157703224 Massaggi Guida Riflessologia Plantare

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    Elipio Zamboni Erasm o uzzacchi

    nostre radici che ci aiutanoa mantenere la salute

    attraverso la reflessologia del piede

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    GLI UTORI

    ELIPIO ZAMBONI Nativo delle valli bergama-sche, Elipio Zamboni ha iniziato sin da bambino,

    sotto la guida del padre che era esperto in questaantica scienza, a riconoscere e a studiare le erbe eil loro impiego terapeutico.Attraverso multiformi esperienze vissute ancheall estero e studi rivolti alla cura e alla guarigio-ne dei molti mali che affliggono l umanit, ElipioZamboni diviene da prima massofisioterapista e

    poi massaggiatore sportivo ed erborista fitopre-paratore.Ma la sua curiosit e il desiderio di portare sem-pre pi avanti il discorso legato al benessere e allasalute dei suoi pazienti non sono del tutto appaga-ti. Ci lo porta a cercare altre strade, altri sistemi,altri metodi di cura. Approda cos alla reflessolo-

    gia del piede, di cui sente parlare per un puro casoda un amico. Dentro di s intuisce che la stradagiusta, quella da tanto tempo cercata.Per poter apprendere questa nuova terapia si re-ca in Germania e frequenta i corsi tenuti da Han-na Marquard, la pi affermata reflessologa d Eu-

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    ropa, che vive e lavora nella Foresta Nera.Affascinato dalla incredibile efficacia di questametodica che appaga completamente il suo desi-derio di perfezionare al massimo la capacit didare sollievo e guarigione a chi soffre, appenatornato in Italia inizia a praticare questa nuovis-sima terapia, ottenendo in breve positivi risultatie grande successo.Dopo un periodo di tempo in cui si trasferisce daMilano a Monza, il suo studio diventa mta di uncontinuo pellegrinaggio di persone che si rivolgo-no a lui per trovare sollievo alle sofferenze fisichee qualche volta anche morali che le affliggono.Infatti la reflessologia del piede agisce anche sulsistema nervoso e molto spesso riesce a vincere lostress psichico derivante dai dispiaceri, dalle an-sie, dalle preoccupazioni che sono travaglio quoti-diano per la stragrande maggioranza della gente.I1 suo nome e la sua notorier si diffondono rapi-damene tanto che molti dei maggiori giornali eperiodici italiani scrivono di lui in modo lusin-ghiero. Elipio Zamboni compare anche in nume-rose trasmissioni di televisioni private ed anchesulla Rete Nazionale in Check-up un program-ma dedicato ai problemi della salute condotto daElio Sparano.In breve Elipio Zamboni diviene un maestro. in-fatti il primo ad avere introdotto nel nostro Paesequesta particolare terapia.Da lui ne hanno ricevuto l'insegnamento tutti co-loro che praticano attualmente la reflessologiadel piede in Italia. Sono molti anche gli allievi chegiungono dall'estero per frequentare i corsi tenu-ti da Zamboni. Corsi spesso seguiti anche da me-dici che con la loro presenza concorrono a conva-lidare e confermare la validit di questa terapia

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    antichissima e allo stesso tempo estremamentemoderna e rivoluzionaria.

    ERASMO BUZZACCHI Amico e discepolo diZamboni, il coautore di questo volume da oltreventi anni esercita la professione del giornalista.Ricercatore e curioso per natura e per esigenzeprofessionali, dopo aver spaziato a lungo tra levarie discipline esoteriche e iniziatiche, tra le

    scienza psichiche e le parascienze pi disparatericavandone, spesso, anche cocenti delusioni, ar-riva al suo incontro con la reflessologia e ne rima-ne affascinato.Per approfondirne la conoscenza frequente i corsitenuti da Elipio Zamboni ricavandone piena con-ferma alle proprie aspettative. Diviene cos anche

    lui un ottimo reflessologo, iniziando a sua volta apraticare questa terapia con risultati eccellenti.Era inevitabile che da questo binomio, giornali-smo e reflessoterapia, scaturisse l idea di scrive-re un libro su questa tematica che, tra l altro,stata sino ad oggi del tutto trascurata dalla no-stra editoria. Molto, e non sempre a proposito, si

    scritto su altre forme di medicina alternativa:terapie che hanno avuto modo di essere conosciu-te dal grande pubblico che ne ha potuto verificarel efficacia. Nulla, in questo senso stato fa tto sul-la reflessologia.Era necessario colmare questa lacuna e con entu-siasmo Elipio Zamboni ed Erasmo Buzzacchi si

    sono assunti il compito di fa r conoscere al pubbli-co quanto di incredibile e di affascinante offrequesta metodica, illustrandone, sia pure nei limitidi brevit imposti da questo volume, le moltissimepossibilit, i metodi, i risultati che si possono rag-giungere attraverso la sua corretta applicazione.

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    GU RIRE S I U

    Volume stam pato sotto gli auspicidell A.1.R.P.

    Associazione Italiana Reflessologia del Piede

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    PRESENT ZIONE

    Q ue sto vo lu m e nasce dalla necessit d i p resenta rei n m o d o s i s tema t ico l e noz ion i fondam en ta l i su llareflessologia del piede ch e so n o alla base d ei corsie lem entar i per iodicamente da m e tenut i.Anche u n a lt ro mo t ivo m i ha sp in to a raccogliereque ste brevi n ozioni: i l desiderio di f ar conoscere

    a q ua n te pi p ersone possibile ques ta forma d i te-rapia ch e pu essere faci lmente applicata an ch e asti s tessi e che co nd uc e sem pre a r isultat i ch e n o n

    azza rda to de f inir e s trabil iant i.La re flessologia de l piede an cora pressoch sco-nosciuta n el no stro Paese, m en tre negli USA, i nU RS S, ne l l'Europa cent ra le e i n Scandina via essa

    sta ta accetta ta ed ado t ta ta ma ssivam ente .V i so no professor i univers i tar i , co m e i l dot t. WK o h lr a w ch , ch e cura no i loro pazienti esclusiva-m en te c o n i l massaggio zonale , o t ten en do r isulta tistraordinari .Una decina d i an ni fa appres i per p uro caso che i nSvezia veniva appl icata questa nuoviss ima tera-

    pia. Poich da sem pr e so n o u n fanatico dei pie-di , co m e m i de iniscono scherzosam ente i colleghimassofisioterapisti , cercai di approfondire la co-sa. I n I ta lia n o n esis tevano, cos co m e i n pratican o n esis ton o anc ora oggi, libri o riviste sull 'argo-m en to. L'unica soluzione m i sem brav a quella di re-

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    carm i i n Sve zia: s tav o per partire per que l paesequando, am ici residenti a l l'estero m i infor m aro no

    che a Loc arno c'era u n a fisioterapista ch e conosce-va questo m eto do che tanto m i incur iosiva. Mi re-cai subi to i n Svizzera dove m i resi conto d i personadi co m e la reflessologia de l piede ve niva app licatae quali risultati ci si poteva aspettare da questasemplice ed es t rem am ente eff ic ac e m e odologia .Se p r ima il m i o en tu s iasm o era un icam ente basa-

    to su lla curios it per u n m et od o d iverso '', o ra m irendevo con to che q ua n to sos tenu to da l do tt . WFitzgerald n o n era i llusorio, m a bens rappresen-tava u na rea lt va l ida e imp or tan te da l pu nt o d ivista m edico.Nel f ra ttempo av ev o sap uto che Ha nna M arquardtaveva fondato i n Germ ania un a scuola dove s i in-

    segnava la re flessologia de l piede. V i an da i e se-guii i suoi corsi. F inalm ente quel la che per m e erasta ta u na semp lice intuiz ione prendeva corpo.Av evo visto e appreso co m e si lavorava, av ev o veri-ficato qua li risultati si po tev an o ottene re c o n la re-flessologia e ap pu ra to che c o n essa possibile dia-gnosticare c o n esattezza le ma lattie, talvolta anch e

    co n notevole anticipo r ispetto alle m etodich e tradi-zionali ta nt o da co nsentire terapie di preve nzione.Tornato i n Italia iniziai ad applicare la terapia e, vi-sti i risultati sem pre pi che sodd isfacenti, attraver-so corsi da m e organizzati, a diffon de rla nel con vin-c im ento che la reflessologia, oltre agli indubbi gran-di benefic i che pu recare alla salute, anc he i n gra-

    d o di creare u n m iglior contat to uma no.Q uesta terapia, per esse re ap plicata co rre ttam en -te, richiede da parte del tera pe uta u n a alta profes-sionalit, gran de passione ne l lavoro, ta nt a pa-zienza e amo re verso chi s i cura e co n il quale , delresto, la re lessologia con sente d i instaurar e u n

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    im m ed ia to r apporto um an o .Q uesta ce rto la forma d i terapia pi piacevole e,i n q u a n to tale, co nse nte d i portare grandi benefici,procurando contemporaneamente anche gioia ebenessere psichico oltre che fisico. I n qu es to sensoessa favorisce u n a m iglio re inte sa tra le persone.Ho accennato al la possibil i t di giungere a unaprecisa dia gn os i attr av ers o la re flessologia m a sa-r op po rtu no parlare piut tos to d i accer tamen todeHo stato di salute poich i l term ine diagnosi

    riservato alla medicina ufficiale, ed esclusivaprerogativa del medico. Prerogativa che nessunocon testa com e, per, n es su no pu contestare al te-rapeuta la necessi t d i controllare lo stato di salu-te d i ogni singo lo pazien te per poter stabil ire i l mi-g lio r m o d o d i in te rven to .

    S e la reflessologia del piede vie ne applicata da te-rapeuti seriam ente preparat i logico at tende rsigrossi risultati , anche se pure essa ha dei l imiti .Pochi i n ver it , de bb o dire e an che nei casi dovela re flessologia o pu ottenere diret t i benefici ,la sua a pplicazio ne au m e n ta i r isultat i raggiungi-bili c o n altre terapie. Inoltre, se l 'acce rtam ento

    del lo s ta to d i sa lu te fa tto da u n reflessologo be npreparato, capita sovente di ricavare indicazionid i ta le valore diagno st ico da poter dare ut i l iss im ein fo rm az io n i a l m ed ico cu ran te i n m od o da in te r-veni re i n tem po, o m egl io , prevenire affez ioni n o nprima diagnost icate e diff ic i lmente individuabi l iat traverso le trad izionali m etodiche .

    I n qu esto senso sarebbe auspicabile u n a collabo-razione, u n a integrazione tra m ed icin a ufficiale ereflessologia del piede: cosa che avviene ormainorm alm ente i n tu t t i i paesi dove ques ta metod ica

    conosciti ta.A ltro va nta gg io della reflessologia che essa

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    sempre e co m un qu e n o n dannosa a d iffe renza , adesemp io, d i m edic ine e radioterapie che possono

    an che provocare d a n n i i rreparabi li a ll 'organism ou m a n o .Ritengo opportuno concludere questa breve pre-sentazione m et te n d o l 'accento sul la ser ie t dellapreparazione ch e indispe nsab ile per b e n applica-re qu esta straordinaria m etod ica.La reflessologia sem pli ce , d i facile applicazione ,

    m a n o n per ques to esc lude u n cer to rigore ne l suouso. An zi, proprio perch essa terapia a livellod 'u o m o e da r isulta ti cos inaspet ta t i, indispen-sabile accostarsi ad essa senza idee preconc ette eco n la m a ss im a seriet d ' intenti . I terape uti po-tranno, a t t raverso i l b u o n us o del la reflessologia ,donare a i loro pazienti benef ic io a pa t to d i n o n

    strapazzare la m etod ica co m e sta nn o facendoalcuni falsi profeti che intendono insegnare ciche loro s tessi n o n sanno.L'agopuntura, cer to u n a val ida terapia , ebbe n o npoca difficol t ad afferm arsi i n I ta l ia pur essen dosostenuta da grandi maest r i ed eminent i medic i ,c i accaduto anch e a l lo shia tzu e a l messaggioconnet t ivale ch e d o p o alc un i lustr i di r isulta ti po-sit ivi, son o div en ut i terreno d i caccia d i opera-tor i poco preparati e che ne h a n n o fatto u n uso ta-le da raffreddare il favore del pu bb lico ver so qu e-ste metodiche.L'augurio che ci n o n accada an ch e per la refles-sologia del p iede che, i n u n m o n d o p ieno d i u naum an i t sem pre p i angust ia ta d a d is turbi psichi-ci e fisici, la possibili t pi im m e d ia ta ch e sioffre a ll 'u o m o per risolvere il pro blem a salute.

    lipio Zamboni

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    PREF ZIONE

    Nel discorso di in sed iam en to alla carica di direttoregenerale della rganizzazione Mondiale della San i-t, il dottor Malher ha sostenuto la necessitu digiungere a un a integrazione tra la me dicin a accade-m ica dell 'occidente e le m ed icin e cosiddette diver-se': dalle pi note e tollerate (omeopatia, fitotera-

    pia, ipno si ecc.) alle pi con testate e discusse (guari-tori, pranoterapisti, astrqlogia m ed ica e simili.)u n a aper tura che n o n m anch er d i creare criti-

    ch e e leva te d i scud i. Cos c o m e ha fatto e far sor-gere in nu m er ev ol i problem i d i ordine pratico neipaesi m em b ri . Bu ste rebbe a tale propo sito pensareal r ico no scim en to legale d i queste m edicine, al lo-ro insegnamento, al la gest ione delle terapie dalp u n to d i vista m u tu al ist ic o e cos via. Mille pro-b le m i che, per la r i levanza econ om ica e per la in-dub bia compless it , susc ite ranno, r iten iamo, n o npoche battaglie.I n questa sede co m un qu e n o n desidero parlare di

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    questi problemi o della loro impos tazion e e soluzio-ne. Mi interessa piuttosto esaminare brevemente i

    m otivi che ritengo siano alla base di q ue sto avvici-na m en to tra du e posizioni che sono state, per lun gotempo, i n netta antitesi, tanto da n o n avere m ai con-sentito ness un tentativo di co nfro nto tra loro.

    sempre i l do t tor M alher che ci da u n a spiegazio-ne nel co nte sto del discorso prece den tem ente ri-cordato: L 'organizzazione M ondiale della Sa ni t

    deve dirige re l 'azione sanitaria i n e m az ion ale , m ano n pu e no n in tende farlo im po ne nd o a tu t t i iPaesi m em br i le opinioni e gli sch em i che sono d ialcun i soltanto. pi a va nt i :.. gius to qu ind iche O M S sostenga la tesi ch e l ' integrazione dellem ed icine parallele servir i ve ri intere ssi delle po-polazioni e sar d un qu e, a lu ng o termin e, u n a po-litica san itaria positiva.Una mo t ivazione politica ques ta che, co m un qu e,non sarebbe stata accolta solo qualche anno fa,quando la s t ragrande maggioranza del la medici-na accad em ica era arroccata su posizioni d i asso-luta intransigenza verso le medicine cosiddet te

    ere tiche .Nel l 'u l t imo decen nio q ue s to a t teggiam ento h a fat-to registrare u n a in vers ion e d i t en de nz a e oggi for-m e al ternat ive di m edic ina, c o m e la parapsicolo-gia, la m edic ina ayurved ica india na, l 'agopu nturae a ltre, t rov ano sem pre maggior n u m e ro d i fautorianche tra i me dic i occidentali .Penso che ques to sia dv u to i nparticolare alla cri-si , che si vu ole la nostra scienza m ed ica stia at-traversando.S i sostiene infa tt i ch e l 'eccesso d i scienza sta ucci-den do la me dicina . Oreste Sp ecia ni scrive: Sia-m o di fronte all'errore d i un a tecnica e d i un ascienza che, avendo rif iutato di considerarsi al

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    servizio del l 'uo m o, so no o rm ai prossime ad ucci-der lo e a suicidarsi c o n lui.

    Altri , c o m e il sociologo e teologo Iv a n Ill ich, par-lando di m edic ina che n o n guarisce p i , a ffermaEssa fabbrica i suo i stessi a m m a la t i : a m m a la e

    uccide , i n un a vis ione addir i t tura apocal it ticache non concede nessuno spaz io a in te rven t i d icorrezione degli errori ch e so no stat i fat t i .D'altra parte la neurologa Rita Levi-Montalcini,

    m o lto gius tam ente precisa: ved o nel catastrof i-s m o e negli slogan un ti-scien za ch e esso favorisce,u n pericolo an che maggiore del l'a tomica o del lasov rap po po lazio ne o della crisi d 'energia. R ifiuta -re la scienza significa anche rifiutare tutto l 'urna-nes im o, da cu i la sc ienza nata.I n realt n o n il massiccio ap porto della scienza al-la med icina occidentale che h a co nd otto alla attua-le crisi, m a la tendenza o rm ai generalizzata quasitotalm ente, di curare la m alattia piuttos to che l 'am-malato. Trascurando il fattore fu m ano si opera so-lo tecnicam ente per vincere il male, dimenticando sio ignoran do che la m alattia del malato.Negli ospedali , nelle cl iniche, negli am bu lato ri sisen tono m edici e inferm ier i che dicon o frasi t ipo

    C' un a epa t i te a lla ca m era 3 ... e m a i: L'epati-te del Sig. Rossi...ICio, reale solo la m ala tt ia e n o n chi la ma latt iafa soffrire: l 'uo m o. L 'u o m o per la medic ina mo-derna so lamente u n mala to ' : e il mala to idea le quel lo che s i sot topone passivamente al le cure,senza chiedere nul la , accet tando doci lmente em ecc anic am ente ogni prescr izione, puro e sempli-ce oggetto della m alatt ia.

    Tu t ta la medic ina u n a t to d i am o r e a ff er m a vagi Paracelso, ed propr io ques ta mancanza d iam or e la colpa ch e spesso s i r iscontra a t tua lm ente

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    nel medico.Il vero med ico , sia b e n chiaro, an ch e oggi deve far

    proprio l ' insegn am ento d i G rod de ck : Parto dalprincipio che so di n o n sapere niente. S o di doveresolo l i m i t a m i a provocare, c o n la m ia presenza, lefacolt cura tive personali e ind iv idua li del malato.Scrive Asch ner che la m ed icina odierna si serve, i npratica, di forse u n de ci m o dei meto di terapeuticiefficaci i n realt d isponbili. Una volta accettato que-

    sto principio, sem plice superare ogni do gm at ism oe constatare che nes suna m ed icin a perfetta.Tu t te , per a l tro , ha n no u n a loro percentuale , a l tao bassa che s ia , d i val idi t . i n que sto terreno chela medicina accademica e quel la a l ternat iva s ipossono fondere i n u n sola medicina .N o n vogl io q u i procedere a u n a s ter ile e lencazione

    di metodologie oggi unanimamente acce t ta te eche alla loro origine furono i n odore d i eresia.Mi li m it o a ricordare la pratica della va cc inaz ion edi Jenner, l ' avvio del l ' immunologia di Pasteur,l'antisepsi d i Se m m el w ei ss e Lis te r, l 'ipnot i smo d iMesm er, che ha n no preso i l v ia da ant ic he prati -che popolari. qu es to u n ese m pio d i co m e s i pos-sono sposare l 'emp irico e la scienza, l 'is t int ivo c o nil razionale.L'u om o m ala to rifugge dalla raziocinante freddezzainstaurata dalla odierna m edicina e anc he per u n aspinta inconscia, tende ad accostarsi a quelle m e o-dologie dette anch e m edicine um ane che spessoportano a efficaci risultati su l piano pratico e, se m -pre tengono co nto del m ala to nella sua globalit.S o n o u n giornalista e per m oti vi profess ional i, o l-tre che da u n interesse personale de t ta tom i dalco nv inc im en to che solo i l sup er am en to della fossi-lizzazione nella qua le si arroccata l 'odierna m ed i-cin a pu g iungere a portare la f'.salute all'uo-

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    mo, ho cerca to d i approfondi re , a lmeno neg l isc he m i essenzial i, i l vasto panoram a offer to dallenu m ero se m edic ine al ternative .L 'ogget to d i ques ta m ia indagine era ovviam entel 'app rofo nd im ento i l pi vasto possibile di questeterapie per po terne poi indica re i vantaggi, le pro-spettive, i l imiti .Devo dire che qu es ta m ia ricerca m i ha portato adei r isul ta t i, a lm en o per m e personalm ente, cer ta-

    m en te strabilianti. I n particolare la re lessologiadel piede m i trova ora neofi ta entusiasta e del tut-to conquistato. Devo an che precisare che alcuniann i o r sono frequen ta i u n pr im o corso , ten uto daEl ip io Zam boni , por tandom i appresso u n natura -le bagaglio d i increduli t co m m is t o anche a u ncer to preven uto ed i ronico sce t t ic ismo verso que-

    sta strabil iante terapia ch e prom etteva di curareat t raverso il piede m al an ni e dis turbi d i organiche n o n sembrav a avessero a l cu n rappor to d i ret toco n il piede stesso.Su pe rf luo d ire che lo sce t t ic ismo iniziale s ta topresto fugato d i fronte agli ecceziona li risultati ot-tenu t i personalm ente, ap pl ica nd o gli insegnam en-

    ti ricevuti. O ra pen so ch e la reflessologia de l pieden o n va sol tanto considera ta com e terapia in tegra-t iva del la m edicin a a ccadem ica m a ch e spesso, so-pra t tu t to i n u n a vas ta serie d i mala t t ie , essa daconsiderare terapia ind ispensa bile.

    nel co nv in ci m en to ch e sia g iusto e d overo so fa-vorire i l pi possibile i l diffo nd ers i d i que stastraordinaria terapia che h o accol to co n vero en-tus ia m o l ' invi to fa ttomi dal m i o maest ro d i colla-borare al la s tesura d i que sto volu m e.

    Erasmo uzzacchi

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    Fig

    ZONE DEL CORPO UMANO

    Secondo il Dr W m Fitzgerald USA

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    I FOND MENTI

    Quando un bimbo cade facendosi male logico che

    corra piangendo a farsi consolare e curare dallamamma che, asciugandogli le lacrime, bacer e conun dolce massaggio carezzer la parte dolente.Se ci capita di prendere un colpo la nostra natu-rale reazione quella di sfregare la zona colpitaper lenire il dolore con un rudimentale massag-gio. Se siamo tesi e stressati, se abbiamo mal di

    testa, porteremo le mani alle tempie o agli occhicercando, con uno sfioramento, un toccamentooppure con una pressione di alleviare il disturboche ci affligge.Tutto questo reflessologia: un qualcosa chedentro di noi, un retaggio ancestrale che l uomoporta in s da quando la vita sbocciata sul no-st ro pianeta. Certo il primo uomo sulla ter ra sicu ra to con il massaggio.La reflessologia scienza antichissima, che partedal principio che ogni malattia o comunque ognifatto corporeo, si manifesta per traslazione inuna zona del corpo anche distante anatomica-mente dal punto dove l anomalia ha avuto origi-ne. E questa una verit che la scienza ufficiale ac-cet ta da sempre e che alla base di moltissimemetodiche (dermalgia riflessa, agopuntura, me-soterapia, elettroterapia, riflessologia endonasa-le e tonsillare, shiatzu, neuralterapia, auricolote-rapia, ecc.)

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    Gi oltre cinquemila anni fa in Cina e in India sisapeva che possibile agire su i nostri organi in-

    terni attraverso i piedi.Gli stregoni pellerossa basavano la loro medicinasui riflessi del piede ottenendo risultati strabi-lianti agli occhi dei pionieri che ebbero modo diconstatarne l'efficacia. Pare che anche il grandeBenvenuto Cellini si auto curasse esercitando coipollici delle pressioni sulle mani e sui piedi. In-

    somma si tratta di una scienza che fa parte delbagaglio naturale di ogni uomo ma che subiscenell'alternanza dei secoli degli appannamenti.Nel 9 2 la reflessologia dei piedi venne riportataall'attenzione del mondo occidentale da William H.Fitzgerald, un medico americano che oper anchea Londra e Vienna a fianco del Prof. Otto Chiari. Al-

    cune sue osservazioni e scoperte su certi effetti, so-prattutto analgesici, ottenuti esercitando dellepressioni in certi punti del piede diedero l'avvio aquella che oggi la moderna reflessologia.Da una fase sperimentale, negli anni successivi esoprattutto per merito del dott. J. Riley e dellasua allieva Eunice D Ingham, si pass ad un as-

    setto tecnico e sistematico che, con poche modifi-cazioni, giunto fino a noi.In Europa la reflessologia approdata negli anni'60 grazie all'opera di alcuni allievi della Ingham,e ha avuto particolare sviluppo in Francia, Inghil-te rra, Germania e Svezia, oltrech negli USA e inRussia dove la reflessologia oggetto di appro-fonditi studi.

    da mettere in rilievo che, secondo le ricerchedell'inglese Robert St. John, con questa terapiapossibile intervenire preventivamente sulla ge-stante influenzando la s tru tt ura genetica del na-scituro.

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    Data la semplicit del metodo, la reflessologia ol-tre all accertamento diagnostico e alla cura vera

    e propria , particolarmente indicata nella pre-venzione e nell auto-massaggio anche in casi rite-nuti impossibili dalla medicina ufficiale.Abbiamo visto come il principio della reflessolo-gia, in generale, sia applicabile a tu tte le zone delcorpo. Ora giustificato chiedersi perch, in par-ticolare, la nostra attenzione sia volta verso le zo-

    ne reflessogene del piede? par te l unicit delpiede umano nel mondo animale (infatti il piededell uomo esclusiva prerogativa umana non so-migliando a quello di alcun animale), da rileva-re che i suoi riflessi sono molto sensibili ed rela-tivamente facile individuare su di esso (in unasorta di particolarissima mappa) i vari organi e

    scoririrne il funzionamento.I pi edi sono anche poli fortissimi di energia e so-no un legame con le emanazioni della terra. Infi-ne essi sono la parte del corpo che da maggior si-curezza, in cui non ci si sente minacciati e sullaquale quindi possibile agire tranquillamente,infondendo anzi, uno stato di calma e di gradevo-le benessere nel paziente. Tutte cose che giocanoun ruolo non indifferente nel corso dell applica-zione della terapia.Secondo il dott. William H. Fitzgerald la teoriadella zona di riflesso pu essere illustrata grafica-mente come nel disegno pubblicato a pagina 20.Come si pu rilevare il corpo diviso verticalmenteda dieci linee ideali che lo Dercorrono riartendodalle punte delle dita di mance piedi e fin endo nel-la testa. La linea n. 1 parte dagli alluci e dai pollici,la linea n. parte dagli indici e dalle seconde ditadei piedi e cos via, per terminare tutte nella testadelimitando delle zone verticali regolari. Successi-

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    vamente questo schema fu perfezionato aggiun-gendovi tre linee orizzontali (vedi fig. 2 . Pi pre-

    cisamente-una prima linea trasversa nella regione dellacintura scapolare (cingolo scapolare)

    -la seconda nella regione delle costole all'altezzadella cintola (linea margino costale inferiore)la terza nella regione del bacino (cingolo pelvico)

    in pratica questa suddivisione indispensabileper avere una mappa particolareggiata dellezone di riflesso. Le linee verticali e orizzontalir ap ~ resen tano er il corpo umano ci che meri-diani e paralleli sono per il mappamondo. Ognizona da esse delimitata contiene specifici organidel corpo umano. Trasferendo sul piede il mede-

    simo schema troveremo facilmente i punti dovesi verificano le corrispondenze tra gli organi e lazona del piede.Secondo queste indicazioni si pu quindi proce-dere a una prima identificazione delle zone pergrandi gruppi omogenei-gli organi della testa e del collo si trovano tut-

    ti al di sopra della linea di cingolo scapolare;-gli organi del petto e dell'epigastrio sono com-presi tra la linea di cingolo scapolare e la lineamargino-costale inferiore;

    -gli organi dell'addome e del bacino si trovanonelle zone delimitate dalla linea margino-

    costale inferiore e la linea di cingolo pelvico.gli organi della testa e del collo sono localizza-ti nell'area di tutte le falangi delle dita del pie-de. Infatti la linea di cingolo scapolare ideal-mente tracciata all'altezza delle articolazionimetatarso-falangee delle dita del piede;

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    pi nt re Fig 2 pl nt re-gli organi del torace e dell epigastrio sono

    identificabili nella spazio del complesso osseodel metatarso. La linea margino-costale infe-riore segue la cosiddetta linea articolare di Li-sfranc (articolazione tarso-metatarsale);

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    -gli organi dell'addome e del bacino hanno cor-rispondenza nella zona del tarso sino ai mal-

    leoli, interno ed esterno. L'ideale linea di cin-golo pelvico ha un andamento anulare at tornoalla zona della caviglia fino ad un palmo circasopra il malleolo.

    da rilevare che le linee di questo schemamentale-anatomico non si incrociano mai, nem-meno nell'area del collo, perch non seguono l'an-damento delle vie nervose ma hanno solo un rife-rimento geograficoI1 concetto delle zone di riflesso da t e m ~ o bennoto ed accettato senza limitazioni dalla' medici-na ufficiale. Non esiste, ad esempio, al mondostudente di medicina che non sappia cosa e qualisiano le zone di riflesso dette di Head (dal nomedel medico inglese che ne tracci per brimo unamappa alla fine del secolo scorso).Sulla natura strettamente medica di questi rifles-si (siano essi connettivali, di energia, nervosi,ecc.) la discussione tra gli studiosi ancora aper-ta. Ci si richiama all'antichissimo concetto di Inne Yang della medicina cinese, cio a ci che, pimodernamente, si pu indicare col termine di bi-polarit . Tale concetto incentrato sull'esistenzadi due poli o campi che sono tra loro in relazione.Rapporto bipolare tra corpo e spirito nella medici-na psicosomatica e in quella somatopsichica.Anche in materia di riflessi vi una relazione bi-

    polare. Se un organo interno presenta un'anoma-lia essa si manifesta sino alla superficie del corpoe, certamente, avviene anche il contrario: una le-sione in superficie pi provocare una sofferenzaa carico di un organo interno.Questo trasferimento avverrebbe tramite lastruttura metamerica, specie attraverso il siste-

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    ma nervoso.Sulle basi neurobiologiche delle riflessoterapie (e

    sono moltissime ) molto si scritto e molto anco-ra si scriver. Un vero e proprio esercito di stu-diosi da anni all'opera per studiarne gli infinitiaspetti, per chiarirne i molteplici e delicatissimimeccanismi.Di grandissimo rilievo, a parer nostro, gli studivolti ad identificare i punti periferici di riflesso.

    Studi che hanno impegnato in tempi diversi e conindirizzi differenziati illustri nomi della medicinacome Hahnemann (il padre della omeopatia),Weihe, Jarricot (al quale si deve l'insegnamentofondamentale sulle dermalgie riflesse) e pi recen-temente Dicke, Hendrickx e Kohlrausch.Inoltrarci per in questo campo sarebbe lungo e

    non strettamente utile ai fini di questo libro chevuole, molto semplicemente, mettere in evidenza irisultati ottenibili utilizzando una specifica terapiae, non necessariamente, i meccanismi fisiologici at-traverso i quali tali risultati sono possibili. Per ilettori che desiderassero approfondire questoaspetto segnaliamo, tra le moltissime pubblicazio-

    ni che tra ttano tale tematica, l'ottimo volume editoda Masson: Basi neurobiologiche delle riflessote-rapie del dottor Jean Bossy, professore di anato-mia presso la Facolt di Medicina di Montpellier.Ci preme invece mettere l'accento sul fat to che lezone reflessologene del piede nulla hanno a chefare con le zone di Head o quelle di Mackenzie,con quelle del tessuto connettivale e con altri me-ridiani d'energia tipici di terapie alternative.Ognuna di queste metodiche ha una propria retedi distribuzione e singole vie di regolazione del-l'energia che non possono essere identificate conquelle di altre terapie.

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    comunque intuitivo che ogni sistema che si basasul controllo delle vie di energia, sia questa ener-

    gia conosciuta o ancora da indagare, strettamen-te collegato al concetto delle vie biomatiche.Eunice Ingham, il cui contributo alla attuale si-stematica della reflessologia del piede stato al-tissimo, sostiene che questa metodica agisce per-mettendo il regolare fluire della circolazione san-guigna attraverso ogni cellula del corpo. Se nella

    circolazione sanguigna si determina una situazio-ne accessivamente acida, un qualsiasi rallenta-mento, si verificher un deposito di cristalli dicalcio (fibrositi). Questi microscopici cristalli (si-mili a particelle di ghiaccio) intasano sino a bloc-care nel piede le terminazioni nervose, che corri-spondono a un determinato organo e, non per-mettendo pi la trasmissione dell'impulso bioe-lettrico all'organo stesso, impediscono la norma-le circolazione del sangue nell'organismo. In que-sto modo si determina la pigrizia dell'organointeressato e quindi la sua disfunzione.La pressione del pollice agendo su questi micro-scopici cristalli provoca la tipica sensazione dolo-rosa ma, nel contempo, scioglie il cristallo stessoristabilendo il giusto fluire del ciclo circolatorio.Lo statunitense Devaki Berkson nel suo libro Thefoot book sostiene che: ...dalle zone o unt di ri-flesso agli organi vi sono dei percorsi, o correnti,attraverso cui passa l'energia essenziale al nostrocorpo per mantenere equilibrio e vitalit.Comunque, anche se attualmente sussistono in-certezze circa i mecisi meccanismi attraverso iquali agisce la re'flessologia del piede, indubbioche questa terapia funziona bene, come ha ampia-mente dimostrato una ormai lunga esperienza inmerito.

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    IL PIEDE

    Paragonabile ad una pianta che stende i suoi ra-mi verso il cielo e che verso l alto proietta la suaesuberanza e la bellezza dei suoi fiori e delle suefoglie, l uomo ha le sue radici nei piedi che costi-

    tuiscono la base sulla quale appoggia il suo corpoe dove si concentrano tut ti i suoi punti vitali.Va innanzitutto rilevato che il piede umano nonha riscontro nell intero mondo animale.I1 nostro fegato, i reni, il cuore e tu tt i gli alt ri or-gani hanno notevoli similitudini con i corrispon-denti organi di diversi animali (specie con i pri-

    mati), tanto che in alcuni casi particolari si pugiungere persino a trapiantare organi apparte-nenti a scimpanz o ad altri animali su personeammalate.I1 piede umano invece, cos come stru tturato ,prerogativa esclusiva dell homo sapiens; una spe-cie d marchio di qualit che l uomo si porta ap-

    presso, spesso senza tenerne gran conto.Si tratta invece di una parte del corpo umanomolto armoniosa e sensibile.Concepito dal punto di vista meccanico e stru ttu-rale in modo veramente mirabile, il piede un or-gano molto complesso.

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    Nell antichit, quando i piedi costituivano il pivalido mezzo di trasporto dell uomo, ad essi veni-

    vano tributat i attenzioni ed onori. Nell epoca bi-blica la lavanda dei piedi era una cerimonia cheassumeva quasi un aspetto religioso.Gli egizi, come attestano numerosi papiri, teneva-no in tale conto queste nostre appendici da esserein grado di curarne ogni malanno e da elencareprecise norme per prevenirne l insorgere.

    9

    e l

    Fig

    NIETATARSO

    METATARSO

    Apofisi de l5 O meta ta r so

    CUNE IFORME

    CIii\TE IFORME

    cAL C A G r n

    ten ine dtAchille

    3

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    I1 progresso e la diffusione dei pi svariati mezzi ditrasporto hanno spinto l'uomo a limitare sempre dipi l'uso dei suoi piedi e quindi di trascurare le sue

    radici che invece rappresentano una delle basiprincipali del suo equilibrio fisico e a volte anchepsichico; di conseguenza da questa trascuratezzaderivata una diffusa negligenza per quanto riguar-da la loro cura e manutenzione .

    Lo scheletro del piede

    Lo scheletro del piede si compone di 26 ossa, cossuddivise (vedi fig. 3):l tarso :set te ossa, disposte su due file

    (l'astragalo, il calcagno, lo scafoi-de, il cuboide e il I, I1 e I11 cunei-forme)

    l metatarso cinque ossa metatarsaliLe dita :quattordici ossa, e cio cinque fa-

    langi, cinque falangine, quattrofalangette (l'alluce, o primo dito

    non ne ha).Con una similitudine architettonica si potrebbeparagonare lo scheletro del piede ad una triplicevolta, in cui il margine interno decorre in corri-spondenza del pilastro longitudinale internomentre il pilastro longitudinale esterno appoggiasu un analogo margine esterno.L'arco longitudinale interno si presenta notevol-mente pi alto di quello esterno.La terza volta ha andamento trasversale allapianta del piede e si estende dalla testa del primoe secondo osso metatarsale all'altro lato, in corri-spondenza del quarto e quinto metatarsale.

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    Le ossa del piede e le relative articolazioni sonoavvolte da legamenti , formazioni di natu ra con-

    nettivale e tendinea, di solidit prodigiosa chehanno la funzione di tenere saldamente legate leossa per impedire che avvengano spostamenti in-naturali. Queste formazioni o aponeurosi conun perfetto sistema di muscoli costituiscono, in-sieme alle ossa, soprattutto in corrispondenzadella pianta, la complessa struttura del piede.

    I muscoli che sovraintendono ai movimenti delpiede e delle dita sono situati in corrispondenzadel metatarso e del calcagno e di l si estendonoalla gamba.Nel piede sano e normalmente sviluppato, le dita sipresentano diritte e allungate; il secondo dito supe-ra un poco il primo in lunghezza. La parte interna

    del piede e la volta longitudinale ben sviluppata,che si appiattisce solo di poco per il peso del corpo,non deve comunque essere troppo arcuata. L'arcolongitudinale esterno, anche se normalmente menorilevato di quello interno, deve apparire evidentequando il piede in posizione di riposo.Grazie alla rigidit del proprio asse longitudinaleimpossibile che il segmento posteriore o quello an-teriore del piede e cio le regioni del calcagno e delmetatarso si sriostino verso l'esterno o l'interno.Sul prolunga&ento dell'asse della gamba situa-to l'asse perpendicolare del calcagno.Un piede sano consente un libero movimento del-le dita, cos come si verifica nel piede di un bam-bino. Lo stesso risultato lo pu ottenere anche unadulto che, esercitandosi, pu giungere ad affer-rare un oggetto con le dita dei piedi.Molte sono le alterazioni che si possono verifica-re in un piede e varie sono le loro cause. moltoimportante per il reflessologo osservare attenta-

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    mente queste alterazioni dalle quali possibiletrarre conclusioni interessanti e significative.

    I piedi possono soffrire per stati morbosi loropropri o per localizzazioni a loro livello di malat-tie di ordine generale.Ci pare utile tra tteggiare in questa sede, anche seper certi lat i il discorso ci trasciner un poco fuo-ri dal seminato, un rapido excursus sui disturbicui i piedi sono soggetti e sulle cu re che dovranno

    essere seguite per mantenerli sani.Prima di tutto va precisato che le modificazionipatologiche dei piedi sono sempre chiaro sintomodi malattie generali, poich tra i piedi e il restodell'organismo esiste un filo dire tto che nessunopu ignorare.

    chi non capita to di soffrire atrocemente per

    un paio di scarpe s tre tte tanto da sentire addirit-tu ra male al cuore ? Questo pu apparire un eu-femismo o una esagerazione, ma va sottolineatoche esiste realmente uno s tr et to legame fra gli or-gani in terni del nostro corpo e i piedi. Perci, seil mal di piedi pu andare al cuore , altrettan-to vero che il mal di cuore si ripercuote sui piedi,cos come nei piedi si ripercuotono tutt i i fenome-ni dolorosi che affliggono un corpo umano.

    necessario tenere conto che pu esserci unasofferenza propria del piede come le affezioni

    del piede che possono derivare da incuria, odall'uso di scarpe inadatte , o da mancanza di igie-ne e che procurano delle patologie tipiche del pie-de come micosi, calli, duroni, occhi di pernice,verruche, ecc. e che rien trano nella terminologiadi alterazioni cutanee (vedi specchietto nellepagine seguenti).

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    lterazioni cutanee

    Calli e duroni spessimento della pelle cir-coscritto a zone di irritazionecronica, dovuto a calzatureinadeguate o per deformitcongenita del piede

    Occhi d i pernice :Calli fra dito e dito del piede

    con centro macerato per ec-cessiva traspirazione

    Verruche Lesioni nodulari locali dellapelle del piede (generalmentelocalizzate sulla pianta) pro-vocate da un virus specifico econtagioso.

    lterazioni scheletriche

    Esistono poi le alterazioni scheletriche e le alte-razioni ungueali che riepiloghiamo qui sotto:

    Piede piatto:Piede con la volta o arcoplantare troppo bassa

    Piede cavo Piede con l'arco troppo alto

    Piede talo Piede che si appoggia soltan-to sul calcagno

    Piede equino Piede che appoggia soltantocon la punta

    Piede varo :Piede che guarda con la pun-ta in dentro

    Piede valgo Piede che guarda con la pun-ta in fuori

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    lterazioni ungueali

    Onicogrifosi Unghia contorta e ispessitacon caratteristiche simili adun artiglio o corno d'ariete

    Unghia incarnita Unghia che penetra con unoo ambedue i suoi angoli nellacarne del dito

    Tutte queste affezioni richiedono una particolarecura locale in quanto costituiscono di per s stes-se delle anomalie e delle fonti di sofferenza e difastidio ma, oltre al fattore locale, rappresentanoun segnale di allarme per altre affezioni che nepossono derivare o che possono venire segnalateproprio da queste manifestazioni.

    Non ci dilungheremo quindi sulle malattie tipi-che del piede elencate in precedenza o sullemolte precauzioni che si dovrebbero sempreprendere per evitare l'insorgere di queste mani-festazioni perch l'argomento non rientrerebbenel contesto della nostra esposizione, ma punte-remo invece la nostra attenzione su quello che

    queste affezioni significano a livello di patolo-gia dell'intero corpo umano.Abbiamo in precedenza parlato di quel filo diret-to che esiste f ra i piedi e gli organi interni del cor-po umano. Appare chiaro che tu tto quello che simanifesta sul piede pu essere una spia diqualcosa che non va in qualche par te dell'organi-

    smo, oppure punto di partenza di una affezioneche dal piede va a colpire negativamente il puntocorrispondente del corpo e ne ostacola la norma-le funzione, creando disturbi e inconvenienti.Oltre alle manifestazioni tipiche delle alterazionidel piede sopra elencate esistono altri aspetti che

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    possono dare indicazioni relative allo stato di sa-lute di un individuo attraverso la sola osservazio-

    ne visiva. Questa indagine, preliminare, che perla sua validit dovrebbe essere adottata anchenella ordinaria pratica medica, costituisce unafase importantissima nella prassi diagnostica delref lessologo.In primo luogo il colore della cute che pu esse-re rivelatore di diverse patologie. Ad esempio:

    a) L intenso pallore dell epidermide del piede ac-compagnato da sensazione di freddo a seguito diuna certa permanenza del soggetto nella posizio-ne eretta chiaramente indice di carenza di cir-colazione sanguigna alle estremit.b) Una colorazione bluastra-violacea dell epider-

    mide rivela difficolt e livello cardiaco e polmo-nare. In questo caso sar importante valutare at-tentamente il batti to del cuore sul dorso del piedeed esaminare la circolazione del sangue.C) Un colore particolarmente rosaceo segnaleruna pleurite che il paziente ha avuto negli anniprecedenti.

    d) Edemi pi o meno estesi rispecchiano inevita-bilmente malattie renali, epatiche e cardiache eanche in questo caso sar bene orientare le suc-cessive indagini in questo senso.e) Arteriosclerosi, ipertensione, diabete e vene va-ricose si manifestano spesso con ascessi e ulcera-

    zioni.f Si osservato nella pratica che macchie o segnisulla parte mediale dell unghia del primo dito (oalluce) rispecchiano sempre disturbi al pancreas,mentre analoghi segni sulla parte laterale dellamedesima unghia segnalano disturbi epatici.

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    g) Segni o macchie sulle altre dita del piede nor-malmente sono imputabili a cattivo funziona-

    mento dello stomaco.h) Nel caso di disturbi o disfunzioni della milza sinoteranno gibbosit o indurimenti della cute lun-go la parte mediale del primo dito (o alluce), der-ma che si presenter anche ruvido e raggrinzito.

    i) Analoga sintomatologia sulla parte laterale delquinto dito indicher disturbi alla vescica e ai re-ni. Per i reni un al tro segnale di allarme ci vienedagli spazi interdigitali che, in presenza di una di-sfunzione di questi organi, sono maleodoranti an-che dopo una accurata pulizia.

    1 La presenza di un eccesso di colesterolo nell or-ganismo si rileva dal colore, dall indurimento eda eventuali segni sulla curva del calcagno.Appare evidente che un piede sano un elementodeterminante per la salute e il benessere di uncorpo umano ma si pu aggiungere che un piedesano e normalmente sviluppato non frequente;difetti di struttura come il piede piatto o valgo so-

    no cos diffusi che non possono nemmeno quasipi essere considerati come anomalie, se sono informa leggera.Molte di queste anomalie iniziano dalla prima in-fanzia.Infatti quando il piede piatto del lattante vienecostretto in scarpe alte e robuste, viene ostacola-

    to e spesso indirizzato in un modo sbagliato losviluppo del suo scheletro e della muscolatura.Nell uomo civilizzato, il cui piede ha di per sstesso una muscolatura insufficiente, esso vieneulteriormente indebolito e danneggiato dall usodi calzature non adatte, quasi sempre strette e

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    sopportate per seguire una moda irrazionale eche favorisce solamente la deformazione del pie-

    de. In seguito, inevitabilmente, tale danno si ri-fletter sullo stato di salute generale.La scarpa malformata e troppo stretta, magaricon una suola non flessibile, produce un indeboli-mento, un rilasciamento e una parziale contrattu-ra della muscolatura della gamba del piede pro-vocando l insorgere di posizioni o atteggiamenti

    viziati delle dita del piede stesso.In conseguenza all uso di una calzatura irraziona-le si manifesteranno, dopo un periodo pi o menolungo, dolori in corrispondenza delle dita edell avampiede, dolori piuttosto forti alla piantadel piede, trafitture di dolore al margine internoed esterno, in corrispondenza della tibia, dell ar-

    ticolazione del ginocchio, del polpaccio, dell arti-colazione dell astragalo, all articolazione dell an-ca e del dorso.

    questo punto, come in precedenza accennato, sipu verificare l insorgere di dolori di testa comeconseguenza della sofferenza di piedi, sino ad ar-rivare a vere e proprie malattie degli organi cor-

    rispondenti alle zone di riflesso poste sul piede eche vengono costrette e irritate.tale proposito non sar superfluo ripetere che

    l azione di riflesso a doppia via e che se l organoammalato segnala il proprio stato di anormalitcon un indolenzimento della zona reflessogena delpiede anche altrettanto indubitabile che l effetto

    reversibile. Pertanto sia la sollecitazione beneficadel trattamento reflessogeno che la costrizione oun trauma di questa zona si ripercuotono inevita-bilmente sull organo corrispondente.

    necessario tenere presente che le calzature de-vono permettere al piede e alle dita una libera

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    mobilit nei limiti del possibile e, ove se ne pre-senti la necessit non bisogna esitare a ricorrere

    a correzioni plantari.questo proposito va rilevato che, poich ognipiede diverso dagli altri, molte volte il supportoplantare non esattamente confezionato o nonviene collocato nel punto giusto e quindi pu pro-vocare una danno anzich vortare un beneficio.

    indispensabile perci, sia utile una cor-

    rezione, affidarsi, per l esecuzione dei plantari atecnici specializzati e professionalmente ben pre-parati.Per conservare i piedi in perfetta forma consi-gliato eseguire qualche esercizio quotidiano diginnastica. Ad esempio camminare sulle punte,sollevare il bordo interno e quello esterno quan-

    do il corpo non grava col suo peso, afferrare og-getti con le dita. Inoltre, il pi frequentementepossibile utile praticare un massaggio alleestremit inferiori.Molti sono i metodi per effettuare questo tipodi massaggio. In primo luogo si dovrebbe pren-dere l abitudine di camminare il pi spesso pos-

    sibile piedi nudi, oppure di adottare calzaturecon la suola formata da grossa lana o addirittu-ra da corda annodata in modo che la ruvidezzadi questo supporto possa effettuare una formadi massaggio alla pianta del piede stesso, o me-glio ancora utilizzare abitualmente ogni mattinaun apparecchio appositamente studiato per que-sto tipo di massaggio.Si tratta di un apparecchio dotato di numerosesfere articolate in modo tale da consentire unrazionale massaggio su tutto il piede sia plan-tarmente che lateralmente, medialmente dor-salmente (fig. 4).

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    L TECNIC

    Per la miglior riuscita del trattamento reflessoge-no opportuno osservare alcune regole fonda-mentali che riguardano:a) l ambiente in cui avviene il massaggiob) la posizione del pazienteC) la tecnica vera e propria

    d) le modalit di applicazione e le reazioni che ilmassaggio pu dare.

    L am biente

    I1 luogo ideale per il tra ttam ento di reflessologia

    del piede una stanza abbastanza spaziosa daconsentire facilit di movimento sia al pazienteche all operatore.I1 locale deve essere chiaro, ben aereato e il pipossibile silenzioso.E importante evitare che durante la terapia si ve-rifichino interruzioni per chiamate telefoniche o

    simili.Taluni operatori sostengono che un sommessosottofondo musicale favorisce il rilassamento delpaziente.La temperatura dell ambiente deve essere tale danon provocare sensazione di freddo in chi sotto-

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    posto al trattamento: 22-24 gradi rappresentanola temperatura ideale.

    opportuno che le luci siano disposte in modo daconsentire la miglior visibilit dei piedi da partedell operatore ma non offendere la vista del pa-ziente. Una luce centrale diffusa e una lampadasnodabile facilmente azionabile dal terapeuta so-no sufficienti e adatte allo scopo.Una comoda poltrona regolabile, o meglio, un letti-

    no da massaggi sono l attrezzatura ottimale. Sullettino deve essere collocato un cuscino per appog-giare la testa e uno da sistemare sotto le ginocchiadel paziente onde favorirne il completo relax.

    inoltre opportuno tenere a portata di mano unaleggera coperta (che dovr essere di cotone o dilana e mai di materiali sintetici) con la quale co-

    prire il paziente in caso di perdita di temperatu-ra, cosa che spesso accade nel corso di un trat ta-mento di reflessologia.

    a posizione del paziente

    I1 paziente verr fa tto sd raiare sul lettino con laschiena lievemente sollevata: un cuscino postosotto le ginocchia faciliter il rilassamento deimuscoli delle gambe e dei piedi.I1 terapeuta sa r seduto davanti a lui, ad una al-tezza tale da consentirgli di manipolare facilmen-te i piedi e contemporaneamente osservare, dallamimica del viso, le reazioni del paziente. Questaosservazione importante perch consente al-l operatore di graduare esattamente la pressioneesercitata durante il trattamento.Tale posizione, contemporaneamente, mette ingrado il paziente di vedere il terapeuta e seguirne

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    il lavoro; questo contribuisce a infondergli fidu-cia e a rilassarlo maggiormente mettendolo nel-

    le migliori condizioni per beneficiare del tratta-mento senza trarne sensazioni negative.Il paziente dovr allentare tutto ci che nel suoabbigliamento pu costituire costrizione o com-pressione (le cinture, i colletti chiusi, i busti, ireggiseni, gli orologi, ecc.) onde facilitare il rilas-samento, la respirazione e una buona circolazio-

    ne. Questa situazione permetter una miglioretrasmissione bioelettrica e un facile passaggio dienergia, attraverso le vie biomatiche.

    a tecnic

    Occorre subito precisare che esiste una grandedifferenza tra il massaggio connettivale refles-sogeno e il trattamento reflessogeno del piede.Infatti il trat tamento connettivale violento e du-ro poich agisce per rullamento, stiramento e

    compressione in ampie zone della cute e dei tes-suti sottocutanei, mentre il trattamento di refles-sologia del piede meno drastico e certamentemolto pi gradevole in quanto agisce in uno spe-cifico punto con una pressione graduata e ritmi-ca. Le reazioni sono quindi meno sgradevoli diquelle che si possono provocare con il massaggio

    connettivale che pu arr ivare a produrre talvoltalo svenimento del paziente.Dopo averlo fatto sdraiare, il terapeuta procede-r a prendere possesso dei piedi del pazientesfiorandoli leggermente, manipolandoli in mododa creare una prima intesa con lui, mentre lo si

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    inviter ad eseguire dei profondi respiri. Questoper facilitare nel paziente stesso una sensazione

    di completo rilassamento che indispensabileper ottenere le condizioni operative ottimali.il massaggio reflessogeno del piede fatto sempre ed esclusivamente esercitando una pressionecon il pollice. I1 punto di contatto tra lJepidermi-de del paziente e il terapeuta rappresentato dalcentro del polpastrello di questJultim o (all incir-

    ca nella zona dove si trova il dermoglifo).Chiaramente le unghie delle dita dell operatoredovranno essere corte in modo da non causare,neppure accidentalmente, una qualsiasi sensazio-ne dolorosa del piede trattato.I1 movimento di massaggio avviene nel modo se-guente

    a) palpare il punto da massaggiare con il polpa-strello del pollice e dito esteso in posizione natu-rale;b) esercitare sul punto una pressione senza spo-stare il dito ma flettendone la prima falange tan-to da formare un angolo di circa 7 4

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    Alternando i movimenti sopra descritti si avran-no due momenti (uno attivo e l'altro passivo) diun ritmo ondulatorio che. ripetendosi su un'areadi pochi millimetri indurr il diffondersi armoni-c o d i una energia benefica nel tessuto dolorantedel piede.

    importante non flettere m i il pollice 90 : neverrebbe una pressione angolosa e dura con lapossibilit che l'unghia dell'operatore intervenga

    sull'epidermide provocando dolore (fig. 5).La pressione esercitata dovr essere tale da nonprodurrebun dolore insopportabile rimanendoneper al limite, in uno stadio che si potrebbe defi-nire di doloroso piacere. da tenere presente che la sensibilit dell'amma-lato non solo varia da individuo a individuo, ma

    diverso anche nel medesimo soggetto da un trat-tamento all'altro o, addirittura nel corso dellastessa seduta a seconda dell'organo trattato o intempi successivi. quindi importantissimo per il terapeuta, acqui-sire la capacit di graduare nel modo esatto l'in-tensit della pressione del pollice.

    Tale equilibrio , un bravo operatore lo raggiun-ger automaticamente con la pratica, sia osser-vando le reazioni mimiche del paziente sia affi-nando e attivando la sua personale sensibilit amettersi in armonica sintonia con chi si sottopo-ne alle sue cure.Idealmente il terapeuta dovr pensare che, men-tre esercita la pressione attraverso il pollice laforza impiegata parte dal centro della sua manocome un fascio di energia che viene trasmessa almalato. Occorre quindi che l'attenzione del tera-peuta sia concentrata su ci che sta facendo e checi sia da parte sua un atteggiamento psichico

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    favorevole nei confronti del pazienteI1 trattamento proceder attraverso una ininter-

    rotta alternanza delle due fasi di stimolazioneche dovr tenere conto dello sta to del paziente.Se l paziente eccessivamente eccitato e teso,si proceder con movimenti lenti e dolci che ser-viranno a tranquillizzarlo;Se l paziente reagisce apaticamente, si dovran-no accellerare i ritmi con movimenti un poco ner-vosi per eccitarlo;Per accertare lo stato di salute del paziente, lapressione del pollice dovr essere accentuata sinoa provocare una reazione dolorosa nell'ammalato.

    Le modalit di applicazione

    I risultati ottimali sono raggiungibili tenendopresenti alcuni fattori che elenchiamo qui di se-guito:1) Non eseguire la terapia se il soggetto eccessi-vamente stanco, stressato, sotto digestione, in pe-riodo mestruale. Se si sottoposto a sforzo pro-lungato bisogna lasciar passare almeno due oreprima di sottoporlo a trattamento.2 Invitare il paziente a non assumere alcun far-maco durante il periodo di trattamento, special-mente in presenza di fat ti diarroici.

    3) Evitare categoricamente il massaggio in casodi trombosi.4) Se possibile, eseguire i trattamenti nelle ore e neigiorni bioritmicamente positivi per il paziente. Avolte un cambiamento di orario o uno scarto digiornata modifica il rendimento della terapia.

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    5) I1 terapeuta deve evitare di concedere eccessi-va confidenza al paziente: un certo distacco sidimostrato efficace.6) La terapia non pu essere quotidiana (se non incasi particolarissimi); necessario concedereall organismo il tempo spontaneo di reazione.7 Nei casi acuti (coliche o simili), inizialmentetrattare i punti dolenti col metodo sedativo anchedue volte al giorno.

    8) consigliabile esercitare la pressione su l pun-to dolente mentre la respirazione del pazientein fase inspiratoria.9) Per rilassare imprimere un leggero movimentorotatorio col pollice verso l interno del piede; perstimolare eseguire il movimento contrario (vedifig. 6 a pagina 48)10) Nei pazienti sofferenti di tu rbe nervose ne-cessario procedere con estrema delicatezza sulplesso solare; la loro ipersensibilit pu scatena-re dolori insopportabili.Con i bambini il massaggio va eseguito con toccoleggero e per pochi minuti.11) In caso di gravidanza si consiglia il terapeutadi eseguire il massaggio, ma con delicatezza poi-ch il trattamento influisce sia sulla gestante chesul nascituro. Se il terapeuta sar capace edesperto il risultato sar ottimale, avendo l avver-tenza di non insistere sull utero.12) La durata del massaggio non dovrebbe supe-

    ra re i venti minuti per piede; un eccesso di stimo-lazione potrebbe essere controproducente spe-cialmente per gli organi da tempo congestionati.Massaggiare per un paio di minuti i pynti dolentiper poi eventualmente ritornarvi. Alternare unpiede all altro per ogni singolo organo.

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    e reazioni

    molto importante, prima di procederenell esposizione della tecnica del trattamento re-flessogeno fare il punto su quelle che sono le rea-zioni provocate dal tra ttamento stesso.

    ovvio che si tratta sempre di reazioni moltosoggettive: ogni paziente ne avr di diverse espesso imprevedibili ma in linea di massima sitratter di fenomeni che si verificheranno nelcorso dei primi trat tamenti e che si attenuerannocon il procedere della cura.

    opportuno avvertire il paziente che l accentuar-si dei dolori o dei malanni tra il terzo e il sestomassaggio indica che il fisico reagisce positiva-mente alla cu ra e che in breve se ne avvertirannoi benefici.Sar in base a queste reazioni che il terapeuta do-vr dosare la frequenza dei trattamenti e stabili-re i ritmi, in quanto le reazioni derivano dallosmuoversi della circolazione linfatica che ovvia-mente varia da individuo a individuo.

    chiaro che i benefici saranno tanto pi rapidiquanto pi i disturbi saranno di origine recente. Icasi cronicizzati richiederanno pi sedute e unamaggiore costanza nella cura.Le reazioni pi comuni nel corso del trattamentoreflessogeno sono1) Senso di stanchezza, sudore alle mani, sensa-zione di freddo, febbre, aumento delle secrezioni.

    Anche se si tratta di reazioni del tutto naturaliche non devono impressionare e che si ripeteran-no in modo sempre meno evidente nel corso delleterapie successive, bene sospendere il trat ta-mento alla comparsa dei fenomeni qualora essifossero molto intensi.

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    2) Pu accadere che il paziente durante il tra tta -mento stringa i denti. Si tratt a di una reazione na-

    turale al dolore che avverte in presenza della lo-calizzazione di un malanno nella zona di riflessodel piede. necessario per avvertirlo di evitarequesta reazione in quanto questo atteggiamentofisico attenua grandemente, sino ad annullarli, ibenefici del massaggio.3 molto facile che nel corso della terapia le pa-zienti possano lamentare squilibri nel ciclo me-struale come amenorrea, dismenorrea o addirittu-ra mutamenti nelle ricorrenze mensili. Anche inquesto caso si tratta di fenomeni transi tori desti-nati a scomparire in breve tempo. In caso di inci-piente menopausa il trattamento ne attenua i di-sturbi protraendo i cicli e contribuendo a riequili-brare l organismo dal punto di vista ormonale.4) Chi soffre di calcolosi, ovvero il portatore dipiccoli calcoli al rene, fegato o cistifellea va trat -tato con molta cautela in quanto il massaggio re-flessogeno pu provocare un processo di espul-sione, specialmente tra il terzo e il sesto tratta-

    mento. In questi casi comunque la cura r isulta ef-ficace e successivamente i dolori si attenuerannosino a scomparire.Se per i calcoli saranno troppo voluminosi anzi-ch passare si avranno coliche. Quindi attenzione,in questi casi mandare il paziente dal medico peraccertare lo stato dei calcoli radiologicamente.

    5 Tra il terzo e il sesto trattamento, come detto inprecedenza, possibile che il paziente awerta unasensazione di disagio. I dolori possono accentuarsie vecchie malattie non ben curate o ancora latentipossono riaffacciarsi. Anche in questi casi la rea-zione del tutto naturale e la cosa migliore da fare

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    insistere e non allarmarsi. infatti dopo il quartoo il sesto trattamento che i fenomeni cominceranno

    ad attenuarsi fino a scomparire del tutto.6 La risposta alla terapia ovviamente soggettivae varia da individuo a individuo. Generalmente unciclo di cura si conclude dopo una decina di tratta-menti ma in molti casi sono neccessari venti o pimassaggi per ottenere i risultati sperati.

    naturale che ogni tipo di malattia produce rea-

    zioni diverse e particolari che andranno vagliateattentamente caso per caso. i avanti nel corsodel libro ne verr fatta una attenta segnalazionequando andremo ad esaminare nel dettaglio i sin-goli organi.

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    IDENTIFIC ZION E PUNTI

    Dopo quanto esposto nelle pagine precedenti pas-siamo ora ad esaminare il metodo da seguire pergiungere ad identificare i vari punti di riflessosul piede e, attraverso un particolare esame, arri-vare ad accertare lo stato di salute della personapresa in esame.

    questo punto si dovranno afferrare con le pro-

    prie mani i piedi del paziente con una certa sicu-rezza.questo un tipo di presa che serve a dare tran-

    quillit a chi si sottopone al trattamento e nelcontempo pu essere di una certa utilit per l ac-certamento dello sta to di salute. Infatti, afferran-do i piedi e toccandoli in modo quasi da accarez-

    zarli nella loro generalit si pu agevolmente sen-tire al tat to se ci sono dei mutamenti nella sottocu-te o indurimenti nella muscolatura. Si trat ta in so-stanza di acquisire una certa sensibilit, d altraparte non proprio difficilissima da raggiungere,tale da consentire di risalire alle condizioni di

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    salute del paziente da questo esame tattile.Dopo questo primo sommario esame si passer

    ad un controllo dettagliato di tutti i punti di ri-flesso, passando via via in rassegna tutt i gli orga-ni del corpo.Per chi si accosta alla reflessologia sar utile ri-chiamare l attenzione sul fatto che nel procederead un esame sistematico indubbiamente neces-sario un minimo di conoscenza della anatomia e

    fisiologia umana.Infatti per poter giungere ad una esatta localizza-zione dei punti di riflesso posti sui piedi indi-spensabile tenere presente la suddivisione verti-cale in dieci zone e quella orizzontale in t re setto-ri che gi abbiamo avuto modo di esaminare pre-cedentemente.

    Queste linee immaginarie vanno abbinate all ana-tomia umana e quindi per una pi precisa identi-ficazione dei punti indispensabile una cono-scenza abbastanza approfondita almeno delloscheletro del piede (vedi figura).

    utile ricordare che i punti dell agopunturacoincidono perfettamente con quelli della refles-sologia del piede.La metodologia nell accertamento dello s tato disalute segue un preciso schema e dovr venireeseguita dai singoli operatori con la massima pre-cisione.L importante che si esaminino tut ti i punti perpoter arr ivare ad una visione generale della s tatodi salute.In queste pagine seguiremo lo schema adottatodall autore e messo a punto attraverso una ricercaed una precisa applicazione durata parecchi anni.

    preferibile iniziare il trattamento partendo dalpiede sinistro.

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    I1 primo punto sul quale il pollice del terapeuta siposer quello che corrisponde all ipofisi (fig.7-8 . Esso si trova plantarmente sotto l alluce,normalmente al centro di esso, comunque esatta-mente al centro di quel disegno concentrico chesi trova anche nelle dita della mano.

    calotta cranica meningi

    estro s n s t ro

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    I1 punto di riflesso corrispondente all'ipofisicoincide col punto dove posto il dermoglifo ,

    cio il centro di questa impronta. Succede tal-volta che, per l'uso di scarpe non troppo adatteoppure per il modo di posare la pianta del pie-de, il dermoglifo non si trovi proprio al centrodell'alluce ma sia spostato lateralmente. In talcaso il punto di corrispondenza sar a sua voltaspostato, cio il punto di riflesso dell'ipofisi o

    ghiandola pituitaria corrisponde sempre al der-moglifo. questo un punto molto importanteperch l'ipofisi rappresenta il centro di coman-do del nostro organismo.Naturalmente il punto dell'ipofisi si trover suambedue i piedi.

    Tutto intorno al punto corrispondente all'ipofisi,e sempre plantarmente vi la zona corrisponden-te al cervello (fig. 7-8). Si tratta della parte diremopi tondeggiante del polpastrello dell'alluce (oprimo dito) e che ricopre normalmente la parteinferiore della seconda falange dell'alluce.

    La parte del polpastrello che inferiore rispettoalla precedente e che va spegnendosi verso la pri-ma falange, corrisponde al cervelletto tronco ce-rebrale (fig. 7-8).

    Nella parte inferiore di questo punto localizzatala base cranica (fig. 7-8).

    Dal cervelletto, spostandoci sul fianco posto dal-la parte del secondo dito troviamo il processomastoideo le tempie e la mandibola (fig. 7-8).

    I1 processo mastoideo il punto che si trova esat-tamente alla altezza del cervelletto, mentre i pun-ti che corrispondono alla tempia e alla mandibola

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    si trovano pi in su, con andamento paralleloall unghia verso la punta dell alluce.

    All incirca alla met di questa zona e praticamen-te in linea retta con l angolazione dell unghia, sitrova un punto che corrisponde alla circonvolu-zione precentrale.

    tempia masce llare superiore ca lotta cranica rneningi

    rnastoide

    fig

    Procedendo verso l alto incontriamo la volta cra-nica e le meningi (fig. 9-10) che sono situate esat-tamente sulla punta dell alluce.

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    Riportiamoci ora al di sotto del polpastrello,sempre plantarmente all alluce. Noteremo un in-

    cavo che corrisponde all incavo della prima fa-lange del dito. Qui localizzato l atlante e l epi-strofe0 (fig. 9-10), ovvero la prima e la secondavertebra cervicale.Le altre vertebre cervicali (fig. 9-10), dalla terzaalla settima, sono poste nell ordine, medialmenteall alluce, di fianco alla zona dell atlante epistro-

    feo, sul fianco della prima falange che volto ver-so l interno del piede.Esercitando la pressione del dito lungo il fiancodella prima falange dell alluce, troveremo la terza,la quarta, la quinta e infine la settima cervicale,che si trova in pratica in corrispondenza della ar-ticolazione metatarso falangea dell alluce, puntodove ha anche inizio la linea di cingolo scapolare.Scendendo sempre con il medesimo andamentolungo il primo metatarso quindi lungo il primocuneiforme e lo scafoide, toccheremo successiva-mente tutta la colonna vertebrale (fig. 9-10), dallacervicale, alla dorsale o toracica, alla lombare, al-la sacrale, per finire alla coccigea.Pi esattamente, procedendo lungo il fianco me-dio dorsale o parte interna del primo metatarsoincontreremo le dodici vertebre dorsali che van-no sino all articolazione col cuneiforme (meta-tarso-tarsale). Questo punto anche il punto dalquale ha origine l immaginaria linea indicata co-me linea margino-costale inferiore.

    Tra questa ultima linea e la terza, o linea di cingolopelvico troviamo le vertebre sacrali e coccigee.Le cinque lombari hanno andamento lungo ilmargine inferiore del cuneiforme, le sacrali lun-go il margine dorso laterale dello scafoide e infi-ne le cocci ee fino al margine dorso laterale

    ell astraga o o talo. Le vertebre coccigee termi-

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    nano sull astragalo in un punto che posto in li-nea retta sotto il centro del malleolo mediale.

    atlante epistrofeo

    destro pi nt re sinistro

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    In corrispondenza del malleolo e medialmente (cionella parte interna dei piedi) sulla linea ideale di cin-

    golo pelvico troviamo lasin isi

    pubica (fig. 10); natu-ralmente essa divisa in due e se noi avviciniamo ipiedi in modo che i malleoli si uniscono o per lo me-no si awicinino tra loro abbiamo il pube .Seguiamo sempre l'impalcatura ossea del corpo. la volta adesso delle spalle (fig. 11-12). I1 puntodi riflesso delle spalle si trova proprio sulla linea

    di cingolo scapolare della articolazione metatar-so falangea del quinto dito, e si estende dalla epi-fisi prossimale della prima falange alla epifisi di-stale del 5 metatarso, arrivando allo spazio infra-digitale tra il 4 e il 5 dito.I punti di riflesso hanno qui un andamento ugua-le a quello del quinto metatarso. I1 braccio (fig.11-12) infatti corrisponde al metatarso nella suaparte latero-dorsa1e:Nella zona della epifisi pros-simale del quinto metatarso si identifica il gomi-to (fig. 1 1-12). Da qui con andamento che tende apuntare verso il malleolo e percorrendo il cuboi-de abbiamo successivamente l'avambraccio equindi il polso con la mano dentro la fossetta do-ve sito il muscolo pedidio (fig. 11-12)

    sinfisi pubica Irachide lombo sacro~coccige0 l

    \ rachide dorsale 1

    \ schide cervicaleFig. l

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    Bisogna prestare particolare attenzione al puntocorrispondente alla mano che si trova sul piededestro. Qui si trova un altro punto di riflesso ab-bastanza importante, punto che quasi congiun-to alla zona della mano. Si tratta della v lvol ileocec le o appendice indiretta fig. 1 12 .

    visione dors le

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    dx laterale sx l a te ra le

    valvola ileo cecaleappendice Indiretta

    avambraccio

    Sempre lateralmente al piede troviamo la zona diriflesso dell anca o articolazione coxo femorale(fig. 13) che posta a forma di semicerchio esatta-

    mente ad abbracciare nella sua parte inferiore ilmalleolo lateralmente al piede.Dal centro di questa zona seguendo una lineache idealmente va a raggiungere il centro del cal-cagno si identificano i punti di riflesso della COscia (fig. 13).Sempre lateralmente, in proseguimento della li-

    nea della coscia e sulla curva del calcagno, esatta-mente dove il piede si arrotonda troviamo il pun-to di riflesso del ginocchio (fig. 13). Da qui le zonedi riflesso relative agli arti inferiori hanno un an-damento che procede lungo la pianta del piede.La gamba (fig. 13), partendo dalla curva del calca-gno ove si trova il ginocchio si stende con anda-

    mento rettilineo che passa dal centro del calcagnosin quasi a toccare la ideale linea di cingolo pelvi-co. Il piede si innesta nella linea della gamba e conandamento da mediale a laterale, cio che sale ver-so l arco plantare va a toccare l ideale linea di cin-golo pelvico. In pratica lungo questa zona abbia-mo esattamente la punta del piede (fig. 13).

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    x l ter le s x l ter le

    articolazione coxo femorale

    Coscia

    .

    ,

    destroplont re sinistro

    6

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    destropi nt re

    denti inferiori sinistro

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    Passiamo ora ad esaminare i punti di riflesso rife-rentesi ai denti, punti che si trovano tut ti localiz-zati sulle dita dei piedi (fig. 14-1 5-16).Pensando idealmente agli alluci come il centrodella bocca troveremo via via gli incisivi, i canini,i prernolari e i molari, distribuiti progressivamen-te dagli alluci al quinto dito.Plantarmente avremo i denti inferiori e dorsal-mente i denti superiori. Pi precisamente trove-remo, per i denti inferiori:

    a) l incisivo sulla pa rte laterale dell alluce,nell angolo inferiore della zona delle meningi eimmediatamente sopra alla zona della tempia;

    b) il secondo incisivo localizzato sulla met delpolpastrello del secondo dito medialmente;

    C) il canino si trova sulla met laterale del polpa-stre llo del secondo dito;

    d) i premolari si trovano sul terzo dito: il primosulla met mediale del polpastrello e il secondosulla met laterale;

    e) lo stesso per i molari che si trovano sul quar-to dito: il primo sul polpastrello dalla parte me-diale e il secondo dalla par te laterale;

    f il terzo molare, o dente del giudizio, situatosull intero polpastrello del quinto dito.

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    in is ivi

    Quanto detto per i denti inferiori o mandibolarivale anche per i denti rnascellari o superiori che

    hanno i relativi punti di riflesso sulle stesse ditama dorsalmente. anche da tener presente chementre i denti mandibolari sono localizzati suipolpastrelli, cio sulla punta delle dita (falanget-te), i denti mascellari sono in corrispondenza conle falangine e le falangi, cio pi bassi.Pi precisamente i denti superiori sono disposti

    nel modo seguente:a) l incisivo centrale superiore situato trasver-salmente sulla falangina del primo dito o alluce);b) il secondo incisivo si trova, longitudinalmente,sulla parte mediale del secondo dito, mentre il ca-nino sempre longitudinalmente, in corrispon-denza della parte laterale del medesimo dito;C) sul terzo dito troviamo i premolari, uno perparte;d) sul quarto dito i molari;e) infine sul quinto dito abbiamo il dente del giu-dizio o terzo molare.

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    visione dorsaledenti sup riori

    e 2 0

    molare

    30 molare

    Fig 16

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    Durante l accertamento dello stato di salute, se-condo questa metodologia, prima si passer al-

    l esame dei denti mandibolari e auindi a auellimascellari.Gli occhi e le orecchie si trovano in corrispon-denza delle falangi delle varie dita, (fig. 17).Pi precisamente per gli occhi i punti di riflessosono posti lungo le falangi del secondo e del terzodito, plantarmente, e quasi a formare una specie

    di U.Gli orecchi si trovano anch essi sulla pianta delpiede a formare una sorta di ma lungo le falan-gi del quarto e del quinto dito.

    Naturalmente la zona dell occhio posta sul piededestro si riferisce all occhio destro, mentre la zona posta sul piede sinistro si riferisce all occhiosinistro, ed idem si deve intendere per gli orecchi.Una zona molto interessante quella della tiroide. Questa zona la troviamo, sempre plantarmen-te, sotto l alluce; in pratica corrisponde alla partepi alta del primo metatarso e comprende l arti-colazione metatarso falangea dell alluce (fig. 17).

    Nella parte laterale di questa zona sull articola-zione volta verso lo spazio interdigitale tra l al-luce e il secondo dito si trovano due e talvoltatre punti posti in linea lateralmente lungo l os-so e che corrispondono alle ghiandole paratiroidi (fig. 17).Di fianco alla zona della tiroide e andando verso

    la parte laterale del piede troviamo i polmoni. Lazona polmonare si estende lungo il secondo, il ter-zo, il quar to e il quinto metatarso. questa unazona parecchio vasta che, osservando attenta-mente la pianta del piede spesso si nota ben deli-neata e molto riconoscibile (fig. 17 .

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    destro pi nt re sinistro

    9

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    Verticalmente, partendo dall'intersezione tral'alluce e il secondo dito e scendendo in linea di-ritta fra il primo e il secondo metatarso abbiamol'albero bronchiale e l'esofago (fig. 18).Plantarmente al-piede sinistro, fra il primo, il se-condo e il terzo metatarso si trova la zona di ri-flesso del cuore (fig. 18).Questa zona si sovrappone alla zona di riflesso delpolmone e si potrebbe quindi pensare che il fattopossa ingenerare confusione, ma non cos. Nellapratica, infatti, procedendo con la pressione del ditoin un determinato senso si solleciter unicamentela risposta della zona polmonare se su di essa chesi conduce l'indagine o sulla zona del cuore se siprocede all'accertamento relativo a questo organo.Questa diversificazione tra parti diverse possibilepoich ogni singolo organo ha una sua particolarerisposta a livello nervoso che consente, appunto, dievitare ualsiasi confusione con altri organi.Nella re essologia del iede un punto che ha note-

    ole importanza quel o del plesso solare (fig. 19).La sua identificazione abbastanza facile ma o pportuno segnalare che questo punto l'unico cheper poter essere stimolato dal pollice dell'operatore abbisogna di una particolare manovra, manovrache peraltro assai semplice: usando la mano sini-stra si estender al massimo all'indietro il terzo di-to del piede che si sta esaminando.Si noter subito che il cuscinetto che posto sul-la pianta del piede sotto le dita subisce una piccola

    rotazione. I1 plesso solare si trova esattamente nel-la parte inferiore di questo cusZinetto, in linea ret-ta con il terzo dito, in una sorta di incavo che si sa-r formato dopo avere proceduto all'estensione deldito come spiegato precedentemente.Premendo su questo punto e puntando un pocoverso l'alto non si avr difficolt ad individuare il

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    punto di corrispondenza col plesso solare.Su questo punto si raccomanda di agire sempre

    con molta precauzione perch spessissimo esso

    assai dolente in particolare su soggetti nervosi otesi. Una eccessiva pressione potrebbe causaredolori acutissimi ed intollerabili.

    albero bronchiale esofago

    destropi nt re s n stro

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    PRONTO SO ORSO

    bene ev idenziare sub i to l enorme im po r tan zache qu es to pu nto r iveste i n caso d i soccorso d ur-genza.Ag endo s ul plesso solare s i pu an ch e giungere asa lvare una v i ta u m a n a e , a lm e n o per que l lo cher iguarda qu esto pun to, sarebbe be ne che tu t t i im edici e i param edici che son o add et t i a i serviz i

    di pronto soccorso ne imparassero la tecnica re-lessogena rela tiva.I n quals ias i t ipo di sven ime nto, d i perdi ta di co-scienza ( t raum at ica o no) o di shoc k, s i cer t i chequa lunqu e s ia l ent i t del d ann o, l individ uo col-pi to ne t rarr im m ed ia to benef ic io.S i devono a ffe r ra re con temporaneamente i due

    piedi agen do, c o n u n a pressione piu t tosto energi-ca, su am b ed u e i p un ti del plesso solare. Per pote rvrocedere si do vra nn o es tendere co n i m e d i le du eterze d i ta de i p ied i pre m en do c o n i pollic i i n m o d ori tmico e vigoroso sui pun t i d i r if lesso. S i cont i -nuer sino a q u a n d o la persona colpita avr r ipre-so conoscenza oppure s ino a ll a r rivo d i u n m ed ico

    o d i un a amb ulan za che , co n le a t trezza ture chedovrebb e avere, potr fornire u n a assiste nza ade-guata al caso.Questo inte rven to d urgenza stato pi vo lte speri-mentato in casi d incidenti stradali dove, personeco n pulsazioni lentissime e prive di respiro h a n nouo tuto ritornare i n breve allo stato norm ale.

    I n particolare si r icorda i l cas o d i u n a persona ch eda c i rc a d ue m in u t i n o n respirava e s tava per morire soffocata da u na em orragia in terna: do po u natrent ina di secondi d i t ra t tam ento . i l malcawita toebbe forti sbocchi d i san gue e riprese a resp;rare ecos fu possibile salvargli la vita.

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    destro piantare sinistro

    In una zona che si estende dal secondo al quintometatarsi del piede destro e sempre plantarmen-te si trova il fegato (fig. 20 . L andamento di que-sta zona corrisponde esattamente alla forma del

    fegato e sar nella sua linea superiore paralleloalla linea di cingolo scapolare, scender di pilungo il quinto e il quarto metatarso per ridursinotevolmente lungo il terzo metatarso e interes-sare solo in piccola parte il secondo metatarso.Quasi al centro della zona del fegato e in linea ret-ta sotto il quarto dito, circa al centro del quarto

    metatarso, si trova il punto di riflesso della cistifellea (fig. 20 . Per stimolare opportunamentequesto punto bisogner procedere all estensionedel quarto dito come stato indicato per raggiun-gere il plesso solare. Alla palpazione sentiremo larotondit della epifisi prossimale della falange.

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    cistifellea indiretta

    Fig 2

    fegato

    /

    A istifellea

    :: cO1edOcO

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    I1 punto che ci interessa si trova in corrisponden-za della curvatura dell osso. Da questo punto,procedendo lungo una linea retta che attraversadiagonalmente la pianta del piede per congiun-gersi alla ideale linea margino costale inferiore,troviamo il coledoco (fig. 20).Si tenga presente che esso ha un andamento dalquarto al secondo metatarso.Lo stom co si trova distribuito plantarmente suidue piedi. Esso corrisponde al terzo medio deiprimi metatarsi (fig. 21).La zona dello stomaco ha una forma all incircacome quella di un uovo. La prima met come sidetto, idealmente in corrispondenza della partemediale (3 medio) bassa del metatarso del primodito del piede sinistro e la seconda parte in ugua-le corrispondenza ma sul metatarso del primo di-to del piede destro.Sul piede sinistro, nella parte pi alta della zonadello stomaco e in linea re tta con lo spazio inter-digitale tr a il primo e il secondo dito situato ilpunto di riflesso del c rdi s (fig. 21).I1 piloro invece si trova nella zona dello stomaco,

    sul piede destro, ma stavolta nella par te pi bas-sa e sempre in corrispondenza dello spazio inter-digitale tra l alluce e il secondo dito (fig. 21).Dalla zona del piloro e formando una sorta di an-sa che passa sopra l articolazione tra il metatarsoe il primo cuneiforme, sempre del piede destro,ha inizio il duodeno (fig. 21). Idealmente esso pas-

    sa sopra l articolazione metatarso falangea poi,con andamento che si mantiene sul cuneiforme,va a inserirsi sotto la linea margino costale infe-riore, passa sul piede sinistro, sempre mantenen-dosi sotto la linea margino costale inferiore poi,con andamento parallelo ad essa passa sopra ilprimo, secondo e terzo cuboide.

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    stom co

    n

    destropi nt re s i n i s t r o

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    Si tenga presente che la zona di riflesso relativaallo stomaco ha la medesima ampiezza del pollicedel paziente che si sta tra ttando. ovvio che talearea si deve intendere ripetuta sui due piedi.

    punti di riflesso dell intestino si estendono plan-tarmente al centro dei piedi destro e sinistro.Per una esatta individuazione di questi punti di-remo che tu tto l intestino compreso, ad eccezio-ne di piccolissime parti, negli spazi delimitatidalle linee ideali margino costale inferiore e dicingolo pelvico (fig. 22-23).Iniziamo a individuare i punti intestinali dell in-testino cieco che si trova sulla pianta del piededestro sotto la parte pi alta del calcagno, quasiall articolazione con il cuboide.Da questo punto, procedendo in linea retta, risalen-do lungo il cuboide in direzione del quinto dito, tro-viamo il colon ascendente che praticamente giun-ge sopra la linea margino costale sino sotto la zonainferiore del fegato (ipocondrio destro), qui fa unacurva, un ansa e quindi con andamento interno epressoch parallelo alla linea margino costale infe-riore continua, identificandosi con la zona del CO-

    lon trasverso, zona che si interrompe quando lapianta del piede curva nel suo lato mediale, percontinuare nel punto corrispondente sul piede sini-stro. Qui avremo i punti di riflesso relativi al colontrasverso che, con andamento pressoch paralleloalla linea margino costale inferiore, attraversanol intera pianta del piede sfiorando la parte inferio-

    re della zona della milza (ipocondrio sinistro) perpoi curvare con un ansa che si accavalla alla lineaideale margino costale inferiore e qui scende.La linea che si sovrappone all epifisi del quintometatarso e al cuboide per toccare infine la partealta del calcagno (sigma). Questa parte discenden-

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    colon scendente

    colon tr sverso

    destro

    ieco

    Fig 22

    ntestino tenue

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    sigma

    Fig 3

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    colon discenden

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    te si identi