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Le due cappelle laterali hanno balaustra e altare in marmipolicromi, stilisticamente attribuibili a una bottega lombardadi metà Settecento. La cappella di sinistra ospita una statualignea della Madonna Addolorata, scolpita nel 1842 da LuigiMontecucco. Del fratello Francesco è la pala della cap-pella di destra, raffigurante ilMartirio di Sant’Agata: al centroè la figura della santa, dallosguardo fiero e al tempo stessorassegnato, attorniata dai trecarnefici che stanno comin-ciando a torturarla, per obbedireall’indicazione del suo persecu-tore, seduto a sinistra. L’altaremaggiore, in marmi policromi,è caratterizzato da due angio-letti in marmo di Carrara chesorreggono la mensa e da unbassorilievo al centro del pa-liotto con la raffigurazione diGesù Cristo nell’orto. Fu scolpito da Antonio Riccardi, fratellodell’architetto Carlo progettista della chiesa. Nelle pareti la-terali del presbiterio, in alto, si aprono due ampie tribune conbalaustre in marmo di Varallo: quella di sinistra, chiusa dauna grata in legno con gli stemmi della famiglia GuidobonoCavalchini Garofoli, era riservata ai membri della nobile ca-sata tortonese, che vi avevano accesso direttamente dal
palazzo; quella di destra invece è finta, realizzata per sim-metria con quella che le sta di fronte. Uno degli arredi ligneipiù importanti della chiesa è il coro, a due ordini di stalli, ad-dossati a emiciclo alla parete absidale; i dossali sono definitida specchiature rettangolari decorate da cornicette mistilineee sono separati da lesene. Il restauro del 2005-6 lo ha ri-portato al suo aspetto originario. Sulla volta sono dipinti duegrandi affreschi, La gloria di San Giacomo sulla navata eL’esaltazione dell’eucarestia sul presbiterio. Non ne cono-sciamo l’autore, ma lo stile aulico e un po’ enfatico richia-mano la pittura piemontese del secondo Settecento.
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La chiesa di San Giacomo è uno squisito esempio di archi-tettura tardo-barocca, pregevole sia perché non ha subitonei secoli successivi mutamenti determinanti, sia perché èrealizzata in uno stile sobrio, senza quell’eccessivo decora-tivismo che spesso caratterizza l’arte di quest’epoca.La chiesa attuale fu consacrata nel 1784, ma le sue originisono medievali. Dai documenti sappiamo che nel 1252 ac-canto alla chiesa sorgeva un “ospedale”, affidato alla Con-fraternita dei Templari, dove veniva data ospitalità ai nume-rosi pellegrini diretti a Santiago di Compostella.
Nel XVIII secolo la vecchia chiesa era in rovina, così venneabbattuta e ricostruita per volere del cardinale tortoneseCarlo Alberto Guidobono Cavalchini, come ricorda una lapideposta all’interno, a destra della balaustra dell’altare mag-giore. Il cardinale affidò il progetto di ricostruzione dell’edi-ficio all’architetto milanese Carlo Riccardi e i lavoricominciarono nel 1770.La facciata si protende sullo spazio angusto di via LorenzoPerosi: la ornano un cornicione marcapiano, capitelli corinziscolpiti in marmo di Varallo, due statue di sasso raffigurantidue angeli e il grande stemma gentilizio in pietra del card.Guidobono Cavalchini (a fasce azzurre e oro, con un’aquilanera coronata), sormontato dal cappello cardinalizio. L’elegante interno ha una ricca ornamentazione, che si di-spiega sulle pareti dell’unica navata. Caratteristici dellachiesa sono i coretti che dall’alto si affacciano sulla navatae le cappelle laterali, forse un tempo riservati alle classi so-ciali più abbienti. Sono chiusi da una balaustra in sasso diSerravalle, con grate in legno dipinto e dorato.
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