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Questa pagina è stata trafugata dal quaderno di caccia di Marco, C.Sq. dei Chiurli. Riguarda un’uscita di Squadriglia, ed è un esempio perfetto di un taccuino di esplorazione, ottimo per riportare a casa nozioni preziose e ricordi importanti di ogni nostra avventura.
Vediamo quali elementi contiene.MAPPAIl luogo, il percorso, qualche indicazione utile per capire dove siamo stati e dove si sono verificati gli eventi pu˘ importanti.OSSERVAZIONICosa abbiamo visto di particolare, cosa ci ha colpito, cosa sem-plicemente vogliamo ricordareSCHIZZI PANORAMICIPer visualizzare il luogoDETTAGLI DI PERCORSOTempi di percorrenza, commenti sulle diffi-coltà di percorso...EVENTI E INCONVENIENTIPer futura memoria di tutto quello che è successo di bello, e anche per ricordare gli errori da non ripetere.
Marco assicura che questi semplici appunti, anche a distanza di molti anni, gli permet-tono di riportare alla memoria in modo limpido l’intera uscita, le persone e gli eventi.
ILTACCUINODELL’ESPLORATORE
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A fine Missione il loro registro
d’osservazione sarebbe stato m
olto ricco: frequenti erano gli avvistam
enti di Berte e fra i Gabbiani si individuavano il Gabbiano Corso, lo Zafferano, i Gabbiani rosei e corallini, lo Stercorario, m
a quei caratteristi-ci pali di legno em
ergenti dalle acque risultavano essere appog-gio gradito a ben altre specie volatili: dall’Airone al Corm
ora-no, addirittura alla Cicogna!
Marco, il Capo Reparto,
sperava imm
ensamente
che i Falchi scoprissero le ragioni della scelta di quel luogo, una form
a-zione idrologica vicinis-sim
a al famoso stretto,
luogo vitale per centi-naia di specie anim
ali terrestri, m
arine ed aviarie, m
a che forse purtroppo, un giorno
avrebbe subito cambiam
enti disastrosi a causa di un colos-sale progetto d’ingegneria civile di ricongiungim
ento delle due sponde separate da quella lin-gua d’acqua che così tanti poeti aveva ispirato nell’antichità e che nella peggiore delle ipotesi sarebbe stato cancellato.I Falchi adesso lo sapevano e di ritorno dalla M
issione che eppure era stata un successo, nessuno aveva voglia di festeggiare.
Dario Fontanesca
Guidoncino verde... Esplorazione
Esplorare: perlustrare,
percorrere luoghi sconosciti, osservarli, cercare di conoscerli nei m
inimi dettagli, descriverne
la posizione, i paesaggi, esami-
narne con attenzione e curiosità la flora e la fauna; partire verso orizzonti m
ai visti prima! Per-
correre nuovi sentieri!
Esplorazione è la specialità di Squadriglia più avventurosa ed em
ozionante che ci sia; tutti da piccoli abbiam
o giocato al piccolo esploratore, tentando di scoprire un posto fino allora m
ai esplorato, per farne un nascon-diglio segreto.Esplorazione è la Specialità per chi non ha abbandonato il gusto dell’avventura, la curiosità di scoprire nuovi orizzonti.
Imprese? L’elenco è infinito:
Sfruttare tutte le capacità topografiche per descri-
vere un paesaggio, tracciarne un
percorso rettificato, un profilo altim
etrico, disegnarne sulla cartina le coordinate, farne uno o più schizzi panoram
ici, capire i collegam
enti...Scoprire nuovi sentieri per raggiungere un determ
inato luogo;Avventurarsi lungo un fiu-m
e, un torrente, un antico sentiero, una grotta, un paesaggio lacustre o m
on-tano, perché no, m
arino, ed esplorarlo al m
eglio, con rispetto e attenzione ai
minim
i dettagli, curiosità, per descriverne e riconoscerne flora, fauna, corsi d’acqua, andam
en-to plano-altim
etrico, caratteri-stiche am
bientali...Realizzare un erbario, un book fotografico, disegni della flora e della fauna riscontrata in un luogo poco praticato;Partire con lo stretto indispen-sabile, costruirsi un rifugio, sim
ulare una situazione di so-pravvivenza;Ricostruire la storia di una pic-
disegni di MARTINA ACAZI
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disegni di GIULIA BRACESCOCon passi sicuri su nuovi sentieri!
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Se c’è una Specialità di Squadriglia dove ognuno può davvero fare la sua parte que-sta è proprio la specialità di Esplorazione. Non è un caso che la parola Scouting significa ap-punto Esplorazione!
Provate a guardare bene nel vo-stro cartellone delle Specialità e dei Brevetti e non troverete alcun distintivo che rappresenti esplicitam
ente questa Specialità. Infatti se ci pensate bene una Squadriglia in esplorazione deve poter contare sulle più dispa-rate com
petenze di tutti i com-
ponenti della Squadriglia. Certo è che ognuno può avere delle proprie specificità m
a quello che non deve m
ancare a tutti è la curiosità.
SCELTA DEL LUOGO DA ESPLORARELa prim
a cosa da fare è sicura-m
ente decidere il nostro raggio d’azione, inform
arsi, sapersi m
uovere in natura e soprattutto saper utilizzare carte geografi-che e carte topografiche. Sappiam
o che non sono cono-scenze da tutti, m
a se non c’è già qualcuno specializzato in
Squadriglia quale occasione m
igliore per impegnarsi e
conquistare queste affa-scinanti specialità?
Specialità interessate: Topografo, Alpinista, GuidaBrevettI interessatI: Sherpa, Guida Alpina
v
MODALITA’ DI ESPLORAZIONEUna volta scelto il luogo da esplorare ci sono tante piccole notizie da sapere e in cui orien-tarsi grazie ad una conoscenza approfondita del territorio, delle vegetazioni, della fauna e delle particolarità della stagione in corso. Così com
e bisogna tene-re sotto controllo e quindi valu-tare di frequente soprattutto in natura le condizioni clim
atiche
angoli utilizzabili...). Cucina, e refettorio dovrebbero essere all’om
bra a mezzogiorno, la
tenda è opportuno che sia al sole al m
attino e alla sera, ma
non a mezzogiorno, m
entre la cam
busa dovrebbe sempre stare
all’ombra.
Se il vento soffia spesso in una
certa direzione (vento dominan-
te) è molto im
portante scoprirlo prim
a di montare il cam
po.
La tenda di SquadrigliaSe il plastico è preciso e realiz-zato su una scala suffi
ciente-m
ente piccola potrà aggiungere inform
azioni preziose alla scelta del punto adatto per la tenda. Durante il sopralluogo avrete
individuato alcune posizioni adatte: pianeggianti o in legge-ra pendenza, erbose, asciutte e senza presenza di m
uschio o erba troppo rigogliosa, sintom
i di eccessiva um
idità. Con un buon fondo drenante (con sab-bia o ghiaia) piuttosto che argil-loso (nel qual caso preparatevi a fare ottim
i canaletti di scolo).Sul plastico potrà essere facile com
pletare le osservazioni ca-pendo com
e si muove l’acqua
in caso di forti piogge, come
valutare le distanze giuste da un corso d’acqua o dalla riva del m
are; se c’è modo di ripararsi
dal sole o dai venti dominanti,
orientando la tenda in modo
opportuno (mai con l’apertu-
ra controvento) e prevedendo eventuali tiranti aggiuntivi; valutando le distanze che quo-tidianam
ente dovremo coprire
per trovare acqua, legna… e per
andare in bagno!
Il campoAl di là delle inform
azioni uti-li per la Squadriglia, un buon plastico è un ottim
o strumento
per piazzare le strutture gene-rali del cam
po: l’alzabandiera, l’altare, il portale, la cam
busa, i servizi igienici…
Si possono va-lutare le distanze, le pendenze, addirittura la visuale dai vari punti d’osservazione.Non resta che augurarci…
buon cam
po!
Giada Martin
Esplorazione: l’essenza dello Scouting
disegni di ELISABETTA DAMINI
Bene, la nostra Impresa è finita. Finita?? Ma cosa dici?! Un’Im-presa mica è come un piatto di pasta! L’Impresa non fini-sce mai. A te magari pare finita ma intanto un’Impresa va verificata. E cioè va vista la strada che si è percorsa. Insomma, un piatto di pasta lo si mangia, poi ci si chie-de se ci è piaciuto, se ci si poteva mettere un po’ più di parmigiano, togliere dal fuoco un po’ prima... Bene, con l’Impresa è più o meno la stessa cosa.
E poi, dopo, si festeggia, sì, c’è la FIESTA, la felicità per i risultati raggiunti e per le belle cose che abbiamo scoperto insieme.Immaginate la vostra Impresa come un semplice modo di fare delle cose insieme a un gruppo di amici. Che ne so, uscire la sera, andare a fare una scam-pagnata. Si pensa e si sceglie insieme cosa fare, si decide poi come farlo e poi lo si fa... Cos’è che rende una nostra Impresa di-versa dalla gita fuori porta con gli amici? Niente, proprio niente, c’è lo stesso spirito, la stessa voglia di fare. Ma allo stesso tempo c’è tanto di più, lo sappiamo tutti. E
dove e come lo vediamo questo più? E che cos’è
questo più? Bene, que-sto più è tutto ciò che noi scopriamo, tutto ciò che riteniamo im-
portante e vogliamo
difendere, sono i valori e le
competenze che la Squadriglia ha scoperto prima e durante l’Impresa e vuole che diventino il proprio SPIRITO!
Ecco, perché, allora, tanto peso alla Verifica e alla Fiesta. Con la VERIFICA possiamo guardarci in faccia e dirci se tutte le fasi della
nostra Impresa hanno rispettato i valori in cui crediamo, la nostra Legge, la collaborazione tra di noi, gli impegni che abbiamo preso. E, soprattutto, come rilan-ciare tutto ciò per le Imprese che verranno.
E poi la FIESTA, allora, per dirci che oltre alle “cose” ci sono i valo-ri, le cose belle che abbiamo sco-perto, la nostra crescita… anche quando le cose sono andate diversamente dal previsto, siamo cresciuti lo stesso! Troppo facile fare festa quando siamo solo allegri. Una vera Fiesta è il mo-mento in cui sentiamo di essere una Squadriglia che sa sempre
come stare insieme e che sa ce-lebrare la propria amicizia. Fa un po’ la differenza con il gruppo di amici… o no?
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IL CONSIGLIO DI SQUADRIGLIAPer fare le cose ci vogliono dei luoghi. Lo sapete, per qualcuno le cose si possono fare anche su internet, con Facebook e Msn. Ma a noi piace incontrarci e guardarci in faccia. Il luogo della Verifica è il Consiglio di Squadriglia. Perché? Perché l’Impresa è un gran bel gioco, il gioco di costruire qualche cosa di stupendo insieme agli altri. Se, come abbiamo detto, la Verifica è il momento per vedere se, oltre alle cose fatte, i traguardi sono anche i valori che abbiamo saputo mettere in pratica, la capacità di capirci, di sentirci veramente amici, ci vuole il luogo dove questi valori siano resi, in qualche modo, “sacri”, autentici, nostri, più veri del vero. E allora perché non pensare al diario dove segnare i nostri traguardi, le nostre prospettive future, le nostre nuove mete? Ecco anche perché diventano belle le nostre tradizioni, ci possono stare un canto e una preghiera iniziali, una cerimonia. Ci ritroviamo insieme, condividendo le stesse idee e vogliamo vedere: siamo riuscite a viverle? Riusciremo a viverle ancora più a fondo in futuro? E come?
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Posti d'azioneDavanti alla mia Sq. ho accettato gli Impegni che essa mi affidava e che io ho scelto con lei. Poi li ho messi in pratica. Ora, qui, con i miei amici li verifico, vedo se e come ho svolto il mio ruolo, come ho rispettato il mio posto d’azione. La nostra Sq. potrà riconoscere se finalmente ho raggiunto quell’ambita Specialità grazie al posto d’azione che ho ricoperto e il capo Sq. lo dirà apertamente al Consiglio della Legge! Che emozione!
IL SENTIERO Mete e Impegni
Per cominciare, intanto, vediamo se gli obiettivi
che ci eravamo fissati sono stati raggiunti. Sia i
nostri obiettivi come comunità di Sq. sia quelli
personali: la nostra Sq. dovrebbe conoscere
quali erano i nostri impegni per l’Impresa, saprà
riconoscere se li ho raggiunti, se grazie ad essi
sono cresciuto nella scoperta, nella competenza e
nella responsabilità.
• IL BELLO DI SENTIRE CHE SIAMO CAMBIATIImpegnarsi per raggiungere un obiettivo e compiere tutto ciò che è necessario per farlo significa far vedere che veramente ci teniamo a realizzare i nostri sogni. Raggiungere una meta significa incontrare, lungo il nostro sentiero, i nostri sogni senza pretendere che siano i nostri sogni a fare tutta la strada da soli per arrivare fino a noi. I sogni hanno bisogno di sognatori coraggiosi. Raggiungere un obiettivo, realizzare un sogno, quindi, è un cammino che ci cambia. Alla fine di questo cammino ci sentiamo cambiati e questo è bello e ci fa sentire felici. La gioia di sentire che siamo cambiati nasce dal fatto che in quello che abbiamo fatto abbiamo incontrato i nostri sogni, li abbiamo toccati e, almeno in parte, realizzati. Il bello di cambiare è il bello dei nostri sogni.
• LA GIOIA DI UN LAVORO CONCLUSO E IL DESIDERIO DI RIPARTIRENessuno di noi è mai arrivato, siamo partiti, insieme alla nostra Squadriglia per cambiar noi e il mondo ma non siamo ancora arrivati al traguardo: quante altre cose da fare, quanti sogni da realizzare, quante avventure da vivere. Ecco perché la gioia che proviamo nell’aver compiuto qualcosa di bello e importante non può mai essere abbastanza per durare per sempre. C’è ancora spazio per l’avventura, c’è un desiderio
di ripartire: tutte le cose che possiamo o vogliamo fare ci chiamano. Un’avventura ne chiama un’altra. I nostri sogni si trasformano nel desiderio di fare e di ripartire.
• L’ESPLORATORE È COLUI CHE RAGGIUNGE UNA META ED È PRONTO A RIPARTIREL’esploratore è colui che sogna di raggiungere una meta e si impegna per arrivare ma, arrivato, sente il desiderio di partire di nuovo, verso una nuova meta. Di meta in meta, di tappa in tappa, l’esploratore cammina tracciando una carta di territori che prima erano sconosciuti. Ma il sogno si trasforma in desiderio e in un continuo essere pronto a ripartire. Il vero viaggio di ogni esploratore non ha il centro nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi con sui guardare il mondo.
• COINVOLGIMENTO DI TUTTIChristopher McCandless il protagonista della storia raccontata nel film Into the Wild è un esploratore che viaggia di meta in meta alla ricerca della felicità, alla fine del suo viaggio annota nel suo diario la grande verità che ha scoperto: “Happiness only real when shared” (la felicità è autentica solo se condivisa). Ecco il segreto: solo viaggiando insieme, lavorando con gli altri, condividendo i sogni e le avventure necessarie per realizzarle la felicità e la gioia diventano reali. Solo se abbiamo altri che hanno vissuto con noi le nostre avventure abbiamo la certezza che quello che abbiamo fatto e sperimentato è reale. Solo il coinvolgimento di tutti rende vera la gioia e più spedito il nostro cammino.
Abbiamo fatto davvero quanto era necessario?
Abbiamo visto Colombo concludere l’Impresa,
però l’esperienza appena conclusa va verificata
per essere certi di averla realizzata nel modo
corretto. Lo facciamo noi per Colombo, perché lui
certe cose non le sapeva. Crede di essere arrivato
alle Indie e non si rende conto di aver scoperto
un nuovo continente. E’ convinto che i suoi calcoli
siano esatti: lo confortano le pagine di Marco Polo
e gli studi cartografici di Paolo dal Pozzo Toscanelli.
Purtroppo entrambi questi signori hanno
commesso qualche errore nelle loro valutazioni:
per fortuna, prima delle Indie c’era l’America! In
caso contrario le tre navi di Colombo sarebbero
scomparse nelle vastità oceaniche, complici la
fame e la sete. Ma i suoi errori nei calcoli delle
distanze non tolgono nulla all’Impresa. La sua
scoperta avrebbe cambiato il mondo. Anche nelle
vostre Imprese può succedere di commettere
qualche sbaglio di valutazione, non siamo perfetti.
Per la validità di quanto avrete realizzato contano
l’impegno che ci avete messo: avete lavorato tutti
insieme e tutti hanno dato il massimo di sé? Se sì,
l’impresa si può considerare riuscita anche se, in
piena lealtà, non è stato possibile raggiungere
tutti gli obiettivi.
FAR TESORO DELLE ESPERIENZE
T.P.
T.P.
30
512
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impresa è 4 Verifica, Contemplazione Fiesta
L’avete presente una torta? Una di quelle tutte di panna: per considerarla una vera torta è indispensabile che sopra ci sia la ciliegina, cioè che sia completa.Comprendo che l’esempio non è poi così appropriato, ma una vera Impresa deve necessariamente contemplare il momento della verifica e della fiesta, perché altrimenti manca un passaggio determinante dove, al di là dell’obiettivo più o meno raggiunto, la comunità che ha vissuto l’Impresa si ritrova per festeggiare quanto realizzato, lo sforzo e l’impegno profuso, la gioia di aver lavorato insieme, la bellezza di aver condiviso un obiettivo. Credo che anche solo questi motivi, devono spingere, una Squadriglia, un Reparto, un Alta Squadriglia a vivere la fase della Fiesta come momento di celebrazione, di condivisione di un risultato. Un tempo di contemplazione dove quello che si è fatto diventa patrimonio del singolo e
della comunità.Mio padre ha fatto per una vita il fabbro e tante volte l’ho visto, dopo aver terminato un lavoro, fermarsi a rimirare quanto aveva fatto. A volte pienamente contento, altre volte scorgendo qualche piccolo difetto; però sempre soddisfatto di quello che aveva realizzato.Ogni E/G, alla fine dell’Impresa è come l’artigiano che si ferma a contemplare il lavoro fatto. Anche Dio, al termine della sua grande Impresa della creazione, alla sera contemplava con lo sguardo carico d’amore e di soddisfazione, ed esclamava: “anche oggi ho fatto una cosa bella!”. Poi quando ha creato il maschio e la femmina, lì veramente si è esaltato al massimo: “oggi ho fatto veramente qualcosa di molto bello!”. Cfr Genesi capp. 1 e 2).Forse qualche volta rimaniamo insoddisfatti di quello che abbiamo realizzato: non è come lo avevamo immaginato, sognato. Ma credo sia
importante verificare con onestà ogni cosa, perché è così che si impara a non sbagliare. Si verifica non per imputare le responsabilità, ma per capire cosa potevamo fare meglio.Anche Gesù alla sera, insieme ai suoi intorno al fuoco, cercava di capire quanto avessero compreso di lui: “...e voi chi dite che io sia?”Infine la Fiesta, il ritrovarsi per celebrare gioiosamente quello che abbiamo fatto, per dire quanto siamo stati bravi per sottolineare che siamo contenti e pronti per ripartire con una nuova Impresa, anche più impegnativa o diversa dell’altra.Anche la nostra vita religiosa segue questo ritmo, pensate alla Quaresima, si conclude con la Pasqua; l’Avvento con il Natale. E anche la vita di Gesù: dopo la croce, c’è la risurrezione alla quale segue l’invio in missione con il dono dello Spirito Santo.
Don Luca Meacci AE Nazionale Branca E/G
Fuochi coloratiTrucchi da fiesta intorno al fuoco
Con qualche manciata di sostanze chimiche, alcune facilmente reperibili, si può dare un tocco di magia ai nostri fuochi di bivacco. Potrebbe essere il dettaglio speciale che renderà memorabile la nostra fiesta.Naturalmente ricordiamoci che non bisogna scherzare col fuoco. Quindi massima attenzione, fai solo “magie” già provate prima, e nel provarle comincia con piccole quantità e aumentale fino ad arrivare all’effetto voluto, senza mai esagerare.
E ricorda che alcune sostanze chimiche vanno maneggiate con attenzione: anche se si trovano nel “Piccolo Chimico” sono quasi sempre tossiche!
FIAMME COLORATEGiallo: - nitrato di potassio (salnitro) -
cloruro di sodio (sale da cucina);Verde: - borace - solfato di rame;
Viola: - cloruro di litio;Rosso: - nitrato di stronzio;
Arancione: - cloruro di calcio.Scintille
Argento: - polvere di alluminio;Oro: - limatura di ferro.
116
A caccia di idee: cosa osservare, dove cercare, com
e decidere Cara Squadriglia com
plimenti!
Hai scelto di conquistare la Spe-cialità di Squadriglia di Esplora-zione, allora vuol dire che vuoi m
etterti in gioco al cento per cento per superare tutti i tuoi li-m
iti e per essere pronta a tutto! Non puoi già sapere in partenza quello che andrai ad esplorare m
a devi vivere a pieno il motto
‘Estote Parati’ per rispondere al m
eglio a quelle che sono le esigenze che si profileranno passo dopo passo in questa affascinante avventura che ti aspetta. M
agari si il solo nome
‘Esplorazione’ ti ha fatto riaf-fiorare im
magini di vecchi m
iti del passato che sono andati alla ricerca di luoghi e posti davvero ignoti, m
a ora che il mondo è
conosciuto credi di non sapere com
e poter im
postare una vera im
presa? Non farti prendere dal pani-co! Devi osare.
COSA ESPLO
RIAMO
?Pensa innanzitutto cosa vuoi esplorare! Un paesino, una m
ontagna, una piccola località e cerca di catturare quante più in-form
azioni è possibile. Hai da-vanti a te un grande strum
ento com
e internet che se usato bene può aiutarti non poco nella tua preparazione. M
agari se guardi bene intorno a te ci sono m
olti
‘esploratori’ che possono esserti utili, dalle persone del
CAI - club alpino ita-liano - alle istituzio-ni e gli enti locali e addirittura al gruppo
scout del posto.
ESPLORARE NO
N È UNA PASSEGGIATINA
Sicuramente per esplo-
rare al meglio non baste-
rà attrezzarsi e fare una sem
plice passeggiatina. Non basta cam
minare su
una strada, in un sentiero
È un’ottima abitudine quella di
andare a fare un sopralluogo, così da renderci m
eglio conto della struttura del cam
po e da lì fare un’attenta analisi degli spa-zi a nostra disposizione.Un’im
presa interessante e utile a tutto il Reparto potrebbe essere quella di realizzare un plastico del cam
po (con relative curve di livello) che ne riproduca fedel-m
ente l’orografia ossia i rilievi del terreno.Unendo le osservazioni dal vero e lo studio del “m
odello”, la successiva progettazione degli angoli di Squadriglia e delle co-struzioni principali potrà sfrut-tare al m
eglio le potenzialità degli spazi a disposizione.
Il plasticoRitagliando su cartoncino le sagom
e delle singole curve di livello, riprese della cartina to-pografica 1:5000 o 1:10000
della zona, si può riprodurre esattam
ente l’area in 3D.Lo spessore del cartoncino, per ottenere un calco fedele del luogo, deve corrispondere, in scala, al dislivello tra un’isoi-psa e l’altra. Questo valore si chiam
a equidistanza, lo trovate sem
pre indicato nella legenda sul bordo della cartina, se presente; in generale sulle cartine 1:10000 è di 10 m
(che corrisponde a uno spessore del
Il sopralluogo 3D
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disegni di IRENE VETTORI
disegni di ANNA DEMURTAS e s pl o
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esplorazione
Esploratori! Cosa esploriamo?
Le isoipse, o curve di livelloLe curve di livello sono linee chiuse che uniscono tutti punti che si trovano alla stessa altez-za. Risultano tanto più tortuose quanto è più irregolare il rilievo, tanto più fitte quanto m
aggiore è la pendenza. Idealm
ente si ot-tengono “affettando” un terreno con piani orizzontali equidistanti.
31
Il transatlantico Il “Conte Biancamano” è sta-
to uno dei piroscafi italiani più prestigiosi.
Varato nel 1925, nel suo viaggio inaugurale puntò dirit-to verso gli Stati Uniti. Fu una nave fortunata, che sopravvive ancora oggi – almeno in par-te – in un enorme padiglione del Museo “Leonardo da Vinci” di Milano, dov’è conservata la sezione del ponte superiore con il salone delle feste. È l’area del transatlantico più dotata di comodità e raf-finatezze, perché riservata alla clientela più ricca e nobile.
I ponti inferiori invece erano molto più spogli ed essenziali, destinati a quel-la massa di persone che partivano dall’Italia senza soldi, ma con molte speran-ze, per cercare fortuna nel Nord America, in Argentina o in Brasile. Sulla stessa nave, che poteva alloggiare fino a settemila persone, viag-giavano dunque italiani di due mondi opposti.
Dopo l’Unità del 1861 la no-stra nazione era molto povera: non c’era cibo sufficiente per tutti, il lavoro era concentra-to in alcune regioni, mentre in altre, per non morire di fame, parecchi uomini scelsero di formare bande di briganti, che furono stroncate senza pietà dall’esercito; l’analfabetismo riguardava più di tre quarti della popolazione. Fu così che milioni di italiani si imbarca-rono su bastimenti più o meno scassati – e non soltanto sul “Conte Biancamano” – verso le Americhe o l’Australia. Non
tutte quelle navi arrivarono in porto, perché molte si persero nelle tempeste o affondarono a causa della loro fragilità.
Il cimitero del mare ispirò di-verse canzoni, che gli italiani più anziani ricordano ancora oggi. Eccone qualche strofa:
«E da Genova il “Sirio” partiva per l’America varcare i confin. Urtò il “Sirio” un orribile scoglio,di tanta gente la misera fin: padri e madri abbracciavano i figli che sparivano tra le onde, tra le onde del mar».
«Mamma mia dammi cento lire che in America voglio andar. Cento lire io te le do ma in America no no no. I suoi fratelli alla finestra di-con mamma lasciala andar.
Quando fu in mezzo al mare il bastimento affondò. I miei capelli son ricci e belli l’acqua del mare li marcirà. Le parole della mia mamma son diventate la verità».
I più fortunati, quando sbar-cavano, non trovavano vita facile:
«Trenta giorni di nave a vapore che nell’America noi siamo arrivati e nell’America che siamo arrivati abbiam trovato né paglia e né fieno abbiam dormito sul piano terreno. E l’America è lunga e larga è circondata di monti e di piani ma con l’industria dei nostri italiani abbiam fondato paesi e città».
Anche oggi assistiamo a naufragi di emigranti, com-presi ragazzi e bambini, che spariscono nel mare Mediter-raneo: in quelle barche non ci sono più italiani, ma persone che fuggono dalla Tunisia, dal-la Libia, dal Marocco, dalle co-ste del Nord Africa o dell’Asia per raggiungere l’Europa; per-sone disperate che non posso-no più sopportare la guerra, la violenza, la siccità, la fame e la sete.
es p
l o r a z i o n eesplorazio
ne
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Quest’oggi i componenti della
Squadriglia Falchi sono inten-ti a preparare gli zaini per con-cludere in bellezza la loro Spe-cialità di esplorazione con un’ intraprendente Im
presa all’Oasi
di Ripa Bianca, una riserva na-turale situata nelle M
arche; di certo non si può partire allo sba-raglio e perciò Irene, da brava Caposquadriglia, ha già stilato un elenco del m
ateriale che oc-corre per conoscere a fondo ogni particolare del parco:quaderno di Specialità, cancel-leria, m
acchina fotografica e poi cos’altro? Eh sì, perché Irene e la sua Squadriglia conoscono alla perfezione il necessario per una qualsiasi uscita m
a hanno qual-che dubbio su cosa possa servire per questa giornata all’insegna dell’esplorazione:
una canoa?
Una muta da sub? Un raggio la-
ser? O un pratico asciugacapelli?A questo punto corre in loro soccorso
la Caporeparto,
che m
ostra alle ragazze un libro in-titolato Scouting for Boys in cui tale B.-P. svela alcune tecniche essenziali per conoscere tutto di un’area naturale com
e un bosco o una riserva.
Innanzitutto è sempre bene
portarsi una cartina del
luogo anche se in que-sto caso, trattandosi
dell’esplora-
zione di una riserva, molti sen-
tieri saranno già segnati; secon-do, una m
acchina fotografica: sarà m
olto più semplice catalo-
gare gli animali e le piante con
un’imm
agine a portata di mano.
Della carta carbone, per ricalcare le foglie degli alberi tipici della riserva e della carta assorbente, per conservare i fiori più interes-santi. Se proprio vi sentite tanto intraprendenti, potreste portare con voi anche un binocolo per vedere con più facilità gli uccelli, m
a se andate all’esplorazione di un parco, è probabile che trove-rete m
olte “zone di avvistamen-
to” già ben fornite a riguardo.Ovviam
ente m
ai dim
enticarsi dell’im
mancabile e insuperabile
materiale di cancelleria! Fogli,
matite, penne, colla, forbici e chi
più ne ha, più ne metta!
Infine, cosa non meno im
por-tante, l’Esploratore e la Guida non possono fare assolutam
en-te a m
eno di un occhio vigile e sveglio: non bisogna lim
itarsi a guardare, m
a si deve osservare, stare attenti ad ogni particolare non lasciandosi sfuggire niente. In fondo chi lo sa, potreste sco-prire una nuova specie anim
ale! No, il vostro novizio non vale!Bene, ora che la Squadriglia Fal-chi ha le idee un po’ più chia-re, può finalm
ente partire alla volta dell’Oasi di Ripa Bianca e così iniziare la sua coraggiosa
Impresa! Non penserete m
ica di lasciarle da sole?! Forza, seguia-m
ole!
Ecco l’Oasi! Una piccola nota: dobbiam
o ricordarci che la no-stra esplorazione non dovrà es-sere fine a se stessa, l’Im
presa consiste nello stilare una guida dettagliata per chi, dopo di noi, vorrà venire a visitare la riserva. Ora iniziam
o!Prim
a di tutto le ragazze comin-
ciano a prendere una foglia per ogni tipo di albero, così da po-terle ricalcare con la carta carbo-ne e catalogarle: bisogna dise-
gnarne la
sagoma,
descriverne l’aspetto e le di-
mensioni, in m
odo da riconoscerle e da sape-re a che specie appartengono. All’Oasi in particolare ci sono m
olti salici e pioppi bianchi.Poi raccolgono diversi tipi di fiori, la rosa canina, il biancospino, il ligustro, da conservare nella carta assor-
bente e da classificare. Atten-zione!
Strappare furiosam
ente tutta la vegetazione non rientra nell’am
are e rispettare la natura!M
olto importante, se ci si trova
nei pressi di un fiume, è capire
se l’acqua è potabile e infatti le nostre intrepide fanciulle stanno già controllando sotto le rocce se ci sono quei m
icroinvertebra-ti, visibili tranquillam
ente ad oc-chio nudo, che vivono solam
ente in acque potabili; se li trovate, potete anche riem
pire le vostre borracce!Guardate
sotto i
vostri piedi
come sta facendo Irene: indica-
re la composizione del terreno è
fondamentale per sapere quale
attrezzatura è più indicata per cam
minare.
Occupiamoci della fauna: osser-
vate bene se intorno a voi ci sono delle im
pronte di animali.
La nostra
Squadriglia preferita ha già individuato quelle di una
Missione Explorer!
DOSSIERIMMIGRAZIONE
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a cura di Stefano Garzaro - imm
agini dal WEB - infografica di Paolo Vanzini