Agostino - Esposizione incompleta dell'epistola ai Romani

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  • 7/29/2019 Agostino - Esposizione incompleta dell'epistola ai Romani

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    ESPOSIZIONE INCOMPLETA DELLA LETTERA AI ROMANI

    1. Nella Lettera che indirizza ai Romani lapostolo Paolo, a quanto dato diricavare dal testo, affronta il problema dei destinatari del Vangelo del nostroSignore Ges Cristo. Espone cio se esso riguardi i soli giudei, che lavrebberomeritato con losservanza della legge, o non piuttosto luniversalit delle genti,le quali, senza alcun merito precedente, giunsero alla giustificazione mediantela fede in Cristo Ges. Ci significa pertanto che gli uomini non giunsero allafede perch erano giusti ma, diventati giusti credendo, da un tale principiocominciarono a vivere nella giustizia. LApostolo si propone quindi di mostrarecome la grazia del Vangelo del nostro Signore Ges Cristo sia venuta per tutta

    lumanit, e si chiama appunto grazia perch non un compenso col quale sisalda un debito di giustizia ma un dono elargito gratuitamente. Cerano statiinfatti alcuni cristiani provenienti dal giudaismo che avevano sollevatorimostranze contro i pagani e soprattutto contro lapostolo Paolo che liaccettava nella grazia del Vangelo senza farli circoncidere e lasciandoli liberidai legami dellantica legge; predicava loro di credere in Cristo e non imponevaloro alcun giogo di circoncisione carnale. Quanto alla Lettera, notiamo comeessa sia scritta con estremo equilibrio: non si permette ai giudei di vantarsi deimeriti che avrebbero acquistato con le opere della legge, n si consente aipagani dandare orgogliosi per il merito di avere creduto, al contrario di quanto

    avevano fatto i giudei crocifiggendo quel Cristo che loro, i pagani, inveceaccolsero. La stessa idea ritorna pressa poco in quellaltro brano dovelApostolo si presenta come un ambasciatore di Cristo1, cio di quella pietraangolare che Cristo, il quale cementa i due popoli, quello dei giudei e quellodei gentili2, a entrambi togliendo mediante il vincolo della grazia ogni superbiabasata sui meriti, entrambi associando nella severa scuola dellumilt perchconseguano la giustificazione.

    2. Ecco ora linizio della Lettera: Paolo, servo di Ges Cristo, chiamato

    apostolo, segregato perilVangelo di Dio. Con i due verbi che usa, sottolinea inbreve la divergenza che c tra la Chiesa con la sua eccelsa dignit e laSinagoga con il suo vecchiume. La Chiesa infatti porta questo nome perchchiamata, la Sinagoga deriva il suo nome dallessere aggregata; e lesserechiamati si addice piuttosto agli uomini, mentre lessere aggregati si dicemeglio degli animali, come indica il nome "gregge" che nel linguaggio propriodi solito adoperato per le bestie. s vero che in numerosi passi dellaScrittura la Chiesa viene anchessa chiamata "gregge di Dio", "armento di Dio", "ovile di Dio", tuttavia se l dove si vuole stabilire un raffronto si d agliuomini lappellativo di animali, perch essi sono partecipi della vita vecchia. E

    si pu constatare come tali persone non si saziano con il cibo delleterna veritma si contentano delle promesse temporali che sono come un nutrimentoterrestre. Orbene Paolo, servo di Cristo Ges, fu chiamatoapostolo: vocazione

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    che lo inser nella Chiesa. Fu inoltre segregatoper il Vangelo. Segregato da chi,se non da quel gregge che era la Sinagoga? Se almeno il senso dei vocabolilatini sotto ogni aspetto identico con quello della lezione greca.

    3. Doverosamente, volendo inculcare la dignit del Vangelo di Dio, in vista delquale egli si dice segregato, ricorre allautorit dei Profeti. un nuovo invito anon insuperbire rivolto ai pagani che avevano creduto in Cristo e dei qualilApostolo si dice chiamato a far parte: pagani che egli aveva anteposto aigiudei, dai quali si diceva invece segregato. In realt i Profeti sorsero nelpopolo giudaico, quei Profeti - dichiara Paolo - per bocca dei quali fu inantecedenza promesso il Vangelo nella cui fede ottengono la giustificazione icredenti. Egli continua precisando: Segregato per il Vangelo di Dio, che erastato da lui promesso in antecedenza per bocca dei suoi Profeti. Cerano stati

    infatti Profeti non di Dio, negli scritti dei quali si trovano cantate coseriguardanti Cristo secondo ci che essi avevano a loro volta ascoltato. Questosi dice, ad esempio, della Sibilla. N io crederei facilmente a tale affermazionese non la ripetesse anche il poeta pi illustre fra quanti scrissero in lingualatina. Costui, prima di narrare, sulla palingenesi del creato, cose che diresticonsone e appropriate anche al Regno del nostro Signore Ges Cristo, scriveun verso che suona cos: ormai giunta lultima delle ere descritte dal Carmecumano 3, cio, come tutti sanno, del Carme della Sibilla. Ora lApostolo,sapendo che tali testimonianze in favore della verit si trovano anche nei libripagani, comegli dimostra in maniera pi che esplicita negli Atti degli Apostoli

    quando parla agli Ateniesi4, non si contenta di dire: Per bocca dei suoi Profeti.Perch nessuno si lasciasse traviare dai falsi profeti, per quella parvenza diverit che contengono e fosse indotto a qualche forma di empiet, volleaggiungere: Nelle sacre Scritture. Con ci intende affermare che gli scritti deipagani, stracolmi di superstizioni idolatriche, non si possono in alcun modoqualificare come " santi " per il fatto che in essi si trova una qualchetestimonianza riguardante Cristo.

    4. Qualcuno forse avrebbe potuto accordare indebite preferenze a certi profeti

    nati fuori dal giudaismo e alieni dalla religione giudaica, in quanto in essi nonvera cenno ai culti idolatrici. Dico del culto delle statue composte dalla manodelluomo, poich riguardo agli idoli come sede di esseri immaginari ogni erroreha i suoi profeti e con essi inganna i propri adepti. Poteva, dunque, accadereche qualche devoto, trovando in tali scritti religiosi il nome di Cristo, desse lorola preferenza e li ritenesse " Scritture sante " invece dei libri divinamenteconsegnati al popolo ebraico. Per ovviare a questo inconveniente Paolo,nominate le "Scritture sante", molto opportunamente, secondo me, aggiunge:Riguardanti il suo Figlio, che fu fatto a lui dalla stirpe di Davide secondo lacarne. noto che Davide fu re dei giudei. Ora i Profeti, che preconizzavano il

    Cristo, dovevano nascere necessariamente da quel popolo in cui si sarebbeincarnato colui che essi annunziavano. Si doveva inoltre porre un riparoallempiet di quanti ammettono nel nostro Signore Ges Cristo solo lumanit

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    che assunse e ne escludono la divinit, per la quale al di fuori di ognicreatura n in qualche maniera comunica con essa. Tale lopinione dei giudei,che ritengono essere il Cristo figlio di Davide e nulla pi; rigettano la sublimedignit per la quale, essendo Figlio di Dio, anche Signore di Davide. Di taleerrore li rimprovera nel Vangelo Ges citando la profezia che era stata proferita

    dallo stesso Davide. Chiede loro come possa essere figlio di Davide5 colui cheDavide chiama suo Signore; e a tale domanda avrebbero dovuto, perlesattezza, rispondere che, se egli secondo la carne era figlio di Davide,secondo la natura divina era Figlio di Dio e Signore di Davide. Ora Paolosapeva benissimo tutte queste cose e ci tiene ad impedire che di Cristo si pensiche sia solamente ed esclusivamente ci che diventato nella sua umanit.Ricordando quindi che ha gi detto: Per il Vangelo di Dio che era stato da luipromesso in antecedenza per bocca dei suoi Profeti nelle sacre Scrittureriguardanti il suo Figlio, fatto a lui della stirpe di Davide, aggiunge: Secondo lacarne. Con questa aggiunta: Secondo la carne, intende lasciare alla divinit

    tutti i suoi privilegi, sottolineare che essi non possono attribuirsi n alla stirpedi Davide n alla generazione di qualsiasi creatura o angelica o di altro ordine,anche il pi eccelso. Si tratta infatti della persona stessa del Verbo di Dio, adopera del quale sono state create tutte le cose6. Che se il Verbo si fece carnedalla stirpe di Davide e venne ad abitare in mezzo a noi 7, non si mut ntrasform in carne ma si rivest della carne per apparire in una manieraadeguata alluomo che carne. LApostolo distingue bene pertanto lumanitdalla divinit, e a ci mirano le parole: Secondo la carne, e pi ancora: Fufatto. Egli certamente non stato fatto in quanto Verbo di Dio. Anzi, adopera sua, furono fatte tutte le cose e lui non pot essere fatto insieme con le

    altre cose, se tutte le cose furono fatte per opera sua. N fu fatto prima dellealtre cose, che poi per mezzo di lui sarebbero state tutte create. Se infatti siesclude il Verbo, nellipotesi fatto prima delle cose, non tutte le cose sarebberostate fatte ad opera di lui, n si potrebbe dire che tutte le cose furono fatte adopera del Verbo se fra esse non fosse compreso il Verbo stesso nellipotesi cheanche il Verbo sia stato fatto. In vista di ci lApostolo, affermando che Cristofu fatto, aggiunge: Secondo la carne. Con tale espressione mostra chiaramenteche Cristo secondo che Verbo, cio Figlio di Dio, non stato fatto da Dio ma nato da Dio.

    5. Di questo Cristo che secondo la carne stato fatto a lui dalla stirpe diDavide, dice ora che Figlio di Dio in potenza, non secondo la carne, masecondo lo Spirito, n uno spirito qualunque ma lo Spirito di santificazionedalla resurrezione dei morti. infatti nella resurrezione che appare la potenzadi colui che era morto, e per questo si dice: Predestinato in potenza secondo loSpirito della santificazione dalla resurrezione dei morti. In un secondomomento la santificazione produsse la vita nuova, suggellata dalla resurrezionedi nostro Signore, per cui lApostolo in un altro testo dice: Se siete risorti conCristo, cercate le cose di lass, dov Cristo, assiso alla destra di Dio 8. Lasuccessione delle parole potrebbe, fuori dubbio, essere diversa, e cio queldalla resurrezione dei morti potrebbe collegarsi non con Spirito della

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    santificazione, ma con fu predestinato. Ne seguirebbe questordine: Egli fupredestinato dalla resurrezione dei morti, mentre sarebbero un inserto leparole: Figlio di Dio in potenza, secondo lo Spirito della santificazione. Secondonoi questa successione da ritenersi pi valida e quindi preferibile, per cuiCristo secondo la carne figlio di Davide nella debolezza, mentre secondo lo

    Spirito della santit Figlio di Dio in potenza. Eglidunque fu fatto dalla stirpedi Davide: era cio figlio di Davide per il corpo mortale con cui mor, mentredalla resurrezione dei morti fu predestinato [ad essere] Figlio di Dio e Signoredi Davide. Lessere cio egli morto in rapporto con la sua condizione di figliodi Davide, lessere risuscitato dai morti, alla sua dignit di Figlio di Dio eSignore di Davide. quanto dice altrove lApostolo: Per la sua debolezzaeglimor, ma per la potenza di Dio egli vivo9. La debolezza umana dipende daDavide, il vivere eternamente dalla potenza di Dio. Per questo, parlando di luiDavide lo presenta come suo Signore dicendo: Il Signore ha detto al mioSignore: Siedi alla mia destra finch io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi10.

    Ora egli siede alla destra del Padre dopo che risuscitato dai morti. Vedendoseduto alla destra del Padre questo Predestinato dalla resurrezione dei morti,Davide mosso dallo Spirito non osa chiamarlo suo figlio ma suo Signore, elApostolo, sul filo della stessa logica, aggiunge: Di Ges Cristo nostro Signore.Con tale denominazione, posta dopo che ha affermato: Dalla resurrezione deimorti, vuole richiamarci alla mente perch Davide di lui attesti che suoSignore e non suo figlio. Notare poi che non dice: Predestinato dallaresurrezione "dai morti", ma dalla resurrezione dei morti. In effetti non dallasua propria resurrezione che Cristo si palesa come Figlio di Dio in quella digniteccellentissima e a lui esclusiva per la quale anche Capo della Chiesa. Infatti,

    quanto al risorgere in s e per s, anche gli altri morti risorgeranno. Egli stato predestinato Figlio di Dio per una certa priorit nella resurrezione: statocio predestinato dalla resurrezione di tutti i morti o, in altre parole, statodesignato a risorgere diversamente da tutti gli altri morti e avanti a tutti. Leparole: Figlio diDio poste dopo laffermazione: Egli stato predestinato sono laconferma di tanta sublimit. In questa maniera infatti non doveva esserepredestinato se non il Figlio di Dio in quanto anche Capo della Chiesa o, comelo chiama altrove [lApostolo]: Primogenitofra i morti11. Ed era convenienteche a giudicare i risorti venisse colui che li aveva preceduti come modello:modello, dico, non di tutti coloro che risorgono ma di coloro che risorgono per

    vivere e regnare eternamente con lui e dei quali egli il Capo mentre loro sonoil suo corpo. Dalla resurrezione di questi morti egli stato anche predestinatoad essere il loro antesignano; degli altri invece, che risorgono nella lorocondizione [di non rigenerati], egli solo giudice, non antesignano. Pertantoegli non stato predestinato dalla resurrezione di quei morti che da lui sarannocondannati. E se lApostolo dice di lui che stato predestinato dallaresurrezione dei morti, lo dice nel senso che ha anticipato la resurrezione deimorti. Ora egli ha preceduto la resurrezione di coloro che lo seguiranno nelRegno dei cieli dovegli li ha preceduti. Per questo motivo non dice: "Egli stato predestinato Figlio di Dio dalla resurrezione dei morti, Ges Cristo nostro

    Signore ", ma: Dalla resurrezione dei morti di Ges Cristo nostro Signore.Come per dire: Egli stato predestinato Figlio di Dio dalla resurrezione dei suoimorti, cio di quei morti che appartengono a lui per la vita eterna. Supponendo

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    quindi la domanda: Di quali morti?, lApostolo risponde: Quelli di Ges Cristonostro Signore. Dalla resurrezione degli altri morti egli non stato predestinatoin quanto costoro non sono stati da lui preceduti nella gloria della vita eterna;risorgendo gli empi per andare al castigo meritato, non seguiranno Cristo.Concludendo, colui che, in quanto Figlio di Dio era unigenito, dalla resurrezione

    dei morti stato predestinato [ad essere] Primogenito fra i morti. Quali morti,se non quelli [che sono] di Ges Cristo nostro Signore?

    6.Ad opera di lui, continua, noi abbiamo ricevuto la grazia e il ministeroapostolico: la grazia in comune con gli altri fedeli, il ministero apostolico no.Se avesse detto daver ricevuto soltanto il ministero apostolico, non sarebbestato riconoscente verso la grazia per la quale gli erano stati rimessi i peccati,e avrebbe fatto capire che il ministero apostolico laveva ricevuto per i meriti di

    opere precedenti. Ma egli con perfetta logicit si attiene al processo effettivodelle cose, insegnando cos che nessuno pu osare di dirsi chiamato al Vangeloper meriti acquisiti nella vita anteriore, se nemmeno gli Apostoli, certamentesuperiori a tutte le membra escluso il capo, poterono ricevere lincaricodellapostolato senza aver prima ricevuto, insieme con tutti gli altri credenti, lagrazia che risana e giustifica il peccatore. Poi aggiunge: Perch fra tutte legenti si obbedisca alla fede nel suo nome. Con queste parole vuol dire daverricevuto il ministero apostolico affinch si obbedisca alla fede nel nome dinostro Signore Ges Cristo, affinch cio tutti gli uomini credano in Cristo esiano segnati del suo nome quanti vogliono conseguire la salvezza. Riguardoalla salvezza, egli ha gi mostrato che non venuta per i soli giudei, comepensavano alcuni di loro che erano diventati credenti, ma, come dice: Fra tuttele genti, in mezzo alle quali siete anche voi, chiamati da Ges Cristo. E vuoldire: Affinch anche voi siate di quel Ges Cristo che la salvezza di tutte legenti, sebbene non siate compresi nel numero dei giudei ma facciate partedegli altri popoli.

    7. Ecco dunque quanto affermato fin qui: primo, si dice chi scrive la Lettera, ecostui Paolo, servo di Ges Cristo, chiamato apostolo, segregato per il

    Vangelo di Dio. Siccome veniva spontaneo chiedere: " Ma quale Vangelo? ",risponde: Quel Vangelo che aveva antecedentemente promesso per bocca deiProfeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo. Alla conseguentedomanda: "Chi questo suo Figlio?", risponde: Che stato fatto a lui dallastirpe di Davide secondo la carne, che stato predestinato [ad essere] Figlio diDio in potenza secondo lo Spirito della santificazione dalla resurrezione deimorti di Ges Cristo nostro Signore. Qui suppone che gli venga chiesto: "Cherapporto hai tu con lui?". E risponde: Ad opera di lui noi abbiamo ricevuto lagrazia e il ministero apostolico perch si obbedisca alla fede da tutte le gentinel suo nome. E poi, come rispondendo alla domanda: " Qual dunque il

    motivo per cui scrivi a noi? ", dice: Fra costoro siete anche voi, chiamati daGes Cristo. A questo punto aggiunge, come si soliti fare nello stileepistolare, i destinatari della Lettera e scrive:A tutti coloro che sono a Roma,

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    amati da Dio, santi per vocazione, sottolineando la condiscendenza divina,superiore ad ogni loro merito. Non dice infatti: "A coloro che amano Dio", ma:A coloro che sono amati da Dio. Egli infatti ci ha amati per primo, precedendoogni nostro merito, e appunto perch siamo stati amati da lui siamo in grado diamarlo12. E continua: Santi per vocazione. Se infatti potr esserci qualcunoche attribuisca a s il fatto daver obbedito a colui che lo chiamava, nessunocertamente potr attribuire a se stesso la chiamata in quanto tale. Santi pervocazione: da intendersi non nel senso che sono stati chiamati perch eranosanti ma, perch chiamati, sono diventati santi.

    8. Perch lesordio della lettera sia completo, secondo lusanza, non resta che ilsaluto: chi scrive augura salute a chi riceve la lettera. Invece della salute Paoloscrive: Grazia a voi e pace da Dio, nostro Padre, e dal Signore Ges Cristo.

    Non ogni grazia infatti proviene da Dio: anche i giudici cattivi elargiscono unagrazia quando, adescati nellavidit o vinti dal timore, favoriscono certepersone. N ogni pace pace di Dio o pace donata da Dio. Lo diceva lo stessonostro Signore con le parole: Vi d la mia pace, e volendole precisareaggiungeva che egli dava una pace non identica a quella che d il mondo 13.La grazia che ci viene da Dio Padre e dal Signore Ges Cristo il dono per ilquale ci vengono rimessi i peccati, per cui eravamo in inimicizia con Dio; lapace il dono della stessa riconciliazione con Dio. Scomparsa linimiciziaquando ad opera della grazia ci sono stati rimessi i peccati, ecco che mediantela pace noi siamo in comunione con lui. Non c infatti, fra noi e Dio, altra

    separazione che quella del peccato, come dice il profeta: Egli non si turer gliorecchi per non sentire, ma sono i vostri peccati che vi separano da Dio14.Rimessi i peccati mediante la fede nel nostro Signore Ges Cristo non c pialcuna separazione e si ha la pace.

    9. Qualcuno forse rester sorpreso non sapendo come si possa parlare digiustizia di Dio giudice quando egli, perdonando i peccati, concede la grazia.Ma proprio questa la giustizia di Dio: veramente giusto che quanti neltempo in cui non si chiaramente manifestata la paura delle pene si pentono

    dei propri peccati, siano misericordiosamente separati da coloro che, volendoscusare con pertinacia i propri peccati, non si ravvedono n si pentono inalcuna maniera. Viceversa sarebbe ingiusto che siano con questi ultimiassociati nella stessa pena coloro che non restarono sordi dinanzi alla chiamatadi Dio ma si rammaricarono daver peccato al segno di odiare il proprio peccatocos come lo odia Dio. In ultima analisi per luomo esigenza di giustizia nonamare, in se stessi, altro che i doni di Dio, odiando ci che proprio delluomo,non approvare i propri peccati e nel peccato non prendersela con altri masoltanto con se stesso. Non si deve credere inoltre che sia sufficiente averprovato una volta dispiacere per i peccati, se in appresso non li si evita con

    estrema vigilanza. Occorre infine persuadersi che per evitare ogni peccato nelresto della vita non bastano le risorse umane ma deve intervenire laiutodivino. pertanto giusto che Dio perdoni questi peccatori pentiti, qualunque

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    colpa abbiano prima commesso, n li si pu confondere o collocare insieme congli altri che non si convertono: cosa che sarebbe sommamente ingiusta. Sedunque a questi tali non si d perdono, giustizia di Dio; se li si perdona grazia di lui. Ne segue che, come giusta in Dio la grazia, cos gratificante lagiustizia. Infatti anche in questi peccatori la grazia precede il merito che

    permette la conversione, dal momento che nessuno potrebbe pentirsi delpeccato se non fosse in qualche modo preavvertito dalla chiamata di Dio.

    10. Il rigore della giustizia divina poi si protrae in maniera tale che, sebbene alpenitente sia gi stata condonata la pena spirituale ed eterna, a nessuno persi sottraggono le angustie e le sofferenze corporali (gli stessi martiri,sappiamo, ne furono tormentati!) e in ultimo anche la morte, che la nostraumanit merit commettendo il peccato. Che tali gravissime pene abbiano a

    pagarle anche gli uomini giusti e santi deriva, come crediamo, da un giustogiudizio di Dio. Questo essere tribolati nelle sacre Scritture chiamato anchedisciplina che nessuno dei giusti pu eludere. Nessuno infatti viene eccettuatoda colui che dice: Dio corregge ogni figlio che ama; sottopone ai flagelli ognifiglio che gli accetto 15. Lo asserisce anche Giobbe. Egli, sebbene fossesottoposto a molti e gravi tormenti perch brillasse dinanzi agli uomini comeun eroe e un gran servo di Dio, pi volte afferma di ricevere le pene corporaliin sconto dei suoi peccati. E lapostolo Pietro, nellesortare i fratelli asopportare i loro patimenti per il nome di Cristo, si esprime cos: Nessuno divoi abbia a patire perch omicida o ladro o maldicente o invischiato negli affari

    altrui. Che se soffre perch cristiano, non ne arrossisca, ma glorifichi Dio perquesto nome. infatti tempo che cominci il giudizio dalla casa di Dio. E selinizio da noi, quale sar la fine di coloro che non credono al Vangelo di Dio?E se il giusto si salva a stento, il peccatore e lempio dove finiranno?16 Mostracon chiarezza che anche i patimenti sofferti dal giusto rientrano nel giudizio diDio, il quale, comegli dice, comincia dalla casa di Dio perch se ne deducaquali castighi siano riservati agli increduli. Non diversamente lapostolo Paoloscrive ai Tessalonicesi: Noi stessi ci gloriamo di voi, nelle Chiese di Dio,dellavostra pazienza e fedelt in tutte le vostre persecuzioni e angustie, chesopportate a dimostrazione del giusto giudizio di Dio 17. Tutto questo in

    perfetta consonanza con quel che Pietro definisce: Tempo in cui comincia ilgiudizio dalla casa di Dio, e con laltra affermazione desunta dal profeta: Chese il giusto si salva con difficolt, il peccatore e lempio dove finiranno?18 Misembra che rientrino in oggetto anche le minacce che Dio rivolse al re Davidetramite il profeta Natan. Essendosi egli pentito, Dio lo perdon ma gli predisseche tutti i mali che gli sarebbero capitati19 miravano a comprovare che, se alui spiritualmente era stato concesso il perdono, lo era in vista del successivogiudizio punitivo che attende coloro che nel tempo presente non voglionoravvedersi. Concorda anche Pietro quando dice: Per questo motivo il Vangelo stato proclamato anche ai morti, perch essi, giudicati secondo gli uomini nella

    carne, vivano secondo Dio nello spirito 20. Tutto questo ho voluto dire permostrare, secondo le mie capacit e per quanto lo consentono le esigenzedellattuale passo scritturistico, che quando si parla di grazia e di pace di Dio

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    non si creda per questo che egli possa deviare dalla giustizia. Lo stessoSignore, infatti, nel promettere la pace disse: Vi ho detto queste cose perchin me abbiate la pace mentre nel mondo avete la sofferenza 21. Da notarepertanto che le tribolazioni e i fastidi inflitti dalla giustizia di Dio in sconto deipeccati non conducono al peccato gli uomini diventati buoni e giusti e coloroche provano pi dispiacere per il peccato che per qualsiasi pena corporale; anzili purificano completamente da ogni macchia. La pace perfetta che interesseranche il corpo diventer a suo tempo del tutto salda, se ora il nostro spiritoconserver inconcussa e stabilizzata la pace che nostro Signore s degnato didarci mediante la fede.

    11. Nominando la grazia e la pace lApostolo dice che provengono da Dio Padree dal nostro Signore Ges Cristo senza aggiungere nulla dello Spirito Santo. Il

    motivo dellomissione, a quanto mi sembra, che quando si parla di dono diDio intendiamo sempre lo Spirito Santo. Ora, la grazia e la pace cosa sono senon il dono di Dio? Ne segue che in nessun modo pu essere data agli uomini ola grazia che ci libera dai peccati o la pace con la quale siamo riconciliati conDio, se non nello Spirito Santo. In tal modo nel saluto della sua Letterariconosciamo espressa e la Trinit divina e insieme lincommutabile Unit.Questa mia convinzione si basa principalmente sul fatto che nelle Lettere che siattribuiscono con certezza allapostolo Paolo e sulle quali nessuna Chiesaavanza dubbi, si trova sempre questo saluto. Fa eccezione la Lettera chescrisse agli Ebrei, dove lesordio con i saluti viene omesso, a quanto si dice,

    intenzionalmente. Si voleva cio impedire ai giudei, accaniti detrattoridellApostolo, che prendessero dal suo nome motivi per un odio pi violento eleggessero lo scritto con animo ostile o non volessero leggere affatto quantoegli scriveva per la loro salvezza. Per lo stesso motivo alcuni hanno temutodinserire questa Lettera nel Canone delle Scritture: questione che noi oralasciamo sospesa, e passiamo a considerare le due Lettere a Timoteo, dove tra" grazia " e " pace " viene collocata la misericordia. Scrive infatti lApostolo:Grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Ges Cristo Signore nostro22.Volendo scrivere a Timoteo in una forma, diremmo, pi familiare e affabilelApostolo vi inserisce una parola con cui si enunzia e professa con estremachiarezza che lo Spirito Santo ci viene dato non per i meriti di opereantecedenti ma per la misericordia di Dio. Con tale Spirito otteniamo il perdonodei peccati, che ci separano da Dio, e la riconciliazione per la quale aderiamo alui.

    12. Non pochi sono i richiami alla Trinit che si trovano allinizio delle Letteredegli altri apostoli. Pietro scrive: La grazia e la pace siano perfette in voi, esubito prosegue: Sia benedetto Dio Padre del Signore nostro Ges Cristo23.Intendendo per "grazia" e "pace" lo Spirito Santo, con la menzione del Padre

    e del Figlio si richiama alla mente la Trinit. Nella seconda Lettera egli scrive:Si accrescano in voi la grazia e la pace nella conoscenza di Dio e di Cristo Gesnostro Signore24. Per non so quale motivo Giovanni omette un simile esordio

    http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N21http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N22http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N23http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N24http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N21http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N22http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N23http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N24
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    ma non tralascia del tutto di ricordare la Trinit; solo che, invece di "grazia" e" pace " menziona la comunione. Ebbene, dice, quello che abbiamo visto loannunziamo anche a voi, affinch anche voi abbiate comunione con noi, e lanostra comunione sia col Padre e col suo Figlio Ges Cristo 25. Nella secondaLettera [Giovanni] concorda con le Lettere a Timoteo. Dice infatti: Sia con voila grazia, la misericordia e la pace da Dio Padre e da Ges Cristo Figlio delPadre 26. Nellesordio della terza Lettera invece si omette ogni accenno allaTrinit e il motivo penso doversi ricercare nella brevit della Lettera stessa, laquale comincia cos: Il presbitero allamatissimo Gaio, che io amo nella verit27. Mi piace pensare che qui verit tenga il posto di Trinit. Giuda, dopo avernominato Dio Padre e il Signore Ges Cristo, pone tre parole per indicare loSpirito Santo, cio il dono di Dio. Comincia scrivendo cos: Giuda, servo diGes Cristo, fratello di Giacomo, agli amati in Dio Padre e salvati e chiamati daGes Cristo. Si accrescano in voi fino alla pienezza la misericordia e la pace ela carit28. Non si concepiscono infatti la grazia e la pace se si escludono lamisericordia e la carit. Giacomo usa la forma pi usuale di esordire unalettera e scrive: Giacomo, servo di Dio e del Signore nostro Ges Cristo, salutale dodici trib che sono nella diaspora 29. Nel nominare la salvezza ha inmente, penso, che essa non consiste se non nel dono di Dio, dove rientranoanche la grazia e la pace. vero che egli, prima di nominare la salvezza, haparlato di Dio e del Signore nostro Ges Cristo; tuttavia, siccome non cgrazia o pace a salvezza delluomo allinfuori di quelle che provengono da Dio edal Signore Ges Cristo, Giacomo, a mio avviso, pone salvezza in luogo diTrinit non diversamente da Giovanni, che nella terza Lettera invece di Trinitparla di verit.

    13. A questo punto ritengo di non dover passare sotto silenzio quanto consorpresa il vescovo Valerio rilevava dal dialogo fra alcuni campagnoli. Avendoluno detto allaltro: Salute!, costui, sapendolo conoscitore della lingua latina edi quella punica, gli chiese cosa fosse la salute. Gli fu risposto: Sono i "tria".Allora laltro, constatando con gioia che in base alla consonanza delle lingue lanostra salute la Trinit, ritenne quella coincidenza di suoni non casuale maordinata dalloccultissima economia della Provvidenza divina per cui, quando

    dai latini si nomina la salute, dai punici sintende la "tria", e quando i punicinel loro dialetto parlano di "tria" in latino sintende la salute. Ci viene qui inmente la donna cananea, cio punica, che era uscita dalla regione di Tiro e diSidone e che nel Vangelo impersona le genti del paganesimo. Questa donnachiedeva la salute per la figlia ma dal Signore le fu risposto: Non bene dareai cani il pane dei figli30. Lei non escluse la colpa che le veniva rinfacciata ma,volendo impetrare con la confessione dei peccati la salute della figlia o, in altreparole, la sua nuova vita, esclam: Certo cos, Signore! ma anche i canimangiano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni31. In effetti,nella lingua della donna che era cananea, la salute si chiamava "tria", tanto

    vero che i nostri campagnoli, se li si interroga su cosa sia [la "tria"], ed essivogliono rispondere in lingua punica, dicono " Canani ". Si mangiano, comesuole accadere in casi analoghi, una lettera: posta la quale, cosaltro

    http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N25http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N26http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N27http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N28http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N29http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N30http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N31http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N25http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N26http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N27http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N28http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N29http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N30http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N31
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    rispondono se non: Cos i Cananei? Orbene quella donna, chiedendo la salutechiedeva la Trinit, in quanto la lingua di Roma (che la lingua di coloro cheallavvento del Signore risulteranno essere in testa alle genti), quando parla disalute, se chi lascolta un punico, il termine suona "Trinit". Si detto infattiche la donna cananea raffigurava le genti. Riguardo poi alloggetto che la

    donna chiedeva, il Signore lo chiama pane. E come non vedere in questo unaconferma della Trinit? Il Signore infatti in un altro passo scritturale insegnachiarissimamente che nei tre pani si deve intendere la Trinit. Ma tutte questeconsonanze, siano esse insite [nei termini] o siano procurate[dallinvestigatore], non le si deve usare con accanimento e pretendere peresse unaccettazione universale. Si lascer al buon gusto delluditore quantodebba accettare in quegli svolazzi forbiti dellesegeta.

    14.

    Se lApostolo, volendo menzionare in maniera completa la Trinit, parla digrazia e di pace come denominazione dello Spirito Santo, ne derivachiaramente una conseguenza da considerarsi con grande attenzionedellanima e da accettarsi con tutte le risorse della piet. La conseguenza questa: pecca contro lo Spirito Santo colui che o si dispera o che irride odisprezza lannunzio della grazia, per la quale vengono rimessi i peccati, o dellapace per la quale siamo riconciliati con Dio, e cos rifiuta di pentirsi del propriopeccato, si intestardisce a rimanere preda di quella dolcezza, diciamo cos,sacrilega e letale che deriva dal peccato e persevera in essa sino alla fine. Nonsi deve pertanto udire con indifferenza la parola del Signore: "Sar perdonataalluomo ogni parola contro il Figlio delluomo, ma se uno proferisce ingiuriacontro lo Spirito Santo non gli sar perdonato n al presente n nel secolofuturo; per leternit sar reo di peccato " 32. Facciamo lesempio di unapersona che non conosca il latino. Ecco arriva uno che in sua presenzapronunzia la parola "Spirito Santo". Laltro chiede cosa si indichi con le sillabeche s sentito risuonare allorecchio e linterlocutore, menzognero e beffardo,gli risponde indicarvisi una cosa del tutto diversa, magari banale e spregevole.Costui parla cos per ingannare laltro per poi riderci sopra, come sogliono farele persone maligne; laltro invece, che non conosce il senso della parola, eccolonella sua ignoranza vilipendere il nome ascoltato ovvero anche lanciare insultial suo riguardo. Ritengo che nessun uomo, per quanto superficiale eavventato, vorr tacciare dempiet questa persona. Ecco viceversa che, siapure senza che se ne indichi il nome, la sostanza della cosa giungeallintelligenza di colui che la stava indagando, con qualsiasi nome lachiamasse. Ebbene, se in questo caso lascoltatore uscir in parole o gestiingiuriosi contro un essere cos santo, dovr ritenersi colpevole. Da ci unaconseguenza che io d per scontata. Se uno ascoltando il nome " Spirito Santo" suppone che vi si indichi una cosa diversa da quella che in realt si esprimecon questo nome e contro questa cosa diversa [dalla realt] lanciauninvettiva, non si deve pensare che il suo peccato sia uguale a quello di coluiche insulta lo Spirito Santo. Facciamo poi il caso di uno che voglia sapere cosa

    sia lo Spirito Santo e si imbatta in un ignorantone dal quale si sente dire che loSpirito Santo il Figlio di Dio, ad opera del quale sono state fatte tutte le cose,che al tempo fissato nacque dalla Vergine, fu ucciso dai giudei e risuscit. Se

    http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N32http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N32
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    costui, udito il racconto, nega le cose a lui raccontate o anche le irride, non siha da pensare di lui che sia colpevole di bestemmia contro lo Spirito Santo.Egli pecca contro il Figlio di Dio, o il Figlio delluomo, come egli si degnato difarsi chiamare e di essere realmente. Si deve attendere infatti non a ci chemediante le parole era descritto a quelluomo ignaro delle cose ma a ci che a

    lui rappresentava la sua propria intelligenza. Poich egli nel proferire ingiurie leindirizzava sicuramente a colui che aveva in mente dietro la rappresentazionedella sua immaginativa. Qualunque fosse il nome di questo oggetto,limportante accertare se quel tale voleva negare o ingiuriare loggetto sacroin se stesso. Ci vale anche per uno che voglia indagare sulla natura di GesCristo. Se a chi interroga sullargomento si risponde dicendo cose che non siadattano al Figlio di Dio ma allo Spirito Santo e lui ci udendo si mette abestemmiare, ovvio che queste ingiurie non debbono considerarsi dettecontro il Figlio di Dio ma contro lo Spirito Santo.

    15. A considerare di sfuggita e senza un accurato esame le parole: Se unopronunzier ingiuria contro lo Spirito Santo, la colpa non gli verr rimessa nal presente n nel secolo futuro, cosa dovremo dire. Che non potr essercialcuno al quale Dio conceda il perdono dei peccati? Ecco, ad esempio, i pagani- cos chiamati - che anche ai nostri giorni perseguitano la nostra religione nelsuo insieme con ingiurie e maledizioni, essendo loro vietato di farlo come inpassato con stragi cruente. Essi vilipendono quanto noi diciamo della Trinit e,bestemmiando, lo negano. N fanno eccezioni per lo Spirito Santo avendorispetto e venerazione per lui, mentre infuriano contro le altre Persone.Tuttaltro! Essi daccordo abbaiano con tutto il furore che suggerisce lorolempiet contro quanto noi predichiamo con tanta cura della maest del DioTrino. Nemmeno di Dio Padre infatti hanno un concetto adeguato ma o lonegano del tutto, come fanno alcuni, o, come fanno altri che di lui si formanounimmagine falsata, non confessano n venerano il vero Dio ma i parti delleloro fantasie. Molto pi si comportano empiamente nei riguardi del Figlio di Dioe dello Spirito Santo: quanto noi insegniamo in proposito, godono, secondo illoro solito, nel deriderlo anzich adorarlo uniti a noi in santa comunione.Costoro, per quanto ci possibile, noi li esortiamo a conoscere il Cristo e, persuo tramite, conoscere Dio Padre; li incoraggiamo a volersi mettere sotto leinsegne del sommo e unico vero Imperatore e li invitiamo ad accettare la fedepromettendo loro la remissione di tutti i peccati commessi in passato. Eriteniamo con sufficiente probabilit, anzi senza alcuna nube di dubbio, che,quando divengono cristiani, sono loro rimesse tutte le ingiurie che nella lorosacrilega superstizione hanno proferito contro lo Spirito Santo. Quanto aigiudei e comessi siano stati ribelli allo Spirito Santo ne testimone Stefano,che essi lapidarono per essere pieno di Spirito Santo. Lintero discorso che eglipronunzi contro i giudei e quanto con la massima franchezza disse loro, ecio: Voi sempre resistete allo Spirito Santo 33, erano parole dette dalloSpirito in persona. Nel numero di questi giudei che resistevano allo Spirito

    Santo e lapidavano Stefano, vaso spirituale perch colmo dello Spirito, ceratuttavia anche lapostolo Paolo. Egli era nelle mani di tutti i lapidatori, dei qualicustodiva le vesti; e questo in effetti pi tardi, quando si sar convertito, si

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    rimprovera aspramente, pieno anchegli di quello Spirito al quale inantecedenza aveva opposto una inutile e insana resistenza. Era pronto a subirela lapidazione per quelle stesse verit di cui in passato aveva lapidatolannunziatore. Che diremo dei samaritani? Essi sono talmente ostili allo SpiritoSanto che fanno di tutto per estinguere il carisma profetico, opera appunto

    dello Spirito Santo. Che per anchessi rientrino nel piano salvifico lo attestapersonalmente il Signore nellepisodio di quel lebbroso samaritano che, solo deidieci guariti, torn a ringraziare 34. Ricordiamo inoltre quella donna con laquale sul mezzogiorno [Ges] sintrattenne a parlare e, ancora, gli altri checredettero per la parola di lei 35. Dopo lascensione del Signore, con qualegioia dei fratelli - lo ricordano gli Atti degli Apostoli - ricevette la Samaria laparola del Signore! Cos anche Simon Mago. Lapostolo Pietro lo rimproveraperch ha dello Spirito Santo unidea tanto sballata da crederlo oggetto dimercato per volerlo comprare a prezzo di denaro; tuttavia non dice che sidebba disperare di lui e che non ci sia per lui alcuna via di perdono. Lo

    ammonisce anzi con dolcezza a volersi ravvedere 36. Guardiamo in ultimolautorit e il prestigio della Chiesa cattolica, che per dono dello Spirito Santo la madre di tutti i santi e, madre feconda, si diffonde nellintero universo. Aquale eretico o scismatico che si ravveda ha mai sottratto la speranza dellasalvezza? A chi di loro ha chiuso laccesso alla misericordia di Dio? Nonrichiama tutti con lacrime a tornare al suo seno? Quel seno che essi disgustatinella loro superbia avevano abbandonato! Or dunque, c forse fra gli eretici, ocapi o gregari che siano, qualcuno che non osteggi lo Spirito Santo? Almenoche non si tratti di qualcuno di opinioni tanto distorte da ritenere colpevolecolui che contro lo Spirito Santo dice qualche sciocchezza e non colpevole colui

    che contro lo stesso Spirito Santo compie molte azioni. E poi c forse qualcunoche cos apertamente impugni lo Spirito Santo, come coloro che si accanisconocon litigi superbi di pessima lega contro la pace della Chiesa? Se per siattende alla formulazione verbale, vien da chiedersi se per caso nel lorolinguaggio ci sia o meno qualcosa contro lo Spirito Santo. Alcuni di loro infattiaffermano che lo Spirito Santo non in alcun modo ci che costituisce la suapropriet, essendo Dio talmente uno che la stessa persona del Padre si devechiamare e Figlio e Spirito Santo. Altri professano che lo Spirito Santo esistema poi negano che sia uguale al Figlio o che sia in qualche modo Dio. Altriammettono che la natura divina sia, nella Trinit, una e identica ma poi,

    riguardo alla natura stessa, hanno delle convinzioni cos empie da credere chenon sia immutabile o incorruttibile. Riguardo poi allo Spirito Santo, che ilSignore promise di mandare ai discepoli, ritengono che esso non vennecinquanta giorni dopo la resurrezione del Signore, come attestano gli Atti degliApostoli 37, ma dopo trecento anni circa, ad opera dun personaggio[dellepoca]. Similmente altri negano la sua epifania, che noi inveceaffermiamo, e pretendono che sia stato lui a scegliersi nella Frigia i Profeti perbocca dei quali avrebbe parlato in epoca di molto posteriore. Altri infine ce nesono che esecrano i suoi sacramenti e non dubitano di ribattezzare chi gistato battezzato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ma senza

    scendere nei particolari, che sono innumerevoli, a tutti questi che ho elencatibrevemente come consentito dal tempo, se tornano alla Sposa di Cristo epentiti condannano lerrore e lempiet, non c norma alcuna della disciplina

    http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N34http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N35http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N36http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N37http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N34http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N35http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N36http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N37
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    cattolica che insegni a negare loro la pace della Chiesa o a chiudere dinanzi aloro le viscere della misericordia.

    16. Qualcuno potrebbe pensare che la bestemmia contro lo Spirito Santo si haquando a dirla uno al quale sono gi stati rimessi i peccati mediante ilbattesimo. Badi per costui come nemmeno a queste persone dalla santitdella Chiesa si neghi la possibilit di pentirsi. Ma si potrebbe ritenereimpossibile conseguire il perdono perch, ricevuta la grazia della fede e isacramenti dei fedeli, costoro non potrebbero pi peccare per ignoranza.Tuttavia una cosa dire che non gli si pu perdonare perch ha peccato fuoridel tempo dellignoranza e unaltra dire che non gli si pu perdonare perch haproferito ingiuria contro lo Spirito Santo. Se infatti solo in forza dellignoranzache si merita il perdono e questa ignoranza si suppone non esistere se non

    prima del battesimo, bisogner concludere che allo stesso modo non puessere guarita dal pentimento n lingiuria contro lo Spirito Santo n quellacontro il Figlio delluomo, se proferita dopo il battesimo. Non solo ma dallamedicina del perdono sar assolutamente escluso chi si render reo difornicazione o di omicidio o di qualsiasi altra depravazione o scelleratezza. Oratutti coloro che hanno sostenuto simili teorie sono stati banditi dalla comunionedella Chiesa cattolica e con ogni sicurezza si ritenuto di non poterliconsiderare, proprio per la loro crudele severit, partecipi della misericordiadivina. Se viceversa si ritiene che il peccato contro lo Spirito Santo, come lo sichiama, sia irremissibile soltanto se commesso dopo il battesimo, si notianzitutto che il Signore nel parlarne non fece restrizioni di tempo, ma disse informa universale: Chi proferir ingiuria contro lo Spirito Santo, non gli sarrimesso n al presente n nel secolo futuro 38. Di Simone Mago ho parlatopoco fa. Egli aveva certamente ricevuto il battesimo quando ritenne lo SpiritoSanto oggetto del pi irriverente dei mercati; eppure a lui, una voltaravveduto, Pietro diede il consiglio di far penitenza. Che dire poi di tutti quelliche, ricevuto da adolescenti o da bambini il sacramento del battesimo, inseguito per trascuratezza nel venire educati cadono nelle tenebredellignoranza e menano una vita del tutto depravata? Succede che essi nonricordino in alcun modo cosa la norma del vivere cristiano comandi e cosaproibisca, cosa prometta e cosa minacci, cosa sia da credere, da sperare, daamare. Nel valutare i peccati di questi tali oseremo considerarli non peccatidignoranza perch chi li ha commessi era battezzato? Ma che dire se essihanno peccato con totale ignoranza e senza assolutamente sapere, come sidice, dove tenessero la testa, tanto grande era il loro errore?

    17. Qualcuno potrebbe dire che si pecca scientemente quando si sa che maleci che si compie e tuttavia lo si compie ugualmente. Ma perch questopeccato lo si dovr ritenere commesso contro il solo Spirito Santo e quindi

    irremissibile? Non anche un peccato contro il Signore Ges Cristo? Ancora.Peccare o proferire parole offensive contro lo Spirito Santo potrebbe essere,per ipotesi, ogni peccato in se stesso qualora venga commesso scientemente.

    http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N38http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N38
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    Ne seguirebbe che i peccati commessi per ignoranza sarebbero peccati contro ilFiglio, mentre i peccati commessi con consapevolezza dovrebbero considerarsipeccati contro lo Spirito Santo. Ma mi domando: chi non sa che male, adesempio, violare la castit della moglie altrui (anche perch lo stesso oltraggionessuno certamente vorrebbe che lo subisse la propria moglie!), o truffare

    qualcuno in commercio, o turlupinarlo con menzogne, ovvero opprimerlo confalsa testimonianza, o tendere insidie al prossimo per derubarlo, o commettereomicidio e ogni altro delitto che non si vuole venga commesso contro di s e,quando se ne sente parlare, si accusa subito, senza esitazione e con tutto ilcuore colui che lha commesso? Se diciamo che tutti questi peccati possonofarsi nellignoranza, quale ci rimane che si possa ritenere compiuto dalluomoconsapevolmente? Se pertanto il peccato contro lo Spirito Santo quello che sicommette con consapevolezza, non resta che negare la conversione in tutti ipeccati che ho elencati, poich il Signore ha tolto ogni speranza di perdono achi pecca contro lo Spirito Santo. Questo per escluso dalla norma della

    disciplina cristiana che non cessa dinvitare allemendamento dei costumi tutti ipeccatori di tal genere. Resta pertanto da ricercare ancora cosa sia il peccatocontro lo Spirito Santo, per il quale non c remissione.

    18. Che diremo? Che non pecchi scientemente colui che, pur sapendo che ilpeccato in s un male, pecca tuttavia senza conoscere Dio e la sua volont? quanto sembrerebbe affermare la Lettera agli Ebrei, l dove dice: Sepecchiamo deliberatamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verit, non

    c pi per noi sacrificio per il peccato 39. [Gli] sembrava poco dire: Sepecchiamo deliberatamente, e quindi aggiunge: Dopo aver ricevuto laconoscenza della verit: quella conoscenza certamente che permette diconoscere Dio e la sua volont; quella conoscenza che, a quanto sembra,corrisponde al detto del Signore: Il servo che non conoscendo la volont delsuo padrone fa cose meritevoli di percosse, sar castigato leggermente; alcontrario il servo che fa cose meritevoli di percosse conoscendo la volont delsuo padrone sar castigato severamente 40. Al riguardo dobbiamo supporreche lespressione: Sar castigato leggermente sia da intendersi nel senso cheegli, castigato lievemente, otterr il perdono. Viceversa dellaltra: Sarcastigato severamente. Essa si deve intendere del supplizio eterno, che ilSignore minaccia a coloro che peccano contro lo Spirito Santo: quel peccatoche, a quanto egli dice, non potr mai essere loro rimesso. Nellipotesi, peccarecontro lo Spirito Santo sarebbe peccare conoscendo la volont di Dio. E allorabisogner prima riflettere ed esplorare quand che si conosce la volont diDio, anche perch non sono mancati di quelli che lhanno conosciuta gi primadi ricevere il sacramento del battesimo. Ad esempio, il centurione Cornelio, ilquale conobbe la volont di Dio dalle istruzioni dellapostolo Pietro e ricevettelo Spirito Santo prima di essere battezzato, come comprovavano segnievidentissimi. vero che egli non si ritenne dispensato dal ricevere ilsacramento, ma si fece battezzare allo scopo di ottenere una pi grandecertezza. Non differ minimamente di ricevere i santi sigilli, di cui aveva giconseguito la realt profonda, perch fosse completa in lui la conoscenza dellaverit41. Viceversa ci sono molti che anche dopo ricevuto il battesimo non si

    http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N39http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N40http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N41http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N39http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N40http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N41
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    curano di conoscere la volont di Dio. Pertanto di chi pecca prima delbattesimo conoscendo la volont di Dio non possiamo dire o in qualche modopensare che non gli siano stati rimessi tutti i peccati quando ricevette ilbattesimo. Dobbiamo considerare inoltre che la volont di Dio , per chi crede,riassunta nellamore di Dio e del prossimo, tanto che in questi due precetti si

    compendiano tutta la Legge ed i Profeti42. Quanto poi allamore del prossimo,cio allamore per gli uomini, lo stesso nostro Signore inculca che deveestendersi fino allamore dei nemici 43. Orbene con i nostri propri occhivediamo che, tra quelli stessi che hanno ricevuto il battesimo, molti ci sono chericonoscono la verit di questi insegnamenti, venerati come precetti delSignore, ma nella pratica, quando ricevono offese dai nemici, subito siarrabbiano e bramano vendicarsi; bruciano duna cos violenta fiamma di odioda non placarsi nemmeno se loro si cita o legge il Vangelo. Di gente comequesta - e sono persone certo battezzate! - sono piene le chiese. Controcostoro ecco levarsi uomini spiritualmente maturi che non si stancano di

    ammonirli con carit fraterna e di istruirli con insistenza in spirito dimansuetudine44. Raccomandano loro di contrastare tali tentazioni e resisteread esse, preferendo regnare nella pace di Cristo anzich gioire per la disfattadel nemico. Orbene, questa correzione si farebbe senza un perch se per talipeccati non ci fosse alcuna speranza di perdono, alcun rimedio penitenziale.Chi la pensasse in questa maniera ponga attenzione a non affermare che fosseignaro della volont di Dio il patriarca Davide, uomo scelto da Dio e da luiapprovato ed elogiato, quando, preso damore per la moglie altrui, ne ingannil marito e lo fece uccidere. Di questo delitto egli espresse condanna prima conla sua voce e poi per bocca del profeta, e per questa umilt nel pentirsi e per

    laperta confessione del peccato ne venne liberato. Ricevette, vero, molte egravi punizioni 45, ma col suo esempio ci fece intendere che non debbonoriferirsi alla dannazione eterna le parole del Signore: Chi conoscendo la volontdel suo padrone fa cose meritevoli di percosse sar picchiato severamente 46.Esse in realt riguardano soltanto una pi rigorosa disciplina.

    19. Viene da esaminare il testo della Lettera agli Ebrei dove detto: Nonrimaneun altro sacrificio per i peccati47. Chi esamina con accuratezza queste

    parole non le intender riferite al sacrificio del cuore spezzato dalla penitenzama al sacrificio di cui parla lApostolo nello stesso brano. Ora questo sacrificio lolocausto della Passione del Signore che ciascuno offre per i suoi peccatiquando viene consacrato con la fede nella stessa passione e quando di essadiventa partecipe ricevendo il battesimo nel nome dei fedeli cristiani. Ilsignificato delle parole dellApostolo sarebbe pertanto questo: Chi pecca [dopoil battesimo] non pu essere purificato con un nuovo battesimo. E se cosintendiamo le parole dellApostolo non ne viene esclusa la possibilit delravvedimento; ci si obbliga soltanto a confessare che quanti non sono statiancora battezzati non hanno ricevuto la conoscenza completa della verit. Dal

    che si ricava che chiunque ha ricevuto la conoscenza della verit deve averricevuto anche il battesimo, non che quanti sono stati battezzati hannoacquistato la conoscenza della verit. quanto dobbiamo affermare anche in

    http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N42http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N43http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N44http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N45http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N46http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N47http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N42http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N43http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N44http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N45http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N46http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N47
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    base al successivo progredire di alcuni e alla deplorevole negligenza [di altri].Nonostante questo per, il sacrificio di cui stavamo parlando, cio lolocaustodel Signore, che in qualche maniera viene offerto per ciascuno quando nelbattesimo riceve il sigillo del nome di Cristo, non pu essere di nuovo offertoqualora il battezzato torni a peccare. Coloro infatti che sono gi stati battezzati

    non li si pu ribattezzare, anche se dopo il battesimo peccano ignorando laverit. Ora, siccome senza il battesimo non pu dirsi di nessuno che abbiaricevuto la conoscenza della verit (se almeno si vuol parlare con esattezza),ne consegue che per tutti coloro che lhanno ottenuta non ci sia pi sacrificioper i peccati, nel senso che essi non possono essere battezzati unaltra volta.Dallaltro canto non tutti coloro che, mancando della formazione, non hannoraggiunto la conoscenza della verit possono pensare che per loro ci sia lapossibilit che si offra il sacrificio, qualora esso sia gi stato offerto. Ci vuoldire che se uno, a seguito del battesimo, ha ricevuto i sacramenti della verit,non pu essere battezzato di nuovo. come se dicessimo: Nessun uomo

    quadrupede; dal che non segue che ogni animale, che non uomo, quadrupede. In realt, di coloro che sono stati battezzati diciamo che vengonorisanati dalla penitenza piuttosto che rinnovati. Il rinnovamento infatti si ha nelbattesimo, dove agisce, vero, il pentimento ma in qualit di fondamento, sesi vuol dire cos. Ora, se il fondamento rimane lo stesso, ledificio pu esseresolo riparato; se invece uno volesse sostituire il fondamento deve primanecessariamente abbattere lintero edificio. quanto si dice agli ebrei chesembravano proclivi a passare dal Nuovo Testamento al sacerdozio vetero-testamentario. Per questo, lasciando da parte la parola di Cristo nei contenutiiniziali, volgiamo lo sguardo alla sua fase definitiva. Non gettiamo di nuovo il

    fondamento della penitenza dalle opere morte e della fede in Dio, della dottrinasul battesimo e dellimposizione delle mani, o anche della resurrezione deimorti e del giudizio eterno 48. Tutte queste cose vengono consegnate nelbattesimo e quindi, dice, non le si deve ripetere quando i fedeli vengonoconfermati col sacro segno. Quanto invece allesposizione della parola di Dio ealla catechesi, non solo le si deve ripetere una seconda volta ma assai difrequente, come esigono le diverse situazioni, le quali variano a seconda dellecose trattate.

    20. A questo punto potr sorgere il pensiero di ritenere irremissibile nonqualsiasi peccato commesso scientemente, ma solo se scientemente sicommette il cos detto peccato contro lo Spirito Santo. Al riguardo ci si puquindi domandare se i giudei sapessero o meno che il Signore operava pervirt dello Spirito Santo quando lo incolpavano di cacciare i demoni col poterea lui dato dal principe dei demoni 49. Mi sorprende per il fatto che essipotessero conoscere che era lo Spirito Santo ad agire in lui, se riguardo allapersona stessa del Signore non sapevano che era Figlio di Dio, certo per quellacecit che in parte sopraggiunta ad Israele, finch entrasse la pienezza dellegenti50. Di questa cecit tratteremo a suo luogo, quando cio ci si presenteroccasione pi adatta, conforme vorr aiutarci e concederci il Signore. Oraqualcosa sul discernimento degli spiriti, che la facolt, data a qualcuno, didiscernere se in certe persone agisce lo Spirito Santo o lo spirito della

    http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N48http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N49http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N50http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N48http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N49http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N50
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    menzogna. Questo discernimento viene dato ai fedeli dallo Spirito Santo indeterminati periodi, come afferma lo stesso Apostolo in un altro testo 51.Quanto ai giudei essi erano increduli; e allora come potevano, senza il donodello Spirito, stabilire se il Signore agiva in virt dello Spirito Santo? In essieffettivamente, perch fossero trafitti da giusta pena, apparvero chiarissimi isegni della maledizione. Questa fu palese quando accolsero falsi testimonicontro di lui52 e gli affiancarono persone finte che lo prendessero in trappolanei suoi discorsi 53; quando furono loro riferiti gli straordinari e tremendiprodigi che avvennero nella sua resurrezione ed essi, corrompendo le guardie,tentarono di spargere notizie false e cos nascondere la verit54. Questi e altriindizi, che si ricavano dal racconto evangelico, sono l a testimoniare il loroanimo maligno e invelenito.

    21. Ecco dunque la conclusione, che del resto gi da tempo cominciava adelinearsi: pecca contro lo Spirito Santo colui che con animo malevolo sicontrappone alle opere compiute in virt dello Spirito Santo. Pu accadere cheuno non conosca trattarsi dello Spirito Santo; tuttavia se nella disposizionedanimo di preferire che tali opere, a lui invise, non siano dello Spirito Santo, abuon diritto dun uomo tale si afferma che pecca contro lo Spirito Santo. Vipecca non perch le opere siano in se stesse cattive ma perch egli le detestae con questa sua malizia si pone in contrasto con la somma Bont. Taliprecisamente erano gli uomini ai quali il Signore rimproverava di peccarecontro lo Spirito Santo. Ora io dico: poniamo che qualcuno di costoro venga

    alla fede in Cristo e, domando linvidia con le torture della contrizione, chiedacon lacrime la salvezza, come con probabilit risulta abbiano fatto anche alcunidi loro. Ebbene, mi chiedo, ci sar persona cos crudele nel suo grossolanoerrore da negare che sia stato opportuno ammettere questi convertiti albattesimo di Cristo o da sostenere che vi siano stati ammessi inutilmente? infatti vero che, se uno mosso da invidia interpreta in maniera blasfema leopere di Dio, in quanto con la sua malizia oppone resistenza ai beni divini, cioai doni di Dio, pecca contro lo Spirito Santo e quindi lo si deve ritenere senzasperanza in fatto di perdono. Ma guardiamo un istante se per caso fra gente ditale sorta non debba collocarsi lo stesso apostolo Paolo. Egli dice: Un tempo io

    sono stato bestemmiatore e incredulo e violento, ma ho ottenuto misericordiaperch, incredulo comero, agivo nellignoranza55. O che non rientrava nellacategoria dei peccati di cui ci occupiamo perch non era invidioso? Maascoltiamo quanto dice altrove: Un tempo siamo stati anche noi stolti eincreduli, in preda allerrore e asserviti a molteplici passioni e desideri.Conducevamo una vita immersa nella malvagit e nellinvidia: eravamo degnidi odio e ci odiavamo a vicenda56.

    22. Ne consegue che ai pagani, agli ebrei, agli eretici o scismatici nonbattezzati non si impedisce di accedere al battesimo di Cristo se, condannandola vita di prima, si convertono ad una vita migliore, e questo anche se prima diricevere il lavacro dei sacramenti cristiani, ribelli alla religione di Cristo e alla

    http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N51http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N52http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N53http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N54http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N55http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N56http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N51http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N52http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N53http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N54http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N55http://www.augustinus.it/italiano/incompleta_romani/incompleta_romani_note.htm#N56
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    Chiesa di Dio, abbiano resistito allo Spirito Santo col massimo accanimentopossibile e immaginabile. Quanto a coloro che sono stati iniziati allaconoscenza della verit fino a ricevere i sacramenti e dopo ci sono cadutitrascurando cos lo Spirito Santo, se rinsaviscono e bramano di ottenere con lapenitenza la pace di Dio, nemmeno a loro si negano i soccorsi della

    misericordia. Infine, una parola su quegli stessi ai quali il Signore rimprover diaver bestemmiato contro lo Spirito Santo. Se qualcuno di loro, rinsavito, cercrifugio nella grazia di Dio fu senzaltro risanato. Pertanto, cosa resta daidentificare col peccato contro lo Spirito Santo che, a quanto dice il Signore,non viene rimesso n al presente n nella vita futura? Non vi si potr intenderealtro se non la pervicacia nel male e nella perversione unita al disperare dellamisericordia di Dio. Questa la resistenza che si oppone alla grazia e alla pacedel Signore, a quei beni cio da cui prese lavvio tutto il presente discorso. Alriguardo c poi da notare che la possibilit dellemendazione e della penitenzanon venne sottratta nemmeno a quei giudei che il Signore rimproverava di

    bestemmiare contro lo Spirito Santo. Lo comprovano le parole che egli usanellatto stesso di rimproverarli: Supponete un albero buono e sar buonoanche il suo frutto, ovvero supponete un albero cattivo e sar cattivo anche ilsuo frutto57. Queste parole sarebbero loro rivolte senza un perch se, a causadella loro bestemmia, non avessero potuto cambiare in meglio la propriavolont e se non avessero potuto produrre frutti di opere buone o anche se liavessero, s, prodotti ma inutilmente, non potendo conseguire la remissionedel peccato commesso.

    23. Il Signore, quando nello Spirito di Dio cacciava i demoni e guariva lemalattie e le infermit corporali delluomo, non intendeva ottenere altrorisultato se non che si credesse alle sue parole: Fate penitenza poich vicinoil Regno di Dio58. In effetti, i peccati vengono rimessi nella sfera dellinvisibilee con i miracoli viene comprovata la fede nella loro remissione. Ci appare inmodo quanto mai evidente nellepisodio del paralitico. Il Signore gli offerse sulprincipio il dono invisibile per il quale egli era venuto: il Figlio delluomo infattinon era venuto per giudicare il mondo ma per salvarlo59. Avendo dunquedetto: Ti sono rimessi i peccati60, siccome i giudei indignati serano messi a

    brontolare perch egli si arrogava un tale potere, replic: Cos pi facile?Dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina? Affinch dunquesappiate che il Figlio delluomo ha il potere di rimettere i peccati, disse alparalitico: Dico a te: Alzati, prendi il tuo lettuccio e va a casa tua!61 Con talegesto e con le parole che disse espose con sufficiente chiarezza che, secompiva i miracoli sul corpo, li compiva perch si credesse che egli liberava leanime rimettendo i peccati; perch cio dal potere visibile restasse consolidatala fede nel potere invisibile. Egli quindi operava tutti i miracoli con la virt delloSpirito di Dio volendo apportare agli uomini la grazia e la pace: la grazia cheopera nella remissione dei peccati, la pace che si ha nella riconciliazione con

    Dio62, dal quale separano soltanto i peccati. Orbene, siccome i giudeidicevano che egli scacciava i demoni per opera di Beelzebub, egli volle usarloro un tratto di misericordia ammonendoli a non dire parole o bestemmie

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    contro lo Spirito Santo63, cio a non resistere alla grazia e alla pace di Dioche il Signore era venuto a donare mediante lopera dello Spirito Santo. Nonche essi fossero gi caduti nel peccato che non sarebbe stato loro rimesso nin questo mondo n nellaltro. Il Signore li esortava a non commetterlodisperando dottenere il perdono o presumendo in certo qual modo della lorogiustizia, e quindi non facendo penitenza, o anche perseverando nei loropeccati. Cadendo in questa forma di peccato essi avrebbero detto paroleoffensive, o bestemmie, contro lo Spirito Santo, in virt del quale il Signoreoperava segni prodigiosi allo scopo di effondere la grazia e la pace:supponendo naturalmente che essi avessero persistito nellopporsi alla grazia ealla pace. Quanto poi alla parola che viene pronunciata, non sembra che iltermine usato nel Vangelo si debba intendere solo della parola che si esprimecon la lingua ma anche della parola che, concepita nel cuore, esprimiamo conatti esterni. quanto si dice del confessare Dio: che cio non lo confessanocoloro che ne parlano con la bocca senza compiere le opere buone. Di costoro

    scritto: Confessano di conoscere Dio ma poi nei fatti lo rinnegano64. Nederiva logicamente che, come si pu affermare una cosa tramite le opere, costramite le stesse opere la si pu negare. Vale al riguardo quanto asseriscelApostolo: Nessuno pu dire Ges [] il Signore se non per lo Spirito Santo65.Questo dire non pu ben spiegarsi se non intendendo come un "dire"attraverso i fatti. Non si pu infatti ritenere che parlino mossi dallo SpiritoSanto coloro ai quali dice il Signore: Perch mi dite: Signore, Signore, e nonfate ci che io vi dico?66 E laltro: Non chiunque mi dice: Signore, Signore,entrer nel Regno dei Cieli67. Lo stesso della parola che si dice contro loSpirito Santo e che il Signore ci insegna a considerare irremissibile. la parola

    che si dice disperando della grazia e dalla pace donata dallo Spirito e la dicecolui che si determina a perseverare nei suoi peccati: dove il dire sottintende "con i fatti". Come quei tali che negano il Signore lo negano con i fatti, cos dicostoro: con le opere dicono di voler perseverare nella vita disordinata e nellacondotta viziosa, e di fatto si regolano proprio in questo modo, cioperseverano nel male. Se cos si comportavano i giudei, chi si meraviglier delnostro Signore Ges Cristo? O chi non vorr comprendere che egli con la suaminaccia intendeva chiamarli a penitenza? Una volta che avessero creduto inlui, egli avrebbe loro donato la grazia e la pace; se invece essi avesseroresistito alla grazia e alla pace, avrebbero proferito parole blasfeme contro lo

    Spirito Santo. Avrebbero cio perseverato nei peccati con la disperazione dellaloro volont empiamente ostinata. Privi dellumilt della confessione e delravvedimento, sarebbero insorti superbamente contro Dio, e quindi nessunperdono si sarebbe potuto concedere ad essi, sia nel tempo presente che nellavita futura. Orbene, se le cose stanno veramente cos, con laiuto del Signoreabbiamo risolto una questione grave e difficilissima, occorsa a noi nel trattaredella grazia e della pace che ci derivano da Dio Padre e dal Signore nostroGes Cristo. Chi poi desiderasse, in un tema cos importante, una riflessione eun esame pi approfonditi riconosca che il suo desiderio devessere soddisfattonella trattazione del Vangelo e nellesame delle parole degli evangelisti; e

    ricordi che nostro compito attuale , viceversa, esporre la Lettera dellapostoloPaolo ai Romani. Esamineremo il seguito del testo in altri volumi, se sarvolont del Signore; al presente, con quanto detto ci si consenta di porre fine

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    allopera.