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Regia e sceneggiatura: Pete Docter Montaggio: Kevin Nolting Musiche: Michael Giacchino Interpreti: Mindy Kaling, Amy Poehler, Bill Hader, Phyllis Smith, Lewis Black Origine: USA (2015) 31 Marzo 2016 25 a RASSEGNA INSIDE OUT Riley che non si arrende. Come fa un cartone animato a rendere visibile ciò che è nascosto? A di- segnare l’invisibile? Docter affi- da alle immagini un efferve- scente accumulo di pensieri, di- segna, crea, provoca, ironizza sulle difficoltà, dà corda a svolte emotive profonde. Ci sarebbero agganci con la psicologia e la psicanalisi, ma meglio è lasciar- si andare allo scorre a briglia sciolta di un impianto razionale che sfocia nella lirica e nella commozione. Nella capacità di fermare lo scorrere dell’attimo, tenere stretta la dolce vicinanza della famiglia, ricordare i giochi dell’infanzia e i luoghi dove si è cresciuti stanno la forza e la so- lidità dell’operazione. (ACEC) Addio Freud, bye bye dottor Jung, dite addio a psicofarmaci, let- tino dello psicana- lista, terapie di gruppo, mappe elaborate dai neu- rologi. È tutto su- perato, contorto, inutilmente com- plicato. Per capire come funziona la nostra mente ba- stano cinque pupazzetti colorati e iperespressivi. Cinque figuri- ne che rappresentano le nostre emozioni fondamentali, Gioia, Paura, Tristezza, Rabbia, Di- sgusto, e ci introducono ai mi- steri della psiche di una bambi- na che cresce, come tutti, conte- sa fra queste cinque violente emozioni. [...] (Fabio Ferzetti Il Messaggero) Un film. Il nostro regno (tutta la Mostra di Venezia) per un film. «Inside out», non a caso defini- to «uno dei più bei titoli della Pixar» dal maggiore esperto italiano d’animazione Marcello Garofalo, è un capolavoro di ri- dotte quanto armoniche pro- porzioni, in realtà assai com- plesso, ma godibile a livello di bambino e adulto nonché basa- to su un’idea tanto forte e ardita da essere capace di sorprendere il geniale team degli autori allo stesso modo e nello stesso tempo in cui sorprenderà milioni di spettatori. [...] (Valerio Caprara Il Mattino) La Pixar Animation Studios, o semplicemente Pixar, è una casa di produzione cinemato- grafica specializzata in com- puter generated imagery (CGI), con base a Emeryville, California (Stati Uniti). Dal 2006 appartiene alla The Walt Disney Company. Pri- ma casa cinematografica ad aver sviluppato un lungome- traggio interamente realizza- to e sviluppato in computer grafica (Toy Story - Il mondo dei giocattoli), la Pixar festeg- gerà nel 2016 i propri 30 anni di attività. Cineforum 2015-2016 BRESSO per info 02.66502494 [email protected] facebook.com/CircoloCineBresso Viaggio nell’incredibile mondo delle EMOZIONI

31 Marzo 2016 a Cineforum 2015-2016 BRESSO INSIDE OUT · tenere stretta la dolce vicinanza della famiglia, ricordare i giochi ... c’è tutta la gioia intrisa di dolore della vita,

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Regia e sceneggiatura: Pete DocterMontaggio: Kevin Nolting

Musiche: Michael GiacchinoInterpreti: Mindy Kaling, Amy Poehler, Bill Hader,

Phyllis Smith, Lewis Black Origine: USA (2015)

31 Marzo 2016 25aRASSEGNA

INSIDE OUT

Riley che non si arrende. Come fa un cartone animato a rendere visibile ciò che è nascosto? A di-segnare l’invisibile? Docter affi-da alle immagini un efferve-scente accumulo di pensieri, di-segna, crea, provoca, ironizza sulle difficoltà, dà corda a svolte emotive profonde. Ci sarebbero agganci con la psicologia e la psicanalisi, ma meglio è lasciar-si andare allo scorre a briglia sciolta di un impianto razionale che sfocia nella lirica e nella commozione. Nella capacità di fermare lo scorrere dell’attimo, tenere stretta la dolce vicinanza della famiglia, ricordare i giochi dell’infanzia e i luoghi dove si è cresciuti stanno la forza e la so-lidità dell’operazione.(ACEC)

Addio Freud, bye bye dottor Jung, dite addio a psicofarmaci, let-tino dello psicana-l ista, terapie di gruppo, mappe elaborate dai neu-rologi. È tutto su-perato, contorto, inutilmente com-plicato. Per capire come funziona la nostra mente ba-stano cinque pupazzetti colorati e iperespressivi. Cinque figuri-ne che rappresentano le nostre emozioni fondamentali, Gioia, Paura, Tristezza, Rabbia, Di-sgusto, e ci introducono ai mi-

steri della psiche di una bambi-na che cresce, come tutti, conte-sa fra queste cinque violente emozioni. [...](Fabio Ferzetti Il Messaggero)

Un film. Il nostro regno (tutta la Mostra di Venezia) per un film. «Inside out», non a caso defini-to «uno dei più bei titoli della Pixar» dal maggiore esperto italiano d’animazione Marcello Garofalo, è un capolavoro di ri-dotte quanto armoniche pro-porzioni, in realtà assai com-plesso, ma godibile a livello di bambino e adulto nonché basa-to su un’idea tanto forte e ardita da essere capace di sorprendere il geniale team degli autori allo stesso modo e nello stesso tempo in cui sorprenderà milioni di spettatori. [...](Valerio Caprara Il Mattino)

La Pixar Animation Studios, o semplicemente Pixar, è una casa di produzione cinemato-grafica specializzata in com-puter generated imagery (CGI), con base a Emeryville, California (Stati Uniti). Dal 2006 appartiene al la The Walt Disney Company. Pri-ma casa cinematografica ad aver sviluppato un lungome-traggio interamente realizza-to e sviluppato in computer grafica (Toy Story - Il mondo dei giocattoli), la Pixar festeg-gerà nel 2016 i propri 30 anni di attività.

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La critica:Nella mente di Riley, una ra-gazzina in procinto di trasferir-si con la famiglia dal Minneso-ta a San Francisco, accadono molte cose: mentre Gioia cerca di mantenere l’ordine, Rabbia e Disgusto prendono sempre più piede e Paura è terrorizzato all’idea di doversi inserire in un nuovo contesto. Ma è Tristezza a farla da padrona, prevarican-do lentamente le altre emozio-ni, finché ai genitori non resta che chiedersi che fine abbia fat-to la loro bambina allegra.

Fin dal folgorante esordio con Toy Story (1995), la Disney Pixar ci ha abituati a quell’in-confondibile e insuperabile mix agrodolce che diverte i bambi-ni, riportando gli adulti alla struggente malinconia dell’in-fanzia perduta e riempiendo al contempo i loro occhi di imma-gini meravigliose e i loro cuori di emozioni indimenticabili. Ma, con Inside Out, la casa di produzione americana è riusci-

re. La mano, delicatissima ma decisa, con cui mamma Pixar tocca le corde più recondite dei sentimenti, trova il suo gesto definitivo in sequenze già me-morabili: tra queste, il commo-vente addio di Bing Bong, in-credibile amico immaginario frutto della fantasia infantile di Riley, che simboleggia la perdi-ta dell’innocenza infantile con un’incisività mai vista prima. Ma non sono solo le emozioni e la loro inevitabile evoluzione a essere protagoniste della pelli-cola: Inside Out è, infatti, uno straordina-r io omag-gio alla for-za d irom-pente de l cinema ( la s e q u e n z a del la fab -brica dei so-gni), unico mezzo artistico in grado di in-carnare sullo schermo le evolu-zioni della mente in tempo rea-le, proiettando visioni surreali, acrobazie inconsce e associa-zioni sinestetiche, in un tripu-dio vitale e animistico di scon-volgente bellezza. Tutto in que-sto film è reso alla perfezione: gli esilaranti intermezzi comici (con il parallelismo tra menti maschili e femminili orchestra-to con schiacciante realismo), i passaggi avventurosi tra le isole della personalità, la nostalgia con cui vengono dipinti i ricor-

di, raffigurati come splendide perle dorate da custodire gelo-samente, eppure per la maggior parte tragicamente destinati all’oblio. E il messaggio finale, che insegna come la Gioia non possa esistere senza la Tristez-za, è di commovente, vibrante verità. Un’esperienza esisten-ziale, più che cinematografica, assolutamente imperdibile. Una tappa nella storia del cine-ma, giustamente premiata con l’Oscar per il miglior film d’ani-mazione.(longtake.it)

E’ la conferma. Dopo precedenti quali “Monster’s l i f e ” , “ R a t a -touille”, “Up”, il cartone targato Pixar continua a seguire strade fat-te di imprevisti e di svolte inattese,

correndo lungo sentieri tanto inediti quanto inesplorati, dove fantasia e realtà si sf idano in una af f ilata tenzone. Nella mente di Riley corrono tante emozioni, si sviluppano pensie-ri e rif lessioni, si scontrano le suggestioni legate allo incalzare del tempo e della crescita. Si partecipa al succedersi degli eventi, si assiste al cambio di passo tra felicità e preoccupa-zione, tra sorriso e pianto. Riley è ognuno di noi, noi siamo ac-canto a lei, noi siamo la ragione che si ribella alla mente, siamo

ta a superare se stessa, costruen-do un caleidoscopio vorticante di colori, dove filosofia e psica-nalisi, azione e sentimento, si mescolano miracolosamente, raggiungendo vette introspetti-ve (ed è il caso di dirlo, visto che gran parte della pellicola è am-bientata all’interno della mente umana) impensabili. Nella sto-ria di Riley, undicenne alle pre-se con le prime avvisaglie della pre-adolescenza, c’è tutta la gioia intrisa di dolore della vita, meravigliosamente incarnata dalle simpaticissime allegorie

delle emozioni umane, su cui spiccano l’infiammabile Rab-bia e l’apatica Tristezza. Un vero e proprio trattato scientifico su quel meraviglioso mistero che è la mente, con in-cursioni geniali e visionarie all’interno dell’inconscio e del pensiero astratto (con un coltis-simo rimando a Flatlandia) re-alizzato con una finezza esteti-ca che non ha nulla da invidia-re al più grande cinema d’auto-