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Benito Calonego
RAGIONE E SENTIMENTO NELLA POESIA
DI WISLAWA SZYMBORSKA
POETESSA POLACCA INSIGNITA NEL 1996 DEL PREMIO NOBEL
PER LA LETTERATURA
2/2. “IL SENTIMENTO”
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In questa seconda parte, scendiamo dalle tematiche filosofiche al piano della vita
concreta, delle passioni, delle emozioni e dei sentimenti. Il paesaggio poetico ci appare
profondamente mutato: la fredda luce della descrizione razionale del mondo svanisce ed
è sostituita da una calda luce solare. Le astrazioni del pensiero filosofico vengono come
confinate sullo sfondo.
Miracolosamente, la concezione filosofica della realtà - ricostruita e illustrata nelle
pagine precedenti attraverso un’ampia serie di tessere poetiche - non riesce a scalfire nella
Szymborska la gioia di vivere, l'incanto di un mondo concreto e reale che sta saldamente
di fronte a noi, l'amore per la vita, l’intensa partecipazione alla vita altrui.
Per ragioni di economia e di chiarezza espositiva, il piano filosofico e quello
concreto (della rappresentazione del mondo reale, delle emozioni e dei sentimenti,
vengono affrontati separatamente, ma vanno visti come un tutto unico, all’interno del
quale ciascuno di essi dialoga con l’altro. Noto en passant che il “dialogo” tra i diversi
piani dell’opera poetica e in alcuni casi del singolo testo poetico non è affatto qualcosa di
strano o di eccezionale, ma la formula della poesia in genere, e della grande poesia in
ispecie, rinvenibile ad esempio nei Grandi Idilli di Leopardi.
I due piani, convivono arricchendosi reciprocamente. Il piano filosofico, dialogando
con il mondo concreto, perde la sua astrattezza, si incarna in situazioni dai tratti
“individuati”, concretamente riconoscibili; a sua volta, il mondo concreto, dialogando con
il piano filosofico, assume un significato universale, assurge a simbolo della condizione
esistenziale dell’uomo.
* * *
Nelle poesie che descrivono la realtà concreta, il mondo di tutti i giorni, la tastiera
espressiva della Szymborska privilegia il versante umoristico, dal tono garbatamente
scherzoso e giocoso. Nel brano che segue, ad esempio, riesce a trarre da una sgradevole
verità un sorriso di partecipe comprensione.
UN RICORDO
Stavamo chiacchierando,
siamo ammutoliti all’improvviso.
Sulla terrazza appare una ragazza,
ah, bella,
troppo bella,
per il nostro tranquillo soggiorno.
Basia ha sbirciato in preda al panico il marito.
Krystyna ha posato d'istinto la sua mano
su quella di Zbyszek.
Io ho pensato: ti telefonerò,
ti dirò — non venire ancora,
è prevista pioggia per qualche giorno.
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Solo Agnieszka, una vedova,
ha accolto la bella con un sorriso.
Dal tono scherzoso al sorriso ironico il passo è breve. Ciò si verifica ad esempio in
SCRIVERE IL CURRICULUM, in cui ci viene illustrata con sottile ironia la superficialità
e la falsità di un mondo in cui non contano le motivazioni, il valore, i sentimenti, ma la
pura appartenenza, il prezzo, la forma.
SCRIVERE IL CURRICULUM
Che cos'è necessario?
È necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
il curriculum dovrebbe essere breve.
È d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.
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Coerentemente con la predilezione per una poesia “antilirica e antiretorica”, la
Szymborska non ama esibire i sentimenti in modo diretto ed esplicito, ma come celati da
una cortina di pudore.
Scopre in tal modo aspetti delle relazioni umane che a tutta prima sembrano privi di
significato. Il loro apprezzamento subito ci sembra paradossale, poi sorprendentemente si
scopre che hanno una insospettata validità. È il caso di RINGRAZIAMENTO, in cui
descrive i vantaggi relazionali che possiamo ricavare dalle persone che non amiamo.
RINGRAZIAMENTO
Devo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.
La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l'amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.
Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come una meridiana, capisco
ciò che l'amore non capisce,
perdono
ciò che l'amore mai perdonerebbe.
Da un incontro a una lettera
passa non un'eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.
I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.
E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che trovi su ogni atlante.
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È merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perché mobile.
Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.
“Non devo loro nulla” –
direbbe l’amore
sulla questione aperta.
In ACCANTO A UN BICCHIERE DI VINO, la poetessa sembra alludere
filosoficamente alla inconsistenza metafisica del nostro essere. In realtà il significato è
assai concreto, massimamente concreto: la nostra felicità è condizionata dall’amore,
quando c’è siamo felici, abbiamo un’esistenza piena, quando non c’è siamo infelici e la
nostra esistenza è vuota. Questo vale per tutti ovviamente, per l’uomo e per la donna, ma
in modo più accentuato per la donna, stante il ruolo essenziale che hanno i sentimenti, e in
ispecie l’amore, nella sua vita.
Il rapporto d’amore è descritto come qualcosa di profondamente vitale, che non
investe solamente la sfera affettiva, ma l’essere intero, corpo e anima, “fino al midollo”.
Con i suoi gesti consueti, il partner provoca nella poetessa una alternanza di
situazioni emotivo - esistenziali radicali: con uno sguardo la rende più bella, con un
abbraccio la fa esistere, la “crea”; quando non la guarda, lei non esiste più, la sua
immagine appare vuota e spenta.
17 MENDELSOHN, Romanze senza parole n. 1.wma
ACCANTO A UN BICCHIERE DI VINO
Con uno sguardo mi ha reso più bella,
e io questa bellezza l'ho fatta mia.
Felice, ho inghiottito una stella.
Ho lasciato che mi immaginasse
a somiglianza del mio riflesso
nei suoi occhi. Io ballo, io ballo
nel battito di ali improvvise.
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[……..]
Gli parlo di tutto ciò che vuole:
delle formiche morenti d'amore
sotto la costellazione del soffione.
Gli giuro che una rosa bianca,
se viene spruzzata di vino, canta.
Mi metto a ridere, inclino il capo
con prudenza, come per controllare
un'invenzione. E ballo, ballo
nella pelle stupita, nell'abbraccio
che mi crea.
[………….]
Quando lui non mi guarda,
cerco la mia immagine
sul muro. E vedo solo
un chiodo, senza il quadro.
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Coerentemente con la prospettiva della vita concreta e con le esigenze del “cuore”,
alcuni testi testimoniano una latente nostalgia delle antiche certezze, di un mondo a
misura di uomo, di una realtà che abbia una sua ragione di esistere.
Da POSSIBILITÀ
Preferisco prendere in considerazione persino la possibilità
che l'essere abbia una sua ragione.
La Szymborska pone innumerevoli domande nei suoi testi. Poiché le pone
principalmente a se stessa, rivelano l’ansia di sapere, la necessità di trovare una risposta
umanamente accettabile, che dia un senso alla vita, in un mondo che è privo di senso.
Come sappiamo, ella riesce a spostarsi con naturalezza dal piano filosofico al piano
della vita concreta, di tutti i giorni, e allora l’esistenza del mondo, e il mondo stesso nella
sua realtà concreta e familiare, le appaiono un miracolo, un prodigio.
Da LA FIERA DEI MIRACOLI
.......................................................
“Un miracolo, basta guardarsi intorno:
il mondo onnipresente.”
Un miracolo - e come chiamarlo altrimenti –
oggi il sole è sorto alle 3.14
e tramonterà alle 20. 01 ......................................................
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Da NON OCCORRE TITOLO
....................................................
Fitto e intricato è il ricamo delle circostanze.
Il punto della formica nell'erba.
L'erba cucita alla terra.
Il disegno dell'onda in cui si infila un fuscello.
Si dà il caso che io sia qui e guardi.
Sopra di me una farfalla bianca sbatte nell'aria
ali che sono solamente sue,
e sulle mani mi vola un'ombra,
non un'altra, non d'un altro, ma solo sua.
...............................................................
La vita le appare bella: si stupisce della sua prodiga bellezza e si lascia sedurre dal
suo incanto.
Da ALLEGRO MA NON TROPPO
Sei bella — dico alla vita —
è impensabile più rigoglio,
più rane e più usignoli,
più formiche e più germogli.
.........................................
Le taglio la strada da sinistra,
le taglio la strada da destra,
e mi innalzo nell'incanto,
e cado per lo stupore.
...........................................
La perfezione del cosmo, l’armonia delle sfere celesti, il senso di infinito che
suscitano in noi la affascinano profondamente. Si stupisce, amareggiata, che una parte
cospicua dell’umanità non le sappia apprezzare e preferisca le cose piccole, effimere,
imperfette della vita di tutti i giorni, alle grandi, eterne e perfette del cosmo.
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Da AVVERTIMENTO
Non portate nel cosmo i burloni,
non ve lo consiglio.
…
Il cosmo è quel che è, ossia perfetto.
E i burloni mai glielo perdoneranno.
Nulla li farà gioire:
non il tempo.— giacché troppo eterno,
non la bellezza — giacché senza pecche,
non la gravità — giacché non si lascia volgere in scherzo.
loro sbadiglieranno.
Tutti saranno ammirati,
…
Limitati.
Preferiscono il giovedì all'infinito.
Primitivi.
Preferiscono una nota stonata all'armonia delle sfere.
Stanno benissimo nelle fessure tra
teoria e pratica,
causa ed effetto,
ma qui non è la Terra e tutto combacia.
Partecipa intensamente alla vita altrui e condivide gioie e dolori con tutte le creature
viventi, persone, animali e piante.
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Da OGNI CASO
.......................................
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.
Si commuove alla sorte di un povero gatto a cui è morto il padrone. Ma poi – per il
noto pudore dei sentimenti - ci scherza sopra.
Da IL GATTO IN UN APPARTAMENTO VUOTO
Morire – questo a un gatto non si fa.
Perché cosa può fare il gatto
in un appartamento vuoto?
Arrampicarsi sulle pareti.
Strofinarsi tra i mobili.
Qui niente sembra cambiato,
eppure tutto è mutato.
Niente sembra spostato,
eppure tutto è fuori posto.
E la sera la lampada non brilla più.
Si sentono passi sulle scale,
ma non sono quelli.
Anche la mano che mette il pesce nel piattino
Non è quella di prima.
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..............................................
Che lui provi solo a tornare,
che si faccia vedere.
Imparewrà allora
che con un gatto così non si fa.
Gli si andrà incontro
come se proprio non se ne avesse voglia,
pian pianino,
su zampe molgto loffese.
E all’inizio niente salti né squittii.
Grazie alla sua forza d’animo e alla intatta gioia di vivere non si lascia abbattere dalle
tragiche esperienze personali e collettive, riconosce che la vita è fatta di bene e di male, di
gioie e dolori. Continua a credere nella vita nonostante tutto.
Ecco un brano della poesia LABIRINTO che abbiamo conosciuto nella prima parte
della raccolta.
Da LABIRINTO
.......................................
Attraverso infilate di file
di corridoi, di portoni,
in fretta, perché nel tempo
hai poco tempo,
da luogo a luogo
fino a molti ancora aperti,
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dove c'è buio e incertezza
ma insieme chiarore, incanto
dove c'è gioia, benché il dolore
sia pressoché lì accanto
e altrove, qua e là,
in un altro luogo e ovunque
felicità nell'infelicità
come parentesi dentro parentesi,
e così sia
e d'improvviso un dirupo,
un dirupo, ma un ponticello,
un ponticello, ma traballante,
traballante, ma solo quello,
perché un altro non c'è.
............................................
Ci invita ad essere testimoni attenti dello spettacolo della natura, a cogliere il
miracolo che avviene quotidianamente, e che purtroppo spesso ignoriamo.
MOZART, Concerto per clarinetto 7.32.wma
Da ORA MATTUTINA
Sto ancora dormendo,
ma nel frattempo accadono fatti.
La finestra sbianca,
le tenebre sfumano nel grigio,
la stanza emerge dallo spazio indistinto,
vi cercano appoggio ombre pallide, vacillanti.
....................................................
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Ma attenti, attenti, attenti,
ci sono molti indizi che stanno tornando i colori
e anche la minima cosa riacquista il proprio,
insieme a una sfumatura d'ombra.
Ciò mi stupisce troppo di rado, ma dovrebbe.
Di solito mi sveglio nel ruolo di testimone in ritardo,
quando il miracolo è già avvenuto,
il giorno già costituito
e il mattinale magistralmente mutato in mattutino.
***
La Szymborska, avendo vissuto sulla sua pelle ben due totalitarismi violenti e
sanguinari, come già riferito, non di rado ha moti di rivolta morale, di accorata e sdegnata
denuncia contro l’utopia (spesso sanguinaria), la tortura, l’odio, ecc... Siamo ben lontani
dalle astrazioni del pensiero filosofico: qui siamo nel cuore vivo e pulsante della realtà
storica, dei conflitti sociali, dei crimini perpetrati dal potere, della sofferenza di persone in
carne e ossa.
Da UTOPIA
...................................
Più ti addentri nel bosco, più si allarga
La valle dell'evidenza.
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Se sorge un dubbio, il vento lo disperde.
[...]
Domina sulla valle la Certezza Incrollabile.
Dalla sua cima si spazia sull'Essenza delle cose.
.................................................................
Da TORTURE
Nulla è cambiato.
....................................
… il corpo c'è, e c'è, e c'è
e non trova riparo.
Da ODIO
Guardate com'è sempre efficiente,
come si mantiene in forma
nel nostro secolo, l’odio.
Con quanta facilità supera gli ostacoli.
Come gli è facile avventarsi, agguantare.
...........................................................
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Religione o non religione -
purché ci si inginocchi per il via.
Patria o no -
Purché si scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene all'inizio.
Poi corre tutto solo.
L’odio. L'odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.
.................................................
In ogni istante è pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare, aspetterà.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro
- lui solo.
***
Giunto al termine della raccolta, riconosco che a qualcuno possono non piacere i
contenuti filosofici che contraddistinguono il mondo poetico della Szymborska.
Vorrei far notare in proposito, come ho fatto del resto fin dall’inizio, che sono il
portato di una esperienza storica a dir poco tragica, e pertanto meritano rispetto. Vorrei
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inoltre rilevare che il loro carattere pessimistico non pregiudica affatto la grandezza della
poesia.
A mio avviso, essi non solo non compromettono l’esito poetico dell’opera della
Szymborska, ma lo arricchiscono di originalità e suggestione, dal momento che
convivono con una intatta gioia di vivere, con l'incanto del mondo reale, con l'amore per
la vita, con uno spiccato senso di humour, ecc...
Spero che i lettori abbiano provato le sottili emozioni metafisiche che la poesia
“filosofica” della Szymborska ci sa trasmettere, tanto più preziose in un mondo rumoroso
e sguaiato come è quello attuale dei mass-media.
***
Il mondo retto dal Caso – nei termini i n cui è stato illustrato nella prima parte
della raccolta – si colloca agli antipodi di un mondo retto da un Principio razionale
e ancor più del mondo della fede, in cui ogni evento, ogni atto, tutto ha un senso. Da
questo punto di vista, l’opera della Szymborska costtuisce una lezione illuminante, ci
mostra il vuoto di senso, il carattere disumano e irrazionale di una teoria che eleva il
Caso a principio assoluto della realtà.
Scrive a proposito della fede in Dio, Natalia Ginzburg: “Chi crede, se dovesse
dire la cosa che più ama di Dio, è la sua straordinaria attenzione ad ogni minimo
pensiero o lampo di pensiero che attraversa lo spirito di ogni uomo. Egli si sente
sicuro che, se Dio esiste, non gli sfugge nulla in nessuno. Questa attenzione
straordinaria nel raccogliere in ogni essere umano tutto il bene e tutto il male, in
ogni attimo, così che nulla ma proprio nulla cada mai nel vuoto né sia mai inutile,
nei momenti che più egli ama Dio gli sembra una cosa meravigliosa tanto che gli
piacerebbe imitarla. Egli di Dio non sa nulla o quasi nulla, ma sa che se esiste non è
mai, e con nessuno, indifferente o distratto.” 1
1 Natalia Ginzburg, Mai devi domandarmi, ed. Garzanti, pag. 218
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Wislawa Szymborska (pron. Scimbòrska), nata a Bnin (nei pressi di Poznan)
il 2 luglio 1923, si è spenta l’1 febbraio 2012
all’età di 89 anni dopo una lunga malattia.
Coerentemente con l’etica laica professata e difesa,
ha scelto per sé il funerale civile.
Come vedremo più avanti, la sua tastiera espressiva è assai varia, conosce altrettanto
bene l’ironia, la denuncia, il sarcasmo, la condanna.
TUTTE LE POESIE SONO TRATTE DALLA
RACCOLTA COMPLETA DELLE POESIE DELLA POETESSA POLACCA:
“W. SZYMBORSKA, LA GIOIA DI SCRIVERE, ED. ADELPHI”