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Corso Architettura Tecnica
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Prof. Ing. Francesco Fulvi [email protected]
22-CHIUSURE VERTICALI OPACHE
Corso di Architettura Tecnica a.a. 2012-2013
Università degli Studi di Parma Facoltà di Ingegneria
Corso di Laurea in Ingegneria Civile e Ambientale
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SCHEMA DI CLASSIFICAZIONE DEL SISTEMA TECNOLOGICO (UNI 8290)
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SISTEMI DI FACCIATA 1. PARETE ISOLATA ALL’ESTERNO
1A.INTONACO A CAPPOTTO 1B.VETURE 1C.FACCIATA VENTILATA
2. PARETE LEGGERA 3. PARETE ISOLATA NELL’INTERCAPEDINE 4. PARETE CON ISOLAMENTO INTERNO 5. FACCIATA VENTILANTE
5A. PARETE A ISOLAMENTO DINAMICO 5A. PARETE DI TROMBE
6. RIVESTIMENTI ESTERNI 7. FACCIATA CONTINUA
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FUNZIONI DELL’INVOLUCRO ESTERNO
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1A.INTONACO A CAPPOTTO
FONTE CASACLIMA
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1A.INTONACO A CAPPOTTO
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L’edificio viene avvolto con un “cappoMo” di materiale isolante, di norma applicato all’esterno per sfruMare l’inerzia termica della muratura. Lo strato termoisolante deve essere portato oppure auto-‐portante, rigido, proteMo dagli agenW atmosferici e deve potersi adaMare alle deformazioni degli straW più interni cui è applicato.
1A.INTONACO A CAPPOTTO
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controllo dei ponW termici sfruMamento inerzia termica delle murature cui è applicato riduzione delle escursioni termiche estate –inverno miglior comfort abitaWvo
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I fenomeni di degrado possono essere dovuW a: • agenW aggressivi esterni • difea di materiali e modalità di posa in opera • mancata manutenzione I fenomeni di degrado più frequentemente rilevaW sono: • fessurazioni dello strato superficiale esterno • formazione di muffe e bolle • distacchi e cadute di materiale
1A.INTONACO A CAPPOTTO
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11 Fasi di posa in opera
1A.INTONACO A CAPPOTTO
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1A.INTONACO A CAPPOTTO
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13 AMacco a terra
1A.INTONACO A CAPPOTTO
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1A.INTONACO A CAPPOTTO
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15 AMacco serramento
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1A.INTONACO A CAPPOTTO
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1A.INTONACO A CAPPOTTO
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Il termine “intonaco” indica il soale strato di malta che funge da rivesWmento delle struMure edilizie. Esso assolve ad una duplice funzione: • protezione dall’azione disgregante degli agenW atmosferici; • finitura delle struMure (esterna o interna) di aspeMo gradevole e priva di irregolarità. Sull’intonaco si dispongono poi ulteriori rivesWmenW: Wnteggiature, piMure, tappezzerie, piastrelle, ecc. L’intonaco (in parWcolare quello esterno) è una superficie sacrificale, che deve essere periodicamente rinnovata.
1A.INTONACO A CAPPOTTO
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La malta per intonaco è cosWtuita da: • uno o più leganW (cemento, calce idraulica, calce aerea o gesso); • un inerte (sabbia); • acqua; in proporzioni appropriate al Wpo (desWnazione) dell’intonaco e ai diversi straW componenW.
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1A.INTONACO A CAPPOTTO
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Gli intonaci vengono realizzaW in più straW per tre moWvi: • ogni strato svolge una funzione specifica; • si può dosare la granulometria dell’impasto e la sua resistenza meccanica: il corpo dell’intonaco è generalmente a grana media per ridurre il riWro della malta, mentre la superficie è più fine e permeabile per garanWre l’evaporazione dell’acqua; • i passaggi successivi di malta garanWscono il contenimento del riWro idraulico (riduzione delle microfessurazioni). In generale l’intonaco presenta porosità decrescente dall’interno verso l’esterno.
1A.INTONACO A CAPPOTTO
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L’intonaco tradizionale è composto da tre straW: • rinzaffo (3): svolge funzione di aggrappo al supporto e livellamento sommario della superficie; • arricciatura (4): realizza il corpo dell’intonaco, con prevalente funzione di tenuta idrica e di resistenza meccanica; • finitura (5): cosWtuisce la finitura superficiale e una prima barriera (permeabile però al vapore) che impedisce l’ingresso direMo dell’acqua.
1A.INTONACO A CAPPOTTO
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Gli intonaci per esterni svolgono principalmente funzione proteava. Per questo moWvo, si prediligono intonaci a tre straW con cemento e/o calce idraulica come legante e sabbia silicea come inerte. Negli intonaci per interni le problemaWche esteWche, igieniche e di sicurezza sono predominanW: per favorirne la lavorabilità, si adoMano malte a base di gesso o di calce aerea. L’intonaco civile ricade nella categoria degli intonaci ordinari. È cosWtuito da più straW e ha finitura superficiale accurata (“fraMazzatura fine”, cioè lisciatura tramite fraMazzo e sabbia fine). L’intonaco rusWco comprende il solo rinzaffo (con malta di cemento) e serve a proteggere sommariamente una superficie muraria. L’intonaco grezzo è composto dall’arricciatura, con o senza rinzaffo, e ha aspeMo marcatamente scabro (viene lisciato grossolanamente con una staggia).
1A.INTONACO A CAPPOTTO
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24 Classificazione degli intonaci.
1A.INTONACO A CAPPOTTO
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I sistemi a veture sono basaW su elemenW prefabbricaW di piccola dimensione che comprendono isolamento termico e rivesWmento esterno. QuesW vengono fissaW meccanicamente o incollaW sullo strato resistente. L’isolamento uWlizzato è in genere polisWrene espanso (densità fra 16 e 20 kg/m3) per le caraMerisWche di bassissimo assorbimento dell’acqua.
1B.VETURE
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La tenuta all’acqua è garanWta dalla geometria dei giunW e dalla loro sovrapposizione. Lo strato di rivesWmento protegge l’isolante dagli agenW esterni. Esso può essere realizzato: • in prodoa metallici adeguatamente protea; • in prodoa minerali (lastre soali di pietra o fibrocemento, o intonaco armato); • in prodoa organici (pannelli in PVC o in poliestere rinforzato).
1B.VETURE
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1B.VETURE
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FONTE CASACLIMA
1C.FACCIATA VENTILATA
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Si basa su un movimento d’aria ascendente, aavato dalla radiazione solare che scalda la superficie esterna della parete (Wpicamente il rivesWmento). Tra i vantaggi: • asportazione del vapore acqueo proveniente dall’interno; • barriera al calore radiante proveniente dal sole (insieme all’isolamento termico!); • non c’è contaMo direMo fra straW interni e acqua piovana.
1C.FACCIATA VENTILATA
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1C.FACCIATA VENTILATA
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1C.FACCIATA VENTILATA
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Lo strato di isolamento termico è disposto nell’intercapedine con conWnuità: questo elimina i ponW termici. Il materiale isolante può essere polisWrene, poliuretano o lana minerale (non si bagna direMamente grazie alla presenza del rivesWmento distaccato).
1C.FACCIATA VENTILATA
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FACCIATA VENTILATA
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Affinché la venWlazione sia efficace, l’intercapedine deve avere uno spessore compreso fra 20 e 40 mm (oltre il moto dell’aria diventa irregolare) ed essere libera da ostruzioni. Per aavare la venWlazione, nella parte superiore e inferiore del rivesWmento devono essere realizzate le aperture per la circolazione dell’aria (proporzionali all’altezza all’altezza dell’intercapedine).
1C.FACCIATA VENTILATA
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1C.FACCIATA VENTILATA
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STRUTTURA METALLICA
1C.FACCIATA VENTILATA
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STRUTTURA IN LEGNO
1C.FACCIATA VENTILATA
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StruMura di sostegno in legno: minimizzazione dei ponW termici.
Base inferiore della facciata: lamiera forata per il passaggio dell’aria.
STRUTTURA IN LEGNO
1C.FACCIATA VENTILATA
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40 Interruzione in corrispondenza di davanzale.
1C.FACCIATA VENTILATA
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2. PARETE LEGGERA
Elemento cosWtuito da straW soali e/o leggeri, il cui peso non supera i 100 kg/m3. In generale la parete è composta da un isolamento termico posto fra due straW soali resistenW. (In applicazioni parWcolari, come quelle industriali, la parete può essere cosWtuita da un solo strato soale.) La parete deve essere correMamente dimensionata per i carichi da vento e per gli urW.
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Soluzioni possibili: • parete a pannelli leggeri, generalmente sandwich di materiale isolante accoppiato a straW soali metallici esterni; per migliorarne la rigidezza possono essere previste grecature di uno o entrambi i laW; • parete leggera mulWstrato , in cui il materassino isolante è posto fra straW resistenW posaW indipendentemente; rispeMo ai sandwich permeMe maggiore libertà progeMuale.
2. PARETE LEGGERA
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2. PARETE LEGGERA
Esempi di applicazione di pannelli sandwich coibentaW con diverse finiture superficiali.
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2. PARETE LEGGERA
Soluzione leggera mulWstrato per applicazioni industriali.
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FONTE CASACLIMA
3. PARETE ISOLATA NELL’INTERCAPEDINE
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3. PARETE ISOLATA NELL’INTERCAPEDINE
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L’isolamento termico si trova in una intercapedine fra due straW resistenW, eventualmente associato ad una camera d’aria ferma. Il paramento esterno e quello interno possono essere non portanW, oppure uno dei due può essere portante e l’altro no. La soluzione più diffusa è quella con entrambi i paramenW non portanW, a riempimento di telai struMurali in cls armato (muro a doppia casseMa ).
3. PARETE ISOLATA NELL’INTERCAPEDINE
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3. PARETE ISOLATA NELL’INTERCAPEDINE
La parete doppia ha il p r o b l e m a d e l l a p r o p e n s i o n e a l l a formazione di ponW termici. Per evitare il problema della condensazione i n t e r s W z i a l e , è necessario che gli straW presenWno resistenza al passaggio del vapore acqueo decrescente verso l’esterno.
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3. PARETE ISOLATA NELL’INTERCAPEDINE
Chiusura con paramento interno portante.
Chiusura con paramento esterno portante.
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3. PARETE ISOLATA NELL’INTERCAPEDINE
Isolamento in corrispondenza di pilastro. DeMaglio d’angolo (isol. esterno alla struMura)
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3. PARETE ISOLATA NELL’INTERCAPEDINE
d’angolo (isol. interno alla struMura).
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4. PARETE CON ISOLAMENTO INTERNO
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4. PARETE CON ISOLAMENTO INTERNO
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In queste pareW lo strato i s o l a n t e è d i s p o s t o internamente rispeMo allo strato resistente. Gli inevitabili ponW termici (in corrispondenza di solai e p a r e W ) a b b a s s a n o l a prestazione di isolamento dell’intera parete rispeMo alla sezione corrente. Il sistema è parWcolarmente a r ischio di condensazione intersWziale e richiede barriera al vapore.
4. PARETE CON ISOLAMENTO INTERNO
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La disposizione dell’isolamento termico sulla faccia interna della parete significa che la loro massa è disaavata ai fini dell’inerzia termica : la soluzione è quindi indicata per ambienW a occupazione saltuaria. Per proteggere l’isolante dagli urW è necessario disporre uno strato rigido verso l’interno. Su questo si dispone rivesWmento.
4. PARETE CON ISOLAMENTO INTERNO
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Tipologie di controparete isolante: • pannelli preaccoppiaW in gesso rivesWto + isolante in PSE o lana minerale, incollaW allo strato resistente; • lastre di gesso rivesWto avvitate su una soMostruMura di metallo o legno, con isolamento termico in intercapedine. L’isolante termico (che svolge anche funzioni acusWche) ha in genere densità di 15 kg/m3 e spessore fra 3 e 5 cm.
4. PARETE CON ISOLAMENTO INTERNO
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57 Modalità di protezione dell’isolante in corrispondenza del serramento: a) mediante intelaiatura in legno; b) mediante un profilo metallico.
4. PARETE CON ISOLAMENTO INTERNO
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4. PARETE CON ISOLAMENTO INTERNO
Sequenza di posa di una controparete su soMostruMura metallica
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4. PARETE CON ISOLAMENTO INTERNO
Sequenza di posa di una controparete in pannelli preaccoppiata incollata.
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4. PARETE CON ISOLAMENTO INTERNO
DeMagli di messa in opera di controparete incollata.
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4. PARETE CON ISOLAMENTO INTERNO
DeMagli di messa in opera d i c o n t r o p a r e t e s u soMostruMura
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Le facciate venWlanW sono caraMerizzate dal passaggio di aria al loro interno. L'aria, aMraversando la parete, meMe in comunicazione l'ambiente interno con quello esterno; in questo modo la chiusura partecipa aavamente al ricambio dell'aria interna, contribuendo al risparmio energeWco e aumentando il comfort igrotermico.
Possiamo disWnguere due alternaWve: la parete a isolamento dinamico e la parete di Trombe.
5. FACCIATA VENTILANTE
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p a r e t e v e n W l a n t e a i so lamento d inamico: funzionamento dei sistemi p a r i e t o d i n a m i c o e permeodinamico. A d e s t r a , s i s t e m a parietodinamico: sezione verWcale della parete.
5A. PARETE A ISOLAMENTO DINAMICO
Parietodinamismo L ’ar ia v iene immessa nell’edificio (o espulsa) passando aMraverso gli straW della parete. La r ego l a z i one de l l ’ a r i a a v v i e n e a M r a v e r s o boccheMe (a seconda delle stagioni).
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64 Saturne III Givors, Dubosc & Landowski – Parietodinamismo a scala di facciata.
5A. PARETE A ISOLAMENTO DINAMICO
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Questo Wpo di parete funziona sulla base dell'effeMo serra oMenuto aMraverso un elemento captante (vetro) e un elemento di assorbimento (corpo nero), che uWlizzano la radiazione solare direMa e la radiazione diffusa; la parete viene orientata a sud al fine di ricevere in inverno una maggiore quanWtà di energia. Durante il giorno, in inverno, la parete accumula calore e viene aMraversata da un flusso d'aria che penetra all'interno dell'edificio aMraverso le aperture apposite. Durante la noMe le stesse aperture vengono chiuse in modo tale che il calore accumulato dalla parete non venga disperso verso l'esterno, ma direMo verso l'interno dell'edificio. Durante il giorno, in estate, la parete verrà schermata in modo tale da limitare l'accumulo di calore. Durante la noMe la parete cede il calore all'esterno anche aMraverso un moto conveavo proveniente dall'interno.
Aperture mobili permeMono di regolare il funzionamento del muro a seconda del momento della giornata e della stagione. L’intercapedine di venWlazione ha in genere uno spessore aMorno ai 10 cm.
5A. PARETE DI TROMBE
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Parete venWlante di Trombe. Sop ra , f unz ionamento diurno e noMurno esWvo. SoMo, funzionamento diurno e noMurno invernale.
5A. PARETE DI TROMBE
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Parete venWlante di Trombe realizzata in muratura.
5A. PARETE DI TROMBE
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
• RivesWmenW in materiale lapideo e simili • RivesWmenW in coMo • RivesWmenW metallici • Altri rivesWmenW
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
I rivesWmenW esterni sono straW funzionali (parte delle chiusure verWcali) le cui funzioni primarie sono: • proteggere dagli agenW atmosferici; • proteggere dalle sollecitazioni meccaniche esterne; • impedire l’ingresso dell’acqua; • tenere all’aria (se previsto); • garanWre uniformità di aspeMo all’edificio.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
Alcuni faMori criWci nella scelta della Wpologia di rivesWmento: • la condizione d’uso (nuova costruzione o riqualificazione); • l’esteWca desiderata dal progeasta o dal commiMente; • le sollecitazioni a cui sarà soMoposto durante la vita uWle; • il processo di posa (velocità, facilità, ecc.); • la necessità o la facilità di manutenzione (pulizia, graffiW, ecc.).
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
Parametri principali per la caraMerizzazione di un sistema di rivesWmento 1) Peso degli elemenW Influisce sul calcolo delle struMure portanW (primaria dell’edificio o di sostegno del rivesWmento) e del sistema di ancoraggio. Per un rivesWmento lapideo, il peso può variare fra 50 e 150 kg/mÇ a seconda dello spessore delle lastre (2 ÷ 5 cm). Altri materiali sono più leggeri e sono parWcolarmente indicaW per le operazioni di recupero su facciate esistenW.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
2) Dimensione dei pannelli I disposiWvi di ancoraggio devono sopportare il peso del rivesWmento e, quindi, il rapporto fra superficie e spessore delle lastre deve essere equilibrato (la lastra non deve gravare eccessivamente su un singolo sostegno). 3) Metodo di ancoraggio Deve essere adoMato sulla base del Wpo di struMura di base, del peso e della dimensione degli elemenW di rivesWmento, delle azioni esterne agenW sull’edificio (vento, sismi, assestamento, ecc.), delle necessità di manutenzione, ecc.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI 4) GiunW Rappresentano, in generale, il punto criWco del rivesWmento. Possono essere sia aperW che chiusi, ma in ogni caso è necessario garanWre la possibilità di assestamento (cedimenW, dilatazioni termiche differenziali, ecc.). Il giunto aperto è meno complesso in fase di messa in opera e garanWsce maggiore facilità di manutenzione; tuMavia può risultare problemaWco per la tenuta all’acqua piovana.
Aperto Chiuso
SosWene
Traaene
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
5) RiWri e dilatazioni Ogni materiale si comporta in modo peculiare rispeMo alle espansioni/contrazioni termiche (dovute a escursioni di temperatura giornaliere o stagionali). I l ca lcestruzzo ha coefficiente di dilatazione pari a 0,011 mm/m°C, mentre il marmo bianco 0,0035 mm/m°C: su un rivesWmento lungo 10 m soMoposto a ΔT = 60°C, questo significa una differenza di 4,5 mm circa. Materiali diversi devono “respirare” in maniera indipendente
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
6) Deformazioni della struMura La deformazione elasWca è la deformazione della struMura soMo carico di esercizio. La deformazione permanente è la deformazione progressiva della struMura a causa della viscosità (si manifesta nei primi anni dopo la costruzione). Se il rivesWmento non è in grado di assorbire tali deformazioni, le lastre possono essere sollecitate oltre misura e rompersi o distaccarsi. 7) EffeMo del vento Il vento spinge (o Wra) con un carico orizzontale che varia convenzionalmente fra 36 e 218 kg/mÇ a seconda della zona e dell’altezza dell’edificio. Questo si traduce in sollecitazioni flessionali e di taglio in corrispondenza dei vincoli delle lastre.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
7) Azione sismica A seguito di un sisma, la struMura dell’edificio subisce importanW deformazioni in senso orizzontale. Il rivesWmento deve essere in grado di resistere a tali deformazioni, in parWcolare senza che si distacchino pezzi di lastre o pannelli (incolumità dei passanW!). In questo caso è importante la leggerezza del rivesWmento, per non aggiungere massa alla spinta sismica.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI RivesWmenW in materiale lapideo e simili
I sistemi di rivesWmento in materiale lapideo sono estremamente variaW. Spesso i rivesWmenW (in parWcolare le facciate venWlate) vengono studiaW specificamente per ogni situazione applicaWva.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
L’esecuzione di una struMura di rivesWmento indipendente dal supporto evita di dovere realizzare le parW portanW con le ristreMe tolleranze richieste dal rivesWmento in pietra
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
sistemi di ancoraggio del rivesWmento al supporto si dividono in due grandi famiglie: 1) Metodo direMo Gli ancoraggi direa (o punWformi) vengono applicaW direMamente alla chiusura da rivesWre. Possono consenWre aggiustamenW molto limitaW grazie a fori asolaW. La distanza fra supporto e lastra è contenuta in 2 ÷ 4 cm. L’aggancio fra lastra e ancoraggio è realizzato per mezzo di spinoa o staffe che si inseriscono in apposite scanalature o pozzea praWcaW sulle coste superiore ed inferiore delle lastre. Vantaggi: costo limitato (poco acciaio, posa relaWvamente rapida). Svantaggi: difficoltà di posizionamento delle lastre, sosWtuzione elemenW danneggiaW.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
Staffe per il fissaggio puntuale di elemenW lapidei.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
Staffe per il fissaggio puntuale di elemenW lapidei.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
Possibilità di regolazione della posizione delle lastre (sistemi puntuali).
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
2) Metodo indireMo Sistemi cosWtuiW da una soMostruMura composta da profili metallici sui quali vengono applicate le staffe portanW e di traMenimento. PermeMono un’ampia regolazione in tuMe le direzioni (altezza, profondità e trasversalità) grazie allo scorrimento delle staffe asolate lungo le guide.
La camera (generalmente venWlata) che si forma è compresa fra 5 e 7 cm (maggiorata se c’è presenza di isolante termico). La soMostruMura permeMe di correggere fuori piombo e irregolarità della parete di supporto (anche nel caso di ristruMurazioni).
Vantaggi: grande flessibilità applicaWva e dimensionale. Svantaggi: costo (richiede molto acciaio).
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
Tipico sistema indireMo (montante vert + corrente orizz + staffa).
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
Le staffe di sostegno del rivesWmento possono essere applicate:
• a profili a C annegaW nel supporto; in questo caso la staffa può scorrere in orizzontale nel profilo ed essere regolata nelle altre direzioni grazie ad asole; • a profili a L esterni al supporto, fissaW direMamente per mezzo di tasselli o vincolaW a montanW verWcali
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FACCIATA VENTILATA – STRUTTURA METALLICA RIVESTIMENTO PIETRA
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
Un’alternaWva alle lastre tradizionali in pietra sono i pannelli alleggeriW con struMura resistente a nido d’ape. In quesW, la pietra è limitata ad uno strato di 0,5 cm, a fronte di una significaWva resistenza struMurale e di un peso ridoMo.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
Fibrocemento: lastre cosWtuite da una matrice cemenWzia (cemento + fibra di rinforzo sinteWca).
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
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FACCIATA VENTILATA – STRUTTURA METALLICA FACCIATA IN FIBROCEMENT0
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
Un prodoMo di recente introduzione sul mercato è un pannello in “ceramica laminata” (Laminam) di elevata resistenza meccanica e notevoli dimensioni (3 x 1 m), da usare come rivesWmento venWlato.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
L’accoppiamento con materiali diversi ne rende possibile l’uWlizzo in contesW molto variaW.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
RivesWmenW in coMo Una evoluzione significaWva del tradizionale rivesWmento faccia a vista è la realizzazione di facciate venWlate in tavelle di coMo. I rivesWmenW sono disponibili in molte varianW di finitura, colore e dimensione
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
Fissaggio su binari conWnui.
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FACCIATA VENTILATA – STRUTTURA METALLICA RIVESTIMENTO IN COTTO
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
RivesWmenW metallici Le Wpologie di rivesWmento metallico si suddividono in: • doghe sagomate o curvate; • lastre o pannelli lisci; • lamiere nervate, grecate o ondulate. Alcune ragioni per usare il metallo: • facile lavorazione; • manutenzione potenzialmente ridoMa; • si adaMa alle forme più diverse.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
La superficie esterna può essere: • verniciata; • smaltata; • metallizzata; • porcellanata; • plasWficata. La finitura esterna, oltre ad essere un importante faMore esteWco, rappresenta principalmente un intervento proteavo che aumenta la durata nel tempo del componente.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
Alcuni aspea importanW: • gli elemenW di rivesWmento hanno comunque dimensione limitata: è quindi indispensabile definire in sede progeMuale il passo degli elemenW e delle giunture, anche in funzione dell’espansione termica; • il supporto deve resistere ai carichi verWcali e alla forza di estrazione dovuta al vento; • separatori plasWci sono indicaW nei punW di contaMo tra metalli per evitare rumori; • il colore del rivesWmento determina in modo fondamentale la quanWtà di radiazione solare assorbita;
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
• è consigliabile evitare la posa del rivesWmento metallico direMamente sul muro soMostante (elevata conducibilità): meglio adoMare soluzioni venWlate. Le aperture di venWlazione devono essere > 1/500 della superficie venWlata; • in assenza di venWlazione, una barriera al vapore è necessaria; • la corrosione deve essere considerata se si usano metalli con valenze diverse: l’acqua piovana deve scorrere dalle valenze più alte a quelle più basse (ad es. da zinco a rame: ok).
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FACCIATA VENTILATA – STRUTTURA METALLICA ALLUMINIO
FONTE CASACLIMA
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
Alcune tra le possibili modalità di fissaggio del rivesWmento: • direMa, per mezzo di chiodi, viW autofileManW, rivea, bulloni, ecc.: sia sul supporto retrostante, sia su soMostruMura; • su soMostruMura (più o meno complessa), per incastro o con viW.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI rivesWmenW in rame sono aMualmente molto diffusi. Il materiale è apprezzato, fra l’altro, per la malleabilità, la facilità di posa e la durabilità nel tempo (stabilità di comportamento). Dall’uWlizzo tradizionale (copertura) si è passaW ad un uWlizzo diffuso anche in facciata (con spessori maggiori – 1 mm – a causa dei requisiW di resistenza al vento)
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
RivesWmento ad aggraffatura e tassello
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
RivesWmento a scandole
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
RivesWmento con lamiere grecate o ondulate
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
RivesWmento a doghe
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108
6. RIVESTIMENTI ESTERNI
RivesWmento a casseMe
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
DeMagli di rivesWmento aggraffato con giunto verWcale.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
Angolo rientrante. AMacco a terra.
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
Coronamento superiore. Interruzione in corrispondenza del serramento (con veneziana).
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6. RIVESTIMENTI ESTERNI
Interruzione in corrispondenza del serramento (sezione orizzontale).
Davanzale.
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FONTE CASACLIMA
NODI COSTRUTTIVI E PONTI TERMICI
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NODI COSTRUTTIVI E PONTI TERMICI
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Ponte termico!
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Gronde Travi SoleMe Pilastri SerramenW
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soluzione ordinaria con ponW termici in corrispondenza di gronde e soleMe
soluzione con taglio termico parziale
soluzione con intercapedine conWnua e completa eliminazione dei ponW termici
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Taglio termico di soleMe e balconi con eliminazione di buona parte del ponte termico. Le strisce isolanW, oMenute tagliando dei pannelli rigidi, vanno inserite nei casseri prima del geMo di calcestruzzo
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Eliminazione del ponte termico all’esterno del pilastro mediante intercapedine conWnua Pilastro reMangolare integrato nella parete interna
Eliminazione del ponte termico all’interno del pilastro mediante inserimento di strato isolante Tavolato interno legato, se necessario, al pilastro mediante staffe metalliche
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Eliminazione del ponte termico mediante isolamento delle facce interne del vano finestra, evitando il contaMo direMo tra muratura esterna e locali interni
Eliminazione del ponte termico mediante interruzione del davanzale con interposizione di isolante e controdavanzale interno Isolamento delle pareW adiacenW alla struMura ed ai locali interni del cassoneMo per la tapparella
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5 REGOLE OPERATIVE PER EVITARE I PONTI TERMICI NODI COSTRUTTIVI E PONTI TERMICI
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5 REGOLE OPERATIVE PER EVITARE I PONTI TERMICI NODI COSTRUTTIVI E PONTI TERMICI
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5 REGOLE OPERATIVE PER EVITARE I PONTI TERMICI NODI COSTRUTTIVI E PONTI TERMICI
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5 REGOLE OPERATIVE PER EVITARE I PONTI TERMICI NODI COSTRUTTIVI E PONTI TERMICI
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5 REGOLE OPERATIVE PER EVITARE I PONTI TERMICI NODI COSTRUTTIVI E PONTI TERMICI
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NODI COSTRUTTIVI SOLETTA A SBALZO BALCONE
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NODI COSTRUTTIVI BALCONE CON STRUTTURA SEPARATA
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NODI COSTRUTTIVI SOLETTA A SBALZO -‐ TAGLIO TERMICO CLS/CLS
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BALCONE CON STRUTTURA SEPARATA
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NODI COSTRUTTIVI STRUTTURA IN ACCIAIO – TAGLIO TERMICO ACCIAIO/CLS
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NODI COSTRUTTIVI STRUTTURA IN ACCIAIO – TAGLIO TERMICO ACCIAIO/ACCIAIO
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NODI COSTRUTTIVI PARETE ESTERNA E SOLAIO SU SCANTINATO
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NODI COSTRUTTIVI PARETE ESTERNA E SOLAIO SU SCANTINATO
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NODI COSTRUTTIVI PARETE ESTERNA E SOLAIO SU SCANTINATO
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NODI COSTRUTTIVI PARETE ESTERNA E SOLAIO SU SCANTINATO
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NODI COSTRUTTIVI PARETE ESTERNA E SOLAIO SU SCANTINATO
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NODI COSTRUTTIVI FONDAZIONI CONTINUE E PARETE ESTERNA
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Blocchi in vetro cellulare per l’isolamento termico al piede della chiusura
Soluzione tecnica in blocchi isolanW con elevata resistenza alla compressione per l’isolamento al piede di pareW pesanW.
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140 Modalità di messa in opera del blocco isolante perimetrale.
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Blocchi alleggeriW e isolaW per l’isolamento termico al piede della chiusura
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ElemenW per la roMura del ponte termico in condizioni struMurali miste o acciaio-‐ acciaio.