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SABATO 20 MAGGIO 2017 LaVerità PENSIERO FORTE Le lacrime ipocrite dei progressisti sull'Occidente che hanno devastato Da Bill Emmott a Ezio Mauro, gli intellettuali di sinistra si struggono per la sorte della cultura europea A metterla in pericolo, dicono, non sono altre civiltà aggressive, ma i populisti. Soluzioni? Più Uè e finanza di FRANCESCO BORGONOVO §E È quasi commovente vedere quanto si struggono, tenere il conto delle lacrime che versa- no negli ultimi tempi sul desti- no amaro dell'Occidente. Fino a qualche anno fa, si rifiutava- no persino di pronunciarla, quella parola. «Occidente» era roba da conservatori, dalettori di Oriana Fallaci, da teocon con l'anello al naso. Bastava ci- tare il concetto di sfuggita per essere bollati come reazionari, codini, gente dalla mente ri- stretta, fondamentalmente ignorante e pure un po' razzi- sta. Perfino quando era un esponente dello schieramento «democratico» a tentare una timida difesa dei «valori occi- dentali» (per esempio Pascal Bruckner, Robert Hughes o Martin Amis, solo per indicar- ne alcuni tra i più famosi), gli insulti piovevano a valanga, corredati da accuse di tradi- mento. LA GIRAVOITA Guardateli adesso, invece. I progressisti, i liberai - come amano farsi chiamare, convin- ti di darsi un tono - si mettono tutti in fila, ergendosi a custodi dell'ortodossia. Si danno un gran daffare per magnificare i grandi doni dell'Europa e degli Stati Uniti all'umanità. Sono in ambasce perché l'eredità culturale occidentale è a ri- schio. Nemmeno se li ricorda- no i giorni in cui azzannavano alla gola Silvio Berlusconi per aver detto che «l'Occidente è una civiltà superiore». Prendiamo Bill Emmott, l'ex direttore dell'Eeonomist che proprio al Cavaliere dedi- cò una celebre copertina (per spiegare che Silvio era «unfit to lead Italy»). Proprio lui, an- tiberlusconiano di ferro, ha appena pubblicato un corposo volume intitolato II destino dell'Occidente. Come salvare la migliore idea politica della sto- ria (Marsilio). Ma pensa: ora l'Occidente è migliore di tutti. «Essere occidentali», scrive Emmott, «significa, per defini- zione, essere all'avanguardia in quasi ogni campo» IDEA POTENTE L'Occidente, aggiunge, è «un'idea così potente e densa di significati che ci ha permes- so di raggiungere livelli di pro- sperità, sicurezza, stabilità, pace e progresso scientifico impensabili in epoche prece- denti». Niente male. L'avesse scritto qualche anno fa, l'avrebbero fatto a fette. Tutta- via, l'aspetto più interessante del libro di Emmott - che è in effetti vale la pena di leggersi - è un altro. FORZENEMICHE II giornalista britannico spiega infatti che l'Occidente rischia di sgretolarsi, sotto la spinta di forze che «incarnano valori assolutamente antiocci- dentali. Valori che, se lasciati liberi di prevalere e prolifera- re, rischierebbero di distrug- gere l'Occidente e le sue con- quiste». Oddio, e quali saranno mai queste forze così aggressi- ve? Forse l'isiam più o meno radicale che si insinua in Euro- pa? Forse la marea umana in arrivo dall'Africa e dall'Asia grazie all'immigrazione di massa? 0 magari la deriva «ci- nesizzata» dell'ipercapitali- smo? Macché. Secondo Emmott, a incarnare i valori «antiocci- dentali» e a rappresentare il grande pericolo per il mondo dei «liberi e degli uguali» sono i populisti. Personaggi come Donald Trump, Marine Le Pen e tutto il variopinto codazzo di conservatori, identitari, post- fascisti e reazionari che ulti- mamente hanno rialzato la cresta. Tesi curiosa. Ma, a quanto pare, piuttosto condi- visa. L'ha fatta in parte sua Ro- mano Prodi nel libriccino // piano inclinato. L'ha ribadita Ezio Mauro, prima in un robu- sto editoriale su Repubblica (intitolato «L'Occidente che va in minoranza»), poi in un lun- go articolo sull'Espresso dai to- ni spengleriani, intitolato - nientemeno - «II tramonto dell'Occidente». A schierarsi con Emmott è anche Christian Rocca, che ha addirittura de- dicato al libro del bravo Bill la copertina di IL, patinato ma- gazine del Sole 24 Ore. IMPEGNATO II giornalista britannico Bill Emmott, già direttore dell'Econom/st, ha appena pubblicato il saggio II destino dell'Occidente (Marsilio) Anche Rocca, come Em- mott, è preoccupato per le sor- ti del caro Occidente, ma - sulla scia del collega britannico - si dice ottimista. «La spinta pro- pulsiva del pensiero liberale», scrive, «non si è esaurita, come dimostra l'elezione di Emma- nuel Macron in Francia». Se- condo lui, Macron, «e a settem- bre Merkel o Schulz (poco im- porta chi vincerà dei due), so- no un bel segnale in controten- denza rispetto a Brexit, Trump» e altre sciocchezze destroidi. STRANE CONVINZIONI Ancora più curioso. A pare- re di tutti questi autorevoli in- tellettuali, a salvare la cultura occidentale dovrebbero esse- re proprio le forze e i poteri che fino a oggi hanno brigato per sbriciolarla. Cioè l'Europa del- le frontiere aperte a tutti i co- sti, quella che tifa per la sosti- tuzione di popoli tramite l'im- migrazione di massa (dopo tutto, per Emmott i migranti sono «un'iniezione di gioven- tù, nuove idee positive e neces- sarie per qualsiasi società»). E ancora le élite finanziarie che hanno spinto Macron, respon- sabili della creazione di un si- stema che ha demolito ogni le- game comunitario, conducen- doci a una forma di egoismo talmente accecante da farci, correre a perdifiato verso l'estinzione. Infine, l'Unione europea, che si è prodigata in ogni modo per cancellare l'ori- ginalità e la specificità del Vec- chio continente, sacrificando- ne la dignità sull'altare dell'odio di sé. A questa Euro- pa, Emmott vorrebbe mettere in mano più soldi per le «spese militari». Di questa Europa, Emmott celebra i guardiani, ad esempio Mario Monti, il quale sarebbe un simbolo di «onestà e indipendenza». Viviamo un crollo demogra- fico senza precedenti, ma in- vece di scendere in piazza a fa- vore della vita c'è chi preferi- sce marciare per chiedere più immigrati. Siamo attaccati da ogni parte, ma ci viene impedi- to - in nome del rispetto dei di- ritti - di difenderci. E questi vengono pure a dirci che i no- stri salvatori sarebbero i Mon- ti, gli Juncker e i Macron? Se ne sono fregati dell'Occidente fino a ieri mattina: continuas- sero a farlo. E se non ci voglio- no aiutare davvero, almeno ci lascino tramontare in pace. 6 RIPRODUZIONE RISERVATA «L'Europa si salverà solo se ritornerà a fare figli» Eugenio Mazzarella,filosofostimato ed ex parlamentare del Pd, spiega perché la nostra società si sta sempre più «smoralizzando» Abbiamo eliminato i legami con la tradizione e la natura: di questo passo siamo destinati a scomparire. A meno di una reazione forte di RICCARPOTORRESCURA m Abbiamo imboccato una strada pericolosa, molto peri- colosa. Che potrebbe condurci alla scomparsa dell'Occidente così come abbiamo imparato a conoscerlo. A causare la fine della nostra civiltà è il nichili- smo imperante, che grazie alla tecnica esercita un'azione di- struttiva di enormi proporzio- ni. Proprio grazie alla tecnica, tutto diventa manipolabile e l'uomo perde ogni legame con la tradizione e la natura. A spiegarlo è Eugenio Maz- zarella, filosofo all'Università Federico II di Napoli e in passa- to deputato del Partito demo- cratico. Un uomo non certo so- spettabile di simpatie destror- se, dunque, che però ragiona con puntualità sul declino dell'Occidente. Nel suo nuovo libro, L'uomo che deve rimane- re (Quodlibet), Mazzarella de- scrive la «smoralizzazione del mondo». Si tratta, ci spiega, di «un processo molto più gran- de del semplice venir meno dei valori tradizionali. Nellasocie- tà della tecnica è possibile ri- definire persino la natura umana biologica, e non solo quella culturale. Dunque la so- cietà è esposta alla perdita di qualunque radicamento alla natura e alla tradizione». RIPRODUZIONE ARTIFICIALE II riferimento, ovviamente, è alle gender theories, ma pure alla riproduzione artificiale dell'umano. Grazie alle nuove tecnologie, spiega il filosofo, si può riprogettare a tavolino il nesso tra sessualità e filiazio- ne naturale, che da sempre è stato individuato nella «cop- pia eterosessuale feconda». Non solo. In nome dei diritti ci- vili «modellati su un'idea neu- tra», la teoria del gender «mira a neutralizzare il dato "natura- le" della propria identità». Oggi, in sostanza, i valori vengono «costruitiatavolino», ci dice Mazzarella. «È la tecni- ca a definire i valori fondativi dell'identità umana, tanto che possiamo definire persino la nostra identità sessuale, l'identità di genere. In passato, la biografia personale affonda- va le radici nel portato della tradizione e nella naturalità biologica. Oggi invéce abbia- mo biografie fai da te». Il guaio è che, di questo pas- so, dopo la morte di Dio si assi- ste anche a quella dell'essere umano. La comunità basata sugli attuali presupposti non è più tale. «La tecnica ci mette nella condizione di definire socialmente tutta la nostra vi- ta collettiva e individuale. È qualcosa che l'umanità fino ad ora non ha mai vissuto. Ciò che viene meno è la possibilità dell'individuo di realizzarsi con pienezza». Per sintetizza- re con l'accetta, significa che se non perdiamo ogni legame con la naturalità e la tradizio- ne, finiamo per essere alienati. E nemmeno ce ne rendiamo conto. Ecco perché l'Occidente ri- schia di scomparire: perché stiamo tagliando con allegria il ramo dell'albero su cui siamo seduti. Intendiamoci: il pro- fessore non è affatto un «popu- lista» o un «identitario», anzi. Però riscontra nel populismo, anche se non lo condivide, l'espressione del «bisogno di comunità». Come si esce da questa situazione potenzial- mente mortifera? LA VIA D'USCITA Ritornando a concentrarci su ciò che importa di più: «Se ne esce con le politiche tutela- tive della generatività. Il che non significa togliere diritti a qualcuno. Ma bisognerebbe ri- prendere a tutelare la famiglia. Non è un problema di destra 0 sinistra: 0 ricominciamo a ri- trovare motivi per fare figli 0 rischiamo di andare a fondo per via della crisi demografica che ci attanaglia». Dal 2050 al 2100, continua Mazzarella, gli europei saranno appena il 7% della popolazione mondiale. «Questa viene vissuta per lo più come una crisi socioeco- nomica e tutto si riduce a come far sopravvivere il nostro Wel- fare. Ma nessuno si interroga su una questione più urgente: se questa crisi demografica si realizzerà anche una crisi di valori». Sparirà l'Europa, che nel corso della storia è stata « la più grande piattaforma di di- ritti che si sia mai vista». Finirà l'Occidente, e sarà una perdita per tutti: «Alla fi- ne», conclude il filosofo, «l'unico valore che la civilizza- zione occidentale sarà riuscita ad esportare sarà la lex merca- toria, che gli altri - lo abbiamo visto - sanno utilizzare più e meglio di noi. Saremo sconfitti con le nostre stesse armi sba- gliate». © RIPRODUZIONE RISERVATA

20 MAGGIO 2017 SABATO LaVerità • PENSIERO FORTE Le … · di Oriana Fallaci, da teocon con l'anello al naso. Bastava ci- ... dell'odio di sé. A questa Euro-pa, Emmott vorrebbe

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SABATO20 MAGGIO 2017 LaVerità

• PENSIERO FORTE

Le lacrime ipocrite dei progressistisull'Occidente che hanno devastatoDa Bill Emmott a Ezio Mauro, gli intellettuali di sinistra si struggono per la sorte della cultura europeaA metterla in pericolo, dicono, non sono altre civiltà aggressive, ma i populisti. Soluzioni? Più Uè e finanza

di FRANCESCO BORGONOVO

§E È quasi commovente vederequanto si struggono, tenere ilconto delle lacrime che versa-no negli ultimi tempi sul desti-no amaro dell'Occidente. Finoa qualche anno fa, si rifiutava-no persino di pronunciarla,quella parola. «Occidente» eraroba da conservatori, dalettoridi Oriana Fallaci, da teoconcon l'anello al naso. Bastava ci-tare il concetto di sfuggita peressere bollati come reazionari,codini, gente dalla mente ri-stretta, fondamentalmenteignorante e pure un po' razzi-sta. Perfino quando era unesponente dello schieramento«democratico» a tentare unatimida difesa dei «valori occi-dentali» (per esempio PascalBruckner, Robert Hughes oMartin Amis, solo per indicar-ne alcuni tra i più famosi), gliinsulti piovevano a valanga,corredati da accuse di tradi-mento.

LA GIR AVO ITAGuardateli adesso, invece. I

progressisti, i liberai - comeamano farsi chiamare, convin-ti di darsi un tono - si mettonotutti in fila, ergendosi a custodidell'ortodossia. Si danno ungran daffare per magnificare igrandi doni dell'Europa e degliStati Uniti all'umanità. Sonoin ambasce perché l'ereditàculturale occidentale è a ri-schio. Nemmeno se li ricorda-no i giorni in cui azzannavanoalla gola Silvio Berlusconi peraver detto che «l'Occidente èuna civiltà superiore».

Prendiamo Bill Emmott,l'ex direttore dell'Eeonomistche proprio al Cavaliere dedi-cò una celebre copertina (perspiegare che Silvio era «unfitto lead Italy»). Proprio lui, an-tiberlusconiano di ferro, haappena pubblicato un corposovolume intitolato II destinodell'Occidente. Come salvare lamigliore idea politica della sto-

ria (Marsilio). Ma pensa: oral'Occidente è migliore di tutti.«Essere occidentali», scriveEmmott, «significa, per defini-zione, essere all'avanguardiain quasi ogni campo»

IDEA POTENTEL'Occidente, aggiunge, è

«un'idea così potente e densadi significati che ci ha permes-so di raggiungere livelli di pro-sperità, sicurezza, stabilità,pace e progresso scientificoimpensabili in epoche prece-denti». Niente male. L'avessescritto qualche anno fa,l'avrebbero fatto a fette. Tutta-

via, l'aspetto più interessantedel libro di Emmott - che è ineffetti vale la pena di leggersi -è un altro.

FORZENEMICHEII giornalista britannico

spiega infatti che l'Occidenterischia di sgretolarsi, sotto laspinta di forze che «incarnanovalori assolutamente antiocci-dentali. Valori che, se lasciatiliberi di prevalere e prolifera-re, rischierebbero di distrug-gere l'Occidente e le sue con-quiste». Oddio, e quali sarannomai queste forze così aggressi-ve? Forse l'isiam più o meno

radicale che si insinua in Euro-pa? Forse la marea umana inarrivo dall'Africa e dall'Asiagrazie all'immigrazione dimassa? 0 magari la deriva «ci-nesizzata» dell'ipercapitali-smo?

Macché. Secondo Emmott,a incarnare i valori «antiocci-dentali» e a rappresentare ilgrande pericolo per il mondodei «liberi e degli uguali» sono ipopulisti. Personaggi comeDonald Trump, Marine Le Pene tutto il variopinto codazzo diconservatori, identitari, post-fascisti e reazionari che ulti-mamente hanno rialzato la

cresta. Tesi curiosa. Ma, aquanto pare, piuttosto condi-visa. L'ha fatta in parte sua Ro-mano Prodi nel libriccino //piano inclinato. L'ha ribaditaEzio Mauro, prima in un robu-sto editoriale su Repubblica(intitolato «L'Occidente che vain minoranza»), poi in un lun-go articolo sull'Espresso dai to-ni spengleriani, intitolato -nientemeno - «II tramontodell'Occidente». A schierarsicon Emmott è anche ChristianRocca, che ha addirittura de-dicato al libro del bravo Bill lacopertina di IL, patinato ma-gazine del Sole 24 Ore.

IMPEGNATO II giornalista britannico Bill Emmott, già direttore dell'Econom/st, ha appena pubblicato il saggio II destino dell'Occidente (Marsilio)

Anche Rocca, come Em-mott, è preoccupato per le sor-ti del caro Occidente, ma - sullascia del collega britannico - sidice ottimista. «La spinta pro-pulsiva del pensiero liberale»,scrive, «non si è esaurita, comedimostra l'elezione di Emma-nuel Macron in Francia». Se-condo lui, Macron, «e a settem-bre Merkel o Schulz (poco im-porta chi vincerà dei due), so-no un bel segnale in controten-denza rispetto a Brexit,Trump» e altre sciocchezzedestroidi.

STRANE CONVINZIONIAncora più curioso. A pare-

re di tutti questi autorevoli in-tellettuali, a salvare la culturaoccidentale dovrebbero esse-re proprio le forze e i poteri chefino a oggi hanno brigato persbriciolarla. Cioè l'Europa del-le frontiere aperte a tutti i co-sti, quella che tifa per la sosti-tuzione di popoli tramite l'im-migrazione di massa (dopotutto, per Emmott i migrantisono «un'iniezione di gioven-tù, nuove idee positive e neces-sarie per qualsiasi società»). Eancora le élite finanziarie chehanno spinto Macron, respon-sabili della creazione di un si-stema che ha demolito ogni le-game comunitario, conducen-doci a una forma di egoismotalmente accecante da farci,correre a perdifiato versol'estinzione. Infine, l'Unioneeuropea, che si è prodigata inogni modo per cancellare l'ori-ginalità e la specificità del Vec-chio continente, sacrificando-ne la dignità sull'altaredell'odio di sé. A questa Euro-pa, Emmott vorrebbe metterein mano più soldi per le «spesemilitari». Di questa Europa,Emmott celebra i guardiani,ad esempio Mario Monti, ilquale sarebbe un simbolo di«onestà e indipendenza».

Viviamo un crollo demogra-fico senza precedenti, ma in-vece di scendere in piazza a fa-vore della vita c'è chi preferi-sce marciare per chiedere piùimmigrati. Siamo attaccati daogni parte, ma ci viene impedi-to - in nome del rispetto dei di-ritti - di difenderci. E questivengono pure a dirci che i no-stri salvatori sarebbero i Mon-ti, gli Juncker e i Macron? Sene sono fregati dell'Occidentefino a ieri mattina: continuas-sero a farlo. E se non ci voglio-no aiutare davvero, almeno cilascino tramontare in pace.

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«L'Europa si salverà solo se ritornerà a fare figli»Eugenio Mazzarella, filosofo stimato ed ex parlamentare del Pd, spiega perché la nostra società si sta sempre più «smoralizzando»Abbiamo eliminato i legami con la tradizione e la natura: di questo passo siamo destinati a scomparire. A meno di una reazione forte

di RICCARPOTORRESCURA

m Abbiamo imboccato unastrada pericolosa, molto peri-colosa. Che potrebbe condurcialla scomparsa dell'Occidentecosì come abbiamo imparato aconoscerlo. A causare la finedella nostra civiltà è il nichili-smo imperante, che grazie allatecnica esercita un'azione di-struttiva di enormi proporzio-ni. Proprio grazie alla tecnica,tutto diventa manipolabile el'uomo perde ogni legame conla tradizione e la natura.

A spiegarlo è Eugenio Maz-zarella, filosofo all'UniversitàFederico II di Napoli e in passa-to deputato del Partito demo-cratico. Un uomo non certo so-spettabile di simpatie destror-se, dunque, che però ragionacon puntualità sul declino

dell'Occidente. Nel suo nuovolibro, L'uomo che deve rimane-re (Quodlibet), Mazzarella de-scrive la «smoralizzazione delmondo». Si tratta, ci spiega, di«un processo molto più gran-de del semplice venir meno deivalori tradizionali. Nellasocie-tà della tecnica è possibile ri-definire persino la naturaumana biologica, e non soloquella culturale. Dunque la so-cietà è esposta alla perdita diqualunque radicamento allanatura e alla tradizione».

RIPRODUZIONE ARTIFICIALEII riferimento, ovviamente,

è alle gender theories, ma purealla riproduzione artificialedell'umano. Grazie alle nuovetecnologie, spiega il filosofo, sipuò riprogettare a tavolino ilnesso tra sessualità e filiazio-

ne naturale, che da sempre èstato individuato nella «cop-pia eterosessuale feconda».Non solo. In nome dei diritti ci-vili «modellati su un'idea neu-tra», la teoria del gender «miraa neutralizzare il dato "natura-le" della propria identità».

Oggi, in sostanza, i valorivengono «costruitiatavolino»,ci dice Mazzarella. «È la tecni-ca a definire i valori fondatividell'identità umana, tanto chepossiamo definire persino lanostra identità sessuale,l'identità di genere. In passato,la biografia personale affonda-va le radici nel portato dellatradizione e nella naturalitàbiologica. Oggi invéce abbia-mo biografie fai da te».

Il guaio è che, di questo pas-so, dopo la morte di Dio si assi-ste anche a quella dell'essere

umano. La comunità basatasugli attuali presupposti non èpiù tale. «La tecnica ci mettenella condizione di definiresocialmente tutta la nostra vi-ta collettiva e individuale. Èqualcosa che l'umanità fino adora non ha mai vissuto. Ciò cheviene meno è la possibilitàdell'individuo di realizzarsicon pienezza». Per sintetizza-re con l'accetta, significa chese non perdiamo ogni legamecon la naturalità e la tradizio-ne, finiamo per essere alienati.E nemmeno ce ne rendiamoconto.

Ecco perché l'Occidente ri-schia di scomparire: perchéstiamo tagliando con allegria ilramo dell'albero su cui siamoseduti. Intendiamoci: il pro-fessore non è affatto un «popu-lista» o un «identitario», anzi.

Però riscontra nel populismo,anche se non lo condivide,l'espressione del «bisogno dicomunità». Come si esce daquesta situazione potenzial-mente mortifera?

LA VIA D'USCITARitornando a concentrarci

su ciò che importa di più: «Sene esce con le politiche tutela-tive della generatività. Il chenon significa togliere diritti aqualcuno. Ma bisognerebbe ri-prendere a tutelare la famiglia.Non è un problema di destra 0sinistra: 0 ricominciamo a ri-trovare motivi per fare figli 0rischiamo di andare a fondoper via della crisi demograficache ci attanaglia». Dal 2050 al2100, continua Mazzarella, glieuropei saranno appena il 7%della popolazione mondiale.

«Questa viene vissuta per lopiù come una crisi socioeco-nomica e tutto si riduce a comefar sopravvivere il nostro Wel-fare. Ma nessuno si interrogasu una questione più urgente:se questa crisi demografica sirealizzerà anche una crisi divalori». Sparirà l'Europa, chenel corso della storia è stata « lapiù grande piattaforma di di-ritti che si sia mai vista».

Finirà l'Occidente, e saràuna perdita per tutti: «Alla fi-ne», conclude il filosofo,«l'unico valore che la civilizza-zione occidentale sarà riuscitaad esportare sarà la lex merca-toria, che gli altri - lo abbiamovisto - sanno utilizzare più emeglio di noi. Saremo sconfitticon le nostre stesse armi sba-gliate».

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