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37° ANNO - n° 396 - OTTOBRE 2012 MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA EDITO DALLA PRO LOCO DI ROMANO IN DISTRIBUZIONE GRATUITA AI SOCI. E-MAIL: [email protected]

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SommarioEditoriale Vivere con qualitàla quotidianità

RiflessioniLa mia agenzia di viaggiOnore a tutti i caduti,militari e civili

TerritorioProgetto “Bici Sicura”S.Giacomo: le suore lascianola parrocchia dopo 48 anni

Resoconti“ValBrenta SlackLife”Premio Marzotto“L’ambiente che vorrei”Gloria a voi soldatidel Grappa

AppuntamentiSpettacoli di Mistero 2012passa per Romano!Halloween di Marca6a Marcia del Sorriso

RicetteFrittura di pesceBigoi co‘e sardee

RaccontiLa storia della chiesadi S.Giacomo

Notizie in breve

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FILIALE DI ROMANO D'EZZELINO

Via Roma, 6236060 Romano d'Ezzelino (VI)Tel. e Fax 0424 514112

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Mensile di informazionee di cultura della Pro Locodi Romano d’Ezzelino

Foto di copertina di:Duilio Fadda

Per la Pro Loco di Romano:Maurizio ScottonDirettore Responsabile:Dario Bernardi

In redazione:Sara Bertacco, Cinzia Bonetto,Maurizio Carlesso, Gianni Dalla Zuanna, Duilio Fadda, Franco Latifondi,Stefania Moccellin, Erika Piccolotto, Christian Rinaldo, Silvia Rossi,Maurizio Scotton, Serenella Zen.

Via G. Giardino, 77Romano d’Ezzelino (VI)Tel. 0424 [email protected]@gmail.com

Poste Italiane Spa - Sped. A.P.D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, DCB Vicenza

Tutti i diritti riservati

Quote soci:• ordinario nazionale E 10,00*• ordinario nazionale E 16,00• estero E 22,00• sostenitore E 52,00*quota che non dadiritto a riceverel’organo d’informazione della Pro Loco

ccp. n. 93337772Aut. Trib. Bassano del Grappa 2/1975

Tranne gli originali d’epoca,non si restituiscono le foto.

Ottobre2012

Sara Dal Fante

di Stefano e Bontorin Vania

nata il 10 aprile 2012

Ci sCusiamo Con i lettori

e i Parenti della PiCCola

SARA DEL FANTE PER L’ERRATA

PuBBliCaZione della Foto

nel numero PreCedente.

RIPUBBLICHIAMO L’IMMAGINE

Corretta rinnoVando le

NOSTRE CONGRATULAZIONI,

BenVenuta sara !!!

Il Nuovo Ezzelino Ottobre 2012 EDITORIALE - PAG. 3

Vivere con qualitàla quotidianità

Maurizio Scotton

Con un buon libro possia-mo ricercare emozioni forti, immaginare luoghi famosi e ricchi di fascino, vivere storie affascinanti in terre lontane per poi, ritornare e scoprire la bellezza del nostro territorio. Un conte-sto sempre ricco di nuove iniziative come il 1° Mee-ting Internazionale di Slac-klining in Italia svoltosi in Valle Santa Felicita.Quante volte, specialmente con l’arrivo delle grigie gior-nate autunnali, ci sentiamo demoralizzati o sconsolati e desideriamo andare via, fuggire dalla real-tà e dalla quotidianità? Quante volte non ricerchiamo il lato positivo della vita.In queste incantevoli giornate, facciamoci catturare dalla magia dell’autunno dove, grazie alla fotosintesi clorofilliana ed alle variazioni climatiche, gli alberi si trasfor-mano colorandosi di giallo, arancione e rosso, prima di addormentarsi per l’inver-no; lasciamoci stupire dalla nascita sponta-nea dei funghi lungo i torrenti e nei boschi del nostro Monte Grappa; assaporiamo il silenzio, ascoltiamo i suoni della natura. Prendiamo in mano la nostra vita e ve-dremo ogni singolo istante con una luce nuova. Vivere con qualità la quotidianità è possibile. Si deve dare importanza agli

affetti ed ai piccoli gesti, come una carez-za ai propri figli, un incontro conviviale di famiglia, l’arrivo di un parente lontano.Se scopriamo il valore della semplicità, il valore vero delle cose, scopriremo che, anche senza un giardino si può creare un giardino verticale.Vivere con qualità la quotidianità si può, come ci suggerisce Duillio, utilizzando la bicicletta invece dell’auto. Nelle prossime pagine per il “Progetto bici” vi riportiamo l’ intervista all’Ass. ai Lavori Pubblici M. Ronchi sulle nostre piste ciclabili e sulla mobilità sostenibile.A seguire, Lorenzo Frison attraverso le fi-gure dell’Altro Regno, ci veicola messaggi sullo sviluppo sostenibile e ci da lo spunto

per presentarvi la nuova proposta del Centro Stu-di Ezzelino inserita nel programma del Veneto del Mistero.Per la rubrica di ricetta in ricetta dalla sagra di San Giacomo vi raccontia-mo come preparare due piatti che hanno delizia-to i nostri palati ad inizio settembre. Mese, in cui l’intera comunità Parroc-chiale di San Giacomo ha salutato, con un caloroso abbraccio, le Suore del-la Divina Volontà, che ci

lasciano dopo 48 anni di instancabile pre-senza. Il ricordo dell’estate della copertina ci riporta sul Monte Grappa evidenziando il lato peggiore del vacanziere e le conse-guenze dell’incuria e dell’abbandono. La natura ed il nostro passato vanno preser-vati. Claudio e la sua famiglia ci raccon-tano come hanno ridato dignità ad alcuni luoghi sacri del nostro massiccio.Vi lascio con una citazione di Seneca che ben sintetizza l’importanza di vivere il pre-sente, di vivere con qualità la quotidianità.

“Il nostro errore sta nel credere che la mor-te sia qualcosa che deve ancora avvenire. Mentre essa, in gran parte, è già avvenuta e sta alle nostre spalle.”

Aspettando l’estate di San Martino, vi proponiamo in copertina un’in-teressante giardino verticale che ci riporta idealmente alle calde gior-nate estive, alle vacanze ormai lontane ed al viaggio attraverso il qua-le Gianni ci invita alla scoperta di un’agenzia viaggi molto speciale.

Il Nuovo Ezzelino Ottobre 2012 RIFLESSIONI - PAG. 4

Non è un luogo vincente Montsegur, sembra una trap-pola per topi e non lascia il-lusioni a chi veglia al riparo delle anguste mura della roc-ca. Qui, infatti, è stato scritto l’ultimo capitolo della crociata contro gli Albigesi, cristiani del nord contro cristiani del sud. Quando riusciamo a guadagnare i ruderi del castello sentiamo, con stupore, una coppia parlare nel nostro idioma. Un ragazzo spiega alla sua fidanzata il susseguir-si degli eventi, fino al tragico epilogo con il gran rogo nella piana giù in basso. Ci viene naturale fare conoscenza, un po’ per patriottismo, un po’ per scambiare quattro parole in libertà.“Ciao, anche noi siamo italiani. Voi di dove sie-te?”“Veniamo da Milano, abbiamo fatto tutto il tra-gitto in moto. Voi piuttosto?”“Noi siamo di Romano d’Ezzelino, un paese ve-

neto ai piedi del Monte Grap-pa. Cosa vi ha portato in que-sto paese semisconosciuto?”La ragazza sorride, ha un cen-no d’intesa col fidanzato e poi risponde: “Un libro. Ci ha in-curiosito un libro che parlava di questi catari e allora ci sia-

mo detti: perchè no?, così eccoci qua ad arram-picarci su questi nidi d’aquila, impervi e assola-ti. Immagino lo stesso sia successo a voi…”E’ vero, è proprio così. Quante volte la lettura ha indirizzato le mie scelte in fatto di viaggi, proponendomi itinerari inconsueti e stimolanti. Quante volte mi sono messo in cammino senza muovermi da casa, non riuscendo a staccare gli occhi da quelle pagine che mi calavano in at-mosfere e realtà altrimenti sconosciute. Mi torna alla mente il ritornello di una splendida canzone dello Zecchino d’Oro del 2001: “Il topo con gli occhiali”.

Fa caldo lungo i contrafforti montuosi che dal Plan des Cremats portano alla roccaforte di Montsegur, abbarbicata su una cima dei Pirenei fran-cesi. La montagna è brulla, spoglia, non offre ripari alla calura e la salita è un’agonia. Guardando in basso, non è difficile immaginare la calma con cui i crociati del nord si apprestano all’assedio. Alzando gli occhi, si può intuire il fatalismo con cui i catari, scacciati dalle proprie case e dalle proprie terre, si apprestano all’ultima resistenza.

Gianni Dalla Zuanna

La mia agenzia di viaggi

Quante voltemi sono messo in cammino senza

muovermi da casa,non riuscendo a

staccare gli occhi da quelle pagine che mi

calavano in atmosfere e realtà altrimenti

sconosciute.

Il Nuovo Ezzelino Ottobre 2012 RIFLESSIONI - PAG. 5

I libri sono ali che aiutano a volare/i libri sono vele che fanno navigare/i libri sono inviti a straordinari viaggi…/con mille personaggi l’incontro sempre c’è Sarebbe bello che questa rivista potesse diventa-re un punto d’incontro in cui tutti i lettori potes-sero scambiarsi le emozioni che la lettura dona e potessero proporre agli altri quei libri che più li hanno colpiti. Io ci provo, visto che è appena finito il periodo delle vacanze, con quei testi che più mi hanno fatto fantasticare e sognare di viaggiare. Il primo che mi viene alla mente è un libro di qualche anno fa, un vero cult della beat -gene-ration: “Sulla strada” di Kerouac. “On the road” non è stato solo il manifesto per quei giovani che, non riconoscendosi nella società in cui vi-vevano, cercavano la propria identità sulle stra-de d’America, quasi sempre facendo l’autostop. E’ un capolavoro nel suo genere ed è pieno di lezioni su come crescere. Può sembrare poco attuale, ma è godibilissimo.“Dove andiamo?”“Non lo so, ma dobbiamo andare. Dobbiamo andare e non fermarci finchè non siamo arri-vati.” Bellissimo.Un altro testo che parla di viaggi, caro alla mia generazione, è “In Patagonia” di Bruce Chatwin. Lo spunto della narrazione è il diario di viaggio dell’autore, alla ricerca delle tracce di un suo antenato marinaio attraverso la Patagonia argentina e cile-na. Chatwin si abbandona a radici, ripercorrendo le vicis-situdini del capitano Charles Milward, leggendario perso-naggio della famiglia dell’auto-re. E’ un viaggio verso luoghi: il deserto, le bianche scogliere del Cile ed altro ancora. E’ un viaggio alla ricerca di un linguaggio, la lingua yaghan:“Cosa dobbiamo pensare di un popolo che definiva la monotonia come un’as-senza di amicizie maschili?”E’ un viaggio alla ricerca di storie:“Avete mai conosciuto il capitano Milward?”E’ un viaggio alla ricerca di miti, come quello di Butch Cassidy, Etta Place e Sundance Kid:“La gente del posto li considerava pacifici citta-dini…” Da leggereIl terzo libro che mi piace sottolineare è più re-cente e più vicino alla nostra realtà. Si tratta di “La leggenda dei monti naviganti” di Paolo Ru-miz, giornalista acuto e brillante narratore. E’ il racconto di un viaggio, a piedi, in bicicletta, a bordo di una vecchia automobile attraverso tut-to l’arco alpino prima e lungo gli Appennini poi. E’ la scoperta di tante piccole storie dimenticate da una società disattenta, che rifiuta o non sa

gestire la ricchezza della cultura montana, con i suoi usi, i suoi costumi, le sue tradizioni, la sua saggezza millenaria. Ogni capitolo è una storia affascinante, un monte diverso. C’è il Grappa e anche l’Altopiano d’Asiago:“La scala del grande vecchio, la Calà del Sasso. Ci metti due ore: il tempo”, dicono qui, “di reci-

tare quattro rosari…” Si chiama Calà del Sasso ed è una delle opere più fanta-stiche delle Alpi. Sconosciuta, ovviamente, agli Italioti……Subito pensi: se fosse in Francia, questo luogo sareb-be indicato da tutte le parti, sommerso di depliants, inon-dato di iperboli. La più lun-ga scala delle Alpi, figurarsi. Superlatif, formidable, uni-que au monde. Ci avrebbero

messo musei con l’epopea dei legnaioli, percor-si didattici con la storia dei tronchi che scen-dono lungo il Brenta fino all’Arsenale e quella del carbone che arriva per chiatta a Rialto. Ma non siamo in Francia. Siamo in Italia e Valsta-gna è un luogo dove nessuno si ferma. Non ci crederete, ma sullo slancio di queste parole ho nuovamente affrontato, a distanza di anni, quei quattromilaquattrocentoquarantaquattro scalini. Questa volta con occhi diversi. Potenza di un libro! Forse mi sono fatto un po’ prendere la mano dall’entusiasmo, ma non potete immagi-nare quali viaggi si possano fare con la lettura, quanti mari si possano solcare, quante terre si possano toccare. Ecco perché se qualcuno mi chiede una buona agenzia di viaggi io rispondo: “La biblioteca comunale!”

foto:La scala del grande vecchio, la Calà del Sasso.

Ecco perchése qualcuno mi

chiede una buona agenzia di viaggi

io rispondo: La biblioteca

comunale!

Il Nuovo Ezzelino Ottobre 2012 TERRITORIO - PAG. 6

Duilio Fadda

Progetto “Bici Sicura”Intervista all’Assessore Massimo Ronchi

Tempo fa sono stato dall’On. Manuela Lanzarin, con la quale abbiamo ap-profondito il tema delle piste ciclabili nel comune di Rosà e, più in gene-rale, come questione odierna sulla mobilità sostenibile.Il comune di Romano d’Ezzelino, oggi, può vantare dei percorsi ciclabili importanti, Lei come pensa di affrontare per il futuro l’argomento mobi-lità sostenibile, cioè costruzione di nuovi percorsi ciclabili e pedonali, in tempi di finanze ridotte dal patto di stabilità?

Innanzitutto va detto che il tema della mobilità sostenibile o ciclopedonale è sempre stato al centro della nostra azione amministrativa. Infatti oggi Romano possiede piste ciclopedonabili che collegano le varie frazioni del Comune e che servono diversi plessi scolastici come la scuola Monte Grappa o la scuola primaria Carducci di Fellette. Si tenga conto che molte delle strade su cui sono state fatte queste opere sono provincia-li e ciò ne ha reso ancor più complesso l’iter di realizzazione. In ordine di tempo l’ultima pista ci-clopedonale realizzata è quella di via De Gasperi a Romano nel 2010-2011. Per il futuro abbiamo già approvato il primo stralcio del progetto defi-nitivo della nuova pista ciclabile che collegherà la nuova rotatoria tra via Lanzarini e via Nardi con il centro della frazione di Sacro Cuore. Ora con l’approvazione del programma delle opere pubbliche 2012 è stato finanziato anche il 2^ stralcio definitivo dei lavori che metteranno in sicurezza quanti, bambini e adulti, scesi alle fer-mata dell’autobus di via Nardi, dovranno raggiun-gere a piedi o in bicicletta le proprie residenze o la scuola elementare. Oltre a ciò, ricordo che sono stati realizzati e sono in programmazio-ne percorsi pedonali a Romano capoluogo che collegano, in tutta sicurezza, quartieri, parchi pubblici e residenze, creando un arredo urbano di qualità come raramente se ne vedono in giro.

Certo i vincoli imposti dal Patto di stabilità han-no contratto lo sviluppo, la progettazione e re-alizzazione di questi interventi che, comunque, rimangono prioritari nella programmazione.

Per il passato i finanziamenti per queste ope-re venivano direttamente dalle casse comu-nali o ci sono stati finanziamenti Regionali, Statali o Europei?Le ciclabili nel corso della nostra Amministrazione sono state spesso cofinanziate dalla Provincia di Vicenza persuasa che la realizzazione di queste opere fosse anche di interesse provinciale. Ora, vista la situazione finanziaria imposta ai comuni, si deve essere in grado da una parte di sfruttare la possibilità di interventi pubblici – privati e dall’altro, come nel caso della Valsugana o della Pedemon-tana, le opere di compensazione che conseguono a questi grandi interventi. In questo caso la nostra Amministrazione ha concordato, insieme alla Re-gione Veneto, una serie di progettazioni che per Romano permetteranno di realizzare, per esem-pio, il collegamento ciclopedonale lungo via Spin fino a Mussolente: interventi che oggi sarebbero impossibili con le sole risorse del Comune.Dal 2004 è stato investito molto in quest’ambito, ma anche, grazie all’apporto di gruppi di volontari come gli Alpini di Romano o la Protezione Civile, nel recupero di sentieri storici che erano stati ab-bandonati nella zona di Villa Negri e dell’intero Col di Dante. Limitandoci alle sole opere pubbliche, tra piste ciclabili, percorsi pedonali e marciapiedi siamo nell’ordine di più di quattro milioni di euro e si va da via Bassanese a via Castellana, a via Nardi fino a via De Gasperi a Romano, passando per la zona di via Foscolo con i percorsi pedonali, per fi-nire a Sacro Cuore con l’intervento programmato di via Lanzarini. Il tutto nella consapevolezza che realizzare queste opere è possibile solo quando c’é la concreta volontà, anche dei privati, di vedere fatte tali opere, con la cessione di aree anche di loro proprietà. Così si investono le scarse risorse pubbliche là dove si può rapidamente risolvere, nella concordia generale, i problemi senza crearne di nuovi che potrebbero bloccare risorse o allun-gare i tempi dei lavori.

Pensa che i cittadini, in generale, preferisco-no questo tipo d’investimento piuttosto che carreggiate per automobili?

Rispondo con l’esperienza diretta: come Ammi-nistrazione in questi anni abbiamo fatto molte ri-unioni pubbliche proprio per raccogliere diretta-mente dai cittadini le indicazioni degli interventi più sentiti e attesi tra la popolazione, ovviamente di competenza comunale e di interesse pubbli-co. Abbiamo verificato a quali era possibile dare risposte concrete e siamo ritornati tra la gente per presentare le diverse soluzioni possibili.Questa è stata ed è la nostra programmazione dei lavori pubblici e noto, risultati alla mano, che è stata apprezzata dalla cittadinanza.Ovvio che, per fare un esempio concreto, la re-alizzazione della pista ciclabile in via Roma ha creato e crea molti più problemi di quanti, chi l’ha voluta, pensava di risolvere.Questo dimostra che, a priori, non è l’opera in sé buona o brutta: prima di tutto va ascoltata la gente. Infatti nelle opere da noi eseguite non abbiamo mai avuto contestazioni di sorta né siamo mai giunti all’esproprio, abbiamo sempre cercato e trovato la collaborazione piena della cittadinanza: si tratti di percorsi ciclabili, rotato-rie, scuole, recuperi edilizi o storici, realizzazio-ne di strade come la laterale di Via Veneto od altro ancora.

Sempre più, nelle nostre strade, fra le vitti-me d’incidenti vi sono ciclisti, molti di questi non utilizzano le piste ciclabili. Si parla, poi, sempre più spesso di sicurezza stradale ma poi si contravvengono con facilità le regole.Gli chiedo, i percorsi ciclabili di Romano sono regolati da una normativa comunale? Cioè TUTTI i ciclisti sono tenuti a rispettare l’uti-lizzo delle piste ciclabili (anche i ciclisti della “domenica”, cioè i cosiddetti amatori)?Non solo a Romano ma in tutta Italia, l’uso delle piste ciclabili è regolato dall’articolo 182, comma 9 del Codice della Strada che impone ai ciclisti di utilizzare le piste ciclabili quando esistono.

Non trova che sarebbe una buona regola far rispettare, anche sanzionando i trasgressori, l’utilizzo dei percorsi ciclabili e pedonali, come avviene in altre realtà? Per esempio in Alto Adi-ge, come ho avuto modo di constatare.Non ho contezza di quante sanzioni vengano inflitte in Alto Adige ai ciclisti sulle piste ciclo turistiche e/o su quelle urbane, né di quelle

Il Nuovo Ezzelino Ottobre 2012 TERRITORIO - PAG. 7

che vengono inflitte a Napoli. Non si tratta di buone regole, si tratta del rispetto della legge. Mi sia consentito osservare che anche passare con il semaforo rosso costituisce una gravissima violazione al codice della strada o parcheggiare nei posti riservati ai portatori di handicap magari perché si ha fretta.La Polizia Locale a Romano è presente tutti i giorni dal lunedì al sabato: la domenica i tagli imposti dallo stato ai Comuni ne impediscono l’utilizzo.Ma la sorveglianza non manca mai, grazie alla costante presenza dell’Arma e anche della Po-lizia di Stato.

E secondo Lei nelle scuole si fa abbastanza per insegnare l’utilizzo di piste ciclabili e per-corsi pedonali?

Per le scuole primarie delle classi 3^ e 4^ ven-gono annualmente tenuti corsi sull’educazio-ne stradale, mentre per gli alunni delle medie, da anni, viene curato direttamente dalla Polizia Locale un corso teorico per la guida dei ciclo-motori. A ciò si sono affiancate delle iniziative specifiche, organizzate dall’Amministrazione co-munale in collaborazione con le scuole, volte a sensibilizzare i giovanissimi sui rischi e i pericoli, per sé e per gli altri, quando si guida qualunque veicolo. Mi riferisco alla giornata della sicurezza stradale tenuta insieme alla scuola media Monte Grappa, all’Ufficio scolastico Provinciale, al CONI provinciale e a tecnici della Federazione Moto-ciclistica Italiana. Oppure allo spettacolo teatra-le, sempre diretto ai ragazzi di terza media, “ I Vulnerabili” nato dall’associazione “Per non Di-menticare”, comitato a difesa delle vittime sulla strada. Tutte queste iniziative rappresentano una diversa consapevolezza, un invito alla riflessione

e alla responsabilità che fino a qualche tempo fa non esisteva proprio.

Visto che trova soddisfacente l’insegnamen-to nelle scuole per l’utilizzo di piste ciclabili e percorsi pedonali, non sente il bisogno, come amministratore comunale, di avviare o, meglio, suggerire pedibus e ciclobus per gli alunni delle scuole primarie, nei quattro plessi qui a Romano?Già nel corso del 2010 questa Amministrazione si era impegnata a realizzare in una frazione del Comune l’esperimento del pedibus con percor-si studiati appositamente e con l’accompagna-mento, per i primi tempi, pure di un vigile urba-no, ma la cosa non suscitò interesse, nemmeno quello dei ragazzi. E’ ovvio che esistono realtà diverse, ciò che funziona a Milano o anche in

comuni molto più piccoli e magari vicini a noi, qui a Romano non va e ciò significa che, tutto sommato, siamo ancora un comune a misura d’uomo dove si possono raggiungere a piedi o in bicicletta tutti i servizi, scuole in primis. Ciò che conta è che lo si possa fare in sicurezza: poi da soli o in compagnia è una scelta personale.

Infine: il domani ci riserva sempre più ristret-tezze, le risorse petrolifere vanno lentamen-te esaurendosi. Di conseguenza, l’utilizzo dei mezzi a motore con propellenti inquinanti andranno, per fortuna, in soffitta, Lei pensa che la ricerca e l’utilizzo di fonti alternative per la mobilità sia un tema da affrontare con urgenza in Italia? E poi: il rispetto e la tutela dell’ambiente quale posto occupano nelle sue convinzioni e quali progetti porterà avan-ti dentro questa amministrazione comunale? Sa certamente che, fra gli investimenti comu-

nali, l’acquisto e l’utilizzo di mezzi di traspor-to non inquinanti sono un opportunità per la difesa dell’ambiente; pensa che sarà il vostro obbiettivo per il futuro?Penso che l’uso di tutto ciò che non inquina va stimolato e, per quanto possibile, applica-to. Come Amministrazione abbiamo deciso fin da 2010 di investire in energie alternative dotando ben 5 siti (l’intero plesso scolastico di S.Giacomo, l’asilo nido comunale, la scuola Dante Alighieri di Romano e la Carducci di Fel-lette) di pannelli fotovoltaici. Siamo il comune che più ha investito in quest’ambito.

Ugualmente nella realizzazione della nuova bi-blioteca in villa Negri è già previsto l’impianto di riscaldamento geotermico. Non escludiamo, se le risorse comunali lo permetteranno e ver-

ranno garantiti adeguati servizi, di acquistare veicoli non inquinanti per la mobilità urbana al posto di quelli alimentati a gasolio ora in utiliz-zo al comune. E’ da ognuno di noi che però deve nascere una nuova consapevolezza ambientale, in casa pro-pria e non solo, anche vigilando e segnalando al Comune quanti, irresponsabilmente, abban-donano rifiuti lungo le strade, i sentieri o i par-chi pubblici, o scaricano olii esausti nei tombi-ni nonostante il Comune abbia dotato diverse aree comunali di idonei raccoglitori di questi materiali.

Ringrazio, anche a nome della redazione, l’as-sessore Ronchi per il tempo che ci ha dedicato e per le risposte chiare e precise che sicura-mente potranno essere oggetto di discussione fra i cittadini e le organizzazioni politiche e vo-lontaristiche presenti nel nostro comune.

“ValBrenta SlackLife”1° Meeting Internazionale di Slacklining in Italia

La maggior parte delle volte le iniziative straordinarie nascono da sogni. I sogni però non bastano. Bisogna avere la fortuna di essere nel posto giusto e di incontrare le persone giuste. Il posto giusto, anzi perfetto, in questo caso è Valle Santa Felicita e le persone giuste sono gli “Arcieri della Slack” che nei giorni 7-8-9 settembre hanno dato vita al “ValBrenta SlackLife” il 1° Meeting Internazionale di Slacklining in Italia.

“ValBrenta SlackLife” un nome che vuo-le rendere onore a tutto il territorio del-la Valle del Brenta perché di Val Brenta ce n’è una ma gli sport che vi si posso-no praticare sono molteplici. Un Mee-ting che è diventato un Festival e che ha visto il coinvolgimento di molteplici attività come Bio Danza, Aikido, Uguale e Opposto, Neuro Training, le Tabule Oscillanti e Monocicli acrobatici che magicamente si sono intrecciate in armonia con lo Slacklining.E se si chiede agli “Ar-cieri” se il Meeting è stato un successo la ri-sposta sarà sicuramen-te “si”. Infatti oltre al numero di iscritti (una trentina che possono sembrare pochi ma che come primo evento sono un numero di tutto rispetto anche considerando quanto lo Slacklining sia una attività sportiva appena agli albo-ri in Italia) e di visitatori (un migliaio) sono sicuramente stati raggiunti quelli che erano gli obiettivi che hanno ani-mato l’iniziativa che non ha mai voluto essere un contest ma bensì un momen-to di condivisione e di reciproco scam-bio. E che non solo gli obiettivi sono

stati raggiunti ma sono anche stati capi-ti e apprezzati da chi ha partecipato lo si legge nelle parole di ringraziamento che continuano ad arrivare sulla pagina di Facebook della Associazione. Come Nazareno che scrive “volevo ringraziar-vi veramente di cuore x la possibilità che avete dato a me e a chi ha voluto e sa-puto sfruttare questa occasione unica!!! Sono veramente soddisfatto di quello

che mi avete trasmesso tutti voi e questo festi-val... molte conoscenze sul campo e delle sen-sazioni uniche e spetta-colari mai provate pri-ma...” o Mattia “Grazie di Cuore agli Arcieri della Slack per la splen-dida giornata che ci hanno saputo regalare, invitandoci al Meeting

in Valle S. Felicità. Equilibrio non solo fisico …armonie di natura!!!” o anco-ra Elisabetta “Vi voglio ringraziare per l opportunità che mi avete dato di far conoscere ciò che amo in un posto così meraviglioso: accerchiata dagli alberi che al vento parlavano e con le slack che al vento cantavano è stata un’esperien-za non da poco!!! Ho incontrato delle persone meravigliose e le energie in quei

due giorni erano davvero molto belle, tutti coloro che incontravo in un modo o nell’ altro erano entusiasti, e questo è evidente, grazie organizzatori!! E credo siano in molti a sperare che ripetiate il prossimo anno!!!”.E il bellissimo messaggio di Sirio appe-na postato sul blog degli Arcieri “Tre giorni che lasciano un’impronta nella memoria; bello il posto, bello l’evento, belle le persone. Il posto perché, per noi che veniamo da una città dove regna il casino (Milano), sembra un’oasi di slackline nel nulla della natura... ed è sempre piacevole trovare la pace neces-saria alla slack in un luogo così adatto... L’evento perché, seppur le linee (long ma soprattutto high erano al di sopra della mia portata, mi è servito e mi ha forma-to parecchio... Le persone perché, come ho già notato altrove, quando conosci persone che amano la slack, quando vai ad un evento o quando inviti qualcuno che non conosci con te, puoi essere certo che siano persone particolari, di ‘spirito nobile’… e allora ci si chiede: è la slac-kline che attira persone di un certo tipo, o è che solo chi ha lo spirito elevato può accedere a questo mondo?”Pare proprio che tutti quelli che hanno voluto e/o potuto partecipare al Mee-ting siano stati fortunati a esserci e a

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Quandoconosci persone

che amano la slack puoi essere certo

che siano persone particolari, di

‘spirito nobile’

Il Nuovo Ezzelino Ottobre 2012 RESOCONTI - PAG. 9

vivere questi tre giorni in equilibrio tra una slack e bei incontri che hanno do-nato momenti unici e straordinari. Perché gli Arcieri vogliono ancora riba-dire che la cosa più importante è quella indescrivibile sensazione che durante il Meeting e stata vissuta intensamente e che fa nascere in se stessi la voglia di rimettersi nuovamente in gioco, di fare quel “primo passo”, in uno scenario spettacolare. Si può affermare quindi che sono sta-ti tre giorni fantastici che hanno dato l’opportunità di partecipare a corsi di aggiornamento e di iniziazione al vuoto per chi da lontano (Lombardia, Piemon-te, Trentino, Friuli...) è venuto al Mee-ting con il grande desiderio di conosce-re e approfondire gli aspetti tecnici e formativi di questa attività in continua evoluzione o di sperimentare i “primi passi” di chi vede un’attività nuova e straordinaria o è semplicemente incu-riosito a riscoprire il gioco perduto in un sorriso che da tempo aspettava d’es-sere condiviso.Senza dimenticare lo spettacolo di gio-coleria nella serata di sabato 8 regala-toci da Enrico (tra gli organizzatori del “Malo Juggling Festival” che si tiene ogni anno a Malo nel mese di giugno) o il concerto del Gruppo “Canvas” la sera di venerdì 7 condito, a lato, dalla esibi-zione acrobatica di freestyle del gruppo di Milano con Siro Zao & Company che in continuità fino all’una di notte non ha mollato la presa salto dopo salto…Sono stati tre giorni unici, e che si vuole sicuramente ripetere il prossimo anno, che hanno unito tutti i partecipanti, tra una caduta e una risalita, tra gioco e paure più o meno profonde “all’Acco-glienza di se al Verticale” in armonia tra Cielo e Terra. Tre giorni di cui si devono ringraziare, oltre all’incredibile staff de-gli Arcieri che in armonia ha saputo “bi-lanciare” le richieste nelle diverse aree dell’ evento, il SUEM 118 di Crespano

e il Soccorso Alpino, il C.A.I di Maro-stica per il loro patrocinio, lo CSEN, la preziosa collaborazione di Radio Gam-ma5 che ha saputo cogliere la vera es-senza della manifestazione dimostrando ancora una volta lungimiranza e aper-tura al “nuovo”, una radio libera come solo “Gamma5” dimostra di essere ogni giorno impegnandosi nel sociale e in una “Informazione Libera”; il rappre-sentate e portavoce del progetto CLIMB FOR LIFE, impegnato nella divulgazione dell’informazione sulla donazione del midollo osseo, Giovanni Spitale, che ha saputo, inoltre, regalarci, grazie al suo acuto senso di osservazione alcune delle foto più belle dell’evento… Inol-tre una equipe dell’unità cardiologica dell’Università di Padova coordinata dal Dott. Andrea Ponchia ha monitorato gli

atleti con l’Holter per verificare l’attivi-tà cardiaca soprattutto nella pratica di Highlines (www.medicinadimontagna.it/staff.php).Un ringraziamento particolare al Con-sorzio Vivere il Grappa ed agli spon-sors SCARPA, CMP e SLACKPRO senza i quali il Meeting non avrebbe potuto avere luogo. GRAZIE DAL CUORE, CON IL CUORE, PER IL CUORE… que-sti tre giorni hanno lasciato un segno... momenti, attimi, dipinti nella carta del cielo… Grazie!

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Il Nuovo Ezzelino Ottobre 2012 APPUNTAMENTI - PAG. 10

Spettacoli di Mistero 2012passa per Romano!Quattro edizioni di Veneto Spettacoli di Mistero, quattro volte pro-motori di questo Festival nel bassanese. Una costante del Centro Studi Ezzelino di Simone Cavallin che spinge ogni anno a proporre iniziative qualificanti e riconoscibili sul territorio.

E tolta la prima edizione dove gli sfor-zi si son concentrati in quel di Semonzo, ogni anno a fianco del Consorzio Pro Loco Grappa Valbrenta, ogni anno curato dal di-rettore artistico Roberto Frison, vista la sua conoscenza in materia di leggende e favo-listica popolare.Quest’anno il marketing territoriale è ancor

più incisivo, grazie ad una mostra d’arte iti-nerante le cui opere si rifanno a personag-gi e leggende della pedemontana bassane-se, condizionando così il visitatore a veder con occhi diversi luoghi a lui conosciuti o magari indurlo a scoprirne di nuovi. Conoscere favole come quella della Casa dell’Orco, del Tanzerloch, delle Grotte di Oliero, del Brenta, dei sotterranei bassane-si, dei fuochi fatui di valle Santa Felicita induce chiunque ad intravedere un’anima nell’ambiente circostante.

Per un verso, la favolistica popolare veneta è il miglior modo per far innamorare l’uo-mo del paesaggio e della sua identità sto-rica. Gli artisti delle opere sono quasi tutti della CNA Artigianato Artistico di Bassano, eclettici e originali nel lavorare ceramica, vetro, ferro, arazzi e dipinti. In essa vi sono anche lavori creati dal Palio di Romano (Giampietro Zen e Mario Bulla), dalla Pro loco di Borso del Grappa e da quella di Rossano Veneto.L’esposizione, intitolata “Ars in Mysterium”

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Il Nuovo Ezzelino Ottobre 2012 APPUNTAMENTI - PAG. 11

Complimenti al nostro compaesano Lorenzo Frison che, assieme ai suoi compagni di classe della 2B del-le medie Vittorelli di Bassano, ha vinto il Premio Mar-zotto “L’ambiente che vorrei” (1.000 euro). Grazie al loro lavoro la scuola ha vinto un super premio di ulte-riori 5.000 euro come miglior istituto delle medie di Vicenza. Le premiazioni sono avvenute al Teatro Co-munale di Vicenza il sabato 6 ottobre di fronte a 900 studenti. Oltre al Vittorelli, hanno vinto il super pre-mio il liceo Brocchi nella categoria “scuole superiori” e il Pertile Cuman di Marostica per le elementari.Nella foto Lorenzo è tra il presidente dell’associa-zione, Matteo Marzotto e l’amministratore delegato Ferdinando Businaro. Tiene in mano copia del rac-conto vincitore nel quale si sono utilizzate le figure dell’Altro Regno, come Anguane, Elfi e Sanguanei per veicolare messaggi di inquinamento e svilup-po sostenibile. Il testo verrà pubblicato anche nella mostra Ars in Mysterium nell’ambito di Spettacoli di Mistero a Bassano.

Premio Marzotto“L’ambiente che vorrei”

comprende una ventina di opere tra cui il sangua-nel, il drago Tarantasio, il serpente galletto, l’orco e le streghe di Romano. La sua originalità sta nell’esser itinerante: a Bassano dal 27 ottobre fino al 4 novem-bre presso la sala IAT, poi a Rossano in Villa Caffo dal 16 al 19 novembre, per trasferirsi infine al Museo del Tabacco in Valbrenta dal 24 novembre al 2 di-cembre. Abbinata alla mostra una pièce teatrale in-terpretata in punta di piedi dai Mariavercoea Junior, attori in erba molto preparati. Lo spettacolo, scritto e diretto da Frison, si intitola “Con l’anima, Marionette Contafole”, e conduce lo spettatore nel mondo delle leggende venete in modo avvolgente, grazie soprat-tutto alla capacità poetica dei ragazzi che ben inter-pretano i messaggi profondi di quest’opera teatrale. “Con l’anima” è adatto per famiglie e adulti, andrà in scena il 3 e 4 novembre alle ore 18:00 nel teatro di Romano e, grazie alla collaborazione dell’Associa-zione “Noi con Voi”, è ad ingresso libero.

A proposito di ragazzi, nella mostra è esposto il rac-conto di un gruppo di ragazzi della 2B media del Vittorelli-Bassano (tra cui c’è il nostro compaesano Lorenzo Frison) con cui han vinto il Premio Marzot-to 2012 “l’ambiente che vorrei”. In esso han utiliz-zato le figure dell’Altro Regno veneto per veicolare messaggi d’inquinamento e sviluppo sostenibile: “se muore l’ambiente muoiono i personaggi delle favole venete …per ogni tanica in Brenta c’è un’anguana che muore… con troppa luce di notte le fate non escono…”. Forse i ragazzi della 2B mai avrebbero pensato di ringraziare gli esseri misteriosi dell’imma-ginazione contadina per i 1000 euro vinti.

Di sicuro chi ama il Veneto del Mistero, ringrazia ragazzi e persone che ci credono al punto da farne spettacoli, testi, opere d’arte. Ringrazia perché così facendo, il patrimonio immateriale della fantasia po-polare veneta diviene sempre più tangibile.Che il Veneto streghi tutti allora!

Il Nuovo Ezzelino Ottobre 2012 RICETTE - PAG. 12

Di ricetta in ricettaARANCIO*E’ il colore della gioia, della felicità, ravviva le emozioni e dà una generale sensazione di benessere e di allegria. Rappresenta la vita-lità, ricarica chi è stanco, rinforza il cuore, è spesso considerato un colore di saggezza e di illuminazione, anche mistica e l’abito dei mo-naci tibetani è solitamente arancio. E’ il colore della crescita, simboleggia il sole nascente. E’ il colore del calore del cuore.Cos’altro poteva indurre un intero gruppo così affiatato a vestire la Sagra di San Giacomo di un colore così importante forse solo l’unione con il nero, presente nell’abbigliamento degli undici giorni festanti di Celebrazione.

NERO*Il nero è colore di trasformazione, di evolu-zione, poiché contiene in sé tutti gli stati cro-matici e quindi tutte le potenzialità. Scandisce

• Lavare per bene seppioline, anelli e mazzancolle, tenendo tutto diviso specie per specie. Toglierli dall’ac-qua mettendoli su uno scolapasta per ciascuna specie e ancora ben umidi metterli in un contenitore con le farine che precedentemente avrete mescolato assieme.

• Rigirare per bene ogni specie nella farina lasciandoli qualche minuto a riposare. Dopodichè passarli in un setaccio a grana larga per togliere la farina in eccesso e friggere in una padella di olio ben caldo fino a quando il pesce all’interno è al dente ed esternamente ha fatto una bella crosta dorata.

• Quando è cotto sgocciolarlo in un vassoio con carta assorbente per asciugarlo dall’olio in eccedenza e sala-re. A questo punto potrete rimescolare ogni specie di pesce assieme, guarnendo ogni piatto con una fettina di limone e magari una fetta di polenta.

• Tritare finemente la cipolla, farla appassire su un lar-go tegame (padella) con olio e cucinarla per circa 30 minuti, non deve arrossire, in caso di bisogno aggiun-gere sempre un goccio d’acqua. Nel frattempo lavare e sfilettare le sarde.

• Aggiungere le sarde alla cipolla fino a che il tutto sia ben amalgamato.

• Su una pentola colma d’acqua bollente immergere e cucinare i bigoli. Una volta cotti al dente, aggiungerli al sugo dentro la padella, farli saltare per qualche mi-nuto e servirli in tavola ben caldi con una spolverata di prezzemolo tritato fresco.

• A piacere, per un gusto più delicato, aggiungere un cucchiaio di panna.

Il gruppo primi piatti della sagra di San Giacomo

2 consigli: E’ racco-mandato cucinare ogni qualità di pesce singolarmente perché ognuna ha differenti tempi di cottura.Per capire quando l’olio è caldo al pun-to giusto per friggere provate a cuocere 2-3 anelli di totano e controllate quel che avviene: se gli anelli iniziano a venire a galla e si formano molte bollicine il vostro olio è pronto. Nel caso in cui gli anelli non vengano a galla e la farina tende a staccar-si dal pesce il vostro olio non è ancora in temperatu-ra. In questo caso la frittura tenderebbe a lessarsi e non si creerebbe la classica crosta dorata.

Damiano Bontorin

i momenti di pas-saggio e di trasfor-mazione, spesso la scelta del nero può corrispondere a una situazione emotiva transitoria, come ne-gli adolescenti. Può segnalare il bisogno di protestare, di di-struggere..Due colori due situazioni importanti e fonda-mentali, la gioia e la felicità, la festa dell’aran-cio e del nero, la trasformazione e l’evoluzio-ne negli adolescenti, come nei nostri giovani della classe del ‘94, che hanno ravvivato e rallegrato la 41° Sagra di San Giacomo. Ma a questi bisogna aggiungere tutti i rimanenti, i componenti del numeroso Staff della Sagra.Come potete dedurre anche ques’anno a San

Giacomo si è festeg-giato con un numero grandioso di presenze e tutto questo gra-zie alle persone che hanno collaborato e partecipato a rendere questo evento sem-pre più importante. Qui di seguito vi se-gnaliamo due ricette

presenti sui banchi della Sagra, “la frittura di pesce” elaborata dal nostro Chef Damiano Bontorin ed eseguita durante le serate(Ven-Sab-Dom) in collaborazione con il suo staff e l’altra i “Bigoi co’e Sardee” del gruppo primi (cioè gli addetti ai primi piatti).

* Tratto da “Il potere dei colori” su NEW AGE: L’abito dei monaci tibetani è solita-mente arancio.

Duilio Fadda Le ricette più importanti delle Sagree piccole storie dei locali del comune di Romano

Frittura di pesce

Bigoi co‘e sardee

Ingredienti(per 4 persone)

600g Anelli di Totano600g Mazzancolle600g SeppiolineQ.b. Olio di Semi Vari1kg Farina di grano tenero rimacinata1kg Farina di grano duro rimacinataQ.b. Sale

Ingredienti500g Bigoli freschi250g Sarde sottosale250g Cipolla150ml Olio

Dalla Sagra di San Giacomo

Il Nuovo Ezzelino Ottobre 2012 RACCONTI - PAG. 13

Cirillo Barondetto Ciro Mariga, classe 1929

Come un piccolo paese ha saputo costruire una grande chiesa

La storia della chiesa di S.GiacomoIl racconto di uno dei pochi protagonisti della vicenda ancora viventi

San Giacomo 1946: un paesetto di campagna,750 abitanti circa, la chiesa, la canonica, Don Silvio, le scuole elementari fino alla quarta, c’erano due aule mattino e pomeriggio, la quinta classe non c’era. Dopo la guerra anch’io ho preso il certificato di quinta nelle scuole serali.

C’era la macelleria di Berto Cusor, l’osteria Dea Nana, un negozio con il panificio e i generi alimentari e il tabacchino Dea Catina Bianchi, la casa del dottor Betteto, un muni-cipio bruciato dalla guerra. Venti famiglie contadine tutte attrezzate con buoi per lavorare la terra, tutte con sopran-nome: erano i Guagni, i Dini, i Bas-ciani, i Momi, i Mariga, i Marigheta, i Rebellato, i Bregheto, i Tochi, i Rechi, i Scaioni, i Biasi, i Martini, i Marineti, i Palaso, i Fressi, i Cavai-na, i Abramo, i Osea e i Sucatei. Poche fami-glie più piccole e pochi operai. Per il proble-ma della chiesa piccola fu fatta una riunione con i fabriceri, i capi famiglia e Don Silvio. Con fatica si trovò il terreno dove costruirla. Dopo venti giorni un’altra riunione con tutta la popolazione dove si è deciso l’assegna-zione per la terra e di affidare al geometra Cenere l’esecuzione del progetto. Dopo un mese un’altra riunione, con il progetto. Tutti contenti perchè la chiesa sarà grande, però bisogna costruirla. Da quel momento è nato il volontariato a San GiacomoScavi a mano, piccone e badile, non c’erano scavatori, allora ogni famiglia partecipava-no in base alle possibilità. Fatto gli scavi in poco tempo, i nostri padri Alpini andarono a Simonzeto dove c’erano i forti della guerra 15-18, delle grandi muraglie che si potevano prendere. Così andammo là a preparare le pietre per caricarle nei carri. Una mattina par-tì una colonna di 15 carri e buoi con due o tre persone per carro per caricare le pietre e Don Silvio era in bici con una pietra nel porta pacchi. Quando passammo per il centro di Romano con tutta la colonna dei carri la gen-te seppe che a San Giacomo avremmo fatto la chiesa nuova grande. Una domenica il vesco-vo ha fatto la benedizione della prima pietra. Abbiamo aperto una cava per la sabbia da Abramo de Pio e lunedì abbiamo iniziato a fare le fondamenta tutto a mano, con il vo-lontariato. Non c’era la betoniera e le carrio-le per portare il bitume. Fatte le fondamenta

con due muratori, Ventura Marcadella da Romano e Ga-sparin da Fellette e un carpentiere, Ma-rio Casetta da San Giacomo tutti e tre da pagare.L’abbassamento a faccia-vista fu fatto con le pietre prese nella cava in mon-tagna con i carri e i buoi. Sono state fatte sei contrade che a turno uno per famiglia faceva da manovale ai mura-tori. Altre persone andavano a prendere le pietre a Pove con i carri e a passare la sabbia in cava per poi portarla in cantiere. Si andava anche nella fornace di Romano a prendere i sassi cotti e dopo averli bagnati si faceva la calce. Sono state prese delle longarine da impiantare e con toloni per le armature fat-te all’interno dei muri. Ogni piano si alzava l’armatura per portare la malta e le pietre ai muratori usando un cricco a mano con due uomini che alzavano un cassone con circa mezzo metro cubo di merce (malta e pietre). I muri della chiesa sono di pietra. La fotografia mostra i lavori della chiesa, ed è stata scattata da Strendi da Mussolente nel 1947. Questa è l’unica foto fatta durante la costruzione dove ci sono i giovani di una del-le 6 contrade che hanno lavorato.Ad un certo punto le offerta fatte all’inizio della costruzione si esaurirono. Allora il co-mitato, i fabriceri e i capi famiglia fecero una riunione per decidere cosa fare. In quel tem-po non c’erano banche, i soldi li mettevano sotto el paion. Si chiese chi poteva fare un prestito alla chiesa che sarebbe stato resti-tuito con un piccolo interesse. Tutti furono d’accordo e si trovarono i soldi. Allora sù con

i muri fino al tetto.Un capitolo riguarda il tetto della chiesa. I nostri padri alpini sono andati a Trento e hanno preso delle travi, le hanno portate nella corte dei Cavaina, dove i nostri tecnici hanno costruito il tetto. Poi alla fornace del-le Marchesane a prendere le tegole. Dato le malte all’interno e levato le armature.Finita di costruire la chiesa si andò a fare la questua per le famiglie. Chi dava una dami-giana di vino, chi mezza, chi una soppressa, chi una pancetta, chi dava un salame, chi una pezza di formaggio, chi uova. Si presero dei bagigi, noci e pane. Una domenica il vesco-vo fece l’inaugurazione, una grande festa con tutta la popolazione. Dopo andammo al can-tinon “Scarpa grossa, e goto pien. Tol la vita come vien” e venne offerto alla popolazione da mangiare e da bere e venne Pingo Pango con la fisarmonica a suonare e cantare e tanta allegria! La chiesa l’abbiamo fatta noi da S. Giacomo.Dopo un po’ di tempo i soldi prestati furo-no quasi tutti donati. Don Silvio, Don Carlo, il comitato e i fabriceri, ringraziarono tutti i paesani.VIVA SAN GIACOMO

L’unica foto dei lavori in corso: questa è una delle sei contrade. I nostri Padri Alpini e noi giovani che abbiamo lavorato e i nostri buoi che hanno portato le pietre per la costruzione. Al centro della foto Luigi versa e Ciro beve.

Il Nuovo Ezzelino Ottobre 2012 RIFLESSIONI - PAG. 14

Giuseppe Bontorin Il 5 agosto 2012, in memoria dei 23mila morti tra italiani, austroungari-ci, slovacchi ed altri Caduti sul Monte Sacro per difendere la patria nel primo conflitto mondiale, sono saliti, per onorarne la memoria, miglia-ia di pellegrini, delegazioni dall’Austria, dalla Repubblica Ceca, dalla Slovenia ed Ungheria; associazioni combattentistiche, sindaci ed altre autorità militari e civili delle province di Treviso, Vicenza e Belluno.

La partecipazione di così tanto popolo a distanza di quasi cento anni dall’evento bellico che ha visto l’Italia libera, è segno che gli italiani vogliono la pace e mai più la guerra!Alla memoria dei Caduti sul Grap-pa nella Prima Guerra Mondiale, mi sentirei di unire anche i morti sullo stesso massiccio del Mon-te Sacro, durante l’ultima guerra, comprese le vittime del rastrel-lamento nel settembre 1944, in quanto, anch’essi sacrificatisi per un’Italia libera.Su questo Sacro Monte però sono morti anche mol-tissimi lavoratori civili impegnati a sostenere la fami-

glia e far progredire l’economia locale soprattutto nel campo dell’agricol-tura, in particolare nei tempi in cui le risorse locali provenivano quasi esclusivamente dall’agricoltura.Un Signore di Romano, che è passa-to a miglior vita, alcuni anni fa ebbe l’idea di voler ricordare su questo Monte anche i caduti civili (malghe-si, scalpellini, boscaioli, carrettieri,

raccoglitori di metalli bellici, escursionisti, ecc.), costruendo un monumento alla memoria, lungo la strada P/le 148 Cadorna, nell’ex cava sita sulla sini-stra dopo la galleria, per chi sale, tra Costalunga e Nosellari.Ora, che il benefattore dell’opera è passato ad altra

vita, questo monumento (Sacro, poiché è stato benedetto), è ab-bandonato e ricoperto di sterpa-glie e rifiuti.Mi chiedo quali considerazioni possano avere fatto le autorità, le Delegazioni ed i pellegrini che sono saliti sul Grappa per le celebrazioni annuali, rivolgendo l’inevitabile sguardo sullo stato di abbandono di un Monumento che pur merita rispetto. La mia considerazione non vuole essere

polemica, né volta ad attribuire negligenze ad alcu-no, ma credo che un taglio delle erbacce una o due volte all’anno, si possa fare anche in tempo di crisi. Penso che un’opera così meritoria per la memoria di molti nostri morti, possa, con un po’ di buona volontà e coinvolgendo proprietari, amministratori e volontari, ritrovare il rispetto ed il decoro che me-rita. Se l’opera verrà tenuta in considerazione, sono certo che molti nostri concittadini, come hanno ap-prezzato il monumento intitolato “Il Giardino della Memoria” e “Sant’Antonio in Valle S.Felicita”, sareb-bero molto felici di vedere il Monumento ai Caduti Civili del Grappa, custodito dignitosamente.

Anche i pellegrini e le autorità che saliranno sul Grappa il prossimo anno per le celebrazioni del centenario apprezzeranno l’Opera dignitosamente custodita.Grazie per l’attenzione.

foto:Monumento a Sant’Antonio in Valle S.Felicita

Onore a tutti i caduti,militari e civili

Penso cheun’opera così

meritoria, possa,con un po’

di buona volontà, ritrovare il rispetto

ed il decoroche merita.

Il Nuovo Ezzelino Ottobre 2012 RESOCONTI - PAG. 15

Nel mese di maggio mi sono recato con gli Alpini del gruppo di San Giacomo all’85ª Adunata Nazionale di Bolzano dove ho sfilato assie-me al mio caro amico Cristiano dal Pozzo. Con lui abbiamo parlato di molte cose. Cristiano, classe 1913, è reduce di guerra dalla campagna di Abissinia del 1935.

Gloria a voi soldatidel Grappa

Claudio, Annae Davide Zen

Vestito con la sua immancabile divisa colo-niale color sabbia, seduto su una carrozzella mi disse: “chi restaura un monumento, una lapide o un cippo dei nostri valorosi solda-ti, avrebbe fatto rinascere l’anima di queste persone.”Li per li non ci avevo dato molta importan-za. Poi quest’estate durante una camminata a Ponte san Lorenzo, vedendo il degrado della lapide che ricorda il punto di massima avan-zata austriaca, mi sono ritornate in mente le parole di Cristiano, e raccontandolo anche ai miei figli Anna e Davide, abbiamo deciso di provare a sistemare quel cippo.Così qualche giorno prima della comme-morazione a Cima Grappa, che si svolge la prima domenica di agosto, senza alcuna esperienza, ma con molta buona volontà, ab-biamo tentato di fare qualcosa.Secondo noi, visto il buon risultato, ci sia-mo fatti prendere dall’entusiasmo, e abbiamo proseguito con il nostro intento.Rendendoci conto dell’alto degrado di molti altri cippi commemorativi: Tra questi quello del Monte Pertica dove qualche malinten-zionato aveva cercato di strappare le targhe collocate ai piedi della croce di Ermes Aure-lio Rosa nel 1969 a ricordo dei caduti della battaglia del Pertica dove vi prese parte di prima persona.Abbiamo pulito e risistemato i ceppi di Ca’ Tesson, quelli del Col Moschin, quelli del Col Averto e ripulito dal muschio l’interno dell’altare del cimitero austroungarico a di cima grappa Tra tutti questi il più faticoso è stato il Per-tica perché abbiamo dovuto traportare ma-nualmente il cemento, sabbia acqua fino alla

cima. Quello più soddisfacente nel col av-verto che si trova di fronte alle cave di col campeggia prima di arriva a campo solagna, dove nel 1970 il soldato Roberto Targa mar-chiggiano (di leva nella caserma di bassano) perse la vita a causa delle ustioni riportate durante lo spegnimento di un grave incen-dio. La lapide era coperta da erbacce e da immondizie lasciate dai villeggianti…Quello che mi sta più a cuore è a ca Tasson sapendo che ci ha combattuto anche mio nonno (ardito delle fiamme verdi alpine). Ringrazio molto i miei figli Anna e Davide si 14 e 10 anni per la loro passione e l’impgno che anno dimostrato nel condividere questa esperienza.Ai miei occhi sono stati dei piccoli eroi per-ché, come ha detto Cristiano (che saluto molto) i sembrava di far rivivere l’anima di quoi soldati.

Io e mio fratello davide ringraziamo moltissi-mo nostro papà per averci trasmesso questa passione fortissima.

Il Nuovo Ezzelino Ottobre 2012 TERRITORIO - PAG. 16

Il parroco, Don Delfino Fri-go, informava la comunità parrocchiale che “giovedì 7 giugno, la Madre Regiona-le delle Suore della Divina Volontà, ha comunicato al Consiglio Pastorale Parroc-chiale la decisione, dopo 48 anni, di concludere l’espe-rienza delle suore nella no-stra comunità. La malattia di Suor Amelia, la mancan-za di vocazioni religiose, rende difficile un ricambio e una presenza delle suore, pertanto i superiori hanno deciso la chiusura del servi-zio a San Giacomo. Sentia-mo tutti il disagio per que-sta decisione, soprattutto per il prezioso servizio e la stima che godono le suore. Siamo fin d’ora riconoscenti e vicini, con l’amicizia ma soprattutto con la preghie-ra, a Suor Giannina e Suor Paola per tutto quello che ci hanno donato in questi anni, per i mille servizi offerti alla nostra parrocchia. Le saluteremo domenica 16 settembre.”E domenica 16 settembre tutta la comunità si è stretta attorno alle suore per salutarle e ringra-ziarle con una Santa Messa solenne, celebrata sotto il capannone della Sagra, appena conclu-sa, per poter contenere tutti i fedeli. Oltre alle due festeggiate, con la Madre Regionale, Suor Lucia Bizzotto, erano presenti Suor Amelia ed alcune delle 26 suore che in tutti questi anni hanno prestato servizio nella nostra comunità. Tra queste Suor Cassandra, la prima Superiora e Direttrice che nel 1964 apriva la nostra Scuo-la Materna nei locali ricavati presso la Chie-setta Torre.Con affetto e riconoscenza sono state ricor-date molte altre Suore che hanno segnato

profondamente la storia della nostra comuni-tà, come Suor Giannarosa, la prima Direttrice della nuova Scuola Materna che accoglieva i nostri bambini il 2 ottobre 1978; Suor Maria Faustiglia, che dalla Scuola Materna passava al servizio pastorale in bicicletta; Suor Dianora, per il suo umile prezioso servizio in canonica e nella liturgia; Suor Livia, che con Don Paolo nel 1982 fondava la Caritas parrocchiale, una delle prime nella nostra diocesi di Padova; Suor Myriam, la vulcanica suora dell’ACR e dei Campiscuola a Villa Marianna; Suor Amelia, per il suo servizio nel sociale, soprattutto con l’Associazione Alcolisti Anonimi da lei fonda-ta e guidata nel nostro comune e nei comuni limitrofi per oltre vent’anni; e poi ancora Suor Gianna, Suor Renza, Suor Lucia e Suor Paola, infaticabili nel servizio della Caritas per arri-vare, infine, alla presenza più significativa di Suor Giannina che ha guidato la nostra Scuola Materna per 24 anni. Durante l’omelia, don Delfino faceva presente

come questo triste evento che la nostra comunità sta vivendo può diventare un’occasione preziosa, un segno dei tempi, perché ognuno di noi prenda coscienza della propria voca-zione cristiana all’interno della comunità. Alla fine della Mes-sa, una folta rappresentanza di bambini e genitori, con tutte le insegnanti ed il personale del-la Scuola dell’Infanzia, hanno espresso con canti e poesie un commovente saluto e ringra-ziamento, mentre il Parroco, a nome della Parrocchia, come segno di riconoscenza, offriva in dono a Suor Giannina, Suor Amelia e Suor Paola tre pre-ziose icone, pezzi unici della

Scuola Bizantina del Monte Athos.Dopo la Santa Messa seguiva un mega rinfre-sco presso il Centro Parrocchiale che a stento riusciva a contenere tutti i partecipanti.A poche settimane dalla loro partenza, in Par-rocchia ci si rende conto della mancanza delle suore e molti cominciano a lamentarsi con il Parroco che da mesi sta disperatamente cer-cando altre suore presso tutti gli ordini religio-si a sua conoscenza. Proprio a questi bronto-loni si è rivolto in una recente omelia dicendo: Invece di lamentarsi perché non ci sono più le suore, domandiamoci: cosa posso fare io per far fronte a questa mancanze di preti e di re-ligiose? Se ognuno di noi desse un’ora alla set-timana per la comunità nei vari servizi (litur-gia, catechesi, caritas, centri parrocchiali, Noi, ecc.) le cose andrebbero certamente meglio.

Ci auguriamo che l’invito venga raccolto da molti parrocchiani e che il vuoto lasciato dalle nostre carissime suore venga presto colmato.

Anche se da un po’ di tempo molti parrocchiani avevano intuito che un tale evento si potesse verificare, la notizia, comunicata nel Bollettino Par-rocchiale del 17 giugno u.s., ha lasciato tutti sconcertati.

Parrocchia di San Giacomo

Le suore lascianola parrocchia dopo 48 anni

Renzo Zarpellon

foto storica:25 aprile 1969: Passeggiata sui prati di Campo Croce con i Chierichetti e il Piccolo Coro. Al centro, in piedi: il parroco don Carlo Miatton e alla sua destra il chierico scalabriniano, Don Luigi Dal Bianco. Più in basso, al centro, le prime tre suore venute a San Giacomo: Suor Cassandra, Suor Dianora e Suor Maria Faustiglia. (Foto Zarpellon R.)

Il Nuovo Ezzelino Ottobre 2012 NOTIZIE IN BREVE - PAG. 17

Halloween di MarcaEscono per strada fantasmini, streghette, seguendo sentieri bui, nell’aria umida, illu-minati dagli occhi di zucche, che sorrido-no a denti stretti (ma questo non sempre, in realtà; dipende dall’umore dell’intaglia-tore), tutti truccati secondo la migliore versione dark-autunnale del più nostrano Carnevale…Il 31 ottobre ci si veste per la notte nera, per scivolare lungo la strada, con urletti e un’inclinazione a provocare, facendo i giocolieri con scherzetti sgarbati… pronti a scegliere il dispetto giusto, per chi non

soddisfa il nostro gusto! Oltre la coltre scura, del cielo di ottobre, nel frattempo, si nascondono gli spiriti dei morti, tutti pronti, lì, ammassati sulla porta, cercando di tornare di qua… sanno di avere tempo fino all’alba, perché poi, inesorabile, arriva il primo raggio di luce, nella festa di Ognis-santi e allora, per loro, non c’è più partita. Questa è un po’ la versione originale della storia, quella che viene dal Nord…Ma chissà cosa circola, la notte di Hallo-ween, nelle terre dell’antica Marca, qui a Romano in particolare, in questa zona di

passaggio tra il vicentino e il trevigiano, terre degli Ezzelini… Con tutte le leg-gende, le storie di streghe, di fantasmi… ci sarà qualcuno che corre, quella notte, lungo le (presunte) gallerie sotterranee di Ezzelino? Magari sarà meglio non andare a cercarle, correndo il rischio di trovarsi qualcuno da-vanti (o peggio ancora, dietro!)... perché in quel caso, è probabile che sarebbe lui o lei ad interpellarci per primo con il rituale dilemma “dolcetto-scherzetto?!”. Nel dubbio, una classica, sempre elegan-te, alternativa… servire su un piatto, non necessariamente d’argento, gli stessi colo-ri autunnali: risottino zucca e funghi, un buon calice di vino, dolce alle castagne… meglio se gustato con un’allegra compa-gnia di amici. Il cibo si sa, è gioia di vive-re, quindi gli spiriti staranno certamente alla larga e poi, ridendo con gli amici, l’al-ba arriva presto…

Serenella Zen

I fratelli Chemello Luigi Renato e Germano tornati a Romano per incontrare le sorelle Valeria, Maria, i parenti, i paesani e a ricordare i tanti coetanei defunti.

I fratelli Chemello

Il Nuovo Ezzelino Ottobre 2012 NOTIZIE IN BREVE - PAG. 18

Una grande festa per i cugini Camazzola, che anche quest’anno si sono ritrovati per festeggiare i novanta anni della zia Maria Pegoraro ed il ritorno a Romano del cugino “canadese” Pietro Girardi, venuto in Italia per un periodo di vacanza.

Se vi capita di passare per la via Farronati a Romano, a circa 200 metri dall’incrocio con la Cadorna, la strada che porta sul Grappa, vi troverete davanti a uno spettacolo incredi-bile. Sulla facciata, ai lati e sopra il portonci-no d’ingresso della casa di Marino Schirato e Gioconda Bontorin, si erge un’infinità di fiori variopinti. Fra tutti affiora il plumbago con il suo delicato celeste (che Marino accosta al colore del radicio de cavin), mentre si insi-nua tra questi il bianco del gelsomino, ma anche il rosso vivo trova posto con le bego-

niette oppure con i gerani, mentre il giallo che è la prima fioritura stagionale si fa largo con le piantine grasse sparse qua e là.Della Gioconda Bontorin sono conosciuti so-prattutto i suoi quadri, quasi sempre con mo-tivi floreali, ma la sua dedizione per questo giardino verticale è dovuta anche all’impegno quotidiano di Marino, il quale è solito dare abbondanti annafiature per far vivere e fiorire al meglio questo angolo.Chi non crede a questo, lo invito ad un so-pralluogo, resterà meravigliato!

Il giardino verticale

Ritrovo dei Camazzola detti “ope”

Duilio Fadda

Il Nuovo Ezzelino Ottobre 2012 NOTIZIE IN BREVE - PAG. 19

Per diventare soci e ricevere “Il Nuovo Ezzelino”è possibile ricevere il Nuovo Ezzelino, organo ufficiale dei soci sostenitori.La quota associativa è di E 16 per i nazionali e di E 22 per gli esteri.

Sede ProlocoVia G. Giardino 77, San Giacomo

Uffici Postali,Centri Parrocchiali,Banca di Credito Cooperativo.

San GiacomoEdicola Cartoleria Zilio Giovanni,Bar Ca’ Mauri, Bocciofila Ezzelina.

FellettePanificio Bosa,Edicola Cartoleria Brillante,Happy Bar, Trattoria Conte Chantal.

Sacro CuoreSpeedy Bar (Autolavaggio Scotton).

RomanoEdicola La Coccinella, Profumeria Elisir,Tabaccheria e Cartoleria Mirò,Giovanni Bontorin (pittore),Foto Gastaldello / Arduino,Frutta e Verdura da Silvana.

Ci hanno lasciato

Ileana Morganteved. Checchi

77 anni9 settembre 2012

Arturo Buonopane

86 anni14 settembre 2012

Antonia Settinved. Zanella

68 anni20 settembre 2012

Luigia Padovanved. Rossetto

83 anni22 settembre 2012

Egidio Griggio

85 anni23 settembre 2012

Paola Bianchiin Tonellotto

83 anni24 settembre 2012

La partecipata biciclettata di Tezze sul Brenta chiama, la Seriola ri-sponde. Ecco che in occasione della pedalata per le terre del Bren-ta, organizzata domenica 14 ottobre 2012 come di consuetudine dalla Coldiretti di Bassano, il Palio di Romano ha fatto la sua appa-rizione in un angolo di Bressanvido, accanto a Villa Mezzalira.

Le lavandare di Farronati-Signori-Valle hanno allestito un pregevo-le angolo rustico riportando alla memoria di tutti i passanti l’impor-tanza del ruolo femminile nell’economia dei paesi prevalentemente agresti.E come sempre i figuranti del Palio fanno un gran figurone, sia per qualità sia per simpatia!

Associazione Culturale Seriola

Il Palio alla Pedalata di Tezze

< BASSANO DEL GRAPPA (VI)Via Cogo, 34 - Tel 0424 382767

< BASSANO DEL GRAPPA (VI)V. le Vicenza, 93/E - Tel 0424 504777

< BASSANO DEL GRAPPA (VI)Via Capitelvecchio, 32 - Tel 0424 886961

< BORSO DEL GRAPPA (TV)Piazza Canal, 12 - Tel 0423 910310

< CARTIGLIANO (VI)Via Monte Grappa, 1 - Tel 0424 829862

< LUGO DI VICENZA (VI)Via Sioggio, 30 - Tel 0445 861636

< MAROSTICA (VI)Vill. Giovanni Paolo II, 6 - Tel 0424 470570

< ROMANO D’EZZELINO (VI)Via G. Giardino, 3 - Tel 0424 512333

< ROSÀ (VI)Piazza Mons. Ciffo, 1 - Tel 0424 582469

< ROSSANO VENETO (VI)Via Venezia, 23/25 - Tel 0424 541215

< S. CATERINA DI LUSIANA (VI)Via S. Caterina, 21 - Tel 0424 407168

< SOLAGNA (VI)Piazza IV Novembre, 9 - Tel 0424 816088 www.bccromanosantacaterina.com

< TEZZE SUL BRENTA (VI)Via San Pio X, 1/a - Tel 0424 562058

< CAMPOLONGO SUL BRENTA (VI)Piazza Roma, 1 - Sportello bancomat

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