33
ANNO XXII - N. 4 OTTOBRE-DICEMBRE 2009 ISSN 1121-1725 RIVISTA TRIMESTRALE DI DIRITTO PENALE DELL’ECONOMIA diretta da GIUSEPPE ZUCCALÀ A. ALESSANDRI, P. BERNASCONI Lugano, C. BERTEL Innsbruck, G. CASAROLI, I. CARACCIOLI, P. CONTE Bordeaux, M. DELMAS-MARTY Parigi, A. FIORELLA, G.M. FLICK, G. FLORA, F. HÖPFEL, A. LANZI, P. MANGANO, C.E. PALIERO, A. PAGLIARO, P. PATRONO, S. PROSDOCIMI, G. SCHIAVANO, K. TIEDEMANN Friburgo I. Br. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane S.p.a. - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Milano CONTIENE INDICI DELL’ANNATA

5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

  • Upload
    others

  • View
    1

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

ANNO XXII - N. 4 OTTOBRE-DICEMBRE 2009 ISSN 1121-1725

RIVISTA TRIMESTRALE DI

DIRITTO PENALE DELL’ECONOMIA

diretta daGIUSEPPE ZUCCALÀ

A. ALESSANDRI, P. BERNASCONI Lugano, C. BERTEL Innsbruck,G. CASAROLI, I. CARACCIOLI, P. CONTE Bordeaux, M. DELMAS-MARTY Parigi, A. FIORELLA,G.M. FLICK, G. FLORA, F. HÖPFEL, A. LANZI, P. MANGANO, C.E. PALIERO, A. PAGLIARO,

P. PATRONO, S. PROSDOCIMI, G. SCHIAVANO, K. TIEDEMANN Friburgo I. Br.

66

RIV

ISTA

TR

IMES

TRAL

E D

I DIR

ITTO

PEN

ALE

DEL

L’EC

ON

OM

IA

42009

Tari

ffa

R.O

.C.:

Po

ste

Ital

iane

S.p

.a. -

Sp

ed. i

n ab

b. p

ost

. - D

.L. 3

53/2

003

(co

nv. i

n L.

27/

02/2

004

n° 4

6) a

rt. 1

, co

mm

a 1,

DC

B M

ilano

CONTIENE

INDIC

I

DELL’ANNATA E 40,00

9!BMMCF>:QXRSXX!

ISBN 978-88-13-29349-9

5!;EE;;F:OOSXRS!

00100493

Page 2: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

Daniele Piva

assegnista di ricerca in diritto penalenell’Università degli Studi Roma Tre

RISCHIO PENALE PER L’«ALTRUI INTERFERENZA» E CUMULODI RESPONSABILITÀ NELLE ATTIVITÀ DI CANTIERE (*)

Sommario: 1. I c.d. rischi penali per le «interferenze» tra più violazioni: posizioni di garanzia e«cumulo» delle responsabilità. – 1.1. Segue: obblighi di cooperazione e coordinamentonella più recente legislazione antinfortunistica. – 2. La posizione del committente e la figu-ra del responsabile dei lavori: responsabilità «alternative» e non «cumulative». 2.1. Segue:rapporti tra committente (o responsabile dei lavori) e coordinatori dell’opera. – 3. Cumu-lo di responsabilità in regime di subappalto. – 4. Obblighi di cooperazione: ancora sullaresponsabilità del committente. – 5. Obblighi di coordinamento. – 5.1. La figura del coor-dinatore per la progettazione dei lavori. – 5.2. La figura del coordinatore per l’esecuzionedei lavori. – 5.3. (In particolare) il rischio di cumulo di responsabilità tra coordinatori. – 6.Cenni conclusivi sulle responsabilità dei datori di lavoro, dei dirigenti e dei preposti: la di-stinzione tra coordinamento «macro-organizzativo» e coordinamento «operativo».

1. – I rischi penali per le «interferenze» nelle attività di cantiere possonoessere di tre tipi: a) il primo è quello derivante dall’ingerenza esercitata daun soggetto sull’attività altrui: è il caso del committente o dell’appaltatoreche intervengano attivamente nell’organizzazione del cantiere esercitandopoteri direttivi pur in presenza, rispettivamente, di appaltatori o di subap-paltatori; b) il secondo è quello derivante dal mancato coordinamento traimprese operanti nel cantiere in regime di piena autonomia dirigenziale eorganizzativa, in cui il pericolo di violazione deriva proprio dal fatto che siagisce ciascuno all’insaputa dell’altro; c) il terzo tipo attiene, infine, alle in-terferenze tra più violazioni ascrivibili a soggetti diversi che converganocausalmente nella realizzazione di infortuni.

L’analisi si occuperà di questo terzo tipo di rischi, specie alla luce di al-cuni sviluppi dei più recenti orientamenti giurisprudenziali che a questi casifanno corrispondere un «cumulo» di responsabilità tra soggetti, tutti inve-stiti – sia pur a diverso livello – di una posizione di garanzia avente per og-getto la sicurezza dei cantieri, non sempre rispondente ai principi costitu-zionali e ai presupposti della responsabilità omissiva impropria (1).

(*) Testo, corredato di note, dell’intervento tenuto nel corso del Convegno «Responsabi-lità penale individuale e responsabilità degli enti negli infortuni sul lavoro» organizzato dal-l’A.I.D.P. (Associazione internazionale di diritto penale) – Gruppo Italiano Sezione GiovaniPenalisti, del 20 aprile 2009 in Roma, aggiornato alle modifiche intervenute con il d. lgs. 3agosto 2009, n. 106 (recante Disposizioni integrative e correttive del d. lgs. 9 aprile 2008, n.81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro).

(1) Su cui vedi, per tutti, Fiorella, Il trasferimento di funzioni nel diritto penale dell’im-

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 3: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

Nella più recente legislazione antinfortunistica, all’aumento esponen-ziale dei rischi di infortunio si fa infatti corrispondere la moltiplicazione deisoggetti destinatari, a diverso titolo, di funzioni di sicurezza: rispetto al mo-dello generale «quadripartito» (datore di lavoro, dirigenti, preposti, lavora-tori) si sono aggiunte altre figure (committente, responsabile dei lavori,coordinatore per la progettazione, coordinatore per la esecuzione dei lavo-ri), la cui presenza, obbligatoria o facoltativa che sia, è stata prevista esclusi-vamente in funzione di garanzia (2).

Sennonché, la logica della «responsabilità condivisa» può legittima-mente funzionare in relazione a meccanismi di responsabilità civile solidale(art. 26, comma 4, d. lgs. 81/2008) (3), ma non può certo condurre adun’estensione dell’imputazione concorsuale idonea a produrre scivolamen-

presa, Firenze, 1984; nonché, Carmona, Premesse a un corso di diritto penale dell’economia,Padova, 2002, 249 ss.;Grasso, Il reato omissivo improprio, Milano, 1983, 186 ss.;Mantova-ni, L’obbligo di garanzia ricostruito alla luce dei principi di legalità, solidarietà, di libertà e di re-sponsabilità personale, in Riv. it. dir. proc. pen., 2001, 337 ss.; Ramacci, Corso di diritto pena-le, Torino, 2007, 290 ss.; Sgubbi, Responsabilità penale per omesso impedimento dell’evento,Padova, 1975; Stile, Omissione, rifiuto e ritardo di atti d’ufficio, Napoli, 1974.

(2) Senza considerare la recente estensione della responsabilità degli enti collettivi ai reatidi omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commesse con violazione delle normesulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro (art. 25 septies, d. lgs. 8 giugno 2001, n. 231, in-trodotto dall’art. 9, l. 123/2007 e successivamente modificato dall’art. 300, d. lgs. 81/2008) sucui vedi, per tutti, Di Giovine, Sicurezza sul lavoro, malattie professionali e responsabilità de-gli enti, in Cass. pen., 3/2009, 1325 ss. Per una prima affermazione giurisprudenziale di que-sta responsabilità nel merito, v. Trib. Trani, sez. di Molfetta, ud. 26.10.2009 (dep. 11.1.2010),in www.rivista231.it, in cui il modello organizzativo della società che aveva appaltato lavori diripulitura e bonifica di container destinati al trasporto di sostanze pericolose non è stato rite-nuto idoneo a prevenire infortuni proprio per l’assenza di misure volte a garantire l’adempi-mento da parte del committente, dell’obbligo di controllare l’osservanza delle regole di pre-venzione da parte dell’appaltatore e di informarlo sui rischi specifici della prestazione ogget-to del contratto.

(3) Sul punto, cfr. anche Cass., sez. IV, 21.6.2005, n. 39388, in Cass. pen., 1/2007, 204,con commento di Ruggiero (Osservazioni a Cass. Pen. del 21 giugno 2005 N. 39388), secon-do cui l’art. 7, d. lgs. 494/1996 (trasfuso ora nell’art. 26, d. lgs. 81/2008), che impone un ob-bligo di cooperazione tra datore di lavoro appaltante e appaltatore per ciò che concerne l’os-servanza delle misure di prevenzione e protezione, ben può fondare una responsabilità civiledell’appaltante per gli infortuni incorsi a persone che da lui non dipendono, purché, perqualsiasi ragione, queste si siano trovate ad operare sul luogo di lavoro e che vi sia stato affi-damento delle opere appaltate all’interno dell’azienda, e cioè dell’unità produttiva di perti-nenza del committente: nel caso di specie, sulla base di questo assunto si confermò la condan-na dell’Anas, in qualità di responsabile civile in un processo per omicidio colposo, nel qualeerano imputati esclusivamente dipendenti della società che aveva preso in appalto opere diampliamento di una carreggiata autostradale. Su quest’ultimo aspetto, più di recente v. peròCass., sez. IV, 30.9.2008, n. 41815, in Riv. pen., 2/2009, 168, secondo cui la responsabilitàdell’appaltante per eventi lesivi derivanti dalla violazione degli obblighi ora previsti dall’art.26, d. lgs. 81/2008 va configurata come «responsabilità per fatto proprio non giustiziabile colmezzo della chiamata del committente in responsabilità civile nel processo penale avente adoggetto il fatto dell’appaltatore», sulla base di una corretta applicazione dell’art. 185 c.p.

938 ARTICOLI

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 4: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

ti verso forme di responsabilità «da posizione» (4). Peraltro, si tratta spessodi ascrivere la responsabilità antinfortunistica a soggetti (committente,coordinatore per la progettazione, coordinatore per l’esecuzione) che, nonessendo qualificabili come «datori di lavoro», risultano tendenzialmenteprivi dei poteri direttivi (art. 2086 c.c.), e quindi anche dei doveri tipici (art.2087 c.c.), della figura datoriale (5).

A tal fine – prescindendo dall’esame analitico di tutti i profili della legi-slazione vigente che sarebbe impossibile effettuare in questa sede – ci sipropone di passare in rassegna le diverse figure individuate dalla normati-va, al fine di verificare se e in quali casi l’interferenza tra le violazioni dei lo-ro presunti obblighi possa determinare un cumulo di responsabilità peromesso impedimento degli infortuni.

In via preliminare, è bene chiarire quali sono le premesse di metodo e dicontenuto da cui si muove.

Anzitutto, vanno escluse dall’ambito delle omissioni rilevanti in tema disicurezza dei cantieri tutte le ipotesi in cui la violazione degli obblighi dicooperazione e coordinamento si realizzi attraverso condotte «attive» (6):per fare un esempio, si pensi alla consegna all’appaltatore, da parte delcommittente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio.

Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive, presupponen-do che l’obbligo giuridico di impedimento sia inevitabilmente caratterizza-

(4) Sulle differenze tra responsabilità penale e responsabilità civile, specie in rapporto aiprofili inerenti l’accertamento del nesso casuale e della colpa, non può non rinviarsi, in questasede, a quanto di recente affermato da Cass., sez. un., 20.11.2007, in Foro it., 2008, c. 453.

(5) A questo riguardo, è interessante segnalare come, anche con riferimento ai profili pe-nalistici della disciplina, la giurisprudenza faccia ormai uso del criterio cd. «sostanziale» am-piamente diffuso in materia giuslavoristica (cfr., tra le tante, Cass., sez. lav., 18.4.2007, n.9264, in Guida lav., n. 24/2007, 29; sez. lav., 7.12.2005, n. 5495, in Guida lav., n. 20/2006, 36;sez. lav., 23.4.2006, n. 8307, in Foro it., 2006, I, c. 2451), secondo cui, ai fini dell’applicazionedelle norme relative alla sicurezza e l’igiene dei luoghi di lavoro, non è tanto rilevante il titoloformale del contratto o l’oggetto della prestazione, quanto il dato empirico della effettiva na-tura del rapporto: solo per fare un esempio, cfr. Cass., sez. IV, 16.1.2008, n. 7730, in Cass.pen., 12/2008, 4676 ss., riguardante la responsabilità di un parroco per lesioni colpose aggra-vate derivanti da un infortunio subito da un volontario nel corso del montaggio di alcuni telo-ni in vista della festa parrocchiale, in cui si afferma chiaramente che «l’approntamento di mi-sure di sicurezza e quindi il rispetto delle norme antinfortunistiche esula dalla sussistenza diun rapporto di lavoro subordinato» e riguarda anche «fattispecie di lavoro prestato per ami-cizia, per riconoscenza o comunque in situazione diversa dalla prestazione di lavoro subordi-nato, purché detta prestazione sia stata effettuata in un ambiente che possa definirsi “di lavo-ro”».

(6) Sulla rilevanza della non sempre facile distinzione tra reati commissivi e omissivi inmateria di infortuni sul lavoro, v. Blaiotta, Carichi esigibili e produttività, ma anche qualitàdel decidere e rispetto del codice, in Cass. pen., 6/2009, 2263 ss.

DANIELE PIVA 939

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 5: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

to dai requisiti della «specialità» ed «eccezionalità», e in conformità con lanota distinzione tra funzioni di garanzia e funzioni di sorveglianza (7), simuove dalla distinzione tra poteri a «diretta» efficacia impeditiva – checonsentono di bloccare immediatamente un processo causale infortunistico– e poteri ad efficacia impeditiva «indiretta», idonei ad agevolare soltantol’adempimento dell’altrui posizione di garanzia (8): poteri cui corrispondo-no, rispettivamente, la gestione dell’esecuzione dei lavori in cantiere e le di-verse funzioni di segnalazione, informazione, contestazione o controllo.

In questa direzione, particolare rilievo viene attribuito al contenuto og-gettivo degli obblighi, specie a quelli di coordinamento e di controllo, indi-viduando nella loro suddivisione in livelli (macro-organizzativo, organizza-tivo ed operativo) un tratto caratterizzante della disciplina vigente, costella-ta di obblighi di «secondo grado», come quelli di «verifica della verifica» odi «organizzazione» della cooperazione e del coordinamento. Obblighi lacui rilevanza ai sensi dell’art. 40 cpv. c.p. non può ricavarsi – come sembrafare la giurisprudenza che pure verrà esaminata – da una generica funziona-lità rispetto all’adempimento della garanzia di sicurezza (9).

Non si tratta tanto di negare ogni possibilità di un’applicazione con-giunta delle clausole di estensione della punibilità (40 cpv. e 110, c.p.), co-me si è pure teorizzato in dottrina (10), quanto di operare una ricostruzione

(7) Cfr. Fiorella, Il trasferimento di funzioni nel diritto penale dell’impresa, cit., 175 ss.;nonché Ronco-Ambrosetti-Mezzetti, Diritto penale dell’impresa, Bologna, 2009, 90 ss.;Zannotti, Il nuovo diritto penale dell’economia, Milano, 2008, 43; e, con particolare riferi-mento alle figure di amministratore e di sindaco di società di capitali, Pisani, Controlli sinda-cali e responsabilità penali nelle società per azioni, Milano, 2003, 12 ss.

(8) Sul potere di adempiere quale presupposto indefettibile dell’obbligo penalmente rile-vante v. Fiorella, Il Trasferimento di funzioni, cit., 203 s.; nonché, fra gli altri, Alessandri,voce «Impresa (responsabilità penali)», in Dig. disc. pen., VI, Torino, 1992, 202, 191 s., 277 s.,347 ss.; Giunta, La posizione di garanzia nel contesto della fattispecie omissiva impropria, inDir. pen. e processo, 1999, n. 5, 620 ss.; Pagliaro, Problemi generali del diritto penale dell’im-presa, in Indice penale, 1985, 17 ss.; Pisani, Controlli sindacali e responsabilità penale nelle so-cietà per azioni, cit., 43 ss.; Pulitanò, Posizioni di garanzia e criteri di imputazione personalenel diritto penale del lavoro, in Riv. giur. lav., 1982, IV, 181 s.; Id., Organizzazione dell’impre-sa e diritto penale del lavoro, in Riv. giur. lav., 1985, IV, 8 ss.; Stella-Pulitanò, La responsa-bilità penale dei sindaci di società per azioni, in questa Rivista, 1990, n. 2-3, 563; in senso par-zialmente diverso ma con gli stessi effetti pratici, v.Antolisei, L’obbligo di impedire l’evento,cit., 319, secondo cui il dovere di attivarsi presuppone senza dubbio la possibilità di compierel’azione comandata, mentre il potere di impedimento è presupposto della connessione causale.

(9) In tal senso v. Pisani, Posizioni di garanzia e colpa d’organizzazione nel diritto penaledel lavoro, in questa Rivista, 1-2/2009, 123 s., il quale, a fronte della «manipolabilità» cui ènotoriamente esposta la fattispecie omissiva impropria, ribadisce, anzitutto, la necessità di se-lezionare, tra gli obblighi giuridici di attivarsi, quelli che siano davvero idonei a fondarel’equiparazione tra agire ed omettere.

(10) Sul punto sia consentito in questa sede rinviare a Risicato, Combinazione e interfe-renza nelle forme di manifestazione del reato: contributo ad una teoria delle clausole generali di

940 ARTICOLI

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 6: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

delle sfere di responsabilità per la sicurezza nei cantieri sulla base del crite-rio della corrispondenza tra poteri e doveri. Ciò che impone di considerare:sul piano oggettivo, il rischio di un regresso all’infinito nell’imputazionecausale direttamente proporzionale al grado di «lontananza» del soggettodall’evento di infortunio (a seconda che si tratti di lavoratore, preposto, di-rigente, datore di lavoro dell’impresa affidataria o esecutrice, coordinatoreper l’esecuzione e la progettazione, committente o responsabile dei lavori);sul piano soggettivo, il rispetto dei principi di affidamento, autonomia especializzazione delle competenze in base ai quali, a fronte della nomina dipersona munita dei requisiti professionali eventualmente stabiliti dalla leg-ge e al di fuori dei casi di ingerenza, può legittimamente confidarsi nella effi-cace attuazione, da parte di questi, delle prescrizioni antinfortunistiche (11).

Infine, una precisazione terminologica riguardante i concetti di «coope-razione» e «coordinamento», che pure compaiono insieme tra le «misuregenerali di tutela» per la sicurezza nei cantieri (art. 95, comma 1, lett. g), d.lgs. 81/2008), a seguito delle modifiche da ultimo apportate con l’art. 63,comma 1, lett. b), d. lgs. 106/2009.

Premesso che entrambe le funzioni sono dirette a garantire, sia pur informa diversa, l’obiettivo prevenzionistico generale – ossia l’eliminazionedei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo in relazio-ne alle conoscenze acquisite in base al processo tecnico (art. 15, d. lgs.81/2008), con particolare riferimento a quelli derivanti dalle interferenzetra i lavori delle diverse imprese operanti nel medesimo cantiere – ed appu-rata la loro comune rilevanza giuridica nella forma prevalentemente omissi-va, mentre il significato del termine cooperazione rinvia all’«operare con al-tri» in rapporto di reciproca collaborazione, il concetto di coordinamentopostula anch’esso un reciproco scambio di informazioni (12) ma più marca-tamente finalizzato a prevenire il suddetto rischio di interferenze e riguar-da, ad esempio, l’utilizzo comune di infrastrutture, mezzi e servizi di prote-zione collettiva (art. 2, comma 2, lett. f), e 4, comma 4, d.P.R. n. 222/2003).

incriminazione suppletiva, Milano, 2001, e ai riferimenti bibliografici ivi riportati; nonché aLeoncini, Obbligo di attivarsi, obbligo di garanzia e obbligo di sorveglianza, Torino, 1999,353 ss.

(11) Sul punto, non è del tutto superfluo precisare che il parametro del giudizio di ade-guatezza degli incarichi non coincide con le difficoltà della realizzazione dell’opera, bensì conl’attuazione delle misure prevenzionistiche ovvero con quanto necessario per eliminare e, oveciò non sia possibile, ridurre al minimo, il rischio di infortuni: sicché, a nulla rileverebbe diper sé l’aver selezionato persona di grandi capacità ed esperienza in rapporto ad un’operadalla semplice esecuzione, non essendovi necessariamente corrispondenza tra la complessitàdel lavoro e il rischio di infortunio.

(12) Art. 6, lett. d), direttiva 92/57/cee e già l’art. 6, par. 4, direttiva 89/391/cee.

DANIELE PIVA 941

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 7: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

Nessun particolare chiarimento impone invece il concetto di controlloche pure talora compare accanto a quello di coordinamento (o anche comeoggetto di quest’ultimo) (13), in guisa di ispezione o vigilanza, ogniqualvoltasi tratti di verificare l’applicazione o il rispetto di disposizioni specifiche(art. 92, comma 1, lett. a), d. lgs. n. 81/2008).

1.1. – Date le premesse, è necessario evidenziare il rilievo particolar-mente significativo attribuito ai profili organizzativi nella più recente nor-mativa a tutela della sicurezza nei cantieri, che introduce obblighi ulterioririspetto a quelli già stabiliti nella normativa di base, i cui rapporti vanno re-golati secondo il principio di specialità (14).

In sostanza, all’aumento dei rischi da interferenze nei cantieri è seguitala moltiplicazione degli strumenti di prevenzione, attraverso l’introduzionedi obblighi operativi o procedimentali «speciali» non sempre coordinati, vi-sta la diversa tipologia, dimensione e pericolosità delle attività che rientra-no nella sfera di applicazione della disciplina ai sensi dell’art. 88, d. lgs.81/2008 (15). Si muove, cioè, dalla costatazione di rischi ulteriori e diversida quelli derivanti dalla organizzazione delle singole imprese, che richiedo-no di essere considerati in via autonoma e fronteggiati attraverso misure di«secondo livello» a carattere macro-organizzativo, la cui idoneità preventi-va presuppone un’applicazione fin dalla fase progettuale.

In tale contesto, la normativa non si limita ad introdurre obblighi dicooperazione e coordinamento – peraltro già presenti nella normativa dibase in tema di affidamento di lavori in appalto (art. 7, d. lgs. 626/1994,attualmente corrispondente all’art. 26, d. lgs. 81/2008) – ma finisce colconfigurare obblighi di organizzazione della cooperazione e del coordina-

(13) Art. 6, lett. e), direttiva 57/92/cee.(14) In tal senso deponevano già: l’art. 1, comma 2, d. lgs. 494/1996, che stabiliva l’appli-

cazione congiunta della normativa sui cantieri e di quella contenuta nel d. lgs. 626/1994, conla prevalenza delle sole disposizioni specifiche introdotte col provvedimento più recente;nonché, a titolo particolare, l’art. 17 del medesimo decreto (oggi trasfuso nell’art. 104, d. lgs.81/2008) volto a disciplinare le modalità attuative di obblighi già previsti nel d. lgs. 626/1994.Attualmente, la questione trova univoca soluzione nell’art. 298, d. lgs. 81/2008 secondo cui«quando uno stesso fatto è punito da una disposizione prevista dal titolo I e da una o più di-sposizioni previste negli altri titoli, si applica la disposizione speciale».

(15) Senza considerare l’ulteriore necessità del coordinamento derivante dall’applicazio-ne congiunta con la disciplina del Titolo I del Testo Unico. A questo proposito si consideri, atitolo esemplificativo, la sussistenza di un duplice livello di misure «generali» di tutela (artt.15 e 95, d. lgs. 81/2008), cui si aggiungono, secondo una scala di progressiva specializzazionee concretizzazione della prevenzione, misure costruite in funzione di specifici obiettivi di ga-ranzia (art. 108), regole sulla attuazione nei cantieri di obblighi altrove stabiliti (art. 104), ov-vero disposizioni specifiche incentrate su determinati adempimenti, puntualmente circoscrit-ti (artt. 113 e 116).

942 ARTICOLI

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 8: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

mento, le cui modalità sono specificate nell’apposito piano previsto all’art.101 (16).

Nel contempo, in conformità col principio di determinatezza si raffor-zano i tratti di tipicità di una responsabilità per la difettosa organizzazionegenerale della sicurezza nei cantieri, attraverso la definizione normativa dialcuni dei suoi elementi costitutivi (17): si pensi alla «idoneità tecnico-profes-sionale», intesa come il possesso di capacità organizzative, nonché disponi-bilità di forza lavoro, di macchine e di attrezzature, in riferimento ai lavorida realizzare (art. 89, lett. l), quale oggetto di apposita valutazione da partedel committente o del responsabile dei lavori nei confronti delle impreseesecutrici e dei lavoratori autonomi in relazione alle funzioni o ai lavori daaffidare (art. 90, comma 9) (18); o alle «scelte progettuali e organizzative» ef-fettuate dal progettista dell’opera in collaborazione con il coordinatore perla progettazione, rispettivamente nel campo delle scelte costruttive, dei ma-teriali da impiegare e delle tecnologie da adottare, e in quello della pianifi-cazione temporale e spaziale dei lavori (art. 1, lett. a), d.P.R. 222/2003).

2. – Per comprendere come al fenomeno delle interferenze tra più viola-zioni si faccia per lo più corrispondere, in giurisprudenza, un cumulo di re-sponsabilità per tutti i soggetti obbligati a svolgere, a diverso titolo, funzio-ni di sicurezza nei cantieri, valore emblematico assume l’applicazione delladisciplina sui lavori affidati in appalto, con riferimento alla responsabilitàdel committente, ora definito quale «soggetto per conto del quale l’interaopera viene realizzata, indipendentemente da eventuali frazionamenti dellasua realizzazione» (art. 89, comma 1, lett. b), d. lgs. 81/2008).

Occorre premettere che, prima dell’intervento dell’art. 7, d. lgs. 626/1994 sull’affidamento di lavori interni all’azienda o all’unità produttiva e,soprattutto, del d. lgs. 494/1996 avente ad oggetto tutti i cantieri mobili otemporanei con determinati requisiti dimensionali (19), si riteneva che l’au-

(16) Su cui vedi anche art. 2, comma 2, lett. g), d.P.R. 3.7.2003, n. 222, recante il Regola-mento sui contenuti minimi dei piano di sicurezza e coordinamento, in attuazione dell’art.31, comma 1, della legge 11.2.1994, n. 109.

(17) In generale, sul ruolo delle norme penali «interpretative», si veda Ramacci, Introdu-zione all’analisi del linguaggio legislativo penale, Milano, 1970, 129 ss.

(18) Requisito che, in caso di lavori privati, si considera soddisfatto mediante presentazio-ne da parte delle imprese del certificato di iscrizione alla Camera di commercio, industria eartigianato e del documento unico di regolarità contributiva, corredato da altre autocertifica-zioni. Sui contrasti sorti in merito alla interpretazione del medesimo concetto, sotto il vigoredell’art. 7, d. lgs. 626/1994, v. Bacchini, La sicurezza dei lavori in appalto, in ISL, n. 9, 1998,465.

(19) Per un commento a tale decreto v., tra gli altri, AA.VV., La sicurezza del lavoro. Com-mento al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, a cura di Galantino, Milano, 1995; De

DANIELE PIVA 943

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 9: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

tonomia organizzativa dell’appaltatore comportasse la sua esclusiva re-sponsabilità in materia antinfortunistica (20), potendo il committente ri-spondere in concorso solo nel caso in cui avesse scelto un soggetto inade-guato o avesse esercitato – personalmente o attraverso la nomina di un pro-prio direttore dei lavori – un’ingerenza nella organizzazione del cantiere, aldi là dei controlli di cui all’art. 1662 c.c. (21) o della mera sollecitazione al-l’osservanza delle norme di sicurezza (22). Fermo restando che, facendo levasoprattutto sull’art. 2087 c.c., nel caso di appalti aziendali interni si affer-mava, comunque, l’obbligo di assicurare all’appaltatore un ambiente di la-voro sicuro, di informarlo sui rischi specifici ivi esistenti e di compiereeventualmente opere provvisionali necessarie a garantire la sicurezza. Men-tre nel caso di appalti plurimi o «scorporati» si riconosceva un obbligo diintervento del committente, limitatamente al coordinamento necessario afronteggiare i rischi derivanti dall’interferenza di più operatori (23).

Come già detto, proprio al fine di garantire una prevenzione «speciale»dei rischi da interferenze nei cantieri, il legislatore ha voluto progressiva-mente rafforzare gli obblighi di coordinamento del committente, rappor-tando la loro violazione al piano della responsabilità per la difettosa orga-

Falco, Il decreto legislativo 14 agosto 1996, N. 494 e la sicurezza nei cantieri, in Cass. pen.,10/1997, 2931 ss.Guariniello, Il diritto penale del lavoro nell’impatto con le direttive CEE,in Dir. pen. e processo, 1997, n. 1, 83 ss.;Loy, La tutela della salute nei luoghi di lavoro, Padova,1996;Montuschi, Sicurezza del lavoro e responsabilità penale, in Giur. lav., 1996, n. 2, 97 ss.

(20) In tal senso v., per tutte, Cass., 1.7.1985, in Giust. pen., 1986, 306. Per un approfon-dimento sull’evoluzione normativa e giurisprudenziale si veda, infine,Venafro, La disciplinasui cantieri alla luce del nuovo diritto penale del lavoro, in Dir. pen. e processo, 2005, n. 5, 635-642; Id., Sicurezza e responsabilità nei cantieri. Analisi giuridico sistematica del DL n. 494/96coordinato con il DL n. 626/94. Responsabilità e sanzioni, Milano, 2000.

(21) V. Cass., sez. IV, 18.6.2009, n. 36581, in dejure.giuffre.it (d’ora in poi DJG); sez. IV,6.7.2005, in Dir. prat. lav., 2006, 521; sez. IV, 11.7.2001, n. 35823, in Mass. giur. lav., 2002,406; e, già in precedenza: Cass., sez. IV, 15.12.1998, n. 2800, in questa Rivista, 1999, 828;Cass., 18.10.1990, in Cass. pen., 1992, 242; Cass., 10.10.1991, in Dir. prat. lav., 1991, 3131;Cass., 23.5.1986, ivi, 1988, 1250; la stessa regola si applicava al caso di subappalto totale deilavori: Cass., 3.3.1998, in Riv. pen., 1998, 727; Cass., 20.4.1995, ivi, 1996, 398; Cass.,5.7.1990, in questa Rivista, 1991, 1243. Nel senso che l’eventuale margine di discrezionalitàconferito all’appaltatore o al direttore di lavori non esclude di per sé la colpa concorrente, an-che sotto il profilo eziologico, del committente, v. Cass., sez. III, 24.4.1992, in Giust. pen.,1993, II, 357 (s.m.).

(22) V. Cass., sez. IV, 14.12.2000, n. 3516, in questa Rivista, 2001, 768 e in Cass. pen.,2002, 1146.

(23) Cfr. Cass., sez. IV, 15.12.1998, n. 2800, cit.; Cass., 9.11.1989, in Riv. pen., 1989, 788;Cass., 26.4.1989, in Mass. giur. lav., 1989, 671; Cass., 26.6.1986, in Riv. pen., 1987, 888; Cass.,5.7.1990, ivi, 1991, 659; Cass., 13.10.1989, in Mass. giur. lav., 1990, 68. Peraltro, l’eventualeviolazione di obblighi antinfortunistici da parte del committente non è comunque idonea adesonerare da responsabilità l’appaltatore, il quale non abbia sollecitato gli adempimenti che siassumevano mancanti, rifiutandosi, nelle more, di eseguire le opere commissionategli: cfr., intal senso, Cass., sez. IV, 13.11.2008, n. 47485, in Guida al dir., 2009, 11, 63.

944 ARTICOLI

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 10: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

nizzazione generale piuttosto che a quella connessa all’esercizio delle singo-le attività di cantiere: distinzione, quest’ultima, già accolta nella previgentenormativa antinfortunistica di base in cui, specie attraverso la selezione diobblighi indelegabili da parte del datore di lavoro (art. 1, comma 4 ter, d.lgs. 626/1994, attualmente art. 17, d. lgs. 81/2008), si esprimeva la concen-trazione nel vertice di una responsabilità per l’organizzazione complessivadell’impresa (o di una sede secondaria o ramo particolare), quale cardine diun sistema generale e meglio strutturato delle responsabilità penali in mate-ria (24).

Tali obblighi – posti tutti, in via alternativa, in capo al committente «o»al responsabile dei lavori (25) – sono attualmente elencati all’art. 90, d. lgs.81/2008 e sanzionati al successivo art. 157. Tra questi, cui si aggiungono gliobblighi di notifica preliminare (art. 99) e di trasmissione (art. 101), parti-colare rilievo assumono: la nomina dei coordinatori per la progettazione eper l’esecuzione dei lavori (26), nei casi di presenza di più imprese esecutri-ci, anche non contemporanea (art. 90, commi 3 e 4), a meno che non si trat-ti di lavori privati esclusi dall’obbligo di richiesta del permesso a costruirein cui l’impresa affidataria non abbia subappaltato parte dei lavori (comma11 e art. 92, comma 2); la comunicazione dei loro nominativi alle impreseaffidatarie e/o ai lavoratori autonomi (comma 7); la verifica della idoneità

(24) Così Fiorella, I principi generali del diritto penale dell’impresa, in Trattato di dirittocommerciale e di diritto pubblico dell’economia, a cura di Galgano, vol. XXV, Il diritto penaledell’impresa, a cura di Conti, Padova, 2001, 132 s. In argomento v. anche Ronco-Ambroset-ti-Mezzetti, Diritto penale dell’impresa, cit., 64:Marra, Prevenzione mediante organizzazio-ne e diritto penale. Tre studi sulla tutela della sicurezza sul lavoro, Torino, 2009, 166 ss.

(25) Peraltro, a conferma del rapporto di alternatività tra le responsabilità del committen-te e quelle del responsabile dei lavori, depongono anche diverse disposizioni correttive conte-nute nel recente d. lgs. 106/2009: l’art. 58, comma 1, lett. a), che definisce quest’ultimo come«il soggetto che può essere incaricato dal committente per svolgere i compiti ad esso attribuiti dalpresente decreto»; l’art. 61, comma 1, lett. c), secondo cui la segnalazione cui è tenuto il coor-dinatore per l’esecuzione ai sensi dell’art. 92, comma 1, lett. e), va effettuata non più congiun-tamente ma alternativamente al committente «o» al responsabile dei lavori (ove nominato);l’art. 62, comma 1, lett. b), che aggiunge il committente al responsabile dei lavori tra i soggettinon esonerati, ai sensi dell’art. 93, comma 2, dall’adempimento di determinati obblighi antin-fortunistici in conseguenza della mera designazione dei coordinatori per la progettazione eper l’esecuzione dell’opera. Non appare pertanto condivisibile quanto già affermato in Cass.,sez. III, 22.6.2006, n. 29138, in Cass. pen., 1/2008, 360, secondo cui, pur essendo posto l’ob-bligo di nomina dei coordinatori per la progettazione e l’esecuzione dei lavori in via alternati-va in capo al committente o al responsabile dei lavori, in caso di mancata nomina entrambi in-correrebbero in responsabilità penale.

(26) La cui mancanza determina, secondo i più recenti orientamenti giurisprudenziali, laresponsabilità del committente anche nel caso in cui, dopo l’affidamento dei lavori ad un’im-presa, l’esecuzione degli stessi sia stata subappaltata a più imprese: in tal senso v., per tutte,Cass., sez. IV, 30.9.2008, n. 42131; Trib. Torino, sez. IV, 27.3.2009, entrambe in DJG.

DANIELE PIVA 945

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 11: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

tecnico-professionale delle imprese affidatarie e dei lavoratori autonomi(comma 9, lett. a) (27).

Sennonché, «rompendo gli argini» entro cui si era mosso l’interventonormativo, la giurisprudenza ha indifferentemente attribuito a tali obblighiuna generale funzione di garanzia ai sensi dell’art. 40 cpv. c.p., individuan-do nel committente «il perno intorno al quale ruota la sicurezza nei cantie-ri» (28). Al punto che, se nei confronti dell’appaltatore rimangono senz’altroapplicabili tutti gli obblighi di sicurezza ora riferiti ai datori di lavoro (artt.26, comma 2, e 96, d. lgs. 81/2008) diretti alla tutela dell’incolumità dei la-voratori e dei terzi sia nel corso dell’esecuzione dei lavori che nei periodi disospensione (29), il committente è ritenuto corresponsabile dell’infortuniodovuto alla consegna di un ambiente di lavoro in condizioni pericolose (30)ovvero responsabile in via esclusiva ove manchi un appaltatore unico inca-ricato della realizzazione di tutte le opere edili affidate ad una pluralità dipiccole imprese non aventi i requisiti minimi per l’attuazione delle misuredi sicurezza (31).

Da questo punto di vista, un possibile profilo di ambiguità della disci-plina poteva semmai derivare, prima della sua soppressione avvenuta conl’art. 62, comma 1, lett. a), d. lgs. 106/2009, dall’art. 93, comma 1, d. lgs.81/2008 che, riportando integralmente quanto già stabilito dall’art. 6, com-ma 1, d. lgs. 494/1996 come modificato dal d. lgs. 528/1999, escludeva dalnormale effetto di esonero per il committente le responsabilità connesse al-la verifica degli adempimenti degli obblighi di cui agli artt. 90, 92, comma1, lett. e) e 99. Laddove, in attuazione dell’art. 7, comma 1, della Direttiva

(27) Per un inquadramento della responsabilità del committente per la violazione di que-sto obbligo di verifica nei termini dell’omesso impedimento del reato altrui, v. Cass., sez. IV,14.1.2008, n. 8589, in Cass. pen., 3/2009, 1232, secondo cui, peraltro, l’eventuale colpa del-l’assuntore dei lavori (nella fattispecie, un muratore esperto già in pensione, zio della personaoffesa) o della vittima non è affatto idonea ad interrompere il nesso di casualità tra l’evento ela violazione delle norme sulla scelta dell’impresa.

(28) Cass., sez. III, 25.1.2007, n. 7209, in DJG; sez. III, 7.7.2003, n. 28774, in Mass. giur.lav., 2003, 884 e in Dir prat. lav., 2003, 1983; analogamente già Cass., sez. III, 19.8.1999, n.11813, in Cass. pen., 2002, 1143. In argomento v., fra i tanti, Lorusso, Sui rapporti fra com-mittente ed appaltatore in tema di sicurezza sul lavoro, in Mass. giur. lav., 1997, I, 676;Maran-do, Sicurezza del lavoro e responsabilità nell’appalto, nel contratto d’opera e nella gestione deicantieri edili, in Resp. civ. prev., 1998, 33 ss.; Morgante, Le posizioni di garanzia nella pre-venzione antinfortunistica in materia d’appalto, in Riv. it. dir. proc. pen., 2001, 88; Cottinel-li, Attuazione della direttiva sulle prescrizioni minime di tutela nei cantieri temporanei o mobi-li. Il commento, in Dir. pen. proc., 2/1997, 230; Palladini, Responsabilità di committente edappaltatore in materia di sicurezza sul lavoro, in Mass. giur. lav., 2001, II, 1278; Stolfa, Sicu-rezza nei cantieri: prime riflessioni, in ISL, 1997, 230 ss.

(29) V. Cass., sez. IV, 5.6.2002, n. 31445, in Ambiente e sicur., 2003, 7, 56.(30) V. Cass., sez. IV, 15.3.2007, n. 19372, in Guida al dir., 2007, 28, 72 (s.m.).(31) V. Cass., sez. IV, 11.7.2001, n. 35823, in Riv. pen., 2002, 44.

946 ARTICOLI

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 12: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

52/97/cee (32) il comma 2 stabilisce, parallelamente, che la designazionedei coordinatori per la progettazione e per l’esecuzione dei lavori non eso-nera il committente – così come il responsabile eventualmente nominato –dalle responsabilità connesse alla verifica dei loro adempimenti (art. 91,comma 1 e 92, comma 1, lett. a), b), c), d).

Si era infatti sostenuto, in dottrina, che in tal modo il legislatore avessevoluto configurare forme di responsabilità svincolate dall’accertamento dicoefficienti minimi di culpa in eligendo o culpa in vigilando, in contrasto colprincipio di affidamento (33) e apparentemente sottratte ad un giudizio dirimproverabilità personale diverso da quello fondato sul mero fatto di rive-stire una determinata posizione (34).

Nondimeno, ad un’attenta analisi la tesi qui prospettata non sembravatrovare riscontro anche prima della riforma avvenuta col d. lgs. 106/2009,fermo restando che, anche ove sussistano più interpretazioni possibili,avrebbe dovuto senz’altro privilegiarsi quella costituzionalmente orientata,idonea a ricondurre l’incriminazione entro i confini del principio di perso-nalità.

Anzitutto, sembra potersi dubitare a livello sistematico dell’assunto –da cui implicitamente muoveva la tesi in oggetto – secondo cui i rapporti tracommittente e responsabile dei lavori sarebbero inquadrabili nei terminidel trasferimento di funzioni (35), sebbene in tal senso deponga un recenteindirizzo giurisprudenziale, in base al quale le funzioni trasferite al respon-sabile dei lavori devono essere indicate in un atto di «delega» comunque di-stinto (anche laddove incorporato nello stesso documento) da quello di«nomina» (36).

Piuttosto, il tipo di coordinamento a carattere «macro-organizzativo»che, nella più recente normativa, contraddistingue la posizione del commit-

(32) V. Che testualmente recita: «Qualora un committente o un responsabile dei lavoriabbia designato uno o più coordinatori [...] ciò non lo esonera dalle proprie responsabilità inmateria».

(33) Su cui vedi ampiamente Mantovani, Il principio dell’affidamento nel reato colposo,Milano, 1997, spec. 245 ss.

(34) In argomento Veneziani, Infortuni sul lavoro e responsabilità per omesso impedi-mento dell’evento: problemi attuali, in questa Rivista, 1998, 525 ss.; Cottinelli, Commento,cit., 231.

(35) Cfr. Soprani, La delega di funzioni al responsabile dei lavori, in A&S, 14/2009, 64 s.;nonché, già in precedenza, Bacchini, Coordinamento del d.lg. n. 494 del 1996 con la discipli-na previgente e successiva in materia di sicurezza sul lavoro, in Igiene e sicurezza del lavoro,2001, 253;Masini, Sicurezza nei cantieri temporanei e mobili e responsabilità del committente,in Mass. giur. lav., 2003, 889.

(36) Cfr. Cass., sez. IV, 14.3.2008, n. 23090, in Foro it., 9/2008, 413; sez. I, 22.6.2006, n.29149, in ISL, 4/2007, 306.

DANIELE PIVA 947

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 13: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

tente sembra presupporre proprio l’assenza di una titolarità in via origina-ria dei singoli obblighi antinfortunistici: nella logica del legislatore, primacomunitario poi nazionale, ai rischi da interferenze nei cantieri corrispon-dono, infatti, sfere di competenza organizzativa e livelli di responsabilitàdel tutto autonomi rispetto a quelli connessi all’esercizio delle singole atti-vità.

Né il conferimento di un incarico ad un determinato soggetto impliche-rebbe necessariamente la titolarità delle corrispondenti funzioni, potendol’incarico avere ad oggetto anche obblighi non propri, dei quali si sia co-munque chiamati a verificare l’adempimento.

Particolare rilievo assume, in proposito, la nota distinzione tra l’investi-tura nelle funzioni assunta a titolo originario e il loro trasferimento a titoloderivativo, in base alla quale mentre nel caso di «delega» il soggetto, indica-to dalla legge come titolare in via primaria ed esclusiva di determinate fun-zioni, trasferisce in capo ad altri i poteri e doveri corrispondenti con unproprio atto di volontà negoziale, nel caso di «nomina» è la legge a prevede-re direttamente una pluralità di soggetti, ciascuno titolare di poteri e doverisecondo una ripartizione delle competenze e delle responsabilità operatagià a livello normativo (37).

Con il conferimento dell’incarico al responsabile dei lavori il commit-tente adempie un obbligo «generale» di coordinamento diverso dalle fun-zioni antinfortunistiche connesse all’esercizio delle singole attività di can-tiere e il relativo atto di nomina, lungi dal produrre un effetto «costitutivo»di responsabilità originariamente proprie ad altri trasferite, svolge un’effi-cacia meramente «dichiarativa», identificando soggetti già individuati dallalegge come titolari delle predette responsabilità.

In questa logica si spiega la clausola finale, in vigore anche dopo le mo-difiche apportate con l’art. 62, d. lgs. 106/2009, secondo cui il committenteè esonerato dalle responsabilità connesse all’adempimento degli obblighi«limitatamente all’incarico conferito»: se, infatti, rispetto agli obblighi delresponsabile dei lavori il committente è chiamato a svolgere una funzione dicoordinamento organizzativo, scopo della previsione è quello di circoscri-

(37) Tali distinzioni sembrano riflettersi anche nella più recente giurisprudenza di Cassa-zione, la quale, proprio in materia antinfortunistica, ha avuto modo di precisare che «per ilsolo fatto di essere inquadrati come dirigenti o preposti e, nell’ambito delle rispettive attribu-zioni e competenze, i collaboratori del datore di lavoro vanno ormai considerati destinataridegli obblighi di sicurezza, indipendentemente dal conferimento di una specifica delega odalla sua piena prova, in quanto, essendo questi quotidianamente presenti sui luoghi di lavo-ro e a costante contatto con i lavoratori, possono garantire una tutela antinfortunistica piùimmediata e, quindi, più incisiva ed efficace»: cfr. Cass., sez. IV, 13.6.2006, in Italia Oggi,15.6.2006, 39; analogamente Cass., sez. V, 8.2.2008, n. 1782, in DJG.

948 ARTICOLI

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 14: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

vere l’effetto di esonero connesso alla nomina del responsabile dei lavori alcoordinamento relativo ai soli obblighi oggetto dell’incarico.

Del resto, che non si tratti di una vera e propria delega di funzioni risul-terebbe anche dall’assenza, in tema di rapporti tra committente e responsa-bile dei lavori (art. 89, comma 1, lett. c) o art. 93), di qualsiasi rinvio, sia purindiretto, all’art. 16 dove pure viene prevista una disciplina generale dei li-miti e delle condizioni dell’istituto (38); né è richiesto che l’incarico vengaconferito (e accettato) con atto scritto e che ne venga data adeguata e tem-pestiva pubblicità, o che il responsabile dei lavori venga dotato dei poteri edell’autonomia di spesa necessari a svolgere le proprie funzioni.

Che poi – quantomeno rispetto all’obbligo di attuare le misure generalidi tutela di cui all’art. 15 nella fase progettuale, ed in particolare al momen-to delle scelte architettoniche, tecniche, ed organizzative (art. 90, comma 1)– il coordinamento imposto al committente si esaurisca nella nomina di unresponsabile dei lavori professionalmente qualificato, troverebbe ulterioreconferma nel fatto che non è invece richiesto, da parte sua, il possesso deimedesimi requisiti tecnico-professionali (art. 98) (39). Sarebbe dunque di-sfunzionale, oltre che contraddittorio, imporre al committente un obbligodi verifica (o anche di vigilanza ai sensi dell’art. 16, comma 3, d. lgs.81/2008) che richieda quelle medesime competenze, la cui violazione de-termini una responsabilità per omesso impedimento (40).

Peraltro, ove anche si ragionasse nel senso del trasferimento di funzionitra committente e responsabile dei lavori, la sussistenza di un obbligo di«verificare» (e non di «assicurare» o «garantire») l’adempimento degli ob-blighi trasferiti – quale era quello del secondo periodo dell’art. 93, comma1 (ora soppresso) – di per sé non avrebbe escluso la validità e l’efficacia del-la delega individuata, per l’appunto, nel mutamento di contenuto della po-sizione del delegante, da obbligo di garanzia a obbligo di controllo (41). Né,

(38) In tema v. Ronco-Ambrosetti-Mezzetti, Diritto penale dell’impresa, cit., 65 ss.;Pisani, Profili penalistici del testo unico sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, in Dir. pen.proc., 7/2008, 829 ss.; Amato, Le novità normative in tema di delega di funzioni, in Cass. pen.,5/2009, 2096 ss.; nonché, con riferimento alle modifiche apportate con l’art. 12, d. lgs. 106/2009 in tema di obblighi di vigilanza e facoltà di subdelega, Russo,Delega di funzioni e obbli-ghi del datore di lavoro non delegabili, in Il testo unico della salute e sicurezza nei luoghi di lavo-ro dopo il correttivo (D.lgs. n. 106/2009), a cura di Tiraboschi-Fantini, Milano, 2009, 337 ss.

(39) Sul punto v. Catanoso, Cantieri mobili e temporanei, in Il testo unico della salute esicurezza nei luoghi di lavoro dopo il correttivo (D.lgs. n. 106/2009), a cura di Tiraboschi-Fan-tini, cit., 834.

(40) In tal senso v. anche Russo, La delega di funzioni nei cantieri temporanei mobili, Il te-sto unico della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro dopo il correttivo (D.lgs. n. 106/2009), acura di Tiraboschi-Fantini, cit., 846.

(41) Del resto, la stessa Corte di Cassazione ha individuato nella delega la fonte costituti-

DANIELE PIVA 949

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 15: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

infine, poteva addursi a sostegno della tesi qui criticata l’eventuale indele-gabilità degli obblighi dell’art. 93, giacché l’invalidità della delega e la per-manente titolarità delle funzioni in capo al committente non sarebbe co-munque sufficiente a fondare una responsabilità «da posizione», in quantoinciderebbe unicamente sulla tipicità oggettiva della eventuale condottaomissiva, senza esprimere alcunché dal punto di vista dell’elemento sogget-tivo. Senza considerare che, come già detto, il committente non è di regolaqualificabile, sia pur in termini funzionali e limitatamente al settore antin-fortunistico, come «datore di lavoro» dei diversi operatori di cantiere.

2.1. – Analogo ragionamento può farsi per la seconda paventata ipotesidi responsabilità per omesso impedimento, relativa ai rapporti tra commit-tente o responsabile dei lavori, da un lato, e coordinatori per la progettazio-ne o l’esecuzione dei lavori dall’altro (art. 93, comma 2, d. lgs. 81/2008), lacui titolarità originaria ed esclusiva di funzioni risulta chiaramente dal con-testo normativo, in cui sono previste definizioni precise (art. 89, lett. e) e f),anche mediante la specificazione di eventuali incompatibilità soggettive(art. 89, lett. f) e dei requisiti professionali richiesti (art. 98), ed in cui ven-gono disciplinati obblighi e responsabilità (artt. 91-92 e 158), stabilendosiin capo al committente (o al responsabile dei lavori) una funzione di meranomina (art. 90, comma 3 e 4) o sostituzione (comma 8).

Ciò premesso, può meglio determinarsi il significato della regola secon-do cui «la designazione di questi soggetti non esonera il responsabile dei la-vori dalle responsabilità connesse alla verifica dell’adempimento degli ob-blighi di cui agli articoli 91, comma 1, e 92, comma 1, lettere a), b), c), e d)».

Anzitutto si noti che, almeno fino all’intervento delle modifiche intro-dotte con l’art. 62, comma 1, lett. b), d. lgs. 106/2009, tale previsione si rife-riva al solo responsabile dei lavori e non anche al committente: sicché, lapermanente affermazione di una responsabilità di quest’ultimo ai sensi del-l’art. 93, comma 2, non soltanto si poneva in contrasto con l’interpretazioneletterale del dato normativo ma integrava pure un’inammissibile procedi-mento analogico in malam partem.

Sennonché, pur superato l’argomento testuale sarebbe comunque con-

va di una posizione di garanzia autonoma ed alternativa a quella del committente, non essen-do sufficiente a tal fine il semplice atto di nomina del responsabile dei lavori: v. Cass., sez. IV,14.3.2008, cit.; sez. III, 21.2.2007, n. 7209, in Cass. pen., 2008, n. 1, 303 ss., con commento diPotetti, La responsabilità del committente dei lavori nei cantieri edili, secondo cui dovrebbetuttavia ritenersi sufficiente un’espressione scritta dalla quale emerga la volontà negoziale delcommittente di un generale affidamento al responsabile dei lavori di tutti i compiti antinfor-tunistici, con indicazione di eventuali riserve a proprio favore.

950 ARTICOLI

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 16: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

traddittorio ed illogico imputare un obbligo di controllo sull’esercizio dideterminate competenze tecniche in capo a chi, essendone sprovvisto, nonpotrebbero esprimere un reale coefficiente di colpa.

Si noti poi che, analogamente a quanto veniva stabilito nel comma 1dell’art. 93, si tratta di un obbligo di «verifica» diverso da quello di impedi-mento che, limitatamente agli obblighi di cui all’art. 92, comma 1, lett. a) eb), si riduce alla «verifica della verifica» in ordine all’applicazione, da partedelle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi, delle disposizioni loropertinenti contenute nel piano di sicurezza e coordinamento. Ora, l’omis-sione di questo controllo può determinare diversi tipi di responsabilità, co-me conferma l’espressione legislativa «responsabilità connesse». Si trattaallora di distinguere le ipotesi di mera culpa in vigilando (omessa verifica),rispetto alle quali mancherebbe una norma sanzionatoria ad hoc, e quelle dimancato esercizio dei poteri di fatto e di diritto ad effettiva idoneità impe-ditiva che può determinare un concorso per omissione, quantomeno nel ca-so in cui il soggetto sia venuto a conoscenza, nell’esercizio della sua funzio-ne di controllo, di presunte violazioni antinfortunistiche dei coordinatori(42). Sotto questo profilo, per quanto attiene al potere di sostituire in qual-siasi momento i coordinatori (art. 90, comma 8), o anche ai rimedi che pos-sono essere esperiti dal punto di vista contrattuale (non da ultimo l’even-tuale risoluzione del contratto) a fronte delle violazioni del piano di sicurez-za e coordinamento quale parte integrante del contratto d’appalto (art. 100,comma 2), si consideri tuttavia che, sia pur ravvisando in essi una qualchefunzionalità preventiva, trattasi pur sempre di poteri non idonei ad impedi-re l’evento ma solo a ridurre eventuali rischi antinfortunistici.

In linea di principio, sembra dunque potersi affermare che il commit-tente (o il responsabile dei lavori eventualmente nominato) non possa esse-

(42) Né tale responsabilità risulta esclusa per il datore di lavoro committente ai sensi del-l’art. 26, comma 3, (ex art. 7, comma 3, d. lgs. 626/1994), in quanto «per “rischi specifici delleattività delle imprese appaltatrici o dei singoli lavoratori autonomi” vanno riferiti non alle ge-neriche precauzioni da adottarsi negli ambienti di lavoro per evitare il verificarsi di incidentima alle sole regole che richiedono una specifica competenza tecnica settoriale – generalmentemancante in chi opera in settori diversi – nella conoscenza delle procedure da adottare nellesingole lavorazioni o nell’utilizzazione di speciali tecniche o nell’uso di determinate macchi-ne»: Cass., sez. IV, 17.5.2005, n. 31296, in Cass. pen., 7-8/2006, 2586 ss. richiamata anche insez. IV, 14.3.2008, n. 23090, cit., in cui si è invece affermata la responsabilità del committenteper l’infortunio dovuto alla mancata esecuzione, in condizioni di sicurezza, di un’attività didemolizione di una parte perimetrale esterna di un edificio collocata alla seconda elevazionedel fabbricato a circa sei metri d’altezza; nello stesso senso Trib. Milano, 25.1.2000, in Foroambr., 2000, 382, in cui si nega pure validità ad una diversa regolamentazione contrattualeche ponga in capo all’appaltatore l’obbligo di attuare, sotto la propria esclusiva responsabili-tà, tutti i provvedimenti e le condizioni atte ad evitare infortuni.

DANIELE PIVA 951

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 17: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

re chiamato a rispondere per omesso impedimento delle violazioni antin-fortunistiche commesse dai coordinatori e che nei diversi approdi giuri-sprudenziali – volti a ravvisare nella presunta interferenza di più violazioniun cumulo delle responsabilità – possa piuttosto intravedersi un’illegittimaimportazione, in sede penale, degli schemi della «solidarietà passiva» tipicidella responsabilità civile. Operazione che diventa ancora più palese laddo-ve si afferma che le responsabilità del committente per l’omessa attività di«supercontrollo» ai sensi dell’art. 93, comma 2, trattandosi di soggetto nelcui interesse l’opera viene realizzata, si spiegano considerando il principiogeneralissimo del nostro ordinamento secondo cui ubi commoda ibi incom-moda (43).

3. – Vi è, poi, un certo parallelismo tra la posizione del committente equella dell’appaltatore nel caso di esecuzione in cantiere di opere parziali especialistiche in regime di subappalto (44). Ciononostante la giurisprudenzasi è generalmente orientata nel senso del «cumulo» delle responsabilità,non attribuendo validità alcuna ad eventuali diverse regolamentazioni con-trattuali interne tra appaltatore e subappaltatori (45).

Il diverso regime delle responsabilità del committente e dell’appaltato-re si giustifica col fatto che, ferma la possibilità di una vera e propria inge-

(43) Così, per l’appunto, Cass., sez. IV, 6.12.2007, n. 7714, in DJG.(44) Sul punto v. già Bellagamba, Appalto, subappalto e responsabilità penale in caso di

infortunio sul lavoro, in Cass. pen., 6/1998, 1824 ss.(45) Si noti che la medesima responsabilità è stata tradizionalmente attribuita, specie dal-

la giurisprudenza di merito, anche allo «pseudo-appaltatore», pur essendosi riconosciuto chel’unico vero datore di lavoro, come tale destinatario primario degli obblighi antinfortunistici,rimane in tal caso il committente: cfr., per tutte, Cass., sez. IV, 21.6.2006, n. 21471, in Riv.pen., 03/2007, 280 ss., con commento di Del Forno, Prevenzione infortuni all’interno digrandi cantieri: la responsabilità del subappaltatore, in cui entrambi gli imputati, in qualità diappaltatore e subappaltatore, sono stati condannati per l’infortunio mortale subito da un la-voratore che, nello scendere dalle scale da un piano all’altro dell’immobile in costruzione in-ciampava sbattendo contro le traverse di legno poste a protezione del vano ascensore e, a cau-sa dell’inidoneità di tale barriera ad evitare il pericolo di caduta dall’alto, precipitava verso ilbasso per molti metri. Analogamente Corte d’Appello di Perugia, 23.12.2008, n. 840, inwww.penale.it, che, in applicazione del principio del cumulo delle responsabilità per la sicu-rezza nei cantieri, per l’infortunio subito da un dipendente della ditta subappaltatrice con-danna in concorso, oltre al datore di lavoro della vittima e al rappresentante legale della dittaappaltatrice, anche il direttore dei lavori per la violazione dei propri obblighi di direzione evigilanza. Significativo, a questo riguardo, quanto affermato nella sentenza, secondo cui «laverificazione dell’evento mortale sarebbe a lui riferibile in quanto egli avrebbe avuto il dovereprima ancora che il potere di evitarla, vigilando sul cantiere, dirigendo adeguatamente i lavoried esigendone l’esecuzione in conformità alla legge»: in sostanza, l’estensione delle responsa-bilità attraverso l’applicazione della disciplina concorsuale rischia di porsi ai limiti impostidallo stesso principio di personalità nella misura in cui, dalle espressioni utilizzate, si ricavi lapossibilità di deroghe al principio della corrispondenza tra poteri e doveri del soggetto.

952 ARTICOLI

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 18: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

renza nella organizzazione del cantiere, quest’ultimo rimane comunque ti-tolare di «poteri direttivi generali», specie quando il responsabile di cantie-re appartenga al suo stesso organico (46): ne deriva il riconoscimento di unaposizione di garanzia estesa a tutti i rischi di cantiere e non solo a quelli de-rivanti dalle interferenze tra le diverse imprese ivi operanti (47).

Parimenti, al subappaltatore viene imputato l’obbligo di riscontrare edaccertare la sicurezza nei luoghi di lavoro, pur se la sua attività si svolgacontestualmente ad altra e sebbene l’organizzazione del cantiere sia ricon-ducibile all’appaltatore che vi presenzi insieme ad un rappresentante delcommittente (48): una responsabilità, questa, il cui fondamento viene ravvi-sato nella costante e quotidiana presenza nel cantiere che garantisce una tu-tela più immediata della sicurezza attraverso un controllo puntuale sull’ese-cuzione dei lavori, piuttosto che nella titolarità di poteri organizzativi (49).

Da questo punto di vista, ci sembra debba operarsi un distinguo.In base al principio della corrispondenza tra poteri e doveri, che garan-

tisce il rispetto del principio di personalità della responsabilità penale, alsubappaltatore è imputabile una responsabilità per omesso impedimentosolo nei casi in cui sia effettivamente titolare dell’organizzazione dei lavorinel corso della cui esecuzione si sia verificato l’infortunio per omessa predi-sposizione di misure preventive rientranti nella sua diretta disponibilità.

All’opposto, nel caso in cui – come affermano le pronunce di cui al sud-detto orientamento giurisprudenziale – all’appaltatore sia «riconducibilel’organizzazione del cantiere» in modo che, a prescindere da una sua inge-renza nella direzione dei lavori, rientrino nei suoi «poteri direttivi generali»anche quelli decisionali e di spesa inerenti la sicurezza, deve riconoscersiesclusivamente in capo a questo la qualifica di «datore di lavoro» ai sensidell’art. 96, d. lgs. 81/2008. Mentre al subappaltatore potrà semmai essererichiesto di vigilare sull’esecuzione dei lavori, segnalando eventuali situa-

(46) Sulla responsabilità del capo-cantiere della ditta appaltatrice per infortuni relativi al-l’esecuzione di lavori subappaltati, cfr. Cass., sez. IV, 4.3.2009, n. 12673, in DJG.

(47) Cass., sez. IV, 16.7.2009, n. 42477, in DJG; sez. IV, 13.11.2008, n. 47485, in Guida aldir., 2009, 11, 63 (s.m.); sez. IV, 15.12.2005, n. 5977, in Guida al dir., 2006, 18, 95 (s.m.).

(48) Cfr. Cass., sez. IV, 16.7.2009, n. 42477, cit., secondo cui «gli obblighi di osservanzadelle norme antinfortunistiche, con specifico riferimento all’esecuzione di lavori in subappal-to all’interno di un unico cantiere edile predisposto dall’appaltatore, grava su tutti coloro cheesercitano i lavori, quindi anche sul subappaltatore interessato all’esecuzione di un’operaparziale e specialistica, che ha l’onere di riscontrare ed accertare la sicurezza dei luoghi di la-voro, pur se la sua attività si svolga contestualmente ad altra, prestata da altri soggetti, e seb-bene l’organizzazione del cantiere sia direttamente riconducibile all’appaltatore, che non ces-sa di essere titolare dei poteri direttivi generali».

(49) Così già Pret. Milano, 17.4.1984, in Riv. giur. lav., 1985, IV, 184.

DANIELE PIVA 953

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 19: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

zioni di rischio che impongano l’adozione di misure organizzative specialida parte dell’appaltatore.

In applicazione del medesimo principio, la responsabilità dell’appalta-tore andrebbe rimodulata secondo gli obblighi di cooperazione e coordina-mento, al pari di quella del vero e proprio committente, ogniqualvolta i su-bappaltatori operino in condizioni di autonomia tali da poterli qualificarecome «datori di lavoro»: in modo da poterne circoscrivere la rilevanza con-corsuale ai casi in cui sia a questo riconducibile l’organizzazione generaledel cantiere ovvero si utilizzino comunque – per contratto, consuetudine oanche solo per tolleranza – strutture di supporto, opere provvisionali ostrumenti suoi propri.

In buona sostanza, deve escludersi la responsabilità dell’appaltatore intema di prevenzione degli infortuni sul lavoro nel caso in cui, nel medesimocantiere, si inserisca l’attività del subappaltatore per l’esecuzione di un’ope-ra parziale e specialistica svolta in piena e assoluta autonomia organizzativae dirigenziale (50). Peraltro, che costituisca principio «generale» del nostroordinamento quello secondo cui il titolare di lavorazioni specialistiche, siapur estraneo alla organizzazione del lavoro, sia responsabile in via autono-ma della sicurezza per la parte di lavoro di propria spettanza, risulta anchedal fatto che se ne rintracciano applicazioni «particolari» anche nelle diver-se discipline di settore: si osservi, ad esempio, l’art. 9, comma 2, lett. c), d.lgs. 624/1996 recante norme sulla prevenzione nelle industrie estrattive, incui si stabilisce che, pur dovendo il titolare della cava o della miniera redi-gere il documento di sicurezza e salute coordinato, ciascun appaltatore, me-diante la sottoscrizione di questo, ne diviene responsabile «per l’attuazionedella parte di specifica competenza».

4. – Per quanto concerne la cooperazione tra datori di lavoro e lavorato-ri autonomi, essa viene indicata tra le «misure generali di tutela» nei cantie-ri (art. 95, comma 1, lett. g) per poi essere inclusa, più nello specifico, qualeobbligo a carattere organizzativo del coordinatore per l’esecuzione dei la-vori (art. 92, comma 1, lett. c), sanzionato con la pena alternativa dell’arre-sto da tre a sei mesi o dell’ammenda da 2.500 a 6.400 euro (art. 158, comma2, lett. a), così come modificato dall’art. 87, d. lgs. 106/2009).

(50) Analogamente, con riferimento ai rapporti tra committente e appaltatore, v. Cass.,sez. IV, 20.6.1997, n. 10436, in Riv. pen., 1998, 262. Nei medesimi termini si esprime anche lagiurisprudenza civile: cfr. Cass., sez. lav., 15.10.2007, n. 21540, in Giust. civ., 10/2008, 2198,secondo cui «il subappaltatore, anche se attua lavori precedentemente appaltati ad altri, assu-me con l’autonoma gestione del lavoro la piena responsabilità di quanto si svolge nel luogo dilavoro».

954 ARTICOLI

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 20: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

Ora, che tutti i soggetti debbano cooperare per garantire la maggioretutela antinfortunistica possibile è principio ampiamente desumibile giàdalla normativa previgente, nella quale pure non ne mancava puntuale edespressa menzione (51). Del resto, la cooperazione e il coordinamento han-no sempre costituito i rimedi tradizionali contro i rischi da interferenze co-me dimostra la richiamata disciplina in tema di affidamento di lavori in ap-palto, nonché il noto orientamento giurisprudenziale secondo cui il titolaredell’impresa esecutrice è tenuto a cooperare con i lavoratori autonomi cuiabbia appaltato lavori parziali, specie a livello di informazione su potenzialirischi da interferenze con l’organizzazione del proprio cantiere (52).

Piuttosto, uno dei profili di novità e specialità della disciplina della si-curezza nei cantieri consiste nel riferimento espresso alla organizzazionedella cooperazione, ossia nella sua pianificazione, programmazione e pro-ceduralizzazione, anticipata alla fase progettuale. Di qui l’esigenza di indi-viduare criteri selettivi, in base ai quali stabilire se e a quali condizioni laviolazione dell’art. 92, comma 1, lett. c) possa integrare una forma di re-sponsabilità ai sensi dell’art. 40 cpv., stante la necessità di accertare comun-que un nesso eziologico tra l’evento infortunistico e il difetto di cooperazio-ne, nonché la rappresentazione da parte del coordinatore per l’esecuzionedei lavori dell’effetto della propria dis-organizzazione sull’operato altrui.

L’art. 26 prevede poi che i datori di lavoro, ivi compresi i subappaltato-ri, cooperino all’attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai ri-schi sul lavoro incidenti sull’attività lavorativa oggetto dell’appalto e che ilcommittente (ovvero il titolare del potere decisionale e di spesa relativo allagestione dello specifico appalto pubblico, cui si applichi il d. lgs. 163/2006)promuova la suddetta cooperazione elaborando un unico documento di va-lutazione dei rischi (c.d. DUVRI) che elimini o, ove ciò non sia possibile, ri-duca al minimo i rischi da interferenze (53).

(51) Basti solo citare l’art. 5, comma 4, d. lgs. 277/1991 in materia di protezione dei lavo-ratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il la-voro.

(52) Cfr., tra le più recenti, Cass., sez. IV, 20.6.2007, n. 29204, in Riv. pen., 4/2008, 421ss., in cui l’imputato viene condannato per l’infortunio subito da un lavoratore a seguito dellacaduta dal ponteggio utilizzato dal lavoratore autonomo incaricato di lavori di rifinitura, cuinon era stata fornita la prevista cintura di sicurezza e che non era stato, per l’appunto, infor-mato sui rischi conseguenti all’avvenuto parziale smontaggio della struttura da parte dei di-pendenti dell’impresa esecutrice.

(53) Tale documento, che deve essere adeguato in funzione dell’evoluzione dei lavori, vie-ne poi allegato al contratto d’appalto nel quale devono essere pure indicati, a pena di nullitàai sensi dell’art. 1418 c.c., i costi relativi alle predette misure di prevenzione finalizzate a eli-minare o ridurre al minimo i rischi da interferenze: cfr. art. 26, commi 3 e 5, così come modi-ficati dall’art. 16, comma 2, lett. a) e b), e comma 4, d. lgs. 106/2009, su cui v., in dettaglio,

DANIELE PIVA 955

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 21: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

Si tratta di un livello di prevenzione «speciale» ed aggiuntivo rispetto aquello «primario» o «di base», che rimane appannaggio dei singoli datori dilavoro (appaltatori o subappaltatori) (54). Un livello che si pone in un rap-porto di «lontananza» con i singoli infortuni, pur sempre mediato dallescelte autonome delle imprese di cantiere e che si sostanzia nella informa-zione sulle caratteristiche degli ambienti di lavoro o nelle direttive impartiteper l’uso di attrezzature o strutture comuni, alle quali non corrisponde al-cun potere di ingerenza nell’organizzazione altrui.

Suddetti obblighi non appaiono pertanto idonei a costituire la fonte divere e proprie posizioni di garanzia, vista la mancanza di poteri speciali cor-rispondenti, a meno di voler presupporre nell’obbligo di cooperazione ecoordinamento del committente un dovere di ingerenza nell’organizzazio-ne altrui che però sovvertirebbe del tutto le regole dell’appalto (55).

Ciononostante, in giurisprudenza si afferma la responsabilità del com-mittente per l’infortunio ogniqualvolta la mancata adozione delle misure diprevenzione da parte dell’appaltatore sia immediatamente percepibile sen-za particolari indagini, non essendo sufficiente l’aver impartito le direttiveda seguire a tale scopo senza averne poi controllato, con prudente e conti-nua diligenza, la puntuale osservanza (56).

Parimenti, si afferma che «la stessa esistenza di obblighi positivi di veri-fica, informazione, cooperazione e coordinamento in capo all’appaltante,tanto più se accompagnata dalla somministrazione di attrezzi di lavoro, valea connotare in termini di inadempimento il loro omesso o insufficienteespletamento», con la conseguente responsabilità per gli infortuni che nesiano derivati (57).

In relazione all’obbligo di cooperazione del committente, si è inveceprecisato che esso impone senz’altro un’informazione dettagliata sui rischispecifici dell’ambiente di lavoro e una collaborazione nell’apprestamentodelle misure di sicurezza a favore di tutti i lavoratori, indipendentementedall’impresa di appartenenza, ma non certo un intervento in supplenza del-l’appaltatore che ometta, per qualsiasi ragione, di adottare misure di pre-venzione prescritte a tutela «esclusiva» dei propri lavoratori, risolvendosi

Tschöll, Committenti e appaltatori, in Il testo unico della salute e sicurezza nei luoghi di lavo-ro dopo il correttivo (D.lgs. n. 106/2009), a cura di Tiraboschi-Fantini, cit., 296 ss.

(54) Cass., sez. IV, 19.12.2001, n. 6840, in Ambiente e sicur., 2003, 3, 45.(55) Così Veneziani, Infortuni sul lavoro, cit., 525; contra Padovani, Il nuovo volto del

diritto penale del lavoro, in questa Rivista, 1996, 1167.(56) Cass., sez. IV, 15.3.2007, n. 19372, in Guida al dir., 2007, 28, 72 (s.m.); Trib. Milano,

25.1.2000, cit.(57) Cass., sez. IV, 7.11.2008, cit.

956 ARTICOLI

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 22: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

questo in un’indebita ingerenza nell’attività altrui (58). In altri termini, lacooperazione si riferisce alle sole misure rivolte alla eliminazione dei peri-coli che, per effetto dell’esecuzione dei lavori, vanno ad incidere sia sui di-pendenti dell’appaltante che su quelli degli appaltatori, mentre per il restociascun datore di lavoro deve provvedere autonomamente, assumendosenela relativa responsabilità.

Un ulteriore limite deriva dall’ultima parte della disposizione in esame,che esclude dall’obbligo di cooperazione i «rischi specifici propri dell’attivi-tà delle imprese appaltatrici o dei singoli lavoratori autonomi», riferiti non al-le generiche precauzioni da adottarsi negli ambienti di lavoro, bensì alle so-le regole che richiedono una competenza tecnica settoriale – generalmentemancante in chi opera in settori diversi – ovvero una specifica conoscenzadelle procedure da adottare nelle singole lavorazioni o nell’utilizzazione dispeciali tecniche o nell’uso di determinate macchine (59).

5. – Diverso ed assai più pregnante, dal punto di vista prevenzionistico,è il ruolo attribuito al principio del coordinamento delle attività nel cantie-re, nell’ambito della normativa comunitaria come di quella nazionale.

Occorre dunque procedere ad un esame analitico delle due figure dicoordinamento nei cantieri, per comprendere quali siano le conseguenzedella violazione dei rispettivi obblighi, ed in quali casi ciò possa determina-re una responsabilità per il singolo infortunio, specie nei termini dell’omes-so impedimento.

5.1. – Anzitutto, il compito di redigere il piano di sicurezza e coordina-mento e il fascicolo rischi affidato al coordinatore per la progettazione (art.91, comma 1, lett. a) e b) conferma che una buona organizzazione presup-pone senz’altro una documentazione puntuale e completa dell’attività diprevenzione, specie in rapporto all’analisi e valutazione dei rischi, all’indi-viduazione delle misure e delle procedure antinfortunistiche e alla stima deirelativi costi. Il piano è infatti costituito da una «relazione tecnica e prescri-

(58) Cfr. Cass., sez. IV, 3.7.2002, n. 31459, in Cass. pen., 2003, 2779.(59) Così Cass., sez. IV, 17.5.2005, n. 31296, cit.; sez. IV, 29.1.2008, n. 12348, in Cass.

pen., 5/2009, 2107 ss., con commento di Verrico (L’infortunio sul lavoro in materia di appal-ti: l’autore e la vittima del reato), in cui è stata affermata la responsabilità dell’appaltatore perla mancata predisposizione nel cantiere – in cui era stato chiamato a prestare la propria attivi-tà, a titolo di subappalto, il lavoratore autonomo infortunatosi – di un parapetto idonea adevitare cadute a chi operava in altezza; nonché Trib. Milano, 25.1.2000, cit., in cui si escludo-no da tali rischi quelli preesistenti nell’ambiente di lavoro originati dal tipo di difesa inade-guato approntato dal committente, in relazione all’attività di cantiere da lui organizzata; Trib.Milano, 16.10.2000, in Foro ambr., 2000, 551.

DANIELE PIVA 957

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 23: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

zioni operative correlate alla complessità dell’opera ed alle eventuali fasicritiche del processo di costruzione dell’opera» unitamente ad una plani-metria dell’organizzazione del cantiere (art. 100, comma 1). Il fascicolo,avente per oggetto l’elencazione preventiva dei rischi impiantistici, archi-tettonici e strutturali, è finalizzato alla eventuale integrazione dell’operacon i sistemi e gli accorgimenti indispensabili a fronteggiare rischi che sipresentino nelle fasi successive dei lavori (60).

Il coordinamento va qui rapportato all’uso comune, da parte di più im-prese e/o lavoratori autonomi, di apprestamenti, attrezzature, infrastruttu-re, mezzi e servizi di protezione collettiva, nonché ai rischi aggiuntivi deri-vanti dalle interferenze reciproche tra i diversi operatori di cantiere, in rap-porto ai quali la direttiva 52/97/cee imponeva di anticipare la ricerca dellemigliori scelte prevenzionali alla fase progettuale. Da questo punto di vista,la normativa italiana sembra aver dato piena attuazione ai principi comuni-tari, rendendo obbligatoria la predisposizione di un documento ulterioreavente tali specifiche finalità (61), diverso dal piano operativo di sicurezzapredisposto dai datori di lavoro delle singole imprese affidatarie ed esecu-trici (art. 89, comma 1, lett. h) e 96, comma 1, lett. g), e al piano di igiene esicurezza previsto per gli appalti pubblici (art. 18, comma 8, l. 55/1990),esonerando il coordinatore da quest’obbligo solo a fronte di particolariistanze altrettanto preventive connesse a lavori, la cui esecuzione immedia-ta sia necessaria per prevenire incidenti imminenti o per organizzare urgen-ti misure di salvataggio o per garantire la continuità in condizioni di emer-genza nell’erogazione di servizi essenziali per la popolazione, quali correnteelettrica, acqua, gas, reti di comunicazioni (art. 100, comma 6).

Sennonché, il semplice obbligo redazionale, sanzionato in via autono-ma dall’art. 158, comma 1, non appare idoneo ad integrare alcuna posizio-ne di garanzia, nei termini dell’omesso impedimento di eventi infortunisti-ci, trattandosi di obbligo non specifico, come tale non rilevante ai sensi del-l’art. 40 cpv. c.p. (62). Senza considerare che, sulla base della normativa vi-gente, il coordinatore per la progettazione non è tenuto a controllarne l’at-tuazione e non ha poteri di intervento ad efficacia realmente impeditiva, masolo di segnalazione o denuncia all’autorità (63).

(60) Così Catanoso, Cantieri mobili e temporanei, cit., 836, secondo cui, al momentodella progettazione, non si tratta di prevedere le modalità operative specifiche dell’esecuzio-ne dei lavori, bensì le misure preventive e protettive in dotazione all’opera e quelle ausiliarieche saranno richieste come requisiti minimi indispensabili alle imprese esecutrici.

(61) Cfr. art. 2, comma 2, lett. c), e), f) e art. 4, d.P.R. 222/2003.(62) Così anche Potetti, I coordinatori per la progettazione e per l’esecuzione dei lavori

nei cantieri temporanei o mobili, in Cass. pen., 1/2008, 329.(63) Peraltro, l’eventuale successivo contributo del coordinatore per l’esecuzione potreb-

958 ARTICOLI

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 24: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

5.2. – Il coordinatore per l’esecuzione dei lavori è obbligato ad eseguireazioni di coordinamento e di controllo per la verifica dell’applicazione, daparte delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi, delle disposizioniloro pertinenti contenute nel piano di sicurezza e coordinamento e delle re-lative procedure di lavoro (art. 92, comma 1, lett. a) e 4, comma 3, d.P.R.222/2003).

Il «coordinamento» va rapportato alle misure di prevenzione previstenel piano per fronteggiare i rischi da interferenze tra le imprese e/o lavora-tori autonomi e a ciò che realmente avviene durante i lavori (64).

Il «controllo» è invece di tipo propositivo, ed è funzionale a quanto pre-visto alla lettera e) del medesimo comma, ossia alla segnalazione al commit-tente e al responsabile dei lavori, previa contestazione scritta alle impresee/o ai lavoratori autonomi interessati, delle ravvisate eventuali inosservanzealle disposizioni di cui agli artt. 94, 95 e 96 e alle prescrizioni del piano di si-curezza e coordinamento, con la contestuale proposta di misure correttive(sospensione dei lavori, allontanamento dei contravventori dal cantiere o ri-soluzione del contratto) o la diretta sospensione dei lavori nel caso di peri-colo grave e imminente (65). La violazione di questi obblighi, unitamente aquello di organizzare il coordinamento delle attività dei datori di lavoro edei lavoratori autonomi, stabilendone le modalità nel piano di sicurezza ecoordinamento (art. 92, comma 1, lett. c), viene penalmente sanzionata al-l’art. 158, comma 1, lett. a).

Sennonché, la giurisprudenza più recente tende ad attribuire al coordi-natore una responsabilità per omesso impedimento degli infortuni di can-tiere, specie nel caso di violazione degli obblighi di segnalazione, contesta-zione, denuncia o sospensione dei lavori indicati all’art. 92, comma 1, lett.e) ed f) (66).

be porsi come fattore interruttivo del nesso eziologico tra l’infortunio e la scorretta o incom-pleta elaborazione del piano di sicurezza: v. Trib. Milano, 10.3.2003, in Foro ambr., 2003,234, in cui un tale valore è stato attribuito alla circostanza per cui il coordinatore per l’esecu-zione neppure aveva preso cognizione dei contenuti del suddetto piano.

(64) Cfr.Catanoso, Cantieri mobili e temporanei, cit., 836.(65) Obbligo di comunicazione esteso alla azienda sanitaria locale e alla direzione provin-

ciale del lavoro territorialmente competenti, nel caso in cui il committente o il responsabiledei lavori non adottino alcun provvedimento senza fornire congrua motivazione.

(66) Cfr. Cass., sez. IV, 4.6.2008, n. 27442, in DJG. Tale responsabilità viene esclusa solonel caso in cui, in presenza di un valido piano di sicurezza, il soggetto abbia adempiuto a tuttigli obblighi previsti dalla legge: sul punto v. Trib. Milano, 10.3.2003, cit., in cui non è stato ri-tenuto responsabile della morte di un operaio coinvolto nel crollo di un muro in fase di de-molizione il coordinatore per l’esecuzione che aveva pur richiamato più volte tutti al rispettodelle norme di sicurezza nel cantiere, senza però essere informato dell’uso di un mezzo esca-vatore non previsto nel suddetto piano dal cui utilizzo era derivato l’infortunio.

DANIELE PIVA 959

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 25: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

Soluzione che, da un lato, rischia di vanificare la finalità del legislatoredi circoscrivere la responsabilità del coordinatore, altrimenti estesa a qual-siasi irregolarità nel cantiere, mediante un riferimento espresso ad obblighidi «verifica» e non più di garanzia (67), che certo non può sbrigativamenteliquidarsi come questione attinente ad una «variazione puramente termino-logica» (68).

Dall’altro, finisce di fatto con il riconoscere un eguale trattamento san-zionatorio alle ipotesi di omessa segnalazione, contestazione o denuncia(lett. e) e omessa sospensione (lett. f), sulla base di una loro comune funzio-nalizzazione in chiave preventiva, in totale spregio della loro oggettiva di-versità di contenuti, presupposti e disvalore (69). In particolare, mentrel’obbligo di segnalazione si riferisce alle inosservanze antinfortunistiche (70)e serve soltanto ad agevolare l’adempimento dell’altrui posizione di garan-zia da parte del committente (o del responsabile dei lavori), la sospensionedei lavori presuppone un intervento diretto e «un pericolo grave ed immi-nente direttamente riscontrato», tale da poter produrre danni alla salute oall’incolumità dei lavoratori ed evidentemente riconoscibile da chiunqueabbia un minimo di competenza nel settore delle costruzioni. Tant’è che,alle diverse situazioni fattuali, la normativa fa corrispondere altrettante po-sizioni giuridiche del coordinatore, graduando l’incisività dei suoi poteri edei sui doveri, a seconda del tasso di pericolosità e della urgenza preventiva.Semmai, il coordinatore potrà rispondere ai sensi dell’art. 40 cpv. c.p. soloper l’omesso impedimento di quell’infortunio che costituisca la concretiz-zazione del pericolo grave ed imminente direttamente riscontrato, avvenuta

(67) Già l’art. 5, lett. a), d. lgs. 494/1996 era stato infatti modificato per effetto dell’art. 5,d. lgs. 528/1999, nel senso di richiedere al coordinatore di «verificare» e non più di «assicura-re» il rispetto dell’intero piano di sicurezza e coordinamento e delle procedure di lavoro.

(68) Così invece Cass., sez. IV, 9.7.2008, n. 38002, in Guida al dir., 2008, 45, 83 e in Dir.relaz. ind., 2009, II, 408.

(69) Oltretutto, ciò si ripercuote anche sui diritti di difesa in quanto, di regola, la conte-stazione ha per oggetto non la specifica violazione di uno degli obblighi del coordinatore,bensì la violazione integrale ed indifferenziata della norma che li prevede, ma pur sempre conl’indicazione, in via residuale, dell’omessa sospensione dei lavori in caso di pericolo: cfr., adesempio, Cass., sez. IV, 3.4.2004, n. 24010, in Dir. prat. lav., 2004, 1932, in cui veniva confer-mata la condanna dell’imputato per l’infortunio determinatosi a seguito di una intervenutamodifica nell’esecuzione dei lavori, in relazione alla quale egli avrebbe dovuto adeguare ilpiano di sicurezza «e comunque, in caso di assenza di tali necessarie modifiche, disporre lasospensione dei lavori».

(70) Critico rispetto alla soluzione normativa Catanoso, Cantieri mobili e temporanei,cit., 837, secondo cui l’obbligo di segnalazione andava invece condizionato al diretto riscon-tro delle inosservanze da parte del coordinatore, la cui responsabilità viene così estesa – co-me, del resto, in passato – ad ogni tipo di violazione che l’ente di vigilanza rilevi durante i so-pralluoghi nel cantiere, comprese quelle concretizzatesi dopo una recente visita del coordina-tore o da questi già contestate informalmente al committente o al responsabile dei lavori.

960 ARTICOLI

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 26: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

a causa della mancata sospensione dei lavori, necessaria per ripristinare lecondizioni di sicurezza nel cantiere (71).

Si noti, poi, che l’oggetto della verifica imposta al coordinatore nonconsiste genericamente nell’osservanza da parte dei singoli operai del ri-spetto delle prescrizioni del piano di sicurezza e coordinamento o delleprocedure di lavoro – o tantomeno nella manutenzione degli impianti e deidispositivi di sicurezza, che ricade sotto la vigilanza del datore di lavoro del-le singole imprese affidatarie (97, comma 1) (72) – ma piuttosto nelle scelte«organizzative» degli appaltatori e dei lavoratori autonomi. Ciò in quantola figura del coordinatore è stata introdotta per affiancare e non per sostitui-re i datori di lavoro delle imprese esecutrici, in funzione di un coordinamen-to «organizzativo» attuato a livello datoriale e non dei singoli lavoratori.

Senza considerare che è lo stesso legislatore a mostrare di non voler at-tribuire alcuna destinazione impeditiva diretta all’obbligo di segnalazione,tenuto conto del rapporto fiduciario sussistente tra il coordinatore e il com-mittente e il responsabile dei lavori che provvedono alla sua nomina (73).

Né alcun potere sostitutivo è attribuito al coordinatore nel caso di iner-zia altrui, essendo solo previsto un obbligo di denuncia alle autorità, ovenon venga adottato alcun provvedimento in merito alla segnalazione, su-bordinato peraltro ad una valutazione discrezionale sulla idoneità della mo-tivazione eventualmente addotta (art. 92, comma 1, lett. e) (74).

Ne risulta un modello di sicurezza «tripartito», che presuppone l’indi-viduazione di diversi livelli organizzativi, in corrispondenza dei quali le fun-zioni vengono distinte, secondo una scala di progressiva vicinanza ai beni

(71) Sulla parificazione dell’omessa sospensione all’omesso impedimento v., da ultimo,Cass., sez. IV, 13.3.2008, n. 17502, in Riv. pen., 2008, 9, 888, in cui – come affermato dallaCorte in motivazione – lo stesso ricorrente, dopo avere affermato che il coordinatore perl’esecuzione dei lavori non sarebbe titolare di una posizione di garanzia posta a tutela dellasalute e della sicurezza dei lavoratori, finisce per contraddirsi quando ammette che il coordi-natore è per legge munito di poteri a contenuto impeditivo, segnatamente del potere di so-spendere i lavori, seppure in situazioni di pericolo grave ed imminente. In senso analogo, v.Cass., sez. IV, 9.7.2008, n. 38002, cit.

(72) Così anche Cass., sez. III, 19.3.2003, n. 21995, in Mass. giur. lav., 2003, 884, Ambien-te e sicur., 2003, 21, 56 e Dir. prat. lav., 2003, 1984.

(73) Da questo punto di vista, sarebbe stato più efficace imporre un obbligo di segnala-zione alle autorità di vigilanza, nel caso in cui le imprese non avessero provveduto a regolariz-zare le inosservanze riscontrate nei modi e nei tempi indicati dal coordinatore: così Catano-so, Cantieri mobili e temporanei, cit., 838.

(74) Obbligo di segnalazione che risulta ulteriormente rafforzato dal fatto che la comuni-cazione da parte del coordinatore alle autorità di vigilanza deve avvenire il più presto possibi-le, trattandosi di prescrizione imposta per assicurare la sicurezza e la prevenzione degli infor-tuni nei cantieri, in modo che «un ingiustificato ritardo equivarrebbe comunque ad omessacomunicazione»: Cass., sez., III, 18.11.2004, n. 1722, in DJG.

DANIELE PIVA 961

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 27: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

giuridici protetti, in: coordinamento, supervisione, controllo, intervento eimpedimento. Là dove il controllo e il coordinamento assumono un carat-tere «macro-organizzativo» e procedurale, la cui funzione è quella di garan-tire il rispetto delle istanze preventive a livello delle scelte operate dagli ap-paltatori e lavoratori autonomi.

In questo modello, il coordinatore deve considerare i rischi aggiuntividerivanti dalle interferenze delle imprese esecutrici, specie in funzione dellapredisposizione di un loro sistema di autogoverno, interno idoneo a garan-tire il rispetto della normativa prevenzionale «primaria» nell’ambito di cia-scuna unità produttiva. Non si tratta, cioè, di una funzione di controllo sulrispetto delle norme antinfortunistiche e sull’utilizzo nel cantiere dei dispo-sitivi di sicurezza, come tale ausiliaria a quella dei datori di lavoro e propriadi un dirigente o di un preposto, bensì di un coordinamento organizzativodiretto a rendere coerenti ed efficienti le misure predisposte nella fase pro-gettuale (75).

Ne deriva che – salvo il caso di indebita ingerenza nell’organizzazione dellavoro, mediante direttive impartite direttamente nei confronti dei singolioperai – mai potrebbe addebitarsi al coordinatore una responsabilità ai sensidell’art. 40 cpv. c.p., sia per l’oggettiva diversità di contenuti tra funzioni diverifica e funzioni di garanzia, sia per la mancanza di poteri impeditivi, i qualipresuppongono un controllo diretto e continuativo di ben altro tipo (76).

In buona sostanza, a quest’ultimo spetta il compito di verificare il ri-spetto, da parte dei datori di lavoro e lavoratori autonomi, delle regole det-tate nel piano di sicurezza in ordine alla organizzazione del cantiere, alla di-sciplina delle interferenze, all’uso comune di strutture o materiali e alloscambio di informazioni, in funzione della eventuale segnalazione di cui al-la lettera e), che agevoli l’adempimento della garanzia da parte del commit-tente (77). Oltre a quello di verificare l’attuazione di quanto previsto negliaccordi tra le parti sociali al fine di realizzare un coordinamento tra i rap-presentanti della sicurezza (art. 92, comma 1, lett. d), la cui omissione è pe-nalmente sanzionata all’art. 158, comma 1, lett. b).

(75) In questi termini Potetti, I coordinatori, cit., 338; analogamente v.Di Lecce, Modi-fiche alle norme in materia di prescrizioni di sicurezza e salute nei cantieri temporanei o mobili(d.lg. 19 novembre 1999, n. 528), in Dir. pen. proc., 2000, 452;Moccia, La «Direttiva cantie-ri» e il «coordinatore» per l’esecuzione dei lavori, cit., 191.

(76) Cfr. Trib. Milano, 25.1.2000, cit.(77) Diversamente Potetti, I coordinatori, cit., 339 ss., che propone anche la qualifica-

zione del coordinatore per l’esecuzione in termini di pubblico ufficiale, valorizzando gli effet-ti di deterrenza che ciò produrrebbe in rapporto alla eventuale applicazione degli artt. 328,336 e 337 c.p. In senso contrario, la dottrina prevalente: v., per tutti, Soprani, L’obbligo disegnalazione e di comunicazione, cit., 567;Catanoso, Cantieri temporanei e mobili, cit., 838.

962 ARTICOLI

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 28: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

5.3. – Se al coordinatore per la progettazione spetta, dunque, il compitodi redigere il piano di sicurezza e coordinamento e il fascicolo rischi, men-tre al coordinatore per l’esecuzione quello di verificarne, con opportuneazioni di controllo e coordinamento, l’applicazione da parte delle impreseesecutrici, occorre verificare come vadano ripartite le rispettive responsabi-lità nell’ipotesi in cui un determinato infortunio si realizzi a causa di scelteprogettuali errate, puntualmente attuate nel corso dei lavori.

A questo riguardo la legge considera, anzitutto, l’eventualità di un ne-cessario adeguamento di tali scelte rispetto all’evoluzione dei lavori e allemodifiche intervenute, prevedendo un corrispondente obbligo per il coor-dinatore per l’esecuzione (art. 92, comma 1, lett. b), sul quale dovrebbe per-tanto ricadere, in via esclusiva, la responsabilità per omesso impedimentodell’evento.

Analogamente, nel caso in cui il coordinatore per l’esecuzione non ab-bia neppure preso visione del piano di sicurezza predisposto – sia pure inmodo incompleto – dal coordinatore per la progettazione, le due violazio-ni non comporterebbero un concorso di responsabilità, nella misura in cuitale omissione interrompa ogni nesso causale tra l’inadeguatezza delle mi-sure progettuali e la realizzazione dell’infortunio, ai sensi dell’art. 41 cpv.c.p. (78).

Ma, al di fuori di queste ipotesi, resta da stabilire se e in quali limiti po-trebbe affermarsi, in via generale, una responsabilità del coordinatore perl’esecuzione per aver consentito l’attuazione di misure prevenzionistiche ri-velatesi poi inadeguate. Quesito la cui risposta dipende dal riconoscimentoo meno di un obbligo, da parte sua, di valutare e correggere eventuali erroricompiuti, dal punto di vista strutturale, architettonico ovvero organizzati-vo, nella fase progettuale.

Al riguardo, si è fatto cenno ai principi di affidamento, autonomia especializzazione delle competenze, che dovrebbero orientare l’individua-zione delle responsabilità penali per la sicurezza nei cantieri di cui, comegià visto, non mancano applicazioni particolari sia in giurisprudenza, conriferimento all’appalto di attività specialistiche e parziali in piena autono-mia dirigenziale e organizzativa, sia nella legislazione di settore, come inmateria di sicurezza nelle industrie estrattive. Principi che dovrebbero tro-vare applicazione anche in tema di rapporti tra coordinatore per la proget-tazione e coordinatore per l’esecuzione al fine di escludere un cumulo di re-sponsabilità, trattandosi di soggetti che operano in fasi distinte e in pienaautonomia, non essendo previsto né un obbligo di controllo da parte del

(78) In tal senso, Trib. Milano, 10.3.2003, cit.

DANIELE PIVA 963

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 29: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

primo sull’attuazione del piano di sicurezza e coordinamento (79), né alcuntipo di intervento da parte del secondo in ordine alla determinazione dellescelte prevenzionistiche a livello progettuale.

Né a diverse conclusioni potrebbe giungersi solo perché, essendo ilcoordinatore per l’esecuzione tendenzialmente munito dei medesimi requi-siti professionali del coordinatore per la progettazione (art. 98, d. lgs.81/2008) (80), questi avrà «di fatto» la possibilità di rilevare e correggereeventuali lacune del piano di sicurezza e coordinamento. Se è vero, infatti,che presupposto delle posizioni di garanzia è la sussistenza di poteri non so-lo di fatto ma anche di diritto cui corrisponda un dovere di esercizio in fun-zione impeditiva, non sono rinvenibili norme da cui possa evincersi, al di làdel caso di cui all’art. 92, comma 1, lett. b), alcun obbligo da parte di chivenga nominato coordinatore per l’esecuzione di esercitare, per ciò solo, lesue competenze in funzione correttiva degli errori progettuali altrui.

Sennonché, in giurisprudenza si è di recente affermato che eventuali la-cune del piano di sicurezza e coordinamento, consistenti in particolare nel-la genericità e inadeguatezza di alcune sue previsioni, devono essere colma-te attraverso una puntuale e concreta azione di controllo da parte del coor-dinatore per l’esecuzione: «azione che costituisce il contenuto tipico e spe-cifico degli obblighi sullo stesso gravanti e la ragione della creazione di talefigura» (81). Ora, sebbene tale pronuncia tragga spunto da un caso ben di-verso, in cui le funzioni di coordinatore per la progettazione e per l’esecu-zione erano state svolte dalla medesima persona, quanto in essa contenutopotrebbe prestarsi ad una generalizzazione, nel senso di affermare in casianaloghi un cumulo di responsabilità in corrispondenza di un presuntoconcorso di violazioni. Conclusione che, unita alla tendenziale sovrapposi-

(79) Obbligo invece previsto a carico del committente (o del responsabile dei lavori) chia-mato a «prendere in considerazione» (secondo le modifiche apportate dall’art. 59, comma 1,lett. c), d. lgs. 106/2009) sia il piano di sicurezza e coordinamento che il fascicolo rischi ai sen-si dell’art. 90, comma 2, d. lgs. 81/2008.

(80) Si noti peraltro che, a seguito delle modifiche introdotte con l’art. 66, comma 1, lett.a), d. lgs. 106/2009, i soggetti devono risultare in possesso «di uno» tra i requisiti richiesti.

(81) Cass., sez. IV, 4.3.2008, n. 18472, in Cass. pen., 5/2009, 2154 ss.: si trattava, nel ca-so di specie, dell’infortunio subito da un lavoratore nel corso di lavori di controsoffittaturaa causa dell’inadeguata protezione del vano ascensori che ne aveva procurato la caduta conesito mortale: circostanza, questa, non contemplata nel piano di sicurezza relativamente atali specifiche mansioni. Analogamente, v. Cass., sez. IV, 10.2.2009, n. 20395, in Guida aldir., 2009, 25, 81, in cui si è affermata la responsabilità del coordinatore per l’esecuzione deilavori della ditta sub-appaltatrice per l’infortunio derivante dall’esecuzione di un progettoredatto dalla società sub-appaltante, in quanto «la presenza di un progetto di massima deilavori, non esclude che l’esecutore si debba rendere conto dei rischi connessi all’esecuzionedell’opera, in concerto ed in loco, ponendo in atto gli accorgimenti necessari per evitare pe-ricoli».

964 ARTICOLI

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 30: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

zione tra le funzioni del coordinatore per l’esecuzione e quelle dei datori dilavoro, dirigenti o preposti delle singole imprese esecutrici dei lavori, ri-schia di snaturare del tutto tale figura, in contrasto col ruolo di mero coor-dinamento che la legge gli assegna, trasformandolo in una sorta di «super-preposto» alla sicurezza nei cantieri chiamato ad impedire tutte le violazio-ni infortunistiche altrui, siano esse commesse «a monte» nella fase proget-tuale che «a valle» nella fase esecutiva.

6. – In conclusione, un rapido cenno alle funzioni di coordinamento deidatori di lavoro, dei dirigenti e dei preposti.

Non tanto a quello diretto «verso l’alto», ossia con il committente (o ilresponsabile dei lavori), riguardante la cura delle condizioni di rimozionedei materiali pericolosi (art. 96, comma 1, lett. e), d. lgs. 81/2008), la cuiinosservanza non determina alcun tipo di sanzione, trattandosi di attivitàpresumibilmente informativa rimessa alla valutazione discrezionale dei me-desimi soggetti, visto l’utilizzo dell’espressione «se del caso». Quanto aquello, ben più significativo, diretto «verso il basso» che, ai sensi dell’art.97, comma 3, lett. a), spetta ai datori di lavoro delle imprese affidatarie (cuisono estesi gli obblighi previsti all’art. 26) e riguarda tutti gli interventi rela-tivi alle misure generali di tutela nei cantieri (art. 95), nonché gli adempi-menti dei diversi datori di lavoro, dirigenti e preposti (art. 96).

In esso si coglie, infatti, un’ulteriore conferma della distinzione norma-tiva tra diversi livelli di coordinamento e sfere soggettive di competenza:quello di tipo «macro-organizzativo», effettuato dal coordinatore per l’ese-cuzione dei lavori, al quale spetta di controllare l’attuazione del piano di si-curezza e coordinamento (PSC) da parte dell’appaltatore e dei subappalta-tori; e quello di tipo «operativo», rimesso al datore di lavoro dell’impresaaffidataria, il quale, in virtù dei propri poteri di gestione dell’appalto e diorganizzazione del lavoro, adotta in concreto le misure previste nel suddet-to piano imponendone il rispetto ai subappaltatori e predispone, per l’ap-punto, il piano operativo di sicurezza (POS) verificandone poi la congruitàcon quelli delle diverse imprese esecutrici (82).

Ma anche in quest’ultimo caso, poiché «coordinare» non significa «ef-fettuare» i suddetti interventi, a meno di voler sostenere che l’obbligo dicoordinamento di per sé includa quello di «ingerenza sostitutiva» (83) – laviolazione di predetto obbligo potrà rilevare solo ai sensi dell’art. 159, com-

(82) Cfr.Catanoso, Cantieri mobili e temporanei, cit., 839.(83) Cfr., in tal senso, anche Padovani, loc. ult. cit.; nonché Grillo, Sicurezza ed igiene

sul lavoro: nuovo apparato sanzionatorio e primi problemi, in Cass. pen., 1995, 2730.

DANIELE PIVA 965

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 31: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

ma 1, lett. c), e non dell’art. 40 cpv. c.p. per mancanza dei corrispondentipoteri giuridici di impedimento.

Un’ulteriore conferma, questa, di come le ragioni della complessità del-l’attuale normativa sulla sicurezza nei cantieri vadano ben oltre la tecnicitàe specificità della disciplina. Le distinzioni tra obblighi di garanzia e obbli-ghi di controllo e tra coordinamento macro-organizzativo e operativo ren-dono infatti l’interpretazione delle vigenti disposizioni meno scontata diquanto sembri, specie rispetto all’esigenza di attuare un processo di indivi-duazione delle responsabilità penali di cantiere.

Ciò anche alla luce delle recenti modifiche apportate con il d. lgs. 106/2009, cui pure si è fatto cenno, che, sebbene confermino una speciale atten-zione del legislatore alla materia della sicurezza nei cantieri, non sembranorisolvere del tutto i problemi applicativi emersi nella giurisprudenza dal1996 ad oggi (84).

Zusammenfassung

Die Aneinanderreihung mehrerer Gesetzesverletzungen auf der Baustelleführt laut Rechtsprechung zu einer «Häufung» der Verantwortlichkeiten imZusammenhang mit Arbeitsunfällen. Grundlage dafür ist die stetig steigendeAnzahl der Garantenstellungen im Bereich der Sicherheit.

Dadurch wird riskiert, dass es trotz Fehlens der Voraussetzungen für eineVerantwortlichkeit wegen unterlassener Verhinderung des Erfolgs und imWiderspruch zum Prinzip der Spezialisierung der Zuständigkeiten zu Formender Verantwortlichkeit allein aufgrund der «Stellung» kommt.

Aus diesem Grund muss dem objektiven Inhalt der Koordinierungspflich-ten besondere Beachtung geschenkt werden. Die Unterteilung in unterschied-liche Ebenen (makro-organisatorisch, organisatorisch und operativ) ist eincharakteristisches Merkmal der geltenden Regelung, die erst durch das geset-zesvertretende Dekret 106/2009 geändert wurde. Dem exponentiellen An-stieg der Risiken auf der Baustelle entspricht die Einführung von sog. Maß-nahmen der «zweiten Ebene» makro-organisatorischer Natur. Deren präven-tive Eignung gebietet es, sie ab dem Moment der Planung der Arbeiten anzu-wenden.

Es ist notwendig, zwischen Verpflichtung und Verantwortlichkeit der

(84) Più in generale, sul limitato impatto normativo del d. lgs. 106/2009 v., da ultimo, Pu-litanò, Sicurezza del lavoro: le novità di un decreto poco correttivo, in Dir. pen. proc., 1/2010,102 ss.

966 ARTICOLI

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 32: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,

verschiedenen Rechtssubjekte zu unterscheiden, die im Rahmen von Werk-verträgen und Unterwerkverträgen mit Koordinierungsaufgaben betraut sind(Auftraggeber, Bauleiter, Auftragnehmer und Unterauftragnehmer, Koordi-natoren für das Projekt und für die Ausführung der Arbeiten), um zu über-prüfen, ob und in welchen Fällen die Aneinanderreihung mehrerer Gesetzes-verletzungen gerechtfertigterweise zu einer Häufung der Verantwortlichkeitfür Baustellenunfälle führen kann.

Résumé

L’interférence entre diverses infractions commises lors des activités dechantier détermine, en jurisprudence, un cumul de responsabilités pour acci-dents du travail, dans le cadre d’un processus de multiplication des positionsde garantie en matière de sécurité.

Or, ce processus risque d’entraîner des glissements vers des formes de res-ponsabilité «de position» même en l’absence des présupposés de la responsa-bilité pour n’avoir pas empêché le fait dommageable et en contraste avec leprincipe de spécialité des compétences.

À ces fins, une importance particulière doit être attribuée au contenu ob-jectif des obligations de coordination en reconnaissant, dans leur subdivisionen différents niveaux (macro-organisationnel, organisationnel et opération-nel), un trait caractéristique de la législation en vigueur, modifiée en dernierpar le décret législatif 106 de 2009. À l’augmentation exponentielle des ris-ques attachés aux activités de chantier correspond en effet l’institution de me-sures de «second niveau» à caractère macro-organisationnel, qui ne peuventavoir une réelle efficacité préventive que si elles trouvent application dès laphase de conception des travaux.

C’est la raison pour laquelle il est nécessaire de distinguer obligations etresponsabilités des différentes figures de coordination, prévues par la législa-tion, des activités exercées en régime d’entreprise ou de sous-traitance (com-mettant, responsable des travaux, entrepreneur ou sous-traitant, coordina-teurs pour la conception et pour l’exécution des travaux, employeurs des en-treprises auxquelles ont été confiés les travaux), afin de vérifier si, et dansquels cas, l’interférence entre plusieurs infractions pourrait légitimement dé-terminer un cumul de responsabilités pour les accidents sur les chantiers.

DANIELE PIVA 967

Riv. trim. dir. pen. econ. 4/2009

Page 33: 5!;EE;;F:OOSXRS! 9!BMMCF>:QXRSXX! · committente, di un ambiente di lavoro non sicuro da cui derivi un determi-nato infortunio. Con riferimento, poi, alla rilevanza di condotte omissive,