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 · 2016. 11. 8. · Partecipanti al seminario: Pierangelo Catalano, Angelo Falzea. Antonio o (moderatore), Antonio La Torre, Sandro Schipam. che occorre un «perfectum», o meglio

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  • !,,;:,, 3 , gri 2006

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  • „. , Tradurre il «Corpus Iuris» ...._

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    ---z. 'eléi Digestofilf z- - Antonio Guarino

    ha detto Cicerone, principe indiscusso degli aforismi, che

    s.r.nrtrl e inventurn et perfeclum» (cfr. Brut .71). Ecco, ad esem-

    iii mio. Nel 1994 ho pubblicato in SDFIT, 60 (v. ora Altre pagine

    itti : ontano 1120061 73 ss.) un articolo intitolato Giustiniano in lin -

    tike. Vi ho parlato dei problema delle traduzioni in generale e mi

    .

    feumato, in particolare, sulla versione in lingua tedesca del Corpus

    ,:s crvilis di• Giustiniano intrapresa, a partire dal 1990, da O. Behrends,

    . .-- gaiitel. B Kupisch e 11 1-1. . Seiler. Facendomi forze del noto detto ita-

    «traduttori-traditori» e di un paio di esempi presi dal primo volume

    . A .29.1 e 1. 4.1.2-31, ho concluso esprimendo francamente il dubbio

    ” li

  • • che occorre un «perfectum», o meglio un primo perfezionanie..1,W-en_ mie riflessioni del 1994. 1-lo omesso allora di tener presente el l A›. ri della cerchia dei giusto/i -unisti, vi è la cerdua ben pi ú ampaa e degli altri studiosi di storia del diritto, cioè del diritto antico postrarei e dei diritti non romani (via via sino agli ordinamenti giuridici conte4

    -- n'n. rane°, Di più, vi è l'accolita dei cosi detti «operatori deldiritto», nei so dei giudici, degli avvocati, degli altri pratici del diritto, per non n

    al—n In (e siano tutti i benvenuti) di quegli «uomini di cultura» generale ai .p.;,;,`, • faccia diletto raccogliere notizie anche del diritto di Roma amaca

    fonti antiche su cui si basano le nostre conoscenze di esso. Claannaiiia;; pure, tanto per semplificare, i «dilettanti», e non se ne parli pi o i see basta ai dilettanti (ai non giusromanisti professionali) la lettura eei ti uali giusromanisdci di volgarizzazione o anche, perché no?.

    deLeflv,r - grafie e dei saggi criticamente approfonditi? Certo, di solito taitn: vrebbe loro bastare, ma può talvolta anche non bastargli. La

    loro saperne di più non deve essere trascurata, anche perché (non sa un loro rilievo più o meno estroso può aprire gli occhi, dopn , anni di disattenzione, anche ai più disincantati specialisti e for

    preMir- la storiografia giusromanistica. Valga, una per tutte, la citazien moires d'Hadrien (1951) di Marguerite Yourcenar, quel capo!, • ( - rado (su cui mi sono ultimamente trattenuto in La coda dell'occ, - nal° 2006, n. 4), libro che ha messo in viva luce come mai prima alti t: carattere addirittura assorbente dell'interesse che il principe

    A 'A: - ebbe per le vastissime nazioni extra-italiche destinate a costituire tario e ben organizzato imperium Romanum subordinato alla R oma : ca, cioè alla civitas Romanorunr.

    . •. 348 ANI-0Ni° GUARINO

    3. Le mie riflessioni ad perficiendum non finiscono qui. A ben guar dare, la schiera quantitativamente maggiore dei dilettanti di diritto :o-na-no è costituita senz'altro dagli intenditori e particolarmente dagli ope tori giuridici: gente alla quale non riesce sufficiente far ricorso alle mer.rie di università e nemmeno ai pur numerosissimi prontuari fraseologici (che vanno, per citare i più recenti, da Ti latino in Tribunale del Guirnaldi e di altri, pubblicato nel 1999, sino a quello elegantissimo di Detlei lateiniscbe Rechtsregeln und RechtssprichwOrter, ripubblicato in sesta ed: zione a .Miinchen nel 1998) per saperne di diritto romano_ Dire «erten ternpore potior iure» o sentenziare che «in pari causa turpitudinis mehor est candido posndentis», è sempre meglio che niente, non vi è dubbie Ma un uomo di buon gusto ama non ignorare che dietro al primo detta n è quanto meno una costituzione di Caracalla (cfr. C. 8.17.3) e che condii brocardo si rifà, tra l'altro, ad un'affermazion e di Ulpiano (d'e D. 3.6.5.1); anzi spesso si compiace, se ha tempo, di andare a rendersi con -e della cosa sulle fonti. Ora ecco il punto, Le-nostre fonti di cognizieac sono tante, sono scritte in latino e talora in greco, sono spesso difficil a capirsi ed a farsi mettere insieme, l'una accanto all'altra, anche a Kr , ti:: dere dalle difficoltà delle lingue. Che fare dunque per superare questi Ostacoli e per non essere costretti alla rinuncia e ad arrendersi alla banali-

    IL CIRCOLO DEI DIGESTOFILI 349

    _ dei Grande Fratello televisivo? Calma, amici dilettanti, sopra tutto cal-

    • — arrivare in vostro aiuto le salmerie delle truppe speciali gin- '. P'3 ' .° gai-

    che. Non vi accontenta il Breviariurn iuris Romani (quinta ediz.

    V:aCC117,0 Arangio-Ruiz e di Antonio Guarirlo (ove potete legge-

    • nen tradotte in lingua viva, le Istituzioni di Gaio in parallelo con

    Giustiniano, nonché una larga scelta di passi, particolarmente o rdinati secondo un sistema civilistico moderno)? Non vi va

    bene 'tra. le tante altre che si trovano sul mercato, la ricca raccolta di

    men ti modernamente sistemata da Erain Scharr nel suo Rómisches

    -00i con attenta traduzione (stessa peraltro in lingua tede-

    , , no praticamente inaccessibili le traduzioni in altre lingue (tede- ..: :aannola, francese, inglese, olandese eccetera) del Corpus rigai civiiis

    esistono o sono in corso di edizione? Anche la vecchia e ingiallita

    ' -iene italiana del Corpus s'unii (peraltro oggidí, virtualmente introva-

    .,,e pubblicata dal nostro G. Vignali tra il 1856 e il 1862 non vi soddi-

    :t ' E

  • 350 ANTONIO GUARINO IL CIRCOLO DEI DIGESTCIFILT 351

    dei «dilettanti», con la proposta di un completamento della :eas posta che farò, per attenermi alla metafora del dilettantismo, sionista», e piú precisamente da navigato docente di diritto studenti universitari. Sarò breve.

    5. Anzi rutto, dunque, va sottolineata con piacere la limine dell'opera ai 50 libri dei Digesta seu Pandectae. E infatti, diciamo c i rità. A prescindere dalle Institutiones Iustiniani Augusti, che so,:, ' manuaietto troppo esiguo per interessare un lettore dilettanr e ah, chezza ed alla varietà dell'esperienza giuridica di Roma antica, cie e rende meno accessibile o gradevole la Compilazione giustiniane a .e. s ;_. -,e, so lato (comprensivo delle Novelle) è l'ammasso delle costituzioni

    ifITh. riali del Codex repetitae praelectionis. Anche se sono sfrondate (:, -,.11e .72 ; bosissime introduzioni e considerazioni che si leggono nel Codex Theodosianus e altrove, esse sono dure da digerire nei loro &n'e mi imperiosi. Non dico che quelle costituzioni sono indigestepercii; .- ce drei nella trappola di un gioco di parole da quattro soldi, ma è e seen . zialmente dai Digesti che un lettore dilettante del Corpus iterie può the-re e spesso trae il suo diletto. Non a caso i corsi universitari di diritú romano approfondito vengono o venivano spesso qualificali m ital.: - come «co-.-si di Pandette». E che in essi, per una via O per l'altra, line. resse del discente e degli studenti si concentra, all'ottanta o al novaie : per cento, sulle discettazioni dei iurisprudentes. sulle dispute fra Sabinia-ni e Proculiani, sui rilievi di Salvio Giuliano o di Emilio Papiniano

    o di _:._. Giulio Paolo o di Domizio Ulpiano, insomma sul materiale ricehissinai-: contenuto nelle Pandette. Faccio un caso specifico: Che cosa si nersa so-litamente di Carlo Goldote? Si narra (anzi, se ricordate, è egli stesso a: narrarlo nei suoi Mémoires) che, nato a Venezia nel 1707, chiuse una vi.: n, vace giovenní ottenendo la laurea in legge a Padova nel 1731, ma che. •:- dopo alcuni altri anni di intermittente e svogliata professione di avvocafee" m, Goldoni prese il coraggio a due mani e fini per «imbarcarsi» (h o dee_ - to bene?) nella sua vera vocazione, quello del teatro. Gettò via pc: scre-pre le Pendette, delle quali nelle sue opere ricordò e rimpianse, se pet rimpianse, poco o niente. Gran fortuna, chi può negarlo?, per lalittera Luna italiana. Anche se, a ben pensarci, una rilettura attenta delle CM:. medie golcloniane, cominciando dal Momolo Cortese» nella prima stese ra dei 1738, dà abbastanza netta l'impressione (ve lo assicura un . veerieo amatore che questa rilettura l'ha appunto fatta recentemente), I :'1e-pressione, dicevo, che il diritto romano appreso a Padova traspare see so lucidamente dalle scene e dalle battute, invitto. (Fateci caso. in, n-randolina de La locandiera sa amministrare giustizia tra i suoi anni-Ai-ne-ri in modo ben pii equo, verosimile e garbato di quanto non faccia :p Porzia dello shakespealiano Mercante di Venezia nei confronti di disgraziato di Shylok).

    6. Attenzione però (eccoci alla proposta). Aprire í Digesta e :r1,;:31 farsi senz'altio nella loro lettura è già piuttosto difficile per un prefen

    diritto romano, ma per un dilettante, sia pure intelligente e .í7étisa difficilissima, quasi impossibile. Occorre dunque che il

    nga di una guida esperta e loquace, oppure di materiali di orientamento. Infatti, a parte che solamente un

    ,& e :'''--•-7g può credere che la commissione presieduta da Triboniano ab-

    '-so ee e, n insieme la raccolta in appena due o tre anni, a parte cioè che

    che probabilmente preceduta da varie selezioni e antolo---tr,.,1=72 23, - degli anni e secoli anteriori (i casi detti epiedigesti»), a per-

    la struttura organica dei Digesti assomiglia ben poco al sistema

    t2,2-7,4iarico in cui i Digesti stessi furono riversati metodicamente dagli sta-

    si dell'Ill-aminismo. Tanto meno la struttura tribonianea assomiglia,

    v ere all'ingrosso, all'ordine adottato (peraltro, come si sa, non uni- een te) dalle trattazioni di diritto contemporanee. In linea molto

    e7Feesimativa, le Pandette, quelle originali, si adeguano alla disposizio-

    ' delle materie tradizionalmente accumulatesi durante vari secoli nel- l'es'icene perpetuum dei pretori, cioè degli amministratori della giustizia e-oinasia. Un «ordine», quello dell'editto perpetuo, che Teodo-r MUUCMSerl (sommo studioso che affermazioni cosi drastiche se le po-

    n-teeta permettere) qualificò puramente e semplicemente come «disordi- eeer- rise Non. vi invito a ricordarvi delle descrizioni della Parigi anteriore

    alk ristrutturazione operata sotto Napoleone M da Georges-Eugène - Hausnian, cioè alle descrizioni che si leggono nei Tre moschettieri di

    Durn,-3 o nella Natre Dame di Hugo. Mi basta esortarvi a vincere il rac- : end„ccio ed a pensare, lasciando da parte la solita Napoli, alla Roma

    ele.í nostrigioriú con tutti i suoi bivii ed i suoi «sensi unici». Se non di---s'Once ch una pianta assonometrica trúnuziosa e diramata non prima di l'altro ieri, cioè non prima dell'ultima variazione del traffico, state a serelre, impazzirete. Cosí appunto i Digesta Iustiniani. I quali sono per-

    ., reerfaili da un uomo di buona cultura ma privo di specializzazione giu- : sennanistica, solo a condizione di seguire la proposta che qui avanzo:

    culla di corredare la versione italiana non soltanto con qualche «pian-:a» di orientamento nei dedali dei libri e dei titoli, ma anche e sopra tetra di arricchirla con un dettagliatissimo «indice alfabetico delle mate-ree.. Indice analitico che sia redatto ricorrendo alle voci dei piú moder-i- trattati e manuali di diritto privato e di diritto pubblico attinenti agli e.{::_ruménti continentali e altresi agli ordinamenti anglosassoni.

    7. Per concludere questa nota, un augurio. L'augurio è che la tra-duzione italiana dei Digesti, per ora soltanto agli inizi, giunga al più pre-sto a compimento ed abbia, con le integrazioni che ho proposto, succes-SO e larghissima diffusione. Non solo. Mi auguro vivamente che nei principali centri culturali italiani si costituiscano intorno ad essa dei luo-gh: di incontro e di gradevole trattenimento: dei circoli (per non chia-ma clubs) di «Digestofili». Circoli vivi e vitali, sia chiaro, non confra-te:mire mortuarie. Circoli in cui (analogamente a certi altri, che sono de-tteci al ricordo di grandi autori, per esempio a Giuseppe Verdi) i soci r.0 anziani e più degni vengano onorati, vita natural durante, dal nome

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    352 ANTONIO GUARINO

    di uno dei giureconsulti romani: nel qual caso, a scanso di r ni, consiglierei L sorteggio perché a tu ti piace essere denominati id Mucio o Salvio Giuliano, ma pochi gradiscono a nome di Modesti peggio, quello di Fatturaci° Clemente. Ed auspico che alle letti., alle discussioni (magari anche alle conferenze e ai eonvegnl) si ago

    : no, con ovvia moderazione, i lieti trattenimenti conviviali, le gios serate in onore di Ofilio o di Ulpiano, Magari le partite a cazte se < regole nuove, diverse da quelle noiose dello scopone, del rsette bridge. Partite da giocarsi eventualmente con Fuso di carte ad b9c , Giustiniano figuri come il Re, Teodora figuri come la Regin a e

    • Fante si faccia posto a Triboniano (per il jolly suggerirei Procol Cesarea, Fautore della Storia arcana). E perché non anche una so «gioco dell'oca»: in cui, se i dadi vi fanno incappare nella cas e

    • quello sgarbato di Celso figlio dovete retrocedere a quella di Q • Mucio, e cosi via dicendo? Insomma evitatemi di dire con Dant e

    10.25): «Messo t'ho innanzi, ormai per te n ciba». Vi ho dato lo 9 : ed ora immaginate, immaginate, immaginate tutti i possibili s vii

    Solo una raccomandazione: non giocate d'azzardo sui Diges-A Q u dilettanti non possono permetterselo. Basta e avanza che lo fac spesso, troppo spesso, i professionisti, cioè i giusrornatusti «en fare

    Napoli_ misno Cu,

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