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A SCUOLA A TEATRO LA BOTTE E IL CILINDRO Anno scolastico 2011-2012 XXII stagione di spettacoli per le scuole dell’obbligo Ecco il calendario e le in- formazioni sugli spettaco- li della ventunesima sta- gione che La botte e il ci- lindro dedica alle scuole di base al Teatro Ferrovia- rio in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Sassari. Otto compagnie nazio- nali e una catalana, 15 ti- toli per 63 repliche ac- compagneranno bambini, ragazzi e insegnanti da novembre fino a marzo. Il costo del biglietto è di 5 euro, l’inizio degli spetta- coli alle ore 10. Come sempre le scuole interes- sate dovranno prenotare gli spettacoli e i giorni de- siderati alla segreteria del Ferroviario: tel 0792633049 fax 0792633197, oppure [email protected] Ministero per i Beni e le Attività Culturali Regione Sardegna Assessorato Spettacolo 10,11,12,13 gennaio La botte e il cilindro CARTACANTASTORIE (4-8 anni) 19,20,23,24,25,26,27,30,31 gennaio La botte e il cilindro CAPPUCCETTO ROSSO 13,14 febbraio L‟Uovo (Aq) IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI (6-11 anni) 27,28,29 febbraio AIDA (Vr) I RAGAZZI DELLA VIA PAAL (8-13 anni) 5,6,7 marzo La botte e il cilindro IL GATTO CON GLI STIVALI (4-11) 9,12,13,14 marzo Toni Zafra (Barcellona) IL GRAN CIRCO DELLE MARIO- NETTE (dai 4 anni) 19,20,21,22 marzo La botte e il cilindro IL GATTO MAMMONE (4-11 anni) 26,27,28,29 marzo La botte e il cilindro FILASTROCCHE (4-8 anni) 2,3,4 aprile Teatro Libero (Pa) PINOCCHIO (9-13 anni) Fondazione Banco di Sardegna Provincia di Sassari Assessorato Cultura 4,7,8,9,10,11 novembre La botte e il cilindro GARABALDA FA FARATA (il Risorgimento raccontato ai ra- gazzi) (6-11 anni) 14,15,16 novembre Teatro Instabile (Or) LA FILOSOFIA DEL CAMMELLO (6-13 anni) 21,22,23 novembre Is Mascareddas (Ca) ANIMA E CORU (dai 4 anni) 25,28,29,30 novembre La botte e il cilindro LA BELLA CHE SPOSÒ LUSBÈ (6-11 anni) 1 e 2 dicembre La botte e il cilindro FANTASIA ORIENTALE (6-11 anni) 9,12,13,14,15,16,19, 21 dicembre La botte e il cilindro LO SCHIACCIANOCI (6-11 anni) Comune di Sassari Assessorato Spettacolo

A SCUOLA A TEATRO - La Botte e il Cilindro · La bandiera di tre colori è sempre stata la più bella: noi vogliamo sempre quella, noi vogliam la libertà! Eccola qui, la “bandiera

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A SCUOLA A TEATRO LA BOTTE E IL C IL INDRO Anno scolastico 2011-2012

XXII stagione di spettacoli per le

scuole dell’obbligo

Ecco il calendario e le in-

formazioni sugli spettaco-

li della ventunesima sta-

gione che La botte e il ci-

lindro dedica alle scuole

di base al Teatro Ferrovia-

rio in collaborazione con

l’assessorato alla Cultura

del Comune di Sassari.

Otto compagnie nazio-

nali e una catalana, 15 ti-

toli per 63 repliche ac-

compagneranno bambini,

ragazzi e insegnanti da

novembre fino a marzo. Il

costo del biglietto è di 5

euro, l’inizio degli spetta-

coli alle ore 10. Come

sempre le scuole interes-

sate dovranno prenotare

gli spettacoli e i giorni de-

siderati alla segreteria del

Ferroviario:

tel 0792633049

fax 0792633197, oppure

[email protected]

Ministero per i Beni

e le Attività Culturali

Regione Sardegna

Assessorato Spettacolo

10,11,12,13 gennaio

La botte e il cilindro

CARTACANTASTORIE

(4-8 anni)

19,20,23,24,25,26,27,30,31 gennaio

La botte e il cilindro

CAPPUCCETTO ROSSO

13,14 febbraio

L‟Uovo (Aq)

IL GIRO DEL MONDO IN 80

GIORNI

(6-11 anni)

27,28,29 febbraio

AIDA (Vr)

I RAGAZZI DELLA VIA PAAL

(8-13 anni)

5,6,7 marzo

La botte e il cilindro

IL GATTO CON GLI STIVALI

(4-11)

9,12,13,14 marzo

Toni Zafra (Barcellona)

IL GRAN CIRCO DELLE MARIO-

NETTE (dai 4 anni)

19,20,21,22 marzo

La botte e il cilindro

IL GATTO MAMMONE

(4-11 anni)

26,27,28,29 marzo

La botte e il cilindro

FILASTROCCHE

(4-8 anni)

2,3,4 aprile

Teatro Libero (Pa)

PINOCCHIO

(9-13 anni)

Fondazione

Banco di Sardegna

Provincia di Sassari

Assessorato Cultura

4,7,8,9,10,11 novembre

La botte e il cilindro

GARABALDA FA FARATA

(il Risorgimento raccontato ai ra-

gazzi)

(6-11 anni)

14,15,16 novembre

Teatro Instabile (Or)

LA FILOSOFIA DEL CAMMELLO

(6-13 anni)

21,22,23 novembre

Is Mascareddas (Ca)

ANIMA E CORU

(dai 4 anni)

25,28,29,30 novembre

La botte e il cilindro

LA BELLA CHE SPOSÒ LUSBÈ

(6-11 anni)

1 e 2 dicembre

La botte e il cilindro

FANTASIA ORIENTALE

(6-11 anni)

9,12,13,14,15,16,19, 21 dicembre

La botte e il cilindro

LO SCHIACCIANOCI

(6-11 anni)

Comune di Sassari

Assessorato Spettacolo

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ANNO SCOLASTICO 2011-2012 PAGINA 2 a scuola a teatro

4,7,8,9,10,11 novembre

La botte e il cilindro

GARABALDA FA FARATA (il Risorgi-

mento raccontato ai ragazzi)

con Daniela Cossiga . Scritto e diretto da

Sante Maurizi (età consigliata 6-11 anni)

La bandiera di tre colori

è sempre stata la più bella:

noi vogliamo sempre quella,

noi vogliam la libertà!

Eccola qui, la “bandiera di tre colori”. La

bandiera italiana: verde, bianco, rosso.

Verde come l’erba del prato. Bianco come

le montagne dopo nevicato. Rosso come il

sangue del soldato. Così cantavano i no-

stri bis e tris-nonni. Ma cantavano an-

che:

Garibaldi fu ferito

fu ferito ad una gamba

Garibaldi che comanda

che comanda i suoi solda’!

Garibaldi è stato ferito? Dove? Quando?

Chi è stato? E perché?...

Ma prima di rispondere a queste doman-

de ecco che la canzone diventa una fila-

strocca:

Garabalda fa farata

fa farata ad ana gamba

Garabalda ca camanda…

Garabalda cacca manda? Ma come ti

permetti?

No! Aspetta! Non è finita:

Garabalda ca camanda

ca camanda a saa salda’!

Come come?... ca camanda a saa salda’?.

... ah, ho capito!...

Benissimo! Dai! continua con me:

Gherebelde fe ferete

fe ferete ed ene ghembe

Gherebelde che chemende

che chemende e see selde’!...

Ecco: con una filastrocca, con un gioco,

inizia il nostro viaggio lungo il Risorgi-

mento. Gli avvenimenti che portarono

all‟Unità d‟Italia con i suoi protagonisti

(Garibaldi, Vittorio Emanuele II, Ca-

vour, Mazzini,Verdi) rivivranno attra-

verso giochi, animazioni e canzoni. Co-

me “La battaglia di Magenta” (C’era un

bel dì la battaglia di Magenta / che bel

piacere vedere i cavalier…). Ma anche

attraverso l‟immenso repertorio icono-

grafico di dipinti, affreschi, nomi di piaz-

ze e vie, monumenti che abitano da 150

anni le nostre città e ai quali quasi non

facciamo più caso. Grazie all‟interazione

dell‟attrice con le proiezioni sullo scher-

mo gigante, le immagini di battaglie e

personaggi coinvolgeranno i piccoli spet-

tatori nell‟essere parte della storia. Con

la convinzione che sia ancora possibile,

come capitò alle generazioni che ci han-

no preceduto, appassionarci alla Storia.

14,15,16 novembre

Teatro Instabile (Or)

LA FILOSOFIA DEL CAMMELLO

(6-13 anni)

Un giovane turista è in viaggio nel deser-

to del Sahara, nella zona sud dell‟Algeria.

A causa di un inconveniente accaduto

all'autobus su cui viaggiava, si allontana

dal gruppo e si ritrova da solo in mezzo al

deserto.

Non si impaurisce e comincia a fare ca-

stelli di sabbia, a fantasticare e, con la

mente, percorre strade immaginarie den-

tro quello strano ambiente tanto affasci-

nante quanto misterioso, il bellissimo

deserto del Sahara.

Conoscerà i viandanti del deserto, con

loro mangerà pane azzimo e berrà latte di

capra, conoscerà i cammelli, le volpi e

tanti altri animali del deserto e inseguirà

anche i miraggi.

Incontrerà un piccolo cane di nome As-

shan che diventerà il suo più fedele com-

pagno, conoscerà Mohammed, un bambi-

no del deserto, che gli racconterà storie

incredibili e molto emozionanti. Con lui si

siederà a sognare, con le stelle costruirà

fantastici e onirici paesaggi, conoscerà la

guerra e gli parrà di aver combattuto per

davvero. Diventerà esso stesso parte del

Sahara, gli sembrerà di essere diventato

di sabbia e vecchio e cieco conoscerà la

vera storia del popolo Saharawi che tanti

e tanti anni fa, è stato costretto a

fuggire dalla sua terra per vivere esule in

un paese straniero.

“La filosofia del cammello” è uno spetta-

colo teatrale che il drammaturgo Aldo

Sicurella ha ideato e scritto al suo rientro

dal deserto Algerino dove è stato per una

settimana nella doppia veste di podista e

maestro di teatro partecipando ad una

maratona di solidarietà con il popolo Sa-

harawi e realizzando con un gruppo di

bambini Saharawi un progetto di

drammatizzazione. Le vicende del prota-

gonista, turista occidentale che si perde

nel deserto, a volte narrate e a volte rivi-

ste come in un flashback, ci conducono in

un mondo affascinante e contradditorio

entro il quale le grandi forze della natura

spesso violente e distruttive contrastano

con la dolcezza, la felicità e la saggezza

dei suoi abitanti. La vulnerabilità

dell‟uomo diventa strumento per acquisi-

re una filosofia di vita che crede porta a

credere in un domani migliore ed in una

futura libertà. Il recinto che racchiude

musicisti ed attore su una sorta di duna,

si apre verso la platea e avvicina lo spet-

tatore in un emozionante contatto con “il

deserto”.

21,22,23 novembre

Is Mascareddas (Ca)

ANIMA E CORU

(dai 4 anni)

Anima e coru rappresenta una tappa

significativa del percorso della Compa-

gnia Is Mascareddas. Nato in occasione

del suo trentennale, lo spettacolo è

mosso dall‟esigenza di un tributo sim-

bolico, al lavoro svolto in questi anni,

ma anche al ruolo che ancora la burat-

tineria riveste, sebbene silentemente,

nel panorama delle possibilità espres-

sive delle arti sceniche, con la sua stra-

ordinaria capacità di emozionare.

Anima e cuore sono gli ingredienti che

un burattinaio deve trasferire nel cor-

po del burattino perché possa verificar-

si il prodigio tutto peculiare del Teatro

di Animazione, in cui un oggetto inani-

mato, agli occhi del pubblico, prende

vita.

Una vita capace di forza espressiva

straordinaria, in grado di incaricarsi di

un valore emotivo forte, in cui il corpo

del pupazzo diventa punto di incontro

tra il pubblico e il burattinaio, trasfor-

mandosi nella sede, concreta e immagi-

naria allo stesso tempo, in cui si gene-

ra un accordo tacito ma inscindibile di

scambio poetico, estetico e civile.

Anima e cuore, del resto, sono anche le

risorse da impiegare per svolgere il

mestiere di burattinaio per trent‟anni.

Lo spettacolo articola una girandola di

dieci episodi, brevi sketch, alcuni basa-

ti su idee nuove, altri su idee da reper-

torio, in cui si susseguono personaggi,

stili, tecniche di animazione e climi

poetici diversi. Tutte rappresentative

di una precisa tecnica di lavoro. La pa-

noramica sul lavoro di Is Mascareddas,

diventa così il pretesto per raccontare

la storia della burattineria e le sue ca-

ratteristiche, in un continuo rimando

tra narrazione del burattinaio, che in-

terviene tra un episodio e l‟altro, mec-

canismi di coinvolgimento del pubblico,

che diviene così parte integrante e in-

terattiva dello spettacolo, e gli episodi

interamente dedicati ai burattini.

Rivolto a tutto il pubblico, come nella

più originale tradizione del Teatro di

Animazione, lo spettacolo porta in sce-

na il rigore e la raffinatezza di un lavo-

ro scrupoloso nella tecnica e nella poe-

tica, unito all‟esigenza di rivolgersi ad

un pubblico popolare, rendendosi di-

sponibile a tutte le esigenze di fruizio-

ne.

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ANNO SCOLASTICO 2011-2012 PAGINA 3 a scuola a teatro

25,28,29,30 novembre

La botte e il cilindro

LA BELLA CHE SPOSÒ LUSBÈ

(6-11 anni)

C‟erano una volta… Scianca e Pillanca,

Folletti dalle Sette Berrette, custodi di

favolosi tesori e di antiche, fantastiche

storie… e c‟era pure un povero Maniscal-

co che aveva tre figlie femmine freddolo-

se da maritare: Tremotutta, “la più

grande e la più brutta”, che non vedeva

l‟ora di potersi sposare; Tremebonda,

“grassa grassa e tonda tonda”, che non

sdegnava mai di desinare; infine Tremo-

lina, “la più piccina, buona e bella come

una stella”, ma sveglia e risoluta sotto la

scorza gentile…C‟era anche il figlio ma-

schio del maniscalco, Sona Sona, suona-

tore abilissimo di qualunque strumento

musicale, partito alla ventura in cerca di

fortuna, che incontra sulla via del ritor-

no i due folletti col loro “siddadu” e i loro

racconti. Ma fra storie, suonatine e gare

di velocità, che accade intanto a casa del

maniscalco? Accade che un brutto giorno

di un freddo inverno, il pover‟uomo si

rechi nel bosco a cercar legna,

quand‟ecco spuntare dal nulla nienteme-

no che il “fosco e losco Visconte di Lu-

sbé”, ossia il Diavolo, ossia Lu Bestiu!, e

che, per aver salva la vita, il maniscalco

sia costretto a dargli in moglie prima

una figlia, poi la seconda e financo la

terza, con grande disappunto di Sata-

nasso che ogni volta si lamenta delle

mogli “difettose”, ma…Che fine hanno

fatto davvero Tremotutta e Tremebon-

da? Saprà Tremolina scoprire cosa si

cela dietro le Porte Proibite? Forse sì,

non senza l‟aiuto però del fratello Sona

Sona che nel frattempo, grazie alla Stre-

ga del Bosco e a Scianca e Pillanca, avrà

ricevuto in dono una Chiave Che Apre

Tutte Le Porte e altro ancora…

Sono i due Folletti dalle Sette Berrette a

condurci dentro il bosco di Lusbé e a di-

panare i fili di questa fiaba sarda che ha

il sapore di altre fiabe europee (come “La

Bella e la Bestia” o “Barbablù”) ma che

si ispira invece alla “paristoria” raccon-

tata da Amelia Piredda, masthra „e con-

tascias di Siligo, all‟autore del testo,

Francesco Enna, il quale ne ha trascritto

la voce, i toni, i colori. Momenti e movi-

menti che scenografie, maschere e costu-

mi riprendono nella vivacità, ma anche

nei chiaroscuri, di un mondo magico e

misterioso che può vivere in fondo alla

stradina di campagna su cui ci ritrovia-

mo a camminare in un freddo giorno

d‟inverno.

1 e 2 dicembre

La botte e il cilindro

FANTASIA ORIENTALE (6-11 anni)

di Nadia Imperio

con Stefano Chessa, Luisella Conti,

Nadia Imperio, Consuelo Pittalis

regia Pier Paolo Conconi

C'era una volta, nella lontana Cina,

una principessa. Era l'unica figlia

del re di Pechino, ed era famosa in

tutto l'Oriente per tre motivi: era

bellissima, intelligente e crudele. E

aveva anche fatto voto di non sposar-

si mai. Il re insisteva, così sua figlia

aveva escogitato un trucco per ri-

mandare le nozze all'infinito: si sa-

rebbe sposata solo con il pretendente

che avesse risolto tre enigmi da lei

stessa inventati. Chi avesse osato

sfidarla e avesse perso avrebbe avuto

la testa tagliata. Questa novella o-

rientale ha dato origine a tante fa-

mose versioni; la più famosa è senza

dubbio "Turandot", la fiaba di Carlo

Gozzi, divenuta poi opera lirica di

Puccini. La nostra versione propone

un primo approccio divertente e in-

sieme affascinante al linguaggio del

teatro delle ombre, che proprio in

Oriente ha le sue origini, e che nello

spettacolo diventa interazione fra

l'attore in carne ed ossa e le ombre in

nero che agiscono dietro il loro scher-

mo. I bambini seguiranno gli svilup-

pi della storia, rappresentata anche

attraverso l'uso di maschere e pupaz-

zi, ma potranno anche essere coin-

volti nel racconto dagli attori-

animatori che, eseguendo a vista

cambi di costume e animazione delle

ombre, introdurranno i bambini alla

dimensione dinamica del teatro, in

cui si entra e si esce dal proprio per-

sonaggio a seconda del momento, e-

sattamente come fa il bambino quan-

do gioca.

9,12,13,14,15,16,19, 21 dicembre

La botte e il cilindro

LO SCHIACCIANOCI

(6-11 anni)

È Natale il periodo più magico

dell‟anno, la festa che tutti i bambini

del mondo aspettano per intere settima-

ne con trepidazione. L‟aria è piena di

eccitante attesa. Fuori, il freddo inverno

scandisce il tempo dei giorni di festa.

Nelle case, il grande albero di Natale si

riempie di doni che i piccoli come gli

adulti non vedono l‟ora di aprire. Anche

Clara e Fritz attendono con desiderio il

momento in cui tutti gli orologi scocche-

ranno l‟ora in cui i grandi daranno a

ciascuno il permesso di scoprire quale

sorpresa racchiudono quei pacchi colo-

rati. Ecco, fra i tanti regali, il regalo più

misterioso di tutti. Uno schiaccianoci.

Un giocattolo neanche bello, anzi, brut-

tino. A cui però Clara si affeziona

all‟istante, inspiegabilmente attratta

dalla sua enigmatica espressione. Quel

giocattolo le ricorda qualcuno. Forse un

principe. Forse il suo compagno Nico-

la… Un sogno. E in questo sogno, frotte

di orribili topi-vampiro che, guidati dal

Re dei Topi, si scagliano proprio contro

l‟indifeso Schiaccianoci e la sua protet-

trice. Se non arrivassero in soccorso le

bambole meccaniche, i pupazzi e tutti i

giocattoli di Clara, chissà come andreb-

be a finire… Invece, come spesso accade

nei sogni o negli incubi di piccoli e gran-

di, la paura non viene sola, ma si porta

dietro meraviglia, stupore, o

l‟insondabile enigma dell‟amore… Come

spiegare altrimenti che un brutto gio-

cattolo possa tramutarsi in un meravi-

glioso principe?...Come resistere e non

soccombere di fronte a un gigantesco e

orrendo nemico, molto più grande e for-

te di noi, che è il desiderio e la paura di

un bambino (o, in questo caso, di una

bambina) di diventare grandi?...

Con questo spettacolo la Compagnia met-

te in scena uno dei classici invernali per

eccellenza, capace di coinvolgere nello

spirito favolistico natalizio sia gli adulti

che i più piccini. Il nostro spettacolo, ispi-

rato alla fiaba originale di E.T. A. Hof-

fmann e la cui fortuna nacque dalla tra-

sposizione in forma di balletto ad opera

del musicista Chajkovskij e del coreogra-

fo Petipa, invita lo spettatore ad entrare

nell‟atmosfera magica di un colorato so-

gno fatto di danza, musica e parole, dove

la componente dell‟avventura e del gioco

fa da contraltare a quella delle paure e

delle ansie proprie dell‟infanzia. Senza

dimenticare che a dare un senso a tutto è

la figura di Drosselmeyer, evocatore di

altri mondi, di altre magie

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ANNO SCOLASTICO 2011-2012 PAGINA 4 a scuola a teatro

10,11,12,13 gennaio

La botte e il cilindro

CARTACANTASTORIE

scritto e diretto da Sante Maurizi

con Daniela Cossiga

(4-8 anni)

C‟era una volta una casa molto cari-

na, senza soffitto, senza cucina. Era

proprio bella, bella davvero. E stava

in via dei Matti numero zero. Ci abi-

tava un bambino di nome Carletto,

un po‟ monello: tirava la coda al gat-

to, rubava la cioccolata, diceva alla

nonna che era ingrassata. Il padre di

Carletto, un uomo con la barba rossa

e blu, era capitano di una nave: molto

spesso era lontano, a lavorare con la

sua barca. In genere andava a Santa

Fè, a prendere il caffè. Ma una volta

che era a casa con Carletto gli disse:

“Senti, da oggi, qui a Est, hanno aper-

to la fiera. Che cosa ne dici se ci an-

diamo?”. Carletto era contentissimo, e

si affrettò a prepararsi per uscire.

Quando arrivarono alla fiera, il bam-

bino iniziò a guardare tutte quelle

cose bellissime che c‟erano nelle ban-

carelle. Quando il padre gli chiese se

volesse un regalo, Carletto indicò su-

bito un piccolo topolino in gabbia. Il

padre all‟inizio non voleva comprarlo,

pensava che la moglie lo avrebbe sgri-

dato, ma il bambino insisteva. Alla

fine, convinto anche dal fatto che in

fondo costava solo due soldi, comprò il

piccolo topo. Ma il gatto di casa stava

in agguato, e poi anche il cane sorve-

gliava il gatto, e un vicino prese un

bastone, e si accese un grande fuoco,

e l‟acqua poi spense il fuoco, ecc.

ecc…….

Sono le canzoni che tutti i bambini

conoscono a essere lo spunto narrati-

vo per “Cartacantastorie”, eseguite e

animate dal vivo con immagini e colo-

ri proiettati sul grande schermo. Un

viaggio coinvolgente fra le melodie e

la fiducia nella combinatoria del rac-

contare.

Come in fondo fanno (ancora?) i geni-

tori, i quali alla domanda “mi racconti

una storia?” iniziano a incastrare tra-

me e personaggi finendo per non ca-

pirci più niente.

E’ il gioco che i bambini applicano spontaneamente alla realtà e nel quale solo poche volte trascinano, per miracolo, gli adulti. E’ il gioco che «Cartacantastorie» propone con leggerezza e con ironia, grazie anche all’aiuto di alcune canzoni notissime, arrangiate da Mario Mariani, di Sergio Endrigo e di Angelo Branduardi. Un gioco meravigliosamen-te riuscito.

Costantino Cossu, La nuova Sardegna, 27.3.2007

19,20,23,24,25,26,27,30,31 gennaio

La botte e il cilindro

CAPPUCCETTO ROSSO

di Consuelo Pittalis, dai fratelli

Grimm, Perrault e altri

(5 - 12 anni)

State bene attenti...c'era una volta

un bosco. Vicino a questo bosco in un

piccolo villaggio, abitavano una

mamma con la sua bambina, che era

talmente bella e cara che tutti al sol

vederla le volevano bene. Ma più di

tutti le voleva bene sua mamma, an-

zi, la mamma della mamma, cioè sua

nonna, che non sapeva più cosa rega-

larle. Un giorno le cucì un cappuccio

di velluto rosso, che le stava così be-

ne che la bambina non volle più to-

glierselo, e così tutti presero a chia-

marla... Cappuccetto Rosso...

Chi non conosce la favola della bam-

bina che si perde nel bosco?

Tra le più note e amate al mondo,

Cappuccetto Rosso, è una favola sen-

za tempo che è stata riproposta negli

anni ora in chiave ironica, ora in

chiave moderna, rimaneggiata e

spesso rovesciata...

Oggi “La Botte e il Cilindro” vuole

far rivivere lo spirito originale della

fiaba, ricreando più fedelmente pos-

sibile le atmosfere, i contenuti e le

metafore insite nella storia, mesco-

lando sapientemente le due versioni

più diffuse (quella dei fratelli Grimm

e quella di C. Perrault) con un tocco

di invenzione e fantasia che rendono

il testo tutto nuovo, senza tradirne il

senso originario per restituire ai

bambini la gioia di una fiaba antica,

narrata così come è stata sempre

narrata, bella solo per il fatto di esi-

stere...

Il testo è stato rielaborato a partire

dalle versioni originali dei Grimm e

di Perrault, per poi perdersi nelle

impressioni evocate dal bosco come

luogo accogliente ma nello stesso

tempo selvaggio e misterioso e anda-

re a cogliere la suggestione del colore

rosso...una produzione tutto somma-

to fedele, ma che lascia spazio a

qualche piccola sorpresa.

Le tecniche utilizzate sono una felice

combinazione di musiche, immagini

e recitazione... Per mangiarvi me-

glio!

13,14 febbraio

L‟Uovo (Aq)

IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI

E ALTRE STORIE

(6-11 anni)

Un coloratissimo, glorioso Bibliobus,

vera e propria biblioteca itinerante

foriera di sogni e di avventure, sta

arrivando sulla piazza per la gioia di

grandi e piccini… quand‟ecco… im-

provvisa una brusca frenata lo fa in-

chiodare causando l‟apertura della

porta e la fuoriuscita in strada di

materiali vari tra cui tantissimi libri

ed un enorme televisore al plasma.

Nel marasma che ne consegue, in

semibuio, si scorgono e si odono divi-

ne presenze, sono i personaggi delle

storie, caduti fuori dai libri: Jean

Passepartout dal glorioso giro del

mondo in 80 giorni, di Jules Verne, il

fantasma di Canterville dalla penna

di Oscar Wilde e Peter Pan, il ragaz-

zo che non voleva crescere di James

Barrie…

Anche il televisore ha riportato qual-

che guaio e cosi si accende da solo

mostrando un bizzarro personaggio,

un po‟ ammaccato, che cerca fatico-

samente di recitare uno spot pubbli-

citario… dopodiché si spegne a sin-

ghiozzo, così come si era acceso.

A questo punto la scena si illumina e

i personaggi letterari possono fare

conoscenza reciproca… ma ahimé!…

il televisore continua a disturbarli

mentre raccontano le loro storie…

nasce così una “singolare tenzone”

tra i protagonisti live, immediati, e

Mister Pubblicità in tivù, in me-

dium… Lo scontro tra l‟immaginario

onirico, le avventure, i viaggi delle

storie e gli inviti, assai ben confezio-

nati, agli acquisti sfrenati e

all‟omologazione di massa della pub-

blicità, continuerà fino a quando i

nostro eroi cartacei attaccheranno la

pubblicità con le sue stesse armi: u-

no spot e un jingle per invitare tutti

alla lettura. Il finale è a sorpresa…

Lo spettacolo è un inno all‟immenso

potere dei libri, un invito alla biblio-

filia rivolto ai più giovani e non solo,

nato nell‟ambito di un progetto di

promozione alla lettura già speri-

mentato in Trentino.

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ANNO SCOLASTICO 2011-2012 PAGINA 5 a scuola a teatro

27,28,29 febbraio

AIDA (Vr)

I RAGAZZI DELLA VIA PAAL

(8-13 anni)

I ragazzi della Via Paal è un romanzo per

ragazzi di Ferenc Molnàr, pubblicato a pun-

tate su una rivista nel 1907 e destinato agli

adulti come denuncia della mancanza di

spazi per il gioco dei ragazzi. È forse il più

popolare romanzo ungherese, nonché uno

dei più noti classici della letteratura per

l‟infanzia.

Lottare per la conquista di uno spazio, di

una terra. La maggior parte delle guerre

hanno questa motivazione come scintilla

scatenante. Conquistare uno spazio. La po-

tenza di questa storia sta nel fatto che que-

sti ragazzi giocano ad una “guerra”, non

senza elementi di durezza e di tragicità, per

conquistare uno spazio da dedicare ai loro

giochi. Il gioco per poter giocare. Come dice-

va un grande sportivo “il calcio non è niente

altro che una palla e la voglia di giocare”

qui, parafrasandolo, potremmo dire che il

gioco è un campo e la voglia di giocare. Nel-

la storia di Molnàr questo elemento di base

lascia fiorire intorno a sé tutti i personaggi

e le loro vicissitudini facendo diventare epi-

ca la loro vita e portandoli fino

all‟inevitabile tragico finale, con la vittoria

della “guerra” rovinata dalla scomparsa del

piccolo eroe Nemecsèk e la beffa

dell‟apertura di un cantiere per la costru-

zione di un palazzo proprio nella segheria

di via Paal.

Combattere giocando e giocare combatten-

do. Lo spettacolo partirà da questo semplice

enunciato per raccontare la lotta per la vita

e la lotta per i propri diritti di questi eroici

e normali ragazzini. Eroici nella loro nor-

malità appunto, capaci di riconoscere

l‟onore e il tradimento, capaci di morire per

un ideale distrutto dallo scorrere semplice

dell‟esistenza. L‟importanza di considerare

alto il proprio obbiettivo che si rivela un

affannarsi intorno al niente.

«Boka fissò pensosamente davanti a sé, e

per la prima volta nella sua anima di ragaz-

zo balenò l'idea di ciò che è propriamente

questa vita, per la quale noi, suoi schiavi,

ora con gioia, ora con dolore, lottiamo»

La messa in scena si servirà della narrazio-

ne aiutata da momenti di “personificazione”

nei personaggi da parte degli attori. Grazie

alla musica originale composta per lo spet-

tacolo, si cercherà di rendere l‟atmosfera

della Budapest anni ‟50 per portare lo spet-

tatore ad un coinvolgimento più profondo.

Le scene semplici e l‟oggettistica d‟epoca

giocheranno su quella che possiamo definire

un‟ “efficacia magica” partendo

dall‟immagine delle cataste di legna della

segheria per poi aprirsi in situazioni ina-

spettate. Anche i costumi appositamente

concepiti su modelli originali di quegli anni

serviranno alla magia.

5,6,7 marzo

La botte e il cilindro

IL GATTO CON GLI STIVALI

(4-11)

“Un mugnaio lasciò per eredità ai suoi tre

figli solo il mulino, un asino e un gatto. Il

figlio maggiore ebbe il mulino, il secondo

l‟asino, e il più giovane solamente il gat-

to. Quest‟ultimo non sapeva darsi pace

per avere una parte così misera e si la-

mentava della triste sorte e della fame.

Allora il Gatto prese a parlare e gli disse:

- Non disperarti. Trovami un sacco e un

paio di stivali per camminare in mezzo ai

boschi e ti farò vedere che la sorte non è

stata tanto cattiva con te quanto tu cre-

di…” Eh si! E‟ proprio la storia del Gatto

con gli stivali, come la conoscete e come

vi è sempre stata raccontata, con gli stes-

si personaggi e con gli stessi eroi, e, sic-

come anche a noi è sempre piaciuta così,

così l‟abbiamo voluta mettere in scena,

col giusto rispetto che si deve ad un si-

gnor Gatto con tanto di baffi e di stivali

che sembra un moschettiere, anzi assomi-

glia a D‟Artagnan, e guarda guarda, sa

persino parlare ed è veramente astuto,

soprattutto con i prepotenti come l‟orco.

La nostra versione teatrale del gatto con

gli stivali, non diversamente dalla favola

di Perrault, affronta il tema dell‟amicizia

tra l‟uomo e l‟animale, perché l‟uomo ha

molto da imparare dagli animali che non

finiranno mai di stupirlo per la superiore

sapienza e per quel senso di fedeltà che

lui spesso dimentica e l‟animale mai tra-

disce; il tema dell‟ingegno capace di supe-

rare le più gravi difficoltà: come, per e-

sempio, uscire dalla miseria senza avere

una lira in tasca, farsi ricevere da un re

ed ottenerne vestiti regali e in sposa la

figlia, o come sfidare e sconfiggere un

nemico molto più forte e terribile e poten-

te ma meno astuto; ma anche il tema del-

la fortuna che va saputa prendere al mo-

mento giusto: la favola insegna che biso-

gna anche saper rischiare nella vita,

qualche volta azzardare e se i mezzi usati

per vincere non sembrano i più “morali”,

non dimenticate che il gatto, con il giusto

senso delle cose, li usa solo con chi è già

prepotente e comunque a fin di bene:

d‟altronde gli Achei presero la città di

Troia non con il valore schietto di Achille,

ma con il “trucco del cavallo” di Ulisse.

Infine non manca il tema dell‟ironia, del

saper sorridere delle nostre peripezie e

vedere la vita anche con un certo distacco

ironico, cosa che ci aiuta tanto a non la-

sciarci sopraffare dall‟auto compiacimen-

to delle nostre sventure.

9,12,13,14 marzo

Toni Zafra (Barcellona)

IL GRAN CIRCO DELLE MARIO-

NETTE

(dai 4 anni)

Signori e signore, bambini e bambi-

ne, ecco a voi…il circo!

Ma non un circo qualsiasi, con tendo-

ne, pista e cavalli, bensì un circo di

marionette!

Ci sono proprio tutti: il duo acrobati-

co delle sorelle siamesi Popescu, il

gorilla polare, Sensis la contorsioni-

sta, e persino Dun-Dun, l‟uomo pro-

iettile sparato in aria da un cannone

e il granchio femmina Manolita Bo-

canegra, campionessa di sollevamen-

to pesi!

E non vi riveliamo gli altri personag-

gi per non sciuparvi la sorpresa…

Scommettiamo che un circo così non

l‟avete mai visto?

Lo spettacolo si compone di otto nu-

meri musicali, alcuni dei quali parla-

ti, per marionette a filo, in cui

l‟animatore agisce a vista, mostran-

do apertamente la tecnica di manipo-

lazione delle figure, un tempo gelosa-

mente custodita dalle grandi fami-

glie di marionettisti d‟Europa.

L‟alternanza di momenti di poesia e

comicità rende lo spettacolo adatto a

un pubblico di tutte le età, capace di

farsi conquistare dall‟incredibile fa-

scino di questo linguaggio del teatro

di figura che privilegia la poetica del

movimento e che rende queste

“piccole creature quasi fatte di pasta

umana” dei personaggi sorprenden-

temente vivi sulla scena.

Toni Zafra si è formato

all‟Accademia Superiore d‟Arte

Drammatica dell‟Istituto del Teatro

di Barcellona, perfezionandosi in co-

struzione e manipolazione della ma-

rionetta a filo con il maestro Harry

V. Tozer, di cui è allievo diretto e del

quale prosegue la ricerca sulle poten-

zialità espressive di questo linguag-

gio. Ha al suo attivo un‟attività ul-

tratrentennale e collaborazioni con

numerose compagnie spagnole e con

la televisione catalana e di stato, ed

è presente nella programmazione di

importanti festival internazionali di

teatro di figura, presso alcuni dei

quali ha ricevuto premi e riconosci-

menti per il suo lavoro.

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ANNO SCOLASTICO 2011-2012 PAGINA 6 a scuola a teatro

19,20,21,22 marzo

La botte e il cilindro

IL GATTO MAMMONE

(3-11 anni)

Una famiglia povera: una madre e due

sorelle, una, di nome Stellina, gentile e

buona come il pane appena sfornato e

l‟altra di nome Peppina, antipatica e

dispettosa. Un giorno la madre si trovò

nella necessità di chiedere in prestito a

qualcuno del vicinato un pezzo di sapo-

ne, ma nel vicinato c‟era soltanto il pa-

lazzo del Gatto Mammone, che era un

tipo da prendere con…le unghie; si ri-

volse dapprima a Peppina che sgarbata-

mente si rifiutò di andare; Stellina inve-

ce, senza esitare, accettò l‟incarico. Nel

suo viaggio Stellina incontra prima una

gattina che si affanna a lavare un pavi-

mento, senza riuscirci, e decide di aiu-

tarla; poi trova due gattine che non rie-

scono a rassettare un lettone enorme e

anche stavolta si presta a fare il lavoro

per loro; in una terza stanza s‟imbatte

in tre gattine che non riescono a prepa-

rare il pane da infornare e Stellina pre-

para tutto al posto loro: finalmente vie-

ne ammessa alla presenza del Gatto

Mammone che la premia generosamen-

te per le sue buone maniere. Ritornata

a casa, non vi dico la sorpresa e lo stu-

pore di Peppina e di sua madre per i

doni che Stellina aveva portato con sè.

Si fecero raccontare ogni cosa e alla fine

la donna decise che anche Peppina do-

vesse provare ad andare dal Gatto

Mammone per farsi prestare del sapone

e così Peppina fece, ma era sgarbata e

dispettosa e non solo non aiutò le gatti-

ne che trovò in difficoltà, ma fu talmen-

te sgraziata che, alla fine, ebbe dal Gat-

to Mammone una…adeguata ricompen-

sa.

La scelta di lavorare sulla fiaba è legata

all‟impegno di recuperare la memoria del-

la cultura popolare sarda: il piacere da

una parte di far ascoltare una favola brio-

sa, leggera e di chiara morale, eppure

divertente e appassionante; dall‟altra re-

cuperare attraverso questo immaginario

altri “segni” della nostra cultura; il recu-

pero di filastrocche, i proverbi e i suoni e i

canti; il ritmo del racconto e i modi di

narrare dei Maestri e delle Mastras

„e contascias (maestre di fiabe); la valo-

rizzazione dei modi di narrare e le tante

altre espressioni dell‟antropologia agro-

pastorale del mondo contadino della Sar-

degna, dove ad esempio la pulizia,

l‟ordine e la preparazione del pane scan-

discono il tempo della giornata e il ritmo

delle stagioni e i cicli noti della vita e del-

la morte.

2,3,4 aprile

Teatro Libero (Pa)

PINOCCHIO

di Joël Pommerat da Collodi

regia di Luca Mazzone

(9-13 anni)

Come per magia lo spettacolo ha inizio

con un narratore, figura chiave della

scrittura di Pommerat, che ci porta

dentro la storia, sottolineando sin da

subito che si tratta di una storia stra-

ordinaria, probabilmente la più straor-

dinaria di tutti i nostri sogni. Ma è im-

portante per lui, deus ex machina

dell‟azione scenica, dirci la verità, non

dirà altro che la verità, la più pura e

luccicante delle verità, perché è proprio

nella verità, grande metafora della vi-

ta, che si sviluppa e si snoda la storia,

la vita e l‟azione di Pinocchio.

Un Pinocchio dotato di parola che, co-

me per tutti i ragazzini di oggi, è petu-

lante, viziata, un‟arma letale per ferire

il suo povero e anziano padre, non suf-

ficientemente ricco per poter incantare

e sedurre questo svogliato burattino. È

il denaro che Pinocchio cerca e vuole, il

denaro come motore della sua storia,

denaro da triplicare, quintuplicare, la-

sciandosi ingannare da due malandrini

bulletti di oggi, denaro che muoverà le

fila della narrazione, mettendolo con le

spalle al muro, spingendolo a mentire

sino a morirne.

Quanto mai attuale, quanto mai veri-

tiero? Ecco allora la verità, quella veri-

tà che il narratore inziale ci promette

di dire: il denaro come motore dei mec-

canismi, corruttore delle anime inge-

nue. Tutto questo, però, senza alcun

filo di moralismo, in una efficace sem-

plicità di scrittura e di azione, che fa

del Pinocchio di Pommerat, e della

scrittura scenica di Mazzone , uno

spettacolo veramente dedicato a tutti,

dai sette ai novantanove anni.

Il Pinocchio dello spettacolo riesce a

trovare dentro la storia di Collodi una

vena di forte contemporaneità, perché

riesce a ridarne il valore ponendo

l‟accento su un linguaggio diretto, effi-

cace, capace di accostare il fragile bu-

rattino di legno ad un ragazzino di og-

gi, riuscendo a denudare le criticità

della società contemporanea, ma po-

nendosi al di fuori di qualsiasi conce-

zione moralistica, non volendo spiega-

re, bensì mostrare.»

26,27,28,29 marzo

La botte e il cilindro

FILASTROCCHE

(4-8 anni)

canzoni e filastrocche con Daniela Cossi-

ga e Salvatore Delogu

regia di Sante Maurizi

Un asino, un gatto, un

cane, una capra, una

maiale, un bue. Tutti in

fuga dai loro cattivi pa-

droni. Tutti con una

gran voglia di amici e di giocare. E di can-

tare: “Lariciunfaralillallera lariciunfara-

lillallà”. Metteranno da parte difetti e

capricci per arrivare tutti insieme alla

fattoria dello zio Tobia (ia-ia-ò).

Piccole storie in versi:

Ma che bel castello...

La bella lavanderina...

C'era un grillo in un cam-

po di lino....

Piccoli racconti "animati"

dalla rima e da melodie

elementari. Così sono le filastrocche. E

sembrava che dovessero sempre e solo

quelle della tradizione (cantate fra gli

altri magistralmente da Paolo Poli). Poi

arrivò Gianni Rodari:

Fattorino in bicicletta dove corri con tan-

ta fretta?... S'io fossi il padrone del tre-

no… Filastrocca impertinente, chi sta zit-

to non dice niente...

La leggerezza e i pa-

radossi di Rodari

sono riusciti a egua-

gliare le filastrocche

della tradizione, an-

che nella loro dimen-

sione "didattica". Ma

mancava loro la musica. Virgilio Savona

e Lucia Mannucci (la coppia del Quartet-

to Cetra) musicarono un giorno i versi di

Rodari. E fu un

delizioso gioco nel

gioco.

"Filastrocche" ri-

percorre quell'av-

ventura. Un modo

anche per ricorda-

re con affetto e "in

musica" Gianni Rodari e Virgilio Savona.

Lariciunfaralillallera lariciunfaralillallà

Lo spettacolo ha il dono della semplicità e il calore delle cose che rimandano all’infanzia. Daniela Cossi-ga è brava a trasportare i piccoli spettatori, ma non solo, dentro questo universo dominato completamen-te dall’anarchia creativa di un’infanzia che Rodari, per sua fortuna, non ha mai dimenticato nella sua lunga carriera di poeta e di maestro di maestri.

Enrico Pau, La Nuova Sardegna, 9.2.2011

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ANNO SCOLASTICO 2011-2012 PAGINA 7 a scuola a teatro

La botte e il cilindro si costituisce a Sassari nel 1978 da un'esperienza di animazione teatrale presso il Liceo Classico "Azuni". Dal 1986 è rico-nosciuta ininterrottamente dal Ministero per i Beni e delle Attività Cul-turali. Dal 1990 gestisce il teatro Il Ferroviario di Sassari (totale posti 240: platea 160, galleria 80; palcoscenico in legno largh. mt 10, prof. 8; graticcia ad alt. 7,50), del quale ha curato la ristrutturazione e nel quale programma la stagione teatrale in tre rassegne: A scuola a teatro, Fa-miglie a teatro, Cartellone.

Sin dalla sua costituzione la Compagnia ha privilegiato il rapporto con il

mondo della scuola; accanto all'attività di spettacolo conduce pertanto

sin dalla sua fondazione laboratori, seminari e corsi di aggiornamento

per scuole, Università ed Enti Locali.

1980 Sotto il bosco di latte, di Dylan Thomas Ah, quei favolosi anni venti!, di Antonello Dettori 1981 Fumiste, di Jules Laforgue 1982 La ballata del carcere di Reading, di Oscar Wilde Il re muore, di Eugene Jonesco 1983 Le parole degli altri, di vari autori Sotto il bosco di latte, di Dylan Thomas (II ed.) 1984 L'importanza di essere Ernest, di Oscar Wilde Arpe, arpeggi, pizzichi e pizzicotti, di P.P.Conconi 1985 Trappola per topi, di Agatha Christie Una cosa troppo, di A.Manca, S.Maurizi, P.F.Olivieri Percival, di Pier Paolo Conconi 1986 Contos de foghile, di Francesco Enna Romeo e Giulietta, di William Shakespeare 1987 Annalice Porcospino, di Francesco Enna Mela, maestra, bacchetta mamma, di Sante Maurizi 1988 Teatrale, di Sante Maurizi The dreaming of the bones, di William B. Yeats 1989 Feliziana, di Stefano Flore Contos de pedra, di Francesco Enna Mai si veda, di Sante Maurizi 1990 Barbablù, di Pier Paolo Conconi 1991 Teatrale, di Sante Maurizi (II ed.) Il bambino di porcellana, di Fancesco Enna 1992 La casa nuova, di Leonardo Sole Re e buffoni, di Angelo Santoro 1993 Una notte sui tetti, di Joan Armanguè 1994 Città nascoste, di F.Calcagnini e S.Maurizi Storia della letteratura italiana Tomo I, di S.Maurizi 1995 Il vascello fantasma, di Pier Paolo Conconi Il lupo e l'agnello, di Francesco Enna Favole a colazione, di Francesco Enna La valigia, di Leonardo Sole Storia della letteratura italiana Tomo II, di S.Maurizi

1996 Il gatto mammone, di Francesco Enna La piccola fiammiferaia, di Pier Paolo Conconi 1997 Martin ferrato, di Francesco Enna La vera storia di Rolando a Roncisvalle, di P.P. Conconi Storia della letteratura italiana Tomo III, di S.Maurizi Canto di Natale, di Charles Dickens 1998 Il gatto con gli stivali, di Pier Paolo Conconi 1999 Il cuoco e il re, di Pier Paolo Conconi Festa grande d’aprile, di Franco Antonicelli L’arca di Noè, di Franco Enna 2000 Il gran teatrino del famoso Natalino, da S.Mannuzzu Paolo e Francesca, di Sante Maurizi Turandot, di Pier Paolo Conconi 2001 Pantagruele, di Sante Maurizi 2002 Eleonora d’Arborea, di Giuseppe Dessì 2003 Contascias di Sante Maurizi Peter Pan, da J.M.Barrie 2004 La bella che sposò Lusbè, di Franco Enna 2005 La tana del coniglio e quel che Alice… da L.Carrol 2006 Cos’è la poesia? di Sante Maurizi Don Chisciotte e Sancio Panza di N.Imperio da Cervantes 2007 Cartacantastorie di Sante Maurizi Anfitrione di Pier Paolo Conconi 2008 Tutti gli uomini del barone di Francesco Enna 2009 Macbèt di Pier Paolo Conconi 2010 Freddolina di Gabriele Valle Filastrocche di Sante Maurizi La cometa di Salvatore Mannuzzu

Schiaccianoci di Nadia Imperio da H.C.Andersen 2011 Rataplàn: parole e musiche dal Risorgimento di Sante Maurizi

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