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GUIDA al CREDITO 3 IN COLLABORAZIONE CON INSERTO AL N. 40 DEL 2013 © Dmitry - Fotolia.com

3 - Come Far Fronte Agli Impegni Finanziari - InFORMATORE AGRARIO

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guida al credito e ai finanziamenti in agricoltura - informatore agrario

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  • GUIDA al CREDITO

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  • 3 - G U I D A A L C R E D I T O III

    ELEMENTI DI GESTIONE FINANZIARIA DI UNAZIENDA

    COME FAR FRONTEAGLI IMPEGNIFINANZIARI

    Le garanzie Ismea che agevolano laccesso ai prestiti per il fi nanziamentodel capitale circolante e il consolidamento dei debiti

    (debiti nei confronti di banche, fornitori, soci, enti previdenziali, Stato, ecc.).In linea di principio, quindi, si tende a ri-tenere in equilibrio, dal punto di vista fi nanziario, quellazienda in cui gli im-pieghi e le fonti coincidono per durata e importi: un immobile acquistato, un magazzino di prodotti in invecchiamen-to, dei crediti nei confronti dei clienti, dovrebbero essere fronteggiati da pas-

    Lequilibrio dello stato patrimonialeA ogni impiego di unimpresa, inteso come credito in essere o come acquisto di un bene durevole eff ettuato, corrisponde teoricamen-te unanaloga voce dal punto di vista delle fonti di fi nanziamento, che possono essere costituite da mezzi propri (capitale o riserve accumulate nel tempo) o da mezzi di terzi

  • G U I D A A L C R E D I T O - 3IV

    sivit che abbiano pi o meno lo stesso importo e la stessa durata.Per questo motivo nel caso dellacquisto di un immobile, ad esempio, si tende a fi nan-ziarsi con mezzi propri oppure con mutui di durata ultradecennale. Si tratta, infatti, di un bene che rimarr a lungo nel ciclo pro-duttivo e quindi c tutto il tempo per ripa-gare il debito (a condizione, ovviamente, che il bene sia davvero produttivo di ricavi per lazienda).Le operazioni fi nalizzate al fi nanziamento del capitale circolante o al consolidamento

    delle passivit, argomenti di questa Guida, tendono proprio a riequilibrare lo stato pa-trimoniale dellimpresa in termini di durata e di importi, facendo s che una o pi passivit contratte a breve termine per impieghi di du-rata maggiore possano riarmonizzarsi, nelle scadenze, con questi ultimi.Queste operazioni, cos come in generale il concetto di equilibrio dello stato patrimonia-le, non sono semplici raffi natezze contabili ma rispondono a una precisa esigenza: con-sentire alle aziende di far fronte con regolarit agli impegni fi nanziari assunti per la condu-zione della loro attivit.Quale senso avrebbe, infatti, fi nanziare una linea di produzione che fornisce ricavi per trentanni con unesposizione a diciotto mesi? Soprattutto considerando che una tale opera-zione fi nisce per mettere limpresa in diffi col-t nel momento in cui matura la scadenza del debito e i ricavi della linea produttiva ancora non arrivano. Spesso, infatti, proprio nei primi mesi che la linea appena realizzata non in grado di esprimere in pieno la propria po-tenzialit produttiva.

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  • 3 - G U I D A A L C R E D I T O V

    Una delle distinzioni che va fatta parlando di indebitamento delle imprese quella tra debiti attivi e passivi.I debiti attivi sono quelli a fronte dei quali si ottiene un incremento delle attivit dellimpresa, ad esempio con lacquisto di un nuovo immobile o la ristrutturazione di uno esistente. Lacquisto di scorte o di macchine o la semplice creazione di liquidit sono operazioni che generano un incremento delle poste attive nellideale stato patrimoniale dellimpresa agricola.I debiti passivi sono quelli ai quali non corrispondono acquisti o incrementi di liquidit ma che impat-tano sulla struttura dei debiti esistenti. I nanziamenti per il consolidamento di passivit appartengono a questa famiglia. Su esposizioni a breve termine oppure su rate in scadenza di esposizioni a medio o lungo termine si pu intervenire mediante proroghe: in questo caso non si ha un piano di ammortamento che distribui-sce la restituzione del debito nel corso del tempo, ma solamente uno spostamento della scadenza di quella rata o di quel nanziamento di un certo numero di giorni o mesi; questa operazione comporta il pagamento di un interesse, sullimporto dovuto, calcolato per lestensione della durata.Per ristrutturazione del debito si intende, generalmente, la revisione del piano di ammortamento resi-duo di un nanziamento pluriennale (ad esempio un mutuo di 10 anni per il quale mancano ancora 6 anni di ammortamento) allungandone, ad esempio, la durata ed eventualmente rivedendo il tasso di interesse a cui stipulato il nanziamento.Nel caso della ricontrattazione o della rinegoziazione del debito, lobiettivo principale quello della re-visione delle condizioni economiche, ad esempio una revisione dei tassi di interesse o delle dinamiche del loro aggiornamento. Recentemente si parlato anche di allungamento dei mutui: in questi casi si sospende il pagamento delle rate per un determinato periodo di tempo (ad esempio 2 anni) per riprendere il regolare paga-mento delle stesse dopo il periodo di allungamento concordato; come conseguenza, la scadenza nale del piano di ammortamento subisce una traslazione del periodo di allungamento (tornando allesem-pio, ci vogliono 2 anni di pi per nire di pagare). Nel periodo di allungamento maturano interessi sul debito residuo quanti cato al momento della concessione dellallungamento stesso.

    Come intervenire sui debiti

    Finanziare il capitale circolantePer capitale circolante si intende quellinsie-me di attivit di bilancio (crediti, beni, scor-te) che per loro stessa natura non dovrebbero durare in azienda per pi di un anno o co-munque per un lasso di tempo strettamente legato a un ciclo di produzione: ad esempio, un certo quantitativo di formaggio posto in magazzino per la stagionatura o di vino stoccato in cantina per linvecchiamento.La creazione di un magazzino (inteso non come luogo in cui si conservano i prodotti ma come linsieme dei prodotti stessi) per linvec-

    chiamento o la stagionatura, le anticipazioni a soci conferenti o a fornitori per lottenimento di prodotti da lavorare sono esempi di casi in cui necessario avere disponibilit liquide che, se non presenti sui conti dellimpresa, possono essere ottenute mediante indebitamento nei confronti del sistema bancario. In questi casi, proprio in base al principio dellequilibrio del-lo stato patrimoniale, non opportuno fi nan-ziarsi a lungo termine, magari con un mutuo, oppure chiedere un impegno dei soci in un aumento del capitale. Si tratterebbe, infatti, di vincoli di lungo periodo che non avrebbe senso contrarre per far fronte a esigenze che si esauriscono in tempi molto pi brevi.

  • G U I D A A L C R E D I T O - 3VI

    Per analoghi motivi non sarebbe opportuno utilizzare forme di fi nanziamento a breve termine e cio al di sotto dei diciotto mesi di durata. La scadenza, forse, arriverebbe trop-po presto rispetto alleff etto che i nuovi im-pieghi fi nanziati produrrebbero in azienda e la somma da rimborsare (verosimilmente in ununica soluzione) non sarebbe interamente disponibile.Quindi, la gradualit del rimborso e la corretta cadenza delle date di adempi-mento diventano un elemento fonda-mentale sulla base del quale decidere per quale importo e per quanto tempo indebitarsi.

    Consolidare i debitiIl consolidamento del debito fa parte della famiglia delle operazioni di credito, la cui fi -nalit consiste nel rimodulare le scadenze o

    le condizioni di fi nanziamenti esistenti senza creare nuovo indebitamento per limpresa: semplicemente, si cambiano le caratteristiche del debito esistente.Questi fi nanziamenti, pertanto, intervengo-no in una situazione di vita dellimpresa gi avanzata, in un momento nel quale, ferme re-stando le variabili fondamentali dellattivit (ricavi, costi, mercato, ecc.) si intendono mi-gliorare le prestazioni dellimpresa e ridurre possibili elementi di rischio per il futuro.Il consolidamento (anche se non esisto-no delle terminologie comuni e univer-salmente riconosciute nel sistema banca-rio) consiste nellindividuazione delle esposizioni in essere in un determinato momento che abbiano scadenza a breve (generalmente entro un anno) e nella trasformazione delle stesse in un unico nuovo fi nanziamento con durata supe-riore allanno (generalmente 5 anni o pi), con un ammortamento rateizzato (solitamente con rata costante).

    Quando ricorrere al consolidamentoIn linea di massima, il consolidamento di passivit si attiva con la fi nalit di sincroniz-zare le scadenze dei debiti con la reale capa-cit dellimpresa di generare risorse fi nan-ziarie. necessario infatti evitare di trovarsi di fronte a scadenze che non possano essere onorate per mancanza di liquidit dovuta a motivi pi o meno prevedibili, creando poi i presupposti per uno stato di diffi colt fi nan-ziaria dellimpresa.Possono essere diverse le ragioni alla base di una situazione che richiede un consolida-mento, operazione che, di per s, non nega-tiva: se eff ettuata con i giusti criteri, costitui-sce anzi un segnale che limprenditore d in termini di attenzione e di cura nella gestione fi nanziaria della propria azienda.La soluzione pi facile e veloce ricorrere a un fi nanziamento a breve termine, il classico prestito per conduzione, per pagare un mac-chinario o per fare un intervento di manu-

  • 3 - G U I D A A L C R E D I T O VII

    tenzione straordinaria in azienda, cos come ricorrere a fi nanziamenti di media durata per acquistare beni immobili con lintenzio-ne di sbrigarsi a chiudere il debito il prima possibile. Pu anche accadere di ritardare alcuni paga-menti (quelli meno urgenti o critici, magari quelli ai fornitori) per far prima fronte ad altri (ad esempio quelli bancari o previden-ziali).Nel medio periodo queste e altre situazioni si-mili possono, per, costituire un problema di natura fi nanziaria per limprenditore che vede progressivamente erodersi la coerenza tem-porale tra le scadenze degli impegni assunti e i prevedibili fl ussi fi nanziari derivanti dalla sua attivit. In questi casi, quindi, unopera-

    zione di consolidamento, riequilibrando le scadenze, concede maggiore respiro, dal punto di vista fi nanziario, alla ge-stione aziendale.

    Limiti e rischi delloperazioneIl consolidamento, come si detto, nasce dal-lesigenza di far fronte al debito a breve termi-ne, ma si tratta di unoperazione delicata, oc-corre avere ben presente che non garantito che loperazione risolva il problema.La diffi colt di pagamento un sintomo della carenza di liquidit e consolidamento si-gnifi ca alleviare le scadenze fi nanziare, non signifi ca risparmiare, anzi si spende di pi: gli interessi sono pi elevati rispetto

    In base alla loro durata possibile classifi care i fi nanziamenti bancari in tre diff erenti tipo-logie:

    a breve termine, di durata usualmente non superiore ai 18 mesi;a medio termine, di durata maggiore a 18 mesi ma non superiore a 60 mesi (5 anni);a lungo termine per durate superiori.

    In linea generale, quelli allagricoltura sono defi niti come fi nanziamenti di scopo, sono cio assegnati con una precisa fi nalit che deve essere attuata con lerogazione del fi nanziamento stesso. Anche per questa ragione, il credito agrario, disciplinato fi no al 1993 (anno di entrata in vi-gore della nuova legge bancaria) dalla legge n. 1760 del 1928, era originariamente concepito come strettamente legato alle attivit da fi nanziare. Si parlava infatti di:

    conduzione, con una durata non superiore allanno;dotazione, di medio termine, per acquisto di macchine, bestiame o attrezzatura;miglioramento, finalizzato allacquisto o alle ristrutturazione di fondi o immobili ru-

    stici.Per ciascuna fi nalit erano previste precise forme tecniche (cambiale agraria o altro), moda-lit di ammortamento, garanzie (ad esempio il privilegio legale: diritto che sorge in capo al creditore di rivalersi, in caso di inadempimento, su un determinato prodotto o macchinario o altro cespite aziendale con priorit rispetto ad altri creditori non privilegiati) e scadenze (con lintento di sincronizzare le scadenze delle rate ai periodi dellanno in cui presumibil-mente si sarebbero ottenuti i ricavi dal raccolto).Con lentrata in vigore del decreto legislativo n. 385 del 1 settembre 1993 Testo unico ban-cario (Tub) il credito agrario oggi condensato nellarticolo 43 di tale provvedimento, che ne disciplina il nuovo funzionamento e lo allinea sostanzialmente alle altre forme di credito alle imprese, creando di fatto il fenomeno defi nito come despecializzazione del credito.

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  • 3 - G U I D A A L C R E D I T O IX

    alla situazione a breve, se non altro per il fatto che sono applicati su pi anni.Quindi importante comprendere cosa ha generato il disagio, cio la carenza di liquidit che implica la diffi colt di pa-gamento e quindi lesigenza del consoli-damento. Un paio di clienti che non stanno pagando oppure operazioni precedentemen-te contratte che risultano sfasate in termini temporali rispetto agli incassi ordinari sono senzaltro un motivo valido per considerare il consolidamento come una delle possibili soluzioni.Se la crisi di liquidit invece connessa a una scarsa capacit dellimpresa di generare ricavi rispetto ai costi oppure a un eccessivo peso degli interessi per indebitamento esi-stente, questa situazione non pu certamente trovare rimedio nel consolidamento e non giustifi ca quindi una strategia in tal senso. In questi casi, unoperazione del genere fi nireb-be anzi per aggravare fatalmente la situazione dellimpresa: un ulteriore carico per interessi rappresenterebbe solo un peso aggiuntivo nel conto economico dellazienda.

    Per questo necessaria unanalisi oggettiva e imparziale della capacit dellimpresa, dal punto di vista della sua attivit ordinaria, di generare il valore aggiunto.

    Meglio agire tempestivamentePrevenire fondamentale: non si deve aspet-tare che la situazione degeneri per intervenire! Nella maggior parte dei casi le crisi di liquidi-t possono senzaltro essere anticipate.Quindi, molto prima che ci sia un ritar-do nel pagamento di una scadenza pro-grammata o unaltra diffi colt, bene mettere in atto tutte le azioni possibili per evitare di trovarsi scoperti nel mo-mento della scadenza. Questo perch, mentre quasi tutte le banche sono relativa-mente propense a intervenire per consoli-dare rate di fi nanziamenti (tanto pi se sono di loro stessa provenienza) prima che questi possano risultare in ritardo di pagamento, assai complicato, salvo casi davvero rari, ot-tenere un affi damento da parte di una banca per consolidare fi nanziamenti gi scaduti o

  • G U I D A A L C R E D I T O - 3X

    in manifesta diffi colt di pagamento. Inoltre, anche nel caso in cui ci accadesse, il tasso fi nito delloperazione, che risente del rischio che la banca percepisce nel valutare lopera-zione, sarebbe certamente pi alto, costituen-do un onere aggiuntivo per limpresa. Spesso il consolidamento inteso come il sintomo di unimpresa non sana o in diffi col-t. In realt, se sussistono condizioni buone dal punto di vista della struttura economica dellimpresa, esso un buon strumento per reimpostare la propria strategia fi nanziaria e renderla pi solida e meno esposta a possibili cali di liquidit dovuti a circostanze perlopi fuori dal suo controllo.

    La giusta dimensione del finanziamentoI soldi costano non solo in termini di inte-ressi, ma anche di esposizione complessiva. Ricordiamo che nella Centrale rischi (sistema informativo sullindebitamento della cliente-la delle banche e degli intermediari fi nanziari gestito dalla Banca dItalia o da privati) pos-sibile vedere per quanto un soggetto esposto e che uneccessiva esposizione dellimprendi-tore verso fonti fi nanziarie di terzi comporta una minore propensione da parte delle ban-che a fi nanziare ulteriormente liniziativa. quindi importante saper defi nire al meglio la somma per cui si chiede il fi nanziamento. Inoltre, accade spesso che si chieda un fi -nanziamento di importo maggiore di quello necessario, perch eseguendo loperazione si consolida e si ha una maggiore disponibilit fi nanziaria sul momento che, naturalmente, conferisce maggiore tranquillit nella ge-stione.Chiedere di pi per fare un po di riserve pu, nel lungo periodo, rappresentare un errore. Infatti, considerato che lindebita-mento ha un costo e che quello a lungo ter-mine probabilmente costa di pi, ragionare in termini di margini ampi e di riserva fi ni-sce per avere un ulteriore impatto sul conto economico riducendo la marginalit fi nale.

    Pu sembrare banale, ma se si negozia per qualche centesimo di punto di tasso di inte-resse e poi si chiede una somma magari del 10% pi alta di quella che la reale necessit, tutto il vantaggio della riduzione del tasso viene annullato.Conviene pertanto fare i conti con cura e pianifi care bene a cosa serve quellindebita-mento. Se ci sono altre necessit, diverse dal consolidamento (elasticit di cassa, acquisto di scorte), ci sono altri strumenti, pi fl essi-bili o comunque pi adatti alle esigenze che si intendono soddisfare. Un conto corrente a utilizzo fl essibile, per far fronte alle piccole esigenze temporanee, diventa probabilmente meno oneroso e meglio gestibile di una rata di mutuo pi elevata.

  • 3 - G U I D A A L C R E D I T O XI

    Anche sulla durata del nuovo fi nanzia-mento occorre essere molto attenti: non esiste una durata corretta in assoluto, ma quella che meglio si attaglia alle ca-pacit di rimborso da parte dellimpre-sa. Anche in questo caso, spesso si incappa nella trappola di prendere un po di pi e allungare la durata; vero che limporto della rata inferiore ma si pagano pi interessi, ci si espone per pi tempo e per cifre pi alte e allora vale la pena domandarsi se questo con-viene o se invece non meglio chiedere un fi -nanziamento inferiore e, mantenendo magari lo stesso importo per la rata, impegnarsi per un lasso di tempo pi corto.

    Il rapporto con la bancaIn linea di principio, le banche tendono a te-nersi ciascuna il proprio rischio e a non au-mentare il grado di esposizione nei confronti dello stesso imprenditore, soprattutto in ter-mini di consolidamento: mentre per le nuo-ve operazioni di sviluppo e crescita si tende a incrementare il portafoglio clienti con una

    competizione con le altre banche, sul conso-lidamento si cerca di ragionare in difesa mantenendo invariata lesposizione, nella speranza che con il tempo si riduca.Se loperazione di consolidamento proposta in un contesto di reale diffi colt fi nanziaria, verosimile e ragionevole immaginare che la banca sar poco incline ad accogliere pro-poste di consolidamento, tanto pi se riguar-dano anche esposizioni nei confronti di altre banche.Quindi, la proposta di un consolida-mento non pu essere formulata rap-presentando esclusivamente la neces-sit di far fronte a rate che non si in grado di onorare. Deve essere necessa-riamente accompagnata da un piano economico e finanziario che lasci in-tendere che la strategia complessiva e che a fronte di un sollievo dal punto di vista finanziario, i margini economici ge-nerati dallattivit assicurino un f lusso tale da garantire, salvi casi eccezionali, il rim-borso dei debiti in essere e del nuovo finan-ziamento che si sta chiedendo.

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  • 3 - G U I D A A L C R E D I T O XIII

    LINTERVENTO DI ISMEA CHE AGEVOLA LACCESSO AL CREDITO

    utilizzato anche a fronte di fi nanziamenti de-stinati al consolidamento di passivit a breve.La fi deiussione o cogaranzia Ismea uno strumento che integra le capacit dellimprenditore di fornire le garanzie necessarie per ottenere un fi nanziamen-to da parte di una banca. Pu, ad esempio, sostituire o integrare unipoteca a fronte di un mutuo richiesto per fi nanziare lesecuzione di opere su un fondo.La garanzia di Ismea-Sgfa Societ di gestio-ne fondi per lagroalimentare (societ di sco-po di propriet dellIsmea) ha due caratteri-stiche che la rendono particolarmente gradita al sistema bancario:

    compatibile con gli standard di Basilea 2 (vedi riquadro in questa pagina);

    fruisce di una controgaranzia dello Stato.La presenza contemporanea di questi elementi fa s che la banca sia propensa a erogare credito

    Lo strumento garanziaGli interventi per fi nanziare il capitale cir-colante e il consolidamento di passivit non rientrano nellattuale strumentazione age-volativa Ismea. In pratica, non consentito utilizzare gli strumenti di aiuto di cui at-tualmente dispone lIstituto (Primo insedia-mento, Subentro in agricoltura o Capitale di rischio, vedi Guida al Credito n. 1 e n. 2 pub-blicate su LInformatore Agrario n. 21/2013 e n. 27/2013 rispettivamente) per intervenire con la fi nalit di consolidare lindebitamento a breve delle imprese agricole.Lo strumento della garanzia, invece, permesso dalla Commissione europea in quanto non considerato un aiuto di Stato, ha una maggiore libert di intervento (Ismea, soggetto pubblico, pu gestire questo strumento come un norma-le operatore di mercato) e quindi pu essere

    Tra gli argomenti che negli ultimi anni hanno maggiormente turbato gli imprenditori fi gura senzaltro lintroduzione del nuovo accordo di Basilea, noto come Basilea 2. Tale accordo stato progressivamente recepito dagli Stati membri dellUnione e prevede in realt una cosa relativamente semplice: il tasso di interesse che si applica a un fi nanziamento strettamente correlato al rischio che la banca percepisce per quel fi nanziamento. Quindi, gli imprenditori giudicati pi affi dabili pagano meno interessi rispetto agli impren-ditori a cui si attribuisce un rischio maggiore.Basilea 2 prevede anche che la banca, nel caso di un fi nanziamento garantito da una fi deius-sione con determinati requisiti (defi nita garanzia con standard Basilea 2), quando valuta il rischio, possa sostituire il rischio attribuito allimprenditore con quello attribuito al suo ga-rante (cio chi ha rilasciato la fi deiussione).Semplifi cando, se limprenditore mediamente rischioso, ma il suo garante invece molto affi dabile, ai fi ni dello spread da applicare possibile considerare il rischio del garante e non quello dellimprenditore. quindi importante che limprenditore, quando off re una garanzia personale (come una fi deiussione), ne off ra una rilasciata da un garante che sia giudicato pi affi dabile di lui. Solo in questo modo questo imprenditore pu ottenere un concreto benefi cio, in termini di riduzione del tasso di interesse, dalla presenta-zione di una garanzia fi deiussoria.

    Standard Basilea 2

  • G U I D A A L C R E D I T O - 3XIV

    e a utilizzare questo strumento in sostituzione o integrazione delle tradizionali garanzie di-sponibili nel credito allagricoltura. La banca ha infatti una possibilit di recupero della garanzia pi veloce, rispetto ad altre for-me di copertura come lipoteca. Basti pensare a quanto tempo ci vuole per poter chiudere una procedura esecutiva immobiliare per il recupero di un credito, con tutti i rischi di eventuale deprezzamento dellimmobile og-getto dellesecuzione. Inoltre ha minori costi interni con la conse-guente possibilit di applicare al cliente un tasso di interesse inferiore e, nei confronti del sistema bancario, di poter erogare, a parit di patrimonio disponibile, un volume pi am-pio di finanziamenti.La garanzia Ismea-Sgfa pu coprire fi no al 70% del valore del fi nanziamento, limi-te elevabile all80% in caso di giovani im-prenditori agricoli. La garanzia non pu superare limporto di 1 milione di euro nel caso di micro e piccole imprese e di 2 milioni di euro nel caso di medie impre-se. Lintervento non previsto in caso di grandi imprese (per la defi nizione della di-mensione aziendale vedi approfondimento a pag. VII della Guida al Credito n. 1 pub-blicata su LInformatore Agrario n. 21/2013). Il limite di importo va riferito alla garanzia e non al fi nanziamento; questultimo pu anche valere 3 o 4 milioni di euro, purch la garanzia non superi il valore consentito per quella dimensione aziendale.

    Che tempi ci sono per ottenere la garanzia?LIsmea-Sgfa impiega circa 40 giorni lavora-tivi per la decisione sulla garanzia. La banca pu, in attesa della decisione dellIsmea, pro-cedere intanto con la propria decisione inter-na di fi nanziare o no, subordinando leffi cacia della propria delibera alla positiva decisione da parte dellIsema di rilasciare la garanzia.La Sgfa comunica direttamente allimpren-ditore, presso lutente che invia la richiesta

    (banca, confi di o utente in modalit delega), la decisione di rilasciare la garanzia.La comunicazione del rilascio in realt una proposta che limprenditore pu accettare o meno. Nella proposta di rilascio sono indica-te le condizioni della garanzia (quale fi nan-ziamento garantisce, per quale percentuale e per quali durata e fi nalit) nonch la commis-sione applicata per avere la copertura.In caso positivo, la proposta di rilascio di garanzia deve essere fi rmata e inviata alla Ismea-Sgfa entro 30 giorni dalla ricezione per il tramite della banca. Se non si fi rma laccet-tazione della proposta, la garanzia perde di effi cacia e non produce alcun eff etto.Dal momento in cui la proposta stata fi r-mata per accettazione e ricevuta dalla Ismea-Sgfa, la banca ha 6 mesi di tempo per erogare il fi nanziamento. Sei mesi che possono essere anche di meno; questo dipende dalle esigenze della banca e dal tipo di operazione.Quando la banca eroga il fi nanziamento, o la prima quota di esso (in caso di erogazioni a stato avanzamento lavori), comunica allIsmea-Sgfa il piano di ammortamento defi nitivo, ricalcola la commissione ed eff ettua il pagamento della stessa alla Sgfa. Dal momento del pagamento, scatta la copertura con la garanzia.

    A chi rivolgersiPer operare con le garanzie necessario ri-volgersi in banca. In ogni caso, tramite lUffi -cio relazioni con il pubblico (Urp) di Ismea possibile entrare in contatto con gli uffi ci che gestiscono i fondi di garanzia.

    LUffi cio relazioni con il pubblico di Ismea contattabile allindirizzo e-mail [email protected]

    oppure telefonicamente dal luned al venerd, dalle 9,30 alle 14 (il mercoled anche dalle 14,30 alle 17) ai numeri 06.85568319, 06.85568260 o 06.85568385 (fax).

    Fabio Federico (Sgfa)Giuseppe Fierro (Ismea)Giorgio Venceslai (Sgfa)

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