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2010 - Informatica nella Scuola. Un progetto europeo per formare i docenti (Mondo digitale)

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Far acquisire agli studenti la competenza digitale è uno degli obiettivi dei nuovi piani di studio della scuola secondaria superiore. Non parliamo solo della competenza d’uso ma anche di quella tecnica richiesta agli informatici per la progettazione, la produzione e la manutenzione di software e servizi digitali.Questo obiettivo passa attraverso un diverso approccio alla didattica che tocca i docenti della scuola in presenza delle nuove tecnologie di interazione. Il presente articolo approfondisce quindi il “cosa” e il “come” insegnare, in un periodo in cui si va diffondendo l’approccio alladidattica delle competenze.Far acquisire agli studenti la competenza digitale è uno degli obiettivi dei nuovi piani di studio della scuola secondaria superiore. Non parliamo solo della competenza d’uso ma anche di quella tecnica richiestaagli informatici per la progettazione, la produzione e la manutenzione di software e servizi digitali.Questo obiettivo passa attraverso un diverso approccio alla didattica che tocca i docenti della scuola in presenza delle nuove tecnologie di interazione. Il presente articolo approfondisce quindi il “cosa” e il “come” insegnare, in un periodo in cui si va diffondendo l’approccio alladidattica delle competenze.L’esperienza descritta è quella del progetto europeoSloop2desc.

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PROFESSIONE ICTPROFESSIONE ICTCompetenze e professionalitàCompetenze e professionalitàper l’innovazione digitaleper l’innovazione digitale

Rubrica a cura diRoberto Bellini, Federico Butera, Alfonso Fuggetta

Il tema dell’innovazione e della competitività del sistema Italia è all’ordine del giorno della discussioneeconomica e di quella sulle politiche industriali; sono promosse iniziative istituzionali a supportodell’innovazione e si auspica unmaggiore contributo della ricerca a livello universitario e privato. Anchel’Unione Europea spinge sul tema dell’innovazione, in particolare sul ruolo che le tecnologie ICTpossono svolgere sia nei sistemi industriali che nei sistemi di governo e sull’importanza che puòavere la definizione di un framework comune delle competenze ICT, compatibile con quanto previstodall’EQF - European Qualification Framework - recentemente approvato dall’Unione Europea (2006).Mondo Digitale vuole sostenere la diffusione di una maggiore sensibilità sul contributo che lecompetenze e le professionalità relative alle tecnologie digitali possono fornire in termini diinnovazione dei servizi e del business dell’Impresa e di servizi per la cittadinanza erogati dagli entidella Pubblica Amministrazione. Questa nuova rubrica è dedicata appunto all’approfondimentosistematico di tutti gli aspetti che riguardano i progetti di analisi e di miglioramento delle competenzeper l’innovazione digitale, il monitoraggio dei bisogni di competenza richiesti dal mercato e lavalutazione delle offerte di qualificazione e aggiornamento delle competenze proposte dalle istituzionieducative di base e dagli operatori della formazione professionale e permanente.La rubrica analizzerà l’andamento del mercato del lavoro delle professionalità ICT, i casi di successonella crescita di competenze del personale dei fornitori di tecnologie e servizi e degli specialistiICT, sia delle imprese manifatturiere e di servizio che degli enti della Pubblica Amministrazione,nonché l’andamento delle retribuzioni a livello nazionale e internazionale, usando comeriferimento i profili e le competenze dello Standard EUCIP che AICA promuove in Italia.

1. INTRODUZIONE

F ar acquisire agli studenti la competenza di-gitale è uno degli obiettivi dei nuovi piani di

studio della scuola secondaria superiore (ri-quadro a p. 88). Non parliamo solo della com-petenza d’uso ma anche di quella tecnica ri-chiesta agli informatici per la progettazione, laproduzione e la manutenzione di software eservizi digitali.Questo obiettivo passa attraverso un diversoapproccio alla didattica che tocca i docenti del-la scuola in presenza delle nuove tecnologie diinterazione. Il presente articolo approfondiscequindi il “cosa” e il “come” insegnare, in un pe-

riodo in cui si va diffondendo l’approccio alladidattica delle competenze.L’esperienza descritta è quella del progetto eu-ropeo Sloop2desc, in cui è particolarmente rile-vante il ruolo di istituzioni scientifiche italiane.

2. LA DIDATTICADELLE COMPETENZE

La vecchia logica scolastica era, e in granmisuraè ancora, quella dei “programmi”, intesi come li-sta di contenuti da trasmettere agli studenti. Intale logica i cambiamenti tecnologici comporta-vano la sostituzione, e più spesso l'aggiunta, dicontenuti a tale lista.

Informatica nella ScuolaUn progetto europeo per formare i docenti

Pierfranco Ravotto, Giovanni Fulantelli

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Ora si sta cercando di sostituire la logica del pro-gramma con una logica delle competenze, forte-mente richiesta dal mondo del lavoro e sostenu-ta dalla Comunità Europea. Una competenza è,secondo la Commissione, la “comprovata capa-cità di utilizzare conoscenze, abilità e capacitàpersonali, sociali e/o metodologiche, in situa-zioni di lavoro o di studio e nello sviluppo pro-fessionale e personale”.Ovviamente, per chi si occupa di formazione, ènecessario declinare:� conoscenze, che sono il “risultato dell’assimi-lazione di informazioni attraverso l’apprendi-mento; le conoscenze sono un insieme di fatti,principi, teorie e pratiche relative ad un settoredi lavoro o di studio”;� abilità, che “indicano le capacità di applicareconoscenze e di utilizzare know-how per porta-re a termine compiti e risolvere problemi” [2].Ma conoscenze e abilità non possono dar luo-go ad una nuova lista di contenuti da trasmet-tere più o meno in sequenza. Compito dell'in-segnante è farle acquisire in un contesto diutilizzo, perché è in questo modo che si svi-luppa la competenza.Non si tratta dunque di adeguarsi ai cambia-

menti tecnologici aggiungendo qualche vocead una lista di contenuti, quanto piuttosto diprogettare contesti di utilizzo in cui far acqui-sire le conoscenze e le abilità considerate rile-vanti.Ragionare secondo una logica di competenzerichiede che scuole e insegnanti rinuncino al-l'auto-referenzialità e assumano riferimentiesterni che a livello informatico possono essererappresentati dalle certificazioni CEPIS e i rela-tivi Syllabus.Per quanto riguarda il biennio e gli indirizzi noninformatici, il riferimento naturale è l’ECDL nel-le sue diverse articolazioni e specializzazioni,oltre all’ECDL Core. ECDL Advanced, foglio elet-tronico: per “Matematica”, “Fisica” ed “Econo-mia aziendale”, database per “Economia a-ziendale” e per “Informatica” nell’indirizzo Am-ministrazione, Finanza e marketing ecc.; ECDL4 PS (for Problem Solving): per “Matematica”,“Fisica”, “Economia aziendale” ecc.; ECDLCAD: per “Tecnologie e tecniche di rappresen-tazione grafica” e per tutte le materie che ri-guardano il disegno; ECDL Health: per “Biolo-gia”, “Microbiologia” e “Tecnologie di Control-lo Sanitario” ecc..

L’informatica nei nuovi programmi scolasticiI nuovi piani di studio della scuola secondaria superiore danno rilievo, nel biennio, allo sviluppo di compe-tenze informatiche:• nei Licei esiste “Matematica con informatica” (“Informatica” nell'opzione Scienze applicate del Liceo Scien-tifico);• nel settore Economico degli Istituti Tecnici è presente “Informatica”;• nel settore Tecnologico “Tecnologie informatiche”;• nei Professionali per Industria, Artigianato, Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale e Manutenzione eassistenza tecnica, è presente “Tecnologie dell’informazione e della Comunicazione”, per Servizi commercia-li “Informatica e laboratorio”.Si tratta di una scelta coerente con l'obiettivo di far conseguire agli studenti la competenza digitale, una del-le otto competenze chiave “necessarie per la realizzazione personale, la coesione sociale e l’occupabilità inuna società della conoscenza”, quelle competenze che il Parlamento e il Consiglio Europeo ritengono debba-no essere acquisite da tutti entro la fine dell’istruzione e formazione iniziale [1].L’obiettivo di tali insegnamenti dovrà essere quello di fornire competenze d’uso dei computer, da utentiesperti, ma anche l'acquisizione di una logica algoritmica nella risoluzione di problemi.In alcuni trienni l'insegnamento dell'informatica sarà rivolto, come del resto avviene anche nei vecchi piani distudio, all’acquisizione di competenze professionali non da utilizzatori ma da informatici veri e propri:• nell’opzione Scienze applicate del Liceo scientifico è presente “Informatica”;• negli indirizzi Amministrazione, finanza e marketing e Sistemi informativi aziendali del settore Economicodegli Istituti Tecnici è pure presente “Informatica”;• nell’indirizzo Informatica e Telecomunicazioni del settore Tecnologico degli Istituti Tecnici sono presenti:“Informatica”, “Sistemi e Reti” e “Tecnologie e Progettazione di Sistemi Informatici e di Telecomunicazione”.Come si vede, la riforma ha cambiato indirizzi, piani di studio, materie e monte ore. Ma, oltre al “cosa” in-segnare, occorre cambiare anche il “come” per tenere la scuola collegata ad un mondo in rapida trasfor-mazione.

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EUCIP1 può invece essere il riferimento per itrienni degli indirizzi:� Informatica e Telecomunicazioni del settoreTecnologico;� Sistemi informativi aziendali del settore Eco-nomico;�Opzione Scienze applicate del Liceo Scientifico.Già alcune scuole hanno iniziato a fare riferi-mento ai moduli IT Administrator e a far conse-guire le relative certificazioni ai propri studenti;come noto, i corsi IT Essential di Cisco, promossiin molti istituti, permettono di conseguire le cer-tificazioni dei moduli 1 e 2.Tre Istituti commerciali (Mercurio), il Romanazzidi Bari, il Baffi di Roma e il Fermi di Pontedera(PI) hanno avviato quest’anno una sperimenta-zione inserendo nei loro programmi curricolari ilSyllabus EUCIP Core. Conoscenze e abilità delletre aree, Plan, Build e Operate, sono state distri-buite sul triennio coinvolgendo non solo gli inse-gnanti di “Informatica” ma anche quelli di altrematerie, in particolare “Economia aziendale”,fortemente riferita all’area Plan.

3. NUOVI AMBIENTI E STILIDI APPRENDIMENTO

È entrata da tempo nell'uso la distinzione, fattaper la prima volta da Marc Prensky in un articolodel 2001 [3], fra nativi e immigranti digitali, ossiafra studenti, cresciuti in un ambiente pervasodalle tecnologie digitali e i loro insegnanti.Come è possibile proporre agli studenti, oggi, difare scuola senza gli strumenti di comunicazionecheusanoabitualmenteediapprendere inunam-biente diverso da quello in cui “vivono, costrui-sconoescambianosignificati” [4]?Nonèsolounaquestionediabitudini, cuivenire incontro,maèan-che questionedi stili di apprendimento: GiuseppeLongo ha già scritto su questa rivista che le espe-rienzecognitiveprecocidiquestagenerazionehan-no determinato strutture cerebrali diverse [5].

Gli insegnanti di informatica sono, per definizio-ne, fra coloro che meglio dovrebbero conoscerei nuovi ambienti di apprendimento e di comuni-cazione resi possibili dalle ICT e potrebbero farsipromotori di una didattica che utilizzi a fondo glistrumenti informatici e che si svolga nel nuovoambiente digitale la cui caratteristica principaleè il “sempre connessi”.Tuttavia, questo non accade in maniera sistema-tica, anzi, a volte sono gli insegnanti di altre ma-terie ad essersi spinti più avanti nell’utilizzareambienti di eLearning, blog, wiki, podcast, cellu-lari ecc.. Nella maggior parte dei casi l’insegna-mento dell'informatica e dell'uso del computer sisvolge in modo tradizionale: lezioni accompa-gnate da un forte uso del laboratorio, ma nellavecchia logica in cui l’interazione con il docente econ i compagni avviene in classe-laboratorio,mentre a casa gli studenti sono “sconnessi”.Sarebbe inveceormai il tempodelmobile learning,di un’interazione insegnante-studenti e all’inter-no del gruppo dei pari che, grazie alla rete e ai di-spositivi mobili, si estende oltre il tempo scanditodalla campanella che segna l’inizio e la fine dellelezioni e oltre le mura della classe-laboratorio.Il modo di insegnare o, per meglio dire, di pro-porre occasioni di apprendimento deve neces-sariamente cambiare. Questo è un tema che ri-manda alle competenze digitali degli insegnan-ti, del quale abbiamo già parlato in un’altra oc-casione [6].

4. IL PROGETTO SLOOP2DESC

Sloop2desc è un progetto a cofinanziamentoeuropeo2 che affronta sia il “cosa” insegnare siail “come” e che si rivolge prevalentemente ad in-segnanti di Informatica e materie affini, a coloro,dunque, che devono formare i futuri professioni-sti dell’informatica o, quantomeno, gli utentiesperti. Sloop2desc3 ha, come obiettivo centra-le, la formazione di tali insegnanti sui due temi

1 EUCIP, European Certification of Informatics Professionals, è un framework delle competenze con relativo sistema di certificazione sviluppato daCEPIS e gestito, per quanto riguarda l’Italia, da AICA. Il Syllabus EUCIP prevede 21 figure professionali caratterizzate da un’area di conoscenze eabilità comuni, il core, e una ventiduesima figura, quella dell’IT Administrator. I Syllabus core e IT Administrator sono quelli che più corrispondo-no a competenze acquisibili al termine di indirizzi informatici nella scuola superiore.

2 Si tratta di un progetto TOI, Transfer of Innovation, finanziato nel Lifelong Learning Programme, programma Leonardo da Vinci, 2009. Promotoreè il CNR-ITD di Palermo. Il partenariato comprende partner italiani, irlandesi, rumeni e sloveni. I partner italiani sono, oltre al promotore, AICA, Cen-tro Metid-Politecnico di Milano, ITSOS “Marie Curie” di Cernusco sul Naviglio, IIS “Danilo Dolci” di Palermo e Consorzio “Med Europe Export”. Ilprogetto, biennale, è iniziato nell’ottobre 2009.

3 L’acronimo riprende quello del precedente progetto, oggetto di trasferimento, SLOOP da Sharing Learning Objects in an Open Perspective, con il 2che indica una seconda fase di SLOOP ma che va letto pronunciandolo all’inglese: 2desc uguale TO Develop European Skills and Competences.

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della didattica delle competenze e dell’uso dellarete e del web 2.0 ad integrazione della forma-zione in presenza.I corsi Sloop2desc, “Progettare e sviluppare cor-si in rete basati su sistemi di competenze”, sonoprogetti formativi in eLearning, della durata di16 settimane, articolati, come mostrato nella ta-bella 1, in 5 moduli.Parlando di eLearning è utile qualche precisa-zione. Spesso con tale termine si intendono cor-si prevalentemente centrati sull’auto-apprendi-mento: materiali didattici ai quali il corsista ac-cede autonomamente. Nelle versioni più “arre-trate” si tratta di semplici PDF da scaricare o dipagine web costitute da testi e immagini, in casipiù evoluti si tratta di presentazioni audio-video,di filmati, di simulazioni, di test con alto grado diinterattività. Il corsista è fondamentalmente so-lo durante l’apprendimento, anche se spesso

sono disponibili dei tutor ai quali far ricorso incaso di difficoltà e qualche forum per scambiareopinioni e informazioni con altri corsisti.Il nostro modello è invece centrato sulla collabo-razione in “classe virtuale”, intendendo con clas-se un ambiente in cui si sviluppano interazionifra docenti e corsisti e fra corsisti stessi, così co-me nella classe in presenza.Il modulo 1 è dedicato all’ambiente di apprendi-mento MOODLE4, che è quello usato nel corso eche proponiamo agli insegnanti come strumentoda utilizzare con i propri studenti. Qui i corsistidevono imparare ad usare le diverse funzioni,prima per adoperare Moodle come utilizzatori,poi per usarlo come docenti, dunque per crearecorsi, per riempirli di risorse (materiali didattici) edi attività (proposte di lavoro, esercitazioni, fo-rum ecc.) che possono essere monitorate. Inquesto modulo sono centrali le esercitazioni in-

4 MOODLE (www.moodle.org) è il più diffuso Learning Management System o ambiente di apprendimento in rete. Nell’ambiente Moodle si possonocreare corsi composti di risorse (pagine di testo, pagine web, link ecc.) e di attività (forum, lezioni interattive, compiti, quiz, wiki, oggetti SCORM, que-stionari ecc.).Vi sono diversi livelli di permessi (ruoli): amministratore, creatore di corsi, docente, docente non editor, studente ecc.. Il docente può as-segnare gli studenti a gruppi diversi e può monitorare le loro attività. I corsi possono essere agevolmente duplicati, per classi diverse, o esportati peressere inseriti su un’altra piattaforma Moodle.

Modulo Durata Unità

1 Usare Moodle come corsisti e come docenti 3 settimane Usare Moodle da corsista

Usare Moodle da docente

2 Essere tutor in rete e usare gli strumenti 3 settimane Il tutor in retedel web 2.0

Creare, organizzare e condividere risorse inrete

E-cooperation

3 Usare e produrre risorse didattiche digitali 3 settimane La filosofia della condivisione e del riusoaperte per la formazione in rete

Strumenti di condivisione web 2.0

Il modello SCORM e strumenti per produrreoggetti didattici

Sloop repository

4 Syllabus europei delle competenze 2 settimane EQF

Le 8 competenze chiave per la cittadinanza

Le competenze digitali degli utenti

Le competenze dei professionistiinformatici: e-CF e EUCIP

5 Produzione collaborativa di risorse didattiche 6 settimane Sviluppo di OER basate su un Syllabus delleaperte basate sullo standard EUCIP competenze

TABELLA 1Struttura dei corsi

Sloop2desc

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dividuali (provare gli strumenti di Moodle) e l’at-tività collaborativa consiste “solo” nella discus-sione all’interno dei forum (domande ai docen-ti/tutor ma anche agli altri corsisti, risposte esuggerimenti ai “compagni di classe”).In uno dei due corsi pilota (ne parleremo) nel fo-rumdelModulo1,una trentinadi corsisti conduetutor ha avviato in due settimane 18 discussionicon 352 messaggi! Analoga situazione si è pre-sentata nell’altro corso. Questo chiarisce cosa in-tendiamo con “corsi basati sulle interazioni”.Il modulo 2 è invece centrato sul tutoraggio inrete e sull’uso, nella didattica in rete, degli stru-menti del web 2.0. Fra le varie attività, viene ri-chiesto ai corsisti, divisi in gruppi, di analizzareun ambiente/strumento web2.0 e di preparare -usando i googledoc e poi un wiki - una descri-zione, ed un’esercitazione all’uso, per i compo-nenti degli altri gruppi.La collaborazione qui non si traduce più nel di-scutere o nel darsi consigli ma nel “fare insie-me”. Nell’esperienza già realizzata, 10 discus-sioni aperte nel forum con 439 messaggi sonosolo la punta dell’iceberg della comunicazionefra i corsisti. Per svolgere le loro attività in co-mune i diversi gruppi hanno usato la posta elet-tronica, le chat, Skype, il cellulare!Il modulo 3, come il primo, è nuovamente basatosu esercitazioni individuali, legate in questo casoall’acquisire competenze tecniche di produzionedi risorse didattiche, usando, per esempio, Slide-share per pubblicare una presentazione e ag-giungerle il parlato o eXeLearning per produrreun learning object in formato SCORM.Attività individuali, ma ancora una volta in una lo-gica di classe, dunque con domande, risposte, ri-chieste di chiarimenti, suggerimenti: 13 discus-sioni nel forum del modulo 3, con 381 messaggi.Il modulo 4 è dedicato alla questione delle com-petenze; nella prima versione: EQF5, e-CF6 edEUCIP. Tale modulo avrebbe dovuto basarsi pro-prio sulla discussione, ma questa è avvenuta inmaniera minore rispetto ad altri moduli: 119messaggi in 10 discussioni.Diverse le possibili cause:

� parecchi corsisti sono arrivati in ritardo a que-sta fase perché si sono attardati lavorando suidue moduli precedenti e poi si sono buttati sulquinto, in cui il Syllabus EUCIP è stato usato co-me guida alla produzione dei materiali didattici(e quindi una parte della discussione in merito èavvenuta nel forum del modulo 5);� la tematica era per molti di loro nuova, di con-seguenza non avevano molto da dire nei forum;� non tutti insegnavano in indirizzi informatici equindi non erano interessati all’e-CF o a EUCIP.È per questo che, nella versione rielaborata per icorsi a cascata, abbiamo introdotto anche unaparte sulle “8 competenze chiave” e sulla fami-glia ECDL.Il modulo 5 è il più importante e impegnativo: èquello in cui si applica quanto affrontato in pre-cedenza; non a caso dura 6 settimane e moltipartecipanti hanno scelto di prolungarlo qualchesettimana oltre il termine ufficiale del corso.Ai corsisti vienechiestodidividersi ingruppi inba-se alle proprie materie e classi di insegnamento,di scegliere punti del Syllabus EUCIP (o, nei corsia cascata, dei Syllabus ECDL) su cui lavorare e diprodurre risorse didattiche - singole risorse (lear-ning object) e interi corsi - per i propri studenti.In questo modulo non ci sono nuovi materiali di-dattici da studiare, tutta l’attività è basata sullaproduzione collaborativa di materiali e corsi pergli studenti.Anche in questo caso l’interazione fra i corsisti èavvenuta solo in parte nei due forum del modu-lo – 34 discussioni con 499 messaggi7 – in quan-to i partecipanti al corso, resi esperti dal prece-dente modulo 2, hanno interagito molto tramiteSkype o con altri strumenti.Nei due corsi pilota sono stati prodotti:� 15 pacchetti SCORM di informatica;� 5 video di informatica;� vari materiali didattici per altre materie (in for-mati SCORM, doc, pdf, ecc.);� 4 corsi su piattaforma Moodle:

• un corso per IT Administrator, Modulo 1,Hardware (quasi completo);• un corso centrato sul tema “livello di rete”,

5 EQF, European Qualification Framework o Quadro europeo delle Qualifiche per l’apprendimento permanente (http://ec.europa.eu/education/-lifelong-learning-policy/doc44_en.htm) è il documento europeo finalizzato a favorire la leggibilità delle qualifiche dei diversi sistemi nazionali at-traverso una comune definizione di livelli.

6 E-CF, European e-Competence Framework, è il quadro europeo delle competenze in ambito ICT elaborato dal CEN (www.ecompetences.eu).7 Per completare il quadro delle interazioni occorre aggiungere che era presente anche un forum di discussione generale: 42 discussioni con 347 post.

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punto 4.5 del Modulo 4, Uso esperto delle re-ti, dell’IT Administrator;• un corso sui database, area Build di EUCIPCore, punto B2;• un corso “Uso didattico degli strumentiweb 2.0”.

I due corsi pilota, in Italia, si sono svolti nel pe-riodo febbraio-giugno (con prolungamento pertutto il mese di luglio) e hanno coinvolto unasessantina di docenti, non tutti di informatica.Tra questi insegnanti ne sono stati selezionati 20per svolgere, a coppie, il ruolo di tutor in 10 corsia cascata, avviati nel mese di novembre 2010, chehanno coinvolto circa 500 docenti. Un undicesimocorso, per insegnanti di “Economia aziendale” –potenzialmente interessati all’area Plan di EUCIPcore, è stato avviato nel mese di dicembre.A novembre sono partiti anche due corsi pilotain Slovenia e Romania. Il corso sloveno é centra-to sul Syllabus EUCIP. In quello rumeno, invece,il Modulo 4 è stato modificato facendo riferi-mento ad un sistema di competenze nel settoredei trasporti marittimi ed è rivolto a docenti chesi occupano di formazione in quel settore.

5. CONCLUSIONI

Sloop2desc è entrato nel secondo anno con unrisultato che consideriamo straordinario. Dove-vamo trovare, a livello italiano, quattrocento in-segnanti disponibili ad affrontare un corso impe-gnativo, che non attribuisce punteggi o altri risul-tati spendibili in termini di “carriera”. Abbiamo ri-cevuto più di 1.700 richieste di partecipazione! Èun segno dell’interesse e della disponibilità degliinsegnanti nei confronti dei due temi del corso:l’uso di tecnologie digitali nell’insegnamento e ilriferimento a sistemi di competenze. Un segnalepositivo per la scuola del nostro Paese.Al momento siamo stati in grado di attivare cor-si solo per una parte di coloro che ne hanno fat-to richiesta - in ogni caso tutti i richiedenti cheinsegnano informatica - ma cercheremo di fareil possibile per non escludere del tutto i nume-rosi insegnanti di altre materie, il cui interessedimostra le potenzialità di apertura della scuo-la italiana all’uso delle tecnologie digitali perinnovare la didattica.I corsi a cascata appena avviati saranno l’occa-sione per perseguire tre obiettivi:�Diffondere un modello di eLearning basato sul-l’idea della rete come luogo di costruzione colla-

borativa della conoscenza. Auspichiamo che idocenti coinvolti nei corsi trasferiscano tale mo-dello di eLearning alle loro attività con le classi,integrandolo con la didattica in presenza. L’usodella rete con gli studenti, permette a questi ulti-mi di accedere a materiali didattici variegati, inte-rattivi, usufruibili nel momento preferito e se-guendo il proprio personale ritmo, ma soprattut-to permette di estendere le relazioni con il docen-te e con il gruppo dei pari oltre l’aula e l’orario dilezione. Inoltre, una didattica immersa negli stru-menti di comunicazione e di elaborazione digita-li, consente di rendere attivi tutti gli studenti e difarli interagire tra loro, molto più di quanto av-venga nelle tradizionali attività in presenza, in cuiil numero degli studenti e il poco tempo a dispo-sizione limitano le domande, le espressioni deidiversi punti di vista, le connessioni, le divaga-zioni, le interazioni, ossia tutti quei processi incui si costruisce la conoscenza.�Produrre collezioni di risorse educative aperte,Open Educational Resource - OER, da cui ognidocente possa attingere nell’organizzare percor-si formativi e ambienti di apprendimento per ipropri studenti. Con “risorse educative” inten-diamo qualsiasi materiale didattico in formatodigitale, da un intero corso a singoli oggetti: le-zioni in formato testo e immagini, o in formatoaudio o audio-video, esercizi nelle più diverseforme, simulazioni, test, proposte di lavoro ecc..Con “aperte” ci riferiamo a tre aspetti: accessibi-lità, modificabilità e permessi. Partiamo dall’ulti-mo: per essere utilizzabili, le risorse non posso-no essere coperte da un copyright “tutti i diritti ri-servati” ma devono essere rilasciate o come“pubblico dominio” o sotto una licenza, quale laCreativeCommons Attribution-Share alike, chene garantisca la libertà di utilizzo, distribuzione emodifica. Per permettere che le risorse siano mo-dificabili è necessario che venga fornito l’acces-so, ove il caso, ai sorgenti. Per essere accessibili,le risorse devono essere caricate in una reposi-tory e devono essere facilmente rintracciabili.Nel modulo 5 dei corsi cascata, i partecipanti sa-ranno invitati a partire dai materiali didattici pro-dotti nei corsi pilota, inseriti nella Sloop Reposi-tory, per migliorarli e integrarli e per svilupparnealtri. Ciò è particolarmente rilevante per quanto ri-guarda lecompetenze informatichevereeproprie,non quelle degli utenti ma quelle degli informati-ci. I syllabus di riferimento per gli indirizzi “Infor-matica e telecomunicazioni” e per “Sistemi infor-

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mativi aziendali” sono quelli dell’ITAdministratore dell’EUCIPcore. Arrivare ad avere una repositorydi risorse didattiche “aperte”, riferite a tali sylla-bus, può agevolare fortemente gli insegnanti nelprogettare e realizzare ambienti di apprendimen-to per i loro studenti in cui coniugare didattica del-le competenze e nuovi modelli didattici.Abbiamo parlato di singole risorse e di interi cor-si, ma occorre a questo proposito qualche preci-sazione. I syllabus, che abbiamo assunto comeriferimento, dettagliano le conoscenze e le abi-lità che stanno alla base delle competenze di ri-ferimento. Una repository ideale dovrebbe con-tenere risorse corrispondenti ad ogni singola co-noscenza e ad ogni singola abilità. Anzi, sarebbedesiderabile che ci fossero più risorse per cia-scuna, in modo da fornire al docente – o diretta-mente allo studente – una possibilità di scelta.Ci aspettiamo quindi che nei corsi Sloop2desc idocenti producano risorse con questo livello didefinizione.Ma una competenza non è una semplice somma-toria di conoscenze e di abilità. Sta al docente pro-gettare e proporre percorsi formativi che propon-gano agli studenti attività collaborative nel corsodelle quali acquisire, utilizzandole, quelle cono-scenze e quelle abilità. È questo che intendiamocon “corso”. Ci aspettiamo che i docenti diSloop2desc utilizzino le risorse prodotte – da loroo da altri – per costruire corsi. Ed è questa, più an-cora della produzione della singola risorsa, l’atti-vità collaborativa che proponiamo loro. Anche icorsi possono e debbono essere messi in condivi-sione con le stesse caratteristiche di apertura.�Realizzare una Comunità di Pratiche di docentidi informatica. Le comunità di apprendimento chesi sonocostituitenei corsipilotaequelle chestan-nocostituendosineicorsiacascata, il forumdicon-fronto fra i docenti/tutor dei corsi cascata e quellidei corsi pilota sono già l’embrione di una tale co-munità di pratiche. La pratica di collaborare nellaprogettazionedimateriali didattici, di inserirli in re-pository,di cercare,modificareeutilizzareOERpro-dotte da altri sarà l’altro elemento chiave. Scrive-vamo, a conclusione del precedente progettoSLOOP, che esso si inseriva in una “idea del webcome spazio in cui le persone interagiscono, col-laborano,producono insiemenuovaconoscenza”[8]. Per raggiungere in rete i propri studenti e perutilizzare il web nella propria didattica, i docentidevono acquisire il concetto di collaborazione e dicondivisione,di comunità, cheè tipicodelweb2.0.

Bibliografia

[1] Parlamento e Commissione Europea 2005: Rac-comandazione del Parlamento Europeo e delConsiglio relativa a competenze chiave per l’ap-prendimento permanente.

[2] CommissioneEuropea:Quadroeuropeodellequa-lifiche per l’apprendimento permanente (EQF).

[3] Prensky M.: Digital natives, digital immigrants.MCB University Press, Vol. 9, n. 5, 2001.

[4] Ardizzone P., Rivoltella P.C.: Media e tecnologieper la didattica. Vita e pensiero, 2008.

[5] Longo G.O.: Nascere digitali. Verso un muta-mento antropologico? Mondo Digitale, n. 32,dicembre 2009.

[6] Ravotto P., Bellini R.: Quali competenze digitaliper insegnare al tempo del web 2.0?, Atti delCongresso Sie-L di Trento, 2008.

[7] Fulantelli G., Gentile M., Taibi D., Allegra M.:Open Learning Object: una nuova prospettivaper un utilizzo didattico efficace delle risorse di-dattiche digitali. Atti di Didamatica 2007.

[8] Ravotto P., Fulantelli G.: L’idea base di SLOOP:condividere free/open learning object. In: Con-dividere free/open learning object - I risultatidel progetto SLOOP, 2007.

Sitografia

Sito progetto SLOOP: www.sloopproject.eu

Sito progetto Sloop2desc: www.sloop2desc.eu

Sito EUCIP: www.eucip.it

Sito ECDL: www.ecdl.it

PIERFRANCO RAVOTTO, laureato in Ingegneria Elettronica al Politecnico di Milanonel 1974, è stato docente di Elettrotecnica, Elettronica, Automazione e Siste-mi organizzativi in istituti tecnici occupandosi di corsi post-diploma, alter-nanza scuola-lavoro, scambi di giovani con alternanza all'estero ed e-lear-ning. Ha coordinato diversi progetti europei nel programma Leonardo da Vin-ci ed ha partecipato alla progettazione e realizzazione di corsi di aggiorna-mento per docenti e dirigenti scolastici. Dal 2008 collabora con AICA per il fra-mework EUCIP. È Project Manager del progetto Ensemble per il Dipartimentodi Scienze dell'Educazione dell'Università di Firenze. È membro del direttivonazionale della Sie-L, Società Italiana e-Learning, e del direttivo milanese diAICA. È certificato EUCIP ITTrainer. E-mail: [email protected]

GIOVANNI FULANTELLI è ricercatore presso l’Istituto per le Tecnologie Didattiche(ITD) del Consiglio Nazionale delle Ricerche; i suoi studi si concentrano sul-l’utilizzo delle Nuove Tecnologie a supporto dell’apprendimento. È coordi-natore del progetto europeo “Sloop2desc - Sharing Learning Objects in anOpen Perspective to Develop European Skills and Competences”, responsa-bile della commessa di ricerca CNR: “Multiculturalità e scuola: metodologiee tecnologie di supporto all’apprendimento e all’integrazione”, membro delConsiglio d’Istituto dell’ITD. Nel 2005 è stato insignito di un riconoscimentoscientifico per aver raggiunto risultati innovativi di particolare eccellenza erilevanza strategica nel settore delle Tecnologie Didattiche.E-mail: [email protected]