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Prof. M. Bianchi – Dispense di Economia e Diritto per il Biennio Marzo 2013
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2. I principi fondamentali della Costituzione
La prima parte della Costituzione è
dedicata ai principi fondamentali su cui si
basa la nostra Repubblica. Tali principi
sono rappresentati dai primi 12 articoli.
Il 22 dicembre del 1947 il Presidente della Commissione
dei 75, on. Meuccio Ruini, presentò all'Assemblea
Costituente il testo definitivo del progetto di
costituzione, dicendo, tra l’altro, queste parole:
"Onorevoli colleghi, con la seduta di poche ore fa il compito dell'Assemblea Costituente può dirsi
compiuto. Ecco il testo definitivo del1a Costituzione, che mi appresto a consegnare al Presidente
dell'Assemblea [...] Questa è un'ora nella quale chi è adusato alle prove parlamentari, chi è stato in
trincea, chi ha conosciuto il carcere politico, è preso da una nuova e profonda emozione.
E' la prima volta, nel corso millenario della storia d'Italia, che l'Italia unita si dà una libera
Costituzione. Un bagliore soltanto vi fu, cento anni fa, nella Roma repubblicana di Mazzini. Mai
tanta ala di storia è passata sopra di noi [...]. Questa carta che stiamo per darci è, essa stessa, un
inno di speranza e di fede. Infondato è ogni timore che sarà facilmente divelta, sommersa e che
sparirà presto. No; abbiamo la certezza che durerà a lungo, e forse non finirà mai, ma si verrà
completando e adattando alle esigenze delle esperienze storiche. Pur dando alla nostra
Costituzione un carattere rigido, come chiede la tutela delle libertà democratiche, abbiamo
consentito un processo di revisione, che richiede medita riflessione, ma che non la cristallizza in
una statica immobilità [...]. Un giudizio pacato sui pregi e i difetti della nostra Carta non può
essere dato oggi, con esauriente completezza. Difetti ve ne sono; vi sono lacune e ancor più
esuberanze!
Principi fondamentali
Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle
formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili
di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di
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fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del
Paese.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano
effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività
o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che
dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi
della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Art. 6 La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Art.7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due
parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Art. 8 Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti,
in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative
rappresentanze.
Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente
riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati
internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche
garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le
condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.
Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle
limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le
Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
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Art. 12 La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di
eguali dimensioni.
Vediamo in estrema sintesi il significato di questi articoli.
Il valore della democrazia (art. 1).
La sovranità spetta al popolo, che sceglie l’organizzazione e il funzionamento
dello Stato. Essendo, soprattutto ai tempi della costituente, impossibile
pensare ad una partecipazione diretta di tutti i cittadini alle decisioni, la
democrazia indicata nell’articolo, è di tipo indiretto o rappresentativo, in quanto
è esercitata indirettamente attraverso i rappresentanti eletti liberamente dal
popolo stesso e costituenti il Parlamento. Tale sovranità è esercitata nei limiti
delle regole costituzionali.
A volte la democrazia è esercitata in modo diretto attraverso i referendum.
I diritti inviolabili e i doveri inderogabili (art. 2).
Vengono tutelati i diritti inviolabili dell’uomo, sia a livello individuale (es.
libertà di manifestare) che collettivo (es. diritto di riunione e di
aggregazione). Per contro i cittadini hanno anche doveri inderogabili aventi
carattere politico (diritto-dovere di voto), economico (dovere di pagare i
tributi) e sociale (dovere di pagare i contributi sociali come quelli relativi
all’INPS o all’INAIL).
L’uguaglianza dei cittadini (art. 3).
Si tratta di un uguaglianza formale, in quanto dichiarata e sancita
solennemente e sostanziale in quanto è richiesto dalla Costituzione stessa che
lo Stato si attivi per rimuovere ogni ostacolo che impedisca tale uguaglianza.
E’ un’articolo che risente fortemente del vissuto nel ventennio fascista.
Il lavoro come diritto e come dovere (art. 4).
E’ riconosciuto tale diritto non come garanzia di procurare a tutti il lavoro,
ma come impegno dello Stato per garantire le condizioni per rendere
accessibile a tutti il lavoro .
Il lavoro è anche considerato come un dovere del cittadino, anche se si tratta di
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un dovere civico, che cioè deve essere adempiuto nell’ottica di un impegno
per lo sviluppo del Paese, ma non è un obbligo giuridico e quindi è privo di
conseguenze punitive per chi non vi adempie. Il concetto di lavoro in sede
costituzionale è visto come qualunque attività permetta il progresso materiale e
spirituale del Paese, comprende quindi per esempio, anche l’impegno dello
studente, il lavoro casalingo, il lavoro di volontariato anche se non retribuito.
Il decentramento e l’autonomia (art. 5).
La nostra Repubblica è di tipo regionale, infatti sono chiaramente richiamati
dalla Costituzione sia il decentramento, che l’autonomia.
Il decentramento consiste nel trasferimento di funzioni e poteri dallo Stato centrale
agli enti territoriali, per meglio avvicinarsi alle esigenze specifiche locali e
migliorare quindi i rapporti fra lo Stato e gli utenti.
L’autonomia consiste all’effettivo potere riconosciuto agli enti pubblici territoriali
di gestire le proprie necessità attraverso una propria amministrazione e attraverso
propri atti amministrativi.
Questo decentramento e questa autonomia non intaccano l’unitarietà del
Paese, che viene innanzitutto definito dallo stesso articolo che promuove tali
principi come una Repubblica una e indivisibile.
Anche questo articolo contrasta fortemente con la politica fortemente
accentatrice del ventennio fascista.
Tutela delle minoranze linguistiche (art. 6).
Le differenze linguistiche sono state in passato motivo di discriminazione e
problemi sociali e qiundi per evitare nuovamente situazioni simili la
Costituzione riconosce e rispetta in modo assoluto tali minoranze,
prevedendo il bilinguismo in particolare in ambito scolastico, nella pubblica
amministrazione, nella cartellonistica, nelle zone interessate alla presenza di
comunità aventi nazionalità diversa come per esempio in Val d’Aosta
(comunità francesi), in Trentino (comunità tedesche e ladine), il Puglia
(comunita albanesi).
I Patti Lateranensi (art. 7) e la libertà religiosa (art. 8).
Contrariamente alla situazione precedente che riconosceva come unica
religione quella Cattolica Apostolica e Romana, la Costituzione riconosce la
libertà religiosa stabilendo quindi una Stato laico. La religione cattolica però
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ha una posizione privilegiata rispetto alle altre in quanto riconosce e
conferma la validità dei Patti lateranensi firmati nel 1929 tra Mussolini e la
Chiesa cattolica, revisionati poi nel 1948.
Con i Patti lateranensi lo Stato ha rinunciato alla sua sovranità nel territorio
dello Stato del Vaticano a favore del Papa sono state fatte alcune concessioni
alla Chiesa quali ad esempio l’obbligo dell’insegnamento della religione
cattolica nelle scuole (poi diventata opzionale a segiuto della revisione del
’48) e il riconoscimento del valore anche civile al matrimonio religioso. I
rapporti fra lo Stato e le altre religioni diverse da quella cattolica invece, sono
regolare per legge sulla base di specifici accordi con tali confessioni.
La convivenza di una tale patto che favorisce la Chiesa cattolica all’interno di
una Stato laico, è un chiaro esempio del carattere compromissorio della
Costituzione italiana. In questo caso il compromesso si evidenzia fra il
pensiero completamente laico della sinistra di riconoscimento di tutte le
religioni e quello prettamente cattolico della Democrazia Cristiana.
La tutela della cultura e della ricerca scientifica (art. 9).
Grande importanza si è riconosciuta all’istruzione e alla ricerca così come alla
salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio artistico e storico. Purtroppo lo Stato
italiano è notevolmente in ritardo nell’attuazione di questi principi e solo
negli ultimi anni possiamo affermare che si sia iniziato un percorso
finalizzato alla loro attuazione.
Il diritto internazionale e la posizione degli stranieri (art. 10).
L’Italia riconosce e si adegua al diritto internazionale accettando che norme
sorgenti da accordi e convenzioni internazionali siano primarie rispetto a
quelle interne, purché rispettose della nostra Costituzione.
La posizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in accordo con le
leggi internazionali, esistono di conseguenza leggi diverse per cittadini
appartenenti alla UE e cittadini extracomunitari.
I cittadini comunitari, in accordo con il Trattato di Maastricht, hanno piena
libertà di circolazione, soggiorno e lavoro a parità dei cittadini italiani,
mentre i cittadini extracomunitari sono soggetti al permesso di soggiorno.
Relativamente all’estradizione, cioè il provvedimento che permette ad uno
Stato di trasferire e consegnare un imputato condannato in un altro Stato, è
ammessa, ma non per reati politici.
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Nell’Unione Europea, relativamente ai reati di maggiore gravità,
l’estradizione è sostituita dal più snello e veloce provvedimento chiamato
mandato di cattura europeo, emesso da un giudice di un Paese membro, grazie
al quale qualunque organo di polizia di uno Stato europeo può procedere
direttamente all’arresto di un cittadino comunitario.
Tutela della pace (art. 11).
Sempre in ambito di diritto internazionale, la Costituzione esprime il rifiuto ,
anzi l’articolo in modo ancora più forte parla di ripudio della guerra, come
mezzo per offendere la libertà di altri popoli e come strumento di risoluzione
dei conflitti internazionali.
La bandiera d’Italia (art. 12).
Viene infine descritta la bandiera italiana che simboleggia la continuità
storica e l’unità d’Italia, affonda infatti le sue radici nella bandiera cispadana
ufficializzata a Reggio Emilia nel 1917. La bandiera italiana è formata da tre
bande verticali di uguale dimensione di colore, nell’ordine, verde, bianco e
rosso.