8
Anno LVI - 2009 - N. 5 bim. - 14/12/2009 Sped. in abbonamento postale - art. 2 comma 20/C legge 662/96 filiale di Ancona PERIODICO BIMESTRALE D’INFORMAZIONE E CULTURA Contributi per sostenere il periodico CCP n. 14236608 intestato Parroco Santuario Cuore Immacolato di Maria 60049 Serra San Quirico Staz. (Ancona) Tel. (0731) 86030 Via A. Moro, 4 SANTUARIO CUORE IMMACOLATO DI MARIA L L ’ECO ’ECO DE DE LA LA ROSSA ROSSA Discorso del Papa alla FAO “Inaccettabile opulenza e spreco” L’inquilino povertà La nascita risanatrice www.ecodellarossa.it L’eterno Padre, avendo deciso di eseguire nel tempo il disegno concepito prima dei secoli, quello cioè di “ricondurre a Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra”, non poteva non considerare, tanto meno escludere dal progetto di salvezza, la causa primordiale del disor- dine, generato nell’universo sin dall’apparire dei progeni- tori: la volontaria disobbe- dienza a Dio verificatasi per superbia. Il Salvatore pertan- to, nel realizzare il piano redentivo affidatogli dal Padre, non poteva a sua volta non essere la personifi- cazione stessa di quelle virtù, capaci di annientare i vizi che segnarono la primor- diale caduta dell’umanità, insieme a tutte le relative conseguenze: l’incondizio- nata obbedienza alla volontà del Padre e la più sublime umiltà: - “Non cerco la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato” (Giov. 5,30) - “Colui che mi ha manda- to è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che Gli sono gradite” (Giov. 8,29) - “Non sono venuto da me stesso, ma Lui mi ha manda- to” (Giov. 8,45) - “Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio” (Giov. 10,18) - “Il Padre mi ha mandato, mi ha ordinato Lui di cosa parlare e che cosa devo dire” (Giov. 12,49) - “Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza di ciò che patì, e, reso, perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono” (Eb 5,8). Ma Gesù non era soltanto l’espressione dell’obbedien- za più rigorosa e fedele alla volontà del Padre. Era anche l’immagine stessa della più profonda umiltà, come si evince anzitutto dalle circo- stanze che caratterizzavano la sua nascita, mistero subli- me che stiamo celebrando nel periodo attuale dell’anno liturgico. Egli infatti, pur essendo autenticamente Dio, scelse liberamente, senza alcuna costrizione, di farsi uomo nascendo in con- dizioni povere e umili, ponendo così in ridicolo il fasto e la vanità del mondo opulento e pomposo. Lasciò le ricchezze del cielo, senza voler tuttavia possedere quelle della terra. Abbracciò la frugalità e persino le pri- vazioni terrene, per indurre i suoi discepoli fedeli e coe- renti ad aspirare, imitandolo, a valori più alti e duraturi. S. Paolo ci dice che Gesù “pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua eguaglianza con Dio, ma spogliò se stes- so assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana…” (Fil 2,6-7). E’ chiaro che Cristo non si è spogliato della natura divina, ma solo della gloria eterna che gli competeva e di cui avrebbe potuto godere la sua umanità. Ha voluto tem- poraneamente rinunciare all’uso dei diritti e delle pre- rogative che appartengono alla condizione divina. S. Paolo continua: ”…umiliò se stesso facendosi obbediente sino alla morte, e alla morte di croce”. Alla luce di tale dottrina, il contrasto tra Adamo e Gesù apparire più sublime. Adamo infatti, ben- ché fosse semplicemente un uomo, desiderò essere “come Dio”. Per promuovere tale smodata ambizione, disobbedì a Dio e attirò così su di sé e su tutta l’umanità che era in lui come in germe, le gravissime sventure di cui parla il libro della Genesi. Cristo Gesù invece, che pos- sedeva la gloria divina sin dall’eternità, “spogliò se stesso” e scelse la via dell’u- miltà per contrastare la superbia di Adamo. Rinunciando umilmente a quella gloria che gli compe- teva in quanto Dio, Gesù dimostrò un’umiltà di per sé inconcepibile e al tempo stesso ci recò doni spirituali incalcolabili: la sua debolez- za divenne la nostra forza; il suo spogliamento la nostra pienezza; la sua angoscia la nostra pace e conforto; la sua morte la nostra vita. Altrettanto incalcolabile, tut- tavia era il costo: in mezzo ai tormenti e agli insulti, si fece violenza per conservare la sua pazienza e mitezza; ebbe la forza morale e la risolutez- za per accettare le beffe, le ingiurie e le sfide; nulla fece per sottrarsi alla flagellazio- ne, punizione riservata ai più grandi malfattori; fu inchio- dato sulla croce, in mezzo a due criminali condannati come Lui alla pena capitale più vergognosa, senza resi- stere ai suoi giustizieri. Arrivò insomma a patire tutto ciò che possa compor- tare il massimo avvilimento della persona umana, non perché costretto, ma perché noi, meditando sulle circo- stanze della sua incarnazio- ne, sulla sua vita, sulla sua passione e morte, avessimo un esempio avvincente e convincente di incondiziona- ta obbedienza alla volontà del Padre e di impareggiabile umiltà: virtù queste senza le quali la salvezza eterna, fine ultimo della nostra esistenza sulla terra, rimane irraggiun- gibile. Così Gesù poteva pro- porsi, sia ai discepoli di allo- ra che a ciascuno di noi oggi, come modello da imita- re: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite ed umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo, infatti, è dolce, e il mio peso leggero” (Mt 11,29). I parroci E’ una tempesta di dati sulla povertà, quella che si sta abbatten- do su di noi in questo periodo. Una tempesta che ci agghiaccia, ci rende impotenti, riproponendoci interrogativi pesanti: “Cosa pos- siamo fare, cosa dobbiamo fare?”. La Banca mondiale prevede nel prossimo anno 90 milioni di disoc- cupati in più nel mondo: per l’Unicef più di un miliardo di bambini vivono in territori di guerra. La Fao ha rilanciato l’al- larme per un miliardo di persone che soffrono la fame. Venendo alla nostra Italia, secondo l’Istat sono poveri il 13,6% dei residenti (8 milioni) e l’11,3% delle famiglie. Nei centri d’ascolto promossi dalle Caritas, alcuni segnali di ten- denza dicono di un aumento delle persone, nel 2009, del 20%: gli utenti sono immigrati per il 70% e italiani per il 30%; l’aumento degli italiani è del 10%. Tornano a chiedere, dopo 5-6 anni di positivo inserimento nel nostro territorio, gli immigrati che hanno perso le opportunità di lavoro. Sempre i centri d’ascolto segnalano che aumenta il rischio di ricorso al prestito d’usura. Il 52% delle famiglie che stanno in situazione di precarietà non si rivolge ai ser- vizi promossi dalle Caritas per “orgoglio” o “vergogna” (atteggia- mento molto diffuso tra le nuove famiglie povere), arrivano sempre più volti nuovi con bisogni vecchi (beni e servizi materiali, sussidi economici per luce , gas e affitto, ricerca di lavoro). Insomma un bombardamento di dati e valuta- zioni, che registra una drammati- ca impennata del fenomeno della povertà. Una fotografia inesorabi- le, che deve svegliare le nostre coscienze e animare di nuova, vera, concreta e determinata volontà politica le nostre istituzio- ni. Elvia, 6 anni, da Capo Verde, è venuto a morire di povertà a Napoli. I “bassi” dove viveva con la mamma hanno la porta che si affaccia sui vicoli, ma più ancora sospensione della stessa poi (a causa dell’impossibilità di pagare la bolletta) infine il ricorso a un braciere di carbonella per potersi scaldare, hanno finito per bruciare una vita, più che darle calore. Una tale forma di povertà non estrema, non fa che rendere ancora più insopportabile e inaccettabile la morte che è riuscita ad insinuarsi, infida e velenosa, tra varchi sguar- niti. Elvis, a sei anni, aveva a suo modo già imparato a guardare avanti e a saper affrontare la vita. Era bravo a scuola e anche simpa- tico a tutti i suoi compagni. Aveva lasciato scorgere quanto grandi fossero le sue speranze, nonostan- te tutto ma si è visto atrocemente chiedere il conto. Ha dato i suoi pochi anni, poiché anche la povertà cambia pelle: è un bracie- re sempre acceso. “Figlio mio, sai che c’è? Si deve tirare la cinghia…”. Parole così chiare e semplici, ma così dif- ficili da pronunciare. E soprattutto da ascoltare. Purtroppo si fatica a crederci, oggi. Parlarne soprattutto a casa, a volte sembra uno scoglio insormontabile, più semplice lasciar parlare qualche giornale o telegiornale. Sono lontani i tempi del paterno o materno cappotto rivoltato, che scaldò generazioni di ragazzini che nulla sapevano di look ma apprezzavano il tepore di una palandrana sformata. La povertà non è mai davvero del tutto nuova e non lo sono neppure il pudore con cui la si vive e la discriminazione nell’esporla pub- blicamente. E’ sorprendente che in tempi in cui si ostenta di tutto, di più, si scorgano proprio tra le mura di casa le ombre dei silenzi e della vergogna quando le cose non girano più per il verso atteso. La naturale ritrosia a rendere palesi le proprie difficoltà si avvita su se stessa, perfino la famiglia da punto di forza si trasforma in fortezza. Assediata. Scattano i piani di dife- sa, le rinunce, le attenzioni. Ma i ragazzi…no loro non devono pati- re. La crisi c’è forse, ma è lontana, sulla vita: come per guardarla meglio in faccia. Nei “bassi” si sta stretti, anche una piccola famiglia, composta da una madre e un figlio, finisce per avere poco spa- zio, perché c’è sempre da far posto a un inquilino che si chiama povertà. A un inquilino così, non sempre bastano i tributi ordinari, né accade spesso che si lasci inte- nerire da quella rete di mutuo soc- corso sempre all’opera, una forma di solidarietà corrente e minuta, che attraversa ordinariamente i vicoli e li anima molto più della sporadica luce del sole. Anche la povertà mostra di essere diventata più esigente. E’ uscita dai “bassi”, e non solo a Napoli, ma in molte- plici parti della nostra Italia pove- ra, si muove alla conquista di vis- suti più numerosi e di spazi più vasti, un tempo inesplorati. I centri studi, gli osservatori e i dossier sulle povertà la seguono passo, passo, in territori e su mappe di carta. Ma chi la vede avvicinarsi alla porta della sua casa ha impa- rato a distinguerla da lontano e temerne i segni. Ciò forse, non poteva fare Manuela, la mamma di Elvis, lei che la povertà l’aveva già in casa e riusciva in qualche modo a domarla. Ma l’abbassamento dell’energia elettrica prima, la non ci tocca. E soprattutto nulla deve cambiare. Non basta dire e avvisare che si sta andando fuori strada, ma è necessario mettere in atto qualche sterzata, qualche cor- rezione di rotta riguardo alle scel- te, agli stili di vita, all’uso delle risorse economiche e ambientali, delle strutture a nostra disposizio- ne, all’uso del nostro tempo e del nostro stare in relazione, ogni giorno, con tanti volti e storie di povertà che sollecitano prossimità. Può essere anche questa, la crisi e le vicende di impoverimento che causa, un’occasione, un “segno dei tempi”, da leggere, interpreta- re e considerare, per camminare dentro un serio accompagnamento educativo, soprattutto al servizio dei più giovani. Non una sconfitta, ma una vera sfida, alla quale pro- vare a rispondere insieme, portan- do ciascuno il proprio carico, sacrificando chi l’auto nuova, chi la borsetta firmata, chi cento sms. Un momento certamente difficile si può trasformare in occasione educativa: dall’umiliazione all’a- zione, dall’indifferenza, alla diffe- renza. Certo non è la soluzione di tutto. Ma aiuta a camminare sulla giusta strada. Vittorio Nozza (da Italia Caritas n.11/2009) GESU’ GESU’ si è fatto si è fatto piccolo piccolo per aiutar per aiutar ci ci a tr a tr ovarlo ovarlo AUGURI AUGURI La Comunità internazionale sta affrontando in questi anni una grave crisi economico- finanziaria. Le statistiche testi- moniano la drammatica cresci- ta del numero di chi soffre la fame e a questo concorrono l'aumento dei prezzi dei pro- dotti alimentari, la diminuzione delle disponibilità economiche delle popolazioni più povere, il limitato accesso al mercato e al cibo. Tutto ciò mentre si con- ferma il dato che la terra può sufficientemente nutrire tutti i suoi abitanti. Infatti, sebbene in alcune regioni permangano bassi livelli di produzione agri- cola anche a causa di mutamen- ti climatici, globalmente tale produzione è sufficiente per soddisfare sia la domanda attuale, sia quella prevedibile in futuro. Questi dati indicano l'assenza di una relazione di causa-effetto tra la crescita della popolazione e la fame, e ciò è ulteriormente provato dalla deprecabile distruzione di derrate alimentari in funzione del lucro economico. Nell’enciclica “Caritas in veri- tate” ho osservato che "la fame non dipende tanto da scarsità materiale, quanto piuttosto da scarsità di risorse sociali, la più importante delle quali è di natura istituzionale. Manca, cioè, un assetto di istituzioni economiche in grado sia di garantire un accesso al cibo e all'acqua regolare e adegua- to…, sia di fronteggiare le necessità connesse con i biso- gni primari e con le emergenze di vere e proprie crisi alimenta- ri…". La debolezza degli attuali meccanismi della sicurezza ali- mentare e la necessità di un loro ripensamento sono testi- moniati, in un certo senso, dalla stessa convocazione di questo Vertice. Infatti, nonostante i Paesi più poveri siano integrati nell'economia mondiale più ampiamente che in passato, l'andamento dei mercati inter- nazionali li rende maggiormen- te vulnerabili e li costringe a ricorrere all'aiuto delle Istituzioni intergovernative, che senza dubbio prestano un'opera preziosa e indispensa- bile. Il concetto, però, di coo- perazione deve essere coerente con il principio di sussidiarietà: è necessario coinvolgere "le comunità locali nelle scelte e nelle decisioni relative all’uso della terra coltivabile" (ibid.), perché lo sviluppo umano inte- grale richiede scelte responsa- bili da parte di tutti e domanda un atteggiamento solidale che non consideri l'aiuto o l'emer- genza come funzionali a chi mette a disposizione le risorse o a gruppi elitari presenti fra i beneficiari. Di fronte a Paesi che manifestano necessità di apporti esterni, la Comunità internazionale ha il dovere di partecipare con gli strumenti della cooperazione, sentendosi corresponsabile del loro svilup- po, "mediante la solidarietà della presenza, dell'accompa- gnamento, della formazione e del rispetto" (ibid., 47). All’interno di questo contesto di responsabilità si colloca il diritto di ciascun Paese a defi- nire il proprio modello econo- mico, prevedendo i modi per garantire la propria libertà di scelta e di obiettivi ... La fame è il segno più cru- dele e concreto della povertà. Non è possibile continuare ad accettare opulenza e spreco, quando il dramma della fame assume dimensioni sempre maggiori. Da parte della Chiesa cattolica ci sarà sempre atten- zione verso gli sforzi per scon- figgere la fame; ci sarà l'impe- gno a sostenere, con la parola e con le opere, l'azione solidale - programmata, responsabile e regolata - che tutte le compo- nenti della Comunità interna- zionale saranno chiamate ad intraprendere. La Chiesa non pretende di interferire nelle scelte politiche; essa, rispettosa del sapere e dei risultati delle scienze, come pure delle scelte determinate dalla ragione quando sono responsabilmente illuminate da valori autentica- mente umani, si unisce allo sforzo per eliminare la fame. È questo il segno più immediato e concreto della solidarietà ani- mata dalla carità, segno che non lascia spazio a ritardi e compromessi. Tale solidarietà si affida alla tecnica, alle leggi ed alle istituzioni per venire incontro alle aspirazioni di per- sone, comunità e interi popoli, ma non deve escludere la dimensione religiosa, con la sua potente forza spirituale e di promozione della persona umana. Riconoscere il valore trascendente di ogni uomo e di ogni donna resta il primo passo per favorire quella conversione del cuore che può sorreggere l’impegno per sradicare la miseria, la fame e la povertà in tutte le loro forme. VITA DA CANI Case di periferia dove sopravvivere è battaglia quotidiana

5/2009 eco della rossa

Embed Size (px)

DESCRIPTION

periodico bimestrale di informazione e cultura di Serra San Quirico (an)

Citation preview

Page 1: 5/2009 eco della rossa

Anno LVI - 2009 - N. 5 bim. - 14/12/2009Sped. in abbonamento postale - art. 2 comma 20/C legge 662/96 filiale di Ancona

PERIODICO BIMESTRALED’INFORMAZIONE E CULTURA

Contributi per sostenereil periodico

CCP n. 14236608intestato Parroco

Santuario Cuore Immacolatodi Maria

60049 Serra San Quirico Staz.(Ancona)

Tel. (0731) 86030Via A. Moro, 4

SANTUARIOCUOREIMMACOLATODI MARIA

LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSADiscorso del Papa alla FAO

“Inaccettabile opulenza e spreco”L’inquilino povertà La nascita risanatrice

www.ecodel larossa. i t

L’eterno Padre, avendodeciso di eseguire nel tempoil disegno concepito primadei secoli, quello cioè di“ricondurre a Cristo, unicocapo, tutte le cose, quelle neicieli e quelle sulla terra”, nonpoteva non considerare,tanto meno escludere dalprogetto di salvezza, lacausa primordiale del disor-dine, generato nell’universosin dall’apparire dei progeni-tori: la volontaria disobbe-dienza a Dio verificatasi persuperbia. Il Salvatore pertan-to, nel realizzare il pianoredentivo affidatogli dalPadre, non poteva a suavolta non essere la personifi-cazione stessa di quellevirtù, capaci di annientare ivizi che segnarono la primor-diale caduta dell’umanità,insieme a tutte le relativeconseguenze: l’incondizio-nata obbedienza alla volontàdel Padre e la più sublimeumiltà:

- “Non cerco la miavolontà, ma la volontà diColui che mi ha mandato”(Giov. 5,30)

- “Colui che mi ha manda-to è con me: non mi halasciato solo, perché facciosempre le cose che Gli sonogradite” (Giov. 8,29)

- “Non sono venuto da mestesso, ma Lui mi ha manda-to” (Giov. 8,45)

- “Questo è il comandoche ho ricevuto dal Padremio” (Giov. 10,18)

- “Il Padre mi ha mandato,mi ha ordinato Lui di cosaparlare e che cosa devo dire”(Giov. 12,49)

- “Pur essendo Figlio,imparò l’obbedienza di ciòche patì, e, reso, perfetto,divenne causa di salvezzaeterna per tutti coloro che gliobbediscono” (Eb 5,8).

Ma Gesù non era soltantol’espressione dell’obbedien-za più rigorosa e fedele allavolontà del Padre. Era anchel’immagine stessa della piùprofonda umiltà, come sievince anzitutto dalle circo-stanze che caratterizzavanola sua nascita, mistero subli-me che stiamo celebrandonel periodo attuale dell’annoliturgico. Egli infatti, puressendo autenticamenteDio, scelse liberamente,senza alcuna costrizione, difarsi uomo nascendo in con-dizioni povere e umili,ponendo così in ridicolo ilfasto e la vanità del mondoopulento e pomposo. Lasciòle ricchezze del cielo, senzavoler tuttavia possederequelle della terra. Abbracciòla frugalità e persino le pri-vazioni terrene, per indurre isuoi discepoli fedeli e coe-renti ad aspirare, imitandolo,a valori più alti e duraturi. S.Paolo ci dice che Gesù “puressendo di natura divina,non considerò un tesorogeloso la sua eguaglianzacon Dio, ma spogliò se stes-so assumendo la condizionedi servo e divenendo simileagli uomini; apparso in

forma umana…” (Fil 2,6-7).E’ chiaro che Cristo non si èspogliato della natura divina,ma solo della gloria eternache gli competeva e di cuiavrebbe potuto godere lasua umanità. Ha voluto tem-poraneamente rinunciareall’uso dei diritti e delle pre-rogative che appartengonoalla condizione divina. S.Paolo continua: ”…umiliò sestesso facendosi obbedientesino alla morte, e alla mortedi croce”. Alla luce di taledottrina, il contrasto traAdamo e Gesù apparire piùsublime. Adamo infatti, ben-ché fosse semplicemente unuomo, desiderò essere“come Dio”. Per promuoveretale smodata ambizione,disobbedì a Dio e attirò cosìsu di sé e su tutta l’umanitàche era in lui come in germe,le gravissime sventure di cuiparla il libro della Genesi.Cristo Gesù invece, che pos-sedeva la gloria divina sindall’eternità, “spogliò sestesso” e scelse la via dell’u-miltà per contrastare lasuperbia di Adamo.Rinunciando umilmente aquella gloria che gli compe-teva in quanto Dio, Gesùdimostrò un’umiltà di per séinconcepibile e al tempostesso ci recò doni spiritualiincalcolabili: la sua debolez-za divenne la nostra forza; ilsuo spogliamento la nostrapienezza; la sua angoscia lanostra pace e conforto; lasua morte la nostra vita.Altrettanto incalcolabile, tut-tavia era il costo: in mezzo aitormenti e agli insulti, si feceviolenza per conservare lasua pazienza e mitezza; ebbela forza morale e la risolutez-za per accettare le beffe, leingiurie e le sfide; nulla feceper sottrarsi alla flagellazio-ne, punizione riservata ai piùgrandi malfattori; fu inchio-dato sulla croce, in mezzo adue criminali condannaticome Lui alla pena capitalepiù vergognosa, senza resi-stere ai suoi giustizieri.Arrivò insomma a patiretutto ciò che possa compor-tare il massimo avvilimentodella persona umana, nonperché costretto, ma perchénoi, meditando sulle circo-stanze della sua incarnazio-ne, sulla sua vita, sulla suapassione e morte, avessimoun esempio avvincente econvincente di incondiziona-ta obbedienza alla volontàdel Padre e di impareggiabileumiltà: virtù queste senza lequali la salvezza eterna, fineultimo della nostra esistenzasulla terra, rimane irraggiun-gibile. Così Gesù poteva pro-porsi, sia ai discepoli di allo-ra che a ciascuno di noioggi, come modello da imita-re: “Prendete il mio giogosopra di voi e imparate dame che sono mite ed umile dicuore, e troverete ristoro perla vostra vita. Il mio giogo,infatti, è dolce, e il mio pesoleggero” (Mt 11,29).

I parroci

E’ una tempesta di dati sullapovertà, quella che si sta abbatten-do su di noi in questo periodo.Una tempesta che ci agghiaccia, cirende impotenti, riproponendociinterrogativi pesanti: “Cosa pos-siamo fare, cosa dobbiamo fare?”.La Banca mondiale prevede nelprossimo anno 90 milioni di disoc-cupati in più nel mondo: perl’Unicef più di un miliardo dibambini vivono in territori diguerra. La Fao ha rilanciato l’al-larme per un miliardo di personeche soffrono la fame. Venendo allanostra Italia, secondo l’Istat sonopoveri il 13,6% dei residenti (8milioni) e l’11,3% delle famiglie.Nei centri d’ascolto promossidalle Caritas, alcuni segnali di ten-denza dicono di un aumento dellepersone, nel 2009, del 20%: gliutenti sono immigrati per il 70% eitaliani per il 30%; l’aumentodegli italiani è del 10%. Tornano achiedere, dopo 5-6 anni di positivoinserimento nel nostro territorio,gli immigrati che hanno perso leopportunità di lavoro. Sempre icentri d’ascolto segnalano cheaumenta il rischio di ricorso alprestito d’usura. Il 52% dellefamiglie che stanno in situazionedi precarietà non si rivolge ai ser-vizi promossi dalle Caritas per“orgoglio” o “vergogna” (atteggia-mento molto diffuso tra le nuovefamiglie povere), arrivano semprepiù volti nuovi con bisogni vecchi(beni e servizi materiali, sussidieconomici per luce , gas e affitto,ricerca di lavoro). Insomma unbombardamento di dati e valuta-zioni, che registra una drammati-ca impennata del fenomeno dellapovertà. Una fotografia inesorabi-le, che deve svegliare le nostrecoscienze e animare di nuova,vera, concreta e determinatavolontà politica le nostre istituzio-ni.

Elvia, 6 anni, da Capo Verde, èvenuto a morire di povertà aNapoli. I “bassi” dove viveva conla mamma hanno la porta che siaffaccia sui vicoli, ma più ancora

sospensione della stessa poi (acausa dell’impossibilità di pagarela bolletta) infine il ricorso a unbraciere di carbonella per potersiscaldare, hanno finito per bruciareuna vita, più che darle calore. Unatale forma di povertà non estrema,non fa che rendere ancora piùinsopportabile e inaccettabile lamorte che è riuscita ad insinuarsi,infida e velenosa, tra varchi sguar-niti. Elvis, a sei anni, aveva a suomodo già imparato a guardareavanti e a saper affrontare la vita.Era bravo a scuola e anche simpa-tico a tutti i suoi compagni. Avevalasciato scorgere quanto grandifossero le sue speranze, nonostan-te tutto ma si è visto atrocementechiedere il conto. Ha dato i suoipochi anni, poiché anche lapovertà cambia pelle: è un bracie-re sempre acceso.

“Figlio mio, sai che c’è? Sideve tirare la cinghia…”. Parolecosì chiare e semplici, ma così dif-ficili da pronunciare. E soprattuttoda ascoltare. Purtroppo si fatica acrederci, oggi. Parlarne soprattuttoa casa, a volte sembra uno scoglioinsormontabile, più semplicelasciar parlare qualche giornale otelegiornale. Sono lontani i tempidel paterno o materno cappottorivoltato, che scaldò generazionidi ragazzini che nulla sapevano dilook ma apprezzavano il tepore diuna palandrana sformata. Lapovertà non è mai davvero deltutto nuova e non lo sono neppureil pudore con cui la si vive e ladiscriminazione nell’esporla pub-blicamente. E’ sorprendente che intempi in cui si ostenta di tutto, dipiù, si scorgano proprio tra lemura di casa le ombre dei silenzi edella vergogna quando le cose nongirano più per il verso atteso. Lanaturale ritrosia a rendere palesi leproprie difficoltà si avvita su sestessa, perfino la famiglia da puntodi forza si trasforma in fortezza.Assediata. Scattano i piani di dife-sa, le rinunce, le attenzioni. Ma iragazzi…no loro non devono pati-re. La crisi c’è forse, ma è lontana,

sulla vita: come per guardarlameglio in faccia. Nei “bassi” si stastretti, anche una piccola famiglia,composta da una madre e unfiglio, finisce per avere poco spa-zio, perché c’è sempre da far postoa un inquilino che si chiamapovertà. A un inquilino così, nonsempre bastano i tributi ordinari,né accade spesso che si lasci inte-nerire da quella rete di mutuo soc-corso sempre all’opera, una formadi solidarietà corrente e minuta,che attraversa ordinariamente ivicoli e li anima molto più dellasporadica luce del sole. Anche lapovertà mostra di essere diventatapiù esigente. E’ uscita dai “bassi”,e non solo a Napoli, ma in molte-plici parti della nostra Italia pove-ra, si muove alla conquista di vis-suti più numerosi e di spazi piùvasti, un tempo inesplorati. I centristudi, gli osservatori e i dossiersulle povertà la seguono passo,passo, in territori e su mappe dicarta. Ma chi la vede avvicinarsialla porta della sua casa ha impa-rato a distinguerla da lontano etemerne i segni. Ciò forse, nonpoteva fare Manuela, la mamma diElvis, lei che la povertà l’aveva giàin casa e riusciva in qualche modoa domarla. Ma l’abbassamentodell’energia elettrica prima, la

non ci tocca. E soprattutto nulladeve cambiare. Non basta dire eavvisare che si sta andando fuoristrada, ma è necessario mettere inatto qualche sterzata, qualche cor-rezione di rotta riguardo alle scel-te, agli stili di vita, all’uso dellerisorse economiche e ambientali,delle strutture a nostra disposizio-ne, all’uso del nostro tempo e delnostro stare in relazione, ognigiorno, con tanti volti e storie dipovertà che sollecitano prossimità.Può essere anche questa, la crisi ele vicende di impoverimento checausa, un’occasione, un “segnodei tempi”, da leggere, interpreta-re e considerare, per camminaredentro un serio accompagnamentoeducativo, soprattutto al serviziodei più giovani. Non una sconfitta,ma una vera sfida, alla quale pro-vare a rispondere insieme, portan-do ciascuno il proprio carico,sacrificando chi l’auto nuova, chila borsetta firmata, chi cento sms.Un momento certamente difficilesi può trasformare in occasioneeducativa: dall’umiliazione all’a-zione, dall’indifferenza, alla diffe-renza. Certo non è la soluzione ditutto. Ma aiuta a camminare sullagiusta strada.

Vittorio Nozza (da Italia Caritas n.11/2009)

GESU’GESU’

si è fattosi è fatto

piccolopiccolo

per aiutarper aiutarcici

a tra trovarloovarlo

AUGURIAUGURI

La Comunità internazionalesta affrontando in questi anniuna grave crisi economico-finanziaria. Le statistiche testi-moniano la drammatica cresci-ta del numero di chi soffre lafame e a questo concorronol'aumento dei prezzi dei pro-dotti alimentari, la diminuzionedelle disponibilità economichedelle popolazioni più povere, illimitato accesso al mercato e alcibo. Tutto ciò mentre si con-ferma il dato che la terra puòsufficientemente nutrire tutti isuoi abitanti. Infatti, sebbene inalcune regioni permanganobassi livelli di produzione agri-cola anche a causa di mutamen-ti climatici, globalmente taleproduzione è sufficiente persoddisfare sia la domandaattuale, sia quella prevedibile infuturo. Questi dati indicanol'assenza di una relazione dicausa-effetto tra la crescitadella popolazione e la fame, eciò è ulteriormente provatodalla deprecabile distruzione diderrate alimentari in funzionedel lucro economico.Nell’enciclica “Caritas in veri-tate” ho osservato che "la famenon dipende tanto da scarsitàmateriale, quanto piuttosto dascarsità di risorse sociali, la piùimportante delle quali è dinatura istituzionale. Manca,cioè, un assetto di istituzionieconomiche in grado sia digarantire un accesso al cibo eall'acqua regolare e adegua-to…, sia di fronteggiare lenecessità connesse con i biso-gni primari e con le emergenzedi vere e proprie crisi alimenta-ri…".

La debolezza degli attualimeccanismi della sicurezza ali-mentare e la necessità di unloro ripensamento sono testi-moniati, in un certo senso, dallastessa convocazione di questoVertice. Infatti, nonostante iPaesi più poveri siano integratinell'economia mondiale piùampiamente che in passato,l'andamento dei mercati inter-nazionali li rende maggiormen-te vulnerabili e li costringe aricorrere all'aiuto delleIstituzioni intergovernative,che senza dubbio prestanoun'opera preziosa e indispensa-bile. Il concetto, però, di coo-perazione deve essere coerentecon il principio di sussidiarietà:è necessario coinvolgere "lecomunità locali nelle scelte enelle decisioni relative all’usodella terra coltivabile" (ibid.),perché lo sviluppo umano inte-

grale richiede scelte responsa-bili da parte di tutti e domandaun atteggiamento solidale chenon consideri l'aiuto o l'emer-genza come funzionali a chimette a disposizione le risorseo a gruppi elitari presenti fra ibeneficiari. Di fronte a Paesiche manifestano necessità diapporti esterni, la Comunitàinternazionale ha il dovere dipartecipare con gli strumentidella cooperazione, sentendosicorresponsabile del loro svilup-po, "mediante la solidarietàdella presenza, dell'accompa-gnamento, della formazione edel rispetto" (ibid., 47).All’interno di questo contestodi responsabilità si colloca ildiritto di ciascun Paese a defi-nire il proprio modello econo-mico, prevedendo i modi pergarantire la propria libertà discelta e di obiettivi ...

La fame è il segno più cru-dele e concreto della povertà.Non è possibile continuare adaccettare opulenza e spreco,quando il dramma della fameassume dimensioni sempremaggiori. Da parte della Chiesacattolica ci sarà sempre atten-zione verso gli sforzi per scon-figgere la fame; ci sarà l'impe-gno a sostenere, con la parola econ le opere, l'azione solidale -programmata, responsabile eregolata - che tutte le compo-nenti della Comunità interna-zionale saranno chiamate adintraprendere. La Chiesa nonpretende di interferire nellescelte politiche; essa, rispettosadel sapere e dei risultati dellescienze, come pure delle sceltedeterminate dalla ragionequando sono responsabilmenteilluminate da valori autentica-mente umani, si unisce allosforzo per eliminare la fame. Èquesto il segno più immediato econcreto della solidarietà ani-mata dalla carità, segno chenon lascia spazio a ritardi ecompromessi. Tale solidarietàsi affida alla tecnica, alle leggied alle istituzioni per venireincontro alle aspirazioni di per-sone, comunità e interi popoli,ma non deve escludere ladimensione religiosa, con lasua potente forza spirituale e dipromozione della personaumana. Riconoscere il valoretrascendente di ogni uomo e diogni donna resta il primo passoper favorire quella conversionedel cuore che può sorreggerel’impegno per sradicare lamiseria, la fame e la povertà intutte le loro forme.

VITA DA CANICase di periferiadove sopravvivereè battaglia quotidiana

Page 2: 5/2009 eco della rossa

VITA DEL SANTUARIOFLASH DI VITA PARROCCHIALE

2 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 5/09

V I V I A M OV I V I A M O I LI L NN AA TT A L EA L E

S. Martino

BATTESIMO

Dopo 50 anni

Natale mille luciGiornata Missionaria Mondiale

Festa S. Barbara

Cena solidale

La Caritas: esigenza per la comunità

CANTIANI EMMA - 20-9-2009

Domenica 8 novembre si sonoritrovati a festeggiare la loro mae-stra di un tempo, la signoraGiannina Scarabotti, gli alunnidi 50 anni fa componenti la “miti-ca quinta elementare” del 1959 diAngeli di Rosora. L’allegra com-

pagnia ha prima partecipato nelnostro Santuario alla Messa festi-va e poi ha completato la giorna-ta con il pranzo in un agriturismolocale. Brindisi augurali e scam-bio affettuoso e grato di piacevoliricordi.

Un “titere” (marionetta) per un sorriso

Piccoli artisti

4 dicembre: Messa alla Fatma con il nostro arcivescovo

5 dicembre 2009: insieme per aiutare

Nella storia del cristianesimosin dalle sue origini la caritàverso il prossimo è stata sempreperseguita fino alle estrememanifestazioni di amore per ilprossimo. La Chiesa, intesacome comunità dei fedeli, harealizzato varie ed immenseopere di carità; ospedali , asilidi mendicità, mense per i pove-ri, ricoveri per i viandanti, ospi-zi, case di riposo per gli anziani,scuole per l’infanzia ecc. Nonvi è settore sociale dove il biso-gno di aiuto e di conforto dellapersona umana non trovi l’aiutoe il sostegno cristiano.

“Amatevi gli uni e gli altricome io vi ho amati”: in questafrase evangelica troviamo laragione di vita del cristiano;tutti siamo chiamati a rimuovelo stato di bisogno, miseria esofferenza di coloro che senzal’aiuto della comunità non ce lapossono fare a ritrovare la spe-ranza nel futuro.

È quindi necessario che lacarità, quella intesa concreta-mente cioè con le opere, possaprendere forma ed essere gesti-ta in forma organizzata.Nell’ultimo secolo la Chiesa,tra le varie altre iniziative socia-li, ha creato la Caritas comestruttura organizzata che vaincontro ad ogni fragilitàumana, dalla povertà alla soffe-renza portando aiuto concreto econforto spirituale; un dono diamore che accoglie e non lasciasoli.

Nella recente storia delnostro paese si possono trovarele tappe fondamentali dellanascita della Caritas. Tra glianni quaranta e cinquanta ilmondo cattolico esprime sem-pre più chiaramente la sua sol-lecitudine per un rinnovatoimpegno dei credenti sulle “viecristiane della sicurezza socia-le”. Già Pio XII prima con laPCA (Pontificia CommissioneAssistenza) e poi con la POA(Pontificia opera di Assistenza)inizia ad occuparsi dellapovertà nelle sue varie forme; leparrocchie sono centri di smi-stamento degli aiuti degli allea-ti. La “carità” viene messa inrelazione alla “sicurezza socia-le” proprio in risposta ad unadiffusa esigenza di giustizia. La

carità dei cattolici, diventa nonsoltanto una possibile integra-zione di ciò che lo Stato nonriesce ad erogare come servizialle persone bisognose, ma necostituisce il motivo ispiratore.Fra i sostenitori di questa caritàrivolta all’intervento concretonel sociale figura di spicco fuLodovico Montini, fratello diquel Giovanni Battista chesarebbe divenuto arcivescovo diMilano e in seguito Pontefice,assumendo il nome di Paolo VI.Sarà proprio questo Papa nel1971 a sciogliere la PontificiaOpera di Assistenza e dare il viaalla Caritas così come ora noila conosciamo.

Oggi la Caritas italiana èl'organismo pastorale della Cei(Conferenza EpiscopaleItaliana) per la promozionedella carità. Ha lo scopo cioè dipromuovere "la testimonianzadella carità nella comunitàecclesiale italiana, in formeconsone ai tempi e ai bisogni, invista dello sviluppo integraledell'uomo, della giustizia socia-le e della pace, con particolareattenzione agli ultimi e con pre-valente funzione pedagogica"(art.1 dello Statuto).

Dopo queste riflessioni,anche in seguito alle decisioniprese dai consigli pastorali dellenostre Parrocchie di Serra SanQuirico, riteniamo utile enecessario avviare ed organiz-zare la nascita della Caritas alivello Vicariale. Per fare questoè sufficiente la buona volontà diquanti desiderano partecipare;un euro al mese per famiglia(0,03 centesimi al giorno, 12euro. in un anno) basta peraccumulare una risorsa signifi-cativa e dare il via all’attivitàdella Caritas. Possiamo gestirela Caritas con un appropriatocomitato che, di volta in volta,saprà valutare gli interventi daeffettuare, anche di concertocon gli Enti locali e le altreAssociazioni di volontariatopresenti sul nostro territoriocomunale. Se siamo animati dibuona volontà possiamo realiz-zare la nostra struttura dellaCaritas già a partire dal prossi-mo anno.

Domenico Zannotti

SABATO 19 DICEMBRE: ore 15.30 nel Santuario Spettacolonatalizio per le famiglie del catechismo parrocchiale

DOMENICA 20 DICEMBRENella S. Messa delle ore 10.30 benedizione dei bambinelli, per ipresepi di famiglia

MARTEDI’ 22 DICEMBRE Ore 17.30 Celebrazione penitenziale

GIOVEDI’ 24 DICEMBRE VIGILIA DI NATALETutto il pomeriggio il parroco sarà a disposizione per le confes-sioniOre 24.00 – MESSA DI MEZZANOTTECome tradizione, durante questa messa, LE OFFERTE raccoltesono per finalità caritative: quest’anno a favore dei poveri dellenostre realtà, secondo l’indicazione della Caritas diocesana.

VENERDI’ 25 DICEMBRE - NATALE DEL SIGNORESS. MESSE: ore 8.30; ore 10.15 (con Battesimo) – 17.30

SABATO 26 DICEMBRES. Messe orario festivo ore 10.30 – 18.00

DOMENICA 27 DICEMBRE:FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA ore 10.15 S. Messa: ricordo degli anniversari di matrimonioore 17.30 S. Messa

MARTEDI’ 29 ore 17.30 c/o Biblioteca comunale CONFE-RENZA DI NATALE sul tema: “Rapporto Palestinesi -Ebrei:quale speranza di pace ?” con il prof. Vittorio Massaccesi

GIOVEDI’ 31 DICEMBREore 18.00 – S. Messa e “Te Deum” di ringraziamentoore 20.30 – Cena di fine anno al teatro parrocchiale

VENERDI’ 1 GENNAIO 2010 FESTA DI S. MARIAMADRE DI DIO E GIORNATA MONDIALE DELLA PACESS. Messe ore 10.30 – 17.30ore 16.30 Adorazione di inizio anno

SABATO 2 GENNAIO : ore 18.00 Messa festiva della vigilia

DOMENICA 3 GENNAIO. GITA AI PRESEPIA Roma: visita Basilica di S. Paolo - mostra Michelangelo eMatteo Ricci (iscrizione c/o le Parrocchie)Nel Santuario normale orario festivo: SS.Messe ore 10.30 –17.30

6 GENNAIO - FESTA dell’ EPIFANIA GIORNATA DELL’INFANZIA MISSIONARIA MONDIALES. Messa unitaria per le due parrocchie di Serra nella chiesa diStazione ore 11.00 con i bambini e i ragazzi e le loro famiglie.Presiede la celebrazione Padre Enzo saverianoDopo la Messa nel teatro breve incontro con il missionario* Nel pomeriggio Messa ore 17.30** FESTA DELLA BEFANA Teatro parrocchiale ore 16.30:spettacolo, per bambini e ragazzi della zona.

DOMENICA 10 GENNAIO (Battesimo del Signore) termina ilperiodo natalizio.* Alle ore 16.30 a S. Quirico rassegna natalizia dei Cori par-rocchiali

DOMENICA 17 GENNAIOFESTA DI S. ANTONIO ABATE Pane benedetto e benedizione degli alimenti nelle SS. Messe delleore 10.30 – 17.30ore 12.30 pranzo comunitario al teatro parrocchiale** In questa domenica ricordiamo don Elvio Scipioni(† 14.01.1994)

14 – 25 GENNAIO Settimana di preghiera per l’unità deiCristiani

DOMENICA 24 GENNAIO* ore16.30, nel teatro parrocchiale un segno di fraternità:“merenda multietnica”- incontro con fratelli e sorelle di altripaesi che vivono e lavorano nel nostro territorio.

MARTEDI’ 2 FEBBRAIO Candelora – S. Messa ore 17.30

Natale è il giorno in cui Dio è pensato in tutto il mondo.Illumina molti cuori, anche i più duri,nelle abitazioni più povere il raggio di luce entra,occhi di bambini brillano per quel giorno.Il calore della Natività mette da parte ogni pensiero per il domani.La stella di Natale illumina la povera stalla,dove giace sulla paglia il Re del mondo.Che la luce di questo giorno accompagni per un anno intero,riscaldi i cuori di ognuno di noi.Tutte le nazioni del mondo,come le candele di Natale si uniscano.

Gesù è nato per la pace nel mondo,la luminosità della stella cometa toglie ogni male e dolore,accende una candela di speranza in ogni cuore.

Keller Christine

La nostra recente visitain Perù è stata un’esperien-za così forte da desideraredi condividerla con lanostra comunità parroc-chiale. L’idea è stata quelladi organizzare una “Cenasolidale” per mostrare foto-grafie e filmato e raccoglie-re l’offerta da inviare allaParrocchia di Lima “NostraSignora del cammino”,dove abbiamo verificatoche la situazione è di estre-ma difficoltà. Così sabato 5dicembre, di buon’ora lecuoche hanno incomincia-to, con la loro consuetaperizia e volontà, a prepa-rare. Il menu doveva esseresemplice, proprio per dareun taglio di essenzialitàanche alla nostra tavola.Ma le nostre cuoche sannofare i miracoli….! Eravamopiù di 60 persone: addirittu-ra c’era chi arrivava daBologna, dimostrando chenei cuori di tutti c’è l’atten-zione verso chi soffre. Nonè facile non pensare a chi èin difficoltà quando lanostra vita, pur piena diproblemi, non manca delnecessario perché sia vis-suta con dignità. Dopo illungo filmato che scorrevamentre cenavamo in alle-gria, al termine della cenaabbiamo proiettato le foto-grafie con la spiegazione didon Luigi, fotografo e repor-ter del gruppo (e di RadioCamerino) che ci ha deli-ziato con un breve ma viva-

ce commento. Don Italiopoi, altro componente delgruppo per oltre un decen-nio missionario in Perù, haillustrato, con l’aiuto di car-telloni, il lavoro svolto dainostri missionari diocesanied i progetti futuri dellecomunità da loro create.Sono stati ricavati euro1.200,00 con offerte ricevu-te anche da chi non avevapotuto partecipare allacena. Grazie di cuore a tuttie anche a chi tutto l’annooffre per questa parrocchialontana. Il nostro stareinsieme nel modo più sem-plice, da amici, ci ha fattocapire ancora una volta chel’esperienza missionaria ciunisce perché ci fa aprirealle necessità degli altri,superando le nostre angu-ste prospettive e i tantiegoismi che spesso carat-terizzano la nostra vita.Ringraziamo i sacerdotiche ci hanno dato l’oppor-tunità, di volare con la fan-tasia in Perù per qualcheora, fra paesaggi di straor-dinaria bellezza e calorosisorrisi di tante persone cheabbiamo incontrato. Anchese sarà difficile ritornarepresto in quei luoghi, pensoche l’idea di questa cenasia da ripetere perchè ènei poveri e negli ultimi cheritroviamo Cristo. E c’è chi,ancora oggi, porta la suastessa Croce.

Donata

Page 3: 5/2009 eco della rossa

5/09 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 3

ATTIVITA’ PASTORALIIl sorriso del BrasileMONDO GIOVANI

Il Claudio dai 700 figliE’ qui la festa!

Incontri giovani al via

In onore della Madonna di Loreto

CATECHISMO IN FESTA:Spettacolo di Natale

SABATO 19 DICEMBRE ORE 15.30Santuario Serra Stazione

* LECTIO DIVINA GUIDATADAL NOSTRO ARCIVESCOVO

Col Vangelo di Luca nella tenerezza di DioProssimi incontri d’ Avvento: ore 21.00Mercoledì 16 dicembre a Castelraimondo (S. Famiglia)Mercoledì 23 dicembre a Serravalle di Chienti

Domenica 29 novembre,prima domenica d’Avvento, èiniziato il nuovo anno liturgicoed è iniziato anche il camminodiocesano dei Cresimati: unpercorso fatto di quattro tappeche li accompagnerà durantetutto il nuovo anno pastorale,proprio perché non accada chei ragazzi dopo il sacramentodella Cresima non si rivedanopiù. Al salone del Seminario diCamerino, dove si è svolto ilprimo incontro, un buon nume-ro di ragazzi di diversa età,sedevano in cerchio insieme ailoro parroci, ai catechisti eanche a qualche genitore. I gio-vani dell’ACR (azione cattolicaragazzi) ci hanno accolto, conla loro vivacità e la passioneperché l’annuncio del Vangeloarrivi nei nostri cuori ancheattraverso canti animati e facilida imparare. I ragazzi sonosempre piuttosto timidi: ancorafreschi del percorso catechisti-co che da anni li ha visti insie-me, hanno un po’ timore di unir-si ad altri compagni. Proprioper vincere questa momenta-nea timidezza sono stati costi-tuiti “gruppi di lavoro” misti, conpartecipanti provenienti dallediverse parrocchie.L’argomento trattato sono stati idoni dello Spirito Santo, analiz-zati sotto forma di gioco. LoSpirito Santo nel momento cheirradia la sua grazia sui ragazzili arricchisce di doni che devo-no entrare nel quotidiano comestile di vita. Con la Cresima sidiventa responsabili in primapersona di una vita nuova in cuifinalmente siamo i protagonisti,ma con accanto una Personaspeciale che ci da forza ognivolta che un ostacolo si presen-ta sulla nostra strada.L’Arcivescovo, che è rimastocon noi per l’intero pomeriggio,ha spiegato in maniera profon-da ma accessibile ai ragazzi,che nei rapporti con la famiglia,con gli educatori, con il nostroprossimo la vita può esseredavvero straordinaria con l’aiu-to dei doni dello Spirito Santo.Tutti i ragazzi devono brillare diuna testimonianza che li distin-

gue: l’Amore di Dio per lorodeve essere evidente nella ret-titudine del loro comportamen-to. Decisamente un primoincontro interessante ancheper noi educatori, che cerchia-mo di stare vicino ai ragazzi,mettendoci in ascolto dei loroproblemi, ma anche condivi-dendone i successi e le gioie.L’omaggio consegnato ai giova-ni partecipanti alla fine delpomeriggio è stato un libro afumetti sulla vita di MatteoRicci, di cui ricordiamo i 400anni della morte: è la storia diquesto grande missionariomaceratese raccontata proprioin chiave giovanile. Chissà maiche qualcuno ne prenda esem-pio!

Verso sera, dopo un’abbon-dante merenda con i ragazzi diSerra San Quirico siamo stati atrovare le Clarisse alMonastero di Santa Chiara,che il nostro gruppo avevaconosciuto nel ritiro dellaCresima. Una visita inaspettataper loro, ma con un’accoglien-za sempre straordinaria. SuorChiara Laura e Suor LauraCristiana ci hanno deliziato diqualche canto, correggendo eincoraggiando anche le nostretimide esecuzioni. Insommauna vera festa questo primoincontro diocesano dei cresi-mati! L’impegno da parte nostraè di continuare, come già stia-mo facendo nella nostra vica-ria, il cammino post-cresima. L‘adolescenza è la prima grandeavventura della vita: facciamosentire ai nostri ragazzi chelasciarsi guidare dall’amore diDio Padre li aiuterà nella cre-scita ad individuare il vero pro-getto scelto per loro.

Grazie perché ogni occasio-ne di stare insieme ai ragazzi èanche per noi educatori unmomento di riflessione, di con-fronto e di crescita.

Buon cammino a tutti e arri-vederci al prossimo appunta-mento che sarà domenica 31gennaio a San Severino nellaparr. Don Orione.

Donata Cattaneo

Domenica 29 novembre si èsvolto a Camerino un incontro,dedicato a tutti i ragazzi delladiocesi cresimati nel corso del-l'anno. All'incontro abbiamo par-tecipato, pur non essendo inmolti, anche noi ragazzi di SerraSan Quirico, che lo scorso 21giugno abbiamo ricevuto i settedoni dello Spirito Santo tramite ilsacramento della Cresima.L'incontro è stato animato dagiovani della ACR (azione catto-lica dei ragazzi), che hanno offer-to accoglienza e animazione ainumerosi partecipanti con canti eballi. Dopo aver raccolto i nomi-nativi e gli indirizzi degli interve-nuti, si è proceduto alla forma-zione di cinque gruppi per svol-gere un piccolo "gioco dell'oca":al posto delle solite caselle eranopresenti i sette doni dello SpiritoSanto e altri simboli, intenti afarci riflettere se scelti con unlancio di dado. Se, ad esempio,un segnalino si fermava sullacasella "Timor di Dio", si cerca-

va di riflettere insieme sul signifi-cato del dono in questione conponderate riflessioni ed esempi.Concluso il gioco abbiamo ascol-tato le sagge paroledell'Arcivescovo FrancescoGiovanni Brugnaro, arrivatopochi minuti prima.L'Arcivescovo ha letto e spiegatoun famoso passo del Vangelo, "Ilgiovane ricco", prima di rispon-dere a qualche domanda di alcu-ni ragazzi incentrata, come delresto l'incontro in generale, suidoni dello Spirito Santo.Terminato l'incontro c'è stata unaricca merenda a base di dolci ebevande per tutti partecipanti;infine, in serata, siamo partiticonsapevoli di aver partecipatoad un bel incontro del dopoCresima. A questo punto nonrimane che dire "arrivederci al31 gennaio per il prossimo incon-tro a San Severino"! Proviamo,noi di Serra,a partecipare tutti.

Fabio Evangelisti

"Fate che il vostro spirito viporti sempre ad andare avantiper scoprire il mondo che vi cir-conda. Scoprirlo significheràper voi amarlo." Trattengo conqueste parole il ricordo, cosìgrande e vivo dell'esperienzamissionaria in Brasile da pocovissuta. Milano 4 Ottobre 2009:si parte!!!destinazione PortoAlegre!!! E' il momento di met-tere via la vita di tutti i giorni eimbattersi in questo viaggiotanto atteso!! Partiamo allavolta della terra “brasileira” contanta di quella emozione nelcuore, che trapela dagli occhi diognuno di noi. Chi partecipa perla prima volta, chi è ormai unveterano, ma tutti incondiziona-tamente abbiamo una fortemotivazione che attraversa ognisingola parte del nostro essere.Un circuito di sensazioni siinnesca dal primo contatto conla realtà di Porto Alegre e non cilascerà più. L'accoglienza bra-siliana ci offre subito, quasicome se fosse lì ad aspettare,un primo grande insegnamentoche porterò con me per sem-pre, una volta tornata: non c'ècosa più bella della semplicitàcon cui si dovrebbero costruiretutti i rapporti umani senza dif-ferenza di età, etnia, lingua, cul-tura o sfera sociale! C'è qualco-sa di speciale, quasi magiconell'incontro con persone chepur vivendo dall'altra parte delmondo, pur parlando una linguadiversa, pur soffrendo unapovertà indescrivibile ti fannosentire parte della loro vita eapprezzano qualsiasi cosa tufaccia. Anche un semplice sorri-so o una parola. Non dannoniente per scontato e sonoorgogliosi di poter parlare econdividere qualcosa con te.Dovrebbe essere sempre così,eppure sembra che noi, civiltàavanzata e potente neanchesappiamo come si faccia.L'incontro con le suore, con tuttii bambini e la comunità delCentro Social Antonio Gianelli(Sertao II) raffigura esattamen-te l'insegnamento di cui mitrovo a scrivere. Quei sorrisi,quegli occhi profondi che rac-contano una vita, quelle manineche si tendono verso di te, gliabbracci, i giochi, le canzoni.Un mondo colorato gioioso checome un'onda, cancella l'imma-gine di una distesa di povertàche fa da sfondo. Non potrò maidimenticare! Una realtà chenon si rassegna, che costruiscecon il poco che ha e lo fa contutto il cuore e la fede in Dio. E'questo il grande motore cheporta avanti la comunità dellafavela del Sertao II. Ed è unospettacolo incredibile, indimen-ticabile vedere come ognunocontribuisce con tutto se stes-so, con la speranza di poterdare un futuro migliore ai proprifigli e cercando di non dimenti-care mai il vero senso della vita.La nostra è stata una partecipa-zione spirituale a questo gran-de progetto di vita che nasce,cresce e allarga i confini dellasperanza nella favela. Una par-tecipazione che ci ha arricchitodi tanti valori, emozioni, sensa-zioni di cui non si può più fare ameno. Abbiamo portato la testi-monianza di quanti dall'Italiacontribuiscono con le numeroseadozioni a distanza, e abbiamovisto il frutto di questo gestocosì importante. Ci è stata inol-tre offerta la possibilità, durantela nostra permanenza, di cono-scere numerose altre realtà incui la miseria fa da padrona main cui l'amore per quel poco chesi ha è nettamente superiore.Realtà in cui nascono numero-se idee, iniziative ma dove sisente la profonda mancanza diun sostentamento economico

che possa materialmente con-cretizzare il tutto. Cito ad esem-pio la comunità dei “Catadores”.Un incontro indescrivibile congiovani e meno che passano laloro vita facendo lo smistamen-to dei rifiuti a mani nude perchéchiaramente, acquistare mate-riale necessario è impossibile,eppure attivano un processo diraccolta differenziata che fainvidia al più avanzato dei siste-mi di riciclaggio delle societàricche. Una comunità che pertogliere dalla strada bambiniche vivono tra i rifiuti, crede elotta per vedere riconosciutiquei diritti, che dovrebberoessere dati senza discrimina-zione alcuna ad ogni essereumano. Allo stesso modo mivengono in mente gli Indios. Unincontro con un popolo cosìantico, povero di tutto, costrettoa vivere in una riserva delimita-ta, eppure incredibilmentericco. Una ricchezza che è radi-cata all'interno delle loro anime,una sorpresa per me, abituata avivere in un mondo dove nienteè mai abbastanza! E comenon raccontare delle altre fave-las che abbiamo visitato. Unadistesa di fango, terra, barac-che di legno o poco più. Unoscenario che ha dell'inverosimi-le ma dove è tutto così male-dettamente reale che la primacosa a cui pensi è quanto noi,rispettiamo davvero poco lecose che abbiamo, noi cheviviamo nel mondo delle favole,dove tutto ci viene offerto cosìgratuitamente tanto che cidimentichiamo di quanto inrealtà sia importante.Importante è avere una casacon delle vere mura che ti pro-teggano, importante è avere lapossibilità di studiare, importan-te è sapere che domani la tuafamiglia sarà lì a parteciparealla tua vita, e non sarà costret-ta a separarsi per sopravvivere.Importante è considerare quan-to valore ha ogni cosa cheabbiamo. Importante è essereun bambino e poter dire diesserlo veramente. Importanteè avere la fortuna di poter vive-

re. Perché allora siamo così cie-chi e non la smettiamo mai dilamentarci? Il Brasile e tuttiquanti ho avuto l'onore di cono-scere là, mi hanno dato questagrande consapevolezza. Potreiscrivere all'infinito di tutto quel-lo che porto dentro da questaesperienza. Ringrazio il formi-dabile gruppo di missionari, lesuore tutte, la mia famiglia chemi ha supportato in questaprova di vita, e mi appello aigiovani come me, affinché capi-scano quanto è importantecogliere il senso della vita, ecombattere per i valori e peravere un'anima grande e piena,cosa che io sto scoprendo dopoaver visto la quotidianità in quelBrasile che porterò sempre nelcuore. "FORA DO IMPOSSI-VEL E' PRECISO FAZERTUDO" (“All’infuori dell’impossi-bile è necessario fare tutto”)

Marta Mantovani

Giovedì 29 ottobre, noiragazzi che abbiamo ricevutola Cresima, insieme ai nostriamici, che la faranno il prossi-mo anno, ci siamo incontrati inparrocchia e abbiamo parteci-pato ad una particolare lezio-ne di catechismo, fatta daClaudio Ratti, un missionariosimpatico e molto bravo cheviene da Lima. La nostra cate-chista, Donata, ci ha racconta-to che è sposato con unaperuviana e ha 4 figli. Ci haparlato un po’ scherzando econ delle barzellette che sca-tenavano risate abbondanti; ciha fatto capire molte cose,come ad esempio il ruolo cheha Don Michele nella Chiesa,cosa fa un missionario. Poicon il computer, ci ha proietta-to un video che ci mostrava lavita dei nostri coetanei a Lima.E alla fine lo abbiamo com-mentato. Noi ragazzi dei paesiricchi come l’Italia, se per casoci manca il cellulare nuovo ol’XBox, moriamo, invece aibambini di Lima basta un tam-burello o delle maracas, fattecon due bicchieri incollati, conil riso dentro per produrre ilsuono, per mostrare un sorrisogigante e degli occhi che bril-lano e ti dicono grazie. Beh…,in quel video si vedevanotante persone che si prende-vano cura di questi bambini etanti faccini sorridenti e feliciperché avevano delle personeaccanto. Claudio ci ha raccon-

totale ha circa 700 bambininelle zone più povere alla peri-feria di Lima. Abbiamo conclu-so con una merenda tuttiinsieme. Dopo questa espe-rienza spero che qualcuno dinoi abbia capito che è impor-tante il valore di ciò che abbia-mo. Non dobbiamo esseresuperficiali e scherzare sututto. Io ha capito che bisognaimparare a rispettare tutto,perfino una goccia d’acquache per noi è niente per queibambini è come l’oro.

Ilenia Tisba

Anche noi della primamedia siamo stati in compa-gnia del missionario ClaudioRatti. Nel video che ci hamostrato i nostri coetanei con-ducono una vita molto diversadalla nostra, ma nonostantetutto sono pieni di felicità ehanno sempre il sorriso stam-pato sul viso. Non essendo“molto fortunati” come noi,mettono gioia e serenità intutte le attività che svolgono;noi tutti ci siamo impressionatidall’entusiasmo di questi bam-bini/ragazzi e con la voglia disvolgere delle bellissimeesperienze e di imparare cosenuove. Oltre a questo, abbia-mo discusso di alcuni argo-menti ed espresso le nostreopinioni, abbiamo scherzato eraccontato barzellette diver-tenti…! Abbiamo concluso lagiornata con una merenda,

9 dicembre intorno al falò nella zona di Forchiusa

13 novembre: don Gianfranco guida la preghiera

tato un episodio curioso suc-cesso a Lima: una donna èvenuta all’asilo da lui gestitocon una bambina con le brac-cia paralizzate e non sapevapiù come fare, tanto da volerlaabbandonare. Claudio le hadetto di lasciarla lì nel suoasilo: da quel momento i bam-bini con handicap che lui assi-ste sono quasi 200 e ha crea-to spazi anche per loro. Neivari asili che ha costruito, conl’aiuto degli amici italiani, in

molto buona e siamo ritornatia casa felici di aver passato iltempo con un missionario.Anche l’esperienza del nostroparroco e della catechistaDonata, che hanno fatto pocotempo fa un viaggio in Perù, ciha trasmesso spirito e felicitàdi conoscere quei ragazzi. E’stata una giornata stupendache speriamo si ripeterà dinuovo.

Danila, Veronica,Ilenia e Giulia O.

Page 4: 5/2009 eco della rossa

4 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 5/09

IIIILLLL PPPPAAAAEEEESSSSEEEE PPPPRRRREEEESSSSEEEEPPPPIIIIOOOOPalazzo Bocci - Chiesa S. Quirico

Chiesa S. Filippo - Piazza della Libertà

MOSTRA DEI 100 PRESEPI(artigianato locale e internazionale)

XXII Edizione

NNAATTALEALE 20092009dal 25 dicembre al 10 gennaio 2010

APERTURA:Festivi/Feriali ore 15,00 - 19,00

Info: 0731 86004 - 86100

LA VOCE DI SAN QUIRICOBATTESIMINatale, Navidad, Christmas, Noël, Weihnachten, Natal ...

Alla Casa del Padre

Al mio secondo babbo

Il mio paese

Buon Natale

La gioia del canto

VIOLA MONTECCHIO, battezzata a S. Quirico il 28-6-2009, vive a Pechino con la sua famiglia, che ci ha invia-to questa foto, che ritrae la bambina nella sua chiesa.

MARK e MATTHEW ORTOLANI - 1-11-2009

MICHELE PICCIONI - 8-12-2009

ATTILIO PACIAROTTIn. 7-5-1918 † 1-11-2009

MARIA DOTTORIn. 28-1-1913 † 1-12-2009

DUILIO CARBINIn. 14-2-1925 † 25-10-2009

Ci manchi già immensamenteperché la tua presenza era pertutti noi un punto di riferimento.Nonostante la terribile malattiache ti dilaniava il corpo, nel tuoviso c’era sempre un sorriso pertutti noi, una frase scherzosa pernon farci preoccupare. Eri attac-cato alla vita, ai tuoi adorati figli,

ai tuoi amati nipoti ed anche ame che, anche se figlia acquisita,mi sono sempre sentita amata ecoccolata come da un veropadre. Ci mancherà il non potertipiù vedere con il tuo incederelento e silenzioso insieme al tuobastone per le vie di Serra, letue soste seduto sui muretti osulle scale del Comune. Alla bel-lezza di un fiore hai anteposto lagratitudine verso i militi dellaCroce Verde che tante e tantevolte ti sono stati vicini nei tuoimomenti di sofferenza. Ora peròil dolore non c’è più nel tuo corpoanche se è grande quello cheproviamo nei nostri cuori. Vegliasulla tua famiglia da lassù,abbraccia forte il mio babbo conil quale condividerai la vita eter-na, proteggi i tuoi quattro nipotiche erano la luce dei tuoi occhi esappi che quaggiù la tua quintafiglia acquisita non smetterà maidi volerti un mondo di bene.

Ciao mio dolcissimo secondobabbo.

ENRICO CANTIANIn. 5-8-1937 † 11-10-2009

TULLIO FOSSETTIn. 13-9-1931 † 2-11-2009

Cantare in un coro polifoni-co, per alcuni, rappresenta unagratificazione come poche.Ogni volta che ci si prepara alconcerto o al suono liturgico(con ore e ore di prove), si rin-novano la trepidazione ed ildesiderio di esprimere al meglionon solo il personale amore peril canto, ma soprattutto si ricer-cano i risultati di eccellenza e diperfezione, come la MaestraNorma Scialbini chiede adognuno di noi. Domenica 8dicembre il coro polifonico“Voci della Montagna” diDomo, in un riuscito ed apprez-

zato concerto pomeridiano, si èesibito nella Chiesa di S.Lucia,intonando all’ingresso il branodedicato alla Santa Martire del304 d.C. I canti del Natale conla dolce figura del Bambinosono entrati nel cuore degliattenti spettatori, emozionandocon le melodie comunicatedalle note, dalle voci, dallasapiente guida. Noi Coristi e laMastra, felici di aver saputo tra-smettere questa magnificaespressione umana, creatrice dimusica nell’arte della polifonia.

E.R.

Nel periodo, dopo la Festa di S. Lucia fino a Pasqua com-presa, tutte le Messe verranno celebrate nella chiesa parroc-chiale di San Quirico

SABATO 19 DICEMBRE: ore 15.30 nella Chiesa di Stazionespettacolo natalizio per le famiglie del catechismo parrocchiale

DOMENICA 20 DICEMBRE “Benedizione dei bambinelli”dei presepi in famiglia S. Messe ore 9.00 – 11.30

MARTEDI’ 22 DICEMBRE ore 19.00 sacerdote disponibilea S.Quirico per le confessioni

MERCOLEDI 23 DICEMBREore 16.00 S. Messa e festa di Natale per la comunità della Casadi riposo

GIOVEDI’ 24 DICEMBRE NOTTE DELLA VIGILIAore 23.30 preparazione alla celebrazione della notte Ore 24.00 MESSA DI MEZZANOTTE

VENERDI’ 25 DICEMBRE - NATALE DEL SIGNORESS. Messe ore 9.00 - 11.30 ore 9.30 alla Casa di RiposoAvvento di Fraternità: durante il tempo di Natale si raccolgo-no le offerte per l’aiuto ai poveri, secondo le indicazioni dellaCaritas diocesana. Quest’anno la raccolta è destinata alle situa-zioni di povertà del nostro ambiente.

SABATO 26 DICEMBRE SS. Messe con orario festivo ore9.00 – 11.30ore 17.00 Messa festiva della vigilia nella Casa di riposo

DOMENICA 27 DICEMBRE FESTA DELLA SANTAFAMIGLIASS. Messe ore 9.00 - ore 11.30: durante questa la celebra-zione si ricordano gli ANNIVERSARI DI MATRIMONIO

MARTEDI’ 29 DICEMBRE ore 17.30 nella sala dellaBiblioteca Comunale, in collaborazione con l’U.D.A., CON-FERENZA DI NATALE con il prof. Vittorio Massaccesi sultema “RAPPORTO PALESTINESI-EBREI: QUALE SPE-RANZA DI PACE ?”

GIOVEDI’ 31 DICEMBRES. Messa a S.Quirico ore 17.00 con “Te Deum” di ringrazia-mento

VENERDI’ 1 GENNAIO 2010FESTA DI S. MARIA MADRE DI DIO – GIORNATAMONDIALE DELLA PACEOrario festivo ore 9.00 – 11.30ore 9.30 nella Casa di riposo

SABATO 2 GENNAIO ore 17.00 S.Messa Festiva della vigi-lia nella Casa di riposo

DOMENICA 3 GENNAIO: GITA AI PRESEPI A ROMA: visita alla basilica di S.Paolo.- Mostra diMichelangelo e Matteo Ricci (prenotazioni in parrocchia)SS.Messe a S. Quirico ore 9-11.30

6 GENNAIO EPIFANIA – FESTA DELL’INFANZIA MIS-SIONARIA MONDIALE S. Messa ore 9.00 a S. QuiricoLa seconda MESSA UNITARIA per le due parrocchie diSerra, nella Chiesa di Stazione alle ore 11.00, con bambini,ragazzi e le loro famiglie. Presiede la celebrazione il saverianoP. Enzo. Dopo la Messa nel teatro parrocchiale breve incontrocon il missionario** Ore 16.30 FESTA CON LA BEFANA per i bambini delComune al teatro parrocchiale di Stazione

DOMENICA 10 GENNAIO (Battesimo del Signore): a con-clusione del Tempo natalizioore 16.30 a S. Quirico rassegna di Canti natalizi dei CORIparrocchiali

SABATO 16 GENNAIOS.Messa ore 17.00 Casa di Riposo ore 19.00 a Madonna delle Grazie di Forchiusa

DOMENICA 17 GENNAIO – SS. Messe ore 9.00 – 11.30Festa tradizionale di S. Antonio abateDistribuzione del pane benedetto e benedizione degli alimenti*Dal 18 al 25 Gennaio – Settimana di preghiera per l’unitàdei Cristiani

DOMENICA 24 GENNAIOAlle ore 16.30 nel teatro parrocchiale di Stazione incontro-merenda con i fratelli e sorelle di altri paesi che sono nelnostro territorio.

MARTEDI’ 2 FEBBRAIO Festa della Candeloraore 17.00 S. Messa a S. Quiricoore 19.00 a Madonna delle Grazie

Il “negozietto”addobbato

a festavi attendeper donisolidali

Il mio paese è come un anziano alpinoche ormai non scala più alte vette.Con una lunga cintura di pietra che,sfilata, lo supera di fianco. Lui ha il corpo piccolo e i suoi capellisono bianchi e folti, d’inverno,occhi verde pieno, d’estate.Lui dorme in salita e la sua testapoggia in un cuscino sofficea forma di curva. Un accogliente anziano che ti punge divertendosi come un bambino felice e, quando sei triste, basta che tocchi un suo muro cheti avvolgerà calorosamente consolandoti

Lorenzo Ferrini(II media Serra San Quirico)

E’ l’inverno che è arrivato,vento e pioggia l’hanno accompagnato,non più rondini nei cieli,soltanto corvi appollaiati al calduccio dei camini.L’incanto delle prime nevi,il Santo Natale festeggiamocon voci e canti:Alleluia, Gloria a Dio,davanti ad un presepe adoriamo il Messia,con propositi di carità.Auguro a tutti che in ogni cuore,regni l’amore, la pace e la felicità.Buon Natale a tutti.

Mirella

Page 5: 5/2009 eco della rossa

5/09 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 5

LA VOCE DI AVACELLIPiccole news“E’ già Natale” ...

occorre depilarsi

Notizie flashLa legge è uguale per tutti Incontro sul sociale

C come ATTILA

Direttore responsabile:Michele Giorgi

Redattori: Donata CattaneoLaura Corinaldesi, Teresa Giorgi

Eva-Edvige MartorelliLucia Scarabotti

Autorizzazione Tribunale di Anconan. 122 dell’8-5-1952

Stampanova - Jesi (AN)Via Abruzzetti, 12

Telefono (0731) 211639-211694Fax (0731) 211694

CROCE VERDEGiovedì 3 dicembre il

Comune di Serra San Quirico,nella persona del vicesindacoe Assessore ai Servizi SocialiCarlo Zampetti, ha convocatoun tavolo di consultazione peril piano di zona 2010/2012.All’incontro, oltre alResponsabile Ambito dott.Lamberto Pellegrini, eranostati invitati i rappresentanti delCentro Sociale Anziani,dell’Università degli Adulti,della Croce Verde, dell’Avis,della Coss. Marche, dellaCasa di Riposo, dell’IstitutoComprensivo, della Parroc-chia, dell’Auser Altavallesino,di Italia Nostra, dell’Associa-zione Teatro Giovani eOrganizzazioni Sindacali.

Dalle relazioni introduttive,tenute dall’Assessore e dalResponsabile d’Ambito, abbia-mo appreso che ci si avvia allaprogrammazione sociale delterritorio attraverso la stesuradi un Piano Sociale d’Ambito,con notevoli difficoltà finanzia-rie causa tagli del 30% avutinel 2009 e del 75% che siavranno nel 2010.

L’esperienza dei piani pre-cedenti ha evidenziato l’impor-tanza di valorizzare le risorsedel territorio creando reti per laridefinizione di strategie,necessità, finalità ed obiettivirelativamente ai servizi.

Le relazioni presentate nonhanno certamente creatoentusiasmo, e negli interventiche man mano si sono succe-duti sono emerse proposte erichieste da prendere seria-mente in considerazione,soprattutto quelle di:

Madre Cristina, Superioradella Casa di Riposo, dell’inse-gnante Rosella Corinaldesiper l’Istituto Comprensivo, del-

l’educatrice Graziella Argaliaper la Coss. Marche, la qualeha parlato anche nella veste dimadre, di Paola Brega perl’Università degli Adulti. I rap-presentanti della Croce Verdehanno ringraziato dell’invito,ricordando però di essere statidimenticati negli anni prece-denti; inoltre hanno fatto pre-sente all’Assessore Zampettiche sarebbe stato opportunoeffettuare questo incontroprima della seduta delConsiglio Comunale, avvenutail 30 novembre, perché in quel-l’occasione si è deliberato unimpegno di spesa per un sog-getto presente all’incontro.

Gli Amministratori Comu-nali, nei loro progetti, devonoessere mossi da principi di giu-stizia e di rispetto verso tutti.Infine abbiamo ribaditoall’Assessore Zampetti che ilvero volontariato è un servi-zio che viene effettuatosenza nessun tipo di com-penso.

Elvio Evangelisti

L A C R O C E V E R D EAUGURA A TUTTI I CITTADI-NI BUON NATALE E FELICEANNO NUOVO.

1) Ancora un fiocco rosa inCroce Verde: è nata AuroraLoroni, una bellissima bambi-na che è la gioia di mammaFederica e papà Simone.Augurissimi dall’intera famigliadella Croce Verde.

2) In occasione della gior-nata della sicurezza presso lescuole elementari dell’IstitutoComprensivo “ Don MauroCostantini” si sono svolte dellelezioni teoriche, tenute daimiliti volontari della CroceVerde sull’emergenza sanita-ria 118. Ai giovani allievi, parti-colarmente interessati, sonostati illustrati le nozioni basila-ri che permettono l’attivazionedell’emergenza in modo cor-retto e le soluzioni ai vari pic-coli incidenti domestici .

3) Nei mesi di ottobre enovembre si è organizzato,ancora una volta, un corso diprimo soccorso che ha visto la

Il 30 novembre, entrandoin un’aula del tribunale diFabriano, il mio sguardo sisoffermava su questa impo-nente scritta che giganteggia-va in una parete della sala,dove da lì a poco si sarebbepronunciato il Giudice diPace. Il Presidente dellaCroce Verde aveva presentatoricorso, chiedendo l’annulla-mento del verbale di contesta-zione di violazione del codicedella strada, redatto il 1 set-tembre del 2008, perché l’in-frazione rilevata dai vigiliurbani del Comune diFabriano: “ lasciava in sosta ilveicolo nello spazio riservatoalla fermata o alla sosta diveicoli per persone invalide” ,non era ritenuta giusta. Unaragazza di 19 anni, delServizio Civile, con un taxisanitario aveva accompagnatouna persona invalida all’ospe-dale, parcheggiando negliappositi spazi, rimediandouna multa di euro 89,70 e ladecurtazione di 4 punti dallapatente perché neo patentata.

Il Giudice di Pace, la

dott.ssa Lucia Gatti, dopoaver ascoltato le due parti contesi diverse ha emesso la sen-tenza, annullando il verbale edando di fatto ragione allaCroce Verde.

Abbiamo trepidato 14 mesiaspettando il giudizio; erava-mo sicuri di aver subito un’in-giustizia, il rammarico nonera tanto per la multa e ladecurtazione dei punti dellapatente, quanto per la preoc-cupazione che, militi volonta-ri i quali offrono quotidiana-mente il loro impegno infavore dei bisognosi , venisse-ro colpiti ingiustamente.Purtroppo la nostra gioia nonpuò essere condivisa daFrancesco, che non è più tranoi, ma siamo sicuri cheavrebbe gioito anche luiinsieme a questaAssociazione che ha semprecaparbiamente sostenuto.

Elvio Evangelisti

mo distribuendo calendari sulterritorio. Ringraziamo caloro-samente tutti coloro che con leloro offerte hanno aderito all’i-niziativa. Comunichiamo che ilricavato verrà destinato acoprire in parte la spesa perl’acquisto della nuova ambu-lanza per l’emergenza 118. Unringraziamento particolare vaal nostro SANTINO FRAN-COGLI ancora una volta capoesecutore dell’iniziativa.

5) Con l’inizio del nuovoanno si apre il tesseramentodei soci: la quota stabilita è dieuro 6,00 ( rimasta invariata).Tutte le persone interessatepossono ottenere la nuovatessera inoltrando richiestapresso la segreteriadell’Associazione.

6) Siete sensibili alla ricer-ca sul cancro?

Volete partecipare alladistribuzione sul territorio delle

partecipazione di 16 giovani.L’istruttrice Monica Massari hatenuto, con i suoi collaboratori,lezioni teoriche e pratiche conuna prova finale sulle manovredi BLS per il massaggio car-diaco.

4) Anche quest’anno stia-

arance della salute che si terrànel mese di gennaio? Giàdiversi comuni limitrofi hannorinunciato da tempo all’iniziati-va; vogliamo fare anche noi lastessa cosa?

Aiutateci ad aiutare.Contattateci allo 0731 86 789.

Ogni anno veniamo sor-presi dall’arrivo veloce delNatale. Il tempo passa: met-tiamo in moto tutto l’occor-rente per la festa. Poi ripo-niamo tutto dentro la scato-la,per il prossimo anno.

Ma il mondo, noi rimania-mo come sempre con i gran-di problemi che affliggonol’umanità : sopportati fatali-sticamente con estremadisinvoltura, soprattutto daquelli che stanno dalla partedei “più fortunati”.

Natale è festa di Dio,festa dell’Uomo,riportato alcentro dall’attenzione amo-rosa di Dio,celebrato nellasua dignità,proclamato casae segno di Dio tra noi. Perquesto il Natale ci dovrebbeportare a guardare oltre evedere le condizioni dell’u-manità oggi divisa in duegruppi: chi crepa per il trop-po mangiare e per noia,e chimuore per fame.

Questo ripropone a noiuna conversione delcuore,un diverso approcciodella scala dei valori,undiverso modo di pensare lacrescita,lo sviluppo,l’econo-mia,la natura.la terra….

Lo fa SERGE LATOU-CHE in “Breve trattato sulladecrescita”,in cui cataloga lecose da fare per dar vita adun circuito virtuoso chemuti la qualità di vita di tuttigli uomini( vi rimandiamoalla lettura preziosa di que-sto saggio).

E’ possibile cambiare? E’possibile salvarsi insieme?

Un dato è certo: è urgen-te “umanizzare “ l’ordineeconomico (= mettere alcentro di tutto, l’uomo, e nonil profitto,il denaro)

Tra i cristiani questo nonè un tema nuovo ( è addirit-tura una istanza evangeli-ca); ma si è sempre parlatonon di decrescita,ma di

regolarizzare la crescita alfine di realizzare “l’econo-mia al servizio dell’uomo”.Chi in questi anni sostieneche per raggiungere questoobiettivo occorre contenerei consumi,viene tacciato di“pauperismo evangelico”che deprime le masse.

Anzi viene istigata la logi-ca del “consumare comun-que”. Oggi ci sono per fortu-na persone libere comeAMARTYA SEN,che affer-mano che per uscire dallacrisi occorre affermare unanuova cultura dello sviluppoche include i valori di ugua-glianza,di solidarietà e gra-tuità. Amartya Sen elaboraindicatori di benesserediversi da quelli della cresci-ta. Oggi si ricorda un discor-so di Bob Kennedy(1968)che metteva in discussione ilPIL (= prodotto internolordo) in base al quale oggisi stabilisce tutto della vitadei popoli,da quello chemangi alla guerra.DicevaKennedy:” il Pil misuratutto,eccetto ciò che rendela vita veramente degna diessere vissuta”.

Oggi c’è finalmente chipropone di sostituire il PILcon il BIL (= BENESSEREINTERNO LORDO), o piùsemplicemente di DE-PIL-ARSI. Al di là delleparole,c’è sempre l’idea diuna crescita selettiva,cheperò presuppone un discer-nimento-LO SVILUPPOUMANO- opposto al consu-mare comunque e all’arric-chirsi ad ogni costo.

Per i cristiani vivere,incar-nare il Natale nella propriavita dovrebbe portare aguardare con interesse que-sta nuova via per umanizza-re il mondo ,per far festaall’Uomo.

D. Rosati – C. Magnani

Messaggiodel PresidenteRingrazio tutti coloroche hanno capito l’im-portanza di questaAssociazione e di con-seguenza, in tutti que-sti anni, si sono messia disposizione per aiu-tare le persone in diffi-coltà.

Il Presidente uscenteEmiliano Spaccia

- In occasione del Natale cisi propone di allestire il prese-pio: un presepio però che con-trasti quella assuefazione che fadei presepi qualcosa di anoni-mo, da vedere soltanto, insigni-ficante,da curiosare come aduna vetrina di negozio.

Vorremmo offrire un prese-pio da guardare,pensare e dapregare.

- Gli organizzatori delleassociazioni locali invitano tuttia brindare sotto l’ALBERO DINATALE

Allestito presso il centro delpaese. In tale occasione verran-no anche distribuiti doni ai piùpiccoli.

pre, previo accordo con l’inca-ricata (cell. 3339146110)

- Dall’8 dicembre al 6 gen-naio torna l’appuntamento conla solidarietà. Grazie alla ven-dita di prodotti e oggetti prove-nienti dai paesi del terzo mondoe realizzati artigianalmenteanche dai bambini: si può dareun piccolo contributo ai menofortunati.

- IL MERCATINO EQUOSOLIDALE,localizzato pressoil paese, è aperto tutti i giornidalle 17 alle 20 e la domenica( e feste) anche dalle 11 alle13.

- come ormai da anni, la par-rocchia di Avacelli dedicheràtutto il periodo dell’avvento edel natale, per pregare per tuttequelle persone del mondo chevivono nella povertà e nellaemarginazione e per raccoglie-re fondi per garantire ai cinqueragazzi dell’Etiopia adottatidalla comunità, cibo, salute,istruzione e un mestiere.

- Ci è giunta notizia certache sono ritornati nei pressi diAvacelli cinque lupi,che nelperiodo estivo erano emigratialtrove. La novità è che nelbranco sono stati avvistati trecuccioli.

Inoltre, mentre continua ladevastazione operata dai cin-ghiali, nonostante le battute dicaccia organizzate, si senteanche la notizia di caprioliuccisi, investiti dalle auto, chevengono amorevolmente soc-corsi e prelevati.

- la BIBLIOTECA inAvacelli organizza per il 9GENNAIO 2010 : “SEI PER-SONAGGI (di Arcevia) INCERCA DI AUTORE”: è unaserata di lettura di autori vari: èuna proposta culturale interes-sante, al fine di suscitare ilgusto e il senso della parola erivitalizzare la fantasia. Luogodi incontro: l’ex-asilo diAvacelli.

Si coglie l’occasione perricordare che in Avacelli (anche per tutte le persone cheabitano in paesi diversi) c’èuna biblioteca che mette adisposizione libri di ogni gene-re ed anche le ultime novitàlibrarie.

La Biblioteca è aperta ognivenerdi, ma è accessibile sem-

Premessa: riproponiamoquesto articolo (apparso giàpresso la mostra 2009 inAvacelli) il quale non haavuto grande risonanza; esoprattutto non ha avutorisposte di qualunque tipo: loripresentiamo perché possaessere visionato non solo daitre lettori , ma anche dalvasto pubblico del giornale.

Si dice che Attila, condot-tiero degli Unni (451 d.C.),soprannominato “flagello diDio”, fosse così violento che“ dove passava non crescevapiù erba”. Ebbene oggi, dallenostre parti, Attila è tornato:ma ha la faccia brutta di uncinghiale che dove passa tra-volge tutto, devasta, scava,mangia qualunque cosa, nonrisparmiando neanche i bulbidei fiori di montagna.

Dove “ lui” passa non solola natura è disastrata, maanche la “ cultura delle coltu-re” è messa in crisi: infatti iproprietari delle terre limitro-fe al parco si vedono devasta-re quotidianamente il grano,il girasole, gli ortaggi, l’ulivo,la vite…Così si arrendono, esi spegne la “ cultura dellaterra”.

Il cinghiale oggi è diventa-to una moltitudine di bestieche prolificano in un modosproporzionato al territorio incui sono stati volutamente “inseriti”.

Si, perché di questo si trat-ta: negli anni passati la lobbydelle armi, con l’appoggio dialcuni politici, ha pensato diincrementare i profitti e i votioffrendo ai cacciatori unnuovo “ giocattolo” con cuitrastullarsi… Oggi il gioconon è più controllabile (nonostante le continue battutedi caccia); e la devastazionedel bosco e dei campi conti-nua.

L’arrivo del lupo nel nostroterritorio non contiene l’au-mento progressivo dei cin-ghiali. I cambiamenti climati-ci e l’intervento sconsideratodell’uomo sugli equilibridella natura ( es: pesticidi)hanno favorito nuove presen-ze di animali (es: l’istrice) eprocurato la quasi estinzionedei rapaci.

Cosa fare?.... Spetta a chiha procurato i danni trovaresoluzioni. Presto. I cacciatorifacciano pressione presso chidi dovere, perché la situazio-ne non diventi irreversibile.Una sola cosa proponiamo:che la lobby delle armi italia-ne paghi danni e lavoro diripristino degli equilibri dellanatura del parco “Gola dellaRossa e di Frasassi”. E aipolitici responsabili del disa-stro procurato si tolga i vive-ri!

Per Associazione culturale“Avacellando”

Magnani Corrado

Page 6: 5/2009 eco della rossa

6 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 5/09

PARROCCHIADI S. LORENZO

Tel.0731/814866

cell. parroco 333 7206497

SERVIZI RELIGIOSI:

- Messe festiveore 10,00

- ore 11,15

- Messa prefestivaore 18,30

LA VOCE DI MERGO

50° di matrimonio

Festa S. Martino

Tornati alla Casadel Padre

Programma feste natalizie

Domenica 15 Novembre2009, in occasione dellaFesta di San Martino, com-patrono insieme a SanGiovanni Ap. Ev. , dellanostra Chiesa di Angeli,nella Messa solenne delleore 11,15 sono stati presen-tati alla ComunitàParrocchiale i Bambini diPrima Elementare chehanno voluto così iniziare illoro percorso catechistico.

Ecco i loro nomi: Cristian,Stefano, Marzia, Matteo,Chiara, Giampiero, Daniele,Mirco, Giovanni, Gabriele.

Sempre in occasionedella Festa di San Martino,alcune volenterose donnedella Parrocchia, sull’esem-pio del nostro Santo che ha

voluto dividere il suo mantel-lo con un povero, hannoorganizzato una “Pesca dibeneficenza” a favore dellefamiglie, rese ancora piùpovere dal terremoto, diPadang in Indonesia.

Sono stati ricavati 700Euro, una “goccia” nel maredei bisogni di quella poveragente: ricostruzione di case,Chiese e soprattutto scuoleper bambini costretti, anchenella cattiva stagione, sottole tende.

Un sincero ringraziamen-to a quanti hanno collabora-to; in particolare alla “Proloco”, che ha messo adisposizione uno “Stand”gratuito.

Teresa

Cari amici, insiemeal programma delleCelebrazioni Natalizie2009-2010 desiderofarvi arrivare gli augu-ri più cordiali per unSanto Natale e un feli-ce Anno.

Il momento che stia-mo vivendo non è deipiù felici, specie per lefamiglie che hannoperso il lavoro, ma lanostra carità sostenu-ta dalla forza risanatri-ce e l’irradiazione diluce che provienedalla presenza delVERBO fatto carne eche abita in mezzo anoi ci aiuterà a con-servare serenità nelmomento presente efiducia nell’avvenire.

Voi già sapete che ilmodo migliore percelebrare un SANTO

NATALE è aprire ilcuore ai nostri fratellipiù bisognosi, specieai più piccoli. Per que-sto anche per il pros-simo Natale, vi pro-pongo l’iniziativa cheportiamo avanti daalcuni anni: “AGGIUNGI UN POSTOA TAVOLA”, cioè con-dividere la gioia delNatale adottando adistanza un bambinobisognoso attraversoi Padri MissionariCappuccini diRecanati, che molti divoi già conoscono.

Così nel sorriso diquesti bambini potre-mo vedere quello diGesù.

E’ questo il BuonNatale che vi auguro!

Il Parroco

DOMENICA 20 DICEMBRE 2009Quarta di Avvento: Benedizione delle statuine di GesùBambino nelle Messe di orario.Ore 10,00 S.Messa Chiesa AngeliOre 11,15 S.Messa Chiesa Parrocchiale.Ore 15,15 S. Messa Casa di Riposo Salone con scam-bio di auguri con gli Ospiti della Casa di Riposo e leAutorità Comunali.

MERCOLEDI’ 23 DICEMBRE 2009: Liturgia peniten-zialeOre 17,00 Confessioni-S.Messa Casa di RiposoOre 21,00 Confessioni Chiesa Angeli.

GIOVEDI’ 24 DICEMBRE 2009: VIGILIA di NATALE -CHIESA ANGELIOre 17,30 S.Messa Casa di RiposoOre 23,30 Preparazione alla Santa MessaOre 24,00 Santa Messa di MEZZANOTTE

VENERDI’ 25 DICEMBRE 2009: NATALE DELSIGNOREOre 10,00 S.Messa Chiesa AngeliOre 11,15 S.Messa Chiesa Parrocchiale.

SABATO 26 DICEMBRE 2009: Santo StefanoOre 10,00 S.Messa Chiesa AngeliOre 17,30 S.Messa Casa di Riposo.

DOMENICA 27 DICEMBRE 2009: Santa Famiglia diGESU’ MARIA e GIUSEPPEFESTA DELLA FAMIGLIA (Anniversari di 25° 50° diMatrimonio)Ore 10,00 S.Messa Chiesa AngeliOre 11,15 S.Messa Chiesa Parrocchiale.

GIOVEDI’ 31 DICEMBRE 2009: Ringraziamento diFINE ANNOOre 17,30 S.Messa e Te Deum Casa di Riposo

VENERDI’ 1 GENNAIO 2010: MARIA SANTISSIMAMADRE DI DIOGIORNATA DELLA PACEOre 10,00 S.Messa Chiesa AngeliOre 11,15 S.Messa Chiesa Parrocchiale.

MARTEDI’ 5 GENNAIO 2010: Prefestivadell’EpifaniaOre 17,30 S.Messa Casa di Riposo

MERCOLEDI’ 6 GENNAIO 2010: EPIFANIA DELSIGNOREOre 10,00 S.Messa Chiesa AngeliOre 11,15 S.Messa Chiesa ParrocchialeOre 15,30 Omaggio a Gesù Bambino e Premiazione“Concorso Presepi”Chiesa Angeli

DOMENICA 17 GENNAIO 2010: Festa di S.AntonioAbateOre 10,00 S.Messa e Benedizione del Pane ChiesaAngeliOre 11,15 S.Messa e Benedizione del Pane ChiesaParrocchiale.

60° di matrimonio

Dedicato a Giancarlo

SAURO PAOLETTIn. 25-3-1954 † 12-11-2009

ADELE MAIOLATESIn. 20-4-1915 † 18-11-2009

ROSALBA FERRETTI ved. MICHELANGELETTIn. 5-5-1938 † 21-10-2009

PIERINA GALLUCCI ved. ANGELONIn. 9-10-1921 † 31-10-2009

STEFANINI MARIO e ROMAGNOLI MARIA - 11-10-2009

LOCCIONI AUGUSTO e ROSSI ELIDE - 23-10-2009

BARBARESI ALESSANDRO e CECCHINI ANNA - 25-10-2009

Nella frazione di Angeli e nelcentro Storico di Mergo si ètenuto, anche quest’anno, l’or-mai famoso “San Martì”; tutta-via vi è la sensazione che la tra-dizionale festa, pur al suo 20°anniversario, non sia ancorapienamente matura!

Questo appunto ci costa fati-ca e dispiacere, anche noiabbiamo lavorato per la buonariuscita della manifestazione edunque avremmo voluto sotto-lineare tale traguardo con mag-gior entusiasmo ed ammirazio-ne.

La delusione nasce dalla pre-senza, senz’altro di cattivogusto, di una capannina intito-lata: “Santuario San Martì, tuttisanti 2009” il cui scopo, eviden-temente, non era quello di ono-rare il Santo.

Nelle intenzioni, questacostruzione voleva forse ripro-durre, in tono “ironico”, unaChiesa, con tanto di simboli,

campanile con croce, iconeappese alle pareti e perfino can-delabri dai tratti originali.

Noi crediamo che non siacoerente festeggiare un Santo(perché è da lui che la festa traeorigine) e contemporaneamentedileggiarlo.

Quel Calice disegnato incima al tetto ci offende tutti.

Passateci questo “sfogo”,anche se non è nostra intenzio-ne condannare o “mettere alrogo” nessuno, neanche gliautori di questa trovata che,speriamo, abbiano agito senzamalizia.

Per questo il nostro senti-mento resta di fiducia, e conamicizia invitiamo quei ragazzia leggere la biografia del Santo;siamo convinti che se avesseroconosciuto solo alcuni episodidella vita di San Martino forselo avrebbero rappresentatodiversamente.

Lorenzo

Un piccolo uomo, un grande cuore,tutti disposto ad aiutare:con generosità si è prodigato,e in pochi hanno dimenticato.Gli abbiamo detto che era un gran “fesso”,ma lui era contento lo stesso,perché suo padre gli aveva insegnato che il bene fatto va presto scordatoe che, quando arriva la sera,dormi se hai la coscienza serena.Per quel suo parlare in tono acceso,troppo spesso è stato incompreso; ma ora vive in un mondo più giusto dove potrà rider di gusto,dove scherzare non è un reatoe quindi nessuno si mostra indignato,dove di certo potrà trovareun vero amico con cui parlare.Mentre a me resta il grande doloredi aver perduto il mio unico amore,il dolce compagno con cui avevo sognatodi vivere il tempo che il Signore mi ha dato.Con la sua tenerezza mi ha sempre protetta:-Allarga le braccia, tienimi stretta,non mi lasciare, stammi vicino,guidami sempre nel mio cammino,dammi la forza di continuare.ed insegnami, come te, ad amare!

Pita

Il “vero” San Martino

Page 7: 5/2009 eco della rossa

5/09 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 7

NOTIZIARIO DI CRONACACrocifissi e sentenzeLa Serra e la piazza che vorrei

La Serra che vorrei è quellasemplice e vera che ho avuto lafortuna di vivere all’inizio dellamia carriera di giovane daziere,la Serra, che oggi con languidanostalgia mi ritorna alla mente,così disturbata da tanti anni dicambiamenti socioculturali, chequasi stento a credere che queimagnifici periodi siano esistiti.Ricordo con chiarezza, o almenomi pare, che la solidarietà serrananei confronti dei propri simili eravera e nostrana, quasi tesa a sfa-tare quell’antica diceria divenutacome una maledizione che civuole: “gente da basto, da basto-ne e da galera”, appellativo ingiu-stamente affibbiatoci dal poetaAnnibalcaro.

Purtroppo nel tempo si è persoquel buon sapore che si respiravadella sana e disinteressata parte-cipazione popolare, ad ogni even-to che ci si proponeva, fosse essoil cinema in piazza o il semplicee rumoroso arrivo dei passeggeridel treno delle 18.30, trasportatial capoluogo dal caro “Ferrè”,autista del deserto (come amavadefinirsi), che abilmente posteg-giava il rombante e tintinnantebolide di ferro, nel suo garage dipiazza vicino al mio vecchio uffi-cio (dove oggi è sita l’edicola dipiazza), intrattenendo tutti con laspettacolare manovra che lascia-va con il fiato sospeso e che inpiù d’un’occasione veniva perfi-no sottolineata da un applauso.Chi è datato come me, ricorderàla memorabile giornata del nostrobel paesetto, nel pieno del suosplendore economico, che ci videapparire nel siparietto ante tele-giornale intitolato “Cronache ita-liane”, quando i canali della TVerano solamente due e rigorosa-mente in bianco e nero: fummoallora ospitati, non per cose spia-cevoli come purtroppo oggiaccade, ma ripresi in una giorna-ta di salubre gioia popolare intor-no alla, da tutti invidiata,”Festadel Calcione”. Chi non ricorda iltempo allegramente passato sullefredde scalette del Comune inattesa delle burle che solo gliamici di sempre sapevano regala-

decretava né vincitori, né vinti.Ricordo ancora il chiassoso vociodel popolo in festa nel giorno diSanta Lucia, o la affollata parte-cipazione alla Santa Spina cheesaltava l’amore e la venerazioneper questa antica reliquia, daparte di noi cattolici e non, macomunque serrani. I devoti pelle-grini che da tutti i paesi vicinialla Serra supplicanti, ci riteneva-no a ragione fortunati; ...”ariapulita, acqua bona, cielo azzurroe la ‘stazziò’ vicino, che più vole-te dalla vita, anche la Santa Spinadel Signore che vi proteggeavete!!.” Ricordo anche, conassoluta nostalgia, le nevicateassai copiose che costringevano,all’assunzione temporanea a curadi “Fiore da guardia”, degli spa-latori per provvedere all’aperturadelle rotte e allo sgombro dellestrade: semplici serrani, giovanivecchi e bambini che conclude-vano la bianca giornata tutti inpiazza per gustare il tè de Caccia,o il brulè de Sassetto, con il con-sueto riempimento di neve delnaturale contenitore che era (edè) la nostra storica fontana.Molto si potrebbe dire ancora diquei bei giorni trascorsi: sicura-mente bello sarebbe fissare in unlibro i momenti di vita vissuta,momenti gioiosi, ma bui dellastoria serrana. Certo è che queitempi non torneranno più. Maquel che mi rattrista è la certezzache non sarà possibile riprovaredi nuovo quella gioia dello stareinsieme per costruire un futurocerto a beneficio delle nuovegenerazioni. La solidarietà serra-na è finita come la nostra poveraeconomia locale; il popolo sem-pre più non comprende che l’ab-bondare economia stanziale portainevitabilmente alla rovinosachiusura degli esercizi, centrinaturali di aggregazione e fonteinesauribile di una miriade dibenefici indiretti che il solo pen-siero di non averli ci dovrebbe farrabbrividire. Perché non spen-diamo i nostri denari nel nostro,oggi povero, comune. Pensiamoforse che il piacere o la fortuna diavere un alimentari, un bar, uncalzolaio, un forno sia un patri-monio da poco? Perché nondiamo lavoro alle imprese localiformate da concittadini cosìcome fanno gli altri comuni?Perché chi lucra direttamente oindirettamente con i serrani, aSerra non spende. Coloro a cuidestiniamo parte delle nostrerisorse non vengono a Serra perprendere il caffè, comperare unsalame, acquistare un dolce,costruire la casa o prenderne inaffitto una. Come può un’econo-mia locale pensare di poter conti-nuare ad esistere se proprio chidovrebbe dare l’esempio, poichésocialmente impegnato, non attuauna sana politica del territorio.Ricordiamoci tutti che trovare laformula giusta per spendere aSerra, può significare ricreare untessuto economico destinato inmodo concentrico a crescere finoad autogestirsi: una piccola eco-nomia locale che potrà e dovràdare nuovamente soddisfazione acoloro che oggi hanno purtroppovoglia di gettare le armi, poichégiustamente sfiduciati sia dai cit-tadini che dalle istituzioni. Tuttivengono qui per vendere e nessu-no lascia un solo danaro nelnostro comune. Chiedete agliabitanti di Sant’ Elena, di Sasso,di Castellaro, quanto dolorehanno provato quando gli ultimicoraggiosi hanno deciso di chiu-dere le proprie attività, storichebotteghe che andavano sostenutecon tutti i mezzi, proprio perchéla loro funzione sociale era benpiù importante dei prodotti checommercializzavano. Ricreareun’economia del luogo può signi-ficare un’alternativa all’esodocontinuo verso altri comuni limi-trofi, dove questa filosofia econo-mica già da lungo tempo è stataattuata con benefici che sonosotto gli occhi di tutti. Questi iricordi e i pensieri che nostropadre, oriundo serrano ma grandeestimatore della gente del luogo,da lui sempre amato, ha volutocondiviso con me e con mio fra-tello pochi giorni prima dilasciarci e che abbiamo scelto diraccontare a voi, per ricordarecon le sue parole una Serra che,purtroppo, come lui, non c’è più.

E.R. R.L. G.L.

Appuntamentocon il medico

a cura della Dottoressa EDWIGE RIPANTI

Prima “Casa del Commiato”delle Marche

L’AVIS ringrazia

“Il Calcione”. Ma non è concorrenza

re. Chi non ha ripensato almenoper una volta con tanta tristezzaai “personaggi”, indiscussipadroni della piazza, simpaticicommercianti che con la loronaturale arte di intrattenitoriregalavano minuti di simpaticaallegria e gratuita euforia achiunque frequentasse questoluogo meraviglioso. Sono le sei,ricorda la campana della torrecomunale: il teatrino va ad inco-minciare, e la memoria corre condolcezza agli amici: Gino dePalamè, Quinto De Meo, Birillò,Sassetto, Giuffrida, Maria deAnnè, Clorinda, Lorè de Cantarì,Maria de Ernesto, Raschiò,Rosilio, Neno dù Sartù, Lucari,Santi, Zampetti, Teodora, Però,Caccià, Puzzona Porca, Nannina,Antò de Remigi,Martorelli,Edoardo, Ballo duBarbiere, Coppi, Galdi, ilBombardiere, Righetto deOlivanti, U Pariè, U fa Cocchio,Gino de Montesi, Bruno deClorinda, Peppe du Moru,Mattiacciu, Nanni de Zampetti,Adua, i fratelli Serini, Cardò,Roveti, Tiroli e tanti altri chesono passati, tutti allegri compa-ri, forse sì, stanchi della lungagiornata, ma appagati dalla sem-plice consapevolezza che tuttierano orgogliosi di essere serrani.Si palpava nell’aria il dispiaceredi abbandonare quell’agorà, con-tenitore naturale di tante vicendepaesane e lo si lasciava cercandodi essere gli ultimi solo dopo cheFerrè, incorruttibile, con la serra-ta della stridente serranda decre-tava inesorabilmente la fine dellagiornata in quel luogo di feliceincontro, con la sola voglia chearrivasse presto il giorno dopoper aprire prima degli altri in unasimpatica competizione che non

L’AVIS di Serra San Quiricoringrazia di cuore quantihanno aderito all’iniziativa “ildolce della solidarietà” (cheha avuto luogo come da varianni nell’ambito della Festa diS. Martino degli Angeli) equanti hanno collaborato conofferte in denaro. Anche que-st’anno la gente ha dimostra-to affetto vivo a questa istitu-

zione, che opera gratuitamen-te per il bene della collettività.Con le offerte e i dolci gene-rosamente pervenuti è stataraccolta la somma di euro803,50.

Essendo prossime le Festenatalizie, l’AVIS comunale diSerra S. Quirico augura unBuon Natale e un Felice AnnoNuovo a tutti.

L’informazione serranacresce, si apre a nuovi con-tenuti, nuovi sentori, inspera-te attenzioni. Nelle case deicompaesani è arrivato ilprimo numero di un giornaledal nome curioso ma familia-re, nel ricordare forse l’unicatipicità locale, gratuito e infi-lato in ogni cassetta dellaposta. Si propone comeperiodico della listaRinnovamento, “sconfitta”alle precedenti elezioniamministrative per 86 voti.Posso, pertanto, asserireche tale cartacea novitàamplifica la voce di metàdella popolazione. Diffondel’attività dei consiglieri comu-nali di minoranza, in ambitointra ed extra consigliare.Non solo, il cittadino puòricorrere a questo strumento,domandando richiesta dipubblicazione alla redazio-

ne. Annunciata la sua nasci-ta in campagna elettorale, ilprimo numero ed i successi-vi avvenire si delineanocome il mantenimento di unapromessa, anche se nonpossiamo avvalerci del titolodi maggioranza. Si tratta dipolitica, dunque, dei disagiche affollano la vita quotidia-na del comune. Non vuolecontrapporsi al qui presenteEco de la Rossa, che gode ditutto l’affetto possibile dei let-tori (il titolo dell’articolo nonlascia dubbi), occupando unposto irrinunciabile nel cuoredi tutti. Curato da giovaniredattori, viaggia sull’ondadella novità che ha travoltoSerra: qualcosa sta cam-biando e molto, molto anco-ra, cambierà.

Eva MartorelliConsigliere comunale

Rinnovamento

La decisione della Corteeuropea dei diritti dell’uomodi Strasburgo è contraddit-toria ed irragionevole a talpunto da sembrare surrea-le. Sulla sua infondatezzasono intervenuti in molti,usando una gamma diargomenti che vanno dal-l’antico e solenne "non pos-siamo non dirci cristiani" diBenedetto Croce al puro"buon senso vittima deldiritto" evocato dal leaderdel maggiore partito dellasinistra italiana. In quel cro-cifisso c’è la nostra storia ela nostra cultura.Basterebbe questo a rende-re contraddittoria l’idea ditirarlo via a forza dalle auledove si tramandano storia ecultura. E la contraddizionearriva al paradosso, se sipensa che è proprio daquella tradizione cristianache è nata l’idea stessa di“laico”. Prima di Cristo, lalaicità non esisteva: Cesaree Dio erano la stessa cosa.E fuori dal cristianesimo, ingrandissima parte, conti-nuano ad esserlo, con tuttele storture e le violenze che

a macchine e non ad esseriumani, a qualcosa che nonc'entra con il nostro io, conle sue esigenze ed eviden-ze, con il desiderio di tota-lità che rende uomo unuomo. A meno che non siriduca ai minimi termini lasua ragione (intesa appuntonon come mera razionalità).Per questo il crocifisso è unfatto che riguarda tutti. È’ unsegno religioso, chiaro. Madi una fede che abbraccia,non esclude. Che si offrealla libertà dell’uomo e lasollecita. Di ogni uomo,qualsiasi tradizione abbia."Non conosco altri segniche diano con tanta forza ilsenso del nostro umanodestino", scriveva vent’annifa un'autrice di padre ebreoe cultura di sinistra comeNatalia Ginzburg, in un arti-colo sull’Unità che varrebbela pena di rileggere per inte-ro, e magari spedire aStrasburgo. Perché c’è unaltro dato che colpisce diquesta vicenda. La senten-za arriva nello stesso gior-no in cui, di fatto, nasce lanuova Unione europea, conl’ultima firma sotto il Trattatodi Lisbona. Coincidenza,certo: la Corte non è ema-nazione diretta dell'Unione.Ma coincidenza infelice. Suqueste basi, l'Europa nonpuò fare molta strada. C’èqualcosa di insano – e nonda oggi – in questa tensio-ne della cultura occidentalea recidere le sue radici, atagliare i ponti con ciò chel'ha generata e ne sostiene,tuttora, il tessuto sociale ecivile. È’ l’utopia di potervivere i valori che fondanola nostra società – lalibertà, l'uguaglianza, lademocrazia, la stessa edu-cazione – svuotandoli dallaloro origine viva e reale, daciò che li ha generati: il cri-stianesimo. Anzi, Cristo.

Questo, in fondo, è ilnichilismo. Al posto di Dio, ilnulla riempito dalle regole edalle leggi a loro volta fon-date sull’interpretazionesoggettiva del giurista.Pensare che su questonulla si possano costruiredei rapporti umani, unasocietà, un’intera civiltà, èun'illusione. E non c'è illu-sione di cui la realtà, primao poi, non presenti il conto.

Avv. Romeo Ferrini

Centinaia di personehanno gremito, domenica10 ottobre, la prima “Casadel Commiato” delleMarche e del centro Italianel suo giorno inauguraleomaggiando con calore lafamiglia Bondoni, che haaperto questa struttura d’a-vanguardia a Castelplanio,progettata dall’architettoRiccardo Bucci e abbellitadalle quattro opere ineditedell’affermata artista mar-chigiana Simona Bramati.Nella hall della struttura ilvicesindaco Novelli,tagliando il nastro, ha porta-to i saluti dell’amministra-zione comunale mentre ilparroco don MarianoPiccotti ha officiato la bene-dizione. Molto toccante lapoesia declamata dall’attri-ce Barbara Marchettiaccompagnata all’arpa dalmaestro Elisabetta Patrizi.Al pubblico è stata aperta lasala più grande, denominata“Virgilio”, dove l’assessoreregionale al lavoro FabioBadiali ha portato il salutodel governatore dellaRegione Marche. GianMario Spacca. “La famigliaBondoni rappresenta lalaboriosità e la capacità diinnovare – afferma Badiali -che sono peculiarità di que-sta regione e di questoentroterra. Una famiglia-azienda che dal 1899 svi-luppa la propria attivitàreinvestendo in tecnologie,ricerca e qualità, prerogati-ve che servono, nel contestodi crisi globale che stiamovivendo, per essere pronti auna ripresa.” Motivazioni ed

esigenze che hanno portatoalla costruzione della Casadel Commiato sono statiillustrati da Marco Bondoniche ha sottolineato la fun-zionalità delle tre camereardenti, l’apertura ancheverso altre professioni reli-giose e l’efficienza rispettoa strutture pubbliche troppospesso sature e prive diriservatezza. Con orgoglioMarco ha presentato suofiglio Edoardo Bondoni, ilpiù piccolo della famiglia,che a soli 19 anni è entrato afar parte del gruppo conentusiasmo e voglia diimparare. Mario Bondoni, ilcapofamiglia, ha ricordato ilpadre Giovanni e il nonnoGuerrino, che hanno inizia-to l’attività, e poi ha elogia-to il ruolo degli altri compo-nenti della famiglia: Delia,sua moglie, i suoi figliGiovanni e Laura, edOrnella, sua nuora.

La “pietà” verso i caridefunti ha così un’occasio-ne in più per essere espressacon dignità e decoro.

Recentemente ho avuto noti-zia che alcuni studentidell’Università Politecnicadelle Marche hanno allestitouna raccolta firme per ottenerela dispensazione della cosiddet-ta “pillola del giorno dopo”senza obbligo di ricetta medica.Trattasi di prodotti ormonali adaltissimo dosaggio, atti adimpedire l’annidamento dell’o-vulo in utero, qualora sia statofecondato dallo spermatozoo,da assumersi entro 72 ore dalrapporto sessuale. Una richiestairresponsabile e avventata, privadi ragionevolezza, dettata daprecise posizioni politiche. Esono studenti di Medicina!Quindi ben consapevoli deipericoli che può correre unadonna privata di qualsiasi con-trollo medico e di valutazioniattente sul suo stato di salute osui rischi per gravi eventi, unavolta assunto il farmaco.Certamente negli ultimi decennisono cambiati i costumi e lamentalità delle giovani genera-zioni; ad esse, però, bisognadire che il problema non riguar-da solo il rischio di una gravi-danza, ma è una questione disalute pubblica, soprattutto nelcaso di rapporti occasionali,promiscui, spesso vissuti comefacenti parte di un determinatomomento di divertimento: seproprio non vogliamo affrontarel’aspetto etico e dire che il con-trollo della fecondità non passaattraverso vie sbrigative e insi-diose. La scelta contraccettiva ètutt’altra cosa; abbiamo di fron-te una vera emergenza, che stri-de con tutte le campagne di pre-venzione e d’informazione.Sempre più numerosi i sieropo-sitivi HIV, epatite B, epatite C;malattie veneree in crescita,infezioni da Papilloma Virus. Cirendiamo conto che è sempre ladonna a pagare il prezzo più

alto: certe decisioni scuotonol’esistenza femminile, l’interru-zione della gravidanza è unaferita che mai si rimargina.Perché l’animo, il cuore delledonne, è sempre uguale, dallanotte dei tempi, per le peculia-rità del loro esistere. In nome dicerte libertà si sacrificano esi-stenze, si condizionano vitefuture. Bene la decisione delMinistro della Salute che obbli-ga la somministrazione dellapillola abortiva solo in ambien-te ospedaliero, anziché la ver-sione “casalinga” fortementevoluta da contestatori politicisuperficiali e disinformati.Anche l’impegno educativodella Chiesa sui valori della per-sona e sulla promozione dellasalute è sempre un grande con-tributo per il bene comune e perla formazione dei giovani. Imedici devono dare tutto l’ap-porto professionale per limitareal massimo l’uso di queste pra-tiche. Se la decisione è comun-que irreversibile, che almeno situteli la salute femminile dagravi eventi, compresa unafutura sterilità o la morte.

Madonna del cardellino -Raffaelo (1506)

questo porta nella storia.Contraddittoria, quindi. Maanche irragionevole, cioèdestinata a censurare alcu-ni fattori. Perché il crocifissonon è "solo" cultura. È’segno del Mistero. Ha a chefare con il senso della vita econ il dramma del dolore.Offre a tutti un'ipotesi cheva oltre il nulla in cui tuttoandrebbe a finire.Estirparlo dalle aule scola-stiche, eliminare questadimensione e questa ipote-si vuol dire – questo sì –soffocare l’idea stessa dieducazione. A meno chenon si pensi all'educazionecome a qualcosa destinato

Page 8: 5/2009 eco della rossa

LA VOCE DI CASTELLARO8 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 5/09

Amore ... d’oro

Alla Casadel Padre

Geni si nasce ...VARIE ... VARIE ... VARIE ...

Una piccola grande esperienza In bocca al lupo alla nuova Pro-Loco

... Laureati si diventa

AA NANATTALEALEDOMENICA 20 DICEMBRE Ore 11.00 - S. Messa e Benedizione dei Bambinelli peri Presepi nelle famiglie

LUNEDI’ 21 DICEMBRE ore 17.00Celebrazione penitenziale

GIOVEDI’ 24 DICEMBRE VIGILIA DI NATALEOre 23.40 - Preparazione alla messa di Mezzanotte Ore 24.00 - SANTA MESSA DELLA NATIVITA’(Le offerte di questa messa saranno destinate alla carità:quest’anno secondo le indicazioni diocesane per i bisognidei poveri del nostro ambiente)

VENERDI’ 25 DICEMBRE - NATALE DEL SIGNOREOre 11.00 Solenne Santa Messa

SABATO 26 DICEMBRE Ore 17.00 Santa Messa festiva della vigilia

DOMENICA 27 DICEMBREFesta della Santa Famiglia Ore 11.00 S. Messa con ricordo degli anniversari dimatrimonio * La Messa sarà animata dal Coro “VOCI DELLAMONTAGNA” di Domo, per la 1° volta a Castellaro,che al termine eseguirà un breve concerto di cori nata-lizi

GIOVEDI’ 31 DICEMBREore 17.00 S. Messa festiva della vigilia e diRingraziamento di fine anno

VENERDI’ 1 GENNAIO 2009 FESTA DI MARIAMADRE DI DIO – GIORNATA MONDIALE DELLAPACE S. Messa ore 11.00

SABATO 2 GENNAIO: ore 17.00 S. Messa prefestiva

DOMENICA 3 GENNAIO: ore 11.00 S.Messa

MARTEDI’ 5 GENNAIO ore 17.00 S. Messa ore 18.00 “Venite bambini arriva la Befana”

MERCOLEDI’ 6 GENNAIO:EPIFANIA E GIORNATA MONDIALEDELL’INFANZIA MISSIONARIA ore 11.00 S. Messa con premiazione della mostra dei presepi* ore 16.30 spettacolo della Befana per tutti i bambini delterritorio al teatro parrocchiale di Serra Stazione

DOMENICA 17 GENNAIOFESTA DI S. ANTONIO ABATE S. Messa ore 11.00 Distribuzione del pane benedetto ebenedizione degli alimenti ore 12.30: Pranzo comunitario

MARTEDI’ 2 FEBBRAIO ore 17.00 – Celebrazionedella Candelora

Lo scorso 2 dicembre èstato eletto il nuovo direttivodella Pro-loco di Serra SanQuirico formato da: BoriaDaniele (Presidente). BocciLetizia (Vicepresidente),Fiorentini Francesco (teso-riere), Marsigli Denis (segre-tario), i consiglieri AdorisioLuca, Bocci Massimo,Gonnella Angelo Sante,Lucarelli Mara e ManciSilvia. L’obiettivo è quello didare valore aggiunto alnostro paese, ricco di patri-monio culturale e artistico

non sempre sufficientementevalorizzato.

Tutto questo sarà possibileanche con l’aiuto e la collabo-razione delle associazioni giàpresenti e consolidate.Ringraziamo tutti coloro chesi sono tesserati, raggiungen-do il numero di 110 iscritti,per aver dato fiducia ad unente che ha un glorioso pas-sato.

Auguriamo a tutti BuonNatale e Felice Anno Nuovo.

Il direttivo

Siete stati i figli di una guerra lasciata alle spalle,di un avvenire che vi apriva le porteverso un mondo diverso, che vi ha fatto crescere insieme.Vissuti negli anni in cui l’amore era romanticismo,corteggiamento, in cui l’amore era pudico ma autentico.La vostra casa nido d’amore e simbolo della famigliaseppur nell’umiltà offriva gioia e serenità.Tempo trascorso in compagnia,tanta fatica, tanto sudore per voi che avevate il cuore colmo di progetti e di speranze.50 anni di vita passata a crescere i vostri figliche vi hanno resi nonni,e che saranno la voce che racconterà di voi quando il tempo cercherà di scordarvi.Dai racconti sembra ieri che vi siete sposati,un soffio di tempo trascorso,50 anni a dirli son tanti,ma vissuti attimo per attimo,sono solo ricordi di pochi giorni fa.Grazie per lo splendido esempiodi questa grande storia d’amore.

NNAATTALEALE DEIDEI PICCOLIPICCOLIDOMENICA 20 DICEMBRE 2009

ore 14,30 - Piazzale Stazione per vestirsi da Babbo Nataleore 15,30 - Piazza: incontro con le autorità

ore 16,00 - Festa in palestra(tombola, musica)

Complimenti a

DEBORA FERRETTI

che si è diplomata l’8 luglio infumetto a Jesi e il 25 novembreha conseguito la laurea in indu-strial design in Ancona, congra-tulazioni da parte di tutta lafamiglia per il traguardo rag-giunto e per la tenacia dimostra-ta nell’affrontare le insidieincontrate lungo questo percor-so!

La famiglia

PAMELA MORONCI

si è laureata all’Università poli-tecnica delle Marche - facoltà diEconomia - corso di laureatriennale in economia e ammi-nistrazione delle imprese con latesi dal titolo: “Aspetti delricambio generazionale nei pro-cessi evolutivi dell’impresafamiliare”.

CHIESADI S. FRANCESCO

dal 5 al 20 dicembre

1a personaledi PIETRO BINI

pittore e scultore

A S. Elena: Coro della Polizia di Stato di Ancona

Sono tre anni che parteci-pato al pellegrinaggiodell’UNITALSI Marche (unio-ne nazionale italiana tra-sporto ammalati a Loretosantuari internazionali)dellaquale sono volontaria.Un’esperienza straordinariaal servizio dei malati e deglianziani, iniziata tre anni faquasi inconsapevole di ciòche mi aspettava,ma con lasperanza di sentirmi vera-mente utile. E così a settem-bre del 2007 mi sono ritrova-ta a bordo del lunghissimo”treno bianco”, insieme adaltri ragazzi che non cono-scevo,ma che ben prestosarebbero diventati mieicompagni “d’avventura”.Eccoci a Lourdes, luogodove le preghiere, i canti ,le

richieste di grazia allaMadonna, pronunciate intante lingue diverse, si fon-dono in un solo grande gridodi speranza e di pace.Pellegrini di ogni età, malati,volontari popolano ad ogniora del giorno quella umilegrotta. Ed è proprio ai malatie agli anziani che noi volon-tari unitalsiani dedichiamo ilnostro tempo, assistendolinel reparto ospedaliero,accompagnandoli alle variefunzioni, parliamo con loro,spesso stringiamo solo laloro mano o diamo unacarezza. Gesti semplici, chenon costano fatica ma nellostesso tempo riempiono ilcuore di serenità. Una sere-nità che guardando un bam-bino inchiodato su una sediaa rotelle ha lasciato postoall’imbarazzo. Imbarazzo pertutte le volte che mi sonolamentata per un niente o misono sentita infelice di averetutto… avanti alla sofferenzadi quel bambino, e di tantialtri malati, avanti ai loro“sorrisi silenziosi” che sem-bravano dirti ”coraggio!” queipensieri sono svaniti. E sonoproprio quei “sorrisi silenzio-si”,che ogni giorno mi dannola forza di amare e apprez-zare questo regalo che è lavita.

Alessandra P.

Ricordi d’estate: dolci venditrici di solidarietà

Fuoco in onore di Maria

JOLANDA TULLIOn. 4-8-1922 † 3-9-2009

“adeste fidelis laetitriumphantes….” Con questamusica in testa, di buona lenaieri e oggi mi adopero con manie piedi e fantasia a raccoglierepiù legna e frasche e avanzi dipotatura i alberi, e quanto pos-sibile…e fare un mucchio alsolito posto per la notte…quan-do passeranno gli Angelicomandati da Dio a trasportarein volo la Santa Casa di Gesù,Giuseppe e Maria nella nostra

terra marchigiana, la terra delloStato Pontificio, a Loreto, vicinocasa nostra; gli Angeli volano incielo e portano tutti insieme laSanta Casa, fatta di Pietre,pareti, tetto, murate insiemecon malta; con ricavata unastanza con finestre e porta ecc.ma non c’è il pavimento perchéai tempi di Gesù nelle casepovere il pavimento non ciusava, e forse la Famigliaaveva provveduto a metteretappeti. Così ragionando anda-vo per legna e procedevo conprudenza per il terreno bagnatoed ho fatto un bel mucchio; poiieri sera ad accendere il fuocoeravamo in tanti, primi i nipotiche hanno portato le miccettee i piccoli fuochi d’artificio ecc..quando il fuoco è diventato altoe giocondo e riscaldava erischiarava la notte, con preoc-cupazione ho pensato al dove-re della recita del SantoRosario in famiglia, maSusanna la nipote più piccolami ha salvato perché le è venu-to in mente che mi poteva aiu-tare…. “ nonno vado a prende-re il Rosario che ho io ….” Cosìquel dovere di dire Grazie alPadre è diventato felicità per lanipotina e per tutti.

Fulvio B.

PAGLIONIGUIDOePRIORIVALENTINA11-10-2009