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Cap. 3 La Sacra Scrittura e la Teologia Morale Schema I. Situazione (rinnovamento ristagnato) e problemi attuali 1. Problema 11: esiste una morale “cristiana”? 2. Problema 21: qual è il fondamento dell’obbligo, delle norme morali?; autonomia / teonomia; autonomia / “eteronomia” delle norme morali? 3. Conseguenze II. R/ problema 1°: esiste una morale cristiana? 1. Vantaggi apparenti 2. Errore metodologico 3. Contraddizione interna 4. Cr/ Filosofica: dualismo 5. Cr/ Teologica III. Quale lettura della Sacra Scrittura? 1. Si parte di categorie razionali 2. Incominciare dalla Parola di Dio 3. Parola di Dio in parole umane 4. La catechesi apostolica, soltanto parenesi o anche paraclesi? 5. Ragione pratica e Rivelazione 6. Metodo del “insieme” IV. Comandamenti e legge del amore 1. Il decalogo, legge dell’Alleanza 2. Gesù e la legge 3. San Paolo e la legge 4. Legge nuova e comandamenti (in vista di una sintesi teologica) IV. Appendice Introduzione 1. Manualistica (casistica) Approccio riduttivo: 1.- Elaborava una TM fondata sulla legge naturale, costruita in modo molto razionale. 2.- Utilizzava la Scrittura e i Padri quasi solo per confermare. La Sacra Scrittura come repertorio o catalogo di testi per conferma. 3.- Fonte principale = la ragione ; fonte secondaria = la Rivelazione. 2. Vat. II, Optatam totius, 16: richiesta di rinnovamento A) OT, 16 («Decreto sulla formazione sacerdotale»): *Con particolare diligenza si curi la formazione degli alunni con lo studio della sacra Scrittura, che deve essere come l’anima di tutta la teologia [...]. Parimenti tutte le altre discipline teologiche vengano rinnovate per mezzo di un contatto più vivo col mistero di Cristo e con la storia della salvezza. Si ponga speciale cura nel perfezionare la teologia morale , in modo che la sua esposizione scientifica, più nutrita della dottrina della sacra Scrittura, illustri la grandezza della vocazione dei fedeli in Cristo e il loro obbligo di apportare frutto nella carità per la vita del mondo +. B) Questo è tutto quello che il Concilio parla della Teologia Morale. Perché? Fallimento dello schema De re morali. Commissione da Giovanni XXIII, redattore principale: Hürt S.J.; critiche (p.es.: dal Card. Döpfner di Münich e Joseph-Marie Le Guillou O.P.); revisioni ma non sufficientemente maturo 1 . 1 Cf. S.-TH.PINCKAERS, Pour une lecture… , pp. 32-36; Para leer la Veritatis Splendor, pp. 54-60. Questa parte non compare nella traduzione italiana, adattata in forma di articolo: Linee per un rinnovamento evangelico della morale. Una lettura della “Veritatis Splendor”, in «Annales theologici» 10 (1996), pp. 3-68.

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Cap. 3La Sacra Scrittura e la Teologia Morale

SchemaI. Situazione (rinnovamento ristagnato) e problemi attuali

1. Problema 11: esiste una morale “cristiana”?2. Problema 21: qual è il fondamento dell’obbligo, delle norme morali?; autonomia / teonomia;

autonomia / “eteronomia” delle norme morali?3. Conseguenze

II. R/ problema 1°°°°: esiste una morale cristiana?1. Vantaggi apparenti2. Errore metodologico3. Contraddizione interna4. Cr/ Filosofica: dualismo5. Cr/ Teologica

III. Quale lettura della Sacra Scrittura?1. Si parte di categorie razionali2. Incominciare dalla Parola di Dio3. Parola di Dio in parole umane4. La catechesi apostolica, soltanto parenesi o anche paraclesi?5. Ragione pratica e Rivelazione6. Metodo del “insieme”

IV. Comandamenti e legge del amore1. Il decalogo, legge dell’Alleanza2. Gesù e la legge3. San Paolo e la legge4. Legge nuova e comandamenti (in vista di una sintesi teologica)

IV. Appendice

Introduzione

1. Manualistica (casistica)

Approccio riduttivo:1.- Elaborava una TM fondata sulla legge naturale, costruita in modo molto razionale.2.- Utilizzava la Scrittura e i Padri quasi solo per confermare. La Sacra Scrittura come repertorio

o catalogo di testi per conferma.3.- Fonte principale = la ragione; fonte secondaria = la Rivelazione.

2. Vat. II, Optatam totius, 16: richiesta di rinnovamento

A) OT, 16 («Decreto sulla formazione sacerdotale»): *Con particolare diligenza si curi la formazionedegli alunni con lo studio della sacra Scrittura, che deve essere come l’anima di tutta la teologia [...].

Parimenti tutte le altre discipline teologiche vengano rinnovate per mezzo di un contatto più vivo colmistero di Cristo e con la storia della salvezza. Si ponga speciale cura nel perfezionare la teologiamorale, in modo che la sua esposizione scientifica, più nutrita della dottrina della sacra Scrittura, illustrila grandezza della vocazione dei fedeli in Cristo e il loro obbligo di apportare frutto nella carità per lavita del mondo+.

B) Questo è tutto quello che il Concilio parla della Teologia Morale. Perché? Fallimento dello schemaDe re morali. Commissione da Giovanni XXIII, redattore principale: Hürt S.J.; critiche (p.es.: dal Card.Döpfner di Münich e Joseph-Marie Le Guillou O.P.); revisioni ma non sufficientemente maturo1.

1 Cf. S.-TH. PINCKAERS, Pour une lecture… , pp. 32-36; Para leer la Veritatis Splendor, pp. 54-60. Questa parte noncompare nella traduzione italiana, adattata in forma di articolo: Linee per un rinnovamento evangelico della morale.Una lettura della “Veritatis Splendor”, in «Annales theologici» 10 (1996), pp. 3-68.

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I. Situazione e problemi attuali

A che punto siamo in questo rinnovamento, nel rispondere questa necessità di fare della SacraScrittura l’anima e il fondamento della T.M.? Rinnovamento iniziato, ma ristagnato.

1. Problema 11111: esiste una morale “cristiana”?

Questo compito di rinnovamento a partire della Sacra Scrittura si è ristagnato. Nel dopo Concilio (pertrent’anni) il problema se esiste o meno una morale specificamente “cristiana” (diversa da quella chepropongono le altre religioni e anche da una etica meramente umana e razionale), ha assorbito le energiedei teologi, specialmente dei moralisti. Inoltre, la risposta più comune data a questo problema ha portato avedere la Sacra Scrittura come “insufficiente”.

A) “Retroterra”

Come è nato il problema? Questo problema sorge da:a) L’atteggiamento e desiderio de apertura al mondo e alle altre religioni avviato dal Vat II: cosa

ha di specifico il cristianesimo che non si trova nelle proposte morali delle altre religioni, filosofie,culture…?

b) L’aver presso in considerazione il fenomeno della secolarizzazione: vivere, organizzare il mondo,la società “senza Dio”. NDT, 1405-1430

# Vat II, legittima autonomia delle realtà create, della società, della scienza: bontà naturale dellecose create, proprie fini e leggi, ma bisogna ordinarli a Dio, d’accordo con i principi del cristianesimo(Apostolicam Actuositatem 7, 26). Giusta e falsa autonomia (GS, 36, 41, 55, 56, 59; GS 20: ateismo)

# Secolarizzazione = neutrale, può avere connotazione + o B (DTF 1088-1107)! “Secolarità” delle realtà terrene! “Secolarismo”: antireligioso, ateo o deista

c) Discussione dei problemi morali concreti in una società pluralista:# Discussione problemi morali: soltanto argomenti di ragione per dialogare e mostrare la

ragionevolezza della morale cristiana; collaborare.# Collaborare e dialogare con le altre scienze: psicologia, sociologia.

B) Risposta: livello trascendentale / categoriale2

R/ Bisogna distinguere due livelli3 (*VS 36-37; 31-41, 65)1.- Se osserviamo il comportamento delle persone riguardo a virtù morali (umane), riguardo agli

ambiti del mondo o intramondani (rapporti con gli altri = giustizia, veracità, sessualità...), nodifferenza tra un buon cristiano e una buona persona non cristiana (pagare tasse, aiutare qualcuno,essere onesto, sincero, un sposo fedele...) = livello “categoriale” (categorie o tipi dicomportamento).

2.- Se la differenza tra un buon cristiano e una buona persona non si trova nel comportamentiesteriori, dove allora? Atteggiamenti personali, intenzioni e motivazioni generali (fede,speranza, carità, imitazione di Cristo) = livello “trascendentale”.

2 Sostenitori, in diversi gradi e modi, di questa posizione, chiamata della “morale autonoma” sono: F. Böckle, A.Auer, J. Fuchs, B. Shüller, D. Mieth, P. Bourgy, F. Furger, W. Kerber, Ch.E. Curran, R. Simon, J. Lacroix, P.Valadier, X. Thévenot, S. Privitera, E. López Azpitarte, M. Vidal. In parte: S. Bastianel, K. Demmer, F.Compagnoni. Influsso di Kant e Rahner. Lo studio più completo (di 760 pp.) su questo dibatito è: T. TRIGO OUBIÑA,El debate sobre la especificidad de la moral cristiana, EUNSA, Barañáin (Navarra) 2003.3 Cf. J. FUCHS, Esiste una morale cristiana. Questioni critiche in un tempo di secolarizzazione, Herder, Roma –Morcelliana, Brescia 1970; Il Verbo si fa carne, Piemme, Casale Monferrato (AL), 1989, pp. 7-185, specialmente.

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1) Categoriale:

a) Comportamenti e norme concrete, che appartengono a categorie o ambiti specifici come quellisegnalati dai comandamenti e le virtù morali (ambito della giustizia, della veracità, della sessualità,del lavoro, del riposo, ecc.).

b) Sacra Scrittura: “insufficienza della morale biblica”4# Norme su comportamenti concreti poco frequenti e chiari, non diversi del VT e di altri popoli

(Vangelo, San Paolo)# Condizionate storicamente (epoca, cultura, mentalità), cambianti, non assolute “umane”, opera

della ragione umana, non appartengono propriamente alla Rivelazione (non rivelate)5.! p.es.: San Paolo; ancora più condizionate nel VT: occhio per occhio, impurità...

# Soltanto “paradigmi” che ci offrono un modello per indicarci che nello stesso modo che loro nelloro tempo, cultura e circostanze hanno pensato razionalmente quelle norme, così anche noi...dobbiamo darci delle norme per il buon funzionamento del mondo (Es: Mt 19, 1-9: “divorzio”:Gesù parlava in un contesto culturale preciso...; oggi dobbiamo applicare quell’insegnamentomediante un processo ermeneutico...; San Paolo

# Ci offre ispirazione, motivazioni profonde, esortazioni (parenesi) (“ama Dio”, “perdona inemici”, “siate casti”, “siate giusti”, “siate veritieri”), ma senza voler indicare che cosa significaconcretamente essere casto, essere veritiero, ecc., consigli («se vuoi essere perfetto...»; «sequalcuno vuole seguirmi...»), ideali (Mt 5, 39-41: *Beati i poveri di spirito...+; *se uno ti percuotela guancia destra, tu porgigli anche l’altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti latunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due+),atmosfera favorevole, contesto cristiano.

# C/ “Insufficienza” della morale biblica, delusione.

Nesso: e allora dove possiamo trovare le norme morali concrete su come dobbiamo comportarciriguardo ai problemi concreti della nostra vita nel mondo? —> la ragione = morale umana e autonoma(non dipende di una istanza esteriore alla ragione stessa, Kant)

c) Morale umana e autonoma# No morale né comportamento specificamente cristiano# Morale umana = opera della ragione# Dunque: “morale autonoma”: l’obbligo morale non dipendente di istanze eteronome, “imposte”

da un’autorità esterna, ma dallo stesso soggetto razionale che responsabilmente si autodetermina.# Ordine, etica o ethos mondano (intramondano): verità, norme etiche intramondane

“materiali”, operative, concrete, che riguardano i rapporti delle persone tra di loro, il comeorganizzare la società e il mondo.

# Qui non si giudica la bontà / malizia della persona, ma se il comportamento, se gli atti sono retti /sbagliati (right / wrong). P.es: Fuchs, fidanzati rapporti prematrimoniali senza sapere; cattivi?No, comportamento sbagliato).

■ La dimensione salvifica della fede incide solo a livello trascendentale (la salvezza si gioca nellivello trascendentale, interiore) e lascia libera la ragione di creare responsabilmente le normeadeguate alla giusta ordinazione del mondo.

4 Cf. J. FUCHS, Il Verbo si fa carne, pp. 7-30.5 J. Fuchs dice che sono gli esegeti (gli esperti) a notare questo (cf. Il verbo si fa carne, p. 12, note 12 e 13), maesegeti molto competenti (p.es.: G. Segalla, R. Schnackenburg) affermano che le difficoltà provengono piuttosto deimoralisti (cf. E. COLOM – A. RODRÍGUEZ LUÑO, Scelti in Cristo…, p. 43, nota 138). Bisogna anche dire che laselezioni di esegeti citati da questo autore è alquanto parziale. Si veda anche l’interpretazione sul modo come SanPaolo cerca di trovare soluzioni ai problemi morali (cf. J. FUCHS, Il Verbo si fa carne, pp. 133-163). «Forse chePaolo, occasionalmente, non è pure lui in queste riflessioni debitore alle particolari idee del suo tempo? Forse ci sideve chiedere: come avrebbe potuto non esserlo?» (p. 162). «I neofiti, incluso Paolo, non ricevettero una “moraledella Chiesa”. Essi devono cercare e trovare la “morale della loro Chiesa» in Corinto. Ciò che accade a Corinto etramite Paolo deve necessariamente continuare nella Chiesa oggi» (p. 163). Tuttavia molti esegeti competenti, comeHürmann, Schlier, offrono un’interpretazione molto diversa della paraclesi apostolica, consone con l’insegnamentodella Chiesa.

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■ A livello categoriale abbiamo una: “morale autonoma in contesto cristiano”, “autonomiateonoma della ragione creativa” (autonomia data da Dio, che ha il suo origine in Dio). Dio haassegnato all’uomo il compito di forgiare da se stesso, autonomamente il mondo e allora di“inventare”, di “creare”, di stabilire responsabilmente le norme morali, e questo in una manieraogni volta nuova, diversa, secondo il contesto storico-culturale. La LMN non avrebbe uncontenuto immutabile, perché non sarebbe altro che «l’inclinazione naturale della ragion pratica asvolgere l’attività di stabilire delle norme, in rapporto al compito affidatogli [da Dio] dellapropria perfezione e compimento», secondo un «genuino processo storico-culturale»6. Si tratta diuna “ragione creatrice teonomamente fondata”.

A questa “morale autonoma” si riferisce VS, 35-64.

2) Trascendentale:

a) Atteggiamenti personali, intenzioni generali e norme che riguardano la totalità della persona ola persona nella sua totalità in relazione con Dio, Gesù Cristo, il prossimo (“abbi fede”, “ama Dio”...),che superano e pervadono tutte le categorie morali (non comportamenti concreti): fede, speranza,carità, imitazione di Cristo.

b) Sacra Scrittura:# Si esprime abbondantemente: molte norme, consigli... specificamente cristiani.# Sì norme rivelate; Sacra Scrittura fonte principale della T.M. a questo livello# Ordine, etica o ethos della salvezza: verità, norme di salvezza, riguardano la salvezza; è in

gioco la salvezza perchè la persona nella sua relazione con Dio, atteggiamenti interiori profondi,generali.

# Valore assoluto (“ama Dio e il prossimo”, “imita Cristo”)# A questo livello si mostra la bontà / malizia della persona (good / bad) (Es.: fidanzati rapporti

prematrimoniali senza...; cattivi? No, comportamento sbagliato)■ C/ A questo livello Sì esiste una morale specificamente cristiana

Conclusione: 1.- A livello categoriale: NO esiste una morale specificamente cristiana...2.- A livello trascendentale: SÌ esiste

2. Problema 21111: qual è il fondamento delle norme morali? Autonomia / teonomia; autonomia /“eteronomia” delle norme morali?Cf. “Morale autonoma”, cap. sulla LMN.

3. Conseguenze

A) Grande dibattito che impegna la morale nel suo insieme, le sue fondamenta:# ruolo della Sacra Scrittura# ruolo del Magistero della Chiesa (non autorità su norme morale concrete perché neanche la Sacra

Scrittura...); soltanto esortare...; nelle questioni concrete = una voce tra le altre, sì, autorevole, manon vincolante.

# la legge morale naturale = “autonoma”7, non universalmente valida, cambiante, storica.# coscienza = creativa, soggettiva (non riferimento a Qualcuno o qualcosa diversa di se stessa per

giudicare il bene e il male). Diventa, anche se non se afferma, infallibile.

6 F. BÖCKLE, Fundamentalmoral, Kösel-Verlag, München 1977, p. 86. Cit. in M. RHONHEIMER, Autonomia morale,libertà e verità secondo l’enciclica «Veritatis Splendor», in G. Russo (a cura di), Veritatis Splendor. Genesi,elaborazione, significato, Edizioni Dehoniane, Roma 1994, 2ª ed. 1995, pp. 196-197. Ritorneremo piùapprofonditamente sul problema della “morale autonoma” nel capitolo sulla legge morale naturale.7 Nella “morale autonoma” «si ritrovano alcune istanze positive, che peraltro appartengono, in buona parte, allamiglior tradizione del pensiero cattolico» (VS, 36b), alcune punti che in se sono veri: p.es. il carattere razionale dellaLMN e la dimensione interiore della moralità (non esiste moralità che là dove la persona riconosce il bene o il malenella sua coscienza). Cf. VS, 36b, 74b.

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# peccato grave (azione concreta), ma non mortale (intenzioni, atteggiamenti, opzionefondamentale).

# a livello trascendentale si da un’etica della sincerità, delle intenzioni (con buone intenzioni sipotrebbe...) e, allo stesso tempo, a livello categoriale-mondano, un’etica utilitaristica dei buonirisultati: i comportamenti saranno “corretti” se servono per la buona organizzazione dellasocietà, della vita intramondana; saranno “sbagliati” se non servono. Che servano o menodipende dagli effetti o conseguenze positive/negative degli atti, dalla proporzione tra beni e malifisici, “premorali”, “ontici”. Correnti chiamate “consequenzialismo” e “proporzionalismo”(USA), “etica teleologica” (Europa); cfr. cap. sull’atto umano. Solo la ragione autonoma puògiudicare sui risultati. Combinazione di etica kantiana della buona intenzione con un’eticautilitarista di cercare sempre il bene più grande per il maggiore numero di persone.

B) E conseguentemente anche la risoluzione dei problemi pratici: contraccezione, divorzio,omosessualità, relazioni prematrimoniali, aborto, ecc.

C) Per questo necessaria VS (4-5). Indice della enciclica riflette questi problemi (Cap. 2).Frequentemente i teologi moralisti proporzionalisti, sostenitori della “morale autonoma” criticanol’enciclica di deformare le loro affermazioni, per cui non si sentono rispecchiati nelle critichedell’enciclica. Una risposta: W.E. MAY, Theologians and Theologies in the Encyclical, in *Anthropotes+10 (1994), 39-59, che fa vedere come le affermazioni criticate dalla VS corrispondono a delleaffermazioni puntuali di concreti teologi moralisti (con i riferimenti bibliografici pertinenti).

II. Giudizio sulla soluzione: “trascendentale – categoriale”

Lasciamo la R/ al 21 problema: cfr. cap. sulla LMN. Adesso affrontiamo il 11 problema. Alcuni puntidi Cr/:

1. Vantaggi apparenti

A) Risposta sfumata, sottolinea il ruolo delle virtù teologali e dell’imitazione di Cristo nella moralecristiana.

B) Sembra accontentare tutti: combina l’opinione tradizionale (la morale cristiana è diversa, più alta) ela nuova (la morale cristiana è pienamente umana, riconducibile a norme di comportamento razionale).

C) Utile per capire dove si trova la difficoltà nella domanda se c’è una morale cristiana = sul “pianocategoriale” o dei comportamenti concreti, nei problemi concreti riguardanti la giustizia, sessualità,ecc.

2. Errore metodologico

A) Costruire la morale partendo da casi limiti: p.es. fidanzati... (insegnare anatomia con scheletri deformidall’artriti; insegnare biologia con cellule infette di AIDS) e cercando di risolvere casi limiti, dilemmimorali.

Ma la maggior parte della nostra vita non si compone di casi limiti, di circostanze estreme, ma diazioni e situazioni ordinarie. La morale non è la scienza dei casi “rari”, ma della vita, di tutta la vita.Senza negare che deve anche affrontare i dilemmi morali, deve soprattutto indirizzare tutta la vita comeun tutto, mostrare qual è quel tipo di vita che vale la pena vivere, chi (che tipo di persona) deve essere(Aristotele, Santi Padri, San Tommaso).

B) R/ adeguata a questo problema (fidanzati...). Gli atti umani hanno due dimensioni:# dimensione morale oggettiva: illiceità, malizia in se, peccato materiale.# dimensione soggettiva: responsabilità, culpa, peccato formale o peccato in senso stretto. Problema

della coscienza erronea: la persona commette il male, ma non sa che quello che fa è male. Non commette

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peccato perché “non sa quello che fa”. Ma bisogna comunque aiutarla ad uscire di quella situazioneperché si sta facendo male a se stessa (comportamenti di pigrizia, di superbia, rapporti prematrimoniali,pornografia, droga, non assistenza alla Messa domenicale, mancanza di preghiera, ecc.)

3. Contraddizione interna

Si presenta come una “morale autonoma nel contesto cristiano”, ma nel ordine categoriale, mondanosparisce la morale, e nel ordine della salvezza la morale non è autonoma.

A) Nel ordine categoriale, mondano sparisce la morale: non c’è più una morale, perché non si giudicadella bontà o malizia degli atti (solo se right / wrong). Cercando il proprium della morale cristianasparisce il proprium della morale, sparisce la morale stessa, la moralità delle azioni, dato che queste nonsono già moralmente buone o cattive, ma soltanto corrette / incorrette.

B) Nel ordine trascendentale, della salvezza che troviamo la morale: bontà / malizia de la persona, maquesta morale non è autonoma, perché dipende in tutto dalla Rivelazione, dalla fede cristiana (secondogli autori qui si trova la morale specificamente cristiana).

4. Cr/ filosofica: dualismo, separazione tra la persona con le su intenzioni interiori e i suoi atti(esteriori)

Cf. Cap. sull’atto umano.

5. Cr/ teologica

A) Separazione fede/ragione; soprannaturale/naturale, rivelato/razionale.

1) Motivo sociale: s. XVII: guerre di religioni; religione non più vincolo d”unità, ma ostacolo perla pace e convivenza; stabilire un ordine sociale sulla ragione, sulla morale naturale(giusnaturalismo; Grotius: «etsi Deus non daretur»).

2) Motivo teorico: Suárez (s. XVI): concetto di natura umana autosufficiente, completa in sestessa. Il soprannaturale, la fede, l’elevazione dell’uomo ad essere figlio di Dio, il suo destinosoprannaturale: aggiunte accidentali, “superflue” per capire cosa è l’uomo.

# Ragione: = autosufficiente per costruire la morale, per questo è “autonoma”.

3) R/Non AAAAnatura pura@@@@■ L’uomo = la creatura creata ad immagine e somiglianza di Dio (Gen 2, 27), e allora a

immagine di Cristo, che è l’immagine del Padre (Col 1,15; Eb 1,3), per essere suo figlio (Ef 1, 4-6: «In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suocospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondoil beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia»; Rm 8, 28-30).

■ Non esiste una natura pura. È solo una ipotesi teologica. Non esiste l’uomo “puramentenaturale”, non destinato alla vita eterna soprannaturale, non chiamato ad essere figlio di Dio nelFiglio per mezzo dello Spirito Santo. Dio potrebbe aver creato l’uomo non destinato a parteciparealla sua vita divina, ma l’unico uomo reale che esiste è quello a cui Dio vuole elevare alladimensione soprannaturale, che gli è dunque esenziale.

■ «Gratia non tollit naturam, sed perficit eam»: de S.Th., I, a. 8, ad 2, sulla natura della scienzasacra (= della Teologia); no significa che bisogna incominciare dalla natura-ragione, perché tantola grazia soltanto conferma e perfeziona un po’..., ma significa: “non abbiate paura diabbandonarvi alla fede e alla Sacra Scrittura, perché lunghi dal distruggere e indebolire la vostraragione, volontà, sentimenti..., le perfezioneranno, le illumineranno” (Pinckaers, La parola, pp.124-125, 131).

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B) Relazione intrinseca tra virtù teologali e comportamento: una “etica della fede”8

1) Non c’è fede, speranza, carità senza virtù morali (giustizia, prudenza, fortezza, temperanza...),senza comandamenti (concretizzazioni, manifestazioni, riflessi dell’amore per Dio e il prossimo)e atti concreti. Senza opere: la fede e la carità sono morte (Gc 2, 14-26). Il ruolo delle virtùteologali è molto di più che offrire un contesto favorevole, ispirare, motivare... La fede, lasperanza, la carità hanno implicazioni concrete nella vita morale. Cf. Gal 5,6; Gc 2,14-26. La vitamorale cristiana nasce da esse, è conseguenza di esse.

■ VS 66-70: «La scelta fondamentale e i comportamenti concreti».

2) La grazia, le virtù infuse teologali (e morali) trasformano le virtù umani, gli atti umani. Il mioatto di giustizia = atto di fede (Dio nel mio prossimo), di carità (amare al prossimo con l’amorede Dio), ecc. Esteriormente uguale a un altro atto di una persona non cristiana o non in grazia.Cfr. virtù, doni dello Spirito Santo.

C) Impossibile distinguere tra un ethos della salvezza cristiano (atteggiamenti) / ethos mondano(comportamenti concreti), perché il nostro comportamento nel mondo è parte costitutiva del ethoscristiano della salvezza, è necessario per raggiungere la salvezza. Ciascuno decide della sua salvezzamediante le sue azioni concrete, che implicano anche degli atteggiamenti interiori. (Mt 7, 21-23; Lc 6, 46;1 Cor 6, 9-10).

III. Quale lettura della Sacra Scrittura?9

Ma è possibile che la Sacra Scrittura non abbia niente da offrirci, come Parola di Dio, riguardo aicomportamenti concreti e si limiti a darci motivazioni, a procurarci un contesto favorevole? Se non si ètrovato nella Sacra Scrittura niente di specificamente cristiano riguardo alla morale dei comportamenticoncreti, questo significa che il modo di accostarsi ad essa è erroneo. Problema di fondo: come leggere laSacra Scrittura per ricavarne l’insegnamento morale che racchiude, per far sì che la Sacra Scrittura siavera fonte e fondamento de la TM?

1. Un modo sbagliato: partire delle nostre categorie razionali

Si parte di categorie filosofiche e si legge la Sacra Scrittura con gli occhiali delle queste categoriementali. e si legge la Sacra Scrittura con gli occhiali delle queste categorie mentali. Fonte principale dellamorale = la ragione, non la Rivelazione.

A) Trascendentale = rivelato / categoriale = non rivelato, soltanto umano (p.es.: Decalogo e Sermonedella montagna = non rivelazione di Dio10).

Questo implica una separazione fede / ragione, e per tanto anche tra fede / morale (vita). LaRivelazione rivelerebbe soltanto verità di fede, che non possiamo conoscere mediante la ragione, ma nonverità “razionali”, e questo anche riguardo la morale. La ragione sarebbe “autonoma” e come “sovrana”nel regno del razionale, dove la Rivelazione non entrerebbe.

B) Separazione tra morale (obbligazione) / spiritualità (parenesi, esortazione)

8 Contrari alla divisione “trascendentale” e “categoriale”, che separa fede e vita (morale), e sostenitori, in diversimodi di una morale concreta specificamente cristiana, di un’“etica della fede” sono: J. Ratzinger, H.U. vonBalthasar, H. Schürmann, B. Stöckle, R. Rotter, M. Rhonheimer, W. Schrage (protestante), Y. Congar, S.-Th.Pinckaers, Ph. Delhaye, A. Feuillet, R. Tremblay, A. Di Martino, C. Cafarra, L. Melina, G. Abbà, D. Tettamanzi, A.Scola, I. Biffi, G.B. Guzzetti, G.B. Sala, T. Styczen. È di gran valore lo studio di J. RATZINGER – H. SCHÜRMANN –H.U. VON BALTHASAR, Prospettive di morale cristiana. Sul problema del contenuto e del fondamento del ethoscrsitiano, Città Nuova, Roma 1986 (orig. tedesco 1975; i lavori di Schürmann e von Balthasar sono dei contributipresentati nella seduta della Commissione Teologica Internazionale del 1974; abbreviato nel futuro come PMC).9 Cf. S.TH. PINCKAERS, Le fonti della morale cristiana, pp. 133-139; La Parola e la coscienza, pp. 95-134. Piùbrevemente: The Use of Scripture…, pp. 1-19.10 Cf. J. FUCHS, Il verbo si fa carne, p. 12.

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1) Alla teologia morale apparterrebbe quanto indica “obbligazione”: imperativi, comandi sucomportamenti specifici, norme concrete. Alla teologia spirituale: ideali, consigli, parenesi (esortazioni),il “Sermone della montagna” con le Beatitudini ed esortazioni...

2) Es: divisione artificiale lettere di San Paolo. Lettera ai Romani, ai Colossesi, agli Efesini: partedottrinale (dogmatica) / esortazione (morale), come se la parte “dottrinale” o “dogmatica” non avesse ache vedere con la “morale”, o come se la morale non fosse dottrina da accettare nella fede, da credere.

Questi teologi moralisti concludono che “si trovano nella Sacra Scrittura poche norme moraliconcrete, e di queste, molti sono frutto dalla mentalità dell’epoca (San Paolo sulle donne....). Quindi laSacra Scrittura non è di aiuto concreto per la morale né per il suo rinnovamento”.

C) Morale dell’obbligo

1) Morale dell’obbligo riduce la morale a norme, precetti, proibizioni. Domanda: cosa èobbligatorio? Cosa è permesso o proibito? (domanda tipica: è peccato?); fino a dove posso andaresenza peccare?; fino a dove sono veramente obbligato?

■ Conflitto tra legge / libertà; legge / coscienza. Nascita dei sistemi morali per risolvere i dubbi dicoscienza e controversia sul probabilismo sec. XVII-XVIII: rigorismo o tuziorismo,probabiliorismo, equiprobabilismo (San Alfonso Maria de Liguori), probabilismo, lasssimo11.

2) —> la Sacra Scrittura contiene poche norme morali, molte di questi appartengono alla LMN(Decalogo) e molte sono condizionate storicamente: la Sacra Scrittura ha poco da offrirci inmorale.

3) Ma è possibile che la Parola di Dio non abbia quasi niente da offrirci...? —> lettura sbagliata,“occhiali” delle nostre categorie: morale = obbligazione.

Vediamo adesso come dobbiamo avvicinarci alla Sacra Scrittura, per trovare il tesoro morale che Diovuole comunicarci.

2. Incominciare dalla Parola di Dio: morale della salvezza-felicità

Ascesi o “conversione” intellettuale = mettere da parte le nostre categorie razionali, perincominciare dalla Parola di Dio (che sia veramente e non soltanto in teoria fonte principale per la TM).Bisogna praticare una specie di “epochè” della fenomenologia....

# Mt 11, 25: «“Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste questecose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli”»

A) La chiave per aprire il messaggio morale racchiuso nella Sacra Scrittura, e specialmente il NT,non è la chiave dell’obbligazione, degli imperativi, ma la questione della salvezza («che cosa devo faredi buono per ottenere la vita eterna?» Mt 19, 16) e in termini più esistenziali e filosofici, la questionedella felicità (le promesse di Dio a Israele = promesse di felicità; libri sapienziali = tesoro; libri storici =esempi di vita; Beatitudini: «Beati i poveri in spirito..., Mt 5, 1-11».

■ La morale biblica è la risposta a questa duplice questione (salvezza - felicità). Ma per ricevere laR/ bisogna porre bene la domanda: *che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?+ (Mt19, 16).

B) Così la domanda per la felicità che è la domanda più profonda e naturale nel nostro cuore (motivodel agire di tutti gli uomini: perché aborto, divorzio, droga...? Non per essere infelici) diventa unadomanda per la salvezza: *cosa devo fare per ottenere la vita eterna?

■ Tutti cerchiamo la felicità con le nostre azioni: dinamismo interiore di tendenza - orientamento pernatura a V e B (Cfr. cap. 1)■ La felicità consiste nella possessione di un bene tale che... —> qual è il vero bene la cui

11 Cf. S.-TH. PINCKAERS, Le fonti della morale cristiana, pp. 323-330; La morale cattolica, pp. 48-52.

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possessione...? Qual’è il vero bene per cui vale la pena vivere? Qual è la vera felicità? In che cosaconsiste la vita veramente felice?■ R/ vera felicità nella possessione del vero bene, il Bene infinito e perfetto, Dio (PINCKAERS, Laparola, 15-18).

C) Collegate alla domanda per la felicità: per il senso della vita, sofferenza, del male, l’amore,l’speranza, ecc. (molti temi estranei per la morale dell’obbligo)

■ Il Discorso della Montagna (Beatitudini e precetti) magna charta del cristianesimo, sorgenteprimaria per la morale, non solo ideali. (Beatitudini: VS 16; CCC 1716-1719)■ Non si separa il dogma della morale in San Paolo (divisione artificiale, anacronismo), perché lafede comprende la morale è la morale è conseguenza ed espressione della fede.■ Non si divide morale (obbligo) / spiritualità, parenesi (esortazione); ma la parenesi di S. Paolo =paraclesi (insegnamento con autorità, obbligante).■ E allora la R/ morale si struttura in torno alle virtù (fede, speranza, amore, prudenza... = moraledella perfezione, della santità, non del minimo da fare, ma del massimo possibile (Lv 11, 44: *siatesanti, perché io sono santo+; cf. Lv 19,1; 20,6; Mt 5, 48: «Siate voi dunque perfetti come è perfetto ilPadre vostro celeste» = “perfetti nell’amore” (i versi anteriori: *amate i vostri nemici..., perché siatefigli del vostro Padre celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa pioveresopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti, se amate quelli che via amano, quale merito ne avete?... +[44-47]); la legge morale non come imperativi arbitrari, imposti, ma come sapienza di Dio; l’esempiodi Gesù (imitazione, sequela: «imparate da me» Mt 11, 48), importanza della grazia dello SpiritoSanto per arrivare a questa morale che supera le nostre forze (invece di costruire una morale razionalea la misura della propria debolezza: ideali, gradualità della legge, FC); anche il rovescio: lasofferenza, il peccato.

3. Parola di Dio in parole umane12

(DV 11-17, 24; CCC 101-114, 121-141)

A) Autore divino - autore umano (DV 11)1) Veri autori ma a diversi livelli, sotto aspetti diversi (Dio muove, ispira...; l’uomo riceve

l’ispirazione ed scrive), ma non separabili. (DV 11)2) il contenuto, *le verità di Dio per la nostra salvezza+ (VD 11) ispirate da Dio3) la forma, il rivestimento è umano: lingua, cultura, ambiente, mentalità.

B) Come leggerla? (DV 12)

1) Autori umani: intenzione, cosa hanno voluto dire? —> cultura, genere letterario, ecc.

2) Autore divino —> anche lo Spirito Santo interprete = lettura nello Spirito:a) al contenuto e all’unità di tutta la Scrittura: unità del disegno di Dio, della Rivelazione —>

leggere la Scrittura nella Scrittura, interpretare la Scrittura con la Scrittura (Rm 1, 17: «Ein esso che si rivela la giustizia di Dio» —> giustizia salvifica, non distributiva; Lutero:angoscia, ogni peccato offesa infinita...).

b) viva Tradizione di tutta la Chiesa (Magistero: autorità, interprete)c) analogia della fede: coesione delle verità delle fede tra loro perché parte della stessa e unica

Rivelazione (una verità di fede non può contraddire un”altra: “Maria Madre di Dio —> ¿Dioha avuto una “dea madre”?; )tre Persone divine tre dei?).

C) Unità del VT e NT (DV 14-16)

1) Lo stesso Autore, lo stesso progetto della Rivelazione, “un unico libro” (βιβλία).

12 A proposito del ricorso alla Sacra Scrittura nel Catechismo, si vedano le interessanti riflessioni di J. RATZINGER,In cammino verso Gesù Cristo, San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 2004, pp. 125-130.

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2) Continuità, complementarità e perfezionamento: VT <—> NTa) NT nascosto nel Vecchio e il VT svelato nel Nuovo: «I libri del AT… pieno significato nel

NT… e a loro volta lo illuminano e spiegano» (DV 16).b) VT: *vera parola di Dio+, *valore perenne+ (DV 11) —>«integralmente assunti nella

predicazione evangelica» (DV 16).■ *sebbene contengano cose imperfette e caduche+ (politeismo, poligamia, concubinato,

*occhio per occhio...+ (Es 21, 24; Lv 24, 20; Dt 19, 21)■ pedagogia divina («per la vostra durezza del cuore»): come insegnare a camminare. Dio

rivela quello che il popolo di Israele è capace di ricevere = Rivelazione progressiva.■ preparare, annunziare, significare l’avvento di Cristo

N.B.: canone protestante: accettano soltanto i libri del VT scritti in ebreo; non accettano i libri del VTscritti in greco (deuterocanonici) perché “non ispirati”, come se lo Spirito Santo non potessiparlare in greco e inspirare a persone de lingua greca (fattore umano; Dio si adatta agli strumentiumani).

4. La catechesi apostolica: soltanto parenesi o anche paraclesi?

Bisogna ricuperare la catechesi morale degli apostoli (CCC 1971): «Al Discorso del Signore sullamontagna è opportuno aggiungere la catechesi morale degli insegnamenti [paraclesi] apostolici. Questadottrina trasmette l’insegnamento del Signore con l’autorità degli Apostoli, particolarmente attraversol’esposizione delle virtù che derivano dalla fede in Cristo e che sono animate dalla carità, il principaledono dello Spirito Santo. ALa carità non abbia finzioni... Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno...Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità deifratelli, premurosi nell’ospitalità@ (Rm 12,9-13). Questa catechesi ci insegna anche a considerare i casi dicoscienza alla luce del nostro rapporto con Cristo e con la Chiesa» (CCC 1971).

A) Cosa è la “catechesi apostolica”?

1) Riassunti, concentrati, sintesi di dottrina morale bene organizzati (lavorate accuratamente anchea livello letterario) per essere facilmente trasmessi e imparati a memoria.

2) Manifestano l’impegno degli Apostoli per trasmettere (con l’autorità di essere Apostoli)l’insegnamento del Signore riguardo la vita cristiana delle prime comunità: Rm 12-15, 1 Cor 12-13, Col 3-4, Ef 4-5, ecc.

B) Paraclesi e non solo parenesi

1) Moralisti, ed esegeti per loro influenza, hanno catalogato la catechesi apostolica come parenesi,esortazione spirituale distinta da gli insegnamenti morali (imperativi, comandamenti). La catechesiapostolica apparterebbe alla spiritualità, non alla morale. Sembra che i primi cristiani non interessatinell’insegnamenti morali e si sono accontentati di aggiungere alcune esortazioni spirituali al Decalogo.Questa idea nasce da un “pre-giudizio”: divisione artificiale tra morale / spiritualità. Invece: tesoroabbandonato da riscoprire.

È comunque strano che si cataloghi tutta la catechesi apostolica come “parenesi”, dato che il verboparainéin (esortare, consigliare, incoraggiare, raccomandare; parainésis) compare soltanto 2 volte nel NT(At 27, 9.22).

2) Invece San Paolo adopera di solito il verbo parakaléin per introdurre nelle sue lettere il suoinsegnamento morale13:

■ parakaléin: esortare, chiedere, pregare, incitare; esortare, sì, ma con urgenza, con forza e, nelcaso degli apostoli, anche con autorità.

13 Cf. H. SCHLIER, Die Zeit der Kirche: Exegetische Aufsätze und Vorträge, Herder, Freiburg 1956, pp. 74-89. Cit.da S.-TH. PINCKAERS, The Use of Scripture…, p. 11, nota 14.

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■ parakaléin + paráklesis: 38 volte nelle lettere di San Paolo e più di 100 volte nel NT.

3) Paraclesi = modalità di insegnamento morale, la forma specifica in cui gli apostoli trasmettono aicristiani i suoi insegnamenti sulla morale cristiana.

a) Non mera esortazione, ma vero insegnamento morale, obbligante per il cristiano: Rm 6, 17:«ma avete obbedito di cuore a quell’insegnamento che vi è stato trasmesso» (catechesi deicatecumeni, battesimali); «típos didajé»: *modello di dottrina+; vita cristiana = una forma di vitasecondo quell’insegnamento, obbedendo a quell’insegnamento.

«Per quanto riguarda i giudizi di valore e le direttive in fatto di morale, gli scritti neotestamentaripossono rivendicare un valore particolare, dal momento che in essi si è cristallizzato il giudiziomorale della chiesa delle origini. In quanto “chiesa nascente” essa è, infatti, ancora presente alle fontidella rivelazione ed è segnata in modo eccezionale dallo Spirito del Signore glorificato. Diconseguenza, il comportamento e la parola di Gesù, in quanto criterio ultimo dell’obbligo morale,potevano manifestarsi in modo particolarmente valido nei giudizi di valore e nelle direttive formulatenello Spirito e con autorità da parte dell’apostolo e da parte degli altri “spirituali” della chiesa delleorigini, e nella paradosis [trasmissione, “tradizione” o traditio] e nella paratheke [deposito,depositum fidei] delle prime comunità cristiane, quali criteri immediati di azione»14.

b) Perché questi insegnamenti sembrano “esortazioni” o rivolti come se fossero esortazioni (enon come imposizioni, comandi)? Perché i cristiani = suoi fratelli in Cristo e dunque con affettopaternale e fraterno15. (Rm 12, 1 ss.; 15, 30; 1 Cor 10 ss.).

Forma adatta nel regime della Legge Nuova (il Vangelo), la cui legge è l’amore, la cui vita non ètanto secondo la Legge (Antica), ma una vita “in Cristo” “secondo lo Spirito” (d’Amore). Questoimplica una morale non tanto di obblighi, ma di virtù (prima di tutte la carità); una morale non tantodi atti esteriori, mal del cuore.

C) Insegnamenti condizionati storicamente? Pochi

1085 N. 12. «La maggior parte dei giudizi di valore e delle direttive neotestamentarie chiamano ad uncomportamento concreto verso il Padre che si rivela nel Cristo, e sfociano così su un orizzonteteologico-escatologico. Ciò vale particolarmente per le esigenze del Cristo (I), ma anche per lamaggior parte delle direttive apostoliche (III,3): esigenze ed ammonimenti di questo genere intendonolegare senza condizione e trascendono le diversità storiche. Anche i giudizi di valore e le direttive cheriguardano settori particolari di vita partecipano in gran parte a questa prospettiva, per lo meno làdove postulano in forma più generale l'amore del prossimo percepito nella sua unione con l'amore diDio e del Cristo (III,4a). Inoltre, il vasto campo delle parenesi "spirituali" del nuovo testamento (III,4,b, aa) è impregnato di questo orizzonte teologico-escatologico e da esso determinato. E' soltanto nelcampo - relativamente ristretto - delle direttive concrete e particolari e delle norme operative (III, 4,b, bb) che i giudizi morali e le parenesi del nuovo testamento devono poter essere ripensate.

1086 Il nostro studio non incoraggia dunque per nulla l'opinione secondo la quale tutti i giudizi divalore e tutte le direttive del nuovo testamento sarebbero condizionate dal tempo. Questa"relativizzazione" non vale neppure in generale per i giudizi particolari, i quali, nella loro grandemaggioranza, non possono in alcun modo esser compresi ermeneuticamente come puri "modelli" o

14 COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE, Principi di morale cristiana, n. 1066 (dicembre 1974), enEnchiridion Vaticanum 5 (1974-1976). Questo documento sintetizza nella seconda parte il lavoro di H.SCHÜRMANN, La questione del valore obbligante delle valutazioni e degli insegnamenti neotestamentari, in PMC,pp. 9-35. Schürmann segnala che «nelle valutazioni e negli insegnamenti neotestamentari possiamo distinguere conPaolo (cf. 1 Cor 7, 10.25 con 7, 12.40 due tipi di insegnamento: I) Il comportamento e la parola di Gesù come tipodi insegnamento etico infine obbligante — visti alla luce postpasquale del Signore innalzato —, determinarono II) levalutazioni e gli insegnamenti degli apostoli e di altri pneumatici protocristiani nonché le diverse tradizioni dellecomunità protocristiane» (p. 14).15 Cf. J. RATZINGER, Magistero ecclesiastico – Fede – Morale, in PMC, pp. 53-54, basandosi in H. SCHLIER,Besinnung auf das Neue Testament, Freiburg 1964, pp. 340-357.

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"paradigmi" di comportamento. Solo una piccola parte di essi può esser considerata comesottomessa alle condizioni del tempo e dell'ambiente. Una parte esiste, tuttavia, ugualmente. Ciòsignifica che, di fronte a questi giudizi di valore e a queste direttive, l'esperienza umana, il giudiziodella ragione e anche l'ermeneutica teologicomorale hanno un compito da svolgere.

1087 Se questa ermeneutica considera seriamente la portata morale della Scrittura, essa non puòprocedere né in modo semplicemente "biblicistico", né secondo una prospettiva puramenterazionalistica, nella ricerca dei criteri di una teologia morale, per esempio nello stabilire i caratterimorali degli atti. Essa otterrà risultati positivi unicamente in uno spirito di "incontro", vale a dire nelconfronto sempre rinnovato delle conoscenze critiche odierne con i dati morali della Scrittura. È soloponendosi in ascolto della parola di Dio - verbum Dei audiens (cf. DV 1) - che si potrà senzapericolo interpretare i segni dei tempi. Questo lavoro di discernimento dovrà esser compiuto in senoalla comunità del popolo di Dio, nell'unità del sensus fidelium e del magistero, con l'aiuto dellateologia»16

5. Ragione pratica e Rivelazione: “circolo virtuoso”

Circolo “virtuoso”; non contrasto; il Rivelatore è anche il Creatore della ragione; quello che è vero,nel campo morale dal punto di vista della Rivelazione non può essere falso dalla ragione, e viceversa...

A) La Rivelazione aiuta la ragione

1) Nella Sacra Scrittura molte verità morali, e allora Rivelate# espressione della LMN (Decalogo....) e, per tanto, “operative, categoriali”.

2) Perché Dio ha voluto rivelarci il Decalogo, se la ragione può cogliere la LMN? Per aiutarci:# «affinché nella presente condizione del genere umano possano essere conosciute da tutti senza

difficoltà, con ferma certezza e senza mescolanza d”errore» (CCC 38; 37) (Vat. I, Dei Filiusc. 2: DS 3005; Dei Verbum 6, STh., I, q. 1, a 1, c).

# Dt 4, 1-8: saggezza delle leggi che Dio ha dato al popolo (testo)# Rm 1, 18-31: depravazioni dei pagani... = la ragione da sola smarrisce facilmente.

B) La ragione aiuta la Rivelazione

1) La ragione discerne quello che è immutabile / contingente, storico (alcune leggi morali, le leggirituali e giuridiche di Israele, alcune norme di S. Paolo, ecc.).# Alla luce di tutta la Rivelazione (Sacra Scrittura - Tradizione).# Alla luce della stessa (retta) ragione

2) La ragione attualizza l’insegnamento morale della Rivelazione, applicandolo ai nuovi contestistorici particolari.# Es: aborto non nella Sacra Scrittura perché impensabile, ovvio, però *non uccidere+ (EV 61): la

Tradizione applicherà...# A volte insegnamento morale condizionato storicamente, cambiante, però molte volte dietro

c’è ancora un insegnamento di fondo valido: p.es. catechesi apostolica San Paolo: donnecoprirsi col velo nella Chiesa, non parlare, abbigliamento.

# Molte volte non è che abbia cambiato l’insegnamento morale (Aproibizione della usura = degliinteressi ingiusti@, ma l’applicazione concreta (adesso prestare con interessi è usura; adesso, nonè più usura).

# Compito della Chiesa, dei pastori = Magistero: debito delle nazioni povere, comunismo,capitalismo, pena di morte, FIVET, clonazione... (cf. cap. Magistero)

16 Dalla «conclusione» della COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE, Principi di morale cristiana, n. 1066(dicembre 1974), en Enchiridion Vaticanum 5 (1974-1976). Enfasi aggiunto. Più ampio in: H. SCHÜRMANN, Laquestione del valore obbligante…, pp. 21-35).

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6. Metodo del “insieme”17

A) Metodo del residuoMorale dell’obbligo: comparare ed eliminare, per trovare il “residuo” cristiano.# Così neanche il Padre Nostro preghiera cristiana.# Il viso di una persona non negli elementi per separato, ma nel suo insieme: composizione,

disposizione....; un piatto: stessi ingredienti, ma la combinazione...

B) Metodo del insiemeInsieme strutturato, organizzato nei confronti di altri insiemi.# Padre nostro...: Abbà (papà: relazioni di Cristo col Padre, ma anche noi veri figli...); nostro...

(comunità, chiesa, carità...)# ADecalogo@ nel contesto di Alleanza, Gesù Cristo ADiscorso della Montagna@, San Paolo novità

riguardo morale greca e giudea.

#### C/ Così la Rivelazione veramente fonte principale della T.M.

IV. Alleanza, comandamenti e legge del amore (Esempi di come leggere in concreto la SacraScrittura)18

In questa parte:1) Cerchiamo di rispondere alla domanda se esiste o meno una morale cristiana.2) E per farlo ci mettiamo ad esaminare la Sacra Scrittura per vedere se la morale che ci presenta

è diversa da altri morali.3) L’esame di diversi testi e parti molto importanti della Sacra Scrittura ci serve, allo stesso tempo,

come esempio di come leggere in concreto la Sacra Scrittura per ricavare la sua ricchezzamorale.

Nel VT, la Legge è il cuore della morale, però questo non significa che sia una morale “della legge”perché la Legge nasce ed ha senso soltanto nella Alleanza di vita con Yahvé. Anche nel NT troviamo lalegge morale del VT e degli elementi morali razionali comuni ad altre culture, ma l’insieme o il contestonel quale Gesù e San Paolo presentano la legge del VT e gli elementi razionali morali fa sì che cambi ilsenso di questi.

1. Il decalogo, legge dell’Alleanza (Es 20, 1-17; Dt 5, 6-18)19

17 Queste acute osservazioni sono di S.-TH., PINCKAERS, Le fonti della morale cristiana, pp. 137-139.18 Cf. G. AUZOU, Dalla servitù al servizio. Il libro dell'Esodo, EDB, Bologna 1997; P. BEAUCHAMP, La legge di Dio,Piemme, Casale Monferrato (AL) 2000; M. CIMOSA, Levitico, Numeri. Un popolo libero per il servizio di Dio,Queriniana, Brescia 1999 (2ª ed.); A. FERNÁNDEZ, El mensaje moral de Jesús de Nazaret, Palabra, Madrid 1998; M.GILBERT MAURICE–J. L'HOUR–J. SCHARBERT, Morale et Ancien Testament, Centre Cerfaux-Lefort, Louvain 1976 ;E. HAMEL, Les dix paroles: perspectives bibliques, Desclée de Brouwer, Bruxelles– Paris 1969; R. HAYS, La visionemorale del Nuovo Testamento. Problematiche etiche contemporanee alla luce del messaggio evangelico, San Paolo,Cinisello Balsamo 2000; J. L’HOUR, La morale dell’Alliance, Cerf, Paris 1985; U. NERI, I fondamenti biblicidell’etica cristiana, EDB, Bologna 1996 ; R. SCHNACKENBURG, Il messaggio morale del Nuovo Testamento. Vol . I:Da Gesù alla Chiesa primitiva, Paideia, Brescia 1989; Il messaggio morale del Nuovo Testamento. Vol . II: I primipredicatori cristiani, Paideia, Brescia 1990; W. SCHRAGE, Etica del Nuovo Testamento, Paideia, Brescia 1999; C.SPICQ, Vie morale et Trinité Sainte selon saint Paul, Cerf, Paris 1962; Théologie morale du Nouveau Testament(vol. I-II), Gabalda, Paris 1965; Connaissance et morale dans la Bible, Editions Universitaires, Fribourg – Cerf,Paris 1985; G. SEGALLA, Un’etica per tre comunità: l'etica di Gesù in Matteo, Marco e Luca, Paideia, Brescia 2000;E. TESTA, La Morale dell’Antico Testamento, Morcelliana, Brescia 1981.19 Si vedano le interessanti riflessioni di J. RATZINGER, Magistero ecclesiastico – Fede – Morale, pp. 44-46; e diH.U. VON BALTHASAR, Nove tesi sull’etica cristiana, in PMC, pp. 68-73. Queste ultime anche in COMMISSIONETEOLOGICA INTERNAZIONALE, Principi di morale cristiana, nn. 1030-1044.

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A) Primato della Alleanza come dono gratuito di Dio

1) Il “posto” della legge (Es cap. 19- 24)# cap. 19, 1-2 il popolo arriva al Sinai

3-8 Dio promette l’Alleanza9-15 preparazione per l’incontro con Dio16-25 grande teofania

# cap. 20, 1-17 Decalogo18-21 dialogo Mosè - popolo

# cap. 20, 22 - cap. 23, 23 prescrizioni dettagliate# cap. 24 Alleanza fra Dio e Israele (conclusione)

C/ Il Decalogo = incastonato nella Alleanza. Alleanza contesto che da senso al Decalogo.

2) Effetti della Alleanzaa) Alleanza come ****comunione di vita++++b) Da origine al popolo d”Israele, *consacrato al Signore+, *del Signore+c) Da origine e dunque senso alla Legge = regola di vita.

# Legge non a se, ma conseguenza dell’Alleanza, nasce dall’Alleanza (non viceversa).«Segno dell'elezione e dell'Alleanza divina» (VS, 44b).! P.es.: matrimonio come comunione di vita e amore, dono reciproco degli sposi che fanascere degli obblighi morali, e non viceversa.

# Non è la Legge che salva, ma l’Alleanza, la comunione di vita con Dio.# Legge non autonoma, ma la via per rimanere, vivere nella Alleanza; rispondere alla

Alleanza.

3) Alleanza: pura grazia. Anteriorità dell’azione di Dioa) Alleanza anteriore alla Legge: puro dono, benché —>conseguenze morali. Non *premio+

per compiere prima la Legge. Amore gratuito (Dt 7, 7-8).# Questo ancora più chiaro con Abramo: Alleanza senza Legge (Gn 12.15.17). *Gn 15,17:

solo Dio si impegna passando in mezzo agli animali).b) Iniziativa di Dio: sceglie Abramo, promesse, uscita dall’Egitto (*Es 2, 23-25).c) Indicativo della storia (amore di Dio) —>imperativo della Legge; dono di Dio —>

impegno del popolo. Prologo storico: favori di Dio (Es 20, 2).# Es.: matrimonio come comunione di vita e amore, anteriore alle conseguenze morali. Primal’amore, il dono che fa nascere gli impegni.

B) Funzione della legge al interno della Alleanza

1) Rispondere: accettare la comunione di vita con Dio; partecipare alla sua santità

a) Alleanza = comunione di vita con Dio, il «Santo, Santo, Santo”. Senza R/ libera, per amore, nocomunione, no Alleanza. Accettare l’Alleanza con Dio implica la Legge come cammino per rimanerenella comunione di vita con Lui, il Santo (Lv 11, 44-45; 19, 2; 20, 6.26; Nm 15,40); per partecipare allasua santità, per imitare il suo modo di essere nei diversi ambiti della vita. «Siate santi, perché io, ilSignore, Dio vostro, sono santo» (Lv 19, 1; cf. 11, 44; 20, 7). In Lv, prima o dopo enunciare i precettimorali, Dio dice: «Siate santi, perché io… La Legge, il Decalogo = dono di Dio per poter partecipare allasua santità, per imitarlo nella sua santità. E in questo senso «come garanzia della benedizione di Dio»(VS, 44b): allontanarsi di Dio è “uscire fuori dalla vita e cadere nella morte” (peša‘ = peccato).

# “Dabar” = parola di Dio —>manifestazione del suo pensiero e volontà, suo essere.# «Debarim» = “le dieci parole”, il Decalogo: rivelano la intima natura di Dio, il Santo.# Senza l’Alleanza, la sua chiamata, il suo venirci incontro che implica la sua grazia i comandamenti,la vita morale = pelagianismo; impossibile con le proprie forze. VS 11b, 22-24, 102-105.

b) Alla Hèsèd de Dio (benevolenza, grazia, amore) verso l’uomo, corrisponde la hèsèd dell’uomo(gratitudine, lealtà, fedeltà, amore —> comandamenti).

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# Dio <—> uomo.# Senza l’Alleanza, i comandamenti e la vita morale perdono il suo senso = moralismo, legalismo(compiere la legge perché è la legge), esteriorità e facilmente ipocrisia.

2) Il decalogo (Es 20, 1-17)

a) Es 19, 5-6; 24, 3: dono, popolo libero di accettare o meno l’Alleanza, di entrare o meno nellacomunione di vita con Dio.

# Mt-Lc-Mc: eucaristia = nuova Alleanza; dono: non *prendete...+, ma *ricevete, accettate nelle mani+(λαβέτε - λαµβάvειv).# —> R/, impegno: *Vi do un comandamento nuovo...+.

b) Morfologia: i comandamenti non proibizioni (al + verbo in imperativo = non uccidere), maconstatazioni (lo + verbo in indicativo = tu non uccidi, è impossibile che tu uccida).

c) Sintassi: Es 20, 2: *Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dallacondizione di schiavitù : (due punti = spiegare, esplicitare)

# I comandamenti = spiegazione, implicazioni.

d) C/: “Se come io sono il Signore, tuo Dio, che... e con il quale vivi nella comunione dellaAlleanza : è impossibile che ci siano altri dei, che tu uccida...+

# “Se tu uccidi, il tuo dio è la violenza —> vai fuori della comunione di vita con me”. Peccato =peša‘ : “uscire fuori dalla vita e cadere nella morte”. Adamo ed Eva: non punizione da Dio, maconseguenze “naturali” del suo allontanarsi da Dio.# Sal 51, 6: «Contro di te, contro te solo ho peccato».# Possibile ritornare perché la *Hèsèd* di Dio rimane come *misericordia+.

3) Comandamento fondamentale - comandamenti particolari (Dt 5-6)

a) Dt 6, 5: «Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima...»# “Primo” non ordine cronologico, ma “fondamentale”; fonte, contiene tutti.

b) Dt 5, 7-21 (e cap. 12-28): comandamenti particolari = rifrazione, concretizzazioni.# Senza amore = legalismo, esteriorità (Mt 15, 1-20; 23).# Comandamenti = adesione al Signore. Non è questioni di quantità di comandamenti (– “Quanti

comandamenti compi?” –“Quasi tutti... La maggior parte”), ma d’amore.

4) “Perché”... (motivo) - “affinché”... (finalità)

a) Perché (motivo)? Gratitudine. Il Decalogo si riallaccia al passato (Es 20, 2; Dt 7, 7-8).

b) Affinché (finalità)? Per ricevere le benedizioni di Dio, le promesse (conseguenze naturalidell’essere con Dio, vicini a Dio, partecipando della sua vita divina); Dt 5, 32; 6, 3). Il Decalogo preparaun futuro, promessa: *agisce in modo di essere degno del futuro che Dio ti prepara, delle promesse diDio+. Azione “meritorie”.

C/ L’atto umano che avviene nel presente è colto dentro una storia salvifica (l’agire salvifico diDio) e prepara un futuro promesso (il dono promesso di Dio).

5) Legge della creazione. LMN = partecipazione alla Sapienza creatrice di Dio

a) LMN: legge della creazione anteriore al Decalogo.# Punizione diluvio, Sodoma...; Mt, 18, 8-9: *...ma da principio no fu così+.# Partecipazione alla Sapienza creatrice di Dio, alla Saggezza eterna (Legge eterna) di Dio, con laquale dirige tutte le creature verso il loro fine (bene). La legge di Dio fa saggio al popolo d’Israele

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(Dt 4, 6-9)20.

b) Decalogo: Rivelazione di quella stessa LMN per aiutare l’uomo a conoscere ciò che dovrebbe epotrebbe conoscere “naturalmente”, con la sua ragione, ma per ignoranza, peccato, ambiente…. «Israele èstato chiamato a ricevere e a vivere la legge di Dio come particolare dono» (VS, 44b). Cf. III, 5, A), 2).

C) I profeti: rottura della Alleanza e promessa di una Alleanza nuova

1) Esilio: causa? Infedeltà: culto / morale

a) Profeti: Amos, Osea, Isaia, Michea...

b) Culto senza vita, senza morale = ipocrisia, legalismo, esteriorità (Is 29, 13: «Poiché questo popolosi avvicina a me solo a parole e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e il cultoche mi rendono è un imparaticcio di usi umani,»), o magia, ritualismo.

c) Non c’è Alleanza senza R/ libera e amorosa nella vita. Soluzione = conversione (Is 7,9: «Ritornatea me con tutto il cuore»).

2) Promessa di Nuova Alleanza

a) Osea 4, 21-22

b) Ger 31, 31-34: *Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore+ (v. 31).# Ger 17, 1: *Il peccato di Giuda è scritto... sulla tavola del loro cuore+.# non si elimina la Legge, ma cambia di luogo: fuori —>cuore; Legge interiore.# la Legge = efficace. Dio promette che li farà capaci di osservarla.# Legge, ma senza costrizione (Commento S.T. 1 Cor). Legge ancora necessaria perché solo

primizie dello Spirito Santo (Commento S.T. 2 Cor)

c) Ez 36, 26-27: «vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, ... Porrò il miospirito dentro di voi».

■ uomo nuovo; trasformazione. Compimento in Cristo, Uomo nuovo per eccellenza e in noimediante la sua redenzione.■ la grazia richiede collaborazione: *formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Convertitevi...+(Ez 18, 31).

2. Gesù e la legge

A) Riduzionismi

1) Teologia liberale s. XIX (Harnack)# influsso di Kant: fede / morale. Il Vangelo = etica umana, razionale, universale. Gesù predicatoremorale più alta.

2) Teologia protestante s. XX (Barth, Bultman)# Gesù predica il Regno; primato del kerygma, sull’etica.# Gesù rabbino che insegna la Legge; continuazione AT.

* Cr/ si, ma non solo...

20 «È nei Salmi che incontriamo i sentimenti di lode, gratitudine e venerazione che il popolo eletto è chiamato anutrire verso la legge di Dio, insieme all'esortazione a conoscerla, meditarla e tradurla nella vita» (VS, 44b), dove sicita: «I comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi » (Sal 181,8-9; cf. 1,1-2)

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B) Predicazione del Regno di Dio (Mc 1, 15)

1) Annuncio del Regno di Dioa) Compimento promesse messianiche (Lc 4, 18-19 / Is 61, 1-3). Già (Mc 1, 15; Lc 17, 20), ma

non ancora. Gioia, non digiuno (Mt 9, 14-17).b) Miracoli: segni che il RD presente (Mt 12, 28).

2) Conversionea) RD —> morale; cambio di vita radicale (¦¦¦¦πιςτρέφω: tornare dietro; µειαvoέω: cambiare

mentalità); tutta la persona.b) Mc 1, 15: *convertitevi e credete al vangelo+; vita morale per poter credere; ostacoli del

cuore...c) Per tutti; peccatori: destinatari privilegiati dell’annuncio.d) Ostacolo principale: autosufficienza, orgoglio, *non avere bisogno di conversione+.

3) La persona di Gesùa) RD legato alla persona di Gesù: Lui chiama, sceglie (i rabbini non cercavano i suoi discepoli;

questi venivano spontaneamente); esigenze radicali (perché Dio...).b) Seguire Gesù: partecipare alla sua missione, condividere la sua vita (caricare la croce...).C/ non rabbino normale

C) Gesù e la legge: continuità-pienezza e novità

1) Sermone della montagna (Mt 5-7)21

# Nuovo Mosè —> nuova Legge: *Gesù salì sulla montagna...+ (Mt 5, 1).# *Magna charta+ del xtmo (Sant’Agostino).# Beatitudini: R/ di Cristo al problema della felicità = il problema della morale.# missione *sono venuto+ (Mt 5, 17).

a) Continuità. *Non sono venuto per abolire, ma per dare compimento+ (Mt 5, 17).■ portare a pienezza (Gal 4, 4-5), implica che qualcosa esiste già;■ implica già un superamento, un perfezionamento, ma di un messaggio già esistente.

b) Novità: nella pienezza, nel perfezionamento. Gesù interprete autentico della Legge: «Ma io vidico... »

1.- Antitesi primarie: Gesù perfeziona (Mt 5, 20-30; 33-37).■ Non contro la Legge, ma contro l’interpretazione esteriore e minimalista della Legge (farisei).Nella Legge Nuova non ci sono limiti.

● radicalità: non minimalismo, “la misura dell’amore è amare senza misura”, finoall’estremo (Gv 13,1).● interiorizzazione: non compimento esteriore, ma soprattutto interiore (Mt 7, 15-20: albero- frutti). Radice della moralità = il cuore. Non apparire, bensì “essere” davanti a Dio (Mt 6, 1-18).

■ vita - sessualità - verità: ambiti più importanti, perché essi toccano alla persona nella sua partepiù fondamentale (vita), più profonda e intima. In essi la persona si manifesta più immediata eprofondamente.

2.- Antitesi secondarie: Gesù corregge (Mt 5, 31-32; 38-48).■ Cambia la Legge, contro la Legge: divorzio (Dt 4, 1), pena del taglione (Es 21, 24 ss.), “odio”ai nemici (Lv 19, 18).

21 R. SCHNACKENBURG, Il messaggio morale del Nuovo Testamento. Vol . I: Da Gesù alla Chiesa primitiva, 121-156.

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■ Non un limite al male che si compie, ma superare il male col bene. Possibile soltanto con uncuore nuovo, redento da Dio, col dono della grazia.■ Interprete = Rivelatore della legge originaria di Dio (Mt 19, 3-9).

2) Pienezza e novità nell’amore (carità) e nel dono dello Spirito Santo

a) Mt 22, 36-40 (il più grande comandamento) / Lc 10, 29-33 (buon samaritano). Novità?# Gesù collega indissolubilmente amore Dio (fondamento)B prossimo (manifestazione)# Riconduce esplicitamente tutta la Legge a questi comandamenti.■ Amore al prossimo universale, anche ai nemici (Mt 5, 43-48). In realtà, Gesù non risponde alladomanda su “chi è mio prossimo”, perché la domanda è sbagliata. Presuppone che alcuni non sono“prossimi”. Ma tutti sono i nostri prossimi, il problema non è negli altri (chi è mio prossimo, chimerita...?”; ma domando ‘chi è…’, si sta già implicitamente presupponendo che alcuni non sonoprossimi, sono esclusi, non devo amarli), ma in noi: farci prossimi di tutti.

b) Gv 13, 34: ****vi do un comandamento nuovo...++++ Quale novità?# Modello: *come io+# «Vi do»: dono, perché anche possibilità di viverlo, cuore nuovo: amore di Gesù in noi: Eucaristiaed Spirito Santo (GS 22).

3. San Paolo e la legge22

A) San Paolo e le morali del suo tempo (morale ebrea / greca)

1) Morale ebrea (interpretazione): giusti per compimento Legge (Rm cap. 1-7; Gal 3; Fil 3, 3-9);giustizia propria, auto-salvezza.

2) Morale greca: perfezione umana culmine *sapienza+, virtù umane (1 Cor 1, 17-31).

3) Cr/ insufficienti; orgoglio, autosufficienza, ipocrisia; aberrazioni (Rm 1, 21-32).

a) L’uomo incapace di compiere la Legge (Rm 7,7-25) per le proprie forze. Per questo scivola incomportamento esteriore e minimalista. Per vivere in pienezza (interiorizzazione e radicalità)bisogno della grazia, di un cuore nuovo.

b) Fondamento della morale cristiana in Cristo: redenzione, salvazione, grazia, fede. Ne orgoglio,ne disperazione (VS 11, 22-24, 108, 102-105, 118-120).

B) Morale cristiana

1) Uomo nuovo: salvato, redento da Cristo. In Cristo vita nuova; dono. Morale dell’essere in Cristo;membri di Cristo (1 Cor 6, 15).

2) Due momenti:# Fede, conversione, umiltà —> rottura: morte all’orgoglio nella croce di Cristo.# Assumere dopo quanto è buono umanamente (Fil 4, 8); virtù umane purificate; ridimensionatenelle virtù teologali: carità centro (1 Cor 13).

3) Tre nuove virtù: umiltà, castità, penitenza.# Sono anche “umane”, ma di fatto, molto difficile di scoprirle come virtù dal punto di vistameramente umano e ancora più difficile di viverle.# I greci non umiltà perché non concetto di Acreazione@ e Apeccato@.

22 S.-TH. PINCKAERS, Le fonti della morale cristiana, pp. 133-166, offre una buona presentazione.

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C) Nella fede: il dono dello Spirito e la carità = pieno compimento della legge

1) La Legge non salva; buona, ma non da le forze (Rm 7, 7-25).

2) “Solo” la fede (Cristo, redenzione, battesimo) salva: dono gratuito da Dio.# Contesto polemico contro autosufficienza; prima la fede: accogliere il dono della salvezza, laredenzione, Gesù come Signore; dopo vengono le opere che sono manifestazione...

3) Nella fede riceviamo lo Spirito Santo, Amore —> nei nostri cuori (Rm 5, 5). Pienezza Legge(Rm 13, 8-10; Gal 5, 14) perché questa consiste nel amare Dio e il prossimo (Mt 22,40).

4) Spirito Santo BBBB Legge:a) il xtno non sotto la legge?

R/ No in quanto coazione (esteriore), ma si in quanto obbligazione interiore (S.T., In Gal V,l. 5).

b) il xtno libero quanto alla legge?R/ No, ma libero dalla costrizione esterna perché ama il bene proposto dalla legge (S.T., In IICor III, l. 3); lo vuole perché bene, non perché comandato.

D) La coscienza: la vita cristiana concreta: verità / coscienza / carità

1) συvέιδεσις (cum-scientia): 20 v., consapevolezza del valore morale.

2) Testimone interiore davanti a Dio che accusa o difende (Rm 2, 15).# Giudica secondo la LMN scritta in essa (Rm 2, 14 ss).

3) Esempio per risolvere problemi morali pratici, problemi di coscienza: 1 Cor cap. 8-10; Rm 14:mangiare carne offerta agli idoli? R/

a) La verità: idoli non esistono —> carne come le altre; hanno ragione *i forti+.

b) La coscienza: chi erroneamente pensa che..., pecca, perchè non si deve agire contro la propriacoscienza, anche se è erronea.

c) La carità: per evitare che si perda mio fratello, rinuncio alla libertà. La carità diventa la“legge” suprema, la “norma” e il “criterio” ultimo di comportamento. Il cristianesimo non è unagnosi, una filosofia, una dottrina, ma mettersi nella sequela di Cristo, nella imitazione di chi “daricco che era, si è fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi per mezzo della suapovertà” (2 Cor 8, 9); di chi «essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la suauguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo» (Fil 2, 5-8, cf. vv.1-8)23.

4. San Tommaso: Legge nuova e comandamenti (in vista di una sintesi teologica)

A) Legge Nuova?1) Scuola francescana: LN = scritta, Vangelo scritto2) Scuola spiritualista: Gioachino da Fiore († 1202); LN = interiore (età dello Spirito)

B) R/ San Tommaso (S.Th., I-II, q. 106, a. 1)1) Principalmente: LN = la grazia dello Spirito2) «Secundaria, sed essentialia»: Vangelo scritto, sacramenti, magistero.3) q. 108, a. 1: LN anche leggi esteriori perché “il Verbo si è fatto carne”. Le intenzioni implicano le

23 «Non è una verità dottrinale che porta alla salvezza, quanto la verità di chi sa amare gli altri» (U. BORGHELLO,Liberare l’amore. La comune idolatria, l’angoscia in agguato, la salvezza cristiana, Ares, Milano 1997, p. 393).

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opere corrispondenti. No dualismo intenzioni / opere, bontà (della persona) / correttezza delleazioni).