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34 IL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO GIOVEDÌ 25 NOVEMBRE 2010 conseil.it 150 anni d’Italia, insieme al tuo Quotidiano Ogni mercoledì due pagine dedicate al Risorgimento Andare insieme verso la libertà, il progresso e la crescita civile: questo volevano gli italiani, uomini e donne, che fecero l’Italia unita. Un’Unità conquistata il 17 marzo 1861 con aspre ed epiche battaglie sostenute da questi forti ideali. La politica, l’economia, la letteratura, l’arte, la musica accompagnarono il Paese verso un sentire comune, verso la modernità e l’Europa. Da mercoledì 1° dicembre il vostro giornale ospiterà per quattro mesi, fino al 17 marzo 2011, articoli di storici, docenti universitari, intellettuali, giornalisti che racconteranno gli eventi e i personaggi di quella fondamentale stagione. Una riflessione sull’Italia di allora per meglio capire quella di oggi. Legat R. (sec. XIX): Battaglia di Calatafimi. Milano, Museo del Risorgimento. © 2010. Foto Scala, Firenze

150 anni unità d'Italia

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Fascicolo celebrativo del 150° anniversario dell'unità d'Italia pubblicato da QN Quotidiano Nazionale, il Giorno, il Resto del Carlino e La Nazione

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Page 1: 150 anni unità d'Italia

34 IL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO GIOVEDÌ 25 NOVEMBRE 2010

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150 anni d’Italia,insieme al tuo Quotidiano

Ogni mercoledì due pagine dedicate al Risorgimento

Andare insieme verso la libertà, il progresso e la crescita civile:questo volevano gli italiani, uomini e donne, che fecero l’Italia unita.Un’Unità conquistata il 17 marzo 1861 con aspre ed epiche battaglie

sostenute da questi forti ideali. La politica, l’economia, la letteratura, l’arte, la musicaaccompagnarono il Paese verso un sentire comune, verso la modernità e l’Europa.

Da mercoledì 1° dicembre il vostro giornale ospiterà per quattro mesi, fino al 17 marzo 2011, articoli di storici, docenti universitari, intellettuali,

giornalisti che racconteranno gli eventi e i personaggi di quella fondamentale stagione.

Una riflessione sull’Italia di allora per meglio capire quella di oggi.

sostenute da questi forti ideali. La politica, l’economia, la letteratura, l’arte, la musicaaccompagnarono il Paese verso un sentire comune, verso la modernità e l’Europa.

giornalisti che racconteranno gli eventi e i personaggi di quella fondamentale stagione.

Una riflessione sull’Italia di allora per meglio capire quella di oggi.

sostenute da questi forti ideali. La politica, l’economia, la letteratura, l’arte, la musicaaccompagnarono il Paese verso un sentire comune, verso la modernità e l’Europa.

giornalisti che racconteranno gli eventi e i personaggi di quella fondamentale stagione.

Una riflessione sull’Italia di allora per meglio capire quella di oggi.

Legat R. (sec. XIX): Battaglia di Calatafimi. Milano, Museo del Risorgimento. © 2010. Foto Scala, Firenze

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30 Il caffè della domenica IL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO DOMENICA 28 NOVEMBRE 2010

Alessandro Farruggia

«DICIAMOLO chiaramente:l’Italia è un posto migliore diquello che era due secoli fa, an-che grazie all’unificazione. An-che se mi rendo conto che inmolti non saranno d’accor-do...».Dalla sua bella casa di Oxford,indulgendo in una ironia moltobritish, lo storico Dennis MackSmith — uno dei massimiesperti di Risorgimento, prota-gonista di epiche battaglie conicone della nostra storiografiacome Rosario Romeo e RenzoDe Felice — si gode i suoi no-vant’anni, che «mi fanno senti-re più ottimista».

Al punto da riconoscere i

meriti delRisorgimento ita-liano? Al punto da dire, leicosì critico con i Savoia econ igermichehanno infet-tato ilparlamentarismo ita-liano dell’ottocento e chepoi hanno portato al fasci-smo, che tutto sommato fuun successo?

«Alcuni lo negano che il risorgi-mento abbia avuto meriti. Mavogliamo provare che cosa sa-rebbe stato se l’unificazionenon ci fosse stata? Ipotizzare ifuturi possibili non mi appassio-

na, ma il vostro Paese, laddovenon era parte di altri imperi, ametà ottocento era un mosaicodi regni, graducati, ducati, indi-vidualmente di poco o nessunpeso e anche globalmente di se-conda fascia fino a quando, gra-zie a Cavour, si è trasformatouna potenza europea. L’Italiane ha tratto vantaggi e così tuttal’Europa. E quindi Cavour, purcon i suoi errori e il rapportoconflittuale con Garibaldi, do-vrebbe essere caldamente rin-graziato per la sua capacità di vi-sione e il suo coraggio...».

Crede che anche la Legadovrebbericonoscere ime-riti del Risorgimento?

«Se qualcuno pensa che il Nordnon ha tratto vantaggi dall’an-

Quando l’Italia s’è destaIl Risorgimento degli idealiDa mercoledì il nostro viaggio attraverso la stagione dell’Unità

«Attenti, il pericolo ora è il

Denis Mack Smith«Senza il Sud il Nord nonsarebbe decollato. Tantipassi in avanti, però...»

IL “FARSI” dell’Italia nel corso dell’’800fu paradossalmente, ad un tempo,avventura brevissima e per tanti versiimprovviso e lento sedimentarsi dimolteplici raccordi soprattutto culturali,che unirono nei secoli le popolazioni traAlpi e Sicilia.Eppure la presenza, per un verso, del ruolouniversale della Chiesa e il perdurare delledivisioni ereditate dalle frammentazioniterritoriali del medioevo, sembravanorendere impossibile il realizzarsi di

qualsiasi utopia di unità politica. Ma poiarrivò l’’800, che raccoglieva l’espandersidei valori della Rivoluzione francese, conla loro uguaglianza degli individui e lanuova sovranità democratica, tenuteinsieme da un forte sentimento diappartenenza nazionale. Questo significòallora il 17 marzo 1861, questo significòl’Unità d’Italia.L’idea di nazione, dunque, a far da lievitoad un diffuso sentimento di popoli chevolevano riappropriarsi del propriodestino, protesi verso spazi di libertà ostiliai vecchi assolutismi dei principi e alleantiche immobili gerarchie sociali.Secolo cruciale, dunque, l’Ottocento, veroe proprio balzo in avanti verso una“modernità” che si allargava, nel bene enel male, a tutti gli aspetti della realtà eche riassumeva tutte le diverse aspirazioni

al collegamento del nostro paese con lapiù avanzata civiltà europea.Ecco perché il nostro giornale haritenuto importante riflettere –attraverso gli interventi dei nostricollaboratori e giornalisti, di storici,docenti universitari, intellettuali – sualcuni di tali fenomeni e supersonaggi che connotarono il secoloe che trovarono particolarerispondenza nelle diverse regioni

della penisola. Consentendo in tal modo alricordo celebrativo del nostro processounitario di immergersi nel concreto dellamolteplicità delle variabili che siintrecciarono allora e che spiegano ancoraoggi – di là dai miti e dai richiamimonumentali – gli eventi di quellastagione.Dal 1˚ dicembre e fino a marzo 2011 - datain cui ricorre il 150˚ anniversariodell’Unità d’Italia -, dedicheremo ognimercoledì due pagine all’argomento. Sitratta di diciassette appuntamenti, con ilcoordinamento redazionale di AchilleScalabrin e quello scientifico del professorAngelo Varni, che vogliono essere uninvito a riflettere sull’Italia di allora permeglio capire quella di oggi.La politica, l’economia, la letteratura,l’arte, la musica accompagnarono questocammino storico. Che il vostro giornaleracconterà avvalendosi di firmeimportanti - da Petacco a Cardini, da DellaPeruta a Franzina, da Brilli a Bressan, daEmiliani a Ugolini, da Ceccuti aCasamassima, da Ciuffoletti a tanti altri -.Si tratta di un viaggio nella storia di unPaese che appena un secolo e mezzo faconquistò la sua indipendenza. E che oggivuole ricordare, per continuare su quellastrada.

Sopra, un particolare de «La battaglia diNovara del 1848», olio su tela.«La battaglia di Solferino del 24 giugno 1859»di Paul Alexandre Protais

CULTURA E SOCIETÀ

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31Il caffè della domenicaIL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO DOMENICA 28 NOVEMBRE 2010

nessione del Regno delle due Sici-lie sbaglia. E sbaglia anche se pen-sa che il Nord si sarebbe potuto svi-luppare in questo modo prodigio-so fino ad essere in grado di compe-tere alla pari con le parti più avan-zate d’Europa senza il contributoeconomico, tecnologico e umano

del Sud, che è stato rilevante. Sem-mai c’è da chiedersi perchè sia an-dato principalmente a vantaggiodel Nord. Qui la responsabilità del-la classe dirigente del Sud mi pareemergere con chiarezza».

Ma si può dire che infine “sisono fatti gli italiani“?

«Ma certo. Lei pensa il contrariosolo perchè sente parlare di Pada-nia? La presenza di pulsioni auto-nomiste è comprensibile ed è unacostante in tutta Europa, ma que-sto non significa che nel vostro Pa-ese non ci sia un carattere naziona-le e una cultura nazionale, ancor-chè incompiuti. Non stato un pro-cesso perfetto? E’ la storia, chenon è perfetta e va accettata perquella che è. E semmai bisognatrarne delle elezioni per il futu-ro..».

E noi l’abbiamo fatto?«Disordinatamente, parzialmente.Ma se posso avanzare un modestosuggerimento da un novantenneinnamorato dell’Italia, cercate dinon essere prigionieri di rivendica-zioni localistiche nè di vittimismie abbiate la saggezza di percepirel’immagine globale. Se guardate al-la situazione disastrosa nella qualeversava l’Italia ancora alla fine del-la seconda guerra mondiale nonpotrete che riconoscere che sì, ipassi in avanti sono stati notevolipur se tra mille problemi come ilpersistente divario tra Nord e Sud,la ricorrente tendenza al populi-smo, le infiltrazioni della crimina-lità organizzata. L’Italia non è an-cora una nazione in pace con sestessa, ma vi siete rialzati».

Chi è

«Attenti, il pericolo ora è il localismo»

CLASSE 1920, londinese,Denis Mack Smith è unodei maggiori storici europei.Si è occupato, con taglio dialta divulgazione, di storiaitaliana tra Otto eNovecento. Moltissime lesue opere: dalle biografie diGaribaldi e Mazzini,all’analisi del fascismo, allastoria di Casa Savoia.

CULTURA E SOCIETA’

«L’incontro tra VittorioEmanuele II e Garibaldi a Teano il26 ottobre 1860», di SebastianoDe Albertis. Sotto, «VittorioEmanuele e Cavour durante ilplebiscito della Toscana»