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COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE DEL PARCO DEI COLLI EUGANEI 19 Agosto 2013 In questi giorni è nuovamente esploso il dibattito sul tema cementerie a Monselice-Este a seguito della diffusione della notizia della probabile chiusura dello stabilimento Italcementi di Monselice. Non intendiamo ora ripercorrere le numerose tappe di questa vicenda che periodicamente ritorna alla ribalta, caratterizzata da dure contrapposizioni. Ci sentiamo tuttavia chiamati in causa ritenendo di far parte di coloro che vengono classificati, negli ultimi giorni sembra in tono dispregiativo, come ambientalisti. Ricordando che è lo stesso Piano Ambientale del Parco dei Colli Euganei a definire le cementerie quali impianti ad alto impatto ambientale ed incompatibili con le finalità del Parco stesso, partiamo da alcuni numeri sull’azienda Italcementi (fonte www.italcementi.it ): Il Gruppo Italcementi conta in Italia 17 cementerie, 232 impianti di calcestruzzo, 7 centri di macinazione, 52 cave di inerti e 1 impianto di produzione additivi. Italcementi Group, con una capacità produttiva annua pari a 65 milioni di tonnellate di cemento attraverso 53 cementerie, tenendo conto anche delle società consolidate a equity, è il quinto produttore di cemento a livello mondiale. A fianco dell’attività di produzione di cemento completano il dispositivo industriale del Gruppo 10 centri di macinazione, 7 terminali di trading e 449 centrali di calcestruzzo che integrano l'esperienza, il know-how e le culture di 22 paesi in 4 continenti del mondo. Nel 2012 il Gruppo ha registrato un fatturato consolidato di circa 4,5 miliardi di Euro. Consideriamo anche alcuni dati contenuti nella Relazione Annuale 2012 della AITEC - Associazione Italiana Tecnico Economica Cemento: “I consumi di cemento hanno manifestato una forte contrazione dei volumi, evidenziando un decremento complessivo pari al 22,1% rispetto al 2011. La domanda di cemento ha così raggiunto il livello di 25,6 milioni di tonnellate perdendo, rispetto al massimo raggiunto nel 2006, circa il 45% dei volumi complessivi. Il settore del cemento ha, dunque, subìto uno shock strutturale, assistendo in sei anni a un dimezzamento del proprio mercato, come diretta conseguenza della situazione di grave crisi del settore delle costruzioni.” “Le prospettive per il 2013 permangono critiche, con l’attesa di un ulteriore forte calo dei consumi di cemento intorno al 20-25%. Una conferma alle aspettative di un ulteriore anno di difficoltà proviene dai primi dati disponibili sui consumi di cemento nel primo trimestre 2013, che evidenziano un calo pari al 22,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.” Sulla base di queste informazioni pensiamo veramente che un gruppo industriale di tali dimensioni rinunci ad un investimento come il “revamping” solo a causa della protesta di alcuni comitati di cittadini ? Vogliamo anche invitare alla riflessione coloro, tra cui anche rappresentanti di istituzioni locali, che accusano i comitati di bloccare lo sviluppo delle aziende avviando ricorsi legali a loro dire infondati. Stabilire la fondatezza o meno di un ricorso non spetta né a un Sindaco, né a un qualunque cittadino, ma spetta ad un giudice, per questo motivo avviare

2013 08 19 comunicato chiusura italcementi

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presa di posizione del coord. delle ass.ambientaliste dei Colli Euganei all'indomani dell'annunciata chiusura dello stabilimento cementiero di Italcementi a Monselice (PD)

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COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE

DEL PARCO DEI COLLI EUGANEI

19 Agosto 2013

In questi giorni è nuovamente esploso il dibattito sul tema cementerie a Monselice-Este a seguito della diffusione della notizia della probabile chiusura dello stabilimento Italcementi di Monselice. Non intendiamo ora ripercorrere le numerose tappe di questa vicenda che periodicamente ritorna alla ribalta, caratterizzata da dure contrapposizioni. Ci sentiamo tuttavia chiamati in causa ritenendo di far parte di coloro che vengono classificati, negli ultimi giorni sembra in tono dispregiativo, come ambientalisti. Ricordando che è lo stesso Piano Ambientale del Parco dei Colli Euganei a definire le cementerie quali impianti ad alto impatto ambientale ed incompatibili con le finalità del Parco stesso, partiamo da alcuni numeri sull’azienda Italcementi (fonte www.italcementi.it): Il Gruppo Italcementi conta in Italia 17 cementerie, 232 impianti di calcestruzzo, 7 centri di macinazione, 52 cave di inerti e 1 impianto di produzione additivi. Italcementi Group, con una capacità produttiva annua pari a 65 milioni di tonnellate di cemento attraverso 53 cementerie, tenendo conto anche delle società consolidate a equity, è il quinto produttore di cemento a livello mondiale. A fianco dell’attività di produzione di cemento completano il dispositivo industriale del Gruppo 10 centri di macinazione, 7 terminali di trading e 449 centrali di calcestruzzo che integrano l'esperienza, il know-how e le culture di 22 paesi in 4 continenti del mondo. Nel 2012 il Gruppo ha registrato un fatturato consolidato di circa 4,5 miliardi di Euro. Consideriamo anche alcuni dati contenuti nella Relazione Annuale 2012 della AITEC -Associazione Italiana Tecnico Economica Cemento: “I consumi di cemento hanno manifestato una forte contrazione dei volumi, evidenziando un decremento complessivo pari al 22,1% rispetto al 2011. La domanda di cemento ha così raggiunto il livello di 25,6 milioni di tonnellate perdendo, rispetto al massimo raggiunto nel 2006, circa il 45% dei volumi complessivi. Il settore del cemento ha, dunque, subìto uno shock strutturale, assistendo in sei anni a un dimezzamento del proprio mercato, come diretta conseguenza della situazione di grave crisi del settore delle costruzioni.” “Le prospettive per il 2013 permangono critiche, con l’attesa di un ulteriore forte calo dei consumi di cemento intorno al 20-25%. Una conferma alle aspettative di un ulteriore anno di difficoltà proviene dai primi dati disponibili sui consumi di cemento nel primo trimestre 2013, che evidenziano un calo pari al 22,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.” Sulla base di queste informazioni pensiamo veramente che un gruppo industriale di tali dimensioni rinunci ad un investimento come il “revamping” solo a causa della protesta di alcuni comitati di cittadini ? Vogliamo anche invitare alla riflessione coloro, tra cui anche rappresentanti di istituzioni locali, che accusano i comitati di bloccare lo sviluppo delle aziende avviando ricorsi legali a loro dire infondati. Stabilire la fondatezza o meno di un ricorso non spetta né a un Sindaco, né a un qualunque cittadino, ma spetta ad un giudice, per questo motivo avviare

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un ricorso è un diritto di qualunque cittadino e spetterà poi all’autorità competente rigettarlo, stabilendo quindi ad esempio la regolarità di un progetto imprenditoriale, od accoglierlo. In quest’ultimo caso si può forse incolpare chi ha fatto il ricorso e quindi ha portato alla luce delle violazioni\irregolarità ? Sembrerebbe ragionevole, ma evidentemente non è così per tutti, concentrare invece l’attenzione sull’autore della violazione. Se si vorrà perseguire una strada diversa dal quella che cerca di perpetuare la presenza di impianti ad alto impatto ambientale non faremo mancare la nostra partecipazione alla ricerca di idee per uno sviluppo compatibile con questo territorio. Alimentare la contrapposizione tra lavoratori e comitati di cittadini non giova a nessuno. O forse sì ? In rappresentanza del Coordinamento:

WWF Colli Euganei Marco Bordin

Salviamo il Paesaggio – Area PD Ovest Michele Favaron