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Periodico trimestrale edito dall’Associazione Esposti Amianto regione Friuli Venezia Giulia - onlus Marzo - Dicembre 2012 / Anno 9, N. 28 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P . - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art. 1, comma 2, DCB Trieste A U G U R I A E A 15

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Periodico trimestrale edito dall’Associazione Esposti Amianto regione Friuli Venezia Giulia - onlus

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AUGURI AEA15

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Carissimi soci e simpatizzanti, sono lieto dicomunicarvi che la nostra Associazione ha compiu-to 15 anni dalla sua costituzione avvenuta precisa-mente il 18 settembre 1997. Rivolgo a tutti voi ungrande ringraziamento per la vostra fiducia e parte-cipazione in tutti questi anni che ci vedono ancoraqui a chiedere quanto ci spetta per Legge, e purtrop-po non ci viene ancora riconosciuto. Un grazie parti-colare ai volontari del direttivo che in tutti questianni mi hanno coadiuvato per la buona riuscita dellenostre numerose manifestazioni Adriano, Renato,Santina, Franco, che assieme alla nostra collabora-trice dott. Caterina quotidianamente operano pertutelare i diritti dei nostri soci affiancandoli e cercan-do di risolvere i problemi che affliggono gli espostied i loro familiari. Grazie ancora, aspettando unricambio generazionale che certamente si presente-rà per le nuove cariche direttive del 2013.

La nostra prima sede, in un piccolo spaziodella Casa del Lavoratore Portuale messoci a dispo-sizione dall’ARCI… Da subito, abbiamo iniziato acollaborare con i colleghi Portuali istituendo lo“sportello amianto” in grado d’informare le personee le Istituzioni sul traffico d’amianto avvenuto daglianni 50 fino agli anni 98, ed in un secondo tempo,

fino agli anni 2007. Siamo venuti in possesso deidocumenti idonei a certificare l’avvenuta esposizio-ne certa e significativa alle polveri d’ amianto benoltre ai limiti stabiliti dalle leggi vigenti, in tutte learee del porto di Trieste. Abbiamo incentivato i con-tatti con tutti i porti del territorio Nazionale ed ancheesteri venendo a conoscenza di quanto furono diffu-si i traffici d’ amianto nel mondo intero, con l’ inevi-tabile scia di malattie correlate al materiale “killer”e delle sempre più frequenti morti causate dal can-cro al polmone e dal “mesotelioma”, malattie chenon lasciano molti spazi alla sopravvivenza. Si puòdire che ultimamente le cure “chemioterapiche”,mirate sulle persone, danno dei risultati miglioririspetto al passato. Naturalmente questo è il temache più ci sta a cuore, perché qualche mattinadavanti allo specchio se ci scappa un colpo di tossesubito si accende dentro di noi l’allarme e se lacosa si ripete più giorni di seguito, diventa per l’in-dividuo un “codice” rosso. Quello che dovete sape-re: da qualche anno la nostra Vice Presidente cheha perso il marito 4 anni fa causato dal “mesotelio-ma”, aiuta personalmente in tutti i sensi, praticheburocratiche (anche con qualche spicciolo, giocatto-li ecc.) alcune vedove con figli vittime delle malattieamianto correlate in difficoltà. Tenendo presenteche le varie forme di malattie attribuibili all’amiantosono in costante aumento, sarebbe auspicabile chequalche volontario le desse una mano in tutti isensi, magari dopo un incontro mirato con ilDirettore Generale della Sanità Regionale per con-cordare cosa si può fare e con quali risorse econo-miche, visto l’andamento negativo dell’economiaNazionale. A ribadire l’utilità dello “SportelloAmianto”, per tutti gli abitanti della nostra Regione,notiamo in questo periodo, una maggiore frequenta-zione del nostro ufficio per documentarsi sui costidelle bonifiche agevolate per i privati ed anche per ipubblici, in quanto fra breve saremo in grado di pub-blicare sul nostro sito web: aeafvg.weebly.com un“link” con un prezziario/tariffario Nazionale inmaniera di avere a portata di mano il giusto prezzodell’operazione di smaltimento del manufatto di“eternit”, per i privati senza pericoli che potrebberoinsorgere con il classico “fai da te”.

L’anno 2012, è iniziato negativamente, poiman mano ci siamo assestati nell’usuale percorsoin salita che si ripete ogni anno, ritardo nella riparti-zione/erogazione del contributo regionale, e tantoper gradire stessa identica storia con l’erogazionedelle quote del 5 per mille degli anni 2009-2010-2011 che ancor oggi nonostante i nostri continui

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EditorialeL’AEA-FVG compie 15 anniBilanci e prospettive del sodalizio

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solleciti ed inviti non sono pervenuti. Purtroppo ciòha impedito di organizzarci per una Conferenza dipreparazione a quella che avrebbe dovuto essere laSeconda Conferenza Nazionale governativa che si èsvolta a Venezia nei giorni 21-22-23- novembre,dove le Associazioni avrebbero dovuto avere unruolo principale per presentare le loro richieste,invece per quanto mi è stato riferito, (mancavo perdei problemi di salute) non hanno potuto farsi senti-re, così siamo ritornati indietro al 1999 dove sonostate fatte delle promesse mai mantenute, e vistoquanto è emerso dalla II° Conferenza di Venezia, c’època volontà di agire in tal senso. Sono convintoche il denaro occorrente per risolvere il problemadel riconoscimento degli ante 92 e le loro vedovec’è, negli avanzi di gestione dell’INAIL, ma anche

nella quota che annualmente la CEE destinaall’ITALIA per il problema Amianto. Vari Senatori daanni presentano proposte di Legge – emendamentiper risarcire gli esposti all’amianto, che costante-mente non vengono accolti dal Governo (anziGoverni). Giornalmente apprendiamo di manipolazio-ni di denaro scandalose a profitto di rappresentantidelle Istituzioni che dovrebbero vergognarsi di cam-minare per strada. Come al solito speriamo chequalcuno di questi signori, si ravveda e restituisca ilmaltolto a quanti rivendicano un diritto di risarci-mento per un danno subito sul posto di lavoro. Trieste, 10 dicembre 2012

Aurelio PischianzPresidente AEA FVG

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La nostra storia

La nostra Associazione nasce nel settembre del1997 su stimolo delle numerose vedove dei lavorato-ri portuali triestini inconsapevolmente esposti, assie-me ad altre categorie professionali, alle fibre d’amian-to nelle operazioni quotidiane espletate nelle areeportuali di Trieste e comunque legate al ciclo del lavo-ro che interessava lo scalo. La prima riunione adAltura vede la partecipazione di 64 persone.

L’INAIL locale, non intendeva riconoscere che visia stata una dispersione di fibre del pericoloso mate-riale in maniera significativa e pertanto rifiutava la cer-tificazione di esposizione all’amianto necessaria perrichiedere all’INPS – INPDAP – IPSEMA ed altri EntiPrevidenziali il bonus contributivo del 1,5% a seguitodi esposizione all’amianto per più di dieci anni, ad unaconcentrazione di 100 fibre litro x 8 ore giornaliere(Legge 257/92 e successive modifiche).

Si riesce con difficoltà a reperire una corposadocumentazione in un archivio dell’Autorità Portualelocale: si tratta di quasi 500 pagine che inequivocabil-mente certificano l’avvenuto passaggio (sbarchi, imbar-chi, trasbordi e spostamenti vari) nelle aree portuali, di

migliaia di tonnellate di amianto grezzo e puro tra cuiprimeggia il micidiale ”cape/blù 35” (crocidolite).

Mentre nelle operazioni di sbarco vi è una pre-valente presenza di amianto allo stato puro, nelleoperazioni d’imbarco c’è un traffico decisamentepiù pesante per quanto riguarda i lavorati e derivatiin “eternit” tubature, canne fumarie, tettoie, paratiee mattoni refrattari per milioni di tonnellate.

Così, carte alla mano, il giorno 27 luglio ed inseguito il 13 ottobre del 1998 consegnammo alDirettore Provinciale dell’INAIL di Trieste, dott.Raffaele Perugini le documentazioni con un verbaledescrittivo dei vari documenti.

Dopo due anni l’INAIL locale, che negava l’esi-stenza di un traffico intenso dell’amianto a Trieste,è costretta suo malgrado a prenderne atto e fornirele certificazioni necessarie ai pensionati delleCompagnie Portuali che le richiedono.

Questo importante riconoscimento ha consen-tito di fornire materiale probatorio valido anche alGiudice del Lavoro Gabriella D’Avino del Tribunale diVenezia, a cui nel frattempo si erano rivolti i lavora-tori portuali del posto, i quali, con la nostra docu-mentazione del passaggio di amianto dal porto diTrieste a quello di Venezia, ottengono in brevetempo una sentenza positiva di riconoscimento del-l’avvenuta esposizione e la conseguente condannadi INAIL ed INPS.

Le richieste d’iscrizione all’AEA- FVG aumenta-no e lavoratori e lavoratrici appartenenti alle piùdisparate categorie si rivolgono a noi per avere unsupporto tecnico che consenta di ottenere la certifi-cazione INAIL.

Il 17 aprile 2000 presentiamo 840- richieste diesposizione all’amianto, in seguito tra domande ericorsi altre 2.000- ; il risultato è lusinghiero l’80% deirichiedenti, hanno una risposta positiva con esposizio-

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ne certificata per più di dieci anni a cento fibre / litrocome richiesto dalle Leggi 257/92 e 271/93.

Rimaniamo al “palo” comunque, in quantoquesto gruppo è composto prevalentemente da per-sone che sono già titolari di pensione prima dell’at-tuazione della Legge 257/92 (e successive modifi-che) andata in vigore il 28 aprile del 1992. Il rifiutodel “bonus” da parte degli Enti Previdenziali,Ministero del Lavoro e OO.SS. congiuntamente aidatori di lavoro è categorico: chi è andato in pensio-ne prima del giorno 28 aprile 1992 non ha alcundiritto, secondo loro ed anche secondo le varie Cortidi Giustizia a cui ci siamo finora rivolti, al riconosci-mento dei danni subiti.

Sembra così, che la Magistratura (o perlomenouna parte di essa) sia andata pure “Lei” in pensio-ne, dimenticandosi dei lavoratori maggiormenteesposti alle fibre “killer”, che assieme ai loro fami-gliari incolpevoli subivano l’esposizione a domicilio,in conseguenza della pulitura degli indumenti dilavoro impregnati dalle fibre killer.

Ebbene, neppure davanti all’evidenza di un cre-scendo delle malattie amianto correlate che non sistabilizzerà prima del 2020- e di una premorienzastimata in sette anni per gli ex esposti, (questa laprevisione d’illustri medici del settore), fa cambiareopinione ai vari Ministeri competenti ed agli EntiPrevidenziali ed una buona parte della Magistratura,che continuano a negare i risarcimenti dovuti agli ex

esposti vittime inconsapevoli.L’immenso sacrificio umano a causa dei sempre

più frequenti decessi per “mesotelioma” ed altre gra-vissime forme tumorali, sembra che nemmeno sfioriqueste persone, le quali deliberatamente ignorano lavia del giusto risarcimento per quelle sfortunate vitti-me, cui si aggiungono le loro vedove ed orfani.

Naturalmente ci siamo occupati della stesuradi una Legge Regionale sull’amianto, che tuteli lasalute di quanti sono stati esposti al pericolosomateriale, prevedendo delle visite di controllo pro-grammate a titolo preventivo per quanti risultinoiscritti al Registro Regionale degli Esposti dellenostre quattro Province. Dopo 8 lunghi anni dal-l’emanazione della Legge 22/2001, la Medicina delLavoro ha iniziato il monitoraggio delle persone chehanno avuto un’ esposizione di tipo professionale edalle prime notizie che ci sono pervenute dai nostrisoci, sono emersi diversi casi di asbestosi, anchese di lieve entità (così si legge nei referti medici), eanche dei casi di “mesotelioma”.

Con l’apporto dei nostri attuali 1.700- soci,intendiamo proseguire nella lotta iniziale, per il con-seguimento e riconoscimento dei benefici previden-ziali anche ai lavoratori posti in pensione anteceden-temente al 28 aprile 1992 e delle loro (oramai)numerose vedove, certi di un ravvedimento dellaclasse Politica che finora ci ha visti dimenticaticome fossimo “ figli di un Dio minore”.

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1 Richieste “curricula”datori di lavoro: oltre 3.000

2 Richieste certificazione INAIL: oltre 3.000

3 Ricorsi-Integrazioni- Rivisitazioni INAIL: oltre 1.000

4 Richieste pensione bonus 257/92 INPS: oltre 1.000

5 Richieste integrazione pensionati INPS: oltre 1.500

6 Ricorsi vari INPS: oltre 1.200

7 Richieste e Ricorsi INPDAP: oltre 200

8 Marittimi – IPSEMA- INAIL solo in causa 30

9 Iscrizioni al Registro Esposti soci e non soci 1.500

10 Sportello Amianto cons. leg. Gratuita 2008/09 500

11 Sondaggio nella Provincia di Triestesulla Conoscenza della pericolositàdell’amianto sulla salute umana.(vedi sito http://aeafvg.weebly.com)

Ecco alcuni numeri della nostra AssociazioneEtà media dei soci: oltre 65 anni.

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A distanza di 13 anni dalla ultima ConferenzaGovernativa sull’amianto, molto poco si è fatto, il22-23-24 Novembre si è tenuta a Venezia sull’Isoladi San Giorgio Maggiore questa seconda edizione.

Partenza da casa con tanti buoni propositi, arri-vati alla conferenza, come da protocollo, non erava-mo in lista, nulla di nuovo ho pensato, la giornatagià si prestava ad essere uggiosa, ma vedendotanta era la partecipazione, mi sono un po’ rincuo-rata e avevo la speranza che negli anni si fossemosso qualche cosa.

La Conferenza inizia con la parola del MinistroBalduzzi, tante belle parole, buoni i propositi, l’augu-rio che si possa lavorare in simbiosi tra i vari ministe-ri per arrivare ad una soluzione: giustizia, salute eambiente, priorità da costruire perché da anni non siè fatto nulla. Più ricerca sulle malattie asbesto corre-late, piani di ricerca finanziati dal fondo SanitarioNazionale, identificare e creare ubicazioni di centri dieccellenza per la cura della malattia e potenziare lasorveglianza sanitaria, finalizzare al meglio il fondovittime dell’amianto: parole, parole... insomma, sem-pre le stesse medesime parole. Riguardo all’ambien-te si è parlato molto dei siti da bonificare e della map-patura territoriale nazionale; infine il susseguirsi dipersonalità, ognuna delle quali con il suo bel proposi-to di tante buone azioni ma ancora nulla di fatto. Ilsucco della vicenda? Non ci sono i fondi. Certo è chesi possono trovare, ma la volontà non c’è.

Abbiamo lottato per la riforma dei benefici pre-videnziali. tutto vanificato solo parole al vento, anzi‘alla laguna’.

Sì, tutti uniti per il bene comune e tante belleparole per chi non c’è più. Per le vedove solo tantapazienza, scuse per chi si è ammalato ma allasomma di tutto niente.

Mi sono sentita presa in giro, vittima tre volte:una come moglie di un operaio morto per il suo lavo-ro, vittima per aver lavato il vestiario lavorativo dimio marito quindi una esposta indiretta,con la pauradi ammalarmi per aver respirato quella fibra killer evittima della lungaggine della giustizia dopo annidalla denuncia della malattia diagnosticata nel2004, ora in attesa del nuovo processo che inizierànel febbraio 2013.

In conclusione sono rimasta delusa, comepure l’Associazione Esposti Amianto FVG, per ilnostro sistema, nulla di fatto ancora, ma il fatto veroe proprio è che si continua a morire per la fibra kil-ler e chissà per quanti anni avvenire ci sarannoancora vedove e figli con tante lacrime.

Speriamo che alla prossima Conferenza ci siauna vera rivolta delle famiglie vittime e, forse, solocosì qualche cosa verrà fatto.

Santina PasuttoVice presidente

Associazione Esposti Amianto FVG

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II Conferenza Governativasull’AmiantoVenezia: dopo anni di attesa si sono tenuti a novembredue giorni di seminari

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Dal 22 al 24 novembre 2012 si è svolta a Veneziala 2° Conferenza governativa nazionale sull’Amiantopresenti i Ministri della Salute, dell’Ambiente e delLavoro. La Conferenza è stata indetta su particolaresollecitazione delle Associazioni e dei Comitati dellevittime dell’amianto, anche se lo spazio ad essi con-cesso è stato molto limitato (solo tre brevi interven-ti): si è così parlato “sulle” vittime e non “con” le vit-time; la conferenza non voleva essere una passerel-la politico-tecnico-scientifica, ma, a volte, così èapparsa.

In ogni caso, forti della loro numerosa presen-za, associazioni e comitati sono riusciti a far senti-re la loro voce, prendendo la parola nelle tre sessio-ni. E’ stato pure rilevato che è mancata una quartasessione che avrebbe dovuto essere dovuto dedica-ta ai temi della relazione amianto e giustizia. IlMinistro della salute Renato Balduzzi ha riconosciu-to il ruolo fondamentale delle associazioni, ma leloro proposte sono state nelle conclusioni solo pocoprese in considerazione.

Si aspettava una prima presentazione delPiano nazionale Amianto, dopo i 13 anni passati

dalla 1° Conferenza Nazionale e dopo 20 dalla legge257, o delle linee guida di lavoro, almeno sullecarenze nella applicazione della legge 257/92 neiconfronti di tutti i cittadini (compresi i militari), unabozza di protocollo unitario sulla sorveglianza sani-taria e sull’adozione dei Registri degli Esposti validoper tutte le Regioni.

Dal Ministro Fornero, oltre a parole di solidarie-tà umana, ci saremmo aspettati una dichiarazioneche chiarisse la posizione degli ex esposti (chemediamente ci risulta avere una aspettativa di vitaminore di 7-10 anni rispetto al resto della popolazio-ne) ripristinando quei “benefici” previdenziali vanifi-cati dall’aumento dell’età pensionabile stabilitodalla riforma che porta il suo nome, vanificandocosì, lo spirito della legge 257 del 1992.

Sullo scottante problema delle bonifiche siaspettava almeno una prima risposta sui siti dabonificare prioritariamente con i relativi finanziamen-ti. Un discorso simile era atteso sui metodi di smal-timento sia come critica delle attuali possibilità, siacome coinvolgimento dei cittadini interessati.

In sintesi la Conferenza ha evidenziato luci eombre, ma le decisioni sono state rinviate ad futuroPiano Amianto che, peraltro, il Ministro Balduzzi si èimpegnato a presentare, a grandi linee, entro dicem-bre alle parti sociali, al mondo scientifico e alleassociazioni.

Si è visto, comunque, positivamente l’impegnopreso dallo stesso Ministro di prendere in conside-razione, le proposte delle associazioni e dei comita-ti su tale Piano.

Le associazioni e comitati hanno quindi decisodi rafforzare il coordinamento, invitando anche altreassociazioni a parteciparvi, affinché si possano,nella misura del possibile, presentare come interlo-cutore unico nei confronti del Ministro della Salutee degli altri Ministri interessati e poter sostenerecon più forza le proprie richieste e proposte.

Associazione Esposti Amianto regione Friuli VeneziaGiulia -Associazione Italiana Esposti Amianto – Milano;Medicina Democratica – Milano; Istituto Ramazzini –Bologna; ISDE – Milano; Lega Ambiente – Roma;Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro enel territorio Sesto S. Giovanni; Contramianto – Taranto;AFEA – La Spezia; Caveallamiantonograzie – Parma;Associazione Esposti Amianto Monfalcone, AREA –Oristano, Comitato Amianto SICILIA – Messina; EARA –Trieste; AVANI – Broni; Associazione Esposti Amianto -Venezia

Luci e ombre all’appuntamentodi VeneziaLa Conferenza non voleva essere una passerella politico-tecnico-scientifica ma a volte così è apparsa

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La proposta dell’Italia di inserire il tema del-l’amianto e la strategia per lottare contro le patolo-gie correlate - in particolare il mesotelioma malignopleurico - è diventata strategia comune dell’Unioneeuropea. Lo ha annunciato il ministro per la sanitàRenato Balduzzi, a Bruxelles, sottolineando che lapresidenza di turno e la Commissione Ue hannoaccettato e apprezzato la proposta italiana. Il temadell’amianto sarà inserito nel programma strategico‘sanita’’ della Commissione Ue per il 2013.

Il ministro Balduzzi ha presentato le linee guidadella proposta italiana al Consiglio dei ministri dellasanità dell’Ue, riunito oggi a Bruxelles. “Abbiamoavuto la grande soddisfazione di avere dal commis-sario alla salute Tonio Borg - ha spiegato il ministroai cronisti - un’apprezzamento della proposta e del-l’iniziativa italiana e una risposta anche concreta inquanto il tema amianto è inserito nel programmastrategico sanità della Commissione per il 2013, inparticolare per quanto riguarda proprio il coordina-mento e la ricerca sul mesotelioma pleurico, per cuinon c’é ancora una risposta pleurica efficace”. Lelinee guida illustrate da Balduzzi, toccano profili disanità pubblica in senso stretto. Vanno, in primoluogo, “dalla sorveglianza epidemiologica alla messa

in rete delle banche dati biologiche esistenti, all’indi-viduazione di marcatori per una diagnosi precoce”.Un secondo elemento sotteso a tutti - ha proseguitoil ministro - “é quello di poter disporre di dati che nonsiano solo nazionali ma anche europei per poter faredelle valutazione anche di prospettiva”. L’Italia pro-pone poi “la costituzione di una rete europea deicentri di riferimento per la cura del mesotelioma”. Ladirettiva Ue è quella relativa all’assistenza sanitariatransfrontaliera che,dovrà essere recepita entro ilprossimo ottobre nell’ordinamento nazionale dei sin-goli Stati membri. La direttiva - precisa Balduzzi -“prevede proprio la possibilità di costituire i centri diriferimento, e uno di questi dovrebbe essere dedica-to all’amianto, in particolare al mesotelioma pleuri-co”. Secondo uno studio Inail l’amianto è la causadel 50% dei casi di tumori occupazionali con unperiodo di latenza di 30-40 anni. Il picco è atteso trail 2015 e il 2025. In 15 anni (dal 1993 al 2008),secondo i dati del Registro nazionale dei tumori daesposizione all’amianto, sono quasi 16 mila i casirilevati in Italia di cui il 50% è concentrato fraPiemonte (18%), Lombardia (17,7%) e Liguria (12%).Nel 93% dei casi il tumore ha colpito la pleura, perinalazione delle fibre

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Una strategia europea comune per lepatologie correlate all’amiantoDi seguito una nota diramata dall’ANSA il 7 dicembre scorso.

Il Consiglio Regionale della Lombardia haapprovato la nuova legge sul risanamento dell’am-biente, la bonifica e lo smaltimento dell’amianto.Ma la legge presenta una carenza finanziaria, per-ché prevede solo 2 milioni di euro all’anno per treanni, cifra assolutamente insufficiente, e non inter-viene sul problema dello smaltimento in sicurezza.La battaglia delle Associazioni e dei Comitati - cheda anni si battono contro le fibre killer denuncian-do che l’amianto è una grave emergenza ambien-tale, sociale, umana e sanitaria - ha ottenuto cosìun importante risultato. Finora in Lombardia la sor-veglianza sanitaria era riservata ai lavoratori e aifamigliari di poche realtà lavorative, quelle che conla lotta erano riuscite a imporre rapporti di forzatali da far rispettare le norme già previste dallalegge regionale (n. 1 del 29 settembre 2003 e

dalla Direttiva CE n. 18 del 27 marzo 2003 recepi-ta con D. Lgs, n.257 del 25 luglio 2006), chedispongono di proseguire la sorveglianza sanitariaanche dopo la cessa zione dell’esposizioneall’amianto. Ora, si spera, con la nuova legge que-sto diritto sarà esteso a tutti. La legge ridefinisceanche le procedure per lo smaltimento dell’amian-to. precisando i compiti dei cittadini e le funzioni dicontrollo spettanti ai Comuni e alle ASL, ma moltorimane ancora da fare. Resta da risolvere il graveproblema di dove mettere l’amianto dimesso, poi-ché sappiamo che le discariche non risolvono ilproblema. Il Piano Regionale Amianto Lombardia(PRAL) del n2003 si prefiggeva l’obiettivo di smal-tire totalmente l’amianto in Regione Lombardiaentro il 2015 ma con queste risorse limitate saràimpossibile raggiungere l’obiettivo.

La Lombardia approva la nuova leggeregionale contro la fibra killer

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Il lavoro, connesso alle bonifiche, deve qualifi-carsi sotto due profili: trasparenza ed equità. La tra-sparenza richiede il coinvolgimento, oltre che dellestrutture tecniche, anche della società civile, del-l’associazionismo e del mondo dell’informazione.L’equità va perseguita definendo una scala di priori-tà degli interventi di risanamento ambientale cheprivilegi le situazioni più svantaggiate in termini dilivelli di esposizione, impatto sanitario, deprivazionesocioeconomica, marginalità e assenza di tutela, alfine di qualificare il momento della bonifica comeoccasione di avvio di un più complessivo processodi ripresa di comunità e territori pesantementepenalizzati dalle modalità dello sviluppo prevalentinei decenni passati.

In questo quadro, si evidenzia la necessità diintervenire con urgenza nei 373 siti con Classe diPriorità del Rischio finora mappati che risultano adalto rischio per la salute negli ambienti di vita e dilavoro ed ad alto rischio per l’ambiente. A tal fine èfondamentale il reperimento urgente delle necessa-rie risorse finanziarie atte a consentire nel breve ter-mine l’attuazione degli interventi di messa in sicu-rezza e di bonifica. Sarebbe pertanto opportuna unacompartecipazione finanziaria di più ministeri(Salute, Ambiente, Lavoro etc.) per il reperimento ditali risorse, stimate in decine di milioni di euro.

Si ritiene altresì di prioritario interesse comple-tare la Mappatura con i dati relativi alle Regionimancanti e continuare ad aggiornare/integrare i dati

già disponibili, al fine di una pianificazione neltempo delle risorse e delle tempistiche necessariealla messa in sicurezza del territorio nazionale dadetto agente cancerogeno. Si stima che, qualora ilD.M.101/03 relativo alla citata Mappatura vedesseassegnati finanziamenti annuali di circa dieci milio-ni di euro per 10 anni, le situazioni a maggior rischiopotrebbero essere rimosse. Un ulteriore determi-nante incentivo alle bonifiche da amianto potrebbederivare dalla defiscalizzazione al 55% per gli inter-venti di rimozione dell’amianto nonché dalla indivi-duazione e realizzazione di nuovi siti di smaltimentosul territorio nazionale anche mediante l’impiego dicave e miniere dismesse, oltretutto incentivando lariqualificazione di dette aree. È anche opportunopredisporre un prezziario calmierato delle bonificheda amianto.

Risulta altresì estremamente importante ilrecepimento delle citate Linee Guida per la bonificadei siti contaminati da amianto in una specificanorma che ne estenda l’applicazione dai SIN a scalanazionale. Ciò al fine in primis di tutelare la salutedei lavoratori addetti alle bonifiche e quella degliambienti di vita circostanti e in secundis di stabilirecriteri omogenei a scala nazionale per la realizzazio-ne degli stessi. Si ricorda in proposito che ilComitato Interministeriale per la ProgrammazioneEconomica (CIPE) ha già recepito dette Linee Guidaper la TAV Torino-Lione e pertanto risultano già avereuna rilevanza nazionale.

Ai fini di estendere la cultura della prevenzionedel rischio amianto, sarebbe inoltre opportuno ripri-stinare annualmente, come più volte richiesto damoltissime Amministrazioni pubbliche, la “Scuola diformazione permanente per la lotta all’Amianto”,visti i positivi riscontri già ottenuti sul territorio.

Infine sarebbe opportuno sollecitare e patroci-nare lo svolgimento nel 2013 della secondaConferenza Mondiale sull’Amianto – 2° WorldAsbestos Conference – come richiesto più voltedalla Comunità Scientifica Internazionale, tenutoconto dell’elevata partecipazione e degli elevatirisultati scientifici ottenuti nella prima edizione.

Dott.ssa Federica PagliettiRicercatore - Responsabile Scientifico del Gruppo

Amianto ed Aree ex-Estrattive MinerarieINAIL - Istituto Nazionale Assicurazione contro gli

Infortuni sul Lavoro - Settore Ricerca, Certificazione eVerifica

DIPIA - Dipartimento Installazioni di Produzione edInsediamenti Antropici

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Promuovere la culturadella prevenzione

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Mentre è sempre più evidente l’importanza diun intervento poco demolitivo sui pazienti affetti damesotelioma si conferma l’utilità della chirurgia conintento palliativo. L’intervento di pleurectomia, ovve-ro l’ asportazione della pleura “ammalata” sembre-rebbe avere un importante impatto sulla qualità divita dei pazienti riducendo i sintomi legati all’avan-zamento della malattia.

Sul lato non chirurgico sono diversi i nuoviapprocci terapeutici che meritano un approfondi-mento. Dal punto di vista farmacologico è interes-sante la terapia con liposomi contenenti farmaci. Illiposoma è una vescicola fosfolipidica, che puòavere dimensioni variabili fra i 25 nm e 1 m di dia-metro normalmente costituita da uno o più doppistrati di fosfolipidi o colesterolo. Nel caso del meso-telioma l’associazione doxorobucina-liposoma èattualmente oggetto di studio a seguito della vicen-da di un paziente tedesco, così trattato e vissutoper 9 anni. Secondo gli studi attuali il liposomaridurrebbe drasticamente gli effetti tossici cardiacidella doxorubicina permettendo una maggior com-pliance farmaco-paziente. Accanto a nuove formula-zioni di farmaci sono state studiate molecole di ori-gine naturale come la Withaferin A (WA) isolata dalleradici della Withania somnifera, una pianta notacome il ginseng indiano. Le proprietà antitumorali diquesta molecola deriverebbero, tra le altre, dallacapacità di legarsi alla Vimentina una proteina checontribuisce a costituire lo scheletro di molte cellu-le, comprese alcune cellule del mesotelioma. Essaavrebbe anche effetto nell’impedire la formazione dinuovi vasi necessari al tumore per crescere (effettoanti-angiogenesi).

Oltre ai farmaci, anche i virus sono stati studia-ti con intento terapeutico come è il caso di quellodel morbillo reclutato nella battaglia contro il meso-telioma. Il potenziale del virus del morbillo di uccide-re cellule tumorali come il mesotelioma è statoosservato molti anni fa. In diversi casi, i malati dicancro che avevano contratto il morbillo in modonaturale dimostravano una riduzione della massatumorale. L’avanzamento della scienza molecolareha permesso di inserire un nuovo gene nel virus delmorbillo che può ulteriormente aumentare la suaspecificità ed attività contro le cellule tumorali delmesotelioma. I ricercatori della Mayo Clinic hannopensato di somministrare il virus modificato delmorbillo direttamente nello spazio pleurico, tra i pol-moni e la pleura parietale (rivestimento interno dellaparete toracica) che, come è noto, è quella dove ori-gina il mesotelioma. Il virus è inoculato nello spaziopleurico tramite catetere e marcato con iodio radio-attivo. Ciò rende possibile monitorare il suo effettosul mesotelioma utilizzando tecniche di imaging noninvasive. Una volta entrato nello spazio pleurico eda contatto con le cellule del mesotelioma, si sperache il virus del morbillo non solo inizierà ad uccide-re le cellule stesse, ma anche inneschi una rispostaimmunitaria che potenzierebbe ulteriormente l’ag-gressione al mesotelioma. Lo studio, dopo i buonirisultati ottenuti sull’animale verrà testato supazienti affetti da mesotelioma. Sarà condotto dalgruppo della prestigiosa Mayo Clinic con il supportodel National Cancer Institute. I pazienti riceverannouna dose di virus del morbillo ogni 28 giorni fino asei volte la dose stessa, o fino a quando gli effetticollaterali saranno tollerati. L’obiettivo primariodello studio è quello di valutare la sicurezza dellaviroterapia morbillo e determinare la dose ottimale.

Maurizio CortaleAzienda Ospedaliero-Universitaria di Trieste – Chirurgia

Toracica

Mesotelioma: cosa c’è di nuovo

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Traguardo sociale, carattere storico. Duevalenze e diverse finalità caratterizzano il varo, ora-mai ufficiale, del Libro Bianco, l’archivio/dossierche include dati, statistiche e cronologia cheriguardano i soggetti a rischio amianto della regio-ne, documento che prende in esame un arco ditempo compreso dal 1974 al 1995, il periodo rite-nuto più intenso e foriero di sviluppi in termini diesposizione e relative patologie. Una “banca dati”informatica quindi, non certo virtuale nei contenutie alimentata dai contributi provenienti dagli ufficichiamati alla gestione, su vari fronti, dei soggetti odegli Enti coinvolti. Una voce quest’ultima, altret-tanto intensa, capace di comprendere, oltre aiServizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti diLavoro delle Aziende per i Servizi Sanitari (n.1Triestina e n.2 Isontina), anche le sigle targateINAIL, INPS, REA (Commissione RegionaleAmianto), la Direzione Provinciale del Lavoro,L’Istituto Previdenza del Settore Marittimo,L’Archivio di Stato e l’Autorità Portuale; e ancora,l’Istituto “Livio Saranz” e la Struttura Complessadi Medicina del Lavoro Azienda OspedalieraUniversitaria “ Ospedali Riuniti di Trieste”.

Una vera task – force verrebbe da dire, forag-giata dalla Regione FVG (sulla base di 128.000euro) e coordinata sul campo da Valentino Patussi,il responsabile della Struttura ComplessaPrevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro(Azienda Sanitaria n.1 Triestina), coadiuvato da unnutrito drappello di ricercatori, tra cui DonatellaCalligaro e Anna Muran. “ Bianco” ma non vuoto illibro/ documento presentato lo scorso 5 novembrea Gorizia, nel corso di “Asbetos”, il convegno tran-sfrontaliero legato a “Reportage Amianto FVG”, ini-ziativa targata Associazione Metarte e Netex,ennesimo atto di un percorso che non conoscetitoli di coda ma solo nuove tappe e diverse fron-tiere per antichi problemi. I numeri vengono in soc-corso. Solo nell’area isontina – giuliana sono infat-ti circa una sessantina i nuovi casi che annualmen-te si collocano sotto la voce “tumore alla pleura”,picco che conferma l’ombra che aleggia nella

nostra regione, zona particolarmente vessata dallepatologie derivanti dalla esposizione all’amianto,posizionata oramai a fianco dei territori dellaLiguria e della provincia di Taranto:” Possiamochiamarla una strage silenziosa – sintetizzaValentino Patussi – gli infortuni sul lavoro nel com-plesso stanno calando ma a fronte di questo dato,anche esso importante, registriamo ancora i fruttidi 20/30 anni fa, con l’insorgenza di casi legatiall’epoca”.

Ecco dunque che il neo “Libro Bianco” assu-me, sulla carta, un valore più consistente, figlio diun momento che richiede snellimento delle procedu-re, comunicazione, interventi. Solo ipotesi?:“L’incrocio dei dati contenenti nell’archivio informa-tizzato condiviso, permetterà intanto di individuarepopolazioni a rischio – garantisce il responsabiledella Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti diLavoro – alle quali dirigere eventuali attività di infor-mazioni concernenti la propria tutela di diritti di exesposti, e alle quali garantire – ha ribadito Patussi –anche un più rapido ed efficace intervento da partedegli Enti preposti alla assistenza”.

Ancora numeri. La nuova “banca dati” ospita,per la zona di Trieste, più di 8000 fascicoli per untotale di 25.000 documenti, un inventario che coin-volge 172 ditte e più di 6000 nominativi di soggettilavorativi. Il goriziano è invece colorato da 3000fascicoli di lavoratori riferibili a 250 ditte monitora-te. Alcune precisazioni. Il documento non viaggia pertutti in rete, abiura i social networks e appare con-sultabile dall’asse che dalla Magistratura collega lesedi delle Aziende Sanitarie. Per alcuni un limite, peraltri un tema della sicurezza, per altro dettato dalleprocure di Gorizia e Trieste.

Sintomo della svolta? Presto per dirlo. Di certolo scibile raccolto nel documento appare comunqueinnovativo, il piccolo o grande mattone da cui(ri)partire: “ Sarà possibile risalire più facilmente aiperiodi lavorativi, rintracciando anche i compagni dilavoro dei soggetti a rischio – ha concluso ValentinoPatussi – senza contare anche la catalogazionedelle varie aziende, passate negli anche sotto diver-se denominazioni o forme di gestione. E’ un docu-mento importante non solo per i lavoratori ma ancheper la profonda memoria storica che racchiude.Anche sotto questo profilo si tratta di una operazio-ne formidabile. Un atto dovuto”.

Un libro bianco per l’amiantoIl documento contiene statistiche e cronologia che riguardano i sog-getti a rischio amianto della regione e prende in esame un arco ditempo compreso dal 1974 al 1995di Francesco Cardella

“Sarà possibile risalirepiù facilmente ai periodi lavorativi,

rintracciando anche i compagni di lavorodei soggetti a rischio”

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Uno dei problemi che da sempre maggiormen-te attanaglia la Procura della Repubblica di Gorizia,è la pendenza di numerosi procedimenti aventi adoggetto malattie professionali derivanti dalla esposi-zione lavorativa all’amianto. La rilevante incidenzadi tale fenomeno è stata determinata dalla presen-za nel Goriziano di taluni siti industriali, quali ilCOTONIFICIO TRIESTINO, l’ANSALDO. ed il maggiorpolo industriale rappresentato da FINCANTIERI inMonfalcone.

Dall’anno 2000 ad oggi sono pervenute in que-sta Procura 2080 denunce attinenti esposizioni adamianto e patologie asbesto-correlate. Di questeattualmente:

� 232 sono pendenti nella fase delle indaginipreliminari;

� 212 sono state definite con richiesta di rin-vio a giudizio, o comunque conclusi con avvi-so di conclusione indagini ex art. 415 bisc.p.p.;

� 1636 sono state archiviate o trasferite percompetenza.

Attualmente 118 casi sono pendenti in dibatti-mento, riuniti in un maxiprocesso che dovrebbe con-cludersi nei primi mesi del 2013, ed in un altro pro-cesso con 30 persone offese. Inoltre, di queste2080 denunce, 29 sono già concluse con 13 sen-tenze (ricomprendenti più casi), delle quali 12 defi-nitive, e 1 pendente in appello

All’atto della immissione in possesso dellascrivente presso questo Ufficio nell’ottobre del2008 erano pendenti circa 700 denuncie relative amalattie professionali conseguenti alla esposizionelavorativa all’amianto, delle quali talune molto data-te. Nell’arco di due anni è stato eliminato tutto l’ar-retrato; infatti i 232 procedimenti attualmente pen-denti nella fase delle indagini preliminari sono direcente iscrizione.

Occorre evidenziare che per la trattazione diquesti procedimenti, che presentano complesse

problematiche medico-legali, è indispensabile la col-laborazione dei servizi territoriali, ed in modo parti-colare del Servizio di Prevenzione e Sicurezza negliAmbienti di Lavoro (indicato con l’aerammoS.O.C.P.S.A.L.), preposto nell’ambito dell’AZIENDA alsettore delle indagini pertinenti le malattie profes-sionali. In questo tipo di processi la StrutturaOperativa Complessa è in verità il “braccio” operati-vo della Procura, per la quale esplica in materia diinfortuni e malattie professionali le funzioni di poli-zia giudiziaria indicate dall’art. 55 c.p.p., con lemodalità indicate dall’art. 56 c.p.p., e come previ-sto dal combinato disposto degli artt. 57/co. 3°c.p.p. e 21 L. 23/12/1978 n. 883.

Infatti per ogni denuncia di malattia professio-nale, e per ogni vittima dell’amianto, occorre effet-tuare non soltanto l’anamnesi lavorativa, ma anchequella clinica, valutando la durata e la intensità del-l’esposizione all’asbesto con riferimento alle man-sioni esplicate dal lavoratore, esaminando ed appro-fondendo, in relazione alla tipologia della malattia,la ricorrenza di eventuali concause, come il fumo nelcarcinoma polmonare, che appartengono appuntoalla categoria delle patologie multifattoriali. Senzaconsiderare che in questa materia occorre affronta-re varie problematiche molto dibattute nella lettera-tura scientifica (come quella inerente le contrappo-ste teorie della dose-dipendenza del mesotelioma,ovvero della dose indipendenza ovvero anche l’altraquestione spinosa della incidenza causale del fumonei tumori polmonari), tutte questioni che richiedonola competenza professionale specifica del persona-le della S.O.C.P.S.A.L.

Questo Procuratore, inizialmente per fronteg-giare il carico di lavoro riguardante queste patologie,ed accelerare le indagini, ha istituito un pool deditoesclusivamente alle malattie professionali asbesto-correlate, composto dalle Forze dell’Ordine, e graziealla disponibilità dei Direttori Generali dell’ASS n. 2Isontina, dott. Cortiula e dott. Bertoli, il pool è stalo

Disservizi...DISSERVIZI, così vengono definiti dalla Procura di Gorizia le mancate refertazioni dei 380 casi di

malattie amianto/correlate nel periodo 2000 al 2012 mai relazionate all’Ufficio competente. Si tratta dicasi penalmente rilevanti, venuti alla luce di recente (18/10/2012). Adempimenti che in altre realtà regio-nali vengono adempiuti direttamente dalle locali SOCPSAL, aggiunge il procuratore, invitando gli interes-sati ad eliminare queste vistose criticità, che hanno creato un aggravio di spesa non indifferenteall’”Erario”.

Mi sorge una legittima domanda : e per i danni alle persone, chi ci pensa?Probabilmente, quelli che hanno l’ambizione di creare un centro di eccellenza a Monfalcone.

Aurelio Pischianz

Riportiamo di seguito la nota inviataci il 9 novembre scorso dalla Procura della Repubblica di Goriziaa firma della dott.ssa Caterina Ajello. Oggetto i disservizi della SOCPSAL dell’Azienda Sanitaria n. 2Isontina.

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incrementato con due elementi della S.O.C.P.S.A.L.Soltanto recentemente, con nota dd.

18/10/2012, il nuovo dirigente della S.O.C.P.S.A.L.,insediatosi nel luglio u.s.. ha reso noto di avere tro-vato giacenti 380 casi di malattie professionaliamianto-correlate, relative ai periodo 2000-2012 emai relazionate a questo Ufficio, in aggiunta ad altri144 casi di malattie professionali non amianto cor-relate, mai inviate in Procura (in totale 524 casipenalmente rilevanti non trasmessi a questoUfficio).

Il rinvenimento occasionale di ben 524 casi,dei quali taluni molto datati, evidenzia la scarsa effi-cienza del citato Servizio, e la disorganizzazionenella gestione delle pratiche pendenti. Senza consi-derare poi che la Procura, dopo avere eliminato tuttol’arretrato, si trova nuovamente a dovere fronteggia-re un numero cospicuo di casi tutti insieme, con dif-ficoltà operative non indifferenti, in quanto il poolamianto costituito grazie alla disponibilità delleForze dell’Ordine non potrà restare in eterno presso

questa Procura, ed i due elementi dell’AziendaSanitaria sono già rientrati in sede.

Va altresì sottolineato un altro aspetto di pri-mario rilievo, ed ossia che comunque da semprequesta Procura della Repubblica è stata costretta afar ricorso alla nomina di consulenti tecnici per otte-nere un approfondita anamnesi lavorativa e clinicadelle vittime dell’amianto, che consentisse di avvia-re in modo congrue i processi: adempimenti che inaltre realtà regionali vengono adempiuti diretta-mente dalle locali SOCPSAL.

Tutto questo ha evidentemente comportato unaggravio di spesa non indifferente per l’Erario, cau-sato dalla sostanziale carenza operativa del servizioterriloriale.

Si richiede pertanto alle Autorità in indirizzo divolere adottare tutte le iniziative del caso, atte adeliminare queste vistose “criticità” dellaS.O.C.P.S.A.L, che a causa della sua funzione istitu-zionale anche di polizia giudiziaria, ridondano sullaoperatività della Procura.

Un’alleanza storica, tra i maggiori sindacati ele associazioni di vittime dell’amianto, in nome diuna lotta che ancora oggi assume un’importanzafondamentale. Sono passati vent’anni dalla leggeche vieta l’uso dell’amianto per la costruzione diedifici scolastici, abitativi e commerciali ma i proble-mi dell’esposizione alla sostanza tossica e le malat-tie, derivanti da questa, rimangono irrisolti. Parte,quindi, da Palazzo Giustiniani la raccolta fondi persostenere la ricerca.

L’informazione e la sensibilizzazione socialefinalizzata al sostegno della ricerca sulla prevenzio-ne e la cura delle malattie derivanti dal contatto con

l’amianto sono necessarie. Per queste ragioni laFondazione Anmil “Sosteniamoli Subito” e le orga-nizzazione sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl insiemealle associazioni dei Familiari e Vittime dell’amianto(AfeVa) e degli Esposti all’amianto (Aiea) hannodeciso di firmare un protocollo d’intesa in favoredella ricerca scientifica.

La partnership non è il solo frutto dell’accordo,infatti, da questo prenderà le mosse anche unacampagna di sensibilizzazione e raccolta fondi,“Asbestus Free”, che è stata presentata il 13 dicem-bre nella Sala dei Presidenti del Senato dellaRepubblica di Palazzo dei Giustiniani.

Nasce la campagna asbestus freeUna partnership unica nella storia, tra sindacati e associazioni dellefamiglie delle vittime, in nome della prevenzione e sensibilizzazione.

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La sfera dell’informazione appare in crescitama la “tensione” culturale sul tema dell’amiantonon va mai allentata, anzi. Si (ri)parte da questispunti, la base fondamentale su cui accogliere i pro-positi della ricerca, ma anche le possibili riforme ele innovazioni, quelle in atto tra ambito politico eindirizzi sanitari locali. A crederci e a sostenerlo èMauro Melato, medico, docente e presidente dellaCommissione Regionale Amianto FVG, la “task –force” istituita dalla Regione FVG, nucleo di una doz-zina di tecnici in carica dal 2008. Si chiude quindiun mandato, se ne aprirà a breve un altro, governa-to forse da nomi nuovi e dettato da antichi proble-mi. Il rinnovo sembra preannunciato nelle prime set-timane del 2013, forse condito anche da una tintanuova nelle politiche da adottare: “Potrebbero infat-ti emergere delle variazioni – conferma MauroMelato – ma tutto è ancora al vaglio. Ricordiamocisempre che la Commissione è una diretta emana-zione della Regione FVG ed io stesso ne sono statochiamato a capo in veste di tecnico. E’ compitoesclusivo quindi della Regione predisporre i nuovoquadri”. Svolta o no, la Commissione RegionaleAmianto pone intanto in archivio questi dati: sonooltre 9000 ( 9012 per la precisione) gli iscritti nelRegistro redatto in questo quadriennio, di cui 5550soggetti legati a malattie contratte in ambito profes-sionale, oltre 1400 in quello domestico e circa2060 nella sfera ambientale. Non è tutto. Il Registroregionale annovera anche alcuni casi collocati sottola voce “ hobby” e sono ufficialmente 5.

La piattaforma permane quindi vasta e potreb-be coinvolgere molteplici spunti per le eventuali“variazioni” nel mirino della futura Commissione.Una di queste potrebbe legarsi al percorso delle“Visite di sorveglianza”, ovvero le fasi reiterate diaccertamento/controllo riservate ai lavoratori arischio di esposizione o per chi, ad esempio, ha con-tratto forme accertate di “abestosi polmonare”. Levisite sono gratuite, attuate previo indirizzo delMedico di Base e poi articolate attraverso leAziende Sanitarie, i Dipartimenti di Prevenzione e leUOPSAL ( Prevenzione e Sicurezza negli ambienti dilavoro). Un formula che reggerà nel tempo?: “Difficile dirlo – ha aggiunto il prof. Melato - ancheperchè la decisione spetta direttamente allaDirezione Centrale della Regione e non penso siadovuto direttamente alla Commissione RegionaleAmianto. Da parte mia, resto in generale favorevole,questo è certo anche se, va detto, forse alla luce dialcune regole complesse le “Visite di Sorveglianzasanitaria” non hanno poi fornito dei dati brillanti.Probabilmente – ha aggiunto il presidente uscentedella Commissione Regionale Amianto FVG – biso-gnerà anche valutare al meglio il rapporto costi/reali benefici della intera operazione”.

Tra vari punti da definire, uno solo sembra fuoridiscussione accanto all’ipotetico quadro di azioneper il prossimo quadriennio della Commissione: “Credo che il fattore della informazione sia statoquasi maniacale – ha rincarato deciso Melato –durante questi anni abbiamo alimentato conferenze,formazione itinerante, incontri. Insomma, abbiamosemplicemente cercato di portare alla conoscenza ireali problemi della gente, e questo è stato possibi-le attuando prima l’ascolto e l’attenzione massima.Pur, ripeto, rappresentando un organo tecnico all’in-terno di un ente regionale – ha ribadito lo speciali-sta – la Commissione ha cercato di lavorare comeuna cassa di risonanza. Ed è quanto deve continua-re a fare, al di là delle possibili variazioni in futuro”.

Non ci sono particolari ricette, non bisognasoppesare troppo le ombre e le luci della questione.La strada, per Mauro Melato, appare lastricata daaltri elementi: “ Non parlerei di ottimismo o perples-sità in merito – ha concluso – credo sia più utile sot-tolineare il dovere di lavorare con umilità e vera insi-stenza sul tema dell’amianto, mantenendo lacostante la concentrazione e il livello di una fortetensione culturale”.

A breve la nuova commissioneregionale amiantoIl bilancio del presidente Mauro Melatodi Francesco Cardella

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Pochi allarmismi, più senso civico, partecipa-zione mirata alle iniziative in atto o a quelle in can-tiere. Alle soglie del nuovo anno il Comune di Triestenon formula bilanci e non promulga sentenze, prefe-risce dare solo un tacito assenso alla causa e aitemi che gravitano in provincia tra amianto e dintor-ni. Atteggiamento timido? No, forse semplicementecauto, anzi, privo di clamori inutili, in attesa magaridi un intervento concreto e reale. Lo rivela il pensie-ro di Umberto Laureni, l’assessore comunaleall’Ambiente, Energia e Riqualificazione ambientaledei siti inquinati, ingegnere chimico con alle spallenon solo la docenza universitaria ma soprattutto lamilitanza al vertice della Commissione RegionaleAmianto del Friuli Venezia Giulia: “ Sono temi che hoin parte abbandonato in prima persona – allertaLaureni – anche se, dal mio insediamento da asses-sore non sono mancati casi legati all’amianto in pro-vincia, sui quali non sono mancati interventi, credoanche risolutivi”.

Già, quali?Parlo del caso, anzi, della ipotesi di inquina-

mento della Biblioteca comunale di Piazza Hortis,dove sono stati rinvenuti in sale e scaffali alcunefibre di amianto. Abbiamo effettuato le analisi dovu-te e avviato gli interventi.

Nello specifico di cosa si trattava? E perchè

non dovrebbe alimentare allarmismi di sorta?Le analisi hanno fornito un esito tranquillizzan-

te e comunque ne faremo altre. Si trattava di rivesti-menti, diciamo, blandi, il cui livello non porterebbe amotivi di preoccupazione.

Poco blandi invece, e per molti definiti preoc-cupanti, i casi delle discariche abusive sparsenella provincia

Questo è vero, si tratta di una argomento chemi preoccupa e che purtroppo appare evidente. Inquesto caso domina soprattutto la mancanza di civi-smo

Difficile intervenire solo nel nome della cultu-ra civica..

Vero, comunque resta il fatto che troppo spes-so è difficile individuare i colpevoli, di colori che sisbarazzano di materiale a rischio all’aria aperta, inCarso, ovunque, ignorando l’esistenza dei centri diraccolta.

Le soluzioni quindi?Questo delle discariche abusive permane un

classico “ caso aperto”.

Ed è l’unico che riguarda l’amianto nel territo-rio?

No, certo. Ricordiamoci intanto il lavoro allespalle, parlo del censimento operato negli anni ‘90,dove sono stati analizzati edifici, asili, palestre estrutture varie. Da quella base di informazioni si puòlavorare su due fronti, quello dei controlli o dellamessa in sicurezza.

Si presume che il secondo aspetto, quellodella “ messa in sicurezza”, sia il tasto più dolentee delicato da affrontare

In parte è così. I controlli sono fondamentalima una volta appurata la presenza di amianto inopera, bisogna procedere senza mezzi termini.Ovvero, il processo di rimozione deve essere effet-tuato soltanto secondo i giusti criteri, da ditte spe-cializzate e con l’iter consolidato in termini sanitari.Le altre forme non si considerano.

Come dire, o tutto o niente?Dico che a volte rimuovere crea maggiori pro-

blemi che non quelli eventualmente in agguato. Unavolta rimosso, dove lo smaltisco su larga scala?Quindi, al di là dei controlli continui, bisogna appu-

Laureni: mappature, analisima soprattutto senso civicoL’assessore comunale all’Ambiente di Triestefa il punto sulla situazione.di Francesco Cardella

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rare il vero pericolo e poi procedere. Senza crearecosì allarmismi inutili e altrettanto pericolosi.

Una sorta quasi di convivenza forzata?Bisogna valutare caso per caso, è chiaro.

Come accennato prima, quello del sito dellaBiblioteca di Piazza Hortis non ha poi rivelato unindice di pericolo, fermo restando che gi interventisono stati fatti e se ne faranno altri. Questo è certo.

Il 2013 regala la costituzione di una nuovaCommissione regionale Amianto.

Ne siamo consci e soprattutto partecipi.Stiamo tra l’altro individuando il soggetto tecnico daaggregare alla nuova Commissione. Il Comune faràla sua parte, come sempre, soprattutto per quantoconcerne i temi di verifica, informazione e controlli.

A che punto è il sostegno con l’AEA? Il futuroindica nuovi risvolti?

Lo scorso anno abbiamo partecipato attivamen-te anche alle iniziative collaterali, come lo spettaco-lo sul tema curato dalla regista Sabrina Morena. Nonfaremo mancare mai la nostra vicinanza.

Sì, ma oltre al respiro artistico, come potreb-be esprimersi tale “ vicinanza”?

Il Comune ha già dato adesione, ad esempio,all’appuntamento del prossimo 23 febbraio, datadella Conferenza Giuridica in programma allaStazione Marittima, intitolata “ Una ProcuraNazionale per l’Amianto”. Abbiamo aderito allarichiesta, ci saremo con forme partecipative chestiamo ancora valutando.

Tanto rumore per nullaPoche settimane fa, la cronaca locale quotidianamente notiziava sul passaggio a Trieste di un tra-

sporto di uranio, non ricordo se ricco o povero mettendo (giustamente) in allarme la popolazione.Dimenticando che in passato era normale che i “container” con l’uranio arrivassero al nostro porto sullastessa nave accanto a quelli contenenti amianto “cape blu 35”, venivano sbarcati, e forse reimbarcati,senza che gli addetti ai lavori fossero informati del pericolo. Perché?

Ai posteri l’ardua sentenza.Aurelio Pischianz

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EditoreAssociazione Esposti Amianto Friuli Venezia Giulia – o.n.l.u.s.34132 Trieste, Via Fabio Filzi, 17 - II° pianotel. 040 370380 – fax 040 3406365www.aea-fvg.orge-mail: [email protected] responsabileSilvia SternHanno collaborato a questo numeroFrancesco Cardella, Maurizio Cortale, Michele Michelino,Federica Paglietti, Santina Pasutto Persich, Aurelio PischianzFotocomposizione, impaginazione e stampaStella arti grafiche - TriesteAutorizzazione Tribunale di Trieste n.1078del 5 marzo 2004Spedizione in abbonamento 45%Nel rispetto della libertà di opinione, la responsabilità degli arti-coli pubblicati e firmati è degli autori

Il Consiglio Direttivo AeA

Presidente:Aurelio Pischianz

Vice Presidente:Santina Pasutto Persich

Consiglieri:Adriano MihalicRenato Lubiana

Santina Pasutto PersichFranco Gleria

AVVISO AI SOCI

Chi non fosse iscritto all’AeA FVG. Ma desi-derasse fare donazioni/elargizioni in nostro favo-re può fare i suoi versamenti sul C/C postale n°68650 o presso Banca Prossima SpA IBAN: IT95N 03359 01600 1000 00068650.

Le somme versate potranno essere detrat-te in stesura della dichiarazione dei redditi. Inalternativa destinarci il 5 per mille apponendouna semplice firma sotto il nostro CodiceFiscale numero 90094830321.

Il nostro ufficio rimarrà chiusoin occasione delle festività natalizie

dal 27 dicembre al 4 gennaio.

Auguriamo a tutti Voiun sereno Natale e un felice 2013

L’AeA vive con il contributo dellaRegione Autonoma Friuli VeneziaGiulia, ma anche con il contributo deisoci e dei sostenitori non iscritti.

Grazie!!!

Dal 1° gennaiolo Sportello Amianto

sarà apertodal lunedì al venerdìdalle 9.30 alle 12.30presso la nostra sede

di Via Filzi 17(II° piano).

Visitate il nostro sito internet

www.aeafvg.weebly.com

Siamo sempre alla ricerca di volontari,magari anche studenti o laureandi

in materia d’amianto a cui in cambiooffriamo ampia documentazione.