Upload
bianca-de-rossi
View
219
Download
3
Embed Size (px)
Citation preview
2. L’azienda
Ragioneria Generale ed Applicata – Sede di Fano
a.a 2010/2011 2
L’AZIENDA
UN ISTITUTO: organismo composto da sistemi coordinati e complementari di persone (organizzazione), beni (patrimonio) e operazioni (gestione)
ECONOMICO: si prendono decisioni per adattare mezzi scarsi a fini molteplici
DURATURO: l’azienda sopravvive oltre la vita fisica delle persone e dei beni
CHE PRODUCE BENI E SERVIZI: crea utilità per la soddisfazione dei bisogni umani
Attraverso la trasformazione fisica beni e la produzione di servizi destinati alla vendita (aziende industriali e di servizi) Attraverso il trasferimento dei beni nel tempo e nello spazio (azienda mercantile)
a.a 2010/2011 3
schema del comportamento umano
FINI BISOGNI
ATTIVITA’ ECONOMICA (produzione e consumo di beni economici)
persone fini bisogni attività economica
La gestione d’azienda deve tenere conto sia dei bisogni espressi dai soggetti inseriti nell’organizzazione (personale) che dei bisogni espressi dagli utilizzatori dei prodotti realizzati (clientela)
Comportamenti irrazionali e meccanismi ingannatori (agggressività diretta o dislocata, compensazione, razionalizzazione)
FINALITA’GENERALEDELL’AZIENDA
SODDISFAREBISOGNI UMANI
L’AZIENDA E I BISOGNI UMANI
Impostazione del comportamento aziendale:-Orientamento al marketing-Orientamento alla produzione …
a.a 2010/2011 4
Bisogni umani e attività economica
BISOGNIUMANI
BENIECONOMICI
PROCACCIAMENTODI BENI
ECONOMICI
ATTIVITA’DI CONSUMO
ATTIVITA’CREATIVA
PRODUZIONEDI BENI
ECONOMICI
ATTIVITA’ ECONOMICAAttività umana finalizzata al soddisfacimento dei bisogni
richiedenti consumo, e quindi produzione, di beni economici
Reciproci condizionamenti
Nessi consequenziali
a.a 2010/2011 5
LA SCALA GERARCHICA DEI BISOGNI DI ABRAM MASLOW
AUTOREALIZAZZIONE
STIMA DEGLI ALTRI
STIMA DI SE’
SOCIALI
SICUREZZA
FISIOLOGICI
capacità disvilupparsi
autonomamente status,prestigio,
potere conoscenza,successo,
indipendenza appartenenzaal gruppo protezione
vita fisicabere,
mangiare
Bisogni in tensione Bisogni ragionevolmente soddisfatti
Importanza dello studio dei bisogniper comprendere i fini alla base deicomportamenti umani
a.a 2010/2011 6
L’Economia Aziendale ha per oggetto l’azienda
Studio dell’ ATTIVITA’ ECONOMICA svolta dalle aziende
Gran parte dell’attività economica si svolge all’interno di
Istituti = organismi composti da più sistemi coordinati fra loroall’interno dei quali gli elementi agiscono secondo linee di interrelazione= somma di più sistemi tra essi coordinati.
tre sotto-sistemi principali: Un sistema di PERSONE (ORGANIZZAZIONE) Un sistema di BENI (PATRIMONIO/CAPITALE) Un sistema di OPERAZIONI (GESTIONE)
l’oggetto proprio dell’Economia Aziendale è l’ORDINE STRETTAMENTE ECONOMICO DI UN ISTITUTO (ossia il
sistema degli accadimenti economici)
* Vedi slide 15
a.a 2010/2011 7
L’AZIENDA: DIFFERENTI TEORIE INTERPRETATIVE
LA TEORIA ORGANICISTICA
LA TEORIA SISTEMICA
LA TEORIA CONTRATTUALISTICA
L’azienda è vista, rappresentata, studiata come essere vivente(Ceccherelli distingue “organismi” che regolano la produzione (aziende produzione) e “organismi” che regolano il soddisfacimento dei bisogni (aziende di erogazione)
L’azienda è vista, rappresentata, studiatacome insieme di elementi interrelati e coordinati verso il raggiungimento di un medesimo risultato(Von Bertalanffy,’40; Bertini, 1990)
L’azienda è vista, rappresentata, studiatacome insieme di contratti (filone
istituzionalista, Commons, Coase, ‘30): nexus of contracts, utile per identificare una trama di rapporti contrattuali tra individui
a.a 2010/2011 8
LA TEORIA SISTEMICAL’azienda è un sistema:
APERTO
DINAMICO
COMPLESSO
PROBABILISITICO
FINALIZZATO
Interazioni con l’esterno e con l’interno:Interazione dinamica di parti (sistema sociale)
Omeostasi: attitudine a mantenere condizioni di equilibrio dinamico Processi e Strutture (“statiche” nel breve, dinamiche nel tempo e nello spazio
Molteplicità degli elementi che lo compongonoMolteplicità delle relazioni tra gli elementi (sub-sistemidel sistema azienda) Il valore del sistema è > del valore della somma degli elementi
La gestione si basa su ipotesi esterne ed internedi funzionamento e sulla correlata fissazione di obiettivi.Il sistema aziendale è sottoposto a rischi particolari e generali
Perseguimento dell’equilibrio economico a valere nel tempo (Giannessi E.)
a.a 2010/2011 9
RELAZIONI TRA AZIENDA E MERCATI
AZIENDA
MERCATO DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA
MERCATO DELLE VENDITE
STATO ENTI PUBBLICI MERCATO DEL LAVORO
MERCATO DEGLI APPROVVIGIONA-
MENTI
MERCATO DEI CAPITALI
a.a 2010/2011 10
Relazioni tra AZIENDA e AMBIENTE SOCIO-ECONOMICO
Azienda
Religione Associazioni
di categoria
Tecnologia
Sistema politico
Sistema economico
SindacatiLegislazione
Ambiente socio-
culturale
Vincoli ambientali
Mercati di acquisizione
Mercati di sbocco
a.a 2010/2011 11
Principali categorie di soggetti legati all’AZIENDA
Azienda
Fornitori
Organi politici
Dipendenti
Clienti
Consumatori
Amministrazione finanziaria
Finanziatori
Sindacati
a.a 2010/2011 12
LA TEORIA CONTRATTUALISTICA
Si privilegia il ruolo dell’azienda come strumento di governo.L’azienda è il “luogo” di attività a carattere intenzionale, ossia riconducibile adeterminati soggetti.
Il filone dell’economia neoclassica rappresenta invece la funzione dell’aziendacome funzione di produzione tesa a massimizzare la differenza tra costi-ricavi e“astraendo” rispetto ai profili strutturali, organizzativi dell’impresa ed evidenziandoGli aspetti impersonali, traducibili in equazioni economiche.L’economia aziendale italiana distingue tra: Gestione oggettiva (riferibile ai fatti) Gestione soggettiva (riferibile ai soggetti)Quindi recupera sia il filone istituzionalista che quello dell’economia neoclassica.Con Zappa l’approccio istituzionalista è rafforzato: L’azienda è concepita comeistituto atto a perdurare e come coordinazione economica in atto, istituita e rettadall’uomo.
L’approccio contrattualistico insiste sul carattere soggettivo dell’azienda ma ne svuotala sostanza, riconoscendo come unico ruolo quello degli individui
Acency Cost TheoryJensen, Meckling, 1976
a.a 2010/2011 13
Definizione giuridica (art. 2555 c.c.):“L’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore
per l’esercizio dell’impresa”
Definizione di IMPRESA tratta dalla nozione di IMPRENDITORE(art. 2082 c.c.):
“E’ imprenditore chi esercita professionalmente un’attivitàeconomica organizzata al fine della produzione o dello scambio
di beni o di servizi”
Enfasi sull’aspetto oggettivo
La dottrina aziendalistica ha evidenziato differenti che caratterizzano l’azienda: Aspetti strutturali Aspetti dinamici Aspetti strutturali e dinamici
Enfasi sull’aspetto soggettivo
DEFINIZIONE E CONCETTO DI AZIENDA
Definizione parziale e derivata
TRE FILONI DI STUDIO
a.a 2010/2011 14
1) Primo FILONE (ORGANICO-STRUTTURALE)
Si focalizza sulla struttura materiale del sistema azienda, e quindi sull’aspetto statico (persone e beni), trascurando l’aspetto dinamico.
2) Secondo FILONE (INTERPRETAZIONE DINAMICA)Si concentra sugli aspetti dinamici (operazioni) delle operazioni aziendaliLa concezione dinamica è elaborata da Zappa G. e ripresa dagli aziendalisti aderenti alla sua teoria (Amaduzzi A., 1978, 1978; Bertini U., 1990, Ferrero G., 1980; Onida, 1971; Zanda G, 1974)
3) Terzo FILONE (INTERPRETAZIONE COMPLESSA)Considera congiuntamente gli aspetti strutturali e dinamici delle operazioni aziendali (Ceccherelli, 1966; Giannessi, 1979)
“L’azienda è un istituto economico destinato a perdurare, che, per il soddisfacimento dei bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione la produzione o il
procacciamento o il consumo della ricchezza”(G. Zappa, Le produzioni nell’economia delle imprese, 1957)
“L’azienda è un complesso economico che sotto il nome di un soggetto giuridico (titolare) ed il controllo di un soggetto economico ha vita in un sistema continuamente rinnovantesi e
mutevole di operazioni attuabili mercè una duratura, sebbene rigida, organizzazione del lavoro, per la soddisfazione di bisogni umani, in quanto questa richieda produzione o
acquisizione e consumo di beni economici” (ONIDA P., 1954)
a.a 2010/2011 15
1) “Organizzazione di persone e di beni economici, indispensabile per il raggiungimento del fine o di più fini dell’ente” (V. Vianello, 1935)“… organizzazione di beni (persone e cose materiali) che svolgono una determinata attività umana, in vista di uno o più bisogni da soddisfare” (U. De Dominicis, 1950).
2) “… somma di fenomeni o negozi o rapporti da amministrare relativi ad un cumulo di capitali che formi un tutto a sé, o a una persona singola, o a una famiglia, o ad un’unione qualsivoglia, od anche soltanto una calasse distinta di quei fenomeni, negozi, rapporti” (F. Besta, 1922).
“un sistema dinamico di operazioni” (T. D’Ippolito, 1953). “… un sistema di forze economiche che sviluppa, nell’ambiente di cui è parte complementare, un
processo di produzione o di consumo, o di produzione e consumo insieme …” (Aldo Amaduzzi, 1953).
“ sistema generale di accadimenti economici” (C. Masini, 1970).
3) “Strutturalmente … mezzi economici e forze di lavoro costituite n rapporto alla quantità di mezzi disponibili ed alla particolare attività che intendono svolgere; dinamicamente … complessi operanti nei quali l’attività di lavoro deliberativa ed esecutiva di una o più persone si applica ai beni che formano la dotazione dell’azienda per aumentarne l’utilità o il rendimento, per ottenere cioè un risultato economicamente utile” (A. Ceccherelli, 1955).
“ … può essere intesa come una unità elementare dell’ordine economico generale, dotata di vita propria e riflessa, costituita da un sistema di operazioni, promanante dalla combinazione di particolari fattori e dalla composizione di forze interne ed esterne, nel quale i fenomeni della produzione, della distribuzione e del consumo vengono predisposti per il conseguimento di un determinato equilibrio economico, a valere nel tempo, suscettibile di offrire una rimunerazione adeguata ai fattori utilizzati e un compenso, proporzionale ai risultati raggiunti, al soggetto economico per conto del quale l’attività si svolge” (E. Giannessi, 1960, p. 46).
a.a 2010/2011 16
* ISTITUTO
“Un istituto si presenta come un complesso di elementi e di fattori, di energie e di risorse personali e materiali. L’attività economica si svolge tipicamente in istituti e per relazioni tra istituti” (Airoldi, Brunetti, Coda, 1989, p. 37).Tre grandi classi di istituti: le famiglie, le imprese, gli istituti pubblici terrritoriali. Delle tre classi di istituti, l’ordine economico è rappresentato dall’azienda.Si parla di: aziende di consumo e patrimoniali familiari, di aziende di produzione e di aziende composte pubbliche. Queste tre classi di aziende sono accomunate dal fine generale del soddisfacimento dei bisogni umani e dal mezzo costituito dall’attività economica.Le tre classi si differenziano per i fini immediati e quindi per le strutture caratteristiche in termini di assetto istituzionale, combinazioni produttive, organismo personale e assetto tecnico e organizzativo e di patrimonio (Airoldi, Brunetti, Coda, 1989, p. 37).
La vita delle persone nella società umana è caratterizzata dal sorgere e dall’evolversi di ISTITUZIONI di varia natura, ossia di regole e strutture di comportamento relativamente stabili per i singoli e per i gruppi.Le società umane che assumono i caratteri di istituzioni sono denominate ISTITUTI Vedi slide 46-58
a.a 2010/2011 17
Differenza tra istituto e azienda
L’istituto si configura come “complesso di elementi e di fattori, di energie e di risorse personali e materiali rivolti ad un insieme di fini comune” (C. Masini, Lavoro e risparmio, 1970, p. 13)
L’azienda si configura come “l’ordine economico di qualsivoglia istituto sociale” (C. Masini, Lavoro e risparmio, 1970, p. 13)
a.a 2010/2011 18
tre sotto-sistemi del sistema azienda Un sistema di PERSONE (ORGANIZZAZIONE) Un sistema di BENI (PATRIMONIO/CAPITALE) Un sistema di OPERAZIONI (GESTIONE)
IL SISTEMA DELLE PERSONE (ORGANIZZAZIONE)
L’ORGANIZZAZIONE è un sistema coordinato di persone che si prefigge dir aggiungere un più razionale impiego del lavoro umano in
relazione agli obiettivi aziendali.
Essa si realizza attraverso • SUDDIVISIONE e SPECIALIZZAZIONE delle attività;• COORDINAZIONE delle attività in un sistema integrato di obiettivi,poteri e responsabilità
Fasi del Processo
organizzativo
definizione degli obiettivi e delle funzioni da svolgere, per raggiungere gli obiettivi programmati scomposizione/ricomposizione delle funzioni da svolgere per creare ruoli da assegnare alle persone specificazione per ogni ruolo dei compiti e delle responsabilità definizione delle linee di influenza AUTORITARIO e NON AUTORITARIA per indirizzare le persone definizione delle PROCEDURE operative (modalità di funzionamento delle funzioni)
a.a 2010/2011 19
criteri di divisione del lavoro tra le persone, presenti all’interno dell’azienda
delibera degli organi, delle funzioni e delle relazioni o linee di influenza tra gli organi
definizione della struttura organizzativa cioè l’insieme dei ruoli (o comportamenti attesi) e
delle linee di influenza
Gli organi aziendali possono essere suddivisi su tre livelli:
organo volitivo
organo direttivo
organo esecutivo
soggetto che prende le decisioni aziendali e definisce le linee strategiche da seguire
traduce in direttive operative le linee strategiche dettate dell’organo volitivo
è composto da tutti coloro che, materialmente, eseguono quanto definito dall’organo direttivo
a.a 2010/2011 20
SCOMPOSIZIONE E RICOMPOSIZIONE FUNZIONI
A B C D
Produzione
(da scomporre
e ricomporre
tra 4 ruoli)
Vendita (da scomporre in modo da avere 2 ruoli)
Acquisti (da ricomporre in modo da avere 2 ruoli)
Amministrazione
Ogni organo svolge una determinata funzione, all’interno della quale vi saranno differenti ruoli e compiti assegnati alle persone.
Come creare una struttura organizzativa efficiente?
è necessario stabilire le relazioni, che collegano i diversi organi, per definire con chiarezza come e con chi comunicare all’interno del proprio reparto, della propria funzione e dell’intera azienda.
a.a 2010/2011 21
K S
A A A A B B C + D
M A N A G E R
INFLUENZA AUTORITARIA
INFLUENZA NON AUTORITARIA
Dal processo organizzativo la struttura organizzativa, rappresentabile graficamente mediante organigrammi
Gli organi si collegano tra loro secondo due direzioni principali: direzione verticale e direzione orizzontale
Linea di influenza strettamente gerarchica
collegamento funzionale, basato sul grado di specializzazione, che differenzia gli organi, anche appartenenti allo stesso livello
a.a 2010/2011 22
Possibili STRUTTURE ORGANIZZATIVE
struttura gerarchica di tipo piramidale: il potere decisionale è accentrato nella mano di un solo soggetto/organo e ciascun membro dell’organizzazione riceve ordini da un solo diretto superiore e allo stesso deve rispondere per il suo operato.
struttura funzionale: il potere decisionale e i compiti relativi alla direzione vengono suddivisi tra più organi di pari grado, ognuno specializzato in una determinata funzione ciascuno dei quali dipende dall’organo volitivo.
struttura gerarchico-funzionale (line e staff): suddivisione tra due tipi di organi. Gli organi di line, svolgono attività direttive ed hanno potere decisionale; gli organi di staff sono organi consultivi di assistenza agli organi di line.
struttura multi divisionale: la responsabilità di direzione viene ripartita in divisioni ciascuna delle quali gestita da un suo dirigente.
struttura a matrice adatta soprattutto per quelle aziende che lavorano su commessa o per progetto. In questa struttura troviamo due tipi di dirigenti entrambi dipendenti dall’organo volitivo: i manager di funzione e i manager di progetto.
a.a 2010/2011 23
MANAGER
DIREZIONE COMMERCIALE
DIREZIONE PERSONALE
DIREZIONE AMMINISTRAT.VA
UFFICIO CLIENTI
UFFICIO FORNITORI
FORMAZIONE ADDESTRAMENTO UFFICIO RISORSE
organi di staff
struttura gerarchico-funzionale
a.a 2010/2011 24
MANAGER
DIVISIONE A DIVISIONE B DIVISIONE C
direzione produzione
direzione marketing
organi di staff
CONSIGLIO DIAMMINISTRAZIONE
direzione produzione
direzione marketing
direzione produzione
direzione marketing
struttura multi divisionale
a.a 2010/2011 25
MANAGER
DIREZIONE COMMERCIALE
DIREZIONE PERSONALE
DIREZIONE AMMINISTRAT.VA
Direzione progetto A
Direzione progetto B
Direzione progetto C
Manager esperti dei progetti e manager responsabili di funzione
struttura a matrice
a.a 2010/2011 26
problema organizzativo: quale stile di direzione?
Modalità di comportamento che gli organi direttivi assumono verso i
subordinati
Di tipo AUTORITARIO basato sull’accentramento del potere decisionale attuato mediante il comando
fondato sul consenso e sulla delega di potere decisionale
Di tipo PARTECIPATIVO
a.a 2010/2011 27
Rappresenta l’insieme dei mezzi funzionali all’attività svolta dall’aziendae che sono organizzati secondo un rapporto di interrelazione per il comune scopo della produzione. Ha caratteristiche qualitative e quantitative in continuo mutamento.
tre sotto-sistemi del sistema azienda Un sistema di PERSONE (ORGANIZZAZIONE) Un sistema di BENI (PATRIMONIO/CAPITALE) Un sistema di OPERAZIONI (GESTIONE)
IL SISTEMA DEI BENI (PATRIMONIO/CAPITALE)
Tecniche di stima
Il patrimonio può essere esaminato secondo due aspetti
ASPETTO QUANTITATIVO
inventario bilancio
ASPETTO QUALITATIVO
“Il capitale, quale entità astratta è una grandezza variamente configurabile nel suo valore, in relazione alle diverse finalità che ne ispirano la valutazione”. (Onida P.,
Economia d’azienda, 1971).
a.a 2010/2011 28
INVENTARIO Elenca gli elementi del patrimonio secondo le caratteristiche fisiche e funzionali (kg, euro, colli, ..), per cui essi non possono essere sommati Evidenzia l’ ASPETTO QUALITATIVO del patrimonio: come complesso coordinato di beni (materiali, persone, macchinari, denaro, ecc..) espressi in quantità eterogenee
BILANCIO In particolare, il prospetto di STATO PATRIMONIALE contenuto nel documento di bilancio riporta il valore di ogni elemento del patrimonio (prodotti 20 euro, impianti 300 euro,
debiti, 30 euro, ecc..) Evidenzia l’ ASPETTO QUANTITATIVO del patrimonio: come fondo omogeneo di valori finanziari ed economici, attivi e passivi, espressi nella moneta contabile e sommabili
fra loro.
a.a 2010/2011 29
Art. 810 c.c. ‘Sono beni tutto ciò che può formare oggetto di diritti’: beni materiali e immateriali sia di proprietà sia utilizzati in virtù di un diritto di godimento, come uso ed
usufrutto).’
ASPETTO QUALITATIVO
il capitale dell’impresa può essere definito come l’insieme complementare di beni materiali e immateriali di diritto o di fatto a disposizione dell’impresa, per lo svolgimento dell’attività economica di produzione (Onida P, 1970)..
INVENTARIO DELL’AZIENDA “X” AL 31/12/N
Elementi attivi (dare) Elementi passivi (avere)
CassaProdotti:Macchine:Fabbricati:
€ 10T. 100 ferroT. 20 ghisaT. 50 acciaio1 convertitore2 laminatorimq. 200 capann.mq. 400 appart.
Debiti cambiari €. 200
a.a 2010/2011 30
Ripartizioni e suddivisioni del patrimonio dal punto di vista qualitativo
In base al legame temporale con l’impresa:– Attivo immobilizzato: beni o attività che cedono la loro utilità per più anni• Immobilizzazioni materiali• Immobilizzazioni immateriali• Immobilizzazioni finanziarie• Magazzino immobilizzato– Attivo circolante: beni o attività che cedono la loro utilità entro l’anno o chesono già in forma liquida (come il denaro)• Magazzino a breve• Liquidità differite• Liquidità immediate• Dal punto di vista giuridico:– Beni di proprietà– Beni di terzi (es. beni in leasing o in conto lavorazioni)• A seconda del legame con l’attività tipica dell’impresa:– Beni principali: senza i quali non è possibile svolgere l’attività caratteristica(es. macchinari e impianti)– Beni accessori: non indispensabili, ma utili, presenti in azienda a seguito discelte gestionali (es. immobili civili)
a.a 2010/2011 31
ASPETTO QUANTITATIVO
I componenti del patrimonio rilevati sotto l’aspetto qualitativo non sono sommabili perché di natura eterogenea. È tuttavia possibile operare una omogeneizzazione mediante la valutazione, cioè l’attribuzione a ciascun bene di un valore monetario (a seconda dei casi, valore nominale, valore di mercato, costo di acquisto, costo di produzione ecc.).I beni così espressi possono essere sommati e fornire quindi una misura sintetica del Capitale.Il prospetto nel quale i valori monetari dei beni vengono esposti è denominato Stato Patrimoniale (S.P.) o Stato dei Capitali.
Utilizzando il prospetto di Stato Patrimoniale è possibile effettuare: un’analisi, sia patrimoniale (relativa al complesso dei beni che compongono l’azienda espressi in valori monetari)un’analisi finanziaria (attenta al rapporto tra i flussi in entrata e quelli in uscita).
“Sotto l’aspetto quantitativo il capitale viene considerato come fondo omogeneo di valori, la cui entità è espressa sinteticamente da un solo valore rendendo possibili eventuali comparazioni nel tempo e nello spazio” (D’Amodeo D., 1965).
a.a 2010/2011 32
Per quanto riguarda la valutazione quantitativa, il capitale può assumere configurazioni diverse, ognuna di esse capace di soddisfare una capacità conoscitiva differente:
- capitale di costituzione (misurazione del capitale iniziale)- capitale di funzionamento (valore attribuito al patrimonio aziendale in funzione della determinazione del reddito da assegnare all’esercizio)- capitale economico(stima del valore dell’azienda in funzione della sua capacità di produrre reddito)- capitale di liquidazione(valore del patrimonio aziendale risultante dalla vendita per stralcio dei beni dell’azienda, ceduti separatamente)
Crescente importanza degli elementi intangibili del capitale
a.a 2010/2011 33
STATO PATRIMONIALE
ATTIVITA’ (DARE)
Cassa E 100
Prodotti E 200
Macchine E 300
Fabbricati E 400
Totale attiv. E 1.000
PASSIVITA’ (AVERE)
Debiti cambiari E 200
Totale passiv. E 200
Cap. netto E 800
Tot.a pareggio E 1.000
a.a 2010/2011 34
Il capitale proprio o capitale netto (CP) rappresenta il capitale messo a disposizione dal soggetto aziendale al momento della costituzione ed incrementato o diminuito dal risultato dell’andamento aziendale.
Il capitale di credito (CC) rappresenta tutti i debiti che l’azienda ha nei confronti dei creditori.
Il totale Attività e uguale al totale INVESTIMENTI
Il totale Passività e Netto e uguale al totale delle FONTI DI FINANZIAMENTO (CC + CP)
Se le Attività sono superiori alle Passività:A – P = Capitale Netto
Se le Attività sono inferiori alle Passività:A – P = Deficit Patrimoniale (o Passivo Netto o Passivo Scoperto)
a.a 2010/2011 35
INDICE DI INDEBITAMENTO
LEVERAGE RATIO
CAPITALE DI CREDITO CC
=
CAPITALE PROPRIO CP
È possibile analizzare la struttura delle singole sezioni (Attività e Passività) mediante appositi indici
esprime il grado di indebitamento dell’azienda mediante il rapporto tra capitale di credito e capitale proprio:
200
800
0,25
a.a 2010/2011 36
CURRENT RATIO (indice di solvibilità)
ATTIVITA’ CORRENTI
PASSIVITA’ CORRENTI
QUICK RATIO (indice di liquidità)
ATTIVITA’ CORRENTI - MAGAZZINO
PASSIVITA’ CORRENTI
Per quanto concerne la struttura finanziaria, è possibile, mediante un apposita riclassificazione delle voci dello Stato Patrimoniale, ricavare altri indici (tecnica dei quozienti)
rendere coerenti i criteri di classificazione del bilancio con le esigenze di analisi economiche e finanziare;facilitare la lettura dei dati contenuti nel bilancio agevolando la formulazione di giudizi riguardo allo svolgimento dei fatti di gestione ed ai valori da essa prodotti.
a.a 2010/2011 37
I valori dello Stato Patrimoniale sono stati ordinati:per le Passività, in base al tempo di rimborso;per le Attività, in base alla liquidità (l’attitudine del bene a trasformarsi in denaro).
criterio di riclassificazione finanziario, basato sulla riconversione dei valori in forma liquida
STATO PATRIMONIALE AL 31/12/n
Attività (dare) Passività (avere)
1. Liquidità € 1. Passività correnti €
Cassa 100 Debiti a breve 100
Crediti a breve 100
2. Disponibilità 2. Redimibilità
Prodotti 200 Mutui a M/L 100
ATT. CORRENTI 400 TOT. PASSIVITÀ 200
3. Immobilizzazioni 3. Capitale proprio
Macchine 500 Cap. Sociale 600
Credito a medio 100 Riserve 200
TOT. ATTIVITÀ 1.000 TOT. A PAREGGIO 1.000
a.a 2010/2011 38
IL SISTEMA DELLE OPERAZIONI (GESTIONE)
tre sotto-sistemi del sistema azienda Un sistema di PERSONE (ORGANIZZAZIONE) Un sistema di BENI (PATRIMONIO/CAPITALE) Un sistema di OPERAZIONI (GESTIONE)
La gestione è il sistema delle operazioni successive e simultanee svoltedurante la vita dell’impresa finalizzate al raggiungimento degli obiettivi prefissati
La gestione: intera vita dell’impresa
anno di costituzi
one 1998
fine dell’attività aziendale
2009
La gestione: intera vita dell’impresaLa gestione: somma di eserciziLa gestione: somma di esercizi
1998 anno di costituzione
2006 anno di cessazione
20002000 20012001 20022002 20032003 20042004 20052005
Esercizio Esercizio Esercizio Esercizio Esercizio Esercizio EsercizioEsercizio Esercizio Esercizio Esercizio Esercizio Esercizio Esercizio
Periodo Periodo Periodo Periodo Periodo Periodo PeriodoPeriodo Periodo Periodo Periodo Periodo Periodo Periodo
a.a 2010/2011 39
Tutte le operazioni di gestione si svolgono succedendosi senza soluzione di continuità dalla costituzione alla cessazione dell’azienda.
Tuttavia, la programmazione ed il controllo della gestione riguardano generalmente lassi di tempo più brevi denominati periodi amministrativi (generalmente coincidenti con l’anno solare).
L’insieme/il sistema delle operazioni, e quindi di gestione, svolte all’interno di un periodo amministrativo viene denominato esercizio, anch’esso coincidente con l’anno solare.
concetto temporale (parte della vita aziendale dalla durata di dodici mesi)
concetto economico (insieme delle operazioni).
a.a 2010/2011 40
• Più periodiamministrativi(medio-lungo periodo)
• L’INTERA AZIENDA
• Un solo periodoamministrativo(un anno)
• SINGOLE AREE AZIENDALI
La gestione investe ilpiano strategico (le strategie di sviluppo
dell’impresa)Si avvale di funzioni di tipo
Direzionale: di organizzazione, diprogrammazione, di controllo e di
leadership
La gestione opera a livellodi sub-strategie (relative ai vari campi
gestionali)Si avvale di funzioni di tipo
Operativo: tecnologica,commerciale, di produzione, del personale,
ricerca e sviluppo finanziaria, dicontabilità, di sicurezza
I comportamenti di gestione possono essere studiati facendo riferimento: all’intera attività aziendale oppure, nell’ambito del quadro globale di lungo periodo, a particolari aree decisionali nel breve periodo.
a.a 2010/2011 41
MODELLI GESTIONALI IN CAMPO STRATEGICO
1) Modello RIPETITIVO: le azioni come conseguenza di variazioni ambientali
2) Modello DIFENSIVO: le azioni come risposta anticipata ai mutamenti dell’ambiente esterno
1) Modello di SVILUPPO: l’innovazione è perseguita come sforzo autonomo
a.a 2010/2011 42
A LIVELLO STRATEGICO – FUNZIONI DIREZIONALI:
ORGANIZZAZIONE(definizione dei livelli gerarchici, dei ruoli, delle
linee di influenza)
PROGRAMMAZIONE(sistema delle decisioni)
CONTROLLO(tra quanto preventivato e quanto ottenuto e
individuazione delle cause)
LEADERSHIP(guida del sistema di persone nei processi di
decisione, esecuzione, controllo)
A LIVELLO DI SUB-STRATEGIE – FUNZIONI OPERATIVE:
COMMERCIALE PRODUZIONE FINANZIARIA CONTABILE PERSONALE RICERCA E SVILUPPO
Di quali funzioni si avvale la gestione? POLITICHE REALIZZATE NEI VARI SETTORI GESTIONALI
Funzioni: tecnologiche, commerciali, finanziarie, contabilità, sicurezza)
a.a 2010/2011 43
DECISIONE ESECUZIONE CONTROLLO
FEED-BACK (meccanismo di correzione)
LEADERSHIP Sovraintende a tutto il comportamento dell’azienda
a.a 2010/2011 44
Se analizziamo i comportamenti di gestione con riferimento a particolari aree decisionali nel breve periodo, rientriamo nel campo delle sub-strategie o, meglio, delle politiche realizzate nei vari settori gestionali (produzione, vendita, finanza, ecc.).Rispetto all’area cui ci si riferisce, si possono individuare:-La gestione commerciale e di marketing-La gestione della produzione-La gestione finanziaria-La gestione contabile-La gestione del personale-La gestione della ricerca e sviluppo
a.a 2010/2011 45
GESTIONE
FUNZIONIOPERATIVE
FUNZIONIDIREZIONALI
PROGRAMMAZIONE
CONTROLLO
LEADERSHIP.
ORGANIZZAZIONE
COMMERCIALE
PRODUZIONE
ALTRE
FINANZIARIA
SISTEMA DI OPERAZIONI SIMULTANEE E SUCCESSIVE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEL MEDESIMO FINE
LA GESTIONE
a.a 2010/2011 46
Schema sintetico della struttura delle aziende
L’assetto istituzionale è sovraordinato agli altri elementi e le combinazioni economiche sonol’elemento centrale
Lettura diagonale:relazioni organismopersonale /assettoorganizzativo epatrimonio/assetto tecnico
Lettura orizzontale:le combinazionieconomiche viste negliassetti organizzativo etecnico
Lettura verticale:lavoro e capitale
Combinazioni economiche
Assettoorganizzativo Assetto
tecnico
Organismopersonale
Patrimonio
ASSETTO ISTITUZIONALE
a.a 2010/2011 47
Riguarda l’insieme delle operazioni economichesvolte dalle persone che operano nelle aziende
Le operazioni• Si aggregano in processi e in coordinazioni e combinazioni parziali;• Si dividono in operazioni della gestione caratteristica, patrimoniale, finanziaria e dei tributi;• Sono analizzabili in termini di unitarietà, estensione e dinamicità
Le combinazioni economiche
a.a 2010/2011 48
Il patrimonio
Il PATRIMONIO è l’insieme delle condizioni diproduzione e di consumo di pertinenza dell’azienda in
un dato momento.
• Il lavoro non fa parte del patrimonio• Il patrimonio è composto da elementi passivi e attivi• Anche se osservato “in un dato momento” il patrimonio èun’entità dinamica, frutto delle combinazioni economichepassate e condizione di svolgimento dei processi economici futuri
a.a 2010/2011 49
Il personale
L’ORGANISMO PERSONALE rappresenta l’insiemedelle persone che con il proprio lavoro partecipanodirettamente allo svolgimento dell’attività aziendale.
Ogni azienda si presenta con un organismo personalevario e mutevole per:• Composizione e struttura• Dimensioni (assolute e relative)• Livello di dinamicità (numero di ingressi e uscite, trasferimenti,progressioni di carriera, ecc.)
a.a 2010/2011 50
L’assetto tecnico
E’ la configurazione fisico-tecnica dell’azienda relativa cioè:
• Agli elementi materiali del patrimonio = impianti, fabbricati,merci, attrezzature, ecc.
• Ai processi produttivi = a seconda delle caratteristiche delprocesso produttivo diversi sono i risultati aziendali (in terminidi flessibilità, costi, qualità delle condizioni di lavoro, ecc.)
a.a 2010/2011 51
L’assetto organizzativo
E’ la configurazione risultante dal combinarsi di:
• Struttura organizzativa = modalità di distribuzione tra i variorganismi aziendali, in insieme coordinato, dei compiti e delleresponsabilità
Deriva dalle scelte di configurazione dellerelazioni tra gli organi
+• Sistemi operativi = meccanismi che governano la dinamica ela remunerazione dei prestatori di lavoro e l’assegnazione aivari organi aziendali degli obiettivi e delle risorse
Sono sistemi operativi i sistemi di pianificazione econtrollo, i sistemi di ricerca e selezione delpersonale, i sistemi di valutazione e diretribuzione, ecc.
a.a 2010/2011 52
Le tre dimensioni di analisi della gestione
Il processo di gestione ovvero le operazioni possono essere analizzate sotto tre aspetti:
• tecnico: acquisto e trasformazione dei fattori produttivi;
•finanziario o monetario: reperimento ed utilizzo di mezzifinanziari espresso come alternarsi di entrate (E) ed uscite (U)di denaro;
• economico o reddituale: alternarsi di costi (C) per l’acquisto di fattori produttivi e di ricavi (R) conseguenti alla vendita diprodotti finiti sul mercato, che determinano il reddito diesercizio dell’impresa (R-C=RE)
a.a 2010/2011 53
t
Reperimentodi mezzifinanziari(ENTRATA)
Utilizzo dei mezzifinanziari (USCITA)per l’acquisto difattori produttivi(COSTI)
Vendita di prodotti finiti(RICAVI) e conseguenteENTRATA di denaro
Trasformazione fisico-tecnica
COSTI e RICAVIsono un’espressionequantitativo-monetaria diun atto di scambio(acquisto di fattori ovendita di beni)
misurati daENTRATE ed USCITEMONETARIE
a.a 2010/2011 54
Tipologie di costi e ricavi
COSTI o ONERI– costi pluriennali: per l’acquisto di beni pluriennali come gli immobili– costi delle materie prime o merci: per l’acquisto dei fattori da sottoporre atrasformazione– costi del personale: remunerazione della forza lavoro– costi per servizi: per forza motrice, ma anche per consulenze– costi finanziari: interessi passivi– costi fiscali: imposte e tasse da pagare allo Stato
RICAVI• ricavi di vendita: per la vendita di prodotti finiti• ricavi finanziari: interessi attivi• ricavi per disinvestimenti: per la vendita di beni pluriennali• ricavi diversi: ricavi straordinari o di natura patrimoniale (fitti)
a.a 2010/2011 55
ESEMPIO
Supponiamo che 1/1 si acquistano materie prime con pagamento a 30gg (31/1). Le materie restano in magazzino per 40gg fino al 10/2. Il processo di trasformazione delle materie prime in prodotti finiti dura 10 g. Dopo la lavorazione i prodotti finiti restano in magazzino per 8 g (dal 21/2 al 1/3). L’1/3 si vendono i prodotti finiti, incassando a 10 g.
Quanto dura il ciclo tecnico, quello reddituale e quello monetario?
Ciclo tecnico: 10 gCiclo reddituale: 59 gCiclo monetario: 39 g (l’intervallo di tempo per il quale l’impresa deve disporre di finanziamenti)
L’interconnessione tra ciclo tecnico, finanziario ed economico
Il ciclo tecnico, finanziario ed economico sono fra loro interconnessi e temporalmente
sovrapposti
a.a 2010/2011 56
Il sistema delle operazioni (GESTIONE)
Ci sono 5 tipi di operazioni: finanziamenti: permettono di avere a disposizione mezzi monetari investimenti: permettono di acquisire i fattori produttivi (es. materie prime e impianti) e finanziari (es. partecipazioni e
crediti di finanziamento) i quali possono essere a fecondità semplice o fecondità ripetuta trasformazioni: operazioni tecniche di trasformazione fisica disinvestimenti: cessazione di prodotti o servizi e incasso di crediti di finanziamento rimborsi e remunerazioni: erogazione di dividendi (capitale di rischio) e di interessi (capitale di credito) e rimborso del
capitale sociale esuberante e estinzione di mutui
a.a 2010/2011 57
Effetti finanziari ed economici delle operazioni di gestioneFase gestionale Operazioni Effetti
FINANZIAMENTO
IMPIEGO
TRASFORMAZIONE
REALIZZO
Acquisizione capitale pieno rischio (capitale sociale)Acquisizione capitale di rischio limitato (debiti di finanziamento)
Acquisto di fattori specifici della produzione
Utilizzo dei fattori specifici ed ottenimento dei prodotti
Vendita prodotti
Remunerazione debiti di finanziamento (interessi)Rimborso debiti di finanziamentoRemunerazione capitale pieno rischioRimborso capitale di rischio
+ denaro
+denaro
-denaro
-denaro
-denaro
-denaro
- denaro+debiti di funzionamento
+denaro+crediti funzionamento
Costo peracquisto/utilizzo fattore denaro
Costi acquisto fattori produttivi
Ricavi di vendita
Costi utilizzazione fattori
a.a 2010/2011 58
I documenti riassuntivi della gestione
Il ciclo economico è riepilogato e rappresentato nel CONTO ECONOMICO in cui sono riepilogati i costi e ricavi di esercizio
Il ciclo finanziario si riferisce alle entrate ed uscite derivanti dalla gestione. I valori numerari o finanziari sono iscritti, insieme a costi e ricavi non di competenza economica nello STATO PATRIMONIALE
STATO PATIMONIALE
01/01/2000
STATO PATIMONIALE
31/12/2000
CONTO ECONOMICO
anno 2000
Capitale netto iniziale Gestione avvenuta nel periodo amministrativo
Capitale netto finale
REDDITO DI ESERCIZIORicavi-Costi= RE CN31/12/2000-CN01/01/2000= RE
La differenza fra RICAVI/proventi e COSTI/oneri costituisce il REDDITO DI ESERCIZIO •se C = R: pareggio economico (equilibrio) •se C > R: Disavanzo economico (squilibrio)•se C > R: Avanzo economico (squilibrio positivo)
a.a 2010/2011 59
Il Sistema-Azienda è composto di tre subsistemi tra lorointerdipendenti e influenzabili:(Paolone, D’amico)
• Organizzazione
• Gestione
• Rilevazione
Sottosistema operativo
Sottosistema Informativo o del controllo
Economia Aziendale
RagioneriaScienza delle Rilevazioni aziendali specializzata per tipi diprocedure di controllo e di analisi
IL SISTEMA AZIENDALE
a.a 2010/2011 60
Uno schema di analisi del SISTEMA AZIENDA(U. Bertini, 1990, ripreso da Marchi, 2006)
Il sistema d’azienda può essere scomposto in quattro elementi, a loro volta sistemi
Subsistema della produzione
Subsistema azienda-ambiente
Subsistema delle informazioni
Subsistema del management
Subsistema impianti e utilità pluriennaliSubsistema materiali e servizi d’inputSubsistema prodotti e servizi d’outputSubsistema denaroSubsistema lavoro e conoscenze
Subsistema azienda-fornitoriSubsistema azienda-clientiSubsistema azienda-concorrentiSubsistema azienda-comunitàSubsistema azienda-finanziatoriSubsistema azienda-capitalisti
Subsistema pianificazione obiettivi-risorseSubsistema organizzazione e gestione attivitàSubsistema controllo risultati su obiettivi
Necessarie al management per definire razionalmente gli schemi di pianificazione e controllo.La Contabilità Generale come momento centrale del sistema delle informazioni Sottosistemi informativi (della produzione, del marketing, della finanza, del personale)
Scuola Torinese (G. Ferrero, 1980). Sintesi tra l’approccio classico zappiano (approccio oggettivo) e l’approccio anglosassone (approccio soggettivo): L’impresa nel suo aspetto oggettivo, quale la gestione, ha manifestazione e realizzazione nell’organizzazione (il management), l’aspetto soggettivo, e ciò avviene all’interno di aree funzionali (approvvigionamento/magazzinaggio, produzione/logistica; marketing, ricerca e sviluppo; amministrazione e finanza; pianificazione/programmazione; controllo.
a.a 2010/2011 61
Testi/Parti del Programma di riferimento
1) M. Paoloni, P. Paoloni, Introduzione ed orientamento allo studio delleAziende, Giappichelli, To, 2009, Cap. 2.2) M. Paoloni (a cura di), Introduzione alla contabilità generale e al bilancio di esercizio, Cedam, Padova, 1997, Cap. 1 p. 1-6.
Testi Programma di approfondimento1) Airoldi G., Brunetti G., Coda V., Lezioni di Economia Aziendale, Il
Mulino, Bo, Cap.2, 3, 4.2) Marchi L. (a cura di), Introduzione all’Economia Aziendale,
Giappichelli, Torino, 2006, Cap. 1, p. 9-32.4) Bertini U., Il sistema d’azienda. Schema di analisi, Giappichelli,
Torino, 1990.