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Le startup in Italia: mercato, strumenƟ e valutazioni i quaderni Associazione Italiana degli Analisti e Consulenti Finanziari Luglio 2017 online ISSN 2280-949X 175

2017 QUADERNO AIAF 175 STARTUP-con aggiunta quartino · Analisti e Consulenti Finanziari. 3 Indice CAPITOLO 1 IL CONTESTO DI MERCATO di Giovanni Ciraolo 1. Le startup in Italia, qualche

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Le startup in

Italia: mercato,

strumen e

valutazioni

i quaderni Associazione Italiana degli Analisti e Consulenti Finanziari

Luglio 2017 online

ISSN 2280-949X

175

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Associazione Italiana degli Analisti e Consulenti Finanziari

costituita nel 1971

Consiglio Dire vo Presidente: Alberto Borgia Vice Presidente: Simone Bini Smaghi Tesoriere: Stefano Volante Consiglieri: Giovanni Barone, Maria Giovanna Cerini, Luca Comi, Luca D’Onofrio, Luca Francesco Franceschi, Angela Mon , Antonio Tognoli, Massimiliano Vecchio Collegio dei Revisori Presidente: Paolo Citoni Membri Effe vi: Fabio Sposini, Alberto Tron Membri Supplen : Marco Capu , Guido Gue a Collegio dei Probiviri Presidente: Andrea Gasperini Membri Effe vi: Paolo Balice, Teodoro Loverdos Membri Supplen : Alex Bolis, Emanuela Fusa

Sede e Segreteria Segretario Generale: Franco Biscare di Ru a Segreteria: Ivana Bravin, Ka a Diani, Monica Berto, Sabrina Napoli Corso Magenta, 56 - 20123 Milano Tel. +39 0272023500 r.a. Fax +39 0272023652 sito Internet: www.aiaf.it—e-mail: [email protected] AIAF Formazione e Cultura Srl unipersonale Presidente: Alberto Borgia Amministratore Delegato: Giovanni Camera Consiglieri: Giovanni Barone, Luca Comi, Luca Francesco Franceschi, Stefano Volante (Tesoriere) Segretario del Consiglio: Franco Biscare di Ru a Dire ore della formazione: Silvio Cere

Organismi internazionali EFFAS European Federa on of Financial Analysts Socie es ACIIA® Associa on of Cer fied Interna onal Investment Analysts www.effas.net — www.aciia.org

Soci Sostenitori: Intesa Sanpaolo – Mazars Italia – Poste Italiane – Tendercapital – UBI Banca – UniCredit Group Soci Corporate: Finanziaria Internazionale Investments SGR

I Quaderni AIAF online n. 175

Le startup in Italia: mercato, strumen e valutazioni

Gruppo di Lavoro di AIAF Start up. Metodologia di rilevazione e ges one delle nuove imprese innova ve

Consigliere Responsabile Gruppo di Lavoro Alberto Borgia

Ideatore Gruppo di Lavoro Paolo Balice, Past President AIAF 2011-2017

Autori Carlo Angelini Dottore Commercialista in Roma, Socio Aiaf

Giovanni Ciraolo Dottore in Scienze Politiche-Relazioni Internazionali, Certificate of Mathematics, Socio AIAF Paolo Maresca Partner Peiras, Socio AIAF Flavio Notari Dottore Commercialista e Revisore legale, lecturer in Financial Accounting, Socio AIAF

i quaderni aiaf online Direttore Responsabile Ugo Bertone

Chiuso in redazione Milano, 31 luglio 2017

Il contenuto del presente Quaderno esprime l’opinione del Gruppo di lavoro

Anno inizio pubblicazione: 2012

Editore

AIAF Associazione Italiana degli Analis e Consulen Finanziari

© Copyright 2017 AIAF Associazione Italiana degli Analisti e Consulenti Finanziari

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Indice CAPITOLO 1 IL CONTESTO DI MERCATO di Giovanni Ciraolo

1. Le startup in Italia, qualche numero 5 2. Business Plan e Business Model 6 3. Finanziamento generale delle startup 8 4. Sistemi nazionali di aiuto e supporto 9

CAPITOLO 2 PROFILI LEGALI E FISCALI di Flavio Notari

1. La definizione legale di impresa “innova va” 11 2. Agevolazioni in tema di startup e PMI innova ve 14 3. Incen vi per l’innovazione da parte delle imprese 25 Tabella Compara va 28

CAPITOLO 3 STRUMENTI ITALIANI ED EUROPEI PER FINANZIARE LE STARTUP di Carlo Angelini

1. Premessa 31 2. Strumen italiani 31 3. Strumen europei 32

CAPITOLO 4 LA VALUTAZIONE DELLE STARTUP di Paolo Maresca

1. Metodologie di valutazione delle Startup: obie vi e approccio 48 2. Classificazione delle metodologie di valutazione u lizzate 49 3. Criteri di scelta della metodologia di valutazione 50 4. Obie vi e stru ura del Business plan 50 5. Sviluppo degli inves men in Italia ed exit 52

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Indice ALLEGATI: Allegato 1: 53 ASPETTI QUALITATIVI DELLE STARTUP di Giovanni Ciraolo

Allegato 2: NORMATIVA E PROPOSTA IN TEMA DI INVESTIMENTO DEI FONDI 61 PENSIONE IN STARTUP E IMPRESE INNOVATIVE di Giovanni Ciraolo

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IL CONTESTO DI MERCATO 1. Le startup in Italia, qualche numero Le startup sono società originate da idee innova ve che si trasformano progressivamente a raverso processi di incubazione ed accelerazione da un capitale iniziale inves to nella ricerca di prodo e servizi fino a testare successivamente il mercato rendendo scalabile l’impresa da parte di inves tori intermedi ed acquiren finali; ques ul mi non solo investono e traggono benefici fiscali, ma possono contribuire alla ges one di impresa ed al suo valore di mercato.

Le startup registrate in Italia a fine 2015 erano circa 6.300 ed i ricavi da bilanci 2015 pari a circa 585 mln di euro; il numero complessivo dei dipenden e dei soci a fine 2015 era pari a circa 35.000 unità; il numero di startup a fine aprile 2017 è cresciuto fino a circa 7.100 unità; il fa urato medio a persona è basso e non remunera il lavoro, mentre i debi finanziari sono pari a circa il 60% dell’a vo per le aziende che presentano un indebitamento (fonte MISE). Peraltro, le imprese basate sull’innovazione superano i da delle startup registrate e comprendono almeno 10.000 società (vedi PMI.it).

Una recente ricerca di Leanus concentrata su bilanci comple di startup nel 2015 evidenziava ricavi medi per € 133mila con un Ebitda nega vo sul fa urato del 25% ed inves men medi per € 61mila e debi finanziari per € 54mila. Un campione proporzionalmente comparabile di PMI evidenziava 5 volte il fa urato delle

startup registrate nel 2015 con una occupazione 10 volte superiore (45 contro 4,5). La stessa fonte Leanus in relazione al 2016 fornisce valori di Ebitda e valore aggiunto in crescita.

Con riferimento ai casi di grande successo di startup con fa urato molto rilevante e ad oggi consolidato, vi è una sola azienda italiana (Yoox) a fronte di 7 aziende in Svezia, 3 in Francia e 3 in Israele. In compenso, la diffusione delle startup avviene in tu a la penisola, anche se con una forte presenza in Lombardia: ad esempio la Campania ha frequenze simili al Piemonte. Ciò conferma che il tallone di Achille del nostro sistema è la dimensione: solo 100 startup hanno un fa urato di almeno 1 mln euro (fonte Leanus MF). I capitali iniziali

sono anch’essi bassi, e nel 2015 il 70% delle startup avevano iniziato con un capitale sociale versato inferiore a € 5,000; 50% sono scomparse nel 2014 a 3 anni dalla nascita (da Cerved).

(Fonte: Convegno su Open Innova on, Saint Vincent, 1-2 luglio 2016, Leanus Osservatorio Startup innova ve) Riferimen u li:

Steve Blank iden fica la strada che porta dalla piccola impresa alla startup: h ps://www.youtube.com/watch?v=CIA9ikESXYI

Eric Ries cita ciò che fa crescere la startup (engines for growth): h ps://www.amazon.it/gp/product/B00LA95B68?redirect=true&ref_=docs-%AD?os-%AD?doi_0Grow

Crescere la startup come business globale: h p://www.addisonandco.co.uk/the-7-stages-of-business/

Le startup in

Italia: mercato,

strumen e

valutazioni

Settori di attività delle startup in Italia Ruolo aziendale degli startupper

Dati grafici: Osservatori.net – Politecnico di Milano

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2. Business Plan e Business Model La legislazione italiana, collegandosi con gli is tu giuridici esteri, ha inteso dare un profilo specifico e garan to da un registro speciale alle imprese totalmente fondate sull’innovazione che si affiancano alle PMI tecnologiche già esisten da tempo. Una startup è una impresa incentrata sulla creazione di valore e la ca ura almeno parziale di questo valore a raverso processi di innovazione con nua: per essa non può solamente valere, quale strumento di ges one, il tradizionale Business Plan. Quest’ul mo viene abitualmente costruito sulla contabilità base di una normale impresa assumendo un preciso scenario

strategico e di mercato: non sono previste infrastru ure complesse di R&S e vengono considera dei mezzi finanziari consisten con la pianificazione di cash-flow e di risk management. Accanto al Business Plan, il piano di marke ng comporta delle date specifiche per il lancio dei propri prodo e per l’elaborazione di un ming di approccio al mercato con funzioni aziendali che costruiscono al passo l’iter strategico dei processi aziendali, non ripetu in forma itera va.

Al contrario del Business Plan, le startup introducono un Business Model in cui, diversamente dalla coerenza predefinita delle variabili di stato di

un’impresa ordinaria (infrastru ure, mezzi finanziari, management funzionale, processi lineari, costruzione incrementale dell’azienda), si ado a per il futuro ipotesi strategiche e di mercato costantemente testate e verificate a fronte di complessi inves men in R&S e di un team iniziale completo e fortemente innova vo. Contrariamente alla finanza del Business Plan, la startup predispone un minimo indispensabile di mezzi finanziari prevedendo una espansione non troppo rapida (un periodo di grazia) ed un management avanzato delle situazioni di crisi con una esecuzione itera va del Business Model ed una assenza di concentrazione su date specifiche per il lancio dei propri prodo .

Un business model può essere descri o da un insieme di relazioni, riassunte in un Business Canvas (A uazione del Business Model: il Business Canvas).

Il modello di “innovazione aperta” (Open Innova on) che si è sviluppato negli ul mi anni nel mondo imprenditoriale ha di fa o sos tuito il precedente approccio di “innovazione chiusa” (Closed Innova on) che prevedeva negli anni passa un modello di business basato su singole decisioni e cambiamen di mercato con “anelli” di crescita incrementale delle innovazioni. Esistevano singoli gruppi imprenditoriali e decisioni definite di sviluppo tecnologico con un ritorno programmato sui profi e vendite aziendali. Questo processo è entrato in crisi quando l’innovazione si è cross-fer lizzata in più se ori produ vi ed i cos di sviluppo sono

Formazione degli start upper Livello di istruzione dello start upper

Età degli startupper

Dati grafici: Osservatori.net – Politecnico di Milano

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divenu enormi e non più sostenibili da parte di singole imprese. Le concentrazioni di ricercatori nelle grandi imprese hanno perso ogni cara ere esclusivo e la compe zione è diventata totale.

L’approccio di Open Innova on riguarda gli sforzi con i quali le imprese di oggi collaborano e condividono risorse e conoscenze dire e verso prodo e servizi che sempre più rapidamente vengono offer sui merca a “gi ata” con nua. In questa dinamica, sempre più grandi gruppi si

alleano con piccole imprese capaci di sviluppare tecnologie di “cambiamento del gioco compe vo”. Tra queste, in primo luogo, anche startup. Nel processo innova vo basato sull’esterno (“outbound”), le decisioni imprenditoriali da intraprendere riguardano il “keep and sell”, cioè il mantenere o meno il possesso di tecnologie la cui commercializzazione può avvenire in varie forme: a raverso joint venture di asset complementari a quelli del partner; mediante cessione di proprietà industriale (con il

coinvolgimento di nuovi intermediari mondiali come Ocean Tomo); e con lo spin-off di tecnologie interne in cambio di quote azionarie (che nel caso Xerox ha una probabilità di successo di 1/3). In questo processo sono incorporate molte differenze di cara ere culturale e di a eggiamento verso il rischio e sopra u o si richiede un forte orientamento verso il talento imprenditoriale poiché i managers di grandi imprese si fanno trovare impegna prevalentemente nei pun più strategici dei processi negoziali.

Relazioni di clientela Segmenti di clientelaChi sono i nostri partners chiave? Per chi stiamo creandoChi sono i nostri fornitori chiave? nostra proposta di valore? valore?Quali risorse chiave stiamo acquisendo Chi sono i nostri clientidai nostri partners? più importanti?

Quali sono gli archetipidi clientela?

Quali esigenze dei clienti stiamo soddisfando?

dalle nostre proposte di valore? Qual è il minimo prodotto realizzabile?

Quali sono i costi più importanti inerenti al nostro modello di business? Per quale valore i nostri clienti vogliono realmente pagare?Quali risorse chiave sono le più costose? Per cosa stanno pagando?Quali attività chiave sono più costose? Qual è il modello di ricavi?

Qual è la tattica di pricing?

Source: www.businessmodelgeneration.com/canvas. CANVASCONCEPT DEVELOPED BY ALEXANDEROSTERWALDER AND YVES PIGNEUR

Quale dei problemi dei nostri clienti

Quali insiemi di prodotti e servizi

vogliono essere raggiunti?

CanaliRisorse chiave

Quali risorse chiave sono richieste

I nostri canali distributivi?Le relazioni di clientela?

Quale valore forniamo al cliente?

Partners chiave

dai nostri partners?Quali attività chiave sono realizzate

Attività chiaveQuali attività chiave richiede la

I nostri canali distributivi?

stiamo aiutando a risolvere?

Proposte di valoreCome acquisiamo, manteniamo e cresciamo

Come altre società li raggiungono attualmente?

Attraverso quali canali i nostri segmenti di clientela

Quali funzionano meglio?Quali sono più cost-efficient?

I flussi di ricavi?

clienti?Quali relazioni di clientela

abbiamo stabilito?

Come li stiamo integrando con leroutine di clientela?

Flussi di ricaviStruttura di costo

Le relazioni di clientela?

Quanto sono costose?

Come sono integrate con il restodel nostro business model?

stiamo offrendo ad ogni segmento?

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Qui l’approccio di Open Innova on individua pun irrinunciabili nei rappor tra partners: l’onestà delle relazioni, la non invasività degli scambi di informazione ed il disegno di archite ure organizza ve capaci di determinare decisioni rapide alle sfide impreviste.

3. Finanziamento generale delle startup Le startup si finanziano nel tempo a raverso una serie di strumen : capitali propri iniziali e studi di fa bilità; incen vazione fiscale degli inves tori e venture capital; crowdfunding e private equity. Gli inves men in startup sono considera “alterna vi” per separarli da quelli già regolamenta dell’asset management tradizionale (fondi comuni, ges oni, fondi pensione, toli sovrani e di imprese ad alto ra ng); si può dire che gli interven di finanziamento di debito delle startup comprendano: una finanza agevolata so o forma di

pres (anche non rimborsabili) e credi d’imposta da parte di autorità locali, Camere di Commercio, Ministeri governa vi e UE, sopra u o des na ad internazionalizzare le startup e favorire proge in zone depresse;

una possibilità nel breve termine di migliorare il fa urato, la liquidità e gli indici di rotazione a raverso il factoring e sopra u o con l’indebitamento garan to da fa ure la cui combinazione con lo scoperto c/c deve o mizzare il rapporto tra benefici di flessibilità e costo del debito più alto;

un finanziamento delle transazioni (anche M&A ) con leva elevata a raverso strumen mis di po “mezzanine” dire amente contra verso un obie vo di crescita/acquisizione di liquidità finale;

per chi non rientra nei canali convenzionali, il ricorso al microcredito che sos tuisce alle garanzie una professionalità dire a per erogazioni di piccola en tà.

I principali a ori di finanza specializzata delle startup sono:

fondi di equity raccol con il crowdfunding, che consentono di lanciare a raverso portali registra delle campagne di finanziamento dire amente rivolte ad inves tori singoli perme endo di ricavare un capitale eme endo una combinazione di quote offerte (spesso anche piccole); in Italia, a maggio 2016 risultavano 20 portali autorizza (tra i maggiori: StarsUp, Assiteca Crowd, Next Equity, TIP Ventures, CrowdFundMe) con 15 offerte chiuse con successo (su 42 promosse da 39 startup) ed un target medio di raccolta per ogni offerta di € 323,2 mila, con un capitale raccolto di € 3,73 mln.;

fondi di venture capital provenien da inves tori strategici, anche grandi imprese (GE, IBM, Cisco, Intel, Honda, NEC, Chevron) che investono dire amente in tecnologie consentendo un vasto accesso al mercato sia pure lento e

pizzato. A livello specifico e nelle startup una pianificazione del processo proposta -> decisione normalmente impiega dalle 12 alle 18 se mane (analisi delle varie

ar colazioni del Business Model, presentazioni agli inves tori, negoziazioni dei termini di inves mento e documentazione finale con infine il funding).

Per il Venture Capital occorre curare le clausole di uscita dall’inves mento nelle startup (Tag-Along, uguaglianza di condizioni per la minoranza dopo l’uscita della maggioranza; Piggyback, vendibilità in caso di IPO di dismissione delle azioni nella pubblica offerta; Drag-Along, diri degli azionis di maggioranza di compa are gli altri in una vendita) con protezione dalla diluizione del Capitale e i diri di approvazione.

La startup non può eludere il problema di come presentarsi di fronte agli inves tori specializza ed in par colare al Venture Capital. Una valida proposta di inves mento in s le Lean Startup deve fornire 10 slides leggibili in 10 minu tra cui: cosa facciamo; chi siamo; come pensiamo di fare u li; cosa chiediamo agli inves tori; una demo; la “salsa segreta” tecnologica; un’analisi di mercato; una Valutazione compe va; infine, il lancio sul mercato ed un Business Model con parametri finanziari e milestones.

Il crowdfunding è la tecnica alterna va a raverso cui le imprese innova ve finanziano i propri proge nel mondo a raverso la Rete rivolgendosi ad ampi gruppi di individui, con impor annuali raccol di diversi miliardi di dollari (vedi: Crowdfunding Industry Report, nel 2014 oltre 16 miliardi). Ricerche condo e di recente sul crowdfunding nel nostro Paese da parte dell’Osservatorio del Dipar mento di

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Ingegneria Ges onale del Politecnico di Milano sembrano indicare come in Italia vi siano mol proge di natura non propriamente commerciale ma benefica o culturale e che tra i proge di business finanzia con crowdfunding mol impieghino lo stesso tempo di sviluppo delle altre pologie finanziabili e non abbiano ancora un sostanziale successo di raccolta visto che l’80% dei proge impiegava fino a qualche tempo fa non più del 5% del capitale messo a disposizione dagli inves tori.

In ul ma analisi, esistono 4 pi di pia aforme di crowdfunding: quelle equity-based che consentono la so oscrizione di capitale di rischio di una startup da parte di gruppi a raverso emissione di azioni o valori negoziabili; vi sono poi le pia aforme di donazione, dove il funding viene gius ficato dalla filantropia o dalla sponsorship; abbiamo anche le pia aforme credi zie, dove si so oscrivono toli o contra di debito; infine, le pia aforme di ritorno-inves mento comportano per l’inves tore l’aspe a va di un premio. Le pia aforme di po equity crescono meno delle altre, anche perché in alcuni Paesi risultano frenate dalle regolamentazioni pubbliche del se ore finanziario; ma il finanziamento unitario di imprese innova ve a raverso questo canale è mediamente molto superiore agli altri.

In Italia ormai il crowdfunding prospe a oltre un cen naio di pia aforme (erano 82 nel 2015) con un numero di donatori che flirtava il milione a fine 2015 ed un giro d’affari oscillante intorno ai 60 milioni di euro. L’occupazione dire a creata da queste

pia aforme è modesta, ed anche se i proge che aspirano al finanziamento non sono mol ssimi in ragione di crescita percentuale appare interessante notare come il P2P lending, cioè il pres to tra priva a raverso pia aforme online, s a me endo decisamente piede nel nostro Paese. Una occasione questa anche per le banche di cercare le proprie garanzie nell’imprenditorialità dire a dei ci adini che si affianca, da sempre, allo strumento consor le e delle imprese di rete. Riferimen u li:

h p://www.comeaprire.it/category/startupper/

Inves men in startup – maggiori operazioni in marzo 2017: h p://blog.startupitalia.eu/73913-20150401-ecco-i-12-inves men -in-startup-fa -a-marzo-e-in-quali-se ori

“The startup Owner’s Manual – the step-by-step Guide for building a great company – Steven Blank and Bob Dorf - K&S RanchInc, 2012”.

Ref. M. G. Colombo, C. Franzoni, C. Rossi-Lamastra, Entrep. Theory Pract. 39, 75 (201)

4. Sistemi nazionali di aiuto e supporto Allo scopo di incoraggiare la comunità d’affari ad inves re denaro in piccole imprese altrimen ritenute troppo rischiose, il governo britannico ha creato l’EIS (Enterprise Investment Scheme). Queste sono state buone nuove per le startup poiché lo schema agevola vo può essere u lizzato per

premiare gli inves tori con tagli fiscali ed a rarne di nuovi aumentando di molto la probabilità di o enere risorse finanziarie. Lo schema offre agli inves tori un insieme di gra fiche ed incen vi quali ritorni di un inves mento in piccole e rischiose società.

Per esempio, agli inves tori viene offerto un alleggerimento fiscale proporzionale al costo delle azioni acquistate a raverso lo schema e, nel caso di perdite subite vendendo le azioni EIS, gli stessi inves tori avranno

tolo ad una mi gazione fiscale tagliando così ulteriormente il proprio carico.

L’inves mento in EIS viene considerato appropriato per società con uno sviluppo ancora precoce e con bassi livelli di staff ed a vi. Così lo schema gioca un ruolo vitale nell’aiutare le startup britanniche. Nel Budget finanziario del 2011 sono sta annuncia cambiamen al sistema EIS. Tra i più importan vi è stato l’aumento dell’abba mento fiscale dell’imposta sul reddito dal 20% al 30%; ciò significa che gli inves tori hanno ulteriori ragioni di finanziare una società a raverso l’EIS ed aumentano le possibilità delle startup di assicurarsi un finanziamento appropriato. Anche in Italia l’incen vo fiscale agli inves tori con il provvedimento Industry 4.0 è del 30% ma la base di inves mento in startup appare molto inferiore a quella britannica e chi investe spesso non dispone dei servizi di valutazione e di consulenza presen in UK anche nella pubblica amministrazione.

Nel quadro dell’EIS si può beneficiare

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fino a £ 500,000 di inves mento da parte di un singolo inves tore in un determinato anno fiscale e fino a £ 2m globalmente tramite l’inizia va. Anche qui gli ul mi provvedimen italiani tendono ad avvicinare i nostri sistemi.

In Francia, il disposi vo Oséo è dal 2005 un raggruppamento di varie organizzazioni finanziarie che aiutano l’innovazione (ANVAR) ed erogano finanziamen alle PMI (con la BDPME). A par re dal 1 gennaio 2011, Oséo ha preso la forma di una Spa, essa stessa filiale di EPIC Oséo che è la holding statale di controllo. Oséo propone un insieme di aiu all’innovazione e di an cipi, pres e garanzie bancarie. Rappresenta il pivot del finanziamento pubblico dell’innovazione in Francia intorno al quale si ar colano gli altri disposi vi pubblici.

Gli an cipi rimborsabili variano da qualche decina fino a qualche cen naio di migliaia di euro che possono giungere fino a doppiare i fondi propri delle start up finanziate. Oséo risulta anche implicato nel finanziamento di altre stru ure quali i poli di compe vità e le stru ure regionali di aiuto all’innovazione. L’arsenale dei mezzi disponibili in Oséo comprende varie stru ure, tra cui l’Aiuto alla Creazione di Impresa Innovante (ACREI), che finanzia studi di fa bilità; gli Aiu alla Fa bilità dell’Innovazione (AFI) e allo Sviluppo dell’Innovazione, che associano pres e sovvenzioni a tasso zero e che coprono gli studi di fa bilità, le assunzioni, lo sviluppo e la preparazione del lancio del proge o (dal 35% al 50% delle spese, in generale non oltre il 35% dei fondi propri); il Pres to di Creazione

d’Impresa (PCE), con impor nel range 2K€ - 7K€, che si aggiunge al concorso bancario per la creazione d’impresa; diversi aiu per proge collabora vi di R&D e sopra u o l’Aiuto al Partenariato Tecnologico (APT) che implica una sovvenzione fino a 50K€ così come l’Aiuto all’Innovazione “Passerelle” di cofinanziamento di un proge o collabora vo con una grande impresa; la Prestazione Tecnologica Rete (PTR) cofinanzia fino all’80% di prestazioni esterne nel campo dello studio di fa bilità e delle spese di deposito di un primo breve o; il Pres to Partecipa vo (PPA) che cos tuisce un ponte verso la raccolta di fondi; il Contra o di Sviluppo Creazione che è un mezzanino compreso tra 24K€ e 80K€ e perme e la cos tuzione di un fondo di rotazione.

Dal luglio 2007 esiste in Francia un pacche o fiscale che riduce l’imposta patrimoniale sulle grandi fortune (ISF) per i Business Angels che investono nelle PMI innova ve con almeno 2 salaria e nella ricerca (la detrazione si applica al 50% dell’inves mento ed ha un te o di € 45.000).

L’agevolazione citata completa gli incen vi ad inves men in startup; ques ul mi sono effe ua da parte di FCPR (Fondi comuni di inves mento a rischio), FCPI (Fondi comuni di inves mento nell’innovazione) e FIP (Fondo d’inves mento di prossimità) in imprese “che contano tra € 100.000 e € 4mln di fondi propri al momento del versamento”.

Queste misure hanno notevolmente rilanciato l’a vità di Business Angels ed inves tori priva con cen naia di

milioni di euro all’anno di finanziamento aggiun vo in startup. In pra ca il disposi vo di agevolazione tende a dimezzare il montante effe vo di un inves mento effe uato in startup. Le società d’inves mento di Business Angels che mutualizzano il rischio si sono sviluppate ad un ritmo accelerato grazie a questa opportunità.

E’ possibile ipo zzare un sistema italiano di inves men alterna vi in startup su base patrimoniale?

Non essendovi in Italia una imposta patrimoniale di po generale, ma solo prelievi specifici, su ques ul mi andrebbe effe uato uno studio se oriale per ogni contribuente escludendo gran parte delle deviazioni standard (cioè concentrando l’a enzione sul 5% più ricco di contribuen ) ed andrebbe calcolata una imposta figura va detraendo da essa l’incen vo per chi investe in startup.

Eventualmente, questo sistema potrebbe agganciarsi ad una rinegoziazione del debito pubblico: dando possibilità agli obbligazionis di conver re i propri toli in obbligazioni a maggiore rendimento annuale ma durata inferiore con la possibilità di inves re in startup totalmente detassa la perdita di valore del proprio portafoglio (ovvero il contributo dato alla riduzione del debito pubblico).

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PROFILI LEGALI E FISCALI 1. La definizione legale di impresa “innova va”

1.1

Dal punto di vita giuridico esistono in

Italia due definizioni di imprese “innova ve”: quella di “startup” e quella di “PMI”.

Inoltre, all’interno del genus di startup innova ve, esiste una categoria rappresentata dalle startup innova ve a vocazione sociale. Si tra a delle

società che, oltre a soddisfare i requisi generali previs per le startup innova ve, operano in via esclusiva nei se ori indica dall’art.2, comma 1, del D.Lgs. 24 marzo 2006, n.155, recante la disciplina dell’impresa sociale. In par colare, i se ori previs sono:

Startup innovativa PMI innovativa

L’art. 25, comma 2, del dl 10 ottobre 2012, n.179 (cd. “Decreto Crescita 2.0”) definisce le startup innovative come la “società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, di diritto italiano ovvero una Societas Europaea, residente in Italia ai sensi dell’articolo 73 del Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione”, che possiede i seguenti requisiti: 1. E’ costituita e svolge l’attività d’impresa da non più di

sessanta mesi; 2. è residente in Italia, o in un Paese UE, purché abbia una

sede produttiva in Italia; 3. il totale del valore della produzione annua, cosi come

risultante dall’ultimo bilancio approvato entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio, non è superiore a 5 milioni di euro;

4. non distribuisce, e non ha distribuito utili; 5. ha, quale oggetto sociale esclusivo o prevalente, lo

sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;

6. non è stata costituita a seguito di un’operazione straordinaria.

Oltre ai requisiti sopra esposti, la startup deve, al fine di dimostrare il suo carattere innovativo, possedere almeno uno tra i seguenti requisiti: a. le spese in ricerca e sviluppo (R&S) sono uguali o

superiori al 15 per cento del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione della startup innovativa;1

L’art.1, comma 5-undecies, del D.Lgs. 24 febbraio 1998, n.58 (cd. “TUF”), prevede che “per piccole e medie imprese innovative, di seguito PMI innovative, si intendono le PMI, come definite dalla raccomandazione 2003/361/CE, che possiedono i seguenti requisiti”: 1. è residente in Italia, o in un Paese UE purché abbia una sede

produttiva o una filiale in Italia; 2. è una società di capitali, costituita anche in forma cooperativa; 3. ha conseguito la certificazione dell’ultimo bilancio e

dell’eventuale bilancio consolidato; 4. non ha azioni quotate su un mercato regolamentato o su un

sistema multilaterale di negoziazione; 5. non è iscritta al registro delle startup innovative.

Oltre ai requisiti sopra esposti, la PMI deve, al fine di dimostrare il suo carattere innovativo, possedere almeno due tra i seguenti requisiti: a. le spese in ricerca e sviluppo (R&S) sono uguali o superiori al

3 per cento del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione della PMI innovativa;2

b. impiego come dipendenti, o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al quinto della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera, oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno tre anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all’estero ovvero, in percentuale uguale o superiore a due terzi della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di laurea magistrale;3

Profili Legali e Fiscali

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Startup innovativa PMI innovativa

b. impiego come dipendenti, o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al terzo della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera, oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno tre anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all’estero ovvero, in percentuale uguale o superiore a due terzi della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di laurea magistrale;4

c. la startup è titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale relativa ad una invenzione industriale, biotecnologica, ad una topografia di prodotto a semiconduttori o ad una nuova varietà vegetale, ovvero è titolare dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore, purché tali privative siano direttamente afferenti all’oggetto sociale e all’attività d’impresa.

c. la PMI è titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale relativa ad una invenzione industriale, biotecnologica, ad una topografia di prodotto a semiconduttori o ad una nuova varietà vegetale, ovvero è titolare dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore, purché tali privative siano direttamente afferenti all’oggetto sociale e all’attività d’impresa.

NOTE 1 Tali valori devono essere desun dal

bilancio di esercizio della società o, in assenza di bilancio nel primo anno di vita, devono essere a esta a raverso una autocer ficazione del legale rappresentante. Una volta determinato il maggiore tra il costo della produzione (ie. voce B del conto economico reda o ai sensi dell’art.2425 del Codice Civile) e il valore della produzione (ie. voce A del conto economico), occorre raffrontare lo stesso con l’importo delle spese di ricerca e sviluppo senza considerare le spese per l’acquisto e la locazione di beni immobili. Sul punto, l’art.25 del Decreto Crescita 2.0 prevede che tra i cos di ricerca e sviluppo previs dal Principio Contabile Nazionale OIC 24, occorre annoverare: (i) le spese rela ve allo sviluppo compe vo e precompe vo (quali sperimentazione, proto pazione, sviluppo del business

plan), (ii) le spese rela ve ai servizi offer dagli incubatori, (iii) i cos lordi del personale interno e consulen esterni impiega nell’a vità di ricerca e sviluppo, (iv) le spese legali per la registrazione e protezione della proprietà intelle uale, termini e licenze d’uso.

2 Sul punto, l’Amministrazione finanziaria (cfr.: risoluzione 14 o obre 2014, n.87/E) ha chiarito che qualsiasi lavoratore che percepisce reddito di lavoro dipendente o assimilato può essere compreso tra la forza lavoro rilevante ai fini della verifica della sussistenza del requisito alterna vo in parola. A tal proposito, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito il tra amento da riservare ad alcune categoria di sogge e, in par colare: (i) con riferimento alla figura del socio-amministratore, ha specificato che il medesimo debba essere socio-lavoratore o, comunque, debba avere un impiego retribuito all’interno

della società. Qualora, infa , lo stesso avesse la sola amministrazione della società, ma non fosse impiegato nella stessa, non potrebbe essere considerato tra la forza lavoro; (ii) con riferimento agli stagis , secondo l’Amministrazione finanziaria gli stessi possono essere considera forza lavoro solo se retribui ; (iii) i consulen esterni, tolari di par ta Iva, non possono essere annovera , invece, tra i dipenden e i collaboratori. Con la stessa risoluzione n.87/E del 2014 cit., inoltre, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il calcolo della percentuale della forza lavoro altamente qualificata debba essere eseguito “per teste”.

3 Si vedano le considerazioni espresse in nota 1.

4 Si vedano le considerazioni espresse in nota 2.

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assistenza sociale; assistenza sanitaria; assistenza socio-sanitaria; educazione/istruzione/formazione; tutela dell’ambiente e

dell’ecosistema; valorizzazione del patrimonio

culturale; turismo sociale; formazione universitaria e post

universitaria; ricerca ed erogazione di servizi

culturali; formazione extra-scolas ca

finalizzata alla prevenzione della dispersione scolas ca dal successo scolas co e forma vo;

servizi strumentali alle imprese sociali resi da en compos in misura superiore al se anta per cento da organizzazioni che esercitano un’impresa sociale.

È importante so olineare che non si tra a di nuovi pi societari, ma di una par colare qualificazione a ribuita a società a cui sono connessi dei regimi norma vi agevola sia so o il profilo sostanziale, sia fiscale, sia giuslavoris co.

1.2

Sia per le startup innova ve, che per le PMI innova ve, sono is tuite delle apposite sezioni speciali del Registro delle Imprese presso le Camere di Commercio (di cui all’art.2188 del Codice Civile), in cui le società innova ve sono tenute ad iscriversi. Tale iscrizione si aggiunge a quella, consueta ed obbligatoria, presso la sezione ordinaria del medesimo Registro e viene posta quale

precondizione al fine di poter beneficiare delle agevolazioni previste. L’iscrizione avviene a seguito di presentazione della domanda in forma telema ca, con firma digitale (tramite una pra ca di Comunicazione Unica), contenente: – per le startup innova ve ,le

informazioni di cui all’art.25, comma 2 del Decreto Crescita 2.0 e la dichiarazione di autocer ficazione di possesso dei requisi richies ;

– per le PMI innova ve, le informazioni di cui all’art.4, comma 3 del dl 24 gennaio 2015, n.3 (cd. “Investment Compact”) e la dichiarazione di autocer ficazione di possesso dei requisi richies .

La ra o della disposizione va ricondo a all’esigenza di assicurare la maggiore trasparenza delle informazioni ineren la vita e l’a vità dei sogge indica , per lo speciale regime giuridico ad essi accordato. Ai fini della qualificazione, la sussistenza dei requisi è a estata mediante apposita autocer ficazione prodo a dal legale rappresentante e depositata presso l’Ufficio del Registro delle Imprese.

La sezione speciale consente la condivisione, nel rispe o delle previsioni in tema di privacy, delle informazioni rela ve all’anagrafica, all’a vità svolta, ai soci fondatori e agli altri collaboratori, al bilancio, e ai rappor con gli altri a ori della filiera, quali incubatori o inves tori.

De e informazioni sono rese disponibili – con la massima trasparenza e accessibilità – per via

telema ca o su supporto informa co in formato tabellare ges bile da motori di ricerca, con possibilità di elaborazione e ripubblicazione gratuita da parte di sogge terzi.

Le stesse imprese startup e PMI sono tenute ad assicurare l’accesso informa co alle informazioni medesime dalla home page del proprio sito Internet.

Le informazioni iscri e nel Registro delle Imprese da parte delle imprese innova ve (che divengono visibili all’interno della visura camerale delle società) devono essere aggiornate due volte l’anno, entro il 30 giugno ed entro il 31 dicembre. Anche nel caso in cui non dovessero esservi variazioni da comunicare, tale adempimento è comunque richiesto, a conferma che le informazioni già depositate siano aggiornate.

Inoltre, entro 30 giorni dall’approvazione del bilancio d’esercizio e comunque entro sei mesi dalla chiusura di ciascun esercizio, deve essere presentata al Registro delle Imprese una dichiarazione a estante il mantenimento dei requisi per l’iscrizione nella sezione speciale.

La mancata presentazione dell’autocer ficazione comporta la cancellazione d’ufficio dalla sezione speciale.

Il Ministero dello Sviluppo Economico, nella circolare del 29 agosto 2014, n.3672/C, riferita alle startup innova ve, ma estendibile anche alle PMI innova ve, ha chiarito che:

– il primo aggiornamento delle

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informazioni deve essere effe uato entro sei mesi dall’iscrizione della società nella sezione speciale del Registro delle Imprese;

– a par re dal secondo adempimento, le scadenze per l’aggiornamento delle informazioni al Registro delle Imprese sono fissate rispe vamente al 30 giugno e al 31 dicembre di ciascun anno, con la precisazione che il secondo adempimento avrà scadenza al 30 giugno o al 31 dicembre immediatamente successivo alla scadenza dall’anno dell’iscrizione alla sezione speciale del Registro delle imprese;

– la dichiarazione semestrale che scade nel semestre successivo al termine dell’esercizio sociale può essere effe uata unitamente all’a estazione del mantenimento dei requisi .

Qualora la startup o la PMI innova va perda anche uno solo dei requisi qualifican , cessa l’applicazione della rela va disciplina di favore (in ambito societario, fiscale e occupazionale) prevista.

1.3

Requisito essenziale della PMI innova va è aver conseguito la cer ficazione dell’ul mo bilancio e dell’eventuale bilancio consolidato, da parte di un revisore contabile o da una società di revisione iscri nel registro dei revisori contabili.

Il processo di revisione, che per le aziende di maggiori dimensioni è una

prassi consolidata, rappresenta un momento di crescita per una PMI anche in termini di trasparenza e ritorno d’immagine nei confron del sistema bancario, dei partner commerciali, dei soci di minoranza e dei potenziali partner finanziari o inves tori.

La Cer ficazione del bilancio è reda a so o forma di relazione indirizzata all’Assemblea dei Soci firmata dal revisore responsabile ed ar colata nelle seguen par : i. un paragrafo introdu vo che

iden fica il bilancio so oposto dalla Società a revisione contabile;

ii. un paragrafo che iden fica i principi di revisione in base ai quali la revisione è stata effe uata;

iii. un giudizio sul bilancio che indica se questo è conforme alle norme che ne disciplinano la redazione e se rappresenta in modo veri ero e corre o la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico dell’esercizio;

iv. eventuali richiami di informa va che il revisore so opone all’a enzione dei des natari del bilancio, senza che essi cos tuiscano rilievi;

v. un giudizio sulla coerenza della relazione sulla ges one con il bilancio.

Si evidenzia che il Ministero dello Sviluppo Economico ha chiarito (cfr.: circolare del 3 novembre 2015 n. 3683/C) che la cer ficazione del bilancio, per le PMI che intendono acquisire lo status di “innova ve”, e che altrimen non sarebbero sogge e a tale obbligo, può essere anche successiva all’approvazione del

bilancio stesso. A regime, e cioè dal primo esercizio successivo alla iscrizione nella sezione speciale, la PMI innova va è tenuta ad adempiere alla cer ficazione del bilancio contemporaneamente all’approvazione del medesimo.

2. Agevolazioni in tema di startup e PMI innova ve Per agevolare lo sviluppo delle imprese innova ve, sia il Decreto Crescita 2.0 che l’Investment Compact hanno previsto alcune misure.

2.1

Le deroghe al diri o societario previste per le startup innova ve sono: – di cara ere generale, estese a tu e

le startup, indipendentemente dalla forma giuridica ado ata;

– riservate esclusivamente alle startup innova ve cos tuite in forma di società a responsabilità limitata.

• Categorie di quote. In deroga all’art. 2468 del codice civile, le imprese innova ve cos tuite nella forma di Srl possono creare categorie di quote fornite di diri asimmetrici e definirne liberamente il contenuto; è inoltre possibile, derogando all’art. 2479 del codice civile, creare categorie di quote che non a ribuiscono diri o di voto, lo a ribuiscono in maniera non proporzionale alla partecipazione detenuta, limitatamente a par colari argomen o lo subordinano a par colari condizioni

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non meramente potesta ve. È dunque a ribuita alle Srl innova ve, come alle SpA, la possibilità di creare una pluralità di quote standardizzate, fornite di diri differenzia rispe o al regime ordinario, cumulabili in capo a un unico socio e trasferibili insieme ai diri che connotano senza il consenso unanime degli altri soci5. Tali disposizioni, per un verso, ampliano la possibilità di a ribuire ai soci diri diversi rispe o a quelli previs dalla disciplina del modello legale (che ora può spaziare anche in campi diversi da quello dell’amministrazione della società e della distribuzione degli u li) e, per altro verso, prevedono che l’a ribuzione dei diri speciali

riguardi non i singoli soci, ma avvenga con la creazione di categorie di quote. Per le Srl innova ve, quindi, deve ritenersi ammissibile la creazione di una pluralità di quote unitarie standardizzate indivisibili e cumulabili in capo a un medesimo socio recan diri uniformi diversi da quelli previs dal regime ordinario. So o un profilo sistema co, questa innovazione a ribuisce una nuova centralità alla quota intesa come frazione unitaria minima, che contempla una certa misura di diri e doveri rispe o alla partecipazione come posizione complessiva di un socio rispe o alla società e agli altri soci. La circolazione della quota non

es ngue il diri o ad essa connesso, che si trasferisce senza che sia necessario il consenso unanime degli altri soci.

• Operazioni sulle proprie quote. Viene prevista una deroga al regime generale delle operazioni sulle proprie quote di cui all’art.2427 del cod. civ.. Le Srl innova ve potranno acquistare e acce are in garanzia partecipazioni proprie, accordare pres e fornire garanzie per il loro acquisto e so oscrizione quando tali operazioni siano finalizzate a realizzare piani di incen vazione che prevedono assegnazioni di quote a dipenden , collaboratori, prestatori d’opera o servizi e amministratori. Viene, quindi, estesa anche alla Srl la possibilità già concessa alle SpA.

• Strumen finanziari partecipa vi. L’art. 26, comma 7 del Decreto Crescita 2.0, stabilisce inoltre la possibilità di eme ere, a seguito di un apporto, da parte di soci o terzi, di opera o di servizi, strumen finanziari forni di diri patrimoniali e/o amministra vi, ad esclusione del diri o di voto ai sensi degli ar . 2479 e 2479-bis del cod. civ. Tali strumen , al fine di fidelizzare dipenden , amministratori e collaboratori, sono irrilevan dal punto di vista fiscale e contribu vo, e non concorrono alla formazione del reddito di lavoro

NOTA 5 La ra o è quella di consen re una

diversificazione delle opzioni di inves mento per gli inves tori interessa ad entrare nel capitale dell’impresa innova va, favorendone la crescita.

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dipendente o assimilato (cfr.: art. 27, commi da 1 a 3 del Decreto Crescita 2.0); specularmente, gli appor resi in favore delle imprese innova ve, al fine di incen vare la prestazione di servizi qualifica nei loro confron , non concorrono alla formazione del reddito complessivo del sogge o che li effe ua (cfr.: art. 27, comma 4 del Decreto Crescita 2.0).

• Regime delle perdite. Tenuto conto della peculiare natura e rischiosità della a vità esercitata, si è coerentemente disposta l’estensione di dodici mesi del periodo per il rinvio a nuovo delle perdite di esercizio civilis che, sia con riferimento alle ipotesi di cui all’art. 2446 che al successivo art. 2447 codice civile (ar . 2482-bis e 2482-ter per le Srl). L’estensione di dodici mesi – fermo ogni altro presidio a tutela dei creditori e dei soci – può consen re alla impresa innova va di completare l’avvio e di rientrare fisiologicamente dalle perdite maturate nelle prime fasi di a vità. La misura persegue, al contempo, l’obie vo di introdurre uno snellimento procedurale nel periodo iniziale dell’a vità. Coerentemente, sino al termine indicato, vengono disapplicate le norme civilis che in ordine alla sussistenza delle cause di scioglimento per riduzione o perdita del capitale sociale (ar . 2484 comma 1 n. 4 e 2545-duodecies). Il periodo di rinvio a nuovo delle perdite di esercizio civilis che è esteso di dodici mesi, con riferimento a entrambe le ipotesi

disciplinate dagli ar . 2446 e 2447 del codice civile per le SpA, e dagli ar . 2482-bis e 2482-ter del codice civile per le Srl. Inoltre, non vengono applicate le norme civilis che in relazione alle cause di scioglimento per riduzione o perdita del capitale sociale.

2.2

In deroga al divieto di offerta al pubblico delle quote sociali cui all’art. 2468, primo comma, del codice civile, viene concesso alle società innova ve di offrire al pubblico prodo finanziari avvalendosi di portali online, ovvero di pia aforme operan sulla rete, che consentono ai potenzialmente infini uten del web (crowd) di finanziare il proge o imprenditoriale promosso dalla startup o PMI innova va.

L’equity crowfunding consiste, pertanto, nella raccolta di capitale di rischio a supporto di un proge o o di un’inizia va tramite portali online: tale fenomeno si rivolge a un vasto pubblico di inves tori, che o erranno in cambio del finanziamento erogato una partecipazione al capitale sociale della startup e della PMI innova va, e degli OICR e delle società capitali che investono in maniera prevalente in startup e PMI innova ve.

L’Italia è il primo Paese europeo ad essersi dotato di una disciplina organica e specifica a riguardo: la Consob, in a uazione della delega conferitale dal Decreto Crescita 2.0, ha disciplinato alcuni aspe specifici del fenomeno a raverso il regolamento del 26 giugno 2013 (cfr.: delibera n. 18592).

Con la delibera del 24 febbraio 2016, n. 19520, la Consob ha approvato la modifica di tale regolamento, definendo una sostanziale semplificazione della procedura: le verifiche di appropriatezza dell’inves mento rispe o alle conoscenze e all’esperienza dell’inves tore potranno d’ora in poi essere effe uate dagli stessi gestori dei portali, in sos tuzione alle banche, purché ques risul no dota di requisi adegua . È stata, inoltre, ampliata la platea dei sogge che possono so oscrivere una quota dell’offerta in qualità di inves tori professionali. A tal proposito sembra opportuno ricordare che ai fini del perfezionamento dell’offerta sul portale, il gestore verifica che una quota almeno pari al 5 per cento degli strumen finanziario offer sia stata so oscri a da inves tori professionali o da fondazioni bancarie o da incubatori di startup innova ve previs all’art. 25,comma 5,del Decreto Crescita 2.0 o da inves tori a supporto dell’innovazione. La delibera Consob n. 19520 cit. ha ammesso, alla so oscrizione del 5 per cento, due nuove categorie: gli “inves tori professionali su richiesta”, così come defini dalla dire va Mifid, e gli “inves tori a supporto dell’innovazione”, aven un valore del portafoglio di strumen finanziari, inclusi i deposi in contante, superiore a cinquecento mila euro, in possesso dei requisi di onorabilità previs dall’art. 8, comma 1 del regolamento del 26 giugno 2013, n. 18592 e di almeno uno dei seguen requisi :

i. aver effe uato, nell’ul mo biennio,

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almeno tre inves men nel capitale sociale o a tolo di finanziamento soci in startup innova ve o PMI innova ve, ciascuno dei quali per un importo almeno pari a quindici mila euro;

ii. aver ricoperto, per almeno dodici mesi, la carica di amministratore esecu vo in una startup innova va o PMI innova va, diversa dalla società offerente.

Affinché una startup o una PMI innova va possa essere ammessa alla offerta sul portale online, il gestore del medesimo deve verificare che lo statuto della emi ente contempli6:

I. un meccanismo di exit (a raverso una clausola di recesso convenzionale o di co-vendita delle proprie partecipazioni – tagalong) a favore del socio di minoranza – diverso dagli inves tori is tuzionali – nel caso in cui i soci di controllo, successivamente all’offerta sul portale, trasferiscano dire amente o indire amente il loro pacche o a terzi; tali diri sono riconosciu per il periodo in cui sussistono i requisi previs per la qualifica di startup o PMI innova va, e comunque per almeno tre anni dalla conclusione dell’offerta;

II. la comunicazione alla società nonché la pubblicazione nel sito internet della emi ente dei pa parasociali.

In tema di equity crowdfunding, sembra opportuno rilevare come, a seguito delle modifiche introdo e all’art. 50-quinquies del dlgs 24 febbraio 1998, n. 58, dall’art. 1,

comma 70 della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (cd. Legge di Bilancio per il 2017), a decorrere dal 1 gennaio 2017 è stata estesa, a tu e le piccole e medie imprese, la possibilità di reperire capitali a raverso portali online.

2.3

2.3.1 Stock Op on

Ai sensi dell’art.27, commi 1 e 2 del Decreto Crescita 2.0, gli amministratori, i dipenden e i collaboratori con nua vi della impresa innova va possono essere remunera mediante l’a ribuzione di strumen finanziari emessi dai medesimi sogge con i quali intra engono il proprio rapporto di lavoro, nonché di quelli emessi da società dire amente controllate dall’impresa innova va. Le disposizioni, invece, non contemplano gli strumen finanziari o i diri assegna dalla società che dire amente o indire amente controlla l’impresa innova va, né quelli assegna dalle società indire amente controllate da quest’ul ma.

In par colare, l’agevolazione prevista consiste nella non imponibilità, sia ai fini fiscali che contribu vi, del reddito di lavoro derivante dall’assegnazione, da parte della impresa innova va (o da società dire amente controllate dalla impresa innova va) al personale sopra individuato di strumen finanziari o diri similari, nonché di diri di opzione per l’acquisto degli stessi.

Le imprese innova ve potranno a ribuire i seguen compensi agevola :

– azioni e quote, sia ordinarie che dotate di diri economici e/o amministra vi par colari;

– stock op on, che generalmente a ribuiscono ai beneficiari il diri o a so oscrivere, ad un prezzo determinato, azioni o quote di futura emissione della società emi ente;

– restricted stock e restricted stock unit, che sono azioni o quote sogge e a specifiche limitazioni per quanto a ene al loro trasferimento (o al diri o di percepire i rela vi dividendi);

– strumen finanziari partecipa vi le cui cara eris che, termini e condizioni devono essere contenu nello statuto o in un apposito regolamento.

I compensi in denaro o i piani di incen vazione che prevedano l’a ribuzione di una somma di denaro, anche se determinata sulla base del valore delle azioni del sogge o abilitato emi ente, non potranno beneficiare della sudde a agevolazione.

L’assegnazione di azioni o quote, di stock op on, restricted stock e restricted stock unit può avvenire a raverso un aumento di capitale a

tolo gratuito o a tolo oneroso.

L’impresa può anche acquistare azioni

NOTA 6 Cfr.: Art. 24 del Regolamento Consob

ado ato con delibera del 26 giugno 2013, n. 18592.

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o quote proprie e successivamente assegnarle ai propri dipenden , amministratori e collaboratori. L’acquisto di azioni o quote proprie può avvenire sia a tolo oneroso, purché vengano u lizzate solamente le riserve disponibili risultan dall’ul mo bilancio approvato, sia a tolo gratuito. La cessione degli strumen finanziari: – alla impresa innova va, a società

controllan , a società controllate e a società collegate, comporta la tassazione, quale reddito di lavoro dipendente o assimilato, del valore che gli strumen finanziari e i diri rilevan avevano al momento dell’assegnazione o dell’esercizio del diri o. L’eventuale differenza tra il corrispe vo percepito e il sudde o valore cos tuirà capital gain tassato ai sensi dell’art. 67, del DPR 22 o obre 1986, n. 917 (Tuir);

– a terzi, non comporta il venir meno dell’agevolazione, ma il corrispe vo percepito cos tuirà interamente capital gain sogge o a tassazione, ai sensi dell’art. 67 del Tuir.

La cessazione della possibilità di assegnare strumen finanziari e diri di opzione con il regime fiscale incen vato, per decorso dei termini o perdita dei requisi , non comporta di per sé il venir meno della possibilità di applicare il regime fiscale di favore a quelli già assegna .

2.3.2 Work for equity

Anche i compensi spe an a sogge esterni, collaboratori e consulen , delle imprese innova ve che, in assenza di un vincolo di subordinazione, prestano a favore delle stesse opere o servizi, usufruiscono di un regime agevolato.

L’art. 27, comma 4, del Decreto Crescita 2.0,prevede che le azioni, le quote e gli strumen finanziari partecipa vi emessi a fronte dell’apporto di opere e servizi resi in favore di imprese innova ve o di incubatori cer fica , ovvero di credi matura a seguito della prestazione di opere e servizi, ivi inclusi quelli professionali, resi nei confron degli stessi, non concorrono alla formazione del reddito complessivo del sogge o che effe ua l’apporto, al momento della loro emissione o al momento della effe va emissione di tali azioni, quote o strumen finanziari.

Possono beneficiare della disposizione in ogge o i consulen , i professionis e, in generale, i fornitori di opere e servizi delle imprese innova ve, diversi dai lavoratori dipenden e dai collaboratori con nua vi delle stesse.

Rientrano nel campo di applicazione dell’art. 27, comma 4 del Decreto Crescita 2.0 anche le prestazioni professionali rese dagli amministratori della PMI innova va, ovvero i rela vi credi , il cui reddito sia da qualificare come di lavoro autonomo. Sono escluse, invece, le prestazioni rese dai sogge la cui remunerazione rientra tra i reddi di lavoro dipendente o assimilato.

Nell’ambito del work for equity,

l’impresa innova va potrà a ribuire: – azioni; – quote; – strumen finanziari partecipa vi.

A differenza di quanto avviene nell’ambito dei piani di incen vazione, non sono invece agevolate le assegnazioni di diri per l’acquisto o la so oscrizione dei sudde toli o strumen finanziari, quali i diri di opzione.

Lo statuto della impresa innova va deve prevedere la possibilità di ado are poli che di work for equity e, specificatamente, la possibilità di eme ere strumen finanziari partecipa vi a fronte dell’apporto di opere o servizi.

L’eventuale cessione degli strumen finanziari all’impresa innova va non comporta conseguenze sull’applicazione del regime fiscale agevolato. Rimane, comunque, ferma l’applicazione del regime di tassazione ordinario previsto dall’art. 67 del Tuir per le plusvalenze cos tuen reddi diversi di natura finanziaria.

2.4 ’

L’art. 29 del Decreto Crescita 2.0, al fine di favorire gli inves men in startup innova ve, ha introdo o alcuni incen vi fiscali per coloro che investono in società che hanno tale qualifica, che determinano, sia per le persone fisiche che per le persone giuridiche, una riduzione delle imposte sui reddi . Inoltre, l’Investment Compact ha esteso anche agli

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inves tori in PMI innova ve la possibilità di avvantaggiarsi dei medesimi incen vi previs a favore delle startup innova ve7.

Il beneficio fiscale è correlato ai conferimen in denaro effe ua sia in sede di cos tuzione della startup innova va, sia in sede di aumento di capitale sociale (in caso di società già cos tuite), e non sono previste soglie minime di inves mento.

L’agevolazione spe a esclusivamente ai fini delle imposte sui reddi e non opera ai fini Irap.

Gli incen vi fiscali sono validi per tu gli inves men in imprese innova ve effe ua negli anni periodi d’imposta 2013, 2014, 2015 e 2016.

Le disposizioni a ua ve degli incen vi fiscali sono state emanate con Decreto del Ministro delle Finanze, di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico, del 30 gennaio 2014 che stabilisce i sogge interessa dalle disposizioni, fornisce una definizione di “inves mento agevolato”, stabilisce le condizioni per poter beneficiare delle agevolazioni e le cause di decadenza

dalle stesse.

Il Decreto del 25 febbraio 2016, ado ato al fine di adeguare la disciplina ai nuovi orientamen in materia di capitale di rischio e alla decisione della Commissione Europea che ha autorizzato l’estensione degli aiu al 2016, ha mantenuto

Regime imprese innovative

Beneficiari Dipendenti

Amministratori Collaboratori continuativi (anche per offerte solo a taluni di loro)

Vincoli alla cessione Senza limiti di tempo, nei confronti di Startup innovativa Incubatore certificato Società emittente Società controllanti Società controllate Società “sorelle”

Titoli Azioni, quote, strumenti finanziari partecipativi

Limite temporale di emissione Startup innovativa, 5 anni dalla costituzione, o perdita dei requisiti PMI innovativa, 7 anni dalla messa in

commercio del prodotto, o perdita dei requisiti Incubatore certificato, perdita dei requisiti

Emittenti Startup innovativa Incubatore certificato (con i quali i beneficiari

intrattengono il proprio rapporto di lavoro) Società direttamente controllate

Limiti di importo non imponibile

Nessuno

Regime agevolato TUIR

Dipendenti Amministratori Collaboratori continuativi (solo per offerte alla generalità degli stessi)

Euro 2.065,83 per periodo di imposta

Azioni

Impresa datore di lavoro Società controllanti Società controllate Società “sorelle”

Nessuno

Senza limiti di tempo nei confronti della società emittente o datore di lavoro 3 anni, nei confronti di terzi

NOTA 7 Per l’individuazione delle modalità di

a uazione degli incen vi fiscali per le PMI innova ve si è in a esa della definizione del Decreto a ua vo del Ministro delle Finanze, di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico.

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sostanzialmente inalterata la disciplina previgente: le principali novità riguardano l’aumento della soglia massima di inves men ammissibili e del periodo minimo di durata dell’inves mento. Va rilevato che il rispe o delle nuove regole è sogge o a decorrenza differenziata, come stabilito nell’art. 7 (entrata in vigore) del citato Decreto.

Inoltre, la Legge di Bilancio per il 2017 ha previsto l’estensione degli incen vi a decorrere dal 2017. Tu avia, l’efficacia delle nuove disposizioni è, al momento, in a esa dell’autorizzazione della Commissione Europea, ai sensi dell’art. 108, paragrafo 3, del Tra ato sul funzionamento dell’Unione Europea. 2.4.1 Incen vi a favore degli inves men delle persone fisiche

Le persone fisiche, per gli inves men effe ua sino al 2016, (dire amente ovvero per il tramite di organismi di inves mento colle vo o del risparmio o altre società che investano prevalentemente in startup innova ve o PMI innova ve) possono detrarre ai fini Irpef un importo pari al 19% della somma inves ta nel capitale sociale di una o più startup innova ve (25% nel caso di startup innova ve a “vocazione sociale”, o che sviluppano o commercializzano esclusivamente prodo o servizi innova vi ad alto valore tecnologico in ambito energe co). L’inves mento massimo deducibile, in questo caso, non può eccedere, in ciascun periodo d’imposta, l’importo di euro 500.000,00, e deve essere mantenuto per almeno tre anni, pena la

res tuzione dell’importo detra o maggiorato degli interessi legali.

Se la detrazione è uguale o superiore all’imposta lorda, l’eccedenza può essere portata in detrazione dall’imposta lorda dovuta nei periodi di imposta successivi, ma non oltre il terzo, fino a concorrenza del suo ammontare.

La Legge di Bilancio per il 2017 ha previsto il rafforzamento e l’estensione degli incen vi fiscali riserva ai sogge che investono nel capitale sociale di startup innova ve e PMI innova ve di cui all’art. 29 del dl 18 o obre 2012, n. 179 (cd. “Decreto Crescita 2.0”). In par colare, viene previsto che, a decorrere dal periodo di imposta 2017, ai fini Irpef: I. l’inves mento massimo detraibile è

pari a euro 1.000.000; II. il termine minimo di mantenimento

dell’inves mento per usufruire della detrazione è aumentato a 3 anni;

III. è innalzata al 30% la detrazione dell’inves mento effe uato (senza più dis nzione nella pologia di impresa innova va).

2.4.2 Incen vi a favore degli inves men delle persone giuridiche

Le persone giuridiche, per gli inves men effe ua sino al 2016, (dire amente o tramite organismi di inves mento colle vo del risparmio o altre società che investono prevalentemente in startup innova ve o PMI innova ve) possono dedurre ai fini Ires un importo pari al 20% della somma inves ta nel capitale di una o più startup innova ve (27% nel caso di

startup innova ve a “vocazione sociale” o che sviluppano o commercializzano esclusivamente prodo o servizi innova vi ad alto valore tecnologico in ambito energe co). L’inves mento massimo deducibile non può eccedere, per ciascun periodo di imposta, l’importo di euro 1.800.000,00, e deve essere mantenuto per almeno tre anni pena l’incremento retroa vo del reddito, con recupero a tassazione della maggiore imposta oltre gli interessi legali.

Se la deduzione è superiore al reddito complessivo dichiarato, l’eccedenza potrà essere dedo a dal reddito imponibile dei periodi d’imposta successivi, ma non oltre il terzo, fino a concorrenza del suo ammontare.

La Legge di Bilancio per il 2017 ha previsto il rafforzamento e l’estensione degli incen vi fiscali riserva ai sogge che investono nel capitale sociale di startup innova ve e PMI innova ve di cui all’art. 29 del dl 18 o obre 2012, n. 179 (cd. “Decreto Crescita 2.0”). In par colare, viene previsto che, a decorrere dal periodo di imposta 2017, ai fini Ires: I. il termine minimo di mantenimento

dell’inves mento per usufruire della deduzione è aumentato a 3 anni;

II. è innalzata al 30% la deduzione dell’inves mento effe uato (senza più dis nzione nella pologia di impresa innova va).

2.4.3 Condizioni per beneficiare delle agevolazioni fiscali

L’art. 4 del Decreto 30 gennaio 2014 dispone che le sudde e agevolazioni si

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applicano ai conferimen in denaro iscri alla voce del capitale sociale e della riserva da sovrapprezzo di azioni o quote delle imprese innova ve o delle società di capitali che investono prevalentemente in startup innova ve, anche in seguito alla conversione di obbligazioni conver bili in azioni o quote di nuova emissione, nonché agli inves men in quote di OICR. Viene, inoltre, precisato che si considerano conferimen in denaro anche la compensazione dei credi in sede di so oscrizione di aumen di capitale (ad eccezione dei credi risultan da cessioni di beni o prestazioni di servizi diverse da quelle previste dall’art. 27 del Decreto Crescita 2.0).

L’agevolazione fiscale è dunque correlata ai conferimen in denaro effe ua sia in sede di cos tuzione della startup innova va, che in sede di aumento del capitale sociale della impresa innova va. Ra o della disciplina del Decreto Crescita 2.0, infa , è quella di determinare un rafforzamento patrimoniale alla impresa innova va (cfr.: sul punto circolare 11 giugno 2014, n. 16/E).8

L’ammontare complessivo degli inves men ricevu da ciascuna impresa innova va in ogni periodo di imposta non può essere superiore a 15.000.000 euro. Come chiarito dalla relazione illustra va al Decreto a ua vo, se una startup dovesse ricevere, in un periodo di imposta agevolato, conferimen in denaro per un importo complessivo superiore a 15.000.000 euro, tu i soci che avessero effe uato conferimen rilevan e, pertanto, potenzialmente agevolabili, non avrebbero il diri o ad

effe uare alcuna deduzione o detrazione di imposta, neanche per la parte proporzionalmente corrispondente al conferimento effe uato fino a concorrenza di 15.000.000 euro.

Gli inves tori devono ricevere e conservare la seguente documentazione: a. cer ficazione rilasciata dalla startup

innova va a estante il rispe o del limite di euro 15 milioni per i conferimen complessivamente ricevu nei periodi d’imposta di vigenza del regime agevola vo;

b. copia del piano di inves mento della startup innova va contenente informazioni de agliate sull’a vità svolta, sui rela vi prodo , sull’andamento previsto e a uale delle vendite e dei profi , con descrizione dell’exit strategy al fine di garan re all’inves tore una pianificazione della fase finale dell’operazione;

c. una cer ficazione a estante l’ogge o dell’a vità nel caso di inves men in startup a vocazione sociale, oppure operan in ambito energe co.

Inoltre:

– gli organismi di inves mento colle vo del risparmio devono cer ficare il possesso di un numero di azioni o quote di valore pari al 70% del valore complessivo degli inves men in strumen finanziari risultan dal rendiconto di ges one o dal bilancio chiuso al periodo di imposta in cui viene effe uato l’inves mento;

– le società di capitali che investono prevalentemente in startup innova ve devono cer ficare di essere in possesso di un numero di azioni o quote di startup innova ve – classificate nella categoria delle immobilizzazioni finanziarie – di valore almeno pari al 70% delle immobilizzazioni finanziarie iscri e nel bilancio chiuso nel corso del periodo di imposta in cui è stato effe uato l’inves mento.

Le agevolazioni sono escluse quando gli inves men in startup innova ve sono effe ua : – tramite OICR o società, dire amente

o indire amente, a partecipazione pubblica;

– in startup innova ve che si qualificano come imprese in difficoltà (Comunicazione Commissione europea n. 2004/C244/02);

– in startup innova ve che operano nel se ore della costruzione navale e nel se ore del carbone e dell’acciaio.

NOTA 8 A tal proposito i chiarimen forni

dall’Agenzia delle Entrate con riferimento al bonus capitalizzazioni, espressi nella circolare 21 dicembre 2009, n. 53/E, sembrerebbero poter essere applica al caso di specie nella misura in cui viene precisato che, ai fini dell’agevolazione, rilevano solamente gli aumen di capitale conclusi e non anche quelli meramente so oscri ma non versa o gli aumen di capitale cd. “nominali” effe ua mediante conversione di riserve disponibili. Il riferimento norma vo alla “somma” inves ta, inoltre, appare escludere la rilevanza dei conferimen di beni in natura nonché le prestazioni d’opera o servizi a favore della società.

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Sono inoltre escluse: – le startup innova ve, gli incubatori

cer fica , gli OICR e le altre società di capitali che investono prevalentemente nelle startup innova ve;

– i sogge che prima di effe uare l’inves mento, possiedano partecipazioni superiori al 30% nella startup innova va ogge o dell’inves mento, comprendendo anche le partecipazioni detenute dai familiari e da società dire amente controllate.

La possibilità di beneficiare delle agevolazioni fiscali è, invece, sogge a a decadenza quando si verifica uno dei seguen casi: – la cessione – anche parziale – a

tolo oneroso delle partecipazioni ricevute in cambio degli inves men agevola (debbono ritenersi vieta anche gli a a

tolo oneroso che possono determinare la cos tuzione o il trasferimento di diri reali di godimento e i conferimen in società);

– la cessione di diri o toli a raverso cui possono essere acquisite le partecipazioni ricevute in cambio degli inves men agevola ;

– la riduzione del capitale sociale e la ripar zione di riserve o altri fondi cos tui con sovra-prezzi di emissione di quote di startup innova ve o delle società che investono prevalentemente in startup innova ve;

– il recesso o l’esclusione degli

inves tori sogge passivi di imposta che hanno effe uato un inves mento agevolato in una o più startup innova ve;

– la perdita di uno dei requisi previs dall’art. 25, comma 2, del Decreto Crescita 2.0 o all’art. 4, comma 3 dell’Investment Compact da parte, rispe vamente, della startup o della PMI innova va, secondo quanto risultante dal registro delle imprese.

De e cause di decadenza debbono verificarsi entro 3 anni a decorrere dalla data in cui è stato effe uato l’inves mento.

Non cos tuiscono, invece, causa di decadenza le operazioni che comportano: – il trasferimento, a tolo gratuito o a

causa di morte, delle partecipazioni;

– i trasferimen delle partecipazioni derivan da operazioni straordinarie, così come previste dal Titolo III – Capo III e IV del Tuir (ie. trasformazione, fusione, scissione di società, scambi di partecipazioni);

con l’esclusione dei trasferimen a causa di morte, queste operazioni possono dirsi ammesse e non comportano pertanto la decadenza dalle agevolazioni fiscali, a condizione si siano verificate a decorrere dalla data in cui è stato effe uato l’inves mento agevolato da parte del dante causa.

Non cos tuisce, inoltre, causa di decadenza dalle agevolazioni fiscali, il decorso del termine di 5 anni dalla

data di cos tuzione della startup innova va (che deve essere stata cos tuita e svolgere a vità d’impresa da non più di 60 mesi). Giova ricordare, per completezza, che nel caso di inves men in imprese innova ve effe ua da società di capitali, l’incen vo fiscale usufruibile all’a o dell’inves mento si cumula con i benefici o enibili dall’applicazione del regime di partecipa on exemp on di cui all’art. 87 del Tuir all’a o del disinves mento.

2.5 Startup e PMI innova ve possono accedere gratuitamente, in via prioritaria e secondo modalità semplificate, alla garanzia sul credito bancario concessa dal Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, come stabilito dal Decreto 26 aprile 2013 del Ministro dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, pubblicato nella Gazze a Ufficiale n. 147 del 25 giugno 2013 (cfr.: in par colare l’art.3) e dalla Circolare del Medio credito Centrale del 26 luglio 2013, n. 652.

Il Fondo Centrale di Garanzia è un fondo pubblico che affianca le PMI, facilitandone il finanziamento bancario, a raverso la concessione di una garanzia gratuita sui pres concessi dalle banche.

Alle PMI innova ve viene riconosciuto un accesso al Fondo secondo i criteri e le modalità semplifica già riconosciu alle startup innova ve e con priorità nell’istru oria e nella presentazione al Comitato di ges one del Fondo.

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Il Fondo di garanzia per le piccole medie imprese può assicurare: – fino all’80% dell’ammontare

dell’esposizione per capitale ed interessi del sogge o richiedente nei confron della startup (garanzia dire a);

– fino all’80% dell’importo garan to da Confidi, o da altro Fondo di garanzia, a condizione che le garanzie da ques rilasciate non superino la percentuale massima dell’80% (garanzia indire a).

Il Fondo non interviene dire amente nel rapporto tra banca e impresa, che sono i sogge che contra ano le condizioni del pres to. L’impresa inoltra la domanda dire amente a una banca per candidarsi a ricevere il finanziamento e, contestualmente, richiede che sul finanziamento sia acquisita la garanzia dire a; sarà la banca ad occuparsi della domanda. Se l’impresa si rivolge a un Confidi, quest’ul mo garan sce l’operazione in prima istanza e richiede la controgaranzia al Fondo. Tu e le banche sono abilitate a presentare le domande, mentre, con riferimento ai Confidi, occorre rivolgersi ad un operatore accreditato.

L’importo massimo garan to per ogni impresa è di 2,5 milioni di euro da u lizzare eventualmente a raverso più operazioni, non esistendo un limite massimo di operazioni effe uabili.

2.6 Le startup e le PMI innova ve non sono sogge e alla disciplina delle società di comodo di cui all’art. 30

della legge 23 dicembre 1994, n. 724, e delle società in perdita sistema ca di cui all’art. 2, commi 36-decies – 36-duodecies del dl 13 agosto 2011, n. 138.

Nel periodo successivo a quello in cui viene meno la qualifica di impresa innova va, la società è tenuta all’effe uazione del test di opera vità di cui all’art.30 della legge 724/1994 cit. e nella determinazione dei ricavi presun e di quelli effe vi occorre considerare i due periodi d’imposta preceden a quello di osservazione, anche se non interessa da cause di non applicazione della disciplina.

Ai fini della applicazione della disciplina delle società in perdita sistema ca, il triennio di osservazione decorre dal periodo successivo a quello in cui viene meno la qualifica di startup innova va. Solo da tale periodo, dunque, potranno essere verifica i presuppos ai fini della applicazione della disciplina in parola.

2.7 9 L’art. 4 comma 11-bis dell’Investment Compact ha eliminato, per le startup innova ve, l’obbligo di apposizione del visto di conformità ex art. 35, comma 1, le . a) del D.Lgs. 9 luglio 1997, n.241, in caso si intenda u lizzare in compensazione i credi Iva annuali per impor sino a 50.000,00 euro annui.

2.8 Le startup innova ve sono esonerate dal pagamento dei bolli e dei diri di segreteria dovu per gli adempimen

rela vi all’iscrizione in Camera di Commercio e al versamento dei diri annuali (art. 26 del Decreto Crescita 2.0).

Con riferimento all’esonero dal versamento dei diri di segreteria, Unioncamere, sulla base di esplicita richiesta da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, ha chiarito che l’esonero deve essere interpretato “nella sua più ampia accezione possibile”.10 In coerenza con tale indirizzo, l’Amministrazione finanziaria (cfr.: Circolare 11 giugno 2014, n. 16/E) ri ene che anche l’esonero dal versamento dell’imposta di bollo possa essere interpretato come esonero generale, rela vo a tu gli a pos in essere dalle startup innova ve, successivi all’iscrizione nel registro delle imprese, quali, ad esempio, gli aumen di capitale agevola .

Le PMI innova ve, invece, sono esonerate dal pagamento dell’imposta di bollo dovuta per l’iscrizione in Camera di Commercio.

NOTE 9 Disposizioni riferite esclusivamente alle

startup innova ve. 10 L’esonero dai diri camerali di segreteria

a favore delle start up innova ve è esteso a tu gli a deposita da tali imprese, ivi incluso, ad esempio, il bilancio d’esercizio (cfr.: comunicato stampa Min. Sviluppo economico e Unioncamere del 12 giugno 2014).

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2.9 11

L’art. 31 del Decreto Crescita 2.0, in caso di crisi, esclude la startup innova va dalle procedure concorsuali, con l’assogge amento solo al procedimento per la composizione delle crisi da sovraindebitamento.

La composizione delle crisi da sovraindebitamento consiste in una procedura negoziale, controllata in sede giudiziale, volta al raggiungimento di un accordo fra debitore e creditore, al fine di porre rimedio alle situazioni di sovraindebitamento non sogge e né assogge abili alle vigen procedure concorsuali; l’accordo ha come contenuto la ristru urazione dei debi e la soddisfazione dei credi a raverso qualsiasi forma, anche mediante cessione dei reddi futuri (art.8, comma 1, della legge 27 gennaio 2012, n. 3).

2.10 12

Viene riconosciuto un credito d’imposta per le assunzioni di personale altamente qualificato tramite contra a tempo indeterminato, e tramite contra di apprendistato.

Ai fini della concessione del credito d’imposta non si applicano le disposizioni di cui ai commi 8, 9, 10 dell’art. 24 del dl 22 giugno 2012, n. 83 (i.e. cer ficazione della documentazione da parte di un professionista iscri o al Registro dei Revisori Legali o del Collegio Sindacale). Il credito d’imposta è concesso in via prioritaria rispe o alle altre imprese.13

Le disposizioni contenute nell’art. 28 del Decreto Crescita 2.0, inoltre, riconoscono una maggiore flessibilità nell’u lizzo dei contra a tempo determinato, sia per quanto riguarda le ragioni che legi mano il ricorso a tale pologia contra uale, sia in riferimento alla disciplina della proroga e della successione dei contra .

L’art. 28, comma 2 del Decreto Crescita 2.0, prevede che la startup potrà assumere, anche in somministrazione, personale con contra di lavoro a tempo determinato senza l’obbligo di indicare nel contra o le cd. causali d’assunzione (“ragioni di cara ere tecnico, produ vo, organizza vo o sos tu vo”), previste come regola generale dall’art. 1, comma 1 del D.Lgs. 6 se embre 2001, n. 368. Tale esclusione è subordinata alla condizione che le mansioni dedo e nel

contra o siano “ineren o strumentali” all’ogge o sociale dell’impresa.

Riguardo alla durata dei contra a termine, l’art. 28, comma 3 del Decreto Crescita 2.0 prevede una durata minima di 6 mesi e una durata massima di 36 mesi, estendibile fino a 48 mesi, una volta raggiunta la sudde a soglia massima, con un ulteriore e ul mo contra o s pulato presso la Direzione territoriale del Lavoro. Nel caso in cui il datore di lavoro abbia la necessità di s pulare un contra o di durata inferiore a 6 mesi, ciò sarà possibile mediante la specificazione della causale, applicando, quindi, la disciplina generale.

Non è previsto alcun limite numerico di contra a termine in relazione al numero di contra a tempo indeterminato: si potrebbe ad esempio avere una startup con due dipenden a tempo indeterminato e dieci dipenden a tempo determinato.

Il contra o potrà prevedere, oltre ad una retribuzione fissa non inferiore al minimo tabellare, anche una parte variabile legata alla produ vità e/o reddi vità dell’impresa, o all’efficienza e/o produ vità del dipendente (es. stock op on), usufruendo delle agevolazioni di seguito descri e.

I contra a termine “startup” possono essere proroga e rinnova liberamente senza l’obbligo del rispe o dei cd. stacchi obbligatori. Solo in caso di superamento dei limi di durata, si determina la trasformazione a tempo indeterminato.

NOTE 11 Disposizioni riferite esclusivamente alle

startup innova ve. 12 Disposizioni riferite esclusivamente alle

startup innova ve. 13 Il credito è pari al 35% (max euro

200.000/anno) del costo azienda per: – sogge in possesso di do orato di

ricerca; – sogge con laurea magistrale; – per le startup innova ve; – nessuna cer ficazione da parte di

revisore o altro sogge o abilitato; – concessione in via prioritaria del

credito; – istanza in forma semplificata al MISE.

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2.11 14

Viene previsto un sostegno nel processo di internazionalizzazione da parte dell’Agenzia ICE che include l’assistenza in materia norma va, societaria, fiscale, immobiliare, contra ualis ca e credi zia, l’ospitalità a tolo gratuito alle principali fiere e manifestazioni internazionali, e l’a vità volta a favorire l’incontro delle PMI innova ve con inves tori potenziali.

3. Incen vi per l’innovazione da parte delle imprese

3.1 ’ R S

L’art. 3 del dl 23 dicembre 2013, n. 145 (cd. “Decreto Des nazione Italia”) ha introdo o un credito d’imposta in favore delle imprese che, senza limi di fa urato e indipendentemente dalla forma giuridica, dal se ore economico in cui operano nonché dal regime contabile ado ato, effe uano inves men in a vità di ricerca e sviluppo (“Credito R&S”).

Le disposizioni norma ve prevedono che gli inves men agevolabili siano quelli effe ua a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014, e fino a quello in corso al 31 dicembre 2020.

Per le imprese con esercizio corrispondente all’anno solare, pertanto, sono agevolabili gli inves men effe ua dal 2015 al 2020.15

Sono ammissibili al credito d’imposta

le seguen a vità di ricerca e sviluppo: – lavori sperimentali o teorici svol ,

aven quale principale finalità l’acquisizione di nuove conoscenze sui fondamen di fenomeni e di fa osservabili, senza che siano previste applicazioni o u lizzazioni pra che dire e;

– ricerca pianificata o indagini cri che miran ad acquisire nuove conoscenze, da u lizzare per me ere a punto nuovi prodo , processi o servizi o perme ere un miglioramento dei prodo , processi o servizi esisten ovvero la creazione di componen di sistemi complessi, necessaria per la ricerca industriale;

– acquisizione, combinazione, stru urazione e u lizzo delle conoscenze e capacità esisten di natura scien fica, tecnologica e commerciale allo scopo di produrre piani, proge o disegni per prodo , processi o servizi nuovi, modifica o migliora . Può tra arsi anche di altre a vità des nate alla definizione conce uale, alla pianificazione e alla documentazione concernen nuovi prodo , processi e servizi. Tali a vità possono comprendere l’elaborazione di proge , disegni, piani e altra documentazione, purché non siano des na a uso commerciale;

– realizzazione di proto pi u lizzabili per scopi commerciali e di proge pilota des na a esperimen tecnologici o commerciali, quando il proto po è necessariamente il prodo o commerciale finale e il

suo costo di fabbricazione è troppo elevato per poterlo usare soltanto a fini di dimostrazione e di convalida. L’eventuale, ulteriore sfru amento di proge di dimostrazione o di proge pilota a scopo commerciale comporta la deduzione dei reddi così genera dai cos ammissibili;

– produzione e collaudo di prodo , processi e servizi, a condizione che non siano impiega o trasforma in vista di applicazioni industriali o per finalità commerciali.

Non si considerano a vità di ricerca e sviluppo le modifiche ordinarie o periodiche apportate a prodo , linee di produzione, processi di fabbricazione, servizi esisten e altre operazioni in corso, anche quando tali modifiche rappresen no miglioramen .

Il credito d’imposta è riconosciuto a tu e le imprese, fino ad un importo massimo annuale di 20 milioni di euro per ciascun beneficiario.16

Il Credito R&S spe a per ciascun beneficiario, nella misura del 50% della spesa incrementale rela va:17

NOTE 14 Disposizioni riferite esclusivamente alle

PMI innova ve. 15 Misure così modificate dall’art. 1, commi

15-16 della Legge di Bilancio per il 2017. 16 Sono esclusi dall’ambito applica vo del

beneficio le persone fisiche, le società semplici esercen a vità agricole (entro i limi previs dall’art. 32 del Tuir), gli en commerciali, se non tolari di un reddito d’impresa, i tolari di reddito di lavoro autonomo e le imprese che svolgono a vità di ricerca per conto di terzi.

17 Misure così modificate dall’art. 1, commi 15-16 della Legge di Bilancio per il 2017.

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– ai cos del personale altamente qualificato e dei cos per spese concernen i contra di ricerca s pula con università, en di ricerca e organismi equipara , comprese le startup innova ve;

– ai cos delle quote di ammortamento delle spese di acquisizione o u lizzazione di strumen e a rezzature di laboratorio e rela va ai cos per le competenze tecniche e priva ve industriali.

Il Credito R&S va determinato sulla spesa incrementale complessiva, data dalla differenza tra: – l’ammontare dei cos per

inves men di ricerca e sviluppo sostenu nel periodo d’imposta in relazione al quale si intende fruire dell’agevolazione; e

– la media annuale dei medesimi cos sostenu nei tre periodi d’imposta preceden a quello in corso al 31 dicembre 2015 (o del minor periodo d’imposta decorrente dalla data di cos tuzione).18

Ai fini della determinazione del Credito R&S, il Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 27

maggio 2015 (il “Decreto A ua vo”)chiarisce quali sono i cos di competenza (cfr.: art. 109 del Tuir) del periodo di imposta di riferimento, ammissibili:

– cos rela vi al personale, dipendente dell’impresa o assunto con contra di collaborazione, altamente qualificato in possesso di un tolo di do ore di ricerca ovvero iscri o ad un ciclo di do orato, ovvero in possesso di una laurea magistrale in discipline di ambito tecnico scien fico. È escluso il personale con mansioni amministra ve, contabili e commerciali. Sono, tu avia, compresi nell’agevolazione i cos degli esercen ar e professioni, a condizione che svolgano la propria a vità presso le stru ure dell’impresa (cfr.: le .a);19

– quote di ammortamento delle spese di acquisizione o u lizzazione di strumen e a rezzature di laboratorio. Secondo quanto chiarito dal Decreto A ua vo, nel caso di acquisizione di tale strumentazione mediante contra di leasing, concorre alla determinazione del costo ammissibile la quota capitale del

canone, nella misura corrispondente all’importo deducibile ai sensi dell’art. 102, comma 7 del Tuir ed in base all’effe vo impiego per le a vità di R&S. In caso di acquisizione della strumentazione mediante contra di locazione non finanziaria, il valore al quale applicare i coefficien di ammortamento è rappresentato dal costo storico del bene risultante dal rela vo contra o di locazione, ovvero da una specifica dichiarazione del locatore (cfr.: le . b);20

– spese rela ve a contra di ricerca s pula tra le università, en pubblici di ricerca e startup innova ve con imprese residen o localizzate in Sta membri dell’Unione Europea, in Sta aderen allo SEE ovvero in Paesi e territori che consentono un adeguato scambio di informazioni (cfr.: le . c);

– knowhow e priva ve industriali rela ve ad un’invenzione industriale o biotecnologica, ad una topografia di prodo o a semicondu ori o ad una nuova varietà vegetale, anche acquisite da fon esterne (cfr.: le . d).

NOTE 18 Considerato il riferimento ai “tre periodi

d’imposta preceden a quello in corso al 31 dicembre 2015”, si tra a di una media “fissa”. L’art. 3, comma 2 del Decreto Des nazione Italia dispone che per le imprese in a vità da meno di tra periodi d’imposta, la media degli inves men da considerare per il calcolo della spesa incrementale è quella risultante dagli inves men realizza nel minor periodo decorrente dalla data di cos tuzione delle stesse.

19 Con riferimento alle spese rela ve al personale altamente qualificato, il Decreto A ua vo ha chiarito che deve essere preso in considerazione il costo effe vamente sostenuto dall’impresa per i lavoratori dipenden , o in rapporto di collaborazione, intendendo come tale l’importo cos tuito dalla retribuzione lorda prima delle imposte e dai contribu obbligatori (quali gli oneri previdenziali e i contribu assistenziali obbligatori per legge) in rapporto all’effe vo impiego dei

medesimi lavoratori nell’a vità di ricerca e sviluppo.

20 Tale cos sono ammissibili nei limi dell’importo risultante dall’applicazione dei coefficien di ammortamento di cui al dm 31 dicembre 1988, in relazione alla misura e al periodo di u lizzo per l’a vità di ricerca e sviluppo e, comunque, con un costo unitario non inferiore a 2.000,00 euro, al ne o dell’Iva.

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Per la corre a fruizione del Credito R&S, il Decreto A ua vo ha chiarito che l’Agenzia delle Entrate effe uerà controlli finalizza a verificare: – la sussistenza delle condizioni di

accesso al beneficio; – la conformità delle a vità e dei

cos di ricerca e sviluppo svol .21

Nel caso in cui l’Amministrazione finanziaria accer l’indebita fruizione, anche parziale, del Credito R&S per il mancato rispe o delle condizioni richieste, l’Agenzia delle Entrate provvederà al recupero dell’importo di cui l’impresa ha beneficiato, maggiorato di interessi e sanzioni (ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 18 dicembre 1997, n. 471 (pari al 30 per cento del credito indebitamente fruito).22

Il credito non concorre alla formazione del reddito, né della base imponibile dell’imposta regionale sulle a vità produ ve ed è u lizzabile esclusivamente in compensazione ai sensi dell’art. 17 del dl 9 luglio 1997, n. 241, ai fini dei versamen Ires e Irap rela vi al periodo d’imposta in cui le spese sono state sostenute.

Il Decreto A ua vo prevede la possibilità di cumulare il Credito R&S con l’agevolazione per l’assunzione del personale altamente qualificato di cui all’art. 24 del dl 22 giugno 2012, n. 83.

3.2 Nell’ambito delle novità norma ve introdo e dalla legge 23 dicembre 2014, n. 190 (cd. “Legge di Stabilità per il 2015”), è senz’altro interessante quanto disposto rela vamente al cd. Patent Box, ossia, il regime opzionale di tassazione agevolata per i reddi derivan dall’u lizzazione dire a o dalla concessione in uso di alcune

pologie di beni immateriali, quali: – opere dell’ingegno; – breve industriali; – disegni e modelli; – processi, formule e informazioni

giuridicamente tutelabili (knowhow). L’opzione rileva anche ai fini della determinazione del valore della produzione ne a Irap di cui al dl 15 dicembre 1997, n. 446.

L’agevolazione in esame trova applicazione nei confron di tu i

sogge tolari di reddito d’impresa, ad eccezione delle società semplici. I sogge non residen con stabile organizzazione in Italia possono esercitare l’opzione a condizione di essere residen in Paesi con i quali è in vigore un accordo per evitare la doppia imposizione, e con i quali lo scambio di informazioni sia effe vo.

L’opzione per il regime di tassazione agevolata è consen ta a condizione che i sogge che esercitano l’opzione svolgano le a vità di ricerca e sviluppo, anche mediante contra di ricerca s pula con società diverse da quelle che dire amente o indire amente controllano l’impresa, ne sono controllate o sono controllate dalla stessa società che controlla l’impresa ovvero con università o en di ricerca e organismi equipara , finalizzate alla produzione di beni immateriali ogge o del beneficio fiscale in ogge o.

L’opzione, esperibile dai sogge che esercitano a vità di ricerca e sviluppo, ha durata per 5 periodi d’imposta ed ha cara ere irrevocabile. Al termine del periodo di durata, l’opzione è rinnovabile.

NOTE 21 Le imprese dovranno conservare

l’apposita documentazione contabile cer ficata dal sogge o incaricato della revisione legale, o dal collegio sindacale, o da un professionista iscri o nel Registro dei Revisori Legali, al fine di dimostrare l’ammissibilità e l’effe vità degli stessi. Tale cer ficazione deve essere allegata al bilancio. Le imprese non sogge e a revisione legale dei con e prive di un Collegio Sindacale, devono, comunque, avvalersi della cer ficazione di un revisore legale dei con o di una

società di revisione legale. Le spese sostenute per l’a vità di cer ficazione contabile, entro il limite massimo di 5.000 euro, sono, peraltro, considera cos ammissibili. Le imprese con bilancio cer ficato sono esen dagli obblighi di cer ficazione della specifica documentazione e dall’obbligo di allegare tale materiale al bilancio.

22 Per fruire del contributo le imprese devono presentare un’istanza telema ca. La procedura telema ca, che sarà definita con Decreto dal Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il

Ministero dell’Economia e delle Finanze, prevede: – una verifica ex ante sulla conformità

delle spese di ricerca e sviluppo che le imprese sostengono; e

– una verifica ex post sull’effe va en tà delle spese sostenute. Qualora le spese effe vamente sostenute risul no inferiori di oltre il 20 per cento rispe o a quelle dichiarate, la misura dell’agevolazione sarà rido a dal 50 per cento al 40 per cento sempre che permanga la spesa incrementale.

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L’opzione, in par colare, consiste nell’esclusione dal reddito complessivo di una percentuale pari al: – 30% per il periodo d’imposta 2015; – 40% per il periodo d’imposta 2016; – 50% a regime e per il periodo

d’imposta 2017; dei reddi derivan dalla concessione in uso o u lizzo dire o dei beni immateriali.

Il Patent Box può essere u lizzato non solo da chi de ene la proprietà dei beni immateriali ma anche da chi ha diri o allo sfru amento economico degli stessi.

Sono previste 2 pologie di u lizzo degli intangibles: I. in caso di concessione in uso a terzi

dei beni, il reddito da considerare è cos tuito dalle royal es determinate su base contra uale come corrispe vo per la concessione stessa;

II. in caso di uso dire o dei beni immateriali nell’ambito della propria a vità, invece, è necessario determinare il

contributo che l’immobilizzazione apporta alla formazione del reddito complessivo in accordo preven vo con l’Amministrazione finanziaria, applicando le linee guida OCSE per la determinazione del contributo economico che ha concorso a formare il reddito d’impresa.

Ai sensi dell’art. 9 del Decreto a ua vo, la quota di reddito agevolabile è determinata sulla base del rapporto tra: – i cos di a vità di ricerca e

sviluppo sostenu per il mantenimento, l’accrescimento e lo sviluppo del bene immateriale, aumenta di un importo corrispondente ai cos sostenu per l’acquisizione del rela vo bene per contra di ricerca, rela vi allo stesso bene, s pula con società che dire amente o indire amente controllano l’impresa, ne sono controllate o sono controllate dalla stessa società che controlla l’impresa fino a concorrenza del 30% del medesimo ammontare;

– i cos complessivi sostenu per

produrre il bene immateriale. L’accesso al regime di tassazione agevolata è consen to anche qualora le imprese svolgano le a vità di ricerca e sviluppo, mediante contra di ricerca s pula con università o en di ricerca e organismi equipara finalizza alla produzione di beni immateriali ogge o del regime agevolato.

La norma prevede, inoltre, una detassazione integrale delle plusvalenze derivan dalla cessione dei beni immateriali, a condizione che almeno il 90% del corrispe vo derivante dalla cessione stessa sia reinves to: – prima della chiusura del secondo

periodo d’imposta successivo a quello nel quale si è verificata la cessione;

– per a vità di manutenzione o sviluppo di altri beni immateriali agevolabili.

Anche in questo caso trovano applicazione le disposizioni rela ve al ruling.

Tabella comparativa Startup innovativa PMI innovativa

Registro delle imprese È previsto l’esonero dal pagamento:

- dell’imposta di bollo e - dei diritti di segreteria dovuti per gli

adempimenti relativi alle iscrizioni nel Registro delle Imprese;

- del diritto annuale dovuto in favore delle Camere di Commercio.

È previsto l’esonero dal pagamento dell’imposta di bollo.

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Tabella comparativa Startup innovativa PMI innovativa

Deroghe societarie Sono previste per tutte le startup innovative alcune deroghe alla disciplina ordinaria in materia di riduzione del capitale per perdite. Sono previste per le startup innovative “Srl” deroghe alla disciplina ordinaria in materia di:

- creazione di categorie di quote; - offerta al pubblico di quote di

partecipazione; - divieto di operazioni sulle proprie

partecipazioni; - emissione di strumenti finanziari

partecipativi.

Sono previste per tutte le PMI innovative alcune deroghe alla disciplina ordinaria in materia di riduzione del capitale per perdite. Sono previste per le PMI innovative “Srl” deroghe alla disciplina ordinaria in materia di:

- creazione di categorie di quote; - offerta al pubblico di quote di partecipazione; - divieto di operazioni sulle proprie

partecipazioni; - emissione di strumenti finanziari partecipativi.

Incentivi fiscali all’investimento È prevista:

- una detrazione IRPEF del 30% delle somme investite in una o più startup innovative, con un ammontare massimo di investimento consentito in ciascun periodo pari a 1.000.000,00 euro;

- una deduzione IRES del 30% delle somme investite in una o più startup innovative, con un ammontare massimo di investimento consentito in ciascun periodo pari a1.800.000,00 euro.

È prevista:

- una detrazione IRPEF del 30% delle somme investite in una o più PMI innovative, con un ammontare massimo di investimento consentito in ciascun periodo pari a1.000.000,00 euro;

- una deduzione IRES del 30% delle somme investite in una o più PMI innovative, con un ammontare massimo di investimento consentito in ciascun periodo pari a1.800.000,00 euro.

Remunerazione tramite strumenti finanziari

Non concorrono a formare il reddito imponibile di amministratori, dipendenti e collaboratori continuativi redditi derivanti dall’assegnazione, a titolo di remunerazione, di strumenti finanziari della startup innovativa stessa. L’esenzione opera sia ai fini fiscali che contributivi. L’agevolazione riguarda anche l’emissione di strumenti finanziari come remunerazione per apporti di opere e servizi.

Non concorrono a formare il reddito imponibile di amministratori, dipendenti e collaboratori continuativi i redditi derivanti dall’assegnazione, a titolo di remunerazione, di strumenti finanziari della PMI innovativa stessa.

L’esenzione opera sia ai fini fiscali che contributivi. L’agevolazione riguarda anche l’emissione di strumenti finanziari come remunerazione per apporti di opere e servizi.

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Tabella comparativa Startup innovativa PMI innovativa

Disciplina delle società di comodo Le startup innovative non sono soggette alla disciplina delle società di comodo e delle società in perdita sistemica.

Le PMI innovative non sono soggette alla disciplina delle società di comodo e delle società in perdita sistemica.

Accesso semplificato al credito d’imposta per l’assunzione di personale altamente qualificato

Al fine di accedere al credito d’imposta è prevista un’istanza redatta in forma semplificata. Inoltre, non è necessaria la certificazione della documentazione da parte di un professionista iscritto al registro revisori o del Collegio sindacale.

Raccolta fondi È prevista la possibilità di far ricorso all’equity

crowdfunding. È prevista la possibilità di far ricorso all’equity crowdfunding.

Gestione della crisi È previsto l’accesso ai procedimenti di

composizione della crisi da sovraindebitamento e di liquidazione del patrimonio, con esclusione, in particolare, della procedura di fallimento.

Altre agevolazioni Sono previsti: - l’accesso al Fondo centrale di garanzia per

le piccole e medie imprese; - il sostegno da parte dell’ICE Agenzia per la

promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane;

- campagne di sensibilizzazione, pubblicità e monitoraggio delle misure tramite il “sistema permanente di monitoraggio e valutazione”;

- un portale informatico che raccoglie tutti gli interventi normativi (SUI);

- un portale contenente tutti i documenti e le informazioni necessari per accedere ai bandi di finanziamento pubblici e privati.

Sono previsti: - l’accesso al Fondo centrale di garanzia per le

piccole e medie imprese; - il sostegno da parte dell’ICE Agenzia per la

promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane;

- campagne di sensibilizzazione, pubblicità e monitoraggio delle misure tramite il “sistema permanente di monitoraggio e valutazione”;

- un portale contenente tutti i documenti e le informazioni necessari per accedere ai bandi di finanziamento pubblici e privati.

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STRUMENTI ITALIANI ED EUROPEI PER FINANZIARE LE STARTUP 1. Premessa Il finanziamento delle startup, specialmente nella fase di early stage, avviene prevalentemente a raverso apporto di equity da parte di Accelerarori, Business Angel e Fondi di Venture Capital specializza .

Il finanziamento a raverso canali bancari e finanziari garan da fondi pubblici e/o erogazioni a fondo perduto pubbliche è stato tu avia introdo o sia a livello nazionale, che europeo, a raverso diverse misure.

In par colare, come più de agliatamente esposto in altra sezione di questo quaderno, il Decreto Interministeriale del 26 aprile 2013 pubblicato sulla G.U. del 25 giugno 2013 n. 147, ha introdo o la possibilità per le startup innova ve di richiedere finanziamen agli intermediari finanziari con l’acquisizione della garanzia o della contro-garanzia (se l’impresa si rivolge ad un Confidi) del Fondo Centrale di Garanzia.

In Italia il MISE, a raverso Invitalia, ha varato il programma Smart&Start, rivolto alle startup innova ve di piccola dimensione, già iscri e alla sezione speciale del Registro delle Imprese. Sempre Invitalia ha cos tuito il Fondo di Venture Capital Invitalia Ventures per co-inves re, con Venture Capital priva nazionali e internazionali, nelle startup innova ve Italiane.

A livello regionale le linee di intervento per favorire la crescita delle startup

hanno riguardato l’introduzione e la ges one di programmi di aiuto sia so o forma di servizi rivol ai neo imprenditori (servizi di informazione e orientamento sulle opportunità e i finanziamen europei, servizi per l’internazionalizzazione, promozione delle re d’impresa, ecc.) sia so o forma di erogazioni di incen vi e/o di sostegno al credito a raverso il rilascio di garanzie, a valere su risorse regionali, nazionali ed europee.

In questo capitolo si intendono illustrare le principali inizia ve u lizzabili dalle startup, introdo e a livello nazionale ed europeo, con le loro principali cara eris che.

2. Strumen italiani Programma Smart&Start Invitalia

Smart&Start Italia sos ene la nascita e la crescita delle startup innova ve ad alto contenuto tecnologico per s molare una nuova cultura imprenditoriale legata all’economia digitale, per valorizzare i risulta della ricerca scien fica e tecnologica e per incoraggiare il rientro dei “cervelli” dall’estero. Si rivolge a startup innova ve di piccola dimensione già iscri e alla sezione speciale del Registro delle Imprese, a team di persone fisiche che intendono cos tuire una startup innova va in Italia, anche se residen all’estero o di nazionalità straniera.

La misura è stata rifinanziata dal Ministero dello Sviluppo Economico con 95 milioni di euro (Legge di Bilancio 2017). 45,5 milioni sono sta messi a disposizione dal Pon Imprese e

Compe vità 2014-2020 (DM 9 agosto 2016 pubblicato nella Gazze a Ufficiale n. 246 del 20 o obre 2016).

Lo sportello è aperto e le domande di finanziamento sono valutate secondo l’ordine cronologico di arrivo entro 60 giorni. La procedura per l’accesso alle agevolazioni è completamente informa zzata.

Dalla partenza, nel se embre 2013, Smart&Start ha finanziato oltre 700 startup con proge in prevalenza nei se ori dell’economia digitale, life science, ambiente ed energia a fronte di oltre 200 milioni di euro di agevolazioni concesse. Finanzia proge che prevedono programmi di spesa, di importo compreso tra 100 mila e 1,5 milioni di euro, per beni di inves mento e/o per cos di ges one. Tra le principali voci di spesa ammissibili: – per gli inves men : impian ,

macchinari e a rezzature tecnologiche; componen HW e SW; breve , licenze, know-how; consulenze specialis che tecnologiche;

– per la ges one: personale dipendente e collaboratori; licenze e diri per toli di proprietà industriale; servizi di accelerazione; canoni di leasing; interessi su finanziamen esterni.

Le spese devono essere sostenute dopo la presentazione della domanda ed entro i 2 anni successivi alla s pula del contra o di finanziamento.

L’agevolazione finanziaria consiste in un mutuo senza interessi, il cui valore può arrivare:

Strumenti italiani ed europei per finanziare le startup

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– fino all’80% delle spese ammissibili (max € 1.200.000), nel caso in cui la startup abbia una compagine cos tuita da giovani e/o donne o abbia tra i soci un do ore di ricerca che rientra dall’estero.

– fino al 70% delle spese ammissibili (max € 1.050.000) negli altri casi.

Una quota a fondo perduto è prevista per le startup localizzate in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, che res tuiscono solo l’80% del mutuo agevolato ricevuto.

Le startup cos tuite da meno di 12 mesi beneficiano anche di servizi di tutoring tecnico-ges onale (pianificazione finanziaria, marke ng, organizzazione, ges one dell’innovazione, altro), finalizza a sostenere la fase di avvio.

Fondo di Venture Capita Invitalia Ventures

Controllato da Invitalia, il Fondo accelera lo sviluppo delle imprese, con una dote di 50 milioni di euro.

Sono previs inves men in startup ad alto contenuto innova vo per dare slancio alla crescita, coinvestendo con venture capital priva nazionali e internazionali al fine di rafforzare da subito sia la Venture Industry sia le startup innova ve.

A ualmente il Fondo ha un portafoglio di 14 startup.

Il Fondo ha a ualmente stre o rappor di partnership con dodici, tra Università e poli d’eccellenza della Ricerca e Sviluppo italiana e oltre 100 co-inves tori qualifica a livello nazionale ed internazionale.

3. Strumen europei Misure a sostegno delle startup innova ve sono state introdo e a livello europeo già nel ciclo di programmazione 2007-2013. In par colare, il Compe veness and Innova on Framework Programme (CIP) - EU Guarantees (SMEG) è stata una misura mirata a incrementare l’accesso al credito alle piccole medie imprese, fornendo garanzie e capitale so o varie forme agli intermediari finanziari. Pur se indirizzata alla generalità delle piccole medie imprese,23 tale misura è stata u lizzata dagli intermediari finanziari anche per consen re l’avvio di nuove imprese in diversi se ori, inclusi anche alcuni con maggiore incidenza di innovazione, come evidenziato nel Grafico 1:

NOTE 23 In ambito UE, la categoria delle PMI

include imprese con meno di 250 dipenden e con un fa urato annuo non superiore a 50 M€ o, in alterna va, un totale a vo non superiore a 43 M€. In tale ambito si dis nguono Micro Imprese, Piccole Imprese e Medie Imprese secondo i criteri di seguito riporta :

Personale Impiegato Fatturato Annuo

Medie <250 ≤ 50 M

Totale Attivo

≤43 M

Piccole < 50 ≤ 10 M ≤10 M

Micro < 10 ≤ 2 M ≤ 2 M

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Il Grafico 2 ed il Grafico 3 mostrano rispe vamente la distribuzione dei

finanziamen eroga per dimensione delle imprese beneficiarie e per Paese

membro.

CIP Portfolio - By sector

Grafico 1

CIP Portfolio - By SME size (in nbr Employees)

Grafico 2

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Anche se i da non consentono di enucleare l’incidenza delle startup innova ve sul totale delle imprese beneficiarie della misura in esame, si evidenzia in par colare l’o ma capacità delle piccole medie imprese italiane nell’accesso a tale forma di credito garan to.

Nel nuovo ciclo di programmazione 2014-2020 l’Unione Europea ha incrementato le misure per sostenere il credito indirizzato alle piccole medie imprese, introducendo nuovi strumen di garanzia (guarantee) indirizza a intermediari finanziari seleziona . Inoltre sono sta vara strumen mira in maniera più specifica alle startup innova ve, vol a fornire Equity a fondi di Venture

Capital seleziona e ad organizzazioni di Business Angel, oppure a consen re dire amente l’accesso a contribu a fondo perduto (Grants) da parte delle PMI, così come delle startup innova ve.

Nella tabella che segue (cfr. Tab. 1) si evidenziano le misure introdo e indirizzate specificamente alle startup innova ve o comunque a queste ul me accessibili, anche se mirate alle PMI innova ve.

CIP Portfolio - By country

Grafico 3

Tabella 1

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3.1 Nell’ambito del programma Horizon 2020 sono previste, specificamente sia per le PMI innova ve che per le startup innova ve, la misura “Sme Instrument” e l’inizia va “EIT - European Ins tute of Technology”. 3.1.1 Strumento PMI (Sme Instrument)

Descrizione

Lo strumento PMI è uno schema di finanziamento pensato per PMI con una forte propensione allo sviluppo, alla crescita e all’internazionalizzazione e che intendono sviluppare innovazioni (di prodo o, di servizio, di processo e di business model) per accrescere la loro compe vità sui merca internazionali. Lo strumento è cara erizzato da un approccio prevalentemente bo om-up. A vità e fasi finanziate:

Fase 1: studio di fa bilità che verifichi la validità dell’innovazione proposta, finanziata con un importo fisso di € 50.000. Durata 6 mesi circa;

Fase 2: proposta proge uale (Concept to Market-Maturity), finanziata al 70 o al 100% (finanziamen previs nel range € 500 mila - 2,5 milioni). Durata dai 12 ai 24 mesi;

Fase 3: commercializzazione, non finanziata, ma con supporto in termini di formazione, mentorship e servizi di facilitazione per l’accesso a finanza di rischio;

Le aree di riferimento finanziate sono quelle previste nel so oprogramma Leadership in enabling and Industrial

Technologies (LEIT) e nel pilastro Societal Challenges in Horizon 2020. Des natari: tu i pi di imprese piccole e medie, ai sensi della definizione di PMI della Commissione Europea, aven sede legale in uno dei 28 Sta membri o dei Paesi associa , che innovino e siano pronte a crescere sui merca internazionali. La proposta (in Fase 1 e Fase 2) può essere presentata da un’azienda in forma singola o in partenariato (unicamente di imprese), fermo restando la possibilità di avvalersi del contributo di subcontractor. Budget complessivo: pari al 7% del Budget dei programmi LEIT e del pilastro Societal Challenges in Horizon 2020. Il budget finora stanziato é stato pari a: € 251.02 milioni nel budget 2014; € 264.57 milioni nel budget 2015 € 353.4 milioni nel budget 2016; € 385.91 milioni nel budget 2017 Ges one: Lo strumento é ges to centralmente dall’agenzia EASME. Time-frame: Le prime due fasi vengono finanziate a raverso bandi aper (open call for proposal) con 4 scadenze u li all’anno per la presentazione delle proposte per ciascuna fase (con l’eccezione del 2014, anno di avvio del programma)

Tempis ca di erogazione:

• 2 mesi per la valutazione + 1 mese per la firma della convenzione di sovvenzione per la fase1

• 4 mesi per la valutazione + 2 mesi per la firma della convenzione di sovvenzione per la fase 2

Le sta s che di u lizzo dello strumento PMI alla data del 30 giugno 2017, mostrano come le PMI italiane siano riuscite finora a presentare proge compe vi, risultando seconde in termini di numero di proge finanzia e terze in termini di ammontare finanziato.

Alla data del 31 dicembre 2016, l’incidenza delle startup sul totale delle PMI italiane beneficiarie di finanziamen era pari a ca. il 20%.

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Numero di progetti finanziati per Paese

Grafico 4

Importi finanziati per Paese

Grafico 5

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3.1.2 EIT

EIT (Budget complessivo pari a € 2,7 miliardi nel periodo 2014-2020).

Descrizione

L'Is tuto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT), finanziato dal programma Horizon 2020, è un organismo indipendente dell'UE che mira a migliorare la capacità di innovazione dell'Europa a raverso il sostegno al talento imprenditoriale e a nuove idee. L’EIT promuove e finanzia partnership mul disciplinari dinamiche, note come Comunità della conoscenza e dell'innovazione (CCI, in inglese KICs - Knowledge and Innova on Communi es).

Le Comunità della Conoscenza e dell’Innovazione (CCI) sono associazioni che riuniscono imprese, centri di ricerca e università. Esse perme ono di sviluppare prodo e servizi innova vi in ogni se ore, compresi quelli connessi ai cambiamen clima ci, alla qualità della vita ed all’invecchiamento.

L'EIT delinea le strategie forma ve, imprenditoriali e di innovazione delle CCI, definendo le a vità che contribuiscono all'integrazione della conoscenza. Queste a vità sono definite in accordi quadro di partenariato individuali e in specifiche convenzioni di sovvenzione firma con le singole CCI della durata di se e anni.

Ciascuna CCI è is tuita come en tà giuridica ed ha un proprio amministratore delegato per ges re le proprie a vità - novità assoluta per un'inizia va dell'UE. L'EIT lascia alle CCI

un elevato grado di autonomia nel definire il loro status giuridico, l'organizzazione interna e i metodi di lavoro e le CCI sono state concepite in modo tale che siano in grado di reagire in modo efficace e flessibile alle nuove sfide e ai cambiamen ambientali.

Le CCI svolgono a vità che coprono l'intera catena dell'innovazione: programmi di formazione e di istruzione, rafforzamento del percorso dalla ricerca al mercato, proge di innovazione, così come a vità di incubatori d'impresa e di acceleratori. Ad oggi, in tale ambito, sono sta is tui acceleratori nei seguen ambi : Digital, Climate, Inno-Energy, Salute. Digital Accelerator

Tale acceleratore aiuta le inizia ve digitali europee a realizzare una crescita di scala della loro a vità in Europa e nel Mondo, mediante il raggiungimento degli obie vi di clientela e la raccolta di capitali.

L’acceleratore offre servizi per il posizionamento sul mercato a raverso even , incontri e presentazioni mira in tu a Europa, fornendo supporto anche per sviluppare e definire la strategia di go-to-market.

Vengono inoltre offer servizi di supporto per preparare l’accesso alla raccolta di fondi e gli incontri con gli inves tori nelle fasi di Early Stage (€ 1-10 milioni).

L’acceleratore riunisce oltre 130 grandi società europee, piccole medie imprese, startup, centri di ricerca e università nelle seguen sedi: Brussells (headquarter), Berlino, Budapest,

Eindhoven, Helsinki, Londra, Madrid, Parigi, Stoccolma, Trento, San Francisco (hub). Ha un team di oltre 40 specialis dedica che operano in tu i 10 Paesi dove sono presen le sedi UE, oltre un hub a San Francisco. Sta espandendo la propria a vità ad altri 16 Paesi dell'Unione Europea a raverso un propria rete di partner.

Dal 2012, l'EIT Digital Accelerator ha sostenuto più di 230 startup provenien da diversi Paesi europei l'accesso a nuovi merca e li ha aiuta a raccogliere più di 80 milioni di € di inves men fino ad oggi.

Nel Grafico 6 si riporta il numero di startup per Paese ospitate dall'Acceleratore a maggio 2017. Climate Accelerator (Climate Kic)

Supporta diverse fasi, includendo le a vità piche del pre-seed stage e del seed stage.

In par colare: – Finanzia lo sviluppo del modello di

business e del correlato modello finanziario, con un contributo fino a 20.000 €

– Finanzia la fase di validazione delle ipotesi commerciali, con contribu fino a € 25.000 per coprire le spese di viaggio

– Finanzia la fase di pre-commercializzazione, a raverso la ricerca di clientela amica, di partners per lo sviluppo e di inves tori, con contribu fino a € 50.000.

L’ingresso nel programma avviene a raverso la s pula di un accordo che entra in vigore nella fase 3 e che

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prevede la cessione di una percentuale del patrimonio ne o in cambio dei contribu e di tu gli altri servizi forni dal programma, come seminari e tour startup. L'accordo consente all’acceleratore di garan re il futuro sostegno alle startup nella fase di early stage.

Ogni anno, l’acceleratore supporta più di 150 startup in Europa.

Il programma Climate Accelerator viene ges to in cinque sedi principali, nei seguen paesi: Francia, Germania, Paesi Bassi, Paesi Nordici e Svizzera.

Sono presen anche centri di innovazione regionali che hanno iniziato ad offrire a vità di accelerazione nelle seguen regioni europee: Valencia (Spagna), Ungheria Centrale, West-Midlands (UK), Hessen (Germania), Bassa Slesia (Polonia), Emilia Romagna (Italia).

Si può partecipare in qualsiasi Paese,

ma è necessario frequentare il centro del Climate Accelerator in cui si è presentata la richiesta di partecipazione. L’acceleratore organizza sessioni per l’ammissione al programma in tu a Europa, dove gli imprenditori sono chiama , di persona, ad esporre la propria idea di

startup ad una giuria di esper . Gli imprenditori più prome en sono ammessi al programma.

Nel Grafico 7 si riporta il numero di startup per paese ospitate dall'acceleratore Climate Accelerator a maggio 2017. Inno-Energy Highway

L’Acceleratore Inno-Energy Highway, specializzato in energia sostenibile, offre l'accesso ad un comprovato modello di sviluppo del business e fornisce esperienza ed orientamento ai giovani imprenditori grazie ad una rete europea di partner di se ore, università e centri di ricerca.

Ha 7 sedi, una per ciascuno dei seguen paesi: Paesi Bassi, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Polonia, Svezia.

A raverso la propria rete effe ua due diligence, fornisce accesso a competenze, laboratori e pia aforme per sviluppare le funzionalità di base di

Numero di startup per Paese—EIT Digital Accelerator

Grafico 6

Numero di startup per Paese—KIC CLIMATE

Grafico 7

24

18

14 1413

8

6 6 6

4 3 2 2 20

7,5

15

22,5

30

Italia

Francia

Germ

ania

Svezia

Finlandia

Paesi Bassi

Belgio

Spagna

Regno Unito

Austria

Ungheria

Estonia

Portogallo

Bulgaria

Slovenia

107

79

54

4032 28

0

27,5

55

82,5

110

Paesi Bassi Germania Regno Unito Paesi Nordici Svizzera Francia

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un proge o (proof of concept) e trovare i primi clien . L’Acceleratore fornisce inoltre sostegno al piano industriale nella ricerca della clientela funzionale al lancio del proge o.

La metodologia applicata prevede un approccio integrale che copre 4 dimensioni: – Prodo o: due diligence, mappatura

vs. prodo /servizi concorren , protezione IP, miglioramento della tecnologia di sviluppo del prodo o pilota, industrializzazione.

– Mercato: valutazione opportunità, posizionamento sul mercato, business case, individuazione clientele e validazione, modellizzazione del business, business plan, commercializzazione.

– Persone: valutazione della squadra, formazione, completamento della squadra, cos tuzione legale.

– Finanza: accesso a inves men nella fase di seed, alla comunità di Venture Capital dell’acceleratore e a re di Business Angel.

L’inves mento e la messa a disposizione delle competenza avviene in cambio di una partecipazione finanziaria.

Si può presentare domanda in qualsiasi momento inviando la propria idea di business a una delle sedi Inno_Energy.

La valutazione viene effe uata sulla base di tre criteri: grado di innovazione, potenziale di mercato e competenze del team. Se la valutazione è posi va, viene assegnato un coach che proge erà le tappe da percorrere insieme alla fornitura di una serie di servizi personalizza per coprire tu e le esigenze proge uali.

Nel periodo 2011-2016 l’Acceleratore ha ricevuto 2.078 proge , ne ha valuta 217 e sostenu 171, raccogliendo 47 M€ di fondi e creando 960 pos di lavoro.

La comunità di Venture Capital dell’acceleratore è composta da 11 società europee di venture capital: Emerald Technology Ventures, Icos Capital Management, ABB VC, Demeter Partners, MVP, Inversiones Financieras Perseo, Espirito Santo Ventures, Summa Capital, Total Ventures, Electranova and Aster Capital. Tali società hanno accesso privilegiato all’inves mento in ciascuna delle startup inserite nel programma di accelerazione. Gli imprenditori coinvol hanno la possibilità di essere introdo personalmente a dirigen chiave dei fondi di Venture Capital e l'opportunità di incontrarli regolarmente agli even del se ore. Tale conta o rappresenta un’opportunità per le startup per

incrementare il successo della futura raccolta di capitali rendendo le loro startup più appe bili agli inves tori. Inoltre tali rappor possono generare ulteriori opportunità di business nel se ore. Nel Grafico 8 si riporta il numero di startup per Paese ospitate dall’Acceleratore a maggio 2015. 3.2

Gli strumen finanziari di Equity sono ges dal Fondo Europeo per gli Inves men (EIF) e u lizzano risorse fornite dalla Banca Europea degli Inves men (EIB) o dal Fondo Europeo per gli Inves men Strategici (EFSI), quest’ul ma un’inizia va avviata in comune tra EIF e EIB. Alcuni degli strumen finanziari u lizza sono previs all’interno dei Programmi COSME e Horizon 2020, la cui a uazione è demandata sempre ad EIF. EIF non finanzia dire amente le imprese, ma Fondi e/o organizzazioni

Numero di startup per Paese - EIT InnoEnergy

Grafico 8

29

2422

20 19

11

8

41 1 1 1 1

0

7,5

15

22,5

30

Croazia

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specializza in diverse aree o fasi del ciclo di vita delle PMI: Technology Transfer Funds, Business Angels, Venture Capital Funds, Lower Mid-Market Funds, Mezzanine Funds. Tali finanziamen sono concessi dopo una fase istru oria che preveda la presentazione di una proposta di inves mento da parte di un Fund Manager.

Nel ciclo di pianificazione 2014-2020 e a seguito del varo del Piano di Inves men per l’Europa (c.d. piano Juncker), sono sta vara a livello europeo ulteriori strumen , tra cui alcuni che, per le loro cara eris che, si prestano a poter essere u lizza per dotare di equity fondi che investono in startup innova ve. Più in par colare si approfondiscono di seguito i seguen strumen : Single EU Equity Financial Instrument EFSI Equity Instrument Pan European Venture Capital Fund Viene approfondita inoltre la misura EAF (European Angel Fund), anch'essa mirata a sostenere specificamente gli inves men in startup innova ve.

3.2.1 Single EU Equity Financial Instrument (Strumento finanziario unico di Equity)

Lo strumento finanziario unico di equity, ges to da EIF, sos ene la crescita, la ricerca e l'innovazione (R&I) delle imprese europee, dalla fase iniziale, incluso il seed stage, fino alle fasi di espansione e crescita.

Esso prevede l’u lizzo di stanziamen previs nei programmi COSME e Horizon 2020, in par colare la misura Equity Facility for Growth (EFG) del programma COSME e la misura InnovFin Equity del programma Horizon 2020. 3.2.1.1 Equity Facility for Growth (EFG)

L’EFG, previsto dal programma COSME, si indirizza verso Fondi che forniscono capitale di rischio e finanziamen mezzanini, come i pres subordina e i pres partecipa vi, a imprese in fase di crescita ed espansione, in par colare quelle operan a livello trans-frontaliero, con la possibilità di inves re in fondi che investono in startup e di me ere a disposizione strumen di co-inves mento per gli

inves tori informali (business angel). Il sostegno dell'EFG è fornito so o forma di uno dei seguen inves men :

– dire amente da EIF o da altri organismi cui è affidata l'a uazione dell'EFG a nome della Commissione;

oppure – da fondi di fondi o altri strumen di

inves mento che effe uano inves men trans-frontalieri, is tui dal EIF o da altri organismi (tra cui gestori del se ore privato o pubblico) cui è affidata l'a uazione dell'EFG a nome della Commissione insieme a is tuzioni finanziarie private e/o pubbliche.

L'EFG investe in fondi intermediari di capitale di rischio, tra cui i fondi di fondi, che offrono inves men per le PMI, generalmente nella fase di espansione e di crescita. Gli inves men effe ua nel quadro dell'EFG sono a lungo termine, ossia sono inves men in fondi di capitale di rischio, di norma compresi tra i cinque e i quindici anni.

In Tabella 2 l’elenco degli intermediari europei abilita ad operare con lo strumento COSME EFG a cui le PMI

Competitiveness of Enterprises and SMEs - Equity Facility for Growth (COSME-EFG)

Signatures as of 30/06/2017

Tabella 2

Fund Manager Country Selected Financial Intermediary Fund Manager Address Type of

support Sector Focus Amount of Financial Support

Financial Intermediary Website

Czech Republic Arx CEE IV ARX Equity Partners B.V. 28. října 767/12, Nové Město, 110 00 Praha Private Equity Generalist (Non-Tech) EUR 9,500,000 www.arxequity.com/

France CapHorn 2, FPCI CapHorn Invest 32 Avenue de l'Opéra, 75002 Paris Venture Capital ICT EUR 14,250,000 www.caphorninvest.fr

Greece Diorama Investments SICAR, S.A. DECA Investments S.A. 8 Fragoklissias Str., 151 25 Maroussi, Athens Private Equity Generalist + ICT EUR 19,000,000 www.decainvestments.eu

Germany EMH Digital Growth Fund GmbH & Co KG EMH Partners GmbH Ludwigsvorstadt-Isarvorstadt, Pettenkoferstraße

33, 80336 München Venture Capital ICT EUR 9,500,000 www.emh.com

Finland Folmer Equity Fund II Folmer Management Oy Pohjoisesplanadi 33 C, 00100 Helsinki Private Equity Generalist (Non-Tech) EUR 9,500,000 www.folmer.fi

Netherlands Keen Venture Partners Fund LP Keen Venture Partners LLP Vijzelstraat 68-78, 1017 HL Amsterdam Venture Capital ICT EUR 17,575,000 www.keenventurepartners.com/

Italy Panakes Fund I Panakès Partners Via Boscovich 31, 20124 Milano Venture Capital Life Sciences EUR 6,175,000 www.panakes.it/

Netherlands SET Fund II Chrysalix SET Management Keizersgracht 756, 1017 EZ Amsterdam Venture Capital Cleantech EUR 6,650,000 www.setventures.com

Sweden Standout Capital AB Standout Capital AB Humlegårdsgatan 4, 114 46 Stockholm Venture Capital ICT EUR 11,476,697 www.standoutcapital.com/

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interessate possono rivolgere domanda per la raccolta di equity. 3.2.1.2 Innovfin Equity

A raverso InnovFin Equity, EIF fornisce inves men in equity a fondi o a fondi di co-inves mento, concentrandosi su società nelle fasi di pre-seed, seed, e startup operan nei se ori innova vi coper da Horizon 2020, incluse le scienze naturali, l’energia pulita, e l’alta tecnologia. Nell’ambito di tale misura, il Fondo Europeo per gli Inves men investe a ualmente in ca. 45 fondi, mobilitando un ammontare complessivo di risorse tra i 4 e i 5 miliardi di euro, da inves re in imprese localizzate o a ve nell’Unione Europea e nei Paesi associa a Horizon 2020. InnovFin Equity contribuisce al programma Paneuropeo di Fondo di Fondi di Venture Capital e prevede qua ro differen prodo :

InnovFin Technology Transfer (InnovFin TT) supporta le fasi di sviluppo proto pale e di commercializzazione dei risulta della ricerca svolta dalle imprese, investendo in Fondi specializza che finanziano aziende nelle fasi di pre-seed e seed, con l’obie vo di accelerare la diffusione delle innovazioni tecnologiche specialmente nelle aree delle tecnologie chiave abilitan coperte da Horizon 2020. L’inves mento nei Fondi non potrà superate il 50% della raccolta del fondo e l’importo di € 50 milioni per ciascun Fondo.

InnovFin Business Angels (InnovFin BA) fornisce equity ai Fondi ges o partecipa da Business Angel. In tale

ambito supporta Business Angel che intendano cos tuirsi in team e fondare un proprio Fondo. L’inves mento massimo non potrà superare il 50% della raccolta del fondo e l’importo di € 50 milioni.

InnovFin Venture Capital (InnovFin VC) investe in fondi di Venture Capital principalmente nella fase del primo closing. In tale ambito supporta anche team di inves tori che intendano tentare per la prima volta una raccolta di fondi is tuzionale. L’inves mento non può in generale superate il 25% della raccolta del fondo e l’importo di € 50 milioni per ciascun fondo. Il fondo partecipato ha l’obbligo di inves re almeno il doppio dell’ammontare dell’inves mento effe uato da InnovFin VC in imprese nella fase di early stage e aven sede in uno dei Paesi partecipan al programma Horizon 2020.

InnovFin Fund-of-Funds (InnovFin FoF) investe in fondi di fondi che detengono o hanno l’obie vo di costruire un portafoglio in fondi focalizza sulle fasi di early stage. Finanzia inoltre lo strumento Pan European VC Fund-of-fund, ges to separatamente. Gli inves men sono dire a fondi di fondi con una copertura geografica in almeno 3 Paesi e focus principalmente sulle fasi di early stage.

I Fondi che vogliano candidarsi per operare come intermediari EIF per lo strumento Single EU Equity Financial Instrument possono presentare manifestazione di interesse, u lizzando gli strumen presen sul portale EIF, a par re dal 14/10/2016 e sino al 30/9/2020.

I Fondi che vogliano candidarsi per operare come intermediari EIF per lo strumento EFSI Equity Instrument possono presentare manifestazione di interesse, u lizzando gli strumen presen sul portale EIF, a par re dal 14/10/2016 e sino al 5/5/2018.

In Tabella 3 la lista degli intermediari europei già abilita ad operare con lo strumento Innovfin Equity a cui le PMI interessate possono rivolgere domanda per la raccolta di equity.

3.2.1.3 EFSI Equity

Tale strumento offre, analogamente al precedente, sostegno finanziario so o forma di equity ai Fondi che investono in imprese sia nella fase di Early Stage che nella fase di Expansion and Growth. EFSI é un fondo implementato con risorse di EIF e della EIB per convogliare risorse verso operatori finanziari (Fondi di Venture Capital, Fondi di Private Equity, Fondi di fondi, Fondi di Inves mento) specializza in inves men di equity in en tà tra le più vulnerabili dell’ecosistema europeo, quali micro-imprese, PMI, imprese sociali e organizzazioni assistenziali appartenen all’area del Social Impact.

Per poter o enere sostegno finanziario so o forma di equity, gli operatori finanziari sono tenu a presentare una manifestazione di interesse, candidandosi ad operare come intermediari per la fase di Early Stage o di Expansion and Growth, ovvero di entrambe le fasi.

Così come lo strumento finanziario unico di equity varato da EIF, anche lo

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strumento EFSI Equity Early Stage é finanziato con il budget della misura Innovfin Equity, stanziata nel programma Horizon 2020.

In Tabella 4 la lista degli intermediari italiani abilita ad operare con lo strumento EFSI Equity a cui le PMI interessate possono rivolgere domanda per la raccolta di equity nella fase di early stage.

3.2.1.4 Pan-European Venture Capital Fund(s)-of-Funds programme

Il programma Pan-European Venture Capital Fund(s)-of-Funds si propone di affrontare la carenza di capitale

d’Europa e la frammentazione del mercato VC, a raendo finanziamen priva aggiun vi da parte degli inves tori is tuzionali in asset class di venture capital europei. Il programma è patrocinato dall'Unione Europea (UE) e fa parte del piano di inves men per l’Europa. Esso si finanzia con i fondi degli strumen InnovFin Equity (Horizon 2020), EFSI Equity, COSME EFG e con risorse proprie EIF.

EIF mira a realizzare inves men per l'importo obie vo complessivo di 300 milioni di euro. Ulteriori finanziamen potranno essere resi disponibili a seconda dell'interesse per il programma.

Tramite il programma, EIF si impegna a fornire finanziamento so o forma di equity al Fondo di fondi paneuropeo di VC su base pari-passo con altri inves tori del Fondo:

– preferibilmente già in fase di prima chiusura;

– per almeno il 7,5% degli impegni totali del Fondo;

– fino al 25% degli impegni totali del Fondo;

– entro un limite di 300 milioni di euro.

Possono partecipare al programma i Promotori (s) che mirano a impostare e ges re un Fondo di fondi VC paneuropeo, che:

InnovFinEquity

Signatures as of 30/06/2017

Tabella 3

Tabella 4

Fund Manager Country

Selected Financial Intermediary Fund Manager Address Type of support Sector Focus Amount of Financial Support

Financial Intermediary Website

France Advent France Biotechnology Seed Fund I Advent France Biotechnology SAS 60 Rue Saint Andre des Arts, 75006 Paris TTA Life Science EUR 20,000,000 http://www.adventls.com/

Netherlands BioGeneration Capital Fund III BioGeneration III Management B.V. Gooimeer 2-35, 1411 DC, Naarden Venture Capital Life Science EUR 15,000,000 http://www.biogenerationventures.com/

Spain Bullnet Capital III Bullnet Gestión Parque Empresarial La Finca, Paseo del Club Deportivo 1, Edificio 3, Pozuelo de Alarcón, 28223 Madrid

Venture Capital ICT EUR 20,000,000 http://www.grupobullnet.com

France CapHorn 2, FPCI CapHorn Invest 32 Avenue de l'Opéra, 75002 Paris Venture Capital ICT EUR 15,000,000 http://www.caphorninvest.fr

France Daphni Purple Daphni S.A.S. 67 Rue d'Aboukir, 75002 Paris Venture Capital ICT EUR 30,000,000 http://www.daphni.com

France Elaia Delta Elaia Partners 54 rue de Ponthieu, 75008 Paris Venture Capital ICT EUR 30,000,000 http://www.elaia.com

Ireland Frontline Ventures Fund II Limited Partnership

Frontline Ventures Management Limited

26-28 Lombard St E, Dublin 2, Ireland Venture Capital ICT EUR 10,000,000 http://www.frontline.vc/

France GO Capital Amorçage II Go Capital SAS 103A Avenue Henri Fréville, 35200 Rennes

TTA ICT-Life Science

EUR 4,000,000 http://www.gocapital.fr

Poland Innovation Nest II SCSp Innovation Nest II GP 8th of February, Ząbkowska 27/31, Warszawa

Venture Capital ICT EUR 12,180,000 http://www.innovationnest.co/

Spain K Fund FCR Kanoar Ventures SGEIC SA Nuñez de Balboa 120, 28006, Madrid Venture Capital ICT EUR 15,000,000 http://www.kfund.vc

Italy Panakes Fund I Panakès Partners Via Boscovich 31, 20124 Milano Venture Capital Life Sciences EUR 13,500,000 http://www.panakes.it/

Netherlands SET Fund II Chrysalix SET Management Keizersgracht 756, 1017 EZ Amsterdam Venture Capital Cleantech EUR 7,000,000 http://www.setventures.com

France Sofinnova Industrial Biotechnology Fund Sofinnova Partners 16 rue du Quatre-Septembre, 75002 Paris Venture Capital Life Science EUR 30,000,000 http://www.sofinnova.fr/en/

Spain Ysios BioFund II Innvierte Ysios Capital Partners S.G.E.I.C. Traverssera de Gràcia 11, 8th Floor, 08021 Barcelona

Venture Capital Life Science EUR 20,000,000 http://www.ysioscapital.com

Fund name Stage Focus Sector Focus VC Fund Product United Ventures One Start-Up/ Early Stage ICT Venture Capital Programma 1 01 Start-Up/ Early Stage ICT TTA TLCom Capital LLP and Alpha SCA Start-Up/ Early Stage ICT Venture Capital The Golden Mouse Start-Up/ Early Stage ICT Venture Capital

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– persegua una strategia equilibrata con l’obie vo di allocare almeno il 30% degli ammontari inves bili del Fondo alle fasi di Early Stage;

– sia in grado di raggiungere la massa cri ca per sviluppare in modo efficace la propria strategia, con l’obie vo di raggiungere una raccolta di almeno 500 milioni entro 12 mesi;

– rispe i requisi , in par colare concentrando l’inves mento in fondi di inves mento des na alla realizzazione degli obie vi indica in Horizon 2020;

– sia in grado di raccogliere fondi da inves tori priva indipenden per almeno il 50% degli impegni del fondo;

– investa, a raverso o insieme ai Fondi partecipa : • almeno il 50% degli impor

aggrega in imprese cos tuite o operan nella UE;

• in almeno 4 Sta membri dell'UE o associa a Horizon 2020, di cui almeno 3 Sta membri dell’UE;

– sia domiciliato nell’Unione Europea; – sia ges to da un team di ges one

indipendente che opera in Europa e controllato da persone fisiche o giuridiche a responsabilità limitata;

– svolga a vità che non violino i principi e ci o contravvengono le restrizioni di inves mento di EIF o di Horizon 2020.

Nell'ambito del programma, EIF si impegnerà fino al 25% del totale degli impegni del Fondo(i) di fondi selezionato al momento del closing.

La dimensione massima di ogni

inves mento in un Fondo di fondi selezionato è limitata a 300 milioni di euro. EIF deciderà l'importo degli inves men da effe uare nell'ambito del programma così come le fon di finanziamento in funzione dei risulta della valutazione della Commissione Europea, di EIF e della strategia di inves mento del Fondo.

Il Fondo di fondi a sua volta inves rà in fondi di inves mento sulla base della strategia di inves mento perseguita.

I Fondi partecipa dovranno soddisfare determina criteri minimi rela vi, tra l'altro, alla governance, al se ore e alle fasi obie vo di inves mento.

Il Fondo(i) di fondi sarà tenuto a rispe are l'obbligo di dotazione minima nell'ambito del programma come stabilito nella documentazione di richiesta.

Il Fondo(i) di Fondi riporterà in maniera regolare ad EIF circa il portafoglio dei fondi di inves mento inves to e le loro società partecipate.

3.2.1.5 EAF - European Angel Fund

EAF è un'inizia va del Fondo Europeo per gli Inves men (EIF) che fornisce capitale a Business Angels e ad altri inves tori non is tuzionali per il finanziamento delle imprese innova ve in forma di co-inves men . EAF aiuta i Business Angels ad aumentare la loro capacità di inves mento co-investendo in imprese innova ve nelle fasi di seed, early stage e later stage. L’approccio seguito è ada ato allo s le di inves mento dei Business Angels, concedendo il massimo grado di libertà in termini di

processo decisionale e di ges one degli inves men .

EAF ha un budget corrente di euro 280 milioni, con circa 120m di euro già impegna con Business Angels seleziona , che hanno già costruito un portafoglio di oltre 150 piccole e medie imprese.

Gli inves men del Fondo si indirizzano a ualmente in Austria, Danimarca, Germania, Irlanda, Paesi Bassi e Spagna. Se ne prevede l’estensione ad altri Paesi. EAF inoltre promuove e sos ene la collaborazione trans-frontaliera tra Business Angels e contribuisce alla creazione di community di Business Angel Europee (es. European Business Angels Network) e di Family Office.

L’opera vità del EAF è basata su accordi di co-inves mento a lungo termine (CFA) con i singoli Business Angel, definendo a priori l’importo di equity messo a disposizione per i futuri inves men , senza negoziare quindi un importo specifico per ogni inves mento. Per la facilità e la velocità, ques CFA sono generalmente standardizza , lasciando spazio per ada amen alle esigenze specifiche dei singoli Business Angel (es. durata, se ore di inves mento, numero di inves men , ecc.). Tu e le decisioni di inves mento sono di competenza dei Business Angels. La contribuzione di EAF è pari al 50%. L’ammontare di un singolo CFA varia in genere tra € 250 mila e 5 milioni. EAF non paga commissioni di ges one ai Business Angel, ma condivide i cos rela vi all’inves mento su base pro-rata.

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EAF sos ene le PMI innova ve. Gli inves men sono possibili in tu i se ori e in tu e le fasi dello sviluppo (seed , early stage, later stage). I co-inves men effe ua con lo strumento EAF sono generalmente concentra sui nuovi inves men dei Business Angels.

I Business Angel interessa a s pulare accordi CFA possono presentare domanda online a raverso il sito EIF, a cui segue un processo di due diligence, fermo restando il possesso di determina prerequisi tecnici e finanziari (track record inves men di successo, adeguata esperienza nel se ore ogge o degli inves men da effe uare, capacità finanziaria di almeno € 250 mila assicurata per tu a la durata dell’accordo).

3.3 GUARANTEES Gli strumen di Garanzia, rivol agli intermediari finanziari, sono ges dal Fondo Europeo per gli Inves men (EIF) e dall’Agenzia Easi. 3.3.1 Single EU Debt Financial Instrument / SME Window (EIF)

Lo strumento finanziario di debito singolo UE sos ene la crescita, la ricerca e l'innovazione (R&I) delle imprese europee e prevede l’u lizzo di stanziamen previs nei programmi COSME e Horizon 2020.

EIF ges sce lo strumento di garanzia InnovFin des nato alle PMI, nell'ambito di Horizon 2020, e lo strumento di garanzia Loan Guarantee Facility (LGF) nell’ambito del programma COSME.

3.3.1.1 Strumento di garanzia sui pres - LGF (COSME)

Descrizione - Lo strumento fornisce controgaranzie ed altri accordi di condivisione dei rischi per i sistemi di garanzia (comprese le controgaranzie) e garanzie dire e ed altri accordi di condivisione dei rischi per altri intermediari finanziari. Tale strumento è parte di un unico strumento finanziario dell'UE per i pres a favore della crescita delle imprese e della ricerca e innovazione e si avvale del sostegno finanziario anche del programma Horizon 2020 per la ricerca e l'innovazione. L'LGF prevede: – garanzie per il finanziamento

mediante pres (inclusi il pres to subordinato e il pres to partecipa vo, il leasing o le garanzie bancarie) che riducono le difficoltà di PMI vitali nell'o enere credi , perché gli inves men sono percepi come più rischiosi o perché le imprese non dispongono di garanzie reali sufficien ;

– la cartolarizzazione di portafogli di credi concessi a PMI, che mobilita risorse supplementari per il finanziamento delle PMI mediante il pres to, nel quadro di adegua accordi di condivisione del rischio con le is tuzioni in ques one. Il sostegno a tali operazioni di cartolarizzazione è subordinato all'impegno da parte delle is tuzioni in ques one di u lizzare una parte significa va della liquidità risultante o dei capitali smobilizza per la concessione di nuovi pres a PMI entro un termine ragionevole. L'importo di questo nuovo finanziamento mediante il pres to è

determinato in base all'importo del rischio del portafoglio garan to ed è negoziato, assieme al periodo, individualmente con ogni is tuzione.

L'LGF è ges to dire amente dal Fondo europeo per gli inves men (FEI) o da altri organismi cui è affidata l'a uazione a nome della Commissione. La durata massima delle garanzie concesse individualmente ai sensi dell'LGF non può superare i 10 anni.

Ad eccezione dei pres del portafoglio cartolarizzato, l'LGF copre i pres fino a 150.000 euro e con una scadenza minima di dodici mesi. L'LGF copre anche pres superiori a 150.000 euro quando le PMI che soddisfano i criteri di ammissibilità in base al programma COSME non soddisfano i criteri di ammissibilità previs dalla sezione per le PMI dello strumento pres nell'ambito del programma Horizon 2020.

Time-frame: Open call aperta dal 4 agosto 2014 fino al 30 se embre 2020 per esprimere manifestazione di interesse da parte degli intermediari finanziari che intendano lavorare so o lo strumento LFG.

Presentazione delle proposte - Gli intermediari finanziari che vogliano candidarsi per operare nell’ambito del programma COSME possono acquisire tu e le informazioni rela ve sulle pagine dedicate del Fondo Europeo (h p://www.eif.org/what_we_do/guarantees/single_eu_debt_instrument/cosme-loan-facility-growth/index.htm).

Nella tabella che segue (cfr. tabella 5)

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Competitiveness of Enterprises and SMEs - Loan Guarantee Facility (COSME-LGF)

Signatures as of 30/06/2017

Tabella 5

Country Selected Financial Intermediary Address Type of support Budgetary Allocation Beneficiary Web site Belgium Participatie Maatschappij Vlaanderen Oude Graanmarkt 63, 1000 Brussels Portfolio - Guarantee EUR 3,400,000 http://www.pmv.eu/en

Belgium Sowalfin 13 Avenue Maurice Destenay, 4000 Liege Portfolio - Counter Guarantee EUR 3,675,000 http://www.sowalfin.be

Bulgaria Bulgarian Development Bank AD 1, Dyakon Ignatiy Street, 1000 Sofia Portfolio - Counter Guarantee EUR 1,200,000 http://www.bbr.bg/en

Bulgaria Cibank JSC 1 Tzar Boris III Blvd., 1612 Sofia Portfolio - Guarantee BGN 18,000,000 http://www.cibank.bg

Bulgaria National Guarantee Fund EAD Bulgaria 1, Dyakon Ignatiy Street, 1000 Sofia Portfolio - Counter Guarantee EUR 1,200,000 http://www.aecm.eu/national-guarantee-fund-ead/

Bulgaria Raiffeisen Leasing Bulgaria EOOD 55, Nikola Vaptsarov Blvd., Expo 2000, 1407 Sofia Portfolio - Guarantee EUR 1,300,000 http://www.rlbg.bg/en/

Bulgaria Raiffeisenbank Bulgaria EAD 55 Nikola Vaptsarov Blvd., Expo 2000, Phase III, 4 floor, 1407 Sofia

Portfolio - Guarantee EUR 4,000,000 http://www.rbb.bg/en

Croatia Privedna Banka Zagreb Radnicka cesta 50, 10000 Zagreb Portfolio - Guarantee HRK 8,750,000 http://www.pbz.hr

Czech Republic Ceskomoravska zarucni a rozvojova banka, a.s.

Jeruzalémská 964/4, 110 00 Prague 1 Portfolio - Counter Guarantee CZK 498,750,000 http://www.cmzrb.cz

Czech Republic Equa Bank a.s. Karolinska 661/4, 18600 Prague 8 Portfolio - Guarantee CZK 90,000,000 https://www.equabank.cz/en?_locale=en

Czech Republic Komercni Banka Na Prikope 969/33, 114 07 Prague 1 Portfolio - Guarantee CZK 75,000,000 https://www.kb.cz/en/

Denmark The Danish Growth Fund (Vaekstfonden) Langelinie Allé 19, 2100 Copenhagen Portfolio - Counter Guarantee DKK 27,000,000 http://www.vf.dk

Denmark The Danish Growth Fund (Vaekstfonden) Langelinie Allé 19, 2100 Copenhagen Portfolio - Guarantee DKK 18,000,000 http://www.vf.dk

Estonia KREDEX - Credit and Export Guarantee Fund

Hobujaama 4, 10151 Tallinn Portfolio - Counter Guarantee EUR 4,500,000 http://www.kredex.ee/

Estonia Swedbank AS (Estonia) Liivalaia 10 Harmjumaa, 15040 Tallinn Portfolio - Guarantee EUR 800,000 https://www.swedbank.ee/private/home/start

Estonia Swedbank AS (Estonia) Liivalaia 10 Harmjumaa, 15040 Tallinn Portfolio - Guarantee EUR 500,000 https://www.swedbank.ee/private/home/start

France BPCE S.A. (Representing the 'SOCAMA') 50 Avenue Pierre Mendès-France, 75013 Paris Portfolio - Counter Guarantee EUR 35,000,000 http://www.groupebpce.fr/en

France France Active Garantie 120-122 Rue Réaumur, 75002 Paris Portfolio - Counter Guarantee EUR 12,000,000 http://www.franceactive.org

France Franfinance S.A. 59 Avenue de Chatou, 92853 Rueil-malmaison Cedex Portfolio - Guarantee EUR 6,250,000 http://www.franfinance.fr/

France GE Capital Equipement Finance 18 rue Hoche, Tour Facto, 92988 Paris Portfolio - Guarantee EUR 11,440,000 http://www.gecapital.fr

France SIAGI 2 rue Jean-Baptiste Pigalle, 75009 Paris Portfolio - Counter Guarantee EUR 5,625,000 http://www.siagi.com

Germany Buergschaftsbank Northrhine-Westphalia Hellersbergstraße 18, 41460 Neuss Portfolio - Counter Guarantee EUR 18,000,000 http://www.bb-nrw.de/cms/internet/de/home.html

Germany KfW (Kreditanstalt für Wiederaufbau) Palmengartenstrasse 5-9, 60325 Frankfurt Portfolio - Guarantee EUR 64,000,000 http://www.kfw.de

Germany, Bavaria LfA Förderbank Bayern Königinstraße. 17, 80539 Munich Portfolio - Guarantee EUR 3,825,000 http://www.lfa.de

Greece Alpha Bank A.E. 40 Stadiou Str., 102 52 Athens Portfolio - Guarantee EUR 5,000,000 http://www.alpha.gr

Greece Eurobank Ergasias SA 20 Amalias Avenue 5, Souri Street, 105 57 Athens Portfolio - Guarantee EUR 13,000,000 http://www.eurobank.gr/online/home/

Greece National Bank of Greece NBG Aiolou 86, 10232 Athens Portfolio - Guarantee EUR 10,000,000 http://www.nbg.gr

Greece Piraeus Bank Group 170 Alexandras Avenue, 11521 Athens Portfolio - Guarantee EUR 17,000,000 http://www.piraeusbank.gr/el/Idiwtes

Hungary Agrár-Vállalkozási Hitelgarancia Alapítvány (Rural Credit Guarantee Foundation)

Bajcsy-Zsilinszky út 42-46, 1054 Budapest Portfolio - Counter Guarantee HUF 900,000,000 http://www.avhga.hu/

Hungary Erste Bank Hungary Zrt. Erste Bank Hungary Zrt. Népfürdö u. 24-26, 1138 Budapest Portfolio - Guarantee HUF 1,260,000,000 http://www.erstebank.hu/en/english

Hungary K&H Bank Lechner Ödön fasor 9, 1095 Budapest Portfolio - Guarantee HUF 750,000,000 http://www.kh.hu/bank

Ireland Strategic Banking Corporation of Ireland (SBCI)

Treasury Building, Grand Canal Street, Dublin 2, Dublin Portfolio - Counter Guarantee EUR 6,000,000 http://www.sbci.gov.ie/

Italy Artigiancredito Toscano Consorzio Fidi della Piccola e MediaImpresa Società Cooperativa

Via della Romagna Toscana 6, 50142 Florence Portfolio - Counter Guarantee EUR 5,000,000 http://www.artigiancreditotoscano.it

Italy Artigianfidi Vicenza S.C. Via Enrico Fermi 197, 36100 Vicenza Portfolio - Counter Guarantee EUR 5,000,000 http://www.artigianfidivicenza.it

Italy Banca del Mezzogiorno MedioCredito Centrale S.p.A.

Viale America 351, 00144 Rome Portfolio - Counter Guarantee EUR 72,000,000 http://www.mcc.it

Italy BCC (Banca di Credito Cooperativo) Lease S.p.A.

Via Lucrezia Romana 41/47, 00178 Rome Portfolio - Guarantee EUR 5,250,000 http://www.bcclease.it/

Italy Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. Via Goito 4, 00185 Rome Portfolio - Counter Guarantee EUR 112,500,000 http://www.en.cdp.it/

Italy Cogart CNA Piemonte SCpA Corso Luigi Einaudi 55, 10129 Turin Portfolio - Counter Guarantee EUR 2,600,000 http://www.cogartcna.it

Italy Confartigianato Fidi Piemonte e Nord Ovest SCpA

Via dell’Arcivescovado 1, 10121 Turin Portfolio - Counter Guarantee EUR 2,600,000 http://www.confartigianatofidi.it

Italy Confidicoop Marche Società Cooperativa Via Sandro Totti 10, 60131 Ancona Portfolio - Counter Guarantee EUR 2,015,000 http://www.confidicoopmarche.it

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la lista degli intermediari italiani abilita ad operare con lo strumento LGF (COSME) a cui le PMI interessate possono rivolgere domanda per la raccolta di finanziamen .

3.3.1.2 Innovfin SME Guarantee (Horizon 2020)

Lo strumento Innovfin SME Guarantee può essere a vato da banche, società di leasing, is tu di garanzia, seleziona da parte del Fondo Europeo per gli Inves men , dopo lo svolgimento di una due diligence che si avvia a seguito di una manifestazione di interesse.

I des natari finali dello strumento sono le PMI innova ve e orientate alla ricerca e le piccole società a media capitalizzazione cos tuite e operan in uno o diversi Sta membri dell'UE e dei Paesi associa a Orizzonte 2020.Il Fondo Europeo per gli Inves men a seguito dell’a vazione allo strumento, copre una parte delle perdite sostenute dagli intermediari finanziari sui pres con durata compresa tra 1 e 10 anni e di importo compreso tra € 25.000 e € 7,5 milioni, eroga nei confron di PMI e Mid-Caps (imprese con meno di 499 dipenden ).

Sul portale del Fondo Europeo per gli Inves men viene data evidenza degli intermediari finanziari e dei sub-intermediari che possono operare a raverso lo strumento di Garanzia InnovFin SME e dell’importo garan to dal Fondo per ciascun intermediario.

Nella tabella che segue (cfr. tabella 6) la lista degli intermediari italiani abilita ad operare con lo strumento di

Garanzia InnovFin SME a cui le PMI interessate possono rivolgere domanda per la raccolta di finanziamen .

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Tabella 6

Country Selected Financial Intermediary Address Type of support Budgetary Allocation

Beneficiary Web site

Italy Cooperfidi Italia S.C. Via Alfredo Calzoni 1/3, 40128 Bologna Portfolio - Counter Guarantee EUR 1,500,000 http://www.cooperfidiitalia.it

Italy Credito Emiliano S.p.A. (CREDEM) Via Emilia San Pietro, 4, 42121 Reggio Emilia Portfolio - Guarantee EUR 13,750,000 http://www.credem.it/Privati/Pagine/Home_Privati.aspx

Italy Credito Emiliano S.p.A. (CREDEM) Via Emilia San Pietro, 4, 42121 Reggio Emilia Portfolio - Guarantee EUR 14,000,000 http://www.credem.it/Privati/Pagine/Home_Privati.aspx

Italy Fidimpresa Marche S.C. Via Sandro Totti 4, 60131 Ancona Portfolio - Counter Guarantee EUR 5,200,000 http://www.fidimpresamarche.it

Italy Italia Comfidi S.c.r.l. Via Stazione delle Cascine 5/V, 50145 Florence Portfolio - Counter Guarantee EUR 4,000,000 http://www.comfidi.it/

Italy Neafidi S.c.p.a Piazza del Castello, 30, 36100 Vicenza Portfolio - Counter Guarantee EUR 1,500,000 http://www.neafidi.it/

Italy Società Cooperativa Artigiana di Garanzia Mario Pierucci S.c.p.A

V.lo S.Croce 11, 62100 Macerata Portfolio - Counter Guarantee EUR 1,170,000 http://www.pierucci.confartigianato.it

Italy Società Regionale di Garanzia Marche SCpA Via Sandro Totti 4, 60131 Ancona Portfolio - Counter Guarantee EUR 2,015,000 http://www.srgm.org

Italy, Tuscany FidiToscana S.P.A. Viale Mazzini, 46, 50132 Florence Portfolio - Counter Guarantee EUR 1,000,000 http://www.fiditoscana.it/

Latvia SIA UniCredit Leasing Mukusalas 41, LV-1004 Riga Portfolio - Guarantee EUR 1,000,000 http://www.unicreditleasing.lv/eng/

Latvia Swedbank AS (Latvia) Balasta Dambis 15, 1048 Riga Portfolio - Guarantee EUR 500,000 https://www.swedbank.lv/en/

Latvia Swedbank AS (Latvia) Balasta Dambis 15, 1048 Riga Portfolio - Guarantee EUR 500,000 https://www.swedbank.lv/en/

Lithuania Swedbank AB (Lithuania) Konstitucijos pr. 20A, 03502 Vilnius Portfolio - Guarantee EUR 500,000 https://www.swedbank.lt/en/pages/private

Lithuania Swedbank AB (Lithuania) Konstitucijos pr. 20A, 03502 Vilnius Portfolio - Guarantee EUR 500,000 https://www.swedbank.lt/en/pages/private

Montenegro Crnogorska Komercijalna Banka AD Moskovska bb, 81 000 Podgorica Portfolio - Guarantee EUR 1,125,000 http://www.ckb.me

Netherlands Qredits Microfinanciering Nederland Wierdensestraat 27, 7607 GE Almelo Portfolio - Guarantee EUR 2,475,000 https://www.qredits.nl

Poland Bank Gospodarstwa Krajowego (BGK) Al. Jerozolimskie 7, 00-955 Warsaw Portfolio - Counter Guarantee PLN 36,000,000 http://www.bgk.com.pl

Poland Idea Bank S.A. Przyokopowa 33 Street, 01-208 Warsaw Portfolio - Guarantee PLN 19,250,000 http://www.ideabank.pl

Poland Raiffeisen Leasing Polska S.A. ul. Grzybowska 78, 00-844 Warsaw Portfolio - Guarantee PLN 13,520,000 http://www.rl.com.pl

Romania Libra Internet Bank S.A. 4-6 Semilunei Street, 020797 Bucharest Portfolio - Guarantee RON 13,200,000 http://www.librabank.ro

Romania Raiffeisen Bank Romania S.A. 15 Charles de Gaulle Square, 11857 Bucharest Sector 1

Portfolio - Guarantee RON 32,000,000 https://www.raiffeisen.ro/

Serbia Banca Intesa AD Beograd Milentija Popovica 7b, 11070 Belgrade Portfolio - Guarantee EUR 4,800,000 http://www.bancaintesabeograd.com/pocetna.1.html

Slovakia CSOB Slovakia Medena 22, 81563 Bratislava Portfolio - Guarantee EUR 6,000,000 https://www.csob.sk/en/companies

Slovenia Slovene Enterprise Fund Ullca Kneza Koclja 22, 2000 Maribor Portfolio - Counter Guarantee EUR 8,100,000 http://www.podjetniskisklad.si/en/

Spain Cersa Compania Espanola de Reafianzamiento S.A.

Calle Orense 58, 2a Planta, 28020 Madrid Portfolio - Counter Guarantee EUR 59,500,000 http://www.cersa-sme.es/

Spain Nuevo MicroBank S.A.U. Juan Gris 10-18, planta 10°, Torre Centro – Complejo

Portfolio - Guarantee EUR 35,750,000 http://www.microbanklacaixa.com

Turkey Finansbank A.S. Büyükdere Caddesi No:2015 4 Levent, 34394 Istanbul

Portfolio - Guarantee TRY 28,875,000 http://www.finansbank.com.tr

United Kingdom Iwoca 39-45 Shaftesbury Avenue, W1D 6LA London

Portfolio - Guarantee GBP 1,000,000 http://www.iwoca.co.uk/

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LA VALUTAZIONE DELLE STARTUP 1. Metodologie di valutazione delle startup: obie vi e approccio 1.1 OBIETTIVI DELLA VALUTAZIONE DELLA STARTUP

Il Quaderno AIAF dedicato alla valutazione delle startup ha l’obie vo di fornire un punto di vista professionale e indipendente ai sogge economici interessa a valutare le startup ai fini di inves mento con logiche finanziarie o industriali, tra cui: • Inves tori Is tuzionali specializza e

non nel se ore. • Banche che devono valorizzare e

supportare le inizia ve imprenditoriali sul territorio.

• Aziende che investono in open innova on e in acquisizione di nuove tecnologie.

A questo fine è opportuno consolidare linee guida e benchmark per supportare le crescen esigenze e opportunità d’inves mento nel mercato italiano, valorizzando e ada ando esperienze, metodologie e indicatori di merca più maturi (USA, UK, etc.).

La valutazione delle startup è a ualmente basata su numerose metodologie ed esperienze consolidate, la scelta delle quali dipende da diversi elemen : • Stadio di sviluppo della startup

(seed, early stage, etc.). • Se ore di appartenenza e merca

geografici di riferimento della startup.

• Sogge o economico che u lizza la

valutazione (Venture Capital, Business Angel, etc.).

1.2 APPROCCIO PER LA VALUTAZIONE DELLA STARTUP: MISURARE IL POTENZIALE DELL’AZIENDA

L’approccio per la valutazione della startup è basato sul misurare il potenziale dell’azienda. Per inves re in una startup l’aspe o chiave per l’inves tore è determinare il reale valore dell’azienda prima che questa sia in grado di generare ricavi. Differentemente dalla valutazione di aziende con ricavi, assets e track record di risulta , non esiste uno standard univocamente riconosciuto per le startup.

La valutazione è rilevante per gli imprenditori perché determina le quote della società cedute agli inves tori per o enere il funding. Nel seed-early stage il valore economico dell’azienda è vicino a zero, ma la valutazione deve essere decisamente superiore a zero per a vare il processo di finanziamento e crescita. Se ad esempio la valutazione pre-money della startup è 1 milione di euro, questo non significa che il valore a uale dell’azienda è 1 milione, in quanto essa non potrebbe essere venduta oggi per 1 milione: viceversa la valutazione nel seed-early stage dipende fondamentalmente dal potenziale di crescita della startup. Il processo di valutazione nel seed-early stage nella pra ca di mercato a uale è picamente stru urato nel modo seguente: • L’importo del finanziamento

dipende dai fabbisogni necessari alla startup per crescere fino allo stadio successivo.

• La quota della società da des nare agli inves tori deve essere sicuramente inferiore al 50%, per mantenere un adeguato incen vo per gli imprenditori, ma anche inferiore al 30% per lasciare adeguato spazio agli inves tori nel secondo round, e si posiziona quindi picamente nel range 5% - 20%.

• Nel round del seed stage il funding è indica vamente nell’ordine dei 100.000 euro e la valutazione

picamente tra 500.000 e 2 milioni di euro, s mata sulla base della comparazione con aziende simili e del tasso di crescita a eso. I fa ori che influenzano maggiormente la valutazione sono: - Trazione sul mercato: il numero

di uten /clien che la startup è in grado di a rarre.

- Reputazione dei Founders (par colarmente alta negli “imprenditori seriali” con preceden Exit).

- Ricavi: sono più importan per i business model B2B che per B2C, per i quali è più rilevante il numero di uten /clien e viceversa la velocità di crescita potrebbe essere influenzata nega vamente dalla dipendenza iniziale dai ricavi da clien .

- Canali distribu vi: fisici o virtuali (ad esempio social media).

- Se ore: tassi di crescita del mercato di riferimento.

• Una valutazione elevata nel seed

La valutazione delle startup

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stage implica una valutazione ancor più elevata nello stage successivo, early stage round A, con un funding

picamente nel range 200.000 – 400.000 euro, che richiede una crescita molto sostenuta. Mediamente, le aspe a ve di crescita sono di un fa ore fino a 10x tra seed e round A in un arco di tempo di 18 mesi.

• La valutazione nel round A è fa a solitamente ricorrendo, dire amente o indire amente, alla comparazione con aziende simili. Dato che un’azienda early stage genera ricavi e EBITDA, la valutazione viene s mata sulla base dei mul pli ricavi/EBITDA di aziende comparabili già valutate dal mercato, o più frequentemente, non essendo i ricavi e l’EBITDA ancora stabilizza , sulla base del terminal value/exit value, a sua volta derivato dal P/E di aziende del se ore.

Come per altri merca di asset non quota in merca regolamenta , il punto di partenza per determinare la valutazione di seed-early stage è il confronto con deal comparabili, quindi allo stesso stage, nello stesso segmento di business e nella stessa regione geografica. Analogamente la valutazione cambia in funzione del livello di concorrenza e del ciclo economico. La conoscenza di transazioni recen nello stesso mercato è pertanto importante per stabilire una corre a valutazione della startup, così come il confronto con merca esteri similari, par colarmente rilevante per l’Italia data la ancora minore dimensione del mercato delle

startup e la necessità di competere per a rarre inves tori internazionali.

La survey 2016 dell’Associa on for Financial Markets in Europe evidenzia come il 54% delle startup europee si dichiari soddisfa a della posizione rela va rispe o ai compe tors, mentre la soddisfazione per la crescita del fa urato e per la reddi vità è posi va solo nel 29% e nel 27% dei casi. I merca con il livello di soddisfazione più alto per la posizione rela va rispe o ai compe tors sono anche quelli cara erizza da maggiori capacità di a rarre capitali di rischio (UK 71%, Finlandia 68%, Svizzera 66%).

E’ quindi opportuno u lizzare diverse metodologie di valutazione per costruire basi razionali per determinare un prezzo equo per il deal, mediando adeguatamente i diversi risulta o enu , e favorendo quindi anche in Italia lo sviluppo di un mercato più allineato ai Paesi più maturi ed in grado di a rarre un maggior numero di operatori finanziari e capitali.

2. Classificazione delle metodologie di valutazione u lizzate

2.1 METODI FINANZIARI

• DCF: Il metodo Discounted Cash Flow si basa sulla s ma dei cos e ricavi futuri ed è per questo più ada o per valutare i business agli stage successivi, quando l’azienda è in grado di dimostrare la capacità di produrre flussi di ricavi maggiormente stabilizza . Viceversa, risulta di difficile applicazione negli stage preliminari,

durante i quali il principale valore aggiunto del metodo è quello di fornire una base per la costruzione del business plan della startup, funzionale alla valutazione del modello di business più che del valore dell’azienda.

• Venture Capital Method: determina la valutazione sulla base del ritorno dell’inves mento (ROI) alla exit. La valutazione viene calcolata in base al rapporto tra il terminal value o exit value dell’inves mento e il ROI a eso, in grado di remunerare adeguatamente l’inves mento in funzione del livello di rischio. Il terminal value o exit value viene

picamente determinato a sua volta u lizzando i rappor P/E cara eris ci del se ore di appartenenza del business. Il Venture Capital Method è largamente u lizzato per determinare il pre-money value di startup in seed e early stage, per le quali il flusso di ricavi non esiste ancora o è in fase embrionale.

2.2 COMPARAZIONI DI MERCATO

• Mul pli (transazioni comparabili): il metodo confronta valutazioni recen di business simili, fornendo un benchmark iniziale di negoziazione. Usato principalmente per determinare il valore della exit o comunque il terminal value dell’inves mento.

2.3 METODI QUALITATIVI

• Berkus Method: a ribuisce un range di valore in euro ai singoli risulta o enu dalla startup nelle sue a vità di sviluppo prodo o,

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commerciali e di vendita, la somma dei quali cos tuisce la valutazione pre-money dell’azienda.

• Risk Factor Summa on Method: confronta dodici principali cara eris che della startup con le aspe a ve degli inves tori. In funzione dei punteggi a ribui ai diversi fa ori di rischio, la valutazione pre-money viene aggiustata di un range di valore in euro (es. punteggio totale +2, valore +500.000 euro). Il valore aggiunto del metodo per gli inves tori è di valutare un numero di elemen e di fa ori di rischio più elevato degli altri metodi.

• Scorecard: ada a il valore medio della valutazione pre-money di seed – early stage deals in un mercato e se ore di business sulla base di un certo numero di cara eris che della startup ogge o di valutazione. Diversi Business Angels e aziende hanno sviluppato metodi specifici.

3. Criteri di scelta della metodologia di valutazione Sulla base di quanto esposto nei pun preceden , non esiste una metodologia ideale per la valutazione pre-money di una startup. E’ quindi opportuno per gli inves tori u lizzare diversi metodi da mediare per arrivare ad una corre a valutazione finale, anche in funzione dello stadio di sviluppo e quindi di funding della startup.

Per determinare il valore potenziale delle startup, che non hanno fa ura e track record significa vi e stabili, si fa

quindi ricorso alla combinazione di metodologie di valutazione sia quan ta ve che qualita ve. In generale, l’inves tore a ribuisce un valore maggiore alla startup se: • E’ in un mercato emergente o in

forte crescita. • Ha un team di talento ed esperto,

con capacità di innovazione e di esecuzione eccellen .

• Ha un business model efficace con un prodo o o servizio funzionante, uscito con successo dal beta-test.

• Ha un vantaggio compe vo in termini di tecnologia o breve .

• Ha trazione sul mercato in termini di uten e vendite.

Le metodologie di valutazione di po qualita vo devono quindi pesare corre amente ques elemen e consen rne la mediazione con gli aspe finanziari valuta in chiave prospe ca.

In Italia lo stadio di maturità dei portafogli di startup degli acceleratori è ancora mediamente basso, non solo rispe o ai Paesi anglosassoni ma anche rispe o ai principali Paesi europei, e conseguentemente il numero e le dimensioni delle exit risulta decisamente più limitato, anche per un apporto di capitale di rischio da parte di operatori pubblici e priva inferiore alla media europea, in par colare dall’estero.

Nel periodo 2011-2015 il totale degli inves men priva (individui e family office) nei fondi di Venture Capital europei è stato pari a 28 mln di euro in Italia, rispe o ai 72 mln in Spagna, 670 mln in Germania e 933 mln in Francia (fonte Associa on for Financial

Markets in Europe).

Il consolidamento delle metodologie di valutazione e la disponibilità di da compara vi per i diversi merca , anche tramite un Osservatorio dedicato, sono pertanto strumen che possono consen re un maggiore livello di controllo delle opportunità e dei rischi per gli inves tori e favorire un maggiore afflusso di capitali verso le startup italiane.

4. Obie vi e stru ura del business plan 4.1 OBIETTIVI

Il tradizionale u lizzo del business plan per la valutazione della reddi vità dell’inizia va e del valore della società è par colarmente complesso per le startup, dato che i flussi di ricavi sono limita e altamente instabili e che i modelli di business vengono solitamente affina o modifica nei passaggi da uno stage all’altro.

Il business plan è comunque una base imprescindibile per il roadshow e l’ingaggio degli inves tori, e la cui importanza è fondamentale anche negli stage iniziali in quanto consente di fissare metriche e obie vi per valutare la capacità del team di raggiungere risulta e di confrontare la startup con i compe tors e con i benchmark di mercato.

Il business plan deve inoltre essere in grado di valutare, anche per una startup, gli aspe cara eris ci dei business tradizionali, quali il modello distribu vo, i processi opera vi, l’organizzazione, le risorse umane, in quanto elemen necessari per il

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raggiungimento degli obie vi di crescita e di reddi vità. 4.2 STRUTTURA

Per la valutazione del valore della società è opportuno, ed è prassi corrente di mercato in par colare tra gli Acceleratori e i Business Angels, u lizzare metodi mis quan ta vi e qualita vi, che combinano metodi finanziari con metodi qualita vi basa sulle varie pologie di scorecard.

In par colare, tra i metodi finanziari, il Venture Capital method risulta essere quello maggiormente u lizzato per gli stage iniziali (prevalentemente early stage round A e B) e per la exit da parte degli Acceleratori e dei fondi di Venture Capital. Il Discounted Cash Flow method viene invece preso in considerazione per i funding stage più avanza , quando i flussi di ricavi ed il track record della società sono ragionevolmente stabilizza .

I metodi qualita vi sono solitamente u lizza nel seed e nell’early stage da parte degli Acceleratori e dei Business Angels quando la logica ado ata è, a fronte di un valore economico dell’azienda prossimo allo zero, s mare il potenziale di crescita della startup con una valutazione che deve essere decisamente superiore a zero per a vare il processo di finanziamento e crescita.

I metodi qualita vi valorizzano, con metriche di diversa natura, il contributo dei diversi elemen di valutazione al valore complessivo della startup.

Il metodo qualita vo selezionato è solitamente sviluppato riscontrando i

criteri di s ma con una serie di casi reali di startup finanziate dagli Acceleratori e dai Business Angels. 4.3 METRICHE UTILIZZATE E SENSITIVITY ANALYSIS

Le metriche u lizzate per la costruzione del business plan e per la valutazione della startup sono selezionate per tradurre in termini quan ta vi le dinamiche di generazione di cos e ricavi del modello di business ado ato, e rientrano picamente in qua ro

pologie: • Mercato potenziale: da analisi e

fon di se ore. • Quota di mercato uten : da

benchmark di se ori della digital economy.

• Ricavi: dal modello di business ipo zzato. In par colare gli indicatori solitamente u lizza per s mare i ricavi sono essenzialmente: - Indicatori rela vi al traffico

originato ed alla acquisizione dei clien

- Tasso di conversione uten acquisi /uten pagan .

• Inves men e cos d’esercizio: dal disegno del modello opera vo e della pia aforma digitale. In par colare indicatori frequentemente u lizza per s mare gli inves men in marke ng per l’acquisizione della clientela sono: - CPC - CPA

Per il metodo selezionato vengono fa e più simulazioni, conserva ve ed aggressive in termini di assunzioni e

progressioni dei ricavi e conseguentemente dei cos .

La valutazione della reddi vità e del valore della società con il metodo selezionato è basata sulla media dei valori o enu dalle diverse simulazioni. 4.4 METODO QUALITATIVO: MODELLI UTILIZZATI IN ITALIA

Nei metodi qualita vi il valore della startup viene s mato assegnando ad ogni elemento di valutazione un punteggio, che viene a sua volta trado o in termini monetari come contribuzione al valore complessivo dell’azienda. La lista che segue è, a

tolo indica vo, un esempio degli elemen di valutazione u lizza da alcuni Acceleratori italiani, sviluppa sopra u o a par re dal Berkus Method.

• Team - Team con un solo fondatore e

alla prima esperienza (1). - Team ben assor to

(tech+webdesign+prodo o/marke ng) senza preceden esperienze imprenditoriali (2).

- Team ben assor to con buone esperienze preceden (4).

- Team di veterani del digitale con aziende ed exit di successo alle spalle (7).

- Top team, precedente IPO piu osto che trade sale da 50+ milioni di Euro (10).

• Prodo o - Solo un’idea (1). - Un’idea ben argomentata e con

interviste sul campo che ne validano i principi (2).

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- Proto po ben sviluppato in beta e visibile online (3).

- Beta online da qualche mese e primi cicli di iterazione già compiu (4).

- Prodo o stabile e ben sviluppato (5).

• Trazione

- Nessuna (0). - Alpha privata con wai ng list

corposa e primi commen posi vi al servizio (2).

- Beta pubblica con crescita stabile e costante (3).

- Beta pubblica con crescita ver cale (5).

- Crescita esponenziale (8).

• Economics - nessun ricavo (0). - primi ricavi senza par colare

crescita (1). - ricavi all’inizio ma con crescita

sensibile mese/mese (3). - ricavi stabili e in forte crescita (4). - ricavi in crescita esponenziale (6).

• Dimensione del mercato potenziale - Solo mercato italiano in una

nicchia. Total Addressable Market < 50 milioni di Euro (0).

- Mercato internazionale in una nicchia. TAM > 250 milioni di Euro (1).

- Solo mercato italiano. TAM > 250 milioni di Euro (2).

- Mercato internazionale. TAM = 1 miliardo di Euro (4).

- Mercato internazionale. TAM > 1 miliardo di Euro (6).

• Tabella per le valorizzazioni pre-money: a par re dal totale dei

punteggi assegna , viene s mato il valore della startup sulla base della seguente tabella: - tra 1 e 4 pun valore 0 - tra 4 e 6 pun tra 100k e 300k

Euro - tra 7 e 11 pun tra 400k Euro e

800k Euro - tra 12 e 15 pun tra 1 e 3 milioni

di Euro - tra 16 e 18 pun tra 3 e 5 milioni

di Euro - 19-20 pun tra 6 e 10 milioni

di Euro

5. Sviluppo degli inves men in Italia ed exit Il mercato italiano delle startup è cara erizzato oggi da dimensioni decisamente inferiori a quelle di economie comparabili come quelle di Francia, Germania e UK. Ciò cos tuisce al tempo stesso una opportunità da valorizzare, considerando le esigenze crescen della nostra economia di sviluppare innovazioni e soluzioni, ad esempio per Industria 4.0 e per la trasformazione del sistema bancario.

In questo contesto le metodologie di valutazione sono un importante strumento per facilitare l’accesso al mercato di sogge economici interessa a valutare le startup ai fini di inves mento con logiche finanziarie o industriali, sogge che diversamente da Acceleratori, Business Angels e Fondi di Venture Capital non sono coinvol dire amente nello sviluppo e nel governo della startup. Un appropriato u lizzo delle metodologie di valutazione è determinante per apprezzare, oltre al ritorno

dell’inves mento, i rela vi elemen di rischio ed i fa ori che possono condizionare e favorire l’exit.

In par colare gli elemen di valutazione di po qualita vo consentono di riportare nel mercato delle startup oltre all’innovazione anche l’importanza dei fondamentali di business, in considerazione del fa o che nell’economia digitale cambia la tecnologia e la modalità di accesso al mercato ma la startup segue comunque le regole tradizionali di business: creare valore con un o mo prodo o, canali distribu vi efficaci e capacità di execu on eccellente.

A questo fine è importante assicurare la disponibilità di benchmark aggiorna e disponibili sia per i merca di riferimento maggiormente evolu , sia contestualizza per le specificità del mercato italiano, in modo da consen re una efficace valutazione e comparazione degli aspe qualita vi.

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ALLEGATO 1 ASPETTI QUALITATIVI DELLE STARTUP 1. Capacità di innovazione e Open Innova on La modalità di stare sul mercato delle startup è quella dell’open innova on, con la quale le nuove combinazioni produ ve si realizzano con processi di rivoluzione di mercato oppure a raverso imprese ed intermediari (anche di grande dimensione) già esisten . L’innovazione economica ed imprenditoriale ha una lunga storia con fon culturali che l’hanno s molata o al contrario ostacolata; in questa ul ma accezione viene talvolta citata una frase della Bibbia: Ciò che è stato sarà e ciò che si è fa o si rifarà; non c'è niente di nuovo so o il sole (An co Testamento, Ecclesiaste, 1.9) Questa frase sembra sparare a zero sui cambiamen , ma forse insiste sui tan falsi cambiamen che hanno condizionato la storia umana con grandi illusioni; il tessuto economico di oggi cambia in realtà acquistando sempre maggiore complessità e le innovazioni si realizzano con sempre maggiore velocità. Oggi si può a endere una innovazione totalmente dirompente ogni 40-50 anni (e nei cicli a lungo termine di Kondatrieff si può arrivare a 60 anni); quindi, retrodatando il tempo fino all’introduzione del personal computer, dovremmo aspe arne una macro-innovazione in un periodo molto prossimo (magari un mutamento al confine tra mondo

biologico e mondo fisico).

Il campo dell’innovazione aperta è par colarmente sfidante in Italia dove, nel mondo delle startup, i vari “pezzi” del sistema non viaggiano sempre tu alla stessa velocità. I “Business Angels”, persone esperte che investono in startup conoscenze e denaro, fanno fa ca ad armonizzarsi con il mondo super-tecnologico dei più giovani innovatori che escono da politecnici ed università. Chi dice che con il mercato e chi la tecnologia: in realtà per gli inves tori tradizionali (le banche, innanzitu o) dovrebbe contare la valutazione della startup con metodi alterna vi che sono il flusso di cassa, la comparazione tra imprese a raverso standard e gli indicatori qualita vi.

Perché non è facile valutare una startup? Sviluppata e prote a da incubatori che le forniscono consulenza, servizi essenziali e programmi di accelerazione per muoversi sul mercato (in media a 3-4 anni dalla nascita dell’impresa) rimane difficile in Italia raggiungere una dimensione adeguata allo sviluppo autonomo. Essendo le startup concentrate prevalentemente nello sviluppo informa co ed in subordine nelle scienze della vita e nelle agro-scienze o nel sociale/culturale, esse liberano un potenziale tecnologico e di ricerca che può contribuire a cambiare la produ vità di interi se ori.

Il Lean Startup è una metodologia che rende sostenibile l’approccio verso nuove idee ed a vità innova ve minimizzando tempi e cos a raverso processi con nui di ideazione e verifica. Rispe o al Business Plan ed

alla sua stru ura di piani specifici (strategico, marke ng, opera vo) sogge ad obie vi e vincoli, il Lean Startup perme e di individuare un processo di minimo percorso per il lancio dei prodo sul mercato (“minimum viable product”, MVP) a raverso la raccolta di un massimo livello di informazioni validate dai clien . Contrariamente alla stru ura causale del business plan, con le sue relazioni concatenate e dis nte tra variabili interne ed esterne all’impresa, il Lean Startup si rappresenta in un Business Model trainato da ipotesi e non da un piano specifico da implementare (come il Business Plan): nel Business Model viene prodo o un codice unico per ogni applicazione testando versioni diverse sullo stesso cliente (split tes ng).

Il Lean Startup sviluppa il cliente, non il prodo o; l’espansione è agile, itera va ed incrementale, non totalmente specificata come nel Business Plan; si assume personale per apprendere con informazioni anche incomplete e non per eseguire una esperienza compiuta. Il metodo tende ad an cipare ciò che non funziona prima ancora di pianificarne l’efficacia e l’efficienza dell’approccio al mercato del business plan: si tra a di sperimentare prima che elaborare; serve o enere un feedback dal mercato prima di intuire quale prodo o possa essere opera vo; si ricava un design itera vo prima ancora dello sviluppo generale dell’immagine.

Se vi è fallimento, occorre farlo rapidamente. In effe , nel caso di grandi fallimen di startup con

Allegato 1 Aspetti qualitativi delle startup

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business plan da eseguire, troppe risorse finanziarie sono state impegnate troppo presto ed il piano di marke ng u lizzava singole date di lancio dei prodo e rido tenta vi di indovinare il ming commerciale ed il funding ad hoc (che richiedono analisi di casi storici). Si applica al Lean Startup la definizione di “impresa temporanea in cerca di un modello scalabile, ripe bile e reddi zio di business” (Steven Blank, modello di “search-build-grow” o ciclo vitale di “empaty-s ckiness-virality-revenue-scale”). Questo modello, che si svolge per tenta vi ed errori, esclude inves men finanziari eccessivi e target di clientela imprecisi ed anche

ming commerciali inappropria : gli stadi di sviluppo nel Business Model di una startup u lizzano metriche sogge ve di misurazione dei risulta

che a differenza dei soli indicatori standard (CLV, AT, CPC, CTR, CPM) si evolvono in parallelo con il business superando la nebbia della valutazione iniziale della startup.

2. Smart working e team-working nelle startup I flussi informa vi e di conoscenza, anche nelle imprese innova ve, oggi si avvalgono di strumen sempre più avanza di mul canalità: social network, collabora on, communica on.

La “collabora on” comprende in modo par colare lo scambio di informazioni e la condivisione di esperienze; strumen di questa modalità sono la document library e le funzioni di search e wiki (base di conoscenza aggiornata

in modo partecipa vo) o il forum e l’expert blog ed il Q&A (domanda e risposta con ra ng e base di conoscenza cer ficata). La parte di collabora on legata ai processi decisionali e alla trasmissione rapida di messaggi include la live collabora on, gli editor collabora vi o l’instant messaging; già molto in uso è la conference e la presence di geolocalizzazione (comunicazione di luogo e canale di rintracciabilità; trasme ere rapidamente, tracciare percorsi). Nel campo dei modelli di ges one dove l’alta incertezza decisionale viene associata ad una elevata ambiguità di obie vi, questa situazione di stress viene normalmente ricompresa nel modello “anarchico”: in questo caso si acce a for ridondanze ed il cara ere stocas co del processo decisionale

(Fonte: Politecnico di Milano – Stefano Mainetti)

Strumenti di social network - collaboration - communication

chat

presence personal profilemultimedia sharingcontest and game personal network

document library & search Q&A

tagging & rating status & microblogging forum

calendar wiki

survey & poll live collaborationexpert blog

task management corporate blogidea management

Attrattività per gli utenti

Impatto organizzativo

conference

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viene assunto come indica vo del fare impresa. Alcune startup diventate unicorni cioè imprese con fa urato miliardario potrebbero rientrare in ques casi.

I Social network migliorano la partecipazione delle persone alle re relazionali di conoscenza, valori e condivisione: a raverso il personal profile, con da aziendali cer fica , professionali e personali, o mediante il personal network, con diverse relazioni ed esigenze; con gli wall feeds and no fica on, no fiche che informano di no zie che riguardano la propria rete o quella dei colleghi, e lo sharing mul mediale, il contest and game, il corporate blog, lo status e microblogging.

Qui sono necessarie forme miste di collaborazione e comunicazione che possono sostanziarsi nella survey and poll (indagini e votazioni), nel tagging and ra ng (associazione di parole e conce chiave a contenu , l’idea management (raccogliere-diffondere-sviluppare idee), il calendar ed il task management (agende condivise).

Le principali pia aforme collabora ve per il lavoro intelligente sono quelle (leaders principali) di Microso , IBM, Jive, Salesforce; tra i leaders visionari abbiamo SAP, Google, Challengers, Sitrion, Atlassian, Huddle, Igloo, Zyncro, Liferay.

Il team di ges one è l’elemento fondamentale e primario della startup. Nel caso specifico delle imprese innova ve, il gruppo che ges sce la startup è di lavoro ma anche di discussione e rappresenta un punto di osservazione ed una serie di relazioni

di reciprocità o di appartenenza.

I fa ori principali di un team di lavoro sono:

• le dimensioni del gruppo, a seconda che la startup sia di un solo fondatore ovvero che sia differenziata in più ruoli;

• il grado di omogeneità o diversificazione (richiesto nel caso di obie vi complessi) che varierà a seconda di startup senza esperienze preceden oppure formate da più

pi di specialis o veterani del se ore;

• le re di comunicazione; • l’ambiente e la collocazione

spaziale; • la coesione e le norme interne al

gruppo, che favoriscono il funzionamento del team (ma oltre un certo livello danneggiano la produ vità intesa come varietà di appor );

• le varie forme di interdipendenza tra i contribu dei membri del gruppo;

• la percezione di auto-efficacia del gruppo (vedi Bandura) che insieme all’autonomia organizza va mo va ogni membro del gruppo a raverso l’autos ma.

Gli elemen chiave che concorrono all’evoluzione di un gruppo o team di lavoro sono schema zzabili nei seguen step: obie vo, metodo, ruolo, leadership, comunicazione, clima, sviluppo.

L’obie vo di un gruppo deve essere chiaro, costantemente condiviso, ben esplicitato e valutabile su da osservabili. Il metodo deve orientare i

principi del gruppo e stru urarne l’organizzazione, proge ando l’uso delle risorse. Il ruolo assegna i vari compi all’interno del gruppo definendo le aspe a ve correlate alle posizioni. La leadership rappresenta la correlazione tra le variabili di po stru urale (obie vo, metodo, ruoli) e quelle situazionali (comunicazione, atmosfera, sviluppo). Tra queste ul me, la comunicazione orienta gli scambi tra membri del team ma risulta a sua volta determinata dal po di relazioni esisten : essa varia tra modalità intera ve, di trasmissione delle informazioni e di trasformazione del gruppo. L’atmosfera del gruppo si esprime nelle percezioni dei membri, nel grado di riconoscimento dei ruoli e nella comunicazione aperta dotata di feedback adegua . Lo sviluppo del team riguarda sia la crescita delle competenze individuali che il sapere condiviso del gruppo.

Il disegno del team comporta di definire gli obie vi, disegnare il po di team ada o al compito, formare la composizione del team, modellarne la cultura, definire le regole del team (ruoli, compi , metriche, grado di interazione tra singoli ed insieme, ges one del processo).

Qui si giunge alle tre forme di team in relazione alle competenze individuali e condivise.

Il team ispirato alla catena di montaggio (simboleggiato dalla squadra di baseball) presenta ruoli individuali molto precisi che si sommano tra loro senza una vera interdipendenza tra i membri del team (il singolo si limita a ciò che stre amente deve fare come nella

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produzione tayloris ca a singole fasi della catena di montaggio); nel caso delle startup e dei criteri u lizza per valutarle, questo po di team potrebbe verificarsi laddove vi è poca esperienza e ruoli mutua da altri modelli più evolu tra i quali team di veterani in grado ognuno di eseguire mol ruoli interconnessi in un'unica risorsa.

La pologia dell’orchestra sinfonica si a aglia ai team dove l’individuo completamente integrato nell’insieme ed impara dall’insieme come in una orchestra classica (il singolo impara dalla prestazione del team e modula la sua prestazione di conseguenza); questo po di team potrebbe applicarsi alle situazioni organizza ve complesse come le startup molto differenziate e di diversi esper dove le prestazioni sono interdipenden ma anche autonome ed inserite in un piano unitario.

Infine, il terzo modello di team viene rappresentato nel complesso jazz o nel doppio tennis co dove ognuno crea in funzione dell’altro e vi è essenzialmente improvvisazione, impegno, fiducia e collaborazione totale con l’altro (singolo e colle vo sono fusi). Le startup composte da veterani del se ore potrebbero raggiungere questo po di dispiegamento: insieme, il massimo di interdipendenza ed il massimo di autonomia crea va.

Dunque, nei vari casi di startup, le configurazioni di team sono complesse poiché, mentre nelle fasi precoci dello sviluppo di proto pi il team di startup lavora con modalità non prevedibili (quasi in analogia con il complesso

jazz), nel momento pre-exit o di grande accelerazione sul mercato la startup sembra seguire una forma assai più convergente (vedi modello di orchestra sinfonica) e con qualche momento organizza vo che somiglia alla sommazione di più fasi di lavoro.

Il compito principale del team è di inves re in fiducia, crescita e apprendimento a raverso l’a vità di sense making, che apporta un’interpretazione coerente all’insieme originariamente casuale di even e informazioni comuni; il sense making comporta la condivisione della vision del team, lo story telling ed il sense giving del leader, il quale deve fornire supporto e partecipazione. Il leader non è un capo gerarchico ma piu osto un sostegno del gruppo.

Alla base dell’interazione sociale del team c’è la capacità di riconoscimento reciproco e la comprensibilità del patrimonio comune. Esiste anche la capacità del nostro cervello di simulare la mente altrui che ci consente di mappare sul proprio substrato nervoso azioni, sensazioni ed emozioni esperite personalmente in quanto osservate negli altri. L’intelligenza sociale è un insieme di competenze interpersonali costruite sulla base di specifici circui neurali capace di essere influenzata dai comportamen degli altri e di influenzarli a loro volta.

Il formarsi di una empa a relazionale tra uomini u lizza il sistema dei neuroni specchio che si a vano alla vista di movimen , emozioni, percezioni linguis che agendo in sintonia con sen men ed intenzioni degli altri. La risposta al fluire degli even interni ed esterni rappresenta

un break al fluire della vita generando una emozione cioè un modello di risposta cogni vo, corporeo e sen mentale. I flussi emozionali sono originariamente involontari ed u lizzano il cervello simmetrico (emisfero destro) ma il loro u lizzo si accoppia con il pensiero intenzionale ed asimmetrico (emisfero sinistro).

Trovare una connessione generale nella comunicazione di team si esplica in questo circuito: → u lizzare il linguaggio → parlare e ascoltare → comprendere la realtà → trasformare i singoli con il

linguaggio → affermare sul passato è giudicare

(passato, cultura, modello mentale, apertura o chiusura)

→ dichiarare (intenzione, futuro, asser vità, desideri, vulnerabilità, gra tudine, libertà)

→ impegno (crescita, responsabilità, creazione del futuro)

→ richiesta (bisogno, risposta, prova) → offerta (dichiarazione di azione,

apertura, valorizzazione).

I membri del team devono sempre rifle ere sulla diversificazione dei talen (“skills” da u lizzare), per esempio tra hard e so . Anche se una startup deve spesso comba ere con budget risica e che, quindi, si dà priorità alle competenze tecniche necessarie per sviluppare l'idea alla base del proge o, è pur vero che la soddisfazione dell'esigenza di “parlare lo stesso linguaggio” porta a costruire gruppi di lavoro in cui le competenze finiscono piu osto per sovrapporsi (almeno parzialmente). Invece la forza

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di un gruppo di lavoro e la base della sua capacità di innovazione sta proprio nella sinergia e complementarietà delle competenze che devono essere sufficientemente vicine da non confliggere (“hard skills”) ma, allo stesso tempo, non devono sovrapporsi affinché ognuno possa portare il valore aggiunto che serve per a vare dinamiche di crescita. Pertanto qualunque startup che vuole avere una possibilità di decollare deve dotarsi di quelle competenze che non solo consentono di lavorare all'idea “core” ma anche ad amministrare le finanze, comunicare all'esterno, stringere relazioni e partnership, posizionarsi sul mercato, a uare strategie di programma e project management ecc. (“so skills”).

In questo quadro il team-leader ha un ruolo molto importante e trasversale dovendosi porre come guida autorevole, facilitatore delle relazioni, mo vatore di tu i membri del gruppo. E' un ruolo delicato che richiede grandi do personali e una solida formazione nella ges one dei gruppi di lavoro. L’obie vo deve essere quello di diventare consapevole delle emozioni e degli sta d’animo delle persone del team ed influenzarli in modo che il team diven capace di rispondere costru vamente in situazioni cri che: questo accade convertendo le emozioni di per sé automa che, mediate dire amente dall’amigdala, in una risposta costru va; e sulle emozioni processate via corteccia cerebrale serve una capacità riflessiva e linguis ca, anche di learning esperienziale, aperta verso forme di

feedback e con impa o sociale coscien zzato.

Variando l’analisi dalle dinamiche di team ai comportamen dei suoi membri, la le eratura fornisce diversi modelli che cercano di spiegare come la psicologia dei gruppi individui i fa ori principali che avvicinano o distanziano dal gruppo l’ambiente o gli uomini incen va /respin .

Uno schema è quello di Lewin che spiega il comportamento di una persona in un gruppo esaminando le interrelazioni a uali tra la persona e l'ambiente quindi a raverso una funzione C = f(P,A), in cui P è la persona e A l’ambiente.

In questa espressione abbiamo tre elemen “C, P, A” che sono lega dalla funzione e se si modifica anche solo un elemento si modificheranno tu gli altri. Per A si intende un ambiente generale ma correlato all’esistenza dell’uomo.

Lewin introduce anche il conce o di valenza posi va o nega va e cioè in caso di posi vità ci sarà una forza di a razione tra persona ed ambiente ed il contrario (repulsione) in caso di nega vità. La valenza però non è una cara eris ca né della funzione, né della persona, ma è una cara eris ca della relazione che ora intercorre tra l'ogge o e la persona. Esiste però una relazione tra la natura della valenza e i bisogni in quanto tu e le volte che una funzione di relazione va a soddisfare i bisogni di un sogge o, quell'elemento assumerà valenza posi va per lui, mentre se quegli elemen non andranno a soddisfare i bisogni del sogge o saranno connota con

valenza nega va.

Quando si parla di valenza posi va o nega va si potrà avere una forza di a razione o di repulsione di diversa intensità. La valenza non ha un cara ere di permanenza, cioè una valenza che ora è posi va con il passare del tempo potrebbe diventare nega va, e viceversa. La variazione della natura della valenza può avvenire o per stanchezza fisica o per sazietà psichica, cioè qualcosa che aveva valenza posi va ora ha valenza nega va, però a raverso una variazione di metodo quell'elemento potrebbe riavere valenza posi va.

Poiché nell’ambiente della startup sono presen numerosi ogge o situazioni provvis per noi di valenze, possiamo trovarci facilmente in situazioni di confli o. Per avere un confli o il sogge o deve trovarsi di fronte ad almeno due elemen che devono avere alcune cara eris che. Il fa o che ci siano almeno due elemen è una condizione necessaria ma non sufficiente in quanto si potrebbero avere anche due elemen che non creino un confli o. Inoltre affinché vi sia un confli o gli elemen devono avere entrambi o una valenza posi va o una valenza nega va. Gli elemen devono avere il cara ere della contemporaneità, che comporta contemporaneamente una reciproca esclusione, e devono avere un'uguale intensità, cioè la forza di a razione verso i due elemen deve essere uguale.

Ci sono diversi pi di confli o all’interno di un gruppo, e cioè:

a. Confli o a razione-a razione: noi

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lo viviamo tu i giorni e lo superiamo senza rendercene conto, ma sopra u o non ci reca sofferenza. Questo po di confi o si risolverà quando P avrà una forza di a razione maggiore verso uno dei due poli;

b. Confli o repulsione-repulsione: questo confli o viene risolto con la fuga, in quanto si tende a rimandare questo confli o, perché si pensa che con il tempo il problema si risolverà da solo;

c. Confli o a razione-repulsione.

La frustrazione, secondo Lewin, è un'azione che viene compiuta ma che porta ad un risultato inu le. Ci sono diversi pi di frustrazione a seconda di quanto sono importan i nostri bisogni.

In le eratura si fa una dis nzione tra:

a. Frustrazione primaria: si ha quando manca l'ogge o per il soddisfacimento del bisogno;

b. Frustrazione secondaria: si ha quando abbiamo l'ogge o per il soddisfacimento del bisogno, ma non lo riusciamo a raggiungere a causa di una barriera.

Le organizzazioni moderne, per fare fronte ai bisogni di gruppo determina da elevato know how tecnico- scien fico, come nel caso di molte startup, devono essere sempre più compe ve e potenziate (empowerment organizza vo) in modo da produrre benessere individuale e salute organizza va a raverso i nuclei culturali e le pra che organizza ve che cara erizzano i sistemi di convivenza (Avallone, Paplomatas, 2005). Individui e organizzazioni si interrogano su

come ges re la complessità e quindi le dimensioni ogge ve e sogge ve che danno vita alle organizzazioni moderne, oggi più che mai sistemi mul culturali in con nua evoluzione (Avallone, Farnese, 2005). La cultura di gruppo diventa così un parametro mul forme che è necessario tenere sempre in considerazione: le regole, i valori, i simboli e la storia influenzano dunque l’agire nei sistemi lavora vi contribuendo a definire credenze condivise e s li comportamentali dominan . L’empowerment di gruppo rappresenta uno dei principali e più significa vi costru del management moderno (Beirne, 2006). Secondo il modello situazionale, elaborato da Hersey e Blanchard, non esiste uno s le di leadership migliore, ma il leader deve ado are uno s le di conduzione diverso a seconda della maturità dei collaboratori. Quest'ul ma può essere intesa in due sensi: • la maturità lavora va, ovvero le

capacità tecniche, le conoscenze, l'esperienza acquisita nello svolgere determina compi ;

• la maturità psicologica, ovvero la disponibilità, la mo vazione a fare qualcosa, la fiducia in se stessi.

Secondo il modello in esame si possono avere qua ro s li di leadership diversi: prescri vo nel caso di maturità insufficiente; dire vo nel caso di risorse limitate; coinvolgente in casi di alta maturità; delegante con maturità elevata e for risorse di competenza.

Seguendo l’acronimo SMART conosciuto in psicologia, gli obie vi del team devono essere specifici, misurabili, raggiungibili, rilevan e

temporali (Definizioni: specifico, cioè che non lascia spazio ad ambiguità; misurabile, cioè senza equivoci e verificabile in fase di controllo; raggiungibile – dall’inglese “achievable” –, poiché un obie vo non raggiungibile demo va all’azione; rilevante per il gruppo, cioè definito nel tempo).

Gli autori di riferimento per questo argomento sono Lewin, Bandura Quaglino per la psicologia dei gruppi. Per quanto riguarda il tema della leadership, vale il modello di leadership situazionale di Blanchard e Hersey ed il libro “Leader efficaci” di Thomas Gordon (e gli altri tes dello stesso autore che si incentrano sulla comunicazione efficace e l'ascolto a vo).

3. Casi concre di applicazioni digitali e smart working E’ interessante come alcune delle migliori startup nell’area di “Internet of things” (dove si conne ono ogge della vita quo diana) siano di po sanitario. SafeCare24 è una pia aforma, completamente gratuita e operante in tu a Italia, che consente di avere una assistenza domiciliare per i propri cari collegando in rete le figure professionali da offrire all’anziano e monitorando online lo stato di salute dell’assis to. In Italia, la maggior parte delle stru ure sanitarie non offre servizi di assistenza a domicilio, pertanto mol ci adini sono costre a rinchiudere i propri cari in ospizi o case di riposo per far sì che ques dispongano di personale h24.

Grazie anche a SafeCare24, invece, è

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possibile richiedere diverse forme di assistenza domiciliare, con personale altamente specializzato e referenziato.

L’innovazione della startup consiste nel valutare online le esperienze pregresse degli operatori così che ogni cliente possa selezionare personalmente l’operatore più ada o alle proprie esigenze e, successivamente all’erogazione del servizio, rilasciare una recensione su di esso. Il compito di un assistente alla persona è quello di soddisfare ogni esigenza dell’assis to e fornirgli ogni aiuto possibile ed immaginabile secondo il suo fabbisogno giornaliero: aiuto fisiologico, sociale ed emo vo. Pertanto, la startup SafeCare24 offre assistenza domiciliare in ogni a vità della giornata. Nelle varie pologie di startup è come una orchestra sinfonica ed in parte residua anche jazzis ca! Gli strumen di “lavoro intelligente” applica nel campo sanitario-assistenziale cercano di superare il principio di retroazione nega va introducendo un feedback nella cura dei pazien . La retroazione nega va si verifica in a vità dove le informazioni e conoscenze prodo e vengono con nuamente reintrodo e nei processi di lavoro in modo tale da eliminare le deviazioni dal passato. Qui rischia di mancare l’innovazione verso tecniche sanitarie ed amministra ve che richiedono anche una vera an cipazione sul futuro.

Il pa ern di cura tradizionale percepito dall’assis to deve essere riconosciuto come tale diventando l’ogge o interiore della stessa cura (modello MRI). Non basta l’ “ogge vità” delle prestazioni tecniche di causa-effe o

tra assis to e fa ori chimico-fisici a lui applica : questo concentra l’a enzione su sequenze di processi e documen (esami, protocolli, orario, disponibilità) dove gli a ori si spogliano di varie qualità e la sogge vità dei rappor presenta notevoli asimmetrie di ruolo. Seguendo le definizioni del Web 1.0 ed il confronto con ciò che sta diventando l’Enterprise 2.0, si potrebbe affermare come nella prestazione assistenziale prevalga ancora un sapere formalizzato con libroni di diari e di da mentre esistono singole decisioni ado ate dal personale assistenziale con effe immedia e spesso non regolate da processi di condivisione ramificata della conoscenza (nulla di simile al “wikipedia” della rete).

Il centro pulsante della vita assistenziale rimane il problema del dolore nella sua più ampia accezione. Questa ques one è specifica all’intera medicina. Ci si chiede: i nostri servizi di assistenza possono “interce are” le istanze mentali della condizione del paziente? Abbiamo o mi terapeu , ma l’universo psicologico della condizione invalida è in gran parte so aciuto, e rimane sospeso in un limbo talvolta profondamente conformis co!

In realtà, esiste una ragione più profonda per la quale gli assis non vengono tra a in modo sufficientemente aperto (vedi il numero di o obre 2016 di “Mente” dedicato agli ospedali). In Italia nei terapeu ci guardiamo dal considerare anche tecnici del dolore che non siano semplicemente operatori di somministrazione ma piu osto chi

studia la sofferenza profonda, quella che raramente viene tra ata nella sua interezza. La figura in questo campo è quella dello psicologo che conosca il linguaggio del corpo ed abbia esperienza nella medicina psicosoma ca. Sono rarissime queste figure in Italia e spesso sono ostacolate. Esse esistono nei Paesi scandinavi e probabilmente anche nell’ospedale cantonale svizzero come pure in qualche ospedale pubblico francese. Il dolore tocca l’io dei pazien , cioè il desiderio di uscire (almeno provvisoriamente) dalla mala a e dai suoi effe principali: questo richiama il diri o che il paziente possiede di non essere la stessa cosa della mala a. Purtroppo l’azione della medicina viene spesso orientata a tra are il dolore del paziente come un dato ogge vo da sconfiggere, quasi introie ando nel corpo del malato significa che ad esso stru uralmente non appartengono. Una startup capace di “filtrare” i tra amen assistenziali può impa are su un tra amento non più primi vo del dolore che superi la semplice azione-reazione chimica eliminando la manipolazione poliziesca del “ bombardo, così seguendo le mie istruzioni alla fine sen rai meglio (ma mi tengo bene in mano la chiave della situazione)”! L’azione dell’assistente dovrebbe inserirsi in modo coopera vo rispe o alle relazioni mentali del malato, qui una startup può introdurre grande innovazione. Il metodo più ada o di controllo sulla ges one delle a vità d’assistenza è il cosidde o management basato sulle a vità (“ac vity-based management”

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o “ac vity-based cos ng”). Le a vità coinvolgono persone, denaro e tempo ed è sulla base di questo che si possono elaborare degli indici di efficienza/efficacia (ad esempio: quante persone fanno la stessa a vità in luoghi diversi; quanto tempo si impiega per essa; quan fondi corrispondono ad una stessa fornitura di materiale etc…). Ai fini della mul disciplinarietà del lavoro la risorsa più carente oggi è forse la mul medialità: essa è necessaria per arricchire internet e serve per cer ficare profili professionali e condividere even nei lavori ad impa o mul plo; consente anche di dare maggiore accesso mobile a pia aforme informa che con funzionalità Q&A (di po domanda-risposta); ed infine perme e di accrescere il sincronismo dei gradimen degli uten /pazien . L’inflazione documentale dell’assistenza viene spesso ges ta a raverso mansionari gerarchici e tocca in par colare il se ore Risorse Umane dove le matrici di correlazione fon -impieghi (curriculum richies /processi produ vi e retribuzioni offer ) potrebbero lasciare il posto a grafi orienta che cerchino gli skills reali delle persone come nelle mappe di Linkedin (un caso interessante: la startup JobYourLife). Lo spazio web fornisce aggregatori di no zie (h p://www.salute.gov.it/portale/p5_0.jsp?id=31) associa anche a bandi e gare ma anche forum di aggiornamento e newsle er periodiche per evidenziare se ori da migliorare o sistemi di e-learning per a vare workshop

sull’imprenditorialità sociale.

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ALLEGATO 2 NORMATIVA E PROPOSTA IN TEMA DI INVESTIMENTO DEI FONDI PENSIONE IN STARTUP E IMPRESE INNOVATIVE A uale disciplina sugli inves men “alterna vi” dei Fondi Pensione D.M. 166/2014 sulla disciplina generale degli inves men dei Fondi Pensione IL MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

DECRETO 2 se embre 2014, n. 166 (G.U. 13 novembre 2014, n. 264) Regolamento di a uazione dell’ar colo 6, comma 5-bis del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252, recante norme sui criteri e limi di inves mento delle risorse dei fondi pensione e sulle regole in materia di confli di interesse (in vigore dal 28 novembre 2014).

IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE DI CONCERTO CON IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Visto l’ar colo 117, comma 2, le era e) della Cos tuzione; Vista la Dire va 2003/41/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 3 giugno 2003, rela va alle a vità e alla supervisione degli en pensionis ci aziendali o professionali;

Vista la Dire va 2004/39/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 aprile 2004 rela va ai merca degli strumen finanziari;

Vista la Dire va 2011/61/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio

dell’8 giugno 2011, sui gestori di fondi di inves mento alterna vi;

Visto il regolamento 648/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 4 luglio 2012 sugli strumen deriva OTC, le contropar centrali e i repertori di da sulle negoziazioni;

Visto l’ar colo 29-bis della legge 18 aprile 2005, n. 62;

Visto il Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252 recante la disciplina delle forme pensionis che complementari e, in par colare, l'ar colo 6, comma 5-bis, che prevede che con Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, sen ta la COVIP, sono individuate le a vità nelle quali i fondi pensione possono inves re le proprie disponibilità, i criteri di inves mento nelle varie categorie di valori mobiliari e le regole da osservare in materia di confli di interesse;

Visto l’ar colo 19, comma 2 del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252;

Visto il Decreto Legisla vo 6 febbraio 2007, n. 28;

Visto il Decreto 10 maggio 2007 n. 62, ado ato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze di concerto con il Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, recante il regolamento per l’adeguamento delle forme pensionis che complementari preesisten alle disposizioni del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252;

Sen ta la COVIP;

Udito il parere del Consiglio di Stato

espresso dalla sezione consul va per gli a norma vi nella seduta del 23 gennaio 2014;

Visto l'ar colo 17, commi 3 e 4 della legge n. 400 del 1988;

Vista la comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai sensi dell’ar colo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, effe uata con nota 6665 del 29 maggio 2014;

ADOTTA il seguente regolamento:

Capo I DISPOSIZIONI DI CARATTERE GENERALE

Art. 1. Definizioni

1. Ai fini del presente regolamento si intendono per:

a) “Codice delle assicurazioni private”: il Decreto Legisla vo 7 se embre 2005, n. 209; b) “TUB”: il Decreto Legisla vo 1° se embre 1993, n. 385 recante testo unico delle leggi in materia bancaria e credi zia; c) “TUF”: il Decreto Legisla vo 24 febbraio 1998, n. 58, recante testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, ai sensi degli ar coli 8 e 21 della legge 6 febbraio 1996, n. 52; d) “COVIP”: la Commissione di vigilanza sui fondi pensione is tuita ai sensi dell’ar colo 18 del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252; e) “fondi pensione”: le forme pensionis che complementari iscri e all’albo tenuto dalla COVIP ai sensi dell’ar colo 19, comma 1, del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252; f) “fondi pensione preesisten ”: i fondi pensione di cui all’ar colo 20, comma

Allegato 2 Normativa e proposta in tema di investimento dei Fondi Pensione in startup e imprese innovative

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1, del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252, ad eccezione di quelli is tui all’interno di en pubblici, anche economici, che esercitano i controlli in materia di tutela del risparmio, in materia valutaria o in materia assicura va; g) “fondi pensione interni”: i fondi pensione preesisten is tui all’interno di en o società; h) “fondi pensione dota di sogge vità giuridica”: i fondi pensione cos tui nelle forme di cui all’ar colo 4, comma 1, del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n . 252; i) “fondi pensione privi di sogge vità giuridica”: i fondi pensione cos tui nelle forme di cui all’ar colo 4, comma 2, del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252; j) “fondi pensione aper ”: i fondi pensione cos tui nelle forme di cui all’art. 12, comma 1 del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252; k) “gruppo”: insieme di sogge lega da rappor di controllo ai sensi dell’ar colo 23 del TUB; l) “liquidità”: gli strumen del mercato monetario di cui all’ar colo 1, comma 1-ter del TUF, con vita residua non superiore a sei mesi, aven requisi di trasferibilità ed esa a valutabilità, ivi compresi i deposi bancari a breve; m) “merca regolamenta ”: i merca regolamenta di cui all’ar colo 47 della dire va 2004/39/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 aprile 2004, o altri merca regolamenta , specifica nella nota informa va del fondo pensione e nel documento sulla poli ca di inves mento di cui all’ar colo 6, comma 5-quater, del Decreto

Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252, regolarmente funzionan e vigila , per i quali siano stabili criteri di accesso e di funzionamento non discriminatorio, obblighi di informa va iniziale e con nua vi nonché regole in tema di abusi di mercato; n) “organismi di inves mento colle vo del risparmio (OICR)”: gli organismi di cui all’art. 1, comma 1, le era k) del TUF; o) “OICVM”: gli OICR rientran nell'ambito di applicazione della dire va 2009/65/CE, concernente il coordinamento delle disposizioni legisla ve, regolamentari e amministra ve in materia di organismi d’inves mento colle vo in valori mobiliari (OICVM), e delle rela ve disposizioni di a uazione; p) “OICR alterna vi italiani (FIA italiani)”: gli OICR di cui all’art. 1, comma 1, le era m-ter) del TUF; q) “OICR alterna vi italiani riserva (FIA italiani riserva )”: gli OICR di cui all’art. 1, comma 1, le era m-quater) del TUF; r) “OICR alterna vi UE (FIA UE)”: gli OICR di cui all’art. 1, comma 1, le era m-quinquies) del TUF; s) “OICR alterna vi non UE (FIA non UE)”: gli OICR di cui all’art. 1, comma 1, le era m-sexies) del TUF; t) “OICR alterna vi (FIA)”: gli OICR di cui all’art. 1, comma 1, le era m-ter), m-quinquies) e m-sexies) del TUF; u) “deriva ”: gli strumen finanziari di cui all’ar colo 1, comma 3, del TUF; v) “strumen finanziari”: gli strumen di cui all’ar colo 1, comma 2, le ere a), b) e c) e comma 4 del TUF, diversi dai deriva .

Art. 2. Ambito di applicazione

1. Il presente regolamento si applica a tu i fondi pensione, salvo le esclusioni di cui ai commi 2 e 3.

2. Le disposizioni di cui agli ar coli 4 e 5 non si applicano a: a) forme pensionis che complementari a uate mediante contra di assicurazione sulla vita di cui all’ar colo 13, comma 1, le era b), del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252 (PIP); b) fondi pensione preesisten che ges scono le a vità mediante la s pula di contra assicura vi di cui ai rami vita I, III e V previs dal Codice delle assicurazioni private, limitatamente alle prede e ges oni assicura ve. 3. Le disposizioni di cui agli ar coli 3, 4, 5 e 8 del presente regolamento si applicano ai fondi pensione interni solo in quanto risul no cos tui come patrimonio separato ai sensi dell’ar colo 2117 del Codice Civile.

4. Le disposizioni di cui all’ar colo 5, commi 1, 2, 3 e 6 si applicano alle forme pensionis che complementari di cui all’ar colo 15-ter del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252, limitatamente alla parte del patrimonio rela va alle adesioni raccolte in Italia.

5. Sono fa e salve le deroghe di cui all’ar colo 5 del Decreto del Ministero dell’economia e delle finanze 10 maggio 2007, n. 62.

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Capo II CRITERI E LIMITI DI INVESTIMENTO

Art. 3. Criteri di ges one, stru ure organizza ve e procedure

1. I fondi pensione, nel rispe o del principio della sana e prudente ges one, perseguono l’interesse degli aderen e dei beneficiari della prestazione pensionis ca. Nella ges one delle loro disponibilità i fondi pensione osservano i seguen criteri: a) o mizzazione della combinazione reddi vità-rischio del portafoglio nel suo complesso, a raverso la scelta degli strumen migliori per qualità, liquidabilità, rendimento e livello di rischio, in coerenza con la poli ca d’inves mento ado ata; b) adeguata diversificazione del portafoglio finalizzata a contenere la concentrazione del rischio e la dipendenza del risultato della ges one da determina emi en , gruppi di imprese, se ori di a vità e aree geografiche; c) efficiente ges one finalizzata a o mizzare i risulta , contenendo i cos di transazione, di ges one e di funzionamento in rapporto alla dimensione ed alla complessità e cara eris che del portafoglio.

2. I fondi pensione di cui all’ar colo 7-bis del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252, nel rispe o dei criteri di cui al comma 1, ado ano strategie di inves mento coeren con il profilo di rischio e con la stru ura temporale delle passività detenute, in modo tale da assicurare la con nua disponibilità di a vità idonee e sufficien a coprire le passività, avendo come obie vo l’equilibrio finanziario nonché la

sicurezza, la reddi vità e la liquidabilità degli inves men . In tale ambito i sudde fondi pensione privilegiano gli strumen finanziari con basso grado di rischio, anche facendo ricorso a toli di debito emessi o garan da un Paese membro dell’Unione Europea, da un Paese aderente all’OCSE o da organismi internazionali di cara ere pubblico di cui fanno parte uno o più Paesi membri dell’Unione Europea.

3. I fondi pensione si dotano di procedure e di stru ure organizza ve professionali e tecniche adeguate alla dimensione e alla complessità del portafoglio, alla poli ca di inves mento che intendono ado are, ai rischi assun nella ges one, alla modalità di ges one dire a e/o indire a ed alla percentuale di inves men effe ua in strumen non negozia nei merca regolamenta . Il fondo pensione ado a processi e strategie di inves mento adegua alle proprie cara eris che e per i quali sia in grado di is tuire, applicare e mantenere congruen poli che e procedure di monitoraggio, ges one e controllo del rischio. La ges one dire a richiede stru ure professionalmente risponden agli specifici rischi e alle cara eris che degli strumen finanziari u lizza . Il fondo pensione verifica regolarmente l’adeguatezza e l’efficacia di stru ura, poli che e procedure e ado a le conseguen misure corre ve.

4. Il portafoglio dei fondi pensione è inves to in coerenza con la poli ca di inves mento definita e ado ata ai sensi dell’ar colo 6, commi 5-ter e 5-quater, del Decreto Legisla vo 5

dicembre 2005, n. 252.

5. I fondi pensione verificano i risulta della ges one mediante l’adozione di parametri di riferimento coeren con gli obie vi e i criteri della poli ca di inves mento. De parametri sono indica nel documento sulla poli ca di inves mento di cui all’ar colo 6, comma 5-quater, del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252, e, ove previste, nelle convenzioni di ges one di cui all’ar colo 6, comma 1, del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252.

6. Il fondo pensione comunica alla COVIP, a raverso il documento sulla poli ca di inves mento di cui all’ar colo 6, comma 5-quater del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252, i parametri defini ai sensi del comma 5, le poli che e le procedure is tuite ai sensi del comma 3 e la descrizione della stru ura organizza va, professionale e tecnica, illustrando la loro compa bilità e coerenza con la poli ca di inves mento ado ata e i rela vi rischi. Il fondo pensione comunica alla COVIP gli aspe e ci, ambientali, sociali e di governo societario presi in considerazione nell’a vità di inves mento. Il fondo pensione comunica alla COVIP ogni modifica delle informazioni di cui al presente comma.

7. Ai sensi dell’ar colo 19 del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252, la COVIP controlla l'adeguatezza della stru ura organizza va, professionale e tecnica e delle poli che e procedure per il monitoraggio e la ges one del rischio, nonché dei parametri di cui al comma 5.

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Art. 4. Inves men e operazioni consen

1. Le disponibilità dei fondi pensione possono essere inves te in strumen finanziari nel rispe o dei criteri e dei limi di cui al presente ar colo e agli ar coli 3 e 5.

2. Fermo restando quanto previsto dall’ar colo 6, comma 13, del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252 in materia di divieto di assunzione e concessione di pres nonché di prestazione di garanzie in favore di terzi, i fondi pensione possono inoltre: a) effe uare operazioni di pron contro termine ed il pres to toli, ai fini di una ges one efficiente del portafoglio; b) detenere liquidità, in coerenza con quanto previsto dalla poli ca di inves mento ado ata; c) u lizzare deriva .

3. Le operazioni di pron contro termine ed il pres to toli sono realizzate all'interno di un sistema standardizzato, organizzato da un organismo riconosciuto di compensazione e garanzia ovvero concluse con contropar di primaria affidabilità, solidità e reputazione e so oposte alla vigilanza di un'autorità pubblica.

4. I deriva possono essere s pula esclusivamente per finalità di riduzione del rischio di inves mento o di efficiente ges one, nel rispe o dei criteri e dei limi di cui al presente ar colo e agli ar coli 3 e 5. L’u lizzo di deriva è adeguatamente mo vato dal fondo pensione in relazione alle proprie cara eris che dimensionali, alla poli ca di inves mento ado ata e alle esigenze degli aderen e dei

beneficiari delle prestazioni pensionis che.

5. Fermo restando quanto previsto dal Regolamento n. 648/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 4 luglio 2012 sugli strumen deriva OTC, le contropar centrali e i repertori di da sulle negoziazioni, il fondo pensione valuta in ogni momento tu i rischi connessi con l’opera vità in deriva e monitora costantemente l’esposizione generata da tali operazioni. I deriva non possono generare una esposizione al rischio finanziario superiore a quella risultante da un acquisto a pron degli strumen finanziari so ostan il contra o derivato.

6. Non sono ammesse vendite allo scoperto, né operazioni in deriva equivalen a vendite allo scoperto. Art. 5. Limi agli inves men

1. Fermi restando i limi di cui all’ar colo 6 comma 13 del Decreto Legisla vo 252 del 2005, le disponibilità del fondo pensione sono inves te in misura prevalente in strumen finanziari negozia nei merca regolamenta . L’inves mento in strumen finanziari non negozia nei merca regolamenta e in OICR alterna vi (FIA) è mantenuto a livelli prudenziali, è complessivamente contenuto entro il limite del 30 per cento delle disponibilità complessive del fondo pensione ed è adeguatamente mo vato dal fondo pensione in relazione alle proprie cara eris che e a quelle della poli ca di inves mento che intende ado are. Gli OICVM e i deposi bancari si considerano strumen finanziari

negozia nei merca regolamenta .

2. I fondi pensione, tenuto conto anche dell’esposizione realizzata tramite deriva , non investono più del 5 per cento delle loro disponibilità complessive in strumen finanziari emessi da uno stesso sogge o e non più del 10 per cento in strumen finanziari emessi da sogge appartenen a un unico gruppo.

3. Fermo restando il rispe o del principio di adeguata diversificazione degli inves men , i limi di cui al comma 2 non si applicano agli inves men in quote o azioni di OICVM, FIA italiani diversi da quelli riserva , FIA UE e non UE autorizza alla commercializzazione in Italia ai sensi dell’art. 44, comma 5 e seguen , del TUF, nonché in strumen finanziari emessi o garan da un Paese membro dell’Unione Europea, da un Paese aderente all’OCSE o da organismi internazionali di cara ere pubblico di cui fanno parte uno o più Paesi membri dell’Unione Europea.

4. L’inves mento in OICR è consen to a condizione che:

a) sia adeguatamente mo vato dal fondo pensione in relazione alle proprie cara eris che dimensionali e a quelle della poli ca di inves mento che intende ado are e risponda a criteri di efficienza ed efficacia; b) la poli ca di inves mento degli OICR sia compa bile con quella del fondo pensione; c) l’inves mento in OICR non generi una concentrazione del rischio incompa bile con i parametri defini dal fondo pensione ai sensi dell’ar colo 3, comma 5;

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d) il fondo pensione sia in grado di monitorare il rischio rela vo a ciascun OICR al fine di garan re il rispe o dei principi e criteri stabili nel presente decreto per il portafoglio nel suo complesso; e) non compor oneri aggiun vi rispe o a quelli previs dal fondo pensione e comunica agli aderen ; f) fermo restando il rispe o del principio di adeguata diversificazione degli inves men , l’inves mento in FIA è contenuto entro il limite del 20 per cento delle disponibilità complessive del fondo pensione e del 25 per cento del valore del FIA; g) l’inves mento in FIA non UE non commercializza in Italia è consen to in presenza di accordi di cooperazione tra l’Autorità competente del Paese d’origine del FIA e le Autorità italiane.

5. I fondi pensione possono inves re in strumen finanziari connessi a merci entro il limite del 5 per cento delle loro disponibilità complessive purché emessi da contropar di primaria affidabilità, solidità e reputazione. Non sono ammessi deriva connessi a merci per i quali esiste l’obbligo di consegna del so ostante a scadenza.

6. L’esposizione valutaria, mo vata dal fondo pensione in relazione alle proprie cara eris che e a quelle della poli ca di inves mento che intende ado are, è contenuta, al ne o di coperture a raverso deriva , entro il 30 per cento delle disponibilità complessive.

7. La COVIP può stabilire i casi in cui i limi pos all’inves mento dei fondi pensione possono essere supera per comprovate esigenze del fondo, nel

rispe o di quanto previsto dall’ar colo 3.

8. La COVIP può stabilire limi più stringen all’opera vità dei fondi pensione in relazione alla situazione economico-patrimoniale e all’adeguatezza della stru ura organizza va.

9. Se il fondo pensione è stru urato in una pluralità di compar , i limi e i criteri stabili nel Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252 e nel presente Decreto sono riferi alle disponibilità complessive del singolo comparto, salvo i limi di cui all’ar colo 6, comma 13, le era a), del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252 e al comma 4, le era f), ul ma parte, del presente ar colo, che sono riferi alle disponibilità dell’intero fondo pensione. Art. 6. Ges one garan ta

1. Fermo restando quanto previsto dall’ar colo 7-bis, del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252, i fondi pensione che s pulano accordi che prevedano la garanzia di res tuzione del capitale o di rendimento con i sogge previs dall'ar colo 6, comma 1, del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252 possono pa uire il trasferimento della

tolarità ai sensi dell'ar colo 6, comma 9, del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252. Capo III CONFLITTI DI INTERESSI E INCOMPATIBILITÀ

Art. 7. I confli di interesse nei fondi pensione dota di sogge vità giuridica

1. Gli amministratori dei fondi pensione, nell'adempiere i doveri ad essi impos dalla legge e dallo statuto, perseguono l'interesse degli aderen e dei beneficiari delle prestazioni pensionis che.

2. Agli organi di amministrazione dei fondi pensione e ai loro componen si applica l’ar colo 2391 del codice civile.

3. I consigli di amministrazione dei fondi pensione ado ano ogni misura ragionevole per iden ficare e ges re i confli di interesse, in modo da evitare che tali confli incidano nega vamente sugli interessi degli aderen o dei beneficiari. Sono considera sia i confli rela vi a sogge appartenen al fondo, sia quelli rela vi a sogge esterni al medesimo, in relazione allo svolgimento di incarichi da parte di de sogge per conto del fondo.

4. I consigli di amministrazione dei fondi pensione formulano per iscri o, applicano e mantengono un'efficace poli ca di ges one dei confli di interesse. Le circostanze che generano o potrebbero generare un confli o di interesse, le procedure da seguire e le misure da ado are sono riportate in un apposito documento. Il documento, e ogni sua modifica, è trasmesso tempes vamente al responsabile del fondo pensione e alla COVIP.

5. Qualora le misure ado ate non risul no sufficien , nel caso concreto, a escludere che il confli o di interesse possa recare pregiudizio agli aderen o ai beneficiari, tale circostanza è adeguatamente valutata, nell’o ca della tutela degli aderen e dei beneficiari, dal consiglio di

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amministrazione e comunicata tempes vamente alla COVIP.

Art. 8. I confli di interesse nei fondi pensione privi di sogge vità giuridica

1. Gli amministratori delle società e degli en al cui interno sono is tui fondi pensione, nell’adempiere i doveri ad essi impos dalla legge e dal regolamento, perseguono l'interesse degli aderen e dei beneficiari delle prestazioni pensionis che.

2. Le società e gli en ado ano, nella ges one dei fondi pensione, ogni misura ragionevole per iden ficare e ges re i confli di interesse facen capo alle prede e società ovvero a sogge esterni incarica di svolgere a vità per conto di esse, con par colare riferimento a quelli che potrebbero insorgere tra esse, o tra imprese appartenen al loro gruppo, e il fondo pensione ovvero, nel caso di adesioni colle ve a fondi pensione aper , con i sogge tenu alla contribuzione, così da evitare che tali confli incidano nega vamente sugli interessi degli aderen o dei beneficiari.

3. Le società e gli en formulano per iscri o, applicano e mantengono un’efficace poli ca di ges one dei confli di interesse. Tale poli ca ene altresì conto delle circostanze rilevan connesse con la stru ura e le a vità di sogge appartenen al medesimo gruppo.

4. Le circostanze che generano o potrebbero generare un confli o di interesse, le procedure da seguire e le misure da ado are sono riportate in un apposito documento. II documento sulla poli ca di ges one dei confli di

interesse, e ogni sua modifica, è trasmesso tempes vamente al responsabile del fondo pensione ed alla COVIP.

5. Qualora le misure ado ate non risul no sufficien , nel caso concreto, a escludere che il confli o di interessi possa recare pregiudizio agli aderen o ai beneficiari tale circostanza è adeguatamente valutata al fine di tutelare gli interessi degli aderen e dei beneficiari e comunicata tempes vamente alla COVIP.

Art. 9. Incompa bilità

1. Lo svolgimento di funzioni di amministrazione, direzione e controllo nel fondo pensione è incompa bile con lo svolgimento di funzioni di amministrazione, direzione e controllo nel gestore convenzionato, nel depositario e in altre società dei gruppi cui appartengono il gestore convenzionato e il depositario. Capo IV DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI

Art. 10. Abrogazioni e disposizioni transitorie

1. E’ abrogato ma con nua ad essere applicato ai fini del comma 2 del presente ar colo il Decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 21 novembre 1996, n. 703. 2. I fondi pensione iscri all’albo tenuto dalla COVIP ai sensi dell’ar colo 19, comma 1, del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252 alla data di entrata in vigore del presente Decreto si adeguano alle disposizioni in esso contenute entro 18 mesi. Nelle more dell'adeguamento con nuano ad applicarsi le disposizioni di cui al

Decreto ministeriale 21 novembre 1996, n. 703. 3. Fa e salve le disposizioni di cui al comma 2 del presente ar colo, all’ar colo 5 del Decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 10 maggio 2007, n. 62 sono apportate le seguen modificazioni:

a) al primo comma, le parole “di cui al Decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 21 novembre 1996, n. 703” sono sos tuite dalle seguen “di cui al Decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, ado ato ai sensi dell'ar colo 6, comma 5-bis, del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252”; b) al comma 2, le parole “dall’ar colo 4, comma 1 le era b) del Decreto del Ministro dell’economia e finanze 21 novembre 1996, n. 703” sono sos tuite dalle seguen “dall’ar colo 5, commi 2 e 4, le era f) del Decreto del Ministro dell’economia e finanze ado ato ai sensi dell’ar colo 6, comma 5-bis, del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252”; c) al comma 5, le parole “alle disposizioni di cui al Decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 21 novembre 1996, n. 703” sono sos tuite dalle seguen “alle disposizioni di cui al Decreto del Ministro dell’economia e delle finanze ado ato ai sensi dell’ar colo 6, comma 5-bis del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252”.

Il presente Decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli a norma vi della Repubblica italiana. E’ fa o obbligo a chiunque spe di osservarlo.

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Proposta di allargamento della diversificazione degli investimenti dei fondi pensionistici italiani: ipotesi di sblocco per imprese innovative.

Punti qualificanti di riferimento

Visto il Decreto 703 del Ministero del Tesoro del 21-11-96 sui limi di inves mento delle risorse dei Fondi Pensione; Visto il Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252, recante norme sui criteri e limi di inves mento delle risorse dei fondi pensione e sulle regole in materia di confli di interesse; Visto il Decreto Ministeriale 2 se embre 2014, n. 166 contenente Regolamento di a uazione dell'ar colo 6, comma 5-bis del Decreto Legisla vo 5 dicembre 2005, n. 252, recante norme sui criteri e limi di inves mento delle risorse dei fondi pensione e sulle regole in materia di confli di interesse. (14G00177) (GU Serie Generale n.264 del 13-11-2014) Vista la Dire va cosidde a EPAP 2003/41/CE;

Vista la legge USA 401(k) che ha is tuito una forma di previdenza complementare simile al TFR italiano;

Vista in discipline estere la legge Monory in Francia del 13 luglio 1978 in materia di orientamento del risparmio; Visto il disposi vo francese di aiu alle startup definito Oséo;

si stabilisce quanto segue: 1. essendo gli inves men dei fondi

pensione di importanza

fondamentale per canalizzare la raccolta di risorse orientata ad assicurare benefici pensionis ci significa vi e permanen , la loro opera vità deve obbedire a criteri allo stesso tempo prudenziali ed efficaci. Nel caso di piani pensionis ci a contribuzione definita, le prestazioni dei fondi devono raggiungere il massimo risultato possibile per accrescere i bilanci patrimoniali dei partecipan : in questo ambito, a guidare la poli ca del Fondo devono essere gli obie vi di risparmio e/o di liquidità dei contributori defini annualmente nello statement degli obie vi di ges one del Fondo stesso.

2. Un allargamento di orizzonte di inves mento dei fondi pensione deve essere compa bile con la pluralità di controlli previs su operazioni più rischiose da parte della legislazione generale e della norma va fiscale oltre che da parte di organi di controllo se oriali e di codici di autoregolamentazione o di accordi colle vi. Il quadro regolamentare deve rispe are il principio di realizzazione degli obie vi di inves mento dei fondi, il principio di prudenza e la statement policy.

3. La regolamentazione contenuta nella presente norma va si applica a disposi vi pensionis ci origina da rappor di lavoro e che si basano su buone pra che raccomandate a raverso la precedente legislazione e le migliori esperienze estere. La diversificazione di inves mento dei fondi pensione è

uno strumento che deve consen re di creare un valore di ricchezza stabile e duraturo per il pensionando fornendo basi di conoscenze che riguardano il funzionamento dei merca e che determinano organizzazioni professionali complete e stabili al servizio della previdenza integra va. La norma va deve spingere a ricercare rendimen di fondi compa bili con il livello di vita medio a eso dai partecipan dei fondi una volta entra in età di pensionamento.

I fondi pensione che intendano inves re in startup devono:

• evidenziare con tecnica di fair value il valore effe vo degli asset inves bili, fa e salve eventuali correzioni dovute a smoothing ridu vo (per scopi a uariali) della vola lità a breve termine degli inves men ; le metodologie di valutazione devono essere trasparen sia per gli organi dire vi che per i membri e beneficiari dei fondi;

• osservare limi di inves mento in startup correla alla necessità di preservare la sicurezza, reddi vità e liquidità di ogni Fondo pensione, così come definito nello statement annuale degli obie vi di ges one;

• pubblicare annualmente, insieme allo statement degli obie vi di ges one, una lista di asset alterna vi alle categorie tradizionali di inves mento (cioè diverse da azioni quotate, obbligazioni ed indici borsis ci etc.) ritenu raccomandabili e fissando per ques

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un intervallo di inves mento rispe o al totale del portafoglio ges to 1%< >3%; per ques inves men vanno definite nello Statement di ges one delle tecniche di matching equilibratrici del maturity gap del portafoglio

Oltre che inves re nel capitale di rischio delle piccole imprese innova ve, possono impegnare fino al 20% dei fondi apporta a queste ul me in studi di fa bilità di proge o d’impresa (fino a 20k) ovvero in partenaria tecnologici o in fondi di rotazione tramite mezzanino (fino a 40k).

La ges one diversificata dei fondi pensione che investono anche in startup innova ve deve:

• retrocedere ai partecipan dei fondi almeno il .....(50%?) del credito di imposta concesso alle persone giuridiche che investono in startup;

• consen re ai partecipan e beneficiari dei fondi un risparmio sufficiente al momento di andare in pensione, in media un ......(80%?) di annualità di retribuzione annua per necessità associate alla casa e alla es nzione di pres trascorsi nella vita a va;

• perme ere di coprire spese regolari a beneficio dei figli, sopra u o in materia di istruzione superiore, quan ficabili in € 3,000 annue;

• sviluppare una progressione nel tempo del reddito-risparmio tale da con nuare il mantenimento di un portafoglio a vo in contemporanea a periodi di non contribuzione (disoccupazione etc..) di durata fino

a .....(2 anni?);

• determinare tassi di rendimento che generino un Free Cash Flow a eso maggiore di quanto richiesto dalla somma dalla combinazione dei 3 pun preceden ;

• evidenziare dal MIFID dei partecipan ai Fondi una propensione al rischio aggregata (VAR totale) o enuta ponderando per uno ......(0,5?) la propensione (più elevata) di chi ha già maturato una lunga vita lavora va (oltre 25 anni) o di chi è agli inizi della vita a va e per l.. restante la propensione al rischio (più bassa) di chi dichiara in MIFID esigenze di liquidità prioritarie (fondo di emergenza da assicurare a breve) o abbia una remunerazione instabile;

• associare ad un portafoglio comprendente valori di startup innova ve almeno un 10% di inves men in valori azionari defini an ciclici da Morningstar ed appartenen allo S&P o Eurostoxx 50 per stabilizzare il rendimento degli asset ges ;

• conferire al portafoglio una correlazione minima del .....(70%?) tra tassi di interesse in diminuzione e maggior valore di toli azionari (maggiore inves mento) e una correlazione massima del ......(30%?) tra maggiori tassi di interesse e minore valore di toli azionari (minore inves mento);

• rifle ere scelte di inves mento in valori azionari fino al 60% in società in forte crescita e per la quota residua in toli ad elevata distribuzione di dividendi;

• orientarsi, per quanto riguarda programmi aziendali ad accumulo senza partecipazione di datori di lavoro, verso index funds a basse commissioni di ges one o verso ETF o verso 401k di po statunitense a forte componente azionaria;

• o enere dagli inves men in startup indici medi annui di guadagno (da incubatori a cara ere diversificato) superiori al 5% (3<>10%?);

• limitare so o il ..... (10%?) dei valori innova vi so oscri gli inves men in se ori con elevato numero di concorren rispe o alla media di altri se ori e che pagano pochi dividendi;

• non effe uare inves men in startup dove il costo di acquisizione del cliente risulta superiore ad €50 (€80?) oppure dove la crescita mensile dei ricavi sia inferiore al 40%;

• considerare la possibilità di aprire piani pensionis ci aziendali (del po dei 401k in USA) anche totalmente inves in startup orientate verso gli azionis cioè con book value per share e u li per azione in crescita almeno del ......(30%?) annuo;

• evitare confli di interesse tra la governance dei fondi pensione che investono in startup ed il personale dirigente di imprese innova ve mantenendo so o controllo gli inves men in ques one che non possono comportare un valore superiore al 10% dei valori specifici di imprese innova ve.

Poiché l’allargamento dello spe ro degli inves men dei fondi pensione

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dovrebbe comportare una minore correlazione tra gli asset di des nazione e non un innalzamento sensibile del VAR, gli inves men in startup devono preservare un buon indice di sostenibilità e non possono includere società impegnate in sistemi bellici di armamento oppure in a vità che violino convenzioni internazionali sui diri umani o che compor no infrazione di norme mondiali in materia ambientale e di protezione degli ecosistemi.

Le violazioni delle norme anzide e da parte di società con toli inves bili da fondi pensione comportano il passaggio ad una “black list”, e pertanto i toli rela vi in portafoglio non potranno far parte di quelli seleziona dai fondi. La Commissione che controlla gli inves men rischiosi dei fondi pensione in COVIP monitorerà l’intero processo di inves mento innova vo e so oporrà agli Organi competen le proposte opera ve da ado are e gli aggiornamen da apportare alla presente linea guida.

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CERTIFICATO DI QUALITA’ ISO 9001:2015 settore EA 37

AIAF Formazione e Cultura, con l’obiettivo di garantire l’eccellenza dei propri corsi, ha conseguito il certificato di qualità ISO 9001:2015.

A questo scopo la società ha rivisto e completato le proprie procedure interne che possano garantire un’erogazione dei servizi controllata e tracciabile.

Sono state individuate all’interno della struttura le figure chiave per il controllo della rispondenza alla norma ISO 9001 e definiti gli interventi di verifica periodica sulla formazione sia in fase di progetto che di svolgimento dei corsi.

La certificazione 2015 prevede, inoltre, un capitolo specifico sul tema dei rischi.

Grazie al conseguimento della certificazione di qualità i corsi Aiaf potranno aver diritto a concorrere ai finanziamenti previsti dal Fondo banche e assicurazioni nonché garantire un requisito indispensabile per erogare formazione alla Pubblica Amministrazione.

Nell’ambito della certificazione Aiaf Formazione rinnova l’impegno a soddisfare i propri Clienti avvalendosi di fornitori e docenti preparati, garantendo le condizioni ideali per lo svolgimento dell’attività di formazione.

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