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2011/12 “Io do la mia vita” NOTIZIARIO 1 Redazione SalesianiNordEst.it settembre/ottobre

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2011/12“Io do la mia vita”

NOTIZIARIO

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Redazione SalesianiNordEst.it

settembre/ottobre

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LETTERA DELL’ISPETTORE

Educare alla vita buona del Vangelo con il cuore di don Bosco

Carissimi Confratelli,all’inizio di un nuovo anno pastorale desidero porgere a tutti i confratelli e alle co-munità un vivo augurio perché l’impegno educativo, secondo il cuore della Chiesa e di don Bosco, sappia riproporre ai giovani una «misura alta» della vita cristiana or-dinaria, coscienti che «anima dell’educazione, come dell’intera vita, può essere solo una speranza affidabile»(Benedetto XVI, Lettera alla Diocesi e alla città di Roma sul compito urgente dell’educazione, EV 25/55).

1. «Io sono il buon pastore» (Gv 10,11)Il triennio di preparazione alla celebrazione del bicentenario della nascita di don Bo-sco (1815-2015) e il 140° anniversario di fondazione dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (1872-2012) sono un momento di grazia per riscoprire la storia, la peda-gogia e la spiritualità di don Bosco e per contemplare il progetto di Dio che ha avuto inizio a Mornese nel 1972.D’altra parte, le celebrazioni si situano in un contesto ecclesiale che dedica il decennio ad un’attenzione specifica alla difficile arte di educare, riconoscendo in questo tema una sfida culturale e un segno dei tempi, ma prima ancora una dimensione costi-tutiva della missione della Chiesa. Gli orientamenti pastorali partono dalla consape-volezza che è proprio l’educazione la sfida che ci attende nei prossimi anni. Metten-dosi alla scuola di Cristo, maestro e pedagogo, la Chiesa si propone di «Educare alla vita buona del Vangelo»: «Tra i compiti affidati dal Maestro alla Chiesa c’è la cura del bene delle persone, nella prospettiva di un umanesimo integrale e trascendente. Ciò comporta la specifica responsabilità di educare al gusto dell’autentica bellezza della vita, sia nell’orizzonte proprio della fede, che matura nel dono pasquale della vita nuova, sia come prospettiva pedagogica e culturale, aperta alle donne e agli uomini di qualsiasi religione e cultura, ai non credenti, agli agnostici e a quanti cercano Dio. Chi educa è sollecito verso una persona concreta, se ne fa carico con amore e premura costante, perché sboccino, nella libertà, tutte le sue potenzialità. Educare comporta la preoccupazione che siano formate in ciascuno l’intelligenza, la volontà e la capacità di amare, perché ogni individuo abbia il coraggio di decisioni definitive» (Educare alla vita buona del Vangelo, n. 5).In questo contesto si situa la strenna del Rettor Maggiore per il primo anno del triennio di preparazione al bicentenario della nascita di Don Bosco: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore» (Gv 10,11). «Conoscendo e imitando Don Bo-sco, facciamo dei giovani la missione della nostra vita». La fedeltà a don Bosco parte dalla riscoperta della passione educativa del nostro fondatore, congiunta a una non comune genialità operativa, per trovarne il fondamento nella tensione apostolica e spirituale di un pastore che dona la sua vita per la salvezza integrale dei giovani. La conoscenza di don Bosco ci permette di comprendere il suo cuore pastorale, sensibile ai problemi della gioventù povera e abbandonata del suo tempo; da qui parte il desi-derio di imitare il suo grande amore per i giovani e di vivere il suo carisma educativo e la creatività pastorale nel contesto sociale e culturale contemporaneo.L’azione educativa di don Bosco traeva ispirazione dalla fede, da una visione cristiana dell’educazione in un’epoca «moderna» che relegava la dimensione di fede nella vita privata delle persone. La «pedagogia cristiana» di don Bosco, fondata su principi e

Don Eugenio Riva

“Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene”.Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecore” (Gv 21,17)

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LETTERA DELL’ISPETTORE

valori ispirati dalla fede, è oggi sempre più apprezzata e condivisa, anche da chi muo-ve da premesse diverse, perché sono riconoscibili a partire dalla ragione comune. La «domanda di sacro» e l’interesse crescente per le dimensioni della fede porta a rilan-ciare l’educazione cristiana ripensandola come una preziosa occasione e una proposta significativa per il nostro tempo, già devastato da pregiudizi illuministici e positivisti e da una secolarizzazione radicale che ha tentato di cancellare ogni riferimento a una visione cristiana della vita. Don Bosco era convinto che l’uomo si muove nell’oriz-zonte del mistero e che ogni azione educativa trae ispirazione e fondamento nel «cuore» stesso di Dio: «Ricordatevi che l’educazione è cosa di cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte, e ce ne dà in mano le chiavi. (…) Studiamoci di farci amare, di insinuare il sentimento del dovere e del santo timore di Dio, e vedremo con mirabile facilità aprirsi le porte di tanti cuori, ed unirsi a noi per cantare le lodi e le benedizioni di Colui, che volle farsi nostro modello, nostra via, nostro esempio in tutto, ma particolarmente nell’educazio-ne della gioventù» (G. Bosco, Scritti Pedagogici e spirituali, Las, Roma 1987, p. 259; MB 16,447).

2. Lasfidadell’educazionecristianaLo psichiatra V. Frankl quando intendeva condensare i capisaldi della sua concezione dell’uomo citava il detto del rabbino Hillel: «Se non lo faccio io chi lo farà? – E se non lo faccio ora quando sarà il momento di farlo? – E se lo faccio solo per me stesso, chi sono io?» (F. Frankl, Senso e valori per l’esistenza, Città Nuova, Roma 1998, p. 69). Un detto che per un educatore dovrebbe diventare una prospettiva attraverso cui leggere la realtà culturale contemporanea e le varie sfide che riguardano l’uomo e il suo essere.L’educazione ha pertinenza con l’inesauribile significato dell’esistenza, è accompa-gnare la persona nel dialogo con la vita, e la Chiesa si interroga su come continuare ad aiutare l’uomo a scoprire e a portare a compimento la propria umanità, accogliendo la Parola buona rivelata in Gesù. Rendere attuale la passione educativa di Don Bosco significa accogliere la sfida di educare i giovani in una prospettiva «integrale», per-ché riscoprano la ricchezza e l’autenticità di una vita radicata nella fede cristiana. Nel libro per la formazione dei suoi giovani, «Il giovane provveduto», don Bosco li invita a vivere un cammino di crescita serio e costante: «Coraggio adunque, miei cari, datevi per tempo alla virtù, e vi assicuro, che avrete sempre un cuore allegro e contento, e conoscerete quanto sia dolce servire al Signore» (G. Bosco, Il Giovane provveduto, Opere edite, II, p. 193). La vera gioia del cuore affonda le sue radici in un cammino serio di vita, come sottolinea Romano Guardini nelle «Lettere sull’autoformazione»: «”Fare sul serio” non consiste nel dire parole sonore, e fare a gara nell’esprimere gran-di esigenze. Agisce seriamente colui che vede i compiti dove essi sono in realtà: nella vita di ogni giorno, nell’ambiente più vicino a lui; agisce seriamente chi pone mano decisamente a questi compiti, e li porta a termine giorno per giorno» (R. Guardini, Lettere sull’autoformazione, Brescia 1994, p. 57).Il Concilio Vaticano II nella «Dichiarazione sull’educazione cristiana» definisce un punto di convergenza, tra le diverse prospettive pedagogiche all’interno della comu-nità cristiana, sull’idea di educazione come promozione integrale della persona uma-na: «La vera educazione deve promuovere la formazione della persona umana sia in vista del suo fine ultimo sia per il bene delle varie società, di cui l’uomo è membro e in cui, divenuto adulto, avrà mansioni da svolgere» (Gravissimum educationis, n. 1). L’impegno nella formazione dell’uomo è il passo fondamentale per un’autentica edu-cazione alla vita di fede. Benedetto XVI lo ha affermato nel discorso tenuto al convegno di Verona: «In concreto, perché l’esperienza della fede e dell’amore cristiano sia accolta

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LETTERA DELL’ISPETTORE

e vissuta e si trasmetta da una generazione all’altra, una questione fondamentale e de-cisiva è quella dell’educazione della persona. Occorre preoccuparsi della formazione della sua intelligenza, senza trascurare quelle della sua libertà e capacità di amare. E per questo è necessario il ricorso anche all’aiuto della grazia» (Discorso del Santo Padre Benedetto XVI all’assemblea del Convegno, in CEI, Atti del 4° Convegno Ecclesiale Nazionale, EDB, Bologna 2008, p.55). La formazione della persona umana in prospettiva cri-stiana si apre all’incontro personale con Gesù come compimento della vita umana. Don Bosco era interiormente convinto che senza la cura della vita di fede, il compito educativo non raggiunge la pienezza delle sue finalità. Scopo dell’educazione è quello di «fare un bell’abito al Signore» con ogni giovane, favorire fin dalla giovinezza la consacrazione della propria vita a Dio, irrobustire la vita di grazia prevenendo per tempo le insidie del male. L’educazione porta gli educatori e i giovani a cooperare al disegno salvifico di Dio. La pedagogia si armonizza inscindibilmente con la spirituali-tà: «Salvar le anime – afferma don Albera – fu la parola d’ordine di D. Bosco, fu, si può dire l’unica sua ragione d’esistere e la ragion d’essere della congregazione salesiana. Aiutarlo a salvar l’anima nostra era il regalo più prezioso che potessimo fargli, era la grazia, il favore che ci domandava con ineffabili insinuazioni, perché l’unica sua aspi-razione, il fine unico del suo apostolato in mezzo a noi, era di condurre tutte le nostre anime in paradiso a veder Dio a faccia a faccia» (P. Albera, Lettere circolari… ai salesiani, Torino 1922, p. 333s).

3. Leradicidell’impegnoeducativoIn un’epoca in cui si è frantumato il patto educativo che coinvolgeva i diversi soggetti dell’educazione e in cui non si può più dare per scontato il quadro comune di scelte, è urgente riscoprire il senso dell’educare e alimentarne le ragioni e il significato.Educare significa anzitutto amare le persone che sono affidate alla nostra cura. Nell’opuscolo sul sistema preventivo del 1877 don Bosco descrive in questo modo la relazione educativa che si deve instaurare tra l’educatore e il giovane: «Il sistema Preventivo rende affezionato l’allievo in modo che l’educatore potrà tuttora parlare col linguaggio del cuore sia in tempo dell’educazione, sia dopo di essa. L’educatore, guadagnato il cuore del suo protetto potrà esercitare sopra di lui un grande impero, avvisarlo, consigliarlo e anche correggerlo» (G. Bosco, Scritti pedagogici e spirituali, p. 167). A fondamento dell’educazione don Bosco poneva una relazione educativa im-prontata all’amore e alla confidenza tra una persona matura e un uomo in divenire; relazione tale da far desiderare al giovane di costruirsi da sé la propria vita. Nella sua attività educativa Don Bosco ha optato per una pedagogia d’ambiente, per uno stile educativo vicino a quello della famiglia. Nella «Lettera da Roma» ha preteso dai suoi collaboratori proprio questa qualità. Gli fa osservare al riguardo l’ex allievo Valfré: «Veda: la familiarità porta amore, e l’amore porta confidenza. Ciò che apre i cuori e i giovani palesano tutto senza timore ai maestri, agli assistenti ed ai Superiori. Diven-tano schietti in confessione e fuori di confessione e si prestano docili a tutto ciò che vuol domandare colui dal quale sono certi di essere amati»(G. Bosco, Scritti pedagogici e spirituali, p. 291-291). Non basta l’amore, insegna don Bosco, bisogna che i giovani conoscano di essere amati: «Senza famigliarità non si dimostra l’amore e senza questa dimostrazione non vi può essere confidenza. Chi vuole essere amato bisogna che fac-cia vedere che ama. Gesù Cristo si fece piccolo coi piccoli e portò le nostre infermità. Ecco il maestro della famigliarità» (Ib., p. 297).La fiducia sostiene tutto il processo educativo. Chi educa è invitato a fidarsi della rettitudine delle proprie intenzioni e dell’efficacia dei propri interventi; è invitato a fidarsi dell’altro, del suo desiderio di crescere e di maturare come persona. Scriveva

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LETTERA DELL’ISPETTORE

Guardini: «A fondamento di tutto però dev’esserci una fiducia. Persino ciò che non è bene dev’essere inserito in essa. Altrimenti, le cose semplicemente non vanno… E qui è la grande difficoltà che ogni educatore avverte col passare del tempo, quando viene continuamente deluso, anzi ingannato, quando si abusa della sua fiducia…» (R. Guardini, Etica, Morcelliana, Brescia 2001, p. 899). Don Bosco ha coltivato nella sua esperienza una fiducia indiscussa sulla educabilità dei giovani. Egli è convinto che i giovani abbiano una interiore disponibilità alla maturità morale e educativa, se vengo-no seguiti con cura e tempestività. L’educazione non ammette inutili perdite di tempo: «I giovinetti sono grandemente amati da Dio» e sono ancora «in tempo a fare molte opere buone» perché si trovano «in un’età semplice, umile, innocente» (G. Bosco, Il giovane provveduto…, OE II, pp. 190-191). L’educatore non è un artefice solitario dell’educazione, ma si pone a servizio del bene delle persone in un processo intrinsecamente collaborativo con l’educando e con tutti gli altri soggetti educativi. Per don Bosco l’educatore non deve cedere alla tentazione dell’attivismo o dell’efficientismo, ma è chiamato a una «consacrazione» consapevole e volontaria alla «missione» educativa che ha come scopo preciso la salvezza dei gio-vani. Il cuore di don Bosco non ha mai cessato di amare e di manifestare una paternità educativa rispettosa dei giovani e insieme preoccupata della loro crescita integrale e autentica.L’educazione cristiana è in stretto rapporto con l’esperienza della fede e con la rifles-sione teologica su di essa. L’impegno educativo della comunità ecclesiale trova il suo fondamento in un dono ricevuto da Dio e si pone in continuità con Dio stesso che educa il suo popolo: «Dio è in mezzo a noi. Dio ha educato ciascuno di noi e tutti noi. Dio continua a educare. Noi educatori siamo suoi alleati: l’opera educativa non è nostra, è sua. Noi impariamo da lui, lo seguiamo, gli facciamo fiducia ed egli ci guida e ci conduce» (C.M. Martini, Dio educa il suo popolo, in C.M. Martini, Parola alla chiesa, parola alla Città, EDB, Bologna 2002, p. 402).Vi è una lunga tradizione filosofica che ritiene che l’uomo nasca e venga al mondo come una tabula rasa, come un essere completamente inesperto e ignorante. Quindi il bambino e il giovane sembrano esseri viventi a cui si deve insegnare tutto dalla co-noscenza al comportamento. In questa prospettiva l’educazione e l’istruzione sembra-no essere solamente il risultato dell’influenza di fattori umani e ambientali. In questo modo appare chiaramente che l’uomo nella sua globalità è soltanto quanto di lui è stato fatto da parte di altri.La visione cristiana dell’uomo considera la persona e la dignità di ogni uomo come assolutamente originari, in quanto trovano il loro fondamento nell’azione creatrice di Dio. In questa prospettiva teologica, anche quando l’educazione e l’istruzione hanno scritto le pagine bianche del libro della vita di un uomo, non sono state loro a «fare» quanto costituisce l’essere persona e la dignità dell’uomo. La fede e la dottrina della Chiesa utilizzano espressioni e concetti della Rivelazione e della riflessione teologica: Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza; l’uomo come creatura di Dio è differente e superiore a tutte le altre creature visibili, e l’uomo «in terra è la sola crea-tura che Iddio abbia voluto per se stessa» (Gaudium et Spes, n. 24); ogni uomo è unico e irripetibile; ogni singolo uomo costituisce tutta la ragione per cui Dio ha creato il mondo e si è assunto l’opera della Redenzione; non sono le prestazioni, le ricchezze, il successo o il potere, ma solo l’«essere uomo» conferisce a ogni uomo diritti inalienabi-li, che nessuno può né dare né togliere, ma che ciascuno deve riconoscere e accettare; ogni uomo ha una dignità indistruttibile e insuperabile. L’educazione e l’istruzione non producono o costruiscono la dignità e l’essere persona dell’uomo. L’educazione è strettamente legata alla verità e alla dignità della persona umana, originaria e non costruita, totale e indivisibile. La crisi dell’educazione compare ovunque l’educazione

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LETTERA DELL’ISPETTORE

non viene considerata un evento della dignità dell’uomo. Solo se la dignità dell’uomo può far valere la propria indivisibilità e totalità, vi può essere un’educazione che è più di una strategia pedagogica, più di un addestramento del comportamento, più di una semplice socializzazione o di una mera autorealizzazione: ogni momento dell’educa-zione non è un’esercitazione, ma un caso serio.Don Bosco ha fondato la sua prassi educativa sulla profonda convinzione teologica che ogni uomo è immagine e somiglianza di Dio, semplicemente grazie al suo essere uomo. L’autentica dignità della persona umana consiste nell’essere immagine di Dio: una dignità che non si può «costruire» neppure con le più sofisticate arti pedagogi-che, ma che va scoperta, onorata, accettata e amata. Don Bosco ha saputo coltivare la dimensione religiosa dei giovani, infondendo in loro il timor di Dio e educandoli a una abituale vita di grazia: «Dovunque vi troviate mostratevi sempre buoni cristiani e uomini probi. Amate, rispettate, praticate la nostra Santa Religione; quella Religio-ne, colla quale io vi educai e vi preservai dai pericoli e dai guasti del mondo; quella Religione che ci consola nelle pene della vita, ci conforta nelle angustie della morte, ci schiude le porte di una felicità senza confini» (G. Bosco, Discorso del 24 giugno 1880, BS 4 (1880) n. 9, p. 10). In questa prospettiva la salvezza dell’anima costituisce per Don Bosco il fulcro della metodologia educativa e l’idea dominante della vita spirituale.

4. «Ilbuonpastoreoffrelavitaperlepecore»(Gv10,11)Sant’Agostino, commentando il Vangelo di Giovanni, ci insegna che i pastori buoni sono mossi dall’amore per Cristo e non dalla ricerca del proprio interesse: «Se mi ami, non pensare a pascere te stesso, ma pasci le mie pecore, come mie, non come tue; cerca in esse la mia gloria, non la tua; il mio dominio, non il tuo; il mio guadagno e non il tuo; se non vuoi essere del numero di coloro che appartengono ai tempi difficili, i quali sono amanti di se stessi, con tutto quel che deriva da questa sorgente d’ogni male» (Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni, Discorso 123,5).Nella triplice domanda che Gesù rivolge a Pietro, «Mi ami?», e nella triplice risposta sempre ripetuta con le stesse parole, «Ti amo», si intravede la totalità dell’amore ri-chiesto da Cristo a ogni pastore, che non è altro che l’amore spinto fino al sacrificio di sé che deve contrassegnare l’agire del pastore di anime. Agostino è ben consapevole della debolezza umana da cui non sono esenti i pastori d’anime, quella stessa debo-lezza che indusse Pietro a rinnegare Gesù. Tuttavia, non desiste dal ribadire il dovere dell’amore fino al sacrificio perché, come Pietro, sa che il pastore d’anime può contare sulla grazia di Dio.Agostino si rivolgeva con queste parole al suo popolo e noi potremmo farle nostre per i giovani che ci sono affidati: «Custodiamo voi e siamo custoditi con voi (pascimus vos, pascimur vobiscum). Ci conceda il Signore tanto coraggio di amarvi al punto di poter dare la vita per voi, o effettivamente, o con il desiderio (aut effectu, aut affectu)». (Agostino, Discorso, 296,5).

Don Eugenio RivaIspettore

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MISSIONI

Don Filippo Perin

GMG etiopiaca: ovvero il Grest Mondiale di Gambella

Un saluto a tutti e in particolare a chi è stato alla GMG, perché anche noi qui in Etiopia abbiamo partecipato ad una speciale GMG, dove è mancata solo la presenza del Papa, per il resto c’erano tutti e tutto.

Insieme ai 7 amici della Scuola di Mondialità: Paola, Michela, France-sca, Leonardo, Emanuele e Sergio e la Federica, abbiamo realizzato in 4 villaggi dei “GREST MONDIALI” di Gambella, ecco perché GMG, dove in tutto hanno partecipato più di un mi-gliaio di ragazzi. È appena terminata l’esperienza che portiamo ancora nel cuore nell’aver condiviso un pezzo di strada della nostra vita con questa gente, soprattutto con tantissimi ra-gazzi e giovani di etnia anyuak e nuer.Arrivati ad Addis Abeba a fine luglio, non abbiamo perso tempo e abbiamo percorso in due giorni gli 800 km che ci separavano da Gambella. Abbiamo poi iniziato subito il Grest nei due primi villaggi, al mattino in mezzo alla fore-sta nel villaggio di Ibago e al pomerig-gio nel villaggio di Ilea.Dopo una calorosa accoglienza, fatta di canzoni in anyuak e bans, il più getto-

nato è stato “lanzachenabeue”, diven-tavamo degli attori, drammatizzando ogni giorno una diversa parabola del Vangelo, letta dal catechista nella loro lingua, proponendo alla fine una “pa-rola slogan” da vivere nella giornata.

Dopo una breve preghiera, divisi per gruppi, e rigorosamente in inglese per tutti: cercavamo d’indovinare i nomi degli animali disegnati nella lavagna, dal gruppo dei più piccoli ai due grup-pi dei medi. In questo modo si eserci-tavano con i saluti e le prime conver-sazioni, mentre il gruppo dei grandi si cimentava nell’inglese più avanzato.Passato l’inglese, il momento più atte-so: le attività. Disegno, colori, pon-pon e tanta fantasia per i più piccoli!Braccialetti di svariati tipi, telai in lana e danza per le ragazze, strumenti mu-sicali, palline per giocolieri e sport per i ragazzi. Realizzare qualcosa insieme a questi ragazzi è stato davvero coinvol-gente e appassionante, sia per loro, che non avevano mai visto tanti “bianchi” tutti insieme e lì per loro, sia per noi. Si è creato così un forte legame di amici-zia che giorno dopo giorno si è consoli-dato stando insieme, anche se per così poco tempo.

Infine il momento del gioco. Sem-brava di essere davvero all’Oratorio di Valdocco ai tempi di don Bosco: un gruppo saltava la corda, un altro gio-cava a pallavolo, altri giocavano a cal-cio, altri alla corsa con i sacchi… tutto era movimento, pieni di vita e gioia, tant’è che non ci lasciavano andar via alla fine continuando a cantare e dan-zare insieme. Mentre per le prime due settimane tornavamo alla sera a dormi-re a Gambella, nella nostra parrocchia, l’ultima settimana ci siamo trasferiti a Nyinenyang, un villaggio nuer a 120 km da Gambella. Tutti stretti stretti nella casa del parroco, abbiamo ripe-

“GruppoGambella”

Don Filippo ci scrive.... n°24

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MISSIONI

tuto anche qui la GMG, il Grest Mondiale di Gambella, sia a Nyinenyang che a Matar, un villaggio ad altri 30 km, proprio sul confine con il Sudan. Qui abbiamo potuto andare solo poche volte, ma una marea di bambini e ragazzi ci attendeva sempre, cantando, giocando e cercando di fare subito amicizia, sia con il sole tro-picale, sia con una pioggia torrenziale.Che esperienza!!! Potremmo dire indimenticabile!!! Abbiamo vissuto un perio-do di vero lavoro educativo, un’esperienza forte di gruppo, una presenza del Signore Gesù costante, nella preghiera quotidiana, nel dono reciproco e una co-noscenza della vita della gente povera dei villaggi dove siamo stati e del lavoro dei missionari salesiani.

Che dire infine: la gente che abbiamo incontrato, questi ragazzi che ogni giorno ci salutavano, ci abbracciavano e di cui siamo diventati amici, ci hanno stregato il cuore: sono entrati senza che accorgersene, ci hanno risvegliato il cuore, ci hanno sussurrato dolcemente che cosa vale veramente nella vita e ci siamo tro-vati alla fine con il cuore legato a loro, quasi da rimanere là. Ora sta a noi non lasciarli più uscire, tenerli stretti e magari rivederci il prossimo anno!!!Come lo slogan di quest’anno: VIENI E VEDI!

Un GRAZIE di cuore a tutti: Emanuele, Paola, Michela, Francesca, Sergio, Federi-ca, Leonardo, ai catechisti, Odualla, William, Peter, James, Jacob, Steven, al nostro Vescovo Abuna Angelo Moreschi, ai salesiani di Gambella, ai serpenti, ai varani, agli uccelli, alle antilopi, alle svariate scimmie, al leopardo, ai milioni di insetti che abbiamo visto, ai coccodrilli che c’erano, ma non abbiamo visto, al sole a bomba e alle piogge torrenziali, ai sorrisi e ai pianti per tanti motivi, e al Signore che ci ha fatto incontrare questi ragazzi in modo che d’ora in poi qualcuno pensi a loro!!!A presto abba filippo

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MISSIONI

FrancescaBonotto

Domenica 23 ottobre 2011 pressol’Istituto Salesiano “San Marco” di Mestre (in Via dei Salesiani, 15)avrà luogo l’incontro:“Testimoni di Dio”.

Ospiti della giornata saranno:

don Vittorio NozzaPresidente CARITAS nazionale

dott.sa Carola CarazzoneAvvocato presso la Corte d’appello di Torino, Presidente nazionale VIS e por-ta voce della conferenza delle ONG ita-liana presso le Nazioni Unite

prof.ssa Silvia CrafaPresidente regionale VIDES

Programma sarà il seguente:

ore 8.30Arrivi, accoglienza, iscrizioni

ore 9.30Preghiera presieduta dall’ispettore don Eugenio Riva, e saluto iniziale

ore 10.00Interventi dei relatori

ore 11.30Intervallo

ore 12.00Ripresa del convegno: collegamento video con i nostri volontari in missione in CONGO e in EGITTO. A seguire, di-battito in assemblea

ore 12.45Conclusione lavoro assembleare e pranzo a buffet

ore 14.00Musical “La trama dei desideri” rea-lizzato da VIDES in collaborazione con l’Associazione Meta Arte spettacolo li-beramente ispirato ad una fiaba tibeta-na per ripercorrere la storia di integra-zione e migrazione degli attori costretti a lasciare la propria terra alla ricerca di una nuova patria

ore 15.15Santa Messa Multietnica

ore 16.30Conclusione del Convegno

Parte delmanifesto

Testimoni di Dio

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MISSIONI

Programma· ore 8.30 Arrivi, accoglienza, iscrizioni

· ore 9.30 Preghiera presieduta dall’ispettore don Eugenio Riva, e saluto iniziale

· ore 10.00 Interventi dei relatori

· ore 11.30 Intervallo

· ore 12.00 Ripresa del convegno: collegamento video con i nostri volontari in missione in CONGO e in EGITTO. A seguire, dibattito in assemblea

· ore 12.45 Conclusione lavoro assembleare e pranzo a buffet

· ore 14.00 Musical “La trama dei desideri” realizzato da VIDES in collaborazione con l’Associazione Meta Arte spettacolo liberamente ispirato ad una fiaba tibetana per ripercorrere la storia di integrazione e migrazione degli attori costretti a lasciare la propria terra alla ricerca di una nuova patria

· ore 15.15 Santa Messa multietnica

· ore 16.30 Conclusione del convegno

Ospitidon Vittorio Nozza

Presidente CARITAS nazionale

dott.sa Carola CarazzoneAvvocato presso la Corte d’appello di Torino,

Presidente nazionale VIS e porta voce della conferenza delle ONG italiana presso le Nazioni Unite

prof.ssa Silvia CrafaPresidente regionale VIDES

Domenica 23 ottobre 2011ISTITUTO SALESIANO SAN MARCOVia dei Salesiani, 15 - Mestre (Venezia)

TesTimonidi Dio

Convegno MissionarioSALESIANO DEL TRIVENETO

CONTATTI: UFFIC

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[email protected] Tele

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ManifestoII° Convegno Missionario Salesiano del Triveneto

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MISSIONI

Scuola di Mondialità 2011

“Oggi, la cultura dominante fra i ragazzi è quella dell’io, del vivere “come voglio io”. Non ci si interroga sulla situazione degli altri, sul perché delle cose e sulle realtà “lontane” da noi, ma non possiamo assu-mere l’atteggiamento di coloro che dicono “A me non interessa, sono cose di altri”, perché noi viviamo la nostra condizione umana e la nostra fede inseriti nel mondo.Educhiamoci, quindi, alla scoperta del mondo, ai diritti umani, alla nostra respon-sabilità per una società migliore.Educarci oggi ai diritti umani come via per una cittadinanza onesta, attiva e responsa-bile, capace di spezzare i comportamenti e gli atteggiamenti devianti e favorire la pro-mozione di una cultura dei diritti umani, che pone la persona e la sua dignità al cen-tro e permette delle relazioni basate sulla giustizia e sul dialogo”.

La Scuola di Mondialità è un cammino formativo che il Movimento Giovanile Salesiano del Triveneto propone per allargare i tuoi orizzonti, gettando uno sguardo sulle differenze e sulle soffe-renze del mondo e dei fratelli che lo popolano.L’iscrizione alla Scuola di Mondialità è gratuita e per ogni singolo incontro è richiesto un contributo spese di € 15 (cena del sabato, colazione e pranzo della domenica e alloggio - è opportu-no portarsi il sacco a pelo).

Proponiamo un’esperienza di forma-zione, ma anche di amicizia, di cono-scenza reciproca e un’esperienza che è vissuta nella semplicità del vitto e dell’alloggio, proprio per metterci in sintonia con le realtà che troveremo in missione. Gli incontri (inizio verso le ore 16.30 del sabato e conclusione con il pranzo della domenica) hanno sede itinerante, perché partecipano all’e-sperienza giovani da tutto il Triveneto. Ci sarà la possibilità di organizzarsi in gruppo per il trasporto a seconda delle zone di provenienza.Le destinazioni tradizionali delle spe-dizioni missionarie estive sono: Mada-gascar, Etiopia, Brasile, Romania, Mol-davia, Russia, Palestina ...ed ovunque ci sia necessità.Gli incontri si caratterizzano per la chiara impronta in stile salesiano, per cui sono vissuti con spirito di famiglia, in amicizia e allegria, con momenti di formazione e preghiera e momenti di gioco e festa, all’insegna del protago-nismo dei partecipanti. Normalmen-te durante il sabato pomeriggio degli esperti aiutano a riflettere sui grandi temi della mondialità (povertà, giusti-zia sociale, diritti umani, cooperazione allo sviluppo…). La domenica invece è più rivolta all’esperienza missionaria in generale, con il racconto di chi c’è già stato e sul come comportarsi e vi-vere l’esperienza di missione.

Le spedizioni missionarie hanno alcu-ne caratteristiche irrinunciabili:- il servizio si rivolge preferibilmente all’ambito dell’educazione dei bam-bini e dei giovani, quindi consiste pre-valentemente nell’animazione di centri estivi e GREST;- il servizio si connota come “comu-nitario”, per cui i gruppi di volontari saranno composti da un minimo si 4-5 persone fino ad un massimo di 7-8 con un accompagnatore;

Don Roberto Cappelletti

Alcuni ragazzi della Scuola di Mondialità

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MISSIONI

- il servizio è strutturato: i gruppi vengono accolti da una comunità con la quale progettano e condividono il lavoro e la vita (pasti, preghiera, fraternità…).

Date e luoghi degli incontri previsti:

22/23 ottobre - Mestre (VE)I° incontro di formazione in occasione del Convegno Missionario

5/6 novembre - Padova FMAII° incontro di formazione

3/4 dicembre - Mezzano (TN)III° incontro di formazione

8 gennaiouscita

4/5 febbraio - Albarè (VR)IV° incontro di formazione

24/25 marzo - Mogliano (TV)V° incontro di formazione

21/22 aprile - Conegliano (TV)VI° incontro di formazione

13 maggio - Mestre (VE)Grigliata e consegna dei mandati per esperienze missionarie

Si può partecipare alla Scuola di Mondialità anche senza dover necessariamente partire per una spedizione missionaria, o perlomeno senza dover per forza parti-re nell’anno in cui la si frequenta.Per questo motivo, si può frequentare la Scuola di Mondialità anche per più anni (due o tre…dopodiché si viene invitati a maturare altre scelte di servizio missio-nario, come ad esempio l’inserimento nel VIS o nel VIDES).Si chiede la partecipazione assidua (nel limite del possibile) a tutti gli incontri.

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PASTORALE GIOVANILEDimensione Educativa

Chi Ama Educa 2011

“CHI AMA EDUCA, Educatori in un mondo che cambia”, que-sto è il titolo dell’incontro che si terrà a Mestre-VE, il 18 settembre 2011, pres-so l’Istituto Salesiano San Marco, in via dei Salesiani, 15 - Mestre-VE.

Il convegnoLa realtà salesiana del Triveneto, ac-cogliendo l’invito della Conferenza Episcopale Italiana che ha scelto per ilprossimo decennio 2010-2020 come tema pastorale unitario quello edu-cativo, propone il secondo Convegno Salesiano di Pastorale Giovanile. Alla luce del documento “Educare alla vita buona del Vangelo”, approfondiremo quindi l’apporto cristiano all’educazio-ne e il rapporto tra teologia e pedago-gia. Destinatari sono animatori e operatori pastorali direttamente impegnati nella pastorale giovanile in diversi ambiti educativi (oratori, scuole, centri profes-sionali, comunità alloggio..): Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Salesiani Cooperatori, sacerdoti e consacrati che operano in ambienti educativi, catechi-sti, educatori ed animatori in ambito scolastico e/o oratoriano, operatori di comunità di accoglienza, consigli dell’oratorio, animatori sportivi, gio-vani animatori dalla V superiore.

Promotori - Ispettoria Salesiana San Marco - Ispettoria Salesiana Madre Mazzarello - Associazione Salesiani Cooperatori Nord Est.

Le tematicheL’apporto cristiano all’educazione.“Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissi-ma vocazione” (Gaudium et Spes, 22).A cura del prof. Giuseppe MariL’apporto della teologia alla pedago-gia.La lezione pedagogica di Benedetto XVI e l’esperienza educativa di Don Bosco a confronto. A cura del prof. don Rossano Sala, SDB

I protagonistiProf. Giuseppe Mari, Università Cat-tolica Profilo: Laureato in Filosofia all’Uni-versità di Padova, dal 1999 è ricercatore nell’ambito della pedagogia generale all’Università Cattolica e ordinario di Pedagogia Generale dal 2004. É mem-bro di Scholè (Centro Studi tra Docen-ti Universitari Cristiani) e socio della SIPed (Società Italiana di Pedagogia), del CIRPed (Centro Italiano di Ricerca Pedagogica), della SoFPhiEd (Société Francophone de Philosophie de l’Edu-cation, Paris), della AIRPC(Association Internationale de Recherche sur la Pédagogogie Chrétienne, Lyon), della SEP (Sociedad Espanola de Pedago-gia). Fa parte del Comitato di Dire-zione della rivista “Pedagogia e Vita” (Brescia) e dei Comitati scientifici del-le riviste “Quaderni di Scienza e Vita” (Roma) ed “Estudios sobre educacion” (Pamplona). É membro delle Commis-sioni diocesane Famiglia e Vocazioni, e del Consiglio Pastorale Diocesano del-la Diocesi di Brescia. È docente di pe-

FrancescaBonotto

Parte delmanifesto

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PASTORALE GIOVANILEDimensione Educativa

dagogia presso l’Istituto Universitario Salesiano (IUSVE) di Mestre-Venezia.Abstract: Il relatore metterà in evidenza che vi è una specifica capacità educativa insita nel fatto cristiano che sostanziando e illuminando l’antropologia offre un percorso pedagogico radicalmente credibile. Vi è quindi una relazione stretta e necessaria tra la fede cristiana e l’educazione. Tale sintesi permette alla grazia di realizzare un’opera educativa capace di rigenerare la persona umana conforme-mente alla sua intera verità. “Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione” (Gaudium et Spes, 22).

Don Rossano Sala, Università Pontificia SalesianaProfilo: Salesiano di don Bosco e Sacerdote dal 2000, ha svolto il suo servizio educativo-pastorale nell’Opera salesiana di Bologna e come Direttore e Preside nell’Opera salesiana di Brescia. Licenziato in Sacra Teologia alla Facoltà Teologi-ca Interregionale di Milano, attualmente insegna Teologia Fondamentale presso l’Istituto Internazionale Don Bosco di Torino-Crocetta. Per l’editrice Glossa ha pubblicato: Dialettica dell’antropocentrismo. La filosofia dell’epoca e l’antropolo-gia cristiana nella ricerca di H.U. von Balthasar: premesse e compimenti, Milano 2002.Abstract: Il relatore metterà in evidenza la peculiarità della pedagogia cristiana a partire dal magistero di Benedetto XVI, cercando di sottolineare soprattutto que-gli elementi teologici che illuminano cristianamente l’opera educativa. Il confron-to con l’opera educativa di Don Bosco permetterà di evidenziare come il santo dei giovani abbia saputo fondere assieme la concretezza della prassi educativa con le peculiarità della pedagogia cristiana.

Approfondimenti tematici I sei approfondimenti tematici di carattere esperienziale declineranno il tema all’interno di alcune ambiti educativi.1. Educare alla vita buona del Vangelo nella scuola [max 90 posti](a cura di Giovanni Ponchio, insegnante di Storia e Filosofia presso l’Istituto don Bosco di Padova e formatore presso il CFP don Bosco di Padova)2. Educare alla vita buona del Vangelo attraverso i media [max 80 posti] (a cura di don Mariano Diotto, Direttore del Corso di Laurea Triennale in Scienze della Comunicazione grafica e multimediale presso lo IUSVE di Mestre-VE)3. Educare alla vita buona del Vangelo nella comunità cristiana [max 60 posti] (a cura di Agostino Lazzaro)4. Educare alla vita buona del Vangelo nella famiglia [max 100 posti](a cura di dott.ssa Maria Esther Cruz Perez, giurista rotale per il tribunale del Triveneto)5. Educare alla vita buona del Vangelo nel lavoro [max 60 posti] (a cura del prof. Arduino Salatin, Preside IUSVE -Istituto Universitario Salesiano-, Direttore dell’IPRASE -Istituto di Ricerca Educativa della Provincia autonoma di Trento- e dell’Osservatorio sulle condizioni dell’infanzia e dei giovani di Trento)6. Educare alla vita buona del Vangelo nello sport [max 80 posti](a cura di don Claudio Belfiore, Presidente Nazionale del CNOS/Sport)L’Eucarestia sarà presieduta da don Renato Mazzuia, coordinatore della Pastora-le Giovanile delle diocesi del Triveneto.

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CASE SALESIANE

È prevista una tavola rotonda con:- Santo RomanoDirigente regionale della formazione e istruzione - Regione Veneto;- Giovanni Pontare Dirigente Ufficio Scolastico Territoriale di Verona;- Umberto ChincariniPresidente della Conferenza dei Sindaci;- Paolo GiavoniResponsabile Ufficio Servizi sociali ULSS 22- (Verona);- Sara MozzoAssociazione industriali.

Moderatrice: dott. M.Grazia Chinato

BARDOLINO

Tusini:Vent’anni di

formazione professionalenel territorio

VENERDÌ 30 SETTEMBRE 2011Istituto Salesiano Tusini, Bardolino (VR)

ASSOCIAZIONE CFP CNOS/FAP TUSINI - Bardolino (VR) Tel. 045.62.11.310/311 Fax 045.62.11.415 E-mail: [email protected] - www.tusini.it

PROGRAMMA:9.15 – Saluti: Ivan De Beni Sindaco di Bardolino Don Romano Bettin Presidente del CFP e Direttore Istituto Salesiano Tusini

10.00 - 10.30 – Presentazione libro: “Pensare e abitare la formazione. L’esperienza del modello Tusini” Speranza Gandol� Direttrice CFP Tusini

10.30 – Tavola Rotonda: Romano Santo Dirigente Regionale Dir. Formazione e Dir. Istruzione Regione Veneto Giovanni Pontara Dirigente U� cio Scolastico Territoriale di Verona Umberto Chincarini Presidente Conferenza dei Sindaci Paolo Giavoni Responsabile U� cio Servizi Sociali ULSS 22 Sara Mozzo Associazione Industriali di Verona Maria Grazia Chinato Moderatrice

11.30 – Dibattito

12.00 – Conclusioni: Rosalino Posca Presidente Rappresentanti dei Genitori del CFP Tusini Davide Bendinelli Consigliere Regionale

12.45 – Rinfresco

Manifesto Tusini

Tusini:Vent’anni diformazioneprofessionalenel territorio

In occasione dei quarant’anni di attività formativa nel terri-torio, prima come scuola me-dia inferiore e successivamen-te come Centro di Formazione professionale, il Tusini di Bar-dolino (VR), festeggia!Venerdì 30 settembre 2011 dalle 9,15 alle 13,00 avrà luogo un seminario per presentare il libro: PENSARE e ABITARE LA FORMAZIONE. L’espe-rienza del modello Tusini.Una riflessione sull’imposta-zione pedagogica ed organiz-zativa del centro professionale che integra la storica e grande tradizione salesiana con un modello teorico, ispirato alle teorie della complessità.

Ritornano le Notizie relative alle Case Salesiane del Triveneto. Racconti, esperienze, concorsi, feste, iniziative e molto altro per descrivere la vita nelle comunità salesiane.

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CASE SALESIANE

Estate Ragazzi 2011AlfredaRosteghin

Illuogogiustodovetrascorrerel’estate!“Estate Ragazzi” ai Salesiani di Chioggia. Fra amicizie nuove e momenti di preghiera, le calde mattinate tra-scorrono in maniera costruttiva: c’è tanto di buono in-torno a noi.Sono le ore 11 circa e nell’oratorio dei Padri Salesiani di Chioggia una marea di bimbi, bimbe, ragazzi e ragaz-ze affollano il portico e il cortile, insieme ad animatori, animatrici, sacerdoti e alcuni genitori di buona volontà. Si è appena conclusa la pausa ricreativa e stanno per ricominciare le numerose e interessanti attività previste per l’Estate Ragazzi 2011.

45 giovani animatori e 10 adulti (genitori) per circa 300 ragazzi attorno al tema “Esteban e l’albero della vita”. Don Paolo De Cillia, il coordinatore, acconsente gentil-mente a rispondere a qualche domanda, insieme alla animatrice Letizia. Poi anche Anna e Pietro, due dei partecipanti all’iniziativa, si lasciano intervistare, forse un po’ sorpresi. Chiedo a don Paolo qual è la motiva-zione che ha spinto i Salesiani ad organizzare, ormai da molti anni, quest’attività estiva che da un po’ di tempo anche altre parrocchie della diocesi intraprendono. Lui cita una frase di don Bosco che da sola basta a farci ca-pire tutto: “L’estate è la vendemmia del diavolo”. Don Bosco aveva ben compreso, aggiunge il sacerdote, che il periodo estivo lascia spazio al decadimento spirituale e fisico, se vissuto nel vuoto di contenuti positivi, la-sciando i ragazzi privi di guida. Ecco perché i Salesiani hanno deciso di occuparsi sempre di loro continuando un percorso che si snoda nell’arco dell’anno. Fa presen-te che i partecipanti all’iniziativa arrivano anche da al-tre parrocchie. Particolare attenzione, dice, è riservata alla formazione degli animatori che si incontrano men-silmente, da settembre a maggio; tra poco inizierà un percorso riservato ai ragazzi di terza media, finalizzato ad avviarli all’animazione, nei prossimi anni. Rivolgo qualche domanda a Letizia, che frequenta il liceo socio-psico-pedagogico di Chioggia. Ovviamente le chiedo la motivazione che la porta a donare parte del suo tempo di vacanza a chi è più giovane di lei. Mi risponde che desidera aiutare gli altri, che in questo modo anche lei ‘cresce’ e che rivolgersi a bimbi e ragazzi è per lei natu-rale, visto il tipo di scuola che frequenta. È contenta di quello che fa, ormai da alcuni anni, ed è evidente che lo fa con passione. Apprezza molto il momento quoti-

CHIOGGIA

Immagini dell’Estate Ragazzi 2011

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CASE SALESIANE

diano di formazione, la Messa prima dell’inizio delle attività e il momento di preghiera con i ragazzi (qualcuno dei più grandi, dice, a volte si dimostra un po’ insofferente, ma in fondo è un modo di atteggiarsi).È arrivato il momento di ascoltare i più piccoli, cioè Anna e Pietro. Anna ha fre-quentato la scuola primaria “Paolo VI” e proseguirà il prossimo anno con la scuo-la media. L’ambiente salesiano le è noto fin da quando era molto piccola, quindi è a suo agio. Anche a lei chiedo il perché della sua scelta di partecipare all’Estate Ragazzi e mi dice che lo fa perché è una cosa bella, e poi a casa si annoierebbe, vi-sto che i suoi fratelli sono ormai grandi e i genitori lavorano entrambi. Aggiunge che quello è un posto dove si incontrano molti amici e si passa il tempo facendo cose interessanti (al momento lei partecipa ai corsi di arrampicata e di pupaz-zomania, in seguito passerà a quelli di filografia e art attack). Anna è contenta al momento della preghiera: mi dice che Gesù è un suo amico, anche se ancora non lo conosce bene; la rassicuro dicendole che ha una vita davanti per poterlo conoscere sempre meglio. Mi dice che lei fa parte dell’Ads (Amici di Domenico Savio), una delle associazioni dell’oratorio. Ora tocca a Pietro: un ragazzino di nove anni che frequenta la scuola primaria “Gregorutti”, è scout e proviene da un’altra parrocchia. Pure lui è contento delle attività che svolge (al momento par-tecipa ai corsi di computer-giornalismo e scenografia, poi lavorerà con il traforo e pattinerà; avrebbe tanto voluto iscriversi all’arrampicata, ma i posti erano esauri-ti). Si è iscritto all’Estate Ragazzi, perché è un bel modo di trascorrere parte delle vacanze estive e poi perché si sta in buona compagnia (a casa ha un fratellino piccolo e giocare con lui...). Anche Pietro pensa che il momento della preghiera sia importante, perché lo fa sentir bene e stare con Gesù. L’intervista a queste persone così ‘belle’, simpatiche e ricche di buona volontà si conclude qui e me ne vado rinfrancata: c’è tanto di buono intorno a noi, dobbiamo solamente cercarlo e lasciarci coinvolgere.

Tratto da “Nuova scintilla”

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CASE SALESIANE

dovrebbe di solito avere una media insufficiente!Se non è così è perché è un genio o aspetta tutto dagli altri: ripetizioni, recuperi, sostegno, studio guidato e… sollecitazioni e ricatti vari da parte dei genitori. Ma di-ceva un noto psicologo: “Quando i genitori fanno trop-po per i figli, i figli non sapranno fare abbastanza per se stessi”.Racconta Jean-Louis Ska: «Un bravo sarto camminava serenamente per le strade del suo villaggio. Improvvi-samente nota un’aquila che, con una preda nel becco, entra nel minareto della moschea. Dopo qualche tempo avvista la stessa aquila mentre di nuovo entra nel mina-reto, sempre con una preda nel becco. Incuriosito, entra nella moschea, sale nel minareto e scopre, in un angolo oscuro, una civetta. L’animale si nutre delle prede por-tatele dall’aquila. Si avvicina e si accorge che la civetta è cieca. Allora benedice Dio e dice tra sé: “Vedi com’è buono il nostro Dio: manda un’aquila a nutrire questa povera civetta cieca. E perché allora io dovrei continua-re a faticare tanto come sarto se Dio si prende tanta cura delle sue creature?”. L’indomani si siede davanti alla moschea e comincia a chiedere l’elemosina. Un suo vi-cino di casa lo vede, gli si avvicina e gli chiede stupito: “Che fai? Sei malato? Hai troppi debiti? Perché non la-vori più?”. Il sarto gli racconta la sua storia. Il vicino lo ascolta, riflette un po’ e poi gli dice: “Amico mio, la tua storia è molto bella, però non hai capito affatto il mes-saggio. Non dovevi imitare la civetta, ma l’aquila!”». Chi gioca a fare la vittima e chi continua a credersi una nullità dicendo: “io questa cosa non la capirò mai!” sarà sempre un perdente. Il primo compito di ogni uomo è scoprire le proprie potenzialità. Secondo: metterle in atto!Uno a volte si sente una nullità solo perché non le ha scoperte e attivate tutte. Diceva R. W. Emerson: «che cos’è un’erbaccia? Una pianta le cui virtù non sono state ancora scoperte». Buon anno scolastico e buona scoperta a tutti!

SAN MARCO - Me

Alcuni studenti dell’Istituto

Quando i genitori fanno troppo per i figli, i figli nonfaranno abbastanza per se stessi DonRiccardoMichielan

Siamo all’inizio di un nuovo anno scolastico. Nuovi com-pagni di viaggio si affianca-no ai nostri ragazzi in questo avventuroso e appassionante cammino. Quante raccoman-dazioni, quante risorse, quante persone da non deludere! È un dato abbastanza acquisito dal-la psicologia e dalla scienza la presenza nella nostra mente di un patrimonio inestimabile di risorse inutilizzate.Tanti, al momento dell’iscrizio-ne, richiesti di quanto davano alla scuola, scendevano al di sotto del 50%.Avrebbero calcolato che uno scienziato della portata di Al-bert Einstein non utilizzasse che il 12% circa del suo intero potenziale.Ma siccome il carico scolastico è tarato su ragazzi normali, chi dà normale da meno del 50%

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CASE SALESIANE

Il Prof. Paolo Biscotti a Settembrelascia l’ISSMÈ stato chiamato dal nostro Ispettore all’Opera salesia-na di Castello di Godego.Lo ringraziamo veramente di cuore per il bellissimo anno passato tra noi come insegnante di matematica e assistente del Convitto e gli assicuriamo il nostro affet-tuoso, nostalgico ricordo augurandogli di trovarsi al-trettanto bene nella nuova opera.Un augurio che parte da tutto l’Istituto Salesiano “San Marco”.

Festa di Maria Ausiliatrice 2011 AlbertoBarosco

In poche righe, Alberto Barosco, un ragazzodell’IstitutoSalesiano“SanMarco”diMestre,ciraccontal’esperienzadellaFestadiMariaAusi-liatrice.

Sole, risate e compagnia. Sono stati questi gli ingredienti della festa! Com’è tradizione da anni, abbiamo comincia-to con la Celebrazione Eucaristica nel nostro giardino in-terno. Una Messa molto partecipata e seriamente seguita: forse qualche presenza un po’ fuori posto... ma nessuna preoccupazione, una percentuale anche maggiore di scar-sa partecipazione avviene anche nelle ore scolastiche più serie! Quest’anno, purtroppo, non sono stati protagonisti Battesimi, Prime Comunioni e Cresime...! Bravissimo il coro, anche quello dei prof. E molto seguito anche il fuori programma musicale di due nostre compagne di secon-da ITI. Dopo un rapido pranzetto si è passati ai piedi del palco per l’inizio della festa diremo così... mondana, attra-verso una piccola sfilata di tre maschere rappresentanti i personaggi dei Looney Tunes... I preferiti sono stati il bru-co, il cacciatore, il pollo e Taaaz! Che creativi certi nostri compagni!!!Il costume che ci ha emozionato di più è stato sicuramente Taz rappresentato da Miotto e dal verso (fatto dal vivo) di Bordi della terza iti b dopo una dura e intensa nottata a colorare e “inscocettare” (scusate il neologismo)! Sono poi proseguiti gli straordinari giochi per classi sotto un gran sole d’estate. Tra pallonate, corse fino allo sfinimento, salti da due metri, urla fino a rimaner senza voce è passata così una festa in allegria!

SAN MARCO - Me

Il Prof. don Paolo Biscotti

Giochi alla Festa di Maria Ausiliatrice

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CASE SALESIANE

Al primo incontro con i bambini non sapevamo come comportarci.Fortunatamente, grazie all’aiuto di quattro maestri, poco a poco siamo diventati un insostituibile sostegno! Non è stato sempre facile mantener fede all’impegno: compiti, stanchezza, la mole di studio alla vigilia delle verifiche... sono stati spesso un forte impedimento ma nonostante tutto, abbiamo mantenuto fede al nostro im-pegno, perché quando si prende un impegno bisogna portarlo a termine! Non sono mancate le soddisfazioni! Insegnare qualcosa a un bambino ti appaga molto, ve-derlo sorridente e felice perché lo hai aiutato, ti gratifica oltre ogni immaginazione. La cosa più bella è che loro non ti vedono come un maestro ma come un amico con cui affrontare un’esperienza, e per un bambino, anche per il più scalmanato, avere un amico più grande di lui è la cosa più importante! I mesi sono trascorsi in fretta e senza nemmeno accorgercene siamo giunti agli ultimi incontri. Per concludere l’attività in modo alternativo al classico incontro nelle loro scuole, li abbiamo invitati a trascorrere un pomeriggio di divertimento nella nostra scuola! Dopo vari giochi, balli e abbuffate ci siamo ri-uniti tutti per dare ai bambini un piccolo pensiero con lo scopo di ricordare l’esperienza. Loro ci hanno invece lasciato un pensiero scritto e disegnato su dei pezzi di stoffa che sono poi stati mostrati nel “buon giorno” di martedì 7 giugno per riproporre per l’anno successivo alla scuola l’attività che era stata fatta durante l’anno. Sono felicissimo di aver aderito a questa opportuni-tà e devo ammettere che mi ha fatto capire molto sul mondo dei bambini, su cosa si prova a stare dalla parte dell’insegnante e soprattutto mi ha mostrato un lato di me stesso che non conoscevo. Consiglio a tutti di ade-rire all’esperienza del prossimo anno, e se qualcuno ha paura di mettersi in gioco solo perché non si ritiene un buon insegnante: nessuna angoscia! La cosa più difficile che vi potrà capitare sarà spiegare come si fa una divi-sione!!!

SAN MARCO - Me

Alcuni studenti dell’Istituto

Progetto: compiti senza frontiere MattiaBandiera

Dal mese di novembre una ventina di studenti dell’ITI San Marco di Mestre hanno aderito alla terza edizione del progetto “Compiti senza fron-tiere”.

Il progetto consiste in un’espe-rienza ideata per andare in-contro a bambini, soprattutto stranieri, delle scuole primarie aventi difficoltà con la lingua o con le varie materie, aiutandoli a svolgere i compiti per casa, affidati dalle loro maestre.

A differenza degli anni prece-denti, ha aderito, oltre la scuo-la “Santa Barbara”, anche la “Colombo”. Ogni mercoledì fino al 6 giugno, eccetto duran-te le vacanze, dalle 16.30 alle 18.00 alcuni ragazzi dell’ISSM si sono recati nelle due scuole a dare il loro aiuto.

Mattia Bandiera ci racconta ora, in queste righe, come ha vissuto questa nuova esperienza.

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CASE SALESIANE

Le nostre tradizionali grigliate di fine annoEnricoForlinLa fine dell’anno arriva, e con lei giungono tutte le tradizioni e abitudini di questo periodo; una di queste è la rituale grigliata di classe a Forte Gazzera, che, anche quest’anno ha visto nu-merose classi partecipare. Ma che senso ha per noi il ritrovarsi una sera insieme, anche in compagnia di docenti, in un luogo completamente diverso dalla routine? Magari l’idea non sor-ride subito a tutti, si pensa al solito incontro, al quale non si sa, se si ha voglia di partecipare, di pagare la propria quota o di aiutare nella preparazione. Ma arrivati alla serata prefissata spesso i problemi si stemperano nel desiderio di scordare per un po’ le difficoltà con i propri compagni e professori e goder-si la festa. Questa occasione porta sicuramente a conoscere in modo migliore le persone con cui hai a che fare ogni giorno e ad apprezzarne alcuni lati che non emergono nell’ambiente scolastico e che non avresti, magari, mai immaginato, contri-buendo non poco ad aumentare la coesione della classe. Non ultimo, è fondamentale non tralasciare il fatto che si tratta di una festa nella quale l’obiettivo più importante è divertirsi e stare bene in compagnia. Questo scopo non è difficilmente raggiungibile, grazie alla semplice presenza di ognuno, alla spontaneità, ai giochi e alle conversazioni.

Da SISF a IUSVEIUSVE si riparte con un nuovo anno accademicoParte un nuovo anno Accademico all’Università Salesiana che da quest’anno ha molte novità. La prima è il cambio del nome: da SISF a IUSVE – Istituto Universitario Salesiano Venezia. La nuova denominazione si è resa necessaria per far comprende-re meglio le finalità del nostro progetto accademico anche se lo spirito e le iniziative rimangono quelle tipiche salesiane. Anche quest’anno partiranno a Mestre i tre percorsi di laurea triennale in Psicologia dell’educazione, Scienze dell’educazione – Edu-catore sociale e Scienze e tecniche della comunicazione grafi-ca e multimediale (anche nella sede di Verona) e le tre Lauree Magistrali in Psicologia dell’educazione e dello sviluppo, in Psicologia clinica e di Comunità e in Comunicazione Integrata e Design. Nello scorso anno accademico sono stati più di 900 gli studenti frequentanti e quest’anno si prevede di superare questo numero avendo leggermente aumentato i posti dispo-nibili nei diversi percorsi di laurea. Lo IUSVE presenterà i corsi di laurea 2011-2012 negli Open Day che si svolgeranno il 3 e il 17 settembre 2011 alle ore 16.30. In quell’ occasione gli studenti interessati potranno ricevere informazioni sul funzionamento dell’Istituto Universitario e sui profili dei Corsi di Laurea atti-vati (piani di studio, profilo del laureato, organizzazione).

SAN MARCO - Me

IUSVE - Me

Alcuni studenti dell’ISSM

Campagna Pubblicitaria IUSVE

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CALENDARIO ISPETTORIALE

SETTEMBRE 2011

Calendario Liturgico

Chiesa Congregazione Ispettoria INE Pastorale

Giovanile Consiglio – Ispettore

1 G Preghiera per le vocazioni

2 V Consiglio Direttivo TGS Eurogroup – Venezia (4)

3 S Congresso Eucaristico (11)

AM> 1° Équipe Scuola di Mondialità

4 D 23° t. ord.

5 L

6 M

7 M GIORNATA DELLA SCUOLA – Mestre Mestre

8 G Natività B.M.V. Prime professioni - Colle don Bosco Torino

9 V Comitato VIS Incontro Confratelli Studenti – Mezzano (11)

Mezzano

10 S Preghiera per le Missioni Mezzano

11 D 24° t. ord. Professioni Perpetue

Professioni Perpetue - San Donà di Piave

San Donà

12 L

Inizio anno scolastico in Veneto e Friuli Venezia Giulia

13 M .

14 M Esaltazione della S. Croce Verona

San D.Savio

15 G Verona

San D.Savio

16 V Mogliano CP

17 S Consiglio Prov. Cooperatori

Consulta MGS – Mestre AM> 2° Équipe Scuola di Mondialità

Mogliano CP

18 D 25° t. ord.

CONVEGNO SALESIANO DI PASTORALE GIOVANILE - Mestre

Mestre

19 L Mestre h.15 Cons. Isp.

20 M Mestre IUS

21 M Mestre IUS

22 G B.G. Calasanz e compagni

1° Équipe ADS h.9-13 1° Equipe PG h.15-19

Mestre

23 V Padova FMA

24 S

Harambée - Torino (26) AV - 1° Faccia a

faccia M (25) Torino

25 D 26° t. ord. Torino

26 L Mestre h.15 Cons. Isp.

27 M Santa Maria

la Longa

28 M Uff. Voc. - Salerno (30) Santa Maria

la Longa

29 G SCS SCN h.9-13

SCS Seminario (30) Gorizia

30 V Gorizia

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CALENDARIO ISPETTORIALE

OTTOBRE 2011

Calendario Liturgico

Chiesa Congregazione Ispettoria INE Pastorale Giovanile Consiglio –

Ispettore

1 S Ex allievi Consiglio Ispettoriale elettivo - Mestre ( VE )

1° Equipe Unitaria di Pastorale Giovanile h. 9-13 - PD Mestre Zatti

2 D 27° t. ord. FESTE DI INIZIO ANNO A LIVELLO LOCALE AM> Comm. Missio h.9-12 + Consulta Missio h.15-18

Mestre Zatti

3 L Mestre h.15 Cons. Isp.

4 M S.

Francesco d’Assisi

5 M . 2° Consulta APG - Mestre (6) Mestre

6 G Mestre Monteortone

7 V Preghiera

Voc. B. V.

Rosario

Economi + Commercialisti (9) Monteortone

8 S

Segreteria MGS + Dicastero PG Consulta Famiglia Salesiana

9 D 28° t. ord. Consiglio Dir. + Incaricati AM

INIZIO STAFF MGS - Mestre h.9-16 Leaders TGS Eurogroup Estate 2011 - Mogliano

10 L Incaricati AM Roma

11 M Preghiera

per le Missioni

SCS EDG Roma

12 M

13 G B.

Alexandrina Da Costa

CNOS/FAP per settori (14) Padova

14 V Economi (16) Weekend Sussidio Estate 2012 – Torino LDC (16) Padova

15 S

AV > 1° Gruppo Leader – Pordenone/Fontanafredda (16) 1° Scuola Aspiranti Cooperatori – Venezia (16)

16 D 29° t. ord. 1° Consulta Direttori (17) Mestre

17 L Commissione Formazione Mestre

18 M S. Luca Ev. Porto Viro

19 M CNOS/FAP Consiglio Direttivo (23)

Porto Viro

20 G SCS - Seminario finale Gio.Stra

Consulta Economi - Mestre h.9.00-13.00 Chioggia

21 V Chioggia

22 S 2° Tirocinanti (23)

AV > 1° Gruppo Ricerca – Mogliano Astori (23) AM> 1° Scuola di Mondialità (23)

23 D 30° t. ord.

Gior. Mission.

Convegno Missionario Salesiano – Mestre

Mestre

24 L Mestre h.15 Cons. Isp.

25 M Mestre

San Marco

26 M 1° Consiglio Direttivo

CNOS/FAP Mestre San Marco

27 G CNOS/FAP per settori (28)

1° Consulta Personale Direttivo della Scuola

Mestre San Marco

28 V VIS Comitato Mestre San Marco

29 S B. Michele Rua

AV> 1° Giovani per i Giovani (30) | 1° Giovani Orizzonti – Godego/Loria (30) | Ritiro Com. Animatori ADS (30)

30 D 31° t. ord. Corsa dei Santi – Roma (1)

31 L Mestre h.15 Cons. Isp.

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DEFUNTI

Coad. Alfonsi PietroDefunto il 18-06-2011 a Mestre (VE) a 79 anni di età e 58 di professione reli-giosa.

Coad. Ruffato GiorgioDefunto il 07-08-2011 a Mestre (VE) a 84 anni di età e 50 di professione reli-giosa.

Sig.ra Lucia Ferrarodi 88 anni, cognata di don Giovanni Piovesan della Comunità di Tolmezzo.

Sig.ra Dorina Capellarived. Solari defunta il 5 ottobre 2011 a 98 anni, mamma di Mons. Tito Solari Vescovo di Cochabamba (Bolivia).

Sig.ra Ines Zanon in Banodefunta il 4 ottobre 2011, di anni 96, mamma di don Pietro Bano missiona-rio i Gabon (Africa).

Sig.ra Maria in Bortolasodefunta il 18 settembre 2011 cognata di don Dante Bortolaso della Comunità di Padova.

Sig.ra Emilia RacheleZanella in Bogottodefunta il 17 settembre 2011 a 83 anni, mamma di don Rodolfo Bogotto della Comunità di Verona San Zeno.

Sr. Palmira Grespandefunta il 21 luglio 2011 all’età di 95 anni e 72 di professione, appartenente alla Comunità di Rosà, ha prestato ser-vizio per 6 anni a Verona “S. Zeno”.

Ricordiamo i nostri confratelli

Ricordiamo inoltre nella preghiera di suffragio

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SOMMARIO

Lettera dell’Ispettore

Missioni

Pastorale Giovanile

Notizie dalle Case

Calendario Ispettoriale

Defunti

Sommario

pag. 02

pag. 07

pag. 13

pag. 15

pag. 22

pag. 24

pag. 25