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302-13/15.OSZE--OSCE/2015 - Jahresbericht--Rapport annuel Bundesversammlung Assemblée fédérale Assemblea federale Assamblea federala 16.011 sn Delegazione presso l'Assemblea parlamentare dell'OSCE. Rapporto Rapporto della Delegazione svizzera presso l'Assemblea parlamentare dell'OSCE del 31 dicembre 2016 La Delegazione rappresenta il Parlamento svizzero presso l’Assemblea parlamentare dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (AP OSCE). In tale funzione, partecipa alle diverse riunioni e attività svolte nell’ambito dell’AP OSCE o delle istituzioni associate a quest’ultima. Conformemente all’articolo 9 capoverso 2 dell’ordinanza del 28 settembre 2012 dell’Assemblea federale sulle relazioni internazionali del Parlamento (ORInt; RS 171.117), vi presentiamo il seguente rapporto sull’attività della Delegazione nel 2015. Proposta della Delegazione Vogliate prendere atto del rapporto. In nome della Delegazione: Il presidente Andreas Aebi Contenuto del rapporto 1 Introduzione 2 Riunione invernale dell’AP OSCE e Forum mediterraneo dal 18 al 20 febbraio 2015 a Vienna 3 Sessione annuale dell’AP OSCE dal 5 al 9 luglio 2015 a Helsinki, Finlandia 4 Riunione autunnale dell’AP OSCE dal 15 al 18 settembre 2015 a Ulan Bator, Mongolia 5 Considerazioni della Delegazione 6 Spese di trasferta della Delegazione e-parl 13.05.2016 07:54

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302-13/15.OSZE--OSCE/2015 - Jahresbericht--Rapport annuel

B u n d e s v e r s a m m l u n g

A s s e m b l é e f é d é r a l e

A s s e m b l e a f e d e r a l e

A s s a m b l e a f e d e r a l a

16.011 sn Delegazione presso l'Assemblea parlamentare dell'OSCE. Rapporto

Rapporto della Delegazione svizzera presso l'Assemblea parlamentare dell'OSCE del 31 dicembre 2016

La Delegazione rappresenta il Parlamento svizzero presso l’Assemblea parlamentaredell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (AP OSCE). In tale funzione, partecipa alle diverse riunioni e attività svolte nell’ambito dell’AP OSCE o delle istituzioni associate a quest’ultima.

Conformemente all’articolo 9 capoverso 2 dell’ordinanza del 28 settembre 2012 dell’Assemblea federale sulle relazioni internazionali del Parlamento (ORInt; RS 171.117), vi presentiamo il seguente rapporto sull’attività della Delegazione nel 2015.

Proposta della Delegazione

Vogliate prendere atto del rapporto.

In nome della Delegazione:Il presidente

Andreas Aebi

Contenuto del rapporto1 Introduzione2 Riunione invernale dell’AP OSCE e Forum mediterraneo dal 18 al 20 febbraio 2015 a Vienna3 Sessione annuale dell’AP OSCE dal 5 al 9 luglio 2015 a Helsinki, Finlandia4 Riunione autunnale dell’AP OSCE dal 15 al 18 settembre 2015 a Ulan Bator, Mongolia5 Considerazioni della Delegazione6 Spese di trasferta della Delegazione

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1 Introduzione

Istituita nel 1990 dalla Carta di Parigi per una nuova Europa, l’Assemblea parlamentare dell’OSCE è composta di parlamentari di 57 Stati dell’America del Nord, dell’Europa e dell’Asia centrale. L’APOSCE è investita del ruolo di garante della sicurezza e della cooperazione in Europa. Il compito principale dei 323 membri dell’Assemblea consiste nel promuovere il dialogo e la collaborazione interparlamentare al fine di rafforzare la democrazia nell’intera area OSCE.

I Parlamenti degli Stati partecipanti hanno la facoltà di delegare propri rappresentanti nell’AP OSCE.L’Assemblea federale vi è rappresentata da otto parlamentari che costituiscono la Delegazione permanente svizzera presso l’AP OSCE.

Il presente rapporto è incentrato sugli interventi della Delegazione svizzera in seno all’AP OSCE, nonché sui dibattiti relativi a temi d’attualità che hanno caratterizzato le molteplici attività dell’APOSCE durante lo scorso anno. I rapporti elaborarti dal Segretariato dell’AP OSCE sulle riunioni svolte durante l’anno in rassegna possono essere consultati sul sito Internet dell’Assemblea(www.oscepa.org).

1.1 Struttura e funzionamento dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE

Gli organi principali dell’Assemblea sono la Presidenza, l’Ufficio presidenziale, la Commissione permanente, le tre Commissioni generali e il Segretariato internazionale.

In occasione delle sessioni annuali, l’Assemblea nomina il presidente, suprema autoritàdell’Assemblea, che ne dirige le riunioni. Nello svolgimento delle sue mansioni, viene affiancato da nove vicepresidenti, eletti dall’Assemblea per un mandato di tre anni. L’Ufficio presidenzialedell’Assemblea è costituito dal presidente, dai vicepresidenti e dal tesoriere. Il finlandese Ilkka Kanerva ha diretto i lavori dell’AP OSCE dall’estate 2014, data della sua elezione alla presidenza dell’Assemblea.

La Commissione permanente prepara i lavori dell’Assemblea tra le sessioni, assicurando così una maggior efficienza. Essa è composta dei membri dell’Ufficio presidenziale, dei membri degli uffici delle Commissioni generali e dei presidenti delle delegazioni nazionali.

Le tre Commissioni generali, ognuna con un ambito di competenza specifico, si occupano attivamente dei dossier dell’OSCE. La Commissione generale per gli affari politici e la sicurezza, la cosiddetta Prima Commissione, è competente per le questioni relative alle relazioni politiche tra gliStati e alla sicurezza militare, comprese le misure di politica di sicurezza, la riduzione degli armamenti, il mantenimento della pace, la prevenzione dei conflitti, la gestione delle crisi e la composizione pacifica delle controversie.

La Commissione generale per gli affari economici, la scienza, la tecnologia e l’ambiente, denominata anche Seconda Commissione, si occupa della cooperazione economica e dello sviluppo dell’economia di mercato nell’area OSCE. Inoltre, prende posizione su molteplici temi concernenti le questioni energetiche.

Infine, la Commissione generale per la democrazia, i diritti dell’uomo e le questioni umanitarie (oTerza Commissione) tratta le questioni umanitarie che rientrano nel campo di attività dell’OSCE.

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Gran parte dei problemi che si pongono in questo settore sensibile è trattata dall’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (UIDDU), dall’Alto Commissario per le minoranze nazionali e dal rappresentante dell’OSCE per la libertà dei mezzi d’informazione.

Le attività dell’AP OSCE sono concentrate in tre incontri annuali: la Riunione invernale, la Sessioneannuale e la Riunione autunnale.

In occasione della Riunione invernale l’Assemblea ha l’opportunità di informarsi presso i rappresentanti d’alto livello degli organi esecutivi dell’OSCE sullo stato degli affari rilevanti perl’Organizzazione. Inoltre, le Commissioni generali possono prepararsi per la successiva Sessione annuale. Infine, l’Assemblea si riunisce in seduta plenaria per dibattere temi d’attualità. Nel 2015 laRiunione invernale è stata contraddistinta, come già quella dell’anno precedente, da un dibattito sulla crisi in Ucraina e sulle risposte che l’OSCE può apportare (cfr. n. 2).

La Sessione annuale costituisce l’appuntamento principale dell’AP OSCE. I dibattiti assembleari, segnatamente quelli in seno alle Commissioni generali, si incentrano per lo più su un tema prestabilito. Ogni Commissione procede all’esame del rapporto e del progetto di risoluzione presentati dal rispettivo relatore generale sul tema in discussione. Una volta emendate in base alle decisioni prese in seno alle competenti Commissioni, le risoluzioni presentate dai relatori generali sono integrate nella Dichiarazione finale. Questo documento è approvato al termine della Sessione annuale dall’Assemblea riunita in seduta plenaria.

L’Assemblea tratta inoltre punti aggiuntivi che non riguardano il tema generale della Sessione annuale e che possono essere proposti da qualsiasi membro. Elaborati sotto forma di risoluzione, questi testi sono trasmessi per esame alle Commissioni generali competenti oppure, se le tematiche sollevate riguardano i lavori dell’insieme dell’Assemblea, sono trattati direttamente durante una seduta plenaria. In seguito, una volta approvate nel plenum, queste risoluzioni sono integrate nellaDichiarazione finale.

Nel 2015 la Sessione annuale è stata dedicata per il terzo anno consecutivo al tema generale Helsinki+40 (cfr. n. 3). L’Assemblea aveva avviato nel 2013 un processo di riforma in vista della celebrazione nel 2015 dei quarant’anni della firma a Helsinki dell’atto fondativo dell’Organizzazione.Va detto che questo tema generale era stato scelto dall’Ufficio presidenziale AP OSCE in seguito a una proposta presentata nel 2012 dalla Delegazione svizzera all’ex presidente dell’Assemblea, l’italiano Ricardo Migliori.

Ultima conferenza plenaria dell’anno, la Riunione autunnale dell’AP OSCE permette di approfondire un tema specifico. Nel 2015, su invito della delegazione mongola, la Riunione autunnale dell’AP OSCE si è tenuta dal 15 al 18 settembre a Ulan-Bator sul tema «Affrontare le sfide relative alla sicurezza all’interno e all’esterno dello spazio OSCE: il ruolo dei parlamentari nella cooperazione regionale» (cfr. n. 4).

Il rapporto di attività non sarebbe completo se non menzionasse gli aspetti salienti dei lavori annuali della Delegazione e i principali orientamenti strategici della stessa per il futuro. Questi sono illustrati nel penultimo capitolo del presente rapporto (cfr. n. 5).

Un’importante attività svolta dall’Assemblea è l’osservazione delle elezioni. Le missioni di osservazione elettorale sono svolte sotto la comune egida dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani e dell’AP OSCE. Nell’anno in rassegna, la consigliera nazionale Margret Kiener

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Nellen si è recata il 1° marzo in Tagikistan per le elezioni legislative. Ha inoltre partecipato alla missione di osservazione delle elezioni legislative anticipate in Turchia il 1° novembre.

Le irregolarità rilevate dagli osservatori impegnati in queste missioni sono riferite in rapporti dettagliati, consultabili all’indirizzo www.oscepa.org, pulsante «Election Observation».

Va inoltre segnalato che il consigliere agli Stati Filippo Lombardi ha partecipato dal 28 al 29 marzo 2015 a un seminario intitolato «Dal conflitto al compromesso: l’esperienza alla frontiera franco-tedesca». Questo seminario parlamentare, organizzato dalla delegazione tedesca all’AP OSCE e dal ministero tedesco degli Affari esteri si è svolta a Leinsweiler in Germania.

1.2 Composizione e organizzazione della Delegazione svizzera

La Delegazione è composta di tre parlamentari del Consiglio degli Stati e tre del Consiglio nazionale.Inoltre, sono designati quali membri supplenti un parlamentare del Consiglio degli Stati e uno delConsiglio nazionale (art. 6 cpv. 1 lett. e ORInt). La Delegazione si costituisce da sé per un periodo di quattro anni e designa per un biennio un presidente e un vicepresidente (art. 7 cpv. 1 ORInt).

Nel 2015 la Delegazione, presieduta dal consigliere nazionale Andreas Aebi (UDC / BE), era composta dei membri seguenti:- Filippo Lombardi (PPD / TI), vicepresidente della Delegazione;- Christine Egerszegi-Obrist, consigliera agli Stati (PLR / AG), membro titolare;- Ida Glanzmann-Hunkeler, consigliera nazionale (PPD / LU), membro titolare;- Margret Kiener Nellen, consigliera nazionale (PS / BE), membro titolare;- Alex Kuprecht, consigliere agli Stati (UDC / SZ), membro titolare;- Claude Hêche, consigliere agli Stati (PS / JU), membro supplente;- Hugues Hiltpold, consigliere nazionale (PLR / GE), membro supplente.

In seno alla Delegazione, i seggi nelle tre Commissioni generali dell’AP OSCE erano ripartiti comesegue:- Commissione per gli affari politici e la sicurezza: Ida Glanzmann-Hunkeler e Alex Kuprecht;- Commissione per gli affari economici, la scienza, la tecnologia e l'ambiente: Andreas Aebi e

Filippo Lombardi;- Commissione per la democrazia, i diritti dell’uomo e le questioni umanitarie: Christine

Egerszegi-Obrist e Margret Kiener Nellen.

La Delegazione svizzera si riunisce regolarmente a Berna per prepararsi alle riunioni dell’AP OSCEe per informarsi presso i rappresentati dell’Amministrazione federale competenti sulle questioni concernenti l’OSCE e l’avanzamento dei dossier governativi attinenti alle diverse attività dell’OSCE.

Nel corso dell’anno, la Delegazione si è riunita quattro volte, nelle date seguenti:- l’11 febbraio 2015,- il 27 maggio 2015,- il 2 settembre 2015,- il 16 dicembre 2015.

2 Riunione invernale dell’AP OSCE e Forum mediterraneo dal 18 al 20 febbraio 2015 a Vienna

La Riunione invernale dell’Assemblea parlamentare si è tenuta a Vienna dal 19 al 20 febbraio. Nel corso di questa prima Assemblea plenaria dell’anno, diversi esperti e alti rappresentanti dell’OSCE si

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sono espressi su argomenti relativi ai temi di loro competenza. La perdurante crisi in Ucraina è stata trattata in un dibattito speciale in sede di seduta plenaria. I partecipanti hanno potuto inoltre prendere confidenza con i temi dei rapporti delle tre Commissioni generali, ultimati durante la Sessione annuale a Helsinki. Queste Riunione invernale ha ospitato anche il Forum mediterraneo che si è svolto il 18 febbraio.

Sotto la guida del suo presidente, il consigliere nazionale Andreas Aebi, la Delegazione svizzera era rappresentata a Vienna dai consiglieri agli Stati Filippo Lombardi e Christine Egerszegi-Obrist e dai consiglieri nazionali Ida Glanzmann-Hunkeler e Hugues Hiltpold.

2.1 Il Forum mediterraneo del 18 febbraio 2015

Al centro del Forum mediterraneo è stato il tema della promozione della sicurezza e della cooperazione nel Mediterraneo. Sotto la presidenza di Isabel Pozuelo (Spagna), hanno preso la parola l’ambasciatore Rüdiger Lüdeking, presidente del gruppo di contatto dell’OSCE con i partner mediterranei sulla cooperazione e i presidenti delle delegazioni parlamentari dei partner mediterranei dell’OSCE (Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Marocco e Tunisia).

Nella sua allocuzione inaugurale, la deputata spagnola ha toccato le numerose problematiche legate al bacino del Mediterraneo, quali la migrazione, le minacce di violenza estremista, le sfide permanenti poste dalla primavera araba e dal conflitto israelo-palestinese e il dibattito sullo statuto della Palestina.

L’ambasciatore Lüdeking ha descritto il lavoro svolto dal gruppo di contatto dell’OSCE con i partner mediterranei e i suoi sforzi per far fronte ai rischi attuali affrontandone le cause. Nel suo intervento l’ambasciatore Lüdeking ha toccato in particolare i temi della migrazione, della tratta di esseri umani, del terrorismo e dell’estremismo nonché delle energie rinnovabili.

Il rappresentante di Israele ha parlato dei recenti attentati perpetrati contro la comunità ebraica a Tolosa, Bruxelles, Parigi e Copenhagen. Nel suo discorso ha auspicato un rafforzamento delle misure di sicurezza nel rispetto dei valori democratici. Di fronte alle sfide poste dal terrorismo, il rappresentante della Tunisia si è pronunciato a favore di una risposta pluridimensionale e di un miglioramento del dialogo con il gruppo di contatto. Il rappresentante egiziano ha deplorato il recente assassinio di oltre 20 Copti egiziani in Libia e ha domandato aiuto nella lotta contro il gruppo terroristico Stato islamico.

La discussione che è seguita a questi interventi si è incentrata principalmente sulla guerra in Siria e sui flussi migratori verso l’Europa che essa provoca. I membri del Forum sono stati unanimi nel qualificare la situazione in Siria di tragedia umanitaria e hanno chiesto all’OSCE di prendere rapidamente delle misure.

I partecipanti hanno severamente condannato gli attentati terroristici di Parigi e di Copenhagen affermando che la libertà religiosa costituisce per ogni società democratica un patrimonio conquistato dopo grandi lotte. I parlamentari hanno lanciato un appello per una coalizione contro il gruppo terroristico Stato islamico e hanno espresso la loro inquietudine di fronte alla recrudescenza delle violenze in Israele e in Palestina.

2.2 Sedute plenarie delle tre Commissioni generali del 19 e 20 febbraio 2015

I lavori dell’Assemblea si sono aperti sotto la direzione di Christine Muttonen, vicepresidente del Consiglio nazionale austriaco e anche dell’AP OSCE. Christine Muttonen ha sottolineato il ruolo e gli

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sforzi dell’OSCE nel quadro del conflitto in Ucraina. Nella sua allocuzione, ha ricordato l’importanza della diplomazia parlamentare e del dialogo in vista di attuare l’obiettivo strategico di instaurare una nuova comunità di sicurezza a quarant’anni dalla firma dell’Atto finale di Helsinki.

Il finlandese Ilkka Kanerva, presidente dell’AP OSCE, e il il ministro serbo degli Affari esteri Ivica Dacic, presidente in carica dell’OSCE, hanno entrambi sottolineato la necessità di sostenere il piano di uscita dal conflitto in Ucraina orientale elaborato grazie agli sforzi della mediazione internazionale. Secondo Ivica Dacic, la situazione attuale mette a dura prova la sicurezza in tutta l’area OSCE. Ha esortato con fermezza le parti a rispettare gli accordi di Minsk e a contribuire in questo modo a una pacificazione del conflitto nell’Est dell’Ucraina. Ha espresso soddisfazione per gli sforzi dell’Assemblea parlamentare a favore del dialogo e di una soluzione di compromesso.

Ivica Dacic ha esposto in dettaglio le priorità della presidenza serba per l’OSCE. Oltre alla risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina, la presidenza serba intende porre l’accento sui conflitti attualmente «congelati», sul fenomeno dei combattenti terroristi esteri, sulla radicalizzazione della gioventù, sulla libertà dei media e sui collegamenti tra il crimine organizzato, la tratta degli esseri umani e la migrazione illegale.

L’Assemblea ha in seguito posto domande al presidente in carica dell’OSCE su temi quali i recenti attentati di Parigi e di Copenhagen, la tratta di esseri umani e la parità tra i sessi. Interpellato dalla delegazione albanese sulle prospettive di integrazione del Kosovo nell’OSCE, il presidente in carica dell’OSCE ha risposto che il quadro giuridico attuale del Kosovo non è compatibile con l’esercizio della sovranità e che di conseguenza non è possibile per il Kosovo aderire a organizzazioni internazionali.

I lavori delle tre commissioni sono ripresi l’indomani con il dibattito sulla crisi in Ucraina e l’esame di alcuni rapporti, tra cui quello della rappresentante speciale dell’AP OSCE per l’uguaglianza di genere Hedy Fry, del tesoriere dell’AP OSCE Roberto Battelli e del segretario generale dell’Assemblea Spencer Oliver.

2.2.1 Dibattito speciale sulla «Risposta dell’OSCE alla crisi in Ucraina e nella sua periferia» del 20 febbraio 2015

Nella sua introduzione alla discussione, il presidente dell’Assemblea si è interrogato sui mezzi d’azione di cui dispone l’OSCE per fare uscire l’Ucraina dalla crisi. Ha chiesto ai parlamentari di verificare se una missione di pace internazionale nell’Est del Paese potrebbe completare il lavoro dell’OSCE e contribuire sul posto al miglioramento della situazione umanitaria. Diversi alti funzionari dell’OSCE, tra cui il rappresentante speciale in Ucraina del presidente in carica, la svizzera Heidi Tagliavini, l’ambasciatore Ertugrul Apakan, capo della Missione speciale di monitoraggio dell’OSCE in Ucraina (SMM), e l’ambasciatore Adam Kobieracki, direttore del Centro per la prevenzione dei conflitti dell’OSCE, hanno riferito davanti all’Assemblea sulle loro esperienze.

Secondo l’ambasciatore Kobieracki, l’agenda dell’OSCE è dominata dalla crisi in Ucraina e l’organizzazione non risparmia gli sforzi per fare uscire il Paese dalla crisi. Ha riferito sui lavori dei 500 osservatori dell’OSCE che controllano sul terreno l’applicazione degli accordi di Minsk e che negoziano con i rappresentanti dei separatisti. Ha deplorato l’assenza di volontà politica che possa mostrare la via verso una soluzione diplomatica del conflitto.

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L’ambasciatore Apakan ha dal canto suo lanciato un appello a tutte le parti in conflitto affinché riconoscano incondizionatamente le disposizioni di pace recentemente adottate con la dichiarazione del «Gruppo Normandia» (Francia, Germania, Ucraina e Russia) a Minsk.

L’ambasciatrice Heidi Tagliavini, che è anche membro del gruppo di contatto trilaterale (Russia, Ucraina e OSCE), ha dichiarato che i violenti combattimenti svoltisi a Debaltsevo costituiscono una violazione di questi accordi e che l’Organizzazione deve far uso di tutta la sua autorità per impornel’attuazione. Se per l’ambasciatrice Tagliavini questi gravi incidenti non significano la fine degli accordi di Minsk, è anche vero che la situazione rischia di diventare incontrollabile. L’OSCE deve vegliare all’attuazione integrale dell’accordo, alla liberazione dei prigionieri, alla ritiro delle armi pesanti e alla messa in sicurezza della popolazione civile.

A questi interventi ha fatto seguito un vivace dibattito nel corso del quale il presidente della delegazione ucraina Artur Gerasymov ha condannato la Russia per l’inasprimento della violenza nell’Est del Paese e per il disprezzo dimostrato nei confronti degli accordi di Minsk. Il rappresentante della delegazione russa Alexei Pushkov ha replicato che la Russia non poteva essere considerata la sola responsabile dell’attuazione degli accordi. Ha inoltre sottolineato le sofferenze della popolazione civile nell’Est dell’Ucraina.

Dal canto suo il presidente della delegazione svizzera ha chiesto che vengano messi a disposizione della missione speciale d’osservazione dell’OSCE in Ucraina maggiori mezzi e personale. Il consigliere nazionale Andreas Aebi ha anch’egli domandato a tutti gli Stati membri di rispettare il diritto internazionale e gli accordi di Minsk. A suo avviso, nonostante le avversità, il pacchetto di misure adottato a Minsk può permettere di progredire verso una risoluzione pacifica del conflitto.

Se diverse delegazioni hanno accusato la Federazione Russa di violare tutti i principi di Helsinki, altri parlamentari temono l’insorgere in Europa di un nuovo conflitto congelato. Ciò nonostante, la grande maggioranza dei partecipanti si è espressa a favore del proseguimento del dialogo.

2.3 Lavori delle Commissioni generali del 19 e 20 febbraio 2015

Le tre Commissioni generali dell’Assemblea parlamentare, ossia la Commissione degli affari politici e della sicurezza, la Commissione per gli affari economici, la scienza, la tecnologia e l’ambiente e la Commissione per la democrazia, i diritti dell’uomo e le questioni umanitarie si sono riunite durante questa Riunione invernale. Gli incontri hanno permesso di sentire alti rappresentanti dell’OSCE e di discutere nei rispettivi settori di competenza.

La relatrice della Commissione degli affari politici e della sicurezza, Pia Kauma, ha esposto in dettaglio le sue idee e le sue intenzioni in merito al rapporto da sottoporre alla Sessione annuale di Helsinki (dal 5 al 9 luglio 2015). Il rapporto è incentrato principalmente sulla situazione in Ucraina: la relatrice teme infatti che il conflitto possa degenerare in un conflitto congelato. Conta inoltre di affrontare le sfide in materia di sicurezza in Asia centrale e di fare il punto sul traffico di armi, di esseri umani e di stupefacenti.

Il presidente del Comitato di sicurezza in seno alla Commissione permanente dell’OSCE, l’ambasciatore Cristian Istrate, ha trattato gli attentati di Parigi e Copenhagen e la minaccia rappresentata dal terrorismo nell’area OSCE. Ha presentato i principali orientamenti della sua azione per contrastare questo flagello: incontro tra i presidenti delle due altre Commissioni generali e la presidenza serba e lotta contro le minacce transfrontaliere – un tema che sarà al centro delle attività del Comitato di sicurezza. Oltre al terrorismo l’ambasciatore Istrate conta anche di trattare le

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seguenti problematiche: sicurezza informatica, tratta di esseri umani, droghe illegali e riforma del settore della sicurezza, dove l’accento sarà posto in particolare sui programmi anticorruzione.

L’alta commissaria dell’OSCE per le minoranze nazionali, Astrid Thors, ha in seguito denunciato la pericolosa crescita dei nazionalismi, che sono spesso fonte di discriminazioni sistematiche nei confronti delle minoranze. L’alta commissaria dell’OSCE ha espresso i suoi timori in merito ai rischi di radicalizzazione o di strumentalizzazione di determinate minoranze. Ha poi ricordato come gli impegni presi a Copenhagen nel 1990 nella Conferenza sulla dimensione umana rimangono attuali; questi impegni garantiscono l’uguaglianza di tutte le minoranze di fronte alla legge e la libertà di religione e di cultura.

Il dibattito speciale della Prima commissione è stato dedicato al tema «Sicurezza transnazionale nell’area OSCE e lotta contro il terrorismo». Sono state affrontate questioni quali la repressione del finanziamento del terrorismo, la cooperazione internazionale contro il terrorismo e la lotta contro il gruppo terroristico Stato islamico. Una deputata francese ha dichiarato che la Francia deve impegnare maggiori mezzi nella lotta contro il terrorismo e condurre una politica preventiva, lottare contro l’indottrinamento dei giovani tramite internet, fare una prevenzione a livello informatico e garantire un seguito dei jihadisti che rientrano in Francia. Un rappresentante della delegazione belga presso l’AP OSCE ha elencato le misure preventive e repressive messe in atto dalle autorità belghe nei confronti delle persone partite per combattere in Siria. A suo avviso occorre esercitare pressioni più decise sui Paesi che comperano il petrolio venduto dal gruppo terroristico Stato islamico per finanziarsi. Da ultimo, il deputato belga ha affermato di sottoscrivere pienamente le opzioni politiche prese in occasione del Consiglio dei ministri tenutosi a Basilea nel 2014, insistendo sulla necessità di coinvolgere gli Stati partner del Mediterraneo nella lotta contro l’islamismo e l’estremismo.

Per quanto concerne i lavori della Commissione per gli affari economici, la scienza, la tecnologia e l’ambiente, la relatrice italiana Marietta Tidei ha annunciato che il rapporto che presenterà in occasione della Sessione annuale di Helsinki verterà principalmente sulla sicurezza nei settori dell’alimentazione, dell’acqua e dell’approvvigionamento energetico, sui cambiamenti climatici e sulla cooperazione economica.

L’ambasciatore Tomislav Leko, presidente del Comitato economico e dell’ambiente dell’OSCE, ha ricordato le priorità attribuite dalla presidenza serba dell’OSCE alla seconda dimensione, ossia la buona governance per quanto concerne l’acqua e la lotta contro la corruzione nella zona OSCE. L’ambasciatore ha inoltre fatto il punto sui lavori che attendono il comitato nel 2015. Il coordinatore delle attività economiche e ambientali dell’OSCE, Halil Yurdakul Yigitgüden, è ritornato in dettaglio sulle attività che occuperanno il suo settore nel 2015, tra cui in particolare lo svolgimento a Praga nel settembre 2015 del Forum economico e ambientale, che verterà sul tema della buona governance dell’acqua – accrescere la sicurezza e la sicurezza mediante la cooperazione.

Il dibattito speciale della Seconda commissione è stato dedicato al tema «Cooperare per rafforzare la sicurezza energetica e ridurre le sfide economiche e ambientali nella regione dell’OSCE». In seguito all’introduzione della presidente della Commissione, il direttore del segretariato dell’organizzazione Energy Community Janez Kopač ha sottolineato la necessità di una cooperazione internazionale volta a garantire la sicurezza energetica, la sua organizzazione e i suoi meccanismi. Per la maggioranza dei parlamentari che hanno partecipato al dibattito, la sfida principale consiste nel soddisfare la domanda di energia senza però che vi siano cedimenti sul terreno della protezione dell’ambiente. Sono stati inoltre chiesti maggiori investimenti nel settore della ricerca e dello sviluppo in materia di energie rinnovabili.

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La Terza commissione dell’AP OSCE, ossia la Commissione per la democrazia, i diritti dell’uomo e le questioni umanitarie si è invece concentrata sui diritti dei migranti e dei rifugiati. Nella sua allocuzione d’apertura, la presidente della Commissione, la deputata portoghese Isabel Santos, ha riferito sulle sue attività recenti, in particolare sulla visita alla prigione di Guantanamo e la presa di posizione a favore della chiusura di questo campo di prigionia.

Isabel Santos ha inoltre sottolineato l’emergere di nuovi terreni di scontro e il degrado dei conflitti in corso che sono all’origine di flussi migratori senza precedenti dalla Seconda guerra mondiale, una vera tragedia umanitaria il cui impatto è ancora difficile da valutare. Nella zona OSCE, la crisi ucraina ha spinto sulle strade più di 1’600’000 persone. Il conflitto siriano ha obbligato più di 10 milioni di persone all’esilio, 3 milioni e mezzo delle quali sono stati accolti nei Paesi limitrofi; la sola Turchia ha preso in carica 1’700’000 rifugiati. La presidente della Terza commissione ha invitato la comunità internazionale a prendere coscienza di questo grave problema e a non lasciar cadere i principi umanitari quando si tratta dell’accoglienza di rifugiati.

Isabel Santos ha in seguito porto la parola alla rappresentante dell’OSCE per la libertà dei media Dunja Mijatovic, che ha dipinto un quadro assai oscuro della situazione. Il lavoro dei giornalisti è diventato più difficile e i media indipendenti sono ridotti al silenzio nei numerosi conflitti osservati nella zona OSCE. In particolare in Ucraina i giornalisti sono bersaglio di persecuzioni massicce e diversi membri dei media sono addirittura stati assassinati.

La rappresentante per la libertà dei media ha condannato molto severamente la propaganda e ha chiesto alle autorità governative di non compromettere il lavoro dei media, dato che il giornalismo critico è il garante della democrazia. Per quanto concerne gli attentati di Parigi e di Copenhagen, Dunja Mijatovic ha dichiarato che il giornalismo critico, al pari della satira o delle caricature, sono testimoni di una società plurale e democratica. Ha affermato inoltre che la lotta contro il terrorismo non può giustificare che venga limitata la libertà d’opinione.

L’ambasciatore Robert Kvile, presidente del Comitato per la dimensione umana dell’OSCE, ha in seguito ricordato ai membri della Commissione il lungo elenco delle priorità del Comitato per il 2015, tra le quali rientrano il dialogo interreligioso, la libertà di coscienza, di religione e d’associazione, le sedute interdisciplinari sui diritti dell’uomo e l’economia, la migrazione, il terrorismo e la tortura. In relazione con quest’ultimo tema, la consigliera gli Stati Christine Egerszegi-Obrist si è detta preoccupata dei seguiti che l’OSCE riserva alla prevenzione contro la tortura dopo che nel Consiglio dei ministri tenutosi a Basilea non è stato raggiunto un accordo su un documento che potesse essere uno strumento efficace di lotta contro la tortura in tutti gli Stati membri. Christine Egerszegi-Obrist è ritornata sull’impegno della Svizzera a favore di questo tema e ha ricordato che la questione era stata approfondita in molte occasioni nel 2014 proprio grazie all’impulso della presidenza svizzera. Robert Kvile le ha risposto esprimendo la speranza che questo argomento sia ripreso sotto la presidenza serba.

Il dibattito speciale condotto nell’ambito della seduta della Terza commissione è stato dedicato ai diritti fondamentali dei migranti e dei rifugiati. Invitata a esprimersi, l’ambasciatrice Laura Thompson, direttrice generale supplente dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), ha sottolineato il numero elevato di migranti nel mondo – 232 milioni di persone, senza contare i 740 milioni di sfollati all’interno del proprio Paese. Nella sola zona OSCE, i migranti sono 50 milioni. L’ambasciatrice ha insistito sulla necessità di definire un quadro legale chiaro per la loro protezione, poiché attualmente non esiste una convenzione universalmente riconosciuta sulla protezione dei migranti. L’OIM è cosciente che gli Stati hanno il diritto di scegliere chi lasciar entrare sul loro territorio. Tuttavia, questo diritto dovrebbe essere limitato, così da rispettare i diritti dell’uomo che

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sono un valore universale e si applicano indipendentemente dal luogo in cui una persona si trova e dalle situazioni politiche e amministrative alle quali è confrontata. L’ambasciatrice Laura Thompson ha lanciato un appello ai parlamentari affinché questi ultimi adottino disposizioni legali in materia di migrazioni.

I membri della Terza commissione hanno poi sentito le testimonianze di due persone sfollate da una zona di conflitto. Mustafa Djemilev, capo della comunità tatara di Crimea, ha riferito sulla sua esperienza di sfollato in seguito all’annessione della regione da parte della Russia. Ha chiesto il sostegno internazionale per migliorare le situazioni degli sfollati interni. Saad Fandi, rifugiato siriano, ha parlato davanti ai membri della Commissione dell’elevato prezzo che i suoi compatrioti pagano per la libertà.

Nelle discussioni che sono seguite, gli intervenuti si sono espressi a favore della lotta contro l’estremismo e l’intolleranza, il rafforzamento degli sforzi nel settore dei diritti dell’uomo el’integrazione dei migranti nei Paesi d’accoglienza.

2.4 Lavori della Commissione permanente del 20 febbraio 2015

La seduta della Commissione parlamentare di venerdì 20 febbraio stata condotta dal presidente dell’Assemblea Ilkka Kanerva, che ha riferito della decisione dell’Ufficio relativa ai poteri della deputata russa – ma eletta in Crimea – Olga Kovitidi. L’Ufficio ha seguito le raccomandazioni della commissione di verifica dei poteri e ha ritenuto che i poteri della deputata russa non avevano nessun valore giuridico e che la sua partecipazione all’Assemblea non poteva dunque essere accettata. Mentre diversi membri della Commissione permanente hanno appoggiato questa decisione dell’Ufficio1, il capo della delegazione russa ha considerato questa posizione come un deplorevole precedente, affermando che Olga Kovitidi può parlare in modo oggettivo degli avvenimenti in Crimea.

I membri della Commissione permanente hanno proseguito con l’esame delle recenti missioni d’osservazione elettorale dell’Assemblea in Bosnia, in Ucraina e in Moldova e il seguito del rapporto sulla gestione finanziaria e amministrativa dell’Assemblea. Dall’esame dei conti 2014 non risultano sorpassi di bilancio.

In conclusione, il presidente dell’Assemblea ha annunciato la partenza del segretario generale dell’Organizzazione per il dicembre 2015. In carica dagli inizi dell’AP OSCE, Spencer Oliver, ha infatti deciso di non candidarsi a un nuovo mandato.

2.5 Incontri a margine della Riunione di Vienna dell’AP OSCE

Parallelamente a questa Riunione di Vienna, la Delegazione svizzera ha partecipato anche a diversi incontri di alto livello, sia con parlamentari di altre delegazioni nazionali, sia con alti responsabili dell’OSCE.

Il 19 febbraio 2015 la delegazione svizzera, composta in quell’occasione dal presidente Andreas Aebi e dalla consigliera agli Stati Christine Egerszegi-Obrist, ha partecipato a una riunione su invito

1Il regolamento dell’AP OSCE prevede che i membri dell’Assemblea sono designati dal loro Parlamento

nazionale (art. 3 cpv. 4). I membri dell’Assemblea rappresentano lo Stato che notifica la loro partecipazione e non un’autorità di un ente insediato in un territorio straniero in un modo considerato illegale dalla grande maggioranza degli Stati membri dell’OSCE. Tale è il caso per la Crimea.

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della presidente della delegazione serba presso l’AP OSCE, Dijana Vukomanovic. Quest’ultima intendeva avviare uno scambio parlamentare fra le tre delegazioni nazionali che rappresentano i tre Stati ai vertici dell’OSCE, ossia la Svizzera per il 2014, la Serbia per il 2015 e la Germania per il 2016. Christine Egerszegi-Obrist si è felicitata per quest’iniziativa serba, che riprende i passi da lei intrapresi nel 2012 volti a migliorare la collaborazione tra le presidenze successive dell’Organizzazione. Le discussioni hanno avuto per tema in particolare la crisi in Ucraina e gli sforzi concreti che l’Assemblea può proporre per contribuire a una diminuzione progressiva della violenza. Doris Barnett, presidente della delegazione tedesca, ha ricordato in quest’occasione l’organizzazione di un seminario dedicato alla risoluzione dei conflitti di frontiera, sull’esempio dell’esperienza franco-tedesca, e destinato alle delegazioni russa e ucraina. La presidente della delegazione tedesca ha inoltre invitato la Serbia e la Svizzera a inviare al seminario una propria delegazione. I parlamentari serbi, tedeschi e svizzeri hanno convenuto di incontrarsi regolarmente a margine delle riunioni dell’AP OSCE. È stato precisato che questo seminario avrà luogo a Leinsweiler, in Germania, il 28 e 29 marzo 2015.

La consigliera agli Stati Christine Egerszegi-Obrist ha inoltre partecipato il 20 febbraio a una seduta del «Gruppo OSCE degli amici della mediazione», che riunisce i rappresentanti della Finlandia, della Turchia e della Svizzera da un lato, i capi delle delegazioni parlamentari finlandese e turca d’altro lato e diversi esperti del Centro di prevenzione dei conflitti dell’OSCE. L’obiettivo principale di questo gruppo informale – espressione della volontà della presidenza svizzera di rafforzare le capacità nel settore della mediazione – è di sensibilizzare gli Stati membri su questo tema e incitarli a trarre profitto dalle competenze sviluppate dall’OSCE in questo settore.

3 Sessione annuale dell’AP OSCE dal 5 al 9 luglio 2015 a Helsinki, Finlandia

La 24a Sessione annuale dell’AP OSCE si è tenuta a Helsinki, capitale della Finlandia, dal 5 al 9 luglio 2015 sul tema «Ricordare lo spirito di Helsinki», con riferimento alla firma dell’atto costituivo dell’OSCE, denominato Atto finale di Helsinki, avvenuta quarant’anni prima, nel 1975. Questo tema è pure stato il filo conduttore dei lavori delle tre Commissioni generali.

Oltre alla celebrazione di questo anniversario, la Sessione ha affrontato numerose questioni relative alla sicurezza, come la crisi in Ucraina, la difficile situazione dei migranti e dei rifugiati, il controllo degli armamenti, i cambiamenti climatici e i diritti delle minoranze.

La Delegazione svizzera era composta dal suo presidente, il consigliere nazionale Andreas Aebi, dai consiglieri agli Stati Filippo Lombardi e Christine Egerszegi-Obrist, e dai consiglieri nazionali Ida Glanzmann-Hunkeler, Hugues Hiltpold e Margret Kiener Nellen. Su proposta di Ida Glanzmann-Hunkeler, la Delegazione ha presentato una proposta di risoluzione concernente il codice di condotta dell’OSCE relativo agli aspetti politico-militari della sicurezza, che l’Assemblea ha approvato a larga maggioranza. I membri della Delegazione hanno inoltre preso parte attivamente ai lavori delle tre Commissioni generali e ai dibattiti dell’Assemblea plenaria.

La Sessione annuale di Helsinki è inoltre stata caratterizzata dall’assenza della delegazione russa. Infatti il governo della Finlandia ha deciso di rispettare le restrizioni in materia di visti decise dall’Unione europea nei confronti della Federazione Russa e non ha rilasciato il visto a numerosi membri della delegazione russa, compreso il presidente della Duma. Dal canto suo la Delegazione svizzera ha vivamente protestato contro l’esclusione di una delle parti in conflitto dalle discussioni sulla situazione in Ucraina e ha annunciato di essere intenzionata a depositare un progetto di risoluzione in merito nel corso della Sessione annuale 2016.

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Tutti i progetti di risoluzione discussi e approvati dalle Commissioni sono stati adottati durante l’ultima Sessione plenaria tenutasi il 9 luglio 2015 e sono stati ripresi nella Dichiarazione di Helsinki. Complessivamente la Dichiarazione comprende le risoluzioni delle tre Commissioni generali sul tema «Ricordare lo spirito di Helsinki» e altre 13 risoluzioni adottate nel corso della Sessione annuale e può essere consultata nel sito dell’OSCE (www.oscepa.org) nella rubrica «Documents» (sito in lingua inglese).

3.1 Riunione della Commissione permanente del 5 luglio 2015

La Commissione permanente che riunisce i membri dell‘Ufficio dell’AP OSCE e i presidenti delle delegazioni nazionali ha iniziato il suo lavoro il 5 di luglio nel quadro di un prologo all’apertura della 24a Sessione dell’AP OSCE.

Oltre alla presentazione dei tradizionali rapporti del segretario generale e del cassiere dell’AP OSCE, la Commissione permanente ha discusso il rapporto d’attività del presidente dell’Assemblea.

Il presidente dell’Assemblea ha espresso la propria preoccupazione per la situazione vigente in Ucraina e, pur rammaricandosi dell’assenza della delegazione russa a Helsinki, ha rammentato che le sanzioni decise dall’Unione europea nei confronti di alcune personalità della Russia sono state adottate in seguito alla violazione di norme internazionali, e in particolare dell’Atto finale di Helsinki, commesse dalla Federazione Russa in Ucraina.

Numerosi presidenti delle delegazioni hanno sostenuto che il regime delle sanzioni non dovrebbe essere applicato ai parlamentari e che l’assenza della delegazione russa non consente di svolgere un dialogo costruttivo e pregiudica il buon funzionamento dell’Assemblea. Alcune delegazioni hanno difeso le decisioni del governo finlandese mettendo in rilievo che le restrizioni in materia di viaggi decise dall’Unione europea riguardano personalità russe implicate nel processo di annessione della Crimea alla Russia.

La Commissione permanente ha inoltre eletto con 46 voti contro 3 Roberto Montella, direttore dell’amministrazione presidenziale, alla carica di segretario generale dell’Assemblea in sostituzione di Oliver Spencer. Il mandato di Montella è iniziato il 1o gennaio 2016 e ha una durata di cinque anni.

Infine i membri della Commissione permanente hanno approvato 13 progetti di risoluzione supplementari che sono stati esaminati dal plenum e dalle tre Commissioni generali. La delegazione russa aveva presentato due punti aggiuntivi che sono però stati cancellati a seguito dell’assenza della delegazione russa.

3.2 Seminario conclusivo Helsinki+40 del 5 luglio 2015

L’ultimo seminario dedicato al processo di riforma dell’Organizzazione denominato «Helsinki+40» si è tenuto alla vigilia dell’avvio della Sessione annuale di Helsinki. La Consigliera agli Stati Christine Egerszegi-Obrist ha preso parte al seminario in quanto membro della Commissione ad hoc per la trasparenza e la riforma dell’OSCE.

Con la partecipazione del gruppo di riflessione finlandese «Finnish Institute of International Affairs» (FIIA) si è proceduto all’esame dei risultati del progetto Helsinki +40 e del relativo rapporto intitolato «Costruire l’OSCE del futuro».

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Numerose personalità hanno formulato osservazioni e commenti in merito ai risultati del rapporto finale del progetto Helsinki +40. In particolare sono state formulate raccomandazioni che mirano a rafforzare le missioni dell’OSCE sul terreno e a dare maggiore importanza alla prevenzione dei conflitti. In generale gli oratori hanno concordato che non sono necessari nuovi principi, ma che bisogna piuttosto perfezionare l’attuazione dei principi sanciti dall’Atto finale di Helsinki.

3.3 Sessione plenaria inaugurale e commemorazione Helsinki+40 del 6 giugno 2015

La Sessione plenaria inaugurale si è tenuta il 6 luglio ed è stata quasi integralmente incentrata sulla celebrazione del quarantesimo anniversario della firma dell’Atto finale di Helsinki. Il presidente dell’AP OSCE Ilkka Kanerva, il presidente finlandese Sauli Niinistö, e il ministro finlandese degli Affari esteri Timoi Soini hanno dato il benvenuto ai membri dell’Assemblea.

Ilkka Kanerva ha rammentato che si tratta della seconda assemblea annuale organizzata dalla Finlandia e ha evocato i negoziati, le concessioni e il coraggio politico che sono stati necessari per giungere alla firma dell’Atto finale di Helsinki avvenuta esattamente quarant’anni prima nello stesso edificio.

Nella sua allocuzione il presidente della Finlandia Sauli Niinistö ha messo in evidenza che un conflitto fra la Russia e i Paesi occidentali non è nell’interesse di nessuno, tanto meno della popolazione dell’Ucraina. Ha inoltre riaffermato la necessità che entrambe le parti rispettino gli accordi di Helsinki e che in Ucraina si ponga fine alle violenze e ha messo l’accento sul fatto che il piano di pace elaborato a Minsk rappresenta l’unica possibilità di risolvere pacificamente il conflitto.

Il ministro degli Affari esteri della Finlandia Timo Soini ha rammentato le grandi sfide con cui ci si dovette confrontare quarant’anni or sono e alle quali i negoziati e l’Atto finale di Helsinki avevano dato risposta. Anche oggi i Paesi dell’OSCE si trovano di fronte a importanti sfide e l’AP OSCE riveste un ruolo essenziale nel processo di soluzione delle crisi del momento.

Il segretario generale dell’Assemblea Spencer Oliver ha poi dato avvio alla cerimonia di commemorazione della firma dell’Atto finale di Helsinki, avvenuta nel 1975. Nel corso della cerimonia è stato presentato all’Assemblea il rapporto finale del progetto Helsinki + 40 che contiene una sintesi delle considerazioni e delle proposte formulate dai parlamentari cui è stato demandato il progetto, dai funzionari della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa e dell’OSCE nonché da alcuni diplomatici e ricercatori. Le pertinenti raccomandazioni sono state elaborate nel corso delle varie riunioni organizzate con gruppi di riflessione a Mosca, Washington, Stoccolma, Copenaghen, Belgrado e Helsinki. Gli elementi di forza e di debolezza dell’Organizzazione, emersi in particolare nel corso della crisi in Ucraina, sono stati presentati nelle conclusioni del rapporto nell’intento di formulare alcune proposte per una riforma globale delle OSCE:

Nel corso del successivo dibattito il presidente dell’Assemblea Ilkka Kanerva ha sottolineato come il miglior modo di onorare l’Atto finale di Helsinki sia di continuare ad agire in modo conforme allo spirito del documento, salvaguardare le relazioni tra Paesi basate sul rispetto reciproco e rispettare gli accordi.

Nel suo intervento la consigliera agli Stati Christine Egerszegi-Obrist ha insistito sulla necessità di riaffermare i principi di base dell’OSCE sottoscritti quarant’anni fa e in particolare il principio del consenso, che garantisce lo stesso peso al voto di ogni Paese e che consente di risolvere i conflitti attraverso il dialogo e decisioni unanimi. Secondo Christine Egerszegi-Obrist la sicurezza globale è possibile solo nel quadro di una cooperazione in materia di sicurezza.

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Il progetto Helsinki + 40 è stato accolto con entusiasmo e i parlamentari hanno in particolare apprezzato la possibilità di discutere in modo molto aperto la questione relativa alla riforma dell’OSCE. Numerosi oratori hanno sottolineato l’importanza che assume la collaborazione dei deputati, poiché essi costituiscono una linea di collegamento fondamentale fra i governi e i loro popoli.

Dopo la commemorazione il deputato portoghese Joao Soares, presidente del progetto Helsinki+40, ha presentato un punto aggiuntivo dal titolo «Helsinki+40 : costruire l’OSCE del futuro» che è stato emendato e approvato dall’Assemblea.

3.4 Lavori della Commissione generale per gli affari politici e la sicurezza del 6, 7 e 8 luglio 2015

La Prima Commissione, presieduta dapprima dal senatore americano Roger Wicker e in seguito dal suo vicepresidente, il deputato dell’Azerbaigian Azay Guliyev, ha esaminato i progetti di rapporto e di risoluzione e quattro punti aggiuntivi.

La Commissione si è dapprima occupata dei documenti presentati dalla sua relatrice, Margareta Cederfelt, che ha espresso la sua grande preoccupazione per la situazione in Ucraina, ha condannato in particolare le violazioni degli accordi di Minsk (cessate il fuoco e ritiro delle armi pesanti) e ha chiesto alle parti in conflitto di fare tutto il possibile per garantire agli operatori della missione speciale dell’ONU il pieno accesso a tutte le regioni orientali dell’Ucraina. Ha quindi aperto il dibattito rammentando che la crisi in Ucraina non deve far dimenticare le altre priorità fondamentali dell’OSCE, come la soluzione dei conflitti di lunga durata oppure «congelati» (per esempio nella Repubblica della Moldavia e nel Caucaso meridionale), il controllo delle armi convenzionali, l’ordinamento della sicurezza europea, la lotta contro il terrorismo, le minacce transnazionali e la necessità di stemperare le crescenti tensioni fra Occidente e Oriente.

Dopo l’intervento della relatrice, la Commissione ha esaminato 57 proposte di emendamento alla risoluzione e ne ha approvate 34. I due emendamenti proposti dalla consigliera nazionale Glanzmann-Hunkeler che miravano ad avvicinare il testo alle posizioni sostenute dalla Svizzera non sono stati accolti dall’Assemblea, ancora profondamente polarizzata di fronte alla situazione in Ucraina. Va inoltre detto che a seguito dell’assenza della delegazione russa parecchi emendamenti non hanno potuto essere trattati poiché considerati non validi2.

I lavori sono proseguiti con l’esame e l’adozione di quattro punti aggiuntivi, fra i quali figurava quello proposto dalla Delegazione svizzera sul Codice di comportamento dell’OSCE.

2La delegazione russa, dopo che le autorità finlandesi non hanno rilasciato il visto ad alcuni suoi membri, ha

deciso di non partecipare alla Sessione di Helsinki senza però informare preventivamente il presidente dell’AP OSCE. Gli emendamenti proposti dalla delegazione russa sono quindi stati dichiarati non validi conformemente all’articolo 24 capoverso 3 del Regolamento: «Nel caso in cui un membro dell’Assemblea si sia registrato ma non possa partecipare alla Sessione annuale a causa di impegni improrogabili, le sue firme restano valide a condizione che il Presidente dell’Assemblea riceva una notifica in tal senso dal Capo delegazione».

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La consigliera nazionale Ida Glanzmann-Hunkeler ha infatti presentato una proposta di risoluzione dal titolo «Il codice di comportamento dell’OSCE sugli aspetti politico-militari della sicurezza: sensibilizzazione, diffusione, perfezionamento dell’attuazione e della sua portata operativa» che mira ad attirare l’attenzione dell’Assemblea generale sulla necessità di attuare e perfezionare il testo in questione che regge l’attività delle forze armate e di sicurezza mediante disposizioni vincolanti.

Nel suo intervento Ida Glanzmann-Hunkeler ha rammentato l’importanza cruciale di questo codice di condotta adottato nel 1994 che mira a integrare la posizione e il ruolo delle forze di sicurezza all’interno delle strutture democratiche dello Stato di diritto e ha deplorato che le disposizioni vincolanti attualmente in vigore vengano regolarmente violate, come recentemente in Ucraina, in Iraq, in Afghanistan e in Cecenia. Ha inoltre auspicato che tutti i parlamenti dell’OSCE, nel loro ruolo di massime autorità democratiche, possano esercitare i loro diritti e quindi anche il loro potere di controllo sulle forze armate. Ha inoltre chiesto agli Stati membri di adoperarsi a favore dell’applicazione di tutti gli elementi del Codice e di offrire sostegno al suo sviluppo e alla sua applicazione.

La risoluzione proposta da Ida Glanzmann-Hunkeler è stata accolta all’unanimità e senza emendamenti.

I membri della Prima Commissione hanno inoltre discusso i seguenti tre punti aggiuntivi: - la risoluzione «Adesione ai principi di Helsinki nelle relazioni fra Stati attraverso lo spazio OSCE»

presentata dal vice presidente della Commissione Azay Guliyev (Azerbaigian) è stata accolta senza alcun emendamento;

- la risoluzione «Fase di cooperazione nello studio delle frontiere dopo i conflitti: nuovi strumenti e nuovi attori consentono di allargare gli ambiti considerati nel quadro del ciclo del conflitto» presentata dal deputato spagnolo Ignacio Sanchez Amor è stata adottata con un emendamento;

- la risoluzione «riforma legislativa globale concernente i combattenti terroristi esteri (CTE) provenienti dallo spazio OSCE» presentata dalla senatrice italiana Cristina de Pietro è stata adottata con 13 emendamenti.

Infine i membri della Commissione hanno confermato per acclamazione Roger Wicker (USA), Azay Guliyev (Azerbaigian),e Margareta Cederfelt (Svezia) nelle loro rispettive funzioni di presidente, vice presidente e relatrice.

3.5 Lavori della Commissione generale per gli affari economici, la scienza, la tecnologia e l’ambiente del 7 e 8 luglio 2015

I membri della Seconda Commissione si sono riuniti sotto la presidenza della deputata del Kirghizistan Roza Aknazarova e hanno dapprima discusso il progetto di risoluzione della relatrice, la deputata italiana Marietta Tidei, e i relativi emendamenti proposti dalle delegazioni nazionali e in seguito hanno esaminato i tre punti aggiuntivi che la Commissione permanente ha attribuito alla Seconda Commissione.

Nella sua presentazione del rapporto e del progetto di risoluzione, la relatrice italiana ha ribadito le richieste formulate all’indirizzo dei 57 Stati membri: adottare tutte le misure necessarie per individuare e attuare soluzioni globali per le problematiche ambientali ed economiche comuni e segnatamente nei seguenti ambiti: sicurezza alimentare, approvvigionamento d’acqua, cambiamenti climatici, sicurezza energetica, migrazioni e perfezionamento della gestione e della sorveglianza degli istituti finanziari.

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La deputata Marietta Tidei ha aperto il dibattito facendo riferimento al caso della Grecia e ha rammentato che per risolvere i problemi economici di molti Paesi non basta l’adozione di misure d’austerità e che i tentativi di consolidamento finanziario sono destinati a fallire se non prendono in considerazione anche una strategia di crescita, la coesione sociale e gli investimenti in ambito scientifico e tecnologico.

Le successive discussioni sono state incentrate sull’evasione fiscale, la regolamentazione del sistema finanziario, la sicurezza dell’approvvigionamento d’acqua e di alimenti, le disuguaglianze di genere, il rafforzamento della dimensione economico-ambientale dell’OSCE e il potenziale insisto nella cooperazione economica per conseguire un rafforzamento della pace e della sicurezza.

La Commissione ha proseguito i suoi lavori con l’esame di 22 emendamenti. Il consigliere nazionale Andreas Aebi, presidente della Delegazione svizzera, ha partecipato molto attivamente alle discussioni e ha difeso la sua proposta di stralciare il paragrafo che raccomanda di tassare le transazioni nel settore finanziario e delle azioni come pure gli altri acquisti di attività finanziarie (dichiarazione di Helsinki, paragrafo 89), sostenendo che la proposta è incompatibile con la politica finanziaria svizzera. In conclusione il progetto di risoluzione di Marietta Tidei è stato adottato all’unanimità con 18 emendamenti.

La Commissione ha poi discusso i tre punti aggiuntivi seguenti:- la risoluzione «Sfide ambientali e prospettive economiche nel grande Nord» presentata dal

deputato norvegese Torstein Tvedt Solberg è stata adottata senza emendamenti; - la risoluzione di compromesso «Modernizzazione del sistema dei contributi nazionali al budget

dell’OSCE» presentata dal deputato sloveno Roberto Battelli è stata adottata con un emendamento;

- la risoluzione «Il dovere di lottare contro la tratta di esseri umani nel quadro degli appalti pubblici di beni e servizi» presentata dal deputato degli Stati Uniti Christopher Smith è stata adottata con 5 emendamenti.

Infine i membri della Commissione hanno confermato Roza Aknazarova alla carica di presidente della Commissione, la deputata portoghese Nilza Sena alla carica di vice presidente, e Marietta Tidei alla carica di relatrice.

3.6 Lavori della Commissione generale per la democrazia, i diritti dell’uomo e le questioni umanitarie del 6, 7 e 8 luglio 2015

Il lavori della Terza Commissione, diretti dalla sua presidente, la deputata portoghese Isabel Santos, sono stati incentrati sull’esame del rapporto e del progetto di risoluzione della relatrice serba Gordana Comic, sui 42 emendamenti presentati e su quattro punti aggiuntivi.

Nel suo intervento Gordana Comic ha rammentato l’evoluzione dell’OSCE dopo la firma, quarant’anni fa, dell’Atto finale di Helsinki e ha ricordato l’influsso che l’Atto ha esercitato nell’area interessata in materia di diritti dell’uomo. La relatrice ha espresso considerazioni critiche in merito all’efficacia dell’OSCE nell’ambito della dimensione umana e ha chiesto che l’OSCE si impegni a rinnovare i suoi sforzi per salvaguardare le libertà fondamentali, sottolineando la grande importanza assunta dal sostegno apportato alla difesa dei diritti umani per la credibilità dell’Organizzazione.

Le successive discussioni hanno portato alla luce numerose sensazioni di inquietudine in merito alle pressioni esercitate sulla società civile, le limitazioni della libertà di espressione dei media, le migrazioni, la situazione in Ucraina, l’identità religiosa e i problemi di genere.

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Sono stati presentati 52 emendamenti, ma dodici hanno dovuto essere invalidati a seguito dell’assenza della delegazione russa. Due dei cinque emendamenti presentati dalla consigliera nazionale Margret Kiener Nellen sono stati accolti. Il primo proponeva di rielaborare un paragrafo concernente le relazioni fra l’Assemblea e l’Ufficio delle istituzioni democratiche dei diritti dell’uomo (UIDDU) dell’OSCE. La proposta della consigliera nazionale mirava a sottolineare il valore della cooperazione fra l’Assemblea e l’UIDDU invece di attirare l’attenzione sulle relazioni di subordinazione fra i due organi (cfr. Dichiarazione di Helsinki, paragrafo 122). Il secondo emendamento proponeva di riformulare un paragrafo concernente la crisi in Ucraina. Margret Kiener Nellen auspicava che in primo luogo fossero messe in evidenza le conseguenze umanitarie della guerra e non le considerazioni che designano esplicitamente un colpevole (cfr. Dichiarazione di Helsinki, paragrafo 131). Il testo della risoluzione è infine stato adottato con 26 emendamenti.

I membri della Commissione hanno poi esaminato e adottato quattro punti aggiuntivi:- la risoluzione «Persone scomparse nell’ambito di conflitti armati» presentata dal deputato

cipriota Kyriakos Hadjiyianni è stata adottata senza emendamenti;- la risoluzione «Cittadini dell’Ucraina rapiti e detenuti illegalmente nella Federazione Russa»

presentata dal deputato dell’Ucraina Ostap Semerak;- la risoluzione «Necessità urgente di trovare soluzioni di fronte alla tragedia dei profughi che

muoiono nel Mediterraneo» presentata dalla deputata italiana Marietta Tidei è stata adottata con otto emendamenti;

- la risoluzione «Donne e ragazze rese vulnerabili da un conflitto armato, da una situazione di crisi oppure dal loro statuto di appartenenza a gruppi minoritari» presentata dalla deputata canadese Hedy Fry è stata adottata con tre emendamenti.

La Commissione ha infine proceduto al rinnovo dei membri dell’Ufficio. Isabel Santos e Gordana Comic sono state riconfermate rispettivamente nelle cariche di presidente e relatrice, mentre la deputata delle Cechia Ivana Dobesova è stata eletta alla carica di vice presidente.

3.7 Evento di alto livello sul tema della mediazione del 6 luglio 2015

A margine della Sessione annuale è stato organizzato il 6 luglio un evento di alto livello inerente al tema della mediazione nello spazio OSCE al quale ha partecipato la consigliera nazionale Christine Egerszegi-Obrist.

Nella sua allocuzione introduttiva il ministro finlandese degli Affari esteri Timo Soini ha insistito sull’importanza che la mediazione assume per risolvere i conflitti in modo pacifico. È necessario che i mediatori e le parti coinvolte nel conflitto possano beneficiare di un sostegno per gli sforzi che compiono a favore della pace. Timo Soini ha perciò espresso il proprio apprezzamento per questo evento e ha affermato che l’OSCE deve impegnarsi nel settore della mediazione internazionale e che secondo il Governo finlandese tutte le organizzazioni internazionali potrebbero trarre beneficio da una mobilizzazione delle risorse nel settore della mediazione. Secondo Timo Soini la risoluzione «Predisporre capacità nel settore della mediazione nello spazio OSCE» adottata dall’AP OSCE a Baku nel 2014 rappresenta un passo positivo nella giusta direzione. Ha inoltre rammentato che negli ultimi anni la Finlandia ha fondato in collaborazione con la Turchia e la Svizzera il Gruppo OSCE degli amici della mediazione.

Per concludere sono state organizzate due tavole rotonde con esperti di livello internazionale sui temi «Mediazione inclusiva e OSCE» e «Mediazione e facilitazione del dialogo nazionale».

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3.8 Lavori in Sessione plenaria del 6, 8 e 9 luglio 2015

Durante la Sessione plenaria i lavori sono proseguiti con l’esame di una risoluzione concernente la situazioni in Ucraina presentata dal presidente della delegazione canadese Dean Allison. Questo punto aggiuntivo intitolato «Prosecuzione delle violazioni manifeste, brutali e non corrette degli impegni assunti nell’OSCE e delle norme internazionali da parte della Federazione Russa» condanna la Federazione Russa per il mancato rispetto degli accordi di Helsinki in Ucraina3. Numerosi membri dell’Assemblea sono intervenuti e hanno dato vita a un dibattito spesso vivace. I parlamentari si sono espressi in merito alla necessità di offrire un sostegno economico e politico all’Ucraina e hanno chiesto alla Russia di mettere fine alle ingerenze in questo Paese. Alcuni oratori hanno chiesto la cessazione della fornitura di armi pesanti e l’attuazione integrale di quanto previsto dagli accordi di Minsk.

Anche il consigliere nazionale Andreas Aebi ha preso posizione in merito a questa risoluzione. Nel suo intervento il presidente della Delegazione svizzera ha sottolineato che la discussione di questo tema richiede la presenza di tutte le parti in conflitto e che non si può condannare la Federazione Russa in assenza dei suoi rappresentanti parlamentari, in particolare dopo che tutti gli emendamenti proposti dalla Federazione Russa sono stati dichiarati non validi a seguito dell’assenza della sua delegazione. Andreas Aebi ha poi comunicato che per queste ragioni la Delegazione svizzera si sarebbe astenuta dal voto. Inoltre la Delegazione ha deciso di avviare l’elaborazione di un punto aggiuntivo che propone la facoltà di accesso alle riunioni dell’Assemblea per tutti i parlamentari dell’AP OSCE.

Alcune delegazioni di Paesi come la Francia, la Germania e l’Armenia si sono astenute dal voto e la risoluzione è infine stata adottata con 96 voti contro 7 e 32 astensioni.

I lavori del plenum sono proseguito con la presentazione del rapporto della rappresentante speciale dell’AP OSCE sulle problematiche concernenti l’uguaglianza fra uomo e donna. Hedy Fry ha indicato come le questioni inerenti al genere possono essere integrate negli sforzi tesi a rafforzare l’OSCE.

Infine la Dichiarazione di Helsinki è stata esaminata e adottata nel corso dell’ultima seduta plenaria del 9 luglio. Hanno fatto seguito gli interventi conclusivi del segretario generale dell’OSCE Lamberto Zannier e del presidente in carica dell’OSCE, il ministro serbo degli Affari esteri Ivica Dacic, che ha rammentato gli sforzi profusi dall’OSCE nell’intento di disinnescare la crisi in Ucraina. Ha poi messo l’accento sulle iniziative di riforma dell’Organizzazione nel quadro del processo Helsinki+40 come pure sul valore dell’Assemblea parlamentare nella sua funzione di piattaforma di dialogo.

In conclusione sono stati comunicati i risultati delle elezioni dei membri dell’Ufficio dell’AP OSCE. Alla presidenza dell’Assemblea è stata rieletta Ilkka Kanerva e alla vice presidenza sono stati eletti il deputato degli Stati Uniti Robert Aderholt, Lord Peter Bowness e il deputato della Georgia George Tsereteli. La presidente delle delegazione della Germania Doris Barnett è inoltre stata designata alla carica di tesoriere.

3 Nel corso della precedente Sessione annuale dell’AP OSCE era già stata adottata una risoluzione analoga. (cfr. Dichiarazione di Baku e risoluzioni adottate dall’Assemblea parlamentare dell’OSCE durante la 23a

Sessione annuale, Baku 2014, p.18)

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4 Riunione autunnale dell’AP OSCE dal 15 al 18 settembre 2015 a Ulan Bator, Mongolia

Su invito della delegazione della Mongolia, la riunione autunnale dell’AP OSCE si è tenuta dal 15 al 18 settembre 2015 a Ulan Bator ed è stata incentrata sul tema «Affrontare le sfide relative alla sicurezza all’interno e all’esterno dello spazio OSCE: il ruolo dei parlamentari nella cooperazione regionale». Oltre alle discussioni ordinarie sulle problematiche relative alla sicurezza nelle sue dimensioni politico-militare, ambientale, economica, democratica e in materia di diritti dell’uomo, l’incontro è stato arricchito da una tavola rotonda sull’Asia centrale animata dai capi missione dell’OSCE in questa regione. Inoltre circa 170 delegati provenienti da una cinquantina di Paesi hanno discusso in merito alla crisi del rifugiati in Europa. La Delegazione svizzera era rappresentata dal consigliere agli Stati Filippo Lombardi, vice presidente della Delegazione e dalla consigliera nazionale Margret Kiener Nellen

La riunione è stata aperta da Ilkka Kanerva, finlandese e presidente dell’Assemblea, che ha ringraziato la Mongolia per l’organizzazione della conferenza in coincidenza con il 25o anniversario delle prime elezioni democratiche nel Paese. Nel corso della sua allocuzione ha rimarcato che ancora una volta si registrano attacchi contro i valori fondamentali dell’OSCE, ad esempio in Ucraina e nel quadro dei conflitti «congelati» che perdurano nello spazio OSCE. Ha però anche messo in evidenza l’importante ruolo assunto dall’Assemblea quale piattaforma di dialogo. Infatti dall’inizio della crisi in Ucraina solo l’AP OSCE ha agevolato gli unici contatti diretti avvenuti tra parlamentari della Russia e dell’Ucraina. Ilkka Kanerva ha menzionato anche l’altra grande situazione di crisi dello spazio OSCE che rende necessario un intenso dialogo costruttivo, cioè l’afflusso di rifugiati dovuto in particolare alla guerra civile in Siria. Il presidente dell’AP OSCE ha espresso l’auspicio che l’Europa si mostri più solidale nell’accoglienza dei rifugiati.

Dopo le allocuzioni di benvenuto pronunciate dal presidente del Grande Hural di Stato (parlamento) della Mongolia Enkhbold Zandaakhuu e dal presidente della Mongolia Elbegdorj Tsakhia, hanno preso la parola i capi delle delegazione della Russia e dell’Ucraina. Secondo Sergueï Narychkine, presidente della Duma della Federazione Russa l’attuale situazione europea in materia di sicurezza deriva da una crisi dei valori morali e dal fatto che la politica europea non è più all’altezza delle sfide che si pongono. Ha quindi sottolineato il ruolo importante assunto dall’OSCE e dall’Assemblea parlamentare, l’unica piattaforma attualmente in grado di offrire prospettive di uscita dalla crisi. Il capo della delegazione dell’Ucraina Artur Gerasymov ha dal canto suo chiesto alla Russia di rispettare scrupolosamente gli accordi di Minsk e ha rammentato che gli osservatori della missione speciale di osservazione dell’OSCE hanno accesso unicamente al 50 per cento dell’area toccata dal conflitto e quindi incontrano ostacoli nell’adempimento del loro compito.

Durante la prima Sessione del 16 settembre 2015, incentrata sul tema «Sicurezza regionale, lotta contro il terrorismo e tratta di esseri umani: il ruolo dell’OSCE e della cooperazione regionale» i dibattiti sono stati diretti dalla deputata austriaca Christine Muttonen. La vice presidente dell’AP OSCE ha espresso il timore che la crisi dei rifugiati conduca a un incremento della tratta di esseri umani. La presidente della delegazione della Mongolia Batchimeg Miggedorj ha messo l’accento sulla sicurezza nell’area nord-orientale dell’Asia, rammentando che ci si trova di fronte a sfide complesse in relazione alle tensioni in atto nella penisola coreana, ai conflitti relativi alle frontiere territoriali e marittime, alle problematiche della sicurezza energetica e della vulnerabilità finanziaria nonché alle minacce di carattere ambientale. Ha quindi espresso l’auspicio che nella regione possa essere sviluppato un sistema multilaterale di cooperazione un materia di sicurezza.

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L’Assemblea ha poi ascoltato l’intervento di Bakhram Auanassov, esperto del Comitato esecutivo della struttura regionale di lotta contro il terrorismo dell’Organizzazione di Shangai per la cooperazione (OCS), una organizzazione intergovernativa regionale asiatica istituita nel 2001 che raggruppa Russia, Cina, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. Bakhram Auanassov ha presentato i compiti dell’Organizzazione che persegue scopi analoghi a quelli dell’OSCE, che conta fra le sue priorità la politica di buon vicinato, la lotta contro il terrorismo e l’estremismo e la cooperazione nella lotta contro il traffico di armi e di stupefacenti.

Nel quadro della prima Sessione si è pure tenuta una tavola rotonda con la partecipazione dei responsabili delle operazioni sul terreno dell’OSCE in Asia centrale. Gli ambasciatori dell’OSCE in Kirghizistan, Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan hanno presentato in successione la situazione nel Paese che accoglie il loro centro e le varie azioni in corso. Lo svizzero Markus Müller, responsabile dal 2013 della missione dell’OSCE in Tagikistan, ha sottolineato che gli sforzi profusi dai singoli Paesi nel settore della sicurezza devono sempre prendere in considerazione una prospettiva più ampia, su scala regionale. Inoltre per essere efficace la cooperazione fra Stati va pianificata e attuata con obiettivi chiaramente definiti e strumenti di sorveglianza appropriati.

Nel successivo dibattito i parlamentari hanno sollevato problematiche come la lotta contro il gruppo terroristico Stato islamico, la ripresa delle violenze in Afghanistan e la tratta di esseri umani connessa con la crisi dei profughi in Europa. Nel corso del dibattito numerosi partecipanti hanno insistito sulla necessità di organizzare un dibattito d’attualità sulla crisi dei rifugiati in Europa. Il dibattito è quindi stato programmato a margine della 3a Sessione incentrata sulla dimensione umana.

La presidente della Commissione generale per gli affari economici, la tecnologia e l’ambiente Roza Aknazarova (Kirghizistan) ha diretto il dibattito che si è tenuto nel pomeriggio del 16 settembre 2015 durante la seconda Sessione, incentrata sul tema «Sfide economiche nella regione, sicurezza alimentare, riduzione del rischio di catastrofi e gestione dell’acqua: cooperazione con le organizzazioni internazionali».

La deputata Oyun Sanjaasuren (Mongolia) ha parlato della situazione concernente l’approvvigionamento d’acqua nel suo Paese, caratterizzato da importanti disparità geografiche e dall’utilizzazione massiccia di sostanze inquinanti nel settore della produzione di vettori energetici (miniere). Kevin Gallagher, rappresentante aggiunto in Mongolia dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) ha parlato della posizione dell’Asia nel quadro della sicurezza alimentare e nutritiva mondiale. Da un lato ha constato che il fenomeno della malnutrizione è quasi scomparso (salvo nella Corea del Nord), ma dall’altro ha espresso preoccupazione per l’aumento del numero di obesi intervenuto a causa dell’evoluzione delle abitudini alimentari. Ha inoltre informato l’Assemblea sui progetti della FAO che riguardano le donne, i giovani e gli anziani attivi nel settore agricolo, l’esodo rurale, i cambiamenti climatici e l’agricoltura biologica.

L’ultima Sessione, diretta dal vicepresidente Alain Néri (Francia), ha avuto luogo il 17 settembre 2015 ed è stata incentrata sul tema «Sviluppo delle istituzioni democratiche, diritti umani, libertà dei media, tolleranza religiosa, parità dei sessi». Dopo gli interventi del deputato Bold Luvsanvandan (Mongolia) in merito ai diritti dell’uomo nel suo Paese e di Beate Tankman, coordinatore delle Nazioni Unite e rappresentante del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, il dibattito é stato incentrato sulla crisi dei rifugiati. Le discussioni hanno riguardato la natura e l’entità della crisi scoppiata con l’arrivo in Europa, nel solo anno 2015, di oltre 600 000 persone (Organizzazione internazionale per le migrazioni, settembre 2015). I deputati hanno avuto uno scambio di idee in

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merito alle varie risposte che possono essere date a breve e lungo termine a questo flusso migratorio, che ha inoltre provocato la morte di oltre 3000 persone nel mare Mediterraneo. Alcune delegazioni hanno sottolineato l’importanza di mettere in atto un sistema per distinguere i rifugiati da coloro che emigrano per motivi economici. Dal canto suo il consigliere agli Stati Filippo Lombardi ha auspicato che si possa prendere una certa distanza dal tenore comprensibilmente emotivo dei dibattiti, per abbozzare una riflessione sulle soluzioni praticabili che contemplino il principio della solidarietà fra i vari Paesi. Ha inoltre rammentato che ogni essere umano ha il diritto di vivere nel proprio Paese e che è necessario predisporre un sostegno a favore delle regioni in crisi.

I dibattiti della riunione del 17 settembre 2015 della Commissione permanente sono stati incentrati sulla questione del rilascio dei visti ai membri dell’AP OSCE. Il presidente Illka Kanerva si è soffermato sui passi compiuti a seguito del rifiuto delle autorità finlandesi di rilasciare il visto ad alcuni membri della delegazione russa invitati alla riunione annuale dell’AP OSCE a Helsinki nel mese di luglio. È stata redatta una lettera all’indirizzo dell’Alta rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini che ribadisce l’indipendenza dell’Assemblea parlamentare e il diritto dei suoi membri di spostarsi liberamente all’interno di tutto lo spazio OSCE.

La Commissione permanente si è inoltre occupata dei punti consueti all’ordine del giorno come il rapporto relativo al budget presentato della tesoriera Doris Barnett (Germania), il rapporto del segretario generale Spencer Oliver e i rapporti concernenti le più recenti missioni di osservazione elettorale. Infine numerosi presidenti delle delegazioni hanno rammentato la risoluzione votata in luglio ad Helsinki concernente il riesame dei contributi finanziari versati all’Organizzazione dalle delegazioni nazionali. Il segretario generale ha precisato che la revisione richiede una modifica del Regolamento interno per la quale è previsto il quorum «consenso meno uno» che al momento non è ancora stato raggiunto.

5 Considerazioni della Delegazione

Un tema ricorrente del 2015 è stato il diritto d’accesso dei membri dell’AP OSCE ai territori dei Paesi che ospitano le riunioni dell’Assemblea. Secondo la Delegazione svizzera è indispensabile appoggiare il dialogo interparlamentare alla stregua del dialogo fra le delegazioni della Russia e dell’Ucraina, che assume più che mai importanza in questo periodo di crisi.

Nel corso del 2016 la Delegazione intende dunque preparare un progetto di risoluzione per chiedere ai Paesi che ospitano riunioni dell’AP OSCE di sospendere provvisoriamente le sanzioni decise nei confronti dei parlamentari che figurano su liste nere. Di fatto si tratta di conferire ai parlamentari un visto per l’accesso alle piattaforme di discussione dell’Assemblea.

6 Spese di trasferta della Delegazione

Nel 2015 le spese di trasferta (biglietti d’aereo e del treno) sostenute dai membri della Delegazione per l’esercizio del loro mandato ufficiale ammontano a 15 313 franchi.

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