abramo. In effetti la Chiesa di Cristo riconosce volentieri che l'origine della sua fede e della sua elezione si trova nei Patriarchi, Mosé e i Profeti. Confessa che tutti i fedeli di Cristo, figli di Abramo secondo la Fede sono compresi nella vocazione di questo patriarca e che la salvezza della Chiesa è misticamente prefigurata dall'uscita del popolo eletto dalla terra della schiavitù. E per questo che la Chiesa non può dimenticare di aver ricevuto la rivelazione dell'Antico Testamento da quel popolo col quale Dio, nella Sua misericordia ineffabile, si è degnato di fare l'Antica Alleanza. Non può dimenticare che si nutre della radice del buon olivo sul quale sono innestati i rami dell'olivo selvatico dei gentili. (...) Ella si ricorda che gli Apostoli sono nati nel popolo ebraico, loro, che sono il fondamento e le colonne della Chiesa, e si ricorda anche dei primi discepoli che hanno annunciato al mondo il Vangelo di Cristo. (...) Siccome il patrimonio spirituale comune ai cristiani e agli ebrei resta grande, il Concilio vuole incoraggiare e raccomandare una mutua conoscenza e stima (...). Il Concilio deplora e condanna l'odio e le persecuzioni contro gli ebrei, perpetrate sia nel passato che ai nostri giorni. Che tutti pongano quindi attenzione a insegnare nulla che nella catechesi o nella predicazione della parola di Dio possa far nascere negli ascoltatori l'odio o il disprezzo per gli ebrei: che mai il popolo ebreo sia rappresentato come una razza riprovevole o maledetta, colpevole di deicidio. Ciò che fu fatto durante la Passione di Cristo non può essere imputato a tutto il popolo allora esistente e ancor meno a quello di oggi. Inoltre, la Chiesa ha sempre ritenuto e ritiene che Cri-sto si è sottomesso volontariamente alla Passione e alla morte a causa dei peccati di tutti gli uomini, in virtù del suo immenso amore".

Le organizzazioni ebraiche, in particolare quelle laiche - sebbene si trattasse di un problema religioso - emisero allora un comunicato che esprimeva la loro soddisfazione e nel quale si riaffermavano i fini personali del giudaismo (;'). "Gli ebrei di tutto il mondo hanno preso cono-scenza con soddisfazione del primo scrutinio schiacciante e positivo per il decreto Chiesa e religioni non cristiane (...). Quando i Padri consiliari avranno definitivamente votato questa dichiarazione e quando la stessa sarà stata promulgata, la Chiesa Cattolica avrà portato un contributo storico all'instaurazione di relazioni armoniose tra gli aderenti alle grandi religioni. Vogliamo sperare che la definitiva accettazione del Decreto sarà l'avvenimento di rilievo che avrà come conseguenza lo sterminio dell'odio antigiudaico ma anche una maggiore comprensione tra i popoli. Noi reiteriamo la nostra concezione del Giudaismo come una comunità religiosa indipendente che porta il suo contributo alla realizzazione dei fini comuni a tutta l'umanità".

L'A.D.L. del B'naï B'rith preciserà anche i suoi propositi, dimostrando che si trattava di una campagna orchestrata, paragonata a una battaglia a giudicare dai termini guerreschi ('2): "Dopo il voto conciliare del testo sugli ebrei, il Centro (dell'A.D.L.) resta comunque in stretto contatto con le personalità bene informate, al fine di sorvegliare da vicino le reazioni e tutti gli interventi possibili nei confronti del Papa durante l'intersessione, dato che non si può dimenticare che una parte della battaglia portata da Jules Isaac è vinta, ma che non tutto è ancora concluso ed è necessario, durante

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questa intersessione, continuare ad agire con molta fermezza, guadagnare gli indecisi alla nostra causa, in una parola persuadere l'opinione pubblica della giustezza di questo testo e della sua necessità".

In seguito a questo voto rivoluzionario avvenuto pressoché di nascosto dato che sia i progressisti che gli israeliti avevano mantenuto il silenzio sui negoziati in corso, vi fu una violenta opposizione da parte dei cattolici di rito orientale e del mondo mussulmano. Il presidente Sukarno, a nome degli Stati mussulmani, fece un viaggio a Roma per sottoporre al Papa le conseguenze di un tale voto. Il Sommo Pontefice rifiutò allora la ratifica e demandò la questione all'ultima sessione del Concilio, fissata alla fine del 1965. I cattolici "tradizionalisti", che erano stati presi di sorpresa dal voto clandestino, promossero allora un gran dibattito nella stampa mondiale. In Francia, Le Figaro e Le Monde gli dedicarono lunghi articoli. A Roma furono pubblicati decine di libelli "pro" o "anti". Il cardinale Bea, circondato dai teologi progressisti, si opponeva a Mons. Carli, a Mons. de Proenza, a Mons. Marcel Lefebvre. Alla fine, nell'ottobre 1965, fu elaborato e presentato al voto dei Padri consiliari un nuovo testo.

Questo era largamente edulcorato in rapporto alla prima stesura e molto più conforme ai canoni della Chiesa Cattolica. Il 14 ottobre 1965 fu adottato a larghissima maggioranza (1.773 sì contro 250 no) e fu allora promulgato dal Papa (33).

40. Le trattative con il cardinale Bea

L'omologo di Isaac sul fronte cattolico era stato il cardinale Bea, gesuita di origine tedesca,

divenuto capo del Segretariato che giocherà un ruolo fondamentale al Concilio. Era stato confessore di Pio XII ed amico personale di Giovanni XXIII, nel 1921 era stato eletto provinciale dei gesuiti di Germania, prima di diventare direttore degli studi superiori ecclesiastici della Compagnia a Roma (1924-1928), fu poi rettore del Pontificio Istituto Biblico (1930-1949). Era particolarmente sostenuto da Mons. Oesterreicher, direttore dell'istituto giudeo-cristiano di Seton-Hall (A.D.L.). La sua attitudine profondamente filo semita gli valse l'accusa, da parte di certi oppositori, di essere un "agente del B'naï B'rith". Si noterà con interesse che il B'naï B'rith (34) doveva sottolineare il suo ruolo molto positivo nei confronti del giudaismo mettendo in risalto il fatto che il cardinale aveva tenuto a presentare personalmente al Concilio il capitolo sugli ebrei ritenendolo essenziale. I primi tre erano stati presentati dal cardinale Cicognani e il quinto da Mons. De Smedt.

Lo scrittore tradizionalista Leon de Poncins (35) ha riassunto, pur non assumendoli su di sé, tutti gli attacchi al cardinale Bea: "1° di essere d'origine ebraica (il suo nome sarebbe in realtà Béja o Béhar ed i suoi assistenti diretti, Mons. Baum e Mons. Oesterreicher sono degli ebrei convertiti). 2° Di essere stato, durante tutto il tempo del Concilio, un agente del B'naï B'rith, la potente e rinomata organizzazione ebraica con sede negli U.S.A. 3° di aver ricevuto dal B'naï B'rith e da consimili organizzazioni ebraiche somme considerevoli per sostenere a Roma la causa degli ebrei". È ancora più interessante la citazione che fa de Poncins di un servizio giornalistico sul problema ebraico al Concilio, apparso sulla nota rivista americana Look che stampa 7.500.000 copie (36). L'articolo, firmato dal redattore capo J. Roddy, era molto ampio e ben documentato, mai smentito dal Vaticano, illustrato da foto del cardinale Bea in colloquio col rabbino Heschel e con altri dirigenti del B'naï B'rith. Sembra che le fotografie fossero state fornite da organizzazioni ebraiche dopo il voto finale del Concilio. Roddy rivelava come trattative segrete si fossero svolte a New York tra il cardinale Bea e dirigenti del B'naï B'rith e del Congresso ebraico americano. In particolare scrisse: "L'affermazione, fatta a Roma, che gli ebrei si erano infiltrati nella Chiesa inquietava gli antisemiti. Infatti tra i prelati ebrei che lavoravano a Roma sulla dichiarazione riguardante gli ebrei, vi erano Mons. Baum e Mons. Oesterreicher facenti parte dello stato maggiore di Bea, e Bea stesso, secondo il quotidiano del Cairo Al Lomhuria era un ebreo di nome Béhar. Né Baum né Oesterreicher erano con Bea quando, nel tardo pomeriggio del 31 marzo 1965, una limousine venne a prendere il cardinale all'Hôtel Plaza di New York per portarlo sei isolati più avanti, nella sede del Congresso ebraico americano. Là un Sanhédrin aspettava il capo del

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Segretariato per l'unità delle religioni cristiane. La riunione fu celata alla stampa. Bea voleva che né la Santa Sede né la Lega araba sapessero che era là per ascoltare le domande alle quali gli ebrei volevano una risposta". Segue un riassunto delle discussioni e una lunga relazione sul proseguimento dei negoziati da parte delle organizzazioni ebraiche. Vi si apprende che le due principali organizzazioni ebraiche americane, il B'naï B'rith ed il Congresso ebraico americano, disposero, durante tutta la fase preparatoria del Concilio ed il suo svolgimento, di corrispondenti residenti a Roma con i quali la direzione americana era in permanente contatto. Dopo il voto, dice Look "la stampa mondiale semplificò il contesto con titoli quali Il vaticano perdona gli ebrei, Gli ebrei non sono colpevoli, Gli ebrei esentati di ogni responsabilità a Roma. I B'naï B'rith fecero dichiarazioni infuocate in tal senso, ma tutte le dichiarazioni avevano una nota di disappunto perché la prima e più forte dichiarazione era stata edulcorata".

Tutto ciò fu ribadito al congresso europeo del B'naï B'rith, tenuto a Firenze nel 1966, in un discorso del suo direttore, il Dr. Ehrlich, il quale rilevò che l'impegno del cardinale era stato accuratamente seguito dal B'naï B'rith che era giunto fino a partecipare all'elaborazione della nuova catechesi: "Noi dobbiamo (...) una grande riconoscenza al cardinale Bea per la sua devozione, la sua umanità, il suo sapere; ma non ci è parso indicato che l'incontro tra cattolici ed ebrei avvenisse nel quadro del segretariato per l'unità dei cristiani. Senza dubbio il cardinale ha personalmente una grande comprensione per tali problemi e anche per i sentimenti e suscettibilità ebraiche, tuttavia, dopo il Concilio, bisognava trovare altre strutture. Siamo felici di constatare che il cardinale si è reso conto di questa necessità. Si è creato un nuovo ufficio che lavorerà sotto la sua direzione (...). Ciò che c'interessa prima di tutto è la catechesi che è la chiave del problema. Si tratta di un complesso che dobbiamo combattere sistematicamente andando fino al fondo delle cose (...). Altrimenti ci saranno solo delle buone parole mentre, nell'istruzione religiosa dei bambini e nel sermone della domenica, si insisterà sulla colpevolezza degli ebrei o si svaluterà il giudaismo. Ecco perché ci siamo sforzati di elaborare un progetto di catechesi per tutta l'Europa (...). Forse non potrete fare a meno di chiedervi come tutto ciò in fondo riguardi gli ebrei. Direte, si tratta forse della nostra catechesi? Dei nostri libri? Ecco la risposta: non spetta certamente a noi finanziare o occuparci personalmente di tale impresa, ma sarebbe una colpa grave ed imperdonabile sottrarsi a contatti proposti dagli esperti cattolici (...). I nostri sforzi non mirano solo a eliminare alcuni passaggi antiebraici, ma a trasmettere ai giovani un'autentica immagine del giudaismo, immagine che avrà il suo valore e la sua dignità autonoma a lato e al di fuori della Chiesa e che non verrà cancellata".

Alla morte di Jules Isaac, il 21 ottobre 1963, il B'naï B'rith, insieme all'Amicizia giudeo-cristiana, organizzò una manifestazione "in Memoriam" ("). Si doveva mettere in evidenza "il memorabile incontro romano di Jules Isaac con Giovanni XXIII, momento storico al quale tanto hanno contribuito il Centro di studi ed il B'naï B'rith". Come doveva precisare uno dei relatori, "è a lui (Jules Isaac) che ci si riferisce incessantemente quando la questione che ci preoccupa (la questione ebraica) è all'ordine del giorno". Questa dichiarazione ha dato l'avvio al dialogo giudeo-cristiano (38). « Un omaggio il cui fondamento è divenuto parola della Chiesa il 13 aprile 1986 allorché un Papa, nel caso Giovanni Paolo II, è entrato per la prima volta in una sinagoga (quella di Roma nella quale fu accolto dal Gran Rabbino Elio Toaff), pronunciando le parole memorabili: "I legami che ci uniscono alla religione ebraica non ci uniscono (alla stessa maniera) ad alcuna altra religione (...). Il viaggio verso l'avvenire non avrà luogo se non lo faremo assieme"».

L'allocuzione papale faceva seguito a una serie di "avances" della Chiesa cattolica verso il giudaismo, in particolare da parte dell'Episcopato francese come lo testimonia ad esempio un documento interno del B'naï B'rith sulla nota d'orientamento pastorale del 1973 del Comitato episcopale per le relazioni col giudaismo. Se "molte cose nel dialogo giudeo-cristiano sono state regolate" (38), restano tuttavia delle questioni "anodine" (si apprezzi il termine), come il riconoscimento dello Stato di Israele da parte del Vaticano e di Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico. I1 6 dicembre 1990, il già presidente mondiale del B'naï B'rith e presidente del Comitato ebraico internazionale per le consultazioni interreligiose, Seymour Reich, accompagnato

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da una delegazione dell'Ordine, era ricevuto in udienza privata da Giovanni Paolo II in occasione del XXV° anniversario di Nostra Aetate. Chiedeva direttamente il riconoscimento di Israele. Questo incontro faceva seguito a una riunione tenuta a Praga nel settembre del 1990 tra il B'naï B'rith (Maurice Honigbaum, E. L. Ehrlich ecc.) ed un gruppo di cattolici per sviluppare un piano contro l'antisemitismo nei paesi dell'Est. Nella sua risposta al Papa, Reich doveva sottolineare, con un certo orgoglio, che, se i cattolici erano "i figli spirituali di Roma", gli ebrei erano "i figli spirituali di Gerusalemme". Nel documento La Chiesa e il razzismo pubblicato dalla pontificia Commissione per la giustizia e la pace, si identifica l'antisionismo con lo schermo dell'antisemitismo: "Nel cuore del giudaismo risiede l'amore per la Terra santa d'Israele e per la Città santa di Gerusalemme; il moderno Stato d'Israele è l'incarnazione dell'identità ebraica. Come voi, noi crediamo che una vera pace sarà instaurata in questa tormentata regione e pensiamo che relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e lo Stato d'Israele possano fare avanzare tale causa. La normalizzazione sarà un segnale lanciato alle nazioni che vogliono la distruzione d'Israele. In un'epoca in cui falliscono delle ideologie a lungo coltivate, i tempi sono maturi per stringere legami tra la Santa Sede e Israele".

Vi porto la peste. Sigmund Freud al suo arrivo negli Stati Uniti

41. FREUD, LA PSICANALISI, LA CÀBALA ED IL B'NAI B'RITH

42. Un discorso del Fratello Freud

"Venerabile Gran Presidente, distinti Presidenti, cari Fratelli, grazie per gli onori che mi avete

tributato oggi! Voi sapete perché non posso rispondere a viva voce. Voi avete inteso uno dei miei amici e discepoli parlare dei miei lavori scientifici, ma il giudizio è difficile e forse per molto tempo ancora non formulabile con certezza assoluta. Permettetemi un'aggiunta al discorso di quel Fratello, che è anche mio amico e un medico attento (Dottor Hitschmann). Vorrei comunicarvi brevemente come sono divenuto un Fratello del B'naï B'rith e cosa ho cercato in voi. È avvenuto negli anni successivi al 1895, quando due forti sentimenti si combinarono in me per determinare lo stesso effetto. Da una parte avevo acquisito le prime scoperte sulla profondità della vita sensuale dell'uomo ed avevo visto numerosi elementi che potevano essere deludenti, che potevano addirittura spaventare molti al primo approccio. D'altra parte, la pubblicazione delle mie spiacevoli ricerche ebbe come effetto la perdita della maggior parte delle mie relazioni personali; mi sentivo messo al bando, evitato da tutti. In questa solitudine si svegliò in me il desiderio di frequentare una cerchia di uomini scelti e d'intelligenza superiore, che mi potessero accogliere amichevolmente, a dispetto della mia temerarietà. La vostra associazione mi è stata presentata come quella nella quale si trovavano uomini siffatti.

Il fatto che voi foste ebrei non poteva che essermi gradito, dal momento che pure io lo sono, e il negarlo mi è sempre parso non solo indegno ma pure insensato. Devo ammettere che quello che mi legava al giudaismo non era la fede, dal momento che sono sempre stato un agnostico (sono cresciuto senza religione, anche se non senza rispetto delle ragioni etiche della natura umana). Quale che sia il mio orgoglio nazionale, mi sono sforzato di sopprimerlo considerandolo disastroso e parziale, reso inquieto e attento all'esempio di ciò che l'orgoglio nazionale ha portato ai paesi nei quali vivono gli ebrei.

Ma vi erano altre cose che rendevano irresistibile l'attrazione verso il giudaismo e gli ebrei: molte forze di sentimenti oscuri, tanto più potenti in quanto non riducibili a parole, come la limpida coscienza dell'identità interiore, della struttura spirituale simile. Inoltre mi convinsi ben presto che dovevo solo alla mia natura di ebreo le due qualità che mi erano diventate indispensabili nel corso della mia vita difficile. Essendo ebreo mi trovavo libero da molti di quei pregiudizi che limitano gli

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altri uomini nell'uso del proprio intelletto e, in quanto ebreo, mi trovavo pronto a passare all'op-posizione e a rinunciare a un accordo con la "maggioranza silenziosa".

Così divenni uno dei vostri; partecipai ai vostri interessi umanitari e nazionali, mi feci degli amici tra di voi e in seguito convinsi i pochi amici che mi restavano (il Dr. Hitschmann e il Dr. Rie) ad associarsi a voi. Non è che volessi conquistarvi ai miei insegnamenti, ma in un'epoca in cui in Europa nessuno mi ascoltava, voi mi accordaste una benevola attenzione. Voi foste il mio primo uditorio.

Dopo la mia adesione, durante i primi due terzi di tale periodo, fui assiduo alle vostre riunioni e ne trassi un incoraggiamento a frequentarvi. Oggi siete stati tanto amabili da non rimproverarmi di essere stato lontano durante l'ultimo terzo di questo tempo. Il lavoro mi ha sommerso, non riuscivo a prolungare la giornata per venire alla riunione; il corpo stesso, più tardi, rifiutò di ritardare i pasti. Alla fine vennero gli anni della malattia che ancora oggi mi impediscono di essere con voi.

Non so se sono un vero Figlio dell'Alleanza, nel senso che voi intendete. Ne ho quasi dubitato, nel mio caso erano troppe le resistenze. Ma vi posso assicurare che avete significato molto per me, che avete realizzato molto negli anni in cui vi ho frequentato. Ricevete dunque, per ieri come per oggi, il mio più caloroso grazie.

Vostro, Sigmund Freud".

43. II B'naï B'rith, primo uditorio di Freud Sigmund Freud era ammalato e, impossibilitato a muoversi, il discorso fu letto da suo fratello,

Alexandre Freud, nel corso della festa data in suo onore dal B'naï B'rith in occasione del suo settantesimo compleanno ('). I1 fondatore della psicanalisi era infatti membro della Loggia del B'naï B'rith di Vienna, suo elemento essenziale dunque, come vedremo, e tuttavia totalmente misconosciuto. Dai documenti che abbiamo potuto consultare, pare che il B'naï B'rith abbia ricevuto da Freud un apporto essenziale sia nella creazione del gruppo psicanalitico che nel suo sviluppo mondiale. Appena un anno dopo la fondazione della Loggia Vienna del B'naï B'rith di Vienna, Freud, che aveva allora quarantuno anni ed era professore della facoltà di neuropatologia, fu iniziato "nella comunità fraterna" il 23 settembre 1897. In quell'anno Freud era ancora ai primi timidi inizi delle sue ricerche, avendo appena incominciato a sviluppare le sue teorie sulla psicanalisi, teorie che avevano poco eco e considerazione nella scuola di medicina dell'epoca. Gli argomenti usati contro Freud derivavano in parte. dall'ostilità della Scuola medica viennese, ultra conservatrice, a qualunque novità ed in parte dall'origine ebraica dello stesso Freud che ha certamente giocato un ruolo nella resistenza e nel rifiuto del suo insegnamento.

Nato il 6 maggio 1856 a Freiburg (Moravia), Freud venne bambino a Vienna dove effettuò i suoi sei anni di liceo come "primus" (premio d'onore). Entrato all'università nel 1875 all'età di diciassette anni, dal 1876 al 1892 lavorò all'Istituto psicologico di Brucke. Avendo ottenuto il dot-torato in medicina universitaria nel 1881, divenne professore incaricato di neuropatologia nel 1885 (a ventinove anni), prima di partire per Parigi, con il Professor Charcot, e poi per Berlino con il Professor Baginsky e prima di ritornare a Vienna, dove lavorò all'Istituto del Profesor Kassowitz. Nel frattempo, nel 1886, si era sposato. Nel 1891 Freud pubblicò il suo libro sulle paralisi cerebrali dei bambini, con la collaborazione del Dr. Oskar Rie che diventerà lui pure un B'naï B'rith.

Nel 1895 cominciarono ad apparire i suoi primi studi e le prime pubblicazioni in collaborazione con il Dr. Josef Breuer. Nello stesso anno apparvero i suoi primi studi sull'isteria.

Freud fu cooptato dal Fratello Edmund Kohn, con il quale aveva avuto discussioni all'atto della creazione della Loggia Vienna (3). Il 7 dicembre 1897 pronunciò la sua prima allocuzione non, come avrebbe voluto la tradizione, sulle sue "impressioni d'iniziazione", ma sull'interpretazione dei sogni, lavoro psicanalitico che sarebbe continuato in seguito. Edmund Kohn riporta: "Dal principio alla fine tutti furono presi da una particolare attenzione alle parole di Freud che ci spiegava i risultati dei suoi studi in quel momento, non solo in maniera elaborata, ma in modo che tutti potessero capire. Dal momento che Freud è un ebreo coscienzioso, si è messo, fin dal

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primo giorno, a completo servizio della loggia. (...) La sua parola piacevole, il suo modo di esporre con chiarezza anche i temi più difficili, la sua immensa cultura generale e - last but not least - il tema stesso della conferenza, gli valsero il consenso generale. Freud è, si può dire, un fanatico della verità. Egli si sforza di essere totalmente vero, verso se stesso e verso gli altri. È quindi naturale che una sua conferenza fosse sempre una festa per la Loggia e che applausi tumultuosi, che non accennavano a finire, gli esprimessero la venerazione, l'amore e la riconoscenza dei Fratelli". Questo intervento sull'interpretazione dei sogni è essenziale: si tratta della prima presentazione conosciuta, davanti a un pubblico scelto, del fondamento della psicanalisi, lo svelamento della "chiave dei sogni", tema caro alla càbala come vedremo più avanti.

Nel 1926 il B'naï B'rith si fece vanto dell'appartenenza di Freud all'ordine dopo che questi aveva ammesso la sua affiliazione in forma quasi pubblica (4): "Le dottrine psicologiche stabilite da Freud sono state proclamate per la prima volta davanti a un uditorio del B'naï B'rith". Oggi sappiamo che Freud ha appartenuto all'Ordine per quattro decenni e che per lunghi anni ha partecipato "in modo molto attivo alla vita delle logge". Nei primi dieci anni non perse praticamente mai una riunione, partecipando attivamente ai lavori e alle discussioni del Comitato della Loggia (la sua struttura direttiva). Per lunghi anni appartenne al Comitato degli interessi intellettuali della Loggia e ne fu anche presidente, così come al Comitato della Pace e al Comitato per le Ricerche. Ogni anno pronunciava almeno un discorso su di un soggetto specifico. In seguito alla sua malattia e divenuto nel frattempo mondialmente celebre, gli divenne più difficile rimanere altrettanto attivo come nei primi anni della sua adesione. Tuttavia, nel 1928, dopo undici anni d'assenza, Freud si presentò di nuovo alla tribuna della loggia. La sua conferenza, come testimoniano gli atti, verteva su La superstizione presso gli ebrei. Disgraziatamente il testo non è stato conservato, così pure come i precedenti. Si sa tuttavia che la maggior parte di essi fu "riciclata" negli ulteriori libri di Freud ('). Se ne conservano però i titoli. Essi vertono per esempio su La vita spirituale del bambino (1900), Fecondità di Zola (1900), Finalità e mezzi dell'Ordine del B'nai B'rith (1901), La situazione della donna nell'ambito della mostra vita di loggia (1902), Hammourabi (1904), La Psicologia al servizio del Diritto (1907), Il battesimo dei bambini (1908), Il problema di Amleto (1911), Cos'è la psicanalisi? (1911), Noi e la morte (1915), La Révolte des anges (in francese nel testo, 1916), Fantasia e arte (1917).

In seguito, il B'naï B'rith di Vienna non cesserà mai di sostenere l'opera del suo illustre membro come testimonia lo stesso Ordine: "Dopo che, alla fine della seconda guerra mondiale, nel 1945, la vita ebraica si riorganizzò a Vienna, il B'naï B'rith fu riattivato nel 1960 con la Loggia Zwi Peretz Chajes. Ci si accorse con dolore che il pensiero del grande Fratello B'naï B'rith Freud era quasi completamente dimenticato a casa sua, nella sua città. La sua eredità era conservata solo dalla piccola cerchia degli psicanalisti dell'Associazione psicanalitica Viennese. Ecco perché il B'naï B'rith si assunse l'onere di rendere possibile la rinascita di Freud in Austria, dato che, per noi, Freud non è solo un grande ricercatore ma anche l'ebreo che, lontano da ogni legame confessionale e anche in conflitto con ogni religiosità, è stato comunque un ebreo cosciente e fu un fiero B'naï B'rith". I1 Presidente dell'Ordine del B'naï B'rith, il Dr. William Wexler, accompagnato dal Presidente per l'Europa del B'naï B'rith, George Bloch, dal Dr. E. L. Ehrlich dal Dr. Herz, furono invitati due volte dal governo austriaco per fissare le modalità della creazione di una società Sigmund Freud. I "numerosi sforzi del Fratello Otto Herzt" permisero di conseguire un successo definitivo nel 1969: la fondazione, a Vienna, della succitata associazione presieduta dall'austro-americano Frederick Haker, lui pure fratello del B'naï B'rith. La società guadagnò alla propria causa la figlia di Freud, Anna, che viveva a Londra. Nulla fu trascurato, il B'naï B'rith viennese restaurò pure la tomba dei genitori di Freud al cimitero centrale di Vienna. Fu allora che Anna Freud soggiornò a Vienna, nel giugno 1971, in occasione del Congresso mondiale di psicanalisi, nel corso del quale fu lanciata ufficialmente la Società Sigmund Freud, nella Berggasse. La figlia di Freud offrì una parte della biblioteca personale del padre e degli oggetti personali in suo possesso. Si recò pure alla sede del B'naï B'rith per tenere una conferenza. Il 17 marzo 1975, durante una seduta generale, il B'naï B'rith fu proclamato ufficialmente membro della Società Sigmund Freud. I1 fine

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era raggiunto: "Quando si dice Vienna, si pensa automaticamente a Freud (5)". E curioso notare che Freud abitava al n° 6 della Berggasse mentre al n° 19 abitava Theodore Herzl, il padre del sionismo (che fu difeso dal B'naï B'rith). Freud era al corrente di tutte le tesi sioniste, e le appoggiava, come risulta dalla lettera che inviò per un rendiconto, nel settembre 1902 insieme al suo libro L'interprétation des rêves, a Herzl, incaricato della rubrica letteraria della Neue Fraie Presse.

Nel 1925 Freud doveva inviare ugualmente un esemplare stampato a parte della sua autobiografia a Lord Balfour, in seguito al suo discorso in occasione dell'inaugurazione dell'Università di Gerusalemme. Da allora, sarà regolarmente in contatto con diverse organizzazioni sioniste come la Karen Ha-Yesod o la Kadima, di cui suo figlio Martin sarà membro. Sigmund Freud stesso ne diverrà membro onorario nel 1936. I suoi figli saranno profondamente sionisti: il figlio Ernst Freud, divenuto architetto, andrà in Palestina nel 1927 per costruirvi la casa di Haïm Weizmann. Nel 1924 un primo psicanalista, Moshe Har-Even, s'installa a Tel-Aviv. Nel 1933 si crea la prima società psicanalitica della Palestina, con Max Eitingon, intimo di Freud, che a partire dal 1926 presiederà la prestigiosa Associazione internazionale di psicanalisi. Uomo dalla doppia vita, Max Eitingon era contemporaneamente una spia al servizio della G.P.U., la polizia segreta sovietica. Nato in Russia nel 1891, era in effetti fratello di Leonid Eitingon, alto responsabile del G.P.U., meglio noto col nome di generale Kotov. Inviato da Stalin, lo stesso Kotov si recherà in Messico dove, divenuto l'amante di Carridal Mercader, ne arruolerà il figlio Ramon che sarà l'assassino di Trotski!

44. La psicanalisi, ultima trasformazione della cabala ebraica?

Secondo il B'naï B'rith, "Freud ha esaudito il messaggio biblico di fare qui ed ora, in tutta

pienezza". Sebbene il fatto sia sempre accuratamente taciuto dai suoi discepoli non bisogna dimenticare che Freud provava una straordinaria attrazione per le pratiche magiche e occulte (6). Noi non ci abbandoneremo qui né a una difesa apologetica né a un attacco virulento della psicanalisi come scienza medica o falsa scienza, ma tenteremo piuttosto di mostrare i rapporti tra gli aspetti "mistici", "magici" e "religiosi" della psicanalisi, della filosofia ebraica e tra l'insegnamento del B'naï B'rith. Non bisogna dimenticare che, come rivelato da Emil Ludwig, Freud arriverà fino a creare praticamente il suo ordine personale segreto, analogo a quello delle fraternità massoniche, con riunioni e linguaggio pure segreti. Una foto di questa "loggia" o, se si preferisce, "cenacolo", fa parte delle collezioni del palazzo della Scoperta. Vi si vedono Otto Rank, Karl Abraham, Max Eitingon, Ernest Jones, Sandor Ferenczy, Hans Sachs, tutti discepoli tardivi, dopo la rottura di Carl Gustav Jung, Alfred Adler, Wilhel Stekel ecc. Nel 1920 sei dei suoi discepoli ricevettero dal maestro un anello rituale, con un castone d'agata a zone concentriche, di colore scuro.

Molti apporti inattesi hanno nutrito le ricerche di Freud. Ad esempio, negli anni intorno al 1880, Freud fu in rapporto regolare (') con Adolph Jellinek, "il più grande dei predicatori ebrei moderni" che predicò a Vienna fino alla sua morte, nel 1883. Aveva pubblicato numerose opere sulla cabala e la mistica cabalistica. Altro ispiratore di Freud, il Dr. Wilhelm Fliesse, con il quale il nostro intratterrà un'importante corrispondenza dal 1887 al 1901. Fliesse era un ardente seguace della numerologia. Per lui, il ciclo maschio era di 23 giorni e quello femmina di 28. La morte di Goethe era avvenuta al 30156° giorno della sua vita, cioè 1077 cicli di 28 giorni... femminili (tipo di bisessualità). "Goethe è morto quando il 1077° mestruo femminile ha consumato l'ultima particella della sua meravigliosa costituzione". Solo tardivamente, dopo diversi anni, Freud finì per "essere costernato per le stravaganze scientifiche di Fleiss" e cessò le relazioni con lui, sebbene gli avesse pubblicato, nel 1887, un'opera assai "particolare" che studiava la relazione tra il naso e gli organi sessuali femminili.

In un saggio appassionante che conclude uno studio meticoloso e approfondito, l'americano David Bakan conclude che "il freudismo è una trasposizione della mistica ebraica" un "travestimento laicizzato" della stessa. Secondo questo studioso, che evoca "l'ipotesi molto convincente" di "un patto con il diavolo (...) Freud passò tutta la sua vita in un ghetto virtuale, un

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mondo composto quasi esclusivamente da ebrei". Allo stesso modo, Manes Sperber (") descrive la psicanalisi come "la trasposizione psicologica dell'Antico Testamento"; Marthe Robert, in un saggio penetrante, vede, nella sua opera "in qualche modo l'ultimo, in ordine di tempo, commento al Talmud". Quanto a Percival Bailey, vede in Freud un "rabbino laico" (9). Un altro specialista, il professor Baruk, pur ostile al freudismo, arriva a un'identica conclusione, stimando che la psicanali-si sia "più una religione che una scienza. Essa ha i suoi dogmi, i suoi riti e soprattutto la sua interpretazione quasi mistica e, in ogni caso, assai poco controllata. È proprio della scienza far passare l'ipotesi al vaglio del fuoco della verifica. Nella psicanalisi l'ipotesi, vale a dire l'interpretazione fornita dal suo autore, il medico, deve essere controllata tramite i risultati terapeutici. Ora, su questo piano, si hanno dei risultati assai magri. Si conoscono ben pochi casi di ossessione guariti dalla psicanalisi, malgrado l'intensa propaganda dei suoi discepoli ("')".

45. La chiave dei sogni, aspirazione dei maghi

Come scrive il Dr. F Pasche, che ha curato la prefazione di Bakan "per Freud il super-io aveva

un volto, quello di Mosè, e un linguaggio, quello dei divieti e delle ingiunzioni del decalogo. Non è forse il dogma cabalistico di una energia divina, creatrice, sessualizzata, all'origine del concetto di libido? Non è la stessa cosa per le nozioni freudiane d'istinto della morte, secolarizzazione dello spirito del Male - di bisessuallità - il Dio della Cabala è bisessuale - dell'incesto come crimine mitico, dell'assimilazione della conoscenza all'incesto ecc".

Mistica ebraica, Cabala, numerologia: termini poco correnti ai giorni nostri per abbordare la psicanalisi, ma essi erano normali negli anni venti e trenta. In effetti, cos'è la Cabala se non lo studio simbolico delle cifre e delle lettere? Cos'è la psicanalisi se non una spiegazione simbolica delle cifre e delle lettere, l'interpretazione dei sogni, la Traumdeutung (la famosa "Chiave dei sogni" aspirazione dei maghi cabalisti)? Questa analogia non doveva sfuggire al B'naï B'rith che prese ben presto le difese di Freud e rese popolari le sue teorie anche quando la sua appartenenza all'Ordine non era di pubblico dominio. Lo specialista accreditato delle teorie per conto del B'naï B'rith fu A. A. Roback che consacrò alla psicanalisi tutta una serie di articoli ("). I titoli sono particolarmente rivelatori. La psicologia freudiana e i commentatori ebrei della Bibbia, La psicologia dei proverbi yiddish, Gli ebrei hanno un complesso d'inferiorità?, Freud, Chassid o Umanista?, La psicanalisi è un movimento ebraico?

Il suo articolo Chassid o Umanista? è del più alto interesse. Ricordiamo che il termine chassidismo o hassidismo viene dall'ebraico Hasidim, uomo pio. Originariamente designava la corrente degli ebrei conservatori della Palestina che si opposero all'influenza ellenistica nella legge ebraica. Erano i precursori diretti dei Farisei. Nota Michel Mourre (12): "L'hassidismo moderno nacque in Polonia all'inizio del XVIII' secolo, dietro l'impulso di Israël Baal Shem Tov (1700-1760). Movimento essenzialmente mistico, opponeva al razionalismo talmudico il primato della vita interiore e l'aspirazione all'unione d'amore con il Dio salvatore. Considerato eretico dai talmudisti, l'hassidismo ha tuttavia rinnovato profondamente la vita religiosa delle comunità ebraiche della Polonia e della Russia. Il grande rappresentante di questo movimento nell'epoca contemporanea è stato il filosofo israeliano Martin Buber".

Il Fratello Roback constata che "non è assolutamente certo che Freud sia stato allevato in un'atmosfera cassidica o che la conoscenza intima del cassidismo prevalesse talmente nell'ambiente ebraico austriaco da permettere l'emergere del suo sistema psicologico. Ciò che si può dire in maniera certa è che Freud può essere visto come un cassid nella storia della psicologia moderna (...) Non solamente perché egli si lega al cassidismo per i suoi interessi umanisti (...) ma anche per l'affiato mistico che pervade la sua dottrina (...). Sotto molti punti di vista, il metodo freudiano, particolarmente nella sua fase culminante, è una forte reminiscenza del simbolismo che sottende tutta la filosofia cabalistica. L'importanza data agli elementi femminili e maschili, i giochi con i numeri, l'uso di ogni sorta di simboli per adattarsi ai casi particolari e numerose altre indicazioni hanno la loro controparte nella psicanalisi (...). (...Come spiega lo stesso Freud, in sostanza) è

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impossibile pensare a un numero o anche a una parola in modo totalmente libero. Se si giunge a esaminare precisamente il processo di formazione volontario, si può sempre provare che esso è stato strettamente determinato". Roback tratteggia allora, in maniera complessa per i neofiti, i rapporti tra i ricercatori freudiani e gli schemi d'analisi dei commentatori biblici, cabalisti e mistici. "Se vi si domanda un numero a caso e voi rispondete 37.826, Freud risponderà che vi è un motivo segreto, una ragione nascosta perfino a voi stessi, che vi ha determinati a dare quel numero e non un altro. (Tuttavia) il determinismo sembra essere la base teorica dei commenti sulla Bibbia secondo griglie simboliche o mistiche. Per molto tempo mi sono posto il quesito di sapere da quali meandri era sorta la quadrupla interpretazione delle Scritture come PaRDeS (Pshat, Remez, Drush, Sod) che comprendono i significati letterali, simbolici, retorici e mistici (...) In altri termini, viene attribuito un certo significato alla posizione delle lettere in una parola o di una parola in un versetto. Così le lettere finali delle prime tre parole della Bibbia compongono la parola Emeth (Verità) dando il significato che il mondo è stato creato attraverso il prisma della verità. (...) Il fatto che la Bibbia cominci con un Beth e non un Alpeh, la prima lettera dell'alfabeto, porta allo spirito fertile del rabbino Jacob Ben Asher (un grande cabalista) nuove rivelazioni. Le migliaia e migliaia di equazioni aritmetiche (gematria), degli anagrammi, degli acrostici e delle estensioni supplementari (notaríkon) che il rabbino e gli altri membri della sua scuola sono riusciti a fare uscire dalla Scrittura e a manipolare per farli concordare con i loro scopi esegetici, rivelano che essi erano dei geni nei problemi di calcolo. Freud e i suoi collaboratori non hanno usato un metodo tanto elaborato quanto la matematica simbolica dei cabalisti, i quali hanno sviluppato un gran numero di codici che non offrono altra garanzia che quella in materia di analogia (...). Infatti Freud non ha aderito a un sistema fisso di regole per l'analogia dei numeri ma le possibilità di manipolazione sorpassano tutto ciò che i commentatori ebrei mistici avevano offerto fino a quel momento. (...) Bisogna ammettere che quando si confrontano le manipolazioni dei numeri fatti dai commentatori ebrei con le congetture stravaganti dei ricercatori della Zentralblatt für Psychoanalyse, fondata da Freud, i primi paiono uomini di buon senso".

In un altro testo Roback nota che la facoltà d'interpretare i simboli è "una caratteristica, una costante, dello spirito ebraico". E aggiunge: "I Profeti hanno usato un simbolismo drammatico nelle loro esortazioni precise e il Talmud è pieno delle interpretazioni delle Scritture mentre la Cabala è un'interpretazione dei simboli mistici. Tuttavia i successi di Freud non sono dovuti solamente a questa qualità (...). Benché la psicanalisi contenga globalmente una tendenza mistica, vi si possono distinguere due diverse tipologie. Una è incline al realismo e al concreto, l'altra è dipinta dei colori dell'astrazione e tende all'indicibile e all'invisibile".

46. II lato ebraico della psicanalisi

Ecco perché, per il Fratello A. A. Roback, come in seguito per altri commentatori, l'influenza

ebraica apparirà onnipresente nell'opera di Freud e la psicanalisi sarà vista, per dirlo chiaramente e senza nessun intento peggiorativo, come una scienza ebraica: "Certi autori non esitano a dire che la psicanalisi ha una ispirazione ebraica determinata dai precedenti razziali del suo fondatore. Da parte mia, credo che vi sia una gran parte di verità in questa affermazione". Freud stesso lo doveva dichiarare: "Solamente un ebreo poteva creare la psicanalisi". In uno degli Almanacchi dell'Associazione internazionale di psicanalisi Freud, che per lungo tempo rifiutò di riconoscere l'apporto culturale ebraico alla sua dottrina, ha spiegato i suoi rapporti col giudaismo: (") "Il fatto di aver sempre rifiutato di rinnegare le mie origini ebraiche ha largamente pesato sull'antipatia che la psicanalisi ha incontrato nel mondo. Sebbene tale riserva non sia mai stata fatta esplicitamente, è disgraziatamente certo che la mia giudaicità non è stata priva di effetti. E il fatto che il primo avvocato della psicanalisi sia stato un ebreo non è certo un caso fortuito. Per scoprire e divulgare teorie nuove bisogna essere certi di sopportare l'isolamento e l'opposizione. Un gran numero di ebrei è più familiare di molti altri con questo tipo di attitudine".

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Come è stato perfettamente spiegato da Marthe Robert, la sopravvivenza ebraica si è lungamente basata sulle yeshivot, scuole delle piccole città dell'Europa centrale dove gli allievi seguono gli studi talmudici e consacrano tutto il loro tempo allo studio e alla discussione dei libri santi. Da queste scuole uscirono, alla fine del XIX secolo, persone avvezze alla discussione, abili nell'analisi più rigorosa dei testi, allenate ai dibattiti più serrati. "Fornirono alla rivoluzione (marxista) una gran parte dei suoi quadri intellettuali, quelli dialetticamente meglio armati (14)". Ricordando questa storia, Marthe Robert, interprete quasi ufficiale di Kafka, nota che la psicanalisi ha conosciuto una diffusione sensibilmente identica; ecco senza dubbio perché la diffusione originaria della psicanalisi fu realizzata largamente da psicologi ebrei: "Tutti i più brillanti discepoli di Freud che hanno apportato dei contributi originali alla psicanalisi erano ebrei, con la sola notevole eccezione di Jung" nota Roback, rilevando tuttavia che vi erano "alcuni Gentili nel movimento". Tra gli psicanalisti d'origine ebraica spiccano i nomi di Alfred Adler, Wilhelm Stekel, Max Kahane e Rudolf Reitler. Furono loro a formare il primo nucleo viennese nel 1903. Vi si aggiunsero Fritz Wittels, Hans Sachs (coeditore della rivista psicanalitica Imago), Karl Abraham (che fu presidente dell'Associazione internazionale di psicanalisi), il tedesco Simmel, l'ungherese Sandor Ferenczy (che fu presidente dell'A.I.P.), Otto Rank, l'americano Brill (primo presidente dell'Associazione americana di psicanalisi), Herbert Silberer, Sadger, Federn, Storfer, Reik, i russi Luria e Wulff, il polacco Jekels, l'italiano Levi-Bianchini ecc.

D'altra parte, il primo luogo in cui s'impiantò la psicanalisi, fuori dell'Europa, fu la Palestina. A partire dal 1922, si formò un "circolo di devoti" che comprendeva il Dr. Eder, il Dr. Bergmann, direttore della biblioteca dell'Università ebraica, il Dr. Aryeh Feigenbaum, primario oculista all'Ospedale Rothschild. Come notava nel 1924, l'International Journal of Psychoanalysis: «In certi quartieri, specie in quelli che comprendono giovani immigrati, vi è una tendenza a introdurre una pretesa psicanalisi, senza precauzione alcuna, in forma volgarizzata e "alla moda"».

In seguito Freud doveva impegnarsi volontariamente a minimizzare tale compenetrazione giudaica della psicanalisi. Fritz Wittels, psichiatra ebreo austro-ungarico, allievo di Wilhelm Stekel, autore di una delle primissime biografie di Freud, riporta un avvenimento poco conosciuto che avvenne a Norimberga nel 1910, durante il secondo congresso psicanalitico. Diversi discepoli ebrei presero molto male l'elezione di Gustav Jung alla presidenza del Movimento psicanalitico, essa aveva provocato in particolare il vivo malcontento dei discepoli viennesi i quali sospettavano Jung di antisemitismo. «Il pomeriggio di quel giorno memorabile, gli analisti viennesi tennero una riunione privata al Grand Hôtel di Norimberga per discutere di questa oltraggiosa situazione. Improvvisamente apparve Freud, che non era stato invitato. Era da molto tempo che non appariva così eccitato. Disse: "La maggior parte di voi è ebrea e per questo siete inadeguati a procurare amici alla nuova scienza. Gli ebrei devono contentarsi del ruolo modesto di preparare il terreno. È assolutamente essenziale che io possa allacciare legami in seno alla comunità scientifica. Ci sto lavorando da anni e sono stanco dei continui attacchi nei miei riguardi. Siamo tutti in pericolo". Prendendo il suo cappotto per il bavero esclamò ancora: "Non mi lasceranno neppure un cappotto sulle spalle. Gli Svizzeri ci salveranno - mi salveranno e tutti voi con me"». Di lui si conosce anche un altro testo: "Da parte mia, sono guarito da ogni commistione preferenziale per gli Ariani. Siamo e restiamo ebrei gridò a Sabina Spieliern, ex amante di Jung gli altri non faranno altro che servirsi sempre di noi senza mai né comprenderci né rispettarci".

47. L'alleanza con Mosè, chiave di Freud e... dei B'naï B'rith

Freud, pur dichiarandosi ateo, svela apertamente le sue tendenze mistiche, le sue aspirazioni

religiose e i suoi fantasmi biblici principalmente nel suo ultimo libro a lungo ignorato, tanto è "imbarazzante": L'uomo Mosè e la religione monoteista (Londra, 1939). Ci basti leggere la brillante analisi di Yosef Yerushalmi, uno dei più celebri storici del giudaismo: "Questa asprezza nel togliere carattere alla propria religione ebraica dovrebbe svegliare i nostri sospetti. Essa è il segno della rivolta contro un attaccamento un tempo potente". Sfidando l'archeologia, e la storia delle religioni

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e delle mentalità, Freud, tornato allo studio della Bibbia all'età di settant'anni, costruisce un vero romanzo attorno alla figura di Mosè. "L'opera era incredibile: utilizzava fonti di fantasia, si appoggiava su ipotesi discutibili e sfiorava a volte il delirio interpretativo" ('s). Per Freud, auto-consacratosi papa della psicanalisi, il monoteismo non è un'invenzione ebraica ma trova le sue sorgenti in Egitto, dove fu un tempo religione di Stato (il culto del dio solare Aton del faraone Amennotepe IV), prima di essere rigettata dal popolo con la violenza. Mosè si mise a capo di una tribù semita, introdusse la circoncisione, pratica che era destinata a instillare il principio di elezione (popolo eletto). Rifacendosi alla tesi erronea di Ernst Sellin, autorità in archeologia biblica, che ammetterà in seguito il suo errore, Freud afferma che i discepoli di Mosè si ribellarono e lo uccisero. Le generazioni seguenti rimossero l'omicidio. Tuttavia gli israeliti conservarono un unico Dio, Yahvé in luogo di Aton, perché influenzati dall'intransigente dio-vulcano dei madianiti che aveva un sacerdote chiamato pure lui Mosè. Questo omicidio di Mosè è, per Freud, la riedizione dell'omicidio arcaico del padre, tema di Totem e Tabù (1915), eredità della tesi/favola darwiniana dell'"orda primitiva": la civilizzazione sarebbe nata quando i figli uccisero il padre che possedeva tutte le donne, rinunciando in seguito all'incesto e il cui ricordo si conserva nelle mense totemiche. Sappiamo ormai che Freud fu, per tutta la vita, affascinato da Mosè arrivando perfino a identificarsi varie volte con lui. Come Mosè l'egiziano che portò il monoteismo agli ebrei, l'ebreo Freud è il "Grande Straniero" che ha generato la psicanalisi e l'ha fatta conoscere agli uomini. Altro tratto comune: Mosè fu ucciso dai suoi discepoli e Freud fu tradito dai suoi, Adler, Jung ecc.

"Il fatto più strabiliante rimane quello che Freud, mentre sgiudaizzava Mosè, assegnava al sentimento della giudaicità, inteso come appartenenza e al tempo stesso dissidenza, una posizione di eternità. Freud approvava questo sentimento per il quale un ebreo resta sempre ebreo nella sua soggettività, anche se è divenuto incredulo, e non esitava ad assimilarlo a un'ereditarietà filogenetica: oggi si direbbe "patrimonio genetico". In altre parole, contro tutta l'evoluzione della scienza della sua epoca e contro il suo stesso percorso anti-ereditario, egli si appoggiava alla tesi lamarckiana dell'eredità dei caratteri acquisiti, per annunciare al mondo che il sentimento di giudaicità è trasmissibile di generazione in generazione tramite un "inconscio ereditario" di cui il meno che si possa dire è che non è freudiano (15)". Come riportato da Yerushalmi, il cerchio doveva essere chiuso dalla figlia di Freud, Anna, che nel 1977, in occasione dell'istituzione, all'Università ebraica di Gerusalemme, della cattedra Sigmund Freud, suscitò qualche commento con la sua rivendicazione del titolo di "scienza ebraica" come punto di onore della psicanalisi.

Una piccola obiezione agli esegeti freudiani, in ispecie a Yerushalmi: perché Freud si è interessato a Mosè? Non sarà per caso a causa del fatto che i B'naï B'rith, letteralmente i figli dell'Alleanza, si riferiscono a due alleanze particolari, quella con Abramo e quella del popolo eletto con Mosè, che ricevette le tavole della legge sul monte Sinai, stabilendo con ciò un patto di Alleanza tra le tribù d'Israele dando così vita ai Figli dell'Alleanza...?

Se lo Zar non vuole dare al nostro popolo la desiderata libertà, allora una rivoluzione instaurerà una repubblica tramite la quale si otterranno quei diritti. Jacob Schiff, banchiere americano e alto responsabile del B'naï B'rith nel 1905

48. IL B'NAI B'RITH E IL COMUNISMO

49. La rivoluzione bolscevica Dopo il successo della rivoluzione bolscevica, alcuni ambienti antisemiti o conservatori, ma

non soltanto loro, attribuirono a una misteriosa cospirazione ebraica lo scatenamento degli avveni-menti russi e il loro successo, che avevano portato all'instaurazione della dittatura dei soviet. La veridicità della tesi era accreditata dal fatto che molti capi rivoluzionari erano di origine ebraica,

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così come pure numerosi loro finanziatori. Non ci porremo qui il quesito se tale o talaltra orga-nizzazione ebraica, in particolare il B'naï B'rith, abbia "teleguidato" la rivoluzione bolscevica, né quali siano state le condizioni della creazione di Birobidjian, la repubblica autonoma ebraica che alcuni ebrei pensavano che sarebbe stata la nuova Sion ecc. Ne abbiamo ampiamente descritto le premesse nel capitolo dedicato alla storia del B'naï B'rith e il lettore potrà farvi riferimento ('). In particolare abbiamo citato i propositi minacciosi e premonitori dichiarati da Jacob Schiff nei confronti di Nicola II, propositi che presagivano la funesta fine dello zar e il successo del bolscevismo. Anche il B'naï B'rith ha affrontato questo argomento, sovente in modo fantasioso, alla luce della storia (z): "(Dopo la Rivoluzione) gli ebrei hanno goduto di pari diritti e sono stati accettati nelle strutture statali sia come imprenditori che come lavoratori. Tra i burocrati, diversi sono ebrei. Molti dei funzionari appartengono alla classe dei cittadini colti e capaci. I loro beni sono stati confiscati ed essi sono stati costretti a entrare al servizio dello Stato comunista. In considerazione delle loro eccezionali capacità, molti ebrei hanno ottenuto cariche assai elevate. È per tali ragioni che osservatori superficiali hanno l'impressione che il Governo comunista sia un Governo di ebrei. Anche all'estero predomina la convinzione che la Rivoluzione abbia avuto quali vincenti gli ebrei".

Noi qui ci occuperemo principalmente di come i cambiamenti intervenuti nell'Impero zarista furono percepiti dal B'naï B'rith.

Vi fu opposizione o sostegno? Globalmente, dalla lettura della stampa del B'naï B'rith, si evince che vi fu sostegno, e che fu privo di preoccupazione per la sorte della comunità ebraica, per non parlare del pericolo di assimilazione da parte dello Stato comunista e delle difficoltà per la pra-tica religiosa. Il brano che riportiamo, estratto dal B'nai B'rith Magazine ('), è chiaramente significativo circa le predisposizioni dell'Ordine in un'epoca in cui si poteva già fare un primo bilancio del regime comunista, visto che erano trascorsi undici anni dall'inizio della Rivoluzione:

"La Persecuzione del giudaismo. Il mese scorso, ebrei ortodossi di New York hanno manifestato contro la persecuzione della

religione ebraica in Russia da parte del Partito comunista. Soprattutto perché gli ebrei non hanno mai subìto prima persecuzioni di quel tipo. In altri luoghi e in altri tempi la persona dell'Ebreo era perseguitata; egli era bruciato, massacrato, espulso. In Russia, la sua persona è protetta come quella di qualunque altro cittadino, solo lo spirito ebreo è perseguitato, la sua vita religiosa è fissata, limitata. (...) In realtà, la vita dell'ebreo in Russia non differisce molto da quella dell'ebreo in America, dove il materialismo lo attira irresistibilmente, dove diversi dei rivendicano la sua riverenza, dove la pienezza del ventre restringe il cuore".

Nel corso delle nostre ricerche non abbiamo trovato alcuna condanna del regime dittatoriale comunista, al di là delle critiche circa la pratica religiosa e l'assimilazione, nessuna condanna della sua ideologia, del suo anticapitalismo, del suo totalitarismo, della sua irregimentazione, della sua negazione dell'umanismo, della sua violenza, dei suoi gulag, delle sue purghe, delle sue carestie programmate, delle persecuzioni di tutti gli "oppositori" ecc. Viene generalmente taciuta la spoliazione della borghesia ebraica così come l'eliminazione degli ebrei ortodossi, attuate dalla sezione ebraica del Partito comunista, la Evsekzija, costituita all'uopo. Furono i suoi membri a confiscare gli stabilimenti degli imprenditori israeliti e prendere le materie prime e i magazzini, compresi i carretti degli ambulanti ebrei. Si assistette dunque allo spettacolo sinistro di ebrei che spogliavano i loro stessi fratelli. Fu di nuovo la Evsekija che guidò l'installazione dei coloni ebrei nelle terre coltivabili. Fu formato un comitato di Stato (Komzet) per installare degli ebrei nelle fattorie, assistito da una società che aveva lo stesso fine (Ozet), il tutto evidentemente sotto controllo comunista. A causa della povertà delle masse ebraiche, i comunisti ebrei ebbero l'idea di far finanziare l'operazione dalla diaspora ebraica, particolarmente dagli ebrei degli Stati Uniti. Si servirono del Joint Distributión Committee, organo di mutuo soccorso creato dalle organizzazioni ebraiche nel 1922 (°). A differenza delle altre organizzazioni americane, esso disponeva di un proprio sistema di distribuzione, l'Agro-Joint, cosa che permetteva di orientare gli aiuti solo verso i correligionari. In pochi mesi si misero assieme più di 10 milioni di dollari per l'acquisto di terre e

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l'installazione di 25.000 coloni (5). Furono poi raccolti altri 7,3 milioni di dollari. Furono così creati più di 180 villaggi ebrei in Crimea e Ucraina.

50. Il comunismo come rigenerazione dei giudaismo comunitario

Per illustrare il fascino dell'ideologia e della pratica comunista viste come una rigenerazione

del popolo ebreo, abbiamo preso in considerazione solo qualche articolo della vasta e ripetitiva documentazione esistente. Essi sono tutti posteriori al 1927. E il periodo in cui la N.E.P. (nuova politica economica), con l'aiuto americano, marcia a pieno ritmo. Oramai il primo periodo rivoluzionario in cui la borghesia, in gran parte ebrea, era stata spogliata, appare solo più, agli occhi degli osservatori ebrei dell'epoca, come un cattivo ricordo. Quell'anno il B'nai' B'rith Magazine americano pubblica almeno tre importanti articoli molto favorevoli (') riguardo alla nuova agricoltura ebraica: un servizio effettuato presso gli agricoltori ebrei in Russia, la colonizzazione delle nuove terre in Russia da parte degli ebrei, l'aiuto dato alla "rigenerazione" degli ebrei russi. Non traspare alcuna critica al regime politico. Al contrario, la linea generale è d'appoggio alla riforma sociale, offre l'elogio del kolkoz, l'ossessione dell'apparizione dell'"uomo nuovo" e della "rigenerazione" dell'ebreo.

Il primo articolo porta la firma del Dr. Emil Bogen, Segretario dell'Ordine fino al 1929, nato a Mosca, aveva militato nei ranghi rivoluzionari. Ecco l'inizio dell'articolo, tanto poetico quanto bucolico secondo il tema del testo illustrato da fotografie: "La colonizzazione delle terre russe da parte dei coloni ebrei rappresenta uno dei capitoli più commoventi della movimentata storia del nostro popolo. In Unione Sovietica, prima della guerra, erano meno di mille le famiglie ebree che coltivavano la terra. L'anno scorso erano più di 35.000 e il loro numero continua a crescere. In cinque anni più di 100.000 ebrei hanno lasciato le città dall'atmosfera senza speranza, e sono tornati alla terra. Il governo ha già donato oltre un milione di acri a queste colonie e sembra intenzionato a donare tanta terra quanta gli ebrei saranno in grado di coltivarne. La maggior parte dei nuovi arrivati ha ricevuto un aiuto finanziario e un terzo di loro è diretto e consigliato dall'Agro Joint, l'Organizzazione russa dell'American Joint Distribution Committee".

Più oltre, nel corso di un viaggio, Bogen incontra un colono barbuto di Avoda che gli fa visitare la sua vigna e gli spiega, in un misto di russo e di yiddish: "Questa è la Crimea, dove gli ebrei possono respirare liberamente, costruire le loro case sulla propria terra. È qui il vero Eretz Israël, la Palestina è un sogno lontano che non possiamo dimenticare ma che è fuori dalla nostra portata. Qualunque sia la terra che gli ebrei coltivano, questa diviene terra ebrea". Più avanti assistiamo alla nascita dei kibbuz: "Tel Kai è uno dei tre comuni sionisti della Crimea. I giovani sionisti che si sono imbarcati in questa avventura, vissuta come una preparazione all'installazione in Palestina, hanno un atteggiamento molto radicale e sono in costante conflitto con le autorità. Vivono in società comunitaria, mangiano in comune in un refettorio collettivo, lavorano insieme i campi, comprano tutto in comune. Sono giunti al quarto anno di attività e si sono sviluppati economicamente; tuttavia protestano: il periodo preparatorio è terminato e vogliono andare in Palestina. Posseggono 400 maiali e rifiutano di osservare i precetti religiosi". L'articolo termina con queste parole che mostrano un certo acciecamento dell'autore: «La "questione ebraica" non può avere un'unica soluzione, ma la colonizzazione delle terre della Russia del Sud da parte degli ebrei costituisce uno dei contributi più sostanziali e costruttivi al benessere degli ebrei contemporanei».

Nel febbraio 1932, in un articolo intitolato Gli ebrei in Crimea, l'opinione del B'naï B'rith risulta essere ancora molto positiva, nel momento stesso in cui avvenivano deportazioni e repressione: "Possiamo dirlo con certezza, se l'osservanza religiosa è minima e la conoscenza del giudaismo molto debole, il rispetto di sé e l'orgoglio razziale sono più grandi negli ebrei russi che in quelli di qualsivoglia altra parte dell'Europa continentale. A volte si obbietta che gli insediamenti ebrei in Crimea e in altre parti dell'URSS, pur essendo ben radicate al suolo, non hanno tuttavia radici ebraiche e sono quindi destinate ad annegare nel grosso della popolazione. Questa considerazione sembra non tenere conto dell'enorme vitalità del popolo ebreo. Essa è stata

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fortificata dal rinnovato contatto con la natura, così come dal suo statuto di emancipazione. Si può sperare che presto o tardi un soffio di vita spirituale animerà le masse ebraiche, dato che si produrrà inevitabilmente una reazione al materialismo che oggi la nuova generazione professa come ideale. L'insediamento in Crimea non ha portato una soluzione al problema ebraico in Russia, ma almeno ha evitato la dissoluzione del popolo ebreo".

Qualche mese dopo, nel marzo del 1933, il B'nai B'rith Magazine ritornava sull'argomento con due risposte, una apparentemente positiva e l'altra negativa al quesito: "Nella Russia sovietica il giudaismo è condannato?". L'autore, Norman Bentwich, che risponde in maniera negativa, si preoccupa di fatto dell'integrazione degli ebrei nella società comunista, piuttosto che di una qualunque persecuzione. Scrive tra l'altro: "È certo che il principale profeta del movimento proletario era l'ebreo Karl Marx e che il suo libro, Il Capitale, è il riferimento obbligato del credo comunista; è certo che un altro comunista tedesco, Ferdinand Lassalle, la cui statua eroica adorna la Prospettiva Nevski a Leningrado, fu uno degli ispiratori del nascente partito rivoluzionario, che gli ebrei hanno avuto la loro parte, dall'inizio fino a oggi, nella creazione e nel mantenimento della Rivoluzione e che per nessun'altra comunità la Rivoluzione ha portato tanti cambiamenti come per quella degli ebrei. Il sentimento generale riguardo alla loro comunità, è che gli ebrei, in particolare i giovani, si sentono a proprio agio quali appartenenti a un nuovo ordine. Sono fieri della parte che occupano nei consigli rivoluzionari di Trotski, nell'organizzatore dell'Armata rossa (...), e degli ebrei che ricoprono posti rilevanti al Ministero degli Esteri e negli altri ministeri, nell'Esercito e nella Marina, nei consigli economici e nelle accademie (...). La funzione dell'Ebreo è quella di essere l'interprete della Russia sovietica verso il mondo e viceversa, dal momento che egli rappresenta il principale elemento del proletariato, in stretto rapporto con la cultura e le lingue dell'Europa Occidentale (...). In città come Kiev, Odessa, Berlichev, dove gli ebrei costituiscono più di un quarto della popolazione, vi sono tribunali yiddish, codici legislativi in yiddish e l'yiddish è la lingua ufficiale (...). L'origine spirituale della Rivoluzione risale ai principi del socialismo quali si trovano negli insegnamenti dei profeti ebrei, anche se il comunista rinnega la terra dalla quale sono usciti".

Dopo questo panegirico ritenuto negativo verso il regime, il secondo testo, il cui autore è il Fratello Pierre Van Paassen, si pronuncia per il "sì": "Sì, è vero, mi si dice che il nuovo stile di vita abbia una pronunciata caratteristica anti-giudaica. Non perché si obbligherebbero i giovani a impegnarsi in un nuovo cammino, nessuno interviene se un giovane vuole diventare talmudista (...). È il nuovo stile di vita in sé che coinvolge i giudei su nuove strade. Ma, ci si domanda, sono felici? Mi chiedo: `Vi sentite ancora ebrei?' Ancora ebrei? Sì, più che mai oggi, grazie al nuovo regime, è possibile essere finalmente dei veri ebrei. Mio padre non può (...) perché è ancora prigioniero delle vecchie tradizioni. Ma io sono libero, mia sorella è libera, intraprendiamo un nuovo cammino. (...) I190% degli ebrei russi è, col cuore e con lo spirito, dalla parte dell'edificazione del mondo nuovo".

Qualche mese dopo il B'nai' B'rith Magazine (') intitolava: In Russia il giudaismo è morto. L'autore notava che gli ebrei rischiavano di rimanere a lungo senza Dio dato che ormai l'insegnamento della religione era proibito fino ai diciotto anni, ma tuttavia rilevava: "I1 giudaismo è sempre interessato a molto più che al solo Dio. Gli ebrei non sono legati solo da ciò che si chiama religione ma anche da una ritrovata Sion (...). La Russia è stata la fonte della comunità ebraica prima della Rivoluzione (...). Parallelamente alla distruzione del giudaismo e dei sionismo è arrivata una libertà che i giudei non avevano mai sperimentato in nessun luogo del mondo (...). Il numero due di Stalin, Lazar Kaganovitch, è un ebreo, umile lavoratore del cuoio che, a causa delle sue vere qualità, si è posto da solo nella successione di Stalin come leader comunista della Russia (...). La Russia è l'unico paese al mondo in cui l'antisemitismo sia un crimine (...). Se dovessimo riassumere cosa ne è stato degli ebrei in Russia sotto il regime comunista, parlerei di nuove possibilità e di un rafforzato idealismo sociale, ma anche della distruzione dei valori spirituali specificatamente ebraici".

51. L'emigrazione degli ebrei dall'U.R.S.S., chiave della colonizzazione israeliana

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Sembra che, agli occhi di una parte della comunità ebraica, il regime comunista sovietico

abbia poca importanza a patto che la loro comunità non abbia problemi. Ciò si tradurrà, in particolare a partire dal 1947, nella possibilità o meno di emigrare in Israele. Ce ne rendiamo conto prendendo in esame la situazione della Romania dove il B'naï B'rith, come altre organizzazioni ebraiche, ha praticato un'indulgenza colpevole nei confronti di Nicolae Ceaucescu, dittatore che aveva avuto l'abilità di favorire la comunità ebrea romena. Una storia subito dimenticata, dopo la caduta del Conducator. Nel novembre 1976 il Presidente del B.B.I., David M. Blumberg, visitò il Presidente Ceaucescu forzandolo a facilitare l'emigrazione degli ebrei romeni. In cambio, il Presidente Romeno gli chiese di promuovere il turismo romeno negli U.S.A. Nel 1982, ad esempio, fu il B'naï B'rith che organizzò al Senato e alla Casa Bianca il ricevimento durante il quale il gran Rabbino di Romania, Moses Rosen, patrocinò la causa di un paese comunista totalitario e chiese che il suo paese conservasse lo statuto di nazione più favorita (8). Moses Rosen d'altra parte fu per lustri membro del Parlamento romeno, nominato discrezionalmente da Ceaucescu, e direttore della sola rivista ebraica trilingue esistente nell'insieme dei Paesi dell'Est, il Giornale del Giudaismo romeno.

Lo stesso Moses Rosen doveva prendere la parola alla prima Conferenza del Congresso ebraico mondiale svoltasi all'Est, nell'aprile del 1987. "È la relazione del Gran Rabbino. Basandosi sulla sua esperienza personale e sui suoi incontestabili successi, dato che nel corso degli ultimi trent'anni circa il 96% della sua comunità ha potuto lasciare la Romania per stabilirsi in Israele, mentre i circa 20.000 ebrei rimasti godono di facilitazioni culturali e religiose inimmaginabili in un paese comunista, il Rabbino Rosen preconizza un approccio morbido e moderato per quel che concerne le autorità sovietiche" (9). Ancora, nel 1986 il Presidente onorario del B.B.I., Jack Spitzer, nel corso della sessione plenaria del Consiglio internazionale del B'naï B'rith tenutosi a Londra, doveva lungamente insistere, in un rapporto dettagliato sulla situazione degli ebrei romeni (1`), sull'eccellente trattamento riservato a quella comunità: "Ne deriva (dal rapporto) che l'emigrazione degli ebrei dalla Romania è assicurata per l'avvenire, (e) che la loro vita religiosa, in quanto ebrei, non è ostacolata".

Allo stesso modo, nel 1987, Edgar Bronfman, re mondiale dell'alcool, alto rappresentante del B'naï B'rith e presidente del Congresso ebraico mondiale (C.J.M.), non ebbe problemi per organizzare la prima assemblea del C.J.M. in Ungheria per la prima volta dalla sua fondazione, cin-quantasette anni prima. Dopo il viaggio a Mosca di Bronfman il 23 marzo 1987, dove la realizzazione della riunione era senza dubbio stata negoziata, la sessione, che si svolse in parte a porte chiuse e alla presenza del Gran Rabbino di Mosca, Adolf Chayevitch, fu principalmente consacrata all'emigrazione degli ebrei sovietici (la Nechira): "L'avvenire del giudaismo sovietico aleggiava su ciascuno degli incontri (")". "Budapest sarà una tappa importante che legherà Mosca a Tel-Aviv" spiegò allora un deputato laburista israeliano presente. (1z).

Dopo l'avvento di Mikhaïl Gorbaciov che, a differenza dei suoi predecessori, giocò la carta israeliana ("), le relazioni erano in effetti nettamente migliorate. Non era più il caso di fare adottare alle organizzazioni internazionali delle risoluzioni di condanna del regime comunista sovietico, come rilevava in privato il multimiliardario Edgar Bronfman ("). "Negli anni settanta abbiamo commesso un grave errore, doveva dichiarare ('^), quando le porte dell'U.R.S.S. si sono aperte: non abbiamo fatto niente per esprimere la nostra riconoscenza. Se i Russi manterranno le promesse, la comunità ebraica americana dovrà mostrare la sua gratitudine. Una delle prime cose da fare sarà domandare ai nostri amici dei Congresso di abrogare la legge Stevenson che impedisce agli Stati Uniti l'esportazione di cereali verso l'Unione Sovietica (...); per una superpotenza come l'U.R.S.S. tale legge risulta come minimo insultante".

Bisogna sapere che tale legge, che limita il commercio con l'U.R.S.S. non ha strettamente niente a che vedere con gli ebrei o il giudaismo, dato che fu votata su richiesta del Presidente Jimmy Carter dopo l'invasione sovietica dell'Afganistan. Sembra dunque che, per Edgar Bronfman, l'emigrazione degli ebrei dall'U.R.S.S. sia più importante della sorte degli afgani (15). Il Presidente

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del Congresso sionista mondiale, Azyle Dulzin, presente alla sessione del C.J.M., fu ancora più esplicito: "Non vi è contraddizione tra il sionismo e il comunismo. L'Unione Sovietica è stata la prima nazione a riconoscere l'esistenza di una nazionalità ebraica. La Rivoluzione d'ottobre aveva concesso agli ebrei lo stato di cittadini con pari diritti; la Rivoluzione d'ottobre ha aggiunto ai diritti individuali i diritti nazionali. Questa è l'essenza stessa dell'idea sionista".

Perché gli ebrei sovietici hanno beneficiato di un tale sostegno da parte della diaspora che promosse ingenti campagne negli anni 70-80, mentre altre comunità ebraiche nel mondo erano molto più minacciate? Lo spiega un memorandum confidenziale destinato all'Ufficio del Presidente del B'naï B'rith, datato maggio 1974 e firmato dal lobbysta del B'naï B'rith a Washington, Herman Edelsberg: "...Il soggetto che offre di gran lunga le più ricche speranze per una campagna di propaganda a lungo termine è il sostegno agli ebrei dell'Unione Sovietica. L'esperienza insegna che la situazione potrebbe essere sfruttata per bloccare, o almeno ritardare, gli accordi firmati al Vertice. Nessun Presidente, o candidato alla Presidenza (degli U.S.A.), può permettersi di prendere sottogamba il problema. Di conseguenza l'opinione del Consiglio internazionale è che l'Ufficio aumenti il bilancio relativo a questa pratica". La difesa degli ebrei russi è stata quindi presa in termini di rendita intermedia e politica (16). Inoltre, la questione dell'immigrazione ebraica si poneva crudelmente in Israele dove la demografia lasciava prevedere un importante aumento della popolazione d'origine araba a scapito di quella ebraica. Ne conseguiva la necessità di un'immi-grazione proveniente dall'ultimo gran vivaio: l'Unione Sovietica (17).

52. Una loggia del B'naï B'rith a Mosca sotto il regime comunista

Mikhail Gorbaciov giocherà la "carta ebraica". È quanto risulta chiaramente dalle

dichiarazioni dei dirigenti ebrei e, in special modo, da quelli del B'naï B'rith: "Ho impiegato molto tempo a dare credito alle promesse di Mikhaïl Gorbatciov, poi l'evidenza è divenuta lampante: 8.155 visti nel 1987, 18.691 nel 1988, l'uscita di Ida Nudel e di numerosi altri prigionieri di Sion ce l'hanno dimostrato (...). Siamo al punto dove le vie si incrociano, la Perestroika si può estendere, in URSS le sinagoghe possono nuovamente risuonare dei nostri canti liturgici, i Talmud Thora aprirsi in massa, gli olpanim prosperare, le yeshivot formare una nuova generazione di rabbini ('")". È dunque in pieno regime comunista, e non dopo la sua caduta, che il B'naï B'rith s'impianta, o si reimpianta, in Unione Sovietica. Un altro segno di come poco importi alla comunità il regime politico purché siano preservati i suoi interessi. Ecco una rapida cronologia degli avvenimenti:

- novembre 1988. Una delegazione di diciotto Fratelli francesi del B'naï B'rith, insieme ad altri quattro ebrei con a capo Marc Aron, lascia Roissy per un "viaggio in tutta glasnost" dal 23 al 29 novembre, in accordo con l'Ambasciata sovietica di Parigi. Alla dogana nessun problema, i libri, le cassette, i documenti del B'naï B'rith, portati in gran numero, passano senza alcun controllo, i funzionari sanno bene di cosa si tratta. Hanno ricevuto degli ordini. Dal 23 a129 novembre la delegazione soggiorna a Mosca, Riga e Kiev. Visite di "refuzniks", cerimonie alla sinagoga di via Arkhipova, diverse commemorazioni dell'olocausto ecc. "Partiti in preda ai dubbi, siamo stati affascinati, incantati" spiegherà Marc Aron, presidente del B'naï B'rith di Francia ('y).

- Dicembre 1988. Trentotto dirigenti della comunità ebraica di Mosca ricevono l'autorizzazione dell'amministrazione comunista per fondare la prima Loggia del B'naï B'rith. Per la creazione di questa Loggia, molto simbolicamente il presidente mondiale dell'Ordine, Seymour Reich, che è anche presidente della Conferenza dei Presidenti delle società israelite americane, fa il viaggio da New York per procedere all'installazione del primo consiglio. Il numero dei membri evolverà rapidamente, in ragione della forte emigrazione (63 membri, tre mesi dopo). Gli inviati americani incontrano Konstantin Kharchev, presidente del Consiglio di Stato sovietico per gli Affari religiosi, così come il vice-procuratore generale Vladimir Andreyev. Quest'ultimo fornirà, poco dopo, un dossier sul caso Wallenberg mentre viene dato il via a una "cooperazione giudiziaria in materia di crimini nazisti". Il B'naï B'rith ottenne inoltre un accordo di massima affinché i rabbini stranieri potessero andare in U.R.S.S., e domandò alle autorità comuniste lo scioglimento del

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movimento nazional-bolscevico antisemita Pamyat dato che ormai solo là veniva individuato il pericolo.

- Aprile 1989. In seguito a un viaggio del B'naï B'rith francese nel Baltico, fu creata una Loggia a Briga, col patrocinio dell'Associazione cultura degli Ebrei di Lettonia (sette Fratelli fondatori). Un'altra Loggia venne fondata a Vilna, in Lituania, uno dei più grandi centri del giudai-smo (undici Fratelli fondatori).

- Agosto 1989. Un gruppo del B'naï B'rith, con a capo lo scrittore Leon Uris e il Dr. Michael Neiditch, responsabile dell'educazione ebraica, visita Leningrado, Mosca e Riga.

- Dicembre 1989. Una missione del B'naï B'rith assiste al primo Congresso delle organizzazioni e comunità ebraiche dell'Unione Sovietica, che erano appena sorte.

- Maggio 1990. I1 coordinatore del B'naï B'rith dell'Unione Sovietica, Hillel Kutler, e un responsabile dell'Ordine per la gioventù, Steve Alexander, effettuano una missione per conto del B'naï B'rith organizzando seminari per i giovani ebrei, proiezione di diapositive, conferenze ecc. Parallelamente, durante tutta l'estate, sono organizzati campi di formazione a Leningrado e nel Birobidjian (ex repubblica ebraica).

- Agosto 1990. I1 rabbino Elliot Perlstein di Filadelfia viene inviato in Birobidjian come responsabile di un programma d'insegnamento del B'naï B'rith. Oltre a corsi di ebraico, offre insegnamenti riguardo alla vita ebraica e aiuta i bambini a prepararsi al Bar Mitzvah.

- Ottobre 1990. Il B'naï B'rith decide d'installare le sue prime sedi ufficiali, non a Mosca, ma a Leningrado, dove si trova la vecchia Università ebraica e la scuola ebraica Habad. Alain Stege, membro della redazione del B'nai B'rith International Jewish Monthly, soggiorna a Leningrado per dispensare corsi intensivi di ebraico, a tutti i livelli, a 44 studenti di ogni età.

- Dicembre 1990. I rabbini Bruce Aft, Jason Porth e Peter Stark sono incaricati di tenere corsi nei paesi Baltici, lavorando soprattutto con i giovani ebrei di Riga e Vilnius (ebraico, costumi ebrei, storia ebraica, Bibbia).

- Gennaio 1991. Il Professor David Sidorsky dell'Università Columbia e Hillel Kutler tengono un corso del B'naï B'rith a Mosca e Leningrado. Il Professor Sidorsky tratta dell'emancipazione ebraica nel XIX secolo e della crisi del Golfo.

- Aprile 1991. Il B'naï B'rith organizza la sua prima festa di Pessah in Unione Sovietica. La prima notte del "seder" ha luogo a Vilnius, alla presenza di 300 ebrei locali. Un'altra cerimonia si terrà a Siauliai, a 200 km a nord-ovest di Vilnius, in presenza di 70 ebrei locali.

- Estate 1991. A Ufa, nel Birobidjian e a Vilnius si tengono campi estivi di formazione così come un seminario di una settimana sulle questioni ebraiche, che si svolge in ciascuna delle suddette città.

- Ottobre 1991. Hillel Kutler ed il produttore cinematografico Yaakov Eisenmann si recano Bakou, Kiev e Leningrado per un corso di tre settimane su Israele. Il film di Eisenmann Pilastro di fuoco viene usato a scopo didattico nel corso del programma.

Ricordiamoci che tutto ciò si svolgeva diversi mesi, e anni, prima della caduta del comunismo. Inutile dire che, da allora, le critiche nei riguardi del regime comunista si fecero sempre più rare. I legami stretti allora si sono fatti sempre più stretti, basti dire che l'attuale Ambasciatore (1993) a Washington, designato da Boris Eltsin, è Vladimir Lukin, un amico intimo di Alexandre Schmuckler, primo responsabile del B'naï B'rith in Unione Sovietica emigrato in seguito negli Stati Uniti.

Dal momento del disgelo all'Est e prima della caduta del comunismo, il B'nai B'rith, particolarmente appoggiato da Henry Schneider, incaricato di missione per i Paesi dell'Est dal XIX° Distretto (dopo Gerard Marx), s'impianta nell'Europa dell'Est. Il presidente del B'naï B'rith europeo, Maurice Honigbaum, stabilisce la prima Loggia a Budapest il 18 febbraio 1991 (o 1990) la prima di tutti i tempi dato che in questo paese non vi erano mai state delle logge. Si tratta della loggia Rinascita, presieduta dal Fratello Zeno Dostal. In tale occasione, una cena di gala doveva riunire i capi del B'naï B'rith e gli Ambasciatori di Germania e Israele nonché il principe Schwartzenberg, primo consigliere del presidente Vaclav Havel.

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Maurice Honigbaum ed Ernst Ludwig Ehrlich fondarono una seconda loggia a Bratislava nell'ottobre 1991. Lo stesso anno una delegazione del B'naï B'rith (Joseph H. Domberger, Kent Schiner, Maurice Honigbaum) venne ricevuta dal presidente cecoslovacco Vaclav Havel. Infine, il 15 marzo 1992, in Bulgaria, il B'naï B'rith rilanciò la Loggia Carmel, forte di 80 Fratelli e presieduta da Alfred Krispin, che funzionava già a Sofia prima della seconda guerra mondiale. Erano presenti gli Ambasciatori degli Stati Uniti, della Germania, di Israele e di altri Paesi. In tale occasione, la delegazione del B'naï B'rith sarà ufficialmente ricevuta da importanti personalità così come dal presidente Jelio Jelev, che formulerà voti di successo per la nuova Loggia. Nel febbraio 1993 il Presidente internazionale, Kent Schivelle, si recò in Bulgaria, in compagnia del Presidente del distretto israeliano Avigdor Warcha per partecipare alla commemorazione della protezione data dalla popolazione bulgara al momento del rastrellamento di 9.000 ebrei nel gennaio del 1943; in quell'occasione s'incontrarono di nuovo con il Presidente bulgaro Jelio Jelev. D'altra parte, nell'aprile 1990, il B'naï B'rith inglese, che dispone di diversi "Job Club" (raggruppamenti finanziari) riceveva un prestito superiore a un milione di sterline dal governo inglese nel quadro del programma di sviluppo economico dei Paesi dell'Est e per costituire in Ungheria una società di consulenza per le imprese.

È' la frammassoneria che mi ha portato ad adottare un'attitudine positiva verso il mondo ebraico e a conformarmici; essa apprezza solamente l'Uomo e non il popolo al quale appartiene e neppure la razza. Essere frammassone significa anche essere affrancati da tutti i pregiudizi di cui si è schiavi, con libero arbitrio e libera coscienza, ma allo stesso tempo aiutare a costruire là dove ce ne sia bisogno. Axel Springer, magnate della stampa tedesca, medaglia d'oro del B'naï B'rith 1985.

53. IL B'NAI B'RITH IN GERMANIA

54. II B'naï B'rith in soccorso dei massoni ebrei tedeschi

Henry Jones, il fondatore del Bene Berith, divenuto ben presto B'naï B'rith, si chiamava in

realtà Heinrich Jones. Era nato ad Amburgo nel 1811. Gli altri undici Fratelli che erano con lui erano ugualmente immigrati ebrei di origine tedesca. Nel 1811, il B'naï B'rith contava 23.000 membri, essenzialmente di origine tedesca. L'Ordine era diventato la prima organizzazione ebraica del Nuovo Mondo. Con la sua rapida diffusione negli Stati Uniti, dovendo espandersi fuori dagli U.S.A., era naturale che s'impiantasse nella nazione di origine, che era allora il Reich tedesco. La prima loggia germanica, la Deutsche Reich Loge n° 332 di Berlino, fu fondata il 20 marzo 1882, alla presenza del Grande Segretario dell'Ordine, Moritz Ellinger, su richiesta di trenta ebrei berlinesi. Nel 1885, in occasione dell'inaugurazione ufficiale del distretto VIII, dopo la rapida creazione di altre undici logge, il presidente mondiale, Julius Bien, arrivò da New York. Queste informazioni, che provengono dalle rare pubblicazioni ufficiali del B'naï B'rith, sono in realtà largamente erronee. Si tratta infatti, come dimostrato da diverse ricerche universitarie ad alto livello ('), di un passaggio di "testimone massonico" dalla Nuova Terra Promessa ai fratelli del Vecchio Continente. In effetti erano giunti inviti pressanti dagli ebrei massoni tedeschi affinché fossero create delle logge del B'naï B'rith.

Fu in realtà in seguito a questi insistenti inviti che il B'naï B'rith, dapprima reticente, si decise a installarsi finalmente in Germania, servendo da struttura di ricambio a quei frammassoni impegnati fino a quel momento in altre obbedienze (z). La causa principale di questo appello agli U.S.A. era senza dubbio una certa rinascita dell'antisemitismo nell'opinione tedesca, che contrastava la sempre crescente presenza degli ebrei nel mondo degli affari e della politica. In seguito all'attribuzione agli ebrei dei diritti civili identici a quelli dei tedeschi da parte della Confederazione

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degli Stati della Germania del Nord, nel 1869, numerosi israeliti erano entrati in politica. Ma nel 1879, Bismarck abbandonò la sua politica di cooperazione con i nazional-liberali, in favore di partiti situati più a destra nel panorama politico. Karin Voelker nota: "Ansiosi di essere accettati dalla media e alta borghesia - i gruppi sociali a loro più affini per stato economico e abitudini di vita - un numero sempre più grande di ebrei entrava nelle logge massoniche, ritenendo di beneficiare così della fiducia delle classi medie. Negli anni 1860 e all'inizio dei 70, le logge massoniche di Prussia erano aperte agli ebrei, ma anche qui le cose cambiarono con il mutare dei sentimenti dell'opinione pubblica, ed apparvero delle tendenze antiebraiche. Tuttavia questo sviluppo non fu uniforme: si notano importanti differenze nel grado di tolleranza da regione a regione così come nelle diverse logge particolari".

Per quanto riguarda Berlino, si conoscono i nomi di tre massoni delle Logge berlinesi (') che diedero le dimissioni all'inizio degli anni 1880 a causa d'incidenti antisemiti, e che allora si sforzarono di creare una nuova Loggia rifacendosi agli statuti del B'naï B'rith. Si tratta di Julius Fenchel, David Wolff e Moritz Jablonski. Nel 1882, dopo due anni di lunghi e difficili negoziati tra Berlino e New York, fu finalmente fondata a Berlino la prima Loggia dell'U.O.B.B. (Unabhangiger Orden Bne Briss), la Deutsche Reichsloge: "Gli Stati Uniti esitarono ad impiantare l'Ordine perché certe pratiche del B'naï B'rith - i rituali organizzativi, il segreto sui lavori - potevano accrescere l'antisemitismo germanico. (...) Il solo ostacolo all'installazione del B'naï B'rith in Germania era il regolamento che specificava che ogni società segreta doveva avere l'autorizzazione del governo tedesco per poter funzionare. Temendo che l'antisemitismo potesse impedirne l'autorizzazione, la direzione del B'naï B'rith soppresse il codice del segreto dalle Logge tedesche (a)". Tuttavia il segreto rimase la regola, anche se non era più codificato dal manuale delle Logge.

La Judische Lexicon, (s) confermando i dati storici di cui sopra, dà informazioni capitali circa le relazioni inter-massoniche, dimostrando che i Fratelli del B'naï B'rith erano ricevuti, almeno fino alla Prima Guerra Mondiale, nelle logge massoniche cristiane "con pari diritti". Quasi contempo-raneamente alla installazione delle due Grandi Logge vecchio-prussiane di princìpi cristiani, fu fondata la Gran Loggia di Prussia, chiamata Royal York per l'amicizia. Molti ebrei ne furono membri (...). La situazione si deteriorò solamente nel 1889 e vi furono degli incidenti in quelle delle tre logge sedicenti vecchio-prussiane che si riconoscevano nei princìpi umanisti, in particolare la Gran Loggia Royal York per l'amicizia. Il 15 settembre 1889 il supremo dignitario di questa Gran Loggia, il Professor Hermann Settegast di Berlino, intimo dell'imperatore Federico, membro della frammassoneria, abbandonò tutte le sue cariche massoniche essendosi convinto che alcuni onorevoli ebrei si erano visti rifiutare l'ammissione solamente perché erano appunto ebrei. Settegast fondò allora, con un certo numero di amici, una nuova Gran Loggia indipendente che si nominò Grande Loggia dei frammassoni di Prussia, affiliandovi ad honorem l'imperatore Federico. Ma il Prefetto di polizia di Berlino vietò alla nuova loggia di dichiararsi massonica, riferendosi all'editto di Federico-Guglielmo II del 20 ottobre 1798, che proibiva tutte le associazioni segrete, "vietare e punire le associazioni segrete", e che prevedeva la sola eccezione delle tre logge vecchio-prussiane (...). Settegast si oppose al principio stabilito dal prefetto di polizia di Berlino. Ottenne il sostegno del consigliere alla Giustizia, il Dr. Hugo Alexander Katz di Berlino, ebreo di nascita, per un procedi-mento davanti alla giustizia amministrativa che in ultima istanza soppresse la disposizione dei prefetto di polizia con una sentenza del tribunale amministrativo supremo di Prussia del 22 aprile 1893. Le Grandi Logge extraprussiane di sistema umanista utilizzarono le possibilità offerte dalla sentenza e fondarono in Prussia delle filiazioni, particolarmente riguardo alla Gran Loggia d'Amburgo e alla Gran Loggia dell'unione massonica di Francoforte sul Meno. Molti ebrei appartenevano a queste logge. Le logge fondate da Settegast passarono alla Gran Loggia di Amburgo. Le relazioni tra le logge di principi umanisti e cristiani e le relazioni dei frammassoni ebrei con i loro Fratelli cristiani dei due sistemi furono di nuovo cordiali e senza nubi fino al termine della guerra.

Conformemente all'uso massonico, tutti i Fratelli ebrei che visitavano una loggia massonica di sistema cristiano o umanista vi erano ammessi con pari diritti. Frammassoni ebrei erano membri

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d'onore di logge di principi cristiani. Dopo la prima Guerra Mondiale questo scenario si alterò (...) Le Grandi Logge, a eccezione della Grande Loggia di Francoforte, non autorizzarono i propri membri ad appartenere anche all'Ordine Bne Briss che era considerato un Ordine segreto. La Grande Loggia di Amburgo (...) dichiarò che unirsi ad associazioni confessionali contraddice le sue concezioni".

55. Il folgorante sviluppo dei "Bne Briss"

Al fine di evitare ogni problema con le autorità, alla Loggia del Reich ci si dichiarava

apertamente patriottici, non esitando a effettuare celebrazioni con testi così enfatici che nessun movimento nazionalista avrebbe osato usare. Ad esempio, in occasione del 90° compleanno di Guglielmo I, i Figli dell'Alleanza pregarono "con fervore per il pronto ristabilimento del nostro amato Kronprinz" (6). Le prime Logge assunsero sistematicamente dei nomi "germanizzanti" per meglio ancorare il B'naï B'rith alla nazione tedesca: Loggia del Reich tedesco, Loggia Germania, Loggia dell'Imperatore Federico, Loggia Caspar Friedrich, Loggia di Francoforte, Loggia del Paese renano, Loggia del Granduca Federico ecc. ('). Ad Amburgo, da cui proveniva Jones/Jones, furono tenuti, nel 1886, alcuni incontri per la creazione di una Loggia. La prima Loggia amburghese fu fondata il 2 gennaio 1887 ed il suo primo maestro venerabile fu Gustav Tuch. Essa contava 39 Fratelli e si chiamava Loggia Henry Jones.

L'Ordine si sviluppò in maniera folgorante, attirando personalità di primo piano. Nel 1904 contava 62 logge, nel 1925, anno guida, vi erano 107 logge e 15.287 Fratelli. Nel 1932 si contavano 103 logge e 13.000 Fratelli (su 30.000 a livello mondiale), la diminuzione si spiega con la crisi economica e con un reclutamento più selettivo al fine di rinforzare la qualità spirituale dei fratelli. Ogni fratello possedeva una traduzione della Torah nella versione Buber-Rosenzweig, come l'aveva promulgata il Fratello Leo Baeck. Soltanto alle tre logge di Amburgo, la città in cui gli ebrei avevano conquistato la parità di diritti civili nel 1864 grazie all'azione dei Fratelli Gabriel Riesser e Gustav Tuch, facevano riferimento negli anni venti più di 600 fratelli. La prima loggia femminile fu fondata nel 1885 (Loggia Lessing di Breslau). Nel 1927 esistevano 70 unioni femminili. Poco prima di essere vietati, i B'naï B'rith "contavano, con le loro famiglie, non meno di 100.000 persone sul totale di 600.000 ebrei presenti all'epoca in Germania" (R). Il B'naï B'rith, di gran lunga la prima associazione ebraica, riuniva quindi circa un sesto della popolazione ebrea del Reich, una proporzione nettamente superiore a quella esistente negli Stati Uniti. È ciò che d'altra parte afferma un rapporto della Gestapo: "L'ordine internazionale del B'naï B'rith, con circa 20.000 membri, riuni-sce praticamente l'intera intelligentia ebrea. È assai significativo che il presidente dell'Ordine (y) sia contemporaneamente presidente delle organizzazioni Reichsvertretung der deutschen Juden e dell'Allgemeiner Rabbinerverband (Gran Rabbinato degli ebrei di Germania)".

Si successero alla presidenza del distretto, fino alla sua interdizione: Julius Fenchel (1885-1887), Louis Maretzki 1888-1889), Berthold Timendorfer (1898-1924), che fu anche rappresentante dell'Alleanza israelita universale di Parigi, Leo Baeck 1924-1937) che diresse pure il Keren Hajessod, filiale del Keren Kayemeth Leisraël (Fondo nazionale ebraico), che realizzò gli acquisti fondiari in Palestina, e rappresentò l'Alleanza israelita universale per il Reich, sedette alla Jewish Agency come "non sionista", ecc.

56. Il boicottaggio del regime nazional-socialista

Molto stranamente, i Fratelli del B'naï B'rith, quegli stessi che avrebbero dovuto essere sciolti

dal momento che erano sistematicamente denunciati, prima dell'arrivo alla Cancelleria di Adolf Hitler, come "gli ufficiali dello stato maggiore della dominazione mondiale giudaica" furono esentati da questa procedura a differenza di tutte le altre obbedienze massoniche che furono praticamente sciolte subito o dovettero autosciogliersi, comprese le Logge tradizionali, come la Gran Loggia simbolica o le Logge di perfezionamento del Rito scozzese, molti dirigenti delle quali

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erano simpatizzanti del programma hitleriano. Dimenticanza ancor più sorprendente se si pensa che, dopo l'avvento del cancelliere Adolf Hitler, molte organizzazioni ebraiche avevano fatto appello al boicottaggio economico e militare della Germania.

Il 5 gennaio 1935, appoggiato dal Fratello del B'naï B'rith Samuel Untermyer (Presidente della Lega anti-nazista), Alfred M. Cohen, Presidente dell'Ordine internazionale del B'naï B'rith, aveva decretato "a nome di tutti gli ebrei, frammassoni e cristiani" il boicottaggio totale del Reich ('°). Questo appello era stato preceduto da altri due, proclamati al Madison Square Garden i17 marzo 1934 e i16 settembre 1933 sotto forma di un Cherem ("). In tale occasione (12) furono ritualmente accesi due ceri neri e si soffiò tre volte nel schofar (il corno di ariete), mentre il rabbino B. A. Mendelson pronunciava la formula di scomunica: "A nome dell'assemblea dei rabbini ebrei ortodossi degli Stati Uniti e del Canada e di altre associazioni di rabbini che ci sostengono nella nostra azione, profittiamo della nostra riunione annuale, in quanto guide d'Israele, per istituire un cherem su tutto quanto è fabbricato in Germania. A partire da oggi, ci asterremo da qualunque commercio di materie prime provenienti dalla Germania. Saremo vigilanti per quanto riguarda l'uso di merci tedesche, che siano destinate a uso personale o commerciale (...) La validità di tale decisione durerà fino alla fine del regime di Hitler, allora il cherem avrà la nostra benedizione".

Volendo evitare fastidi ai suoi Fratelli d'oltre Atlantico, il B'naï B'rith rifiutò a lungo di aderire ufficialmente a questa azione, anche se essa fu praticata da numerosi suoi membri. Solo all'inizio del 1939, col Consiglio generale ebraico, che guidava la campagna per il boicottaggio delle merci tedesche, il Comitato esecutivo del B'naï B'rith adottò una risoluzione per il "boicottaggio organizzato generale" e creò anche un Comitato di boicottaggio del B'naï B'rith nazionale. Bisogna dire che i dirigenti internazionali del B'naï B'rith non avevano brillato per la finezza della loro analisi dal momento che, il 29 gennaio 1933, vigilia dell'entrata di Hitler alla Cancelleria, il presidente americano del B'naï B'rith, Alfred M. Cohen, dichiarava: "Per fortuna sembra che l'hitlerismo sia in declino"! Si basava sul rapporto del Dr. Leo Baeck, presidente del distretto VIII: "La grande ondata d'antisemitismo comincia già a calare; non si può più parlare di un pericolo nazional-socialista imminente negli stessi termini con cui se ne parlava sei mesi fa". Allo stesso modo, il B'nai B'rith Magazine (marzo 1933) indicava: "(Hitler) è circondato da uomini imparziali (...) Hindenburg e Von Papen. Il peso delle responsabilità può fare evolvere il più irre-sponsabile dei demagoghi, anche se pazzi e perversi". Si ignorano ancora oggi le ragioni per le quali Hitler si oppose direttamente allo scioglimento del B'naï B'rith, reiterando la sua decisione nel 1935, quando Heinrich Himmler gli chiese di farlo, non comprendendo tale clemenza ('): "Dopo lo scioglimento volontario di tutte le Logge massoniche in Germania, sussiste solo più l'U.O.B.B. Contro questa organizzazione non è stata fatta nessuna reale azione, secondo le istruzioni date dal Führer nell'estate del 1935 nel quadro dei suoi programmi di politica estera". Alcune logge del B'naï B'rith decisero poco a poco di autosciogliersi a partire dalla primavera del 1933, altre non le seguirono, rispettando le consegne del Gran Presidente dell'Ordine in Germania, il Dr. Leo Baeck. Ripiegandosi la comunità ebraica sempre più su se stessa, essa ricominciò a funzionare in base ai principi di solidarietà, e di conseguenza il ruolo benefico delle Logge si accrebbe. A quell'epoca, il 60% del bilancio delle Logge fu consacrato all'aiuto fraterno, a profitto delle vedove e degli orfani. Ciò fece sì che le associazioni filantropiche dipendenti dal B'naï B'rith e sovvenzionate dall'Ordine poterono continuare la loro attività.

Si spiega così, senza dubbio, il fatto che le Logge lottassero per mantenere il loro statuto legale senza esitare, come è raramente detto, a intentare processi, con qualche successo, alle istituzioni locali e governative nazional socialiste. In Baviera, l'esecutivo del Comitato dei deputati israeliti domandò l'annullamento della confisca di documenti fatta illegalmente dalla polizia di Monaco (sotto la diretta direzione di Himmler) il 12 maggio 1933 nella sede di 54 organizzazioni ebraiche, tra cui due Logge del B'naï B'rith (München Loge, Jasaia Loge). Esso doveva ricevere soddisfazione, dal momento che i locali e la maggioranza dei documenti sequestrati furono resi il 13 luglio 1933. Tuttavia, il 20 luglio dello stesso anno la polizia bavarese interveniva allo stesso modo a Norimberga, in particolare nelle sedi della Maimonidas-Loge e della Jakob-HereLoge. Di nuovo i

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responsabili del B'naï B'rith si rivolsero al Ministro dell'Interno di Monaco e ottennero, dopo molte difficoltà, che i loro locali e le loro biblioteche fossero resi nell'aprile dei 1934 (14).

Allo stesso modo, la giustizia fece annullare la decisione della polizia di chiudere la Walther-Rathenau-Loge di Mònchen-Gladbach, presa nel febbraio 1934, dopo che il B'naï B'rith si era appellato contro questa decisione. Per capire il mantenimento di questo stato di diritto, bisogna sapere che le decisioni relative al B'naï B'rith in Prussia e a Berlino erano soggette all'autorità del capo della Gestapo Rudolf Diels. Quest'ultimo, un tempo membro di un partito costituzionale (non nazional-socialista), doveva adoperarsi, nel limite delle sue competenze, per proteggere le Logge del B'naï B'rith, come pure quelle di altra obbedienza, opponendosi così direttamente alle direttive di Himmler.

Nelle sue memorie (15), Diels riporta: "Proibii in seguito nuove `operazioni' condotte dalle SD, le quali erano in pratica dirette contro le Logge, in particolare quelle ebraiche, e contro l'Azione Cattolica". Questa protezione è stata confermata dall'ex segretario della Gran Loggia dell'Ordine, Alfred Goldschmidt, che ha riportato come Diels si fosse recato di persona, accompagnato dai suoi subordinati, alla sede del B'naï B'rith a Berlino per proteggerne i locali da un'"azione violenta" delle S.A.

È solamente il 19 aprile 1937 che l' R.S.H.A. della Gestapo, in virtù di un'ordinanza del 10 aprile, decretò lo scioglimento di tutte le logge ed associazioni femminili, giovanili o di qualunque finalità associate al B'naï B'rith, come l'Accademia per le scienze del giudaismo o l'Associazione per le statistiche degli ebrei. I beni dell'Ordine (logge, alberghi, ristoranti, case di riposo ecc.) furono requisiti in 79 città; i presidenti, segretari e tesorieri furono provvisoriamente interrogati. A quell'epoca funzionavano ancora settanta logge così come 25 capitoli femminili. Il rabbino Leo Baeck, Gran Presidente del distretto della Germania, che avrebbe potuto emigrare in Inghilterra o negli Stati Uniti, rifiutò coraggiosamente questa possibilità e rimase a Berlino. Alla fine, nel 1943, fu deportato nel ghetto di Theresienstadt dove attese, senza conoscere i rigori della deportazione, la fine della guerra.

Nel 1943 i Fratelli tedeschi rifugiati a Londra ricevettero l'autorizzazione a creare una sezione indipendente, la sezione 1943 della Prima Loggia (la più importante di Londra) con una propria amministrazione, sue elezioni ecc. I1 30 maggio 1943, i Grandi Ufficiali e il Consigliere furono insediati dal Gran Presidente Julius Schwab, lui stesso discendente da una vecchia famiglia di Francoforte, con il consenso del distretto britannico e della Suprema Loggia di Washington. Divenne quindi una Loggia indipendente e da allora ha conservato un proprio statuto, essendo, al di fuori degli U.S.A., la Loggia più numerosa.

57. L'influenza del B'naï B'rith nel dopoguerra

Se oggi il B'naï B'rith non ha ritrovato il lustro dell'anteguerra ha tuttavia riacquistato un certo

potere, beneficiando di solidi appoggi nelle sfere del potere tedesco. Così il 13 settembre 1959, all'installazione della Loggia Leo Baeck n° 2252, era presente il sindaco socialdemocratico Willy Brandt. Allo stesso modo nel 1958 l'organizzazione ottenne la firma di un documento in cinque punti che l'insieme dei giornalisti del gruppo Springer (che pubblica in particolare la Bild Zeitung, 5,5 milioni di esemplari) si impegnava a rispettare. Uno dei punti prevedeva "la promozione degli interessi del popolo ebraico". Nel 1985 ciò valse al suo proprietario, l'editore Axel Springer, l'attribuzione della medaglia d'oro del B'naï B'rith per il suo impegno in favore d'Israele. La decorazione onora "il coraggioso lavoro politico" del primo editore tedesco (30% del mercato) così come "il suo spirito di compassione e commemorazione (del genocidio) troppo assente in molti altri". Nel suo discorso, il presidente del distretto Europeo Joseph Domberger, sottolineava quello che in Springer piaceva ai Fratelli: "Lei ha capito i nostri ideali, quali l'integrità personale, il coraggio e l'impegno per le proprie opinioni: lei ha combattuto per la democrazia e ha agito secondo questi ideali in favore del popolo e dello Stato d'Israele. (Questa medaglia illustra l'amicizia per un uomo) che ha compreso la dialettica ebraica e agito in conseguenza e ha costruito un ponte con lo

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Stato d'Israele". Il Direttore del XIX Distretto, il Dr. Ernst Ludwig Ehrlich, aggiungeva: "Axel Springer ha integrato il popolo d'Israele nella sua sfera intima dell'esistenza ed ha investito ciò che è mancato ad altri nel passato: la facoltà di sentire, di compatire e di essere afflitto". Nel suo discorso di ringraziamento, Springer doveva ricordare che Israele era per lui: "come un secondo focolare domestico": "Israele è la madre patria di ogni cristiano". Solo dopo la sua morte il Grande Oriente di Germania (15) rivelerà che Axel Caesar Springer era un frammassone. Il mensile massonico riprodusse un facsimile di una lettera manoscritta non datata indirizzata da Axel Springer al venerabile della sua Loggia, la Loge des Pontonniers, nella quale era stato iniziato il 4 ottobre 1958, e che dimostrava il suo interesse per il giudaismo: "È la frammassoneria che mi ha portato ad adottare un'attitudine positiva verso il mondo ebraico e a conformarmici; essa apprezza solamente l'Uomo e non il popolo al quale appartiene e neppure la razza. Essere frammassone significa anche essere affrancati da tutti i pregiudizi di cui si è schiavi, con libero arbitrio e libera coscienza, ma allo stesso tempo aiutare a costruire là dove ce ne sia bisogno".

È lo stesso Axel Springer che per conto di Simon Wiesenthal fece effettuare ricerche sul passato del futuro presidente austriaco Kurt Waldheim ("). Una bella evoluzione per colui che, durante il III Reich, era redattore capo aggiunto del giornale antisemita Altonaer Nachtrichten, di cui suo padre era l'editore.

Non si ha una vita ebraica senza un forte Israele! Avigdor Dagan, Ambasciatore d'Israele in Austria, membro del B'naï B'rith, discorso per l'80° anniversario della Loggia di Vienna. La nostra solidarietà con lo Stato d'Israele resta intatta e totale, e noi siamo al suo fianco come siamo al fianco dei suoi abitano: J. H. Domberger, presidente del B'naï B'rith Europeo (Agenzia telegrafica ebraica, 6 novembre 1982). Il solo problema che dobbiamo porci è di sapere come aiutare Israele. Dr. Marc Aron, presidente del B'naï B'rith di Francia (B'naï B'rith Journal giugno 1988).

58. ISRAELE, CENTRO MONDIALE DEL B'NAI B'RITH

59. Il B'naï B'rith, movimento pre-sionista

All'origine, nella sua stessa essenza, il B'naï B'rith era d'ispirazione,sionista, anche se il

termine non esisteva ancora e anche se in seguito ne prenderà le distanze. Il Fratello Hayim Pinner (') scrive, definendo la data della fondazione del B'naï B'rith: "Era mezzo secolo prima di Herzl, prima di Pinsker e dei precursori del sionismo, quando molti vedevano una soluzione del problema ebraico nell'emancipazione e nell'assimilazione". Secondo certi storici ostili al B'naï B'rith, il primo Congresso sionista di Basilea, nel luglio 1897, sarebbe stato largamente organizzato dall'Ordine; per alcuni lo avrebbe anche finanziato. In realtà sembra che allora nessuna organizzazione ebraica avesse inviato suoi rappresentanti e che i giornali ebraici avessero avuto la consegna del silenzio. Il B'naï B'rith avrebbe dovuto essere rappresentato ufficialmente da due responsabili delle Logge romene, ma questi non arrivarono in tempo e quindi non assistettero al primo Congresso sionista. A1 contrario, nel 1898 il segretario del distretto di Romania ed il presidente di una Loggia di quel distretto parteciparono al secondo Congresso sionista. Questa presenza si spiega col fatto che certe Logge europee erano favorevoli al progetto sionista, a differenza delle Logge americane (Z). Origi-nario dell'Ungheria, Theodor Herzl (1860-1904), autore dell'opera fondamentale Lo Stato ebraico nel 1896, poteva avere un'intesa intellettuale con i Figli dell'Alleanza, dato che poneva per la prima volta il problema di una Casa nazionale (optando sia per l'Uganda - il progetto rischiò di realizzarsi - sia per la Palestina o l'Argentina) in termini che non erano filantropici, né profetici, né agricoli, come tutti i precedenti, ma in termini finanziari ed economici, arrivando a dichiarare: "Washington

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è la nostra Sion" ('). L'evoluzione dell'Ordine in favore del sionismo, anche se non fu mai rivendicata ufficialmente, fu rapida: nel dicembre 1917 il giornale del B'naï B'rith americano qualificò la dichiarazione Balfour come "avvenimento importante quanto l'editto di Ciro".

Il presidente del Distretto europeo, E. L. Ehrlich spiega: "Oggi, nessun ebreo al mondo può, che lo ammetta o no, rimanere separato da quel paese dal quale nei tempi passati partì verso tutto il mondo il messaggio del Diritto e della Giustizia. Può trattarsi spesso di un fenomeno incomprensibile per i nostri concittadini non-ebrei, oppure può avvenire che lo si confonda con il nazionalismo quando gli ebrei s'impegnano in favore dello Stato d'Israele, anche se non sono sempre necessariamente favorevoli al governo del momento. La relazione tra gli ebrei e questo paese è così profonda che la si può difficilmente esprimere a parole; le emozioni che sono legate a Israele sono profondamente radicate nell'inconscio. Non si deve cadere nell'errore di caratterizzare il sionismo solamente come un movimento politico moderno, cosa che è naturalmente in parte vera.

Gli ebrei di tutto il mondo però non avrebbero seguito questo viennese redattore di feuilleton, Theodor Herzl, se egli non avesse risvegliato in essi qualcosa che era presente nelle loro coscienze attraverso la lettura della Bibbia, la tradizione ed il libro di preghiere. Non ci si può volgere in preghiera verso Gerusalemme tre volte al giorno, pregare per la ricostruzione di questa città, chiedere supplicando il ritorno, e pensare che si tratta solo di un fenomeno letterario senza reali ripercussioni storiche. Anche il Cristianesimo ha dovuto sovente subirne le conseguenze quando si voleva spiritualizzare la sua cristologia per sfuggire alla realtà dell'esigenza etica di Gesù. Alcuni ebrei tentarono qualcosa di analogo nel XIX secolo con le loro sorgenti religiose e si poterono così incontrare sul terreno del nulla comune con i loro partner omologhi cristiani. La speranza dell'avvenire ebraico non fu mai astratta; se gli ebrei leggevano nel 37° capitolo del Profeta Ezechiele che sarebbero tornati alla loro terra, nel loro paese, questa era per loro una verità eterna; perché questa unione, promessa da questo paese, secondo la testimonianza della Bibbia stessa, e precisamente da questo capitolo, è un'unione eterna. Qualunque cosa ciò possa significare oggi, nell'ottica di un uomo moderno, questo popolo non si è mai separato da quel paese, qualunque fosse il numero, basso o elevato, degli ebrei che vi vivevano nelle diverse epoche. Israele appartiene al patrimonio intellettuale di un ebreo moderno, che lo voglia o no, che apprezzi o no la politica degli Israeliani. Un ebreo non può sfuggire a questo Israele, esso lo insegue, perché è fondamento della sua storia dalla quale non si può prescindere. In qualunque modo si voglia definire la sua giudaicità, questo paese che Ezechiele cita cinque volte nel 37° capitolo, esige l'interesse di ogni ebreo" (4).

Abbiamo precisazioni molto importanti sull'influenza esercitata dalle Logge londinesi del B'naï B'rith sullo sviluppo del sionismo e sulla futura formazione dello Stato ebraico nell'opera consacrata alla storia della prima Loggia d'Inghilterra, autore Paul Goodman, edita nel 1936. Egli scrive (5): "In Palestina, la futura terra dei giudei, il B'naï B'rith ha avuto un ruolo unico, prima che il sionismo ne facesse la base del Focolare nazionale ebraico. Fu alla Loggia Yerushalaim e in altre Logge che, per la prima volta, s'incontrarono i sefarditi e gli askenaziti e, evidentemente, ogni tipo di ebreo, di ogni appartenenza sociale o culturale. Con l'immigrazione crescente, queste Logge, sotto la presidenza di David Yellin, hanno accolto tutti i nuovi arrivati, senza guardare alle loro scelte politiche o religiose, sopprimendo la barriera delle lingue e delle nazionalità che dividono giudeo da giudeo. In nessun altro momento, in nessun altro luogo, l'universalità del B'naï B'rith è stata così esemplare come attualmente, con il ruolo avuto dall'Ordine nell'accogliere gli esiliati tornati nella terra dei loro padri".

Altri distretti, in particolare il distretto tedesco, che erano ostili al sionismo, dovevano avvicinarsi alle posizioni inglesi. Si noterà l'evoluzione del distretto tedesco confrontando due dichiarazioni ufficiali dello stesso. La prima è una risoluzione del comitato generale datata 27 giugno 1897: "Il comitato generale dichiara che gli sforzi del sionismo, nella misura in cui tendono a stabilire la fondazione di uno Stato nazionale ebreo, sono contrari ai fini della Loggia e della sua concezione nazionale. È sconsigliato evocare nelle Logge questo argomento dato che una discussione su questo punto potrebbe facilmente toccare quanto attiene alla sfera della religione e della politica". La seconda dichiarazione è una risoluzione del comitato generale del 22 maggio

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1921: "La Gran Loggia auspica di riunirsi ad altre organizzazioni interessate, per esempio le organizzazioni sioniste, per studiare la trasformazione della Palestina in Paese privilegiato per l'immigrazione, dichiarare in tal senso la ricostruzione della Palestina come una grande opera caritativa ebraica, alla quale le logge tedesche devono partecipare, pur senza portare pregiudizio alla ricostruzione della patria tedesca in difficoltà e ai rifugiati ebrei che si trovano in Germania, nella misura in cui una direzione paritaria dell'opera di edificazione e un'utilizzazione dei mezzi raccolti siano assicurati esclusivamente per i fini menzionati".

60. II B'naï B'rith in Palestina: Eretz Israël

"La storia del B'naï B'rith si confonde con quella di Eretz Israël (6)". Da centinaia, se non

migliaia di anni, gli ebrei d'Oriente erano in uno stato letargico, non avevano una vita intellettuale e sociale di valore, non un movimento culturale. Vivendo sotto il regime ottomano, la comunità ebraica non aveva alcun legame con il resto del mondo. Qualche cambiamento venne portato dall'apertura di alcune scuole moderne da parte dell'Alleanza israelita universale, insieme a un certo "spirito francese" che si sviluppò in una piccola parte della giovane generazione ebraica. "Ciò che fu più utile (al lavoro di rinnovamento) fu la penetrazione dell'Ordine indipendente del B'naï B'rith nella comunità tramite le Logge, in particolar modo la loggia Yerushalaim di Gerusalemme, scrive il primo Gran Presidente, David Yellin ('). I1 carattere dell'Ordine, l'ammissione dei suoi membri per voto, i segni speciali, conosciuti solo dai fratelli, erano altrettanti elementi d'attrazione per l'immaginazione orientale. Vi fu un vero entusiasmo. Gli ordini dati dall'organizzazione erano eseguiti alla lettera". Come indicato dal primo numero del giornale delle Logge d'Oriente (8), "dall'America, il paese della libertà, l'Ordine è stato trasmesso al vecchio Continente. Come segno di riconoscenza, il giudaismo europeo ha comunicato all'Oriente la luce ricevuta. L'Ordine ha trovato, in questa culla del genere umano, il terreno propizio alla sua realizzazione". Per il B'naï B'rith è dunque nella Giudeo-Samaria che deve risorgere Israele.

Nel 1865, ventitré anni prima della nascita dell'Organizzazione sionista mondiale di Herzl, il B'naï B'rith organizzò una grande campagna d'aiuti alle vittime ebree di un'epidemia di colera in Palestina, e 4.500 dollari, un'ingente somma per l'epoca, furono inviati in risposta all'appello di Moses Montefiore. Da allora il B'naï B'rith non ha cessato di sostenere finanziariamente iniziative private in Israele. (Più di quattro milioni di dollari in derrate furono inviati in Israele nel 1948, l'anno dell'indipendenza) stimando subito che istituzioni specificatamente ebraiche dovevano sostituire quelle palestinesi, come le scuole, le biblioteche, i licei tecnici ecc. Appena le circostanze politiche lo permisero, l'Ordine s'impiantò in Medioriente. Due Logge furono create in Egitto, la prima, la Loggia Maimonide, lo fu il 16 gennaio 1887 al Cairo da parte di Siegmund Simmel. L'anno seguente fu fondata la prima Loggia della Palestina, la Loggia Yerushalaim (Gerusalemme), da parte di Ze'ev (Wilhelm) Herzberg, poeta tedesco, autore dei celebri Judische Familien-papiere. Nominato direttore della scuola d'agricoltura Mikveh Israël nel 1877, diresse, a partire dal 1879, l'orfanotrofio ebraico di Gerusalemme e sarà il fondatore della biblioteca Misdrah-Abravenel. Nel 1892 fu delegato per la Palestina alla convention del B'naï B'rith a Cincinnati.

Primo segretario ne fu Eliezer Ben-Yehuda (o Ben Yehouda), il padre dell'ebraico moderno (che non era più parlato da alcuno ed era considerato una lingua morta). Nato nel 1858 in Lituania, con il nome patronimico di Perelman, studiò in una yeshiva e s'installò in Palestina nell'ottobre del 1881, dopo essere passato dalla scuola di formazione per professori dell'Alleanza israelita universale di Parigi. Nel 1884 fondò il settimanale HaZevi, in seguito Ha-Or (La Luce). Presidente-fondatore dell'Accademia della lingua ebraica e autore del Dizionario completo dell'ebraico antico e moderno (1910), Ben Yehouda aveva scelto di parlare solamente l'ebraico, cosa che, per tutta la vita, gli pose problemi di comprensione nei riguardi degli altri ebrei. Fu lui che tradusse in ebraico la costituzione ed il rituale segreto del B'naï B'rith. Questo spiega come l'Ordine fosse il primo organismo a condurre in ebraico l'insieme dei suoi lavori di Loggia. I linguisti oggi riconoscono che fu grazie alle Logge del B'naï B'rith se l'ebraico è attualmente la lingua ufficiale d'Israele. Un altro

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Fratello ebbe una grande importanza. Si tratta di Achad Haam Diesengoff, misconosciuto dalla sto-ria del sionismo, che era vicepresidente delle Logge di Palestina e fu anche presidente della Loggia di Tel-Aviv e sindaco della stessa città per lunghi anni. Per i Fratelli delle Logge "il loro scopo principale fu d'influenzare l'Ordine affinché questo realizzasse un lavoro costruttivo in Palestina e per introdurre nelle differenti Logge del mondo l'idea che ogni ebreo doveva partecipare al lavoro d'installazione degli ebrei nella terra dei loro avi" ('). La Loggia Yerushalaim doveva creare rapidamente una scuola serale, la Biblioteca Midrash Abarbanel ve-Ginzei Yosef (y), fondare una colonia agricola ebraica a Motza, presso Gerusalemme. La Loggia di Jaffa doveva creare la Biblioteca ebraica Shaare Zion e l'ospedale ebraico che portava lo stesso nome. E. W. Lewin-Esptein, vice-presidente della Loggia di TelAviv, fondò, nel 1890, la colonia Rehoboth e divenne fratello nello stesso anno. D'altro canto, non fu dimenticato il lato religioso: "La Loggia Jérusalem si oppone attivamente alla conversione dei bambini ebrei da parte delle missioni cristiane" ('°). Fu pure creato, in collaborazione con l'I.O.B.B., un organismo specificatamente ebraico per favorire l'immigrazione ebraica, il Jewish Emigrant Aid Office. Nell'aprile del 1925 l'Ordine inaugurò la prima Università ebraica.

61. La Grande Loggia di Palestina

L'11 maggio 1911 Sigmund Bergel aprì a Istambul la Grande Loggia del Distretto orientale

(XI Distretto). Suo presidente per più di quindici anni fu Joseph Niego, già direttore della scuola d'agricoltura di Mikweh Israël, vicino a Jaffa, il quale fu in seguito il rappresentante per la Turchia dell'Associazione di colonizzazione ebraica. Il Distretto contava allora cinque paesi: la Serbia, la Bulgaria, la Grecia e la Turchia, che era divisa in Egitto, Siria e Palestina. Vista la diversità delle tradizioni, il francese fu adottato come lingua comune, salvo l'ebraico in Palestina; altra eccezione Salonicco, dove il rituale era permesso in ladino, un dialetto giudeo-ispanico. A Costantinopoli, nel 1923, fu fondata la prima Loggia femminile, la Loggia Miriam.

Nel 1924, segno dell'importanza attribuitagli dal B'naï B'rith, la Grande Loggia di Palestina fu separata dall'Ordine XI (Turchia-Oriente) dal momento che questo distretto le era poco favorevole.

La Palestina divenne il XIV Distretto della Gran Loggia, anche se contava solamente sei Logge (Gerusalemme, con la Loggia Misppar Schalom, Jaffa, con la Loggia Chaar Sion, Haïfa con la Loggia Carmel, la Loggia Paul Nathan di Tiberiade, Safed con la Loggia Galil, la colonia di Sichron Jacob, la Loggia Adolf Kraus). In realtà solo tre Logge erano attive (Galil, Yerouchalayim, Chaar Sion) e due in sonno (Paul Nathan e Adolf Kraus) se si segue non la storia ufficiale del B'naï B'rith ma il giornale interno dell'Ordine ("). La creazione di un Distretto palestinese fu dunque direttamente provocata da istanze mondiali e non assolutamente da un aumento di numero.

L'avvenimento era stato preparato l'anno precedente, il 1923, dalla creazione di un Mercaz, un'unità regionale delle Logge di Palestina, Egitto e Siria (ex-Turchia), la cui sede regionale era stata fissata a Gerusalemme. Un tale cambiamento era reso possibile dal passaggio dalla dominazione turca al protettorato inglese dopo la prima Guerra Mondiale: il B'naï B'rith aveva sempre temuto che la creazione di un distretto di Palestina lasciasse pensare al regime turco che gli ebrei si volevano unire per recuperare la loro terra. È per questo che la sede del Distretto d'Oriente era stata posta a Costantinopoli, lontano da Gerusalemme. Il mandato inglese e la dichiarazione Balfour autorizzavano la creazione del XIV Distretto senza timore di vederlo dissolvere. Il suo primo Gran Presidente fu David Yellin.

In occasione del primo congresso delle Logge, Yellin fissò le grandi linee del suo programma: 1) influenzare, attraverso le Logge, il Giudaismo orientale ed occidentale, facendo conoscere

tutta la verità circa la questione palestinese. 2) Fondare nuove Logge in oriente e farvi propaganda per la lingua ebraica. 3) Continuare a rimanere al centro tra due correnti esistenti nel paese, il partito di destra e

quello di sinistra, dal momento che le Logge del Béné-Bérith erano composte al 90% da persone appartenenti al partito di centro (").

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Nel 1948 il B'naï B'rith contava in Israele 48 Logge e 138 nel 1968, mentre oggi se ne contano più di 200 (di cui la maggior parte gemellate con Logge straniere). Esse costituiscono un vera massoneria all'interno dello Stato: sono, o sono stati dei Fratelli: Chaim Weizmann, primo Pre-sidente d'Israele, il Presidente Ephraïm Katzir, il primo ministro Yitzhak Rabin, il primo ministro David Ben Gurion, il primo ministro Moshe Sharett, il Presidente Levi Eshkol, l'Ambasciatore negli Stati Uniti Schlomo Goren, il rinnovatore della lingua ebraica Eliezer Ben Yehuda, il poeta nazionale Chaim Nachman Bialik ecc.

Oltre alle tradizionali attività sociali, orfanatrofi, centri medici ecc., una trentina di Logge sono specializzate nell'accoglienza di nuovi immigrati col fine di selezionare i migliori elementi, di aiutarli a perfezionare il loro ebraico, di inserirli socialmente ecc. Una dozzina di Logge appoggiano il Tsahal, occupandosi di ospedali militari, di centri di riposo, delle mogli dei soldati ecc. Parimenti, nel 1977, le Logge avevano adottato 24 nuovi villaggi ebrei nei territori occupati. Il B'naï B'rith possiede inoltre diverse biblioteche specializzate (bulgara, romena, scientifica, in braille ecc.), controlla numerose scuole, ospedali, cooperative ecc.

Alcune Logge lavorano in lingua francese, come la Loggia Robert Gamzon, fondata nel 1982 da due bi-nazionali, Jacques Vatine e Germine Vatine di Nizza, loggia che è gemellata dal 1991 con la Loggia di Versailles. Nel 1988, il suo presidente era Yves Stoleru, fratello maggiore di Lionel Stoleru, ministro giscard-mitterandiano nonché presidente della camera di commercio franco-israeliana. Yves Stoleru che fu presidente della Loggia Costa Azzurra a Nizza, ha fatto il alyah (ritorno in Israele) nel 1982. E stato anche l'artigiano del congresso del XIX distretto a Gerusalemme (12).

62. La Frammassoneria in Palestina

"È difficile determinare esattamente quando la frammassoneria abbia cominciato a funzionare

nela Terra Santa. Secondo la tradizione, vi erano Logge massoniche all'epoca dell'erezione del Tempio di Salomone. Nel mondo massonico, Gerusalemme è sempre stata considerata la culla della Frammassoneria". Ciò che è certo, è che durante il regime turco, tra il 1873 ed il 1917, furono fondate sei Logge in Palestina. La prima loggia regolare doveva essere stabilita a Gerusalemme nel maggio del 1873, sotto la giurisdizione della Gran Loggia del Canada. Il suo nome era Loggia Suleiman El Moulki n° 293 (che significa la Loggia del Re Salomone). Nel 1891 fu creata a Jaffa la Loggia del Porto del Re Salomone, sotto la giurisdizione della Gran Loggia nazionale d'Egitto. Lo stesso anno, un gruppo di ingegneri francesi, d'architetti ed altri che lavoravano per conto di una società francese alla costruzione della linea ferroviaria Jaffa-Gerusalemme crearono la Loggia Il `Porto del Tempio di Salomone', infatti molti francesi espatriati erano frammassoni. I lavori si svolgevano in francese e vi furono iniziati numerosi residenti locali, arabi, cristiani ed ebrei. Essa fu attivissima per tredici anni, esercitando all'epoca una grande influenza sulla vita culturale del paese. Nell'aprile del 1906 alcuni frammassoni locali ottennero una carta dal Grande Oriente di Francia per creare una nuova Loggia a Jaffa, l'Aurora (in ebraico Barkai), tuttora esistente. Nel 1910 -1911 la Grande Loggia di Scozia creò tre Logge. Durante il mandato britannico (1921-1947) la Frammassoneria si sviluppò rapidamente e prosperò sotto diverse giurisdizioni, particolarmente quella della Grande Loggia di Palestina e della Gran Loggia di Scozia. Dal 1931 numerosi massoni di Palestina prepararono la creazione di una Grande Loggia sovrana.La Grande Loggia nazionale di Palestina fu infine fondata il 9 gennaio 1932. In seguito alla partenza dei britannici, la maggior parte delle logge dipendenti dalla Gran Loggia d'Inghilterra o dalla Gran Loggia di Scozia scomparvero. Le altre Logge di origine straniera e cinque logge facenti riferimento alla Gran Loggia simbolica tedesca in esilio confluirono nella Gran Loggia nazionale di Palestina. Le ultime cinque Logge che rimasero sotto la giurisdizione della gran Loggia di Scozia iniziarono negoziazioni per ottenere la creazione di una Gran Loggia sovrana dello Stato d'Israele. La domanda venne accolta il 20 ottobre 1953 e questa Gran Loggia divenne la sola Gran Loggia sovrana riconosciuta dalla massoneria

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internazionale (del mondo anglosassone) in Israele. Il 17 novembre 1966 fu infine creato un Supremo Consiglio dei 33 per lo Stato d'Israele (13).

63. La Loggia inglese del B'naï B'rith e la Palestina

Il primo presidente della First Lodge del B'naï B'rith, Herbert Bentwich, doveva dare alla

Loggia un indirizzo indipendente e differente dalla politica adottata dai diversi capi ufficiali della comunità ebraica inglese e il Distretto inglese doveva avere un ruolo importante nell'Eretz Israël. In effetti Bentwich era stato uno dei primi a condividere le tesi di Theodor Herzl e a "sposare la causa impopolare del sionismo politico". Nel 1897 aveva organizzato un pellegrinaggio di ebrei in Palestina tramite l'Ordine degli anziani Maccabei, società di cui era membro influente.

A nome di questa società aveva acquistato un terreno a Gezer, in Palestina. Fondatore della federazione sionista inglese, fece il suo alyah nel 1929, installandosi a Zichron Yaakov. Dal 1920 al 1930, suo figlio, Norman Bentwich, sarà procuratore generale di Palestina, allora sotto mandato bri-tannico. Herbert Bentwich diede alla Prima Loggia un orientamento sionista, reclutando i nuovi Fratelli in maniera molto selettiva, accordando l'iniziazione solo a "coloro che avevano raggiunto uno status sociale elevato nella vita comunitaria. La Loggia era composta da uomini che occupavano posizioni chiave nelle rispettive specialità ed erano quindi in grado di esercitare una reale influenza nell'ambito delle proprie attività" (5).

Negli anni seguenti furono reclutati diversi futuri leaders mondiali del sionismo come il Dr. Chaim Weizmann (o Haïm Weizmann), futuro presidente dei Congresso sionista mondiale. Egli divenne Fratello della Loggia del Dr. Moses Gaster a Manchester, fondata nel 1912 e che diventa una delle maggiori Logge inglesi. Bisogna saper che "Weizmann ebbe un ruolo preminente, ottenendo la dichiarazione Balfour dei 1917, che accordava agli ebrei il diritto a una Focolare nazionale in Palestina" (").

Dall'inizio delle ostilità della Prima Guerra mondiale, fu creato un Comitato ebreo di urgenza, interamente composto da membri del B'naï B'rith (senza che ciò trasparisse) col fine di fare pressione sui negoziatori dei diversi trattati di pace del dopoguerra, in particolare per ottenere un Focolare nazionale ebreo in Palestina. Il Comitato contava tra i suoi membri, otre a Weizmann, Simon Rowson, Herbert Bentwich, il Dr. M. Gaster, Paul Goodman, Benjamin Grad, il Dr. Jacob Snowman, Nahum Sokolow, S. Wallach. L'affare prese una piega decisiva con la pubblicazione di una lettera sul Times del 24 maggio 1917, lettera firmata da alcuni rappresentanti di gruppi ufficiali ebraici (Concistoro ebraico, Associazione degli ebrei inglesi), molto ostile al sionismo e alle proposte del Comitato del B'naï B'rith, che aveva diffuso un opuscolo di Paul Goodman, Gli ebrei e la Palestina, edito nel maggio 1917. Questo opuscolo vi era descritto come: "la richiesta della creazione di una comunità ebraica autonoma che servirebbe da centro alla razza ebraica". Il risultato fu un'accresciuta pubblicità per i sionisti, una protesta dei membri sionisti del Concistoro ed un cambiamento nella politica di questo organismo comunitario, sotto la particolare pressione di Lord Rothschild, avendo i sionisti avuto la maggioranza (per 56 voti contro 51). "Fu la fine dell'ancien régime del Concistoro" il quale fu completamente ridisegnato in seguito alle dimissioni dei suoi dirigenti: Lord Rothschild divenne uno dei nuovi vicepresidenti, Nathan Laski, della Manchester Lodge, fu eletto tesoriere ecc.

"La Loggia cooperò strettamente con la Federazione sionista inglese, la cui principale preoccupazione era quella di un buon esito della dichiarazione Balfour, in favore della creazione di un Focolare nazionale ebreo in Palestina". I collegamenti erano assicurati da Paul Goodman, ex presidente della Loggia e responsabile della federazione sionista. Il Distretto inglese aveva preso una tale importanza nei negoziati che la Gran Loggia d'America, che aveva già inviato alla Conferenza di pace il Dr. Adolphe Stern, Presidente degli ebrei romeni, domandò alla Loggia di Londra d'inviare a Parigi uno dei suoi membri per co-rappresentare l'Ordine alla Conferenza di Pace con il fine di difendervi gli interessi ebraici. La Loggia designò Nahum Sokolow, al momento il più noto uomo politico ebraico in Inghilterra, ma avendo questi già ricevuto l'incarico di rappresentare

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gli ebrei polacchi, dimissionò in favore di David Yellin, presidente della Loggia Yerushalaim di Gerusalemme che era in quei giorni a Parigi su richiesta degli ebrei di Palestina. Anche questi non poté essere disponibile e la scelta cadde su Herbert Bentwich, primo Presidente della Loggia, mem-bro del primo ufficio del Comitato politico sionista, il quale partecipò sia ai negoziati sulla Palestina che a quelli sull'avvenire degli ebrei dell'Europa centrale. S'installò in seguito in Palestina dove morì nel 1932.

La preponderanza delle influenze comunitarie sulle delibere del trattato di Versailles aveva colpito profondamente, a torto o a ragione, diversi osservatori. Lo scrittore E. J. Dillon, ad esempio, doveva così riassumerle: "Un considerevole numero di delegati credono che le vere influenze esercitate sui popoli anglosassoni fossero semite, opinione che i delegati riassumono nella seguente formula: a partire da oggi, il mondo sarà governato dai popoli anglosassoni, a loro volta dominati da elementi ebrei" (15).

64. Henry Monsky sostiene il sionismo

Il B'naï B'rith doveva in seguito preparare "senza neppure saperlo, i quadri della sua futura

autoemancipazione, e i leader più chiaroveggenti del movimento sionista seppero in seguito riconoscere il debito che avevano contratto verso tali organizzazioni" (16). Nel contesto americano l'Ordine fu in effetti il luogo privilegiato di incontro e fusione tra gli ebrei di origine tedesca, gli Yahoudim borghesi e riformisti che occupavano i primi posti, e gli ebrei provenienti dall'Europa dell'Est, più poveri, più ortodossi e più socialisti, che si opponevano tutti alla fusione degli ebrei con il popolo americano. Già durante la prima Guerra Mondiale il B'naï B'rith aveva partecipato al primo tentativo di creare un quadro unitario del giudaismo americano tramite l'American Jewish Congress. L'esperienza fallì per le forti resistenze degli "assimilazionisti" dell'American Jewish Committee.

La grande depressione rilanciò l'interesse per la Palestina come pure la presa del potere in Germania da parte di Adolf Hitler il 30 gennaio 1933. L'Organizzazione sionista americana, presieduta da un Fratello, Stephen Wise, organizzò una prima Conferenza nazionale per la Palestina "né partigiana-né politica" nel gennaio 1935. II suo scopo era quello di fare della Palestina un rifugio per gli ebrei perseguitati, specie in Germania, e di coordinare gli aiuti finanziari alla Palestina. La Conferenza, che ebbe un grande successo, ricevette il sostegno entusiasta e pratico del Presidente del B'naï B'rith, Alfred Cohen. Quest'ultimo fu eletto alla presidenza del Comitato per la ricostruzione della Palestina: "Evidentemente vi sono ancora persone per le quali l'idea di un Focolare nazionale ebraico è qualcosa di ripugnante; ma l'accettazione della Palestina quale luogo di rifugio per gli ebrei è una buona idea universalmente riconosciuta. E per questo che il vecchio antisionista è divenuto, nella peggiore delle ipotesi, un non-sionista. Egli guarda senza ostilità l'operazione Palestina, spera che si possano accogliere gli apolidi. Donerà persino del denaro per questo. È tuttavia sempre contro il sionismo politico che appare per il momento una causa per la quale non ci si può infiammare. Le accese discussioni tra anti-sionisti e sionisti si sono raffreddate. Le controversie circa il sionismo hanno solo più come oggetto la questione economica o sociale della Palestina".

Nel frattempo l'Ordine abilmente non prese partito in maniera ufficiale circa la creazione di uno Stato ebraico, a differenza del Comitato ebraico americano, antisionista, che si oppose alle "implicazioni politiche" di un tale progetto. Tuttavia Alfred Cohen sottoscrisse le proposte di Chaim Weizmann e, nel febbraio 1936, fece votare al Comitato esecutivo la risoluzione per un vasto acquisto di terre in Palestina al fine di installarvi delle colonie ebraiche. In un primo tempo furono inviati 100.000 dollari, ed altri 100.000 nel 1941. Henry Monsky, eletto Presidente del B'naï B'rith nel 1938, profittò del secondo conflitto mondiale per rilanciare Eretz Israël e dal 1941 rimase in stretto contatto con i principali dirigenti sionisti. S'impegnò pubblicamente, stimando che la costruzione della Palestina ebraica avrebbe pesato nella battaglia contro la Germania nazional-socialista". I dirigenti sionisti incoraggiarono Monsky (...). Si vedeva in lui, con la sua

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organizzazione che contava 150.000 membri, un potente alleato contro l'American Jewish Committee e ci si attendeva molto dalle sue simpatie sioniste. Henry Monsky non doveva deluderli" (`). Egli fu parte eminente del Comitato d'urgenza per gli affari sionisti (largamente finanziato dal-l'Ordine), organizzò mediazioni presso gli ambasciatori francese e inglese, si aggregò alle delegazioni presso il segretario di Stato americano, inviò proteste a Chamberlain e mise a punto incontri con organizzazioni nonebraiche come il Consiglio federale delle Chiese di Cristo.

Il B'naï B'rith approvò soprattutto il programma di Baltimora, adottato nel 1942 dai sionisti americani, prima dichiarazione ufficiale che rivendicasse uno Stato ebraico in Palestina. I1 29 agosto 1943, all'Hôtel Waldorf Astoria, si aprì una riunione storica del giudaismo americano, orchestrata da Monsky che ne presiedeva il comitato preparatorio, dal momento che si pensava sarebbe fallita se preparata da un'organizzazione sionista. Erano presenti 64 organizzazioni nazionali ebraiche, 8.500 raggruppamenti locali. Un totale di 1.500.000 ebrei rappresentati da 504 delegati di cui almeno 200 erano Fratelli. Come notò un giornalista, vi erano tanti ex presidenti e presidentesse del B'naï B'rith che si poteva pensare di assistere alla Convention internazionale dell'Ordine. Tuttavia la riunione fu boicottata da due delle principali organizzazioni ebraiche americane, il Comitato ebraico americano e il Comitato del lavoro ebraico. Henry Monsky fu co-relatore della risoluzione che appoggiava il programma di Baltimora. "Quando sarà adottata, (questa risoluzione) diverrà un documento storico vitale per il destino del popolo d'Israele, Oggi è giunto il momento non dei discorsi ma delle azioni sacre. È per questo che rivendico il privilegio che ambirei per il resto dei miei giorni, di essere co-relatore di questa mozione". Grazie a un'intensa campagna di propaganda antiassimilazionista, la mozione fu approvata con 480 voti contro 3 e Monsky divenne il presidente di questa nuova struttura ebraica unitaria, la Conferenza ebraica americana. A causa dell'ostilità delle altre organizzazioni ebraiche americane, essa non durò che fino al 1949. Nel 1955, essendo stato raggiunto il fine della creazione dello Stato d'Israele, fu rimpiazzata da un organismo più modesto, la Conferenza dei presidenti delle grandi organizzazioni ebraiche. Monsky doveva ancora avere un ruolo principale nella creazione delle Nazioni Unite: "Henry Monsky ebbe ancora il tempo di rendere grandi servizi all'unità degli ebrei prima di morire nel 1947. Ad esempio, nel 1945, le organizzazioni ebraiche operarono concordemente dietro le quinte alla Conferenza di San Francisco (che creò l'O.N.U.). Da queste molteplici iniziative deriva progressivamente il largo consenso comunitario nei riguardi d'Israele" (16).

Vista l'esistenza di una minoranza anti-sionista e volendo evitare ogni divisione, il B'naï B'rith, fino al settembre 1947, non prese ufficialmente posizione in favore delle tesi sioniste, pur difendendole e partecipando a tutte le conferenze sioniste. A1 fine di evitare ogni critica, Monsky giustificava il suo sionismo in maniera pratica, collocandolo nell'ambito della lotta anti-nazista: "I nostri nemici non fanno distinzione tra gli ebrei. Sono certo che nei battaglioni di schiavi ebrei vittime dei nazisti vi sono sia sionisti che antisionisti, vi si trovano banchieri, medici, avvocati, uomini d'affari, operai, assimilazionisti ed antiassimilazionisti, ebrei ortodossi ed altri indifferenti alla propria religione. Il fatto semplice, basilare, che non può essere cambiato, è che si tratta di ebrei". Nella conclusione della sua opera magistrale The Political World of American Zionism ("), Samuel Haelperin rileva che "pur non avendo mai ufficialmente avocato a sé l'ideologia sionista o fatto appello direttamente alla creazione di uno Stato ebraico, le azioni effettive dell'organismo (il B'naï B'rith) hanno compensato tutte le esitazioni di linguaggio. Per valutare l'aumento del potere del sionismo americano e la sua potenziale influenza negli anni quarantacinque, bisogna tenere soprattutto conto della rispettata Leadership, del numero dei membri e dell'assistenza finanziaria del B'naï B'rith" ('").

65. Il B'naï B'rith fa riconoscere Israele

Vi è un fatto generalmente ignorato dagli storici: quando, nel maggio 1948, i responsabili

delle organizzazioni ebraiche decisero unilateralmente di proclamare l'indipendenza d'Israele, fu il B'naï B'rith che provocò il riconoscimento de facto dello Stato d'Israele da parte del Presidente ame-

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ricano Harry Truman, riconoscimento che portò con sé quello degli altri paesi. Qualche mese prima le Nazioni Unite avevano deciso la spartizione della Palestina tra ebrei ed arabi, approfittando del consenso americano-sovietico, miracoloso in tempi di guerra fredda. Ma la diplomazia americana diffidava degli eccessi e delle distorsioni che rischiavano di venire dal futuro Stato, specialmente da parte di milizie e gruppi dell'estrema destra sionista. Le Nazioni Unite aggiustarono dunque il tiro, prospettando una più tardiva indipendenza degli ebrei di Palestina. Dal momento che Israele sembrava avere delle buone relazioni con l'Unione Sovietica (l'U.R.S.S. sarà il primo Stato del mondo a riconoscere Israele) furono inviate alla Casa Bianca 300.000 cartoline per fare pressione su Harry Truman, che era ostile a un riconoscimento affrettato. Truman fu accusato di "tradimento" dai responsabili sionisti. Il presidente americano fu informato in anticipo della futura indipendenza e, pur essendo conosciuto come "un amico sicuro della causa sionista e uno il cui peso personale aveva permesso di aggirare la lobby filo-araba del Dipartimento di Stato" ('), si chiuse alla Casa Bianca con i suoi più fidati consiglieri. Tutti i leader sionisti trovarono le porte sbarrate, compreso Chaïm Weizmann, Fratello e presidente del Congresso sionista mondiale, che era giunto in U.S.A. apposta, anche se ammalato. Tutti tranne Frank Goldman, presidente del B'naï B'rith. Tuttavia egli non poté far cedere il Presidente che era sottoposto ad attacchi personali e a una campagna di pressioni.

I sionisti cercarono allora disperatamente un mezzo per forzare la porta della Casa Bianca per piegare Truman e costringerlo a una virata di 180°. Goldman sapeva che uno dei più vecchi e migliori amici di Truman, forse il più intimo, era un certo Eddie (Edward) Jacobson di Kansas City. Questi era stato addetto allo spaccio della stessa unità di artiglieria del Presidente, durante la Prima Guerra mondiale, prima di associarsi nel dopoguerra in una merceria della sua città. Truman, nelle sue Memorie lo definisce "grande ed insostituibile amico". Secondo gli archivi presidenziali, Jacobson doveva essere ricevuto 24 volte alla Casa Bianca e la sua vedova fu una delle rarissime persone abilitate ad assistere alla fine del servizio funebre di Truman i128 dicembre 1972. Goldman telefonò allora all'ex presidente del II Distretto, A. J. Granoff, un avvocato di fama che era anche consigliere di Jacobson che a sua volta apparteneva al B'naï B'rith (Loggia 184 di Kansas City)... Sebbene non fosse sionista, Jacobson mandò un primo telegramma al suo amico Truman domandandogli di ricevere Weizmann (19). Dato che il telegramma non sortì alcun effetto, Jacobson prese un appuntamento alla Casa Bianca. Al telefono Truman lo prevenne che sarebbe stato felice di vederlo ma che doveva promettergli di non parlare della situazione del Medio Oriente. Jacobson promise e partì per Washington. Prima di entrare nello studio ovale, fu di nuovo ammonito da un consigliere del Presidente a non parlare della questione israeliana.

L'incontro merita di essere narrato, poiché sarebbe incredibile se esso non si trovasse nelle Memorie del Presidente Truman: "Grandi lacrime scorrevano sulle sue guance, gli diedi un'occhiata e gli dissi: 'Eddie, sei un figlio di puttana, mi hai promesso di non parlare di quello che capita in questo momento'. Egli allora rispose: `Signor Presidente, non ho detto una parola, ma ogni volta che penso agli ebrei senza focolare, privati della patria da migliaia di anni e quando penso al Dr. Weizmann mi metto a piangere. È un uomo vecchio ed ha passato la vita a lottare per ottenere una terra per gli ebrei. È ammalato, si trova a New York, ti vuole vedere, e ogni volta che penso a lui non posso impedirmi di piangere'. Io gli dissi: 'Eddie, basta. È la mia ultima parola'. Discutemmo del più e del meno ma, di tanto in tanto, una grossa lacrima scendeva sulla sua guancia. Ad un certo momento mi chiese cosa pensassi di Andy Jackson e si rimise a piangere. Mi disse che non doveva piangere, ma che di nuovo aveva pensato a Weizmann.

Gli dissi: 'Eddie, sei un figlio di puttana. Avrei dovuto buttarti fuori per aver infranto la tua promessa. Sapevi benissimo che non avrei sopportato vederti piangere'.

A questo punto abbozzò un sorriso, smise di piangere e mi disse: `Grazie, Signor Presidente'. Poi se ne andò".

Fu così che Weizmann fu ricevuto in segreto da Truman, e gli fece cambiare completamente opinione ottenendo in tal modo la decisione di riconoscere Israele. Il 15 maggio 1948, dieci minuti dopo l'annuncio dell'indipendenza di Israele, Truman domandò ai rappresentanti americani alle

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Nazioni Unite di riconoscere de facto il nuovo Stato, portando con sé il riconoscimento di numerosi altri Stati del mondo. Il Fratello Jacobson non accompagnò il Fratello Weizmann il quale aveva chiaramente spiegato che "essi" avrebbero potuto ancora ricorrere a lui in caso di necessità. "Lei ha un lavoro da fare, tenere aperte le porte della Casa Bianca". In seguito Jacobson, ricordando il suo storico incontro, non esitò a descrivere le sue impressioni in questi termini: "Mi resi improvvisamente conto che cominciavo a pensare che il mio migliore amico, il presidente degli Stati Uniti, era in quel momento quanto di più vicino a un antisemita vi possa essere". Nelle settimane seguenti, Jacobson continuò le sue pressioni, trasmettendo i desiderata di Weizmann.

Il 22 giugno 1948 le relazioni diplomatiche erano di fatto stabilite. Jacobson fu nuovamente usato dal B'naï B'rith, come previsto da Weizmann, in particolare nel settembre dello stesso anno, quando ci fu bisogno di negoziare importanti aiuti finanziari americani al giovane Stato ebraico. Nel 1950, in segno di riconoscenza, Jacobson ricevette una citazione speciale del B'naï B'rith nel corso della convention triennale della Suprema Loggia. Inoltre, quando il 31 gennaio 1949 Truman firmò i documenti ufficiali di riconoscimento dello Stato d'Israele, i soli osservatori non appartenenti al governo degli Stati Uniti furono tre dirigenti del B'naï B'rith, (Eddie Jacobson, Maurice Bisgyer e Frank Goldman). Truman donò loro la stilografica servita a firmare i documenti domandando loro il silenzio (che fu mantenuto per circa vent'anni).

Questa è la ragione per cui il Fratello Chaïm Weizmann, divenuto il primo Presidente d'Israele, accordò al B'naï B'rith il primo premio del presidente. Nel 1949 il primo ambasciatore d'Israele in Gran Bretagna, H. Eliahu Elath, doveva dichiarare a questo proposito: "Israele non dimenticherà mai l'assistenza e l'aiuto ricevuti dal B'naï B'rith sia nella lotta per il riconoscimento della nazione che nella battaglia per la sua sopravvivenza, come pure per l'attuale combattimento per il progresso e per il benessere di tutti gli ebrei che attendono di varcare le sue frontiere" (21). Nel 1949 Weizmann fece adottare il simbolo dell'Ordine, la ménorah, come emblema dello Stato d'Israele.

66. Un ausiliario al servizio d'Israele

Il B'naï B'rith può oggi essere assimilato, come sostengono gruppi antisionisti americani, a

un'associazione straniera che opera negli Stati Uniti per conto di Israele? Si tratta di un quesito importante, dal momento che il B'naï B'rith, quale associazione americana, è esente da tasse ed imposte. Il problema è emerso in modo assai pratico nel 1968, quando Saul E. Joftes, già segretario generale del B'naï B'rith internazionale, iniziò un processo contro l'organizzazione per la quale aveva lavorato per più di vent'anni. Joftes affermò che il B'naï B'rith si era sviluppato "più come ausiliario di un governo straniero che come associazione nazionale", mettendo in discussione lo statuto d'esenzione fiscale della Anti Defamation League e dell'Ordine come organizzazione straniera (che sono sottoposti alla Foreign Agents Registration Act). Durante il processo fu messo in evidenza il fatto che tra i membri permanenti del B'naï B'rith figurava per esempio una "lavoratrice volontaria" israeliana, Avis Shulman, il cui lavoro consisteva nell'organizzare, con responsabili ebrei di agenzie di viaggio, degli incontri con turisti (non ebrei) che andavano nell'Europa dell'Est per informarli della situazione degli ebrei in quei paesi. Il suo posto era stato espressamente creato dal Consolato d'Israele a New York ed era sotto il suo controllo. Altro esempio, in una nota molto confidenziale, del 7 maggio 1974, destinata solo ai governatori dei Distretti, il rappresentante a Washington del B'naï B'rith, Herman Edelsberg, chiedeva fondi più consistenti "per accrescere il nostro programma d'informazione per i turisti americani che si recano in Unione Sovietica, sia ebrei che non ebrei" (21). I legami sono oggi così stretti che l'attuale ambasciatore d'Israele negli U.S.A., Itamar Rabinovitch, è membro del B'naï B'rith, iniziato in una Loggia di Seattle dall'ex presidente Jack Spitzer. Seguendo la stessa linea di condotta, il B'naï B'rith e l'A.D.L. organizzano regolarmente viaggi in Israele per diversi professionisti, quali poliziotti e giornalisti: "Quando nel 1967 il ministero del turismo israeliano decise di ridurre il numero degli articoli dei giornali concernenti i costanti bombardamenti aerei sui territori arabi, invitò 1.200 giornalisti stranieri in

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Israele. Fu il B'naï B'rith che non solo selezionò i giornalisti, ma organizzò e pagò loro il viaggio" (21).

Questo sistematico sostegno allo Stato di Israele viene da lontano, anche se ha conosciuto evoluzioni diverse. Nel 1959 il B'naï B'rith fu la prima organizzazione ebraica mondiale a organizzare in Israele il suo congresso in occasione della convention della Suprema Loggia. Questo XXII' incontro, presieduto da Philip Klutznick, riunì 1.300 delegati di tutto il mondo, le loro mogli e numerosi invitati. La spesa raggiunse il milione di dollari. Fu nel corso di questa convention che fu reso noto come la Germania Occidentale avesse accettato di versare 2,4 milioni di dollari al B'naï B'rith a titolo d'indennizzo per i beni che gli erano stati confiscati dal regime nazionalsocialista.

Oggi ogni organizzazione nazionale e ogni Distretto hanno la propria "Commissione Israele", incaricata di organizzare i viaggi, i gemellaggi, di difendere e propagandare la causa d'Israele. Diverse volte all'anno si tengono "serate Israël" per raccogliere fondi (Israel Bonds) in favore di diverse associazioni israeliane come la Tsahal (22). Sono state fatte enormi collette in favore dello Stato Ebraico. Per esempio, dopo la guerra d'Indipendenza, il B'naï B'rith raccolse, sia in doni che in obbligazioni, la cifra di un miliardo di dollari. Dal 1951 al 1965 il B'naï B'rith fu l'organizzazione ebraica che piazzò nel mondo la più gran parte dei prestiti obbligazionari per Israele. A livello internazionale esiste una Divisione Israel, con un programma annuale ultra dettagliato; eccone le intestazioni per un anno (23):

- La sicurezza d'Israele: Programma d'azione, diplomazia, Nazioni Unite, conferenze e riunioni urgenti, relazioni pubbliche e boicottaggio, inchieste, pubblicazioni ed educazione.

- L'economia d'Israele: buoni per Israele, Club di investimenti per Israele. - La terra d'Israele: (la foresta dei martiri del B'naï B'rith). - La popolazione d'Israele: scambi, programmi gemellati, il morale dei soldati, Alyah (ritorno

a Sion), il turismo, aiuto ai bambini subnormali da parte delle donne del B'naï B'rith, protezione delle relazioni umane arabo-israeliane, programmi per i giovani, case Hillel, costruzioni, colonie, biblioteche.

- Lo Stato d'Israele: biblioteca del B'naï B'rith, asilo a Jaffa, case di riposo, centro per giovani immigrati, biblioteca centrale per ciechi, servizi sociali.

Oggi, fatto totalmente misconosciuto, è Israele e non giù la sua terra originaria, gli U.S.A., il centro mondiale del B'naï B'rith. E un fatto definitivo dall'agosto 1981 quando il Consiglio internazionale dell'Organizzazione si riunì di nuovo a Gerusalemme (dopo le convention interna-zionali del 1956, 1965, 1974 ecc.) sotto la presidenza di Jack Spitzer. Questi ha inaugurato il Centro Mondiale del B'naï B'rith a Gerusalemme mentre resta a Washington il Centro Internazionale.

67. Un allineamento sempre più sistematico

Nel 1949 l'A.D.L. pubblicò, a uso interno, questo giudizio di politica generale sullo Stato

ebraico: "Dopo diversi mesi di discussione, il Comitato esecutivo della Commissione nazionale dell'A.D.L. ha formalizzato il proprio parere per risolvere la questione provocata dalla creazione d'Israele e l'impatto di questi problemi nella lotta all'antisemitismo. La nostra politica è:

1) Accrescere l'attuale attitudine degli americani favorevole verso Israele. L'A.D.L. dovrà drammatizzare la storia e la cultura dello sviluppo d'Israele e della sua lotta per l'indipendenza al fine di farne una forza per avere migliori relazioni con l'America.

2) Sostenere le posizioni del B'naï B'rith, che domanda de jure il riconoscimento d'Israele e la sua ammissione come membro all'O.N.U. Sarà competenza della divisione programmi dell'A.D.L. mostrare come le realizzazioni e la filosofia d'Israele siano parallele allo sviluppo e alla crescita della libertà americana, insistendo sui seguenti punti:

- I1 contributo degli Israeliani (24) alla Seconda Guerra mondiale e l'eroica lotta per l'indipendenza che non può non ricordare la nascita degli Stati Uniti nel 1776 nonché gli sforzi dei pionieri israeliani che hanno bonificato il deserto palestinese allo stesso modo in cui nel XIX secolo i pionieri americani hanno spinto le loro frontiere fino al Pacifico.

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- L'A.D.L. collaborerà con il Comitato ebraico americano e con gli altri membri della National Jewish Community Relations Advisory Council (N.J.C.R.A.C.) come pure con il Consiglio d'urgenza sionista che ha un programma israeliano.

- La lega farà rilevare che non si intrometterà nei problemi politici d'Israele, stimando che gli stessi sono di sola competenza del nuovo Stato".

Sebbene questa dichiarazione generale sostenga le rivendicazioni sioniste sulla Palestina, l'A.D.L. ed il B'naï B'rith non avevano ancora creato quel legame organico che esiste oggi tra Israele e la comunità ebraica americana. Infatti fino alla guerra dei "Sei Giorni", le pubblicazioni delle due associazioni contengono infatti pochi articoli su Israele o sugli israeliani, la maggior parte dei quali comunque sono denunce di gruppi o militanti favorevoli ai Palestinesi o agli Arabi, in termini però molto più moderati di quelli odierni. Tuttavia è all'attivo del B'naï B'rith un'intensa attività diplomatica: l'Ordine non cesserà di fare pressioni sul governo americano per ottenere enormi aiuti economici e soprattutto armamenti in favore dello Stato ebraico. Sebbene l'amministrazione americana negli anni cinquanta fosse globalmente favorevole agli arabi, doveva cambiare velocemente campo (25).

Per i politologi, l"`israelizzazione" dell'A.D.L. coincide con la Guerra dei "Sei Giorni". Questa "vittoria miracolosa" permette un'identificazione degli ebrei con Israele del tutto differente da quanto succedeva all'inizio del nuovo Stato. È a questo punto che l'A.D.L. e il B'naï B'rith pongono come pietra di paragone l'asserzione che l'antisionismo equivale all'antisemitismo, e, come corollario, che criticare Israele vuol dire essere aggressivi nei confronti degli ebrei americani e dunque favorire l'antisemitismo. Da quel momento, l'originale battaglia dell'A.D.L. contro l'antisemitismo negli Stati Uniti si trasforma sempre più in un'opera di sostegno e difesa d'Israele. Nel 1974 Arnold Forster e Benjamin Epstein, rispettivamente consigliere e direttore generale dell'A.D.L., assimilano, in un celebre libro (z°), le critiche antisioniste di sinistra all'odio razziale di destra di modo che il sostegno alla causa palestinese diviene l'altra faccia della difesa dei nazismo. Per loro, tutti quelli che non sostengono Israele al 100% sono "insensibili" a Israele e perciò antisemiti. Allo stesso modo, ogni minaccia a Israele è una minaccia agli ebrei americani. In questo modo la vendita all'Arabia Saudita degli aerei radar AWACS ha rivelato, secondo il direttore nazionale dell'A.D.L. Nathan Perlmutter, il "vero antisemitismo degli americani". Questi "veri antisemiti" sono "i mercanti darmi, neutrali sulla questione ebraica, che parlano d'impiego o di riciclaggio di petrodollari. Sono oggi avversari (degli ebrei) mille volte più pericolosi dei giovani che dipingono la svastica sulle case degli ebrei". In seguito, lo stesso Perlmutter svilupperà questo tema in un libro scritto in collaborazione con la moglie Ruth (27). Tutto ciò è così vero che nel 1991 l'unità tecnologica del B'naï B'rith di Boston, organizzazione umanitaria, caritativa e filantropica, ha dato il suo premio d'onore per la tecnica a un mercante darmi letali: la società di costruzione di materiale militare Raytheon... che ha messo in opera il sistema di difesa missilistica terra-aria Patriot (1).

In quell'occasione, il presidente di sezione del B'naï B'rith dichiarò: "Tutti coloro che appartengono alla nostra comunità mondiale vi sono riconoscenti per lo sviluppo del sistema di difesa dei missili terra-aria Patriot che ha salvato delle vite, diminuito il numero dei feriti, ridotto la paura degli uomini e prevenuto danni materiali".

Si dice che l'assimilazione farà al popolo ebreo più danni dell'Olocausto. Joseph Domberger, presidente del distretto europeo del B'naï B'rith, Agenzia telegrafica ebraica, 5 aprile 1984.

68. UN FINE PRIMARIO: IMPEDIRE L'ASSIMILAZIONE

69. Fini nascosti

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Lo scopo delle associazioni locali del B'naï B'rith in Francia ha avuto un'evoluzione notevole ed è molto vario. D'altra parte, dal momento che il nome B'naï B'rith non sempre figura nell'intestazione delle associazioni, è alle volte difficile identificare le Logge. A volte viene ripreso il fine dell'organizzazione americana: "I B'naï B'rith si propongono la missione di unire gli israeliti in favore degli interessi più elevati dell'umanità. Hanno come fine l'elevazione e lo sviluppo del carattere morale ed intellettuale dei loro correligionari, vogliono inculcare i principi più puri della filantropia, dell'onore e del patriottismo, di sostenere la scienza e le arti, sovvenire i bisogni dei poveri e dei derelitti, visitare e curare gli ammalati, soccorrere le vittime delle persecuzioni, proteggere ed assistere la vedova e l'orfano e provvedere ai loro bisogni secondo i più vasti principi dell'umanità" (Statuto del Capitolo Anna Frank, dichiarato nel 1965). Si sono avute diverse varianti, più o meno ellittiche, più o meno camuffate: "aiuto sociale, attività culturali" (Unione francese delle associazioni del B'naï B'rith 1978), "tutte le attività culturali, l'organizzazione delle conferenze, proiezione di film, gite e, in generale, tutto quello che si riferisce a un'attività sociale" (Loggia Parigi est), "la beneficenza, la filantropia" Loggia Golden Meir, Nizza 1985, "difendere le memoria della Shoa, per impedire le falsificazioni della storia, in particolare per ciò che concerne lo sterminio degli ebrei di Francia da parte dei nazisti e dei loro collaboratori" (U.F.A.B.B., 1991), "coordinare, facilitare, studiare e promuovere la cooperazione delle associazioni che la compongono nel rispetto della loro indipendenza e conformemente al loro proprio regolamento. Essa agirà per difendere i diritti dell'uomo e lottare contro tutte le forme di oppressione, specialmente nel quadro della legge dei luglio 1972" (U.F.A.B.B., 1978). "Unire gli ebrei per l'interesse più elevato dell'Umanità, sviluppare il carattere morale e spirituale dei suoi aderenti, sostenere le Arti, alleviare le necessità dei bisognosi, inculcare i principi di filantropia, d'onore e di patriottismo, andare in soccorso delle vittime delle persecuzioni di qualunque tipo" (Boulogne, 1988), "la beneficenza, l'a-more fraterno, l'armonia, operando al progresso della scienza e delle arti, all'insegnamento dei principi della filantropia, aiutando quelli che sono nel bisogno, andando in soccorso alle vittime delle persecuzioni, sviluppare ed elevare il livello intellettuale e morale dei suoi aderenti" (Perpignan, 1990), "promuovere con ogni mezzo i valori morali e culturali del giudaismo... combattere il razzismo e l'antisemitismo e tutte le forme di oppressione e discriminazione, specie nel quadro delle leggi del 1° luglio 1972 e del 9 aprile 1985" (Centro socio culturale del B'naï B'rith di Parigi, 1989), "assicurare la perpetuità della Comunità ebraica e intrattenere relazioni di comprensione con altre comunità non ebraiche e ciò grazie allo sviluppo delle sue azioni umanitarie conformemente agli ideali del B'naï B'rith" (Centro Europeo del B'naï B'rith, 1985).

Allo stesso modo, il preambolo della Commissione del B'naï B'rith si è evoluto secondo le epoche, in un senso più o meno restrittivo. Fu così che alla convention di Filadelfia nel 1860 il preambolo fu rivisto "al ribasso" in rapporto a quello del 1843. In quell'occasione, il passaggio circa "l'unità degli Israeliti al fine di promuovere i loro interessi più elevati e quelli dell'umanità in generale" scomparve a profitto degli "interessi supremi del giudaismo".

70. Un certo "razzismo" ebraico

L'ordine ebraico dei Figli dell'Alleanza presuppone quindi una fedeltà totale al giudaismo e

serve a rinforzare la coscienza ebraica, ossia la "razza ebraica" come le riviste interne del B'naï B'rith non esitavano a dichiarare ancora negli anni 20-30. I Figli dell'Alleanza affondano le loro radici nella Torah, come affermava per esempio Maximilien Stein nel 1924: "Il comandamento biblico fa di noi i preti della religione, l'ordine del B'naï B'rith fa di noi i preti della vita". Uno dei fini principali dell'Ordine dalla sua fondazione è dunque quello di preservare il popolo ebraico, ed il rifiuto della sua assimilazione nelle altre nazioni. In una delle sue pubblicazioni di presentazione (') l'A.D.L. definisce esattamente i limiti della sua tolleranza: "L'A.D.L. crede nell'integrazione, ovvero nell'accettazione degli ebrei come eguali. Essa si oppone all'assimilazione - la perdita dell'identità ebraica - che rappresenterebbe, agli occhi dell'A.D.L., una disfatta e non un trionfo del processo democratico".

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Fin dall'inizio, il B'naï B'rith, sotto un'apparenza liberale, si assunse il compito d'impedire l'assimilazione. Bisogna dire che il passaggio dai ghetti europei alle distese americane provocò un enorme cambiamento nella mentalità comunitaria: "L'emigrazione (ebraica negli Stati Uniti negli anni 1850-60) è stata incoraggiata dai dirigenti della Germania. In Baviera, dove il matrimonio di un ebreo era permesso solo se un altro ebreo moriva o lasciava il paese, circa la metà dei giovani ebrei trovarono rifugio all'estero. La maggior parte di loro fondarono un focolare negli Stati Uniti e numerosi furono quelli che ebbero un'ascesa sociale e finanziaria. Questa dissoluzione dei legami associativi ebraici e la rottura con le tradizioni erano quasi inevitabili nel Nuovo Mondo dove numerosi immigrati si assimilarono completamente ai loro concittadini non ebrei. Tuttavia ad essi s'imponeva il richiamo del sangue ebreo e del loro spirito di lealtà. Un certo numero di ebrei tedeschi, di sentimenti nobili e generosi, che non sentivano soltanto il bisogno di aggregazione tra ebrei, decisero di ricostruire la vita ebraica e di promuoverne gli ideali su nuove basi in rapporto alle condizioni di libertà e di rispetto di sé, fondando un'associazione fraterna ebraica, che doveva riunire tutti gli ebrei al di fuori di ogni considerazione politica e teologica. La base di questa fra-ternità era la lealtà fondamentale dei suoi membri all'Alleanza di Abramo, il primo Patriarca che, attraverso i millenni, era rimasto il simbolo della lealtà ebraica verso il Dio d'Israele".

Paul Goodman (2) prosegue: "Il B'naï B'rith tedesco (...) ha salvato innumerevoli ebrei dall'assimilazione e dall'apostasia". Alcuni Fratelli vanno ancora oltre. Il Dr. Leon Baeck - che presiedette il distretto della Germania dal 1924 al 1937 mentre sovrintendeva ai destini del Gran Rabbinato tedesco, il tutto prima di diventare presidente mondiale del giudaismo liberale, considerato come un benefattore e un alto grado del B'naï B'rith - fece aggiungere alle regole dell'Ordine un articolo che oggi alcuni qualificherebbero come apertamente razzista: «Nel senso del paragrafo 40 delle leggi generali è stato specificato, come principio dell'Ordine: "Non vi è posto nell'Ordine per un Fratello che tenga i figli al di fuori della comunità ebraica"». Altro esempio più recente, nel rapporto al Congresso di Firenze dell'agosto 1966 della Commissione per Israele del XIX° Distretto, si può leggere nel passaggio sulle "minoranze religiose e nazionali residenti in Israele (3)": "Il fatto che, dalla fondazione dello Stato di Israele, 120 ebrei siano stati vittime delle missioni cristiane, ma che d'altra parte ci siano state 900 conversioni al giudaismo, presenta certamente un dato interessante per il congresso". Avete detto "vittime delle missioni cristiane"?

In un Ordine in cui l'appartenenza è fondata su un discrimine religioso, perfino razziale (essere o non essere ebreo), tutto il problema consiste nel chi è e chi non è ebreo. Negli anni venti (4) per esempio, le Logge d'Oriente dovevano porre il quesito alla Gran Loggia di costituzione a proposito dei Caraiti, una setta semita dalle tradizioni prossime a quelle degli israeliti: "Caraitismo e Benebritismo". La questione consisteva nel sapere se i Caraiti potevano o meno far parte dell'Ordine, indipendentemente dal desiderio espresso da una delle nostre Logge in loro favore, ed era nata dall'attenzione che qualcuno del Comitato Generale aveva attirato sull'espressione costituzionale "appartenente alla fede ebraica". I Caraiti, si domandavano, non appartengono alla fede ebraica?

Il R. F. Dr. Marcus emette il suo parere sulla questione nel modo seguente: "I Caraiti appartengono per principio alla fede ebraica perché i Rabbaiti riconoscono il matrimonio dei Caraiti come legale secondo il precetto mosaico pur non riconoscendo il divorzio caraitico; in tal modo i figli nati da una divorziata che si risposa sono considerati adulterini e cadono sotto la ben nota prescrizione fondamentale del Giudaismo". Come si può chiaramente rilevare, la giudaicità si trasmette esclusivamente attraverso la madre. Si pone inoltre il problema se si tratta di un "buon ebreo", come dimostra un altro caso ('): "Matrimoni misti e Benebritismo. Una Loggia del nostro Distretto ci ha posto a varie riprese questo spinoso problema: un eccellente israelita, sposato a una cattolica e i cui figli sono ebrei e circoncisi, può essere ammesso nelle nostre Logge?" Non si finirebbe mai di citare simili problemi posti continuamente e regolarmente.

In un numero d'antologia, la rivista del B'naï B'rith (5) ha recensito con soddisfazione alcuni giudizi e definizioni sugli ebrei dati dai Fratelli che erano apparsi sulla stessa rivista negli anni precedenti: "La meraviglia di tutta la storia" (Henry S. Morais, 1887); (L'ebreo) è fatto, come dice

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Heine, della materia di cui sono impastati gli eroi" (rabbino Rudolph Grossman, 1894); "un combattente sul campo di battaglia della verità" (lo stesso); "un importante fattore in tutti gli affari dell'umanità, il cittadino di un mondo che può ben considerare come suo" (Adlai E. Stevenson, 1910) ecc., ed ancora "L'ebreo ha l'entusiasmo di vivere anche nel rituale religioso, nell'intellettualismo o nel potere finanziario. Questo entusiasmo crea in lui una bellezza e un colore che nessun gentile potrà mai eguagliare o imitare" (Adeline E. Dart).

Al fine di preservare la comunità nel senso più vasto, il B'naï B'rith internazionale ha, da allora, addolcito la sua posizione e si è dichiarato contrario a una stretta definizione della giudaicità ('): «Il B'naï B'rith internazionale ha chiesto al Primo ministro israeliano e al ministro degli affari esteri di opporsi, nell'interesse dell'Unità ebraica, a ogni tentativo, in seno alla Knesset, di precisare la definizione della Giudaicità. In un telegramma inviato a queste due cariche dello Stato, Seymour D. Reich, presidente del B'naï B'rith, ricordava che "la larga maggioranza degli Ebrei, in Israele e nel mondo, sostengono il concetto di pluralismo religioso. Noi contiamo su di voi per questo problema di grande importanza". Bisogna infatti sapere che il concetto di ebreo, in Israele, è cambiato molto: "chiunque confessi di non appartenere ad altra confessione religiosa che non sia la giudaica" (1958); "chiunque sia nato da madre ebrea e chiunque abbia ricevuto il battesimo ebraico, vale a dire la circoncisione per gli uomini e il bagno rituale per le donne" (1960), compresi quelli convertiti da un rabbino riformato o liberale al di fuori di Israele (giudizio della Corte di Giustizia di Gerusalemme, marzo 1993). Questo spiega perché, quando un giovane ebreo non circonciso il cui padre era già membro del B'naï B'rith mala cui madre non era ebrea si presentò per essere iniziato, dovette certificare sul suo onore che "non era di confessione non-ebraica e non apparteneva ad alcuna organizzazione religiosa non-ebraica" (7)».

71. Il rimpianto del ghetto e i pericoli dell'emancipazione

Il rimpianto del ghetto e della sua struttura comunitaria traspare ancora in questi anni nelle

pubblicazioni del B'naï B'rith ("): "Nella lunga storia del popolo ebreo, nessun'epoca ha presentato all'Ebreo tante sfide al suo credo tradizionale e al suo stile di vita come l'era moderna, cominciata duecento anni fa (...). Nel Medioevo la vita dell'Ebreo nell'Europa cristiana era sovente pericolosa e penosa. Doveva fronteggiare le discriminazioni economiche e sociali, la costante minaccia di persecuzioni ed espulsioni. Ma, sebbene vivesse in un ghetto, isolato dai numerosi sviluppi intellettuali e sociali del mondo esterno, godeva del beneficio del calore e della sicurezza di una comunità stabile e di un orientamento religioso che davano un senso alla sua vita. L'osservanza del Sabato e dei giorni festivi aggiungeva bellezza e dignità a un'esistenza che altrimenti sarebbe stata nuda, mentre un sistema universale d'educazione dei bambini come degli adulti lasciava via libera alle loro capacità intellettuali (...). Tuttavia, tutte queste forze di coesione cominciarono a sfasciarsi appena l'Ebreo cominciò a entrare nel mondo moderno alla fine del XVIII secolo.

L'emancipazione, pur dandogli una maggior libertà politica e nuove opportunità economiche, lo privò dei valori stabili della comunità medievale. Via via che entrava in contatto più stretto con il mondo non-ebraico e che il suo orizzonte si allargava, egli cominciò a mettere in discussione le basi dottrinali del giudaismo e le sue tradizionali osservanze religiose si affievolirono. La conoscenza ebraica perdeva terreno, sovente si perdeva anche il desiderio di vivere come un Ebreo. La capacità dell'Ebreo di fronteggiare queste sfide e di adattarsi al mondo moderno rappresenta in sé un capitolo importante della storia del Giudaismo".

Nel discorso in occasione degli 80 anni del B'naï B'rith di Vienna, l'ambasciatore Israeliano (e Fratello) in Austria, Avigdor Dagan doveva fare un parallelo per gli ebrei tra il pericolo comunista all'Est e l'assimilazione all'Ovest, sottolineando il lavoro dell'Ordine contro tale "pericolo": "In un periodo in cui ci si deve occupare seriamente dell'avvenire del Giudaismo, non solo nell'Est comunista ma, purtroppo, anche nel mondo libero dell'Ovest, il B'naï B'rith non ricopre solo incarichi sociali e umanitari ma affronta anche i pericoli della disgregazione e della liquidazione dell'identità specifica ebraica a causa dell'assimilazione, poco importa se sia causata dall'apatia o dal

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fatalismo o che sia provocata a bella posta. Posso sottolineare l'opera instancabile e meritoria della loggia viennese che ha contribuito con successo a frenare questo potenziale pericolo con i suoi fertili sforzi in vista di una vita giudaica più ricca e di un contenuto più denso".

Per questa ragione, alcuni membri del B'naï B'rith giungono a stimare che "il nemico mortale degli ebrei non è l'antisemitismo ma l'assimilazione" (v). Questa è, per esempio, l'opinione dell'ex membro del Consiglio della Loggia di Francia, J. Rosemblat (10): "I1 maggior pericolo che minaccia oggi il giudaismo della diaspora è l'assimilazione". Allo stesso modo, nella pubblicazione di presentazione dell'Ordine dal titolo Benevolenza, Amore fraterno ed Armonia, questo è il B'en'i B'rith, si legge: "I1 B'naï B'rith odierno non può più ormai essere visto come una semplice associazione sociale e fraterna ma, a causa del suo approccio ai molteplici interessi del Giudaismo nel mondo libero e del suo appoggio allo Stato d'Israele, deve piuttosto essere considerato un vasto movimento della lotta ebraica per la sopravvivenza".

Tale "lotta ebraica per la sopravvivenza" figura direttamente nei testi interni di formazione dell'Ordine ("). "Educazione contro l'assimilazione: l'assimilazione è un pericolo permanente. La storia ha provato che i nostri figli, educati in collegi e scuole non ebraici, sono più inclini a separarsi dal nostro popolo; è per questa ragione che la Gran Loggia del B'naï B'rith insiste 'sul fatto che dobbiamo fare ogni sforzo affinché la maggior parte degli studenti ebrei studino in collegi ebraici. Inoltre, non possiamo lasciare alla comunità la responsabilità di provvedere all'educazione ebraica dei giovani che, per disgrazia, non studino in collegi ebraici: dobbiamo provvedervi attraverso attività organizzate, in stretta collaborazione con i collegi ebraici".

Assai significativamente nell'articolo pubblicato per il centenario del National Jewish Monthly (5), nella rubrica "Olocausto", non si legge come prima citazione un riferimento alla politica nazional-socialista ma piuttosto al pericolo dell'assimilazione: "Il pericolo reale che minaccia il giudaismo tedesco risiede negli stessi Giudei. La debolezza dei tassi di natalità ha raggiunto livelli allarmanti ed è terribilmente alto il numero dei matrimoni misti" (Israel Auerbach, 1929).

72. Le Fondazioni Hillel

Notava il Presidente del Distretto Europeo, il dr. E. L. Ehrlich (12): "Nessun gruppo sociale

ha un avvenire se non si consacra all'attività verso la gioventù (...). Noi chiamiamo questo settore del nostro lavoro Hillel, dal nome dei grande insegnante ebreo dell'inizio del primo secolo, che seppe coniugare pedagogia, umanesimo e generosità (...). Negli Stati Uniti esiste un'unità Hillel in ogni campus dove gli studenti, lontani dalle loro famiglie, trovano un focolare ebraico (...). La maggior parte del bilancio totale del B'naï B'rith in tutto il mondo viene speso per Hillel". La prima Fondazione Hillel fu creata nel 1923 da un giovane rabbino riformato dell'Illinois, Benjamin Franklin, morto improvvisamente nel 1927, all'età di trent'anni (fu sostituito da Abram L. Sachar).

L'associazione fu praticamente subito associata al B'naï B'rith con il nome di Fondazione Hillel del B'naï B'rith. Dopo l'Illinois, nel 1923, essa s'impiantò nel Wisconsin nel 1924, nell'Ohio nel 1925, nel Michigan nel 1926, in California nel 1927 e così via. Nel 1973 era presente in 315 università in ogni parte del mondo e alla stessa data aveva 206 effettivi mentre nel 1991 se ne contavano 450. Hillel era il rabbino del I secolo avanti Cristo che redasse la Regola d'oro. La Fondazione Hillel, in origine come oggi, offriva uffici religiosi, sia riformati che ortodossi, corsi di ebraico, biblici, sulla storia del pensiero ebraico ecc. così come pure un insieme di attività annesse (danza, teatro, lettura ecc.). Boris Bogen già segretario dell'Ordine, fu uno di coloro che gli diedero grande impulso negli anni venti. Nato a Mosca, questo studente si era unito ai gruppi rivoluzionari. Installatosi negli Stati Uniti, lavorò presso un tipografo, poi presso una filanda e infine si aggregò all'Istituto ebraico di New York. Fu professore alla Scuola tecnica ebraica di New York e poi alla Scuola agricola ebraica che il barone Hirsch aveva fondato a Woodbine, nel New Jersey. Fu così brillante nel compimento della sua missione che fu designato per il posto di sovrintendente dell'Unione delle opere ebraiche di Cincinnati. Iniziato in seno ai Figli dell'Alleanza, ne divenne

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Gran Segretario. Alla fine delle ostilità della Prima Guerra mondiale, divenne agente per la Polonia del Joint Distribution Committee, la più grande organizzazione di aiuti messa a punto dalla comunità ebraica. Membro della Missione Hoover, lavorò con Henry Morgenthau e si recò a Mosca trent'anni dopo la sua partenza, dove fu accolto come "salvatore". Ritornato negli Stati Uniti, divenne "profeta", ricordando incessantemente agli ebrei i loro doveri verso il giudaismo, prendendo la parola in tutte le comunità ebraiche in favore delle Fondazioni Hillel, scongiurando le famiglie di salvare i propri figli dall'assimilazione, dall'indifferenza e dal dubbio: "Egli raccolse così il paese intorno alla bandiera dell'ideale B'naï B'rith" ("). Morì presso Los Angeles 1129 giugno 1929.

Al contrario, i responsabili della Fondazione Hillel non sono esenti da malaugurate cadute "razziste". Per esempio, nel 1989 si fecero severamente strigliare per aver inviato una circolare per una raccolta di fondi a 14.000 leader d'opinione nella quale era chiaramente indicato che "la presenza araba nei campus americani avvelena gli spiriti dei nostri giovani". Uno dei destinatari, sconcertato, trasmise la circolare al Comitato contro la discriminazione degli Americani di origine araba che la rese pubblica. I Fratelli Hillel dovettero modificare il testo: "presenza araba" divenne così "propaganda anti-israeliana" (14).

Nel 1925 il B'naï B'rith, sempre con il fine di preservare l'identità ebraica, creò un ramo annesso a uso dei giovani, l'A.Z.A. dalle prime lettere delle parole Ahavo, Zedakah, Achdut (amore, carità, unità). Ne fu fondatore Sam Beber, un avvocato ventiduenne di Omaha. Questi era diventato consigliere di un gruppo di studenti dell'Università di Omaha che scelse di chiamarsi A.Z.A. sulla scia delle associazioni degli studenti goy, che prendevano in generale nome dalle lettere dell'alfabeto greco (alfa, beta, gamma ecc.). Il primo club A.Z.A. fu sostenuto dalla Loggia B'naï B'rith di Omaha, di cui Beber era membro, e divenne il Capitolo A.Z.A. n° 1. Le finalità del fondatore erano immense: "Volevo fondare un'organizzazione nazionale di club, con tutto ciò che rende attraenti le fraternità delle lettere greche: titoli altisonanti, rituali simbolici, cerimonie iniziatiche, segni segreti di riconoscimento, distintivi, tornei nazionali di basket, dibattiti ed eloquenza". Il primo presidente (Grand Aleph Godol) fu Charles Shayne, di Des Moines.

Le Fondazioni Hillel (15) e le associazioni A.Z.A. hanno un ruolo fondamentale nei campus: conservare gli studenti ebrei nel giudaismo e preservarli dalle "cattive influenze". È quello che viene spiegato in maniera assai diretta nell'opera di riferimento annuale pubblicata dalla B'naï B'rith Hillel Foundation (16): "Infine, nei campus vi sono i problemi di tutti gli ambienti che sono in maggioranza bianchi e cristiani. La maggioranza tende a interessarsi poco della minoranza. Dove vi è solamente un pugno di studenti ebrei chiaramente identificati, non vi è interesse a esaminare dei problemi quali il calendario degli esami in funzione delle feste ebraiche o l'alimentazione cacher per una cena alla quale debbano partecipare studenti ebrei (...). Questi problemi evidentemente non sono specifici delle piccole Università del Middle West: sono quelli di essere ebrei in un mondo non ebreo".

73. Lottare contro i matrimoni con i goys

Il B'naï B'rith non solo si oppone all'abbandono delle pratiche culturali israelite o delle

tradizioni ebraiche, lotta pure, nella misura del possibile, contro i matrimoni misti, vale a dire quei matrimoni nei quali uno degli sposi sia un Goym, un gentile, un non ebreo, anche se il matrimonio è celebrato in sinagoga (17).

Sam Hoffenberg, delegato generale dell'organizzazione presso l'Unesco, spiegava ad esempio qualche anno fa ('"): «Ci siamo occupati dei matrimoni misti. Certe comunità, specialmente nell'America latina, che erano centri di giudaismo vivace o centri di cultura yiddish, sono severa-mente coinvolti. Si è impiegato il termine "olocausto silenzioso". Il B'naï B'rith farà uno studio per vedere come si possa sormontare tale disastro». Durante il Congresso della Gran Loggia del distretto per l'Europa continentale, nel 1965 organizzato dalla Loggia di Ginevra, intitolata al fon-datore della Croce Rossa, Henry Dunant, venne emessa una sola comunicazione ('v) che

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proponiamo integralmente, tanto essa è significativa delle ossessioni comunitarie dei Figli dell'Alleanza:

«Davanti alla gravità che presenta il problema dei matrimoni misti, è dovere di tutte le organizzazioni ebraiche studiare i mezzi che permettano, in una certa misura, di frenarne l'estensione. Se fattori d'ordine sentimentale o passionale, oppure obblighi morali o materiali a seguito di relazioni tra giovani sono causa di certi matrimoni misti, casi nei quali un intervento esterno sarebbe inutile, ve ne sono altri, pure numerosi, per i quali la causa risiede nella mancanza dell'occasione di fare conoscenza e di entrare in relazione con altri ebrei. Per la sua diffusione internazionale, per il prestigio e l'autorità di cui gode, il B'naï B'rith può, in tali circostanze, giocare un ruolo utile e deve studiare il modo per realizzare la nostra proposta, cioè:

1° I1 Congresso dell'Europa continentale XIX decide d'intraprendere una campagna a vasto raggio destinata a favorire i matrimoni tra ebrei e lottare così contro i matrimoni misti riguardo al giudaismo dell'Europa continentale. Si prefigge, in caso di necessità, di uscire dai suoi ranghi per influire sul pubblico e sulla gioventù ebraica.

2° Come prime tappe il Congresso: a) affida alla Loggia Henry Dunant l'inizio di tali lavori, b) invita tutte le logge del Distretto XIX a presentare proprie proposte per contribuire al

conseguimento di tale fine, c) incoraggia tutte le logge del Distretto XIX a facilitare l'ammissione nel proprio seno di

giovani fratelli e sorelle non sposati. d) Incarica la loggia Henry Dunant di sottomettere al comitato esecutivo il progetto di un

ufficio, nocciolo di un futuro centro europeo, che sarà finanziato dalla Grande Loggia». Si potrebbe credere che questo "certo razzismo ebraico" sia scomparso dopo il 1966, ma

sembra che così non sia dal momento che, ancora nel 1986, il Consiglio internazionale del B'naï B'rith, riunito a Londra in seduta plenaria, consacrò una parte dei lavori al pericolo dell'assimila-zione in Inghilterra (21). "Il Grande Rabbino, il Dr. lmmanuel Iacobovitz, tenne ad esempio un discorso che verteva sull'avvenire degli Ebrei della Diaspora, in occasione del quale insistette particolarmente sull'importanza di un'educazione ebraica. Non nascose di essere preoccupato per il fatto che la società inglese, pluralista e liberale, incoraggiava l'assimilazione e disse di stimare che, di conseguenza, verso l'anno 2000 la comunità ebraica inglese si ridurrà dai 350.000 membri attuali a circa 300.000".

Per lottare contro tale "flagello", il B.B.I. ha preso l'iniziativa di raccogliere l'adesione dei figli dei Fratelli praticamente all'atto della loro nascita, tramite un'iniziazione e un fondo finanziario, Sons of the Covenant (Figli dell'Alleanza). A1 momento della circoncisione, i genitori investono 250 dollari in questo fondo del B'naï B'rith il cui reddito pagherà tutto o in parte la quota del giovane ebreo quando sarà iniziato a partire dal diciottesimo anno d'età!

Non è d'altra parte il paradosso minore del B'naï B'rith quello d'indicare a chiare lettere e proclamare sovente che esso si oppone a ogni discriminazione razziale, etnica o religiosa, di aver combattuto per l'apertura di numerosi club (tipo il Rotary) agli ebrei, alle donne o alle minoranze etniche e, allo stesso tempo, fondare l'appartenenza al B'naï B'rith su di un criterio assolutamente discriminatorio. Il problema fu d'altra parte sollevato nel 1987 da un giudice d'Appello di Fort Lauderdale, Hugh Glickstein, che propose alla sua Loggia di accogliere i "non ebrei". Dopo che la sua proposta fu bocciata, egli decise di non rinnovare la sua adesione. I1 direttore regionale dell'A.D.L., Louise Shure, fu d'avviso opposto: "Lui (Glickstein) tenta di dimostrare che tutti i club che scelgono i loro membri in base a un criterio religioso praticano l'esclusione; non è una base veritiera". Chiamato in aiuto, il direttore della Comunicazione del B'naï B'rith International, Art Schulman, notò: "Pare illogico e incredibile avere dei non Ebrei coinvolti in un'organizzazione che, in pratica, si occupa esclusivamente di problemi ebraici (21)". Si tratta di un'ammissione sorprendente, dal momento che il B'naï B'rith afferma, fin dalla sua fondazione, di agire nel-l'interesse dell'umanità tutta intiera. Si aggiunga che tale discriminazione non è per niente una novità dal momento che, in origine, la discriminazione era anche fisica: "Le finalità che affrontò il

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B'naï B'rith nel 1843 non avrebbero potuto essere raggiunte da individui di carattere debole, e, cosa strana a dirsi, un'infermità è considerata motivo di esclusione (22)".

74. Sostegno all'Africa del Sud

Da lungo tempo il B'naï B'rith dispone di una base in Sudafrica, dove esiste una forte

minoranza ebraica la quale conta più di 200.000 ebrei, che nei censimenti, è assimilata alla popolazione bianca, al contrario dei meticci, degli indiani ed altri neri. La comunità è composta essenzialmente di ebrei originari della Lettonia e della Lituania, arrivati tra il 1880 ed il 1914, ortodossi quanto alla religione e sionisti (-'). La prima Loggia dei figli dell'Alleanza fu fondata a Johannesburg nel 1938 (z') da 43 aspiranti di cui 32 erano Fratelli tedeschi emigrati (più un francese). Le Logge sono numerose, dispongono di un bollettino interno, organizzano numerose manifestazioni senza mai essersi preoccupati della sorte della maggioranza nera, almeno fino agli anni settanta.

Nel 1974 il B'naï B'rith organizzò persino, in stretta cooperazione con il Ministro della Difesa P W. Botha, una raccolta di fondi per le forze armate del Sudafrica... e del Tsahal, l'esercito israeliano. Tutto ciò a favore della "lotta per la civilizzazione occidentale", come indicava il volanti-no pubblicitario nonché diversi annunci fatti sui giornali (25), dove s'incrociavano le bandiere sudafricana ed israeliana. Si leggeva: "Due Paesi sono decisi a mantenere la Civilizzazione Occidentale - l'Africa del Sud ed Israele. A questo fine, l'organizzazione Massada del B'naï B'rith, membro dell'organizzazione filantropica mondiale, raccoglie fondi e presenta un film. Un terzo dei fondi raccolti andrà al Brandwag Fund dell'Esercito sudafricano, il resto sarà diviso tra i Fondi per il miglioramento della polizia sudafricana e le Forze armate israeliane".

L'anno seguente, nell'agosto 1975, il Presidente mondiale del B'naï B'rith, Gerald Kraft, effettuò un viaggio nell'Africa australe dove fu ufficialmente e calorosamente ricevuto dal Presidente P W. Botha e da Pik Botha, ministro degli Esteri. Egli sfidava così la comunità internazionale che aveva richiamato diversi responsabili della diplomazia a causa della stato d'emergenza dichiarato nel Sudafrica. Non vi furono comunicati ufficiali ed evidentemente nessuna nota del B'naï B'rith che condannasse la segregazione razziale (26). Ancora nel 1990, quando il Sudafrica era tagliato fuori dal resto del mondo, il Presidente del B.B.I., Seymour Reich, organizzò una visita ufficiale sul posto, dove fu ricevuto da diversi ufficiali sudafricani.

Io vi pago qui il mio tributo, per i decenni di coraggio, di brillante intelligenza e di charisma tranquillo in seno alla comunità ebraica (...) ricordandoci sempre che il destino degli ebrei è inestricabilmente legato alla sorte della democrazia. Ronald Reagan, Presidente degli Stati Uniti.

75. LA LEGA ANTI DIFFAMAZIONE "BRACCIO ARMATO" DEL B'NAI B'RITH L'Anti Defamation League del B'naï B'rith denominata comunemente negli USA "A.D.L"

(omettendone accuratamente l'origine), è stata fondata nell'ottobre 1913 dal B'naï B'rith, per la particolare iniziativa di Sigmund Livingston, Presidente del V Distretto del B'naï B'rith. Questo procuratore di Bloomington, Illinois, che aveva riunito a tal fine quindici importanti membri dell'Ordine, voleva lottare contro la diffamazione e la discriminazione che si sarebbe esercitata, sotto le più diverse forme, contro la comunità ebreo-americana. Secondo una leggenda tenuta compiacentemente in vita dal B'naï B'rith, (') l'A.D.L. sarebbe stata la reazione al linciaggio di uno dei suoi responsabili, Leo Frank, Presidente del B'nai B'rith di Atlanta, ritenuto responsabile dello stupro e della selvaggia uccisione di una fanciulletta tredicenne, Mary Phagan, e che sarebbe stato innocente di questo crimine atroce agli occhi della comunità ebraica. In realtà, Frank fu linciato circa due anni dopo la creazione dell'A.D.L., organismo la cui fondazione era stata da lungo tempo accuratamente preparata dallo stesso B'naï B'rith (z). Per esempio, fin dal 1908 il rabbino Joseph

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Silverman aveva richiesto, nel corso di una riunione del Comitato esecutivo, la creazione di un organismo per "la difesa dell'onore ebraico".

76. L'affare Leo Frank

L'affare Leo Frank è esemplare nel dimostrare come l'A.D.L. e il B'naï B'rith non

abbandonino mai uno dei loro membri, dal momento che il dossier Leo Frank risulta essere uno dei casi più celebri della storia del crimine degli Stati Uniti. Alla fine fu "rivisto", più di mezzo secolo dopo i fatti, sotto l'influenza dei due organismi. Leo Frank, Presidente del capitolo del B'naï B'rith di Atlanta, dirigeva un'officina di stilografiche, la National Pencil Company, di cui era importante azionario. Sotto un'apparenza di rispettabilità, egli conduceva una vita dissoluta e faceva abitualmente venire nel suo ufficio, nelle ore extra lavoro, delle prostitute che sodomizzava (cosa attestata sotto giuramento da due di loro). Mary Phagan, un'adolescente di tredici anni, lavorava nello stabilimento di Leo Frank e ne diffidava. Più volte ella aveva riferito a persone a lei vicine che Leo Frank le aveva fatto delle proposte. II 26 aprile 1913 fu ritrovata all'interno dell'officina violentata sadicamente e selvaggiamente strangolata.

Frank fu condannato al capestro il 25 agosto 1913 da una giuria di dodici persone, tra cui un ebreo, al termine di un processo durato cinque settimane e che all'epoca tutti giudicarono equilibrato, regolare ed equo. Una delle testimonianze principali fu quella di un dipendente nero, Jim Conley, che confessò di aver ricevuto da Frank 200 dollari per trasportare il cadavere e farlo sparire. Lui pure fu condannato ad una pena detentiva. L'avvocato di Frank fece per tre volte appello alla Corte suprema di giustizia della Georgia e due volte alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Ogni volta il verdetto fu identico: Frank era colpevole. Bisogna sapere che nel 1914 il Presidente del Congresso Ebraico americano, l'avvocato Louis Marchall, lasciò il suo lavoro e si consacrò esclusivamente, per più di un anno, al caso Frank. La comunità ebraica si era mobilitata ed aveva largamente finanziato la sua difesa (furono raccolti più di 100.000 dollari). Marchall rappre-sentò Frank davanti alla Corte Suprema dove l'appello fu rigettato per sette voti contro due. Quando ogni ricorso fu abbandonato, la sentenza di morte fu commutata in detenzione a vita, 1121 giugno 1915, dal Governatore dello stato, un avvocato che contava tra i suoi clienti la Ditta di Frank. La popolazione dello Stato fu scandalizzata. II 16 agosto un gruppo di vigilantes penetrò nella prigione di Stato di Milledgville, s'impadronì di Frank e lo impiccò a Marietta. Al momento del linciaggio, Frank non si protestò innocente. Interrogato dai suoi rapitori circa l'eventuale colpevolezza di Jim Conley domandò solamente a Dio di perdonarlo.

La riapertura del caso, regolarmente respinta, avvenne nel 1982 in seguito a un'inchiesta di un giornale locale di sinistra, il Nashville Tennesean. Alonzo Mann, un dipendente dello stabilimento di Frank che aveva allora ventiquattro anni e che aveva testimoniato al processo, affermò, set-tant'anni dopo i fatti, di aver visto Jim Conley trasportare il corpo e che era stato lui l'autore del crimine. Lo stesso Conley aveva ammesso di aver ricevuto 200 dollari da Frank per trasportare il cadavere. Come abbiamo visto, Conley era stato condannato ed era morto nel 1962. Mann dunque, benché testimone al processo, avrebbe tenuto il silenzio per settant'anni, a sentire lui per timore di rappresaglie, anche se l'operaio nero era stato condannato ed era morto. Pare probabile che nel 1913, epoca in cui i neri erano sfortunatamente dei perfetti capri espiatori, la giuria, dopo cinque settimane di sedute, avrebbe preferito condannare il nero piuttosto di Frank, a patto che fosse sussistito il minimo dubbio. Fu questa l'opinione della Camera delle grazie e delle liberazioni condizionali della Georgia che, i122 dicembre 1983, stimò che la testimonianza di Mann non cambiava niente e che pertanto la sentenza rimaneva immutata: "Dopo un esame esauriente e una seduta durata numerose ore, è stato impossibile concludere in maniera decisiva circa la colpevolezza o l'innocenza di Leo Frank".

L'11 marzo 1986 la stessa Camera, che in seguito riconobbe di aver avuto, dopo 111983, tre incontri fuori aula con tre organizzazioni ebraiche (Il B'naï B'rith, l'A.D.L. e la Federazione ebraica di Atlanta), si smentì totalmente, a partire dalle stesse prove del 1983: "In riconoscimento del-

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l'incapacità dello Stato di proteggere la persona di Leo Frank e di permettergli quindi di continuare i suoi appelli legali... l'Ufficio accorda il suo perdono a Leo Frank". È quindi a causa del suo linciaggio che Leo Frank è stato graziato settantun anni dopo i fatti. Un verdetto di circostanza dal momento che il caso era disperato non avendo più Frank possibilità d'appello. The A.D.L. Bulletin (aprile 1986) conferma con soddisfazione che la Camera delle grazie ha accordato il suo perdono "secondo l'istanza di una nuova petizione dell'A.D.L., del Congresso ebraico americano e della Federazione ebraica di Atlanta". Da allora l'A.D.L. e il B'naï B'rith affermano che l'innocenza di Frank è stata riconosciuta, cosa assolutamente falsa. Il direttore per il sudest americano dell'A.D.L., Stu Lewengrub, è arrivato a chiedere la rimozione dal Campidoglio dello Stato della Georgia della statua di Tom Watson, procuratore all'epoca del processo Frank e divenuto in seguito uno dei più celebri Senatori della Georgia.

Nel 1910 la Convenzione del B'naï B'rith aveva deciso di lanciare un comitato nazionale sulla Caricatura, destinato a togliere dalla stampa i disegni antisemiti. L'obiettivo si allargò e fu raggiunto dall'A.D.L. Definita generalmente come la più antica organizzazione americana per i diritti civili, l'A.D.L. è, da più di ottanta anni, il "braccio armato" del B'naï B'rith, incaricato di lottare contro "l'antisemitismo" sotto tutte le sue forme. La sua carta del 1913 indica: "L'obiettivo immediato del-l'A.D.L. è quello di fermare, con appelli alla ragione e alla coscienza, la diffamazione del Popolo Ebraico. I suoi fini ultimi sono quelli di assicurare la giustizia e trattamenti uguali per tutti i cittadini e di mettere termine alle discriminazioni". L'A.D.L. s'ispira a organizzazioni più antiche come la Union of American Hebrew Congregation, fondata l'8 luglio 1873, che aveva come fine, tra gli altri, quello di "creare mezzi per sostenere gli ebrei contro l'oppressione politica e l'ingiusta discriminazione ed accordare loro un aiuto per la loro formazione intellettuale".

77. Non più nomi di criminali ebrei nei giornali

Il popolo americano, largamente rurale, non è tuttavia antisemita, dal momento che non

conosce quasi nulla degli ebrei che sono concentrati nelle città, soprattutto a New York: la parola "antisemitismo" compare solamente nel 1879, in un libello importato dalla Germania. Ma ancora oggi, secondo l'A.D.L. ('), "un terzo degli americani ha tendenze antisemite". Nel 1975, in occasione dell'80° anniversario della Loggia di Vienna, il Dr. E. L. Ehrlich, presidente del Distretto europeo del B'naï B'rith, usando curiosamente termini che paiono usciti da una pubblicazione razzista nazionalsocialista, ha spiegato: "l'antisemita è un malato psichico che bisogna isolare affinché non infetti chi gli sta intorno, l'unico modo per sopprimere realmente i pregiudizi è usare una profilassi ragionevole: dobbiamo creare delle condizioni per le quali l'ostilità verso gli Ebrei non possa neppure apparire. Ciò fa parte della creazione di relazioni umane normali e sane". La nuova organizzazione installò il suo quartier generale a Chicago, avendo Livingston come primo presidente, carica che egli mantenne fino alla sua morte, nel 1945. Era assistito da Richard E. Gutstadt, primo direttore nazionale, e da Leon Lewis, primo segretario esecutivo, che lanciò la campagna contro gli albergatori che rifiutavano le camere agli ebrei.

Al fine di formare il primo comitato esecutivo, furono cooptati centocinquanta dirigenti del B'naï B'rith e di organizzazioni comunitarie, disponendo l'Ordine per statuto della maggioranza assoluta. Tra loro figurava ad esempio Adolph S. Ochs, proprietario del famoso New York Times, il quale mandò una circolare a tutti i direttori di giornali degli Stati Uniti chiedendo ed ottenendo che non fosse più menzionata dai giornali l'origine ebraica dei criminali.

Allo stesso modo, su domanda del Gran Presidente dell'Ordine, Adolf Kraus, Melville E. Stone, direttore dell'Associated Press, diede istruzioni affinché non fosse pubblicata "la religione di appartenenza delle persone che violano la legge".

"L'Associated Press (...) ha consentito ad omettere nei suoi dispacci riguardanti crimini ogni menzione al fatto che i criminali sono ebrei, quando si constati che sono effettivamente ebrei. Questo cambiamento non dovrà causare una diminuzione della criminalità ebraica, ma dovrà evitare che il pubblico abbia un'idea esagerata del numero dei crimini dovuti a ebrei" (4).

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Un'idea assai chiara circa la "diffamazione ebraica" viene dal B'nai B'rith Messenger di Los Angeles (5): "Se si constata che uno scrittore è nostro nemico, allora dobbiamo agire di conseguenza! Se invece è nostro amico, dobbiamo lavorare seguendo il modello della vecchia Anti-Defamation League: gli si deve mostrare come, magari senza intenzione malvagia, è diventato un araldo dell'antisemitismo. Generalmente, questo metodo dà risultati strabilianti e farà di lui un amico ancora migliore, mentre un attacco diretto e frontale avrebbe potuto farlo passare dalla parte del nemico".

Durante i primi decenni della sua esistenza, l'A.D.L. limitò la sua azione agli Stati Uniti dove lottò per proteggere gli ebrei e, secondariamente, diversi gruppi minoritari dalla discriminazione etnica o razziale. Il suo obiettivo era quello di correggere la mentalità degli immigrati, forgiata da duemila anni di Cristianesimo. L'A.D.L. denunciò rapidamente l'azione e l'ideologia di gruppi come il Ku Klux Klan (organizzazione che nel 1924 contava circa cinque milioni di affiliati) che auspicavano di "mantenere l'America americana", un tema ricorrente che ritroviamo dopo la seconda guerra mondiale (6). L'A.D.L. organizzò così delle campagne, il più delle volte coronate da successo dato che si appoggiavano su un efficace boicottaggio commerciale, contro personalità individuali, come il geniale Henry Ford, fondatore degli stabilimenti automobilistici dello stesso nome, il quale, nel suo periodico Dearborn Independent, aveva condotto campagne antigiudaiche ed aveva pubblicato i Protocolli dei Savi di Sion sotto il titolo generico di L'ebreo internazionale. Contro di lui fu lanciata una petizione che fu firmata da 116 non ebrei, tra cui il presidente Woodrow Wilson. Nel 1927 Ford, messo con le spalle al muro, dovette pubblicare una lettera di scuse al popolo ebraico.

Nel 1945, alla morte di Livingston, la Presidenza nazionale andò a Meier Steinbrink, membro della Corte Suprema di New York. Nel 1947 egli trasferì la sede dell'A.D.L. a New York, città che resta il suo quartier generale, mentre la sede del B'naï B'rith si trova a Washington. Lo stesso anno 1947, Benjamin Epstein, di origine tedesca, divenne direttore nazionale dell'A.D.L., carica che occupò fino al 1978, prima di essere vice-presidente esecutivo del B'naï B'rith fino alla sua morte, avvenuta nel 1983. Durante la seconda guerra mondiale aveva già avuto un ruolo importante come direttore delle traduzioni (propaganda). In seguito, l'A.D.L. non trascurò alcun ramo di attività, in particolare il tempo libero e l'educazione. Ovunque esso si appoggiava alla comunità ebraica ma si diede da fare pure per associare alle sue campagne il maggior numero possibile di gentili. Tramite pressioni dei parlamentari locali, l'A.D.L. ottenne il varo di leggi che reprimessero l'attività del Klan e di altre organizzazioni similari.

78. La riconoscenza dei presidenti americani

È nel 1947 che l'A.D.L., con l'affare Shelley contro Kraemer, inaugura il suo primo "amicus

brief". Si trattava di una pratica giudiziaria che, da allora, divenne sistematica per l'A.D.L.: consiste nel dare aiuto legale, tanto efficace quanto gratuito, a una persona o all'autorità giudiziaria al fine di aiutarla a vincere un processo anche se l'A.D.L. non ha alcuna parte nel procedimento stesso ma desidera però la condanna della parte avversa. Negli anni cinquanta e sessanta si occupò delle quote nel campo dell'educazione, dell'abitazione, dell'impiego e delle leggi sulla discriminazione razziale (leggi sui diritti civili degli anni 1964 e 1965). Non ha cessato di occuparsi delle relazioni giudeo-cristiane (dichiarazione Nostra .Mate del Vaticano 1965) e, a partire dagli anni sessanta, delle relazioni giudaico-negri. Nel 1960 fu eletto un nuovo presidente nazionale, il procuratore newyorchese Edward Shultz, sostituito, nel 1963, da Dore Schary, regista e produttore ben noto a Hollywood.

Naturalmente, dopo la creazione dello Stato d'Israele (dove la sua casa madre, il B'naï B'rith era ben presente) l'A.D.L. si è impegnata a promuovere e difendere gli interessi dello Stato ebraico negli Stati Uniti, e ciò in maniera ancora più marcata a partire dal 1967.

"L'energia dell'A.D.L. e di altri organismi ebraici deve oramai essere orientata a difendere le rivendicazioni ebraiche d'Eretz Israël (il Grande Israele), mettere in luce le menzogne arabe,

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l'ipocrisia e le minacce di genocidio ed aiutare a rafforzare la convinzione della maggior parte degli americani che il loro paese ed i loro ideali sono intimamente interessati alla preservazione in Medio Oriente della sola democrazia esistente" (7).

Durante gli anni più recenti, l'A.D.L. si è particolarmente preoccupata della penetrazione del revisionismo storico, sia negli Stati Uniti che in Europa e nel mondo arabo. L'A.D.L. ha creato dei sotto-organismi a lei affiliati come il Centro di studi sull'Olocausto, l'Istituto d'affari per l'America Latina, l'Istituto per la lotta contro il fanatismo nei campus, l'Istituto per un mondo della differenza. Durante questi ultimi anni si sono succeduti alla presidenza nazionale Samuel Dalsimer, Seymour Graubard, Maxwell E. Greenberg (1978), Kenneth J. Bialkin (1982), avvocato newyorchese e pre-sidente della sezione affari dell'Associazione americana dell'avvocatura, Burton S. Levinson e poi Melvin Salberg. Negli anni 80 l'A.D.L. ha lanciato una grande campagna di lobbying legislativa nei diversi Stati americani per fare interdire la libera vendita delle armi da fuoco o gli addestramenti paramilitari privati. È stato messo a punto un progetto di legge per questi ultimi ed è stato sottoposto separatamente ai diversi Stati a seguito di una campagna lobbystica e intimidatoria nei confronti degli eletti locali.

Da vari lustri ormai i Presidenti americani hanno preso l'abitudine di cantare le lodi dell'A.D.L. Per il Presidente Truman essa è "come una rosa nei cuori e negli spiriti del popolo americano", per Dwight Eisenhower ha "dato un aiuto alla realizzazione di una terra più acco-gliente". Secondo John Kennedy ha "costantemente perseguito il fine di una parità di trattamento degli Americani (ed è stata all'origine) di un continuo e sostanziale contributo alla nostra democrazia". Poeticamente, Lyndon Johnson ha dichiarato "ovunque ardono lo vostre torce, sono state illuminate la tolleranza, la benevolenza e la carità. I fanatici ed i loro adepti si nascondono quando voi apparite". Quando Ronald Reagan conferì a Nathan Perlmutter, presidente nazionale dell'A.D.L., la medaglia presidenziale per le cause umanitarie, gli disse: (1) "Vi pago qui il mio tributo per i decenni di coraggio, di brillante intelligenza e di tranquillo carisma in seno alla comunità ebraica (...). Voi avete fatto più di molti altri per rafforzare la tradizione americana dei diritti individuali (...). Vi siete battuti in modo infaticabile per la libertà e la sicurezza degli ebrei nel mondo (...) ricordandoci continuamente che il destino degli ebrei è indissolubilmente legato al destino della democrazia".

79. Un'organizzazione potente ed strutturata

La struttura decisionale dell'A.D.L. è in teoria formata dalla commissione nazionale di 110

membri che si riuniscono annualmente. Per statuto, cinquantotto membri appartengono al B'naï B'rith e cinquantadue sono selezionati in seno alle organizzazioni delle comunità ebraiche americane, e possono avere una doppia appartenenza, in pratica essere anche membri dello stesso Ordine. Quindi, contrariamente alla diffusa leggenda, è il B'naï B'rith che controlla l'A.D.L. ... del B'naï B'rith. I passaggi di funzioni tra l'A.D.L. ed il B'naï B'rith sono costanti e nei due sensi. Fu per esempio il caso di Seymour Reich, eletto presidente del B'naï B'rith mondiale nel 1986 e che aveva precedentemente diretto l'A.D.L. Il comitato esecutivo concentra nelle sue mani il potere tramite il presidente nazionale, il direttore nazionale, i presidenti dei comitati esecutivi, lo stato maggiore nazionale.

Ognuno dei 27 uffici regionali americani (Albuquerque, Arizona, Atlanta, Boston, Chicago, Cleveland, Columbus, Connecticut, Dallas, Maryland, Denver, Detroit, Houston, Los Angeles, Miami, Minneapolis, New Jersey, New Orleans, New York City, New York State, Omaha, Palm Beach, Philadelphia, Pennsylvania, San Diego, San Francisco, Saint Louis, Virginia), Gerusalemme, Parigi e Roma (per il Vaticano), dispone di un proprio consiglio di direzione, i cui membri sono scelti tra le personalità ebraiche locali, sempre con una maggioranza di membri del B'naï B'rith. Dal 1982, esiste una sezione canadese, associata alla Lega per i diritti dell'uomo del B'naï B'rith di quel paese. L'A.D.L. è divisa in quattro principali sezioni, ognuna delle quali costituisce una divisione indipendente: i diritti civili, la comunicazione, i servizi a favore della

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comunità ebraica, i programmi. L'A.D.L. dispone inoltre di comitati e dipartimenti specializzati, come quello della "ricerca e valutazione" o quello delle "inchieste interne", ciascuno con un ruolo importante. In effetti questi dipartimenti sono incaricati di riunire, ottenere, raggruppare e recuperare con diversi mezzi e modi - più o meno legali - informazioni sugli "avversari" dell'A.D.L. (vedere il capitolo seguente).

L'A.D.L. è registrata come un organizzazione religiosa americana, cosa che le consente di avere l'esenzione dalle tasse, e i finanziatori possono detrarre le loro elargizioni dalla denuncia dei redditi. L'A.D.L. esordì nel 1913 con un bilancio di 200 dollari e due uffici. Nel 1974 il suo bilancio annuale oltrepassava i 5 milioni di dollari e nel 1981-1982 i 15 milioni. I1 95% di tale somma proviene, direttamente o indirettamente, da fondi pubblici e meno di 500.000 dollari da aiuti governativi. Più del 21% dei fondi viene speso per operazioni di marketing e in spese postali... per recuperare fondi. Nel 1981-82 il 46% della disponibilità è stato speso per assicurare il funzionamento della trentina di uffici regionali e della sede. I1 12% è destinato "alla ricerca, la documentazione, l'investigazione, le inchieste e la raccolta d'informazioni sull'antisemitismo, sulle tendenze antisemite, il fanatismo ed i movimenti che esaltano l'odio razziale". Nel 1993 l'A.D.L. dispone di almeno quattrocento operatori fissi e di un budget di 32 milioni di dollari. Dà alle stampe un numero impressionante di pubblicazioni e riviste di ogni genere [The A.D.L. Bulletin diffuso in 200.000 esemplari, Global Notes, A.D.L. International Report, On the Frontline, Face to Face, An Interreligious Bulletin, Fact Finding report, Israel Backgrounder, Dimensions, Law Notes, Points to consider, lmmanuel, Research and Evaluation Report, Discriminations Report, Special Report, Big 50 (rassegna stampa), Audit of Anti-Semitic Incidente, ecc.], cura la pubblicazione di centinaia di opere, manuali scolastici e film educativi, film documentari o di svago, cassette video e audio, oggetti religiosi ecc. L'A.D.L. influenza altresì numerosi settori vitali come quello dei telefilm (come la storia del B'naï B'rith), dal 1975 insignisce le personalità amiche del Premio Joseph dei Diritti dell'uomo. Tra i decorati figurano Golda Meir, Andrei Sakharov, Nathan Scharansky, Elie Wiesel, Menahem Begin, Zubin Mehta, Teddy Kollek, George Schultz, Richard von Weizaecker ecc.

80. Organigramma dell' Anti Defamation League per gli anni 1992-1993

L'organigramma dell'A.D.L. degli 1992-93 si compone di Melvin Salberg (presidente

nazionale), Abraham H. Foxman (direttore nazionale), David H. Strassler (presidente dei comitato esecutivo nazionale), Peter T. Willner (direttore nazionale associato), Seymour Graubard, Burton M. Joseph, Maxwell Greenberg, Kenneth J. Bialkin, Burton S. Levinson (tutti presidenti onorari), Lawrence Atler, Thomas Homburger, Lucille S. Kantor, Irving Shapiro, William Veprin, Carmen Warschaw (tutti vice presidenti), Judi Krupp (vice presidente del Comitato esecutivo nazionale), Robert H. Naftaly (tesoriere), Barry March (tesoriere aggiunto), Alvin Rockoff (segretario), Sydney Jarkow (segretario aggiunto), Charles Kriser (presidente dell'amministrazione), George Stark (presidente del budget), Meyer Eisenberg (presidente dei diritti civili), Steven Faden (presidente della comunicazione), Barbara Balser (presidente dei servizi comunitari), Robert G. Sugarman (presidente delle relazioni intergruppo), Lester Pollack (presidente affari internazionali), Milton S. Schneider (presidente dell'organizzazione), Nat Kameny (presidente del marketing), Howard Berkwotz (presidente del planning). I vice presidenti onorari della Comm issione nazionale sono: Leonard L. Abess, Doroty Binstock, Rudy Boschwitz, Edgar M. Bronfman (numero uno mondiale degli alcolici), Maxwell Dane, Max Fisher, Bruce I. Hochman, Geri M. Josh, Max S. Kampelman, Sam Kane, Philip M. Klutznick, Philip Krupp, Samuel H. Miller, Bernard D. Mintz, Milton Mollen, Bernard Nath, Robert A. Nathan, Anita Perlman, Sidney R. Yates, appartengono inoltre alla Commissione nazionale David A. Rose, Ronald B. Sobel, Charles Goldring, Moe KuTler, Kent E. Schiner (presidente del B'nai B'rith), Sydney Clearfield (vice presedente esecutivo del B'naï B'rith), Joan Kort (presidente del B'naï B'rith femminile), Elaine Binder (vice presidente esecutivo del B'naï B'rith femminile). I responsabili permaneneti non eletti esercitino un'influenza eccezionale. Si tratta

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di Mark A. Edelman (direttore della divisione marketing e comunicazione), Kenneth Jacobson (direttore della divisione affari internazionali), Ann Tourk (Direttore della divisione servizi comunitari), Stuart Tauber (direttore della divisione sviluppo), Bobby Arbesfeld (direttore della divisione finanze e dell'amministrazione), Charney V Bromberg (direttore della divisione delle relazioni intergruppo), Marvin S. Rappaport (assistente del direttore nazionale), Jess N. Hordes (incaricato degli uomini politici di Washington), Arnold Forster (consigliere generale), Justin J. Finger (consigliere generale associato), Bluma Zuckerbrot (direttore della sezione degli affari del Medio Oriente), Jeffrey P. Sinensky (direttore della divisione dei diritti civili, che controlla la sottodirezione della ricerca e delle inchieste di Irwing Suall), Herman Ziering (presidente del comitato degli affari europei), Elliot Welles (direttore del gruppo di ricerca dei criminali di guerra nazisti). L'importantissima sezione delle ricerche diretta da Irwing Suall ha come altri dirigenti Gail L. Gans (direttore aggiunto), Jerome Bakst (direttore della ricerca), Alan M. Sch (direttore aggiunto), Gerald Baumgarten (direttore aggiunto), Lois R. Brandwene (ricerca) ecc.

Attraverso l'organizzazione denominata Anti Defamation League, il B'naï B'rith possiede un meraviglioso strumento di lotta e di indagine. Paul Jacob, presidente del distretto europeo, Congresso di Firenze, 23 agosto 1966.

81. LA PIÙ GRANDE RETE DI SPIONAGGIO PRIVATO NEGLI STATI UNITI

82. Una rete di spionaggio clandestino

Il 10 dicembre 1992 e in seguito l'8 aprile 1993 i locali dell'A.D.L. del B'naï B'rith a San

Francisco e a Los Angeles sono simultaneamente perquisiti da agenti dell'F.B.I. In quell'occasione gli agenti federali vengono in possesso di numerosi documenti che proveranno in seguito che l'A.D.L., tramite la sua Fact Finding Division (sezione di ricerca documentaria), diretta dal 1962 da Irwin Suall, ha costituito da almeno venticinque anni una vasta rete di spionaggio non solo contro militanti politici di destra o di sinistra, ma anche contro chiese, club, associazioni locali o internazionali.

Il suo capo, Irwing Suall, proviene dalla sinistra militante. Aveva fatto parte di un club comunista di estrema sinistra (trotzkista) al tempo dei suoi studi a Oxford, prima del suo ritorno negli Stati Uniti dove divenne capo del Jewish Labor Committee, un'altra organizzazione di sinistra. Nel 1957 fu eletto segretario del Partito socialista d'America (Socialist Worker Party) un'organizzazione trotzkista, membro della IV Internazionale comunista. Meno di cinque anni dopo divenne membro permanente dell'A.D.L.

La polizia scoprì che la maggior parte dei "bersagli", oggetti dello spionaggio da parte dell'A.D.L., non avevano mai avuto alcun legame, diretto o indiretto, con la comunità ebraica, non avevano mai preso posizione né a favore né contro Israele. Questo sistema di spionaggio è stato messo a punto tramite la rete nazionale degli "amici ufficiali" dell'A.D.L., poliziotti, sceriffi ed anche agenti dell'F. B.I., in pensione o ancora in attività. L'organizzazione sarà scoperta in maniera del tutto casuale, grazie a un'inchiesta svolta per due anni dall'F.B.I. a carico della rete di spionaggio sudafricano negli Stati Uniti. A San Francisco, Tom Gerard, ufficiale di informazione della polizia cittadina, è fortemente sospettato di aver venduto informazioni circa militanti anti apartheid della California a Humphries e Louie, due agenti sudafricani che lavoravano al consolato sudafricano di New York. L'abitazione di Gerard, messa sotto sorveglianza, è perquisita nel dicembre del 1992 quando l'interessato, messo sull'avviso, pare da alcuni colleghi, era appena fuggito alle Filippine, paese scelto perché non ha trattati di estradizione con gli USA (Gerard doveva comunque costituirsi qualche mese più tardi). Si scoprono numerose carte d'identità a suo nome. Sono state emesse da diverse ambasciate nelle quali Gerard ha soggiornato negli anni ottanta per conto della C.I.A. (in particolare il Salvador, negli anni 1982-1985, come esperto di esplosivi

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per "missioni speciali", cioè di contro terrorismo). Gerard, incaricato di tenere i contatti con l'F. B. I. a San Francisco (cosa che gli da accesso agli schedari dell'F.B.I.), è specializzato nella sorveglianza degli ambienti arabi.

La polizia scopre che in quel momento Gerard lavora occasionalmente con un certo Roy Bullock, non solo sul dossier sudafricano ma anche su altri soggetti, riguardanti in particolare le questioni arabe. Questo Bullock, che si faceva passare per un mercante d'arte, risulta all'inchiesta della polizia come un importante informatore permanente, e retribuito della Fact Finding Division dell'A.D.L. e ciò a partire almeno dall'inizio degli anni sessanta.

Ogni settimana a copertura del suo salario gli perveniva un assegno dall'A.D.L. che utilizzava come intermediario un ben noto avvocato di Beverly Hills, Bruce Hochman, responsabile per la California del Jewish Federal Council e già presidente della sua sezione di Los Angeles. Si pro-cedeva allo stesso modo quando si trattava dei compensi per le informazioni che Gerard vendeva a Bullock per conto dell'A.D.L.

Si apprese in seguito che anche Hochman apparteneva a un comitato segreto creato dal senatore Pete Wilson, incaricato di selezionare per le promozioni e gli incarichi importanti i giudici federali "che vanno nella buona direzione", vale a dire che sono favorevoli agli interessi della comunità. Dal 1985 Bullock, che era pure informatore dell'F.B.I., aveva ricevuto, tramite l'A.D.L., la bella cifra di 170.000 dollari provenienti da un conto alimentato dal responsabile dell'A.D.L. di Los Angeles, David Lehrer.

Ricevuta un'assicurazione d'impunità, come si usa negli Stati Uniti in cambio di confessioni circostanziate, Bullock incomincia a "destabilizzare" la rete di spionaggio. «Con le prime pressioni della comunità ebraica di San Francisco, politicamente ben introdotta, le autorità locali hanno lasciato intendere che si sarebbero probabilmente limitate, nella loro inchiesta, al ruolo di Gerard e che avrebbero fatto richiesta di servizi "esterni", come l'F.B.I., per occuparsi del ruolo degli altri sospettati» (1).

La capacità d'influenza della comunità ebraica è tale che la polizia di San Francisco è stata obbligata a dover perquisire i locali dell'A.D.L. di Los Angeles dopo che la polizia locale si era rifiutata di cooperare più direttamente all'inchiesta. E tuttavia difficile che l'A.D.L. perda il suo status fiscale privilegiato e la questione, a livello giudiziario, dovrebbe essere soffocata. Ciò nonostante sono ormai disponibili numerosi elementi che riguardano la rete spionistica. Per il Procuratore Generale di San Francisco, Arlo Smith, si tratta "della più vasta organizzazione di spionaggio operante su scala nazionale" che sia mai stata smantellata negli Stati Uniti; come scrivono Philip Matier e Andrew Ross, editorialisti del San Francisco Chronicle, il dossier di San Francisco "è solo la punta dell'iceberg di una rete di spionaggio nazionale e di fughe organizzate dei servizi di sicurezza" dal momento che l'A.D.L. dispone di una buona trentina di uffici permanenti sul territorio americano che la polizia subodora essere altrettanti centri di spionaggio operativo locale. I due giornalisti lo confermano ed aggiungono che "le autorità ritengono che i poliziotti di almeno sei grandi città o appartenenti a polizie federali siano ugualmente implicati nello scambio o vendita di dossier di polizia confidenziali". Stessa cosa da parte del San Francisco Examiner, per il quale "i detectives dell'A.D.L. sono in contatto con le polizie locali e con gli sceriffi per ottenere accesso ai dossier confidenziali come pure all'elenco dei veicoli, il tutto in violazione della legislazione penale".

Per il Los Angeles Time, "Bullock lavorava in stretta collaborazione con ufficiali di polizia di diversi dipartimenti e radunava informazioni altamente confidenziali riguardo al casellario giudiziario, agli elenchi di informazioni nominative, alle foto delle patenti, agli indirizzi personali, ai libretti delle vetture. Alcune di queste informazioni potevano essere assai utili in caso di sorveglianza domiciliare o di pedinamento. Altre informazioni confidenziali sono di grande interesse per potenze straniere che si interessano alle attività politiche di visitatori provenienti dagli USA". In appoggio a questa tesi, schede di diverse polizie sono state trovate nei locali californiani dell'A.D.L. provenienti non solo da San Francisco e da Los Angeles, ma anche da una ventina di altri dipartimenti di polizia e uffici di sicurezza della California così come di Portland (Oregon).

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Bisogna sapere che l'A.D.L. ed il B'naï B'rith, per ottenere il favore della polizia, hanno sistematicamente offerto a numerosi suoi funzionari sontuosi viaggi gratuiti in Israele; uno dei beneficiari fu, per esempio, l'ex capo della polizia di San Francisco, Frank Jordan, che si recò in Israele nel giugno 1987 insieme a Tom Gerard. Altro esempio, nel maggio 1991, Mira Lansky Boland, capo dipartimento ricerche dell'A.D.L., accompagnò undici poliziotti di rango elevato in viaggio in Israele, sostenendo tutte le spese.

83. Un schedario di dodicimila nomi

In particolare i poliziotti, nel corso delle loro perquisizioni, dovevano scoprire uno schedario

informatizzato molto dettagliato di almeno un migliaio di associazioni (compresi Greenpeace, associazioni antiabortiste, anti-vivisezione o di protezione della natura, inoltre di sindacati come l'United Farm Workers Union), comprendente più di 12.000 nomi, dei quali 9.876 appartenevano a "militanti politici" in senso lato, e tra cui risultavano 6.000 californiani del sud. Figurano schedati militanti anti-apartheid, giornalisti (tra cui tutti i responsabili della televisione di San Francisco), membri del movimento nero per i diritti civili, gli Ebrei per Gesù, l'Asian Law Caucus, l'Act Up (associazione tanto più facile da infiltrare in quanto Bullock era omosessuale), così come uomini d'affari o commercianti di origine araba. Le associazioni arabe noteranno che un grossista di Chicago, Mohammed Jarad, il cui nome figurava nelle schede dell'A.D.L., era stato arrestato qualche mese prima in occasione di un viaggio in Israele per conto di un'associazione benefica. Accusato di sostenere Hamas (associazione islamica palestinese), fu duramente interrogato da agenti del Mossad, le mani legate dietro la schiena per tre giorni, e dovette la sua liberazione solo al vigoroso intervento dell'ambasciata americana. Wilbert Tatum, direttore dell'Amsterdam News, uno dei principali giornali dei negri d'America, ha allora messo in atto, tramite il suo giornale ed in seno alla comunità nera, una vasta campagna contro Abraham Foxman, direttore dell'A.D.L., per protestare contro la sistematica schedatura dei militanti neri americani.

Bullock riconobbe di aver ottenuto dalla polizia non solo la totalità delle schede riguardanti le organizzazioni di estrema destra o neo-naziste, ma anche di almeno altre 1.394 persone e di aver avuto inoltre il numero di targa dei veicoli di almeno 4.500 membri del Comitato degli Americani di origine araba contro la discriminazione. Più di venti persone che figuravano schedate avevano già fatto causa agli inizi di maggio del 1993. Tra di loro diversi parlamentari repubblicani come Nancy Pelosi o Ron Dellumus, e la moglie di un ex senatore repubblicano della California, Pete McCloskey ecc. Ha ugualmente fatto denuncia Yigal Arens, figlio dell'ex ministro della difesa Moshe Arens, che ha scoperto di essere stato spiato e schedato per aver criticato la politica israeliana nei territori occupati. Infatti l'A.D.L. scheda gli ebrei, sia quelli che non sostengono incondizionatamente lo Stato d'Israele sia gli estremisti religiosi, come i seguaci del rabbino Meir Kahane (Jewish Defence League)!

Roy Bullock era già conosciuto dai militanti della destra conservatrice americana per aver cercato di infiltrare, nel 1969, la Liberty Lobby, la quale tenterà, negli anni ottanta, ma senza un vero successo, di provare che l'A.D.L., non registrata al Congresso, come invece richiesto alle associazioni non americane che operano a favore di uno specifico paese (lobbying), era in realtà un'agenzia straniera che agiva nel solo interesse di Israele accumulando dossier a carico della destra antisionista. La Liberty Lobby era al di sotto della realtà! Nel corso degli anni, Bullock aveva infiltrato con successo dozzine di gruppuscoli e partiti americani, come il Partito populista, e diverse associazioni arabo-americane, come l'Associazione degli studenti libici o il Comitato degli americani di origine araba contro la discriminazione; l'operazione riuscirà così bene che egli stesso guiderà una delegazione presso diversi eletti al Congresso. Sembra che i dati da lui raccolti o acqui-stati siano in gran parte serviti alla redazione di un documento dell'A.D.L., Pro-Arab Propaganda in America: Vehicles and Voices (La propaganda proaraba in America, mezzi e voci). È per questa ragione che quando nel 1986 la Liberty Lobby aveva accusato Bullock di essere un agente retribuito

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dell'A.D.L., l'interessato aveva potuto negare dal momento che la Liberty Lobby non disponeva di prove materiali sufficienti.

In seguito Bullock avrebbe fornito altre informazioni sulla rete spionistica che esisteva da almeno trent'anni. Ogni responsabile dell'informazione aveva un nome in codice per meglio mantenere il segreto: lo stesso Bullock aveva il nome in codice di Cal. A Chicago il responsabile dello spionaggio per conto dell'A.D.L. era un ex funzionario di polizia il cui nome convenzionale era CHI-3, a Saint Louis c'era Ironsides, ad Atlanta è stato identificato l'uomo che parlava arabo e il cui nome era Flipper: si tratta di Charles Malik, un palestinese che si presentava generalmente come prete cattolico. In seguito alle perquisizioni, il San Francisco Weekley, settimanale dell'Università di San Francisco, pubblicava un'inchiesta che provava come certi studenti ebrei del campus universitario avessero riconosciuto di aver svolto attività spionistica per conto dell'A.D.L. a carico di altri studenti e professori, annotando sistematicamente le osservazioni che tal studente o tal professore potevano fare a proposito di Israele o degli ebrei. Si è ormai a conoscenza del fatto che l'A.D.L. scheda regolarmente tutti coloro che manifestano sentimenti critici verso Israele, compresi i lettori che scrivono ai giornali.

Bullock era anche incaricato di numerose azioni illegali per conto dell'A.D.L. come la messa in opera, a pagamento, di una intercettazione clandestina sulla segreteria telefonica di un'organizzazione neo-nazista, la White Aryan Resistance. Controllava regolarmente la spazzatura di coloro che "erano nel mirino" e montò diverse operazioni provocatorie. C'è da dire che tutte le confessioni incredibili di Bullock sono state confermate in seguito da quelle di un "pentito" dell'A.D.L. di Los Angeles, David Gurvitz, che decise per ripicca di cooperare volontariamente con la polizia dopo che non aveva ottenuto il lavoro che si aspettava. Egli precisò che, quando ne valeva la pena, come per esempio in occasione del viaggio di americani d'origine palestinese in Israele, egli si metteva in contatto con il consolato israeliano di Los Angeles.

Malgrado l'evidenza e la molteplicità delle prove, l'A.D.L., che aveva ricevuto la solidarietà di quasi tutte le organizzazioni ebraiche americane, negò ogni veridicità del dossier a suo carico, affermando che Roy Bullock, collaboratore esterno, lavorava per suo conto e che la sezione di ricerca dell'A.D.L. non s'interessava che alle "organizzazioni estremiste". Secondo il direttore regionale dell'A.D.L. di San Francisco, Richard Hischaut, "l'A.D.L. non ha mai schedato cittadini americani di origine araba o organizzazioni arabe di questo paese. Le nostre investigazioni e il nostro lavoro si limitano strettamente ai gruppi estremisti e alle organizzazioni che vorrebbero colpire gli Ebrei e le altre minoranze, ivi compresi gli americani di origine araba (...). La nostra linea di condotta e il nostro credo sono sempre stati, nel nostro lavoro di ricerca, il rispetto di un alto livello etico e ciò nel rispetto della legge". Non si tratta che di opporsi ai "nemici del popolo ebraico con gli strumenti dell'investigazione e della ricerca d'informazioni". David Lehrer direttore dell'antenna di Los Angeles, doveva spingersi ancora oltre: "Non vi è niente di scandaloso nel come noi operiamo o in quello che abbiamo fatto. Il nostro passato contro i fanatici parla per noi". Il direttore internazionale dell'A.D.L., Abraham Foxman, sarà meno schietto: in ragione della natura confidenziale e delicata dell'inchiesta "ogni commento sarebbe non appropriato alla situazione". Il N.J.C.R.A.C. che raggruppa 117 associazioni ebraiche affermava che "tutti coloro che difendono i diritti civili sono debitori all'A.D.L.", e il Congresso ebraico mondiale (che riunisce 86 associazioni e gruppi ebraici) dichiarò di "avere la massima fiducia nell'integrità delle operazioni messe in atto dall'A.D.L.". La risposta più franca doveva venire dal primo ministro israeliano Yitzhak Rabin: "Questo Gerard è un eroe".

84. Una vecchia abitudine

La schedatura sistematica degli "avversari" eseguita dall'A.D.L. non è peraltro una novità

anche se, fino ad allora, le prove erano più tenui e meno ampie. Il Congressional Record che riporta gli atti parlamentari (z) cita per esempio l'interrogazione del repubblicano Clare Hoffman circa l'esistenza di uno schedario della Commissione del servizio civile, composto di 250.000 schede

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«che contengono informazioni, giudizi, pettegolezzi e delle insinuazioni sui giudizi, le opinioni e le azioni dei senatori, delle loro mogli e dei membri dei Congresso nonché di persone appartenenti alla vita pubblica (...). Secondo quanto è a mia conoscenza, su numerose schede figurano annotazioni come questa: "questa scheda è stata copiata da schede di individui sovversivi in possesso degli avvocati Minzer e Levy di New York. Queste schede sono state realizzate in collaborazione con il Comitato ebraico americano e con l'A.D.L. La fonte di queste informazioni non deve essere rivelata qualunque siano le circostanze e non deve essere riprodotta; informazioni supplementari riguardanti questa scheda possono essere ottenute rivolgendosi allo studio Minzer e Levy"». All'interrogazione di Hoffman fu brevemente risposto che il sistema di carte era stato fatto senza autorizzazione e che le schede oggetto della disputa sarebbero state scartate.

Secondo esempio. In Questo non è il lavoro di un solo giorno (Not the work of a day) che traccia la storia dell'A.D.L., è dichiarato che, nel 1936, "l'A.D.L. si organizzò per svelare l'appartenenza (al Bund) di numerosi americani che sostenevano Kuhn", allora leader del Bund, un movimento ebraico socialista antisionista. Sebbene la lista degli aderenti al Bund fosse segreta, "la Lega disponeva di propri investigatori infiltrati nell'organizzazione, come lo stesso autista di Kuhn".

Terzo esempio, nella rivista True ('), tre responsabili di primo piano dell'A.D.L., Benjamin Epstein, Seymour Graubard e Dore Schary si vantano di usare agenti infiltrati e di aver teso trappole sotto falsa identità.

Molti esempi di schedatura di privati cittadini attuati con metodi spionistici figurano in Conspiracy against freedom ('). L'autore, membro della Liberty Lobby, ha ottenuto, grazie al Freedom Information Act, diversi documenti provenienti dall'A.D.L. e che riguardano Liberty Lobby e il suo settimanale Spotlight. Ecco tre lettere che ne fanno parte e che sono assai "pepate":

«Per Harry Rosenkranz da Samuel Lewis Gaber 30 aprile 1976 oggetto: The Spotlight Caro Harry, Ti invio questa richiesta nella speranza che tu possa dar corso a un'operazione di ricerca.

Siamo stati sollecitati a informarci su di un individuo e/o una società domiciliata Appartement 200, 372 Bay Street, Toronto, Ontario, M5H 2X2. Un esemplare di Spotlight è stato inviato da Toronto a Pittsburgh in una busta professionale. Il numero della macchina di Toronto che ha annullato il francobollo è 145021. Per tua informazione, ho cercato di fotocopiare l'indirizzo del mittente ed il timbro automatico. Sii così cortese da tenermi al corrente di questa faccenda. Ti ringrazio ancora per tutte le numerose volte che mi hai aiutato. Con amicizia. Firmato: SI-G.

Copie a Theodore Freedman, Justin Finger, Jerome Bakst, Mort Kass, Irvin Suall». (Si tratta esclusivamente di membri dell'A.D.L.). Seconda lettera, la cui formulazione fa pensare che sia stata inviata a tutti gli uffici americani

dell'A.D.L.: «Memorandum: da Charles F Wittenstein a: Mark Briskman data: 20 maggio 1977 oggetto: Registri finanziari della Liberty Lobby del 1975 e 1976. Troverete qui di seguito

l'elenco delle persone che hanno versato un minimo di 500 dollari alla Liberty Lobby nella vostra regione:

Sylvia R. Turner, Dallas, Texas, 2.000 dollari. Siete pregati di fornirci informazioni aggiornate su tutte queste persone. Inviate i risultati

delle vostre ricerche direttamente a Irwin Suall con copie a Bakst, Kohler, Teitelbaum e a me. Grazie della vostra cooperazione. Firmato: Charles.

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Copie a: Irwin Suall, Jerome Bakst, Robert Kohler, Arthur N. Teitelbaum». Terza lettera che da il via a un'inchiesta privata discretamente designata con le lettere "T.D.": «Memorandum da: Mark Briskam a: Irwin Suall data: giugno 1977 oggetto: Sylvia R. Turner, Dallas. Il 20 maggio 1977 Charles Wittenstein mi ha inviato una lettera per domandare le più ampie

informazioni circa la persona in oggetto. Ella ha versato alla Liberty Lobby un contributo volontario di 2.000 dollari. La nostra

inchiesta preliminare ci ha permesso di scoprire una Sylvia Turner a Dallas. T.D. ha visitato questa Signora Turner che si è scoperto essere una donna di razza nera. Dopo una rapida discussione, è apparso evidente che questa Sylvia Turner non ha niente a che vedere con la Liberty Lobby.

Prima di continuare la nostra inchiesta, avete un indirizzo o un numero di telefono? Ogni informazione sarà utile.

Grazie e cari saluti. Firmato MB. Copie a Charles Wittenstein, Jerry Bakst, Mort Kass». Irwing Suall rispondeva: "Mark, sono desolato; non posseggo altre informazioni. Non sapevo che avreste utilizzato

T.D. Telefonami in modo che ne possiamo parlare". Chi era dunque questo misterioso "T.D."? Nel corso di un recente processo che lo ha visto opposto alla Liberty Lobby, Alan M.

Schwartz, direttore delle inchieste e delle valutazioni dell'A.D.L., dopo essere stato messo alle strette dall'abile avvocato della Liberty Lobby Mark Lane (5), rese una deposizione molto interessante durata quattro ore davanti al tribunale di New York. Dovette confessare le tecniche d'inchiesta molto particolari usate dalla sua organizzazione, i suoi metodi "fuori dalla norma", i suoi legami con gli organi di polizia, della giustizia, dei servizi segreti ecc.

Nel suo libro Square One (6), Arnold Forster consigliere principale dell'A.D.L. per la quale lavora da una cinquantina d'anni, racconta un'operazione attuata contro un dirigente politico: "Questo investigatore, che aveva lavorato nei servizi segreti prima di lavorare per conto dell'A.D.L., dopo essere riuscito a entrare (illegalmente) in quella casa, fotografò di nascosto liste d'indirizzi, elenchi di donatori, le fonti d'informazione, le pubblicazioni che collaborano, la rete di relazioni dello stesso movimento e la sua corrispondenza con le persone appartenenti al mondo del fanatismo antiebraico".

Agli inizi degli anni 80, il B'naï B'rith si è fatto cogliere in flagrante nel corso di inchieste un po' troppo spinte, dallo stesso soggetto inquisito, Jack Sunderland, un uomo d'affari newyorchese. Presidente degli Americani per una migliore comprensione del Medioriente, egli apprese, tornando da un viaggio, che un uomo aveva visitato numerosi suoi vicini facendo domande molto personali su di lui, sulla sua famiglia, i suoi progetti per i figli, i suoi spostamenti eccetera. Sunderland ingaggiò un investigatore privato il quale, in collaborazione con l'F.B.I., scoprì l'identità dell'autore dell'indagine: uno studente ebreo delle superiori che aveva inoltre avuto accesso illegale a delle informazioni computerizzate quali il conto bancario e le impronte di Sunderland. Lo studente confessò di lavorare per il B'naï B'rith che stava preparando un dossier sulle personalità pro-arabe degli USA. Malgrado le ammissioni del suo dipendente, il B'naï B'rith rifiutò un incontro con Sunderland, ma s'impegnò a non pubblicare il suo nome nel rapporto. Quando questo uscì, nel gennaio 1983, edito dall'A.D.L., (Pro-Arab propaganda in America: Vehicles and Voices), i principali responsabili dell'organizzazione di Sunderland vi erano elencati come "veicoli" della propaganda pro-araba ma non si parlava di Sunderland (7).

Nella stessa ottica, Arnold Froster, responsabile dell'A.D.L., in Square One ammette che i membri della sua organizzazione non hanno esitato a fotocopiare corrispondenze private, prendendo

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la corrispondenza di "estremisti" dalle loro cassette delle lettere. Altro esempio, la storia del nuovo presidente nazionale dell'A.D.L., Burton S. Levinson, nel 1986 (") rivela che egli ha effettuato di persona missioni di infiltrazione quando era studente al Los Angeles City College. Levinson, che all'epoca presiedeva l'associazione giovanile del B'naï B'rith, si iscrisse al partito nazionale cristiano di Gerald K. Smith, che era anche direttore di The Cross and the Flag, bollettino estremista. Levinson assisteva a tutte le riunioni in modo da poter riferire alla locale sezione dell'A.D.L. cosa progettavano di fare e chi erano i militanti nazionalisti.

Evidentemente, ci si è un po' allontanati dallo scopo originario dell'A.D.L. elogiato dal presidente Kennedy: "La vostra organizzazione dovrebbe ricevere un premio per i suoi eccezionali contributi all'arricchimento della legalità democratica dell'America. Il vostro combattimento senza fine per un'eguaglianza del trattamento tra tutti gli Americani è stato un costante e sostanziale contributo alla nostra democrazia".

85. Collaborazione poliziesca

Sembra che i legami tra l'A.D.L. e la polizia risalgano alla dichiarazione di guerra americana

del 1941. Dopo la presa di potere di Hitler in Germania, l'A.D.L. fu oggetto di ogni attenzione da parte del B'naï B'rith. Le sue divisioni, i suoi investigatori, le sue sezioni, lavorarono per schedare l'insieme delle organizzazioni pacifiste americane, contrarie alla guerra, critiche verso gli ebrei ecc. Le leggi postali furono cambiate per impedire l'ingresso negli Stati Uniti delle pubblicazioni tedesche antisemite, le organizzazioni americane "fasciste" furono infiltrate e poi denunciate, fu creata una speciale agenzia stampa ecc. Erano tuttavia pratiche illegali perché si svolgevano prima dell'entrata in guerra degli Stati Uniti. "L'F. B. I. e le altre agenzie di sicurezza americane, scrive Grusd, ricevettero molte prove dei legami diretti che esistevano tra Berlino e le organizzazioni antiebraiche americane, così come la fonte dei loro finanziamenti in quel momento e la natura delle loro reciproche relazioni".

Lo stesso storico ufficiale del B'naï B'rith scrive più avanti: "Quando gli Stati Uniti ebbero dichiarato la guerra, gli schedari dell'A.D.L. divennero, per l'F.B.I., una miniera d'oro per la sorveglianza di centinaia di agenti nemici". Allo stesso modo Malkam, che ricalca Grusd, indica: "I gruppi di fascisti americani furono infiltrati e svelati alla pubblica opinione (...). Concentrandosi sulle (organizzazioni) più importanti, l'A.D.L. mise assieme dei voluminosi dossier su gruppi quali le milizie germano-americane, le Camicie d'Argento, i Vigilanti (...). Quando gli Stati Uniti entrarono in guerra, gli schedari dell'A.D.L. furono una vera miniera d'oro per gli agenti dell'F.B.I. nella lotta contro centinaia di agenti nemici infiltrati nel territorio".

Da allora questa pratica è continuata. Così nel processo allo storico revisionista Dietlib Felderer, condannato a dieci mesi di prigione per le sue ricerche storiche revisioniste, il Procuratore di Stato svedese Torsten Jonsson ringraziò con una lettera il direttore europeo dell'A.D.L.., Shimon Samuels, per le informazioni che gli aveva trasmesso: "Queste informazioni avevano grande valore e mi hanno facilitato il compito di vedere il piano che stava dietro questo caso" (y). Ugualmente, Michael Lieberman, direttore associato dell'ufficio dell'A.D.L. a Washington, scrive (10) che da quando nel 1990, in seno all'F.B.I., è stato adottato il principio di un servizio di statistica dei delitti razzisti, "l'A.D.L. è stata la principale fonte d'informazione per l'F.B.I. e per altre polizie al fine di mettere in pratica tali direttive. Le conoscenze tecniche nell'analisi dei delitti razzisti e il modo di rispondervi sono stati proposti ai servizi di polizia locali o di Stato sotto forma di seminari di formazione per identificare, stabilire e rispondere ai crimini razzisti (...). Gli esperti in delitti razzisti - che includono i rappresentanti dell'A.D.L. - preparano un modello di circolare che sarà utilizzato dalle diverse polizie e servizi di repressione". D'altra parte nel giugno 1989 il direttore dell'F.B.I. in persona, William Sessions, partecipò all'assemblea annuale dell'A.D.L. assieme al ministro della Giustizia israeliano, Dan Méridor, all'ex Segretario di Stato, George Schultz, e al Governatore dello Stato di New York, Mario Cuomo.

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Con lo stesso spirito, per attirarsi la benevolenza del potere repressivo e facilitare la penetrazione nell'apparato poliziesco, l'A.D.L. "sponsorizza" ogni anno diversi seminari consacrati particolarmente agli "estremisti bianchi" ("): "Circa duecento ufficiali di polizia e responsabili della sicurezza, dall'F.B.I. agli sceriffi passando per i Procuratori generali dei tredici Stati del Sud, dalla California al Wyoming, si sono riuniti per un seminario eccezionale destinato a combattere il terrorismo. Era organizzato da Betsy Rosenthal, direttore per la zona della Divisione diritti civili, e da Harvey B. Stechter, direttore di zona dell'A.D.L. Il seminario si è svolto all'accademia di polizia di Los Angeles. I principali oratori sono stati Arieh Ivtsan, Ambasciatore di Israele in Liberia e già responsabile della forza di polizia nazionale d'Israele ed Irwin Suall, direttore del dipartimento inchieste e della Divisione per i diritti civili. Alla fine del seminario, i partecipanti hanno ricevuto una cartella contenente alcuni rapporti dell'A. D. L. come I bersagli estremisti nelle prigioni o il manuale tecnico dell'A. D. L. sulla sicurezza come pure la lista di pubblicazioni recenti sull'e-stremismo politico ed i gruppi estremisti, con un compendio dell'A.D.L.".

Le opere "tecniche" dell'A.D.L., che sovente costituiscono una vera opera di schedatura di persone critiche al riguardo del sionismo, sono destinate da essere usate dalla polizia, come specifica lo stesso catalogo dell'A.D.L. "Questa guida (12) può essere anche utilizzata per l'istruzione della polizia, dell'esercito, delle organizzazioni religiose e comunitarie".

86. Il fiasco Demjanjuk

L'A.D.L. collabora molto strettamente, essendone considerata l'ispiratrice, con l'O.S.I.

(Ufficio Speciale d'Investigazione), una unità speciale del Dipartimento della Giustizia Americano. Creato nel 1979, più di quarant'anni dopo l'armistizio, ha come fine la ricerca dei criminali di guerra nazisti installati negli Stati Uniti, in larga parte emigranti arrivati dalla Germania, dall'Europa Centrale o dall'Europa dell'Est, che avrebbero collaborato con il regime nazional-socialista. Non avendo dichiarato la loro vera attività al momento del loro arrivo negli USA, questi vecchi di 70-80 anni possono vedersi privati della cittadinanza americana ed essere estradati in altri paesi, come Karl Linnas, deceduto in un lager sovietico. Tra casi reali - che peraltro non giustificano un tale accanimento mezzo secolo dopo i fatti - vi sono pure i casi scandalosi, come quello di Tscherim Soobzokov, ucciso con una bomba nel 1985 dalla Lega di difesa ebraica dopo aver vinto il processo contro l'O.S.I., o dello scienziato aeronautico Arthur Rudolph, falsamente accusato di aver torturato dei prigionieri a Peenemünde. Privato della pensione e della cittadinanza americana, fu assolto da un tribunale della Germania Federale tre anni dopo.

Ai tempi dell'estradizione di Andrija Artukovic, il direttore dell'O.S.I., Neal M. Sher, ringraziò l'A.D.L. (") "per i suoi sforzi vigorosi e continui" per portare i criminali nazisti davanti alla giustizia.

"Voi meritate di aver parte in questa vittoria e di condividerne gli onori". La divisione specializzata dell'A.D.L., la Nazi criminal Task Force, diretta da Elliot Welles (che è stato designato da Elie Wiesel per un seggio al Comitato nazionale di sorveglianza internazionale del Consiglio americano del Memorial dell'Olocausto) fornisce alla giustizia dossier evidentemente sconvolgenti... una buona parte dei quali proviene dagli archivi del K.G.B., ben prima della caduta del regime totalitario comunista e suscettibili di ogni sorta di manipolazioni.

Pat Buchanan, personalità assai rispettata e popolare degli USA, celebre giornalista, che fu candidato repubblicano alle elezioni presidenziali (alle primarie, contro George Bush) e che era stato direttore delle comunicazioni della Casa Bianca, fu violentemente attaccato per aver osato criticare tali pratiche: Buchanan aveva commesso il sacrilegio di paragonare l'assenza di sanzioni contro i comunisti cinesi, cubani o nord vietnamiti i quali si dedicano, oggi, a pratiche altrettanto condannabili di quelle dei nazisti di cinquant'anni fa. Ciò gli è valso l'infamia di figurare in un lungo articolo di due pagine in seno ad un rapporto dall'esplicito titolo Gli apologeti di Hitler.

Il caso più esemplare dell'accanimento dell'A.D.L. contro un innocente è quello di John Demjanjuk, un americano d'origine ucraina estradato in Israele nel 1986 con l'accusa di essere "Ivan

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il Terribile", un sadico guardiano del campo di Treblinka. Secondo gli organizzatori, il suo processo doveva essere il corrispettivo di quello di Eichman. Al termine di un processo spettacolare Demjanjuk, sconosciuto alla storia e vera vittima sacrificale, avrebbe dovuto essere il secondo condannato messo a morte in Israele, dopo l'organizzatore della "soluzione finale", allo scopo di vivificare la memoria dell'olocausto. Lo storico israeliano Tom Seguev ha scritto: "L'idea di partenza era quella di educare le giovani generazioni". Per loro, che mal conoscevano il processo Eichman, Demjanjuk era divenuto l'incarnazione del male, colui che aveva aiutato i nazisti nel genocidio degli ebrei, e che, forse, aveva ucciso i loro nonni.

L'A.D.L. ha dedicato a Demjanjuk una videocassetta, disponibile per posta, naturalmente raccapricciante... che sarà senza dubbio ritirata dal catalogo dopo che l'ucraino è stato assolto dalla Corte Suprema Israele per insufficienza di prove "in spirito e coscienza, senza esitazioni e dubbi" i129 luglio 1993. Molti documenti sovietici, forniti dal KGB, erano dei falsi, destinati, pare, a screditare il movimento nazionalista ucraino. Per la suprema corte, era impossibile provare che Demjanjuk fosse il famoso Ivan.

È interessante sapere che la maggior prova di accusa al processo era stata ottenuta nel 1987, quando ancora non si poteva presagire la fine della dittatura comunista, dal miliardario ebreo-americano Armand Hammer che deteneva un quasi monopolio dei fruttuosi commerci tra gli Usa e l'U.R.S.S. (14).

Demjanjuk, un modesto operaio della Ford di Cleveland, era tuttavia stato condannato a morte nel 1988 per "crimini contro il popolo ebraico, crimini contro l'umanità e crimini di guerra" mentre egli continuava a proclamarsi innocente. Qualche mese prima della sentenza della Corte suprema, Elliot Welles, responsabile dell'A.D.L., in una lettera al Washington Post, esigeva che Demjanjuk non fosse assolto argomentando che, anche se non era Ivan il Terribile, era certamente colpevole di altri crimini in altri campi, come ad esempio Sobibor! Sposato con figli, Demjanjuk fu trascinato nel fango e, nel 1981, privato della cittadinanza americana prima di essere estradato in Israele dopo cinque anni, all'età di sessant'anni.

Cinque deportati ebrei vennero alla sbarra per testimoniare che si trattava veramente di Ivan il Terribile, colui che violentava le donne ebree, le sventrava a colpi di baionetta ecc. Bisognò attendere quattro anni dopo la condanna a morte per fare uscire dagli archivi russi trentasette testimonianze di custodi ucraini di Treblinka (messi in seguito a morte) i quali affermavano che Ivan il Terribile era Ivan Marchenko, scomparso in Jugoslavia nel 1944. Né l'età, né la corporatura, né i segni particolari (cicatrice al collo ecc.) corrispondevano ai dati somatici di Demjanjuk. "È inconcepibile emettere un verdetto in base a supposizioni, a domande senza risposta, a contraddizioni tra le affermazioni che non sono legate da alcun collante omogeneo" faceva notare la Corte suprema nella sentenza di 550 pagine.

Malgrado l'assoluzione, il Centro Simon Wiesenthal ed il Congresso mondiale ebraico continuarono ad accanirsi contro l'imputato assolto tentando di trovare nuove testimonianze circa avvenimenti che si sarebbero svolti in altri campi. "Faremo tutto quanto legalmente possibile per trascinarlo di nuovo in giudizio, dovunque si trovi", dichiarò in particolare Ephrâim Zuroff, direttore del Centro Simon Wiesenthal di Gerusalemme. Pure Elie Wiesel, premio Nobel e regolare invitato alle cerimonie del B'nai B'rith, argomentò che vi era un conflitto "tra giustizia e memoria". L'avvocato di Demjanjuk, Yoram Sheftel, sionista che votava per il Likud e che ebbe una parte della famiglia dispersa durante la Seconda Guerra mondiale, fu a sua volta coperto di fango. Rischiò di essere accecato da un lancio di acido gettatogli contro da un ex deportato di Auschwitz: "La stampa israeliana mi ha trascinato nel fango, si è comportata peggio della stampa antisemita durante l'affare Dreyfus o dei giornali sovietici durante i grandi processi di Mosca. Loro almeno avevano una scusa. Non potevano opporsi a Stalin (...). Nel caso Demjanjuk mi sono battuto contro cinque poteri, quelli di Israele, degli Stati Uniti, della Russia, della Polonia e della Germania". Il ministro americano della Giustizia, meno coraggioso della Suprema Corte d'Israele, era sicuramente dello stesso avviso del Centro Wiesenthal dal momento che rifiuterà di riconoscere il suo errore e farà appello agli Stati Uniti al fine di tentare d'impedire il ritorno di Demjanjuk (15)

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E solamente il 22 settembre 1993 che Demjanjuk, all'età di settantatré anni, tornerà negli USA accompagnato dal figlio, dal genero, da due guardie del corpo e da un coraggioso rappresentante democratico dell'Ohio, James Traficant. La corte d'Appello di Cincinnati lo aveva infatti autorizzato a rientrare negli Stati Uniti, contro il parere del governo.

87. Svariate pressioni

Altro esempio, non giudiziario, che s'iscrive nel quadro della politica del "non dare tregua", è

la campagna organizzata nel 1988 contro Inamullah Khan, segretario generale del Congresso mondiale mussulmano: "L'A.D.L. ha svolto un ruolo preponderante fornendo informazioni sul leader mussulmano che doveva ricevere una delle ricompense più prestigiose del mondo, il Premio della Fondazione Templeton, e che aveva un passato fondamentalmente antiebraico. In base alle informazioni fornite dall'A.D.L., dall'Associazione Britannica dei Cristiani e degli Ebrei e dal Board of Deputies of British Jews, la Fondazione ha deciso di rinviare sine die l'attribuzione di tale ricompensa. La Fondazione Templeton, diretta da inglesi e con sede alle Bahamas, attribuisce ogni anno il premio di 400.000 dollari a una personalità che abbia contribuito in maniera significativa a fare progredire nel mondo la religione e la comprensione tra i vari gruppi religiosi mondiali. Quell'anno l'eletto avrebbe dovuto essere Inamullah Khan. Tra le persone precedentemente prescelte vi erano stati Madre Teresa di Calcutta, il Reverendo Billy Graham ed Alexandre Soljenitsyne. Da molti anni, nel corso di un'inchiesta approfondita sulle attività del Congresso mondiale mussulmano, l'A.D.L. aveva scoperto che quell'organizzazione era all'origine della distribuzione di opere violentemente antiebraiche e anti israeliane (")".

Nel corso di tale "inchiesta approfondita", l'A.D.L. aveva in effetti ritrovato un articolo con il quale Khan rendeva omaggio al fondatore del Congresso mondiale mussulmano, il Mufti di Gerusalemme, Jaj Amin El Husseini, che aveva manifestato della simpatia per il movimento nazio-nalsocialista; circostanza aggravante, il Congresso aveva inoltre adottato una mozione anti-israeliana nel 1980. Evidentemente, Khan non ricevette mai il premio che gli era stato attribuito.

Nel 1988 l'A.D.L. ha pure ingiunto ai governatori degli Stati americani di rendere obbligatorio per la polizia e per le altre autorità legali la tenuta di schedari e di inchieste sulle diverse associazioni antiebraiche o antisioniste, sui crimini "dovuti a fanatismo" ecc. Dieci Stati si sono già detti d'accordo. A questo proposito, il presidente americano dell'A.D.L., Burton S. Levinson, doveva dichiarare, nel corso dell'assemblea annuale tenuta a New York nel giugno 1988: "Benché i pregiudizi e il fanatismo non possano essere oggetto né di leggi né di indagini se non esistono i fatti concreti, l'esistenza nella legislazione di un passaggio specialmente dedicato ai crimini causati dall'odio... è un'arma importante per fermare la violenza causata dal fanatismo religioso o razziale"

88. Provocazioni di ogni genere

Nella loro deposizione del 1993, Roy Bullok e David Gurvitz confessarono di aver usato

"sporchi trucchi" (dirty tricks), cioè delle provocazioni attuate in seno a gruppuscoli di estrema destra in modo da screditarli ed a rafforzare nell'opinione pubblica l'idea dell'esistenza di un reale pericolo razzista ed antisemita. In realtà si tratta di un vecchio trucco dell'A.D.L. Una di queste azioni, quella più famosa, è quella di Meridian, una piccola città del Mississipi. Nella notte del 30 giugno 1968, davanti all'abitazione di un responsabile dell'A.D.L., tale Mayer Davidson, a Meridian, due persone sono letteralmente passate per le armi, all'improvviso, con pistole e fucili antisommossa. Le due vittime sono un'istitutrice, incinta e incensurata, Kathy Ainsworth, che fu colpita da dieci pallottole mentre era seduta in macchina, e un uomo, Thomas A. Terrants III, che sopravviverà sebbene sia stato colpito più di settanta volte.

La coppia era caduta in un'imboscata preparata dalla polizia locale e da agenti dell'F.B.I. Entrambi appartenenti al Ku Klux Klan, stavano per piazzare una bomba davanti alla porta di Davidson su ordine del capo del loro capitolo locale, ignorando che questi li aveva spinti all'azione

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per poi denunciarli. Infatti l'operazione era stag montata dall'A alla Z dall'A.D.L. con l'aiuto di un membro del Klan, Alton Wayne Roberts, arrestato per aver partecipato all'assassinio, avvenuto a Filadelfia nel 1964, di tre militanti dei diritti civili. All'inizio della primavera del 1968 Roberts, in libertà provvisoria e in attesa di giudizio, fece un accordo con il direttore regionale dell'A.D.L. di New Orleans, Adolph Botnick, noto per i suoi ottimi rapporti con l'F.B.I. L'A.D.L., con l'avallo di un agente speciale dell'F.B.I., Frank Watts, e di un membro della polizia di Meridian, Luke Scarborough, consegnò a Roberts e a suo fratello 69.000 dollari affinché divenissero agenti provocatori in seno al K.K.K. Altri 10.000 dollari furono versati a un intermediario. I Roberts diedero quindi istruzioni a due loro affiliati, i quali, come abbiamo visto, furono attirati in un'imboscata. I due fratelli Roberts ottennero così una vistosa riduzione di pena e furono messi sotto la protezione dell'F B.I. L'affare, compreso il coinvolgimeno dell'A.D.L., venne alla luce solo due anni dopo, ad opera di un giornalista californiano, Jack Nelson (18).

Altro esempio di "provocazione classica". La televisione americana, sempre a caccia di cretini col cranio rasato e con bracciali con la croce uncinata, ha consacrato, nel 1981, diversi servizi agli estremisti della filiale newyorchese della Lega di difesa dei patrioti cristiani (Christian Patriots defense League) ed in particolare ai suoi due capi, "John Austin" e "Jim Anderson". Ben noti negli ambienti neo-nazisti e di estrema destra, essi avevano partecipato, qualche mese prima, al Festival della libertà dei C.P.D.L. a Flora (Illinois). Vi avevano tenuto corsi di guerriglia urbana e di combattimento corpo a corpo, denominati "azioni di strada". Nel film Army on the right i due esprimono il proprio odio di minoranza razziale in modo particolarmente violento, in modo raro persino negli ambienti di estrema destra: i giovani ispanici sono, per esempio, della "sottomerda umana". Austin militava anche nel partito nazista americano e nel 1979 Anderson era stato uno dei principali leader, addirittura l'ideologo, della Confederazione degli ordini indipendenti dell'Impero invisibile del K.K.K.

Il 7 ottobre 1981, "Jim Anderson" venne interrogato dalla polizia per porto abusivo di armi e porto darmi in luogo pubblico. Si seppe allora che "Anderson" si chiamava James Mitchell Rosenberg e che lavorava occasionalmente come agente provocatore per conto dell'A.D.L. Ciò non gli impedì di continuare nella sua attività, come fu provato tre anni più tardi nel corso del processo contro il leader americano Lyndon Larouche. Il 10 luglio 1984, a New York, Irwing Suall, direttore nazionale del ramo "ricerche" dell'A.D.L., fu infatti obbligato ad ammettere, sotto giuramento, di conoscere Rosenberg e confessò altresì di essere stato in contatto con lui per "tutte le ultime settimane". L'avvocato di Suall, avendo notato che le deposizioni, essendo pubbliche, potevano essere riportate dalla stampa, suggerì allora al suo cliente di rifiutarsi di rispondere a nuove domande, in base a una legge dello Stato di New York che permette di proteggere le proprie fonti ('v).

Una delle tecniche classiche dell'A.D.L. consiste nell'accodarsi a tale o talaltro affare giudiziario, offrendo la sua esperienza giuridica, i suoi schedari e i suoi imponenti mezzi finanziari, a sostegno di questo o quel querelante in modo da non risultare la sola parte in causa o di esserne direttamente coinvolta. In un lungo articolo dedicato a un gruppuscolo neo-nazista americano, la White Aryan Resistance (WAR) che si stima raggruppi 2.000 aderenti, il mensile del B'naï B'rith (20) riporta, con allusioni, il fatto che l'A.D.L. ha letteralmente "preparato la pappa" per Morris Dees, responsabile del Southern poverty Law Center (S.P.L.C.), un'associazione locale che si consacra alla difesa degli immigrati e che si era costituito in giudizio contro il capo del WAR, Tom Metzger. La condanna di Metzger fu ottenuta in maniera particolarmente tortuosa, come vedremo, tramite la manipolazione di un ex skinhead. Siccome in effetti negli Stati Uniti la libertà d'espressione è ampiamente tutelata dal primo emendamento della Costituzione, per condannare Metzger era necessario provare che esisteva un collegamento diretto tra le dichiarazioni del suo capo in California e le azioni criminali commesse a diverse centinaia o migliaia di chilometri di distanza, tra cui l'assassinio a Portland (Oregon), di un Etiope - Mulugeta Seraw - da parte di skinheads.

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Il collegamento fu stabilito nella persona di David Mazella, un tale skinhead californiano il quale raccontò ai giurati che i Matzger lo avevano indottrinato con spirito di odio razziale e che lo avevano inviato nell'Oregon per organizzarvi movimenti skinhead ed incitarli alla violenza contro le minoranze etniche. Mazzella, arrivato a Portland, lavorò in stretto contatto con un gruppo di Skinheads razzisti tra i cui membri si trovavano i tre giovani che sei mesi dopo avrebbero ucciso Seraw. Mazzella dichiarò ai giurati che dopo quell'omicidio cominciò a porsi dei problemi circa le teorie di supremazie, di Metzger. Prese contatto con l'ufficio dell'A.D.L della California nel 1989. I responsabili dell'A.D.L. misero allora in contatto il ventiduenne Mazzella con Dees, il quale aveva accettato di difendere gli interessi della famiglia Seraw. L'A.D.L. assunse come avvocato Elton Rosenthal e si costituì in giudizio contro i Metzger assieme alla S.P.L.C. Sebbene quest'ultima organizzazione avesse svolto la maggior parte del lavoro, la sezione legale dell'A.D.L. fornì i documenti e le prove chiave che permisero di accertare i fatti, questo secondo Jeff Sinensky, direttore della divisione dei diritti civili dell'A.D.L. di New York.

89. Sostegno a una spia

Quando se ne presenta l'occasione, l'A.D.L. ed il B'naï B'rith arrivano fino a difendere le spie

che lavorano per la "buona causa", per esempio per lo Stato Ebraico. Da diversi anni, le due organizzazioni figurano in prima fila tra le associazioni ebraiche partecipanti alla campagna per la liberazione di Jonathan Pollard, un ufficiale americano condannato all'ergastolo per spionaggio in favore d'Israele. Ciò è avvenuto malgrado i molteplici accordi di difesa americano-israeliani, l'invio di armamenti sofisticati, la formazione di personale militare ebraico ecc.

Nato il 7 agosto 1954, Jonathan Jay Pollard sognava fin dall'infanzia di diventare agente del Mossad. Non ebbe pace finché non poté entrare in un servizio segreto americano per tradirlo a profitto di Israele. Avendo l'URSS rigettato la sua candidatura, si contentò di entrare con un impiego subalterno nel Centro di allerta antiterrorismo della marina americana (A.T.A.C.). Benché sorpreso dai superiori in flagrante delitto di menzogna, trasmetterà per diversi anni informazioni di prim'ordine sui loro alleati sudafricani, darà notizie sui paesi arabi come, per esempio, fornire i piani di difesa del quartier generale dell'O.L.P. a Tunisi (che verrà bombardato poco dopo) o l'ubi-cazione di fabbriche di armamenti in Irak. Smascherato, fu arrestato mentre cercava di forzare il cancello d'ingresso dell'ambasciata israeliana a Washington (21). I suoi ufficiali di contatto, il colonnello Aviem Sella e Rafael Elitan, ricevettero importanti promozioni in Israele (il primo divenne comandante della base aerea di Tel Nof, prima di doversi dimettere quando la notizia divenne di pubblico dominio). Per comprendere l'importanza dei dati trasmessi, sicuramente più segreti di quanto non si creda, è sufficiente leggere la deposizione di Caspar Weinberger, allora Segretario di Stato americano alla Difesa (e notoriamente conosciuto come niente affatto ostile a Israele): "Pollard avrebbe dovuto essere fucilato come traditore". Il procuratore Joseph di Genova che sostenne l'accusa dichiarò: "Non dovrà mai più rivedere la luce del sole. Pollard ha commesso un crimine imperdonabile contro gli Stati Uniti e la sentenza è stata assolutamente appropriata alla gravità del caso". Il presidente Bill Clinton, che ha dichiarato la sua intenzione di liberare Pollard, "quando sarà l'ora", è stato sollecitato in tal senso dal B'naï B'rith al momento del suo arrivo alla Casa Bianca (22).

Ultimo capitolo dell'affare Pollard, il 2 giugno 1993 lo Stato Ebraico ha fatto sapere di detenere in prigione dal 1986 una spia che lavorava per conto degli Stati Uniti. Si tratta dell'ex comandante Josef Amit che aveva servito nelle unità speciali prima di entrare nel servizio d'informazione militare. La stampa israeliana ha lasciato intendere che egli avrebbe passato informazioni agli Stati Uniti al momento dell'invasione israeliana del Libano nel 1982. Amit, che oggi ha quarantadue anni, è stato arrestato a Haïfa nel 1986 e condannato nel 1987 per aver dato informazioni agli Stati Uniti e probabilmente a un paese europeo. Nel 1990 uno scambio fu preso in considerazione da Israele. A differenza del caso Pollard, non si ha notizia di appelli per la liberazione di Amit da parte di organizzazioni umanitarie, in particolare il B'naï B'rith.

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Invece è attiva in tutto il mondo ed in particolare in Francia un'associazione di nome Giustizia per Pollard (23). Sui contatti tra servizi segreti e A.D.L. si può notare come il giornalista ebreo Robert Friedman, nella sua biografia sul rabbino Meir Kahane, capo della Lega per la difesa ebraica, affermi che Bernard Deutch, responsabile dell'A.D.L. a Brooklyn, è uno dei tre principali agenti del Mossad negli Stati Uniti.

90. Campagne intimidatorie

All'inizio l'A.D.L. si era proposta come fine la lotta contro l'antigiudaismo, un fine assai

nobile condiviso da molti americani di ogni confessione. Negli anni trenta, sotto la direzione di Richard E. Gutstadt, furono organizzate numerose campagne contro quelle opere che l'A.D.L. stimava essere favorevoli al nazionalismo e al nazionalsocialismo, sebbene il primo emendamento della Costituzione americana protegga la libertà d'espressione.

Se ne ha per esempio testimonianza in una lettera circolare inviata agli "editori di periodici anglo-ebraici" in data 13 dicembre 1933: « Scribner & Sons hanno dato alle stampe un'opera di Madison Grant, intitolata La conquista di un continente . Quest'opera è estremamente negativa nei riguardi degli interessi ebraici. Mette in evidenza la teoria della "superiorità nordica" e nega la filosofia del "melting pot" negli Stati Uniti. In un documento pubblicitario, gli Scribners si riferiscono al Signor Hitler come all'uomo che ha dimostrato il valore della "purezza razziale" in Germania. L'autore insiste sul fatto che lo sviluppo dell'America dipende dal rifiuto delle razze estranee non assimilabili. Questo libro può essere considerato da certuni come più deleterio del Mein Kampf di Hitler. Il Signor Grant afferma altresì che "i problemi nazionali sono problemi razziali". Ci auguriamo che la vendita di quest'opera sia ostacolata. Noi pensiamo che il miglior mezzo per ottenere ciò sia quello di non fare nessuna pubblicità a tale libro. Ogni recensione o citazione di un libro del genere attirerebbe l'attenzione di molte persone che altrimenti non l'avrebbero conosciuto. Ciò porta con sé un aumento di vendite. Meno se ne parlerà e meno se ne venderà. E per questo che ci appelliamo a voi affinché non ne parliate (...). La nostra opinione è che un'azione incisiva rispondente alla nostra richiesta suonerà come un avvertimento ad altre case editrici che, in seguito, si asterranno dall'imbarcarsi in questo tipo di avventura».

Per meglio comprendere la parzialità della lettera, che paragona il libro in questione a Mein Kampf, bisogna sapere che l'autore, Madison Grant, era un naturalista di fama mondiale presidente della Società di zoologia di New York. L'entusiasta recensore era il professor Fairfield Osborn, il più celebre paleontologo dell'epoca. L'opera si augurava, in effetti, una revisione delle regole di immigrazione in modo da riservare in maniera prioritaria le quote d'immigrazione alle popolazioni nordeuropee. Per fare un semplice confronto, ricordiamo che nell'aprile del 1982 un ebreo di origine polacca iniziava a Washington uno sciopero della fame per protestare contro le iniziative dell'A.D.L che cercava di impedirgli di ottenere la nazionalità americana in quanto antisionista.

Le campagne dell'A.D.L. si sono poco a poco allargate a ogni tipo di libro sospettato di essere critico riguardo agli ebrei, al giudaismo e anche, a partire dal 1947, alla politica israeliana, arrivando a colpire anche autori ebrei. Un esempio recente e tipico è la campagna indetta dall'A.D.L. nel 1983-84 contro il libro La sorte degli ebrei - un popolo lacerato tra il potere israeliano e l'etica ebraica di Roberta Strauss Feuerlicht. L'editore era Times Books ma la rivista che dipendeva dallo stesso gruppo, The New York Review of the books non lo recensirà mai. "Sono stata colpita dal silenzio, spiegherà l'autrice, il libro ha ottenuto quattro o cinque critiche, ma solo una in un quotidiano importante, il Los Angeles Times. Né il New York Times né il Washington Post e neppure il Christian Science Monitor ne hanno parlato. Ho rilasciato numerose interviste alla radio, ma nessuna di esse è stata mandata in onda (...). Non vogliono bruciare il mio libro perché le fiamme attirerebbero i lettori, così fanno finta che il libro non sia mai esistito. Vogliono che esso muoia in fretta. È una minaccia per loro (...) dal momento che non sono una ricercatrice araba, ma un'ebrea che crede nell'etica ebraica (24)". Nel suo rendiconto, Mark Bruzonsky, giornalista ebreo del Washington Report on Middle East Affairs, (25) nota: «L'autrice ha ricevuto informazioni

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riservate secondo le quali il nuovo proprietario del Times Books, Jonathan Siegel, ha dato ordine che non vi fosse alcuna promozione in favore del libro. Ella afferma che Times Books si prepara tranquillamente a dichiarare il libro "esaurito" dopo una tiratura di solo 7.000 esemplari».

Anche le società sono poste sotto sorveglianza, specialmente quelle petrolifere che, data la loro attività, sono obbligate a commerciare con i paesi arabi. Così, quando gli investigatori dell'A.D.L. scoprirono che la seconda compagnia petrolifera americana, la Gulf Oil Company, aveva versato la somma, veramente ridicola per una "Major", di 50.000 dollari a un' associazione libanese pro-araba, il presidente nazionale dell'A.D.L. prese in mano la sua penna più bella per scrivere al Presidente della Gulf, in uno stile ipocrita e persuasivo (26):

"Caro Signor Dorsey, come lei sa, la comunità ebraica americana è molto inquieta dopo aver appreso che la Gulf Oil Corporation ha versato una somma di denaro a una associazione libanese che l'ha utilizzata per condurre una campagna pro-araba negli Stati Uniti. In conseguenza, è stata adottata una risoluzione critica nel corso dell'ultima sessione plenaria della Conferenza dei presidenti delle principali associazioni ebraiche americane, tra le quali figurano il B'naï B'rith e l'A.D.L. Abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere un gran numero di lettere provenienti da vari paesi da parte di persone che si augurano di saperne di più a proposito di questo dono della Gulf Oil. Per poter loro rispondere in modo intelligente, ci auguriamo di ricevere una spiegazione ufficiale".

Il presidente della seconda compagnia petrolifera americana depose subito le armi, scusandosi platealmente:

"Caro Signor Graubard, la ringrazio della sua lettera. Noi siamo partecipi della vostra inquietudine circa il contributo che la Gulf ha dato all'estero per scopi educativi negli Stati Uniti. Vi devo dire che ho avuto sentore di tale dono solo a cose fatte. A mio parere la società non avrebbe dovuto versare fondi per sostenere campagne politiche in favore di interessi stranieri negli Stati Uniti, e le posso assicurare che questa non è mai stata la nostra intenzione. Il contributo era criticabile ed il fatto non si ripeterà".

Non si può essere più timorati. Una delle più incredibili campagne di pressione è stata quella del 1989 concernente David

Rubitsky. Questo ex combattente israelita fece un reclamo, subito sostenuto dall'A.D.L., presso le Forze Armate americane col quale affermava di essere stato privato della Medaglia d'Onore del Congresso nel 1942 a causa dell'antisemitismo dei suoi superiori. Rivendicava come azione di coraggio l'avere, nel dicembre 1942, ucciso con le sue proprie mani, più di cinquecento giapponesi sull'isola di Buna nel Pacifico, dopo che i suoi camerati erano fuggiti in seguito a un attacco nemico. Immediatamente l'A.D.L. lanciò una petizione al Congresso tramite la rappresentante di New York, Nita Lowry, che raccolse rapidamente 71 firme. Dopo un anno di inchieste, l'Esercito, che non si era piegato alle ingiunzioni dell'A.D.L., rigettò la domanda, specificando che la battaglia alla quale Rubitsky pretendeva aver partecipato non aveva mai avuto luogo e che, durante la guerra, non vi erano mai stati 500 giapponesi su quell'isola!

91. Screditare le persone indipendenti

Nel corso delle sue sessioni di lavoro, i militanti dell'A.D.L. sono accuratamente indottrinati

in vista di queste campagne intimidatorie che non riguardano solo i libri ma anche le persone, i conferenzieri, gli universitari ecc. come dimostrano i documenti che riproduciamo in queste pagine. La direttrice della Commissione dei diritti civili, Sally Greenberg, mandò, nel febbraio 1986, una documentazione tecnica dettagliata, di rara chiarezza, agli "studenti attivisti e ai leader studenteschi" dell'A.D.L. che usano in generale le strutture del B'naï B'rith nelle università, vale a dire la fondazione Hillel. Queste Direttive riguardo agli oratori razzisti ed estremisti (cioè i mussulmani neri) nei campus, dimostrano che l'azione dell'A.D.L. è accuratamente programmata e che utilizza tutte le possibili tecniche psicologiche di manipolazione delle masse: "Abbiamo compilato quello che ci pare essere un buon insieme di direttive per agire in caso di presenza di un

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oratore razzista o estremista nel vostro campus. Nell'enunciare le direttive, le abbiamo elaborate in modo da superare lo scoglio del Primo Emendamento che potrebbe ostacolare la vostra azione. Al fine di applicare le direttive, bisogna attuare alcune tappe ben prima che sia programmata la presenza di un oratore razzista o estremista:

Eccole: 1) Sviluppare le relazioni con i leader degli studenti ed i capi amministrativi del vostro liceo o della vostra Università. 2) Sapere cosa prevede il regolamento interno in materia di accesso per gli oratori, chi ha diritto a tenere discorsi nel campus, riunioni ed altre funzioni (se i programmi sono limitai a coloro che sono identificabili ecc.). 3) Scoprire quali sono le regole per quanto riguarda il pagamento degli oratori con il fondo degli studenti. 4) Stabilire relazioni con gli altri gruppi etnici (Ispanici, Neri, Asiatici) in modo che esistano già dei contatti prima che sorga il problema. 5) Conoscere le organizzazioni locali della comunità ebraica, come l'A.D.L., perché esse possono disporre di utili esperienze e di informazioni".

Niente è lasciato al caso, come dimostra un documento allegato, nell'evenienza in cui, malgrado le pressioni, la riunione con "estremisti" abbia effettivamente luogo: "Notate bene che membri dell'amministrazione dell'Università non devono apparire sul palco, a lato dell'oratore, altrimenti questo vorrebbe dire che l'istituzione se ne fa garante. Argomentate egualmente che non vi è alcuna ragione perché le stazioni radio del campus diffondano la riunione alla comunità studentesca dei dintorni (...). Date all'insieme dei gruppi del campus informazioni dettagliate e affidabili sull'oratore, i suoi antecedenti, le sue azioni, le sue idee. Mettete in luce le sue relazioni con elementi sgradevoli (qui segue una lista di dirigenti mussulmani o di estrema destra). Dimostrate che egli rappresenta una forza negativa nell'ambito della società (...).

È fondamentale che la faccenda non sia vista dal campus come un regolamento di conti tra ebrei e neri ecc. E importante dominare gli eventi definendo la controversia come opposizione tra gente di buona volontà da una parte ed estremismo ed intolleranza dall'altra. Coinvolgete il maggior numero possibile di non-ebrei e non-bianchi. Realizzate un'ampia alleanza nell'ambito della facoltà, dell'amministrazione, dei cappellani del campus, dei responsabili degli studenti (...). Dissuadete gli studenti ebrei dal far venire nei campus esponenti ebrei estremisti (come quelli della Lega della difesa ebraica) che potrebbero solamente offuscare la questione e in seguito polarizzare la comunità ecc.".

Questa consegna conferma il fine del progetto dell'A.D.L. per l'America Latina, redatto da Arnold Forster nel 1965: "Molti elementi della comunità ebraica sono convinti che le cose vadano bene. Queste persone hanno chiuso per molti anni gli occhi sull'antisemitismo esistente e credono che, così facendo, esso sparirà. Costoro credono che l'azione pubblica (dell'A.D.L.) destinata a lottare contro l'antisemitismo, non serva che a risvegliare vecchi problemi. Non desiderano smuovere le acque, attirare l'attenzione su di sé. Il solo modo per convincerli ad unirsi agli sforzi difensivi è quello di rivestire questo programma con i problemi degli altri gruppi etnici e camuffare la lotta per le minoranze ebraiche con la lotta per tutte le minoranze (Z')".

I responsabili dell'A.D.L. devono inoltre inviare alla sede della loro direzione nazionale il massimo numero di documenti, foto, volantini e resoconti di questo tipo di riunioni. In tal modo, gli oratori schedati possono praticamente essere seguiti da un campus all'altro e i responsabili Hillel o A.D.L. (in collegamento con l'A.I.P.A.C.) ricevono schede sul loro passato, il riassunto degli argomenti che hanno l'abitudine di trattare, citazioni, così come pure la lista di alcune domande imbarazzanti alle quali gli oratori dovrebbero avere difficoltà a rispondere (ed anche la lista delle domande da non fare... perché essi se la caverebbero troppo bene). Notate che i non-bianchi, come vengono graziosamente denominati dall'A.D.L., hanno finito con l'esprimere la loro inquietudine quando l'A.D.L. ha pubblicato, nel giugno 1992, un rapporto dettagliato sulle loro organizzazioni, L'antisemitismo dei demagoghi Neri e degli estremisti, in cui venivano messi sotto accusa gruppi come la Nazione dell'Islam ed il suo principale leader, Louis Ferrakhan, predicatore che aveva sempre espresso chiaramente il suo parere riguardo a Israele e alla comunità ebraica. L'A.D.L. pubblica anche lettere specializzate, come P.L.O. Watch dedicata esclusivamente a "sorvegliare da

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vicino ciò che dice questa organizzazione (l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina) piuttosto di quello che dice ai capi di Stato e ai giornalisti" (28).

In pratica, l'A.D.L. assimila agli oratori "estremisti" tutti gli insegnanti, ricercatori, uomini politici o dirigenti di associazioni che esprimano riserve sull'attitudine degli Stati Uniti nei riguardi dello Stato ebraico. Tutti si espongono al rischio di essere definiti "antisemiti", "nazisti", con gli inevitabili agganci a "Hitler" e all` Olocausto". L'A.D.L. si occupa pure di tutti coloro che potrebbero essere antisemiti: "Ciò riguarda tutto quello che la Lega considera ostile, insufficientemente laudativo o critico verso un ebreo, gli ebrei, il sionismo o Israele, anche se un membro del Congresso o un Senatore votano tre milioni di dollari di aiuti a Israele in luogo dei quattro richiesti" (29).

Nessuno si salva, neppure le Forze Armate. Anthony Cordesman, ex alto funzionario del Ministero della Difesa, dovette amaramente constatarlo quando, nel 1977, pubblicò un lungo articolo sull'autorevole Armed forces Journal International nel quale esaminava l'equilibrio delle forze militari in Medio Oriente. Interrogandosi a proposito del bisogno di Israele di aiuti militari americani, Cordesman notava che il numero di carri di modello medio ché Israele stimava necessario alla propria difesa per il decennio 1976-86 si avvicinava al numero dell'insieme dei carri dispiegati dagli Stati Uniti nell'ambito della NATO. Basandosi su diverse fonti militari affidabili, metteva in risalto il fatto che le armate arabe non erano coordinate, erano male addestrate, avevano quadri mediocri, mancavano di mezzi di comunicazione ecc. e concludeva che il potenziale militare di Israele, Stato militarista, sorpassava di gran lunga il fabbisogno reale per la difesa. A causa di tale eccessivo armamento, Israele poteva dunque arrivare ad aiutare Stati ostili agli Stati Uniti senza che questi ultimi potessero intervenire. A causa di tali confronti, l'articolo fu denunciato dall'A.D.L. come "anti-israeliano e anti-ebraico", la rivista militare fu inondata di lettere e i suoi dirigenti di telefonate vendicative. Fu imposto un articolo "rettificatore". Cordesman fu anche accusato dall'A.D.L. di aver usato informazioni segrete ("classificate") ottenute quando lavorava alla Difesa, e pretese un'indagine del Pentagono. Nel rapporto 1992 dell'A.D.L., accanto a nazisti da operetta, ha un posto di rilievo Pat Buchanan, il concorrente di George Bush in seno al Partito Repubblicano alle ultime presidenziali ('), per il solo fatto di aver criticato la politica, al cento per cento pro-israeliana, del Presidente e soprattutto per essersi opposto alla Guerra del Golfo, sfida vitale per Israele.

La stessa sorte è stata riservata a Noam Chomsky, professore di linguistica di fama mondiale ben noto per i suoi lavori (la grammatica generatrice). Quando venne in possesso del dossier di 150 pagine che l'A.D.L. gli aveva dedicato, questo ebreo di estrema sinistra, antisionista, denunciò "l'efficacissima campagna d'intimidazione (nei suoi riguardi) che ricorda quella degli anni trenta contro il Partito comunista, con la differenza che questi gruppi sono più efficaci ed hanno più potere".

"Quando tengo una conferenza in un'università o altrove, spiegava, è un classico che un gruppo di persone distribuisca volantini, invariabilmente anonimi, contenenti una serie di attacchi alla mia persona, conditi con "citazioni" (generalmente manipolate) di cose che avrei detto qui o là. Non ho alcun dubbio che la fonte sia l'A.D.L. e sovente le persone che distribuiscono questi fogli lo sanno perfettamente. Queste pratiche sono detestabili e tendono a intimidire il massimo numero di persone. In concreto non hanno alcunché d'illegale. Se l'A.D.L. ha scelto di combattermi con questi mezzi, ne ha il diritto, ma ciò deve essere detto chiaramente" (").

92. Pressioni amichevoli

Non vengono risparmiati neppure i deputati israeliani: un memorandum datato 18 settembre

1970, inviato da Foxman agli Uffici regionali dell'A.D.L., indica che non bisogna "sostenere o appoggiare gli incontri con il giornalista israeliano Uri Avnery, deputato alla Knesseth, e avere dibattiti con lui". Questo sostenitore di una riconciliazione tra ebrei e palestinesi è un "oppositore ai concetti tradizionali del giudaismo e dei sionismo. (...Inoltre,) egli è in grado di dire numerose cose che rischiano di turbare o anche di imbarazzare la comunità ebraica".

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Altro esempio: un ebreo antisionista scoprì, nel 1983, che l'A.D.L. teneva un dossier aggiornato su di lui fin dal 1970. Vi si trovavano informazioni attinte da giornali locali, relazioni circa riunioni tenute nei campus, rapporti dei centri di ricerca o istituti dove egli aveva lavorato, riunioni professionali, dibattiti alla radio o alla televisione, interviste e varie altre fonti messe assieme dagli uffici regionali dell'A.D.L. Il dossier rivelava che i suoi lavori erano stati oggetto di studi e riassunti, comprese le registrazioni e i seminari. Erano compresi dettagli quali i soggetti trattati nel corso delle conferenze, l'ambiente delle lezioni, il numero dei partecipanti, gli altri oratori presenti ecc. Un'associazione ebraica indipendente locale si era premurata di inviare informazioni sulle sue lezioni e nel dossier figurava copia di una lettera inviata ad alcuni amici (32)

Numerose "pressioni amichevoli" sono esercitate su eletti o alti funzionari al fine di impedire la nomina, od ottenere le dimissioni, di persone giudicate "ostili alla comunità". Fu così che, nel 1980, l'A.D.L. ottenne le dimissioni forzate di Warren Richardson che era stato nominato assistente del Ministro della Sanità. Il pretesto fu che egli era stato, per sei anni, consigliere legale della Liberty Lobby, un gruppo editoriale (giornali, editoria, radio) americano che fa uscire il settimanale di destra The Spotlight (340.000 esemplari).

Per restare nello spirito delle "pressioni amichevoli", la Liberty Lobby (27) ha reso pubblica una lettera particolarmente viziosa, nella forma e nel tono, che il direttore della sezione inchieste Irwin Suall ha inviato alla Compagnia aerea TWA il 3 aprile 1978: "Vi scrivo, su consiglio di Arnold Forster, che si trova attualmente all'estero, a proposito del Signor XXX, un pilota della TWA, che ha provocato l'ostilità di molte persone del New Jersey (il pilota è stato in seguito accusato di avere semplicemente scritto delle lettere per la pagina dei lettori di alcuni giornali, nelle quali si dimostrava critico nei confronti di Israele e degli ebrei). È capitato che alcune persone abbiano scoperto che si trattava di un pilota della TWA. Le attività propagandistiche del Signor XXX sembrano essere collegate al suo lavoro presso la stessa TWA. Il Signor Forster ritiene che voi dobbiate essere informati di questi fatti e mi ha chiesto, prima di partire, di scrivervi in questo senso, raccomandandomi di porgervi i suoi migliori saluti. Sarebbe lieto di ricevere una vostra risposta".

Anche il senatore repubblicano McCloskey ha subito la prova dolorosa di citazioni alterate e parziali (7, 29). Ricordiamo che l'A.D.L., pur sostenendo Israele e facendo dell'appoggio allo Stato ebraico uno dei suoi scopi principali, non è registrato al Congresso come "agente di un governo straniero" come vorrebbe la legge sulle lobbies (Foreign agents registration Act). McCloskey, rispettabile e rispettato deputato della California, prese per sua disgrazia posizione contro gli insediamenti israeliani in Cisgiordania, insediamenti condannati da tutti i paesi del mondo, compresi gli Stati Uniti e a esclusione di Israele. Egli desiderava presentare un emendamento in tale senso, ma si vide messo in guardia, amichevolmente ma fermamente, dai suoi colleghi. Dovette quindi ritirare l'emendamento. In effetti, diversi membri del Congresso erano all'epoca imbarazzati dal fatto che un quarto della somma stanziata per gli aiuti ai paesi stranieri venisse destinato a Israele (per superficie, l'equivalente di tre o quattro dipartimenti francesi). Essi evitano ogni voto palese sulla questione nel timore che un voto favorevole sia utilizzato presso l'elettorato e preferiscono un voto automatico, che non fa rumore. I budget sono così confermati automatica-mente, a meno che non vi siano emendamenti. "Nessuna riunione preparatoria che verta sugli aiuti a Israele viene tenuta senza la presenza di un rappresentante dell'A.I.P.A.C. (la potente lobby filo-israeliana dei Congresso). La sua presenza fa sì che ogni critica nei confronti di Israele sia subito riportata. Il membro del Congresso che si sia dimostrato critico può ricevere sgradevoli messaggi telefonici appena arrivato nel suo ufficio, subito dopo aver lasciato la riunione. I lobbisti dell'A.I.P.A.C. sono degli esperti nella conoscenza delle personalità e delle procedure del Congresso. Se si menziona Israele, anche a porte chiuse, essi ricevono immediatamente un rapporto su ciò che è trapelato". D'altra parte, sia l'A.I.P.A.C. che l'A.D.L. o il Congresso ebraico americano, che dispongono di ingenti somme di denaro (") da distribuire al momento delle campagne elettorali, indicano chi si debba votare, chi sono i "good guys": così nel National Jewish Monthly (') uno dei lobbisti del B'naï B'rith presso il Congresso, Franklin R. Sibley, d va la lista degli "amici degli

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Ebrei", da rieleggere e dei loro nemici, da abbattere. Due anni dopo, McCloskey non fu più designato dal suo partito per le elezioni senatoriali sebbene avesse quindici anni di anzianità al Senato. Decise allora di tentare la fortuna contro tre avversari largamente sovvenzionati e alla fine, tra la sorpresa generale, arrivò secondo.

Nel frattempo aveva subito una vasta campagna ostile, orchestrata dal B'naï B'rith. Essa si fondava originariamente su di un articolo del Bnai B'rith Messenger che affermava avere egli espresso propositi antisemiti in presenza di responsabili del Los Angeles Times, dal momento che suggeriva di registrare tutti i rabbini americani come agenti stranieri. L'accusa, che era falsa come confermò il Times, fu ripresa su scala nazionale. Il Messenger pubblicò una rettifica il mese seguente, ma il male era fatto. Due anni dopo, per esempio, il responsabile legale dell'A.I.P.A.C., Douglas Bloomfield, riprendeva l'accusa. McCloskey, vista distrutta la sua carriera politica, decise di tornare allo studio legale di Palo Alto, dove lavorava precedentemente. A quel punto, il cliente più importante dello studio, Ken Oshman, presidente della Rolm Corporation, minacciò di togliere il suo mandato se McCloskey avesse ripreso quel posto. La stessa cosa accadde in un altro studio di San Francisco, che si vide minacciato di perdere grossi contratti se avesse assunto un "noto antisemita, sostenitore dell'O.L.P."; McCloskey fu tuttavia assunto senza che le minacce fossero messe in esecuzione. "Una sistematica persecuzione da parte dell'A.D.L. fece capire a McCloskey che non avrebbe più avuto pace, neppure come privato cittadino. Il gruppo mandò un memorandum con dettagli dei suoi discorsi e delle sue azioni a tutte le sedi del paese. Lo scopo era quello di "assistere" i gruppi locali dell'A.D.L. per azioni di "contrattacco" ogni volta che McCloskey appariva in pubblico. McCloskey accettò l'invito della direzione dell'Università di Stanford a tenere un corso sul Congresso. Howard Goldberg, un membro del Consiglio che era anche direttore della Fondazione Hillel locale, prevenne il gruppo che tale invito era "uno schiaffo in faccia a tutta la comunità ebraica". Le pressioni furono molteplici: si cercò di imporre a McCloskey il programma ed il contenuto delle sue lezioni, fu annullato il rimborso spese, le ferie dimezzate, i suoi corsi furono sistematicamente criticati ecc. Come egli scrisse: "Si tratta di un antisemitismo al contrario. La comunità ebraica dice semplicemente che questa persona non deve insegnare a Stanford e, se tenta di farlo, noi non vogliamo il suo insegnamento".

In modo certo più divertente, il potere dell'A.D.L. è stato specularmente dimostrato dal senatore americano d'origine araba Abouzrek il quale, una volta in pensione, ha fondato il Comitato contro la discriminazione degli americani di origine araba. Desiderando occupare un posto vacante alla Commissione giustizia del Senato, Abouzrek prevenne David Brody, lobbista dell'A.D.L., che si sarebbe presentato per un seggio alla Commissione degli Affari Esteri se non avesse ottenuto quel posto. "Questo avvertimento ottenne l'effetto desiderato. L'ultima cosa che Brody voleva era di vedermi agli Affari Esteri, dove si decideva degli aiuti a Israele. Grazie all'aiuto che ho ricevuto dalla lobby, anche se James Allen, un senatore con maggiore anzianità, concorreva allo stesso posto (')".

David Brody, effettivo dell'A.D.L. dal 1949, è un ebreo newyorchese che s'installò a Washington nel 1940 per lavorare al Ministero dell'Agricoltura. Nel 1965 divenne responsabile della lobbying del Senato per l'A.D.L. In un articolo molto favorevole del New York Times, nel 1983, fu definito "il membro non eletto del Senato americano" dal senatore repubblicano Charles Mc Mathias jr. Per Walter Mondale, "David Brody può entrare o uscire dall'ufficio di ogni senatore più velocemente di chiunque altro". Nello stesso articolo, l'ex ambasciatore della Germania negli Stati Uniti, Rolf Pauls, confidò che aveva incontrato più senatori a casa di Brody che allo stesso Senato. Il 15 aprile 1973 durante un dibattito alla CBS nel programma Face the Nation, G. William Fulbright, allora presidente della Commissione Affari esteri del Senato, giudicò che "Israele controlla il Senato". E aggiunse: "L'Amministrazione (americana) è incapace di esercitare pressioni su Israele per una regolarizzazione in medio Oriente perché il Senato è servile nei confronti di Israele". Egli confermò le sue parole sei mesi dopo, i17 ottobre 1973, in piena guerra del Kippur affermando che "questo giudizio è evidente". Ciò provocò una levata di scudi dell'A.D.L. mentre il Senato taceva, sapendo bene che si trattava della pura verità. Più di quindici anni dopo un ex

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ambasciatore americano presso l'O.N.U., George Ball, confermava che niente era cambiato (35): "Praticamente ogni membro del Congresso e Senatore dice le sue preghiere alla lobby pro-israeliana A.I.P.A.C. Oh, essi hanno compiuto un enorme lavoro di corruzione del processo democratico negli Stati Uniti".

La solidarietà a Israele è prioritaria. Si può criticare Israele a titolo individuale: è un diritto. Non si può criticare Israele a nome del B'naï B'rith: è un dovere. (...) A tale proposito, vorrei denunciare quella falsa analisi che consiste nel dire che si è solidali con Israele ma non con il suo governo. Il governo è l'espressione democratica del popolo israeliano che si sacrifica e si batte al nostro posto. Dr. Marc Aron, presidente del B'naï B'rith di Francia, B'naï B'rith Journal, luglio 1990.

93. IL B'NAI B'RITH IN FRANCIA E IN EUROPA

94. La Loggia Francia La prima loggia francese del B'naï B'rith s'installò i127 marzo 1932. Suo primo presidente era

un avvocato russo di sinistra iscritto al foro di Pietrogrado, Henri Slosberg, il quale si era rifugiato in Francia in seguito alla caduta del regime di Kerenski. Nato a Mir il 14 gennaio 1863 e morto nel giugno del 1937, questo consigliere legale era stato per qualche tempo deputato liberale alla Duma. Era stato iniziato alla frammassoneria russa d'emigrazione nel 1921 ed apparteneva alla loggia Thébah. Poiché ricopriva un ruolo di prestigio nella comunità degli esuli, partecipò quale fratello fondatore alla creazione di diverse logge del Rito scozzese antico ed accettato, in particolare della loggia Astrée, di cui fu deputato nel 1932, e delle logge Hermès, Gamaïoune e Lotos, destinate agli emigrati russi. I soci fondatori della loggia di Francia furono Gordon Libermann, Gran Presidente della Grande Loggia d'Inghilterra e d'Irlanda, Julius Schwab, Gran Tesoriere e Samuel Daiches, presidente della Grande Loggia del Distretto XV La Francia fu il 26° paese in cui s'installava il B'naï B'rith. Nella sede di Parigi, rue Rembrandt (dopo un breve periodo trascorso al n°1 di rue Blanche), la loggia Francia n° 1151 raggruppò agli inizi ebrei russi emigrati, poi, a partire dal 1933, diversi ebrei tedeschi. I primi presidenti della loggia furono Salvator Abravenel (morto i12 settembre 1935), Saby Amon, l'esportatore Salvator Roditi. Un ruolo importante toccò pure al fratello S. Alphandary, segretario delle logge francesi del B'naï B'rith. L'Ordine si diffuse in seguito nell'intero paese, dapprima nel mezzogiorno e poi ovunque si trovassero degli insediamenti israeliti: Mulhouse (1935, loggia Alsace), Colmar, Grenoble, Nizza (1947, loggia Côte d'Azur), Metz (1952, loggia Elie Bloch), Lyon (1951, loggia Robert Lemhann), Nancy, Strasbourg (1948), Troyes ecc. A questo proposito si nota che la loggia B'naï B'rith di Metz, la Lothringen, è la più antica di Francia dato che fu fondata 1126 marzo 1905 quando l'Alsazia Lorena era possedimento tedesco. La maggior parte dei suoi membri, ebrei tedeschi, tornarono oltre Reno dopo la prima Guerra Mondiale. La loggia fu ribattezzata loggia Elie Bloch l'8 maggio 1952 alla presenza del sindaco della città, Raymond Mondon.

Dopo la seconda Guerra Mondiale, la sede del B'naï B'rith fu successivamente al n° 16 avenue Wagram, nel XVII arrondissement, poi al boulevard de Strasbourg (nello stesso immobile dove risiedeva il Bétar), poi ancora rue Lesueur, nel XVI arrondissement. Oggi ha sede al n° 48 di rue de Clichy, nel IX° arrondissement. Il 13 ottobre 1945, quindici fratelli si riunirono per rilanciare l'Ordine. Si contattò David Bloch per la carica di presidente, mentore Saby Amon. Nel 1949 prese la presidenza Gaston Kahn che la conservò a lungo (era ancora presidente nel 1959) rivestendo un ruolo importante in seno al giudaismo francese (Concistoro israelita) ed europeo. Circa allo stesso momento fu iniziato nell'Ordine il futuro Gran Rabbino di Parigi, Jakob Kaplan. Nel 19591a loggia

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di Francia si gemellò con la loggia Yehouda-Halevy di Gerusalemme. Nel 1963 la loggia di Francia, allora presieduta da Jaques Marx, raddoppiò con la comparsa a Parigi della loggia Zadoc Kahn. Questi era stato il celebre rabbino di Lunéville, poi Gran Rabbino di Parigi ed infine di Francia che aveva avuto un ruolo importante all'epoca dell'affare Dreyfus e al momento della legge di separazione della Chiesa dallo Stato nel 1905.

95. Il presedente Jean-Pierre Bloch

Dal giugno 1974 al marzo 1981 Jean-Pierre Bloch fu presidente nazionale del B'naï B'rith e,

fino al 1992, della Lega Internazionale contro l'antisemitismo (L.I.C.A., fondata dal frammassone Bernard Lecache, membro della loggia Paris), divenuta più tardi L.I.C.R.A. dopo aver inserito nel nome la lotta al razzismo. Jean-Pierre Bloch è nato a Parigi il 14 aprile 1905; col nome di Jean-Pierre Bloch d'Aboucaya animò, prima della guerra, gli Studenti plebiscitari, movimento bonapartista, assai poco liberale. Modesto impiegato, Bloch fu raccomandato da Léon Blum ad un posto di giornalista al Populaire. In seguito divenne direttore alle vendite di questo quotidiano socialista ed avrà una carriera folgorante proprio in virtù della sua parallela ascesa in seno allo S.F.O. e alla massoneria. Il 10 febbraio 1929 fu iniziato nella loggia Libertà del Diritto umano, ordine massonico misto. Divenuto maestro, nel 1932 si affiliò alla loggia 1793 del Grande Oriente di Francia, prima di entrare nella loggia Jean Jaurès (ad oriente di Laon) e alla loggia Spartacus (Parigi) continuando a ricoprire la funzione di oratore-aggiunto alla loggia Liberté (1933 e 1934). Era venerabile di questa loggia al momento del fronte popolare come pure nel 1939. Membro del Consiglio nazionale del Diritto umano, questo ex militante bonapartista aveva trovato la sua strada: in breve divenne violentemente anticattolico fino a fare, il 5 marzo 1929, alla loggia Liberté una "dimostrazione" dal titolo Discorso sull'imperialismo religioso: la Chiesa contro la democrazia.

Eletto consigliere generale dello S.F.I.O. per l'Aisne, poi collaboratore del sindaco di Laon ed infine deputato dell'Aisne, divenne segretario del Gruppo fraterno (leggi "massonico") parlamentare, gruppo al quale appartenevano i fratelli deputati e senatori. Bloch vi seppe creare molte amicizie. Ostile alla politica del Maresciallo Pétain, fu arrestato ma riuscì a rifugiarsi a Londra dove fece parte dello stato maggiore del Generale De Gaulle quale deputato socialista. Egli si occupò in particolar modo dei servizi politici (epurazioni, lotta ai pétainisti) del famoso B.C.R.A., i Servizi Segreti della Francia libera. emendo seguito De Gaulle ad Algeri, fu nominato membro dell'Assemblea consultiva, fece rimettere in vigore il decreto Crémieux abrogato da Vichy (che concedeva la cittadinanza francese agli ebrei autoctoni), pretese la condanna a morte di Pierre Pucheu ecc. Delegato generale agli interni del Comitato di Algeri, continuò nell'epurazione dei pétainisti e fece rimettere in libertà Ferhat Abbas. A1 suo rientro in Francia, fu eletto presidente del Comitato d'azione della resistenza (C.A.R.) e deputato all'Assemblea Costituente e sedette tra i giurati che condannarono a morte il Maresciallo Pétain. La sua carriera parlamentare fu interrotta nel 1946. Si fece allora designare presidente della S.N.E.P. (Società nazionale delle imprese di stampa), organismo incaricato di amministrare e liquidare i beni dei giornali e delle stamperie che erano stati confiscati e sottratti ai loro legali proprietari per aver sostenuto lo Stato francese del Maresciallo Philippe Pétain. Fu congedato dopo uno schiacciante rapporto negativo sulla sua gestione. Messo in ombra per qualche tempo, ricomparve nel campo della pubblicità, questa volta come distributore ai giornali francesi dei budget di Israele. Si dedicò pure alla L.I.C.R.A. e al B'naï B'rith. Secondo David Malkam, durante la decolonizzazione del Maghreb, Pierre-Bloch «effettuò missioni e prestò i suoi buoni uffici sia in quanto (sic) A.D.L. che come dirigente della L.I.C.A. Favorevole al negoziato, la L.I.C.A. stima che "non bisogna discutere solamente con il F.L.N. ma con tutti i rappresentanti dei nazionalismi algerini e con i rappresentanti delle minoranze europee"». Si ignora in quale data Pierre Bloch fu iniziato al B'naï B'rith, ma sappiamo che fu presidente della loggia France nel 1958 e nel 1966, presidente della sezione francese dell'A.D.L. negli anni settanta e, a più riprese, presidente del B'naï B'rith di Francia (') in particolare dal 1974-1975 al 1981. Egli cumulò questa funzione con quella di presidente dell'A.D.L. europea dal 1975 al 1981.

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Di nuovo presidente del B'naï B'rith a partire dal 1974, fu rimpiazzato nella carica all'assemblea generale del 15 marzo 1981 dal Dr. Stéphane Zambrowski. Quest'ultimo, pediatra all'Ospedale Saint-Antoine, era un ex presidente della loggia France. Lui pure apparteneva al Concistoro centrale israelita di Francia (di cui è rappresentante a Orléans) ed era stato vice presidente dell'Associazione degli amici dell'Università BarIlan. Nato a Varsavia il 17 dicembre 1914, sposatosi nel 1947, questo ex partigiano fu anche medico capo dell'Ufficio del Niger in Sudan e primario al centro di medicina del lavoro di Paris Xème.

Nel 1983 gli successe Sam H. Hoffenberg che era stato presidente dell'U.F.A.B.B. (Unione francese delle associazioni B'naï B'rith di Francia) dal 1974 al 1975. Conservando la sua carica fino al 1988, Hoffenberg sedette per sei anni nel Comitato esecutivo del XIX Distretto e rappresentò il B'naï B'rith internazionale all'Unesco dal 1971 alla sua morte, avvenuta il 6 febbraio 1989. Fu lui che ottenne l'iscrizione del campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia, nel patrimonio storico mondiale, rendendolo ormai inviolabile, per meglio perpetuare la Shoah.

Dotato di rare doti di persuasione, riuscì a ottenere, a più riprese, che il termine "sionismo" fosse cancellato dalle mozioni dell'Unesco che condannavano "il razzismo e il colonialismo". Nato nel 1912 nella Polonia zarista da famiglia hassidica, militò nel movimento sionista Gordonia (z) e partecipò a diversi congressi sionisti, in Polonia e in Svizzera. Fece i suoi studi a Grenoble prima di rientrare in Polonia, dove tentò invano di entrare nella pubblica amministrazione. Viveva nel ghetto di Varsavia, dove creò una cooperativa, confiscata nel 1941 dalla commissione della produzione del Judenrat. Fu deportato nel campo di Poniatowa, fuggì e tornò nel ghetto dove fu fatto prigioniero al momento dell'insurrezione. Fu rispedito a Poniatowa da dove riuscì a fuggire ('). Fino al 1945, poté vivere sotto la falsa identità di un elettricista cattolico polacco, Stanislas Kozmian. Preso durante i combattimenti dell'insurrezione dell'agosto 1944, fu spedito a Magdebourg da dove fu liberato dall'armata americana. Stabilitosi in Francia, divenne industriale. Segretario generale del Centro di documentazione ebraica contemporanea (C.D.J.C.) e del Memorial del martire ebreo ignoto, sedette al C.R.I.F. e vi presiedette il Brit Ivrit Olamit. Iniziato alla loggia di Francia, fondò la loggia Paris-Est di Vincennes. Dopo la sua morte, la loggia France piantò una foresta Sam-Hoffenberg in Israele.

96. Il Dr. Marc Aron

Nel 1988 fu eletto presidente dell'U.F.A.B.B. il Dr. Marc Aron di Lione che ottenne

diciassette voti contro i dieci di Lucy Abraham, ex presidente del capitolo femminile Anne Frank. Già membro degli Eclaireurs israeliti di Francia e poi degli studenti ebrei, questo medico è assai attivo in seno alla comunità ebraica della regione Rhône-Alpes. Appartiene al Comitato direttivo del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche (C.R.I.F.) Rhône-Alpes ed è vice presidente del Museo-Memoriale d'Izieu. Ex vice presidente dell'U.F.A.B.B. e membro del Comitato esecutivo del XIX Distretto (Europa Continentale), questo membro della loggia Lehmann di Lione ha presieduto, in virtù di tale carica, la commissione A.D.L. del B'naï B'rith europeo dal 1977 a11983. Egli ha nettamente orientato le azioni del B'naï B'rith "su tre assi stretta collaborazione con il XIX Distretto, lotta al revisionismo, incondizionato sostegno a Israele". Ha inoltre precisato che "il B'naï B'rith di Francia lavorerà ugualmente alla revisione dei testi scolastici, riprendendo in tal senso una risoluzione del Congresso di Gerusalemme. Intendiamo controllare in che modo i testi, sia delle ele-mentari che delle superiori, riportano le atrocità naziste. È auspicabile un lavoro simile a proposito di Israele e del Medio Oriente. Bisogna in effetti inculcare nelle menti dei piccoli francesi delle nozioni di storia e geografia, altrimenti essi rischiano di divenire un giorno antisemiti (')". A proposito di Israele, il suo impegno è totale, unendo del tutto la diaspora e lo Stato ebraico: "La priorità è la solidarietà a Israele. Si può criticare Israele a titolo individuale: è un diritto. Ma non si può criticare Israele a nome del B'naï B'rith: è un dovere (...). A questo proposito vorrei denunciare la falsa analisi che consiste nel dire che si è solidali con Israele ma non con il suo governo. I1 governo è l'espressione della volontà democratica del popolo israeliano che si sacrifica e si batte al nostro posto (5)".

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Dal momento della sua elezione, il Dr. Aron ha volontariamente perseguito una politica di esteriorizzazione delle logge del B'naï B'rith in special modo col passaggio a un'azione assai "diretta" contro la destra nazionale francese, facendo pubblicare un'opera di denuncia su Le destre nazionaliste e radicali in Francia (5). D'altro canto, il Dottor Aron ha avuto un ruolo importante nel processo Barbie (in seguito anche nel processo Touvier). Come spiega David Malkam, il Dr. Aron "ebbe un ruolo primario nella diffusione attraverso i media del processo (...). In effetti, sul piano logistico locale, a Lione, era necessario poter accogliere i giornalisti presenti al processo per le conferenze stampa dei principali avvocati dell'accusa e ciò fu possibile grazie al Dr. Aron che affittò un ufficio proprio di fronte al Palazzo di Giustizia. Al processo prese la parola l'avvocato Jacubowicz che parlò a nome del B'naï B'rith". Alain Jacubowicz è vice sindaco di Lione, incaricato dei diritti umani presso Michel Noir ed appartiene al comitato della L.I.C.R.A.

Il Dr. Aron ebbe anche una parte importante nella costruzione a Lione del Memoriale dell'Olocausto, ai tempi del processo Barbie, che fu finanziato dall'A.D.L. Qualche volta Marc Aron prende delle cantonate solenni, che non depongono a favore della sua serietà, come in un'intervista (') nella quale non esitò a dichiarare, a proposito dell'ex miliziano Paul Touvier, ricercato per crimini conti l'umanità: "Siamo in stretto contatto con le autorità e siamo in grado di affermare che non si sa più dove egli si trovi attualmente. Ha un recapito a Parigi, ma le persone incaricate di sorvegliarlo, le autorità di polizia, hanno completamente perso le sue tracce (...). Io penso che non lo troveranno più. Ad un certo punto prima del suo arresto si trovava in Canada in ambienti integristi. Là ha dei contatti". In realtà, in quel momento, Paul Touvier si trovava tranquillamente a Parigi. Ciò non impedì al Centro Simon Wiesenthal di imitare Aron quando Ephraïm Zuroff, suo direttore a Gerusalemme, affermò che "secondo informazioni degne di fede" Touvier era in Canada (8).

97. L'Unione francese delle associazioni B'naï B'rith

L'U.F.A.B.B., divenuta B'naï B'rith di Francia nel 1988, è stata creata a Parigi nel 1966, dopo

il Congresso di Ginevra del 1965 e dietro la pressione di Albert Harouche, Jaques Vatine e Marcel Stourdze. Dal 1966 al 1968 ne fu presidente Jaques Vatine. A tale data gli subentrò un ex deportato, Elie Wurm. Nel 1973 l'U.F.A.B.B. comprendeva 34 logge e 6 capitoli (femminili). L'U.F.A.B.B. svolge un ruolo di coordinamento tra le varie logge e capitoli, con uno sforzo d'insieme per i grandi progetti del Distretto europeo (Distretto XIX), la creazione di logge in Francia ecc. Nel 1973, 1' U.F.A.B.B., nel quadro delle sue attività filantropiche, dava uno speciale sostegno finanziario al Bicour-Holim, centro di riabilitazione per bambini in età prescolastica con problemi psicomotori, e alla Maison de Jaffa, un nido d'infanzia situato in Israele. Organizzava altresì un viaggio annuale in Israele e si occupava del Bulletin national.

L'installazione del B'naï B'rith varia da regione a regione (y). In effetti il B'naï B'rith ha sempre incontrato difficoltà a svilupparsi a Parigi: nel 1988 la capitale contava ufficialmente sette logge attive (con una media di 23 soci paganti), ma, in totale, esse comprendevano meno membri delle logge di Nizza. Vi si aggiungono altre sette logge della periferia parigina. Per dare un'idea dell'importanza del B'naï B'rith specie a livello finanziario, basti pensare che la sola colletta per far partire gli ebrei dall'URSS verso Israele (operazione Exodus) fruttò, nel 1990, più di 1.200.000 franchi. Nel 1992 il B'naï B'rith, "perfettamente conscio che la sicurezza d'Israele è assicurata dalla Tsahal, (...) ha preso l'iniziativa di contribuire alla costruzione di una casa del soldato" presso il lago di Tiberiade ("').

Nel 1987 è stata creata a Parigi la Lobby o Labby (Leaders association of B'naï B'rith Youth, giovani dai 19 ai 27 anni), un movimento di studenti di 19 - 27 anni appartenenti al B'naï Brith, animata inizialmente da David Kaminski ed estesa poi in Francia nel 1989 con Philippe Rochman. Questo nuovo organismo, che conta in Europa circa 500 membri, completa il B'naï B'rith Youth Organisation (B.B.Y.O.) fondato nella zona francofona del Distretto XIX, nel 1986. I1 B.B.Y.O. fu lanciato infatti in Europa all'inizio degli anni ottanta dietro l'impulso di Kobi Yassaf e, nel 1983, di

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Moshe Avital. Nel 1991 il comitato esecutivo europeo aveva come presidente David Amar, uno studente di diritto ventitreenne, ex presidente del B.B.Y.O. Nello stesso anno, la presidentessa del B.B.Y.O. europeo era Géraldine Rouah che era subentrata a David Benichou mentre il direttore europeo era Moshé Avital che aveva come assistente Doudi Abisror. Attualmente il B.B.Y.O. conterebbe da 1.000 a 1.800 giovani dai quattordici ai diciannove anni.

Per statuto, il B'naï B'rith di Francia dispone di tre rappresentanti (erano due nel 1982) presso il Comitato direttivo del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia (C.R.I.F.). Nel 1985 essi erano Jean-Pierre Bloch, Emile Moatti, Sam H. Hoffenberg. Nel 1990 sono stati designati Marc Aron, Maurice Honigbaum e Jean-Pierre Bloch. Nello stesso organismo siedono altri membri del B'naï B'rith ma per conto di altre organizzazioni (ad esempio Gérard Israël, Jean Kahn ecc.). Bisogna sapere che nelle strutture comunitarie figurano fratelli e sorelle del B'naï B'rith senza che la cosa sia necessariamente nota: "I1 ruolo del B'naï B'rith può essere molto o poco importante a seconda degli uomini. Può formare i migliori uomini e i migliori ebrei. Il B'naï B'rith può operare un costante rinnovamento. È grazie ai Concistori che si sono creati programmi come Ecoute Israël e La Source de vie; quest'ultimo è stato fatto grazie al B'naï B'rith e al Concistoro. La volontà di rinnovamento esiste nel Concistoro i cui membri, per il 50%, appartengono al B'naï B'rith (...). Vi è un'alleanza personale tra i membri del B'naï B'rith e quelli del Concistoro ed è assai feconda. I loro fini ed i loro mezzi sono comuni" (11).

98. Il Distretto XIX (Europa Continentale)

I1 B'naï B'rith europeo fu ufficialmente ricostituito nel 1948, partendo dalle logge svizzere, di

Basilea e di Zurigo, che non avevano mai cessato di funzionare, così come quelle della Danimarca (installate in Svezia), e quelle di Olanda e Francia, riattivate dopo la guerra. Di conseguenza, nel 1948 fu aperto a Parigi un ufficio del B'naï B'rith sotto la direzione di Saül Joftes, un membro effettivo americano venuto espressamente dagli Stati Uniti, e di Maurice Bisgyer, segretario dell'organizzazione. È da qui che il B'naï B'rith si espanderà di nuovo in Europa. Nel 1949 ricomparve una rivista mensile del B'naï B'rith, Agir, diretta da Maurice Brenner, Maurice Moch (12) e Leon Meiss. Nel 1949 fu lanciato un comitato europeo del B'naï B'rith sotto la presidenza, praticamente onorifica, del Dr. Leo Baeck. Questi, vecchio e affaticato, fu rapidamente rimpiazzato da Edwin Guggenheim di Zurigo. Il 4 settembre 1955 le logge continentali europee divennero il distretto XIX, nel corso di una solenne cerimonia svoltasi a Basilea, alla presenza dei rappresentanti delle logge di Belgio, Danimarca, Francia, Grecia, Olanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Svezia e Svizzera. Fu Leo Baeck, ex presidente del distretto VIII (Germania), scomparso in seguito alla Seconda Guerra mondiale, che consegnò la carta del nuovo Distretto XIX al suo primo presidente, Edwin Guggenheim, un avvocato zurighese. L'Inghilterra e l'Irlanda conservarono la propria indipendenza, malgrado i tentativi di avvicinamento dei primi anni cinquanta che portarono il presidente del B'naï B'rith inglese, Jack Morrison, a essere per un certo periodo vice presidente del Comitato coordinatore del B'naï B'rith europeo.

Alla sua prima riunione che si tenne a Parigi dal 6 al 9 settembre 1958, fu presentato un primo bilancio: il Distretto XIX contava trenta logge in otto paesi (Francia, Benelux, Svizzera, Italia, Paesi scandinavi e Grecia). La Francia divenne presto il suo centro trainante e i presidenti del Distretto sono stati quasi sempre francesi in virtù della loro superiorità numerica. Nel 1965 il Distretto contava 36 logge e 7 capitoli, di cui 15 logge erano situate in Francia. Nel 1970 le logge erano 57 in dodici paesi e la Francia ne contava almeno la metà. Nel 1985 vi erano 85 logge, di cui 59 in Fran-cia (molte delle quali in sonno), forti di 6.000 membri. Nel febbraio 1967, su domanda del B'naï B'rith europeo, fu aperto un ufficio a Marsiglia, che divenne presto "l'ufficio francofono del Distretto europeo" finalizzato a sviluppare l'Ordine in questa regione, dopo l'arrivo massiccio di ebrei dall'Africa del Nord. Fu diretto da Cohen-Haddad e in seguito fu trasferito a Parigi, nel dicembre 1968, sotto la guida di Gabriel Vadnaï.

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Nel 1963, in seguito alla morte di Guggenheim, fu scelto a succedergli il vicepresidente, Paul Jacob, già presidente del collegio forense di Mulhouse (1949-1951). Dal 1942 a11944 egli era stato amministratore della Scuola libera di studi superiori di New York. Capo del servizio giuridico del Commissariato all'informazione nel 1944, a partire dal 1945 svolse le stesse funzioni presso il Ministero dell'informazione. Industriale attivo a Mulhouse negli anni sessanta, fu direttore generale aggiunto degli stabilimenti tessili Wallach. Arbitro ufficiale presso la Corte di arbitraggio della Camera internazionale di Parigi, ha pubblicato Les lois d'occupation en France (1941) e in col-laborazione con Jaques Maritain, Le Droit raciste à l'assaut de la civilisation (1943). A partire dal 1945 fu pure redattore capo del Recueil juridique. Dal 1963 al 1970 fu altresì Gran Presidente del B'naï B'rith di Francia e promosse la rivista trimestrale del B'naï B'rith europeo. In collaborazione con E. L. Ehrlich produsse un'opera franco-tedesca, Littera judaica, in memoria di Edwin Guggenheim (che conteneva in particolare testi di Zwie Taubes, André Néher, Emmanuel Bulz, Léon Poliakov, Leo Baeck, Kurt Hruby ecc.). Fattosi un nome negli Stati Uniti, conservò la sua carica a capo del XIX Distretto fino al 1968, data in cui gli successe George M. Bloch che fu in seguito presidente del Consiglio internazionale del B'naï B'rith. Iniziato nel 1948, Bloch aveva fondato la loggia Alsace di Mulhouse. Membro della Coordinazione delle logge europee dal 1952, entrò nel suo comitato esecutivo nel 1965. Lo troviamo all'origine della riforma della Costituzione del B'naï B'rith europeo, che ha cancellato il suo lato massonico e la promiscuità nelle logge. In seguito alla morte di Sam Hoffenberg, Bloch rappresentò il B'naï B'rith presso l'Unesco ("), assistito da Norma Anav e Werner Salmon, tesoriere del comitato permanente delle Organizzazioni non governative (O.N.G.), ed ebbe poi lo stesso incarico presso il Consiglio d'Europa. Nel 1977 gli successe alla presidenza del Distretto XIX Joseph H. Domberger che mantenne la carica fino al 1986. A partire dal 1985, Bloch fu pure direttore della sezione europea dell'International Council of B'naï B'rith (I.C.B.B.).

Nel 1986, Maurice Honigbaum è divenuto presidente del Distretto XIX. Già presidente della loggia Côte-d'Azur, ha fatto parte del comitato esecutivo europeo dal 1983 al 1985 e in quest'ambito era stato responsabile della sezione Israël. Membro a Metz, nell'ante-guerra, degli Eclaireurs israélites de France, dal 1943 al 1945 si è occupato, nell'ambito dell'O.S.E., di bambini e di deportati. Segretario generale del Consiglio comunitario di Nizza, è vice presidente del comitato locale per i Fondi sociali ebraici unificati ed ha un seggio nella direzione della C.R.I.F (di cui è il rappresentante a Nizza) e un altro alla sezione francese del Congresso mondiale ebraico.

Il Comitato esecutivo (") è l'organo effettivo di direzione del Distretto XIX, ed esso agisce di concerto con l'assemblea dei delegati. Dal momento però che quest'ultima non si riunisce in congresso europeo che una volta ogni due anni, il Comitato esecutivo ricopre un ruolo molto più importante. Esiste inoltre un comitato centrale che assicura il collegamento per il restante periodo di tempo e vi sono diverse commissioni in seno al Distretto europeo come la commissione Cultura, presieduta nel 1992 da Jean-Pierre Allali ('s). Sempre a Parigi si trova la sede editoriale del B'nai B'rith Journal (`).

Uno dei personaggi chiave del B'naï B'rith europeo e tuttavia uno dei meno noti è il Dr. Ernst Ludwig Ehrlich, di Basilea, che è stato direttore del Distretto XIX senza interruzione dal 1961. Nato a Berlino i127 marzo 1921, vi effettuò gli studi di teologia negli anni trenta e vi dimorò fino al 1943 quando emigrò in Svizzera. Segretario generale delle Amicizie giudeo-cristiane di Svizzera e membro del comitato di collegamento delle organizzazioni ebraiche presso il Vaticano, docente alle Università di Francoforte-sul-Meno e di Zurigo, ha dato alle stampe svariati libri tutti concernenti il giudaismo ed Israele ("). Nel 1958 si recò per la prima volta in Israele. In particolare, ha partecipato, nella veste di rappresentante del B'naï B'rith, ai negoziati per il Carmelo di Auschwitz ed organizza sovente seminari su problematiche giudeo-cristiane. Ad esempio, l'Agenzia telegrafica ebraica del 29 agosto 1985 doveva rivelare che, in occasione dell'assemblea generale dell'Amicizia giudeo-cristiana Svizzera, Ehrlich aveva tenuto un sermone nella Cattedrale di Basilea. È "la prima volta che un ebreo (prende) la parola nella cattedrale di Basilea".

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A tale proposito, le pubblicazioni del B'naï B'rith ('1) notano che i seminari e i colloqui che egli organizza «non sono altro che la punta dell'iceberg dei suoi contatti. Da lungo tempo egli ha tessuto relazioni con le autorità politiche di Bonn e ha permesso che "coloro che non si parlavano più" ora si parlino. Dopo la caduta del muro di Berlino, il Dr. Ehrlich ha aggiunto un nuovo capitolo alle sue attività: partecipa a pieno titolo alla rinascita del giudaismo dell'Europa dell'Est, che ha vissuto sotto anestesia per più di cinquant'anni. La recente fondazione del B'naï B'rith in Ungheria e in Cecoslovacchia deve essere accreditata a questo infaticabile viaggiatore del giudaismo». Dal 1985, segretario del XIX Distretto è Stéphane Teicher, incaricato dell'espansione e della formazione. Membro fondatore della loggia Tsedek, premio Label A. Katz, nel 1985 ricevette il premio del B'naï B'rith International da destinarsi a un giovane dirigente comunitario, premio che non era mai stato attribuito prima ad un europeo; egli appartiene al Comitato centrale del XIX Distretto dal 1981, così come al Comitato esecutivo a partire dalla stessa data.

Nell'agosto 1990, Joseph H. Domberger, presidente onorario del XIX Distretto, è divenuto il primo vice presidente del B'naï B'rith International (B.B.I.). Era la seconda volta che un europeo otteneva tale posto nell'organizzazione del B.B.I. dal momento che dal 1982 al 1986 il francese George M. Bloch era stato "overseas senior vice-president" di Gerald Kraft, allora presidente mondiale. Bloch presiedette il Consiglio internazionale del B'naï B'rith fino al 1990. Un certo numero di membri del XIX Distretto sono pure stati eletti o cooptati a cariche internazionali (19).

99. Personalità accuratamente selezionate

I 2.500 o 3.000 membri del B'naï B'rith Frante sono stati accuratamente selezionati in modo

da fornire contatti efficaci in seno alla comunità ebraica: "uno dei ruoli importanti dei capitoli del B'naï B'rith è quello di essere un autentico vivaio per i quadri comunitari" (2"). Lo si può constatare leggendo il "carnet di famiglia" del B'naï B'rith (matrimoni, decessi, nascite, onorificenze ecc.): vi troviamo, ieri, Pierre Dreyfus-Schmidt, sindaco di Belfort, presidente della sezione francese del Congresso mondiale ebraico (anziano saggio della Loggia Emile Blum di Belfort), il Gran Rabbino di Francia Jacob Kaplan, Gérard Marx, membro della commissione amministrativa della sinagoga Victoire, membro del Concistoro di Parigi (presidente della sottocommissione di propaganda), presidente della loggia Frante; oggi, ad esempio, il Gran Rabbino Joseph Sitruk, il Gran Rabbino René Samuel Sirat, Odette Lang, giornalista della Tribune Juive, Daniel Bellaïche, redattore capo del Journal de l'Association médicale israélite de Frante (A.M.I.F.), Henri Bulawko, vice presidente onorario del C.R.I.F., presidente degli amici degli ex deportati ebrei di Francia, Albert Mallet, presidente di Radio Shalom, Armand Rozenek, presidente del Concistoro israelitico della Mosella (già presidente della loggia Armand Kraemer), Lucien Samak, segretario generale del C.R.I.F. nizzardo, Maurice Halkimi, presidente della comunità di Perpignan, il Gran Rabbino di Marsiglia, Jacques Ouaknin, Jean François Strouf, direttore del centro di documentazione ed informazione sul Medio Oriente ed in seguito direttore generale amministrativo dellaTribune Juive (presidente fondatore della loggia Mordehai Anielewicz), Evelyne Askenazi, presidente della loggia femminile Anna Frank di Parigi nel 1990 e contemporaneamente presidente delle Eclaireuses et Eclaireurs israélites de Frante. Lo stesso avveniva negli anni sessanta, come testimonia David Malkam: "In quell'epoca, le personalità più eminenti della loggia Frante si trovavano a capo di tutte le istituzioni ebraiche del paese. Fu così che ricoprirono le cariche di presidente del Fondo sociale ebraico unificato, del C.O.J.S.O.R. con rappresentanti nel C.R.I.F.".

A volte certe personalità hanno svelato la propria appartenenza al B'naï B'rith nel corso di un'intervista. È accaduto con Myriam Ezratty, responsabile della commissione della loggia Saadia Gaon di Parigi. Questa militante socialista è stata direttrice della sorveglianza sull'educazione al Ministero della Giustizia dal 1981 al 1983, e fu in seguito direttrice dell'amministrazione penitenziaria. Avendo da allora raggiunto il rango di avvocato generale alla Corte di Cassazione, nell'estate del 1988 divenne primo presidente della Corte d'Appello di Parigi. Lo stesso fu per Jean Kahn, eletto presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche in Francia nel

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maggio 1989. Nato a Strasburgo nel 1929, questo giurista, che è capo di un gabinetto del Consiglio d'Europa, è fratello nella loggia René Hirschler di Strasburgo.

Tra gli amici più prossimi al B'naï B'rith si può citare, ad esempio, Bernard-Henri Lévy e Marek Halter.

Il primo, da lunga data, intrattiene relazioni con l'Ordine, da quando, nel 1979, tenne una conferenza nei locali parigini del B'naï B'rith sull'"itinerario del proprio ritorno alle sorgenti dei giudaismo" (Z'). Nel 1990 fu invitato a Gerusalemme dal Centro mondiale del B'naï B'rith come conferenziere del Jerusalem Adress, il più prestigioso programma dell'ufficio israeliano del B'naï B'rith (in passato lo avevano preceduto Abba Eban, il professor George Steiner e il rabbino Imanuel Jacobowitz). Nel 1991, nel corso del Congresso Europeo dell'Ordine tenuto a Madrid, dal 2 al 6 novembre, egli fu insignito del premio letterario del B'nai B'rith intitolato a Emil Domberger che gli fu consegnato dal... suo complice Marek Halter, copresidente della giuria con Jean Pierre Allali. Il secondo, Marek Halter, è un assiduo conferenziere del B'naï B'rith. Onore insigne, egli è stato uno degli invitati d'onore della Anti Defamation League in occasione del Congresso negli Stati Uniti del 1987. Il suo discorso fu principalmente imperniato sul processo a Klaus Barbie. In particolare Halter denunciò l'avvocato Jacques Vergès "un militante terzomondista che voleva la distruzione di Israele". Nel 1992 intervenne davanti ai fratelli della loggia Elie Bloch di Metz sul tema: La memoria e il presente. Egli in particolare precisava: "Ogni ebreo è uno specialista della memoria (...). Abbiamo contato troppo sulla cattiva coscienza del pianeta dopo la Shoah (...). È ora di introdurre una sfumatura nella nostra perenne accusa contro la quale il mondo comincia a rivoltarsi: la cattiva coscienza".

Sullo stesso piano, Elie Wiesel, premio Nobel per la Pace nel 1986, è stato, a partire dal 1965, «1` attrazione" principale dell'ufficio conferenze internazionali del B'naï B'rith International» (22), figurando in prima fila nel gruppo che conta più di 180 tra attori, scrittori ed artisti che intervengono per conto del B'naï B'rith nel mondo intero. Per Wiesel questi conferenzieri sono "gli insegnanti mobili che hanno rimpiazzato i Maggidim (i letterati che, nel XVII e XVIII secolo, visitavano regolarmente le comunità ebraiche in Polonia e in Russia). Collegano tra di loro le comunità più o meno grandi e stabiliscono legami tra le culture dell'Est e dell'Ovest". Quando gli fu accordato il Nobel della pace, il direttore della commissione permanente dell'educazione ebraica del B.B.I., Michael Neiditch, notò: "Penso sia notevole che si tratti di un premio per la Pace e non per la Let-teratura. Il Comitato del Nobel ha visto in Wiesel qualcosa d'altro che un uomo di lettere ed ha preso in considerazione l'uomo e l'opera della sua vita. È un po' come se i membri del Comitato Nobel fossero stati studenti della Torah; hanno seguito il suo precetto di preoccuparsi non delle parole ma delle azioni". Bisogna dire che nel 1966 Wiesel aveva ricevuto il primo Premio dell'eredità ebrea del B'naï B'rith. Oggi i massimi sostenitori di Wiesel sono il B'naï B'rith, il Congresso mondiale ebraico e l'Anti Defamation League, le tre organizzazioni nelle quali egli è più impegnato.

100. Numerose amicizie politiche e giornalistiche

Come nella massoneria, la discrezione rimane di rigore. È eccezionale che un fratello o una

sorella si sveli, in particolare verso i gentili. Riproduciamo qui un raro estratto del B'nai B'rith Journal che darà un'idea dell'influenza esercitata dal B'naï B'rith sulla formazione intellettuale e ideologica dei politici, estratto reso ancora più interessante dal fatto che ne è autore un personaggio vicino a Laurent Fabius, uno dei candidati socialisti alla presidenza.

I legami con i "politici" sono sufficientemente stretti da fare ottenere sale per conferenze, compreso l'Hôtel de Lassay, residenza del presidente dell'Assemblea Nazionale, favori e sovvenzioni. Capita che siano versati contributi al B'naï B'rith, come quello di 20.000 franchi concesso da Robert Vigouroux, sindaco di Marsiglia, all'"associazione Louis Kahn", nome molto neutro sotto il quale si cela la loggia Louis Kahn del B'naï B'rith di Marsiglia, per un incontro sulla "trasmissione della memoria della Shoah" che si era tenuto a Marsiglia il 12 e 13 maggio 1988 (23).

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Prendendo a caso dalla documentazione disponibile, abbiamo scelto la testimonianza di alcuni incontri del B'naï B'rith con personalità di primo o secondo piano al fine di permettere al lettore di farsi un'idea della rete di relazioni tessuta dall'Organizzazione, con uomini politici o intellettuali, passando per i giornalisti (David Malkan cita Philippe Alexandre e Marc Ullman di R.T.L., Jean François Kahn de L'Evénement du jeudi, George Marc Benamou del Globe, Emile Mallet di Passages, Jean Charles Boudier di Républican lorrain ecc.).

- 21 giugno 1979: A Vincennes Jean-Pierre Bloch, presidente dell'U.F A.B.B. consegna al presidente del Senato, Alain Poher, una medaglia d'oro per "la sua azione in favore di Israele", in occasione del decennale della loggia Paris-Est del B'naï B'rith.

- 3 giugno 1980: I membri del Consiglio internazionale del B'naï B'rith, riuniti a Parigi sotto la presidenza di Jack Spitzer, sono ricevuti in Municipio da Jacques Chirac. A proposito del B'naï B'rith, il sindaco di Parigi dichiara che "i principi umanitari che lo caratterizzano (...) sono stretta-mente legati allo spirito umanista, alla libertà e ai diritti dell'uomo incarnati dalla Rivoluzione Francese". Partecipano alla riunione della B.B.I. Simone Veil, Pierre Mendès-France, Olivier Stirn, la vedova di Léon Blum ecc.

- 1981: Ricevimento in onore dell'allora Primo Ministro Raymond Barre e di Charles Hernu, futuro Ministro della Difesa, alla loggia Edwin-Guggenheim di Villeurbanne (Hernu parteciperà pure, nel 1985, all'anniversario della loggia).

- 24 marzo 1981: Diversi deputati socialisti, guidati da Bertrand Delanoë, sono ricevuti al B'naï B'rith per una conferenza dibattito durante la quale essi espongono i loro obiettivi in caso di vittoria presidenziale di François Mitterrand.

- Dal 28 al 31 maggio 1981: Colloquio alla loggia Benjamin di Montpellier con Jean Pierre Faye, Julia Kristeva, Philippe Lacoue-Labarthe, Edmond Jabes, Pierre Legendre, Patrick Girard, Daniel Sibony, Charles Malman, Emmanuel Levinas ecc.

- Settembre 1981: François Mitterrand invia un telegramma di felicitazioni al Dr. Stéphane Zambrowski, nuovo presidente dell'U.F.A.B.B. il cui incoraggiamento è per lui "un appoggio prezioso".

- 12 marzo 1982: Una delegazione del B'naï B'rith europeo, composta da J. H. Domberger, George M. Bloch, Marc Aron , Stéphane Zambrowski, Jean-Pierre Bloch (indicato come "consigliere politico del B'naï B'rith"), è ricevuta all'Eliseo da Pierre Bérégovoy, segretario generale alla Presidenza della Repubblica.

- 4 maggio 1983: Lionel Stoleru è invitato alla cena della loggia Hatikva (Parigi). Nell'occasione rivela che, nel marzo 1979, quando era Segretario di Stato all'Immigrazione, aveva inviato una lettera di dimissioni a Valéry Giscard d'Estaing per protestare contro le "misure ingiuste" prese nei confronti degli immigrati (24).

- 5 giugno 1984: Riunione B'naï B'rith a Parigi, prima delle elezioni europee, con Charles Lederman (Partito comunista), Jacques Piette (Partito socialista) Nicole Chouraqui (Unione dell'opposizione), Olivier Stirn (Intesa ecologica), Gerard Israël (deputato europeo, lista degli Stati Uniti d'Europa). La dichiarazione di Oslo contro l'antisemitismo viene inviata a 3.000 candidati europei dall'A.D.L.

- Dal 17 a120 gennaio 1985: Consiglio internazionale del B'naï B'rith a Parigi, sotto la presidenza di Philip Lax. Dominique Moisi, direttore generale dell'Istituto francese delle relazioni internazionali, parla delle relazioni Est-Ovest. Una delegazione formata da Gerald Kraft, Daniel Thirz, George Bloch, Philip Lax, Warren Eisenberg, Haïm Musicant, Jaqueline Keller è ricevuta dal segretario generale dell'Eliseo, Jean Louis Bianco. Felicitazioni del presidente internazionale Gerald Kraft a François Mitterrand. Ricevimento organizzato dall'U.F.A.B.B. alla presenza di Oliver Stirn.

- Settembre 1985: Nel B'nai B'rith Journal, intervista di due pagine a Harlem Désir, presidente di SOS Racisme.

- 29 ottobre 1985: Jacques Médecin assiste a Nizza all'apertura del XXII Congresso del B'naï B'rith europeo e, l'indomani, offre un ricevimento. In tale occasione il sindaco di Nizza riceve la medaglia onorifica del XIX Distretto alla presenza del presidente internazionale Gerald Kraft.

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-30 ottobre 1985: Dibattito su "Combattere i nuovi razzismi" con Theo Klein, Ivan Levaï, Marek Halter.

- 31 ottobre 1985: Forum politico su "le minoranze e il dialogo EstOvest"; partecipa, in particolare, Alexandre Adler.

- 22 gennaio 1986: Alla vigilia dell'assemblea generale dell'U.F.A.B.B. a Parigi, dibattito sul tema "etica e politica", animato dal professor Roland Goetschel dell'Università di Strasburgo II. Vi partecipano Michel Charzat (segretario nazionale del Partito socialista), Christian Duroc (rappresentante del presidente del M.R.G.), Michel Guillenschmidt (R.P.R. incaricato dei Diritti dell'Uomo), Alain Madelin (P R. Ministro dell'Industria). Fu in tale occasione che quest'ultimo dichiarò che "non si parlava neppure di alleanze con il Fronte Nazionale") (25).

- Giugno 1986: Viaggio in Israele di André Rossinot, Ministro per le Relazioni con il Parlamento. Sindaco di Nancy, invita al suo seguito due rappresentanti del B'naï B'rith, Gérard Blum, presidente della comunità, e Monique Taillamder, vice presidente della loggia Jerusalem.

- Estate (?) 1986: Seymour Reich, presidente del Consiglio internazionale del B'naï B'rith è ricevuto da François Mitterrand (tra gli altri, Théo Klein, presidente del C.R.I.F.), Jacques Chirac, Primo Ministro, François Léotard, Ministro della Cultura e della Comunicazione, Claude Malhuret, Segretario di Stato incaricato dei Diritti dell'uomo.

- Settembre 1986: Ricevimento al Comune di Troyes offerto dal sindaco e deputato del R.P.R. Robert Galley in onore di alti responsabili del B'naï B'rith, fra i quali Joseph H. Domberger, il Dr. Nakache, il Dr. Meyer ecc. Dopo di allora, in seguito alla creazione di una loggia Rachi, è stata inaugurata una via con lo stesso nome, nonché un Istituto Universitario Rachi, inaugurato nel 1989 e un memorial Rachi nel 1990.

- Luglio 1987: Maurice Honigbaum, presidente del B'naï B'rih europeo consegna la medaglia del B'naï B'rith a due giornalisti, Anne Sinclair e Ivan Levaï, che sono "il simbolo e l'onore del giornalismo francese" (26).

- 1988: Manifestazione contro la venuta di Yasser Arafat al Parlamento Europeo di Strasburgo, orchestrata dall'A.D.L. Tra i manifestanti figura il sindaco di Strasburgo, Marcel Rudloff.

- 13 marzo 1988: Conferenza "Libertà per gli ebrei dell'U.R.S.S." organizzata dalla loggia Elie Bloch di Metz. L'operazione ha il sostegno del senatore e sindaco Jean-Marie Rausch, Laurent Fabius, Lionel Stoleru, e di due deputati della Mosella. Tra gli intervenuti figurano Annie Kriegel, Guy Konopnicki, Alexandre Adler, Ralph Pinto ecc.

- 5 giugno 1988: Campagna "Una foresta per Israele" della loggia Moshe Dayan di Nizza. Grande ricevimento in Prefettura alla presenza di Jacques Médecin.

- Estate 1988: Kim Fridman, rifugiato sovietico, riceve un visto per Israele. È sponsorizzato dalla loggia Elie Bloch di Metz, "che ha potuto contare sull'efficace intervento" di Jean-Marie Rausch, sindaco di Metz e Ministro del Commercio Estero, e di Denis Jacquat, deputato della regione.

- 15 settembre 1988: Ricevimento solenne per Simone Veil, deputato europeo, alla loggia di Livorno (Italia). "Simone Veil ha criticato la stampa italiana che non perde occasione per presentare sempre gli avvenimenti sotto una luce sfavorevole a Israele" (Z').

- 21 maggio 1989: Conferenza delle logge B'naï B'rith dell'Est, guidata dal giornalista Paul Amar, a Pont-à-Mousson sul tema: "Poche storie: la storia, falso ed uso del falso". Prende tra gli altri la parola l'avvocato Marc Levy, vice presidente della L.I.C.R.A. e presidente della sua com-missione giuridica.

- 26 novembre 1989: Conferenza alla loggia Anna Frank "sotto l'alto patronato di Simone Veil".

- 1990: Lionel Jospin partecipa a una cerimonia in memoria della Shoah organizzata da Armand Amsellem, presidente della loggia Maimonide di Tolosa.

- 17 marzo 1990: discorso di Mons. Coffy, arcivescovo di Marsiglia, la vigilia dell'assemblea generale dell'U.F A.B.B in quella città.

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- 19 novembre 1990: Giornata commemorativa e consegna del Premio Memoria della Shoah, organizzata dalle logge Maïmonide e Hanna Szénès e dal consiglio generale della Haute Garonne. Pierre Izard, presidente del consiglio generale consegna il premio, circondato dai responsabili del B'naï B'rith, tra cui Marc Aron.

- 9 gennaio 1991: Ladislas de Hoyo, presentatore alla rete televisiva T.F. 1, guida una conferenza sul processo Barbie davanti alle logge Sam Hoffenberg e Déborah di Vincennes.

- 16 giugno 1991: Tavola rotonda organizzata dalle logge dell'Est della Francia sull'etica dei mezzi di comunicazione di massa. In particolare vi partecipano Alain Hamon, famoso reporter di R.T.L., Hervé Brusini e Didier Epelbaum di Antenne 2, Jean- Pierre Langelier di Le Monde, Jean- Francis Held di L'Evénement du jeudi e Alex Derczansky, suocero di Jean-Yves Camus, di Esprit .

- 4 novembre 1991: Il primo premio letterario Emil Domberger 1991, patrocinato dal B'naï B'rith, viene attribuito a Bernard Henri Levy per Les Aventures de la liberté (ed. Grasset) ed al rabbino Marc Alain Ouaknin il cui padre, gran rabbino di Marsiglia, è membro del B'naï B'rith.

- 16 novembre 1991: Consegna della medaglia del B'naï B'rith a Mons. Decourtray, primate delle Gallie.

- 8 dicembre 1991: Conferenza di Charles Enderlin, corrispondente da Gerusalemme di Antenne 2, di fronte alla Loggia Armand Kraemer del B'naï B'rith.

- 9 aprile 1992: Conferenza del Conte di Parigi davanti alla Loggia B'naï B'rith di Grenoble sul tema "Riflessioni sulla Francia, Israele e la comunità ebraica" alla presenza di Richard Cazanave, deputato R.P.R., Pierre Gascon, primo associato al sindaco di Grenoble, Alain Carignon ecc. "I revisionisti sono creatori di un nuovo genocidio morale che li disonora tanto quanto i loro predecessori, se non di più (...). Il vostro apporto è stato considerevole in tutti i campi (...) non vi è una grande causa in cui il vostro contributo non sia stato importante".

- 15 aprile 1992: Quarto anniversario della loggia Elie Bloch di Metz, con Marek Halter, sul tema "La memoria e il presente".

- 26 novembre 1992: Cena di gala alla nuovissima Maison FranceIsraël, diretta da Lionel Stoleru, con il gran rabbino Joseph Sitruk, il deputato R.P.R. di Parigi, Claude Gérard Marcus, il Generale Darmon, presidente dell'Associazione Francia-Israele.

- 2 dicembre 1992: Prestigiosa tavola rotonda del B'naï B'rith all'Hôtel de Lassay, residenza del presidente dell'Assemblea nazionale, il socialista Henri Emmanuelli, con Simone Veil e Rita Sussmuth, presidente del Bundestag, sul tema: "Farsi carico del passato per dirigere l'avvenire".

- 31 gennaio 1993: Conferenza di Pierre André Taguieff, organizzata dalla B'naï B'rith e dall'A.D.L.

- 3 marzo 1993: Riunione del Labby (giovani leader del B'naï B'rith) e della loggia Léon Blum all'Assemblea Nazionale, con Jean-Pierre Bloch, Pierre-André Taguieff (che non vi si recherà), Jean-Christophe Cambadélis, Alexandre Adler, direttore del Courrier International.

- 10 maggio 1993: A Grenoble, esposizione sul ghetto di Varsavia, inaugurata da Alain Carignon, ministro R.P.R. per la comunicazione e presidente del consiglio generale dell'Isère.

- 14 giugno 1993: Inaugurazione dell'esposizione del B'naï B'rith di Colmar sul ghetto di Varsavia, alla presenza del deputato Gilbert Meyer, del sindaco C.D.S. di Colmar, Edmond Gerrer.

-17 ottobre 1993: Incontro al Senato in collaborazione con laTribune juive, in occasione dei 150 anni del B'naï B'rith, sul tema delle relazioni tra Israele e i paesi arabi, con il patrocinio di François Mitterrand. Oltre agli ambasciatori di Israele e d'Egitto, sono presenti Jean Kahn e Dominique StraussKahn, ex ministro socialista dell'industria e del commercio con l'estero.

- 24 ottobre 1993: Giornata mondiale del B'naï B'rith, in occasione dei suoi 150 anni. Gran cena di gala a Washington sotto l'alto patrocinio di François Mitterrand (e di Bill Clinton, Richard von Weizaecker, Helmut Kohl ecc.). In tale occasione Simone Veil, malgrado le sue responsabilità pubbliche, essendo allora Ministro di Stato per gli affari sociali, la sanità e la città, effettuò il viaggio per essere decorata con la medaglia d'oro del B'naï B'rith.

101. L'Hôtel de Lassay a disposizione del B'naï B'rith

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Per dare un'idea del potere e dell'influenza esercitata dal B'naï B'rith, descriveremo qui una

delle sue ultime conferenze. Il 2 dicembre 1992, il B'naï B'rith offriva un sontuoso ricevimento per qualche centinaia di invitati molto privilegiati all'Hôtel de Lassay, la splendida residenza del presidente dell'Assemblea nazionale che era all'epoca il socialista Henri Emmanuelli. Era previsto l'intervento di due oratori prestigiosi che avrebbero parlato sul tema: "Farsi carico del passato per dominare il futuro" (argomento che, in realtà, si riduceva a un attacco in buona e debita forma alla rinascita dell'idea nazionale in Europa). Gli oratori erano Simone Veil, primo presidente del Parlamento Europeo nel 1979 e deputato europeo, e Rita Sussmuth, presidente del Bundestang tedesco. Era previsto un "controllo" che non era svolto dagli incaricati alla sicurezza dell'Assemblea ma dai membri del B'naï B'rith. Il presidente dell'Assemblea offrì una cena a diverse personalità, e tutta la "crema" parigina si accalcò alla conferenza, da Théo Klein a Jean-Pierre Elkabbach (autorizzato ad entrare con la vettura), da Manek Weintraub, presidente della sezione francese del Congresso mondiale ebraico, a Charlers Favre, consigliere di Mons. Decourtray, dalla giornalista Sylvie Vormus alla sua consorella Danièle Brem. Tra i deputati, oltre al senatore Emmanuel Hamel (U.D.F.) figuravano Daniel Vaillant (P.S.), René André (R.P.R.), André Berthol (R.P.R.), Denise Cacheux (P.S.), André Clert (P.S.), René Drouin (P.S.), Pierre Micaux (P.R.), Rolad Nungesser (R.P.R.), Jean Seitlinger (U.D.F.), Jean-Pierre Worms (P.S.) ecc. (28).

Nella sua introduzione, Henri Emmanuelli, sottolineando il pericolo dell'avanzata dell'"estrema destra" e parlando della disastrosa impotenza di fronte alla "bestia immonda che, spudoratamente, risorge alla grande", affermò che "non basta la continuità del ricordo. Bisogna altresì che la democrazia si difenda vigorosamente, senza alcuna concessione, con i mezzi del diritto, dell'interdetto e delle sanzioni". Assumendosene la colpa (in quanto tedesca), Rita Sussmuth sottolineò i pericoli dell'estremismo: "La Germania, vi allarma, ci allarma (...) Lo Stato deve usare tutto il suo potere (contro i gruppi estremisti) e lottare per la democrazia (...). Può darsi che ci siamo svegliati troppo tardi. Tuttavia siamo capaci di difendere la democrazia". Preoccupandosi che "le regole della democrazia (sembrino) impotenti a proteggerci", Simone Veil insisté sul tema della specificità dell'Olocausto "Ogni banalizzazione è una porta aperta sulla possibilità che tutto ricominci". La lotta per la memoria è la sola garanzia contro "la ripetizione del peggio".

E' dunque necessario che il B'naï B'rith e tutti i suoi membri facciano unosforzo per aderire alla L.I.C.A. Jean-Pierre-Bloch presidente del B'naï B'rith e della Lega control'antisemitismo (L.I.CA. divenuta in seguito L.I.C.R.A.).

102. LE STRANE CONNESSIONI DELL'A.D.L. CON LA L.LC.R.A.

103. Gli inizi in Francia dell'A.D.L. Dal giugno 1949, su iniziativa dei responsabili della loggia France del B'naï B'rith, il

bimestrale del B.B. France, Agir, pubblica nella maggior parte dei suoi numeri una piccola inserzione a nome del Gruppo A.G.I.R. (Azione per la difesa della libertà) che viene presentato come la sezione francese dell'A.D.L. americana. "Dal momento che molti simpatizzanti hanno espresso il desiderio di collaborare con noi sul piano della difesa dall'antisemitismo, si è creato, a margine del B'naï B'rith, un gruppo di azione sociale cui è stato dato il nome del nostro Bulletin Agir". Come negli Stati Uniti, questo raggruppamento è particolarmente attivo nel fornire dossier che facilitino la condanna in giudizio di coloro che sono supposti essere "avversari". All'atto dei primi processi antirevisionisti, per esempio quello intentato dalla L.LC.R.A. all'ex deputato pacifista ed ex deportato Paul Rassinier, viene indicato che "in tale occasione il Centro (dell'A.D.L. in Francia) ha fornito una importante documentazione per il processo ('). Come spiega David

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Malkam, "lo scopo principale era quello di scoprire le fonti di finanziamento dei movimenti xenofobi e di indicare i mezzi di difesa e di azione". Sembra tuttavia che l'A.D.L. in Francia non si sia costituita come associazione indipendente, accontentandosi di disporre di una commissione A.D.L. all'interno di ogni loggia B'naï B'rith, organizzata sotto il patrocinio della Commissione A.D.L. del XIX Distretto, finanziata al 60% dal B'naï B'rith stesso. Presidente dell'A.D.L. europea, che è attiva a partire dal 1953, fu l'avvocato Georges Jacob, che era stato internato per cinque anni a Lübeck e che aveva presieduto la loggia France del B'naï B'rith (conserverà la presidenza dell'A.D.L. europea almeno fino al 1964). Fu lui che impose a ogni loggia di avere la sua commissione A.D.L. Questa commissione europea disponeva già all'epoca di un suo proprio "centro di documentazione incaricato di lottare contro le manovre antisemite di una certa stampa e di certi gruppi (e beneficiava della) collaborazione devota, attiva e vivace di M. J.-P Bloch e di M. Gaston Kahn, ed era fulcro di un gran numero di associazioni ebraiche culturali, di culto e sociali" (2). Il primo Comitato europeo permanente dell'A.D.L. fu creato nel 1966 al Congresso di Firenze del B'naï B'rith ('). Esso era formato da H. Guttmann (Francoforte), O. Herz (Vienna), Meyer Münz (Bruxelles), Olaf Grün (Copenaghen), George Jacob (Parigi), Peppo Joseph (Atene), W Goldschmidt (Amsterdam), Maurice Rose (Roma), Sally Demborg (Oslo), Walter Hirschmann (Stoccolma), V Frank (Berna).

104. Un presidente comune per la L.I.C.A. e il B'naï B'rith

A differenza di quanto avvenuto in altri paesi, l'A.D.L. non è stata costituita come

associazione indipendente, dal momento che in Francia esisteva già il suo equivalente, "braccio armato del B'naï B'rith", vale a dire la famosa Lega internazionale contro l'antisemitismo (L.I.C.A.) che tardivamente aggiungerà ai suoi obiettivi la lotta al razzismo (L.LC.R.A.) (4). Dal 1968 al 1993 il suo presidente è stato Jean Pierre-Bloch, uomo politico che ritroviamo all'incrocio di numerosi affari da più di mezzo secolo. Iniziato alla loggia Liberté del Grande Oriente di Francia nel 1929, membro del Consiglio dei Diritti Umani, cumulò il suo impegno massonico con la presidenza della L.LC.R.A. fino al 1992 e di presidente del B'naï B'rith fino al marzo 1981. Ne è da allora presidente onorario e continua a rappresentare il B'naï B'rith in seno a diverse organizzazioni quali il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia (5). Segno della sua influenza fu, quando nel 1985 Jacques Chirac gli consegnò solennemente la targa del bicentenario, la più alta onorificenza della città di Parigi, il suo discorso fu ripreso dal B'nâi B'rith Journal (6). Naturalmente il sindaco di Parigi sottolineava le qualità eccezionali dell'uomo, facendo dell'adozione della legge Pleven - che reprime ogni proposito xenofobo e l'incitazione all'odio razziale - "un grande momento della storia nazionale" (6).

105. La L.I.C.A. equivalente dell'A.D.L.?

Molti responsabili del B'naï B'rith siedono inoltre alla L.I.C.R.A. Per esempio, Sam

Hoffenberg, che era succeduto a Jean-Pierre Bloch alla presidenza del B'naï B'rith, era entrato a far parte del Comitato centrale della L.LC.R.A. durante il Congresso annuale del 1975. Alcuni docu-menti attestano questa partecipazione, a volte evocata, ma fino a quel momento mai provata. È quanto si evince dalla lettura del bollettino interno dell'Unione francese delle associazioni del B'naï B'rith ('), alla voce "Notizie A.D.L." (di cui riproduciamo il facsimile a pag. 276). "Molte logge svolgono un notevole lavoro nel quadro dell'A.D.L. aiutando l'espandersi dell'attività della L.I.C.A. Da quando la L.I.C.A. si trova sotto l'influenza del nostro Fratello Presidente Pierre Bloch, ex ministro, essa offre un terreno particolarmente favorevole a interventi ed attività i cui risultati sono molto importanti". In seguito questa stretta collaborazione doveva ancor più rafforzarsi, se i Fratelli e le Sorelle del B'naï B'rith hanno accuratamente seguito le consegne del loro presidente, Jean Pierre-Bloch, consegne che erano state loro date in seguito delle decisioni prese nell'incontro nazionale dell'U.F.A.B.B. del 4 -5 e 6 maggio 1973 a Parigi ("): "È dunque necessario che il B.B. e

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tutti i suoi membri facciano uno sforzo per aderire alla L.I.C.A. i cui effettivi sono oggi di 20.000 soci e le cui aspettative, grazie al B.B., sono per 50.000 (...). Sam Hoffenberg appoggia totalmente l'appello di Jean Pierre-Bloch affinché in ogni regione siano formate sezioni della L.LC.R.A.".

Significativamente, la storia ufficiale della L.LC.R.A., Des hommes libres, è stata co-redatta da due dei più alti responsabili del B'naï B'rith, Haïm Musicant e Jean-Pierre Allali. Quest'ultimo, che è attualmente vice presidente del B'naï B'rith europeo, è direttore di La Terre retrouvée, col-laboratore di Tribune juive per la rubrica giudaismo, membro del Comitato esecutivo del Distretto XIX (Europa), membro della giuria del premio letterario W.I.Z.O. (donne sioniste). Presidente della Loggia Saadia Gaon nel 1990, è responsabile della commissione Cultura del B'naï B'rith europeo e responsabile del premio letterario Emile Domberger del B'naï B'rith. Nel 1991 è stato fatto cavaliere dell'ordine delle Palme accademiche, su proposta di Lionel Jospin, allora Ministro socialista all'Educazione nazionale. Il secondo coautore, Haïm Musicant, è giornalista e Direttore europeo del B'naï B'rith dal 1978. Discendente da una famiglia russo-polacca, allevato a Tolosa dai nonni materni yddishfoni, proviene dal sionismo militante. Già membro permanente dell'Agenzia ebraica, è stato assistente del consigliere all'informazione dell'Ambasciata di Israele a Parigi, cofondatore del Centro d'informazione e documentazione Israele-Medio Oriente (di cui in passato fu presidente Patrick Gaubert, incaricato della lotta antirazzista presso il Ministro dell'Interno Charles Pasqua). Prima redattore capo aggiunto e poi redattore capo del B'na'i B'rith Journal, è corrispondente parigino dell'Agenzia di stampa europea ebraica e siede, come vice presidente, all'Associazione mondiale dei giornalisti ebrei. In collaborazione con Claude Sitbon, direttore dei dipartimenti dell'organizzazione e dell'informazione dell'Organizzazione sionista mondiale in Francia nel 1987-1988, ha messo a punto il club della stampa del B'naï B'rith, collabora alla Revue de la presse, bollettino bimestrale della commissione di studi politici del C.R.I.F. Nel 1991 ha diretto il settore comunità-diaspora di Alternance, periodico mensile comunitario lanciato da Michèle Bleustein-Blanchet, figlia del fondatore di Publicis, Marcel Bleustein-Blanchet, e sorella di Elisabeth Badinter, sposa del presidente del Consiglio costituzionale, Robert Badinter. I due autori mettono naturalmente in evidenza l'azione dei Fratelli Jules Isaac (y) e Jean-Pierre Bloch. Durante il giro di promozione del loro libro, essi beneficeranno di una doppia organizzazione, quella del B'naï B'rith e quella della L.I.C.R.A. Così a Metz la conferenza stampa, seguita da un dibattito, sarà organizzata congiuntamente dalla Loggia Elie Bloch del B'naï B'rith e della L.I.C.R.A. della Lorena ('°).

Il collegamento tra la L.I.C.R.A. e il B'naï B'rith è stabilito direttamente dal giornale fiammingo In naam van de Vrijheid (A nome della libertà), edito ad Anversa a partire dal 1980, sotto l'egida di Charles Freifeld, George Mahler, André Gantman, Rik Claes, Moshe Leiser ecc. Dalle indicazioni legali di questa lussuosa rivista, risulta infatti che si tratta di un organo comune del B'naï B'rith, dell'Anti Defamation League e della L.I.C.R.A. Nell'indice appare, quale collaboratore principale, Le Droit de vivre, organo della L.I.C.R.A., il cui presidente è Jean-Pierre Bloch e il cui redattore capo è George Nicod. Solo in seguito vengono gli altri collaboratori della rivista, alcuni dei quali sono francesi, come Maurice Olender (").

Le Commissioni A.D.L. organizzano regolarmente riunioni e seminari, come il seminario dei dirigenti dell'A.D.L. della regione Est tenuto a Strasburgo il 9 e 10 marzo 1985 e preceduto il venerdì da un "pasto sabbatico". Presero la parola i Fratelli Jean-Pierre Lambert, responsabile A.D.L. della regione Est della Francia e presidente della Commissione A.D.L. della Loggia René Hirscler di Strasburgo, George Bloch, vice presidente dell'A.D.L.E.F. (A.D.L. europea), Claude Bloch, responsabile culturale del B'naï B'rith dell'Est, Léon Abramowicz, consulente comunitario dell'A.D.L.E.F. ('z) ed altri sul tema dei "pericoli attuali per la democrazia in Europa", rappresentati in particolare dal Fronte Nazionale.

La riunione era stata preceduta da un seminario tenuto al Centro comunitario di Metz dove si trovavano, tra gli organizzatori, Léon Abramowicz, Serge Serfaty della Loggia France (Parigi), Lucy Abraham della Loggia Anna Frank (Parigi) ecc. Lo stesso al seminario di Pont-à-Mousson dall'11 al 13 novembre 1988 organizzato dalle cinque Logge della Lorena del B'naï B'rith, dove presero successivamente la parola, per denunciare "i falsificatori (ossia i revisionisti) e i loro

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metodi" storici e giornalisti noti come Paul Amar, Henri Amouroux, nonché Jean-Yves Camus o Marc Levy, sotto la presidenza di Lionel Collet, presidente della Commissione A.D.L. del Distretto XIX, "che percorre l'Europa per formare una rete di militanti (")". Lo stesso Collet organizza a volte riunioni europee dell'A.D.L., come quella della metà di novembre 1988 quando un seminario riunì circa ottanta "militanti", assieme a personalità quali David Dadonn, dell'Ambasciata d'Israele, e all'avvocato Marc Levy, legale della L.I.C.R.A. (14).

106. Creazione di un ufficio parigino dell'A.D.L. americana

La crescita in Francia del Front National che, nello spirito dei dirigenti ebrei americani è stata

subito associata a una rinascita dell'antisemitismo e del nazismo, ha portato gli Stati Uniti a rivedere questa politica nazionale, vale a dire quella di lasciare la denuncia e la sorveglianza dei loro nemici, o supposti tali, alla L.I.C.R.A. e a non creare una vera filiale francese dell'A.D.L. americana. Come avrebbe dichiarato il direttore aggiunto dell'A.D.L. Abraham Foxman, con grande disappunto di alcuni responsabili comunitari francesi, "gli ebrei di Francia mancano di una visione continentale dell'antisemitismo". Subito, fin da quando il Front National non era altro che un gruppuscolo e non aveva ottenuto sostanziali risultati elettorali, l'A.D.L. si preoccupò della rinascita di idee nazionali in Europa e particolarmente in Francia. L'A.D.L. che aveva uffici in USA (la sua sede sociale mondiale si trova a New York) e a Gerusalemme, decise allora di creare in Francia una sede indipendente dell'A.D.L., un ufficio a Parigi, nel quadro di una Fondazione europea dell'A.D.L., l'A.D.L.E.F (Stichting Anti defamation League of B'naï B'rith European Foundation) ed un ufficio di collegamento con il Vaticano a Roma (che ebbe come direttore Theodore Freedman). Da allora coabitano a Parigi l'A.D.L. del B'naï B'rith, sotto teorico controllo francese, e l'A.D.L.E.F, di fatto sotto controllo americano.

Sembra che l'origine esatta dell'A.D.L.E.F. risalga all'attentato di rue Copernic avvenuto a Parigi nel 1980, almeno secondo un responsabile del B'naï B'rith, Milton Viorst, buon conoscitore della situazione francese, che si recò in Francia poco dopo l'attentato (15). Egli doveva precisare (16) che nel corso del suo soggiorno aveva in particolare incontrato Pierre Kauffmann, segretario generale del C.R.I.F., e l'avvocato Henri Hadjenberg, presidente del rinnovamento ebraico (destra dura): "Qualche ebreo che occupa nella comunità ebraica (francese) posti direttivi - la maggior parte appartenente alla generazione post bellica - si è rivolto all'America per ottenere aiuto dall'A.D.L. Dopo svariati mesi di discussione, l'A.D.L. ha deciso di aprire un ufficio a Parigi".

Le date corrispondono alla creazione ufficiale dell'A.D.L. del B'naï B'rith di Francia, che dovette essere autorizzato da un decreto del Ministro dell'Interno che porta la data del 4 settembre 1980 ("), dal momento che tutti i dirigenti erano di origine straniera. L'ufficio parigino copriva la Francia, i Paesi scandinavi, i Paesi Bassi, la Svizzera e la Spagna. Installandosi in Europa, l'A.D.L. newyorchese, per riguardo alla suscettibilità europea, si premurò di negoziare accordi con i distretti XV (Gran Bretagna, Irlanda) e XIX (Europa continentale) del B'naï B'rith. In effetti, secondo i regolamenti del B'naï B'rith, i distretti sono indipendenti ed avrebbero dovuto avere normalmente il controllo effettivo dell'A.D.L.E.F. Ogni paese ha in realtà i suoi propri responsabili A.D.L., le proprie sezioni A.D.L. È così che il Dr. Marc Aron, oggi presidente della sezione francese del B'naï B'rith, è citato in alcuni documenti come presidente dell'A.D.L. del B.B. francofono nel 1979 quando l'associazione non era stata ufficializzata.

Altra cosa stupefacente, l'A.D.L.E.F, sebbene disponesse di un ufficio parigino e fosse registrata in Francia, aveva la sua sede sociale ad Amstelveen, nei Paesi Bassi, con un capitale sociale iniziale di 10.000 fiorini olandesi! E quanto era stato deciso nel corso della riunione del B'naï B'rith europeo a Bruxelles il 13 dicembre 1981. Il suo primo presidente fu Oscar Van Leer, responsabile del B'naï B'rith dei Paesi Bassi, mentre il vice presidente era George M. Bloch (Strasburgo) ex presidente del XIX distretto del B'naï B'rith. Al Consiglio d'amministrazione appartenevano pure l'Inglese Werner Lash (Londra), il Dr. Marc Aron (Francia), Maxwell G. Greenberg, ex presidente dell'A.D.L. (Los Angeles), Joseph Domberger, presidente del distretto

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XIX del B'naï B'rith, Daniel Kropft (Trieste), Burton Joseph e Jean-Pierre Bloch (membro onorario). Nell'aprile 1982 si teneva a Londra la seconda riunione dell'A.D.L.E.F. Tra i partecipanti, Shlomo Argov, Ambasciatore di Israele, il presidente del Board of Jewish deputies, Greville Janner, Oscar Van Leer, i francesi George Bloch e Marc Aron, l'italiano Daniel Kropft. Tuttavia l'ufficio dell'A.D.L.E.F. non fu ufficialmente registrato a Parigi che i128 maggio 1982.

La prima riunione del Consiglio di Amministrazione dell'A.D.L.E.F. si tenne a Parigi il 5 luglio 1982, nei vasti e sontuosi locali della sede dell'A.D.L. al primo piano di un palazzo al 148 della rue de Rennes, in presenza di Kenneth Bialkin, presidente mondiale dell'A.D.L., Abraham Foxman, direttore generale aggiunto, l'ex presidente Maxwell E. Greenberg ecc. In tale occasione fu condannato l'appello firmato da Pierre MendèsFrance, Nahum Goldmann e Phillip Klutznick, che pure era stato presidente del B'nai B'rith, in favore dell'apertura di negoziati diretti con l'O.L.P. Il primo direttore inviato dall'A.D.L. degli Stati Uniti fu un giovane israeliano di origine inglese, Stanley T. Samuels, detto anche Shimon Samuels, che mantenne la carica dal 1980 al 1986. Nato a Londra nel 1945, laureato all'Università ebraica di Gerusalemme e alla London School of Economics nonché all'Università della Pennsylvania, era stato direttore aggiunto dell'Istituto Leonard Davis per gli affari internazionali all'Università di Gerusalemme, direttore del Centro d'informazione israeliano a Città del Messico, responsabile dell'organizzazione sionista mondiale per l'informazione rivolta alla Gran Bretagna, America Latina ed Estremo Oriente.

107. II fallimento dell'innesto americano

La Direzione americana dell'A.D.L. richiede ai propri corrispondenti francesi rapporti utili ad

analizzare con precisione il pericolo rappresentato da Jean-Marie Le Pen. Il primo nel tempo sembra essere stato quello di un "ricercatore francese", Eric Benmergui. Si tratta di un memorandum di 480 pagine ('"). Conclusione: "Il risorgere dell'antisemitismo in Francia potrebbe divenire una minaccia per l'insieme della comunità ebraica di Francia nel caso di una crisi economica o politica". Il rapporto pretende provare un ritorno di sentimenti antiebraici all'indomani della Guerra dei Sei Giorni. La causa principale dell'antisemitismo attuale sarebbe "l'ondata di crescita dell'influenza di elementi estremisti di destra nel paese". Si fa pure notare come gli ebrei siano minacciati dai terroristi, di destra come di sinistra, che, a volte, sommano le proprie forze, essendosi constatati evidenti esempi di collaborazione tra la guerriglia palestinese ed elementi neo-nazisti. In cattivi termini con le istanze ebraiche francesi che non gradivano vedere organizzazioni americane immischiate nei loro affari, Shimon Samuels non riuscì troppo bene a barcamenarsi tra la sua direzione newyorchese e le istanze europee del B'naï B'rith, che poco a poco rifiutò di pagare la sua parte di spese. I legami erano tuttavia sufficientemente stretti perché l'A.D.L.E.F disponesse di un certo numero di pagine in ogni edizione del B'nâi B'rith Journal (agli inizi i testi erano in inglese, in seguito in francese). Samuels dovette lasciare la Francia nel 1986 e rientrò in Israele come rappresentante dell'American Jewish Committee.

Robert Goldmann, che lo rimpiazzò quale direttore dell'ufficio parigino dell'A.D.L., fu preso direttamente a carico, dal punto di vista finanziario, dall'A.D.L. di New York dal momento che gli obiettivi erano stati ridimensionati. In tale occasione l'A.D.L.E.F prese il nome di Ligue Anti-Diffamation du B'naï B'rith. Nato il 1 maggio 1921 a Reinheim (Germania), Goldmann aveva la particolarità di essere nato in Europa ma di essere emigrato negli Stati Uniti. Egli conosceva dunque le due culture ma, come Samuels, fallirà nel compito d'impiantare in Francia l'A.D.L. americana e dovrà rientrare negli Stati Uniti nel 1988. Egli tuttavia, sotto l'egida del quotidiano Jour J (che aveva rimpiazzato il Bulletin de l'Agence télégraphique juive), riuscì a far diffondere una rivista periodica (pagata dall'A.D.L.) che era destinata a influenzare gli abbonati del quotidiano. L'operazione era stata montata "dietro diretta richiesta di Théo Klein" (19). I soci erano il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia, il Congresso mondiale e l'A.D.L. Una pubblicazione in francese, che riprendeva documenti americani, doveva essere pure pubblicata congiuntamente dall'A.D.L. e dal C.R.I.F.

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La prima, che già disponeva, come abbiamo visto, di diverse pagine all'interno del B'na'i B'rith Journal, ha in seguito pubblicato un quaderno (in americano), inserito all'interno della suddetta rivista e quindi il suo proprio foglio trimestrale denominato Rapporto per l'Europa, del quale pare siano usciti una dozzina di numeri tra il 1987 ed il 1988 (20).

Redattore e direttore era Robert Goldmann, segretaria di redazione Jaqueline Slakmon. Goldmann doveva anche usufruire dell'appoggio di svariate personalità americane espatriate in Europa e di membri dell'A.D.L., quali John Schlesinger a Ginevra o Ernest Goldstein a Losanna nonché di responsabili ecclesiastici come Mgr. Jean-Marie Lustiger. I rapporti dell'A.D.L. erano inviati a circa cinquecento persone selezionate mentre gli studi più confidenziali erano destinati a settanta personalità (21). Al fine di camuffare il fallimento dell'A.D.L. in Francia, fu annunciato che ormai, da New York, Goldmann dirigeva l'ufficio parigino dell'A.D.L.! Egli si recava trimestralmente a Parigi e si tenne aperto un ufficio tre volte la settimana, sotto la direzione dell'assistente di Goldmann, Jaqueline Slakmon, promossa direttrice aggiunta. L'ufficio chiuse rapidamente e disparve dai documenti ufficiali mentre l'A.D.L.E.F. fu dissolta il 10 marzo 1987 in seguito a una riunione del 5 marzo dello stesso anno. Le sue attività passarono alla Ligue Anti-diffamation du B'naï B'rith, che a sua volta fu dissolta il 30 aprile 1990 in seguito alla decisione del Consiglio di amministrazione dell'8 aprile.

108. Il ritorno di Shimon Samuels

Per strana coincidenza, Shimon Samuels, direttore generale per l'Europa dell'A.D.L. dal 1980

al 1986, riapparirà quasi subito come direttore per l'Europa del centro Simon Wiesenthal nonché direttore della sua antenna parigina creata nel 1988, mentre sua moglie, Graciela Samuels, diveniva direttrice internazionale di un'associazione medica ebraica, Hadassah.

In un'intervista (11), Samuels dà un'idea piuttosto esatta dei suoi interessi all'A.D.L. e al Centro così come del suo lavoro, che certuni trovano sicuramente molto simile allo spionaggio industriale: "Quando nel 1987 ho deciso di lasciare la direzione dell'A.D.L., ho proposto al Centro Wiesenthal di applicare lo stesso programma (dell'A.D.L.) nell'ambito della sua nuova antenna a Parigi, conscio che il tradizionale lavoro di ricerca dei criminali di guerra giungerà al suo termine naturale e che una nuova fase, ugualmente molto complessa, si proporrà all'Europa: da una parte a causa del fatto che la seconda religione nell'Europa Occidentale è quella islamica, dall'altra in virtù dei prevedibili mutamenti nell'Europa dell'Est. Nel primo caso, ad esempio, mi è parso chiaro che l'importanza della popolazione musulmana, composta principalmente di immigrati, offriva un terreno favorevole all'estrema destra per sostenere le sue tesi e che nessuno sorvegliava in profondità il grado di possibile influenza degli integrismi mussulmani in Europa. Mi sono inoltre augurato di poter sviluppare le attività del Centro nel campo dei fornitori occidentali, specie dell'Irak, di una tecnologia detta a "doppio uso", chimica, biologica e nucleare. Abbiamo allora studiato il caso di 504 società di 24 paesi occidentali che hanno effettuato tali vendite. Allo stesso modo, l'estate scorsa abbiamo stabilito una lista di 300 società degli stessi paesi che forniscono tale tecnologia alla Siria, all'Iran e alla Libia. Infine, stiamo lavorando attualmente sullo stato del pesante dossier di boicottaggio commerciale che colpisce Israele, con un certo successo". Evidentemente, siamo ben lontani dalla filantropia e dagli scopi di elevazione dei valori morali degli Israeliti, come indicato dagli statuti del B'naï B'rith.

Disponendo di un budget di 50 milioni di dollari raccolti specialmente presso 385.000 famiglie ebraiche e usufruendo pure di svariati aiuti, provenienti in particolare dallo Stato della California, il Centro Simon Wiesenthal è stato fondato a Los Angeles nel 1977. Esso è l'erede della Fondazione Simon Wiesenthal, che contava 13.000 membri. È diretto dal rabbino Meyer H. May (direttore esecutivo) mentre Simon Wiesenthal, che è stato messo da parte, dirige oggi il Centro di documentazione storica di Vienna (-;). Editore del trimestrale anglofono Response, diretto dal rabbino Abraham Cooper, egli dispone di sei filiali : New York, Chicago, Miami, Toronto, Gerusalemme e Parigi ('°). Lotta contro il fondamentalismo íslamico ('s), il revisionismo, il

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negazionismo, il risorgere dell'antisemitismo e della xenofobia nel mondo e tenta di ottenere cambiamenti nella legislazione per la prevenzione e la repressione di "atti di esclusione" e in quella relativa al boicottaggio commerciale di Israele. La sua apoteosi è stata l'inaugurazione del Beit HashoaMuseum of Tolerance, a Los Angeles, l'8 e il 9 febbraio 1993.

109. Attivi nella denuncia

Nell'estate del 1992 veniva data alle stampe una curiosa opera dal titolo Les Droites

nationales et radicales en France (Le destre nazionali e radicali in Francia). Si tratta di una minuziosa recensione dei partiti, personalità o dirigenti, dei bollettini e delle associazioni della destra nazionale (con, evidentemente, un grande indice nominativo). L'editore del libro era la Presses Universitaires de Lyon (P.U.L.), casa stimata per il rigore delle sue pubblicazioni. Né prima né dopo essa ha pubblicato o pubblicherà un'opera polemica dello stesso tipo. Inoltre, tale soggetto non rientra nel quadro di alcuna delle sue collane. Nessuno dei due autori era originario di Lione o appartenente all'Università, come è di norma per le pubblicazioni della casa P.U.L.

La spiegazione della doppia eccezione figura nel risvolto di copertina. Vi si poteva leggere: "Opera pubblicata con il concorso del B'naï B'rith di Francia". Ora, il presidente del B'naï B'rith di Francia, il Dr. Marc Aron, è un'influente personalità lionese. Come se ciò non bastasse, il Dr. Aron firmerà la prefazione che dà senso al libro, dal titolo: Le cercle vicieux del'exstrême droite (Il circolo vizioso dell'estrema destra). In particolare vi si poteva leggere: "Quest'opera è un vero inventario dell'estrema destra in Francia, una guida indispensabile per tutti coloro ai quali interessano le associazioni, pubblicazioni e dirigenti che si richiamano apertamente a tale appartenenza ed anche le loro ramificazioni, collegamenti o alleanze". Come prova che si tratta di un'opera ordinata dal B'naï B'rith, gli autori hanno ceduto i loro diritti all'editore, ricevendone in cambio un aiuto finanziario per lo stesso Ordine. In breve l'opera, in gran parte costituita da copia di schede nominative della polizia (specie da pag. 61 a pag. 100), apparirà, agli occhi di qualcuno, come un lavoro di schedatura, di denuncia, degna di quella "polizia della mente" denunciata da Annie Kriegel (26).

Questa politica risulta sistematica e concertata in Europa, dal momento che il B'naï B'rith europeo ha fatto pubblicare, sei mesi più tardi, un'opera di denuncia dello stesso tipo in Germania (27). Questa volontà maligna di denuncia si manifesta chiaramente nel libro di David Malkam, che distrugge, suo malgrado, l'idea di un rispettabile lavoro universitario nel quale avrebbero preferito drappeggiarsi i due autori (28) parlando di "vera guida all'esplorazione dell'estrema destra francese": "Erano così esposti in chiaro i nomi ed i curricula vitae dei principali dirigenti e movimenti di estrema destra, in piena luce, mentre questi giornali, bollettini, partiti, associazioni e personalità preferivano finora il lavoro di scavo, nell'ombra".

La storia dei due autori non è senza interesse. I1 primo, René Monzat (29) non si chiama Monzat ma René Schérer. Suo padre è il celebre cineasta Eric Rohmer, il cui vero nome è Maurice Schérer ed è sua madre che si chiamava Monzat. D'altra parte Monzat risulta essere un affezionato degli pseudonimi dal momento che si farà chiamare Raymond La Science in Ras 1 `Front (mensile anti Fronte nazionale di estrema sinistra). Studente all'Istituto di studi politici all'inizio degli anni ottanta, René Monzat militava allora in seno all'Unef-ID e nella Lega comunista rivoluzionaria. Nato nel 1958, si presenta come collaboratore dei Cahier Bernard Laazare, della rivista M (come "marxismo) e di Politis. Nel 1991 Monzat firmerà un'antologia, Enquête sur la droite estreme, rifiutata dall'editore committente (Albin Michel). Il libro apparirà poi a cura di Monde-Editions (collana "Attualità"), specialmente grazie all'appoggio del giornalista Edwy Pelle, ex militante della Lega comunista rivoluzionaria, già redattore capo di Barricades, periodico della sua organizzazione giovanile, "Le Gioventù comuniste rivoluzionarie". Buona parte della documentazione utilizzata, tanto per la prima come per la seconda opera, ricordano i dossier d'archivio sull'estrema destra costituiti fin dalla sua fondazione dalla Lega comunista, che acquista sistematicamente tutte le pubblicazioni di estrema destra (30).

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Il secondo autore, Camus, lui pure nato nel 1958, diplomato all'Istituto di studi politici di Parigi, è un goy convertito al giudaismo a ventisette anni, avendo sposato la figlia di un collaboratore israelita di Esprit Alex Derczansky. D'altra parte sua moglie, Annie-Paule Camus, appartiene alla loggia Hatikva del B'naï B'rith di Parigi (31). Membro della comunità ashkenazi di Vincennes, Camus ha dapprima fatto parte del comitato di redazione di La Terre retrouvée, organo del partito dei lavoratori israeliano in Francia, ed ha militato nel Movimento liberale ebraico di Francia (M.J.L.F.), che ha abbandonato nel 1986 per avvicinarsi ai ranghi del giudaismo ortodosso. Ha egualmente fatto parte della commissione estrema destra della Lega dei diritti dell'uomo e in quell'occasione ha collaborato alla sua rivista trimestrale Le Cri des hommes , prima di essere sospettato, malgrado i suoi sforzi, di lavorare... per l'estrema destra.

Desideroso di darsi una statura di universitario e di politologo, generalmente non omette di citare alcun contributo, anche infimo, che ha potuto portare a tal giornale o a tal libro. Omettendo accuratamente di recensire i suoi articoli apparsi sul B'na'i B `rith Journal (;'), egli cita tra le sue collaborazioni le pubblicazioni come quelle a Tribune juive (il suo primo articolo porta la data del 1984), Actualité juive, L'Arche, i Cahiers Bernard Lazare ecc. così come i suoi rari articoli apparsi su pubblicazioni non ebraiche, in generale assai poco importanti, come Article 31 (rivista di estrema sinistra specializzata nella schedatura di militanti nazionali), Projet, Sens (rivista dell'Amicizia giudeo-cristiana), Echanges o Golias (cattolico di estrema sinistra).

Ha inoltre redatto un capitolo dell'opera di Nonna Mayer e Pascal Perrineau, Le Front national à découvert (Pubblicazioni della Fondazione nazionale di scienze politiche, 1989), ha firmato alcune note nel Dictionaire des grandes oeuvres politiques diretto da François Chatelet (P.U.F., 1985), ha dato una certa collaborazione all'opera di Uwe Backes e Eckhard Jesse, Extremismus und demokratie (Bouvier Verlag, Bonn, 1989) così come al Rapporto annuale della Commissione consultiva dei diritti dell'uomo 1991 (La Documentation française). All'occasione, fornisce documenti a Le Monde, in particolare a Olivier Biffaud e Edwy Plenel, che "seguono" la destra nazionale. Sollecito nell'essere ovunque presente, figura come uno degli animatori della Prima convenzione contro l'intolleranza ed il fascismo, organizzata a Cannes il 2 e 3 marzo 1991 sotto l'egida del Rassemblement européen contre l'intolérance et le fascisme (R.E.C.I.F.) assieme a Jean-Robert Ragache (Gran Maestro del Grande Oriente di Francia), Elie Wiesel (grande amico del B'naï B'rith), al ministro socialista e frammassone Roger Bambuck ecc. Alla fine del 1992, Camus, ex rappresentante sindacale divenuto incaricato di missione presso il direttore generale della Società d'economia mista di sviluppo della Città di Parigi, diverrà rappresentante permanente del Concistoro centrale israelita di Parigi, nell'ambito del quale si occupa della comunicazione e delle risorse, nel mentre prepara una tesi consacrata all'"integralismo cattolico e la politica".

110. Un servizio parallelo per la schedatura delle destre nazionali

Il lavoro svolto sulle destre nazionali e radicali di Francia è stato direttamente commissionato

dal B'naï B'rith, ciò spiega gli incessanti riferimenti al B'naï B'rith (32) nelle varie note, le citazioni dell'antisionismo, dell'antisemitismo ecc. che sarebbero l'ossessione dei militanti nazionalisti. La prima parte del lavoro consiste in schede di polizia sui militanti nazionali, il resto è un inverosimile lavoro da formica o da benedettino volto a schedare i bollettini, anche i più insignificanti, che a volte hanno una tiratura di cinquanta copie. Con tutto ciò si dimostra quanto la destra nazionale sia seguita, spiata, indagata, schedata.

Questa ossessione della schedatura è provata da un curioso documento, in parte pubblicato dalla rivista Eléments (33). Lo pubblichiamo qui di seguito nella sua intierezza, ma lasciamo a questa rivista, vicina alla Nuova Destra, la presentazione di questo testo che ci asterremo dal com-mentare dal momento che si spiega da solo: «Nel 1981, all'indomani dell'arrivo al potere dei socialisti, (Camus) invia a Gaston Defferre, allora ministro (socialista) dell'Interno, una nota confidenziale, firmata assieme a Michel Calef e Anne Topart, per offrire i propri servizi contrattuali. Vi si annuncia intenzione di creare una "struttura di riflessione e d'informazione che si

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occupi delle attività dell'estrema destra francese". L'esposizione dei motivi di tale iniziativa sottolinea, tra l'altro, che "la rete estremamente stretta delle relazioni tra la Nuova Destra e la stam-pa, l'editoria e il mondo intellettuale, resta solo imperfettamente conosciuta" (sic). Per ovviare a tale deprecabile carenza, Camus suggerisce di creare una "unità" chiamata a funzionare "a lato del quadro politico esistente". "La nostra cellula - egli spiega - dovrà avere a disposizione un posto da incaricato di missione e di consigliere tecnico nel gabinetto del ministro; è prevista un'équipe pluridisciplinare di cinque persone. È indispensabile un collegamento con il Ministero della Giustizia, della Difesa e dell'Educazione nazionale, così come con la Direzione dei Servizi Segreti". La nota precisa: "L'incarico di raccolta d'informazioni, d'infiltrazione e di prevenzione di atti illegali compete naturalmente ai Servizi Segreti. Non è nostra intenzione soppiantare questa struttura, ma piuttosto di completare la sua azione" (...). Alla fine viene il bello: "Per quel che riguarda la Nuova Destra, che è innanzi tutto una manifestazione di intellettuali, l'azione poliziesca resta inadatta (sic): il nostro scopo sarà quello di completare la necessaria azione della polizia con l'uso delle informazioni, che essa avrà raccolto, nei confronti del governo e del pubblico"».

Ignoriamo quale fu la risposta del ministro dell'Interno dell'epoca o dei suoi successori a questa stupefacente richiesta (che raccomandiamo di leggere, riga per riga, matita alla mano). Si noterà tuttavia che il lavoro svolto per conto del B'naï B'rith, attraverso Droites nationales et radi-cales en France ne è lo specchio fedele. Alcuni noteranno altresì le strane analogie di questo progetto di servizio, semi ufficiale e semi-clandestino di schedatura e di sorveglianza, con la rete di spionaggio messo a punto negli anni cinquanta-sessanta negli Stati Uniti dall'Anti Defamation League of B'naï B'rith e scoperta solamente l'anno scorso. (34).

Hanno introdotto nel Parlamento europeo la destra più rivoltante, che crea un centro di propaganda di odio e di intolleranza. Ci compete ormai di seguire da vicino tutte le attività, le dichiarazioni e gli eletti del Front National. Inoltre, s'impone una sorveglianza sui loro interventi al Parlamento europeo e sui loro viaggi nei diversi paesi del mondo come rappresentanti dell'Europa. In effetti, c'è da temere che questo gruppo estremista possa servire a galvanizzare tutti i movimenti xenofobi razzisti e neo-nazisti per dare una hase legale ad azioni violente e far partire di nuovo il terrorismo internazionale. Sam Hoffenberg, presidente del B'naï B'rith di Francia, dopo le elezioni europee del giugno 1984.

111. IL "GIURAMENTO DEI B'NAI B'RITH"

112. Uno Strano Comunicato All'indomani delle elezioni legislative del marzo 1986, che si svolsero con scrutinio

proporzionale, si poteva leggere su Le Monde del 26 marzo (documento che pubblichiamo integralmente a pagina 289) ('): "L'elezione di trentacinque deputati del Fronte Nazionale all'Assemblea Nazionale ha provocato le reazioni delle organizzazioni ebraiche (...). Infine, le associazioni B'naï B'rith lanciano un appello alla vigilanza, attirano l'attenzione dei partiti della nuova maggioranza sulla necessità di evitare ogni tentazione di voler riprendere gli slogan estre-misti sull'insicurezza e le idee xenofobe nei confronti degli immigrati" e "ricordano ai rappresentanti di quei partiti gli impegni presi, nel corso dei forum del B'naï B'rith, davanti alla comunità, dichiarazioni ribadite dopo la proclamazione dei risultati del voto, di non allearsi in alcun caso con il Front National".

Si trattava di un comunicato tronco, di cui ecco il testo integrale (2): "I risultati di scrutinio per ora conosciuti, sono caratterizzati da un'inquietante ascesa del Front National. Questo movimento ha manifestato con veemenza le sue idee ed ha attaccato violentemente tutti i partiti politici, senza risparmiarne alcuno. Si trattava tuttavia di un voto democratico, espresso nella calma,

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da elettori coscienti delle loro responsabilità, prova che le istituzioni repubblicane hanno funzionato bene. Il B'naï B'rith lancia un appello alla vigilanza, attira l'attenzione dei partiti della nuova maggioranza sulla necessità di evitare ogni tentazione di riprendere gli slogan estremisti sull'insicurezza e le idee xenofobe verso gli immigrati, ricorda ai rappresentanti di questi partiti l'impegno preso nel corso dei forum del B'naï B'rith davanti alla comunità, dichiarazioni ribadite dopo la proclamazione dei risultati del voto, di non allearsi in alcun caso con il Front National".

L'articolo di Le Monde fu ripreso e commentato l'indomani da un solo quotidiano, Present, che condivide i valori difesi dal Front National. Il suo direttore, Jean Madiran, ed i suoi collaboratori, dovevano tornare sull'argomento a varie riprese ('). Essi pubblicarono anche un opuscolo destinato a far conoscere i disegni di questa associazione, fino ad allora totalmente sconosciuta ai francesi, sia che fossero vicini al Front National oppure no (°). L'articolo fece furore nelle riviste nazionaliste così come nei vari bollettini e periodici del Front National (5), tanto che il presidente del Front National, Jean-Marie Le Pen, fece in seguito, nel corso di vari discorsi ed interviste, allusioni molto chiare al famoso "giuramento del B'naï B'rith". In un comunicato (') parlando del rifiuto di ogni rinuncia d'alleanza dei partiti della destra classica con il suo movimento, affermava: "obbediscono agli ordini del B'naï B'rith". Denunciato a causa di un'intervista rilasciata a Present (') nella quale parlava di "internazionale giudaica", nel corso del processo doveva specificare (") cosa intendeva dire, cioè: "l'internazionale massonico-ebraica del B'naï B'rith". Allo stesso modo, nel suo editoriale di La Lettre de Jean-Marie Le Pen, scrive: «Questa minoranza potente ed occulta ha scelto di costruire all'interno del popolo francese delle barriere invisibili (...) questa sètta è riuscita a far accettare ai partiti della destra classica un patto detto "repubblicano" o, più falsamente `morale', che impedisce ogni accordo con il Front National» (9).

Ma a cosa faceva realmente allusione il B'naï B'rith a proposito di "impegni"? Di fatto a una riunione privata dell'Unione francese delle associazioni B'naï B'rith (U.F.A.B.B.) tenutasi a Parigi il sabato 25 gennaio 1986. Lo spiega l'Agenzia telegrafica ebraica (10) che indicava in particolare: «Nessuna alleanza con il Front National. E quanto affermato da Alain Madelin davanti ai delegati dell'Assemblea generale dell'Unione francese delle associazioni B'naï B'rith (...). Il delegato generale del partito repubblicano era stato invitato a partecipare a una tavola rotonda sul tema "etica e politica", insieme a Michel Charzat, deputato di Parigi, segretario nazionale del partito socialista, a Christian Duroc, delegato del Movimento dei radicali di sinistra, e a Michel Guillenschmidt, delegato per le destre dell'Uomo del R.P.R.».

Se è impossibile avere le prove che ci sia stato un giuramento, nel senso stretto del termine, dal momento che avrebbe avuto luogo in una riunione di loggia chiusa, si sa che vi è stato almeno un impegno solenne da parte dei rappresentanti di diversi partiti politici contro il Front National. D'altronde, l'ostilità della comunità ebraica verso questo partito non è un mistero ("). Vi sono prove sufficienti sull'"antilepenismo" del B'naï B'rith, raramente se non mai citate, per evitare l'accusa di un'attitudine oltranzista che rischierebbe di togliere credibilità a contrario alle considerazioni, peraltro giustificate, che possono essere fatte nei riguardi del B'naï B'rith. I1 governo di Jaques Chirac, prendendo il problema sotto gamba, o non trattandolo per niente, doveva peraltro portare acqua al mulino di quelli che cominciavano ad inquietarsi del ruolo, reale o supposto, dei Fratelli. Nel luglio 1986, poco dopo le elezioni, un deputato del Rassemblement National, il Dr. Guy Herlory, fece un'interrogazione scritta al Primo Ministro nella quale si poneva il problema dell'ormai famoso "impegno preso davanti al B'naï B'rith".

Caso rarissimo, l'interrogazione non ricevette mai risposta dal Primo Ministro, sebbene il deputato, in mancanza di riscontro, avesse riproposto la questione (12)!

Il dossier assunse tanta importanza che il presidente del B'naï B'rith, il Dr. Marc Aron, dovette tentare di sgonfiare l'affare, minimizzando i reali fini del suo gruppo e moltiplicando i condizionali (13). "Naturalmente non vi sono mai stati patti tra uomini politici e il B'naï B'rith. I1 B'naï B'rith è un'associazione con molteplici attività, filantropiche, culturali ecc. Di tanto in tanto riceve degli invitati che possono anche essere uomini politici. Vi possono essere uomini politici che hanno detto, a titolo individuale, che non concluderebbero mai alleanze con il Front National.

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Naturalmente ne siamo molto contenti. Ma ciò non li impegna assolutamente con un patto. Se lo fanno, suppongo che sia in piena libertà di spirito e di coscienza, e ciò è bene (...). Non so quale sarebbe l'uomo politico così stupido da firmare un patto con un'associazione umanitaria".

Si gioca evidentemente con le parole. Come ogni lettore di questo libro constaterà personalmente, il B'naï B'rith, da una parte, non si piazza spontaneamente tra le "associazioni umanitarie" al fianco di Medici nel mondo, Croce Rossa Internazionale o ATD-Quarto mondo. D'altra parte, l'Ordine prende posizioni politiche dichiarate nei suoi comunicati. A partire da quell'incontro del marzo 1986, che fa riferimento al colloquio del gennaio dello stesso anno nel corso del quale uomini politici si erano impegnati dalla tribuna, comunicato che l'attuale presidente sembra aver totalmente dimenticato.

Si noterà che si tratta di un'altra versione del "giuramento del B'naï B'rith", assolutamente ridicola visti gli errori grossolani che riporta. ribaditi da David Malkam, lo storico ufficioso del B'naï B'rith (il quale tuttavia conferma il famoso impegno). Ci sia permesso citarlo: "Il 26 marzo 1986 Sam Hoffenberg (...) organizzò un dibattito con rappresentanti di forze politiche democratiche (sic), di destra e di sinistra. Tra di loro figurava Alain Madelin, futuro ministro dell'Industria del Governo che sarebbe uscito dalle urne. Sam Hoffenberg insistette sulla paura che pervadeva gli ebrei di Francia che dovevano assistere impotenti, trent'anni dopo la Shoah (quarantatré anni dopo sarebbe senza dubbio più giusto N.d.a.) a un'alleanza tra la destra classica e l'estrema destra, razzista ed antisemita; egli chiese allora ai due rappresentanti della destra che erano presenti di chiarire questo punto e di precisare meglio la loro posizione esatta riguardo a un'eventuale alleanza con l'estrema destra. Essi risposero che non ci sarebbe stata alcuna alleanza di quel tipo, affermazione che, l'indomani, fu oggetto di un comunicato stampa. Ciò causò il dilagare senza fine dell'odio anti B'naï B'rith nella stampa di estrema destra" (").

Qualche settimana prima (15), lo stesso Marc Aron aveva dichiarato che le proposte di Jean-Marie Le Pen rivelavano una "follia furiosa" e "un discorso demonizzante". In quel momento, la sua organizzazione non era ancora, come invece doveva dichiarare in seguito, una "associazione umanitaria" ma una «associazione retta dalla legge del 1901 (che) si consacra alla difesa dei diritti dell'uomo (sia ebrei che non ebrei) e alla lotta contro il razzismo e l'antisemitismo. Non si tratta di un'organizzazione massonica e non ha nulla della "minoranza potente ed occulta" come pretende il leader del Front National».

113. Sorveglianza costante del Front National

In realtà, non era la prima volta che il B'naï B'rith e l'Anti Defamation League (vedere il

capitolo consacrato all'A.D.L. francese e alla L.LC.R.A.) prendevano posizione contro il Front National, dal momento che, a partire dalle elezioni europee del 1984, avevano annunciato una "sorveglianza" quasi poliziesca del F N. e dei suoi membri, un fine evidentemente insolito per un'associazione umanitaria. Mettendo direttamente in causa i media, Sam Hoffenberg, presidente dell'U.F.A.B.B., aveva denunciato, nel giugno 1984 (16) l'ingresso democratico degli elettori del Front National al Parlamento europeo: "Alcuni mezzi di comunicazione hanno banalizzato il Front National ed altri gli hanno fornito una copertura intellettuale. In tal modo si è introdotta nel Parlamento europeo la destra più ripugnante, che crea un centro di propaganda di odio e di intolleranza. Ormai ci compete di seguire da vicino tutte le attività, le dichiarazioni e gli eletti del FN. Inoltre, s'impone una sorveglianza dei loro interventi al Parlamento europeo e dei loro viaggi nei vari paesi del mondo nella loro veste di rappresentanti dell'Europa. In effetti c'è da temere che questo gruppo estremista possa servire a galvanizzare tutti i movimenti xenofobi razzisti e neo-nezisti per fornire una base legale ad azioni violente e a dare l'avvio a un nuovo terrorismo internazionale".

Invero la "sorveglianza" del partito di Jean-Marie Le Pen era cominciata già prima delle elezioni europee del 1984, quando niente lasciava ancora presagire un folgorante emergere delle idee nazionaliste. Due mesi prima, il 15 aprile 1984, a Milano, nel corso del consiglio della

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Fondazione europea dell'Anti Defamation League del B'naï B'rith (A.D.L.E.F.), che si svolse alla presenza di Abraham Foxman, direttore nazionale aggiunto dell'A.D.L. e direttore dei suoi affari internazionali, fu presentato un rapporto circostanziato, intitolato Jean-Marie Le Pen: penetrazione dell'estrema destra in Francia. Spiegava il suo autore, Shimon Samuels ("): "Negoziare accordi con elementi estremisti per ragioni di convenienza politica è rendere un cattivo servizio alle tradizioni parlamentari democratiche". Il diktat anti EN. veniva messo in atto prima ancora della sua affermazione. Alla ripresa di settembre, l'A.D.L. ritornava sull'argomento, con un lungo articolo di Frank Reiss, direttore del dipartimento degli affari europei dell'A.D.L. dal titolo: "Il Front Nazional francese e le elezioni europee" ('"), dove si precisava che "l'A.D.L. non si contenterà di prestare un'attenzione superficiale a questo gruppo così come ai suoi dirigenti".

Altri rapporti, molto più confidenziali, fondati su schedature sistematiche di certi quadri o dirigenti del Front National, dovevano essere realizzati in seguito per conto del B'naï B'rith o della sua filiale, l'A.D.L. È così che alle elezioni presidenziali del 1988, Jean-Yves Camus, "un esperto nello studio dei partiti estremisti", secondo A.D.L., redasse un rapporto ultra confidenziale, in lingua inglese, Il movimento Le Pen in Francia: fazione neo-nazista, razzista e antisemita, 1972-1987, nel quale era elencata la maggior parte dei vecchi membri di partiti di estrema destra o dei collaborazionisti. "Questa vera inchiesta di polizia, doveva notare un settimanale ('y), che scheda i principali responsabili nazionalisti, dimostra bene la paranoia dell'A.D.L. secondo la quale il solo obiettivo del Fronte Nazionale è la distruzione d'Israele e la scomparsa degli ebrei". Si leggeva: "Nel 1986 il Front National ha ottenuto 33 seggi all'Assemblea, in parte grazie alla strategia di Stribois consistente nel tenere un basso profilo sul Medio Oriente e sul problema giudaico, e inoltre concentrando gli attacchi sugli immigrati nord-africani. Tuttavia, dopo il 1987 si sono rifatti vivi alcuni estremisti-chiave, senza che il fatto fosse notato. Non è una coincidenza se, contemporaneamente, lo stesso Jean-Marie Le Pen è diventato più esplicito riguardo alla "lobby ebraica" ed ha concluso dicendo che "le camere a gas erano un dettaglio nella storia della guerra" (...). Il Front National resta un partito ultra nazionalista estremista che, sotto l'immagine populista di Jean-Morie Le Pen, conserva un nocciolo profondamente razzista e antisemita composto da strateghi e subalterni". Robert Goldmann, direttore dell'A.D.L. a Parigi, inviò una decina di esemplari di questo studio confidenziale ai responsabili americani del movimento, con un commento dello stesso tipo: "La Francia è il solo paese occidentale con un potente partito di estrema destra. Il suo programma non contiene ufficialmente piani antisemiti, ma la sua ideologia e i suoi principali leader hanno elementi di antisemitismo (...). A tutti i livelli non è stata una bella giornata per la Francia, né per gli ebrei, né per gli stranieri e le minoranze".

In seguito lo stesso Jean-Yves Camus doveva tornare regolarmente sull'argomento, per conto del B'naï B'rith e dell'A.D.L. Per esempio un suo intervento a un seminario europeo dell'A.D.L. era ripreso e riassunto nella rivista del B'naï B'rith con il titolo: Denominatore comune: l'antisionismo (`). La tesi che vi viene sostenuta è chiara: l'antisionismo, semplice maschera per l'antisemitismo, sarebbe il denominatore comune del Front National, della Restauration Nationale, di Chrétienté-Solidarité, di Troisième Voie, della Nuova Destra e... di certi militanti dell'estrema sinistra o ultrasinistra, quali Jaques Vergès, Pierre Guillaume ecc. L'anno seguente lo stesso Jeaan-Yves Camus, chiosava di nuovo a proposito di un supposto "non detto", in un articolo intitolato Il vero programma del Front National (z'). Per lui, "al di là della denuncia di coloro che chiama `i cavalieri dell'Apocalisse' (...) Jean-Morie Le Pen vuole mettere in opera un progetto di società autoritaria, fondata sull'esclusione e sull'ineguaglianza". L'A.D.L., infaticabile, tornava sul Front National nel 1991, in particolare sulle sue cinquanta proposte sull'immigrazione, con un nuovo rapporto, la Francia di Jean-Morie Le Pen: un problema nazionale con implicazioni europee (22). I1 Front National viene definito brutalmente come "movimento xenofobo, razzista, antisemita" e Jean-Marie Le Pen come "campione e modello della retorica razzista e xenofoba e dell'incitamento all'odio nell'Europa Occidentale". Ancora, il B'naï B'rith di Francia è stato direttamente all'origine dell'opera di Jean-Yves Camus e René Monzat Le destre nazionali e radicali in Francia, vera compilazione di

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schede di polizia e di documenti diversi sui dirigenti, pubblicazioni e gruppi supposti appartenere a tale famiglia politica (23).

114. Il B'naï B'rith all'origine della legge Fabius-Gayssot

Il B'naï B'rith ha pure largamente contribuito all'adozione della legge Fabius-Gayssot del 13

luglio 1990 che istituisce il delitto di opinione revisionista (vale a dire la proibizione di ogni ricerca storica che voglia mettere in discussione, interamente o solo in parte, il giudizio del Tribunale di Norimberga ed in particolare l'esistenza di camere a gas durante la Seconda Guerra mondiale nei Paesi dell'Est): "Esso (il B'naï B'rith) si è distinto in questi ultimi anni per le azioni senza sosta contro i revisionisti ed il loro lavoro di disinformazione sulla Shoah (Z4)". Il revisionismo storico è stato sempre seguito, a livello mondiale, dal B'naï B'rith e dall'A.D.L. Per esempio, Abraham Foxman, direttore dell'A.D.L., si era preoccupato di spedire dagli Stati Uniti una lettera di protesta al Rettore dell'Università di Nantes ed al ministro dell'Educazione, Alain Devaquet, per chiedere che fosse tolto il titolo di dottore allo storico Henri Roques "che nel suo lavoro nega lo sterminio degli ebrei per mano dei Nazisti" (25). La Loggia Mazeltov del B'naï B'rith di Parigi domandava ugualmente "con estrema fermezza" la condanna di questa tesi, e l'Unione Francese delle Associazioni del B'naï B'rith (U.F.A.B.B.) partecipava alla manifestazione di protesta organizzata davanti al Memorial del martire ebreo ignoto a Parigi. Nel settembre 1987 il B'naï B'rith, soddisfatto di vedere "la classe politica francese ed europea" condannare quello che definiva "le dichiarazioni calunniose di Le Pen sulla Shoah" chiedeva la promulgazione di una legge speciale che condannasse ogni ricerca storica critica indipendente su certi episodi ed avvenimenti della Seconda Guerra mondiale, in particolare sulle camere a gas: "Noi invitiamo il nostro governo a presentare all'Assemblea Nazionale una legge che preveda la condanna di ogni pubblicazione e di ogni discorso discriminatorio di carattere razzista o antisemita. Questa legge comporterà in specie una severa condanna di ogni negazione dello sterminio del popolo ebraico o la banalizzazione della storia di quell'epoca". Il B'naï B'rith sarebbe stato esaudito qualche mese dopo grazie al duo Fabius-Gayssot a alla sua legge Faurissonia.

115. Le Pen, primo revisionista di Francia

Di fronte allo sviluppo della ricerca statunitense che rimetteva in causa l'olocausto, tramite

organizzazioni quali l'Institute for Historical Research, The Committee for open debate on the Holocaust ecc., e ad analoghe ricerche in diversi paesi del mondo (Canada, con Ernst Zündel, Italia, Spagna, Austria ecc.), la sezione del B'naï B'rith specializzata nelle inchieste, l'A.D.L., ha creato la sua propria rivista, Dimensions, che ha il sottotitolo "una pubblicazione di studio sull'Olocausto". Sotto l'egida del Centro Internazionale Braun di studi sull'Olocausto, che ha fondato nel 1977, l'A.D.L. diffonde e distribuisce nelle scuole centinaia di migliaia di opuscoli, organizza conferenze, seminari ecc. Per dare un'idea dell'importanza del suo lavoro di propaganda, si noterà che l'A.D.L. dispone pure di un suo proprio catalogo di libri e film, L'Olocausto in immagini e film. Realizzato da Judith Herschlag Muffs, vice direttrice della sezione A.D.L. delle relazioni interreligiose, e da Dennis L. Klein, direttore del centro di studi internazionali sull'Olocausto, comprende non meno di 158 pagine, due sottodivisioni, 475 temi differenti (tra cui un film su Ivan il Terribile, alias John Demjanjuk) ecc. La prefazione è di Elie Wiesel. Quest'ultimo, premio Nobel per la pace, scrive: "Per anni alcuni genitori fecero del loro meglio per proteggere i propri figli da un tema giudicato troppo deprimente. Di colpo, la situazione è cambiata. I1 tema dell'Olocausto non è più tabù. È affrontato liberamente e a volte anche discusso con troppa leggerezza. I giovani non vogliono più essere protetti ed esigono di sapere tutto circa quegli avvenimenti".

Il B'naï B'rith ha inoltre ottenuto che il Ministero della Difesa realizzi, in accordo con l'Ordine ed in forma largamente ispirata dall'A.D.L., una guida destinata alle forze armate americane, I giorni del ricordo (Days of remembrance), che deve servire a organizzare cerimonie in memoria

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dell'Olocausto nonché programmi d'informazione rivolti ai soldati. Questo manuale di 144 pagine è ormai automaticamente incluso nella formazione militare delle reclute americane. L'A.D.L. del B'naï B'rith ha pure creato una "task force" speciale, incaricata della ricerca di vecchi responsabili nazionalsocialisti, che lavora direttamente con i servizi del Ministero della Giustizia, in modo da fornire i documenti e i testimoni necessari alle azioni penali (26).

L'Anti Defamation League of B'naï B'rith ha pure pubblicato diversi opuscoli e svariati voluminosi rapporti sul tema dell'Olocausto e della sua rimessa in discussione, in modo da combattere efficacemente i progressi del revisionismo. Le due principali opere diffuse sono: Reinventare la grande menzogna e Gli apologeti di Hitler. La propaganda antisemita e il "revi-sionismo" storico (27). Si noterà che il secondo rapporto, ritenuto il rappresentante della "verità vera" sull'Olocausto, presenta in copertina una "foto ingannevole". Si tratta della famosa foto di un bambino ebreo con un berretto, le braccia alzate, con un gruppo di soldati tedeschi dietro di lui (11`). Una foto universalmente nota, che si crede essere stata scattata durante l'insurrezione nel ghetto di Varsavia e che simbolizza ammirabilmente l'Olocausto dei bimbi ebrei durante la seconda guerra mondiale. Tuttavia è assai meno noto che questa foto non è stata presa nel ghetto di Varsavia ma al suo esterno, in prossimità della stazione e che il ragazzino della foto, che si chiamava Tsvi Nussbaum, non è stato gasato ma è vivo dal momento che abita a New York dove esercita la professione di medico (29).

Al di fuori di tutte le discussioni circa la veridicità o la falsità delle tesi in discussione (cosa assolutamente proibita in Francia dopo l'entrata in vigore della legge Fabius-Gayssot), è lecito interrogarsi sul contenuto di queste due opere, e più in particolare sui capitoli dedicati alla Francia, in entrambi i volumi, e intitolati I "Revisionisti" francesi, che sono praticamente la copia l'uno dell'altro e portano tre intestazioni che intendono presentare i tre principali rappresentanti della scuola storica revisionista francese: Robert Faurisson, Henri Roques... e Jean-Marie Le Pen (`). In tal modo, Jean-Marie Le Pen, leader di un partito politico francese e deputato al Parlamento europeo, agli occhi del lettore, è messo sullo stesso piano dei due principali storici revisionisti mondiali, autori di svariate opere o articoli sul tema, e che hanno consacrato molti anni della loro vita alla ricerca. Questo devastante effetto viene ottenuto tramite una dichiarazione largamente mutilata: «alcuni degli esempi più inquietanti della retorica "revisionista" sull'Olocausto, quali sono emersi sulla scena pubblica in questi ultimi anni, hanno avuto voce tramite il leader del Front National francese di estrema destra Jean-Marie Le Pen. Sebbene questi non abbia esplicitamente abbracciato le idee espresse dai "revisionisti" come Faurisson o Roques, egli ha minimizzato l'importanza delle atrocità commesse contro le vittime dei nazisti e ha cercato di seminare dubbi sull'enormità dell'Olocausto». L'accusa si basa essenzialmente sulla frase di Jean-Marie Le Pen a proposito del "fatto di dettaglio", dichiarazione che gli ha valso una multa di 1,2 milioni di franchi. Sebbene sia sufficiente in sé, la frase è riportata in maniera tronca e tendenziosa. La riproponiamo nella sua interezza, con, tra parentesi, i passaggi saltati dall'A.D.L., in modo da permettere al lettore di svelare il trucco (31):

- Ritiene che vi sia stato un genocidio ebraico nelle camere a gas? - (Non conosco le tesi sostenute da Faurisson e Roques. Vi sono stati molti morti, centinaia di

migliaia, può darsi milioni di morti ebrei e di persone che ebree non erano). Non dico che le camere a gas non siano esistite, non le ho potute vedere (di persona). (Non ho studiato il problema in maniera particolare), ma credo si tratti di un dettaglio della Seconda Guerra mondiale.

- Sei milioni di morti sono un dettaglio? - (La domanda era in che modo queste persone sono state uccise), è un dettaglio della guerra. Visto il modo con cui il testo è stato mutilato, Jean-Marie Le Pen non può apparire altro che

un revisionista militante e un complice del genocidio.

116. IL B'NAÏ B'RITH IN ITALIA

117. Origini, natura, statuto

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In Europa il B'naï B'rith opera in Inghilterra ed in Irlanda, che formano un distretto a sé,

mentre il distretto dell'Europa continentale raggruppa la Francia, Svizzera, Italia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Svezia, Norvegia, Germania, Austria e Grecia, con sezioni in tutte le principali città, di cui ovunque fanno parte le persone più rappresentative e qualificate delle collettività ebraiche locali" (1).

In Italia il B'naï B'rith nasce nell'aprile 1954 a Milano, per estendersi poi rapidamente a Roma nel luglio 1955, quando viene fondata l'influente loggia Elia Benamozegh, a Firenze nel febbraio 1958, ed infine a Livorno ('). Esso si uniforma a quelli che sono il carattere e "gli ideali dell'ordine internazionale dei Bené Berith al quale aderisce e del quale fa parte" (-), mantenendo inalterato il carattere di società massonica e segreta. Queste caratteristiche sono evidenti nello statuto della loggia n. 2035 Elia Benamozegh all'art. 7, dove tra i doveri degli associati è incluso quello "di osservare la massima discrezione sulle questioni in esse [nelle riunioni e assemblee n.d.r.] trattate"; e al titolo X, "ammissione all'Associazione", notiamo che "l'ammissione definitiva all'Associazione è conseguita dal candidato solo dopo che è avvenuta la cerimonia della sua iniziazione" regolata, quest'ultima, dai precedenti articoli 101 e 102 ('). Dall'articolo 86 risulta che l'ammissione è riservata esclusivamente agli ebrei, poiché "possono essere ammessi all'Associazione gli ebrei residenti (anche temporaneamente) in Italia, che possiedano in modo particolarmente spiccato le doti e le qualità previste dall'art. 5 del presente statuto" (4).

Come scriveva, nel 1962, Settimio Sorani presidente della sezione di Firenze dell'Associazione Bené Berith: "Dal punto di vista storico il B. B. trova le sue radici nella tradizione essenziale dell'ebraismo" (5) e tra i suoi compiti annovera quello di "preparare l'élite ebraica per l'avvenire" (fi) e "preservare la gioventù dall'assimilazione" ('); dunque "sono gli ebrei coscienti in tutto il mondo che si raccolgono sotto la bandiera del B. B. ('), per dar vita ad una associazione la cui influenza non è solo di ordine morale e filantropico ma anche di ordine sociale e... politico". Sorani prosegue dicendo che: "occorre sperare che questa influenza crescerà ancora poiché la forza potenziale dell'ebraismo, in quanto religione pura, è ricca di un brillante avvenire" (').

Vediamo ora come questa «certa élite [che] riconosce che l'uomo è "il grande fratello di tutto ciò che ha vita"» (H) ha "illuminato" con la luce della Menoràh lo stivale italiano.

118. Il B'naï B'rith e la scuola

Nel numero del II trimestre 1992 del "B'nâi B'rith journal", il trimestrale del XIX distretto del

B'naï B'rith Europa continentale, Charles Hoffman, presidente della "C tre I" (Commissione Interlogge degli interessi intellettuali, regione di Parigi) scrive: «Viviamo in una società che si pretende giudeo-cristiana, ma nella quale il primo termine della locuzione ha perso il suo senso». E la società cristiana «invece di riconoscere l'apporto essenziale [del giudaismo] si è sostituita alla sorgente giudaica, pretendendo essere nella retta linea del pensiero giudaico e marginalizzando il giudaismo autentico. Questo si chiama captazione di eredità e volontà deliberata di sostituzione. Inutile riparlare dell'occultazione cristiana di tutto ciò che concerne il giudaismo, sia nella storia che nell'insegnamento, né sull'antisemitismo cristiano che ne scaturisce, concepito come un'arma per diminuire la capacità di resistenza e di reazione del gruppo giudaico, in un grande spirito di combattimento e di concorrenza inespiabile. Una conseguenza secondaria di questo comportamento cristiano, prende un'importanza del tutto primordiale: i nostri figli, educati in un insegnamento che viene da quella fonte [cristiana] (...) non riescono a capire chiaramente ciò che fa la loro specificità ed originalità, altrimenti che come un "vissuto subito"». Hoffman aggiunge: "La volontà dichiarata dell'insegnamento pubblico, presentato come scuola della Repubblica, di ridurre le differenze, di appianare le diversità, per creare un cittadino unidimensionale, occulta nello spirito dei nostri ragazzi tutta la dimensione giudaica della loro personalità" e conclude dicendo: "E quindi urgente ristabilire l'apporto giudaico alla civiltà giudeo-cristiana. Tutto ciò che può consentire di mettere in rilievo l'apporto essenziale della nostra filosofia, della nostra religione nella storia dell'umanità deve

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essere sistematicamente favorito, (...) bisogna riabilitare la fierezza e la dignità giudaiche. Che questi tornino ad essere degli attributi invidiati e desiderati".

A queste parole di C. Hoffman ("deve essere sistematicamente favorito") è seguita un'azione a livello internazionale, sia diretta che indiretta, da parte dell'A.D.L. del B'naï B'rith, perché il suddetto messaggio fosse recepito nei vari centri di potere deputati all'educazione scolastica e non. Così negli U.S.A. "più di 101.000 professori delle scuole elementari e secondarie, con un'influenza su più di dieci milioni di studenti, sono stati addestrati a combattere atteggiamenti discriminatori, ed ad imparare a conoscere la diversità" (y). Il programma è stato adottato anche dal dipartimento di polizia di Huston ed è stato scelto per sostenere il Diversity Training Program dell'F B.I. Questo programma di educazione è attuato da un organo specifico dell'A.D.L. 1"`A world of difference institute" che nell'ottobre 1993 è andato in Germania, su invito del governo, per sottoporre ad un corso di rieducazione lavoratori, insegnanti e studenti di Berlino, Rostock e Brema, già "teatro di attacchi di neonazisti contro gli stranieri" (9).

«In uno sforzo per affiancare e sostenere le forze democratiche in Germania, laddove gli incidenti antisemiti e contro gli stranieri sono particolarmente virulenti, l'A.D.L. ha iniziato ad avere dei contatti di lavoro con l'ufficio federale tedesco per l'educazione civica, una agenzia chiave per diffondere i valori democratici e combattere l'estremismo. La collaborazione rafforzerà l'A.D.L. "A world of differente institute" e fornirà all'ufficio federale le testimonianze e la documentazione per combattere il neonazismo» ("').

Contemporaneamente in Italia, pur non essendosi instaurato ufficialmente un rapporto di stretta collaborazione tra pubbliche istituzioni e B'naï B'rith, risultano evidenti le assonanze tra i le indicazioni di quest'ultimo e la politica del governo italiano. Giuliano Amato (P.S.I.), quando era a capo del governo invitava a studiare "meno Manzoni e più Primo Levi", mentre il ministro della pubblica istruzione Rosa Russo Jervolino (") decise "di introdurre nell'ordinamento scolastico lo studio della storia contemporanea ed in particolare quella relativa alla tragedia ebraica" (12). La presidente dell'amicizia ebraico-cristiana di Roma, Lea di Nola Bassan esortava a "preparare gli insegnanti" a combattere "l'antisemitismo religioso".

Aggiungeva Clotilde Pontecorvo: "Stiamo realizzando con il Ministero della pubblica istruzione del materiale video-registrato su chi sono gli ebrei, che il Ministero si impegna a diffondere nelle scuole medie e secondarie accompagnato da una guida didattica e soprattutto da una attività di formazione specifica degli insegnanti" ("). Recentemente è stato realizzato da Micaela Procaccia un documentario, "Fernichtung baby", che con l'ausilio di musica rock si propone di far conoscere la cultura ebraica agli studenti italiani nonché "gli orrori della shoà". Inoltre apprendiamo da un comunicato stampa (Roma 30/09/1994) del portavoce del Governo Berlusconi (Giuliano Ferrara) la notizia che in seguito ad "un incontro tra una delegazione della Anti Defamation League, guidata dal presidente nazionale David Strassler e dal direttore nazionale Abraham Foxman, alla presenza di Tullia Zevi, presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Ita-liane, e una delegazione governativa, in rappresentanza del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, composta dal ministro portavoce dei Governo Giuliano Ferrara e dal Ministro della Pubblica Istruzione Francesco D'Onofrio", nella quale "sono stati affrontati i temi cruciali della lotta ad ogni forma di intolleranza e di antisemitismo". "L'Anti Defamation League... invierà materiale documentario d'appoggio per una campagna di sensibilizzazione sulle radici anche linguistiche dell'odio antisemita, al Ministro della Pubblica Istruzione il quale, da parte sua, ha consegnato alla delegazione alcuni materiali audiovisivi che sono parte della campagna per la tolleranza in atto nelle scuole italiane".

Da questo possiamo desumere che la campagna internazionale dell'A.D.L. del B'nai B'rith dopo i successi ottenuti nel 1993 ha continuato a fare dei progressi, incurante del cambiamento politico avvenuto in Italia; anche il governo di centro-destra si è dimostrato apertamente disponibile verso gli interessi di parte ebraica riguardo all'educazione. Infatti Silvio Berlusconi ancor prima delle elezioni, il 9 marzo 1994, di fronte ad una delegazione di commercianti romani, per lo più ebrei, disse: "Io ammiro veramente il vostro popolo. Il primo libro che ho regalato a mia figlia è

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stato il diario di Anna Frank, che andrebbe adottato come testo nelle scuole, perché fa capire anche ai più piccoli che cosa sia il razzismo". In tal modo il Cavaliere risulta convincente di fronte alla platea e lo è ancor di più quando conferma che ha messo gratuitamente le sue sale a disposizione per proiettare l'ultimo film di Steven Spielberg "Schindler's list" (").

Non c'è quindi da stupirsi della calorosa accoglienza riservata alla delegazione del B'naï B'rith, come riportato dal comunicato stampa del portavoce del governo, e della collaborazione avviata dall'allora ministro dell'educazione, Francesco D'Onofrio.

119. Il B'naï B'rith e il Vaticano

All'indomani del Concilio Vaticano II e della "promulgazione" della dichiarazione sulle

relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, Nostra fEtate (soprattutto il § 4 che riguarda la religione ebraica), il Card. Agostino Bea, il quale ancora prima del Concilio aveva tenuto contatti informali con il mondo ebraico (B'na'i B'rith, World Jewish Congress, ambasciata d'Israele in Italia) ed era presidente del Segretariato per l'Unione dei cristiani (S.P.U.C.), crea all'interno di questo una commissione per le relazioni tra ebrei e cattolici [B.R.J.C.] (Roma 1966). A capo di questa commissione fu chiamato, non a caso, il P Cornelis Adrian Rijk che si era dedicato al "dialogo" fin dagli anni `50 e dal 1960 era assiduo frequentatore del B'naï B'rith (15). Nel 1970 Rijk organizza il primo incontro misto ebraico cattolico a livello mondiale, dal quale nasce il Liaison Comitee (costituito da una parte di esperti rappresentanti della S. Sede e dall'altra dal comitato internazionale ebraico per le consultazioni interreligiose - I.J.C.I.C.) di cui fanno parte Gerhart Riegner, segretario generale del congresso mondiale ebraico, e Joseph Lichten per il B'naï B'rith - A.D.L. Dal 1974 su iniziativa di Paolo VI (16), il presidente dello S.P.U.C. è anche presidente della commissione per le relazioni religiose con l'ebraismo (C.R.R.J.) che pubblica nel 1975 "Orientamenti e suggerimenti per l'applicazione di Nostra fEtate, n. 4". Questo documento stabilisce, tra le altre cose, come condizione del dialogo, "il rispetto dell'altro così come esso è, e soprattutto rispetto della sua fede e delle sue convinzioni religiose" riconoscendo che il dialogo deve essere visto "come comunicazione tra eguali, che esclude necessariamente il proselitismo" ("). Nel 1985 la C.R.R.J. pubblica "Ebrei ed ebraismo nella predicazione e nella catechesi della Chiesa Cattolica", documento nel quale si afferma che «l'insegnamento religioso, la catechesi e la predicazione debbono formare (...) al dialogo». Di che natura sia questo dialogo lo si deduce dalle parole di Mons. Jorge Mejia, segretario della C.R.R.J, che hegelianamente afferma: "Ambedue le parti si devono impegnare in una ricerca della verità che supera entrambi e che insieme dobbiamo ancora scoprire" (18).

Nel medesimo documento si può leggere: «La storia di Israele non si conclude nel 70. Essa continuerà, in particolare nella vasta diaspora che permetterà ad Israele di portare in tutto il mondo la testimonianza, spesso eroica, della sua fedeltà all'unico Dio e di "esaltarlo di fronte a tutti i viventi" (Th. XIII, 4), conservando sempre nel cuore delle sue speranze il ricordo della terra degli avi. I cristiani sono invitati a comprendere questo vincolo religioso che affonda le sue radici nella tradizione biblica, pur non dovendo far propria una interpretazione religiosa particolare di tale rela-zione ('°). Per quanto si riferisce all'esistenza dello stato di Israele e alle sue scelte politiche, esse vanno viste in un'ottica che non è di per sé religiosa, ma che si richiama ai princìpi comuni del diritto internazionale. Il permanere di Israele (laddove tanti antichi popoli sono scomparsi senza lasciare traccia) è un fatto storico e segno da interpretare nel piano di Dio. Occorre in ogni modo abbandonare la concezione tradizionale del popolo punito, conservato come argomento vivente per l'apologetica cristiana. Esso resta il popolo prescelto, "l'olivo buono sul quale sono stati innestati i rami dell'olivo selvatico che sono i gentili" (Rom. II, 17-24)».

Questa esplicita ammissione dei legami tra il popolo ebraico e la sua terra da parte della "Chiesa postconcilare" ha aperto la strada al riconoscimento dello Stato di Israele. Il 20 novembre 1992 infatti (21) si è tenuta a Gerusalemme una riunione informale sull'argomento, che ha visto tra i partecipanti oltre al viceministro degli esteri israeliano Yossi Beilin e Mons. Claudio Maria Celli, sottosegretario Vaticano per i rapporti tra gli stati (accompagnato per l'occasione da Mons. Cordero

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Lanza di Montezemolo, delegato apostolico in Terra Santa), anche il rabbino David Rosen (1') dell'A.D.L. Insieme al suo collega il rabbino Leon Klenicki di New York egli cura i rapporti col Vaticano tramite il rappresentante in Italia dell'A.D.L., con ufficio presso la S. Sede, Lisa Palmieri-Billig (22). Tra i partecipanti c'era anche Zwi Werblosky (presidente del Jewish Council for religious consultations in Israël) membro del Liaison Comitee fin dalla sua fondazione.

All'epoca il giurista della parte vaticana, padre David Maria Yagher (z;), dichiarò: "Questo non è certo un negoziato tra parti nemiche, anzi c'è pochissimo contenzioso e stiamo andando avanti molto rapidamente" (-°).

Così rapidamente che solo sei mesi dopo verrà siglato a Roma un accordo di base ratificato definitivamente il 30/12/1993 a Gerusalemme.

Nel settembre 1994 una delegazione del B'naï B'rith passa l'oceano per una visita in Europa; Roma è una tappa obbligata.

«Il primo frutto della normalizzazione dei rapporti tra la S. Sede e lo stato ebraico è un'iniziativa presa (...) dall'A.D.L. of B'naï B'rith, [che] a sue spese, ha curato la traduzione in lingua ebraica (25) del libro di Gianfranco Svidercoschi "Lettera ad un amico ebreo". La stessa organizzazione [ha curato] la distribuzione dell'opera negli ambienti del giudaismo ortodosso. Il lancio [è iniziato 1129 settembre] quando lo "stato maggiore" (ben 18 persone) della Lega antidiffamazione [è stato] ricevuto in Vaticano da Giovanni Paolo II.

La Lettera ad un amico ebreo racconta i fraterni rapporti che Jerzy Kluger, un ingegnere ebreo di Cracovia, ha intrattenuto sin dall'infanzia con il coetaneo e amico Karol Wojtyla. Il giovane Jerzy poté sottrarsi alla deportazione perché fu nascosto da Karol, rimasto orfano e senza parenti, nella sua casa paterna. Il libro è (...) stato diffuso a cura dei rabbinati locali in Ungheria e in Romania. Come è stato dichiarato dai responsabili dell'A.D.L. la storia del giovane Wojtyla è raccontata per tentare di arginare, nei cattolici che militano in quei movimenti, l'onda antisemita che si sta diffondendo nelle organizzazioni nazionaliste. Ma se l'episcopato cattolico romeno e quello ungherese hanno incoraggiato gli sforzi dei rabbini capi di Bucarest e di Budapest quello croato ha fatto orecchie da mercante. E di fronte alla larvata ostilità degli ambienti cattolici, l'editore di Zagabria non ha ancora avuto il coraggio di pubblicare il libro, pur disponendo della sua traduzione croata già da dieci mesi.

Di altro "segno" è invece, la traduzione israeliana. Per una volta, la "diffamazione" che il B'naï B'rith intende contrastare riguarda un "gentile". Anzi: l'A.D.L. tenta di porre rimedio alla valanga di disinformazione e di calunnie che il Papato ed il Pontefice hanno subito negli ultimi trent'anni, a causa della politica vaticana. Infatti il ritardo nel riconoscere lo Stato d'Israele e l'appoggio costante che la S. Sede ha accordato alle rivendicazioni palestinesi (un popolo con una importante minoranza arabo cattolica) hanno avuto una notevole e negativa "ricaduta" psicologica sull'opinione pubblica israeliana. Anche in occasione della ventilata visita del Papa a Sarajevo, nel generale apprezzamento della stampa mondiale, solo il Jerusalem Post ha cantato fuori dal coro ed ha irriso alla " fallibilità papale". (...) Durante il pontificato di Giovanni Paolo II i dirigenti dell'A.D.L. sono già stati ricevuti, nel 1985 e nel 1986, dal Papa. Ed anche questo nuovo incontro sembra sancire un'operazione congiunta. La traduzione ebraica del libro di Svidercoschi ha infatti la supervisione di Mons. Pierre Duprey, vicepresidente della Commissione pontificia per i rapporti con l'ebraismo» (26).

David Strassler, national president dell'A.D.L., accompagnato per l'occasione da Abrham Foxman, national director dell'A.D.L., nel suo discorso tenuto a Giovanni Paolo II durante l'incontro a Castelgandolfo ricorda come "questo riconoscimento tra la S. Sede e lo stato d'Israele, non riguarderà solo il popolo di Israele. È un patto il cui scopo è globale", a cui fa eco Giovanni Paolo II nel suo discorso pronunciato nella medesima occasione, dicendo, "siamo chiamati ad essere una benedizione per il mondo. Questo è il compito comune che ci attende" (-'). Questo sembra essere appunto lo scopo del dialogo ebraico-cristiano cioè, come dice David Strassler "il nostro è un pellegrinaggio di giustizia e di pace (...) un pellegrinaggio da capi ebraici dedicato al rafforzamento e all'espansione delle relazioni tra ebrei e cristiani".

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A ben vedere, però, questo dialogo tra uguali che non ha come fine la conversione degli ebrei ma solo, apparentemente, quello di instaurare cordiali rapporti tra le parti, è invece inteso da parte ebraica come una "potente forma di educazione" e come una "strategia" (28) che, secondo la testimonianza dei documenti pubblicati, ha già ampiamente raggiunto il suo obbiettivo. Infatti a fianco di quello che è il rapporto ufficiale tra l'istituzione ecclesiastica e il mondo ebraico (Liaison Comitee) si sviluppa nell'ombra una fitta rete di rapporti informali tra l'A.D.L., il B'naï B'rith e influenti membri della gerarchia ecclesiastica.

La comunità di S. Egidio ed il movimento "Focolare" sono importanti associazioni cattoliche con le quali l'A.D.L. ha lavorato strettamente negli anni passati. Questi legami dovrebbero essere mantenuti e rafforzati» ("').

Non tutti sanno che esiste un accordo informale secondo il quale il dottor Giacomo Terracina dell'A.D.L di Roma, ha il compito di esaminare preventivamente gli atti di Giovanni Paolo II per segnalare al Card. E. I. Cassidy (presidente della C.R.R.J.) eventuali espressioni da correggere secondo lo spirito del documento conciliare Nostra aEtate.

Il Card. E. L Cassidy è infatti il punto di riferimento dell'A.D.L. per portare avanti e far approvare le proprie istanze. Si veda a tal proposito la lettera del Card. Cassidy al rabbino Leon Klenicki (14/6/1994), direttore del Dipartimento Interfaith Affairs dell'A.D.L. of B'nai B'rith, nella quale lo ringrazia per avergli inviato il primo numero di Interfaith Focus ('°), la rivista dell'omonimo Istituto, su cui scrivono sia il dottor E. J. Fisher ('' ) sia Padraic O'Hare ('-'). Leon Klenicki scrive ancora in una news-letter del 16/6/1994: "Noi critichiamo adesso il nuovo catechismo [della Chiesa cattolica], nella speranza che i futuri editori eliminino quei passi che possono perpetuare un antigiudaismo che ispira l'antisemitismo".

Un altro caso interessante e più recente, è quello di una Bibbia edita in Francia e poi stampata in tutto il Sud America, nelle cui note veniva riproposta l'accusa di deicidio. Il presidente dell'A.D.L. commission B'naï Brith Continental Europe David Levy-Bentolila dopo averne parlato al Card. E. I. Cassidy, in occasione della conferenza europea del B'naï Brith tenutasi a Roma 1126/03/1995 alla quale il porporato aveva partecipato, gli ha inviato la nota (da noi pubblicata), relativa ai vescovi che avevano dato l'Imprimatur per la stampa della Bibbia in Sud America, sollecitando tra l'altro l'intervento del prelato. In Francia, invece, su pressione della L.I.C.R.A., è intervenuta la giustizia stessa che ha querelato gli editori. Nell'udienza del 4 aprile 1995 agli editori sono stati dati quindici giorni per rivedere il loro testo e già il 6 marzo precedente il Vescovo di Versailles, Mons. Thomas, si era affrettato a togliere l'Imprimatur prima concesso. I1 tribunale laico di Parigi dopo aver dichiarato la propria incompetenza ad "immischiarsi in un dibattito teologico" ed aver anche affermato che il ritiro di un Imprimatur da parte di un vescovo non poteva costituire un prova d'accusa, ha poi finito per condannare questa edizione della Bibbia riguardo a due passaggi commentati dai curatori dell'opera. Nel primo passaggio tratto dall'epistola di S. Paolo ai Galati ("Nessuno impose la circoncisione a Tito che mi accompagnava, poiché era gentile" Gal. II, 3) i commentatori parlavano della circoncisione come costume "folkloristico" e perciò il Tribunale lo ritenne derisorio verso la religione ebraica. Il secondo passaggio del Vangelo di S. Marco in cui la "folla ebrea chiese la morte di Gesù" (cf. Mc. XV, 11 e seg.) venne condannato poiché, secondo la querela della L.I.C.R.A., alimentava l'accusa di deicidio verso gli ebrei, accusa che per secoli era stata alla base delle persecuzioni antigiudaiche nel corso storia, quando la Chiesa cattolica stessa aveva ormai abbandonato questa posizione con il Concilio Vaticano II (33).

120. Il B'naï Brith e la politica.

L'Italia, dopo essere stata negli anni settanta, e in buona parte degli ottanta il paese europeo

meno favorevole ad Israele, ha radicalmente mutato il proprio atteggiamento, come lo ricorda Avi Pazner (ex ambasciatore israeliano in Italia).

Grazie a "Tangentopoli" "sono uscite nuove forze politiche, più favorevoli a Israele. Tra queste in primo luogo il PDS e Forza Italia. Ma si può dire che oggi non esista più alcuna ostilità

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preconcetta nei confronti d'Israele. Con Massimo D'Alema anche i miei rapporti personali sono otti-mi: il leader del PDS non manca di venire in Ambasciata a portare la sua solidarietà e quella del suo partito ogni volta che in Israele c'è un attentato. E purtroppo, per questi motivi negli ultimi tempi è venuto spesso. Ma, ripeto, è il clima generale che è cambiato totalmente. Ed anche Berlusconi ed altri esponenti politici del centro si sono fatti vivi dopo ogni sviluppo positivo o negativo della situazione in Medio Oriente" (1). Un breve sguardo al parlamento ci dimostra che Avi Pazner ha ragione.

L'on. Gianfranco Fini, ad esempio, si è recato negli USA ben due volte "per incontrare... gli esponenti della comunità ebraica americana" ed in entrambi i casi l'organizzazione dei viaggi e delle visite è spettata a Ugo Martinat (esponente di AN e questore della camera) ed al membro del B'naï Brith, Maxwell Raab, ex ambasciatore di Reagan in Italia per otto anni, il quale ha fatto conoscere il noto politico italiano all'élite mondialista.

E così Gianfranco Fini ha incontrato David Rockfeller, Zachary Fisher, Felix Rohatyn (presidente della Lazard Bank), in somma il gotha della finanza ebraica conservatrice.

"Mentre sul versante degli incontri politico-diplomatici, Fini si è intrattenuto in un cordialissimo colloquio con l'ex segretario di Stato americano Henry Kissinger", rassicurando i suoi interlocutori sulle sue intenzioni più che mai amichevoli nei confronti della Comunità ebraica.

Essendo un membro del B'naï Brith il regista occulto di queste traversate atlantiche, non poteva mancare una visita in loggia e così, il 15 ottobre 1995, troviamo il coordinatore di AN ospite d'onore della loggia di New York dei "Figli d'Italia" ('S). "Affratellata alla A.D.L. del B'naï Brith", le due associazioni organizzano congiuntamente ogni anno un meeting della solidarietà italo-ebraica alla presenza, quest'anno, di Max Goldweber e Kurt Goldberger (rispettivamente presidente e amministratore della loggia newyorkese) accompagnati per l'occasione dal rabbino Bonnie Steimberg (36).

Un'altro esempio è quello, rilevato da Pazner, di Forza Italia, che gode ormai della stima indiscussa della comunità ebraica internazionale tanto che Shimon Peres (ministro degli esteri israeliano) dopo un incontro con il suo omologo italiano Antonio Martino dichiarò: "Abbiamo avuto un buon incontro... molto fruttuoso, molto aperto. Con l'Italia abbiamo relazioni amichevoli e le due parti hanno interesse a proseguire in questo spirito. Non abbimo dubbi che in questo governo ci siano molti amici di Israele, tra cui il primo Ministro [Berlusconi] ed il ministro degli esteri". Quest'ultimo rispose dicendo: "Saremo il governo italiano che più appoggia Israele da trent'anni a questa parte" ("). Sul fatto che il governo Berlusconi e lo stesso presidente del Consiglio fossero dichiaratamente filoisraeliani non vi sono dubbi e ancora non ve ne sono in relazione ai buoni rapporti esistenti tra Silvio Berlusconi ed il B'naï Brith.

Nell'agosto `94 Clemente Mastella, l'allora ministro del lavoro di quel governo, affermò in un'intervista che la caduta della Lira sui mercati internazionali era dovuta alle reazioni della lobby ebraica americana, preoccupata per la presenza, in Italia, di un partito quale A.N. ai vertici del potere. In seguito a questa dichiarazione, Silvio Berlusconi fu invitato da Abraham H. Foxman a condannare pubblicamente, nella maniera più forte possibile, il suo ministro ed a prendere iniziative concrete per combattere il pregiudizio e l'intolleranza in Italia. La risposta del governo non si fece attendere. Con una lettera del 30/09/94 allo stesso Foxman, l'on. Berlusconi dichiarò: "Voglio davvero assicurarLa, egregio signor Foxman, che il giusto allarme espresso dall'Anti-Defamation League, quest'antica organizzazione di difesa dei diritti civili dei grandi valori di umanità in cui dovrebbe riconoscersi unanimamente il mondo moderno, trova in noi ascoltatori attenti ed ammirati".

Poiché i "valori di umanità" del B'naï Brith coincidono con quelli della "tradizione essenziale dell'ebraismo" (s), dobbiamo concluderne che il governo Berlusconi, se fosse durato, avrebbe favorito le iniziative del B'naï B'rith anche nel campo scolastico [si ricordi il proposito di far adottare il diario di Anna Frank come libro di testo ('")]. La destra italiana non è più un problema per il B'naï Brith; sono passati gli anni (1992) in cui Lisa Palmieri Billig, in un A. D. L. International Report scriveva, riferedosi al Movimento Politico Occidentale (M.P.O.), un

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movimento neofascista contro il quale fu fatta una legge al limite della costituzionalità ('y): "Mettere fuori legge questo movimento sarebbe un buon passo avanti (...) svastiche, stelle gialle, e slogan antisemiti non possono essere permessi ed ogni associazione che li usi deve essere dichiarata illegale". Riferendosi invece alla Lega Nord, il partito dell'ex-"antisemita" Irene Pivetti: «La crescita delle "Leghe" nel nord è un fenomeno che dev'essere attentamente tenuta sotto controllo» (40).

Dal 27 marzo 1994 si è aperta una nuova éra e, pur non ammettendolo ufficialmente, non si teme più il "pericolo fascista". Secondo Giacomo Terracina: "il grande capitale non ha più bisogno del fascismo... è significativo che la stampa italiana più influente (cioè posseduta dal grande capitale) è favorevole ad una soluzione di centro sinistra" (41).

Il rischio di un ritorno fascista non sussiste più; anzi, una soluzione di centro-destra "sarà per lo più favorevole ad Israele. Lo spirito nazionalistico della destra contiene germi di intolleranza negli affari interni, ma a livello internazionale, si trasforma in ammirazione per l'efficienza e la potenza militare di Israele" (42).

Se con la destra del "Polo della Libertà" si sono chiusi definitivamente i conflitti, per il B'naï Brith si è aperto un altro fronte, quello con il radicalprogressista Francesco Rutelli, sindaco di Roma. Egli ha avuto la malaugurata idea, nel settembre del 1995, preso da un impeto di pacificazione nazionale, di voler intitolare una strada della capitale, all'ex-gerarca fascista Giuseppe Bottai (a'). Questo fronte però si chiude subito come scrive Dino Martirano sul Corriere della Sera, (19/09/1995): «Stop a "Largo Giuseppe Bottai". Ieri Francesco Rutelli ha annunciato a sorpresa di voler fare una temporanea marcia indietro dopo le tante pressioni e proteste ricevute in questi ultimi giorni. È successo tutto in una notte. Sono le 21 di domenica quando il sindaco entra nell'istituto "Pitigliani": lì, a Trastevere, ci sono ad attenderlo gli aderenti al Bené Berith, la potente associazione ebraica che in mezzo mondo si batte per il rispetto dei diritti umani. Rutelli ha davanti a sé professori universitari, avvocati, ingegneri, imprenditori, che senza usare mezze parole gli ricordano il dolore e la vergogna delle leggi razziali del `38 applicate da Bottai nelle scuole: in sala ci sono anche l'architetto Bruno Zevi [figlio di Tullia Zevi] ed il medico personale del primo cittadino Massimo Finzi, che lo conosce bene da molti anni. È la svolta. Quando il sindaco abbandona la riunione, è teso, e si limita a dire: "Ci penserò attentamente". Ma ha già in tasca il testo della dichiarazione con la quale, 12 ore dopo, congelerà lo slargo di Valle Giulia intitolata appena cinque giorni fa al ministro dell'Educazione Nazionale. (...) Così Rutelli invita in Campidoglio l'ambasciatore Bruno Bottai, il figlio del Gerarca, e lo riceve nel suo studio insieme con Guido Di Veroli, presidente del XIX distretto Europeo del "Bené Berith" (44). L'incontro a tre davanti telecamere e cronisti è brevissimo. Il sindaco misura le parole e dice di aver fretta, Di Veroli si rallegra per il rinvio e annuncia che comunicherà la "felice soluzione" alla sede centrale di Washington». Proprio da Washington era partito il Fax (che pubblichiamo) firmato da Abraham Foxman che, come già per Berlusconi, pungolava il primo cittadino della città eterna consigliandogli di tornare sui suoi passi, tanto più che "sicuramente ci saranno altre persone, nella storia di Roma, più degne di tale onore".

121. Il council Janner

Quando si debbono analizzare delle forze pre-politiche come il B'naï Brith (forze operanti ad

un livello che non implica il dibattito palese ma solo un'influenza occulta verso i centri di potere del sistema), si rischia di deformare la realtà se ci si limita ad un'analisi settoriale della vita politica. Quindi, dopo aver visto come tutti i partiti politici più importanti, hanno, più o meno, buoni rapporti con il B'naï Brith, sarà necessario seguire il processo inverso analizzando quali siano i rapporti diretti che legano il mondo politico ed il B'naï Brith.

Nel novembre 1990, Greville Janner, un anziano parlamentare labourista britannico e buon amico dell'A.D.L. molto preoccupato per il riemergente estremismo di destra in Francia, Germania, Belgio e nei paesi excomunisti (45), decise di creare un'organizzazione parlamentare internazionale

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denominata: "The Inter-Parliamentary Council Against Antisemitism" (I.P.C.A.A.). Questa associazione ufficialmente ha come fine quello di "contrastare l'antisemitismo nel mondo". Ma, come apprendiamo da un rapporto inviato dallo stesso Janner, tramite il giornalista Maurizio Molinari (') a Guido Di Veroli, i propositi del Council sono i seguenti: «1) Tenere sotto controllo le manifestazioni di antisemitismo in ogni forma e in ogni paese. 2) Informare i parlamentari e per mezzo loro, il pubblico, nelle manifestazioni di antigiudaismo. 3) Reagire agli attacchi antisemiti in ogni modo, sempre in accordo con (e con il consenso e) la cooperazione dei colleghi del Parlamento in questione. 4) Promuovere l'educazione che riguarda l'Olocausto così da prevenire attacchi antigiudaici nel futuro. 5) Promuovere contatti interreligiosi, dialogo e cooperazione. 6) Lavorare congiuntamente ad altre organizzazioni per la preparazione di inchieste sull'antisemitismo. 7) Scambiare informazioni tra parlamentari e promuovere un'azione immediata, energica e congiunta dove necessario, per combattere le manifestazioni di antisemitismo. 8) Instaurare rapporti tra Parlamenti e altre autorità e organizzazioni non governative [O.N.G.]. 9) Organizzare conferenze, seminari, visite e tutte le attività che potrebbero essere necessarie all'organizzazione per la realizzazione dei suoi propositi". Questi scopi l'I.P.C.A.A. vorrebbe realizzarli attraverso una rete che coinvolge più di 1100 parlamentari in 88 Parlamenti (compreso quello europeo) sparsi in tutto il mondo (47). Ogni ramo dell'organizzazione è gestito in maniera differente a seconda delle circostanze: la cosa essenziale è che ciascun ramo dell'I.P.C.A.A. si serve del supporto e dell'assistenza di un membro dello staff (48 ) affinché l'attività proceda in maniera scorrevole ed efficiente, fatto che ha permesso di costitutive un gruppo anche all'interno del Parlamento Europeo.

Questi sono i risultati della loro attività internazionale: - Gennaio 1991: il presidente della Polonia sotto pressione di 17 paesi è spinto a condannare il

nazionalismo insorgente. Walesa, in seguito condanna pubblicamente l'antisemitismo. - Agosto 1991: a Zagabria in Croazia una bomba colpisce il centro della Comunità ebraica, il

Council invita il presidente Tudjman a proteggere la comunità ebraica ed egli risponde dichiarando che il governo croato avrebbe ricostruito l'edificio.

- Ottobre 1991: Iliescu presidente della Romania, sollecitato dal Council promette che il suo governo combatterà e perseguirà penalmente l'antisemitismo.

- Luglio 1992: il ministro degli interni argentino Manzano discute con i membri del Council le tattiche investigative e le misure legali da adottare nel suo paese.

- Ottobre 1992: il governo tedesco chiede al Council di suggerire metodi ed iniziative per combattere il movimento neonazista ('y).

- Maggio 1993: in Italia alcuni parlamentari membri dei Council sono stati lo strumento per proporre al parlamento una legge per combattere l'antisemitismo ed il razzismo (legge Mancino).

- Giugno 1993: in Svizzera alcuni membri del Council si sono impegnati per far approvare una legge antirazzista che penalizzi chiunque inciti all'odio ed alla discriminazione.

- Novembre 1993: membri della sezione australiana hanno avuto un ruolo essenziale nel proporre al parlamento una legge sulla diffamazione razziale.

- Novembre 1993: membri del Council in Francia si sono impegnati affinché l'Assemblea Nazionale approvasse una legge che punisca coloro che provocano odio e violenza in previsione delle attività dei neonazisti durante la coppa del mondo del 1998.

- Dicembre 1993: in Svezia membri del Council hanno fatto in modo che l'Olocausto diventasse parte integrante del programma di studi nazionale. La sezione svedese ha proposto una mozione al Parlamento che invitava ad una maggior vigilanza contro la divulgazione di materiale revisionista sull'Olocausto.

- Marzo 1994: A Parigi si è tenuta una conferenza internazionale dell'I.P.C.A.A. che ha visto partecipare membri australiani, statunitensi e britannici.

- Maggio 1994: il governo britannico ha organizzato per conto del Council, una cena in onore di Re Hassan di Giordania, alla quale hanno partecipato membri del governo parlamentari e ambasciatori. Re Hassan si è congratulato con il Council per i suoi sforzi per combattre la discri-minazione augurando che nasca un'organizzazione similare per combattere l'islamofobia.

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- L'I.P.C.A.A. sta lavorando ad alcune proposte per combattere l'odio razziale, la violenza e la discriminazione nei parlamenti italiano, ungherese ed europeo. Sempre il Council sta compilando un rapporto internazionale sulla legislazione antirazzista.

- L'I.P.C.A.A. diffonde un regolare bollettino per controllare le manifestazioni di antisemitismo e le misure prese dai vari parlamenti per contrastarle.

È abbastanza chiaro che questa organizzazione svolge un'attivita complementare e strettamente connessa con il B'naï Brith. In Italia infatti l'instaurazione di una sezione vera propria dell'I.P.C.A.A. sta avvenendo per mezzo della loggia di Roma del B'naï Brith e grazie all'opera di un suo

membro: il giornalista Maurizio Molinari. Attualmente ne sono membri in Italia solo Oscar Luigi Scalfaro (s°) e Susanna Agnelli (s'). Più precisamente l'Ing. Guido Di Veroli, dopo aver ottenuto il consenso del comitato esecutivo della loggia di cui è presidente ha avviato un'azione di contatto nei confronti di quei membri del parlamento che sono più sensibili ai problemi dell'antisemitismo. Tra di essi troviamo elencati in una lista riservata del B'naï Brith, compilata da Maurizio Molinari e Giacomo Terracina i nomi di: Alfredo Biondi (F L) (52), Elio Vito (F I.), Pierferdinando Casini (CCD), Ombretta Fumagalli Carulli (CCD), Massimo D'Alema (PDS), Filippo Cavazzuti (PDS), Umberto Ranieri (PDS), Franco Bassanini (PDS), Fabio Perinei (PDS), Mario Bonato (Lega Nord), Edda Fagni (R.C.), Carmine Mancuso (Verdi-Rete), Gianni Mattioli (Progr.), Carmine Nardone (Progr.), Lorenzo Aquarone (PPI), Romualdo Coviello (PPI), Bruno Ferrari (PPI), Giuseppe Ayala (PRI), Cesare Dujani (Valle d'Aosta), Stefano Passigli (sin. democratica -PSI), J. Widman (Sud Tirolo).

122. Principali esponenti dell'I.P.C.A.A. a livello internazionale

President of Senate J. HENRY BOSTWICK (Bahamas) President of Senate SENATOR MARCUS JORDAN (Barbados) Premier SIR JOHN SWAN KBE JP MP (Bermuda) President of Bulgaria PRESIDENT ZHELEV (Bulgaria) Speaker of the Legislative Assembly SYBIL I MCLAUGHLIN (Cayman Islands) President of House of Representatives JOSE ANTONIO VIERAGALLO (Chile) Vice President of Croatia DR ZARKO DOMLJAN (Croatia) President of Cyprus GLAFCOS CLERIDES (Cyprus) Speaker of Parliament RITA SUSSMUTH (Germany) Speaker of House of Assembly HON ROBERT J. PELIZA (Gibraltar) Speaker of Georgia VAKHTANG GOGUADZE (Georgia) Speaker of Parliament DR GYORGY SZABAD (Hungary) Speaker of Knesset SHEVA WEISS (Israel) President of Italy OSCAR LUIGI SCALFARO (Italy) Crown Prince of Jordan HRH CROWN PRINCE HASSAN BIN TALAL (Jordan) Chairmanof Supreme Soviet SERIKBOLSYN ABDILDIN (Kazakhstan) Speaker of House of Assembly BERETITARA NEETI QPM (Kiribati) President of Latvia GUNTIS ULMANIS (Latvia) Chairman of the Latvian Parliament ANATOLYS GORBUNOVS (Latvia) Presidentof Lithuania ALGIRDAS BRAZAUSKAS (Lithuania) Prime Minister of Malta EDWARD FENECH-ADAMI (Malta) Speaker of Parliament HON DR TJITENDERO MP (Namibia) Speaker of Parliament DAMAN NATH DHUNGA (Nepal) President of House of Representatives DR FELIPE OSTERLING PARODI (Perù) President of House of Deputies ROBERTO RAMIREZ DEL VILLA (Perù) President of the Senate EDGARDO J. ANGARA (Philippines) Prime Minister of Poland WALDEMAR PAWLAK (Poland)

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Chairman Consultative Council HE ALI BIN KHALIFA AL-HITMI (Qatar) Speaker WILFRED ST CLAIR-DANIEL (SaintLucia) President of Sri Lanka J. R. JAYEWARDENE (Sri Lanka) Speaker of the Legislative Council HON HARRY B LEGG OBE MLC (St Helena) Speaker of Parliament INGEGARD TROEDSSON (Sweden) Prime Minister of United Kingdom JOHN MAJOR (United Kingdom) Speaker of House of BETTY BOOTHROYD (United Commons Kingdom) President of Uruguay LUIS LACALLE (Uruguay) President of Uzbekistan PRESIDENT KARIMOV (Uzbekistan) Vice-Presidentof Zambia H.E. GODFREYMIYANDA (Zambia)

123. ALLEGATO I

124. Organizzazione mondiale del B'naï B'rith Fino al 1875 il B'naï B'rith si sviluppò solamente sul territorio americano, dove furono

stabiliti i diversi distretti: Distretto I. New York (1851): Connecticut, Maine, Massachusetts, New Hampshire, Rhode

Island, Vermont, Canada orientale. Distretto II. Cincinnati (1851): Colorado, Kansas, Indiana, Kentucky, Missouri, Ohio. Distretto III. Filadelfia (1852) Delaware, New Jersey, Pennsylnania, Sud Virginia. Distretto IV. San Francisco (1863): Arizona, California, Montana, Idaho, Nevada, Oregon,

Utah, Washington, Canada Occidentale. Distretto V. Richmond (1867): Florida, Georgia, Maryland, Carolina del Nord, Carolina del

Sud, Virginia, Distretto di Columbia (Città di Washington e sede del Governo). Distretto VI. Chicago (1868): Illinois, Michigan, Iowa, Minnesota, Nebraska, Dakota del

Nord, Dakota del Sud, Wisconsin, province canadesi di Manitoba, Ontario e Alberta. Distretto VII. New Orleans (1873): Alabama, Arkansas, Louisiana, Oklahoma, Tennessee,

Texas. Nel 1873 fu fondata la prima Loggia al di fuori degli Stati Uniti, non in Germania, come viene

comunemente ritenuto, ma in Canada, a Toronto (la seconda fu quella di Montréal nel 1881). Il 21 marzo 1882 l'U.O.B.B. creò il suo primo tempio oltre Atlantico, nel Reich imperiale germanico. Ne risultò, nel 1885, la Grande Loggia dell'U.O.B.B. per la Germania o Distretto VIII. Seguirono la Romania (Distretto IX) nel 1889, la Cecoslovacchia, nel 1919 (Distretto X), l'Oriente nel 1911 (Distretto XI), l'Austria nel 1923 (Distretto XII), la Polonia nel 1924 (Distretto XIII), la Palestina nel 1924 (Distretto XIV), l'Inghilterra, con l'Irlanda, nel 1925 (Distretto XV). In seguito si sono aggiunti (16) il Distretto XIX, Europa continentale; il Distretto XX, America Latina salvo il Brasile, oggi scomparso; il Distretto XXI, Australia e Nuova Zelanda; il Distretto XXII, Canada, salvo la Columbia Britannica, rimasta nel Distretto IV; Distretto XXIII, America Centrale e Caraibi, Venezuela e Messico; Distretto XIV, Sudafrica; Distretto XXV, Brasile; Distretto XXVI, Argentina; Distretto XXVI, Cile; Distretto XXVIII, Uruguay. Nel 1982 il B'naï B'rith era impiantato i tutti e sei i Continenti con Logge in 46 diversi paesi.

Nel 1888 a Breslau, nel Reich germanico, venne fondato un primo capitolo femminile, ma fu solo nel 1909 che, a San Francisco, vide ufficialmente la luce la prima Loggia femminile americana ausiliaria sotto il nome di Le Donne ausiliarie della Loggia di Columbia, divenuta il Capitolo di San Francisco n° 1 (di fatto funzionava dal 1897). Questa creazione ottenne un gran successo presso le donne ebree e doveva sfociare in un Consiglio supremo femminile nell'ottobre 1940. Le Sorelle, che in quell'anno erano 30.000 e nel 1955 130.000, ottennero il diritto di voto alla Suprema Loggia solamente nel 1953. Nell'aprile 1991 una donna, Elaine Appelbaum, è stata per la prima volta eletta presidente di un Distretto americano, il Distretto II (Middle West). Ancora una volta era stata pre-

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ceduta dall'Europa, dal momento che, nel 1982, una donna, Sylvia Lewin, era divenuta presidente del Distretto XV (Inghilterra e Irlanda).

Nel 1930 l'Ordine Indipendente del B'naï B'rith votò la soppressione formale delle sue due prime parole, precedenti sulla carta da lettere il B'naï B'rith; la definizione e la sigla (I.O.B.B.) rimasero tuttavia ancora per lungo tempo. In realtà fu solo alla convenzione biennale di Tel Aviv del 1974 che l'Ordine del B'naï B'rith divenne B'naï B'rith International (B.B.I.).

Durante la seconda guerra mondiale, l'I.O.B.B. contava quindici distretti, ciascuno dei quali inglobava una certa porzione di territorio. L'autorità del Distretto è la Gran Loggia, composta da rappresentanti di Loggia, in particolare Fratelli che sono stati presidenti di Loggia per almeno un anno. A capo della Gran Loggia si trova il Gran Presidente che, con il Gran Segretario, il gran Tesoriere e il Vice Gran Presidente, costituisce la Presidenza. Le Grandi Logge si riuniscono a congresso a intervalli; nel frattempo, un Comitato Generale dirige gli affari. La rappresentanza dell'insieme dell'Ordine si ha tramite il Comitato esecutivo, composto da rappresentanti dei Distretti. Alla sua testa si trova il Presidente dell'Ordine. Il Comitato esecutivo è fissato dall'assemblea plenaria che comprende i rappresentanti dei Distretti dell'Ordine. Si chiama Gran Loggia di Costituzione (divenuta Loggia Suprema) e si riunisce ogni cinque anni. Nel 1982 è stato istituito il Congresso mondiale dei presidenti delle logge e dei capitoli B'naï B'rith. La struttura del Distretto si basa sulla Loggia. L'amministrazione della Loggia è organizzata allo stesso modo in tutti i Distretti. Un consiglio amministrativo (presidente, vicepresidente, segretario, segretario alle finanze, tesoriere, mentore, guardiano) e comitati per dirigere gli affari, secondo il regolamento. Quando si raggiunge il numero minimo di cinque Logge o mille membri, si ha il diritto di formare una Gran Loggia.

Le Logge possono, all'interno di un Distretto, formare raggruppamenti divisionari e fondare un'unione di Logge, destinata a occuparsi, oltre alle questioni generali, delle questioni locali e della provincia.

L'organizzazione base del B'naï B'rith è la Loggia. Per fondare una Loggia occorrono 20 membri in una città o zona dove non ne esistono e 50 laddove ve ne sono già. Ogni Loggia è subordinata alla Gran Loggia del Distretto, tranne nelle zone prive di Distretto, in tal caso le Logge fanno capo alla Loggia Suprema. In un Distretto le Logge possono appartenere a organizzazioni inter-logge, come i Consigli o le Conferenze, stabiliti dalla Gran Loggia del Distretto. Ogni Distretto tiene delle Conventions nelle quali si ritrovano i delegati delle Logge. Le attività tra le Conventions dei Distretti (13 distinti Distretti) sono rette dalla Commissione esecutiva della Gran Loggia del Distretto. L'insieme dei Distretti forma la Loggia Suprema e la Costituzione del B'naï B'rith indica che la giurisdizione dell'Ordine appartiene alla Loggia Suprema. Questa si riunisce ogni tre anni nel corso di una convention di delegati, eletti dai Distretti e fondata sul numero dei Fratelli. I1 lavoro della Loggia Suprema compete a un Ufficio dei Governatori, composto da ufficiali, rappresentanti dei Distretti e rappresentanti del B'naï B'rith femminile.

La Loggia Suprema lavora tramite Commissioni che seguono i principali lavori della stessa come l'Anti Defamation League (1913), la Fondazione Hillel (1923), l'organizzazione giovanile del B'naï B'rith (1923), l'Ufficio del servizio delle vocazioni (1938), Israël ecc. Alcuni comitati si dedicano a operazioni specifiche come la Fondazione del B'naï B'rith in U.S.A., la Fondazione Henry Monsky, il B'na'i B'rith (Jewish) Monthly.

Le attività del B'naï B'rith differiscono secondo i paesi e le direttive. "All'interno del B'naï B'rith funziona una macchina direzionale, elaborata in 97 anni d'esperienza, al fine di essere competenti in tutti gli affari che riguardano il popolo ebraico, che si tratti di un pogrom in paesi lontani, di un ciclone ai tropici, della gioventù ebraica negli USA, dell'antisemitismo, dell'aiuto ai rifugiati, della preservazione dei valori culturali ebraici ecc. In altri termini, il B'naï B'rith è organizzato in modo da portare soccorsi in ogni necessità alla comunità ebraica" (B'nâi B'rith Magazine, 1940).

Le cifre riguardanti le Logge, i membri ecc. variano considerevolmente, e in maniera contraddittoria, secondo le diverse fonti. Le statistiche più attendibili riguardano gli Stati Uniti. Nel

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1914, l'Ordine contava 402 Logge, 83 circoli femminili, 46.489 membri, negli USA e in Canada. Nel 1925 erano 13.000, nel 1934/1944, 150.000 e nel 1988 500.000. L'Agente telegraphique juive dà 414 Logge (6 febbraio 1937), 401 Logge e 215 Logge in Europa, Asia e Sud America (17 aprile 1937), 548 Logge con 74.000 Fratelli (New York Juwish News, 19 maggio 1939). Il Who's Who in Arraerican Jewry (1938-1939) dà 450 Logge negli Stati Uniti e in Canada mentre Henry Monsky, nuovo Gran Commendatore dell'Ordine, dava, alla data del 28 febbraio 1941, 150.000 Fratelli in 900 Logge.

125. Presidenti successivi del B'naï B'rith:

Henry Jones (1843-1855), Mosely Ezechiel (1855-1856), Julius Bien (1856-1860), Henri Marcus (1860-1868), Julius Bien (1868-1900), Leo Levi (1900-1904), Adolf Kraus (1905-1925), Alfred M. Cohen (1925-1938), Henry Monsky (1938-1947), Frank Goldmann (1947-1953), Philip M. Klutznick (1953-1959), Label Katz (1959-1964), William A. Wexler (1965-1971), David M. Blumberg (1971-1978), Jaack J. Spitzer (1978-1982), Gerald Kraft (1982-1986), Seymour Reich (1986-1990), Kent Schiner (1991).

126. ALLEGATO 2

CONSEGNA DELLA MEDAGLIA DEL B'NAI B'RITH A MONS. DECOURTRAY IL 16 NOVEMBRE 1991 A LIONE

127. Allocuzione rivolta dal Dr. Marc Aron al Cardinale Decourtray

Ricordo il mio primo incontro con lei, nel suo ufficio dove, per circa un'ora, come tutti i suoi

interlocutori, sono stato da lei obbligato a un'assoluta sincerità; forse ne sono uscito ebreo più autentico. Parafrasando Elie Wiesel, è quasi tremando, e a bassa voce che questa sera in verità faccio questa doppia presentazione, la sua al B'naï B'rith e quella del B'naï B'rith a lei. Il B'naï B'rith è un'associazione che milita, da un secolo e mezzo, in favore dei Diritti dell'uomo, naturalmente per i diritti dell'uomo ebreo, ma anche per l'uguaglianza dei diritti e della dignità di tutti gli uomini. I suoi membri sono scelti in base ai loro valori morali e al loro impegno.

I B'naï B'rith sono i Figli dell'Alleanza, essi testimoniano sia del perpetuarsi dell'alleanza di Dio con il suo popolo, Israele, che della vitalità del giudaismo contemporaneo. Se essi questa sera la premiano, non è per fare omaggio a un principe della Chiesa, né per una qualche ricompensa a una sua specifica azione, so che ella non l'avrebbe accettato, ma si tratta di una testimonianza al suo proprio impegno, per il rispetto dell'altro nella sua specificità e nella sua originalità, per la sopravvivenza della memoria. Lei ha detto: "La memoria cristiana si fonda sulla memoria ebraica". Mi piacerebbe mettere questa cerimonia sotto il segno della memoria. "Ricordati" è il significato delle lettere ebraiche che inalberiamo stasera. "Ricordati" era anche il titolo di una conferenza di Ginevra sul Carmelo che ella ha presieduto assieme a Théo Klein e alla quale assistette, lo devo ricordare, il compianto Sam Hoffenberg, mio predecessore al B'naï B'rith di Francia.

Ricordiamo, facciamo insieme atto di memoria; qualche giorno fa abbiamo commemorato la "notte dei Cristalli", avvenuta tra l'indifferenza generale della popolazione tedesca e delle nazioni. Essa fu il preludio della soluzione finale che condusse allo sterminio di sei milioni di ebrei per la sola ragione che si trattava di ebrei, in un'Europa preparata dall'insegnamento millenario del disprezzo, del sacro orrore del giudeo. Poi venne Jules Isaac, un B'naï B'rith; il suo incontro con il Papa è l'iceberg, il Vaticano II, Nostra Aetate, e le direttive conciliari volte a sradicare nella catechesi e nella liturgia ogni concetto anti-ebraico.

In venticinque anni furono fatti più progressi nel riavvicinamento giudeo-cristiano e nell'assunzione delle proprie responsabilità che in duemila anni. Lei, Eminenza, ne fu uno dei principali artefici. Certo, spiriti malintenzionati, da entrambe le parti, vorrebbero far fallire

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l'avvicinamento e ci tendono trappole grossolane. Ma rassicuriamoci, sono in minoranza e nulla possono contro gli uomini di buona volontà. Dopo alcuni anni d'interruzione del dialogo, i rispettivi comitati ebraici, nei quali figurano numerosi B'naï B'rith e cristiani per le relazioni inter-religiose, si sono nuovamente riuniti a Praga dopo una visita al campo di Theresienstadt (o Terezin), per dire che il Cristianesimo è incompatibile con l'antisemitismo e per dar seguito alle consegne di revisione della catechesi dalla gerarchia alla base.

Certo, c'è stato il deplorevole fatto del Carmelo di Auschwitz, dalle implicazioni più politiche che religiose, ma anche questo si risolve. Già si elevano nuovi edifici. Ma quest'affare è infine sfociato nella traduzione polacca degli atti del Vaticano II e in una dichiarazione unanime dei vescovi polacchi che assumono la propria responsabilità nella Shoa e condannano ogni forma di antisemitismo. In più, vi è ora una reciproca comprensione del martirio del popolo ebreo e del popolo polacco.

Certo, per noi vi è stata qualche beatificazione discutibile, ma vi è anche l'accantonamento sine die della beatificazione di Isabella la Cattolica. Certo, alcune dichiarazioni del Papa ci hanno colpiti, a volte perché erano state troncate. Ma vi è stata la storica visita del Papa alla sinagoga di Roma e il riconoscimento della perpetuità della prima Alleanza e del legame indissolubile del popolo ebreo con la terra dei suoi avi. E poi vi sono uomini come lei, Eminenza, che parlano poco ma giusto, rispettando sempre e ovunque il popolo ebreo in quanto tale. "Siate quello che siete" lei ha detto. Posso rispondere "Resti quello che è" cioè il guardiano vigilante della nostra memoria. In più, molto spesso, lei ha reagito, prima di noi e meglio di noi, agli attentati portati alla nostra dignità, alla nostra storia, alla nostra morte. Appena arrivato a Lione, lei si è recato sui luoghi della memoria della sofferenza ebraica, il forte Montluc, Saint-Genis-Laval, il Veilleur de Pierre. Con il Cardinal Lustiger lei si è recato ad Auschwitz non in pellegrinaggio, la parola è impropria per un cristiano, ma in penitenza.

Mi permetta una digressione. L'anno scorso, il B'naï B'rith di Francia si è recato ad Auschwitz, 200 delegati, un aereo pieno: è naturalmente il luogo in cui ci si può interrogare sull'esistenza o sul silenzio di Dio. Eravamo in duecento che, spontaneamente, abbiamo denudato il braccio, nel freddo glaciale di Birkenau per mettere il tephillim, lo hanno fatto anche quelli che non lo mettevano più da anni, e abbiamo recitato la preghiera del mattino. Eravamo duecento a dire Kaddish su tutti i luoghi della sofferenza; la rampa, quello che resta della camera a gas, quello che resta dei forni crematori. Eravamo duecento ad accendere la Menorah, simbolo del giudaismo e della nostra associazione e a posare quei bracci sulle grate del Carmelo, in segno di pace e di volontà di dialogo. Eravamo ancora duecento la sera a ritardare la partenza dell'aereo per fare l'ufficio nella più vecchia sinagoga di Cracovia che non aveva più visto una cerimonia da mezzo secolo. Non è forse la risposta religiosa a quello che non può avere significato?

Tante immagini sfilano, la rivedo alla commemorazione della retata, nel 1984 a Izieu, il suo braccio intorno al collo di un bambino che avrebbe potuto essere uno dei 44. Rileggo le parole della lettera che ella ha inviato congiuntamente ai gran rabbini Kartlon (?) e Wertenschlag, a Théo Klein e a me medesimo sulla Shoa, della Shoa che fu lo sterminio dei bambini giudei, solo a causa del santo nome dei loro antenati. Sull'incredibile immagine del bambino col berretto del ghetto di Varsavia, simbolo dell'innocenza trasformata in colpa, che avanza con le mani alzate verso l'eternità.

La sento ancora al colloquio di Grenoble descrivere la specificità del genocidio ebraico, rifiutando di far scomparire i nomi, "soli segni tangibili", lei diceva, del vuoto scomparso nei confronti di Dio. La rivedo al processo Barbie, rifiutare un prete come avvocato della difesa, rifiutando al criminale contro l'umanità una possibile vittoria, la vedo protestare, all'atto della sua visita al memoriale dei Terreaux, contro l'accoglienza del Papa a Kurt Waldheim. La vedo donare il suo premio per i Diritti dell'uomo alla costruzione del Carmelo fuori dalle mura di Auschwitz. La rivedo in occasione dell'incontro del Papa con la comunità ebraica di Lione donare al Sommo Pontefice il Memoriale della deportazione di Serge Klarsfeld e alzare con lui l'insegna della memoria di Auschwitz e della solidarietà con Israele.

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La rivedo aprire spontaneamente gli archivi della Diocesi in occasione dell'istruzione del processo Touvier al fine di far risplendere la verità. Perché, dalla liberazione, i nostri successivi governi non hanno fatto lo stesso e anche prima, per gli schedari degli ebrei ai tempi sinistri dell'oc-cupazione. La sento stigmatizzare i falsari della storia, come il suo predecessore, il cardinale Renard, aveva fatto nei confronti di Faurisson. La sento anche stigmatizzare il razzismo, le parole improprie che invadono, uso questa parola con intenzione, il paesaggio politico.

Lei ha detto: "Non si può essere cristiani e aderire all'ideologia del Front National". Mi rammento la sua commovente lettera al Gran Rabbino Sitruk in seguito alla profanazione di Carpentras. Ricordo il suo coraggioso intervento in occasione della guerra del Golfo e, riprendendo la celebre frase di Churchill sul disonore, la pace e la guerra lei disse: "È bellicista voler il rispetto delle esigenze più elementari della giustizia?"

Spero con tutto il cuore che, quando ella si recherà in Israele, e a Gerusalemme, la sua capitale una e indivisibile, potrà raccogliersi di fronte alla stele. A Sion, lei ha detto, ciascuno è nato. "Come uscire da Auschwitz, lei ha aggiunto, e tornare a casa senza guardare a Gerusalemme". Come non dire Auschwitz anche, questo luogo della storia, confine dei tempi, Gerusalemme, luogo dell'avvenire, confine della preghiera. In verità, non crede lei che dopo la Shoa, la rinascita dello Stato d'Israele, il rientro miracoloso degli esiliati alla terra dei loro antenati, la fine dei principali conflitti, le promesse della conferenza di pace di Madrid, siamo entrati nell'era messianica?

Quanto è detto nell'Antico Testamento non è smentito dal Nuovo. I doni di Dio sono irrevocabili. La reciproca comprensione e il reciproco rispetto di ebrei e cristiani sono egualmente elementi di quest'epoca tanto aspettata. Mi permetta di citarla di nuovo. Lei ha detto: "Credo con fede perfetta in una nuova venuta del Messia e anche se tarda, lo credo". I nostri saggi dicono che dipende da noi, dai nostri sforzi, che il Messia arrivi prima dell'ora prevista. Allora, diciamolo assieme, stasera, facciamo in modo che egli venga o che ritorni un po' più presto.

128. Allocuzione dei Gran Rabbino René-Samuel Sirat

In questo momento in cui termina lo shabbat, quando in tutte le sinagoghe del mondo

abbiamo riletto, questo pomeriggio, l'angoscia di Giacobbe di fronte a Esaù, tutto teso all'odio e alla volontà di distruggerlo, che ha conosciuto i tormenti dell'esilio, sventato le congiure, che si era ripromesso la perdita di colui che doveva divenire Israele, vive nel terrore e nel timore. Dovrà uccidere il fratello o assistere alla distruzione di Israele, compresi donne e bambini, a causa della loro fedeltà all'unico Dio. Ma, al momento dell'incontro, in Esaù prevale il sentimento fraterno. Si getta nelle braccia del fratello e scambia con lui il bacio della pace. Sì, certamente, Esaù odiava Giacobbe, ma al momento dell'incontro il bacio di pace era sincero, la volontà di pace assoluta. Nella relazione tra il cardinale Decourtray e la comunità ebraica di Francia nessuna traccia di odio, Dio non voglia, ma un'amicizia senza tentennamenti, senza riserve. Il bacio di pace tra il Primate delle Gallie allora presidente della Conferenza Episcopale e il Gran Rabbino di Francia in carica fu marcato da fraterno affetto che perdura, al di là delle rispettive responsabilità assunte nel frattempo. Quando, nel prossimo ottobre, le carmelitane lasceranno il campo di Auschwitz, i co-presidenti e i partecipanti alla conferenza di Ginevra saranno giustificati della scelta che fu la loro e che, malgrado le numerose difficoltà, non li fece mai dubitare che la firma dei principi della Chiesa sarebbe stata onorata e che il testo di Zarok (?): "Ricordati" sarebbe restato a testimonianza dei tempi della distruzione e dell'odio ma anche di un mondo fraterno in cui l'odio sarà sradicato per lasciare il posto alla fraternità e all'amore del prossimo. Il Talmud riporta l'insegnamento che questa sera vorrei dedicare al cardinale quale omaggio alla sua magnifica personalità, al suo coraggio e al suo spirito di apertura verso l'altro. Cosa significa il versetto dei proverbi, capitolo XIV, versetto 34, che, col vostro permesso, citerò inizialmente in ebraico (...). "La giustizia eleva una nazione, ma l'indebolimento dei popoli è il peccato". Di questo versetto, contemporaneo della Shoa degli anni 68-70 che videro la distruzione del secondo tempio, proporrò la seguente esegesi: allo stesso modo in cui i sacrifici, offerti nel tempio di Gerusalemme ottenevano il perdono di Dio per i peccati di

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Israele, allo stesso modo gli atti di giustizia e di misericordia compiuti dai non ebrei ottengono il perdono per tutte le nazioni del mondo. Non è nel potere di alcuno ottenere il perdono per Auschwitz, ma l'attitudine di un uomo di eccezionale qualità come il cardinale Decourtray, rico-noscendo e assumendo il peccato assoluto contro l'uomo, permette di sperare con assoluta certezza che verrà il tempo in cui il Signore Iddio cancellerà le lacrime da tutti i volti e laverà l'obbrobrio fatto a Israele.

In questi tempi in cui, per essere totalmente sinceri, conviene sottolineare che gravi pericoli insidiano i nostri dirigenti spirituali, così come i rappresentanti di tutte le religioni, dal momento che la tentazione dell'intolleranza e dell'esclusione non viene loro risparmiata. La volontà di potere, il desiderio di prevaricare, la santificazione della guerra ("Dio è con noi") possono costituire una prova difficile da sormontare, e a volte ci vuole molto coraggio per impedirsi di far partecipare gli altri alla certezza metafisica che è la nostra con la forza o con la propaganda attiva.

È il senso della lotta dell'estremismo religioso e, ripetiamolo, esistono estremisti in tutte le religioni. La nostra lotta, Signor Cardinale, è diametralmente opposta; si basa interamente sull'assoluto rispetto di ogni creatura portatrice della scintilla divina; la pace, la pace vera, la pace del cuore non può realizzarsi che attraverso un dialogo tra i massimi dirigenti spirituali, animati da una volontà di approfondire e scrutare la fede del nostro prossimo lontano, senza alcun desiderio di proselitismo, e senza abbandonare la minima particella della nostra identità spirituale.

Che si ringrazi e si feliciti il B'naï B'rith europeo per la sua eccellente scelta di questa sera, quella di accordare il premio internazionale del B'naï B'rith al cardinale Decourtray.

La conferenza permanente dei Rabbini europei e io stesso siamo felici di unirci a questo solenne omaggio. Con uomini come lei, siamo sicuri che l'avvenire dell'Europa e del mondo potrà basarsi sulla verità e sul diritto, la fraternità e l'amore, la pace e la speranza.

129. Risposta del cardinale Decourtray

Come posso ringraziarvi per l'onore che mi fate stasera e rispondere a tutte le parole che ho

ascoltato? Mi permetterete di prenderla alla lontana e di provare soltanto a unirmi a voi, al di là delle persone e delle cariche, nella vocazione al servizio degli uomini che ci riunisce.

Il luogo in cui siamo raccolti m'ispira; che simbolo questo museo galloromano: l'infaticabile e coraggioso Dr. Aron l'ha scelto con la complice accoglienza del presidente Mercier che, a nome del dipartimento, ci riceve così amabilmente.

Vi propongo una breve meditazione sotto forma di risposta alla semplice domanda che per me è essenziale, essenziale: Di cosa siamo debitori al giudaismo? Che cosa la Chiesa di Lione, come pure la nostra città, il nostro dipartimento, il nostro paese devono al giudaismo? Può darsi che voi sappiate che solo un muro separa il luogo in cui siamo riuniti da un Carmelo nel quale un ventina di suore contemplative conducono una vita di preghiera e di lavoro. Durante tutto il tempo del penoso affare di Auschwitz, esse, come pure la maggior parte delle loro consorelle francesi, mi hanno appoggiato senza esitazioni. A qualche passo da qui si eleva la cattedrale di Fourvière, alto luogo storico della pietà lionese, un po' più in basso l'ospedale dell'Antiquaille, ospita, curata dalle religiose, la cella di Pothin, il primo vescovo di Lione. Giunto dall'Asia verso l'anno 150 per annunciare il Vangelo, liberare gli schiavi, sostenere i poveri, liberare i pagani dal giogo dei loro idoli, morì martire, come avveniva a quei tempi, nel 177, Voi tutti poi conoscete il teatro antico dove per così tanto tempo rifulsero la potenza e la gloria della Roma imperiale. Su questa collina si sono affrontati per secoli il paganesimo con i suoi idoli e il monoteismo portato dalle Chiese di Cristo dopo che già vi era giunto ad opera degli ebrei. È verosimile che la nostra vecchia città abbia avuto fin dall'Antichità una presenza ebraica. Essa ha attraversato i secoli, fino alla presente comunità che, con l'apporto dei sefarditi dell'Africa del Nord, numerosi e ferventi, ha fatto di Lione una delle città ebraiche più vive di Francia.

Vedendovi qui stasera, sento in me il desiderio di rendere gloria all'Unico e di ringraziarlo; lo ringrazio per essere voi qui, vivi e, in un certo senso, sopravvissuti alla Shoa. Intendo, dal profondo

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del mio essere, la preghiera millenaria: "Ascolta Israele, l'eterno è nostro Dio, l'eterno è uno". Come potrebbero i cristiani che, essi pure, credono all'unico Signore, non dire "benedetto egli sia, la gloria del suo nome è eterna"?

Come potrebbero, dopo tanti secoli d'ingiustizia nei vostri confronti, dopo tanti errori ed orrori che ovunque hanno colpito e ancora colpiscono l'uomo, la sua vita, la sua libertà, la sua dignità, non ricordare la formula di Sant'Ireneo, secondo vescovo di Lione verso l'anno 180: "La gloria di Dio è l'uomo vivente, la vita dell'uomo è la visione di Dio"? Ma questa verità evangelica è già contenuta interamente nella legge e nel diritto che voi avete portato nel mondo. Siamo sufficientemente consapevoli che tale è in verità il fondamento permanente dei Diritti dell'uomo per i quali combattono insieme molti credenti e non credenti?

Questo richiamo prende, a Lione, una forza singolare. È in questa città, nella quale il paganesimo del secondo secolo si oppose al Cristianesimo, che imperversò, a metà del XX secolo, il paganesimo nazista. Questo, con una perversità senza pari, ideò, volle e intraprese lo sterminio radicale degli ebrei nei campi e nei forni, per la sola ragione che erano ebrei. Il rastrellamento dei bambini di Izieu al quale ha alluso il Dottor Aron ne è, a mio avviso, il segno più evidente. Fu in questa città, più precisamente in Piazza Bellecour, che il nazismo ha giustiziato insieme, in maniera quasi simbolica, l'ebreo, il libero pensatore, il protestante ed il cattolico. Per le generazioni future questi avvenimenti sono permanente richiamo che ci dicono con vigore senza precedenti che l'essenziale della condizione umana, nella sua dignità d'immagine di Dio, è indivisibile e che non può esservi compromesso con il potere degli idoli.

Non conosco molto bene la vostra organizzazione, il B'naï B'rith, vale a dire i Figli dell'Alleanza in cammino. Alcune delle personalità che la animano mi sono più familiari e, oso dire, molto familiari. Vi ha elogiati il signor Honigbaum, che presiede l'Unione Europea, e da lungo tempo conosco il dottor Aron la cui cultura è impressionante e gli interessi molteplici, e che ha avuto un ruolo determinante nel progetto di Izieu, che mi sta particolarmente a cuore. È lei, caro dottore, che mi ha fatto avere la foto del bambino con le mani alzate sotto la minaccia di una baionetta; l'avvocato Jacubowicz l'aveva brandita davanti alla Corte quale simbolo del crimine contro l'umanità; quella foto resta con me come un perenne monito.

So che l'oggetto della vostra organizzazione è il mantenimento e lo sviluppo della cultura e dei valori ebraici. Posso dire come mi appaiano questa cultura e questi valori, in una parola, la vostra identità? Io li intendo come un riferimento al Signore, per santificare il suo nome, ricordare la sua unicità e richiamare alla lotta permanente agli idoli per smascherarli e combatterli. È così, credo, che l'ebreo serve e servirà sempre tutti gli uomini. Le nazioni hanno bisogno, e sempre ne avranno, di questo servizio che voi ci rendete. Per questo tengo a ringraziarvi stasera e vorrei aggiungere, io, vescovo della Chiesa Cattolica, che voi siete le nostre radici e, come dice Giovanni Paolo II, siete i nostri fratelli maggiori nella fede. Citando Jaques Maritain "non accetto che una religione possa temere, odiare, maledire un'altra religione, senza la quale essa stessa non esisterebbe".

Vorrei ringraziarvi anche come francese; penso spontaneamente a Elie Wiesel e a Ben, ai quale la nostra cultura deve tanto, ma ve ne sono talmente tanti altri... grazie di esservi ristabiliti in Francia dopo la guerra, sorgevate, esangui, dalle rovine delle vostre comunità decimate, disperse, assassinate. Voi avete riabilitato e rianimato con indefettibile speranza la vostra ritrovata libertà. Avete prevalso, in modo impressionante, come lo mostra la giornata grandiosa e fervente consacrata alla parola divina che avete vissuto il 3 novembre 1991 riuniti attorno al gran rabbino Sitruk.

La vostra rinascita ha arricchito la Francia. Come rimpiango, e non posso rimediare, che gli ebrei siano stati riconosciuti come cittadini solo da due secoli. Ne abbiamo parlato recentemente, caro presidente Kahn, dopo il colloquio di Strasburgo, dove avrei voluto potermi recare. Voi avete anche partecipato attivamente alla liberazione del nostro Paese occupato. È senza dubbio opportuno ricordarlo, in tempi in cui alcuni sembrano voler reclamare un certo monopolio del patriottismo. La Shoa non ci fa dimenticare la battaglia di tanti ebrei per liberare la Francia dall'occupazione nazista. Alcuni erano francesi da generazioni, altri erano vittime di persecuzioni, non solo naziste, che

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avevano scelto la Francia perché appariva come la patria della libertà, ma che dopo il disastro, per suo disonore e fortunatamente per un tempo limitato e provvisorio, si è chiusa su di loro come una tagliola. Penso soprattutto alla trappola di Vel' d'Hiv'. Tra coloro che sono sfuggiti alla cattura ve ne sono molti che hanno partecipato alla resistenza e hanno combattuto nelle armate della libertà. Ve ne sono alcuni di cui non si parla mai; venivano dall'Est. Non avevano scelto la Francia al momento di sfuggire alla segregazione, ai ghetti, ai pogrom. Avevano preferito attraversare l'Atlantico, ma hanno voluto attraversarlo in senso inverso per partecipare alla liberazione dell'Europa. Quanti di loro sono morti per la Francia e riposano nei nostri cimiteri militari pur non essendo mai stati francesi. La semplice giustizia richiede il nostro omaggio riconoscente.

Infine, è come europeo che vorrei esternarvi la mia gratitudine. L'Europa cambia, a volte esplode nella ritrovata libertà dell'Est, esita a Ovest, cerca la via dell'unità e della pace. Certo bisogna che cerchi la propria identità e che ritrovi le sue radici; ma si tratta invero di tutte le sue radici. La cultura europea è un patrimonio comune ma diversificato. È evidente che l'Europa è profondamente marcata dal Cristianesimo nella storia stessa delle nazioni che la compongono e nelle sue istituzioni, ma altri considerevoli apporti culturali l'hanno costituita e animata. In particolare non si può disconoscere l'apporto ebraico, è capitale, il papa Giovanni Paolo II l'ha sottolineato il 18 agosto scorso parlando ai rappresentanti della comunità ebraica ungherese. Come potrebbe essere altrimenti, dal momento che la sorgente stessa del Cristianesimo è Gerusalemme, che Gesù Cristo era ebreo come pure gli apostoli. Bisogna però anche avere il coraggio di dire che, in mancanza del riconoscimento di queste radici ebraiche della nostra fede e della componente ebraica della nostra cultura, le terre cristiane d'Europa hanno visto preparare e attuare i pogrom che sono un abbandono, un fallimento, una perversione del messaggio evangelico. Così si annunciava l'impensabile Shoa.

Mi permetto di evocare anche il ruolo che gli ebrei dell'Unione Sovietica hanno avuto, al fianco dei dissidenti non credenti e dei cristiani nell'abbattimento del sistema. Tutti abbiamo visto sui giornali o alla televisione come, dopo cinquant'anni di isolamento e di persecuzioni, abbiano invaso le vie di Mosca il giorno della festa della Torah. Saluto i loro coraggiosi sforzi per partire verso Israele e trovare la completa libertà per la loro fede e la loro identità. In questa Europa nuova che nasce, siamo chiamati a rispondere insieme, nella nostra differenza, agli immensi bisogni spirituali e culturali degli uomini. L'entusiasmo suscitato dai mutamenti avvenuti all'Est e di cui la caduta del muro di Berlino è il simbolo più evidente, ha per un momento offuscato l'ampiezza spaventosa delle difficoltà che ci attendono. Non è sufficiente abbattere un muro per sopprimere, come per incanto, ciò che il muro nascondeva o rivelava.

All'Est il passato torna improvvisamente alla memoria ed esplode in un presente dove la miseria mette alla prova la speranza. All'Ovest, le nostre carenze, le nostre illusioni, le nostre idolatrie, i nostri oblii, servono a volte da alibi alle nostre buone coscienze di bambini viziati. Tornano i tempi dei capri espiatori. Si vede negare la vostra memoria da storici di fama, o la si vede resa folkloristica nei luoghi stessi del dramma inaudito. Vediamo cadere nel vuoto, nella rovina o nella vergogna le speranze riposte da tanti uomini nel messianesimo sostitutivo. Vediamo la sacralità religiosa, la vostra ma anche la nostra, colpita da disprezzo, derisione, violenza. Vediamo invertirsi i valori dell'eredità giudeo-cristiana della nostra civilizzazione. Vediamo la sacralizzazione idolatra del profano tramite i mezzi di comunicazione di massa, la profanazione del sacro tramite un paganesimo aggressivo. Se non facciamo attenzione, insieme, potremmo avere quest'inversione del bene e del male, che colpisce Dio e distrugge l'uomo.

Qui arriviamo alla specificità del meccanismo nazista, che ha condotto dove sappiamo, a questa Shoah che infatti certuni vogliono banalizzare a dispetto della storia o anche confiscarvi. L'Europa ha bisogno di tutti per ricostruirsi pacifica, fraterna, rispettosa di tutte le diversità. L'Euro-pa ha bisogno degli ebrei, qui da noi, e là, nella vostra antica e santa città, Israele, nella giustizia e nella pace. Quanto ci vorrà affinché lo sforzo cattolico di conoscenza, di giustizia e di rispetto verso il popolo ebraico si estenda a tutti i fedeli e che gli ebrei possano avere fiducia in noi? Ci vorrà molto, come dice il profeta Geremia. Il movimento è appena cominciato, lo credo irreversibile, a

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dispetto di alcuni fallimenti. Stasera io ringrazio questo popolo dedicandogli la medaglia che mi avete dato e a tutti faccio omaggio della mia speranza. Gloria all'unico Signore, e pace in terra agli uomini di buona volontà. Che Dio mantenga il vostro popolo nella sua dignità rispettata, nella sua fecondità ritrovata, nella sua casa riabitata, nella giustizia e nella pace, ovunque, a cominciare da Gerusalemme dove, come dice il Salmista, si trovano tutte le nostre fonti.

130. ANNESSO 3

DISCORSO DI JAQUES CHIRAC IN OMAGGIO DI JEAN PIERRE-BLOCH

131. La lealtà intransigente

Offrendo a Jean Pierre-Bloch la targa del bimillenario, la più alta decorazione della Città di

Parigi, Jaques Chirac ha voluto rendere omaggio a "un uomo che ha scelto di rafforzare la dignità umana".

"Non vi è momento della sua vita nel quale lei non abbia sollevato alcuni dei problemi che

toccano l'intimo della coscienza universale. Non ve n'è alcuno che non abbia registrato gli effetti della sua costante azione che continuerà fino all'ultimo giorno - come lei ha voluto intitolare le sue memorie. Così sento profondamente che vi è qualcosa di permanente e d'irriducibile che non si può sacrificare: l'uomo e la sua dignità che, al di là di ogni trascendenza, presiede a ogni sviluppo della morale. In effetti lei non avrebbe mai opposto un'etica dell'azione a un'etica dell'Essere. Lei le ha conciliate, fatto sufficientemente raro, e tanto basterebbe perché Parigi le renda un omaggio particolare e caloroso, omaggio che non possiamo non estendere alla Signora Bloch che condivide l'anima di tutte le sue lotte e alla quale vanno le mie congratulazioni per essere stata nominata Commendatore della Legion d'Onore, a titolo militare. Se Parigi si onora di questa giornata che ci riunisce, è perchè lei non ha voluto lasciare il mondo così come l'aveva trovato. Perché lei ha osato, perché ha avuto il nobile impegno per le questioni essenziali in un modo che, purtroppo, la maggior parte delle persone non ha. Le occupazioni, le fatiche, lo stesso spendere il suo spirito, non le sono sembrati che secondari di fronte a fattori che avevano l'impronta dell'eternità: la verità, la giustizia, la morale. Questo tormento non ha mai cessato di seguirla. Sempre, instancabilmente, con ardore e coraggio, lei tornava alle stesse esigenze che credeva di aver messo da parte alla sera, per ritrovarle, più imperiose che mai, al risveglio mattutino. Lei infatti è, insieme, uomo di passione e di ragione.

Di fronte all'inganno, alla violenza, al cieco sacrificio degli uomini, di cui il nostro secolo non sarà stato meno prodigo di quelli che lo hanno preceduto, e di fronte alle prove amare che ci dona ogni giorno un mondo in cui dominano troppe anime aride, lei ha scelto, per una saggia onestà intellettuale, e con un'intransigente lealtà al suo ideale, di rafforzare con tenacia la dignità umana. La sua vita ne è testimonianza come numerosi sono gli esempi nella memoria di coloro che oggi, per il suo compleanno, dimostrano il proprio indefettibile attaccamento a lei e alla sua azione.

Fedele nell'amicizia, fedele al suo ideale, lei ha combattuto battaglie delle quali mi permetterà di affermare, facendo eco all'interrogativo che ella si pone nelle Memorie, che hanno tutte partecipato di quella comune saggezza che ha la grandezza del nostro paese e che tutte hanno con-tribuito a risvegliare il pensiero dei nostri concittadini.

Considerando il sue esempio, nessuno potrà essere vile, nessuno potrà scoraggiarsi, nessuno potrà rifiutarsi di far fronte al cancro dell'uomo che è il razzismo. L'unanimità del Parlamento che nel luglio del 1972 ha votato il progetto di legge che reprime il razzismo, la discriminazione razziale e l'incitamento all'odio razziale, ha dato un grande momento alla storia nazionale. Tutti qui sanno quanto si deve a lei per questo testo la cui adozione è stata una smagliante vittoria

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sull'intolleranza, sul rifiuto dell'altro, sulla violenza sociale e che deve rimanere nella memoria di tutti".

Jaques Chirac (Cf. B'na'i B'rith Journal, settembre-ottobre 1985).

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E.R. MISTERI E SEGRETI DEL B'NAI B'RITH

Note INDICE

INTRODUZIONE Note UNA STORIA DEL B'NAI B'RITH Note IL B'NAI B'RITH E LA MASSONERIA Note IL CRISTIANESIMO RIVEDUTO E CORRETTO DAL GIUDAISMO Note FREUD, LA PSICANALISI, LA CÀBALA ED IL B'NAI B'RITH Note IL B'NAI B'RITH E IL COMUNISMO Note IL B'NAI B'RITH IN GERMANIA Note ISRAELE, CENTRO MONDIALE DEL B'NAI B'RITH Note UN FINE PRIMARIO: IMPEDIRE L'ASSIMILAZIONE Note LA LEGA ANTI DIFFAMAZIONE "BRACCIO ARMATO" DEL B'NAI B'RITH Note LA PIÙ GRANDE RETE DI SPIONAGGIO NEGLI USA Note IL B'NAI B'RITH IN FRANCIA E IN EUROPA Note LE STRANE CONNESSIONI DELL'A.D.L. CON LA L.LC.R.A. Note IL "GIURAMENTO DEI B'NAI B'RITH" Note IL B'NAÏ B'RITH IN ITALIA Note

1. INTRODUZIONE Note 1) Abbiamo scelto di adottare la grafia B'naî B'rith, linguisticamente corretta e in uso fino agli

anni cinquanta. Dopo si è usato di più B'nai B'rith. Si trovano anche i termini Bnai Brith, Béné Bérith, Bné Brith ecc. Per ragguagli su queste parole e sulla loro accezione, vedere il paragrafo Dei massoni fondano il B'nai B'rith all'interno del capitolo consacrato alla storia del B'nai B'rith. Allo stesso modo, abbiamo scelto di conservare la grafia dei testi citati rispettando l'originale (maiuscole ecc.)

2) Negli Stati Uniti il B'nai B'rith ha dato alle stampe, nel 1966, una preziosa e pregiata opera storica che ricostruisce la storia intitolata The story of a Covenant (La storia di un'Alleanza) di Edward E. Grusd, prefazione di Robert E Kennedy, New York, Appleton-Century 1966. Nei vari capitoli citiamo quest'opera, senza richiamo in nota. Da allora, sempre a cura del B'nai B'rith, sono state pubblicate due altre opere con obiettivi più specifici: B'nai B'rith and the challange of ethnic leadership di Deborah Dash Moore, State University of New York Press, 1981, e Simon Wolf, Private Conscience and Public Image, di Esther L. Panitz, Madison, Fairleigh Dickinson University Press,1987.

3) Tra le opere introvabili alla Bibliothèque Nationale (e senza dubbio anche nelle altre biblioteche europee) utilizzate dal biografo ufficiale/ufficioso del B'nai B'rith di Francia, David Malkam, citeremo: Jean Pierre Allali, Dictionnaire des nomea des loges, B'nai B'rith europeo, maggio 1993; Hans W. Levi, The Continental European B'nai B'rith Lodges alter World War II, Gote-borg,1974; Hans W. Levi, B'naî B'rith in Scandinavia, (Goteborg); Ralph Mayer, Historique fait a l'occasion du 40e anniversaire du B'naî B'rith au Luxembourg, (Louxembourg); Henry Sch-neider, Histoire du B'nai B'rith allemand; Loggia Elie Bloch, Metz: Quarante années de B'nai B'rith (1952-1992); B'nai B'rith in Europea a centenial Tribute, selected documenta (B'nai B'rith

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Archives); ecc. Malkam ha potuto anche avvalersi delle diverse riviste del B'nai B'rith di Francia, non depositate alla Bibliothèque Nationale delle quali ne conosciamo alcune come La Lettre du B'nai B'rith de France, il B'nai B'rith Journal, B'nai B'rith européen, le Bulletin de la Loge France, Agir, Rapport pour l'Europe de l'A.D.L., L.A.B.B.Y. Magazine ecc. Abbiamo scelto di riprodurne alcune pagine, a titolo di esempio e illustrazione, per permettere al lettore di farsi un'idea, anche se non abbiamo potuto contattarne l'editore dal momento che la rivista non è in libera vendita e non è legalmente depositata.

4) La letteratura in lingua francese dedicata al B'naî B'rith, generalmente ostile o critica, è tal-mente ridotta che la si può praticamente citare nella sua integrità. Libri o opuscoli che trattano parzialmente o totalmente del B'nai B'rith:

- Le perii Juif, l'Imperialisme d'Israél, Roger Lambelin (Grasset, 1924). - La Mysteriéuse Internatinnale juive, Léon de Poncins, Beauchesne, 1936 - B'nai B'rith et ses esclaves: Wilson, Roosevelt, Churchill, Blum, Staline et Cie., brochure di

16 pagine, firmata A. Prokrovsky, Petite Bibliothèque N° 1, Parigi,1941 "È molto strano che fino ad oggi nessuno abbia detto che il nemico principale del mondo intero è l'Ordine giudeo-massonico - B'nai B'rith. (...) I fautori e responsabili di questa guerra (...) sono gli schiavi di volontà straniera (...) È l'opera dell'Ordine giudeo-massonico B'nai B'rith (...) la base del B'nai B'rith - la Palladium - è serva del Diavolo (...). I capi del Talmud hanno fondato l'Ordine del B'nai B'rith per creare l'Impero israelita universale e la schiavitù dell'umanità sotto le parole: libertà. uguaglianza, fraternità! Le parole che erano e saranno sempre la grande menzogna degli ebrei. (...) Il demone di Charleston, Lucifero, cade. Tutti i trucchi ebraici sono svelati dal fuehrer tedesco, il nuovo profeta del mondo, Adolf Hitler, che dichiara guerra ai governi indegni e non ai popoli di cui è il salvatore".

- Les Professionnel de l'antiracisme, Yann Moncomble, Faits et Documents, 1987 (certi passaggi riguardanti il B'nai B'rith sono integralmente ripresi da Léon de Poncins).

- Ce que l'on vuoi cache, sottotitolato Qui a imposé ce diktat: ne s'allier en aucun cas au Front national (Présent, prima edizione 1986, 20 pagine, 4 successive edizioni più complete). Le vendite hanno superato le 80.000 copie.

- Mais qui gouverne l'Amérique?, George Virebeau, Publications Henry Coston, 1991. Articoli di giornali, che sono praticamente la copia l'uno dell'altra - Les fils de l'Alliance, articolo di François Coty, L'Ami du peuple, 25 luglio 1933: "Circa dieci

anni fa un grande conoscitore di Israele ha dichiarato: "I B'nai B'rith tengono definitivamente il globo terrestre nei tentacoli della loro organizzazione" (...) Non c'è bisogno di cercare altrove le ragioni dell'influenza che gli ebrei hanno esercitato da un secolo sulla frammassoneria, al punto di farne la loro docile ancella. (...) Negli Stati Uniti non si faceva niente senza il consenso della massoneria e dal momento che questa è stata occultamente infiltrata dal B'nai B'rith, non è strano che la politica americana, specialmente da cinquant'anni a questa parte, si sia identificata con quella di tale setta massonico-giudaica (...). Non vi è quasi neppure un paese che abbia un'Obbedienza massonica i cui membri ebrei o di origine ebraica non siano ragruppati, all'insaputa di tutti, in una Loggia dei B'nai B'rith facente capo al quartier generale di Chicago (...). II senatore Mac Fadden ha dimostrato come la collusione di questo cattivo Presidente (Hoover), con capi della setta, Felix Warburg, della Banca Kuhn, Loeb & Cie sia all'origine della crisi economica".

- Les B'nài B'rith, La Bataille antimaçonique, luglio 1938 (che riprende un articolo di La Nouvelle voix d'Alsace et de Loraine, ll Giugno 1938).

- L'Ordre des B'nai B'rith. L'Action Algérienne, 8 febbraio 1939. -Les Documents maçoniques (n° 5, febbraio 1943 da .pag. 137 a pag. 143, L'Obédience

maçonique juive des B'nai B'rith, Jean Marquès-Rivière; n° 2 novembre 1943, da pag. 36 a pag. 40, Contribution à l'étude des B'nai B'rith aux Etats-Unis, George Olliver; n° 5, febbraio 1944, da pag. 125 a pag. 128, Pourquoi les B'nai B'rith d'Amérique s'intéressent-ils à l'Europe?; George Ollivier, pag. 119-120).

- Juiverie et RM., Bulletin d'information anti-maçonique, 4 luglio 1942.

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- L'imperialisme juif, il-y-a cent ans, douze Juifs d'Amérique fondaient l'Ordre des "B'nai B'rith" qui réve aujourd'hui d'asservir le monde, Bulletin d'Inter-France, n° 413, 13 ottobre 1943. Dal momento che Inter-France era l'A.F.P. dell'epoca, il testo fu ripreso da numerosi quotidiani e periodici. "Oggi non è necessario essere profeti per riconoscere il fine di Kahal e dei suoi capi di Washington, come pure per definire tale scopo: l'istallazione dell'egemonia ebraica universale sulle rovine dell'umanità non ebraica sfinita dal sangue versato e che, in questa lotta scatenata dal giudaismo, deve soccombere crocifissa dal moloch ebraico".

- L'Evolution nationale, 30 settembre 1941, L'Appel, n° 5 pag 5, n° 7 pag. 3; Au Pilori n° 20 pag. 4, Problème juif, n° 16 pag. 129, France-Rèvolution, n° 82, pag. 4.

- Solo la rivista Lectures Françaises ha regolarmente trattato l'argomento B'nai B'rith. Vedere in particolare Le Convent des B'nai B'rith luglio 1965, La Plus grande force organisée des temps modernes: le B.B., marzo 1978, articolo di Georges Virebeau (Henry Coston), Le B'nai B'rith, organisation maçonique, marzo 1990, Le Deus ex machina du B'nai B'rith, maggio 1990.

- Vi si aggiungano i diversi aticoli del quotidiano Présent che citiamo nel corso dei vari capitoli (vedere in particolare II giuramento del B'nai B'rith, nota 2).

5) A.D.L. Purpose and Program. 6) Vedere il capitolo sul giuramento del B'nai B'rith. 7) Edizioni Montorgueil, 1993, Parigi, stampato in 5000 esemplari. L'opera è di mediocre

fattura (vari errori tipografici e di spaziatura) che danno l'impressione di una grande fretta. La "quarta" di copertina è priva di ogni ambiguità: "(...) Finora il pubblico ha sentito parlare del B'nai B'rith specialmente dai suoi detrattori, dai suoi calunniatori. È ora di ristabilire la verità: il B'nai B'rith gioca un ruolo essenziale nella storia contemporanea. La sua azione durante le due Guerre Mondiali, il suo ruolo nel Medio-Oriente e nel riavvicinamento giudeo-cristiano sono notevoli da ogni punto di vista". Non possiamo che sottoscrivere quanto affermato nelle due ultime frasi. Allo stesso modo Tribune Juive (7 ottobre 1993) indica: "Queste affermazioni giungono a proposito per mettere a tacere tutti i fantasmi e tutte le elocubrazioni che in questi ultimi anni hanno potuto apparire a proposito del B.B.". Malgrado la sua mediocrità, l'opera si è avvalsa, per la sua pro-mozione, di una nota A.F.P. di 22 righe (AFP 08141, novembre 93). Com'è naturale, non viene fatta alcuna allusione alla frammassoneria.

8) Malkam ringrazia quattro persone per le informazioni ottenute, tutte e quattro appartengono al B'nai B'rith. La prefazione è firmata da Haim Musicant. Bisogna arrivare a pag. 199 per apprendere trattarsi di un permanente del B'nai B'rith, direttore del suo ufficio europeo. Egli è inoltre vicepresidente dell'Unione mondiale dei giornalisti ebraici. Nella conclusione, a pag. 251, Malkam sembra definirsi come appartenente al B'nai B'rith. «Bisogna lottare contro questa tendenza (individualista) e avere il desiderio di realizzare grandi progetti in comune, progetti che faranno passare dal sogno alla sua realizzazione, per noi, "Figli dell'Alleanza": Am Ehad!».

9) Esempio di errori: La riunione in cui fu adottato il "Giuramento del B'nai B'rith" porta la data del 26 marzo 1986 mentre in realtà si è tenuta i125 gennaio. L'attuale presidente bulgaro, Jelio Jelev è indicato come Jelio Jeslev a pag. 237 e Zheliu Zhelev a pag. 244. Omissione: L'ispirazione massonica, l'origine massonica dei fondatori (a parte un'allusione a pag 19), l'uso di grembiuli, gioielli, collari, la pratica di cerimonie d'iniziazione in uso ancor'oggi, sono tutti elementi total-mente assenti dal libro. Lo storico del B'nai B'rith americano, Edward Grusd, sebbene sia a sua volta sostenuto dall'Ordine, ne parla lungamente e a più riprese.

2. UNA STORIA DEL B'NAI B'RITH Note

1) Histoire générale de la franc-maçonerie, tomo I. 2) Publications of The American Jewish Society, tomo XIX, e History of Freemasonry in South

Carolina, De Saussure, 1878. 3) Vedere il capitolo sulla frammassoneria e il B'naî B'rith. 4) Astraa Taschenbuch fur Freimaurer (Manuale per i frammassoni) J. Fr. Fuchs, Leipzig, 1884.

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5) Per una storia recente degli ebrei negli Stati Uniti, si consulti A History of the Jews in America, Howard M. Sachar, Knopf, 1993 e specialmente, The Jewish people in America, Eli Faber, Hasia R. Diner, Gerald Sorin, Henry L. Feingold, Edward S. Shapiro, John Hokpins University Press, cinque volumi, 1993.

6) Nel 1976 è stata inaugurata dal B'naî B'rith una targa, posta in alto su di un muro di mattoni che circonda il cortile di ricreazione della Scuola superiore di Seward Park, luogo dell'antico Caffé Sinshimer (uno dei discendenti, l'avvocato Sinsheimer di Seattle è un membro attivo del B'naî B'rith) al n° 60 di Essex Street. Nel 1983, in occasione del 140° anniversario del B'naî B'rith, si è svolta una cerimonia dinanzi alla targa, alla presenza di 110 responsabili del'Ordine. Nel suo messaggio a questa "nobile organizzazione", Ronald Reagan auspicava che il B'naî B'rith "svolgesse un ruolo principale nel miglioramento dell'umanità negli anni a venire".

7) The Story of a Covenant (La Storia di un'Alleanza), Edward E. Grusd, prefazione di Robert F. Kennedy, New York, Appleton-Century, 1966. È da quest'opera che abbiamo ricavato i dati ufficiali sul B'naî B'rith. Secondo i vari testi, compresi quelli ufficiali del B'naî B'rith, le date, le funzioni ecc. variano grandemente. Commissionata dal B'naî B'rith, e quindi priva di obiettività e di senso critico, è l'opera più completa consacrata all'Ordine. Ciò è naturale, dal momento che manca praticamente qualsivoglia pubblicazione sull'argomento... Il libro in lingua francese di David Malkam sorvola sistematicamente su ogni dettaglio relativo alla massoneria ed è molto più impreciso dal punto di vista storico.

8) II Jewish and Directory Almanach, dà una cifra di 20.000 ebrei e l'Encyclopaedia Judaica solo 15.000.

9) Secondo la pubblicazione ufficiale This is B'nài B'rith, Jonas sarebbe stato il "capo religioso" della sinagoga. In effetti ne era il segretario.

10) The Menorah, 1896. 11) Per lungo tempo altre organizzazioni umanitarie ebraiche sono esistite a lato di quelle del

B'naî B'rith, ciò dimostra che la caratteristica specifica dell'Ordine non deve essere ricercato sola-mente nella solidarietà e nell'offerta di servizi ma piuttosto nella sua fusione con una religione laica, la massoneria ebraica. Nel 1885 il B'naî B'rith contava 25.000 membri. Alla stessa epoca vi erano 11.000 membri nell'Ordine indipendente dei Figli d'Israele, 9.000 nel Keshel Shel Barzel, 33.000 nell'Ordine di miglioramento dei liberi Figli d'Israele.

12) B'nài B'rith and the challange of ethnic leadership, Deborah Dash Moore, State University of New York Press, 1981

13) Dictionaire Universe! de la Franc-Maçonnerie, a cura di Daniel Ligou, pag. 154, Parie, 1974. Questo dizionario, assai autorevole, è tuttavia male informato al riguardo del B'naî B'rith.

14) New York Jewish News, 19 maggio 1939. Articolo del rabbino Harry Epstein, vice presidente della Gate City Lodge del B'naî B'rith e presidente di distretto dell'Organizzazione sionista d'America.

15) The Political World of American Zionism, Samuel Haelperin, Information Dynmics, 1981. 16) Vedere il capitolo sulla preservazione dell'identità ebraica. 17) B'nài B'rith Magazine, gennaio 1928. 18) Alcuni dei suoi membri non sono necessariamente installati negli Stati Uniti, come David

Schoenbrun che fu a lungo il corrispondente a Parigi della catena americana CBS. 19) B'nài B'rith, the first Lodge of England, 1910-1935, Paul Goodman (ex presidente della

suddetta Loggia), stampato a cura della Loggia, Londra, 1936. 20) I presidenti che ho conosciuto (Presidente I Nave known) 21) Dictionnaire juif, tomo III, pag. 1198. 22) Judische Lexicon. 23) L' Alliance israélite universale, N. Leven, t. I, pag. 450-451. 24) B'nai B'rith News, maggio 1920, articolo del Presidente Adolf Kraus, e Hamenora, N° 1

gennaio 1925.

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25) A proposito di Jacob Schiff si può consultare Jacob Schiff, his life and letters, 2 tomi, di Cyrus adler. Nell'ambito della letteratura "ostile" e "datata" esiste L'Imperatore Nicola II e gli ebrei, Seggio sulla Rivoluzione Russa nei suoi rapporti con l'attualità universale del Giudaismo contem

poraneo, di A. Netchvolodow, Luogotenente generale dell'Armata Imperiale russa. (Chiron, 1924). Nonostante un antisemitismo virulento, esso contiene molti interessanti riferimenti. Citeremo un telegramma inviato da Schiff a Paul Milioukow, Ministro rivoluzionario degli affari esteri della Russia, riportato dal New York Times del 10 aprile del 1917: "Permettetemi, nella mia qualità di nemico assoluto dell'autocrazia tirannica che perseguitava senza pietà i nostri carreligionari, di congratularmi, tramite vostro, con il popolo russo per l'azione compiuta tanto brillantemente e di augurare a lei e al nuovo governo pieno successo nell'impresa che avete iniziato con tanto patriottismo. Che Dio vi benedica! ". Per una critica del cospirazionismo e del "complotto ebraico", vedere I Protocolli dei Savi di Sion, Falso e uso del falso, tomo I pag. 80 e seguenti, 167 e seguenti, Pierre-André Taguieff, Berg International, 1992.

26) Haménora, marzo 1925. 27) Gli Unitariani sono protestanti che seguono alla lettera i precetti dell'Antico Testamento.

Sono sovente assai vicini al giudaismo, come gli Unitariani della Transilvania. A tale proposito, consultare La Religion et la théologie des Unitariens, 1906. 28) Archives israélites, 30 gennaio 1913, pag. 35. 29) Archives israélites, 3 novembre 1910, pag. 347-48. 30) Il primo presidente che inviò un messaggio di sostegno al B'nai B'rith fu Grover Cleveland,

nel 1893, in occasione della riunione di New York: "Mi duole di non aver potuto accettare il vostro invito a causa di pressanti impegni ufficiali. Una società fondata su principi così nobili come quelli del B'naî B'rith non deve suscitare solamente l'entusiasmo dei suoi membri ma anche raccogliere gli auguri di successo di coloro che auspicano un miglioramento dell'umanità e lo sviluppo degli istinti superiori della nostra natura. Accettate i miei sinceri auguri per il vostro Ordine affinché i gratificanti risultati ottenuti nell'ultimo cinquantennio grazie ai vostri sforzi si moltiplichino senza fine nei tempi a venire".

31) Jewish Encyclopaedya. 32) Grand Biographie national juive. 33) Jewish Examiner, Brooklyn, 1 febbraio 1935. 34) Vedere il capitolo su Israele. 35) Vedere il capitolo sulla Chiesa. 36) Si mossero tre candidati all'elezione presidenziale: John Anderson, Jimmy Carter e Ronald

Reagan.

3. IL B'NAI B'RITH E LA MASSONERIA Note 1) Le Figaro, 11 aprile 1989. 2) Opuscolo sugli 80 anni del B'nai B'rith di Vienna. 3) Menorah, citata in The ugly trae about the A.D.L., Editors of Executive Intelligente Review,

1993 (opuscolo da utilizzare con precauzione). 4) Three Years in America, 1859-1962. 5) Dictionnaire universel de la Franc-Maçonnerie, P.U.F., 1987. 6) Edito a Baden Baden nel 1966. 7) Le guide des sociétés secrètes, Editions Philippe Lebaud, 1990. 8) Le Symbolisme maçonnique traditionnel, Edimaf (Casa Editrice del Grande Oriente di Fran-

cia) 1981. 9) Ottobre 1989, pag. 69. 10) Tomo 1, pag. 139. 11) Juifs et Francs-Maçons, Edizione Bibliophane, 1989. Si noti che il settimanale ebraico

Chroniqueur (22 settembre 1993) presenta Daniel Berezniak (altra ortografia), come "ebreo e fra-

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massone, al trentatreesimo livello (sic)". Si consulti anche Behind the Lodge Door: Church, State and Free-Masonry in America, Paul A. Fisher, Shield Publishers, Washington.

12) Edizione 1983. 13) N° 997, 1983. 14) Les Professionnels de l'antiracisme, Faits et documents. Metteremo tutto al condizionale dal

momento che, malgrado vi siano molte fonti, si tratta in genere di autori ostili alla massoneria. 15) Vedere il capitolo sulla storia del B'naî B'rith. 16) Dictionnaire universel de la Franc-Maçonnerie, Daniel Ligou, vol Il pag 789. 17) Lettera aperta pubblicata dal suo giornale, The New Orleans Item. 18) Hamenora, n° 1-3, gennaio 1923. 19) N° 25, 1953. 20) B'nài B'rith Magazine, Vol XLIII, P. 8. 21) The Israelite, 3 agosto 1855 secondo le Publications of the Jewish Society, Filadelfia, T.

XIX. La fonte non viene quasi mai data. 22) Hebràic influences on masonic symbolisrn. 23) L'admission des nouveaux membres, Neil C. Rosen, vice presidente esecutivo, edizione

senza data ma edito agli inizi degli anni 90. 24) Jewish identity on suburban frontier, Marchall Klare e Joseph Greenblum, Basic Books. 25) Gennaio 1943. 26) Revue de la pensée juive, ottobre 1950, Gershom Sholem, La Curieuse histoire de l'Etoile à

six branches. 27) B'nài B'rith Magazine, maggio 1929. 28) Weltpolitik vom Sinai im 20. Hahrhundert (Politica internazionale del Sinai, Uno sguardo

nel covo dei padri invisibili), Arnold Cronberg, Edizioni Hohe Warte, Phàl, 1991. 29) Discorso alla Loggia di Costantinopoli n° 678 per il compleanno di Adolf Kraus, gran presi-

dente, Hamenora, marzo 1925. 30) B'nai B'rith, une façon d'étre Juif, Gabriel Vadnai, direttore dell'ufficio francofono, 1975,

Edizioni del B'nai B'rith. 31) Bulletin du B'nài B'rith, n° 3, maggio 1964. 32) Agenzia telegrafica ebraica, 19 aprile 1939. 33) Articolo "Logen, Júdische", Edito a Berlino nel 1927. 34) Hamenora, N° 7 luglio 1923. 35) Der Deutsche District des ordens Bne Briss, citato da Hamenora, luglio 1923. 36) This is B'nài B'rith. 37) Hamenora settembre 1923. 38) Bulletin B'nài B'rith, dicembre 1966. 39) B'nài B'rith Magazine Supplement, febbraio 1925. 40) B'nài B'rith Journal, giugno 1922. 41) Constitution de l'IOBB, 1860, Biblioteca del Congresso. 42) N° 2 novembre 1943, da pag. 36 a pag. 40, Contribution à l'étude des B'nài B'rith aux Etats-

Unis, George Olliver. 43) "Colorful regalias" secondo, This is B'nài B'rith. 44) Grusd, op. citata pag. 64. 45) Judàisme et Franc-Maçonnerie, Les Cahiers de la Grand Loge de France, bollettino interno

n° ?5, aprile 1953. 46) Se ne notano distintamente portate da numerosi nuovi iniziati in una foto apparsa nel B'nài

B'rith Magazine del maggio 1926. 47) Foto apparsa nel B'nài B'rith Magazine, marzo 1926. 48) Febbraio 1928. 49) B'nài B'rith Journal, aprile 1989. 50) Hamenora, marzo 1925.

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51) B'nài B'nith Magazine, Wanted, a Jewish Aristocracy, dicembre 1929. 52) Hamenora, giugno 1924.

53) B'nài B'rith Magazine, Why the B'nài B'rith? maggio 1929, pag. 274. 54) La struttura riportata è quella del 1927. 55) The first Lodge of England, Paul Goodman, B'nai B'rith, Londra 1936. 56) Una foto è apparsa nel febbraio 1926 nel B'nai B'rith Magazine. 57) Allgemeine, N° X2/27, 3 luglio 1987. 58) A nostra conoscenza, nessun rituale è depositato in una biblioteca internazionale, a comin-

ciare dalla Biblioteca nazionale, sebbene i rituali risultino a chiare lettere nelle liste delle opere del B'naî B'rith, disponibili solo alla Logge.

59) Vedere il capitolo sulle origini del B'naî B'rith. 60) Loggia del Cairo, 1924, Hamenora, giugno 1924. 61) B'nai B'rith Journal aprile 1976. 62) Cahiers du B'nai B'rith du District XXIII, Les Présidents des Loges et des Chapitres edito senza data ma apparso negli anni 70. 63) U.F.A.B.B. giugno 1973. 64) Hamenora aprile 1923. 65) The induction of new members (L'ammissione di nuovi membri), Neil C. Rosen, vice presi-

dente esecutivo, sine data, ma edito negli anni 90. Dalle nostre ricerche risulta che questo rituale è largamente semplificato e snellito in confronto a quello sempre praticato in Europa, e in particolare in Francia, ma che evidentemente non è mai stato depositato.

66) B'nai B'rith Journal luglio 1989.

4. IL CRISTIANESIMO RIVEDUTO E CORRETTO DAL GIUDAISMO Note 1) Actualité juive, 3 giugno 1993. 2) Le Parisien, 29 maggio 1993. 3) Le Figaro, 31 maggio 1993. 4) 4 giugno 1993. 5) VSD, 3 giugno 1993. 6) Le Nouvel Observateur, 17 giugno 1993. 7) La Croix, 10 giugno 1993. 8) Lettre ouverte au cardinal Lustiger, Alinéa, 1989. 9) Marzo 1938, pag. 239. 10) Febbraio 1993, pag. 131. 11) Friend of the Court 1947-1982: To secure Justice and Fair Traitment for All, Jill Donnie

Snyder e Eric K. Goodman, alla voce "Separazione tra Stato e Chiesa". 12) The Jewish Monthly, dicembre 1983, per esempio. 13) Decourtray Albert, ecclesiastico, nato il 9 aprile 1923 a Wattignies (Nord). Ordinato

sacerdote il 29 giugno 1947, ha studiato all'Università Gregoriana e all'Istituto biblico di Roma. Direttore del Seminario maggiore di Lille (1952-62) è stato fatto vescovo ausiliario (1971) e poi vescovo di Digione (1974-81). Nel 1981 Giovanni Paolo II lo ha nominato arcivescovo di Lione e primate delle Gallie. È stato vice presidente (1981) e poi presidente, anche se eletto solo al quinto scrutinio, della Conferenza episcopale francese (1987-1990). Dal 1982 è pure stato prelato della Missione di Francia, membro della Congregazione per la Dottrina della Fede, del Segretariato per l'unità dei cristiani e del Segretariato per le relazioni con le religioni non cristiane. È stato fatto cardinale il 25 maggio 1985. Questo prelato progressista ha moltiplicato le dichiarazioni e gli atti parapolitici; patronato del giornale dei detenuti della prigione Saint Paul di Lione, L'Ecrou, appello per il riconoscimento del genocidio armeno; "incomprensione" al momento della visita di Kurt Waldheim a Giovanni Paolo II, difesa del C.C.F.D.; sostegno al F.N.L.K.S.; sostegno ai "beurs" lionesi, tra cui era Toumi Djaidja (amnistiato da Mitterrand) manifestò contro la riforma il codice di

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nazionalità ecc. Egli ha inoltre approvato l'uso del chador nelle scuole laiche e la costruzione di una moschea a Lione. Pur condannando il film di Martin Scorsese su Cristo, ha dato prova di comprensione verso lo scrittore Salaman Rushdee. Molto influente nei confronti di Raymond Barre, è ritenuto l'ispiratore del ripensamento dell'allora primo ministro circa l'introduzione del codice di nazionalità. Amico anche di Charles Harnu, ha presieduto alle esequie di questo massone il 20 gennaio 1990. Molto vicino ai carismatici, fino al limite del misticismo, è "uno dei vescovi più filosemiti di francia (...). Aveva come libro di capezzale tutta l'opera di Elie Wiesel" (Le Monde, 26 giugno 1987). Ha ottenuto il ritiro del Padre Boyer dalla difesa dell'ex ufficiale delle SD tedesche Klaus Barbie. Membro dell'amicizia giudeo-cristiana, nel gennaio 1988 è stato invitato nella sede del B'naï B'rith di Lione. Fu tra i tre cardinali della delegazione cattolica e principale sostegno delle organizzazioni ebraiche che chiedevano la chiusura del Carmelo posto al centro del campo polacco di Aushwitz (e non nel campo ebraico di Brikenau). In tale occasione, parlando di Giovanni Paolo II ha dichirato: "Perché non dà un ordine chiaro e netto dicendo: andatevene!" (Radio Judàique, ottobre 1991). In tale occasione, si è pure dichiarato favorevole al riconoscimento vaticano dello Stato d'Israele. È stato l'unico a ricevere il premio dei Diritti dell'Uomo nel febbraio del 1988, premio creato da Claude Malhuret e soppresso l'anno seguente. Ha aperto gli archivi della diocesi per fare luce sulle relazioni intercorse tra il miliziano Paul Touvier e il clero lionese. Quando questi beneficiò di un non luogo a procedere (poi annullato), il cardinale si rammaricò che non ci fosse stato un processo perché "servendo la giustizia, si serve anche la riconciliazione" con gli ebrei (Le Monde, 18 aprile 1992). Si è pronunciato a più riprese a sfavore delle tesi sostenute dal Front National il cui parlare gli appariva "assolutamente contrario allo spirito cristiano" (Le Nouvel Observateur, 17 ottobre 1991). "Non ne possiamo più di veder crescere nel nostro paese il disprezzo, la diffidenza e l'ostilità nei confronti degli immigrati, ha spiegato il Mercoledì delle cene-ri del 1985. Ne abbiamo abbastanza delle ideologie che giustificano queste attitudini." Allo stesso modo egli "riprova assolutamente l'uso della parola invasione, assolutamente insopportabile" usata da Valéry Giscard d'Estaing a proposito dell'immigrazione. Alla vigilia delle elezioni regionali del marzo 1992, ha agitato lo spettro del nazismo per invitare i cattolici a non votare per il Front National. "Senza un sussulto del nostro popolo (...), noi andiamo verso l'avventura, un'avventura che può sfociare nell'avvento di un nuovo Hitler. È questo che vogliamo?" Alcune prese di posizione eterodosse, hanno fatto perdere la Presidenza della Conferenza episcopale a questo Cardinale mediatico, concorrente di Lustiger: condanna della pillola abortiva, rifiuto secco dell'a-borto, visita al Libano cristiano (1985 e 1987), denuncia dei "pastori che avevano dato prova di una certa connivenza con il marxismo" (Le Figaro, 9 gennaio 1990) e appoggio alla guerra contro l'Irak. "Se è necessario scegliere tra la guerra e il disonore, tra la guerra e l'ingiustizia, meglio ancora la guerra, anche se si tratta del dramma più spaventoso che si possa immaginare" (Europe 1, novembre 1990). Ha pubblicato una raccolta: Vingt-deux entretiens avec André Sève (Centurion, 1986) mentre Bruno Bouillot gli ha consacrato una biografia Albert Decourtray, un évêque au fil des jours (Éditions ouvrières, 1989).

14) Le Monde, 26 giugno 1987. 15) Il resoconto del viaggio è ampiamente riportato nel B'naï B'rith Journal, aprile 1990, pagg.

25-26. 16) Per un punto di vista cattolico tradizionalista, vedere Dieu est-il antisémite? L'infiltration

judaïque dans l'Eglise conciliaire, H. Le Caron, Fideliter, 1987. 17) Écrits de Paris (aprile 1992) è stata la sola rivista che ne abbia pubblicato il testo in una ver-

sione disgraziatamente incompleta e con diversi errori ortografici (ripreso da un'audiocassetta). 18) Per un approccio tradizionalista, vedere Le problème juif face au Concile, Léon de Poncins,

Ediciones Acervo, Spagna, 1965. 19) Genèse de l'antisémitisme, pag. 172. 20) Volume XII di Fireside discussion group, della Lega Anti Diffamazione del B'naï B'rith,

serie apparsa negli Stati Uniti negli anni 50, senza data

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21) L'ultimo in ordine di tempo è André Paul, Leçons paradoxales sur les juifs et les chrétiens, Desclée de Brouwer, 1992.

22) Histoire de l'antisémitisme, edizione del 1894, pag. 14. 23) Quarta edizione, associazione Sefer, Parigi, 1991. 24) Tribune juive, 10 luglio 1987. 25) Sulla conferenza di Seelisberg, vedere Le vrai visage du judaïsme, Jacob Kaplan, Stock,

1987 e Revue des sciences morales et politiques, 1987. 26) Des hommes libres, Histoires extraordinaires de la LICRA, Jean Pierre Allali e Haïm

Musicant. 27) Droit et liberté, 15 gennaio 1965. 28) Roncalli non poteva negare niente ad Auriol essendogli in gran parte debitore del cappello

cardinalizio. 29) Bulletin du B'nai* B'rith, 1966, discorso al congresso del B'naï B'rith di Firenze. 30) Così in Des hommes libres, Histoires extraordinaires de la LICRA, gli autori, Jean Pierre

Allali e Haim Musicant, direttore dell'ufficio francofono del B'naï B'rith, gli consacrano tutto un capitolo.

31) Terre de Provence, 23 gennaio 1965. 32) Bulletin interne du B'nai B'rith de France n° 9/10, febbraio 1965. 33) Vedere L'Église et les juifs à Vatican 11, abbé René Laurentin, Casterman. Diversi testi, da

un punto di vista conciliare. 34) Bulletin interne du B'naï B'rith de France, n° 1/2 febbraio 1964. 35) Infiltrations ennemies dans l'Église de France. 36) Comment les juifs ont changé la pensée catholique, 25 gennaio 1966. 37) Il resoconto è apparso nel Bulletin interne du B'nai B'rith, n° 1/2, febbraio 1964 (vedere

documentazione in annesso). 38) B'naï B'rith Journal, giugno 1988.

5. FREUD, LA PSICANALISI, LA CÀBALA ED IL B'NAI B'RITH Note 1) Sempre passato sotto silenzio negli studi psicanalitici, il discorso di Freud è apparso per la

prima volta nel giornale mensile dei B'naï B'rith della Cecoslovacchia nell'aprile del 1926. 2) Molti elementi storici contenuti in questo capitolo provengono da un documento interno del

B'naï B'rith, firmato dal Fratello Otto Herz ed edito dal B'naï B'rith di Vienna in occasione della fondazione della prima Loggia avvenuta ottant'anni prima (1895-1975). Le citazioni senza riferi-mento sono estratte da tale documento. Si consulti anche Der Bund B'nai B'rith und seine Bedeu-tung für das ósterreichische Judentum, Alexander Hecht, Vienna 1914.

3) In seguito Freud, dal 1901 al 1902, doveva partecipare alla fondazione della seconda Loggia dei B'naï B'rith di Vienna, la Loggia Harmonie. II B'naï B'rith non poté mai radicarsi in Austria allo stesso modo che in Germania a causa dell'ostilità senza esitazioni del clero cattolico, fortemente antimassone. È per questo che la Loggia di Distretto venne costituita a Praga nel 1889, sotto la direzione dei Dr. Poppers. Fu solo dopo la dissoluzione dell'Impero e con i trattati seguiti alla I Guerra Mondiale che il XII Distretto si stabilì a Vienna, il 15 novembre 1922. Il B'naï B'rith si era comunque già impiantato in Austria sotto la copertura dell'associazione umanitaria Austria. Nel 1894 era stata fondata clandestinamente una Grande Loggia sotto la insospettabile denominazione di "associazione umanitaria". Nel gennaio 1928 (Judische Lexicon) il Distretto austriaco contava sei Logge e 894 fratelli con a capo il Gran presidente Edmund Kohn di Vienna.

4) B'nai B'rith Magazine, luglio 1926. 5) Discorso del Presidente della Loggia Zwi Peretz Chajes, Friederich Wiesel, 1984. 6) Su questi aspetti, legami con il giudaismo, la càbala e il sionismo come pure per gli ulteriori

sviluppi su Mosè, si consulti in particolare L'Homme Moïse et la religion monothéiste. Trois essais. Sigmund Freud, Gallimard 1986, Le Moïse de Michel-Ange, in L'Inquiétante étrangeté et autres

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essais, Sigmund Freud, Gallimard 1985, Freud et le yiddish, le pré-analytique, Max Kohn, Bour-gois, Sigmund Freud et la tradition mystique juive, David Bakan, Payot 1977, D'adipe a Moïse: Freud et la conscience juive, Marthe Robert, Calmann-Lévy 1972, Un juif sans Dieu. Freud, l'athéi-sme et la naissance de la psychanalyse, Peter Gay, PUF 1989, Sigmund, fils de Jacob; Un lien non dénoué, Marianne Krüll, Gallimard 1983, Freud et la relation judeo-allemande, Philippe Simonnot il Les temps modernes, aprile 1993, Le Moïse de Freud, judaïsme terminable et interminable, Yosef Hayim Yerushalmi, Gallimard 1993, Freud et le sionisme: terre psychanalityque, terre promise. Jaquy Chemouni, Solin 1988. E, con riserva, Joie de la Qabalah, Kabbale de mort, Jean G. Bardet, Maloine S.A. Editeur, 1979. Sulla Cabala, vedere Charles Mopsik, Les grands textes de la Cabale. Les rites qui font Dieu: pratiques religieuses et efficacité théurgique dans la Cabale, des origines au milieu du XVIII siècle, Verdier, 1993.

7) Jewish Encyclopedia. 8) Le talon d'Achille, Calmann-Lévy, 1957. 9) Sigmund le tourmenté, Table Ronde, 1972. 10) Des hommes comme nous Laffont. 11) In particolare B'nai B'rith Magazine, settembre 1925, gennaio 1926, marzo 1926, aprile

1926. Si consulti anche La psychanalise est-elle une histoire juive? Adélie et Jaques Rassial-Hoffenberg, Seuil 1981.

12) Dictionnaire encyclopédique d'histoire. 13) Nel testo, Come regolo i conti con i miei oppositori. 14) Le Nouvel Observateur 3 giugno 1974. 15) Libération 1 maggio 1993.

6. IL B'NAI B'RITH E IL COMUNISMO Note 1) Nel giugno del 1990, il B'naï B'rith svizzero ha ottenuto la condanna del libro di Paul Ranc

La Franc-Maçonnerie sous l'éclairage biblique, edito a Ginevra dalle Edizioni Contrastes, che affer-mava senza precauzioni e in modo perentorio, che il B'naï B'rith aveva finanziato la rivoluzione russa e che voleva instaurare il potere ebraico mondiale.

2) Bnai B'rith Magazine, agosto 1928. 3) Novembre 1928. 4) Uno dei principali amministratori era il famoso banchiere Felix Warburg, che aveva

partecipato al finanziamento della rivoluzione di ottobre. 5) II miliardario Julius Rosenwald donò 5 milioni di dollari, somma colossale per l'epoca, e una

dozzina di altri miliardari come lui riunirono la somma di 2 milioni. 6) Numeri di marzo, agosto e settembre 1928. 7) Maggio 1934. 8) Jewish monthly, ottobre 1982. Sulla comunità israelita rumena si può consultare

L'Emancipation des Juifs de Roumanie, Carol lancu, Centre d'études juives et hébraïques 1992. 9) Tribune juive, 15 maggio 1987. 10) B'nai B'rith Journal, aprile 1986. 11) Tribune juive, 15 maggio 1987. Erano presenti i francesi Michel Dreyfus-Schmidt, senatore

socialista, Théo Klein e Gilberte Djian. 12) Libération, 6 maggio 1987. 13) A titolo di esempio, nell'aprile del 1987 lasciarono l'Unione Sovietica 717 ebrei russi contro

i 28 dell'aprile 1986. 14) L'Arche, giugno 1987. 15) Qualche mese più tardi, nell'autunno del 1988, Edgard Bronfman doveva rendere una visita

di cortesia al suo amico Erich Honecker, dittatore vacillante della Germania dell'Est. Questi decorò il super capitalista con il più alto riconoscimento del paese, la Grande Stella dell'Amicizia popolare.

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16) II documento integrale figura in The Zionist Connection /1, What Price Peace, Alfred M. Lilienthal, Veritas Publishing Company, Australia, 1983.

17) Gli ebrei russi erano 1.807.000 nel 1979 e 1.449.000 nel 1989 cifra che mostra l'importanza dell'emigrazione verso Israele. Circa l'importanza per Israele del vivaio russo, vedere Jewish Life in the Soviet Successor Rpublics 3 febbraio 1992. Dipartimento degli affari internazionali e pubblici del B'naï B'rith.

18) Gérard Marx, incaricato di missione per gli ebrei russi del XIX Distretto. 19) B'nai B'rith Journal aprile 1989.

7. IL B'NAI B'RITH IN GERMANIA Note 1) Per questo capitolo abbiamo largamente utilizzato The B'nai B'rith Order (U.O.B.B.) in the

Third Reich (1933-1937) Karin Voelker, in Leo Baeck Institute Year Book (pubblicazione vicina al B'naï B'rith) vol. XXXII, 1987. Sulla storia del B'naï B'rith in Germania si può anche consultare Histoire de l'Ordre Bne Briss en Allemagne (1882-1907), Louis Maretzki; Le District Allemand de l'ordre Bne Briss, A. Goldschmidt, Berlino 1923; Jews and Free-Masons in Europe 17231939, Jacob Katz, Cambridge 1970, Allgemeine n° 42/27,3 luglio 1987 (100 Années de Loges Bnai B'rith à Hambourg); B'nai B'rith Journal giugno-luglio 1985; Geschichte der Frankfurt Lodge /888/1928, edizione particolare del B'naï B'rith di Francoforte.

2) Esistevano già in Germania delle Logge specificatamente ebraiche, come la Loggia Melchisedec di Amburgo (cf Manuel général de la Franc-maçonnerie).

3) Queste Logge si servivano del Rito reale di York o del Rito Odd Fellows, i due riti in base ai quali è stato redatto il rituale originale del B'naï B'rith.

4) The Jewish Monthly, ottobre 1982. 5) Nota sulle Logge massoniche non ebraiche. Ricordiamo che questa enciclopedia è stata

redatta da universitari ebrei. 6) Dissertation pour la célébration du 20ème anniversaire de l' U. 0. B. B. (in Germania) 1902. 7) In seguito si privilegiarono di nuovo i nomi ebraici (cf. Judische Lexicon, 1927). 8) B'nai B'rith Magazine giugno 1937. 9) Nel caso Leo Baeck 10) Jewish daily Bulletin, New York, 6 gennaio 1935. 11) Scomunica maggiore, come quella pronunciata contro la Spagna dopo l'espulsione dal paese

degli ebrei ad opera di Isabella la Cattolica. 12) The New York Times, 7 settembre 1933. 13) Rapporto del Dr. Bet a Heinrich Himmler in data 21 ottobre 1935. 14) I locali di tali Logge vennero venduti poco dopo a causa di problemi finanziari. 15) Lucifer ante Portas, Zwischen Severing und Heydrich, Zurigo 1949. 16) Nella sua rivista Humanitat, febbraio 1992. 17) Tribune Juive, 21 ottobre 1933.

8. ISRAELE, CENTRO MONDIALE DEL B'NAI B'RITH Note 1) Revue du Disrict XIX, n° 3, ottobre 1973. 2) Due articoli ostili apparvero su The Menorah, il giornale ufficiale dell'Ordine. 3) Si consulti ad esempio L'Invention d'une Nation, Israël et la modernité politique, Alain

Dieckhoff, Gallimard 1993; Histoire du sionisme, Jacob Zineman, tomo I, Parigi 1950, Histoire de la pensée sioniste, Shlomo Avineri, Lattès, 1982, Histoire du sionisme, Walter Laqueur, Calmann-Lévy, 1973 ecc.

4) Discours pour les 80 ans de la Loge de Vienne, Walter Lequeur, Calmann-Lévy, 1975. 5) B'naï B'rith, the first Lodge of Englan, 1910-1935, Paul Goodman, ex presidente, stampato

dalla Loggia, Londra 1936.

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6) Maurice Honigbaum, presidente del Distretto XIX, B'nai B'rith Journal, giugno 1988. 7) B'nai B'rith Magazine supplément, febbraio 1925. Sulla rinascita dell'ebraico, vedere

L'invention d'une nation, Israël ou la modernité politique, Alain Dieckhoff, Gallimard 1993. 8) Hamenora, n° 1, gennaio 1923. 9) È diventata la biblioteca nazionale ebraica di Gerusalemme, la principale del paese. Già nel

1925 contava più di 80.000 volumi. 10) Encyclopaedia Judaica, Vol IV, col. 1148. 11) La Crande Lodge d'Erez Israël, Hamenora, novembre-dicembre 1924. 12) Sul B'naï B'rith in Israele, vedi Misdar B'nâi B'rith ba-Yisrael, I. Alfassi, 1966. 13) Opuscoli dei 33° gradi del rito Scozzese antico ed accettato dello Stato d'Israele, Abraham

Fellman, Gran Segretario generale, Tel Aviv, gennaio 1967. 14) Nazional Jewish Monthly, ottobre 1977. 15) The inside story of the pesce conference, E. J. Dillon, pagg. 496-497. 16) B'naï B'rith Journal, giugno 1988. 17) Edito da Information Dynamics Inc., 1985. 18) A volte il B'naï B'rith ha finanziato soggetti diversi dalle "associazioni umanitarie". Per

esempio, nel 1946-47 furono raccolti più di 50.000 dollari nella sola città di New York, su iniziativa del Presidente del B'naï B'rith americano, Lester Gutterman, per essere devoluti alla Haganah, orga-nizzazione militare degli ebrei di Palestina, che divenne in seguito il nocciolo della Tsahal, l'eser-cito israeliano.

19) In particolare comprendeva le seguenti parole: "Nel corso degli anni della nostra amicizia, ti ho chiesto pochi favori, ma ti supplico di ricevere il Dr. Weizmann".

20) This is B'naï B'rith, opuscolo storico diffuso dal B'naï B'rith. 21) The Zionist connection II, What price pesce, Alfred M. Lilienthal, Veritas Publishing Com-

pany, Australia, 1983, pag. 209. L'influenza decisiva del B'naï B'rith nel riconoscimento dello Stato d'Israele fu rivelata solo nel maggio 1965 in occasione dell'inaugurazione a Tel-Aviv di un edificio del B'naï B'rith, dedicato alla memoria di Eddie Jacobson.

22) In Francia l'aiuto ai soldati israeliani passa abitualmente per l'Associazione per il sostegno a Israele.

23) Opuscolo sud-americano, Il B'nai B'rith e Israele, senza data ma apparso senza dubbio all'i-nizio degli anni 80.

24) Si apprezzerà il termine, allora Israele non esisteva ancora. 25) Sul vasto argomento dell'influenza della lobby ebraica sul Congresso, più particolarmente

dell'A.I.PA.C. (che raggruppa 141 associazioni ebraiche, tra cui il B'naï B'rith), si consulti Stealth P.A.C.s: How lsrael's American Lobby seeks to control U.S. Middle East Policy, Richard H. Curtiss, American Educational Trust, 1990. L'A.I.P.A.C., che conta 8.000 membri, dispone di quattordici antenne nazionali e di un budget annuale di 15 milioni di dollari. Prima lobby politica degli Stati Uniti, l'A.I.P.A.C. si è lievemente indebolita a causa di diversi scandali. II suo presidente, David Steiner, è stato costretto alle dimissioni i12 novembre 1992 due giorni prima che apparisse sul Washington Times il testo di una strana telefonata occorsa poco prima delle elezioni presidenziali tra lui e un industriale ebreo americano, Harry Katz, anch'esso membro dell'A.I.P.A.C., nella quale rivelava il suo potere sull'amministrazione americana e la futura amministrazione di Bill Clinton. Katz, avvilito, aveva inviato la registrazione della telefonata al giornale. Passata sotto silenzio da tutta la stampa francese, ne è tuttavia apparso il testo, con qualche taglio, su France-Pays Arabes (febbraio 1993). In particolare Steiner dichiarava: "Conosco personalmente Bill (Clinton) da sette o otto anni. Penso che per noi sarà molto meglio di Bush. All'inizio della campagna elettorale abbiamo raccolto per lui più di un milione di dollari nel New Jersey. In quanto presidente dell'A.I.P.A.C. non mi è lecito impegnarmi nella campagna, dal momento che dovrò trattare con il vincitore, ma amministro il Comitato nazionale di sostegno ai democratici che finora ha fornito a Clinton 63 milioni di dollari. Abbiamo una decina di amici nel suo stato maggiore i quali otterranno posti importanti. Al Gore (futuro vicepresidente) ci è molto

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devoto (...). Per quel che riguarda le garanzie, il Congresso ha dato il suo accordo affinché noi (leggi Israele) riceviamo una tranche di due miliardi di dollari per il primo anno. Ma si conviene che, in seguito, bisognerà che il presidente rinnovi ogni anno la sua autorizzazione. Se Bush restasse al potere, potrebbe usare questa prerogativa come mezzo di pressione (...). Per questo ci occorre un presidente amico. Ora, noi disponiamo dell'ascolto di Clinton (...). Una volta gli ebrei non osavano aprir bocca. Oggi non hanno più paura. Me ne infischio che mi deridano o che mi odino, purché io ottenga ciò di cui il popolo ha bisogno". Il dialogo prosegue: - Per quel che concerne Israele, con quale dei tre candidati avremo più potere politico?

- Clinton. Se sarà eletto, come spero, avremo le nostre entrate. - Lei sa chi saranno il Segretario di Stato e quello alla Difesa? - Non ancora. Stiamo negoziando. Ma non ho il diritto di parlarne. Qualche mese più tardi tocca a un altro dirigente di primo piano dell'A.I.P.A.C. a dover

dimissionare: Thomas Dine che era stato all'origine del successo della lobby. Aveva definito gli ebrei ortodossi "puzzolenti" e "volgari". Si era inoltre vantato di non essere mai andato a Brooklyn, quartiere povero di New York, e di aver sempre evitato di volare EL-AL a causa di "quella gente che ha un aspetto volgare, da povero emigrante".

26) The New Antisemitism, Mc Graw-Hill, New York 1974. 27) Le Veritable antisemitisme, A.D.L. 1982. Lo stesso fenomeno, se si dà credito al bollettino

quotidiano dell'Agence Télégraphique juive del 21 maggio 1977, si è prodotto in Francia: "Vi è una sola condizione (per aderire al Bnaï B'rith): ciascuno è più o meno direttamente, più o meno profondamente, interessato a Israele, nessuno, nel capitolo deve essere o può essere contro Israele". 28) Nell'ottobre 1993, sotto la minaccia di un processo del Governo americano, la ditta Raytheon ha preferito rimborsare al Ministero della Difesa 3,7 milioni di dollari sulla fattura dei Patriot che gli aveva venduto per un ammontare di 116,9 milioni di dollari.

9. UN FINE PRIMARIO: IMPEDIRE L'ASSIMILAZIONE Note

1) A.D.L.: Purpose and Program. 2) B'naï B'rith, the first Lodge of England, 1910-1935, Paul Goodman, edito dalla Loggia,

Londra 1936. 3) Bulletin B'nai B'rith, dicembre 1966. Nel 1985 in B'naï B'rith europeo ha pubblicato un opu-

scolo interno che abbiamo potuto consultare sebbene non sia stato depositato e che porta il titolo evocatore: C'è in noi una tentazione razzista?

4) Hamenora, n° 6, giugno 1924. 5) Numero del centenario del National Jewish Monthly, agosto 1985. 6) B'nai B'rith Journal, dicembre 1987. 7) Grusd, pag. 73. 8) Introduzione di uno dei libri più diffusi dal B'naï B'rith, Les grandes personalités juives des

temps modernes. 9) Guide juive de France, citata da Charivari, n° 7, luglio 1969. 10) Journal d'Israël, 23 aprile 1982. 11) Possediamo quelli del Distretto XII, in spagnolo. 12) Discours pour les 80 ans de la Loge de Vienne. 13) B'nai B'rith Magazine, luglio 1929. 14) Jour J, 13 febbraio 1989. 15) Organigramma della Fondazione Hillel del 1992. David L. Bittker, presidente, Richard M.

Joel, direttore internazionale, rabbino William D. Rudolph, diretto internazionale aggiunto, Ruth Fredman Cernea, direttore dello sviluppo e delle pubblicazioni, Mirele Goldsmith, coordinatore del programma dei servizi, Nancy Greenfield, coordinatore dei servizi nazionali, Susan Behrend Jerison, coordinatore degli affari comunitari, Herbert Kotkins, direttore dell'amministrazione e delle finanze, Linda Mann, programmi associati, David Raphael, direttore dei servizi nazionali.

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16) The Hillel guide to Jewish life on campus 1991-1992. 17) Si immagini lo scandalo se la Chiesa cattolica o le Chiese protestanti lanciassero dei pro-

grammi per la lotta contro i matrimoni con mussulmani o israeliti, anche non praticanti. 18) Actualité juive, 31 ottobre 1986. 19) Bulletin du B'naï B'rith, n° 11/12, maggio 1965. 20) Bnai 'B'rith Journal, aprile 1986. 21) "Organization that focuses almost entirely on Jewish issues". 22) This is B'nai B'rith, a story of service, opuscolo edito dal B'naï With. 23) The jewish students in South Africa, changin patterns of jewish life on the campus, B'naï

B'rith Hillel Foundations, 1960. 24) B'naï B'rith Magazine, aprile 1938. 25) Come Die Burger, 4 maggio 1974. 26) South African Observer, settembre 1985.

10. LA LEGA ANTI DIFFAMAZIONE "BRACCIO ARMATO" DEL B'NAI B'RITH Note 1) Per esempio Hamenora, n° 3, marzo 1925. 2) Vedi Grusd, op cit. pagg. 140/41. 3) Jewish Monthly agosto 1980. 4) The Menorah, 1909, citata nel The National Jewish Monthly, agosto 1985. 5) 26 aprile 1940. 6) Queste campagne dell'A.D.L. le hanno valso svariati attacchi, in generale poco fondati, da

piccoli gruppi dell'estrema destra americana che, per esempio, accusavano l'A.D.L. di essere un agente sovietico. In questa letteratura, continuamente riedita, figurano: Reds in the Anti Defamation League di Myron C. Fagan edito da Cinema Educational Guild, n° 9, 1950 oppure The Anti Defamation League and its use in the world communist offensive, del maggiore Robert H. Williams (Closet-Ups, 1947).

7) Arnold Forster, "The Anti Defamation League", The Wiener Library Bulletin, n° 33/34,1975. 8) A.D.L. Bulletin, febbraio 1987.

11. LA PIÙ GRANDE RETE DI SPIONAGGIO NEGLI USA Note 1) A parte Le monde du renseignement (29 aprile 1993), Le journal du Dimanche (28 febbraio

1993), e Rivarol (30 luglio 1993) poi Présent, nessun giornale francese ha parlato della questione. Vedere The garbage Man, Michael Collins Piper, I.H.R., 1993. con sottotitolo: Lo strano mondo di Roy Edward Bullock.

2) 11 febbraio 1947. 3) Febbraio 1971. 4) Conspiracy against freedom; A documentation of One Campaign of the Anti Defamation

League against Freedom of speech and thougth in America. Liberty Lobby, Washington 1986. 5) The deposition of Alan M. Schwartz, deposizione di 197 pagine edita dalla Liberty Lobby. 6) Pagg. 62/63. 7) They Dare to speak out, People and institutions confront Israel Lobby. Paul Findley,

Lawrence Hill and Company, 1985. 8) A.D.L. Bulletin, settembre 1986. 9) The jewish Monthly, agosto 1983. 10) On the Frontline, febbraio 1993. 11) A.D.L. Bulletin, ottobre 1987. 12) Extremist groups in United States: a curriculum guide. 13) A.D.L. Bulletin, aprile 1986.

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14) La carriera di Armand Hammer merita di essere rapidamente raccontata, tanto il personaggio è sospetto di compiacenza con il comunismo. Morto nel 1990, i suoi nemici dicevano di lui che aveva ammassato i suoi primi milioni di dollari al momento del proibizionismo, fabbricando, nel suo laboratorio farmaceutico della Allied Chemical and Drug Company, ettolitri su ettolitri di tintura di zenzero, bevanda altamente alcolica, che faceva passare come un medicinale. In affari non aveva mai avuto scrupoli, finanziando sia Richard Nixon (a cui aveva versato 100.000 dollari sotto falso nome poco prima del Watergate), che l'Armata di liberazione della Colombia, organizzazione terrosta marxista per permettere alla sua compagnia petrolifera di sfruttare senza problemi i campi petroliferi colombiani. Allo stesso modo commerciava con i paesi islamici, in particolare con la Libia, pur conservando i suoi affari petroliferi in Israele. Hammer ha sempre agito sotto l'ala protettrice dell'URSS. Secondo alcuni documenti decodificati dall'F.B.I., Hammer era del resto considerato agente sovietico. Fervente bolscevico, era figlio di un ebreo russo, un certo Julius Heimann, che aveva lasciato la Russia zarista per gli Stati Uniti all'inizio del 1910. Arrivato a New York, Heimann trasformò il suo nome in uno più rivoluzionario, Hammer (il martello). Cofondatore del Partito Comunista Americano, chiamò suo figlio Armand Hammer, detto Arm Hammer (braccio e martello). Dal 1917 la ditta chimica di Hammer eluse l'embargo americano e favorì l'URSS, per mezzo dell'Estonia. Tramite suo, transitavano pellicce e pietre preziose che scambiava con cereali americani. Arrestato dall'F.B.I., cedette la direzione della società al giovane Armand. A partire dal 1921 egli riallacciò i legami stabiliti da suo padre, disponendo di un passaporto speciale stabilito dal commissario degli affari esteri dell'URSS Maxim Litvinov. In cambio, portava gli affidamenti bancari dei magnati americani (Schiff, Kuhn e Loeb, Warburg, Vanderbilt, Lamont, Rothschild ecc.) che avevano organizzato una colossale operazione di salvataggio del regime sovietico. Fu allora che Hammer incontrò Lenin, divenendo uno dei suoi intimi amici e il pilastro dei traffici tra USA e URSS. Organizzò l'importazione di milioni di tonnellate di cereali, camion e auto Ford, esportando pellicce, pietre preziose, opere d'arte ecc. Diresse una fabbrica di matite dal nome evocatore di Sacco e Vanzetti, ebbe la concessione di una miniera d'amianto, fece commercio di cotone sovietico, amministrò la Harju Bank ecc. L'arrivo al potere di Stalin non rallentò per niente i suoi affari. All'epoca si considerava che "svolgeva operazioni segrete per conto dell'URSS" (memorandum dell'F.B.I. n° 1.378 dell'11 aprile 1932). Durante la Seconda Guerra Mondiale, forte degli appoggi di Averell Harriman o Walter Lippman, divenne uno dei principali mediatori tra Roosevelt e Stalin. Malgrado la guerra fredda, riprese i suoi affari con l'URSS sotto Kruscev. L'arrivo al potere di Gorbaciov gli aveva dato una nuova giovinezza, tanto che nel gennaio del 1985 il Primo Ministro israeliano Shimon Peres poteva annunciare che, grazie ad Hammer, Israele era sul punto di riallacciare relazioni diplomatiche con l'URSS. Nel giugno del 1985 preparò per Mikail Gorbaciov l'incontro con Reagan. Ancora lui organizzò, nel 1987, il famoso viaggio di trecentocinquanta grandi imprenditori americani a Mosca "per far conoscere Gorbaciov", ancora lui fece un salto a Kabul per preparare l'accordo USA-URSS sull'Afganistan nell'ottobre 1987 ecc. Per dare un segno della sua importanza basti pensare che il suo aereo era il solo munito di insegne americane che poteva atterrare senza preavviso in Unione Sovietica. Fatto ancora più notevole, lo stesso era pilotato da personale sovietico! (biografia apparsa su Il Giornale, del 12 dicembre 1990).

15) In Francia, poco dopo l'assoluzione, Arnaud Klarsfeld ha depositato, a nome e per conto dei figli dei deportati ebrei, una nuova accusa contro Demjanjuk per crimini contro l'umanità mentre suo padre, l'avvocato Serge Klarsfeld, aveva intimato al ministro R.P.R. per gli affari esteri, Alain Juppé, di proibire lo scalo tecnico in Francia all'aereo che riportava Demjanjuk in USA. Klarsfeld dichiarava: "Il Quai d'Orsay ha cambiato le sue disposizioni dietro mia richiesta".

16) Vedere Le Monde, 21 dicembre 1991, 10 giugno 1992, 30 luglio 1993; Revue d'histoire revisioniste, n° 6 pagg. 175-189, Dilemme au procès Demijanjuk, rendiconto di John Cobden dal libro di Elizabeth Loftus e Katherine Ketcham, Witness for the Defense, New York, St. Martin's Press.

17) Rapport pour !'Europe de l'A.D.L., n° 4, giugno 1988. 18) Los Angeles Times, 13 febbraio 1970.

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19) Wilcox Report Newsletter, dicembre 1985. Laird M. Wilcox ha anche pubblicato una interessante critica di un'inchiesta Hate groups in America dell'A.D.L. intitolata A critical review... Analysis and documents, febbraio 1984.

20) Maggio 1991. 21 L'opera più completa sul caso Pollard è The territory of lies, secrets workings of the Pollard

spy ring, Wolf Blitzer, Harper and Row, New York 1991. 22) Tribune Juive, 28 gennaio 1993. 23) Un'associazione Giustizia per Jonathan Pollard-Francia si è costituita a Parigi nel 1992. Ha

come fine la liberazione di Pollard ed è costituita da Constance G. Konold (presidente) protestante di nazionalità americana, nata a New York il 6 ottobre 1942, assistente di direzione, Yves de la Choue (vicepresidente) nato La Choue il 7 settembre 1935 a Poitiers, alto funzionario di banca, Madeleine Bernheim (segretaria generale), nata il 9 aprile 1932 a Algeri, professore di fisica, Gérard Boigeol (tesoriere) nato il 10 luglio 1951 ad Algeri, dirigente delle Ferrovie Francesi. Su domanda di questa associazione e certamente poco al corrente dei fatti, il Parlamento europeo ha votato, nell'autunno del 1993, una risoluzione alla quasi unanimità che chiedeva al governo americano di liberare Pollard (Tribune juive, 21 ottobre 1993).

24) Citato da C. D. L. Report, maggio 1993. 25) 4 febbraio 1984. 26) The Zionist Connection II, What Price Peace, Alfred M. Lilienthal, Veritas. 27) Libro bianco dell'A.D.L. pubblicato da Spotlight, 6a edizione, 1990. 28) Rapport pour !'Europe de l'A.D.L. n° 8. 29) Israel and the New World Order, Andrew J. Hurley, Fithian Press, Santa Barbara, 1991. 30) Audit of anti-Semitic incident. 31) American-Araby Affairs, Autunno 1984. 32) American Jewish Organizations and Israel, Lee O'Brian, Institute for Palestine Studies,

Washington. 33) Circa il finanziamento di poliziotti da parte dell'A.D.L. vedere in particolare: Washington

Reports on Middle East affairs, luglio 1992 e The Village Voice agosto 1992. 34) Febbraio 1974. 35) Sixty minutes CBS 23 ottobre 1988. Vedere anche il capitolo su Israele.

12. IL B'NAI B'RITH IN FRANCIA E IN EUROPA Note 1) La sua presidenza dell'A.D.L. è attestata in The National Jewish Monthly, luglio 1977. Jean-

Pierre Bloch è indicato quale "ex presidente del B'naï B'rith" (sic) nel Le Journal des Communautés (27 maggio 1966) mentre David Malkam scrive che ne divenne presidente solo nel 1975. Malkan scrive ugualmente che Pierre-Bloch presiedette la loggia France nel 1966 mentre altre fonti segnalano una presidenza anche nel 1958. Entrambi compaiono tra i presidenti del B'naï B'rith di Francia (che fino al 1966 coincideva con la loggia France). Tra i loro predecessori a capo della loggia France, e di fatto delle associazioni B'naï B'rith francesi, figurano il Dr. Neu, Gaston Kahn, Albert Harouche (presidente del B'naï B'rith nel 1964 e Segretario generale del Concistoro israelita di Francia). Suo successore a capo della Loggia France, nel 1968, fu il Dr. Jean Cahana, presidente-fondatore dell'Associazione dei medici, dentisti e farmacisti amici d'Israele.

2) Movimento fondato da A.D. Gordon, sostenitore del lavoro manuale e del ritorno alla terra. 3) Sam H. Hoffenberg ha pubblicato, in collaborazione con Patrick Girard, Il Campo di Ponia-

towa, la liquidazione degli ultimi ebrei di Varsavia, Bibliophane, 1988. 4) B'nai B'rith Journal, giugno 1988. 5) B'naï B'rith Journal, luglio 1990. 6) Vedere i capitoli sul giuramento del B'naï B'rith e sull'A.D.L. francese. 7) Tribune juive, 10 giugno 1936. 8) Le Figaro, 11 giugno 1993.

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9) Vedere l'annesso sul B'naï B'rith in Francia presente nell'edizione francese originale ed omesso nell'edizione italiana.

10) Le Chroniqueur, 15 novembre 1992. 11) Fratel Roger Berg, Bulletin U.F.A.B.B., n° 1, ottobre 1973. 12) Maurice Moch. Nato a Parigi il 4 giugno 1902, morto nel 1979. Fu: segretario generale del

B'naï B'rith e della loggia France per decenni, responsabile di Agir, bollettino della loggia France-Paris (1949-1953). Fu notoriamente segretario del Concistoro (1925-1936), redattore del Bulletin du Centre de documentation et de vigilante (1936-1938), membro permanente del Concistoro centrale a Lione (1940-1944), conservatore degli archivi del Concistoro centrale (1945-1972), segretario generale amministrativo del C.R.I.F. (1952-1971), coredattore capo del Bulletin du Centre israélite d'informations, segretario generale del Comitato francese delle Organizzazioni non governative (O.N.G.). Autore, con Alain Michel, di L'Erode et la Francisque, Cerf 1990, così come di un opuscolo non depositato alla Biblioteca Nazionale, Creation de la Loge France-Paris.

13) Il rappresentante del B'naï B'rith presso le Nazioni Unite è Robert M. Landesman. II B'naï B'rith è anche organismo consultivo presso il Consiglio d'Europa dal 1963 (in categoria I, dal 1972).

14) Il comitato esecutivo europeo (1989-1991) era composto da: Maurice Honigbaum (Nizza, presidente), Joseph H. Domberger (mentore, presidente d'onore), Georges M. Bloch (Strasburgo, presidente onorario), Ernst Ludwig Ehrlich (Basilea, direttore), Lionel Collet (Lione, vice presi-dente, responsabile A.D.L. del programma Europa unita, non si ripresenta nel 1991), Friedrich Wiesel (Vienna, vicepresidente, finanze), Paul Becker (Helsingborg, segretario generale, repub-bliche baltiche), Robert Gutmann (tesoriere), George Kahn (Metz, tesoriere aggiunto, ammini-stratore del distretto e dell'ufficio francofono), Ralph Mayer (Lussemburgo, comunicazioni, pub-blicità), Dora Le Bovic (Lille, pubblicità Francia, espansione e formazione di quadri), Raymond Levy (Francoforte, A.D.L. zona germanofona, BBYO, Germania e Austria), Jean-Pierre Allali (Parigi, cultura), Nicole Ghenassia (incaricata di missione B.B.Y.O.), Gérard Marx (Parigi, inca-ricato di missione per gli ebrei dell' URSS), Philippe Rochmann (incaricato di missione giovani adulti), Henry Schneider (incaricato di missione con il Distretto XV, Inghilterra-Irlanda), Eric Horowotz (incaricato di missione B'nai B'rith Journal), Haïm Musicant (Parigi).

Il Comitato esecutivo Europeo 1992-93 comprende: Maurice Honigbaum, presidente, JeanPier-re Allali (Parigi), Paul Bart (Zurigo), Yves Kamami (Parigi), Rolf Kirschner (Oslo), Dora Le Bovic (Lille), Raymond Levy (Francoforte), David Levy-Bentolila (Nizza, incaricato di missione del Distretto XIX per la campagna di raccolta di fondi a favore dell'A.D.L.), Ralph Mayer (Lus-semburgo), Reinold Simon (L'Aia), Joseph H. Domberger, George M. Bloch.

15) Composizione della Commissione Cultura nel 1992: Claude Bloch (Strasburgo), Flora Abihssira (Parigi), Simone Becache (Lione), Clemy Bensaïd (Lussemburgo), Daniel Beresniak (Parigi, si tratta senza dubbio dello storico della frammassoneria), Louis Bloch (Strasburgo), Marlyse Hairsch (Metz), Charles Hoffman (Parigi), Mireille Israël (Colmar), Odette La Ruche (Le Vésinet),Emile Moatti (Parigi), Janos Pelle (Budapest).

16) L'equipe del B'nai B'rith Journal, domiciliata agli inizi in Svizzera, a Riehen, è composta o è stata composta da: Wolf S. Bruer (nel 1987 redattore capo), cui successe nel 1988 Pierre Weill, Haïm Musicant (redattore capo aggiunto nel 1987, poi redattore capo, incaricato dell'edizione francese), Jacqueline Domberger e Patrick Moreau (redazione francese e coordinazione), Heinrich Goldschmidt e Jacob Sternberg (consiglieri di redazione), Jocelyne Sajovic (segretaria di redazione).

17) Ha pubblicato soprattutto: Religiose Strómungen in den Judentum heure (1973), Moglichkei-ten und Grenzen des christlich-jüdischen Gespraches (1982), Der Unmgang mit der Shoah (1993).

18) B'nai B'rith Journal n° 58. 19) Gli europei eletti all'ultimo congresso mondiale tenuto a Dallas nel 1990 sono: Joseph H.

Domberger (Monaco) primo vicepresidente mondiale, Henry Schneider (Monaco) vicepresidente internazionale, Georges M. Bloch (Strasburgo) presidente del Consiglio internazionale del B'naï

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B'rith, Kurt Justitz (Zurigo) rappresentante dei distretto XIX al Comitato direttivo (Board of Governors) dei 13.131, Lionel Collet (Lione) membro della commissione d'azione comunitaria, Claude Ghenassia (Lione) membro della commissione di azione comunitaria, Jean-Pierre Allali (Parigi) membro della commissione d'educazione ebraica, Ralph Mayer (Lussemburgo) membro della commissione Israël, Nicole Ghenassia (Lione) membro della commissione per la gioventù, Maurice Honigbaum (Nizza) membro del Consiglio internazionale e del comitato direttivo.

20) Bulletin de l'Agence télégraphique juive, 21 maggio 1977. 21) Una foto con didascalia è apparsa in Le droit de vivre, luglio 1979. 22) Bnai B'rith Journal, dicembre 1986. 23) I documenti sono stati pubblicati da Présent, 8 febbraio 1992. 24) L'episodio si trova in Tribune Juive, 13 maggio 1983. 25) Vedi il capitolo sul "Giuramento del B'naï B'rith". 26) L'arche, luglio 1987. 27) Bnai B'rith Journal, aprile 1989. 28) Tra i giornalisti erano anche presenti ad esempio: Bernard Abouaf (Radio Shalom), Colette

Attal (L'arche), Yves Azéroual (Actualité juive), Michel Berthélémy (France Inter), Delphyne Byrka (Paris Match), Alexandre Cohen (Tribune juive), Dominique de Montvallon (L'Express), Emmanuelle Guilcher (Europe 1), Frédérich Aziza (Radio J), Patrick Jarreau (Le Monde), Antoine Spire, Meyer Tangi (Le Chroniqueur), Stephane Bern, Christian Doepgen, Jochen Hehn, Guy Korwill, Antoine Lefebvre (TF 1), Claude Meyer (Actualité juive), Myriam Ruzniewski (L'Arche) ecc.

13. LE STRANE CONNESSIONI DELL'A.D.L. CON LA L.LC.R.A. Note

1) Bulletin du Bnai B'rith, n° 13/14, luglio 1965. Come le altre pubblicazioni del B'naï B'rith, il

bollettino Agir non è depositato presso la Biblioteca Nazionale. 2) Journal des Communautés, 13 marzo 1964. 3) Bulletin B'naï B'rith, dicembre 1966. 4) Sulla L.I.C.A. e la L.I.C.R.A. si consulti Des hommes libres, Histoires extraordinaires de la

LICRA, Haïm Mus ant e Jean-Pierre Allali, Dictionnaire de la politique française (4 volumi, 1967-1982), Henry Coston, Les professionnels de l'antiracisme, Yann Moncomble, 1987, Faits et Documents, Cahiers de la LICRA, novembre 1981, n° 3.

5) La sua biografia è presente nel capitolo sul B'naï B'rith di Francia 6) Il discorso di Jaques Chirac è riportato in annesso. Fin dal primo congresso del B'naï B'rith

europeo che si tenne a Parigi dal 6 al 9 settembre 1958, Jean-Pierre Bloch era stato decorato da Pierre Taittinger, vicepresidente del consiglio municipale di Parigi, con la medaglia della Città di Parigi, insieme al presidente europeo Edwin Guggenheim e a Gaston Kahn, presidente della loggia France.

7) U.F.A.B.B. bollettino in data febbraio 1972. 8) U.F.A.B.B. Bollettino datato ottobre 1973, t senza dubbio quello che David Malkam chiama

"l'utilità di una cooperazione bene intesa tra l'A.D.L. del B'naï B'rith e la L.I.C.A. " (pag. 156). 9) Vedere il capitolo sulla Chiesa e il B'naï B'rith. 10) Le Républicain lorrain, 21 maggio 1988. 11) Maurice Olender. Biografia che si trova in Eléments, settembre 1993. «Pietoso poligrafo,

conosciuto sopratutto nell'ambiente intellettuale per le "aperte" che non cessa di prodigare contro la nuova Destra. Moltiplica a tal fine i contatti personali, adattando i suoi discorsi ai suoi interlocutori. Sprezzante con i deboli, ossequioso con i potenti. Un intellettuale di sinistra che lo conosce bene lo descrive come un "portinaio", un politologo celebre come un "falsario malefico". Opinioni naturalmente infondate e che non testimoniano altro che la cattiveria delle persone. Nell'autunno 1981 crea la mediocre rivista Le Genre humain ("Raggruppiamoci e domani l'Internazionale ci sarà...") il cui primo numero aveva per tema "La scienza contro il razzismo" e la cui attività

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proseguì "sotto il segno della vigilanza" (sic). Per scarsità di lettori, la rivista, prima trimestrale e poi semestrale, è oggi sotto il patrocinio dell'E.H.E.S.S., la Casa della scienza dell'uomo e il Centro nazionale delle lettere. È passata da Seuil a Fayard, poi a Complexe (casa editrice belga animata da André Versailles e Danielle Vincken), per tornare a Seuil. È totalmente carente d'idee. Tutte le sue opere si rifanno a un unico libro nel quale si esprimono senza veli le sue idee "arianizzanti": Les langues du paradis. Aryens et Sémites couple providentiel, Seuil-Gallimard, 1989. Afferma, in maniera menzognera, che l'opera di George Dumézil fu oggetto di "astuta cooptazione" da parte della Nuova Destra (cf. a tale proposito l'intervista con Alain de Benoist uscita su Le choc du mois, novembre 1992, pp. 34-36) Aggiunge che, in una storia delle idee del XX secolo, Dumézil "si situerebbe in quella che si può chiamare una `sensibilità di sinistra"' (sic) (Libération, 13 ottobre 1986). È animatore di seminari alla 5a sezione della Ecole pratique di studi superiori (Genèse et développement de l'idée indo-européenne). Riscrive continuamente lo stesso articolo attribuendo alla Nuova Destra idee che essa rifiuta categoricamente (George Dumézil et les usages "politiques" de la préhistoire indo-européenne in Roger Pol-Droit, ed., Les Grecs, les Romains et nous. L'Antiquité est-elle moderne?, Le Monde Editions, pp. 191-228, Usages politique de la préhistoire indo-européenne, in Michel Wieviorka, ed., Racisme et modernité, Decouverte, 1993, pp. 8597 ecc.). Sullo stesso tema, tiene tre conferenze nell'ottobre 1991 sotto l'egida dell'istituto di studi del giudaismo di Bruxelles. Grazie all'appoggio di Jean Paul Enthove, dà vita, per la collana Hachette-Littérature, alla serie "Textes du XXe siècle" che scomparirà nel 1989. Oggi tenta di imporsi alle Edizioni Seuil. Mentore di Stéphane Khémis e Michel Winock. In nome della sua concezione della tolleranza e della democrazia, naturalmente rifiuta ogni dialogo con gli avversari e chiede la loro emarginazione (cf. Le Genre humain, novembre 1992, pag. 8, numero speciale, intitolato significativamente: "Bisogna aver paura della democrazia? I). Dal gennaio 1993, inonda Parigi di schede e di "dossiers" fotocopiati nei locali dell'Editrice Seuil. È principale istigatore e chiave di volta di "Appel à la vigilance" il cui testo, con un articolo di presentazione di Roger-Pol Droit, è apparso su Le Monde del 13 luglio 1993. È l'Alì Babà dei quaranta firmatari di questo appello, in gran parte collaboratori di Genre humain, ai quali si sono aggiunti alcuni tributari di Roger-Pol Droit nonché alcune personalità del Collège de France e del Collège international de philosophie che, solo otto giorni dopo, dichiarerebbero di essere caduti in un tranello. Coredattrice de l'Appel è Nadine Fresco. Secca e altera Marie-Chantal, oggi un po' sfiorita, abituale frequentatrice di ricevimenti, da vent'anni segue una doppia carriera. Sul piano universitario, un posto all'Inserm, più volte respinta al C.N.R.S. (dossier vuoto), delle velleità di ricerca sull'eugenismo e su Rassiner (contratto firmato con Seuil) peraltro senza seguito. Sul piano strategico-relazionale: George Duby, Norbert Bensaïd, Serge Thion, Claude Lanzmann, Scott Atran ecc. Oggi tiene la penna di Roger Pol-Droit. Nel suo articolo del 13 luglio, questi "giustizia" André Béjin che aveva avuto la disgrazia, alcuni anni prima, di scontrarsi con una buona amica della petulante Nadine, Nicole Benoît-Lapierre (ex allieva di Nanterre, entrata al C.N.R.S. grazie a Edgar Morin) e moglie di Edwy Plenel. Il 18 aprile 1993 su Arte, Nadine e Nicole sproloquiavano all'unisono in una trasmissione di Robert Bober ("L'ombre portée"), registrata dai Plenel. Il caso fa cose curiose! Nadine Fresco l'estate scorsa fu molto eccitata dal suo "Appel", firmato dalla maggior parte degli apparteneti al suo fan club, al punto di dimenticare di andare a riprendersi i figli alla fine di una colonia di vacanze! Una piccola banda oggi priva di credito. Per averne fatte troppe!».

12) Autore, con Emmanuel Feinermann, di Les Juijs du défi, du silence à la revolte, 1900-1980 (Edizioni Colbo).

13) B'naï B'rith Journal giugno 1988. 14) B'nài B'rith Journal dicembre 1988. 15) È autore di diversi libri come Fire in the streetss, America in the 1960's (Simon and Shuster,

New York, 1980) e sui rapporti tra De Gaulle e Roosevelt. 16) Jewish Monthly dicembre 1980. 17) Journal Officiel, 17 settembre 1980.

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18) Sarà riassunto in Eurofacts, rivista pubblicata dall'ufficio parigino dell'A.D.L. (e senza deposito legale) secondo il Jewish Monthly agosto 1982.

19) B'nài B'rith Journal ottobre 1987. 20) Questa imprecisione si spiega con il fatto che il bolletino, come tutte le pubblicazioni del

B'naï B'rith, non e mai stato depositato alla Biblioteca Nazionale, malgrado ciò sia illegale. 21) B'nài B'rith Journal, ottobre 1987. 22) Tribune juive, 1 luglio 1993. 23) Per l'occasione, il celebre "cacciatore di nazisti" si reca a Parigi. Là il Centro Simon

Wiesenthal-Europa e l'Ecole normale israélite orientale (E.N.I.O.) hanno organizzato una cena di gala per festeggiare i suoi ottanta anni, il 26 gennaio 1989, poco dopo l'uscita della sua autobio-grafia Justice n'est pas vengeance (Laffont). A1 tavolo d'onore, alla presenza di oltre trecento invi-tati, sedevano Shimon Samuels, Simon Wiesenthal, Pierre Birnbaum, il gran rabbino Alain Gold-mann, l'editore Charles Ronsac, Daniel Serfaty (direttore dell'E.N.I.O.) il Rev. Padre Riquet ecc.

24) La sezione francese del Centro Simon Wiesenthal è stata registrata presso la Prefettura di Parigi il 15 giugno 1988. I due responsabili dell'ufficio sono Shimon Samuels e Ana Samuelli, mentre gli altri responsabili appartengono alla casa madre americana (Samuel Belzberg, Boland E. Arnall, Alan I. Casden, Martin Mendellsohn, Susan Burden). Tra i membri del Consiglio di amministrazione figurano personalità note come Alan Greenberg, Nelson Peltz, Frank Sinatra, Elizabeth Taylor, Maurice Weiss ecc.

25) Il primo studio di Shimon Samuels per il Centro Simon Wiesenthal fu significativamente consacrato all'antisemitismo nella stampa egiziana negli anni 1986-87.

26) Vedasi Présent, 22, 23, 24 luglio 1992; Elements, settembre 1993; Vouloir, n° 89-92, luglio 1992, pag. 49; La Nouvelle inquisition, ses acteurs, ses méthodes, ses victimes, David Barney, Charles

Champetier, C. Lavirose, Le Labyrinthe, 1993. Nella prefazione a Enquête sur la droite extreme, Monzat scrive che "la conoscenza dei rapporti della polizia è stata utile per far partire alcune inchieste". Si premunisce dichiarando "ma questi non riferiscono (che da lontano) fatti esatti, d'altra parte essi nascondono sistematicamente certi aspetti che ci interessano maggiormente".

27) Die Extreme Rechte in Deutschland, Uwe Backes et Patrick Moreau, Akademischer Verlag, Munich, 1993.

28) 1 ringraziamenti della coppia Monzat-Camus, in Les Droites nationales et radicales en France elencano fianco a fianco docenti di fama per conciliarsi il corpo dei professori (Pierre-André Taguieff, Nonna Mayer, Léon Poliakov, Anne-Marie Duranton-Crabol ecc.) che, solo, potrà legitti-mare socialmente gli autori e informatori di estrema sinistra o responsabili comunitari: Manuel Abramowicz (animatore della rivista sionista belga d'estrema sinistra Regards, finanziata da david Susskin), Jaques Lambalais (principale redattore della rivista d'estrema sinistra Celsius, con lo pseu-donimo di Jaques Leloup), Joseph Algazy (ex militante trotzkista, animatore della Lega dei diritti dell'uomo in Israele), Nelly Hansson (detta anche Nellu Guttman, membro della commissione poli-tica del Consiglio rappresenttivo delle istituzioni ebraiche di Francia), Marc Knobel (addetto stampa all'Ambasciata d'Israele, membro del Comitato Centrale della L.I.C.R.A.), Christian Terras (animatore della rivista cattolica di estrema sinistra tiolias), François Moreau (di Arride 31) ecc. I primi, docenti universitari rinomati, avrebbero fatto volentieri a meno di tali compagni di viaggio.

29) La rivista della Nuova Destra Eléments (settembre 1993) che non apprezza Monzat, gli ha consacrato questo ritratto che ricalca fedelmente il nostro. "Figlio dei cineasta Eric Rohmer (Mauri-ce Schérer). Ha assunto come pseudonimo il nome da nubile della nonna paterna. Lavora anche sotto altri pseudonimi. In giovinezza visse nell'atmosfera dei servizi segreti. Ex trotzkista, ha man-tenuto tutti i vizi della famiglia politica d'origine. Come il padre fa del cinema, ma con risultati meno esaltanti. Da anni raccoglie dossier polizieschi sulla "estrema destra" e vi consacra la maggior parte del suo tempo. Manifesta una propensione invincibile a vedere dovunque "complotti" e "cospirazioni". È convinto di essere pedinato. Pressocchè analfabeta in quel che riuarda la storia delle idee. Nel 1990 scrive un libro sull'"estrema destra" in cui sviluppa una visione complottista

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prossima alla paranoia. Il manoscritto, intitolato Le Point aveugle è rifiutato da tutti gli editori a cui viene sottoposto, a cominciare da Albin Michel che all'inizio aveva sponsorizzato il progetto. L'opera comparve alla fine a cura di Monde-Editions nel 1992 (Enquête sur la Droite extrême), grazie all'appoggio di Maurice Olender e Roger Pol-Droit. Con Jean-Yves Camus un dizionario, Droites nationales et raciales en France (Presses Universitaires de Lyon, 1992) contenente più o meno dieci errori per pagina. Attualmente lavora con Karl Laské, ex membro della gioventù comunista e oggi giornalista a L'Evénement du jeudi. Autore di uno scadente articolo su la "torre di Jul", pubblicato da Le Monde il 3 luglio 1993. Nell'ambiente giornalistico è considerato un mediocre che può essere utilizzato all'occasione.

30) L'opera sarà presentata in Rouge (maggio 1992) come "opera notevole di cui si può già dire che fa scuola" (sic). Da allora l'autore è regolarmente intervistato dalla stampa trotzkista d'estrema sinistra a proposito della destra nazionale.

31) Vedere il capitolo sul "giuramento del B'naï B'rith", in particolare la nota 23. 32) Nella Enquéte sur la droite extrëme, Monzat nota, ad esempio a pag. 314, che "le

pubblicazioni dell'A.D.L. costituiscono una fonte documentaria affidabile". 33) Questo curioso e strano documento, è presentato a titolo puramente documentario, senza

intenzione di nuocere ai supposti firmatari. Si noterà tuttavia che i tre in questione non hanno fatto pervenire alcuna smentita a Eléments, oltre due mesi dopo la sua apparizione, hanno intentato una causa per diffamazione (nota del Novmbre 1993).

34) Il 14 e 15 ottobre 1993, l'associazione degli amici di Passages , rivista comunitaria, ha orga-nizzato presso l'UNESCO Un importante incontro sulla xenofobia. Tra i partecipanti a questa "grande messa" figuravano Jaques Chirac, Charles Pasqua, François Léotard, Pierre Méhaignerie, Franz-Olivier Giesbert, Albert Du Roy, Michèle Cotta ecc. e Abraham H. Foxman, direttore nazionale dell'A.D.L., che è oggetto, negli Stati Uniti, di molte denunce.

14. IL "GIURAMENTO DEI B'NAI B'RITH" Note

1) Il comunicato è apparso in Le Matin de Paris il 21 marzo 1986, ma in forma diversa, saltando

il passaggio sui famosi "impegni". 2) Figura nel B'nài B'rith Journal aprile-maggio 1986. 3) In particolare Présent: 14 maggio 1986 (Le Pen promet la preuve), 22 maggio 1986, 4 e 20

giugno 1986 (B'nài B'rith: portes ouvertes), 25 giugno 1986 (Enigmes et mystères, voici le B'naï B'rith, articolo di Jaques Ploncard d'Assac), 22, 23, 24 e 29 luglio 1987 (Il n'y en a qu'un pour dénoncer la conjuration), 6 agosto 1987 (Parlez-nous des B'nài B'rith), 20 maggio 1988 (Ne pas confondre le B'naï B'rith avec le C.R.l.F.), 3 giugno 1988 (Aucune alliance avec le Front National), 8 febbraio 1992 (Une "fable" le serment aux B'nài B'rith?), 13 febbraio 1992 (Le B'naï B'rith accroché), 18 novembre 1992 (Sur le B'nài B'rith: l "'indice Taguieff") ecc.

4) Ce que l'on vou cache, sottotitolo Qui a imposé ce diktat: ne s'allier en aucun cas au Front national (Présent, prima edizione 1986,16 pagine, poi 20 pagine, quattro edizioni successive poi aumentate). Le vendite hanno oltrepassato le 80.000 copie.

5) Per esempio, National Hebdo, 12 novembre 1987 (Un Serment devant les maçons du B'nài B'rith); Mais qui gouverne l'Amerique?, Georges Virebeau (Henry Coston), Parigi 1991; Minute, 19 febbraio 1992 (B'nài B'rith, qui sont ils? que veulent ils?); National Hebdo, 27 febbraio 1992 (Le serment secret des B'nài B'rith, François Brigneau); Lectures Françaises, febbraio 1992 (Les elections seront-elles faussée par cet engagement?); Lectures françaises, giugno 1992 (Le B'nài B'rith répond... à côté); Iota, settembre 1992 (Le secret des B'nài B'rith) ecc.

6) 7 dicembre 1989. 7) 11 agosto 1989. 8) 1 febbraio 1992. 9) 1 febbraio 1992, vedere anche Présent, 14 febbraio 1992. 10) 30 gennaio 1986.

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11) Più in generale, la comunità israelita francese non ha mai fatto mistero della sua antipatia per il Front National e per i valori di questo partito. Nel mensile comunitario ebraico L'Arche (marzo 1988), Richard Liscia non ha esitato a parlare, anche lui, di "giuramento" senza che la sua affermazione fosse commentata: "Forse per l'ultima volta ci è offerta la possibilità di partecipare a uno scrutinio che staccherà il Front National dall'Assemblea. Sì, lo scrutinio maggioritario è ingiusto verso le nuove formazioni, ma è giunta l'ora di non essere sentimentali. Sessanta parlamentari del EN. sarebbero per noi un incubo. Non reclamiamo una giustizia che ci nuocerebbe, non scaviamoci la fossa. Votiamo per quelli che hanno giurato di proteggere i nostri diritti. Ricordiamo loro che siamo noi, assieme agli altri, che li incoroniamo".

12) Journal Officiel quesito n° 5.839, 21 luglio 1986, pag. 2.136, riportata al n° 18.735, 16 febbraio 1987, pag. 746. Vedere anche Présent, 25 luglio 1986.

13) Intervista a Actualité juive, 2 aprile 1992. 14) La fantastique Histoire du B'naï B'rith, David Malkam, Montorgeueil, 1993, pagg. 217-218.

Ci accontenteremo di rilevare due grandi cantonate, in un solo passaggio, che peraltro sono semina-te in tutto il testo. In primo luogo, se la Shoah ha trent'anni vuol dire che ha avuto luogo nel 1956. Secondariamente, la riunione nel corso della quale i responsabili politici di destra si sono impegnati a non allearsi con il Front national non si è tenuta il 26 marzo, dieci giorni dopo le elezioni legislative, in un momento in cui gli uomini politici avevano certamente altro da fare che discutere con i Fratelli del Bnaï B'rith, bensì il 25 gennaio 1986 come testimonia per esempio l'Agenzia telegrafica ebraica.

15) Le Figaro, 14 febbraio 1992. 16) Bulletin de l'Agente télégraphique juive, 19 giugno 1984. 17) Bulletin de l'Agente télégraphique juive, 16 aprile 1984. 18) B'nâi B'rith Journal, ottobre 1984. 19) National Hebdo, 13 giugno 1991. Vedere anche Rapport pour l'Europe, A.D.L., n° 4,

giugno 1988. Sebbene l'esistenza di questo rapporto confidenziale sia attestata dalla pubblicazione ufficiale dell'A.D.L. sopracitata, il suo autore, Jean-Yves Camus non ha esitato a scrivere: «Non sono "inquisitore del B'naï B'rith", associazione alla quale non sono legato da alcun contratto e nella quale non ho mai avuto alcuna responsabilità». Si tratta evidentemente di giocare con le parole. È certamente a titolo gratuito che il rapporto di una ventina di pagine è stato redatto, così come diversi articoli nel B'naï B'rith Journal. È pure senza dubbio a titolo gratuito che il Signor Camus gira in lungo e in largo la Francia per tenere seminari per il B'naï B'rith e per l'A.D.L. In una replica a Rivarol (14 dicembre 1992), Camus si difende strenuamente dall'essere "sotto l'influenza del B'naï B'rith", sostenendo che "molte delle idee espresse nel libro si allontanano da quelle della prefazione" di Marc Aron, pur ammettendo che "l'aiuto che abbiamo ricevuto dal B'naï B'rith doveva coprire le nostre spese di documentazione". Inoltre, egli collabora regolarmente al giornale interno e confidenziale del B'naï B'rith - che lo ricordiamo - sfugge al deposito legale presso la Biblioteca Nazionale, cosa che fa pensare ad un legame assai stretto con la stessa Organizzazione. In questo periodico non si dedica solo ad articoli commissionati sul Front national, egli per esempio ha fatto il rendiconto della commissione consultiva dei Diritti dell'Uomo 1991 (B'nâi B'rith Journal n° 58). Aggiungeremo che sua moglie, Annie-Paule Camus nata Derczansky, è sorella nella Loggia Hatikvah del B'naï B'rith di Parigi. È direttrice della società Coppelia Communications, che offre "corsi di formazione per dirigenti e militanti comunitari". Il numero di telefono professionale, corredato da una foto di Annie-Paule Camus ha usufruito di una pubblicità gratuita sul B'naï B'rith Journal n° 57.

20) B'naï B'rith Journal aprile 1989. 21) B'nâi B'rith Journal Luglio 1990. 22) Rapporto A.D.L. preparato sotto la direzione di Robert B. Goldmann, datata dicembre

1991. 23) Tribune Juive ,13 novembre 1987.

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24) Il testo di Henri Roques non nega mai l'esistenza delle camere a gas. La tesi di letteratura comparata è in realtà consacrata allo studio critico delle diverse versioni del "documento Gerstein", un rapporto redatto da un ufficiale delle S.S., Kurt Gerstein, che descrive l'uccisione con il gas nel campo di Belzec nell'agosto 1942. Annullata da allora per "irregolarità amministrative", la tesi, dal titolo Le confessioni di Kurt Gerstein, studio comparato di diverse versioni, è stato pubblicato integralmente in La Thèse de Nantes et l'affaire Roques, di André Chelain (Edizioni Polémiques), opera che non ha mai subito denuncie legali.

25) Vedi capitolo sull'A.D.L. e lo spionaggio, pag. 208 e seq. 26) L'A.D.L. ha assistito i querelanti di molti processi intentati da "sopravvissuti

dell'Olocausto" come Mel Mermelstein che ha perso la causa intentata all'Institute for Historical Research.

27) Reinventing the Big Lie, 1989; Hitler Apologists: The Anti-Semitic Propaganda of Holocaust "revisionism", 1991.

28) È questa foto, dal peso emozionale intenso, che è evocata da Mgr. Decourtray nel discorso di ringraziamento al momento della sua decorazione da parte del B'naï B'rith (vedi il testo in annesso).

29) Gli è stato anche dedicato un film documentario, L'enfant de Varsovie, che è stato diffuso in Francia sulla rete televisiva Planète nel 1992.

30) Nella prima opera (1989) figura una nota sul processo Barbie con un attacco all'avvocato di quest'ultimo, l'ex comunista Jaques Vergès.

31) Copione del Crand Jury-Le Monde, 13 novembre 1987.

15. IL B'NAÏ B'RITH IN ITALIA Note 1) SETTIMIO SORANI, Che cos'è il Bené Berith, a cura della Sezione di Roma dei Bené

Berith, Roma 1962 pag. 8. 2) Statuto del Bené Berith Elia Benamozegh, n. 2035 Roma, pag. 3. 3) Ibidem, pag. 4 e 19. 4) Ibidem, pag. 17. L'art. 5, pag. 4, recita: "Possono far parte dell'Associazione gli ebrei che

godano di indiscussa reputazione, che abbiano superato il venticinquesimo anno di età, che intendano seguire i principi dell'Ordine Internazionale dei Bené Berith, che desiderino adempiere con piena coscienza alle finalità che l'Associazione si prefigge e con disciplina alle norme che essa si è data. Essi debbono, altresì, essere in condizioni economiche da poter corrispondere alle obbligazioni finanziarie previste dalle norme statutarie e regolamentari". Dall'articolo è chiaro quindi che il Bené Berith deve essere costituito da una élite intellettuale ed economica.

5) SETTIMIO SORANI, Op. Cit. pag. 2. 6) SETTIMIO SORANI, op. cit. pag. 5. 7) SETTIMIO SORANI, op. cit. pag. 6-7. 8) SETTIMIO SORANI, op. cit. pag. 1. 9) The Anti-Defamation-League annua! report 1993, pag. 13. 10) Ibidem pag. 21. 1 l ) La madre della Jervolino era una cara amica di Sofia Cavalletti [che fu a sua volta allieva

dell'ex Rabbino capo di Roma E. Zolli] esperta di giudaismo e catechesi, nonché membro del Liai-son Comitee, la commissione per i rapporti ufficiali tra Vaticano e mondo ebraico, fondata dal sacerdote amico del B'naï B'rith, Padre Cornelis Adrian Rijk.

12) Shalom, n. 1 pag. 1 del 31/01/93. 13) Ibidem pag. 13. Sempre su questo argomento leggiamo: «Inoltre è importante il nuovo

progetto audio-visivo sulla storia ebraica fatto per le scuole italiane dall'Unione delle Comunità ebraiche italiane. Sono significativi gli sforzi compiuti dalla Comunità di S. Egidio per persuadere la C.E.I. ad includere materiale didattico sull'ebraismo nei corsi di religione della scuola pubblica»

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A.D.L. International report Europe: Anti-Semitisrn in Italy di Lisa Palmieri Billig, nov. 1992 New York, pag. 5.

14) La Stampa, giovedì 10 marzo 1994, pag. 2. 15) II P Cornelis Adrian Rijk nato nel 1921 in Olanda «dottore in studi biblici, professore di

Antico Testamento al seminario di Warmond (...) collaborò con Myriam Rookmakervan Leer nel "consiglio cattolico per Israele" fondato ad Amsterdam nel 1951 e con Henri Praag, fondatore della "Leerhuis" (Casa Leer) ed animò con la sua presenza, le sue conferenze e i suoi scritti il dialogo tra ebrei e cristiani in tutta l'Olanda. Organizzò anche viaggi di studio a Gerusalemme che furono molto apprezzati. All'inizio del 1960 il prof. Rijk (...) cominciò a viaggiare attraverso il mondo per partecipare a degli incontri tra ebrei e cristiani e stabilì dei contatti con le grandi organizzazioni ebree internazionali: il Jewish Congress, il B'naï B'rith e l'American World Jewish Congress». Dal 1966 al 1972 è chiamato dal Card. Bea a dirigere la commissione per le relazioni tra ebrei e cattolici, dal 1972 al 1979 anno della sua morte, dirige il S.I.D.I.C (Centro internazionale di documentazione ebraico-cristiana). (Una prospettiva nuova sugli ebrei e sull'ebraismo, S.I.D.I.C. Roma sine data, pagg. 9-10).

16) In realtà la decisione era già stata presa un anno prima nel terzo incontro del Liaison Comi-tee, tenutosi ad Anversa tra il 4 e il 6 dicembre 1973, i cui partecipanti avevano deciso di sostituire il B.R.J.C. del P Rijk con la commissione per le relazioni religiose con l'ebraismo (C.R.R.J.).

17) Is interreligious dialogue good for religion? A glance at the jewish-christian paradigm, di Lisa Palmieri-Billig Varsavia 28/05/1995.

18) II dialogo ebraico cristiano in "Ebrei e cristiani". Un cammino di speranza per l'umanità. Contributo del gruppo SeFeR e del centro Pro Unione.

19) Questo passo in particolare è stato ripreso dalla dichiarazione della Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti del 20/11/75. Questa conferenza episcopale si distingue per la sua stretta collaborazione con il B'naï B'rith. Vedi anche nota 30.

20) /l Giornale 21/11/1992, pag. 10. 21) David Rosen, collega israeliano del rabbino Leon Klenicki direttore del dipartimento Inter-

faith affairs per l'A.D.L. of B'naï B'rith "è membro del concilio bilaterale permanente della S. Sede e dello Stato d'Israele, il Forum nel quale, nei diciotto mesi precedenti, è stato negoziato l'accordo Israele-Vaticano" (The Anti-Defamation-League annua! report 1993, pag. 14).

22) Lisa Palmieri-Billig nasce a Vienna il 3/9/1935, e per sfuggire alle persecuzione naziste si trasferisce ancora bambina negli U.S.A. per poi tornare in Europa nel 1961 al seguito di Nahum Goldmann (presidente del Congresso mondiale ebraico), e lavorare nel suo uffico romano. Goldmann si stabilì in Italia allo scopo di avere contatti informali con i Padri conciliari e fornire loro eventuali "suggerimenti" sulla questione ebraica. La Palmieri succede all'interno del Liaison Comitee a Joseph Lichten come osservatore del B'naï B'rith-A.D.L. Nel 1982 è tra i fondatori, e primo presidente dell'amicizia ebraico cristiana di Roma, insieme ad Annie Cagiati, la quale, in seguito formerà l'associazione Cristiani contro l'antisemitismo. La Palmieri oltre ad essere rappresentante ufficiale in Italia dell'A.D.L. of B'naï B'rith svolge attualmente anche i seguenti compiti: è Vicepresidente europeo della Conferenza mondiale sulle religioni e la pace (W.C.R.P.), corrispondente dall'Italia per il Jerusalem Post, scrive inoltre sul mensile dell'Opus Dei Studi Cattolici della cui redazione romana il marito è segretario.

23) Alberto Stabile scrive di lui ne La Repubblica del 18/12/1993: «L'uomo chiave della trattativa segreta, da parte israeliana, è stato padre David Yagher, un ebreo convertito di 39 anni, giurista, ex allievo del liceo religioso "Zeitlin" di Tel Aviv, poi approdato al cattolicesimo, ed oggi presidente del Tribunale ecclesiastico di Aushin-Texas».

24) II Giornale 21/11/1992, pag. 10. 25) Sono state pubblicate 3.000 copie in ebraico, distribuite in Israele a centri importanti di

informazione, mass-media, biblioteche, scuole ecc. e 5.000 copie in inglese parimenti divulgate negli U.S.A.

26) Il Messaggero 21/09/1994.

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27) L'Osservatore Romano, 30/09/1994. 28) The Anti-Defamation-League annual report 1993, pag. 14. 29) A.D.L. International report Europe: Anti-Semitism in Italy di Lisa Palmieri Billig, nov.

1992 New York, pag. 5. 30) L'A.D.L. pubblica inoltre In Dialogue "una rivista dedicata alla mutua comprensione e

conoscenza ebraico cristiana" e i libri della serie Within Context editi congiuntamente dalla Conferenza Episcopale Cattolica degli USA. Fra i quali vale la pena di ricordare: Guidelines for the Catechetical Presentation of Jews and Judaism in the New Testament, scritto da Eugene J. Fischer e finalizzato a fornire una sorta di guida ai catechisti ai quali si raccomanda di sottolineare l'inat-tendibilità storica della narrazione della Passione fatta dai Vangeli, di esaltare l'ebraicità di Gesù e degli Apostoli e di mettere in luce i punti di contatto tra la dottrina farisaica e quella di Gesù piuttosto che i punti di contrasto. Il tutto per evitare di provocare antisemitismo (cfr. pagg. 3-7-8).

31) Membro del Liaison Comitee, dal 1970, segretario del Segretariato della Conferenza episcopale degli Stati Uniti per le relazioni tra ebrei e cristiani e membro del Segretariato per gli affari ecumenici ed interreligiosi della medesima Conferenza episcopale.

32) Segretario del Comitato ebraico cattolico di Boston, editore del giornale Approcci professionali per educatori cristiani (P.A.C.E.)

33) Cfr. La Bible "antijuive" interdite par la justice, in Le Monde 13/04/1995, pag. 12. 34) Shalom 30/09/1995, pag. 3. 35) La stessa Loggia che incontrò la presidente della camera, Irene Pivetti, la quale dopo un ini-

ziale periodo di polemica con la comunità ebraica italiana è tornata sui suoi passi, tanto da assere definita da Avi Pazner: "una persona deliziosa, molto intelligente [che] mi ha assicurato di essere stata travisata", cf. La Stampa 13/09/1995, pag. 2.

36) Cfr.: L'Indipendente 05/07/1994 pag. 6; Il Giornale 15/10/1995 pag. 9; Il Messaggero 16/10/1995 La Stampa 16/10/1995 pag. 4; /1 Secolo d'Italia 17/10/1995 pag.2, Il Secolo d'Italia 18/10/1995 pag. 2.

37) La Stampa, 14/06/1994, pag. 7. 38) Cfr. nota 14. 39) Si tratta della "Legge Mancino" del 26/04/1993, nella cui preparazione fu attivo in modo

particolare l'on. Enrico Modigliani (P.R.I.), di origine ebraica, all'epoca presidente dell'intergruppo parlamentare che si occupò della legge. Cfr. Shalom n. 4 aprile 1993 pag. 12.

40) A.D.L. /nternational report Europe: Anti-Semitism in Italy di LISA PALMIERi BILLIG, nov. 1992 New York, pagg. 3-7.

41) Giacomo Terracina in Fascism and Italy: rapporto alla conferenza europea del B'nai Brith svoltasi a Roma il 26/03/1995.

42) The Italian elections and jewish concerns by LISA PALMIERi BILLIG, un memorandum della National Jewish Community Advisory Council 9 maggio 1994.

43) Questo avvenimento ha prodotto un certo malumore anche in ambienti di sinistra, teorica-mente più filosemiti, ed in genere nell'opinione pubblica. Luciano Tass, direttore di Shalom, l'in-fluente mensile della Comunità ebraica romana, ha pubblicato sul numero del 30/09/1995 uno spe-ciale di sette pagine sull'"affaire Bottai" teso a dimostrare, lamentando la cosa, come la marcia indietro di Rutelli fosse dovuta più all'iniziativa del P.D.S. piuttosto che a quella del B'naï Brith. II sindaco di Roma invece nel suo comunicato stampa attribbuiva alle proteste di autorevoli esponenti della comunità ebraica l'impossibilità di procedere nella sua iniziativa.

44) In realtà il giornalista si sbaglia poiché Di Veroli è soltanto presidente della Loggia di Roma Elia Benamozegh, mentre il presidente del XIX distretto europeo è il rabbino svedese Melchior.

45) Cfr. The Anti-Defamation-League annual report 1993, pag. 8. 46) Maurizio Molinari nasce a Roma nel 1964, studia all'università ebraica di Gerusalemme ed

all'Oxford Center of Jewish Studies, per poi laurearsi in scienze politiche e lettere a Roma. È stato redattore diplomatico de II Tempo e de La Voce repubblicana, nonché caporedazione de L'Indi-

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pendente a Roma. Ha scritto il libro —La sinistra e gli ebrei in Italia" (Corbaccio 1995) dirige "Hananu" l'organo ufficiale della associazione per il rimboschimento di Israele.

47) Esattamente l'I.P.C.A.A. è presente nei seguenti paesi: Albania, Argentina, Australia, Austria, Bahamas, Barbados, Bielorussia, Belgio, Bermuda, Bosnia Erzegovina, Botswana, Brasile, Bulgaria, Cameroon, Canada, Cayman Islands, Cile, Cina, Croazia, Costarica, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, El Salvador, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gibilterra, Georgia, Grecia, Guatemala, Ungheria, Hong Kong, India, Irlanda, Israele, Italia, Giamaica, Giappone, Giordania, Kazakhstan, Kiribati, Kuwait, Latvia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Mauritius, Messico, Namibia, Nepal, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Nicaragua, Oman, Norvegia, Panama, Paraguay, Perù, Filippine, Polonia, Portogallo, Qatar, Romania, Russia, Santa Lucia, Sant'Elena, Slovacchia, Spagna, Sri Lanka, St Vincent e Grenadine, Svezia, Svizzera, Tanzania, Trinidad e Tobago, Turchia, Ucraina, Regno Unito, Stati Uniti d'America, Uruguay, Uzbekistan, Venezuela, Zambia, Zimbawe.

48) Lo staff è così composto: Comitato esecutivo, Greville Janner (Presidente), Stephen Rubin (Chairman), John Allen, Keith Edelman, Uri David, Basil Hyman, Abe Jaffe, Ervin Landau, Sir Ivan Lawrence, Daniel Levj, David Lewis, Johnathan Metliss, Alan Morgenthau, Sidney Samuel-son, Martin Sorrell, Shirley Spitz. Comitato consultivo internazionale: S.A.R. il Duca di Devon-shire, Isi Leibler, Jak V Kamhi, Donald Spector, Lord Weidenfeld, Haward Weiss. Direttore: Jon Mendelsohn, Direttore delagato: Craig Leviton, Direttore amministrativo: Olivia Ambrose.

49) È da notare che l'A.D.L. ha fatto esattamente la medesima cosa: cfr. The Anti-Defamation-League annual report 1993, pag. 13.

50) Scalfaro nel 1975 è stato a sua volta l'ideatore ed il primo presidente dell'associazione parla-mentare d'amicizia Italia-Israele.

51) Tutte le informazioni rigurdanti l'I.P.C.A.A. sono state tratte da Briefing on inter-parlamen-tary Council against Antisemitism, spedito da A. Janner a Guido Di Veroli l'11 maggio 1995. 52) Già vicepresidente dell'associazione parlamentare d'amicizia Italia Israele.