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Akkadic and aramaic
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Università Ca' Foscari VeneziaDipartimento di Scienze dell'Antichità e del Vicino Oriente
L'interazione linguistica fra Accadico ed Aramaico nell'ambito dell'amministrazione privata
Il caso di Tell Shiukh Fawqani
Storia del Vicino Oriente Antico Sp.
A. A. 2009/2010
Indice dei contenuti
Introduzione.......................................................................................................................3
Le interrelazioni culturali assiroaramaiche.......................................................................4
Le tavolette di Tell Shiukh Fawqani..................................................................................10
Conclusione......................................................................................................................16
Indice delle illustrazioni...................................................................................................17
Bibliografia.......................................................................................................................18
Introduzione.
Sin dai primi sensazionali ritrovamenti effettuati nei palazzi reali assiri ca. 150 anni fa, assieme a materiale epigrafico cuneiforme, venivano rinvenute iscrizioni su metallo o argilla che presentavano caratteri alfabetici semitici occidentali. Gli studiosi prontamente li identificarono con l'alfabeto fenicio, allora già abbastanza noto, ma il loro interesse, completamente assorbito dalla decifrazione del sistema cuneiforme, non degnò dell'attenzione necessaria questo aspetto che avrebbe potuto fornire un'altra chiave di lettura del contesto storico e culturale dell'impero assiro. Fu soltanto nel 1879 che uno studioso tedesco, Theodor Nöldeke, intuì con preveggente previsione che tali iscrizioni, anziché al fenicio, dovevano essere attribuite all'aramaico, o meglio, ad una forma di aramaico volgare o assirizzato. Nonostante ciò, occorse aspettare gli inizi del XX secolo per avere una vera e propria edizione delle epigrafi aramaiche su argilla, comprendente copie a mano, traduzione e commenti di ciascuna iscrizione, grazie all'opera infaticabile di Louis Delaporte. Tuttavia, successivamente alla pubblicazione di tale editio princeps, lo studio delle epigrafi aramaiche in contesto assiro languì per altri settant'anni, nonostante nel corso degli anni 20 del secolo venissero portati alla luce nuovi importanti ritrovamenti, come ad Assur e a Tell Halaf.
Nemmeno nel secondo dopoguerra venne intrapreso una seria ricerca sulla potenziale interazione fra le diverse lingue e culture in Assiria; si preferiva in fatti, per ciò che concerne l'aramaico, concentrarsi sulle vaste iscrizioni monumentali dei regni ad occidente dell'Eufrate dei secc. XVIII. Solo a partire dagli anni 70 iniziò a manifestarsi un timido interesse per le tracce della presenza linguisticoculturale aramaica nell'impero assiro, attraverso l'esame dell'onomastica.
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Le interrelazioni culturali assiroaramaiche.
Una svolta nell'ambito degli studi si ebbe con la scoperta e l'analisi di una statua, raffigurante a dimensioni naturali un soggetto maschile, ritrovata nel sito odierno di Tell Fekheriye. Sia anteriormente che posteriormente, la statua presentava delle iscrizioni, rispettivamente in accadico (38 righe) e aramaico (23 righe) che celebrano la pietà del dedicante nei confronti del dio della tempesta Adad; ciò ha portato gli studiosi a ritenere che questa facesse parte di un corredo di un santuario di tale divinità che doveva insistere, anche se a tutt'oggi non n'è stata rinvenuta alcuna traccia a livello archeologico, nel sito stesso di Tell Fekheriye. Dall'analisi delle iscrizioni si evince sia il toponimo antico del sito (Sikani), sia il nome del personaggio raffigurato, tale Adadyith'i, identificato come re di Guzana nella versione aramaica e governatore di Guzana in quella accadica1. Il contrasto inerente la posizione rivestita da Adadyith'i secondo le due titolature è estremamente importante in quanto indice, non solo di un valido indizio atto a sostenere una presenza politicomilitare assira nella zona di Guzana e Sikani all'epoca della stesura dell'iscrizione –ossia al IX secolo a. C., ca. 80 anni prima che la regione diventasse a tutti gli effetti un governatorato provinciale assiro al tempo di Adadnirari III (810783 a. C.)–, ma anche, data appunto l'antichità della datazione, di un inatteso livello di interazione linguisticoculturale presente nei due testi. Per tali ragioni, la statua dunque può a giusto merito essere considerata come «la più antica testimonianza di un confronto pienamente interattivo fra la cultura dei nuovi invasori assiri e quella dell'ambiente aramaico»2 che avrebbe continuato a svilupparsi e ad interagire nei due secoli successivi.
La pubblicazione dell'editio princeps della statua sancì de facto una forte presa di coscienza delle interferenze che si erano avute fra IX e VII secolo a. C. fra Accadico ed Aramaico, contribuendo a catalizzare l'attenzione degli studiosi su tali questioni. A quasi trent'anni di distanza, grazie alle scoperte effettuate ed agli studi che sono stati approntati, è possibile sostenere come «an “Aramaization” and an “Assyrianization” took place simultaneously, and possibly in some reciprocal opposition, along the fault lines of lower vs. upper classes, and/or of private choice vs. official custom»3. Mentre gli eserciti assiri
1 Cfr. Abou Assaf A., Bordreiul P., Millard A., La statue de Tell Fekheriye, Paris 1982.2 Fales F. M., Assiri e Aramei a Tell Shiukh Fawqani e dintorni, in Fales F. M., Morandini Bonacossi D. (a cura
di), Mesopotamia e Arabia: Scavi Archeologici e Studi Territoriali delle Università Trivenete (19941998), Venezia 2004, p. 70.
3 Fales F. M., Radner K., Pappi C., Attardo E, The Assyrian and Aramaic texts from Tell Shiukh Fawqani, in Bachelot L., Fales F. M., Tell Shiukh Fawqani 19941998, vol. II, S. A. R. G. O. N. Editrice, Padova 2005, p.
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Illustration 1: La statua di Tell Fekherie, fronte, con iscrizione accadica.
avanzavano lungo la Jezireh e oltre l'Eufrate, portando le popolazioni ivi stanziate sotto l'influenza culturale mesopotamica, l'uso della lingua e dell'alfabeto aramaico cessò di essere soltanto un prodotto culturale legato a scuole scribali locali per assurgere a strumento di comunicazione pratica di tutti i giorni, sia in contesto pubblico sia in contesto privato.
La ragione di tale successo dipese, com'è ovvio da vari fattori, tra i quali può essere annoverata la pratica, costantemente adottata dall'impero assiro, di deportare sistematicamente le classi dirigenti delle regioni soggiogate: scopo di tale provvedimento era rendere le comunità locali “acefale”, aprendo così la strada all'assirizzazione amministrativa e culturale. Tuttavia, dal momento che i provvedimenti coinvolgevano popolazioni o zone arameofone, essi finirono per conferire alla lingua semitica la funzione di veicolo primario di comunicazione fra sradicati dalle origini più disparate. Le deportazioni inoltre portarono alle città più importanti dell'impero anche elementi dell'élites intellettuali delle regioni soggiogate che vennero col passare del tempo a ricoprire cariche importanti quali quella di di scriba, interprete, traduttore, sacerdote, divinatore. Anche l'immissione di gruppi scelti aramei o caldei all'interno dell'esercito assiro, attuata fin dall'epoca di Tiglatpileser III, giocò un ruolo non secondario, facilitando la diffusione dell'aramaico come mezzo di comunicazione nei ranghi inferiori4.
597.4 Cfr. Fales F. M., Lingue e culture in contatto: il caso degli aramei e dell'aramaico più antico, in De Martino S.
(a cura di), Storia d'Europa e del Mediterraneo, vol II, Le civiltà dell'Oriente mediterraneo, Salerno, Roma 2006, pp. 4067.
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Illustration 2: Tavoletta d'argilla a forma di cuscinetto (AECT 15), con iscrizione aramaica posta fra le righe in accadico e sul margine superiore, attorno alla cavità dello spago.
Nonostante i documenti conservatisi sino ai nostri giorni siano giunti in proporzione irregolare, con un notevole sbilanciamento in favore dei testi cuneiformi dovuto principalmente alla resistenza del medium su cui questi venivano incisi, restano comunque importanti le evidenze sia dirette sia indirette che permettono di corroborare l'idea di una scrittura alfabetica aramaica utilizzata per la maggior parte dell'attività amministrativa all'interno dell'impero assiro, specialmente per ciò che concerne l'ultima parte dell'VIII secolo e per tutta la durata del VII fino al suo sgretolamento.
Fra le evidenze dirette si annoverano i così detti “archivi di stato” provenienti dalle capitali assire, le quali possedevano un perfetto sistema bilingue di registrazione delle attività amministrative e contabili giornaliere; in particolare, per ciò che concerne l'aramaico, gli scavi effettuati a Ninive hanno portato alla luce tre gruppi principali di materiali inscritti:
1. brevi epigrafi (12 righe) che riassumono il contenuto di documenti legali assiri, incise lungo i margini laterali delle tavolette; questo è di gran lunga il gruppo più numeroso. Nella stragrande maggioranza le tavolette neoassire su cui tali “riassunti” sono incisi, riguardano atti di vendita o cessione e presentano la tipica forma rettangolare. Il testo aramaico viene di solito inscritto lungo il margine sinistro. La più frequente “etichetta” che si trova attestata su questi margini è la parola dnt calco
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Illustration 3: Tavoletta d'argilla triangolare (AECT 3), con iscrizione assira su una faccia e aramaica sull'altra.
Illustration 4: Tavoletta d'argilla triangolare (AECT 13), con iscrizione aramaica monolingue sulle due facce e sul margine laterale.
della parola assira dannutu che descrive precisamente la tipologia dei testi legali5.
2. tavolette bilingui in cui un lato è inciso in aramaico e l'altro in assiro; estremamente rare (tre esemplari da Ninive e due da Nimrud). Le tavole sono di forma triangolare, di solito forate nella parte più sottile del bordo in alto per consentire il passaggio di lacci. Il passaggio da un lato all'altro veniva effettuato ruotando la tavoletta sul suo asse verticale.
3. tavolette interamente redatte in aramaico; molto limitate nel numero6.
La seconda capitale assira Kalhu, odierna Nimrud, ha fornito ben pochi materiali inscritti su argilla con grafia alfabetica; tra questi due piccole bullae con numerose impressioni di sigilli. Assur invece ha restituito un discreto numero di documenti sia pubblici sia privati7.
Rientrano invece nella categoria delle evidenze indirette:
• i dati onomastici, come i nomi propri, presenti nei documenti amministrativi e nelle lettere. Sicuramente per questo aspetto il caso più eclatante e famoso è rappresentato dalla regina Naqi'aZakutu8, che godette di una grandissima influenza a corte tanto da, non solo, come si sostiene da più parti, da favorire la successione di Esarhaddon, il minore fra i figli di Sennacherib, ma anche da assicurare l'ascesa al trono del nipote Assurbanipal imponendo un giuramento di lealtà, il così detto trattato di Zakutu, in suo favore9. Tuttavia anche fra gli strati sociali più umili si riscontrano portatori di nomi accadici con patronimici semitici occidentali10;
• la corrispondenza fra ufficiali, come anche quella indirizzata al sovrano, dimostra chiaramente come poteva avvenire in aramaico11. Lo stesso Sargon II si lamentò con un ufficiale di Ur per il fatto che questi gli inviasse costantemente messaggi redatti su ^ipru KUR.Aramayya, ossia su pergamena in aramaico, mentre egli auspicava di ricevere messaggi su ^ipirtu Akkadatu, ossia su tavolette d'argilla in cuneiforme;
• interferenze fonetiche, grammaticali e lessicali, fra cui la categoria di gran lunga più importante è quella dei prestiti lessicali12;
• dati extra linguistici. Nel libro dei Re13, durante l'assedio di Gerusalemme da parte di Sennacherib nel 701 a. C., i notabili giudei chiesero al Capo Coppiere assiro di non annunciare la resa incondizionata in ebraico, poiché sarebbe stato compreso da tutta la popolazione, bensì in aramaico. Un altro dato è offerto dal così detto Romanzo e
5 Cfr. Fales F. M., The use and function of Aramaic Tablets, in Bunnes G. (ed.), Essays on Syria in the Iron Age, Peeters Press, LouvainParisSterling, Virginia, 2000 pp. 1178.
6 Cfr. Fales F. M., The use and function of Aramaic Tablets, cit., pp. 11822.7 Cfr. Fales F. M., The use and function of Aramaic Tablets, cit., pp. 92102; Id., The Assyrian and Aramaic texts
from Tell Shiukh Fawqani, cit., pp. 599602.8 Su Naqi'aZakutu cfr. Melville S. C., The role of Naqia/Zakutu in Sargonid Politics, SAAS, IX, Helsinki
University Press, 1999.9 Sul trattato di successione di Sennacherib e su quello di Zakutu cfr. Parpola S., Watanabe K., NeoAssyrian
Treaties and loyalty oaths, SAA, II, Helsinki University Press 1988.10 Cfr. Tadmor H., The Aramization of Assyria: Aspects of Western Impact, in Nissen H. J., Renger J.,
Mesopotamien und seine Nachbarn: politische und kulturelle Wechselbeziehungen im alten Vorderasien vom 4. bis 1. Jahrtausend v. Chr., Reimer, Berlin, 1982, pp. 44951.
11 Cfr. ABL 872= SAA XVI, n. 99; Saggs H. W. F., The Nimrud Letters, «Iraq» 17 (1955), part. III.12 Cfr. Kaufman S. A., The Akkadian Influences on Aramaic, University of Chicago Press, 1974; Von Soden W.,
Aramäische Wörter in neuassyrischen und neu und spätbabylonischen Texten, Or. 46 NS (1977), pp. 183197.
13 2 Re, 18 26.
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Proverbi di Ahiqar, il cui più antico esemplare venne rinvenuto ad Elefantina d'Egitto, che narra la storia di questo saggio e dotto scriba dal nome inconfondibilmente aramaico;
• le raffigurazioni parietali dei palazzi assiri, in cui si osservano, ben attestati, due scribi, fianco a fianco, intenti a registrare bottini di guerra attraverso due diverse tecniche di scrittura: l'uno su tavoletta con lo stilo, l'altro con un pennello su un materiale morbido;
• archivi privati. I primi ad essere scoperti furono quelli di:
◦ Assur che rappresentano il miglior caso di interazione assiroaramaica nel cuore dell'impero; essi sono tre14:
▪ N17, scoperto da Walter Andrae in una stanza di un edificio privato (House 9), si compone di 14 tavolette, di cui 3 presentano scritte in aramaico, databili tutte al mediotardo VII secolo. La maggior parte dei testi riguardano prestiti d'argento;
▪ N18, ritrovato nella House 12, consta di 17 tavolette di cui 2 in aramaico, ritrovate sparpagliate sul pavimento.
▪ N27, proveniente dai resti di una casa privata costruita contro la parte esterna delle mura cittadine, è costituito da 22 tavolette, con 3 esemplari in aramaico. Le tavolette trattano di prestiti di semi d'orzo.
◦ Guzana (Tell Halaf), dove fu scoperta da una spedizione tedesca la casa di un tale Ilmanani non lontano dalla cima del tell. Degli 11 testi ritrovati, 6 sono in cuneiforme, mentre i restanti 5 sono sono in aramaico. Anche qui la maggior parte tratta di prestiti15.
A questi due esempi possono oggi esserne aggiunti altri tre, tutti compresi nell'area fra il Khabur e l'Eufrate. Due di questi archivi, ossia quelli provenienti da Tell AΒmar (antica Til Barsip) e da Tell &ē~ Αamad, antica (Dur-katlimmu), derivano da scavi ufficiali, mentre quelli di Ma'allanāte sono il risultato di saccheggio illecito.
◦ Gli archivi di Tell AΒmar, vennero riportati alla luce da una spedizione australiana, guidata da G. Bunnens, nei primi anni 90. Tutti frammenti delle tavolette sono il risultato della distruzione di un edificio (C1) sito nell'area occidentale dell'insediamento, ed erano sparsi in tre stanze adiacenti. I documenti cuneiformi sono incentrati attorno la figura di un certo ~a-(an-) ni-i e i suoi soci in affari. Il nome del sito appare come URU.Tar-bu-si-ba, che nel IX secolo era una delle piazzeforti principali dello stato arameo di BitAdini contro l'espansionismo assiro. Dopo essere stata conquistata nell'856 da Salmanassar III, Tilbarsip divenne una delle principali sedi provinciali dell'impero nella parte
14 Cfr. Fales F. M., The Assyrian and Aramaic texts from Tell Shiukh Fawqani, cit., pp. 6046.15 Cfr. Fales F. M., The use and function of Aramaic Tablets, cit., pp. 1023; Id., The Assyrian and Aramaic texts
from Tell Shiukh Fawqani, cit., p. 606.
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Illustration 5: Due scribi, con tavoletta e stilo e con supporto morbido e pennello, da una pittura murale assira da Til Barsip.
occidentale16.
◦ La scoperta nell'autunno del 1998, da parte di Hartmut Kühne nel sito di Tell &ē~ Αamad, ha portato alla luce più di 500 testi, sia in cuneiforme, sia in aramaico. Qui tre fattori supportano l'ipotesi che fosse l'aramaico e non l'accadico, il principale veicolo per condurre transazioni commerciali: «(1) a large number (about onethird) of the documents in cuneiform script comprise the secondary epigraphs in Aramaic; (2) the exemplars in Aramaic alphabetic script (representing the majority of textual finds) are, to the opposite, consistently monolingual; (3)very few text of the debtnote category […] found at Tell &ē~ Αamad were made out in Assyrian cuneiform, the overwhelming majority being in Aramaic characters»17.
◦ Le tavolette (ca. 60) acquistate sul mercato antiquario dai Musei Reali di Bruxelles nel 1972, che rappresentano un archivio privato bilingue, proveniente dal sito di Ma'allanāte, databili fra il 700 e il 620. I testi sono esclusivamente di natura giuridica18.
16 Cfr. Dalley S. M., NeoAssyrian Tablets from Til Barsib, «AbrNahrain», volume 34 (1996/1997), pp. 6699; Bordreuil P., BriquelChatonnet F., Aramaic Documents from Til Barsib, «AbrNahrain», volume 34 (1996/1997), pp. 1007; Fales F. M., The use and function of Aramaic Tablets, cit., pp. 1057; Id., The Assyrian and Aramaic texts from Tell Shiukh Fawqani, cit., p. 60710.
17 Fales F. M., The Assyrian and Aramaic texts from Tell Shiukh Fawqani, cit., p. 611. Cfr. Fales F. M., The use and function of Aramaic Tablets, cit., pp. 1045; Id., The Assyrian and Aramaic texts from Tell Shiukh Fawqani, cit., p. 6115. Cfr. Radner K., Die Neuassyrischen Texte aus Tall Seh Hamad, Dietrich Reimer, Berlin, 2002.
18 Cfr. Fales F. M., The use and function of Aramaic Tablets, cit., pp. 1113; Id., The Assyrian and Aramaic texts from Tell Shiukh Fawqani, cit., p. 6101.
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Le tavolette di Tell Shiukh Fawqani.
Sempre negli anni compresi fra il 1993 e il 1998 un altro archivio privato venne portato alla luce in un sito a ca. 18 km di distanza da Tilbarsip: Tell Shiukh Fawqani. Gli scavi furono intrapresi in seguito all'appello lanciato nel 1989 dalla Direzione Generale delle Antichità e dei Musei della Repubblica Araba Siriana per il salvataggio dei siti e monumenti antichi minacciati dalla costruzione del grande bacino idroelettrico della diga Tishrin. A partire da quel momento, vari insediamenti di diverse epoche furono indagati da numerose Missioni siriane e straniere che lavorarono fianco a fianco nello stesso territorio dando un importante contributo alla ricostruzione storicoarcheologica di questa regione. Nell’estate del 1999, alla fine dei lavori, si venne a creare un grande bacino artificiale il lago Tishrin lungo circa 60 km, che ha purtroppo sommerso un cospicuo numero di insediamenti antichi e moderni, risparmiando soltanto alcuni siti, situati lungo il limite settentrionale del nuovo lago.
La missione archeologica di Tell Shiukh Fawqani è stata condotta dal G. I. R. A. (Gruppo Internazionale di Ricerche Archeologiche), una compartecipazione tra un'équipe dell'Università di Udine, guidata dal prof. Fales, e una del CNRS di Parigi, guidata dal prof. Bachelot. Gli scavi, condotti a partire dal 1994, hanno dimostrato come la vita del sito copra un arco temporale di ca. 4500 anni. I livelli più antichi, riscontrati nel cantiere D, ubicato sul fianco ovest del tell, datano alla fine del IV/inizio del III millennio a. C. (età tardo Uruk Bronzo Antico I). L'insediamento fu poi successivamente abitato nella seconda metà del III millennio (Bronzo Antico IV A), durante il II millennio (Bronzo Medio e Tardo),
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Illustration 6: Ubicazione del sito di Tell Shiukh Fawqani.
come si evince dai lavori condotti sul cantiere E e durante l'età del Ferro, specie in età neoassira (cantieri F e G). La sequenza insediativa continua per l'epoca romana, dopo un apparente iato in epoca ellenistica, durante il periodo bizantino, il medioevo islamico e in età sub recente.
Negli ultimi giorni della campagna del 1994, sul settore F del tell, furono rinvenuti dei frammenti ceramici, uno dei quali presentava una “aleph” aramaica. Nei tre anni successivi vennero effettuate campagne sistematiche di esplorazione dell'area che portarono alla luce quattro ambienti ed una piccola corte, ciascuno dei quali con funzioni differenti. In particolare fu l'unità stratigrafica 200, corrispondente al pavimento della stanza 783, a restituire l'interezza dei documenti, «essentiellement entreposées dans la partie nordouest de la pièce, le long murs 620 et 854»19; in essa furono rinvenuti inoltre frammenti ceramici, specifici strumenti per il commercio –come pesi in basalto anepigrafi a forma d'anitra con collo retroflesso di grandezza e misure differenziate, due “dadini” in ferro per pesature di dettaglio e sigilli a stampo con iconografia assira– e anche tracce «d'un artisanat lié au tissage et au filage»20. Un certo numero di
tavolette potrebbe essere stato originariamente riposto in una o più giare, posizionate direttamente sul pavimento, dal momento che numerosi frammenti di tali giare sono stati ritrovati lungo la parete settentrionale della stanza. «Other documents could have however been utilized as external tags or even functional rimstoppers of the other pottery containers: a few traces of stringmarks and impressions of clothpatterns on the inner parts of the artifacts could point in this direction»21. La disposizione dei ritrovamenti, sparpagliati a caso nella stanza, induce a ritenere possibile una deliberata azione di distruzione e saccheggio nei tempi antichi, che colpì sia le tavolette sia gli altri materiali22.
19 Makinson M., IV: Le chantier F, Archéologie la stratigraphie générale et l'occupation de l'Âge du Fer (Architecture et Matériel), in in Bachelot L., Fales F. M., Tell Shiukh Fawqani 1994-1998, vol. I, S. A. R. G. O. N. Editrice, Padova 2005, p. 415.
20 Ivi, p. 418.21 Fales F. M, The Assyrian and Aramaic texts from Tell Shiukh Fawqani, cit., p. 617.22 Cfr. Makinson M., Op. cit., pp. 41132.
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Illustration 7: Gli scavi di salvataggio effettuati nell'area del bacino del Tishrin.
Le tavolette rinvenute si trovano in cattivo stato di conservazione. Ciò può essere messo in relazione con «the vagaries of the recovery, which left these unburnt tablets exposed near the surface, such as to cause many external surfaces to flake off from their inner “core”,
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Illustration 8: Topografia del sito di Tell Shiukh Fawqani.
which was thereupon often pulverized. At the same time, possible infiltration of dampness over time might be responsible for the specific “watered” effect that characterizes some exemplars»23. La maggior parte dei testi riguarda documenti legati alle attività commerciali dei proprietari della casa, prevalentemente in assiro. Vi sono poi altri documenti legati all'amministrazione domestica, redatti questi ultimi esclusivamente in aramaico. Più in dettaglio:
• la tavolette in cuneiforme neo assiro: sono 44, di cui 8 esemplari presentano anche scritte in aramaico. Possono tutti essere classificati come testi legali. Molti di loro sono contratti di vendita, ma vi sono anche note di debito per argento e 5 testi che documentano vari stadi di processi giuridici. “Etichette” in aramaico incise o dipinte sono attestate nelle tavolette n. 2, 3, 4, 11, 13, 23, 37, 41; da un lato troviamo le tradizionali brevi epigrafi, costituite da 12 linee di testo, incise lungo i margini liberi delle tavolette, dall'altro dei testi più lunghi, scritti per mezzo di pennelli su uno speciale spazio lasciato a posta per tale scopo dentro il corpo stesso del documento. Le date disponibili si collocano tutte negli anni 70 del VII secolo.
• Tavolette in aramaico: come i testi cuneiformi, molte delle 19 tavolette monolingui sembrano essere legali. I testi possono essere divisi in:
◦ atti di cessione e contratti (n. 45, 46, 47, 48, 49, 50), in cui è indicato l'oggetto della transazione e comprendono formule legali e possibili sanzioni finanziarie;
◦ etichette di forma quadrangolare (n. 51, 52) e triangolare (53, 54, 55, 56, 57), dove si presume che l'argilla fosse modellata attorno ad un laccio e successivamente inscritta;
◦ bullae e simili (n. 58, 59, 60)
◦ indeterminati (n. 61, 62, 63)
L'analisi di tali testi ha permesso di ricavare informazioni preziose, fra cui la datazione; grossomodo, per quanto è possibile ricavare, esse sono tutte databili al regno di Esarhaddon. La tavoletta n. 46, redatta in aramaico e relativa ad un prestito d'argento, include il nome del creditore, tale &e'-`u^nî, e il nome del debitore (^b') di cui si specifica la provenienza: mn brmrn, ossia da Burmarina, un toponimo attestato una sola volta in assiro, e precisamente nel resoconto annalistico della prima spedizione del re assiro Salmanassar III dell'858 contro Tilbarsip. Nell'iscrizione, il sovrano narra come, dopo aver bloccato il nemico entro le mura della città, risalì il fiume ed investì il piccolo centro fortificato di Burmarina, fedele al nemico, che cadeva dopo un breve assedio. Sempre qui il sovrano riceveva poi il tributo degli stati aramei circostanti, prima di continuare la sua avanzata verso nord. In sostanza, l'identificazione tra BRMRN e Burmarina appare comprovata sia dal punto di vista linguistico, sia dal punto di vista geografico24. Tuttavia, all'epoca cui risalgono i documenti, Burmarina era divenuta soltanto un piccolo borgo provinciale, probabilmente dipendente dalla vicina Tilbarsip. Indizi in tal senso sono rintracciabili nelle tavolette n. 47 e n. 37: la tavoletta n. 47, di ben 21 righe di lunghezza, riguarda tre individui, che appartengono al k#r mlk, ossia alla coorte regia, quella particolare ala dell'esercito che dipendeva direttamente dal governatore assiro, di stanza a Tilbarsip; nella
23 Fales F. M, The Assyrian and Aramaic texts from Tell Shiukh Fawqani, cit., p. 617.24 Cfr. Fales F. M, The Assyrian and Aramaic texts from Tell Shiukh Fawqani, cit., pp. 61820.
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tavoletta n. 37, che riguarda un caso giudiziario, è menzionato altro personale militare25.
Oltre che per le questioni di contenuto, l'archivio assiroaramaico riveste
25 Cfr. Fales F. M, The Assyrian and Aramaic texts from Tell Shiukh Fawqani, cit., pp. 6201.
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Illustration 9: Disposizione delle tavolette nella “casa di &e'-`u^nî”.
un'importanza fondamentale per ciò che concerne le pratiche scribali. Fino al suo ritrovamento, non erano conosciute tracce di grafia aramaica ad inchiostro per quest'epoca, precedente di ca. due secoli il corpus dei papiri di Elefantina d'Egitto. Il materiale ritrovato nella “casa di &e'-`u^nî” presenta l'uso di questa grafia in diversi esemplari, sia come unica forma di scrittura (in particolare in una serie di bullae, usate per chiudere l'imboccatura di vasi o per essere appese al collo di questi), sia su tavolette recanti l'aramaico o l'assiro inciso con lo stilo. Da notare come la grafia alfabetica dipinta sembra frutto di successive riscritture, evidenti nelle variazioni del ductus e nell'orientamento delle righe sui testi.
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Conclusione.
Nonostante la loro frammentarietà, i ritrovamenti epigrafici effettuati a Tell Shiukh Fawqani contribuiscono a gettar luce sui meccanismi di interferenza fra accadico e aramaico durante il VII secolo a. C. Essi rappresentano un ulteriore tassello del mosaico che da ca. trent'anni a questa parte va pian piano delineandosi di fronte gli studiosi, ossia quello di una di compenetrazione linguistica e culturale, verificatasi all'interno dell'impero assiro, fra queste componenti, la cui profondità e complessità non si è in grado ancora di cogliere con pienezza. D'altra parte, se questo è pur vero, l'analisi e il confronto dei documenti e dei materiali ritrovati nel corso delle più recenti missioni archeologiche, effettuate specialmente nella Jezireh nord occidentale, concorrono a corroborare l'ipotesi di «un impero che, pur rimasto strettamente legato alle proprie tradizioni di cultura originaria e all'uso della lingua assira in scrittura cuneiforme nella sfera ufficiale, sì da portare avanti con costanza un'“assirizzazione” delle regioni conquistate, rappresentava di fatto una compagine profondamente permeata dal bilinguismo e dall'uso di un doppio sistema di scrittura, e probabilmente largamente biculturale dal punto di vista di riferimenti a sistemi di valori»26.
L'accettazione dell'aramaico da parte della monarchia assira come lingua d'uso nei commerci e nella burocrazia potrebbe farsi risalire già alla seconda metà dell'VIII secolo, periodo cui si datano una serie di 15 pesi bronzei a forma leonina, rinvenuti a Kalkhu, che presentano il valore ponderale indicato sia in assiro, sia in aramaico27. Tale accettazione, a dir la verità, sembrerebbe dettata più dalle circostanze concrete che da una precisa volontà di apertura ideologica e politica da parte assira (basti richiamare alla memoria il già citato caso di Sargon II). Tuttavia, ciò non impedì all'aramaico di svilupparsi e prendere piede, non solo in quei territori che per storia e cultura erano già in sottoposti ad un forte influsso aramaico, ma persino nel cuore stesso dell'impero, nei centri di potere politico economico. Alla luce di tutto ciò dunque ed attendendo nuovi sviluppi nelle scoperte, resta condivisibile l'ipotesi di un aramaico usato «as fully alternative linguistic medium to Assyrian for writing out legal (and perhaps also administrative) documents in man parts of the empire, and specifically in the northwestern sector of Mesopotamia, during the seventh century B. C.»28.
26 Fales F. M., Assiri e Aramei a Tell Shiukh Fawqani e dintorni, cit., p. 73.27 Fales F. M., AssyroAramaica: the Assyrian LionWeights, in Van Lerberghe K., Schoors A. (eds.), Immigration
and Emigration within the Ancient Near East, Leuven 1995, pp. 3355.28 Fales F. M., The use and function of Aramaic Tablets, cit., p. 116.
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Indice delle illustrazioniIllustration 1: La statua di Tell Fekherie, fronte, con iscrizione accadica.From: Fales F. M., Morandini Bonacossi D. (a cura di), Mesopotamia e Arabia: Scavi Archeologici e Studi Territoriali delle Università Trivenete (19941998), Venezia 2004............4
Illustration 2: Tavoletta d'argilla a forma di cuscinetto (AECT 15), con iscrizione aramaica posta fra le righe in accadico e sul margine superiore, attorno alla cavità dello spago.From: Fales F. M., Aramaic Epigraphs on Clay Tablets of the NeoAssyrian Period, Università degli studi “La Sapienza”, Roma, 1986...................................................................................5
Illustration 3: Tavoletta d'argilla triangolare (AECT 3), con iscrizione assira su una faccia e aramaica sull'altra.From: Fales F. M., Aramaic Epigraphs on Clay Tablets of the NeoAssyrian Period, Università degli studi “La Sapienza”, Roma, 1986...................................................................................6
Illustration 4: Tavoletta d'argilla triangolare (AECT 13), con iscrizione aramaica monolingue sulle due facce e sul margine laterale.From: Fales F. M., Aramaic Epigraphs on Clay Tablets of the NeoAssyrian Period, Università degli studi “La Sapienza”, Roma, 1986...................................................................................6
Illustration 5: Due scribi, con tavoletta e stilo e con supporto morbido e pennello, da una pittura murale assira da Til BarsipFrom: Fales F. M., Morandini Bonacossi D. (a cura di), Mesopotamia e Arabia: Scavi Archeologici e Studi Territoriali delle Università Trivenete (19941998), Venezia 2004............8
Illustration 6: Ubicazione del sito di Tell Shiukh Fawqani.From: Makinson M., IV: Le chantier F, Archéologie la stratigraphie générale et l'occupation de l'Âge du Fer (Architecture et Matériel), in Bachelot L., Fales F. M., Tell Shiukh Fawqani 19941998, vol. I, S. A. R. G. O. N. Editrice, Padova 2005............................................................10
Illustration 7: Gli scavi di salvataggio effettuati nell'area del bacino del Tishrin.From: Makinson M., IV: Le chantier F, Archéologie la stratigraphie générale et l'occupation de l'Âge du Fer (Architecture et Matériel), in Bachelot L., Fales F. M., Tell Shiukh Fawqani 19941998, vol. I, S. A. R. G. O. N. Editrice, Padova 2005............................................................11
Illustration 8: Topografia del sito di Tell Shiukh Fawqani.From: Makinson M., IV: Le chantier F, Archéologie la stratigraphie générale et l'occupation de l'Âge du Fer (Architecture et Matériel), in Bachelot L., Fales F. M., Tell Shiukh Fawqani 19941998, vol. I, S. A. R. G. O. N. Editrice, Padova 2005............................................................12
Illustration 9: Disposizione delle tavolette nella “casa di &e'-`u^nî”..From: Makinson M., IV: Le chantier F, Archéologie la stratigraphie générale et l'occupation de l'Âge du Fer (Architecture et Matériel), in Bachelot L., Fales F. M., Tell Shiukh Fawqani 19941998, vol. I, S. A. R. G. O. N. Editrice, Padova 2005............................................................14
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