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Le Onde cerebrali Le onde cerebrali misurabili con l'elettroencefalogramma sono di cinque tipi la cui origine è oscura e ognuna di queste onde indica il funzionamento di una parte diversa della mente. Esse sono: 1) Onde Alfa (mente subcosciente) 2 ) Onde Beta ( mente cosciente ) 3) Onde Delta (centro di Potere psichico) 4 ) Onde Theta ( potere psichico ) 5 ) Onde Gamma ( Potere psichico profondo )

1. Le Onda Alfa o Alpha : sono l'elettricità nervosa del subcosciente, cioè l'elettricità nervosa della personalità subconscia. provengono dal subcosciente a hanno una frequenza che va da 8 a 13 cicli al secondo (Hz). Esse possiedono un voltaggio di 50 microvolts. Nascono principalmente nelle parti superiori del cervello, Si producono nel cervello durante un sonno leggero o durante uno stato di narcosi, o quando gli occhi sono chiusi. Nascono in uno stato mentale nel quale il subcosciente assume il controllo sul cervello. Le Onde Alfa sono annullate quanto l'individuo riceve stimoli visivi o dopo sforzi mentali o in altri stati nei quali la mente cosciente è impiegata attivamente. Esse spariscono dunque quando gli occhi sono aperti. Sono associate a uno stato di coscienza vigile, ma rilassata. La mente, calma e ricettiva, è concentrata sulla soluzione di problemi esterni, o sul raggiungimento di uno stato meditativo leggero. Le onde alfa dominano nei momenti introspettivi, o in quelli in cui più acuta è la concentrazione per raggiungere un obiettivo preciso. Sono tipiche, per esempio, dell'attività cerebrale di chi è impegnato in una seduta di meditazione, yoga, taiji.

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2. Le Onde Beta : Sono emesse dalla mente conscia e cosciente. La frequenza di queste onde è superiore ai 12 Hz; corrispondono al normale stato di veglia, quando siamo impegnati a relazionarci col mondo esterno, assorbendo e selezionando i vari stimoli che ci arrivano da ogni parte. Sono presenti nei momenti di forte stress. sono associate alle normali attivita' di veglia, quando siamo concentrati sugli stimoli esterni. Le onde beta sono infatti alla base delle nostre fondamentali attivita' di sopravvivenza, di ordinamento, di selezione e valutazione degli stimoli che provengono dal mondo che ci circonda. Per esempio, leggendo queste righe il vostro cervello sta producendo onde beta. Esse, poi, ci permettono la reazione più veloce e l'esecuzione rapida di azioni. Nei momenti di stress o di ansia le beta ci danno la possibilita' di tenere sotto controllo la situazione e dare veloce soluzione ai problemi.

3. Le Onde Delta : come quelle Theta vengono emesse in presenza di stati inconsci. Hanno una frequenza tra 0,5 e 4 Hz e sono associate al piu' profondo rilassamento psicofisico. Le onde cerebrali a minore frequenza sono quelle proprie della mente inconscia, del sonno senza sogni, dell'abbandono totale. In questo senso vengono prodotte durante i processi inconsci di autogenerazione e di autoguarigione. Sono associate al piu' profondo rilassamento psicofisico. Le onde cerebrali a minore frequenza sono quelle proprie della mente inconscia, del sonno senza sogni, dell'abbandono totale. In questo senso vengono prodotte durante i processi inconsci di autogenerazione e di autoguarigione.

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3. Le Onde Theta : Stato inconscio. Frequenza che va dai 4 agli 8 Hz; corrispondono a stati di profondo rilassamento mentale, nei quali sono caratteristiche attività di immaginazione particolarmente vivida e visualizzazione; sono prodotte durante i sogni lucidi, nella fase REM del sonno e quando cadiamo in trance o in ipnosi. Sono proprie della mente impegnata in attivita' di immaginazione, visualizzazione, ispirazione creativa. Tendono ad essere prodotte durante la meditazione profonda. Il sogno ad occhi aperti, la fase REM del sonno (cioe', quando si sogna). Nelle attivita' di veglia le onde theta sono il segno di una conoscenza intuitiva e di una capacita' immaginativa radicata nel profondo. Genericamente vengono associate alla creativita' e alle attitudini artistiche.

5. Le onde gamma: Caratterizzano poteri psichici, medium «trance» frequenza di 14 cicli al secondo (Hz). Neuron, Buzsaki e colleghi dimostrano che una particolare area dell'ippocampo, denominata CA3, costituita da grandi neuroni cosiddetti piramidali, contiene il generatore del ritmo gamma. Questi neuroni sono davvero speciali: sono, infatti, dotati di notevoli ramificazioni e di una intrinseca capacità oscillatoria. Da loro, parte un ritmo che, via via, pervade le altre aree dell'ippocampo proiettandosi, a seconda delle necessità, in diverse direzioni. L'anno scorso, lo stesso studioso, sempre su Neuron, aveva dimostrato che dalla medesima area ippocampale (CA3) si origina il ritmo di un'altra classe di onde, non ad alta frequenza come le gamma, ma a bassa (4-8 Hz), denominate teta. Qual è il rapporto tra i due ritmi cerebrali? È stato visto che, in assenza di ritmi teta, i gamma non scompaiono, ma sono disordinati e meno potenti. È evidente quindi che l'oscillazione teta mette in fase e potenzia anche l'oscillazione gamma. Il teta è il ritmo di fondo dell'ippocampo che sincronizza altri ritmi ed è ciò che consente a questa area cerebrale di svolgere compiti legati alla formazione di nuovi ricordi e al richiamo di quelli già codificati. Ma perché il cervello ha bisogno di un ritmo ondulatorio per svolgere i suoi compiti? Perché qualsiasi compito, per potersi espletare, ha bisogno della integrazione in network di aree cerebrali separate e, spesso, anche molto distanti tra loro. Ad esempio, quando percepiamo un oggetto, il nostro cervello lo scompone in una serie di qualità, relative al colore, alle dimensioni, ecc., che vengono elaborate da circuiti separati. Come avviene poi la ricomposizione in una rappresentazione unitaria è ancora un mistero, ma con certezza, adesso sappiamo che si registra una forte attività oscillatoria di tipo gamma che unifica popolazioni di neuroni collocati nelle aree visive, nell'amigdala, nell'ippocampo, ne1le aree corticali associative parietali e frontali.

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Come scrive su Nature Reviews Neuroscience, un grande neurobiologo, il cileno Francisco Varela, direttore del Laboratorio di Neuroscienze a I'Hopital de la Salpetrière a Parigi, il nostro cervello funziona come il Web: non ci sono assetti rigidi, ma un continuo cambiamento segnato dalla transitoria sincronizzazione di moltitudini di neuroni, armonicamente messi in fase. Conoscere e coltivare questa armonia è la nuova frontiera delle scienze del cervello.

La quantità di elettricità che è possibile essere registrata nel cervello varia con la intensità dello stato di coscienzascienza. In uno stato di leggero sonno appaiono le onde Delta. Le onde Alfa permangono, ma vengono sovrapposte dalle frequenze più lente delle onde Delta. Nel sonno profondo le onde Alfa spariscono completamente e vengono sostituite dalle Delta (specialmente durante l'ipnosi). Il centro del potere psichico ha allora il completo controllo del cervello. In qualche occasione la frequenza Delta è pure sostituita da una frequenza più rapida, le onde Gamma. Il fenomeno della risonanza Nel 1665 il fisico e matematico olandese Christiian Huygens, tra i primi a postulare la teoria ondulatoria della luce, osservo' che, disponendo a fianco e sulla stessa parete due pendoli, questi tendevano a sintonizzare il proprio movimento oscillatorio, quasi "volessero assumere lo stesso ritmo". Dai suoi studi deriva quel fenomeno che oggi chiamiamo 'risonanza'. Nel caso dei due pendoli, si dice che uno fa risuonare l'altro alla propria frequenza. Allo stesso modo e per lo stesso principio, se si percuote un diapason, che produce onde alla frequenza fissa di 440 Hz, e lo si pone vicino a un secondo diapason 'silenzioso', dopo un breve intervallo quest'ultimo comincia anch'esso a vibrare. La risonanza puo' essere utilizzata anche nel caso delle onde cerebrali. Studi che si sono serviti dell'elettroencefalogramma hanno mostrato un' evidente correlazione tra lo stimolo che proviene dall'esterno e le onde cerebrali del soggetto in esame. Inizialmente, le ricerche in questo campo utilizzavano soprattutto la luce; poi, si e' passati ai suoni ed alle stimolazioni elettromagnetiche. Si e' osservato e' che se il cervello e' sottoposto a impulsi (visivi, sonori o elettrici) di una certa frequenza, la sua naturale tendenza e' quella di sintonizzarsi. Il fenomeno e' detto 'risposta in frequenza'. Per esempio, se l'attivita' cerebrale di un soggetto e' nella banda delle onde beta (quindi, nello stato di veglia) e il soggetto viene sottoposto per un certo periodo a uno stimolo di 10 Hz (onde alfa), il suo cervello tende a modificare la sua attivita' in direzione dello stimolo ricevuto. Il soggetto passa dunque ad uno stato di rilassamento proprio delle onde alfa.

I due emisferi cerebrali Il cervello umano e' suddiviso in due emisferi:

destro: - sintetico (comprende l'insieme delle parti), concreto, spaziale (coglie le relazioni nello spazio), intuitivo (usa sensazioni e immagini), analogico (usa le metafore), irrazionale, olistico (percepisce le strutture di assieme), atemporale e non-verbale. E' la sede delle attivita' creative, della fantasia. sinistro: - analitico (comprende i dettagli), astratto (giunge all'interno, partendo dal dettaglio), lineare (lavora in ordine sequenziale), Logico, numerico, razionale, simbolico, temporale,

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verbale. E' la sede di tutte quelle attivita' che coinvolgono il linguaggio, la scrittura, il calcolo.

I due emisferi sono uniti da una lamina orizzontale di fibre nervose, il cosiddetto "corpo calloso". Ogni emisfero ha competenze proprie: l'occhio sinistro, l'orecchio sinistro e tutta la parte sinistra del corpo sono connesse all'emisfero destro; l'occhio destro, l'orecchio destro e tutta la parte destra del corpo sono connesse all'emisfero sinistro.I due emisferi, poi, funzionano in modo diverso; elaborano, cioe', tutti i processi informativi, secondo modalita' distinte. Per come si e' finora strutturata, la nostra società da' una maggiore rilevanza alle modalita' di pensiero dell'emisfero sinistro, tanto che fino a poco tempo fa i neurologi definivano "minore" l'emisfero destro. Ma, una visione piu' bilanciata delle due componenti, un maggiore equilibrio tra le funzioni, una armonia tra razionalita' e fantasia e' ciò che, oggi, forse, l'umanita' necessita con piu' urgenza. Uno strumento semplice ed efficace per riequilibrare il potere dei due emisferi cerebrali e' il suono Come abbiamo visto, ogni attivita' cerebrale emette onde particolari, che possono entrare in risonanza con le onde sonore esterne. In questo modo il cervello viene 'veicolato' attraverso il suono, stimolato a sintonizzarsi su una frequenza (e quindi sull'attivita' cerebrale che le corrisponde), portato a funzionare come un insieme.

Il ritmo biauricolare Le onde cerebrali hanno una frequenza che l'orecchio umano non coglie. Ma, l'avvento dell'elettronica e dell'informatica applicata al settore musicale ha dato la possibilita' di utilizzare tali frequenze, veicolandole attraverso onde sonore particolari. Viene usata una particolare tecnica, chiamata ritmo biauricolare o binaurale, che opera in questo modo: se l'orecchio sinistro viene stimolato con un suono portante alla frequenza, poniamo, di 500 Hz e l'orecchio destro con uno a 510 Hz, la differenza di 10 Hz viene percepita dal cervello (e solo dal cervello, perché è una frequenza che sta al di fuori dello spettro sonoro). Il cervello e' cosi' stimolato ad entrare in

risonanza con il 'ritmo biauricolare' di 10 Hz (onde alfa) e, di conseguenza, con l'attività corrispondente: rilassamento, calma, tranquillità.

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Es: un battimento binaurale di 30 Hz (infrasuono) generato da due frequenze diverse per il canale sinistro (424 Hz - blu) e canale destro (454

Hz - rosso) a 0 dB.

Risonanza e Chakra

Quando è in salute e bilanciato, ognuno dei sette chakra maggiori umani ruota ad una costante e predeterminata frequenza o vibrazione. Il Chakra della radice ha una frequenza risonante normale di 256 cicli a secondo, o 256 Hz (il Do centrale del pianoforte). Il Chakra seguente per altezza, il Sacrale, risuona a 288 Hz, che è la nota Re. E ogni chakra via via più alto, nel corpo fisico, ha una nota via via più alta della scala, fino al Si. Questi sette toni o note sono chiamati "Ottava 0". Ogni volta che si sale di un'ottava (per esempio dal Do centrale, 256 Hz, al Do più alto della scala, 512 Hz) si può notare come il valore della frequenza raddoppi. Questa caratteristica molto importante è anche uno dei princìpi di risonanza.

Si noti anche che, come il pianoforte ha diverse ottave sopra l'ottava 0, così ne ha anche quel veicolo energetico che chiamiamo "Campo di Energia Umana". Gli Uomini hanno complessivamente cinque ottave associate alla loro Aura, ma solo l'ottava più bassa, la 0, è associata al loro corpo fisico. Ad ottave più alte corrispondono connessioni energetiche tra persone e dimensioni più elevate, partendo dall'ambiente locale della persona (ottava 1), alla Madre Terra in senso Globale (Ottava 2), al nostro sistema solare e in particolare al Sole, l'immediata fonte di tutte le energie "fisiche" che supportano la vita in questo mondo (ottava 3), alla nostra galassia, la via lattea (ottava 4), e all’energia dell’Universo (Ottava 5). Comunque, quando si lavora con la terapia del suono, ci si può concentrare sull'ottava 0, l'ottava associata al corpo fisico e ai suoi maggiori centri di energia.

Se un Chakra è un pò "scordato" e non vibra in armonia, esso può essere ri-accordato attraverso un processo di vibrazione simpatetica. Questo è un concetto base della terapia. Le vibrazioni armoniose alla frequenza corretta entrano direttamente nel campo di rotazione del Chakra e hanno l'effetto di portare quella sequenza vibrazionale del Chakra indietro alla sua frequenza propria così che possa funzionare efficientemente come un transduttore di energie provenienti dal campo di energia universale richiesto dagli organi e ghiandole associati al chakra.

Questi sono i sette princìpi che caratterizzano il suono e che in ultima analisi determinano gli effetti che il suono ha sul corpo umano e sui suoi sistemi di energia. I principi di risonanza, Ritmo, Melodia, Armonia, Tonalità, Timbro e Intonazione:

Risonanza. Quando un Chakra risuona ad una particolare vibrazione o frequenza, prende e assorbe energia da quella frequenza. C'è un trasferimento di energia che ha luogo dalla sorgente dell'energia sonora in vibrazione (strumento, voce, coristi...) al chakra stesso.

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Questo trasferimento che ha luogo nel fenomeno è conosciuto come "Risonanza Simpatica".

La risonanza simpatica può essere meglio illustrata osservando due strumenti a corda (Violino, Arpa...) accordati in maniera identica posti l'uno accanto all'altro. Se pizzichiamo la corda del primo strumento, le vibrazioni di quella corda sono sentite dalla stessa corda del secondo strumento, questi inizia ad assorbire l'energia del suono di quella specifica frequenza e quindi inizierà a vibrare a quella frequenza. Il principio della Risonanza Simpatica è usato nella terapia del suono per riempire ogni chakra con le vibrazioni sonore della frequenza propria.

Per introdurre il suono della frequenza propria del Chakra si possono usare sia la voce umana che degli accordatori (coristi). Introducendo la frequenza propria, il livello di vibrazione del Chakra stesso inizia a riequilibrarsi ed armonizzarsi alla sua frequenza.

Un'altra caratteristica del fenomeno della Risonanza Simpatica è che le corde accordate alla stessa nota o ad una o più ottave sopra la nota vibrante, iniziano a vibrare uguale. Per esempio, se un violino ha una corda intonata al Do centrale (256 Hz) e un secondo violino vicino ha una corda accordata ad un'ottava sopra il Do centrale (Do Alto - 512 Hz), quando la corda del Do centrale è pizzicata sul primo violino, il Do alto del secondo violino inizierà a vibrare. Così lavorando con i toni di un'ottava possiamo produrre vibrazioni nelle ottave superiori.

Questo principio è usato nella Terapia del Suono e per creare sopratoni che possano interessare corpi di energia più alta del campo di energia umano. Questi corpi di energia secondari (eterico, emozionale, mentale e spirituale) possono essere pensati come delle ottave superiori al corpo fisico. Così, quando lavoriamo coi Chakra del livello fisico, i sopratoni prodotti hanno lo stesso effetto, attraverso la risonanza simpatica, sulle sequenza di energia di vibrazione dei chakra nei corpi superiori. Tutto questo attraverso una profonda sensazione di benessere, serenità, pace, e connessione attraverso i livelli di energia del soggetto.

Ritmo.

L'impulso della Vita è riconosciuto in maniera subliminale quando si sente un suono costantemente ripetuto. Questo per esempio vale per il rullo di tamburo dei circhi.

Il Suono forte e rimbombante delle percussioni ripetuto di continuo per diversi minuti, ha l'effetto di portare la mente cosciente in uno stato "alterato". La cadenza o il ritmo del suono ha anche un effetto definito sul corpo umano. Un ritmo molto lento ha un effetto di quiete o sottomissione, mentre un ritmo veloce dà un senso di azione e di movimento.

Melodia. Le melodie e i ricordi sono spesso in relazione e spesso una certa melodia porta alla luce uno specifico ricordo.

Alcune melodie fanno sentire leggeri e felici, altre pesanti e depressio. Spesso la Melodia e il Tempo (o Velocità) della stessa si combinano generando una sensazione generale di comfort e benessere. Questo può, alternativamente, stimolare il rilascio di endorfine dal cervello che scioglierà lo stress mentale ed emozionale e ridurrà la tensione ed il dolore, soprattutto se la melodia porta alla luce un ricordo veramente piacevole. Questo riequilibra e aiuta a purificarci dai residui delle energie negative.

Armonia. L'armonia è la combinazione di due o più toni in un accordo.

Quando la combinazione ha un suono piacevole, colpisce sia il corpo fisico che le sue energie secondarie in maniera positiva e aiuta il corpo fisico ad accordarsi con le vibrazioni spirituali. L'armonia ci aiuta a trasmutare le condizioni maggiori del corpo e ad "alterare" gli stati di coscienza. Cercando la giusta combinazione di toni e ritmi e della loro armonia, possiamo produrre una risonanza dinamica che corregge ed elimina gli squilibri.

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Tonalità. La tonalità è la velocità alla quale le onde sonore vibrano. Più veloci vibrano le onde, più alta sarà la tonalità. Varie sequenze di tonalità possono aiutarci nella frantumazione di pattern di energia rigidi che limitano la nostra crescita, salute e benessere. Tonalità specifiche colpiscono specifici chakra, e questo è il principio applicato dalla terapia attraverso l'uso di precisi accordatori. Ascoltare un brano musicale composto nella tonalità associata al relativo chakra può aiutare a bilanciarlo.

Timbro. Quando strumenti diversi suonano la stessa nota sulla scala (per esempio 512 Hz, un Do sopra il Do centrale del piano), la caratteristica del timbro fa si che ogni suono sia riconosciuto come separato dall'altro.

Un flauto, una tromba, un corno francese, un sassofono soprano, una fisarmonica, un oboe possono suonare la stessa nota, ma ogni suono sarà differente dall'altro. Uno può suonare metallico, uno morbido, uno soffice, uno aspro, uno legnoso ecc. Ognuna di queste interpretazioni su come la nota suona interessa anche come noi ci sentiamo sentendo quella particolare nota. Noi reagiamo in maniera prevedibile a differenti timbri della stessa nota o tono. Intonazione. Quando cresciamo e ci sviluppiamo impariamo a rispondere al suono della voce umana e rispondiamo a questo suono in modi differenti da come risponderemmo al suono di uno strumento musicale. La voce umana ha una presenza e una tonalità che la separa da tutti i suoni che ascoltiamo. E' più personale, più immediata e prende la nostra intera attenzione. A causa di questi fattori, quando ascoltiamo la voce umana, noi rispondiamo su un altro livello emozionale, diverso da quello dei toni musicali, anche se questi suoni sono morbidi e armoniosi. Intonare con la voce umana restaura la sequenza di vibrazione sia del corpo fisico che delle sue energie secondarie così che la nostra essenza spirituale può manifestarsi nella sua pienezza attraverso l'ambiente fisico.

Effetti meditazione: L’elaborazione mentale ed emozionale interiore di ogni situazione ha molto ha che fare con la reazione del corpo. In altre parole, il corpo trascinerà se stesso verso i pensieri e le emozioni. Il mondo interiore stabilisce inoltre delle aspettative per le percezioni esterne. (Influenze dei pensieri positivi negativi, preconcetti, pregiudizi… effetto placebo) (Karma agire senza emozioni negative) Invece con il rilassamento il ritmo della nostra attività cerebrale rallenta, le onde cerebrali diventano più distanti, ampie, lente e meglio formate. A volte possono avere anche punte di frequenze diverse, dovute ad alternanze di livello causate da un andamento di abbandono e di resistenza al sonno. Sono le onde cosiddette Alfa, aumentando ancora di più il rilassamento si arriva alle onde Delta. Im tale condizione il cosciente è inibito, l'inconscio mantiene le attività vitali dell'organismo al minimo e il subconscio si è aperto totalmente. E' il livello del sonno senza sogno, dove la conoscenza è considerata di tipo intuitivo. Questo stato di coscienza, con le sue "intuizioni" superiori, viene anche chiamato "estasi". Questa condizione si produce perché le cellule hanno una memoria che le induce a ridurre l'attività cosciente mano a mano che si attivano gli altri corpi mentali: inconscio e subconscio. Ogni uomo con la meditazione può favorire questo contatto, fino a riuscire a controllarlo volontariamente. Alcuni uomini hanno doti particolari per cui entrano in contatto spontaneamente con queste dimensioni anche durante il normale stato di veglia, per esempio gli artisti, i creativi di ogni genere.

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L'intuizione arriva quando si è in contatto con il progetto divino e si conoscono le cose senza poter dire come e perché le sappiamo, ma le sappiamo. A volte, specialmente quando incominciarno a rendercene conto, ci è difficile accettarla, ma dobbiamo imparare ad affidarci sempre di più all'intuizione, perché è la forma di dialogo più diretta con il divino. Il Dr Richard Davidson, professore di psicologia e psichiatria alla University of Wisconsin-Madison, ha condotto nel 2004 uno studio sull’impatto di una particolare forma di meditazione sul cervello: una meditazione che mira al raggiungimento di uno stato di amore incondizionato verso tutti gli esseri viventi. Questa pratica non richiede la concentrazione su particolari oggetti, ricordi o immagini e non focalizza l’attenzione su persone specifiche o gruppi di viventi. Poiché la benevolenza e la compassione pervadono la mente fino a diventare un modo di essere, questo stato è chiamato “compassione pura” o "compassione non referenziale" (dmigs med snying rje in Tibetano). La ricerca di Davidson ha coinvolto 8 buddisti praticanti di lungo corso, incluso qualche monaco, e 10 studenti volontari con nessuna esperienza precedente di meditazione. Una settimana prima dell’esperimento ai 10 studenti è stato chiesto di allenarsi quotidianamente, per 1 ora al giorno, nella pratica meditativa con queste istruzioni: pensate a qualcuno che vi sta particolarmente a cuore e lasciate che la vostra mente sia invasa da un sentimento di amore e compassione per lui, immaginate per esempio una situazione triste e augurategli di non dover soffrire mai, dopo di che provate a generare questo stesso sentimento verso tutti gli esseri senzienti senza pensare specificatamente a uno di essi. Una settimana dopo, nel corso di una meditazione in laboratorio sono state registrate le onde cerebrali dei dieci studenti usando un elettroencefalogramma. Stessa cosa è stata fatta naturalmente agli 8 buddisti praticanti. Le onde gamma sono risultate, nel gruppo dei meditatori esperti, di ampiezza significativamente superiore rispetto al gruppo dei principianti e fortemente sincronizzate. Precedenti studi hanno evidenziato che la sincronizzazione neurale, in particolare delle onde gamma, è fortemente implicata in processi mentali superiori come l’attenzione, la memoria di lavoro, l’apprendimento o la percezione cosciente.Un risultato del genere suggerisce che, poiché l’esercizio meditativo potenzia tale sincronizzazione, i processi cognitivi superiori sono competenze flessibili che possono essere apprese e allenate con l’esercizio. E’ inoltre provato che queste sincronizzazioni svolgono un ruolo cruciale nella costituzione di reti neurali transitorie e possono indurre cambiamenti sinaptici. Questo significa che la pratica meditativa può modificare concretamente i circuiti neurali del nostro cervello. Non tutti però sono concordi con le conclusioni di Davidson, anche per i suoi legami personali con il Dalai Lama che ne farebbero uno scienziato non imparziale…. Per saperne di più di questi retroscena: Il cervello e la meditazione Paper originale | Long-term meditators self-induce high-amplitude gamma synchrony during mental practice (pdf) Questi risultati mostrano che l’allenamento mentale alla coordinazione dell’attenzione produce risultati oggettivi e misurabili.

Meditazione

Nel passato, per varie ragioni, si ricorreva a forme di addestramento vigorose e difficili, come il kendo o il Judo, per sviluppare la resistenza nelle persone deboli.

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Oggi la scienza medica ha dimostrato che il metodo psicosomatico è il solo capace di affrontare il problema della salute in modo soddisfacente : si deve cioè aver cura di allenare sia la mente sia il corpo, se si vuole che una persona si mantenga nelle sue condizioni ottimali. In breve, per soddisfare questi requisiti, il metodo di addestramento ottimale deve regolare le funzioni cerebrali, delle emozioni e della volontà. Le onde cerebrali sono l’unico indicatore che possediamo delle condizioni del cervello, e studiandole per vari anni si è visto che, quando il cervello è in stato di tranquillità rilassata, emette onde che vengono chiamate alfa. Quando invece si trova in uno stato di tensione emette onde beta o un altro tipo di onde, ancora più intense, le onde gamma. In tutti gli stati di calma e riposo assoluto, fatta eccezione per gli stati di incoscienza dovuti ad attacchi di epilessia, il cervello emette onde theta o delta. Quando una persona è arrabbiata, irritata o turbata, il suo cervello emette onde beta, e se la sua arrabbiatura raggiunge uno stato conflittuale, emette onde gamma. La meditazione Zen o Zazen permette ad un essere umano di porsi a volontà nello stato mentale che corrisponde all’emissione di onde alfa. Questo sistema non è così difficile come si può pensare, e consiste di tre parti fondamentali : controllo della respirazione, controllo della postura e controllo della mente. Tutte e tre verranno affrontate nella loro possibile applicazione nella vita quotidiana. Nei templi Zen, la prima cosa che viene insegnata ai monaci è il controllo della respirazione. Quando la posizione del corpo è giusta, e questo lo vedremo dopo, e la respirazione è controllata si entra in quello stato di calma in cui è possibile la meditazione. In condizioni normali, un essere umano respira circa 18 volte al minuto, ma se si impegna in attività che richiedono uno sforzo notevole il ritmo aumenta. I monaci che praticano la meditazione Zazen, invece, respirano solo quattro o cinque volte al minuto. Uno dei modi per ridurre il numero dei respiri è quello di prolungare la durata dell’espirazione : espirare lentamente attraverso il naso e inspirare rapidamente attraverso il naso. Questo metodo di respirazione coinvolge sia i muscoli addominali sia quelli toracici. Occorre esercitarsi, un po’ alla volta, per raggiungere la frequenza di quattro o cinque respiri al minuto. Per farlo si può utilizzare i continui spostamenti per andare e tornare dal lavoro, dalla scuola, dato che questi esercizi non richiedono una particolare postura (posizione) e non disturbano le persone vicine a voi. Non importa quanto il treno o l’autobus sobbalzi, semplicemente chiudete gli occhi per eliminare le distrazioni, inspirate rapidamente e espirate il più lentamente possibile. Questo esercizio non solo vi preparerà ad affrontare con calma quello che la giornata vi riserva, ma se lo praticherete con assiduità contribuirà a migliorare il vostro stato di salute. In Giappone, molte persone anziane attribuiscono il loro vigore al controllo della respirazione e alla riduzione del suo ritmo. Vediamo rapidamente di capire in che modo la respirazione influisce sul nostro benessere. La respirazione è una in parte soggetta al nostro controllo e regolata in funzione delle necessità dell’organismo dal sistema nervoso autonomo. Sappiamo tutti che quando siamo impegnati in un’attività improvvisa o violenta, quando siamo in uno stato d’ansia per qualcosa, la nostra respirazione si fa più veloce, e di conseguenza i battiti del cuore aumentano, ma l’idea che una respirazione rapida fornisca una maggiore quantità d’ossigeno è errata. In realtà, superficiale com’è, la respirazione veloce non riesce a portare tutto l’ossigeno necessario ai polmoni, ma lo spreca nei bronchi ; inoltre, siccome non elimina tutta l’anidride carbonica fa diminuire lo spazio disponibile nei polmoni per accogliere un nuovo rifornimento di ossigeno fresco.

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Nella respirazione controllata invece succede esattamente il contrario, e il cuore può compiere il suo lavoro con uno sforzo minore. Si capisce da questo come ad esempio si possa, riducendo la frequenza della respirazione, riportarsi da uno stato di agitazione ad uno stato di calma. Ma gli effetti di una riduzione di velocità della respirazione non si limitano solo al corpo, ma si estendono alla mente ed alle emozioni. Controllando e regolando la respirazione si ottiene un controllo completo su noi stessi, riuscendo a rimanere mentalmente tranquilli anche di fronte alle emozioni. Viceversa, la mancanza di autocontrollo fa si che persone, altrimenti capaci, sotto stress non siano in grado di fare quello che in condizioni normali farebbero benissimo. Può essere molto d’aiuto per chi inizia il sistema del conto dei respiri. Il sistema consiste nel contare in silenzio da uno a dieci, inspirando profondamente ed espirando lentamente ad ogni serie. Esistono molti altri modi per controllare la respirazione, ma questo forse è il più semplice e può essere praticato ovunque e in qualunque momento. Passiamo adesso al controllo del corpo, e cioè alla Postura. Il metodo descritto è molto semplice : assumete la posizione di rilassamento da seduti. Potete tenere le mani in tre modi diversi : congiunte all’ombelico, con le palme posate sulle ginocchia, oppure sulle cosce, con le dita aperte. La migliore delle tre è quest’ultima, perché fa si che le spalle si rilassino e assumano una posizione naturale. Il corpo viene a trovarsi in questa posizione in uno stato di calma ma nell’azione e di azione nella calma. Ma anche durante il sonno è utile adottare la posizione in cui dormono i monaci Zen, perché non sollecita la spina dorsale e favorisce il regolare funzionamento del sistema parasimpatico, che controlla cuore, polmoni, stomaco, intestini e altri organi interni. La postura che i monaci Zen adottano per dormire è quella di giacere su di un fianco con la testa posata su un braccio. Stando sdraiati su di un fianco si esercita infatti una minore sollecitazione sulla spina dorsale che sdraiandoci sulla schiena. Passiamo adesso al terzo aspetto, quello della stabilità della mente. La pratica di tutti e tre gli aspetti descritti da un beneficio enorme, ma anche se non è completa la padronanza della respirazione e della postura, il controllo della mente, di per sé, può darvi una saggezza di grande valore anche per le attività quotidiane. Il problema della stabilità mentale sta nel trovare il modo di controllare i propri pensieri, il che corrisponde a trasformare le onde cerebrali beta in alfa o theta. Dobbiamo in sostanza acquisire la capacità di concentrarsi su una sola cosa escludendo ogni elemento di distrazione, e riuscire a farlo in ogni momento ed in ogni luogo. Per la mente umana è impossibile farlo per lungo tempo, e d’altra parte spesso piccoli pensieri di scarsa importanza affollano la nostra mente senza dare spazio a quelli più significativi. Questa fase è molto complessa e difficile da raggiungere, ma cercheremo di affrontarla in modo più semplice possibile. Scegliete una crepa sulla parete di fronte a voi, un oggetto, un volto, oppure, se un piede comincia a farvi male, concentratevi sull’altro per alleviare il dolore. Dapprima gli oggetti della concentrazione cambieranno rapidamente, ma non ha alcuna importanza. Non bisogna tuttavia impedire i pensieri irrilevanti, ma lasciarli fluire fino a che non svaniscono. Durante la concentrazione, è utile porsi mentalmente della domande, su noi stessi, su ciò che abbiamo fatto durante la giornata, sulle nostre paure, e concentrarsi su di esse. La natura fondamentale della meditazione Zen è quella di un dialogo con il sé ; fornisce un periodo di calma, non disturbata da pensieri, in cui l’individuo può ascoltare la voce che è dentro di lui. Tuttavia, scendere di colpo nel fondo del proprio spirito è impossibile, per cui è essenziale immergersi gradatamente nell’autoconoscenza.

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Riassumiamo i tre punti principali del controllo mentale : Padroneggiare, in primo luogo, la concentrazione, aumentarne la capacità, e infine, per evitare di venire ossessionati da un singolo oggetto a esclusione di tutto il resto, allenarsi a spostare la nostra attenzione da un oggetto ad un altro.

L'INTUIZIONE Pensiamo un attimo a quante volte nella nostra vita, forse anche più volte al giorno, abbiamo la sensazione di sapere in anticipo qualcosa che a breve vediamo concretizzarsi davanti, facciamo ancora uno sforzo e ricordiamo bene come tale sensazione è tanto più corrispondente a quanto poi si verifica nella realtà quanto più in essa non vi sono le nostre aspettative e le nostre paure! Cosa significa ciò? Prima cosa che ognuno di noi è consapevole di aver provato spesso tale capacità, l'intuizione, ma vi ha riflettuto poco su e solo superficialmente, pur rimanendo sconcertato della corrispondenza di quanto aveva intuito su di sè o su altri con quanto poi realmente si è verificato. Inoltre quasi sempre la razionalità del sè interviene ad offuscare l'innata dote dell'intuizione mischiando ciò che la mente con la sua logica pensa di prevedere a ciò che l'irrazionalità dell'intuizione invece veramente percepisce. Quindi diventa importante separare i due momenti principali dell'intuizione che sono: - la percezione genuina e spontanea, diretta dei "segni" - la loro interpretazione (evitando nel modo più assoluto la sovrapposizione degli stessi). Non dobbiamo nel momento che stiamo percependo dei segnali intuitivi (purtroppo è ciò che facciamo) cercare subito d'interpretarli, poichè durante il flusso intuitivo l'intervento del sè fa da filtro non interpretativo ma alterativo poichè razionalizza ciò che razionale non è prima che il flusso in arrivo termini la sua ondata di simboli concernenti l'intuizione. Separare il momento interpretativo da quello percettivo è fondamentale poichè l'intuizione arriva attraverso un "canale" non del tutto chiaro e definito, si pensa che sia l'inconscio personale a ricevere tali informazioni e che ciò avvenga con uno stato cerebrale ad onde gamma (alta frequenza) ma subito dopo un precedente stato alfa (bassa frequenza), come se lo svuotamento prodotto dal rilassamento rendesse possibile l'innalzamento della frequenza dell'onda. Allora è chiaro che se in tale processo interviene la razionalità del sè, lo stato alfa si altera, l'onda cerebrale pur elevando la sua frequenza non raggiunge però lo stato gamma. [Le onde cerebrali sono di cinque tipi: 1) Onde Alfa (mente subcosciente) 2) Onde Beta (mente cosciente) 3) Onde Delta (centro di Potere psichico) 4) Onde Theta (potere psichico) 5) Onde Gamma [parola che proviene dal greco e che indica la terza lettera di quell’alfabeto, significa il movimento rotatorio, arrivare all’IO Universale, esse sono presenti negli stati trascendentali chiamati “estasi”, hanno una frequenza fino a 0,5 periodi al secondo; sono molto rare e non tutti gli individui sono facilmente in grado di trasmetterle e riceverle. ( Potere psichico profondo ) ] Diventa più plausibile pensare che la mente [recenti studi la posizionano non più solo nel cervello] durante uno stato alfa, ad occhi chiusi, attraverso uno stato del non sè temporaneo possa essere produttiva di onde gamma. Questa fase è alla portata di tutti, bisogna imparare a riconoscerla come tale, a gestirla bene, prima di passare alla fase interpretativa. Dentro di noi ci sono tutte le risposte di ciò che vogliamo sapere. Vi è mai capitato di pensare: [lo sapevo che era così, la sentivo tale soluzione o tale risposta, essa era già di mia conoscenza, solo che mancava qualcosa, non so bene cosa, affinchè io ne prendessi la giusta consapevolezza, come se l'avessi sempre guardata attraverso un velo di fumo, per cui quanto vedevo (sentivo, percepivo) era

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incerto fino al punto da sfuggirmi sia nella comprensione che nella stessa concreta consapevolezza.]? Ebbene in noi vi sono tutte le risposte fondamentali della nostra vita (ed anche di quella degli altri) il guaio è che per ognuna di esse quello che non ci è assolutamente chiaro è la relativa e precisa domanda di cui ognuna di essa è la risposta! Infatti proviamo così per gioco a farci almeno 4 o 5 domande, tra quelle che consideriamo le più importanti della nostra vita e vediamo che appunto quando siamo messi alle strette, pur sforzandoci queste domande non vengono fuori chiare, nella veste definitiva e perciò non riescono ad essere perentorie in modo tale da smuovere in noi le risposte. Perchè avviene ciò? Un motivo da osservare attentamente è questo: - non siamo avvezzi, non abbiamo l'abitudine di porci le domande con chiarezza, sincerità e semplicità affinchè siano definitive almeno nel momento che le poniamo. Siamo presi dall'ansia dell'incertezza e dell'insicurezza per cui con tale disagio diventa difficile, se non impossibile formulare domande importanti della nostra vita di cui abbiamo bisogno delle risposte per la nostra crescita. Nel formulare le domande ci accorgiamo che non ci sembrano mai abbastanza importanti, che non sono maturi i tempi per farle, che non siamo all'altezza da soli di rispondere ecc. ecc. Eppure basterebbe che rallentassimo la corsa nella quale siamo immersi e che in tutta tranquillità ci guardassimo un pò dentro per scoprire, a livello di esigenza interiore, una infinità di domande di cui vorremmo le risposte, importante è nella prima fase limitarsi a quelle di cui concretamente possiamo vederne un riscontro a breve. A questo punto, una volta scritte, una volta che siano semplici (cioè non riguardino risposte a più cose), precise (cioè siano ben indirizzate a situazioni concrete e reali che ci riguardino) e attentamente analitiche [cioè non possiamo chiedere per esempio: (quando troverò un lavoro?), poichè la risposta, essendo una data, diventa difficile da interpretare, a meno chè non si è davvero bravi, oppure non possiamo chiedere: (troverò un lavoro?) perchè essendo troppo generica bisognerebbe poi integrarla con domande tipo: nel giro di 12 mesi, che accetterò (poichè potremmo trovarlo a 1000 km e non accettarlo), che mi soddisferà ecc.] Vedete come non è facile formulare le domande perchè dalle poche cose che vi ho detto vi siete resi conto che la risposta per essere chiaramente individuata (in noi) ha bisogno di "originare" da una domanda fatta bene, altrimenti (cosa che facciamo spesso nei confronti delle intuizioni casuali) superficialmente giudicheremo non corrispondente ed azzeccata la risposta individuata (percepita) proprio perchè la domanda non era giusta. Vi faccio un altro piccolo esempio completo per farvi capire come noi abbiamo tante intuizioni che però non vengono considerate tali solo perchè ad esse mettiamo in relazioni domande non imprecise: - Domani dobbiamo fare l'esame di statistica e poniamo la seguente domanda: supererò l'esame di statistica all'università? risposta percepita: Si All'indomani non superiamo l'esame, secondo voi l'intuizione era errata o piuttosto era esatta solo che la domanda non era precisa! Meglio sarebbe stato domandare: domani al primo tentativo supererò l'esame di statistica? Infatti se formulate la prima domanda l'intuizione è esatta anche se l'esame lo supererete al 5° tentativo, vi sembra? Immaginate un grande libro che contenga la "verità del tutto" le cui pagine ed il cui contenuto non hanno limiti di tempo o di spazio, immaginate che questo libro non è lontano da voi ma dentro di voi, dentro una stanza buia del vostro inconscio dove per entrarvi avete bisogno innanzitutto di luce, poi di conoscere dove sta e come arrivarci! COSA FATE? Rispondiamo insieme:

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Ci procuriamo la luce sufficiente a vedere "chiaro", forse che essa non c'è? Oppure c'è ma è oscurata? Da cosa è oscurata? Ricordatevi che stiamo parlando del nostro essere, della nostra interiorità, cosa dentro di noi può oscurare la luce? Forse il SE'? Se è così allora adoperiamoci ad appiattire questo "muro" che fa ombra, anzi crea forte oscurità al resto del nostro essere! Appena i primi bagliori cominciamo, anche se solo un pò, ad illuminare la nostra interiorità cominciamo ad inoltrarci "guardando" in essa, inizialmente gli scenari che si pareranno davanti, il fare luce sui nostri lati oscuri, sui vari meccanismi di autoprotezione egoistica, ci spaventerà, ci chiederemo con orrore: tutto ciò era nascosto dentro di noi, difetti, pigrizie, egoismi, tremendo orgoglio, insofferenze ed indifferenza, malvagità, attaccamento, ecc. ecc.? La prima cosa su cui rifletteremo è che finalmente cominciamo a fare chiarezza, ad autocomprenderci come mai abbiamo fatto! La luce, ancora poca, che riesce a superare la barriera del nostro sè ci fa vedere anche altre cose: - le "stanze" della nostra casa interiore, in quale sarà il libro? Quanto razionale si presenterà davanti a noi esso? Forse che le sue pagine, infinite, sono "sparse, disseminate" in tutta la casa, allora come fare ordine? Per fare ordine dentro di noi bisogna porsi in uno stato di calma, di quiete senza sforzo, in uno stato "alfa" affinchè tutto scorra come l'acqua cheta di un fiume, che naturalmente si abbandona alla gravità del corso che fluttua verso il mare! Quale è in questa metafora il nostro mare? Pensate all'acqua che diluisce, che ingloba che entra in tutti gli esseri viventi facendoli parti di un tutto, una comunione con un tutto che tutti mette insieme e dove ognuno non è più SE' ma "comunione". Abbandonarsi alla corrente che segue il percorso magistrale che porta al creatore presso il quale ognuno è parte del tutto ed il tutto è comunione con LUI! In questa comunione ognuno prende parte alla lettura del "libro" come? Osservando, percependo senza far intervenire il giudizio razionale ed interpretativo del sè. Cosa leggiamo? Le risposte alle nostre domande, queste attraversando la nostra interiorità si vestono di forme simboliche, richiamano associazioni di idee personali, questo perchè nella forma "pura" in cui sono nello stato originale, al di là di ogni linguaggio riduttivo umano, non sono intelleggibili dalla nostra razionalità ma hanno bisogno di una forma a noi più consona, ciò avviene però quando meno siamo "semplici" interiormente più complessa sarà la veste simbolica. Ecco di un sol colpo spiegato perchè il dono dell'intuizione viene scarsamente utilizzato, fino a credere che sia casuale e frutto di coincidenze quando lo esercitiamo e poi viene di nuovo messo da parte dalla fumosa confusione della nostra mente in tale campo della verità interiore. Una volta letto (percepito) "qualcosa" solo dopo bisogna interpretarlo ed in ciò saremo facilitati se saremo a buon punto nel nostro cammino di autocomprensione perchè ognuno di noi ha simboli che se ben individuati portare a comprendere le associazioni univoche a cui sono collegati e queste razionalmente "svelate" ci fanno conoscere non solo meglio la nostra interiorità ma anche il "TUTTO" a cui essa è collegata! --Naturopata Francesco 09:37, Ott 2, 2004 (UTC) Immanuel Kant formalizzò l’intuizione come metodo conoscitivo e la divise tra "intuizione sensibile", ossia la conoscenza passiva percepita attraverso i sensi, ed "intuizione intellettuale", fulcro delle filosofie idealiste