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Associazione Un Futuro per l’Autismo
14 Novembre 2014
Federico Lupo
Diario di un viaggio lungo una vita
Crescere e vivere con un fratello o una sorella con autismo non è una condanna, ma una situazione complessa, che presenta opportunità e rischi.
Autismo è sinonimo di chiusura e silenzio, lo stesso che molto spesso avvolge non solo chi ne è affetto ma l’intero nucleo familiare.
I siblings
L’autismo viene “scoperto” in maniera discreta, da dietro una porta, vissuto
tra sensi di colpa e voglia di rivalsa, vergogna e delirio di onnipotenza
Noi Siblings: Convinti eremiti, incapaci o svogliati nel ricercare i propri simili
Il nostro autismo
Il progetto La socializzazione e la crescita offrono al sibling occasioni
di confronto con realtà diverse da quella che vive in famiglia e definite “normali”. Ecco che questi momenti rappresentano delle possibili svolte, che possono prendere la strada della resilienza o di alcune transitorie o permanenti difficoltà di ordine psico-sociale.
Un viaggio attraverso il quale ripercorrere le tappe della propria vita da fratello, un’autobiografia che racconta un esperienza unica ma poco interessante, schiacciata da due enormi macigni, la patologia e il dolore da una parte e le difficoltà di mamma e papà dall’altra.
Uno spazio dove poter dare voce ai propri dubbi e alle proprie difficoltà
Il p
roge
tto
: u
no
sp
azio
de
dic
ato
Uno spazio dove i ricordi e le emozioni possono mostrarsi senza dover
necessariamente essere nascoste e gelosamente custodite
Un momento dove poter avere allo stesso tempo supporto emotivo e
specifiche informazioni
Bisogno di ascolto e socializzazione emotiva
Il p
roge
tto
: le
mo
tiva
zio
ni
Bisogno di chiarezza e informazioni
“Oggi, sfogliando l’album dei miei ricordi e dei ricordi della mia
famiglia, mi accorgo di quanta strada abbiamo percorso insieme e di
quanto sia stato fondamentale averla percorsa mano nella mano,
l’uno a sostegno dell’altro. In quelle foto mi riguardo e scorgo però
una luce nei miei occhi, una richiesta, una necessità, un bisogno forte
ma sottaciuto, ubi mayor minor cessat.” da “Diario di un viaggio lungo una vita”
L’esperienza di ESSERE fratello attraverso un percorso autobiografico
Bisogno di accettazione
Bisogno di comprensione e supporto
Metodologia tempi tematiche
“Diario di un viaggio lungo una vita” L’esperienza di ESSERE fratello attraverso un percorso autobiografico
“Diario di un viaggio lungo una vita” L’esperienza di ESSERE fratello attraverso un percorso autobiografico
Gli incontri sono stati strutturati in 4 momenti:
L’ accoglienza: viene creato il clima adatto attraverso
giochi di gruppo e dialogo
Caro diario…: è il momento topico dell’incontro.
Viene presentato il tema rispetto al quale ognuno scrive
la propria pagina di diario.
La condivisione: vengono letti i pensieri da un’unica
voce narrante.
Momento conclusivo: “girotondo” di liberi pensieri.
“Diario di un viaggio lungo una vita” L’esperienza di ESSERE fratello attraverso un percorso autobiografico
TEMPI 8 incontri da 1h e mezza ciascuno. Gli incontri saranno settimanali A spasso nel tempo tra presente, passato e futuro Un tempo non più “definibile”
“Diario di un viaggio lungo una vita” L’esperienza di ESSERE fratello attraverso un percorso autobiografico
Conosco me stesso: mi presento, pregi e difetti;
Io e mio fratello: descrivo me e mio fratello attraverso i
ricordi della nostra infanzia
Chi sono stato, chi sono e chi sarò per mio fratello
La mia famiglia: momenti vissuti insieme
A volte penso che…: libero sfogo di pensieri
Chissà cosa pensano gli altri: la mia vita in relazione a mio
fratello
Come vedo mio fratello/sorella tra 10 anni: paure e
speranze
Ascoltare ed ascoltarsi, raccontare e raccontarsi, porsi delle domande per giungere insieme a delle risposte, scoprire di non essere soli e di vivere un’esperienza comune a tanti. Il racconto di sé diventa, allora, incontro autentico con se stesso e con gli altri da sé.
Il nostro autismo
“Ricordo che facevo un sogno ricorrente: mio fratello stava bene e io gli raccontavo che lui invece nel mio sogno stava male, non riusciva a raccontare nulla di quello che gli passava per la testa e poi finivamo con il riderci sopra. Mi capita spesso di guardarlo e di pensare ancora che domani, al mio risveglio, il suo autismo sia stato solo un brutto sogno!”