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1 2014 DEL SANTUARIO DI MARIA SS. DELLE GRAZIE TASSA PAGATA TAX PAID TAXE RESÇUE Poste Italiane spa - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, com. 2, DCB Benevento PERIODICO MARIANO CERRETO SANNITA (BN) Gennaio - Febbraio Anno 85 - N° 1

2014 DEL SANTUARIO DI MARIA SS. DELLE GRAZIE · Da adesso in poi per poter riscuotere l'abbonamento ... «Nei tempi antichi molte volte e in diversi modi» Dio ha parlato per

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12014 DEL SANTUARIO DI MARIA SS. DELLE GRAZIE

TASSA PAGATATAX PAIDTAXE RESÇUE

Poste Italiane spa - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, com. 2, DCB Benevento

PERIODICO MARIANOCERRETO SANNITA (BN)

Gennaio - FebbraioAnno 85 - N° 1

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AUT. TRIBUNALE DI BENEVENTO 21/09/1994

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LA VOCE DEL SANTUARIO DI MARIA SS. DELLE GRAZIE - PERIODICO MARIANO - ANNO 85°

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il 24 novembre scorso si è concluso l'anno della fede, indetto daBenedetto XVI l'11 ottobre 2012. La fede è una virtù ricevuta «pergrazia»; ci fa conoscere e amare Dio come nostro Padre e creatore.«Nei tempi antichi molte volte e in diversi modi» Dio ha parlato permezzo dei profeti, ora «ha parlato a noi per mezzo del suo Figlio cheha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fattoanche il mondo» (Eb 1, 2). Per spiegarci che cosa è la fede, Gesù usauna immagine: «Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunquecrede in me non rimanga nelle tenebre» (Gv 12, 46). Chi è illuminatodalla luce e possiede gli occhi evita i pericoli, si muove a suo agio, èfelice di contemplare il volto dei propri cari e tutte le cose belle. Chiha fede vede Dio con la mente e con il cuore, perché Dio è spiritoinvisibile, l'Essere necessario ed eterno. Chi non ha fede è simile aun non vedente. Alcuni non Lo conoscono perché non ne hannosentito parlare, e sono senza colpa; tanti altri, però, Lo rifiutano evivono come se Dio non esistesse. Costoro dovranno rispondere dellapropria scelta. Gesù afferma: «Non sono venuto per condannare ilmondo, ma per salvarlo. Chi mi respinge e rifiuta le mie parole hagià un giudice: a condannarlo, nell'ultimo giorno, sarà proprio laparola che io ho annunziato» (Gv 12, 47). Chi è la «Parola?». E' GesùCristo in persona, anima, corpo e divinità. Egli afferma: «Chi credein me, in realtà crede nel Padre che mi ha mandato. Chi vede me,vede colui che mi ha mandato» (Gv 12, 44). E' Natale: «Il Verbo si èfatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14). Dio si èricordato di noi ed è venuto a salvarci! Vi auguro di accogliere Gesùin un luogo più bello della fredda capanna. Senza Gesù, con «babbonatale» o con «l'albero» ricco di luci e regali in casa e per le strade,non ci sono le «buone feste», ma solo consumismo e baldoria. Adesempio di Maria Immacolata diamogli un posto nel nostro cuore,nella nostra vita, nella nostra famiglia. Accanto a Lui saremo felicinell'intimo di noi stessi. Questo è un segno di fede!

Fr. Mariano Parente

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SOMMARIO

AVVISO PER IBENEFATTORI ALL'ESTERO

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Beata colei che ha creduto

La preghiera del Papa delle cinque dita

Maria una delle meraviglie di Dio

Atto di affidamento a Maria

Affidamento alla Santa Famiglia

Papa Francesco ad Assisi

Formare i formatori

Perchè la vita consacrata?

Un saluto e tanti auguri a Mons. Piazza

Sotto la protezione di Maria

Matrimoni al Santuario

Risorgeranno nella luce di Dio

* Si dichiara che il trattamento dei dati personali è conforme al D. Lgs 196/2003.

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Nella parabola del seminatore, sanLuca riporta queste parole con cuiGesù spiega il significato del terrenobuono: «Sono coloro che, dopo averascoltato la Parola con cuore integroe buono, la custodiscono e produconofrutto con perseveranza». Nel contestodel Vangelo di Luca, la menzione delcuore integro e buono, in riferimentoalla Parola ascoltata e custodita, costi-tuisce un ritratto implicito della fededella Vergine Maria. Lo stesso evan-gelista ci parla della memoria di Maria,di come conservava nel cuore tutto ciòche ascoltava e vedeva, in modo chela Parola portasse frutto nella sua vita.La Madre del Signore è icona perfettadella fede, come dirà santa Elisabetta:«Beata colei che ha creduto».

In Maria, Figlia di Sion, si compiela lunga storia di fede dell'Antico Te-stamento, con il racconto di tante don-ne fedeli, a cominciare da Sara, donneche, accanto ai Patriarchi, erano illuogo in cui la promessa di Dio sicompiva, e la vita nuova sbocciava.Nella pienezza dei tempi, la Parola diDio si è rivolta a Maria, ed ella l'haaccolta con tutto il suo essere, nel suocuore, perché in lei prendesse carne enascesse come luce per gli uomini.San Giustino Martire usa una bellaespressione in cui dice che Maria,nell'accettare il messaggio dell'Angelo,ha concepito «fede e gioia». NellaMadre di Gesù, infatti, la fede si èmostrata piena di frutto, e quando lanostra vita spirituale dà frutto, ci riem-piamo di gioia, che è il segno piùchiaro della grandezza della fede. Nellasua vita, Maria ha compiuto il pelle-grinaggio della fede, alla sequela disuo Figlio. Così, in Maria, il camminodi fede dell'Antico Testamento è as-sunto nella sequela di Gesù e si lasciatrasformare da Lui, entrando nellosguardo proprio del Figlio di Dio in-

carnato.Possiamo dire che nella Beata Ver-

gine Maria il credente è coinvoltototalmente nella sua confessione difede. Maria è strettamente associata,per il suo legame con Gesù, a ciò checrediamo. Nel concepimento verginaledi Maria abbiamo un segno chiarodella filiazione divina di Cristo.

L'origine eterna di Cristo è nel Pa-dre, Egli è il Figlio in senso totale eunico; e per questo nasce nel temposenza intervento di uomo. EssendoFiglio, Gesù può portare al mondo unnuovo inizio e una nuova luce, la pie-nezza dell'amore fedele di Dio che siconsegna agli uomini. D'altra parte, lavera maternità di Maria ha assicuratoper il Figlio di Dio una vera storiaumana, una vera carne nella qualemorirà sulla croce e risorgerà dai morti.Maria lo accompagnerà fino alla croce,da dove la sua maternità si estenderàad ogni discepolo del suo Figlio. Saràpresente anche nel cenacolo, dopo laRisurrezione e l'Ascensione di Gesù,per implorare con gli Apostoli il donodello Spirito Santo. Il movimento di

amore tra il Padre e il Figlio nelloSpirito ha percorso la nostra storia.Cristo ci attira a Sé per poterci salvare.Al centro della fede si trova la confes-sione di Gesù, Figlio di Dio, nato dadonna, che ci introduce, per il donodello Spirito Santo, nella figliolanzaadottiva.

A Maria, madre della Chiesa e ma-dre della nostra fede, ci rivolgiamo inpreghiera.

Maria ascoltava custodiva vedeva il Verbo di Dio

Beata colei che ha creduto

Aiuta, o Madre, la nostra fede!Apri il nostro ascolto alla Parola,perché riconosciamo la voce di

Dio e la sua chiamata.Sveglia in noi il desiderio di

seguire i suoi passi,uscendo dalla nostra terra

e accogliendo la sua promessa.Aiutaci a lasciarci toccare

dal suo amore,perché possiamo toccarlo

con la fede.Aiutaci ad affidarcipienamente a Lui,

a credere nel suo amore,soprattutto nei momenti

di tribolazione e di croce,quando la nostra fedeè chiamata a maturare.

Semina nella nostra fedela gioia del Risorto.

Ricordaci che chi credenon è mai solo.

Insegnaci a guardarecon gli occhi di Gesù,affinché Egli sia lucesul nostro cammino.

E che questa luce della fedecresca sempre in noi,

finché arrivi quel giornosenza tramonto,

che è lo stesso Cristo,il Figlio tuo, nostro Signore!

(Lumen Fidei 58-60)

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Papa Francesco, quando era in Argentina, per insegnarea pregare suggerì una preghiera per ogni dito della mano:

1. Il pollice è il dito a te più vicino. Comincia quindicol pregare per coloro che ti sono più vicini. Sono lepersone di cui ci ricordiamo più facilmente. Pregare per inostri cari è un «dolce obbligo».

2. Il dito successivo è l'indice. Prega per coloro cheinsegnano, educano e curano. Questa categoria comprendemaestri, professori, medici e sacerdoti. Hanno bisogno disostegno e saggezza per indicare agli altri la giusta direzione.Ricordali sempre nelle tue preghiere.

3. Il dito successivo è il più alto, ci ricorda i nostrigovernanti. Prega per il presidente, i parlamentari, gliimprenditori e i dirigenti. Sono le persone che gestisconoil destino della nostra patria e guidano l'opinione pubblica...Hanno bisogno della guida di Dio.

4. Il quarto dito è l'anulare. Lascerà molti sorpresi, maè questo il nostro dito più debole, come può confermarequalsiasi insegnante di pianoforte. È lì per ricordarci di

La preghiera del Papa delle cinque dita

pregare per i più deboli, per chi ha sfide da affrontare, per i malati.Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Le preghiereper loro non saranno mai troppe. Ed è lì per invitarci a pregareanche per le coppie sposate.

5. E per ultimo arriva il nostro dito mignolo, il più piccolo ditutti, come piccoli dobbiamo sentirci noi di fronte a Dio e alprossimo. Come dice la Bibbia, «gli ultimi saranno i primi». Ildito mignolo ti ricorda di pregare per te e tutti gli altri, sarà allorache potrai capire meglio quali sono le tue necessità guardandoledalla giusta prospettiva.

Guida Francesco e Vincenza Razzano di Puglianello nel 50° di matrimonio con i figli Alfonso, Salvatore, Angelo e Gianfranco

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MARIAUNA DELLE MERAVIGLIE DI DIO Oggi siamo di fronte ad una delle

meraviglie del Signore: Maria! Unacreatura umile e debole come noi,scelta per essere Madre di Dio, Ma-dre del suo Creatore. Proprio guar-dando a Maria vorrei riflettere convoi su tre realtà: prima, Dio ci sor-prende; seconda, Dio ci chiede fedel-tà; terza, Dio è la nostra forza.

Dio ci sorprende! E' proprio nellapovertà, nella debolezza, nell'umiltàche si manifesta e ci dona il suoamore che ci salva, ci guarisce, ci dàforza. Chiede solo che seguiamo lasua parola e ci fidiamo di Lui. Questaè l'esperienza della Vergine Maria:davanti all'annuncio dell'Angelo, nonnasconde la sua meraviglia. E' lostupore di vedere che Dio, per farsiuomo, ha scelto proprio lei, una sem-plice ragazza di Nazareth, che non

vive nei palazzi del potere e dellaricchezza, che non ha compiuto im-prese straordinarie, ma che è apertaa Dio, sa fidarsi di Lui, anche se noncomprende tutto: «Ecco la serva delSignore: avvenga per me secondo latua parola». E' la sua risposta. Dioci sorprende sempre, rompe i nostrischemi, mette in crisi i nostri progetti,e ci dice: fidati di me, non averepaura, lasciati sorprendere, esci date stesso e seguimi! Oggi chiediamocitutti se abbiamo paura di quello cheDio potrebbe chiederci o di quelloche ci chiede. Mi lascio sorprendereda Dio, come ha fatto Maria, o michiudo nelle mie sicurezze, sicurezzemateriali, sicurezze intellettuali, si-curezze ideologiche, sicurezze deimiei progetti? Lascio veramente en-trare Dio nella mia vita? Come gli

rispondo?Dio ci chiede fedeltà. Pensiamo

a quante volte ci siamo entusiasmatiper qualcosa, per qualche iniziativa,per qualche impegno, ma poi, di fron-te ai primi problemi, abbiamo gettatola spugna. E questo purtroppo, av-viene anche nelle scelte fondamen-tali, come quella del matrimonio. Ladifficoltà di essere costanti, di esserefedeli alle decisioni prese, agli impe-gni assunti. Spesso è facile dire «sì»,ma poi non si riesce a ripetere questo«sì» ogni giorno. Non si riesce adessere fedeli. Maria ha detto il suo«sì» a Dio, un «sì» che ha sconvoltola sua umile esistenza di Nazareth,ma non è stato l'unico, anzi è statosolo il primo di tanti «sì» pronunciatinel suo cuore nei suoi momenti gio-iosi, come pure in quelli di dolore,tanti “sì” culminati in quello sotto laCroce. Pensate fino a che punto èarrivata la fedeltà di Maria a Dio:vedere il suo unico Figlio sulla Croce.La donna fedele, in piedi, distruttadentro, ma fedele e forte. E io midomando: sono un cristiano «a sin-ghiozzo», o sono un cristiano sem-pre? La cultura del provvisorio, delrelativo entra anche nel vivere lafede. Dio ci chiede di essergli fedeli,ogni giorno, nelle azioni quotidianee aggiunge che, anche se a volte nongli siamo fedeli, Lui è sempre fedelee con la sua misericordia non si stan-ca di tenderci la mano per risollevar-ci, di incoraggiarci a riprendere ilcammino, di ritornare a Lui e dirglila nostra debolezza perché ci doni lasua forza. E questo è il camminodefinitivo: sempre col Signore, anchenelle nostre debolezze, anche neinostri peccati. Mai andare sulla stradadel provvisorio. Questo ci uccide.

Il vescovo Michele De Rosa con il sindaco di Cerreto Pasquale Santagata e il comandanteprovinciale dei Carabinieri colonnello Antonio Carideo il 13/IX/2013 per intitolare ai«Caduti di Nassiriya» la via che da Piazza Luigi Sodo conduce alla Compagnia dei

Carabinieri di Cerreto

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Rocco Giordano e Pasqualina Borzaro nel 50° di matrimoniocon le figlie e generi (Cerreto)

La fede è fedeltà definitiva, comequella di Maria.

Dio è la nostra forza. Penso aidieci lebbrosi del Vangelo guariti daGesù: gli vanno incontro, si fermanoa distanza e gridano: «Gesù, maestro,abbi pietà di noi!». Sono malati, bi-sognosi di essere amati, di avereforza e cercano qualcuno che li gua-risca. E Gesù risponde liberandolitutti dalla loro malattia. Fa impres-sione, però, vedere che uno solo tornaindietro per lodare Dio a gran vocee ringraziarlo. Gesù stesso lo nota:dieci hanno gridato per ottenere laguarigione e solo uno è ritornato pergridare a voce alta il suo grazie aDio e riconoscere che Lui è la nostraforza. Saper ringraziare, saper lodareper quanto il Signore fa per noi.Guardiamo Maria: dopo la Annun-ciazione, il primo gesto che compieè di carità verso l'anziana parenteElisabetta; e le prime parole che pro-nuncia sono: «L'anima mia magnificail Signore», cioè un canto di lode edi ringraziamento a Dio non solo perquello che ha operato in lei, ma perla sua azione in tutta la storia dellasalvezza. Tutto è suo dono. Se noipossiamo capire che tutto è dono diDio, quanta felicità nel nostro cuore!Tutto è suo dono. Lui è la nostraforza! Dire grazie è così facile, ep-pure così difficile! Quante volte cidiciamo grazie in famiglia? E' unadelle parole chiave della convivenza.«Permesso», «scusa», «grazie»: sein una famiglia si dicono queste treparole, la famiglia va avanti. «Per-messo», «scusami», «grazie». Quantevolte diciamo «grazie» in famiglia?Quante volte diciamo grazie a chi ciaiuta, ci è vicino, ci accompagnanella vita? Spesso diamo tutto perscontato! E questo avviene anchecon Dio. E' facile andare dal Signorea chiedere qualcosa, ma andare aringraziarlo: «Mah, non mi viene».Invochiamo Maria, perché ci aiuti alasciarci sorprendere da Dio senzaresistenze, ad essergli fedeli ognigiorno, a lodarlo e ringraziarlo perchéè Lui la nostra forza (13/X/2013).

Beata Maria Verginecon rinnovata gratitudine per la tua presenza maternauniamo la nostra voce a quella di tutte le generazioni

che ti dicono beata.

Celebriamo in te le grandi opere di Dio,che mai si stanca di chinarsi

con misericordia sull'umanità,afflitta dal male e ferita dal peccato,

per guarirla e per salvarla.

Accogli con benevolenza di Madrel'atto di affidamento che oggi facciamo con fiducia,

dinanzi a questa tua immagine a noi tanto cara.Siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi

e che nulla ti è estraneo di tutto ciòche abita nei nostri cuori.

Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardoe riceviamo la consolante carezza del tuo sorriso.

Custodisci la nostra vita fra le tue braccia:benedici e rafforza ogni desiderio di bene;

ravviva e alimenta la fede;sostieni e illumina la speranza;

suscita e anima la carità;guida tutti noi nel cammino della santità.

Insegnaci il tuo stesso amore di predilezioneper i piccoli e i poveri,

per gli esclusi e i sofferenti,per i peccatori e gli smarriti di cuore:

raduna tutti sotto la tua protezionee tutti consegna al tuo diletto Figlio,

il Signore nostro Gesù.

ATTO DI AFFIDAMENTO A MARIA

Affidamento alla Santa Famiglia

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Gesù, Maria e Giuseppea voi, Santa Famiglia di Nazareth,oggi, volgiamo lo sguardocon ammirazione e confidenza.In voi contempliamola bellezza della comunione nell'amore vero;a voi raccomandiamo tutte le nostre famiglie,perché si rinnovino in esse le meraviglie della grazia.

Santa Famiglia di Nazareth,scuola attraente del santo Vangelo:insegnaci a imitare le tue virtùcon una saggia disciplina spirituale,donaci lo sguardo limpidoche sa riconoscere l'opera della Provvidenzanelle realtà quotidiane della vita.

Santa Famiglia di Nazareth,custode fedele del mistero della salvezza:

fa' rinascere in noi la stima del silenzio,rendi le nostre famiglie cenacoli di preghierae trasformale in piccole Chiese domestiche,rinnova il desiderio della santità,sostieni la nobile fatica del lavoro, dell'educazione,dell'ascolto, della reciproca comprensionee del perdono.

Santa Famiglia di Nazareth,ridesta nella nostra società la consapevolezzadel carattere sacro e inviolabile della famiglia,bene inestimabile e insostituibile.Ogni famiglia sia dimora accogliente di bontà e di paceper i bambini e per gli anziani,per chi è malato e solo,per chi è povero e bisognoso.

Gesù, Maria e Giuseppevoi con fiducia preghiamo, a voi con gioia ci affidiamo.

Affidamento alla Santa Famiglia

BUON NATALE 2013 FELICE ANNO 2014

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Pace e bene a tutti! Con questo sa-luto francescano vi ringrazio per esserevenuti qui, in questa Piazza, carica distoria e di fede, a pregare insieme. Oggianch'io, come tanti pellegrini, sonovenuto per rendere lode al Padre ditutto ciò che ha voluto rivelare a unodi questi «piccoli» di cui ci parla ilVangelo, Francesco figlio di un riccocommerciante di Assisi. L'incontro conGesù lo portò a spogliarsi di una vitaagiata e spensierata, per sposare «Ma-donna Povertà» e vivere da vero figliodel Padre che è nei cieli. Questa scelta,da parte di san Francesco, rappresentavaun modo radicale di imitare Cristo, dirivestirsi di Colui che, da ricco che era,si è fatto povero per arricchire noi permezzo della sua povertà. In tutta la vitadi Francesco l'amore per i poveri e

l'imitazione di Cristo povero sono dueelementi uniti in modo inscindibile, ledue facce di una stessa medaglia. Checosa testimonia san Francesco a noioggi? Che cosa ci dice, non con leparole, ma con la vita?

La prima cosa che ci dice, la realtàfondamentale che ci testimonia è que-sta: essere cristiani è un rapporto vitalecon la Persona di Gesù, è rivestirsi diLui, è assimilazione a Lui. Da doveparte il cammino di Francesco versoCristo? Parte dallo sguardo di Gesùsulla croce. Lasciarsi guardare da Luinel momento in cui dona la vita pernoi e ci attira a Lui. Francesco ha fattoquesta esperienza in modo particolarenella chiesetta di san Damiano, pregan-do davanti al crocifisso. In quel croci-fisso Gesù non appare morto, ma vivo!

Il sangue scende dalle ferite delle mani,dei piedi e del costato, ma quel sangueesprime vita. Gesù non ha gli occhichiusi, ma aperti, spalancati: uno sguar-do che parla al cuore. E il Crocifissonon ci parla di sconfitta, di fallimento;paradossalmente ci parla di una morteche è vita, che genera vita, perché ciparla di amore, perché è l'Amore diDio incarnato; e l'Amore non muore,anzi, sconfigge il male e la morte. Chisi lascia guardare da Gesù crocifissoviene ricreato, cioè diventa una «nuovacreatura». Da qui parte tutto: èl'esperienza della Grazia che trasforma,l'essere amati senza merito, pur essendopeccatori. Per questo Francesco puòdire, come san Paolo: «Quanto a menon ci sia altro vanto che nella crocedel Signore nostro Gesù Cristo». Ci

PAPA FRANCESCO AD ASSISI«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti

e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25).

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rivolgiamo a te, Francesco, e ti chiedia-mo: insegnaci a rimanere davanti alCrocifisso, a lasciarci guardare da Lui,a lasciarci perdonare, ricreati dal suoamore.

Nel Vangelo leggiamo: «Venite ame, voi tutti, che siete stanchi e oppres-si, e io vi darò ristoro. Prendete il miogiogo sopra di voi e imparate da me,che sono mite e umile di cuore». Questaè la seconda cosa che Francesco citestimonia: chi segue Cristo riceve lavera pace, quella che solo Lui e non ilmondo ci può dare. San Francesco vie-ne associato da molti alla pace, ed ègiusto, ma pochi vanno in profondità.Qual è la pace che Francesco ha accoltoe vissuto e ci trasmette? Quella diCristo, passata attraverso l'amore piùgrande, quello della Croce. E' la paceche Gesù Risorto donò ai discepoliquando apparve in mezzo a loro. Lapace francescana non è un sentimentosdolcinato. Per favore: questo san Fran-cesco non esiste! E neppure è una spe-cie di armonia panteistica con le energiedel cosmo. Anche questo non è france-scano, ma è un'idea che alcuni hannocostruito! La pace di san Francesco èquella di Cristo, e la trova chi «prendesu di sé» il suo «giogo», cioè il suocomandamento: amatevi gli uni gli altricome io vi ho amato. E questo giogonon si può portare con arroganza, conpresunzione, con superbia, ma solo sipuò portare con mitezza e umiltà dicuore. Ci rivolgiamo a te, Francesco,

mento degli idoli che noi creiamo!L'armonia e la pace! Francesco è statouomo di armonia, uomo di pace. Daquesta città della Pace, ripeto con laforza e la mitezza dell'amore: rispettia-mo la creazione, non siamo strumentidi distruzione! Rispettiamo ogni essereumano: cessino i conflitti armati cheinsanguinano la terra, tacciano le armie dovunque l'odio ceda il postoall'amore, l'offesa al perdono e la di-scordia all'unione. Sentiamo il grido dicoloro che piangono, soffrono e muo-iono a causa della violenza, del terro-rismo o della guerra, in Terra Santatanto amata da san Francesco, in Siria,nell'intero Medio Oriente, in tutto ilmondo. Ci rivolgiamo a te, Francesco,e ti chiediamo: ottienici da Dio il donoche in questo nostro mondo ci sia ar-monia, pace e rispetto per il Creato!

Non posso dimenticare, infine, chesan Francesco è Patrono d'Italia. […].

Preghiamo per la Nazione italiana,perché ciascuno lavori sempre per ilbene comune, guardando a ciò cheunisce più che a ciò che divide. Facciomia la preghiera di san Francesco perAssisi, per l'Italia, per il mondo: «Tiprego dunque, o Signore Gesù Cristo,padre delle misericordie, di non volerguardare alla nostra ingratitudine, madi ricordarti sempre della sovrabbon-dante pietà che hai mostrato, affinchésia sempre il luogo e la dimora di quelliche veramente ti conoscono e glorifi-cano il tuo nome benedetto e gloriosis-simo nei secoli dei secoli» (4/X/2013).

e ti chiediamo: insegnaci ad essere«strumenti della pace», della pace cheha la sua sorgente in Dio, la pace checi ha portato il Signore Gesù.

Francesco inizia il cantico di «fratesole» così: «Altissimo, onnipotente,bon Signore… Laudato sie… con tuttele tue creature». L'amore per tutta lacreazione, per la sua armonia! Il Santod'Assisi testimonia il rispetto per tuttociò che Dio ha creato e come Lui lo hacreato, senza sperimentare sul creatoper distruggerlo; aiutarlo a crescere, aessere più bello e più simile a quelloche Dio ha creato. E soprattutto sanFrancesco testimonia il rispetto pertutto, testimonia che l'uomo è chiamatoa custodire l'uomo, che l'uomo sia alcentro della creazione, al posto doveDio il Creatore lo ha voluto. Non stru-

FORMARE I FORMATORI

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Nell'intento di «risvegliare» nellanostra comunità diocesana la passioneeducativa vogliamo puntare in questoXIV convegno diocesano la nostra at-tenzione sugli educatori della comunitàcristiana. La sfida educativa infatti passadagli educatori perché sono i primi a farfronte a tale sfida. Una Chiesa vigile eresponsabile deve essere attenta allefigure degli educatori e promuoverne laformazione. Essa educa conducendoogni uomo alla sequela dell'unico evero maestro. Centrale in questo compitoè l'educatore […].

Non è possibile oggi dare per scon-tata la formazione delle molteplici figuredi educatori, sia quelle tradizionali siaquelle nascenti. E' opportuno perciòdelineare alcune caratteristiche di fondoverso cui dovrebbero tendere coloro chenella comunità cristiana sono impe-gnati direttamente nell'accogliere enell'accompagnare le persone. Ogni am-bito ha logicamente peculiarità proprieche chiedono ai soggetti che vi operanouna precisa competenza; ma vi sonoanche caratteristiche trasversali.

La prima caratteristica di coloro chesono impegnati in un compito educativopiù o meno esplicito, all'interno dellacomunità cristiana, è la loro fede. Solose, in prima persona, si diventa discepolidi Gesù e ci si mette alla sua sequela, sipuò educare alla vita cristiana, far cono-scere l'amore di Dio in maniera credibile,e cioè con la testimonianza della parolae della vita. La Chiesa esiste per educarea vivere secondo il Vangelo ricevuto,per formare il cristiano a vivere in Cristoe quindi per aiutare a far sì che ognivissuto umano sia posto in Cristo, acominciare dall'essere padre e madrefino all'attività professionale, alla vitasociale e politica, all'esperienza dellasofferenza e della morte. La secondacaratteristica dell'educatore è che siamembro consapevole della comunitàcon un senso vivo di appartenenza allaChiesa: deve considerare il suo impegnocome un mandato da parte della Chiesa

anche nel caso in cui non sia statoesplicitato o ufficializzato. La terza ca-ratteristica è che abbia una buona capa-cità di costruire relazioni positive congli altri, di porsi nei confronti dellepersone che incontra con un atteggia-mento costruttivo e dialogico, teso avalorizzare le risorse presenti in ciascu-no. La quarta caratteristica è la disponi-bilità ad affinare la competenza specificarispetto al servizio che è chiamato asvolgere, partecipando a proposte for-mative mirate. La quinta caratteristicaè la disponibilità a collaborare con altrefigure educative della comunità eccle-siale e a costruire collaborazioni e alle-anze con le risorse educative del territo-rio.

Di fronte ad una realtà molto varie-gata, che esige un'attenzione specificae competente, diventa ancora più neces-sario lavorare insieme in una seria pro-spettiva di pastorale integrata. Propriola necessità di favorire una certa specia-lizzazione esige che le comunità eccle-siali convergano su alcuni impegni fon-damentali: a) Riconoscere l'importanzadel presbitero e della sua missione edu-cativa. Da un lato egli opera come edu-catore, dall'altro ha il compito di guidaree coordinare le attività e le varie figureeducative di tutta la comunità. b) Soste-

nere la crescita umana e cristiana dellafamiglia e la vocazione educativa deigenitori. La famiglia è il luogo primariodell'educazione. Essa svolge la sua mis-sione non solo educando al suo internoma anche presso altre famiglienell'ambiente nel quale è inserita. Laformazione dei genitori poi non puòessere pensata come un aspetto a séstante, ma deve rientrare nella cura dellacomunità cristiana e della sua vitalitàcon figure formative capaci di dialo-gare e accompagnare i genitori. c)L'attenzione alle nuove urgenze forma-tive: la comunità deve chiedersi se inquesto momento non vi siano ambiti eluoghi o situazioni che richiedono per-sone adeguatamente preparate.

Ogni educatore può superare il timoreche la sua missione suscita, ricordandoche l'opera educativa non è nostra ma èdel Signore che ha educato ed educaognuno di noi e tutti noi. «Chi crede inGesù Cristo - scrive Benedetto XVI -ha un ulteriore e più forte motivo pernon aver paura: sa infatti che Dio nonci abbandona, che il suo amore ci rag-giunge là dove siamo e così come siamo,con le nostre miserie e debolezze peroffrire una nuova possibilità di bene».

Michele De Rosavescovo di Cerreto - Telese - Sant'Agata

Prolusione al convegno pastorale 21-23 ottobre 2013

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Sto guidando il pulmino ed ho con meun gruppo di consorelle filippine e brasi-liane che tra pochi giorni faranno la pro-fessione dei consigli evangelici in perpe-tuo, a Faicchio, nella nostra casa madre,ai piedi dell'altare della chiesa del Carminevicino alla tomba della Beata Serafina delSacro Cuore, la nostra cara e amata Fon-datrice delle «Suore degli Angeli».

Durante il nostro soggiorno a Faicchioun mattino soleggiante siamo andate inpellegrinaggio al Santuario della Madonnadelle Grazie di Cerreto per metterci sottola protezione della Vergine e per ringra-ziare la SS. Trinità per il dono della con-sacrazione delle nostre giovani compagnevenute da lontano.

Mentre guido, ammiro la natura chesi manifesta con tutto il suo splendorelungo il percorso parallelo al fiume Titer-no, tra Faicchio e Cerreto. Ripenso allamia vocazione, ai trent'anni di vita con lemie consorelle. Trent'anni! Sono passatiin un baleno, eppure li ricordo tutti, unoper uno, giorno per giorno… Le «Suoredegli Angeli» le ho conosciute a Napoli,mia città natale, prima da ragazza nellaloro scuola dove ero loro alunna, poi comeinsegnante esterna e infine una loro con-sorella. La vocazione è nata in me nelperiodo del mio insegnamento da laicanella loro scuola media S. Rita a Napoli,ma si è chiarita e rafforzata in questa terradi Faicchio dove talvolta mi recavo permeditare, allontanandomi dal chiasso edalla confusione di una città bella, macaotica come Napoli.

A Faicchio, accanto a madre Serafina,mi sono spesso posta la domanda «Perchéla vita consacrata? Perché proprio io, chenon ho nulla di speciale, che sono unacome tante?». Ho ripensato alla storiadell'Istituto: una giovane della provincia

di Trento, nata nel 1849 in un paesinochiamato Imer, sente che la volontà divinala vuole fondatrice di un Istituto di Suorededito all'adorazione della SS. Trinità,alla maniera degli Angeli adoranti, ubbi-dienti alla volontà di Dio e pronti a servirlonelle creature più amate, gli uomini fattia sua immagine e somiglianza. Per realiz-zare tale sogno Clotilde Micheli (chiamatain seguito suor Maria Serafina del SacroCuore) attraversa l'Italia fino a raggiungereBriano, alla periferia di Caserta, dovefonda le «Suore degli Angeli» il 28 giugno1891. Con le sue prime compagne propagala vita comunitaria e promuove un ferventeapostolato nelle parrocchie. Le sue primesuore arrivano a Faicchio il 2 gennaio

1899. Era un paesino inquel tempo quasi scono-sciuto. «Da Nazareth puòvenire qualcosa di buo-no?», rispose lo scetticoNatanaele a Filippo chegli proponeva di cono-scere il Messia. MadreSerafina, una donna in-trepida e molto attiva, fadella nuova casa diFaicchio la Nazareth delle«Suore degli Angeli», laculla dell'Istituto, siaperché qui per decennivengono formate intere

generazioni di suore, sia perché qui ellastabilisce la sua dimora fino alla morte,avvenuta nel 1911. La presenza del corpodella fondatrice ci assicura la sua maternaassistenza. Dopo cento anni dalla morte,il 28 maggio 2011, madre Serafina è statadichiarata Beata da Benedetto XVI. Daallora Faicchio è diventato luogo di pelle-grinaggio. Sulla tomba di madre Serafinaaccorrono persone da ogni parte del mondoper impetrare grazie e imparare ad amare,adorare e lodare da quell'umile donna ilnostro Dio Uno e Trino.

Perché madre Serafina si è consacrataa Dio? perché io mi sono consacrata aDio? perché tante consorelle si consacranoin perpetuo a Dio? Mi chiedo ancora «per-ché la vita consacrata?» di uomini e didonne?. Una domanda simile con rispostal'ho letta non ricordo dove, ma so esseredi S. Bernardo e suona più o meno così:«In che modo Dio mi ama? Infinitamente!In che misura io devo amare Dio? Smisu-ratamente!». Personalmente traduco così:«Poiché Lui gratuitamente si dona tutto ame, anch'io mi sforzo di donarmi tutta aLui». So che ama tutti e ciascuno di noi,anche se traccia un percorso diverso perognuno di noi. Conosce però il mio nome,il tuo nome, e desidera la mia, la tua e lafelicità di tutti.

Maria Rosaria Gambardella,Suora degli Angeli

Testimonianza di una Suora

PERCHE` LA VITA CONSACRATA?

Eccellenza Reverendissima, parlo conl'affetto di un compagno di seminario econ la riverenza di un presbitero versoun vescovo. Il «voi» che userò in questomio breve saluto non sarà assolutamenteformale, tantomeno di altri tempi. Sonoconvinto che dà a me la possibilità distabilire subito il giusto rapporto senzascadere in cameratismi inopportuni e avoi, insignito da ieri sera del grado som-mo del sacerdozio di Cristo, di rendervipian piano conto di quanta grazia si èriversata su di voi e di quanto serviziosiete chiamato a rendere.

La cattedrale di Cerreto vi accogliecon gioia! Da questa cattedra, sulla qualevoi oggi sedete, il sacro deposito dellafede in questa nostra Chiesa è stato ge-

losamente custodito e instancabilmentetrasmesso da una lunga serie di vescovidotti e santi. Anche noi, da seminaristie da sacerdoti, da questa cattedra abbiamoaccolto il magistero lucido ed infuocatodi Mons. Leonardo, studiato ed incisivodi Mons. Paciello, dotto e mite di Mons.De Rosa.

Ora l'amato Papa Francesco vi hachiamato a sedere come vescovo sullacattedra della Chiesa di Sessa Auruncaper custodire e trasmettere lo stesso sacrodeposito in quella antica comunità cri-stiana, che fa risalire le sue origini alpassaggio dell'apostolo Pietro.

Eravate abituato a sedere, col carismasacerdotale, sulla cattedra della scienza,anche se teologica, ora avete la pienezza

della grazia per essere ilbuon pastore che dà la vitaper le pecore perché Cristocontinui ad essere la Lucedei Popoli. Il vostro evi-dente amore a Lui fin daquando eravamo semina-risti ha guidato il vostroservizio presbiterale, orasarà la fonte del coraggioapostolico per impostareil vostro ministero epi-scopale, partendo dallapovera gente, dalle peri-ferie e usando misericor-dia, come instancabil-mente ci ripete PapaFrancesco.

Scriveva il Card.Martini che siamo nelsabato del tempo, incam-minati verso l'ottavogiorno. Siamo invitati avivere come pellegrini

nella notte rischiarata dalla speranza dellafede e riscaldata dall'autenticitàdell'amore. Tenendo conto di questo, iocome parroco e i fedeli della cattedrale,vi offriamo come dono simbolico unariproduzione del bozzetto pittorico (oliosu tela) che raffigura la Madonna sedutaaccanto alla tomba di Gesù, conservatonel nostro Episcopio, e che mi piacerebbechiamarla, tenendo presente una letterapastorale dello stesso cardinale Martini,«la Madonna del Sabato Santo». Moltevolte nelle riunioni presbiterali il piccoloquadro ha attirato il vostro sguardo e,certamente, ha mosso il vostro animo apensieri di fiducia e di speranza. La Ma-donna vi aiuti a guardare con pazienzae perseveranza a ciò che viviamo in que-sto sabato della storia, quando molti,anche cristiani, sono tentati di non sperarepiù. Vi renda sempre più cosciente chel'apostolato, la proclamazione del Van-gelo, il servizio pastorale, l'impegno dieducare alla fede, il generare un popolodi credenti, ha un prezzo, si paga «a caroprezzo». E' così che Gesù ci ha acquistati,come afferma il pescatore e suo primoapostolo Simon Pietro: «Voi sapete chenon a prezzo di cose corruttibili, comel'argento e l'oro, foste liberati dalla vostravuota condotta ereditata dai vostri padri,ma con il sangue prezioso di Cristo». Èun'intima consolazione pagare volentieri,in unione col Cuore di Cristo, questoprezzo della salvezza!

Sono, siamo contentissimi nel vedervivescovo e vi auguriamo tanta gioia epace, vi auguriamo un ministero episco-pale ricco di frutti. Preghiamo per voi evoi pregate per noi.

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Un saluto e tanti auguria Mons. Piazza

Mons. Orazio Franco Piazza è stato consacrato vescovo a Telese il 21settembre 2013. Il giorno dopo ha celebrato una Messa di ringraziamentonella cattedrale di Cerreto. Il parroco e vicario generale Mons. AntonioDi Meo lo ha accolto con le seguenti parole:

«La Madonna del Sabato Santo»

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Sotto la Protezione di Maria

Filippelli Maria e Antoniadi Pasquale e Olga Vicidomini (Cerreto)

Federico e Mila Vassallo di Vito e Lindanel giorno di prima comunione (Canada) Maria Guarino e Angelo Pernice con il loro primogenito Guido (San Salvatore)

Patrick di John e Michelle Baldino.I nonni Gemma e Paride (USA)

Petrocco Edoardodi Giuseppe e Diana Ferrigni (Roma)

Santillo Luigi e Chiarina Guarino diCastelvenere con la figlioletta Lina

Riccardo Parravicinidi Alessio e Ilaria (Lissone, MB)

Luca Zerella(Beltiglio)

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Matrimonial Santuario

40° di matrimonio

Filippelli Felice e Scetta Rosadi Castelvenere (16/IX/2013)

50° di matrimonio

Margherita e Salvatore Sagnelladi Castelvenere (7/X/2013)

Pasquale Romano e Concetta Cenicolaresidenti in USA (13/X/2013)

Pacelli Edmundo e Antonia Castellanetadi San Salvatore (19/X/2013)

Guida Francesco e Vincenza Razzanodi Puglianello (20/X/2013)

Esortazioni della Madonna a Medjugorje

CONSACRATI ALLA MADONNA

Bimbi in SantoVitale Pier Pasquale (25/V/2009),

Rosy (22/VII/2011)e Antonia Serena (22/IV/2013)

di Carlo e Cecilia De Simone(Frattamaggiore)

Filippelli Maria (24/I/2007)e Antonia (4/V/2010)

di Pasquale e Olga Vicidomini(Cerreto)

Lavorgna Luigi e Diana Federico(Cerreto)

tutti i miei figli, apostoli che diffonde-ranno l'amore fiducioso nel Padre Cele-ste e apriranno la porta del cielo. Carifigli, offrite ai vostri pastori la gioiadell'amore e del sostegno così come ilmio Figlio ha chiesto a loro di offrirloa voi. Vi ringrazio» (2/VII/2013).

* «Cari figli! Con la gioia nel cuorevi invito tutti a vivere la vostra fede eda testimoniarla col cuore e con l'esempioin ogni modo. Decidetevi figlioli di starelontano dal peccato e dalle tentazioni;nei vostri cuori ci sia la gioia e l'amoreper la santità. Io, figlioli, vi amo e viaccompagno con la mia intercessionedavanti all'Altissimo. Grazie per averrisposto alla mia chiamata» (25/VII/2013).

* «Cari figli! Anche oggi l'Altissimomi dona la grazia di essere con voi e diguidarvi verso la conversione. Giornodopo giorno Io semino e vi invito allaconversione perché siate preghiera, pace,amore e grano che morendo genera ilcentuplo. Non desidero che voi, carifigli, abbiate a pentirvi per tutto ciò chepotevate fare e che non l'avete voluto.Perciò, figlioli, di nuovo con entusiasmodite: “ Desidero essere segno per glialtri”. Grazie per aver risposto alla miachiamata» (25/VIII/2013)

Carmine Antonio Pacelli e Maria Pisanello di Castelvenere nel 60° anniversario dimatrimonio con il celebrante e familiari

* «Cari figli! Con la gioia nel cuorevi amo tutti e vi invito ad avvicinarvial mio cuore Immacolato affinchè Iopossa avvicinarvi ancora di più al mioFiglio Gesù perché Lui vi dia la suapace e il suo amore che sono il nutri-mento per ciascuno di voi. Apritevi,figlioli, alla preghiera, apritevi al mioamore. Io sono vostra Madre e nonposso lasciarvi soli nel vagare e nelpeccato. Figlioli, siete invitati ad esserei miei figli, i miei amati figli perchépossa presentarvi tutti al mio Figlio.Grazie per aver risposto alla mia chia-mata» (25/VI/2013).

* «Cari figli, con amore materno viprego di donarmi i vostri cuori perchéio possa presentarli al mio Figlio eliberarvi, liberarvi da tutto quel maleche vi rende sempre più schiavi e viallontana dall'unico Bene - mio Figlio,da tutto ciò che vi guida sulla via sba-gliata e vi toglie la pace. Io desideroguidarvi verso la libertà delle promessedi mio Figlio perché desidero che quisi compia completamente la volontà diDio, perché attraverso la riconciliazionecon il Padre Celeste, il digiuno e lapreghiera nascano apostoli dell'amoredi Dio, apostoli che liberamente e conamore diffonderanno l'amore di Dio a

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Risorgeranno nella luce di Cristo

Mario Mazzacanedi Cerreto

* 26/II/1941 + 20/VIII/2013

Ricciardi Leonardodi Castelvenere

* 11/IV/1929 + 21/VIII/2013

Pelosi Santinadi Cerreto

* 29/X/1937 + 12/IX/2013

Gizzi Giuseppedi Cerreto

* 12/III/1927 + 6/IV/2013

Leucio Pacellidi San Salvatore

* 3/VIII/1929 + 30/VII/2012

Ciabrelli Vincenzodi Castelvenere

* 21/V/1937 + 19/VII/2013

Romano Pelosi* 4/VI/1944

+ Inghilterra 7/IV/2013

Francescangelo Possematodi Solopaca

* 1/I/1956 + 21/XI/2012

Lucia Ciarleglio* 5/VIII/1925

+ USA 7/XII/2011

Ferretti Mariodi Castelvenere

* 28/I/1958 + 11/X/2013

Luigi Maglionedi Aversa

* 29/VIII/1924 + 28/I/2013

Biagio Tammarodi Cusano Mutri

* 29/VIII/1959 + 11/X/2013

Mazzarelli Carmeladi Massa di Faicchio

* 28/IX/1923 + 6/VI/2013

Luigi Manna* 26/I/1948

+ USA 11/V/2013

Giuseppe Federico* Massa di F. 11/IV/1941+ Inghilterra 23/II/2013

Maria Rosa Iuliani* 15/IV/1915

+ USA 26/VIII/2012

Martino Carmelinadi Solopaca

* 19/II/1958 + 17/X/2013

Giuseppe Portodi Faicchio

* 28/III/1942 + 11/VIII/2013

Rosa Durantedi Cerreto

* 2/V/1929 + 1/VII/2013

Grazia Giordano* Cerreto 30/IX/1934+ Australia 2/IX/2013

Santuario Maria SS. delle Grazie e convento dei Frati CappucciniCERRETO SANNITA (BN)

Carabinieri della capitaneria di Cerreto con il Vescovo Michele De Rosa e il Comandante capitano Alfredo Zerellaper la festa di Virgo Fidelis (21/XI/2013)

Pasquale Macolino e Eleonora Iuliano di Telese nel 50° anniversariodi matrimonio con le figlie, il genero e i nipoti (30/IX/2013)

Guarino Carmine e Ruggieri Elisa nel 25° anniversariodi matrimonio con i figli Gennaro e Fabio (San Lorenzello)